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sommario sommario 3 INAUGURATO IL NUOVO CENTRO ODONTOIATRICO DELL’OSPEDALE DI ESINE di Eugenio Fontana DEDICATO AI DIPENDENTI 5 GLI STATI GENERALI IN VALCAMONICA UNA SFIDA SUPERATA di Matilde Comensoli 9 PARLIAMO DEL CRAL DELLA NOSTRA ASL SARà PIÙ SEMPLICE DA DISTINGUERE di Walter Cenini L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE 10 L’ASL INFORMA: LE NOVITà INTRODOTTE DALLA L.80 -2006 INERENTI L’ACCERTAMENTO DELLE INVALIDITà CIVILI NEI MALATI ONCOLOGICI di Ivanna Lascioli 12 LA SANITÀ LOMBARDA TAGLIA LE ATTESE SULLE PRESTAZIONI ONCOLOGICHE Tratto da Notiziario Sanità Lombardia 13 PICCOLA STORIA DELLA MEDICINA LA MEDICINA MEDIEVALE - II PARTE di Daria Salvini 16 LÈGGERE CURA: ANIMAZIONE LETTERARIA IN OSPEDALE di Matilde Comensoli 17 PREVENZIONE E SICUREZZA (inserto) NUOVI SCENARI PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO (III Parte) di Franco Martello 21 ABIO CONCLUDE IN ALLEGRIA IL PROGETTO: “UN DISEGNO PER UN SORRISO: COLORA IL TUO OSPEDALE” di Matilde Comensoli 23 INFORMA FAMIGLIA IL RUOLO DI: ASSISTENTE SOCIALE, PSICOLOGO E OSTETRICA NEL CONSULTORIO FAMILIARE di Barbara Baccanelli 27 RIVOLUZIONE DOLCE IN SALA PARTO di Stefano Gioia e Lorena Barbetti 30 ZOONOSI: MALATTIE TRASMISSIBILI DAGLI ANIMALI ALL’UOMO - INFESTAZIONE DA PULCI di Marcello Domenighini 33 NOTIZIE IN BREVE Curiosando qua e là a cura dello Staff della Comunicazione 35 RINGRAZIAMENTI Direttore Responsabile: Eugenio Fontana Direttore Editoriale: Matilde Comensoli Comitato di Redazione Coordinatore: Gemma Torri Daniele Venia Dariella Salvini Loredana Sanzogni Editore ASL di Vallecamonica - Sebino via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS) www.aslvallecamonicasebino.it e-mail: [email protected] Stampa Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs) IL DOVERE DI INFORMARE IL DIRITTO DI ESSERE INFORMATI Il ciclo televisivo di informazione promosso dalla nostra Asl risponde da una parte ad un dovere e dall’altra - quale inter- faccia inscindibile - ad un diritto. In questa scelta nulla vi è di autoreferenzialità e ancor meno di propaganda. L’Azienda sanitaria non è un’azienda commerciale anche se pure essa deve attenersi a precise logiche di marketing e comu- nicazione. è un’azienda che mira ad un “prodotto” del tutto speciale e non negoziabile: la salute dei suoi cittadini, ben sapendo che dire salute significa aprire subito gli orizzonti vasti della prevenzione, della diagnosi e della cura. A questo obiettivo l’Azienda indirizza ogni suo sforzo, ogni sua risorsa, perché essa conosce la finalità primaria ed istituzionale del suo esserci ed agire sul territorio. Così stando le cose, altro senso non hanno i continui viaggi del nostro Direttore Generale in quel di Milano, se non per chiedere e sollecitare investimenti (incontrando comunque sempre attenti interlocutori) che si tra- ducano in miglioramento delle strutture ed in qualità dei servizi socio-sanitari. Certo, è stato detto inelegantemente che il DG si limita “fare il compitino” che la Regione gli assegna. è il più bel complimento che potesse ricevere. è proprio così, anche se il termine “compitino” è alquanto infelice nella sua accentuazione un poco dispregiativa. I risultati raggiunti non sempre sono conosciuti nella loro po- tenzialità. Intendiamoci bene, conosciuti non già per ricevere applausi ma per essere fruiti a vantaggio e a beneficio di quanti sono costretti a rivolgersi alle nostre strutture ospedaliere (e non solo). Se abbiamo raggiunto livelli di eccellenza, anche a detta di molti che, dopo essere ricorsi alle cure del nostro pre- sidio ospedaliero, inviano alla Direzione dell’Asl umili e sincere testimonianze di gratitudine, è bene che ciò che si fa nei nostri ospedali sia noto per essere - lasciate correre il termine - “sfrut- tato” al meglio. Per questo gli “speciali” televisivi che già stanno andando in onda, non vedono come prevalenti protagonisti il DG o i dirigenti sanitari e amministrativi, ma vedono in campo gli operatori ospedalieri, i medici, gli infermieri, insomma quelli che sono in prima linea. Da qui il taglio degli “speciali” e soprattutto la loro destinazione che potrebbe essere riassunta in un motto: Conosci il tuo ospedale per utilizzarlo al meglio. Eugenio Fontana

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mar

iosommario

3 INAUGURATO IL NUOVO CENTRO

ODONTOIATRICO DELL’OSPEDALE DI ESINE

di Eugenio Fontana

DEDICATO AI DIPENDENTI

5 GLI STATI GENERALI IN VALCAmONICA

UNA SFIDA SUPERATA di Matilde Comensoli

9 PARLIAmO DEL CRAL DELLA NOSTRA ASL

SARà PIÙ SEMPLICE DA DISTINGUERE di Walter Cenini

L’ANGOLO DELL’INFORmAZIONE

10 L’ASL INFORmA: LE NOVITà INTRODOTTE DALLA L.80 -2006

INERENTI L’ACCERTAMENTO DELLE INVALIDITà CIVILI

NEI MALATI ONCOLOGICI di Ivanna Lascioli

12 LA SANITÀ LOmBARDA TAGLIA LE ATTESE

SULLE PRESTAZIONI ONCOLOGICHE Tratto da Notiziario Sanità Lombardia

13 PICCOLA STORIA DELLA mEDICINA

LA MEDICINA MEDIEVALE - II PARTE di Daria Salvini

16 LÈGGERE CURA:

ANIMAZIONE LETTERARIA IN OSPEDALE di Matilde Comensoli

17 PREVENZIONE E SICUREZZA (inserto)

NUOVI SCENARI PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA

NEGLI AMBIENTI DI LAVORO (III Parte) di Franco Martello

21 ABIO CONCLUDE IN ALLEGRIA IL PROGETTO:

“UN DISEGNO PER UN SORRISO: COLORA IL TUO OSPEDALE”

di Matilde Comensoli

23 INFORmA FAmIGLIA

IL RUOLO DI: ASSISTENTE SOCIALE, PSICOLOGO E OSTETRICA

NEL CONSULTORIO FAMILIARE di Barbara Baccanelli

27 RIVOLUZIONE DOLCE IN SALA PARTO

di Stefano Gioia e Lorena Barbetti

30 ZOONOSI: mALATTIE TRASmISSIBILI DAGLI ANImALI

ALL’UOmO - INFESTAZIONE DA PULCI di Marcello Domenighini

33 NOTIZIE IN BREVE

Curiosando qua e là a cura dello Staff della Comunicazione

35 RINGRAZIAmENTI

Direttore Responsabile: Eugenio Fontana

Direttore Editoriale: Matilde Comensoli

Comitato di RedazioneCoordinatore: Gemma Torri

Daniele VeniaDariella Salvini

Loredana Sanzogni

EditoreASL di Vallecamonica - Sebinovia Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)

www.aslvallecamonicasebino.ite-mail: [email protected]

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IL DOVERE DI INFORMAREIL DIRITTO DI ESSERE INFORMATI

Il ciclo televisivo di informazione promosso dalla nostra Asl risponde da una parte ad un dovere e dall’altra - quale inter-faccia inscindibile - ad un diritto. In questa scelta nulla vi è di autoreferenzialità e ancor meno di propaganda. L’Azienda sanitaria non è un’azienda commerciale anche se pure essa deve attenersi a precise logiche di marketing e comu-nicazione. è un’azienda che mira ad un “prodotto” del tutto speciale e non negoziabile: la salute dei suoi cittadini, ben sapendo che dire salute significa aprire subito gli orizzonti vasti della prevenzione, della diagnosi e della cura. A questo obiettivo l’Azienda indirizza ogni suo sforzo, ogni sua risorsa, perché essa conosce la finalità primaria ed istituzionale del suo esserci ed agire sul territorio. Così stando le cose, altro senso non hanno i continui viaggi del nostro Direttore Generale in quel di Milano, se non per chiedere e sollecitare investimenti (incontrando comunque sempre attenti interlocutori) che si tra-ducano in miglioramento delle strutture ed in qualità dei servizi socio-sanitari. Certo, è stato detto inelegantemente che il DG si limita “fare il compitino” che la Regione gli assegna. è il più bel complimento che potesse ricevere. è proprio così, anche se il termine “compitino” è alquanto infelice nella sua accentuazione un poco dispregiativa. I risultati raggiunti non sempre sono conosciuti nella loro po-tenzialità. Intendiamoci bene, conosciuti non già per ricevere applausi ma per essere fruiti a vantaggio e a beneficio di quanti sono costretti a rivolgersi alle nostre strutture ospedaliere (e non solo). Se abbiamo raggiunto livelli di eccellenza, anche a detta di molti che, dopo essere ricorsi alle cure del nostro pre-sidio ospedaliero, inviano alla Direzione dell’Asl umili e sincere testimonianze di gratitudine, è bene che ciò che si fa nei nostri ospedali sia noto per essere - lasciate correre il termine - “sfrut-tato” al meglio. Per questo gli “speciali” televisivi che già stanno andando in onda, non vedono come prevalenti protagonisti il DG o i dirigenti sanitari e amministrativi, ma vedono in campo gli operatori ospedalieri, i medici, gli infermieri, insomma quelli che sono in prima linea. Da qui il taglio degli “speciali” e soprattutto la loro destinazione che potrebbe essere riassunta in un motto: Conosci il tuo ospedale per utilizzarlo al meglio.

Eugenio Fontana

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Sanità Camuna 3

Giovedì 2 aprile è stato inaugurato, all’interno dell’ospedale di Esine, il “Cen-tro di Odontostomatologia - Asl di Vallecamonica-Sebino”. è un traguardo significativo ed all’avanguardia, se si pensa che l’odontoiatria si svolge prevalentemente al di fuori delle strutture pubbliche. L’avvio di questo nuovo servizio è stato possibile grazie ad una convenzione maturata fra l’ASL e la società privata Odonto Quality.Il Centro si trova al piano terra dell’Ospedale, ed è in grado di erogare tutte le prestazioni che oggi l’Odontostomatologia può assicurare, partendo dalle più semplici, quali la semplice visita, l’igiene e la pulizia, la rimozione del tartaro, la profilassi, la chirurgia estrattiva, l’implantologia e la terapia d’urgenza.Sarà inoltre possibile usufruire della chirurgia avanzata maxillo-facciale, della riabilitazione protesica mobile combinata e fissa e della terapia ortodontica per bambini ed adulti, grazie anche alla collaborazione del reparto maxillo facciale e degli altri servizi ospedalieri collegati.I vantaggi della nuova struttura per i cittadini camuni sono molteplici, a co-minciare dal contenimento dei costi, che dovrebbero essere abbattuti della metà per gli interventi più impegnativi, proseguendo con l’accesso gratuito ai controlli per i bambini e la particolare attenzione riservata ai

cittadini disabili, che spesso non accedono a questo tipo di cure. Si tratta dunque di un notevole sforzo per una struttura pubblica, in grado di ampliare ed adeguare le proprie risposte ai bisogni dell’utenza.

Tariffe

Le tariffe delle singole prestazioni sono quelle previste dal No-menclatore Tariffario Regionale con partecipazione alla spesa da parte del cittadino (Ticket).

Il Tariffario è in visione presso il Centro Odontostomatologi-co. Le tariffe delle prestazioni odontoiatriche escludono il costo dei manufatti protesici, implantologici ed ortodontici.

Come prenotare?

Inaugurato Ilnuovo centro odontoIatrIco

dell’ospedale dI esIne

Prenotazione prima visita:

Sportello CUP c/o Centro di Odontostomatologia dal lunedì al venerdì 8.30 - 19.00 Tel. 0364.369535

Call Center dal lunedì al venerdì 8.30 - 16.30 il sabato 8.30 - 12.30 Tel. 800.270.662

Call Center (solo per cellulari) Tel. 0364.439501

Accesso d’urgenza dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 11.00

Rinvii e annullamenti Sportello CUP c/o Centro di Odontostomatologia dal lunedì al venerdì 8.00 - 19.00 Tel. 0364.369535

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Sanità Camuna4

L’accesso alle prestazioni di Odontoiatria avviene sempre e solo previa prenotazione di prima visita.Si può prenotare telefonicamente (vedi scheda) o direttamente allo sportello CUP dedicato presso il centro di odon-toiatria.Dopo la prima visita, in base al piano di trattamento, sarà indicata la/le prestazioni prioritarie da prenotare diretta-mente sempre allo sportello CUP dedicato presso il centro.

Accesso alla prestazione:

Per l’accesso alla prestazione occorre, solo per i pazienti LEA, l’impegnativa del Medico curante. Portare sempre la Carta Regionale dei Servizi (CRS). Si consiglia di accedere alla visita odontoiatrica portando Rx Ortopantomografia, se, ovviamente, in possesso.

