Informare Luglio 2014

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Informare ha incontrato il Dott. Sergio Costa, Comandante Regionale del Corpo Forestale dello Stato, presso il suo ufficio di Napoli. La cortesia e la precisione con le quali ha risposto alle nostre domande hanno evidenziato la sua professionalità, umanità e l’ineguagliabile sensibilità in merito alla drammatica vicenda “Terra dei Fuochi”.

Da quanto tempo si occupa di ecomafia? Ci può tracciare un “profilo” della situazione dal passato ad oggi?“Da quasi 25 anni. “Terra dei Fuochi” è una situazione particolare venutasi a creare nel tempo, un punto emblematico e cruciale. In passato le norme erano inadeguate mentre le problematiche ambientali erano già poste in essere. La prima legge pertinente è del ’97, ma l’apparato normativo è stato irrobustito solo nel 2006 con il Codice Ambiente (d.lgs. 152/2006)”.

Come si sta muovendo il CFS rispetto agli obiettivi raggiunti e a quelli ancora da conseguire?“Degli obiettivi raggiunti siamo orgogliosi: abbiamo creato un sistema investigativo all’avanguardia. Gli USA vogliono attuarlo come sistema preventivo e ci hanno chiesto di istruirli in merito. Costa meno fare prevenzione rispetto ai costi totali delle conseguenze dell’inquinamento ambientale! Per quanto riguarda gli obiettivi da conseguire, il CFS si sta muovendo su 2 binari: il primo, amministrativo-territoriale, segue la

legge 6 Febbraio 2014, e si occupa di quel 2% di siti considerati potenzialmente più a rischio; il secondo, giudiziario, coinvolge la Procura di Santa Maria Capua Vetere, quella di Napoli Nord, e quella di Napoli, che a sua volta comprende 2 “canali”: la Procura Ordinaria e quella Antimafia”.

Ci può spiegare meglio questo complesso “iter” di risoluzione del problema? A che punto si è arrivati?“Le complessità organizzative sono tante ma ogni soggetto coinvolto sta operando al meglio. Riguardo l’ambito amministrativo-territoriale, è stato istituito un Comitato Interministeriale composto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Ministero della Salute, quello dell’Ambiente, la Regione Campania, l’Università di Napoli, l’ARPAC, l’ISPRA e la GEA, che hanno stabilito un piano di monitoraggio del territorio, suddividendolo in livelli di rischio da 1 a 5. Da qualche settimana sono partiti i monitoraggi, e squadre dell’ARPAC e dell’ASL, accompagnati dal CFS, che vigila affinché tutto sia svolto secondo

la legge, stanno effettuando i campionamenti. I risultati delle analisi confluiranno sul tavolo del suddetto Comitato, che dovrà fornire risposte certe sulla base degli esiti ottenuti. Tale operazione, per i siti a rischio 3, 4 e 5, i più potenzialmente pericolosi, si è conclusa il 7 Giugno. Per gli altri, il lavoro sta proseguendo. Posso affermare che entro pochi giorni ci saranno nuove rivelazioni.”

Ci può anticipare qualcosa per i prossimi mesi? Accadrà qualcosa di nuovo entro fine anno per il CFS?“Entro fine anno saranno sviluppate delle indagini di prevenzione, e non di repressione. Ormai il nostro metodo investigativo, messo a punto in questo ufficio da me e pochi altri, è accreditato scientificamente e vederlo affermarsi così è stata una grande soddisfazione. Da poco sono il Nuovo Comandante della Regione Campania del CFS: cercherò di coinvolgere altre Regioni nei nostri progetti. Stare di più accanto ai cittadini, che ora non hanno più paura di denunciare, e pretendono la risoluzione dei problemi, è fondamentale. Il CFS in ciò ha un ruolo centrale che onora con spirito di servizio. Chi adesso ha paura sono i malavitosi, che si vedono puntare addosso i riflettori! Se continueremo così, cittadini, forze dell’ordine, e Istituzioni, sferreremo gli attacchi finali al sistema camorristico, che senza la paura e l’omertà della gente non può nulla.”

E la politica? Secondo Lei, si sta occupando abbastanza della situazione?“In audizioni tenute presso la Commissione Ambiente del Senato e quella di Giustizia della Camera ho trovato sempre assenso: non è detto che ciò si traduca in atti normativi, perciò auspico che i cittadini continuino a farsi sentire. I politici saranno “costretti” a fare, a rispondere.”

Cosa ci può dire del Centro di Formazione Nazionale del CFS di Castel Volturno?

Il Generale del CFS Sergio Costa fa il punto della situazione sulla vicenda tra risultati raggiunti e obiettivi ancora da conseguire

MAI PIU’ TERRA DEI FUOCHI

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PROGETTO “PERLA”:IL CORPO FORESTALE DELLO STATO TORNA A SCUOLA TRA BANCHI, PENNE E QUADERNILa sede di tale progetto non è stata scelta a caso bensì mirata, volta a dare un segnale forte da parte dello Stato in un territorio ormai marcato e rimarcato dal tema dell’illegalità diffusa in ambito ambientale. Un classico esempio è quello della “terra dei fuochi” e al traffico illecito di rifiuti che ha segnato per sempre un comune e un’intera popolazione. All’evento era presente anche il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero, il quale ha dichiarato : “La nostra scelta di contrastare i crimini ambientali e le agromafie in forma integrata è una scelta irreversibile, rispetto a cui andremo fino in fondo. E per farlo partiremo proprio da Castel Volturno, dove la comunità è stata violata dalla criminalità e ora chiede allo Stato un di più di attenzione e determinazione”.Il progetto è stato denominato “Perla”, ossia l’acronimo di “Progetto europeo recupero legalità ambientale”, cofinanziato dallo Stato e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fescr), nell’ambito del Pon Sicurezza (Programma operativo nazionale), che coinvolge Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ad inaugurare il primo giorno di formazione non poteva che essere Roberto Pennisi, sostituto Procuratore Nazionale Antimafia, da anni impegnato nel coordinamento di importanti indagini e responsabile del servizio ecomafie della Dna. Il progetto non coinvolge solo il Corpo Forestale, ma anche gli altri corpi armati dello stato come: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie di porto, il Corpo forestale della Regione Siciliana, la Polizia provinciale, quella locale, l’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) e gli enti locali.Il percorso didattico sarà articolato in tre livelli. Il primo livello parte da una formazione di base e preliminare, nella quale argomenti di studio saranno la legislazione ambientale, vigilanza controllo e monitoraggio, autorizzazioni ambientali, norme per la tutela contro l’inquinamento e in generale per la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico. Il secondo livello è la formazione avanzata, rivolta a funzionari e dirigenti, e gli argomenti trattati saranno su reati ambientali e la loro prevenzione, le novità legislative in tema di protezione ambientale, polizia giudiziaria e intelligence ambientale. Infine la formazione a distanza.

Vincenzo Lo Cascio

Progetti in cantiere?“Innanzitutto verranno svolte lì le lezioni inerenti il progetto P.E.R.L.A. (Progetto Europeo Recupero Legalità Ambientale): 5.000 persone da tutta Italia, di tutte le forze dell’ordine, impareranno il nostro metodo investigativo e sapranno intervenire affinché ciò che è accaduto non si ripeta mai più. Ci sarà prima la fase delle lezioni in aula, fino a Dicembre, mentre dopo sarà la volta della fase “e-learning”. C’è poi il progetto della palestra di pugilato, che amministrativamente è pronta: la nazionale ha già confermato che verrà ad allenarsi a Castel Volturno, un luogo privilegiato dalla Natura. Abbiamo in programma di prenderci un Auditorium e dare spazio a manifestazioni dell’anima come musica e letteratura. I linguaggi di Natura e Cultura devono essere uniti. Tutto ciò costituirà un polo d’attrattiva che creerà un meccanismo virtuoso che si autoalimenterà. Credo che in 2 anni tali attività riusciranno a decollare.”Ringraziamo il Comandante Costa, invitandolo a visitare la Redazione di Informare e la sede di “Officina Volturno” quanto prima. Invito che con la disponibilità e gentilezza che lo caratterizza in ogni frangente è stato prontamente accolto.Valeria Vitale [email protected]

