Informare, istruire, addestrare, educare!

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Prendere decisioni e risolvere i problemi correlati alla malattia Informare, istruire, addestrare, educare! Programma Educativo di autogestione indirizzato al paziente affetto da artrite reumatoide.

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Prendere decisioni e risolvere i problemi correlati alla malattia

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Prendere decisioni e risolvere i problemi correlati alla malattia

Informare, istruire, addestrare, educare!

Programma Educativo di autogestione indirizzato al paziente affetto da artrite reumatoide.

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Le prime tappe di un percorso assi-stenziale in un paziente con artrite reumatoide dovrebbero prevedere la preliminare messa a punto di un cor-retto ed articolato schema di terapia da parte dello specialista e, successi-vamente, un adeguato spazio di con-fronto con un infermiere esperto in materia di “patient education”. Compito dell’infermiere dovrà essere quello di garantire la corretta attua-zione dei programmi concordati.

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L’infermiere dovrà cercare di rimuo-vere timori e pregiudizi nei confronti della terapia impostata anticipando, se possibile, le domande che il pa-ziente si porrà dopo la lettura dei foglietti illustrativi dei diversi farmaci.

Il paziente dovrà essere educato inol-tre alla auto-somministrazione dei farmaci per via sottocutanea (meto-trexato, farmaci biologici), superando anche perplessità e fobie tutt’altro che infrequenti.

Dovranno essere infine affrontati tutta una serie di aspetti di dettaglio finalizzati a migliorare la qualità della vita del paziente rimuovendo, anche in questi casi, pregiudizi e fobie nell’uso, quando necessario, del ba-stone o di altri ausili ortesici.

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L’infermiere dovrà cercare di rimuo-vere timori e pregiudizi nei confronti della terapia impostata anticipando, se possibile, le domande che il pa-ziente si porrà dopo la lettura dei foglietti illustrativi dei diversi farmaci.

Il paziente dovrà essere educato inol-tre alla auto-somministrazione dei farmaci per via sottocutanea (meto-trexato, farmaci biologici), superando anche perplessità e fobie tutt’altro che infrequenti.

Dovranno essere infine affrontati tutta una serie di aspetti di dettaglio finalizzati a migliorare la qualità della vita del paziente rimuovendo, anche in questi casi, pregiudizi e fobie nell’uso, quando necessario, del ba-stone o di altri ausili ortesici.

Nei soggetti che non hanno ben compreso la potenziale portata dei problemi causati dalla malattia, si dovrà dedicare il massimo impegno al rafforzamento della motivazio-ne al rispetto dello schema di trat-tamento.

Troppo spesso capita di dover pren-dere atto che, per un evidente difetto di comunicazione, molti pazienti so-spendono la terapia correttamente impostata per avventurarsi in espe-rienze di altra medicina, con risultati inevitabilmente disastrosi.

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