Accesso in urgenza:

Dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 11.00 (previo pagamento, allo sportello CUP-odontoiatria, del ticket della visita generale). La visita odontoiatrica urgente si limita a risolvere lo stato di urgenza come l’infezione o l’emorragia e non è sostitutiva di una visita generale di primo accesso. Le eventuali ulteriori prestazioni necessarie al completamento della cura in oggetto, affinché sia risolutiva, dovranno essere differite in successivi appuntamenti prescritti su apposita impegnativa.

UNA DOVEROSA PRECISAZIONE

Nell’ultimo numero di Sanità Camuna, nell’articolo incentrato sui nuovi Primari e, più precisa-mente, nello spazio dedicato al Dr. Vincenzo Zindato, sono state pubblicate alcune inesattezze relativamente alle date, che qui di seguito si vanno a rettificare:Il Dr. Zindato ha conseguito la Laurea in Psicologia nel 1986 e non nel 1990 - la specializzazione nel 1986 e non nel 1994 ed ha iniziato a lavorare presso quest’Azienda nel 1990, anziché nel 1988. Naturalmente al Dr. Zindato vanno le più sentite scuse da parte della Redazione.

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Sanità Camuna 5

GLI STATI GENERALI IN VALCAmONICAUNA SFIDA SUPERATA

Venerdì 26 giugno 2009, presso il Centro Con-gressi di Darfo BT, la Vallecamonica ha ospita-to la quarta tappa degli “Stati generali terri-toriali del sistema socio-sanitario”. L’evento, preparato da tempo e con la massi-ma cura, ha visto una stretta e proficua col-laborazione fra lo staff della Comunicazione aziendale ASL e Regione Lombardia, con i suoi partners per l’immagine.

Alla presenza dell’Assessore Bresciani, della delegata Rosella Petrali - Dirigente Unità Or-ganizzativa “Sistema Socio assistenziale”, la-trice del messaggio dell’Assessore Boscagli, di Francesco De Tomi, Dirigente della sede terri-toriale “Spazio Regione” di Brescia, dei nostri

Direttori Generale - Angelo Foschini e Sociale - Eliana Breda, del Presidente della Conferenza dei Sindaci, Fran-cesco Abondio, del Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica, Sandro Bonomelli, del Direttore Ge-nerale dell’AREU, Alberto Zoli e dei consiglieri regionali: Monica Rizzi, Margherita Peroni e Vanni Ligasacchi, e di tutta l’alta Dirigenza dell’Azienda, si sono affrontati i problemi più pregnanti della sanità camuna.

è stato un susseguirsi di “cose fatte” e da “farsi”, sia da parte del sistema regionale lombardo sia da parte della sua più piccola (ma non per questo meno importante) ASL.L’Assessore Bresciani ha definito la nostra ASL “…un ca-stello sanitario che presidia la Valle, importante perché rac-coglie le esigenze e fornisce ogni possibile risposta alle domande dei cittadini”. Dopo aver illustrato le molte ec-cellenze del sistema sanitario lombardo, tra le quali la co-stituzione di una macroarea europea per lo sviluppo e il trasferimento tecnologico, con la partecipazione di altre re-gioni italiane (Emilia-Romagna, Toscana e Province auto-nome di Trento e Bolzano), e regioni europee (Rhône-alpes, Catalunya, Baden Württemberg, Andalusia e Alsazia), con il contributo anche dello Stato di Israele. Sono state create delle aree di trasferimento tecnologico anche in centro-sud America (Nicaragua, Costarica, Honduras, Argentina, Uruguay). Infine la succosa anteprima della partecipazione della Carinzia alla costituen-da “rete delle regioni alpine”. Ha aggiunto inoltre che l’ASL di Vallecamonica-Sebino ha diritto di esistere perché “…è il riflesso di tutta la pro-gettazione a livello regionale che vi ho illustrato ed è presente sul territorio per garantire al cittadino una sani-tà migliore, a più bassi costi, producendo più ricchezza e più lavoro”.

Il Direttore Generale Foschini e la Dr.ssa Breda, dal canto loro, hanno illustrato le imminenti prospettive di svi-luppo della nostra realtà socio-sanitaria.In primo piano i progetti di costruzione significativi come:

Dedicato ai dipendenti

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Sanità Camuna6

1. Costruzione di un BUNKER per l’attivazione di un programma di radioterapia per l’assistenza ai malati on-cologici.

2. Costruzione di un edificio per i servizi psichiatrici (CPS-CRA-NPIA).

3. Realizzazione di un edificio per la collocazione degli ambulatori medici per l’esercizio della Libera Pro-fessione Intramuraria e della Scuola Infermieri.

4. Realizzazione del RACCORDO tra la STATALE N.42 ed il Pronto Soccorso di Esine.5. Realizzazione del servizio di EMODINAMICA presso l’UO di Cardiologia di Esine.6. Sempre presso il medesimo ospedale è stata recentemente accreditata una struttura per l’esercizio dell’atti-

vità ambulatoriale di odontostomatologia.Un accenno a parte meritano:7. il discorso Riabilitazione: Si sta conducendo una battaglia, volendo avviare un servizio di riabilitazione di

ampia gamma vale a dire, affiancando a quella motoria, anche quella cardiologica e neurologica.8. il grande sforzo fatto volto sia al rinnovamento sia tecnologico (l’ospedale di Esine ha 15 anni - Edolo 35) sia

di percorso verso l’accreditamento all’eccellenza (le UO certificate sono 39).

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Sanità Camuna 7

Infine ecco alcuni esempi di cose fatte in questi anni: Ortopedia, TAC, RMN, Ristrutturazione e messa a norma dell’ospedale di Edolo, Digitalizzazione della radiologia ecc.Sono poi stati descritti i progetti più significativi in campo sanitario.

Buona parte degli interventi sia del DG che del Direttore Sociale hanno riguardato il tema della prevenzione. In-numerevoli sono i Piani, i progetti e le iniziative che la nostra ASL sta portando avanti in questo campo. Sono stati citati i più significativi, nell’ambito delle alleanze interne ed esterne che questa ASL sta creando e che stan-no dando ottimi e gratificanti risultati.

Il DG ha poi esposto anche alcune delle criticità dell’azienda.Ha presentato la situazione dei tempi d’attesa, ricordando che il presidio ospedaliero è dotato delle specialità di base, ma anche di alcune dei livelli intermedi e superiori, sia pure in termini numerici relativi. Ciò, comporta l’impossibilità di assicurare talune prestazioni ambulatoriali (mancando l’UO di ricovero e quindi il personale sa-nitario); ha citato ad esempio l’oculistica, (un solo medico) e la dermatologia e la difficoltà di soddisfare la do-manda di altre prestazioni specialistiche, comunque erogabili, ma in termini limitati o modesti. Infine, ha aggiun-to, le dimensioni, l’articolazione e le caratteristiche delle strutture non consentono particolari ulteriori azioni di riorganizzazione né tanto meno economie di scala. Pur tuttavia ha potuto confermare che il complesso delle pre-stazioni erogate, sia pure con alcune aree di storica criticità, (oculistica, elettromiografia) appare sostan-zialmente coerente con la domanda, accettabile con i bisogni assistenziali e compatibile con la realtà camuna.Si è invece rilevato un netto miglioramento per quanto riguarda i tempi delle prestazioni ambulatoriali car-diologiche (es: EcoColorDopplerGrafia cardiaca) che costituivano una grossa criticità fino a poco tempo fa, e così pure per le prestazioni Doppler agli arti.

La nostra offerta ospedaliera (domanda di ricovero) si può riassumere individuando 4 Aree: Area senza concorrenza (es: psichiatria, pneumologia, medicina)Si tratta di strutture che mancano di elevata specializzazione, mirate alla cura delle patologie più comuni e alla soluzione dei casi urgenti. Anche per questo motivo i fabbisogni dei cittadini camuni non possono essere com-pletamente soddisfatti. Aree con forte concorrenza (es: chirurgica, ortopedica e materno infantile)

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Aree strutturalmente critiche (es: Emodinamica e Riabilitazione cardiochirurgica)Aree non attive in azienda, ove si assiste al “flusso” verso altre specialità che non possono essere presen-ti in Vallecamonica.

Grossa influenza ha pure il contesto geografico, infatti risulta maggiormente fidelizzata (67%) la popolazio-ne della Media valle, laddove è situato, appunto, l’ospedale di Esine. Per l’Alta e Bassa valle (confinanti con altre realtà sanitarie concorrenti) si riscontra invece un indice di “fedeltà” inferiore (59%).A pochi giorni dalla convention si può constatare il successo dell’evento, che si è rivelato positivo e costruttivo, nonostante una, purtroppo prevedibile, requisitoria da parte di un solo sindacato - intervento giudicato “fuori luogo” dall’Assessore Bresciani - che comunque ha, in qualche modo vivacizzato l’atmosfera…

Gli addetti ai lavori sanno quanto impegno e lavoro servano per organizzare un meeting di queste proporzio-ni, quindi un grazie particolare va a tutti gli intervenuti che, in gran numero, hanno seguito i lavori con interes-se ed attenzione, contribuendo alla riuscita della manifestazione, ma il ringraziamento più sentito va a tutti co-loro che, più o meno nell’ombra, si sono spesi con generosità, professionalità e spiccato senso di appartenenza, per il raggiungimento di un fine comune.Fra questi voglio citare: Leo Cannillo - Luisella Bertazzo e Roberta Gorio di Regione Lombardia, Marcella Ubezio e Chiara Franceschi di Multimedia, Paola Molteni e Laura Barone di abcomunicazioni. Apprezzatissima la disponibilità di Alessandra Resta, del Centro Congressi e di Giovanni Mafessanti (Nuova Si-curezza del Cittadino gruppo Civis ) con il suo impeccabile servizio d’ordine.

Un grazie ed un abbraccio virtuale alle mie preziose collaboratrici che con la loro presenza elegante, ma discreta e professionale, hanno reso perfetta l’organizzazione: Gemma, Lidia, Lucia Laura, Erica e Loredana. Infine non posso non citare due collaboratori altrettanto preziosi che mi hanno sostenuto con il loro contributo duran-te tutto il periodo di preparazione; grazie a Fabrizio Ianniti e a Francesco Ferrè.

Matilde Comensoli - Direttore AGR/Comunicazione

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Sanità Camuna 9

PARLIAmO DEL CRAL SANITÀ VALLECAmONICA

Il “CRAL SANITà VALLECAMONICA” è il circolo ricreativo aziendale della nostra ASL.Possono aderire a questo circolo tutti i dipendenti di ruolo e non e i loro familiari, i pensionati, tutti i dipendenti del-le ditte in appalto, i medici di base e da quest’anno tutti coloro che lavorano presso le Case di Riposo accreditate con l’ASL.Negli ultimi anni i tesserati sono passati dai circa 350 a 628 nel 2008, mentre quest’anno abbiamo ormai raggiunto la quota di 700 iscritti. La nostra sede è presso il palazzo dell’ASL in Via Nissolina, 2 a Breno.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO è COSÌ COMPOSTO:

Presidente Walter Cenini (Pensionato)Segret. e Tesoriere Andrea Gasparini (Breno)Vice Presid. Giuseppe Chiappini (Esine)Consiglieri Rosanna Bellandi (Pensionata) Maria Lucia Calzoni (Edolo) Maria Grazia Lardelli (Breno) Mirella Malisia (Edolo) Paolo Peduzzi (Breno) Amneris Tobia (Breno)

Ad ogni tesserato viene consegnato un libretto “GUIDA ALLO SCONTO”, con la descrizione di tutte le convenzioni sti-pulate per il triennio in vigore, con negozi di ogni genere, assicurazioni, ristoranti, piscine, cinema e tante altre attivi-tà che offrono sconti ai nostri tesserati.Inoltre ora siamo affiliati all’ASSOCRAL (associazione dei CRAL in Italia) per ottenere sconti in tutta Italia e conven-zioni a territorialità nazionale.

Organizziamo varie gite culturali e di divertimento nel corso di tutto l’anno, corsi di vario genere: cucina, ballo ed altro. Abbiamo organizzato mostre per i dipendenti che hanno vari hobbyes (pittura, scultura, ceramica, fotografia, ecc.)Da qualche anno abbiamo istituito la consegna delle borse di studio ai figli dei di-pendenti tesserati. Vengono premiati i ragazzi meritevoli della scuola secondaria, delle superiori e della maturità per un totale di cinque borse di studio per un valo-re che va dai 200 ai 350 €.Ogni anno c’è la nostra cena sociale per un divertimento fino a notte fonda.

Questo è ciò che in sintesi è il CRAL.Se volete aderire o avere ulteriori informazioni siamo sempre a vostra disposizione.

Il Presidente: Walter Cenini

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Sanità Camuna10

L’ASL INFORmA: le novità introdotte dalla L.80/2006 inerenti l’accertamento

delle invalidità civili nei malati oncologici.La legge 80/2006 ha introdotto significative novità nel processo di accertamento delle minorazioni civili e dello stato di handicap dei malati oncologici, novità che riguardano sia l’iter dell’accertamento medico-legale che la concessio-ne degli eventuali benefici dallo stesso derivanti. Il nuovo iter per i malati oncologici prevede che:• l’accertamento sia effettuato entro 15 giorni dalla presentazione della domanda;• il relativo verbale provvisorio diventi immediatamente efficace e possa pertanto essere utilizzato per richiedere tut-ti i benefici, di carattere economico e socio-assistenziale, previsti dalla normativa vigente;• il verbale stesso debba essere sottoposto al giudizio della Commissione Medica di Verifica dell’INPS, che può di-sporre la sospensione della procedura.