L’EDITORIALE di Tommaso Morlando

Questo mese ho deciso di “cedere” questo spazio a Fabio che ha conseguito il tesserino di giornalista pubblicista, dopo aver svolto il praticantato con il nostro giornale. È un eccellente studente diciannovenne, che frequenta la facoltà di Scienze delle Comunicazioni presso Università degli Studi di Salerno. Non amo enfatizzare le cose ma, senza presunzione, posso dire che lo scopo di formare giovani di valore sta riuscendo in pieno, e di Fabio Corsaro ce ne sono tanti altri ancora in Officina Volturno. Pertanto, a Fabio i miei auguri personali e quelli di tutta l’associazione Officina Volturno, affinché continui in questo percorso professionale, mantenendo fede agli insegnamenti di fare corretta INFORMAZIONE, di dare voce ai più deboli, di denunciare abusi e soprusi e camminare sempre a schiena dritta.Ne approfitto per fare gli auguri di buon lavoro a Dimitri Russo e a Renato Natale neo sindaci di Castel Volturno e Casal di Principe, che rappresentano la speranza di un intero popolo alla ricerca della normalità e della legalità...ma non vanno lasciati da soli. [email protected]

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INSIEME PER UN FUTURO MIGLIORE

Raccogliamo le idee, i progetti, le ambizioni; i sogni per una realtà normale, stabile, compatta; un senso d’equilibrio, politico e sociale, smarrito nel tempo ma che stiamo lentamente tornando ad appropinquarcene. È la svolta per chi ha sof-ferto, il riscatto di chi è stato coinvolto in un falli-mento politico, nonché i cittadini, come a Castel Volturno, dopo 3 scioglimenti, di cui 2 per infil-trazione camorristica. Da oggi si cambia pagina, si scrivono nuove storie con inchiostri che non macchiano né carte sporche né tantomeno la dignità delle persone. Vincono la democrazia, il popolo, la legalità, la voglia di cambiare, le scelte intelligenti, l’orgoglio e le competenze. Il risultato delle ultime elezioni amministrative fa eco anche e soprattutto a Casal di Principe, dove è ritor-nato a trionfare Renato Natale, capace di dare il colpo del knock-out a quel marcio della soci-età che, più volte, negli anni, ha meschinamente pensato di ucciderlo. L’Italia prenda appunti da quanto accaduto nei nostri territori; lo Stato ren-da conto a chi merita, si faccia sentire, ne parli di più, agisca in modo sempre più deciso, racconti e garantisca, come da Costituzione, il diritto di ogni singolo cittadino. Ci sono giovani che non smettono di credere in un futuro migliore, di restare, studiare, miglio-rarsi, affermarsi, combattere affinché la propria terra fiorisca, di non asservirsi a nulla e a nessu-no. Giovani con i sogni e gli obiettivi usati come armi, con i valori, la cultura e le competenze al posto rispettivamente della spada e del “ferro”. Bisogna rischiare, lanciarsi, usare l’istinto come motivazione e la ragione come ausilio diligente. Spesso, però, i giovani si trovano in un contesto ostile, dove mancano le opportunità. Ma il tempo scorre, le cose cambiano, gli eventi trasformano le scene, i personaggi e soprattutto i protagonis-ti di una realtà che ora ci appare convinta, decisa a dar voce alle esigenze dei cittadini, dei giovani, senza che questi temano di non poter cambiare più le sorti del proprio destino. Fabio [email protected]

L’EDITORIALE di Fabio Corsaro

MONDIALI, È UN’ITALIA CHE RISPECCHIA LA SUA NAZIONE?

Debole nella testa, incapace di costruire, malmessa tatticamente in campo e spenta in termini di idee e fantasia. Prima illude, poi de-lude. I malesseri sportivi si ricordano ma poi si superano; quelli sociali, i cittadini li avvertono sulla pelle e rimangono lì, a ferire, e spesso ad uccidere, il corpo e l’anima delle persone. L’Italia è da sempre un Paese da un potenziale enorme che non riesce mai ad esprimere nella sua interezza; si potrebbe vivere d’arte, cultura e turismo ma ci sono dei limiti nella mentalità e nella gestione generale del Paese che ne limi-tano il progresso. L’Italia, però, trova spesso conforto nella sua espressione di calcio. Gli italiani si crogiolano in una passione che vale più di una semplice partita di pallone. Purtroppo, di questi tempi, la fortuna non gira bene neanche alla Nazionale di Calcio. L’uscita dal Mondiale al primo turno è sì frutto di responsabilità tecniche e tattiche, sportiva-mente parlando, ma arriva in un periodo in cui il Paese non vive uno dei suoi momenti storici migliori. Le dimissioni di Prandelli vanno intese come una nota di merito in un’Italia in cui nes-suno si assume le responsabilità e/o si dimette per il bene degli italiani.Il calcio è roba di poco conto se messa a confronto con gli enormi problemi che una grossa percentuale della popolazione deve combattere e vincere per sopravvivere quotidi-anamente; tuttavia, esso spesso rappresenta un “antidolorifico sociale” che nasconde i malesseri dell’uomo per 90 minuti, utile contro i “morsi” e soprattutto la morsa di questo peri-odo di crisi. Purtroppo, quest’estate neanche ci si può cul-lare nel sogno e nel fascino di un Mondiale. La Nazionale non gioca più, sono pochi gli ital-iani che rimangono Fratelli perché si ritorna a giudicarsi tra Nord e Sud e ritornare ad essere divisi e potenzialmente inespressi sotto tanti e anche troppi punti di vista. C’era pure chi lo chiamava il Bel Paese… magari, la speranza di tutti è quella di ritornare a splendere nella storia come nessuno mai è riuscito a fare.

Fabio Corsaro

DALL’ENTUSIASMO ALLA POVERTÀ: LA CONTRADDIZIONE MONDIALEÈ la contraddizione del Mondiale dei Mondiali. Da una parte il fascino, l’emozione e l’entusiasmo che si consumano durante le partite, dall’altro le critiche e le proteste di una popolazione stanca ed arrabbiata che oltre 10 miliardi di euro, la cui maggior parte sono soldi pubblici, siano stati investiti per costruire stadi ed varie infrastrutture, in un Paese dove povertà e disoccupazione sono a livelli altissimi. Ci sono inoltre le incoerenze della FIFA, all’interno della quale c’è un giro di denaro con cifre a 9 zeri e stipendi raddoppiati per Blatter e colleghi, nonostante essa sia un’associazione dichiaratamente no-profit. Insomma, tra la gioia che si vive in uno stadio per festa, gol e campioni in campo, e i problemi che si vivono nelle favelas c’è una linea sottile di incoerenza e massoneria. Ma come i brasiliani vivono questo Mondiale? La popolazione è spaccata e Brenda, nata a Tanquinho, comune brasiliano nello Stato di Bahia, oggi studentessa presso l’Università degli Studi di Salerno, ci porta, per esperienza personale, nel cuore di una delle tante accese proteste cittadine.L’ultima volta che sei tornata in Brasile che clima hai riscontrato? La stessa pesantezza che viene raccontata in tv?Era l’esatto momento in cui tutto il popolo, tra medici, avocati, professori, studenti universitari e anche bambini, era sulle strade di varie città del Paese, protestando non solo contro l’uso abusivo di soldi per il mondiale, ma anche contro nuove leggi, aumento della tariffa del trasporto pubblico, scarsa qualità delle istituzioni scolastiche pubbliche, e tutte le altre contraddizioni del Brasile. Però non c’era pesantezza. Eravamo uniti, era tutto pacifico, ed eravamo orgogliosi di noi stessi. C’era un grande senso di patriottismo! Poi i “black blockers” si sono introdotti, e la cosa ha preso un’altra direzione.Cosa rimarrà dei 10 miliardi spesi per questo Mondiale, una volta finito? Non rimarrà nulla per il popolo, anzi, gli stadi saranno anche privatizzati. Le aziende che hanno costruito gli stadi (alcuni) avranno poi la proprietà del luogo. Altri verranno trasformati in presidio e altri rimarranno come luoghi di intrattenimento pubblico.Il Mondiale è di un’attrattiva insolita, fuori dal comune. Tuttavia, l’entusiasmo sportivo coinvol-gente non deve lasciar spazio all’oblio di certe situazioni sociali ed umani ben più gravi. Fabio Corsaro