Secondo le indicazioni fornite da Regione Lombardia vanno individuati, quali soggetti aventi diritto all’accertamento entro 15 giorni dalla domanda, quei pazienti che risultino affetti da:• patologia neoplastica maligna di prima diagnosi con documentata necessità di trattamento radioterapico o che-mioterapico;• recidiva di patologia neoplastica maligna con documentata necessità di trattamento radioterapico o chemiotera-pico;• patologia neoplastica maligna metastatizzata o in fase terminale con compromissione delle condizioni generali ed indicazione clinica al trattamento palliativo e/o assistenziale.

Per poter accedere alla procedura prevista per i malati oncologici è pertanto necessario che la domanda sia correda-ta da idonea documentazione sanitaria (certificato medico curante, relazioni di dimissione, referti visite specialistiche, …), tale da consentire una puntuale individuazione della patologia nelle definizioni sopra indicate .Verificata la sussistenza dei requisiti sopra richiamati ed effettuata la visita da parte della Commissione Medica dell’ASL, verrà rilasciato il verbale provvisorio. Tale certificazione ha valore immediato: essa cioè è sin da subito utiliz-zabile e consente di accedere a ogni beneficio previsto dalle norme vigenti. Si ricorda che al verbale provvisorio seguirà l’invio del verbale definitivo, approvato dalla Commissione Medica di Ve-rifica dell’INPS o da nuovo verbale modificato a seguito dei controlli di legge effettuati dalla Commissione di Verifi-ca stessa.Nelle tabelle che seguono sono indicati i dati relativi all’attività di accertamento, degli stati di invalidità e di handi-cap nei confronti dei pazienti oncologici.Nel periodo considerato (triennio 2006 - 2008) sono stati sottoposti ad accertamento medico-legale 461 cittadini af-fetti da patologia oncologica.Il tempo medio di attesa tra la domanda e la visita è stato di 12 giorni.

L’89% ha avuto il riconoscimento di un grado di invalidità totale e/o con indennità accompagnamento. Per il 49% dei giudizi è stato fissato un termine di revisione. All’88% è stata riconosciuta la situazione di gravità di quanti hanno chiesto l’accertamento dell’handicap.

Per il 53% delle 263 valutazioni di handicap è stato fissato un termine di revisione.

L’angolo dell’informazione

Dati relativi ai pazienti oncologici nel triennio 2006 - 2008

Numero giorni di attesa tra la domanda e la visita

Anno 2006 2007 2008

Giorni attesa 15 11 9

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Sanità Camuna 11

Esito accertamenti invalidità

Invalidità 46-73%

Invalidità 74-99%

Invalidità100%

Indennità di accompagnamento Totali Prevista

revisione per

Numero 29 20 199 213 461 226

% 6% 4% 43% 46% 49%

Esiti per i quali è stato previsto un termine di revisione del giudizio medico-legale

Revisione a meno di 1 anno

Revisione a 1 anno

Revisione a 2 anni

Revisione a 3 anni

Revisione a 4 anni

Revisione a più di 4 anni

Numero 2 97 55 36 15 21

% 1% 43% 24% 16% 7% 9%

Accertamenti per classi di età Visite a

domicilio< 18 anni 18-64 anni 65-80 anni > 80 anni Totali

Numero 1 218 182 60 461 156

% 0,2% 47% 39% 13% 34%

Esito accertamenti handicap Legge 104/92

non handicap

Handicap (comma 1)

handicap grave(comma 3) Totali Prevista

revisione per

Numero 2 30 231 263 140

% 0,7% 11% 88% 53%

Dr.ssa Ivanna Lascioli - Direttore del Dipartimento Cure Primarie

Dipartimento Cure Primarie - Ufficio invalidi:via Nissolina 2 - 25043 BRENO Tel. 0364329.262(361) Fax 0364329.212

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Sanità Camuna12

LA SANITÀ LOmBARDA TAGLIA LE ATTESE SULLE PRESTAZIONI ONCOLOGICHE

Regione Lombardia taglia le liste d’attesa per le prestazioni legate a malattie oncologiche, e prevede lo stop per le prestazioni private che non rispettano i tempi massimi. Inoltre, le ricette per gli esami si potran-no avere anche dal medico specialista, e non più solo da quello di fami-glia. Sono alcune novità del provvedimento sulla gestione del servizio sanitario 2009, da poco approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla sanità Luciano Bresciani. Nel dettaglio, le strutture che non rispettano i tempi d’attesa stabiliti per le prestazioni cosiddette ‘extra budget’ (senza alcuna limitazione di rimborso), la maggior parte delle quali riguarda l’oncologia, potranno vedere sospesa la loro attività di libera professione fino a quando i tem-pi d’attesa, per le prestazioni svolte in regime pubblico, non siano alme-no uguali a quelli delle prestazioni a pagamento.

‘’Dopo i provvedimenti dei mesi scorsi, che hanno portato all’adozio-ne di nuove regole per l’accreditamento delle strutture, il controllo sulle prestazioni ed all’ampliamento delle prestazioni ‘extra budget’ - com-menta il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni - interve-

niamo sui tempi d’attesa di tutte le prestazioni, riducendoli ulteriormente. Si tratta di una decisione importante, che viene incontro alle esigenze dei cittadini e alla loro domanda di salute. Il nostro sistema, già eccellente, è in grado di progredire continuamente’’.‘’L’altra novità del provvedimento - ag-giunge Bresciani - riguarda le ricet-te per gli esami: i cittadini lombardi, che sono i veri protagonisti del sistema, non dovranno fare più la spola da un medico all’altro per avere que-ste prescrizioni, come avviene spesso oggi. Infatti i medici specialisti di tut-te le strutture private accreditate e dunque non solo gli ospedali, vengono abilitati, nell’ambito della propria attività istituzionale (esclusa quindi la libera pro-fessione), a fare prescrizioni per presta-zioni di specialistica ambulatoriale (esa-mi diagnostici) e riceveranno entro il 31 luglio l’apposito ricettario (ros-so), per ora in dotazione ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti di strutture pubbliche’’.

Scopo di questa decisione, conclude la Regione, è anche quello di migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni, favorendo un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte dei medici e dei professionisti sanitari che operano sul territorio, anche grazie all’obbligo di indicare il quesito o sospetto diagnostico nella ricetta.

A cura della Redazione

(Notiziario Sanità Lombardia - Milano, 19 giugno)

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Sanità Camuna 13

L’Europa alla vigilia della pandemiaLa popolazione europea tra il 900 e il 1300 ha subito uno straordinario incremento demografico. L’Inghilterra meridionale, le valli della Senna e della Loira, la zona attorno a Parigi, la valle del Reno e le città anseatiche in Germania, le Fiandre e Italia centro-settentrionale, sono popolati mol-to più densamente del resto d’Europa. Nel periodo non interviene alcun grande conflitto a bloccare lo sviluppo della società e i confini europei non sono minacciati, né a sud dagli arabi né a est dai bizantini. Nelle università fioriscono gli studi teologici e filosofici, mentre alle scienze naturali si dedica scarsa attenzione. Le poche conoscenze chimiche sono impiegate nell’alchimia, l’astronomia è utilizzata per oroscopi e profezie. Poco o per nulla si sviluppano le scienze mediche. L’origine delle malat-tie resta oscura. La società medievale dispone di rimedi prevalentemente non sanitari: preghiera, penitenza, quarantena dei malati, sfollamento delle persone sane e ricerca di capri espiatori. L’Europa avverte le avvisaglie della crisi a partire dal 1290. Si assiste a lunghi periodi di carestia, pro-vocati dal raffreddamento del clima, la cosiddetta “piccola era glaciale” che perdura a fasi alterne fino alla prima metà del XIV secolo.

I prezzi dei cereali a Norfolk, in Inghilterra, mostrano che tra il 1290 e il 1348 vi sono stati diciannove anni di raccolti scarsi. Ricerche analoghe svolte in Linguadoca segnalano vent’anni di produzione agricola in-sufficiente tra il 1302 e il 1348. Dal 1315 al 1317 la Grande Carestia infuria in tutta l’Europa setten-trionale (fig. 2). Tra il 1325 ed il 1340 le estati sono state molto fresche e umide, con abbondanti piog-ge che aumentano l’estensione delle paludi e diminuiscono i raccolti. Tutte le città europee di quel tempo sono vere e proprie discariche a cielo aperto, con cumuli di rifiuti giacenti a marcire per strada. La tragica situazione igienica si aggrava per l’assenza di fognature, con rifiuti organici versati direttamente in strada da finestre e balconi. è questo il quadro nel quale, nell’ottobre 1347, la peste fa la sua comparsa nei porti del Mar Mediterraneo, a Messina, a Costantinopoli e a Ragusa (Dubrovnik).Le cause nell’immaginario collettivo sono ascritte a gruppi marginali come le streghe e gli ebrei, questi ul-timi da sempre perseguitati perché accusati di deicidio o reicidio cioè l’uccisione di Gesù. Le streghe sono perseguitate poiché accusate di parteggiare per il demonio e di avere con questo rapporti carnali nel cor-so di rituali chiamati sabba, durante i quali sacrificano bambini e si beve il loro sangue (Fig. 3). Serpeggiano altre ipotesi sul diffondersi della peste quali congiunzioni astrali sfavorevoli e punizioni di-vine.La medicina dell’epoca non ha compiuto grandi passi avanti rispetto ai tempi dell’Impero Ro-mano: I medici, basandosi sulle conoscenze di Ippocrate e Galeno, pensano di poter guarire dal-la peste eliminando dal corpo l’humus negativo, tagliando una vena al paziente e facendo uscire del sangue (cosa che contribuiva al diffonder-

si del contagio).Gli uomini di fede ritengono che la peste sia stata mandata da Dio come punizione, perciò organizza-no preghiere collettive, processioni, movimenti quali i flagellanti. Tali eventi collettivi hanno costituito un’ottima occasione per veicolare l’agente patogeno per via respiratoria.

Scoppio della peste e diffusione in EuropaL’area di origine della pandemia sembra esser stata quella regione dell’Asia centrale a cavallo del Pa-mir dell’Altaj e del Tannu-Tuva. La causa scatenante parrebbe esser stata la moria di roditori dovuta alla scarsità di cibo, conseguente all’irrigidimento delle condizioni climatiche. In assenza di roditori, le pulci affamate, vettori del bacillo della peste, attaccarono anche l’uomo e gli altri mammiferi. I rifiuti abbon-danti e a cielo aperto nelle città medioevali sono stati un’attrattiva irretibile per i roditori affamati: L’effi-ciente sistema di comunicazioni dell’Impero Mongolo ha favorito la propagazione del contagio in poco tempo da un capo all’altro del continente asiatico, fino all’Europa che - geograficamente - altro non è che una propaggine dell’Asia.(fig. 4).Nel 1338, l’epidemia raggiunge le comunità afferenti alle Chiese orientali cristiane presso il lago Issyk-Kul, nell’odierno Kirghizistan. Le prime testimonianze scritte sono state rinvenute proprio presso questo lago, che costituisce una tappa obbligata sul cammino della Via della Seta. Nel 1345 si segnalano i pri-

mi casi a Sarai sul Volga meridionale e in Crimea. Nel 1346 la peste miete le prime vittime ad Astrakhan. Lo stesso anno il morbo raggiunge i confini dell’Europa. La peste raggiunge Caffa, ricca co-lonia e scalo sulla via dell’oriente della Repubblica di Genova, nella penisola di Crimea. Le cronache dell’epoca riportano che gli assedianti getta-vano con le catapulte i cadaveri degli appestati entro le mura della città. Gli abitanti di Caffa avrebbero immediatamente gettato in mare i corpi, ma la peste comunque entra in città in questo modo.La peste si introduce nella vasta rete commerciale dei Genovesi. A bordo delle navi, nel 1347, il contagio raggiunge ogni scalo commerciale, Co-

PICCOLA STORIA DELLA mEDICINA

LA mEDICINA mEDIEVALE(IIa PARTE)

Continua il nostro viaggio nella medicina delle varie ere. Partiti addirittura dall’uomo delle caverne, dimostrando come il bisogno di capire e quindi curare disturbi e ma-lattie sia sempre stato presente e prioritario nella storia dell’umanità, passati per la medicina nell’antico Egitto, per quella greca, per quella romana e per quella me-dioevale, di cui ora trattiamo la seconda parte.

Fig. 2 Rappresentazione della grande carestia

Fig. 3 Rappresentazione di un sabba di streghe

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Sanità Camuna14

stantinopoli, Il Cairo e Messina. La città siciliana è stata la prima di tut-to il Mediterraneo ad essere sconvolta dall’epidemia. Per limitare i rischi di contagio, dopo il 1347 le navi, sulle quali si sospettava la presen-

za di peste, vengono messe in isolamento per 40 giorni (quarantena, dal france-se “une quarantaine de jours”) per impedire che gli equipaggi mettessero piede a terra, ma non impediva che lo facessero i ratti, contribuendo così alla diffusio-ne della malattia.