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Per le strade di Napoli, mentre la città è allestita per l’evento Repubblica delle Idee, non capita spesso di incontrare una personalità importante come Ezio Mauro, Direttore de La Repubblica, il quale da subito stupisce per la manifesta disponibilità e gentilezza nei confronti soprattutto dei giovani. Infatti, dopo aver scambiato qualche battuta circa l’evento promosso da Repubblica, noi di Officina Volturno veniamo in-aspettatamente invitati dal Direttore a partecipare all’Incontro tra Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari “All’Inferno con Ulisse”, un evento che segnava il tutto esaurito. Un bellissimo evento quello di Repubblica delle Idee, giunta alla terza edizione, che si è tenuta a Napoli dal 5 all’8 giugno tra Palazzo Reale, Piazza del Gesù e Tea-tro San Carlo. Il tema del festival è stato: “Riscrivere il Paese”. Quattro giorni di incontri, dibattiti, letture, laboratori, spettacoli musicali e teatrali, mostre. Il tutto ad ingresso gratuito. Ma Repubblica delle idee non è stato solo un momento culturale in cui si vuole infor-mare il lettore, avere un contatto diretto con i cittadini o fare notizia; è stata una vera e propria occasione per trattare temi come quelli del lavoro, della disoccupazi-one, della scuola, della giustizia, della sicurezza, della valorizzazione dei beni culturali. Un riscontro positivo da parte dei cittadini napoletani e grande affluenza di pubblico giovanile. Il Direttore di Repubblica Ezio Mauro, ha dichiarato: “Sono stati quattro giorni fan-tastici. Napoli ci ha restituito molto più di quel che noi le abbiamo dato. L’affetto ricevuto è stato fortissimo, e a Napoli ritorneremo”. Tanti ospiti eccellenti, tra cui: lo scrittore Alessandro Baricco, il giurista Gustavo Za-grebelsky, il politico e giurista Stefano Rodotà, il so-ciologo Zygmunt Bauman, i registi Paolo Sorrentino e Gabriele Salvatores, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raf-faele Cantone, il presidente del Consiglio Matteo Ren-zi, autorità locali e tanti altri.Entrare nel Teatro San Carlo, una ricchezza per Napoli, uno dei teatri più belli e prestigiosi al mondo, è emozi-onante specie se a tutta questa bellezza si unisce il fascino di un dibattito tra Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari. Due personaggi differenti, da un lato l’ironia e la verve dell’attore toscano, dall’altra la saggezza e la diplomazia del fondatore di Repubblica. I due, du-rante il dibattito, toccano temi di grande attualità: dalla

politica agli scandali per chiudere con la corruzione. A tal proposito, Benigni ricorda: “La giustizia rende li-beri e io non auguro il carcere nemmeno al peggior malvivente, ma la corruzione è il gradino più basso. Non sono furbi o intelligenti, perché non è così difficile ingannare il prossimo”. Il Premio Oscar e il fondatore di Repubblica riportano alla memoria la morte di Enrico Berlinguer e in particolare Scalfari afferma: “Fa parte non solo della storia del partito comunista che non c’è più, ma della storia della democrazia d’Italia”. Il ricordo di Massimo Troisi è tuttora vivo nella memo-ria dei napoletani e Benigni non esita a dedicargli la gioia sbocciata nel corso della giornata e rimembrare quell’amico scomparso prematuramente 20 anni fa. Infine, Roberto Benigni si accinge a spiegare il XXVI Canto dell’Inferno, in cui Dante incontra Ulisse: è un momento di elevata poesia e cultura. E con l’ ultimo verso: “infin che ’l mar fu sovra noi richiuso”, il pub-blico prima tace poi esplode in un sentito applauso. L’incontro si conclude con un abbraccio tra Benigni e Scalfari. Ada Marcella Panetta

LA REPUBBLICA DELLE IDEE TRIONFA A NAPOLI Dopo l’abbraccio di Pompei del 4 maggio che

aveva visto una catena umana partita dagli scavi della città e organizzata dal Comitato Pompei-mia, a distanza di un mese, numerosissime as-sociazioni del casertano, tra cui reteArt9, riscen-dono in strada per protestare contro il degrado a cui i nostri beni culturali sono stati recentemente abbandonati. Questa volta la tappa è significa-tiva: le porte della reggia di Caserta. Anche qui si dà vita ad una catena umana che, per un minuto, impedisce l’ingresso ai turisti.

La catena, di fronte alla Reggia, è stata con-cepita come un seguito di quella di Pompei per definire chiaramente la posizione di quanti han-no a cuore la tutela e la manutenzione dei beni culturali che danno lustro e bellezza ai territori delle provincie di Napoli e Caserta. L’Anfiteatro, La Reggia di Carditello, Antica Cales, Palazzo Fuga, il Borgo di Vairano Pantenora, Pompei, l’Acquedotto Carolino di Valle Maddaloni, Liter-num, Avella ed un lunghissimo elenco dei beni situati in Campania dovranno ,dunque, essere anch’essi “abbracciati”.

“Con questa catena chiediamo innanzi tutto il ris-petto dell’articolo 9 della costituzione”, dichiara Marinella Giuliano, membro dell’associazione reteArt9, “e intendiamo richiamare l’attenzione del MIBACT sulla manutenzione e la corretta gestione di questi beni, con l’emanazione di un decreto che possa finalmente dare la possibilità alle comunità locali, alle associazioni culturali e ai singoli di occuparsi dell’arte e della cultura at-traverso progetti economici di impresa”.

Le numerose associazioni che hanno aderito all’iniziativa esprimono solidarietà all’ex minis-tro Bray, il quale non manca di sostenere queste iniziative di protesta. Infatti, la mattina del 14 gi-ugno fa arrivare un suo messaggio alla Reggia in cui esorta i presenti a non arrendersi per amore della propria cultura e della propria storia.

Filomena Diana

CASERTA CHIAMA POMPEI: UNA CATENA UMANA IN DIFESA DEI BENI CULTURALI

Ada Marcella Panetta (Informare)con il direttore di Repubblica Ezio Mauro

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“Il linguaggio universale della Comicità”: questo il nome dell’evento dedicato al ventennale dalla morte di Massimo Troisi, attore/regista napole-tano spentosi all’età di 41 anni. Noi di INFOR-MARE eravamo lì e abbiamo chiesto agli ospiti di esprimere un ricordo o un pensiero dedicato a questo grande personaggio, rimasto vivo nell’immaginario collettivo. “La parola chiave dell’intera vita di Troisi è stata “Cuore”. Il cuore era ciò che Massimo metteva in ogni cosa che faceva, se qualcosa non gli garbava lo si vedeva scritto in volto. Ed è stato proprio il Cuore a portarcelo via” questo il breve pensiero di Nino Daniele, Assessore alla Cultura del Co-mune di Napoli.Tra i protagonisti della serata c’è Rosaria Troisi, sorella dell’attore. “Io sono stata una persona privilegiata, imprevedibile e casuale l‘incrocio delle nostre vite, come imprevedibile è stata la trasformazione da semplice famiglia di S. Gior-gio a Cremano a famiglia Troisi” ci dice sorri-dente nel vedere l’affetto del popolo dimostrato in questo evento. Passiamo dai Testimonial a coloro che professionalmente sono stati più vici-no a Massimo, gli attori. Gianfranco Gallo, noto attore napoletano, figlio del grande cantante Nunzio Gallo, ricorda così Troisi: “Massimo fa parte di una Napoli che noi, ragazzi dell’epoca, sognammo. Una città musicata da Pino Daniele, che vedeva ancora Eduardo calcare le scene. Mi ricorda tristemente una Napoli utopica, una città che, ahimè, non ha mantenuto la promessa fatta da questi grandi artisti”. Più allegri ed emblem-atici sono i ricordi di due grandi musicisti, non-ché grandi amici dell’attore, Enzo Gragnaniello e James Senese. “Ho incontrato per la prima volta Massimo quando dovetti ritirare per la prima volta il pass RAI” ci dice Gragnaniello “Io e lui, pur sapendo l’altro chi fosse, non ci conosceva-mo di persona. Lui fu molto simpatico, appena mi vide entrare nel corridoio mi corse incontro gridando “We Enzooooo” e mi salutò come se fossimo amici di vecchia data. Io rimasi colpito dall’umiltà e dalla gioia che esprimevano i suoi occhi. Così amo ricordarlo”. Ancora più originale

è il ricordo di Senese, il quale ci racconta: “Era-vamo entrambi a Viareggio. Lui una sera decise di invitarmi a cenare in un noto ristorante del luogo e decise di farmi una sorpresa: fece im-bandire solo per me un’intera tavola di aragoste, sapeva che io ne andavo matto!”. Altro ospite d’onore della serata è stato il sinda-co Luigi De Magistris, che alla nostra domanda gioiosamente ha risposto così: “Un grandissimo pensatore, un poeta. Quando penso a Troisi mi salta subito alla mente l’allegria del protagonista di “Ricomincio da Tre” rispetto al personaggio de “il postino”. Inoltre all’epoca io portavo anche i capelli ricci e lunghi, proprio come lui, quindi mi indentificavo anche fisicamente con questo mito del cinema”. Come si legge, tanti e diversi sono i ricordi legati a questa figura di “mito-mite” che ha accompagnato e accompagna ancora la nos-tra città.“O Massimino, io ti tengo in serbo tra ciò che il mondo dona di più caro. Ha fatto più miracoli il tuo verbo, di quello dell’amato San Gennaro” (tratto da “poesia a Massimo Troisi” di Roberto Benigni)

Salvatore De Marco

MASSIMO CI MANCHI... NAPOLI E I SUOI CARI LO RICORDANO CON UN EVENTO UNICO

Gianfranco Gallo

James Senese

Enzo Gragnianiello Luigi De Magistris

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RENATO NATALE SINDACO DI CASAL DI PRINCIPE: “LA RICOSTRUZIONE DI UNA NUOVA IDENTITÀ CASALESE”

Le elezioni amministrative di domenica 8 giugno a Casal di Principe hanno scelto come primo cittadino l’ex sindaco del paese Renato Natale. Natale fu sin-daco di Casal di Principe nel lontano 1993 quando però l’infiltrazione della camorra nella sua stessa gi-unta comunale lo costrinse a dimettersi. Da quel mo-mento, il suo impegno nella lotta contro la criminal-ità organizzata non è mai finito: fonda l’associazione Jerry Essan Masslo e si impegna come volontario nell’associazionismo locale, facendo parte anche di Libera e del comitato Don Diana. Oggi la realtà del terzo settore in questi territori è conosciuta in tutto il mondo come un nuovo volto di quella terra di Gomorra e la vittoria di un esponente di questo movimento di riscatto è salutata con entusiasmo dalla stampa mon-diale.

Come mai la tua candidatura ha avuto questa at-tenzione mediatica?

Perché evidentemente eravamo già avviati come città e come movimento. Si sapeva a livello nazionale che qui a Casale c’era un movimento (Libera e i percorsi di economia sociale studiati da professori provenienti da lontano), si sapeva che qui c’era una forte realtà organ-izzata per il ristabilimento della normalità. L’attenzione c’era stata con la pubblicazione di Gomorra di Roberto Saviano ed era quella negativa; è chiaro che poi nel momento in cui vince una persona che veniva consid-erata come tra coloro che aveva fatto opposizione a quel sistema negativo, l’attenzione si converte in modo positivo.

Dietro questa vittoria ci sono 30 anni di lotta alla camorra. Questo rappresenta la fine della lotta e

l’inizio di qualcosa di diverso? Quanta importanza hanno per Casale i “volti della Resistenza”?

Non abbiamo sconfitto la camorra, bisogna sempre fare molta attenzione: a fianco all’attività repressiva che ha avuto i suoi risultati dobbiamo accompagnare quest’attività repressiva ad un’altra fase che è quella della costruzione attraverso modelli, miti e storie. Tutto questo per ricostruire l’identità di queste terre. Ogni ricostruzione può avere aspetti negativi e aspetti posi-tivi, al di là dell’entusiasmo e dell’euforia che spinge le masse a far parte di questa storia dobbiamo essere consapevoli che è facile cadere e che il fallimento è sempre dietro l’angolo. Quindi da qui bisogna fare at-tenzione, senza che questo pericolo costituisca tutta-via un freno. Per quanto riguarda la resistenza qui a Casale c’è stata una vera e propria storia non dissimile a quella partigiana, pertanto ognuno di noi deve sentire l’orgoglio di far parte di quella storia e da quei miti cominciare a ricostruire una nuova identità.

Da sempre ti occupi di volontariato e associazion-ismo. Quanto del Renato volontario c’è nel Renato sindaco?

Tutto, dal modo stesso con cui affronto i problemi sul comune. Anche il modo di stimolare e chiedere ai raga-zzi di partecipare, di dargli responsabilità. Certamente ci sono dei limiti dovuti al fatto che è un’istituzione, un ente che ha delle norme che sono un po’ più rigide ma uguale rimane la passione che c’è dietro il mio impeg-no, sia associazionistico che istituzionale, ed in nome di questa passione che ho deciso di non prendere lo stipendio. Una delle piccole cose che danno un po’ di grigiore a tutto questo è appunto proprio il fatto che ho dovuto lasciare momentaneamente l’associazione.

Il tuo programma elettorale su cosa insiste? Di cosa ha bisogno Casale?

Casale ha bisogno di tante cose: sto lavorando so-prattutto su l’assetto edilizio. Ha bisogno di segnali, di creare punti in cui la gente si ritrova e si riconosce come una comunità compatta. La fontana pulita, il maxischermo per guardare la partita del mondiale, sono piccole cose che però costituiscono importan-tissimi segnali in questa fase di ripartenza e ricostruzi-one. Dare risposta immediata a problemi banali, ques-to per lungo tempo è mancato. Dopodiché ci sono le cose più pesanti: abusivismo edilizio, approvvigiona-mento idrico, raccolta differenziata. Questi problemi chiaramente richiedono più tempo per essere sanati e risolti, ma intanto è fondamentale lanciare segnali di presenza ad una cittadinanza che per tanti lunghi anni ha subito l’assenteismo delle istituzioni. Il cittadino deve capire che non è stato abbandonato e che può lamentarsi perché sarà ascoltato.

Filomena Diana

Informare ha incontrato il nuovo Sindaco di Castel Volturno, il Dott. Dimitri Russo. Qui di seguito l’intervista realizzata in esclusiva a poche settimane dall’insediamento in Comune:

Signor Sindaco, può farci un breve resoconto di queste prime settimane di lavoro?“Certo, posso dire che mi sono ritrovato in una sorta di vortice di lavoro e di urgenze da affrontare. A Castel Volturno nulla è ordinario, ma al contrario è tutto “straordinario”, non c’è quasi il tempo di riflettere, bisogna darsi da fare, e ho trovato un mucchio di incombenze e questioni da risolvere con celerità.”

Quali sono le questioni più importanti e urgenti che sta affrontando?“C’è la questione multiutility, la questione Senesi, per non parlare del rinnovo delle cariche dirigenziali: ho prorogato il termine del tempo utile per tale rinnovo al 30 Settembre: si riorganizzeranno uffici e personale. In più devono essere nominati 2 funzionari esterni, cioè un Dirigente all’Ecologia e uno all’Ufficio Tecnico, ma non ci sono risorse sufficienti. I Commissari hanno fatto molto sotto l’aspetto formale ma tante questioni “cruciali” le hanno tralasciate.”

Può dirci le altre sue priorità per questi mesi estivi? Che obiettivi si propone di raggiungere da qui a Settembre?“La priorità assoluta è riorganizzare la macchina amministrativa, dare innanzitutto il segnale che Castel Volturno sta cambiando, che c’è un’amministrazione seria, onesta e capace. Inoltre, vorrei che questa estate servisse da ‘investimento’ per la prossima e quelle che seguiranno, in modo da provare a potenziare il turismo a lungo termine: puntiamo ad avere un mare pulito, e un Paese pulito. A tal fine, saranno anche utilizzate delle ‘isole ecologiche’ mobili, soprattutto in zone in cui non viene ancora fatta la raccolta differenziata, a cui peraltro da Settembre daremo un forte e deciso impulso affinché sia eseguita in modo uniforme e puntuale su tutto il territorio”.