Conseguenze demografiche della peste nera Si calcola che la Peste nera abbia ucciso circa 25 milioni di persone, un terzo della popolazione europea dell’epoca (fig. 5).Più delle cifre sono i destini individuali a dare un’idea concreta delle devastazioni della peste: Agnolo di Tura, cronista senese, lamenta di non trovare più nessuno che seppellisse i morti e di aver dovuto seppellire con le proprie mani i suoi cinque figli. John Clyn, l’ultimo monaco ancora in vita in un convento irlandese a Kilkenny, met-te sulla carta, poco prima di morire egli stesso di peste, la sua speranza che all’epi-demia sopravvivesse almeno un uomo, che potesse continuare la cronaca della pe-ste che egli aveva cominciato. Giovanni Villani, cronista fiorentino, viene stroncato dalla peste in maniera tanto re-pentina che la sua cronaca si interrompe a metà di una frase.A Venezia muoiono 20 medici su 24, ad Amburgo 16 membri del consiglio cittadi-no su 20, a Londra

tutti i mastri della corporazione dei sarti e dei cappellai, un terzo dei notai di Fran-cia, un terzo dei cardinali riuniti ad Avignone.Alcune (rare) zone sono state quasi immuni dal contagio (Polonia, il Belgio e Praga), altre invece quasi spopolate. In Italia la peste risparmia Milano, mentre a Firenze uccide quattro quinti degli abitanti. Gli effetti sulla popolazione sono senz’altro più gravi in Francia e in Italia che in Germania. In Norvegia la pandemia ha colpito così tanto la popolazione da lasciarla senza sovrani. E’ per questa ra-gione che i tre regni nordici: Danimarca, Norvegia e Svezia si sono riuniti sotto la guida della regina Margrete I di Danimarca.Sono stati necessari alcuni secoli perché la popolazione europea ritornasse alla densità precedente la pandemia. David Herlihy nota che il numero degli abitan-ti dell’Europa cessa di calare solo nei primi decenni del XV secolo e che nei cin-quant’anni successivi rimane stabile, per poi riprendere lentamente ad aumen-tare attorno al 1460.

I medici e la loro reazioneI medici dell’epoca sono disorientati di fronte al fenomeno. Le teorie mediche risalgono all’antichità, ad Ippocrate e Galeno, secondo i quali le malattie nascevano da una cattiva miscela (discrasia) dei quattro umori del corpo: sangue, flemma, bile gialla e bile nera.L’idea stessa del contagio è sconosciuta e del tutto impensabile la trasmissione di malattie da animale a uomo. Si pensa piuttosto che dei “soffi pestiferi” avessero trasportato la malattia dall’Asia all’Europa, op-pure che la malattia sia causata da miasmi provenienti dall’interno della terra (Fig. 6).Molti medici, di fronte alla peste, fuggono. Riferisce il cronista Marchionne di Coppo Stefani “Medici non se ne trovavano, perocché moriano come gli altri; e quelli che si trovavano, volevano smisurato prezzo innanzi che intrassero nella casa”. In caso di peste, l’unico dovere del medico è di invitare l’ammalato a confessarsi. Il rimedio cui i medici più frequentemente ricorrono sono fumigazioni con erbe aromatiche. Il Papa Clemente VI, per tutta la durata dell’epidemia ad Avignone, rimane rinchiuso nei suoi apparta-menti, dove erano accesi grandi falò. è probabile che in questo modo sia riuscito realmente a sfuggire al contagio: il calore allontana le pulci.I consigli o regimi contro la peste che mostrano come difendersi dal contagio, divengono quasi un gene-re letterario. Si consiglia di tener aperte solo le finestre rivolte a nord, perché i venti da sud, caldi e umi-

di, sono considerati dannosi. Il sonno durante il giorno è bandito, così come il lavoro pesante. Secondo molti, la peste colpisce le donne giovani e belle. (in effetti, la peste contagia con maggior facilità più le donne degli uomini e più i giovani che gli anziani).Il medico Gentile da Foligno elabora la teoria del soffio pestifero: una congiunzione sfavorevole dei pianeti avrebbe risucchiato l’aria dalla terra, aria che sarebbe ritornata sulla terra in forma di “soffio pestifero”. La facoltà di medicina dell’Università di Parigi, incaricata da Filippo IV di Fran-cia di redigere una relazione sulle cause dell’epidemia, fa propria questa tesi e così questa spiegazione assume grande autorevolezza e viene tra-dotta in numerose lingue europee.A lungo termine la peste ha fatto sì che la medicina si emancipasse dalla tradizione galenica. La chiesa ha acconsentito che si sezionassero cada-veri, pur di scoprire le cause dalla malattia. La ricerca diretta sul corpo umano per mezzo di studi anatomici ha avuto un maggior impulso dopo la

Fig. 4 Diffusione della peste nera dal 1347(marroncino) al 1351 (giallo)

Fig. 5 Rappresentazione della peste bubbonica

Fig. 6 Il medico della peste

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BIBLIOGRAFIA• Klaus Bergdolt, La peste nera in Europa, Casale Monferrato, 1997 • Norman F. Cantor, In the Wake of the Plague – The Black Death and the Word it made, Londra, 1997, ISBN 0-7434-3035-2• Claudia Eberhard Metzger, Renate Ries, Verkannt und heimtückisch - Die ungebrochene Macht der Seuchen, Basilea, 1996, ISBN 3-7643-5399-6

• Penso G. - Parassiti, microbi, contagi. Ed. Ciba 1989 • Penso G. -La medicina medioevale. Ed. Ciba 1991 • Premuda L. - Storia dell’Iconografia medica, Ed. Ciba 1993

peste, un primo passo in direzione della medicina moderna e della scienza empirica. Ma dovevano trascorrere quasi duecento anni prima che Gi-rolamo Fra Castoro (1483-1533) si confrontasse in maniera più sistematica con l’idea di contagio.

La peste e la società medievaleLa peste è ritenuta una punizione divina. Movimenti religiosi nascono spon-taneamente in conseguenza della peste, o nel timore dell’epidemia, e molti di essi sfidano il monopolio ecclesiastico sulla sfera spirituale. La vita quotidia-na è segnata da rogatorie e processioni. I flagellanti percorrono le strade del-le città. Il culto di San Rocco, patrono degli appestati, diviene particolarmente intenso e i pellegrinaggi più frequenti. In molti luoghi sorgono chiese votive e altri monumenti, come le cosiddette “colonne della peste”, per la paura degli uomini e per il loro desiderio di essere liberati dal flagello. L’economia non po-teva reggere l’urto dell’epidemia. La mano d’opera moriva, fuggiva, o non riu-sciva più a svolgere il proprio compito. Per molti non aveva più senso coltivare i campi, se comunque la morte ben presto doveva raggiungerli.

La persecuzione degli ebreiBoccaccio, nel suo Decamerone (fig. 7), annota: e in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare.

L’epidemia si accompagna ad una gravissima persecuzione degli ebrei.I pogrom ebbero inizio quanto la popolazione esasperata individua negli ebrei i colpevoli della catastrofe.L’accusa che gli ebrei avvelenassero fonti e pozzi cominciò a circolare agli inizi del 1348: in Savoia alcuni ebrei, inquisiti, sotto tortura avevano ov-viamente ammesso questo reato. La loro confessione si diffonde rapidamente in tutta Europa e scatena un’ondata di violenze. Il 9 gennaio 1349, a Basilea, viene uccisa una parte degli ebrei che vi abitavano. Il consiglio cittadino della città aveva allontanato i più agitati tra quelli che istiga-vano alla violenza, ma la popolazione si rivolta, costringendo gli amministratori a togliere il bando e a cacciare gli ebrei. Una parte di loro viene rinchiusa in un edificio su un’isola sul Reno, cui poi è dato fuoco. Anche a Strasburgo il governo cittadino tenta di proteggere gli ebrei, ma viene esautorato dalle corporazioni.Nel marzo 1349, quattrocento ebrei di Worms preferiscono appiccare il fuoco alle loro case e morirvi che finire nelle mani della folla in rivolta. Lo stesso fanno in luglio agli ebrei di Francoforte. A Magonza gli ebrei si difendono e uccidono duecento cittadini che li stavano attaccando. Gli ebrei si suicidano e incendiano le proprie case. I pogrom proseguirono sino alla fine del 1349. Gli ultimi ebbero luogo ad Anversa e Bruxelles. Quando l’epidemia termina ben pochi ebrei sono rimasti in vita tra Germania e Paesi Bassi.

Conseguenze a lungo termine della Peste nera La Peste nera ha provocato un mutamento profondo nella società dell’Europa medievale. Dopo il 1348 non è più stato possibile mantenere i mo-delli culturali del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite umane hanno destrutturato e ristrutturato nello stesso tempo la società. La peste è sta-ta definita “l’ora degli uomini nuovi”: il crollo demografico ha reso disponibile vasti terreni agricoli e posti di lavoro remunerativi. Le corporazioni ammettono nuovi membri, cui prima si negava l’iscrizione. I fitti agricoli crollano, mentre le retribuzioni nelle città aumentarono sensibilmente. Per questo un gran numero di persone gode, dopo la peste, di un benessere che in precedenza era irraggiungibile.L’aumento del costo della manodopera favorisce un’accentuata meccanizzazione del lavoro. Il tardo Medioevo diviene un’epoca di notevoli inno-vazioni tecniche, invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg e le armi da fuoco tra le più significative.La Chiesa, cui moltissime vittime dell’epidemia avevano lasciato in eredità i loro beni, esce dalla peste nera più ricca, ma anche meno popolare di prima, non essendo riuscita a dare una risposta soddisfacente al perché Dio avesse messo alla prova l’umanità in maniera tanto dura. Secondo al-cuni storici, la Peste nera ha causato la crisi delle concezioni medievali di uomo e di universo, scotendo le certezze della fede che avevano domi-nato fino ad allora.

Il ritorno della peste nei secoli successiviSi ritiene che lo stesso agente patogeno del 1348 sia responsabile delle periodiche epidemie scoppiate in Europa, con vari gradi di intensità e mor-talità, ad ogni generazione fino al XVIII secolo. Tra queste, la peste del 1576-1577 (cosiddetta Peste di San Carlo) e soprattutto quella terribile ab-battutasi nel Nord Italia nel 1630 e immortalata da Alessandro Manzoni ne I Promessi sposi. Da ricordare pure la grande peste di Londra del 1665-1666 e quella di Vienna del 1679. La peste di Marsiglia del 1720-1722 è invece considerata di origine vicino-orientale.

Daria Salvini

Fig. 7 Rappresentazione del Decamerone

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Il 20 ed il 26 maggio, si sono tenute, presso l’ospedale di Esine, le prime del-le quattro giornate previste dal progetto “Lèggere Cura”, organizzato dalla Fondazione Cocchetti di Cemmo, con la collaborazione di quest’ASL ed il sup-porto del Sistema Bibliotecario della Comunità Montana.L’ospedale di Edolo ha ospitato la manifestazione nelle giornate del 9 e 16 giugno.

L’iniziativa si basa sulla convinzione che “il corpo di una persona reagisca meglio alle necessarie cure mediche se, in concomitanza, riceve una solleci-tazione delle componenti intellettuali ed emotive”.è un concetto ormai consolidato che le malattie non si curano solo con i far-maci ma che musica e lettura costituiscono validi supporti alla terapia.

La lettura ha il potere di trasmettere forti emozioni, di trasportare il lettore lontano, di lenire il dolore psicologi-co, di aiutare ad operare riflessioni positive che allontanano dall’autocommiserazione, di donare un sorriso, non alle labbra, ma all’anima.In quest’ottica sono stati scelti dei brani vertenti sul “Piacere di leggere” e “La storia si racconta”, “interpretati” da quattro lettori, coordinati brillantemente dalla Prof.ssa Rosella Bianchi.Ecco alcuni dei brani scelti per il ciclo “Piacere di leggere”:“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di L. Sepùlveda; “Memorie di una ragazza per bene” di S. De Beauvoir e “Il barone rampante” di I. Calvino.Per il tema “La storia si racconta” sono stati offerti dei brani tratti da leggende della tradizione locale quali:“La pagana”, “La vendetta della zingara” ed il pezzo forte tratto da “La chimera” di Sebastiano Vassalli. Questi brani si prestano particolarmente alla lettura drammatizzata a più voci.

Per quanto sia stato difficile coniugare questo momento di evasione con i meccanismi di cura e terapia dei de-genti ma, soprattutto, fare breccia nella natura-le diffidenza per tutto quello che rappresenta una novità (se non addirittura, agli occhi di molti, una stravaganza) quest’esperienza si può considera-re, nel suo complesso, positiva.

L’intento prefissato era quello di offrire un gu-stoso passatempo per chi lettore lo è già ed of-frire un’opportunità per avvicinarsi al meraviglio-so mondo dei libri, per chi finora non ha avuto l’occasione di incontrarli sulla sua strada e, al di là dei freddi numeri, l’impressione è di esserci ri-usciti.

Matilde Comensoli Responsabile della Comunicazione aziendale

“LÈGGERE CURA”ANImAZIONE LETTERARIA

IN OSPEDALE

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17Sanità Camuna 17

NUOVI SCENARI PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA

NEGLI AmBIENTI DI LAVOROQuesto nuovo articolo sulla sicurezza del lavoro illustra gli obiettivi che Regione Lombardia ha definito per contene-re il fenomeno degli infortuni sul lavoro e quali azioni l’ASL di Vallecamonica-Sebino sta realizzando per la preven-zione degli infortuni sul lavoro.

L’ANDAmENTO degli infortuni mortali sul lavoro nel biennio 2008/2009.Innanzitutto, grazie alla recente realizzazione di un Sistema Informativo Regionale della Prevenzione, oggi si è in grado di offrire un tempestivo aggiornamento della situazione infortunistica da confrontare con i dati esposti nei numeri precedenti di questa rivista.

Nella seguente tabella sono riportati i dati sintetici degli infortuni mortali sul lavoro avvenuti in Lombardia, registra-ti negli anni 2009 e 2008, accaduti nel primo quadrimestre di ogni anno, per macro settori di lavorazione. La fonte dei dati è costituita dal Registro regionale infortuni mortali, alimentato dalle AASSLL lombarde.

Questa situazione, che conferma l’andamento positivo già deli-neato negli ultimi anni, è territorialmente attribuibile alle AAS-SLL, così come risulta nella tabella a fianco.