Ringraziamo il Sindaco Dimitri Russo, augurandogli un ottimo e proficuo lavoro.

Valeria [email protected]

A CASAL DI PRINCIPE E A CASTEL VOLTURNO... LA CAMORRA

HA PERSO!

INTERVISTA A DIMITRI RUSSOSINDACO DI CASTEL VOLTURNO

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“E’ stata tutta una vita di sacrifici e di gelo. Così si fa il teatro, così ho fatto” (Eduardo De Filippo, ultima apparizione).Locandine, Oggetti di scena e costumi, attrezzi abituali di un qualsiasi camerino teatrale sono esposti nella Basilica di S. Giovanni Maggiore, elementi che non avrebbero avuta alcuna im-portanza se non avessero contribuito alla storia del teatro grazie al loro possessore: Eduardo De Filippo. “Eduardo…luoghi, vita, opere”, questo è il nome dell’esposizione allestita in occasione del trentennale dalla morte del celebre comme-diografo, patrono culturale della città di Napoli. Una ricostruzione scenografica del camerino di Eduardo apre la porta ai visitatori, i quali iniziano a percorrere una galleria tappezzata di fotografie che ritraggono le compagnie teatrali condotte dal Maestro nelle loro rappresentazioni più ce-lebri, tra le quali “Il sindaco del Rione Sanità” e “Cani e gatti”. Si alternano alle foto alcune teche che custodiscono le parrucche e le locandine utilizzate da Eduardo per i suoi spettacoli, il tutto accompagnato dalle musiche celebri delle sue commedie, colonne sonore delle versioni televisive di queste. Noi di INFORMARE siamo riusciti ad incontrare Claudio Garofalo, autore delle fotografie esposte, che ci spiega: “L’ordine degli Ingegneri di Napoli contattò me e mio fra-tello, Bruno Garofalo, scenografo di Eduardo De Filippo, per ricostruire nel teatro S. Ferdinando il camerino del Maestro. Nell’occasione Luigi Vinci, presidente dell’ordine degli ingegneri, ebbe l’idea di organizzare una mostra con tutto il materiale a nostra disposizione, ricostruendo il camerino di Eduardo in maniera scenografica. Le fotografie esposte sono tratte da un libro intito-lato “Tavola tavola, chiodo chiodo”, dedicato alle sue ultime sei commedie più la prima commedia

che vede Luca De Filippo in veste di capocom-ico e Eduardo come regista, “La donna è mo-bile”, simbolo chiaro del passaggio di testimone che di lì a poco sarebbe avvenuto”. La galleria termina con una sala video in cui sono proiet-tati gli spezzoni più celebri delle sue commedie, nella quale è impossibile non ripetere a memoria lazzi e battute che fanno parte, ormai, del patri-monio culturale napoletano.“…ma il cuore ha tremato sempre, tutte le sere, e continuerà a battere anche quando si sarà fer-mato!” (Eduardo De Filippo)

Salvatore De Marco

IL CAMERINO DI EDUARDO RIVIVE DOPO 30 ANNI

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Durante la terza ed ultima giornata organizzata dall’ Associazione “I Mazzonari”, a Mondrag-one si sono esibiti artisti eccezionali. Ad aprire la serata è stata Amelia Sorvillo, cantante mon-dragonese nota per la sua partecipazione al programma televisivo “Ti lascio una canzone” di Antonella Clerici. Grande partecipazione da parte del pubblico in assoluto delirio per lo show dei comici di “Made in sud” la “ Doppia Cop-pia”. Il successo della serata si deve alla direzi-one artistica L’ associazione “La Diva” di Benito Panetta , all’organizzazione straordinaria di Vir-gilio’s Pizza, ma soprattutto all’Associazione “I Mazzonari”, che, oltre a prodigarsi per una at-tenta tutela del territorio, è sempre più presente negli eventi storico-culturali, cercando, in tutte le manifestazioni folcloristiche, di riecheggiare la figura tradizionale del mazzonaro. Il presidente dell’Associazione Angelo Filosa ha dichiarato: “ Nonostante le difficoltà economiche e quelle do-vute al maltempo siamo soddisfatti del risultato raggiunto in questa Terza Edizione. Siamo pronti ad andare avanti! Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno creduto in me e che con il loro impegno hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento”.Faccia a faccia con Francesco Cicchella e Vin-cenzo De Honestis in arte “ Doppia Coppia”:Quando nasce la vostra collaborazione e in particolare come nasce la “Doppia Coppia”?Abbiamo frequentato lo stesso liceo, in seguito abbiamo partecipato ad un programma insieme su un emittente casertana “Radio prima rete”, eravamo giovanissimi, abbiamo avuto subito sin-tonia e poi da li sono nate altre cose.

Molte sono anche le vostre esperienze radi-ofoniche. Preferite lavorare in radio o in tv?

Sono due esperienze molto diverse. Con la tele-visione si raggiunge una popolarità immediata, si ha un impatto maggiore con il pubblico perché ti consente di entrare nelle case di molte persone, ci sono più persone che guardano la tv di quante invece ascoltano la radio. La televisione, dunque, permette di fare una comicità visiva a differenza della radio dove c’è una comicità puramente di parola. Anche se il fascino della radio è proprio questo, sapere che ci sono delle persone che ti stanno ascoltando in un preciso momento. E’ un legame speciale, perché arrivi al pubblico solt-anto con l’uso della voce. Sono due esperienze che amiamo molto e allo stesso modo.

Come definite l’esperienza di “Made in sud”, show di comicità meridionale che sta avendo un grandissimo successo in tutta Italia?Per noi “Made in sud” è un’esperienza fonda-mentale, ci ha dato sicuramente maggiore visi-bilità, è la vetrina più importante che abbiamo avuto anche se abbiamo partecipato ad altri programmi televisivi. Siamo legatissimi a questo format, è un caso più unico che raro, perché è una produzione che nasce da un gruppo di ar-tisti, in genere succede il contrario! E’ una realtà che nasce e si sviluppa interamente a Napoli.

Una bellissima carriera alle spalle. Quali sono i vostri progetti per il futuro?Sicuramente il tour estivo che ci vedrà impegnati da luglio in poi sia con tutto il cast di “Made in sud” , sia con il nostro spettacolo. A settembre saremo di nuovo in Rai per la nuova edizione di “Made in sud”. Ada Marcella Panettafoto di Valentina Panetta

“MADE IN SUD” A MONDRAGONEINTERVISTA ALLA “DOPPIA COPPIA”

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PARCO NAZIONALE D’ABBRUZZO: LA RICCHEZZA DELLA NATURA

Nel mese di Giugno, ho trascorso un soggiorno nel centro di Barrea con un fantastico gruppo dell’associazione di volontariato Voluntas, im-mersi nella natura incontaminata del Parco Nazionale d’Abbruzzo. Accolti e indirizzati da Ecoesplora, associazione che valorizza il territo-rio promuovendo il sentierismo, si è vissuta un’ esperienza divertente, emozionante e soprat-tutto formativa per un ragazzo della mia età che si sta avviando a tracciare il suo percorso per la ricerca dell’ esasperata autonomia.Ma il volontariato è più di una semplice espe-rienza: esso rappresenta un modo di vivere. Si impara a conoscere e ad apprezzare le merav-iglie che la natura ci offre, attraverso un lavoro fatto di passione e sacrificio, con la consapev-olezza che si sta svolgendo un’azione utile alla comunità e ad un prossimo di cui non si avrà mai un diretto ringraziamento. Le attività che il parco offre ai volontari sono varie, da quelle più faticose come la ripulitura di sentieri turistici ad alta quota, a quelle più piace-voli come le passeggiate lungo il lago di Barrea. Particolarmente suggestiva è l’area della Ca-mosciara, una riserva naturale che nasce con lo scopo di salvaguardare specie in via d’ estinzi-one come l’ Orso bruno marsicano e il Camoscio d’ Abbruzzo, che rende la zona un vero “gioiello della natura”. In quest’ area si realizzano es-cursioni e trekking, in assoluta sicurezza e nel rispetto delle regole del Parco e della Natura. Uno dei responsabili della società cooperativa Camosciara è Maurizio Caniglia, che ha guidato anche il nostro gruppo in questi giorni: “Chi ar-riva qui dona e riceva: porta qui il suo modo di essere adeguandolo alle esigenze del parco, aiutando chi già opera per il benessere della natura. Parimenti porta con sè un’esperienza profonda e tutta da vivere”. Ed in effetti si pro-vano sensazioni uniche nell’osservare paesaggi mozzafiato e soprattutto nell’ incontrare animali selvaggi (come il lupo o il cervo) nel proprio stato libero, spesso in maniera inaspettata. Fa bene allontanarsi ogni tanto dalla frenetica e comoda vita di città, respirare aria pulita e accontentarsi dello stretto necessario per trascorrere giorni in perfetta armonia con la natura.“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cer-care nuove terre ma nell’ avere nuovi occhi”(M. Proust)