Tuttavia gli infortuni lavorativi rappresentano un problema si-gnificativo di salute pubblica, per le rilevanti dimensioni che co-munque mantiene e per la diffusione capillare del fenomeno, per le significative conseguenze sanitarie, sociali ed economi-che, dirette ed indirette, sia per l’individuo che per le imprese e per la società in generale. Aspetti individuali e sociali, lavorati-vi ed extralavorativi, interagiscono tra loro in maniera multifor-me. è altresì noto che le cause del fenomeno infortunistico sono molteplici e coinvolgono in varia misura ed interazione aspetti strutturali e tecnici, organizzativi e procedurali, di informazione e formazione, individuali e sanitari. La letteratura mostra come l’analisi multidisciplinare, che comprenda la valutazione dei molteplici aspetti, epidemiologici, organizzativi e sanitari, svol-ta anche con il coinvolgimento delle professionalità disponibili in azienda, dei responsabili e gli addetti SPP in particolare, degli RLS, dei Medici Competenti, sia essenziale da un lato per valu-tare le reali dimensioni del fenomeno e dall’altro per proget-tare ed attuare le migliori soluzioni di salute e sicurezza concretamente praticabili in azienda e per valutarne successiva-mente l’efficacia.

Questo è il terzo ed ultimo appuntamento con “… la Prevenzione e la Sicurezza negli ambienti di lavoro”, dove si illustra la stra-tegia di intervento.

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INFORTUNI MORTALI ACCADUTI SUL LAVORO SEGNALATI DALLE ASL NELL’ANNO 2009

Aggiornamento al 27 aprile 2009

ASL N° Infortuni mortali

BG 1BS 5CO CR 2LCLOMN 2MIC MI 1 1MI 2MB 2PV 1SO VCSVA 1

TOTALE 15

periodo anno totalesettore

agricoltura edilizia industria trasporti/logistica altro

gen/apr 2009 15 3 4 6 1 1

2008 23 6 5 8 2 2

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PIANO REGIONALE 2008-2010 PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE Il “Piano regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro” rappresenta, da un lato, il frutto di una azione costante di Regione Lombardia sugli ambienti di lavoro sviluppata nel corso degli ul-timi dieci anni e potenziata ulteriormente a partire dal 2004, e dall’altro testimonia l’esigenza di un ulteriore impegno nello sviluppo di politiche ed azioni trasversali ed integrate in materia di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Per questo il Piano Regionale ha introdotto significativi elementi di novità che agiscono su diverse direttive:- definizione di ruoli e funzioni di tutti i soggetti coinvolti attraverso una sempre maggiore responsabilizzazione del

titolare d’impresa, la promozione di sinergie con enti e associazioni di categoria in una logica di sistema regionale, la revisione delle modalità d’azione della Pubblica Amministrazione;

- fissazione di obiettivi strategici quantificati e verificabili sulla base di dati ufficiali (INAIL, con riferimento ai dati 2006):

• riduzione del 15% degli infortuni sul lavoro avvenuti• riduzione del 10% degli infortuni mortali e degli infortuni gravi• riduzione del 10% delle non conformità a norme di legge o tecniche• riduzione del 15% degli infortuni denunciati nelle aziende con SGS (Sistema Gestione Sicurezza) e comportamenti

etici, al fine di misurare concretamente l’incidenza reale delle politiche messe in opera. - centralità dell’impresa come soggetto attivo per la sicurezza e la salute sul lavoro, nonché previsione di meccanismi

premiali per le aziende virtuose (riduzione premi INAIL, diminuzione dei controlli, eventuali sgravi IRAP); - incremento del numero dei controlli nelle aziende, con priorità di intervento nei comparti più a rischio, sulla base del

rischio individuale, graduazione della tipologia e frequenza dei controlli; - integrazione tra gli operatori delle ASL preposti alle attività di vigilanza e i diversi attori esterni del sistema di pre-

venzione, attraverso la reciproca informazione, la collaborazione ed il coordinamento degli interventi (Direzione Re-gionale del Lavoro, INAIL, Corpo dei Vigili del Fuoco, Università, ISPESL, Prefetture, Magistratura, Associazioni scien-tifiche);

- realizzazione del Sistema Informativo della Prevenzione per l’offerta di servizi informativi “unificati”, omogenei, ag-giornati, autorevoli.

Le risorse per la realizzazione dei controlli, sono state individuate con la DGR n.VIII/5743 del 31 ottobre 2007 “De-terminazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per l’esercizio 2008”, e consistono in:

- il finanziamento, pari a 20 milioni di €, riservato ai Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL;- la sostituzione del 100%, in deroga al limite del 50%, prevista per il personale cessato addetto alle attività di pre-

venzione e controllo.

LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELL’ASL DI VALLECAMONICA-SEBINO

Le attività istituzionali assegnate dalle Leggi di Istituzione del Servizio Sanitario ed altre normative vigenti nell’ambito del Ser-vizio PSAL, sono numerose e impegnano gran parte delle risorse disponibili (inchieste per infortunio e malattia professionale, at-tività medico legali, pareri amministrativi, sportello informativo, ecc); Inoltre i Piani Attuativi Locali (PAL) hanno definito i settori prioritari di intervento nei quali viene data continuità di control-lo: Costruzioni, Agricoltura, Sanità, Tumori Professionali, Stress e lavoro e Lavori temporanei in quota.

L’impegno dell’ASL è di realizzare - nell’anno in corso - 576 con-trolli di cui il 60% nelle aziende con indice di rischio elevato. In questa sede tuttavia ci si concentra sugli interventi di pre-

venzione degli infortuni sul lavoro, fenomeno che riguarda soprattutto il settore delle costruzioni e della metallurgia.

Comparto EdiliziaPer il settore edile si evidenzia la collaborazione tra ASL Brescia, ASL di Vallecamonica-Sebino, INAIL, INPS e Direzione

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Provinciale del Lavoro, per un’azione coordinata per la realizzazione di sopralluoghi comuni, condivisione delle infor-mazioni sull’esito delle ispezioni, momenti di formazione comuni, come da protocollo d’intesa fra gli Enti firmato il 4.7.2007, condivisione dei dati fra gli Enti, per mezzo del portale messo a disposizione dalla Provincia di Brescia. Per le attività di vigilanza e controllo nei cantieri è previsto il contributo degli operatori del Servizio “Sicurezza del la-voro e impiantistica” nell’ottica del coinvolgimento dell’intero sistema di prevenzione dell’ASL.Proseguiranno le attività di formazione/informazione alle figure di sistema (capicantiere, datori di lavoro, coordinato-ri per la sicurezza, RLS); visto l’esito positivo dell’esperienza condotta con la ASL Brescia e gli Ordini/Collegi profes-sionali per la definizione di regole condivise di comportamento dei CSP - CSE si ritiene opportuno dare continuità a questa esperienza. I controlli previsti nei cantieri nel 2009 sono un minimo di 162.

Comparto AgricolturaPer il settore agricolo si prevede di diminuire l’attivi-tà di ispezione ed aumentare l’attività di informazione e formazione. Tale scelta è dovuta a quanto emerso dai controlli già effettuati su aziende agricole ed al fatto che in Vallecamonica l’attività agricola e di allevamento è condotta prevalentemente da piccole imprese spesso a conduzione familiare e da un ridottissimo numero di re-altà produttive con dipendenti; si è rilevata in genere una scarsissima conoscenza delle norme a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Il Servizio PSAL garanti-rà tuttavia l’effettuazione dei controlli richiesti dalla Re-gione sul rispetto delle nome in materia di igiene e si-curezza del lavoro presso le aziende agricole che hanno avuto accesso ai finanziamenti secondo il Piano di Svi-luppo Rurale 2007/13. Per incidere su tale situazione è stato costituito un sottogruppo della Commissione Provincia-le ex art. 27 che svilupperà una stretta collaborazione tra ASL, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali e verranno intraprese iniziative riguardanti l’informazione sui rischi lavorativi del settore. Pertanto l’attività nel comparto si svilupperà come di seguito indicato.- Proseguirà l’attività di vigilanza nelle aziende agricole secondo una nuova programmazione come sopra indicato;- Divulgazione delle Linee Guida per la prevenzione dei rischi per la salute e per la sicurezza e la sorveglianza sanita-

ria nel settore cerealicolo, predisposte in collaborazione con la UOOML e con l’Asl Brescia;- Visto l’elevato numero di infortuni sul lavoro legati al ribaltamento di mezzi agricoli, verrà promossa la collabora-

zione tra Asl (PSAL), Comuni (Polizia Locale) e Provincia (polizia Provinciale, INAIL relativamente ai controlli riguar-dante la sicurezza dei lavoratori agricoli come da DGR 5208 del 2.8.2007.

Attività di formazione.In riferimento all’attuazione dell’accordo tra Governo e Regioni in materia di formazione degli addetti e responsabili SPP, addetti al montaggio ponteggi e ai lavori in quota con utilizzo di funi, il Servizio SPSAL, così come indicato dalle circolari regionali 13/SAN, 21/SAN, 32/SAN del 2006 e 24/SAN del 2007, svolgerà un ruolo di governo di tali inizia-tive nel territorio al fine di razionalizzazione l’offerta formativa e garantirne l’appropriatezza.

LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA

Il rispetto del vincolo legislativo costituisce fondamento per migliorare il livello di sicurezza negli ambienti di lavoro, ma è opinione altrettanto condivisa che sia indispensabile anche la promozione di una cultura della sicurezza che favorisca l’osservanza delle disposizioni normative e l’adozione di comportamenti sicuri a prescindere dalle disposi-zioni di legge.Va innanzittutto osservato che il nuovo approccio delle norme europee in materia di prevenzione nei luoghi di lavo-ro, recepite nel recente testo unico D. Lgs. 81/2008, individuano nel lavoratore un “soggetto attivo” con compiti di partecipazione e consultazione, fondamentali al fine di attuare le misure cautelative necessarie. Ciò permette il su-peramento dell’impostazione normativa degli anni ’50 (in vigore fino a ieri) in cui il lavoratore era individuato come un “soggetto passivo” destinatario di “condizioni di lavoro sicure” che erano esclusivo dovere del datore di lavoro. è

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Sanità Camunafondamentale quindi che i lavoratori siano destinatari di adeguate attività di informazione, formazione, addestramen-to e divengano detentori di quel “saper essere” che li guidi nell’adozione di comportamenti sicuri.La necessità di attivare iniziative di promozione della cultura della sicurezza emerge poi da numerose evidenze: sem-pre più spesso fra i determinanti degli eventi infortunistici si ravvisano aspetti riguardanti la percezione individuale del rischio ed il comportamento dell’individuo, aspetti che solo parzialmente trovano risposta nell’adempimento norma-tivo. La necessità oggi in termini formativi dei lavoratori è l’acquisizione di competenze, superando la semplice cono-scenza di nozioni e procedure operative specifiche, che accrescano la capacità individuale di valutare le situa-zioni a rischio e di adottare le precauzioni adeguate. Queste competenze devono appartenere all’individuo al fine di essere applicabili in contesti professionali diversi: queste peculiarità sono fondamentali oggi in un mondo del lavoro caratterizzato da una marcata fluidità dove il lavoratore è sempre meno legato alla singola realtà lavorativa.Analizzare il fenomeno degli infortuni professionali nella sua complessità porta poi a coglierne i molti punti di con-

tatto con altri eventi che appartengono alla vita privata e al tempo libero: l’ambiente domestico rappresenta per tutte le fasce di età il luogo dove accadono incidenti spesso gravi (8.000 mortali all’an-no) e le similitudini fra gli incidenti domestici e gli infortuni sul la-voro sono forti e ci confermano, se ce ne fosse bisogno, che le azio-ni di promozione della cultura della sicurezza devono essere rivolte alla “persona” prima ancora che al lavoratore, al giovane o all’an-ziano. Le stesse competenze sono poi indispensabili anche per una prevenzione degli incidenti stradali, altra emergenza sociale.Sono pertanto maturi i tempi per investire nella promozione del-la cultura della sicurezza, rivolgendosi a coloro che saranno i cit-tadini di domani. Ed è proprio su questo fronte che questa Azien-da si sta impegnando, promuovendo percorsi educativi destinati a divenire parte integrante dei Piani di Offerta Formativa degli Istitu-ti scolastici.Il territorio, attraverso le amministrazioni comunali, ha espresso il bisogno di educare i giovani alla sicurezza facendo sì che la

scuola diventi il luogo privilegiato dove educare e formare i ragazzi, affinché sappiano interpretare correttamente la complessità della società moderna e, contestualmente, possano assumere, nella quotidianità, i necessari atteggia-menti di autoprotezione.

A questo fine, il 13 febbraio scorso è stato stipulato un protocol-lo d’intesa fra quest’ASL, gli Istituti Comprensivi di Bienno (promoto-re dell’iniziativa), Darfo II, San Zeno, Istituto Ghislandi, Saint Gorge Scho-ol, Centro di Coordinamento dei Servizi Scolastici di Vallecamonica, alcuni Comuni (Bienno, Berzo Inferiore, Prestine), l’Assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Brescia e i Vigili del Fuoco della Provincia di Bre-scia; in questa sede i sottoscrittori si impegnano per il triennio 2009-2012 a sviluppare iniziative congiunte e coordinate finalizzate alla promozione della cultura della sicurezza.La formazione dei docenti da parte degli operatori ASL è già iniziata e gli stessi insegnanti stanno definendo i percorsi educativi da inserire nei cur-ricoli del prossimo anno scolastico.Tra le iniziative previste in questo ambito si prevedono corsi di formazio-ne anche per i genitori degli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado finalizzata ad un coinvolgimento delle famiglie nell’azio-ne educativa attesa. Il concorso fra istituzioni pertanto non è più un auspicio ma è diventato realtà operativa quotidiana e sta dimostrando come la sinergia di specifiche competenze costituisca un valore aggiunto di estre-ma importanza.

Franco Martello - Coordinatore Area Tecnica Servizio PSAL

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Il 28 maggio, presso la Pediatria dell’Ospedale di Esine, si è svolta una simpatica cerimonia, nella quale si è presentata un’iniziativa messa in campo dall’Associazione ABIO, in favore dei piccoli ospiti del reparto.

L’ABIO, che si occupa dell’intratteni-mento dei bambini in ospedale, ha in-detto il concorso “Un disegno per un sorriso: colora il tuo ospedale” riserva-to ai bambini delle scuole primarie.La finalità del progetto consisteva nell’utilizzare poi i lavori dei parteci-panti per migliorare l’atmosfera del reparto, abbellendo il luogo di degen-za, rendendo in tal modo più sereno il forzato soggiorno in ospedale.

In occasione della premiazione, avvenuta appunto nel corso della cerimonia di cui so-pra, si è potuto ammirare il risultato: alle pareti fanno bella mostra di sé, in un tripu-dio di colori, le opere selezionate, montate su grandi pannelli, lavabili e ignifughi.Chiara Conti, a nome di tutte le volontarie Abio, ed il Dr. Stefano Poli – Presidente ABIO di Esine - ci hanno spiegato il per-corso che ha portato a questo risultato: “Sono stati raccolti in totale 287 disegni. Considerando che le classi I e II non ri-entrano tra i requisiti del bando, riserva-to alle classi terze, i disegni totali valutati

ABIO CONCLUDE IN ALLEGRIA IL PROGETTO:

UN DISEGNO PER UN SORRISO: COLORA IL TUO OSPEDALE

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dalla giuria sono stati 260.Da una prima selezione sono stati scelti 59 disegni rappresentativi di ogni scuola partecipante, ridotti da una seconda selezione a 25. Il dise-gno numero 61 (vedi foto accanto) relativo ad un alunno della classe IIIA di Esine, viene premiato come vincitore: “per l’originalità, l’estro, la fantasia e la qualità della tecni-ca, nonché per l’uso appropriato del colore e la capacità di padroneggia-re lo spazio”.

Alla manifestazione erano presenti M.Grazia Grechi e Giuseppe Garatti, per la Direzione, Gem-ma Torri per la Comunicazione aziendale, Stefano Poli, con tutte le volontarie Abio e … natural-mente tutti i piccoli protagonisti del concorso.Un gradito rinfresco ha concluso allegramente la giornata.

Matilde Comensoli

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La definizione di Consultorio familiare, contenuta sia nella legge nazionale (n.405 del 29 luglio 1975) sia in quella regionale (LR n.44 del 6 settembre 1976), è la premessa fondamentale da cui partire per capire il ruolo di chi vi ope-ra: il Consultorio Familiare è un servizio socio-sanitario territoriale al cui interno sono pre-senti diverse figure professionali che si occupano di prevenzione, accoglienza, assistenza sanitaria, psicologica e sociale.

L’ASSISTENTE SOCIALE

L’Assistente Sociale è un professionista al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi e delle comunità, formato per accogliere ogni persona portatrice di una domanda, di un bisogno, di un problema, come unica e distinta da altre.Nell’esercizio della sua funzione l’Assistente Sociale non esprime giudizi di va-lore sulle persone ed agisce secondo il codice deontologico approvato dal Con-siglio Nazionale dell’Ordine. Ha l’obiettivo di essere un’agente di cambia-mento nella vita degli individui e delle famiglie che si rivolgono al Servizio e che richiedono un supporto professionale in un momento indivi-duale e familiare critico. Al fine di accogliere la persona e comprendere la sua situazione, l’Assisten-te Sociale svolge un primo colloquio, che rappresenta il più significativo mo-mento nella costruzione della relazione d’aiuto; si tratta di un colloquio molto complesso poiché assolve a diverse funzioni: dare e ricevere informazioni, com-prendere e decodificare la domanda, capire le aspettative della persona, forni-re possibili risposte, definire chi “prende in carico la persona”.

Durante il primo colloquio si gettano le basi per il lavoro successivo ed è pertanto necessario mettere a proprio agio la persona, far emergere le problematiche ed i bisogni, eliminare le eventuali resistenze, motivare la persona ad af-frontare e gestire le proprie problematiche. In particolare nel contesto del Consultorio, per le tematiche che caratterizzano tale servizio, emerge spesso da parte della persona il timore di essere giudicato, la paura di non essere capito, la sensazione di inadeguatezza ad affron-tare le proprie difficoltà e la necessità della tutela della privacy. è importante quindi che l’Assistente Sociale duran-te l’incontro instauri un rapporto di fiducia basato sull’assenza di giudizio, sulla comprensione e rassicurazione per poter avviare un lavoro insieme alla persona, volto ad affrontare e soddisfare i suoi bisogni.In questo rapporto di fiducia sta la possibilità di sviluppo della collaborazione necessaria tra operatore e persona per giungere alla gestione, all’accettazione e all’eventuale soluzione del problema. è inoltre necessario che l’Assistente Sociale, nella restituzione alla persona dell’analisi del problema e del bisogno, la coinvolga appieno, la aiuti a guardare in modo diverso la sua situazione e la renda parte attiva rispetto alle so-luzioni da adottare..

L’Assistente Sociale che lavora in un Consultorio Familiare fornisce e garantisce:• consulenza sul diritto di famiglia e sugli aspetti giuridici della separazione e del divorzio; • sostegno alle donne e alle coppie in attesa di un figlio;• consulenza al singolo, alla coppia, alla famiglia in ordine a problematiche relazionali, educative, personali, ecc;• aiuto alla presa di decisione rispetto alla scelta separativa tra coniugi o conviventi;

IL RUOLO DI: ASSISTENTE SOCIALE, PSICOLOGO ED OSTETRICA NEL CONSULTORIO FAmILIARE

Informa Famiglia

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• lavoro sulla conflittualità tra genitori separati nella gestione dei figli;• supporto a genitori soli nell’ambito dei compiti e delle funzioni genitoriali;• sostegno a giovani ed adolescenti mirato all’acquisizione di maggiori competenze nell’affrontare difficoltà connes-se alla sfera personale, sociale e relazionale;• partecipazione, con altri operatori, a progetti di prevenzione soprattutto diretti a gruppi di adolescenti.Nei tre Consultori Familiari di quest’ASL sono presenti tre Assistenti Sociali, una per ogni sede, le quali ricevono quotidianamente le persone in difficoltà, previo appuntamento telefonico preso direttamente con la professionista. L’Assistente Sociale può lavorare individualmente con la persona in difficoltà oppure in èquipe con gli altri profes-sionisti presenti in Consultorio (psicologo, ostetrica, ginecologo, ecc..) al fine di accompagnare la persona in ogni aspetto del suo disagio.

Barbara Baccanelli - Assistente Sociale Consultorio Familiare - Edolo

LO PSICOLOGO

La psicologia è una scienza che si occupa dei processi della mente, del comportamento e delle relazioni umane, con lo scopo di promuovere il miglioramento della qualità della vita.Le competenze e gli strumenti offerti attualmente dalla psicologia han-no applicazioni in tutti i contesti della vita quotidiana nei quali ci si oc-cupa del benessere psicologico dell’individuo.Nello specifico, i contesti maggiormente interessati riguardano:- i passaggi critici del ciclo di vita (infanzia, adolescenza, coppia, ses-sualità, gravidanza, terza età),- la prevenzione (salute, stili di consumo, sicurezza, violenza, dipendenza da sostanze),- educazione e sviluppo (scuola, disturbi dell’apprendimento, genitorialità e processi di formazione),- lavoro ed organizzazioni (selezione, valutazione, presa di decisioni, analisi delle organizzazioni).Lo psicologo è un professionista che opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi, degli orga-nismi sociali e della comunità.Si occupa della psicopatologia, ma non solo; altre importanti aree di intervento riguardano una molteplicità di situa-zioni personali e relazionali che possono essere fonte di sofferenza e di disagio.L’attività dello psicologo ha l’obiettivo di:- favorire il cambiamento- potenziare le risorse - accompagnare gli individui, le coppie e le famiglie, le organizzazioni nei momenti critici. Per diventare psicologo in Italia, è necessario laurearsi in psicologia (5 anni), svolgere un tirocinio post-lauream del-

la durata di un anno, conseguire l’abilitazione all’esercizio della professio-ne mediante l’Esame di Stato e iscriversi all’Albo professionale. Tra i molteplici ambiti di lavoro dello psicologo si possono individuare gli ospedali, i consultori, le scuole, il Tribunale, i servizi per l’infanzia e l’adole-scenza, le comunità terapeutiche e le residenze per anziani. Lo psicologo garantisce alle persone che richiedono il suo intervento vari tipi di prestazione: - diagnosi o valutazione psicologica, attraverso cui lo psicologo può fare un quadro dello stato di benessere e delle caratteristiche di persona-lità del cliente e può identificare i fattori interni, esterni e relazionali che hanno contribuito a determinare e a mantenere la sua condizione attua-le;.- consulenza psicologica, attraverso cui lo psicologo utilizza le informa-

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zioni raccolte per formulare delle ipotesi, allo scopo di individuare ed offrire al paziente percorsi per migliorare la sua qualità di vita;- sostegno psicologico alle singole persone, alle coppie o alle famiglie, che si trovano ad affrontare dei momen-ti critici o delle fasi di passaggio particolarmente significativi.Nei tre Consultori della nostra ASL lo psicologo lavora sia individualmente, sia affiancando le altre figure professio-nali presenti in tali strutture, in un complesso lavoro di équipe, in cui le singole competenze vengono messe in campo allo scopo di accogliere i cittadini e accompagnarli in un percorso volto alla risoluzione di disagi di vario genere. L’accesso alle prestazioni di tale professionista da parte dei cittadini avviene senza necessità di impegnativa medica, previa richiesta di appuntamento effettuata direttamente presso le sedi dei Consultori Familiari o rivolgendosi tele-fonicamente alla segreteria del Servizio Famiglia (tel. 0364. 329408).Un ambito nel quale oggi, nei consultori, lo psicologo si trova a dare sempre più spesso il suo contributo, è quel-lo della prevenzione. Nella nostra ASL, nel corso degli anni, sono stati realizzati una serie di progetti per la pro-mozione di comportamenti tesi a favorire il benessere e migliorare la qualità di vita delle persone; all’interno di tali progetti lo psicologo ha garantito un fondamentale apporto, in virtù di uno specifico professionale che, alla forma-zione teorica, aggiunge quotidianamente la ricchezza dell’esperienza clinica maturata nel colloquio con il singolo, la coppia e la famiglia.

Dr.ssa Tiziana Torri - Psicologa Consultorio Familiare - Breno

L’OSTETRICA

L’ostetrica, come menzionato dal proprio profilo professionale, è l’ope-ratore sanitario che, in possesso del titolo di studio abilitante (Laurea in ostetricia o titolo equipollente) e dell’iscrizione all’Albo profesionale, as-siste e consiglia la donna nel ciclo vitale (adolescenza, età fertile, meno-pausa e climaterio), nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conduce e porta a termine i parti eutocici, presta assistenza al neonato, effettua interventi di educazione sanitaria e promozione del-la salute. L’ostetrica, per quanto di sua competenza, partecipa:

- a interventi di educazione sanitaria e sessuale nell’ambito sia della famiglia sia della comunità;- alla preparazione psicoprofilattica al parto;- alla preparazione e all’assistenza a interventi ginecologici;- alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile;- ai programmi di assistenza materna e neonatale.Considerato l’ampio campo d’azione dell’ostetrica è quindi una figura presente all’interno dell’ospedale, ma che tro-va uno spazio importante sul territorio nei consultori familiari, dove svolge diverse attività di prevenzione ed educa-zione alla salute per donna, coppia e bambino, sia individualmente che in collaborazione con le altre figure presen-ti quali ginecologo, psicologo e assistente sociale.Nello specifico, nei nostri Consultori Familiari sono attualmente quattro, le ostetriche che prestano la propria attivi-tà; dal mese di giugno ne verrà inserita una in più, che si occuperà dell’assistenza a domicilio alle madri e al neona-to, al rientro a casa dopo il parto.L’ostetrica, all’interno dell’ampio programma di screening di quest’ ASL (prevenzione tumori della mammella, del colon-retto e del collo dell’utero), esegue il Pap Test, esame periodico raccomandato a tutte le donne dai 25 ai 64 anni, per la prevenzione del tumore del collo dell’utero; questa rappresenta per l’ostetrica anche un’occasione per incontrare un considerevole numero di donne e fornire informazioni e sostegno riguardo alla loro salute sessuale-ri-produttiva o eventualmente indirizzarle a chi rivolgersi.