di Fulvio Mele

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13AMBIENTE

Il territorio di Castel Volturno è caratterizzato da una serie di risorse naturali, molto spesso ab-bandonate al degrado, all’incuria e all’illegalità; tali aree, bellissime e uniche dal punto di vista naturalistico, sono quasi sconosciute a tanti, ma posso essere salvaguardate e valorizzate. Tra queste, la più importante è l’Oasi dei Vari-coni, ubicata alla foce del fiume Volturno ed è una delle ultime aree umide d’Italia tutelata dalla Convenzione di Ramsar (1981). L’Oasi è impor-tante sia dal punto di vista biologico che socio-economico. Tra le varie mission dell’A.R.CA., as-sociazione da anni attiva sul territorio di Castel Volturno, c’è la tutela e la salvaguardia del patri-monio naturalistico come bene comune, impeg-no condiviso con altre realtà associative ed enti locali. Con il progetto “Ri-adottiamo l’ambiente 2013”, finanziato dal Bando di Microprogettazi-one Sociale 2012-2013 del CsvAsso.Vo.Ce., l’A.R.CA. intende continuare il percorso di val-orizzazione, promozione e corretta fruizione dell’Oasi dei Variconi. Tale attività è stata con-dotta in partenariato con il “WWF Agroaversano-Napoli Nord-Litorale Domitio”, “Le sentinelle”, “Centro Laila”, “Centro Studi Officina Volturno” e con la collaborazione dell’Ente Riserve Natu-rali Regionali Foce Volturno-Costa Licola-Lago Falciano. Nello specifico il progetto prevede:

• dieci visite guidate, due delle quali già tenutesi il 05/06/2014 e il 12/06/2014, che hanno regis-trato una partecipazione di circa 40 destinatari, con attività di birdwatching e laboratorio di pho-to-voice e disegno naturalistico, per imparare ad osservare, selezionare immagini e rappre-sentare liberamente le sensazioni e le emozioni percepite;

• laboratorio artigianale ecocompatibile, finaliz-zato a completare il ripristino del capanno cen-trale e della passerella attigua;• report finale con il materiale informativo e fo-tografico reperito per rendere noti i risultati del progetto;

• convegno a chiusura delle attività, con il coin-volgimento della cittadinanza e la partecipazi-

one delle Istituzioni e di figure specializzate.Il progetto darà anche la possibilità agli utenti dell’UOSM Mondragone 23 e ai minori, di vivere gli spazi naturali facilitando l’integrazione so-ciale. Indispensabile l’apporto dei partner:

• Il “WWF Agroaversano-Napoli Nord-Litorale Domitio” e l’associazione “Le sentinelle” sup-porteranno le visite guidate informando i des-tinatari sulla morfologia dei luoghi, flora, fauna, avifauna, sul rispetto degli equilibri naturalie sul ruolo storico, culturale e socio-economico della Riserva; sosterranno inoltre sia la realizzazione del laboratorio artigianale ecocompatibile, sia il laboratorio di photo-voice e disegno naturalis-tico;

• Il Centro Laila avrà un ruolo attivo nel coinvol-gimento dei destinatari nelle attività progettuali, individuando strategie di animazione e parteci-pazione adeguate;

• Il Centro Studi Officina Volturno, con il con-tributo volontario e gratuito dell’ing. Angelo Maiuriello, ha elaborato la progettazione ingegn-eristica, preliminare agli interventi di ripristino del capanno centrale e della attigua passerella, ga-rantendone messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche, per rendere fruibile un importante punto di osservazione ornitologi-ca a soggetti generalmente esclusi;

• L’Ente Riserve garantirà la continuità e la sin-ergia degli interventi, la pubblicizzazione a livello regionale e l’individuazione, nel tempo, dei bi-sogni con l’apporto di guardie ambientali.L’intera azione progettuale avrà lo scopo di raf-forzare la già consolidata rete di sinergie positive tra associazioni sensibili alle tematiche ambien-tali ed enti preposti con lo scopo di responsabiliz-zare e sensibilizzare tutti i visitatori sulla corretta fruizione di questi beni unici, coinvolgendoli con adeguate metodologie partecipative, informan-doli sull’ingente patrimonio naturalistico locale e offrendo anche nuove occasioni di svago.

Vania Di Matteo- Associazione A.R.C.A.

L’OASI DEI VARICONI: UN BENE COMUNE DA SALVAGUARDARE!

di Fulvio Mele

VIVERE IL VERDEa cura di Rosario Maisto

Tutti desiderano una fioriera che a giugno sia già al massimo dello splendore e che si man-tenga in ottimo stato fino all’arrivo del freddo. Le surfinie, da sempre uniche e vere rivali dei gerani sui davanzali italiani, possono garantire questo risultato. Tre suggerimenti principali: usare il vaso giusto (non utilizzate ciotole pic-cole e basse) potare per rinvigorire (accorciate i fusti a metà della loro lunghezza, restringete le bagnature e aspettate l’emissione di nuovi germogli) fare sempre manutenzione (rimu-ovete il secco e le foglie rovinate).Vediamo ulteriori dettagli per coloro che hanno il “pollice verde” oppure per coloro che voglio-no fare richieste a vivaisti specializzati. Il terriccio deve essere acido: le piante devo-no essere sistemate in vasi di dimensioni adeguate con substrato per piante acidofile (chiedere al vivaista). In tal modo si raggiunge il pH ideale. Aggiungere al terriccio anche l’argilla, consentendo un rapido drenaggio dell’acqua in eccesso, ma aumentando anche l’umidità trattenuta. Invasare anche in piena terra: invasare anche in giardino con buche larghe. Liberate le radici, compattate il terreno e bagnate. Se le piante sono esposte al pieno sole, non innaffiatele a volontà, perché temono il ristagno. Bagnare una volta al giorno, utilizzando sempre ac-qua a temperatura ambiente. Attenzione, l’ingiallimento delle foglie è causato da ripetute mancanze d’acqua, anche se di breve durata.Il giusto fertilizzante: le surfine non devono es-sere nutrite troppo. Basta aggiungere al terric-cio di rinvaso un prodotto in granuli a rilascio programmato o fertilizzanti liquidi per piante da fiore che sosterranno lo sviluppo armonico e vigoroso.Attenzione a vento e pioggia: i fusti sono ab-bastanza fragili e possono piegarsi tanto da interrompere il ciclo vitale e seccare ad alcuni giorni di distanza dall’urto o dall’esposizione al vento. La pioggia danneggia i fiori, anche se sono poi in grado di riprendersi e tornare alla forma e ai colori originari.