Per ogni sede di consultorio è stabilito un giorno settimanale nel quale alla donna è possibile accedere per la visi-

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ta ginecologica (previo appuntamento presso il CUP (Centro Uni-co Prenotazioni) o previo accordo con l’ostetrica, senza necessi-tà di impegnativa medica): l’ostetrica collabora con il ginecologo predisponendo l’ambulatorio per le visite e nell’accoglienza del-la donna. Inoltre, l’ostetrica esegue i tamponi vaginali e affianca il ginecologo durante l’esecuzione delle ecografie ostetriche e gi-necologiche.Per ogni sede, nell’attività settimanale dell’ostetrica, vengono ri-servati degli spazi denominati sportello gravidanza e puerperio, a cui la donna può accedere per ricevere sostegno, informazio-ni e consigli riguardanti la gravidanza e i giorni del rientro a casa dopo il parto, trattando ad esempio temi quali l’allattamento, le cure al neonato, la prevenzione e riduzione dei rischi per la salute del bambino, trovando sostegno pratico ed emotivo per eventuali difficoltà. Ma non solo, l’ostetrica è comunque presente per fornire consigli anche rispetto a contraccezione, sessua-lità, disturbi ginecologici, per quanto di sua competenza, o indirizzando la donna se necessita di altro specialista. L’ostetrica è comunque presente in consultorio e disponibile ad essere contattata anche telefonicamente per fornire informazioni o fissare eventualmente un incontro.L’ostetrica che svolge la propria professione in consultorio collabora inoltre nella realizzazione di diversi progetti di prevenzione, promozione e informazione quali:- Progetto Spazio Adolescenti: insieme ad altre figure professionali del consultorio, quali psicologo e assistente sociale, l’intervento dell’ostetrica non si limita a fornire informazioni tecniche riguardanti affettività e sessualità, ma cerca di sensibilizzare i ragazzi a scelte consapevoli e responsabili, sfatando eventuali dubbi o convinzioni errate.- Percorso Nascita: ciclicamente vengono organizzati i Corsi di Accompagnamento alla Nascita, per le mamme (consultorio di Edolo e ospedale a Esine) e per le coppie (consultorio di Darfo BT), all’interno dei quali l’ostetrica con-duce degli incontri, sia individualmente che insieme alla psicologa, atti a fornire informazioni sull’evento nascita, ma maggiormente con l’intento di accompagnare la donna e la coppia nella nuova esperienza della gravidanza, del par-to e dell’accudimento del bambino. Tale progetto prosegue poi con:Corsi per neo genitori, nei quali l’ostetrica collabora ancora con psicologo e pediatra, per continuare a sostene-re la coppia anche dopo il parto al rientro a casa;

- Corsi di massaggio al bambino, tenuti da un’ostetri-ca o da una psicologa del consultorio, insegnanti AIMI (As-sociazione Italiana Massaggio Infantile), per facilitare la co-noscenza e l’attaccamento del proprio bambino mediante la tecnica del massaggio.

L’ostetrica esercita la propria professione secondo scienza e coscienza; come tutte le figure professionali, nel rispetto della privacy della persona, è tenuta al segreto professiona-le. Fino agli anni ‘50 ha esercitato la professione prevalen-temente a livello territoriale: a domicilio, nelle famiglie, nel-le comunità rurali e urbane.Con la possibilità di avvalersi di ricoveri gratuiti presso

strutture ospedaliere è avvenuta un’inversione di tendenza e l’ostetrica ha così iniziato ad esercitare maggiormen-te la professione negli ospedali.Nonostante ciò la figura dell’ostetrica nel consultorio familiare continua a rappresentare un ruolo cruciale e centra-le per la continuità dell’assistenza tra ospedale e territorio ed inoltre può rappresentare un punto di riferimento fa-cilmente accessibile per la donna, in qualunque fase della vita.

Debora Foini - Ostetrica - Consultorio Familiare - Breno

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RIVOLUZIONE DOLCE IN SALA PARTO

Non più sale parto organizzate come catene di mon-taggio, ma luoghi dove mettere al mondo i propri figli con serenità e dolcezza.All’ospedale di Esine, che vanta più di 900 neona-ti ogni anno, è in atto una piccola rivoluzione in sala parto, con luci soffuse e con l’introduzione di una va-sca per il parto dolce in acqua, voluta dal primario Dr. Eugenio Fiumanò.Fluttuanti in una grande vasca di acqua tiepi-da, dove il corpo diventa più leggero, il trava-glio è più facile e anche meno doloroso. (foto 1).In piedi, oppure accovacciate, carponi, sedute sullo “sgabello olandese”, (foto 2) appoggiate

a un grosso pallone morbido, attorcigliate a liane che scendono dal soffitto, adagiate su cusci-ni colorati, distese su un letto che sembra proprio quello di casa, circondate da colori e luci sof-fuse. Sempre più spesso le donne si sottraggono al parto medicalizzato e preferiscono metodi alternativi a quello tradizionale.Finalmente le donne scelgono luoghi e posizioni che garantiscano maggiore intimità, libertà, relax, benessere fisico e psicologico per loro stesse e per il neonato: parto natu-rale, parto analgesia, travaglio o parto in acqua. E scelgono an-che le persone care con cui condividere questi momenti e que-ste emozioni uniche.E poi, dopo il parto, quasi sempre preferiscono la formula del rooming-in: tenere il piccolo in camera con sé, anziché nella nursery comune. Così è favorito lo stretto legame madre-figlio e l’allattamento è incentivato fin dai primi momenti dopo il par-to.All’ospedale di Esine tutto ciò è possibile. La sala parto del terzo millennio è un luogo in cui la donna è parte sempre più attiva e non si limita ad affidare tecnicamente la vita propria e del nascituro nelle mani di altri.I medici ginecologi che operano in questo reparto sono sempre più attenti all’ esperienza che vi si compie, ciò significa rispettare l’evento umano, limitando al massimo l’in-trusione medica. Nella divisione di ostetricia e ginecologia l’incidenza di parti cesarei si attesta sulle medie nazionali: circa il 25% del totale. Il ricorso all’episiotomia è limitato ai casi strettamente necessari bandendone l’esecuzione routinaria. Il ginecologo e il team di ostetriche sono sempre presenti, così come il personale del nido, il pedia-tra e il medico anestesista. Ciò significa, a fronte di una “demedicalizzazione” dell’evento nascita, la presenza di professionisti in grado di monitorare attentamente l’esatto procedere degli eventi e di intervenire in modo repentino qualora ve ne fosse indicazione.

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Il parto si umanizza e si fa in modo che la donna debba sof-frire il meno possibile, difatti l’anestesia epidurale è garan-tita a tutte le ore del giorno e della notte. Epidurale, una parola poco nota che molte donne però conoscono, è una terapia utilizzata durante il travaglio del parto che smentisce la convinzione che si può partorire solo con dolore.Con l’inserimento da parte di un medico anestesista di un catetere sottilissimo sul rachide dorsale, si somministrano diversi farmaci analgesici e anestetici per permettere di mo-dulare il dolore.è una tecnica che esiste da molti anni, in Italia è praticata solo al 3,7% delle partorienti, mentre viene scelta da circa il 50% delle donne in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.L’epidurale è sicura per la madre e per il suo bambino, non interferisce sulla dinamica del travaglio e sulla libertà di movimento della donna. Questo servizio è proposto gratui-tamente a tutte le gravide afferenti ai consultori ed ambu-latori divisionali del reparto di ostetricia del presidio ospe-daliero.

Per permettere alle donne di essere informate e quindi fare scelte consapevoli, negli ultimi mesi di gravidan-za vengono offerti corsi di accompagnamento alla nascita: le gravide riunite in piccoli gruppi possono condivi-dere l’esperienza dell’attesa e ricevere da ostetriche appositamente formate informazioni preziose, oltre che sulla gravidanza, sulle modalità del parto e sulle opzioni offerte dalla struttura. La possibilità di familiarizza-re con le persone e i luoghi in cui avverrà l’evento aiuta le donne a contenere l’ansia e le rassicura in un mo-mento così delicato. L’”evento nascita” è il perno dell’attività di un reparto ostetrico ginecologico, ma la tutela della salute della donna, di cui il ginecologo si fa garante, qui si svolge a 360 gradi: l’obiettivo è di accompagnare le pazienti du-rante tutto l’arco della loro vita sia - per la prevenzione che per la cura delle problematiche ginecologiche.E spesso la maternità è solo la prima occasione di incontro in un rapporto destinato a durare a lungo.Parto dolce, naturale, in analgesia, in acqua, medicalizzato, la ter-minologia è varia, ma la prassi è unica, tanto semplice in teoria quanto difficile da mettere in atto.L’obiettivo dei medici e del personale ostetrico è quello di permettere alla donna di mettere al mondo il suo bam-bino restando protagonista di quest’avventura unica.

Il reparto di Ostetricia si è recentemente rinnovato.Ecco due delle nuove attrezzature a disposizione delle partorienti:

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Vasca per il travaglio e/o il parto dolce in acqua

Sgabello olandese

Dr.i Stefano Gioia e Lorena Barbetti

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ZOONOSI:mALATTIE TRASmISSIBILI

DAGLI ANImALI ALL’UOmOINFESTAZIONE DA PULCI

Le zoonosi sono malattie infettive trasmissibili dagli animali all’uomo. La loro insorgenza e tipologia di-pende da numerosi fattori quali la natura del rapporto uomo-animale, l’ambiente (rurale od urbano), e la densità della popolazione umana ed animale.Con una serie di articoli che si succederanno nei prossimi numeri cercheremo di portare l’attenzione del lettore su problematiche da tempo conosciute, ma più che mai attuali in relazione alle segnalazioni di sempre nuovi agenti a carattere zoonosico, al riemergere di patologie ben note e documentate da tempo e che sembravano ormai in via di eradicazione. L’attuale organizzazione e le rinnovate funzioni del Dipartimento Veterinario comportano la progressiva affermazio-ne di una nuova coscienza professionale e il ricorso a metodologie operative diversificate.Nel settore della lotta a malattie a carattere zoonosico viene oggi giorno assegnata al Dipartimento Veterinario e agli operatori di sanità animale una funzione di natura epidemiologica con riferimenti a problemi di natura compren-soriale, nazionale e internazionale, la quale si estrinseca in nuovi interventi e in nuovi aspetti operativi: a) Recepimento e attuazione delle nuove normative, ultima in ordine di tempo è la Direttiva 2003/1999/CE del

17.11.2003 che indica le misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici;b) Operatività territoriale di tipo continuo e capillare;c) Collaborazione interdisciplinare a tutti i livelli;d) Integrazione e collaborazione con i veterinari libero professionisti;e) Contatti con Enti e Organismi non operanti nel settore sanitario: enti, istituzioni, zooeconomia;f) Continuo aggiornamento professionale degli operatori sanitari e non sanitari.

I Dipartimenti veterinari costituiscono uno degli strumenti che la collettività utilizza per il raggiungimento dell’obiet-tivo primario del Servizio Sanitario Nazionale: la salute dell’uomo.La lotta alle zoonosi, accanto agli altri tradizionali servizi di tipo sanitario e zootecnico, è sicuramente di fondamen-tale importanza per la salvaguardia della salute umana.In ambito sia nazionale che internazionale sono state da tempo definite le principali linee d’intervento contro le af-fezioni trasmissibili all’uomo, anche attraverso alimenti di origine animale.Da tali linee di intervento emerge, non soltanto il ruolo ancora oggi insostituibile della medicina e del medico vete-rinario, ma si rende particolarmente evidente la necessità di una interdisciplinarietà tra medici e veterinari, le quali si estrinsecano primariamente in un servizio di sorveglianza tecnico-epidemiologica che è svolta principalmente dai Dipartimenti Veterinari.

Tenuto conto dei numerosi agenti di natura microbica, virale, micotica e parassitaria oggigiorno potenzialmente do-tati di caratteri zooantroponosici possiamo cercare di classificare le zoonosi sulla base di tipologie e settore di ri-schio:

A) Grandi epidemie con elevato tasso di morbilità e/o di mortalità Si intendono malattie di prevalente origine virale, le quali possono comportare anche fenomeni di ciclizzazione in-

terumana a seguito di difficoltà diagnostiche iniziali (es: influenza aviare).

B) Affezioni ad alto rischio per persone professionalmente esposte Le zoonosi a carattere professionale riguardano categorie di persone a contatto con animali e con prodotti di ori-

gine animale, nelle quali il rapporto ospite- parassita può risultare anche di tipo indiretto. Dette categorie com-prendono gli operatori del settore agrozootecnico; quelli addetti alla macellazione e all’industria dei prodotti e sottoprodotti di origine animale; le persone che vengono direttamente o indirettamente a contatto con animali

Fig. 1 Adulto di Ctenocephalides felis. (dimensione: 5mm.)

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selvatici; veterinari e tutti coloro che manipolano animali domestici o selvatici in ambiente urbano; medici, infer-mieri e altro personale ospedaliero; laboratoristi e ricercatori; operatori di sanità pubblica operanti sul territorio nonché individui ad alto rischio per circostanze eccezionali (immunodepressi).

C) Zoonosi urbane Sono quelle correlabili soprattutto alla ristorazione di tipo collettivo e all’industria alimentare, mentre le malattie

a carattere zoonosico che interessano l’ambiente domestico sono sostanzialmente quelle che riconoscono la loro origine diretta o indiretta negli animali d’affezione e in quelli sinantropi.

Le affezioni di tipo zoonosico contratte nel corso di attività ricreative sono essenzialmente di natura parassitaria e riguardano soprattutto il contatto con cani e gatti e relativi escrementi.

Focalizziamo ora l’attenzione proprio sulle zoonosi urbane iniziando da quelle con manifestazioni cutanee e in par-ticolare parliamo dell’infestazione da pulci.

La conoscenza della biologia della pulce è premessa indispensabile allo scopo di impostare un’efficace programma di prevenzione.Delle oltre duemila specie di pulci identificate, quella che di gran lunga paras-sita più frequentemente il cane ed il gatto è la Ctenocephalides felis (fig.1). Si tratta di un piccolo insetto a sei zampe visibili ad occhio nudo che pur viven-do d’elezione su cane e gatto può infestare l’uomo. Tale fatto in realtà accade solo in situazioni particolari, per lo più quando gli ospiti preferiti, cane e gatto, sono stati allontanati dall’ambiente domestico.Negli adulti le morsicature tendono ad essere concentrate sulle caviglie e i pol-pacci (fig.2) poiché le pulci non saltano più di trenta centimetri.

Nei bambini le lesioni possono essere invece distribuite su tutto il corpo. Le

immagini riportate nelle fig. 3 e 4 si riferiscono a un bambino con lesioni presenti a fasi alterne da più di 6 mesi, che non aveva cani e gatti in casa, ma che saltuariamente andava a giocare dalla nonna nel cui cortile c’erano cani e gatti infestati da pulci: solo a posteriori la mamma ha notato la coinciden-za con le visite dalla nonna e il riaccendersi delle lesioni. Si tratta di papule rosse pruriginose che si presentano per lo più in soggetti ipersensibili alla sa-liva del parassita.

La durata del periodo che le pulci adulte trascorrono sull’ospite non è certa, anche se gli studi più recenti tendono ad afferma-re che gli adulti passano praticamente tutta la loro vita sull’ani-male parassitato, dove dopo un pasto di sangue si accoppiano e depongono le uova: fino a 500 per femmina (fig. 5).

Queste uova non aderiscono ai peli, ma tendono a cadere nell’ambiente unitamente alle feci degli adulti. Queste ultime si presentano come grumi nerastri di sangue parzialmente digerito e sono di aiuto nella diagnosi di infesta-zioni da pulci.

Fig. 2

Fig. 4

Fig. 3

Fig. 5 Uova di Ctenocephalides felis. (dimensione: 0,5mm)

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Sia le uova che le feci cadute dall’animale si concentrano principalmente dove questo si sdraia o si gratta, quindi a queste sedi bisognerà guardare con particolare attenzione.Dalle uova cadute sul terreno si schiudono le larve di primo stadio (fig. 6) che si nutrono di detriti organici e soprat-tutto degli escrementi delle pulci adulte.Le larve tendono ad annidarsi in crepe, fessure, tappeti e compiono due mute trasformandosi in pupe (fig. 7) le qua-li sono forme di resistenza (resistono alla maggior parte degli insetticidi) che in condizioni avverse possono resiste-re fino a 5 mesi mantenendo la capacità di trasformarsi in pulci adulte.

L’intero ciclo di vita si può completare in un minimo di 14 e in un massimo di 180 giorni, anche se nelle condizio-ni ambientali medie delle nostre abitazioni si completa in 3 o 4 settimane. Anche la temperatura ambientale riveste un ruolo importantissimo nell’ecologia della pulce, infatti il suo range ottimale di vita è compreso tra i 20° e i 30° centigradi, mentre sopra i 34° e sotto i 17° le pulci rallentano notevolmente o addirittura interrompono il loro ciclo di vita. Nessuno stadio del ciclo può inoltre sopravvivere per più di 5 giorni a 1° centigrado. Questo aspetto ha un enorme significato nelle zone ad inverno rigido, in quanto nei mesi freddi è possibile sospendere la lotta alle pulci nell’ambiente esterno. In queste zone la sopravvivenza invernale delle pulci è legata agli adulti, ospiti su animali che vivono in luoghi riscaldati o alle pupe annidate nelle case.Da quanto esposto risulta chiaramente che nella lotta alle pulci si deve agire attaccando contemporaneamente le due sedi del loro ciclo di vita. Questo significa trattare l’animale, ma anche l’ambiente.Circa i prodotti da utilizzare per un’eventuale disinfestazione dell’animale e dell’ambiente, data la tossicità più o meno elevata degli stessi, si consiglia di affidarsi rispettivamente ad un veterinario di fiducia ed a ditta specializza-ta.Vorremmo comunque sottolineare come la trascuratezza dell’igiene dell’ambiente abitativo sia la causa più frequen-te dell’insuccesso della lotta alle pulci. Ricordiamo che per una pulce adulta sull’animale, vi sono in media 99 pul-ci in stadio pre-adulti nell’ambiente. Il maggior sforzo nel programma di controllo deve quindi essere diretto all’am-biente interno poiché, durante tutto l’anno, il clima delle nostre abitazioni è tale da permettere il continuo sviluppo di uova, larve, pupe e quindi pulci adulte.Il primo passo a livello abitativo è senza dubbio quello dell’asportazione meccanica delle pulci mediante aspirapol-vere, soffermandosi con insistenza in quelle sedi in cui i nostri animali sono soliti soggiornare.Il sacchetto raccoglitore va cambiato e se possibile bruciato dopo ogni uso. Anche la pulizia a vapore a temperature e pressione elevate di moquette, divani, letti ecc. può in parte aiutare ad uccidere larve e uova.A questo punto si interviene con presidi chimici avvalendosi della consulenza di una ditta specializzata.

Dr. Marcello DomenighiniVeterinario dirigente - Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche

Dr. Gian Carlo BattagliaDirettore del Dipartimento di Prevenzione Veterinario

Fig. 6 Larva di Ctenocephalides felis. (dimensione: 3-5 mm.)

Fig. 7 Pupe di Ctenocephalides felis. (dimensione: 5 mm)

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Notizie in brevecuriosando qua e là…

mALATTIE del CUORE: LA LOmBARDIA SI ALLEA CON 3 ENTI USA Tratto dal Notiziario Sanità Lombardia

Da oggi c’è un filo rosso che collega la Lombardia e tre dei più importanti centri di ricerca americani, per la lotta di alcu-ne rare e gravi malattie cardiovascolari.A Milano, infatti, il Policlinico San Matteo di Pavia ha da poco firmato tre accordi con altrettanti centri di eccellenza Usa, come la Johns Hopkins University (Maryland) per la cura di patologie rare, l’Irvine University (California) per la ricerca sulle cardiomiopatie mitocondriali ed infine la Edwards Lifesciences (California) per la ricerca sulle bioprotesi.

Gli accordi, spiega la Regione, si svilupperanno nell’arco dei prossimi tre anni e sono stati voluti per mettere a disposizio-ne dei lombardi (e degli europei) le migliori cure d’oltreocea-no per alcune gravi patologie cardiovascolari come la sindro-me di Marfan, ma anche per condividere a livello scientifico

conoscenze e competenze, e per sperimentare nuovi modelli gestionali e di sviluppo.‘’Attraverso questi accordi - ha detto il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni - i nostri malati, invece di dover affrontare il viaggio negli Stati Uniti e le spese per soggiornare là potranno farsi curare dai medici Usa con tecniche di eccellenza presso il Policlinico San Matteo. Ma allo stesso tempo si avvia una collaborazione per cui, entro brevissimo, i nostri medici e specialisti sapranno utilizzare queste stesse tecniche. è un ulteriore balzo in avanti della qualità della sanità lombarda, noi tendiamo a dare sempre più ai nostri malati cure all’avanguardia, e vogliamo anche che il nostro personale si formi e aumenti le proprie competenze, lavorando fianco a fianco con chi nel mondo si è”specializzato’’.Ancora, “ci aspettiamo che alcuni ricercatori italiani andati all’estero per poter seguire i propri talenti - ha continuato Formigoni - possano tornare qui da noi in Lombardia, perchè ormai i centri di avanguardia sono qui. Dal punto di vista cardiochirurgico, ad esempio, le classifiche internazionali segnalano nella nostra Regione eccellenze superiori a quelle degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, e tanti altri paesi nel mondo. Ora vogliamo confermare questi primati, in questo e in tutti gli altri campi’’.

STAmINALI: SCONFITTA AL S. RAFFAELE RARA ImmUNODEFICIENZATratto dal Notiziario Sanità Lombardia

Vivevano continuamente racchiusi in una speciale bolla di plastica, perché il loro sistema immunitario era così debole che qualsiasi contatto con il mondo esterno li avrebbe messi in pericolo. Ma oggi quelli che erano chia-mati i “bambini in bolla” hanno finalmente una cura, messa a punto dagli esperti dell’Ospedale San Raffaele di Milano.La rarissima malattia che colpisce questi bambini si chiama “Ada-Scid” si-gla che per esteso significa ‘grave immunodeficienza combinata dovuta alla mancanza dell’enzima adenosindeaminasi’, ed è stata definitivamente sconfitta dai ricercatori milanesi grazie alla terapia genica. Il loro ultimo studio raccoglie le conclusioni di una ricerca clinica cominciata nel 2000, messa a punto dall’Istituto Telethon di terapia genica al San Raffaele di Milano (Hsr-Tiget) guidato da Maria Grazia Roncarolo e Alessandro Aiuti.

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Con questo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, gli scienziati hanno potuto annunciare con certezza che il trattamento che hanno escogitato otto anni fa è del tutto efficace e sicuro.In tutto il mondo erano noti solo nove bambini malati di Ada-Scid, e oggi sono cresciuti, vanno a scuola, fanno una vita normale e possono finalmente dire di essere guariti. La prima bambina ad essere curata è stata la palestinese Salsabil, che si è sottoposta alla terapia proprio otto anni fa.L’ultimo in ordine di tempo è invece Abdul Rahim, di origine pakistana e nato alla fine del 2006 in Qatar. I genitori avevano già perso tre figli a causa dell’Ada-Scid; la malattia di Abdul è stata diagnosticata subito, e i genitori e i medici che lo seguivano hanno contattato immediatamente il San Raffaele per avviare le pratiche per il trasposto in Italia del bimbo. A soli tre mesi di vita Abdul è stato sottoposto alla terapia genica: in pratica, i ricercatori hanno prelevato le cellule staminali del suo midollo osseo e le hanno modificate in laboratorio, inserendo la copia sana di un gene che, quando danneggiato, è responsabile della malattia. In seguito, hanno iniettato le cellule modificate nel piccolo, che sono tornate nel midollo osseo e hanno cominciato a produrre cellule del sistema immunitario contenenti l’enzima mancante.Ad oggi è passato un anno dalla terapia genica di Abdul; il piccolo sta bene, e il suo sistema immunitario sta cominciando a funzionare normalmente.

(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).

UNGHIE RIFATTE: ALLARmE RAGGI UVALe lampade per il fissaggio del gel usato per la ricostruzione delle unghie, possono provo-care il cancro. L’allarme arriva dall’Inghilterra dove due donne hanno sviluppato un cancro della mano per essersi sottoposte alla ricostruzione delle unghie più volte nel corso di un anno. “Il problema è costituito come sempre dall’abuso che, come nel caso di normali lampade abbronzanti, comporta il rischio di sviluppar un tumore della pelle, senza dimen-ticare i prodotti chimici utilizzati” - spiega Patrizio Mulas, presidente dell’Associazione dermatologi ospedalieri. Per chi proprio non vuole rinunciavi è estremamente importante spalmare mani e dita con crema altamente protettiva.

IL REFLUSSO ESOFAGEO È NEmICO DELLA VOCEIl Dr. Delfo Casolino, Direttore di ORL dell’AUSL di Ravenna e Presidente SIO (Società Otorinolaringologia e Chirurgia cervico-facciale) spiega come da poco tempo si sia appu-rato che il reflusso esofageo può essere dannoso anche per le corde vocali e quindi per la voce. La laringite da reflusso è molto frequente a tutte le età, da disturbi importanti. Il segnale sentinella è una tosse stizzosa, inspiegabile, che da un senso di peso dietro allo sterno. Le terapie farmacologiche, associate alla dieta, hanno lo scopo di attenuare l’eccessiva acidità, proteggendo esofago e mucose quando la malattia si consolida, ma la prevenzione è importante. Prevenire significa appropriata igiene alimentare e corretti stili di vita. Mangiare cibi leggeri e porzioni contenute, non coricarsi subito dopo cena e bere poco alcol, soprattutto la sera. Idem per cioccolato, caffè, bibite acide e pomodori. In condizioni di stress si perde il controllo degli orari, si sottovalutano gli intervalli tra il riposo e la veglia, tra il nutrirsi ed il digiunare, il muoversi e lo stare fermi, in tal modo tutti i cicli circadiani vengono sconvolti …e il reflusso ha il sopravvento.

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L’AmmINISTRAZIONE VIVAmENTE RINGRAZIA I SEGUENTI DONATORI:

La Provincia di Brescia per il rifinanziamento, per l’anno 2009, di una borsa di studio per le attività di verifica dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie dell’importo di € 25.000,00.

L’Associazione Alpini sezione Vallecamonica di Artogne, per la donazione di un’apparecchiatu-ra “Lynda” per ultrafiltrazione cod. IB700 2801, del valore commerciale di € 11.500,00, della ditta Bel-lco di Mirandola (Mo), a favore dell’UO di Cardiologia di Esine.

La ditta “Pfizer Italia” Srl di Roma, per lo stanziamento liberale di € 5.000,00 per contribuire allo sviluppo ed al potenziamento di attività presso il Servizio di Neurologia dell’ospedale di Esine e per lo svi-luppo ed il potenziamento della struttura organizzativa del Servizio di Farmacia ospedaliera.

Le Signore marisa e Vilma morandi di Schilpario (Bg), per la donazione di € 700,00 destinati all’acquisto di materassi antidecubito per il reparto di Cure palliative, della Medicina Interna di Esine.

La Banca di Valle Camonica di Breno, per un contributo di € 25.000,00 per il finanziamento di borse di studio - per l’annualità 2009 - da attribuirsi a giovani laureati che intendono perfezionare il loro bagaglio professionale.

Le Signore Anna maria Ghitti e Zelinda Plebani, per la donazione, rispettivamente, di € 500,00 ed € 250,00, destinati all’acquisto di materassi antidecubito per il reparto di Cure palliative, della Me-dicina Interna di Esine.