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14INTERVISTE

Per info:

www.seddiocialde.comANTONIO Cell: 393 1303640 - Tel: 0823 762950

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Carmine Gambardella, Direttore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale “Luigi Vanvitelli” SUN, ha inaugurato con queste parole la XII edizione del Forum Internazionale “Le Vie dei Mercanti”, in qualità di suo ideatore e Presidente dalla prima edizione del 2003. Il Forum si è tenuto ad Aversa, nella sede del Dipartimento (Abbazia di San Lorenzo ad Septimum) il 13 e a Capri il 14 e 15 giugno u.s. “Con Best Practice in HERITAGE […] ho inteso riportare al centro delle questioni l’Uomo, di qui il richiamo alla po-esia di Nazim Hikmet, che, nelle sue interrelazioni con gli altri e nelle responsabilità che assume in ambiti ac-cademici, culturali e partecipativi, così come nel gov-erno della cosa pubblica, ha svolto o sta progettando per la conservazione, la tutela e la rigenerazione del patrimonio culturale. Per conservare e gestire il patri-monio è necessario adottare un approccio integrato e resiliente in cui differenti competenze contribuiscano allo sviluppo dei progetti di riqualificazione e restauro, realizzati tramite la conoscenza, la condivisione delle scelte e la compartecipazione proattiva, tenendo conto della sostenibilità sociale ed ambientale degli in-terventi che deve caratterizzare il metodo progettuale in ogni suo aspetto. Il dibattito internazionale, infatti, è l’occasione per condividere esempi virtuosi di con-servazione, gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, paesaggistico e ambien-tale attraverso l’integrazione di idee ed esperienze di specialisti che operano in diverse discipline e differenti contesti geografici culturali.” L’aspetto più rilevante del Forum è proprio l’internazionalità che si declina in contaminazioni culturali fra gli oltre 250 partecipanti. Fra questi distinguished professors, rappresentanti di organizzazioni scientifiche internazionali e di multinazi-onali, provenienti dai seguenti paesi nel mondo: Aus-tralia, Brasile, Cina, Colombia, Cuba, Cipro, Danimar-ca, Egitto, Francia, Grecia, Indonesia, Italia, Giappone, Madagascar, Malta, Messico, Portogallo, Russia, Arabia Saudita, Slovacchia, Spagna, Svezia, Turchia, Regno Unito, U.S.A., Yemen. La segreteria organizza-tiva ha ricevuto 238 full papers, che hanno coinvolto

oltre 400 autori, selezionati attraverso un Comitato scientifico internazionale e la procedura del double blind review. Anno dopo anno, le edizioni del Forum stanno avendo sempre maggiore successo. Dalla VIII alla XII edizione, il Forum ha ricevuto il Patrocinio del “Forum UNESCO University and Heritage”, della Com-missione Nazionale Italiana per l’UNESCO e della US-Italy Fulbright Commission. Durante la sessione plena-ria del 12 giugno è stato consegnato simbolicamente il Compasso d’Oro alla Carriera a Riccardo Dalisi, prima della sua Lectio Magistralis, da Luciano Gal-imberti, Presidente nazionale dell’Associazione per il Disegno Industriale. SCULPTURES IN THE CLOISTER è il titolo della mostra di 14 sculture di Dalisi allestita nel Chiostro del Monastero che ospita il Dipartimen-to. Dalisi - architetto, designer, poeta e scrittore – è nato a Potenza il primo maggio del 1931. Ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la Facoltà di Ar-chitettura di Napoli. Presso la stessa Facoltà è stato Direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Hanno inoltre partecipato alla sessione plenaria Francesco Rossi, Rettore della SUN, Elisa-betta Garzo, Presidente del Tribunale di Napoli Nord, Francesco Greco, Procuratore della Repubblica pres-so il Tribunale di Napoli Nord, Lucio Alberto Savoia, Segretario Generale della Commissione Nazionale per l’Unesco, Christian Thimonier, Console Generale di Francia a Napoli e David Listokin, docente alla Rutger – The State University of New Jersey. A Capri hanno anche relazionato Ray O’Connor e Ivan di Federico, rappresentanti internazionali della multinazionale Top-con, gruppo Toshiba, leader mondiale nel rilievo mul-tidimensionale e complesso del patrimonio e del ter-ritorio. Interessantissimi gli scambi scientifici avvenuti nel corso delle sessioni tematiche sull’architettura, il design e il paesaggio, con best practices per Pompei e per il patrimonio campano, provenienti dall’Italia e da tutti i paesi del mondo.

Arch. Alessandro Ciambrone Arch. Ludovico Mascia, II Università di Napoli

DAL MONDO A POMPEI

LA SCUOLA SALE IN CATTEDRA CON PAPA FRANCESCO“La Pace rimane solo suono di parole, se non si basa sull’ordine fondato sulla Verità, costruito sec-ondo Giustizia; sull’ordine vivificato e integrato dalla Carità e posto in atto nella Libertà” (Papa San Gio-vanni XXIII, Enc. Pacem in terris).Questa premessa sembra quanto mai opportuna per riportarci all’avvenimento straordinario di do-menica 8 giugno 2014: il Papa Francesco, il Presi-dente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Abu Mazen si sono incontrati e riuniti nei Giardini Vaticani per una storica comune preghiera di pace.Papa Francesco ha pronunciato sentite e acco-rate parole di pace: “E’ un incontro che risponde all’ardente desiderio di quanti anelano alla pace e sognano un mondo dove gli uomini e le donne possano vivere da fratelli… Per fare la pace ci vu-ole coraggio, molto di più che per fare la guerra… Dire sì all’incontro…, al dialogo…, al rispetto…, alla sincerità…; cercare ciò che unisce per superare ciò che divide…, gesti concreti per costruire la pace…, (essere) ogni giorno artigiani della pace…”.L’8 giugno 2014 sarà certamente scolpito nel mar-mo, a ricordo di una tappa fondamentale per la pace. Alle parole del Papa fanno eco i pensieri e le riflessioni degli alunni dell’Istituto Europa che hanno preso l’impegno di diventare e di essere “costruttori di pace”. Ecco alcune significative citazioni: “Noi abbiamo imparato a volare come uccelli, a nuotare come pesci, ma abbiamo dimenticato a vivere da fratelli” (Martin Luther King, Premio Nobel per la Pace 1964); “…Dobbiamo imparare a vivere in ar-monia e in pace sia l’un l’altro che con la natura” (Tenzin Gyatso, Premio Nobel per la Pace 1989); “Nonostante tutto, mantengo la mia convinzione che l’amore, la pace, la dolcezza e la bontà siano la forza che è al di sopra di ogni potere” (Albert Schwaitzer, Premio Nobel per la Pace 1952).Alla domanda: “Per te che cosa è la vita?”, gli alunni hanno risposto: “Per me la vita è un sogno da realizzare; è un dono di Dio; è un regalo bellissimo; è un amore immenso; è una cosa molto preziosa ed è piena di amore e di pace; è un sentimento, è un sorriso di felicità; la vita è tutto, è amore e pace; la vita è la cosa più preziosa al mondo; la vita è la bellezza di tutta l’umanità”. Infine, ecco alcune ris-poste alla domanda: “Che cosa vuol dire per te essere uguali?”: «Vuol dire non sentirsi diversi da quelli che hanno altre culture e religioni; essere uguali significa accettare tutti; non far differenze e trattare bene il prossimo; americani, australiani, ital-iani, cinesi, ecc., siamo tutti uguali; maschio e fem-mina, bianco e nero, cristiano e musulmano, le per-sone sono tutte uguali; essere uguali vuol dire stare in pace, serenità e amore; vuol dire non rifiutare gli altri; vuol dire che dobbiamo essere tutti amici, giocare insieme e divertirci». Straordinaria lezione che solo ragazzi della 4ª e 5ª classe della scuola primaria possono impartire agli adulti, con grande semplicità e immediatezza e, nello stesso tempo, con una fermissima forza persuasiva.Redazione dell’Ist. “Europa”:Dott. Leopoldo PapararoIns. Maria FerraraIns. Angela MiglioreDirettrice Didattica Dott.ssa Barbara Papararo

Il dipartimento di architettura e disegno industriale SUN al centro del dibattito internazionale sulla tutela e gestione del patrimonio

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Massimiliano Gallo e Gianluca Di Gennaro sono due attori napoletani che con le loro interpretazi-oni televisive e cinematografiche hanno dato un importante contributo in film volti a denunciare fenomeni come quello della camorra. Impeg-nati nell’ultima miniserie televisiva “Per amore del mio popolo”, basata sulla vita di Don Peppe Diana, hanno interpretato i ruoli di Antonio Es-posito (Massimiliano Gallo) e Carlo Esposito (Gi-anluca Di Gennaro). Massimiliano, come è stato interpretare un personaggio come Antonio Esposito, nel film “Per amore del mio popolo”, che ha per figu-ra centrale Don Peppe Diana?È stata l’ultima volta che ho accettato un ruolo da “cattivo”, perché ho voluto cimentarmi ed es-plorare la figura del padre e mi interessava molto l’aspetto psicologico. Quando mi è capitato di affrontare questo tipo di ruoli ho cercato di fare un percorso che riguardasse la persona, è chiaro che si tratta di una persona che delinque ma non ho trascurato il fatto che in famiglia, invece, potesse essere un buon padre. Nel caso del film “Per amore del mio popolo” c’è stata una parti-colare attenzione nell’interpretazione, un vero e proprio coinvolgimento emotivo perché si racco-ntava una storia realmente accaduta e soprattut-to di una figura come quella di Don Peppe Diana, vittima della camorra.

Il più delle volte ti vengono affidati ruoli da “cattivo”. Come ti approcci a questi personaggi?Non li ho mai considerati come personaggi neg-ativi, ho sempre cercato di studiarli nella loro to-talità, considero la condizione di quelle persone che magari vivono delle situazioni particolari, che nascono in un luogo sbagliato e quindi sono por-tati a fare delle scelte sbagliate. Solo attraverso questo tipo di lavoro che si possono leggere tutte le sfumature che riguardano prima la per-sona e poi il personaggio.

Cosa consigli ai giovani che vogliono intra-prendere la carriera di attore?Consiglio di studiare perchè quello dell’attore è un lavoro molto difficile che richiede impegno e sacrificio. Il suggerimento che posso dare ai gio-vani che vogliono avvicinarsi al mondo del teatro, del cinema o della tv è quello di diffidare dai tal-ent show.

Gianluca, in “Per amore del mio popolo” in-terpreti Carlo Esposito figlio di Antonio Es-posito. Come definisci quest’ultima espe-rienza televisiva?Ennesimo personaggio “negativo” che inter-preto, ho sempre dichiarato che fin quando si trattava di denuncia ero molto felice di interpre-tare questi ruoli. Ora, però, stiamo cercando di andare in una direzione diversa, anche perché in questo senso sento di aver fatto il mio dovere, sono state esperienze bellissime a partire da “Certi bambini” in cui avevo solo 12 anni. Sono stato felice di aver avuto un ruolo importante in “Per amore del mio popolo”, grazie al regista An-tonio Frazzi, con cui avevo già lavorato in pas-sato, ho ritrovato un maestro e un amico.

Nonostante la tua giovane età hai alle spalle molte interpretazioni in film e serie tv, ruoli di un certo spessore. Pensi che trattare temi così delicati, come quello della camorra, sia importante?La tv in questo caso ha un ruolo fondamentale. Si tende a mitizzare spesso problemi come questi, anche se credo che nell’ultimo periodo grazie a determinati prodotti, come l’ultima serie tv “Gomorra”, si stia togliendo un po’ di fascino alla figura del camorrista, spero che si muovano più su questa linea che penso sia quella più re-ale. Bisogna capire che si tratta semplicemente di film di denuncia.

Ada Marcella Panetta

IL MODO GIUSTO DI PRENDERE IL SOLE!

La maggior parte delle persone hanno la pes-sima abitudine di scendere in spiaggia a mez-zogiorno, si ricoprono il corpo di creme ad alta protezione e si credono al sicuro, liberi di es-porsi al sole tutto il giorno, inconsapevoli che le alte protezioni che mettono ai loro bambini non fanno fissare la preziosa vitamina D di cui hanno bisogno per crescere bene. Non sanno che quasi tutti i prodotti abbronzanti che si comprano contengono sostanze chimiche, profumi artificiali, conservanti tossici per il nostro organismo. Come bisogna fare, con la giusta protezione solare ad avere una bella tintarella dorata e assimilare tanta vitamina D? Basta prendere il sole gradatamente, poco i primi giorni e solo nell’orario giusto, fino alle 11 e dopo le 16. I prodotti da usare, che mettiamo sulla pelle penetrano e si accumulano nei tessuti sot-tostanti, inconsapevolmente ci nutriamo di queste sostanze, per cui vanno bene gli oli naturali, che non ci daranno una protezione “intensa” come i concorrenti industriali ma sarà la protezione giusta e ci lasceranno una pelle liscia come la seta. L’olio di germe di grano è quello da preferire, costa poco ed è ricco di vitamine, nutre in profondità la pelle secca, contrasta l’invecchiamento cellulare. È un olio vegetale, ottenuto con spremitura a freddo e senza solventi dal chicco di grano. Miscelato con olio di mandorle dolci e massaggiato sul-la pelle ancora umida è perfetto anche come dopo sole, incrementa l’elasticità della pelle, è emolliente e rassodante. Ma per aiutare la nostra pelle a reagire in modo diverso all’esposizione al sole, dob-biamo attivare una barriera anche dall’interno. Ritorniamo sempre alla giusta alimentazione! Un’alimentazione crudista di verdure e frutta colorata di stagione, biologica, combatte la formazione di radicali liberi che aumentano quando ci si espone troppo e negli orari sba-gliati ai raggi solari. Il sole è una risorsa gratuita e naturale, per cui questa estate facciamo il pi-eno di energia solare, che ci fa bene. Auguro buon sole a tutti!

Daniela Contessa NaturopataPagina FB “Curiamoci mangiando”

INTERVISTA A MASSIMILIANO GALLO E GIANLUCA DI GENNAROAttori napoletani nella serie televisiva “Per amore del mio popolo”

foto di Valentina Panetta

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Anche quest’anno come tutti gli anni la domenica fatata, tanto decantata dai nolani è finalmente giunta con trepidanza e puntualità per esaltare come di consueto la Festa dei Gigli,tenutasi a Nola il 22 Giugno in occasione della festività patronale dedicata a San Paolino. Kermesse cattolica resa ancora più suggestiva e nobile dal sigillo dell’Unesco ottenuto nel 2013 facendo sì che Nola rientrasse di fatto nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane come Viterbo, Sassari e Palmi; Con questo evento i nolani celebrano il ritorno in città di Ponzio Meropio Paolino il quale donò sé stesso ai Visigoti in cambio della liberazione dei nolani resi schiavi da Alarico I del 410. La leggenda vuole che la città abbia accolto il vescovo al suo rientro con dei fiori, dei gigli per l’esattezza, e che i fedeli lo abbiano scortato fino alla sede vescovile. In memoria di quell’avvenimento Nola ha tributato nei secoli la sua devozione al Santo portando in processione torri di legno addobbati che prendono il nome delle antiche corporazioni delle

FESTA DEI GIGLI : UNA KERMESSEPATRIMONIO DELL’UNESCO

arti e mestieri, nell’ordine Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto. Indipendentemente dai cenni storici la festa dei gigli ha una grande valenza morale per i suoi cittadini che venerano con partecipazione e tradizione non solo la singola festa ma anche le settimane precedenti ad essa con il consueto giugno nolano che popola le vie del paese vesuviano di banchetti e serate all’insegna della cultura. Durante la processione della domenica mattina - dove avviene la solenne benedizione dei Gigli da parte del vescovo - numerose sono state le personalità politiche di spicco che si sono recate a Nola come l’onorevole Renato Brunetta il presidente della regione Campania, Stefano Caldoro e l’assessore regionale al turismo, Pasquale Sommese i tre esponenti politici hanno speso parole positive per la manifestazione sottolineando non solo l’impegno dei cittadini, ma soprattutto come una festa volta a messaggi di forte impatto morale e religiosa possa esser utilizzata per il bene di un intera comunità

Una di queste parla di Raffaele Capuano, per gli amici Lello. E che amici. Si, perché il per-sonaggio in questione è uno di quelli che tanto potrebbe far parlare di sé per i noti legami con la SSC Napoli e con tantissimi calciatori, diven-tati suoi amici. Ed invece, il suo è sempre stato un profilo basso, senza mai cercare attimi più o

meno lunghi di notorietà, in un ambiente dove ci si illude e si fa presto a sentirsi importanti per molto meno. Da sempre meccanico di fiducia della società azzurra, ha saputo farsi apprez-zare per la sua disponibilità ed umanità tanto da lasciare il segno in chiunque passasse dalle sue parti e al punto da conservare intatti tanti rap-porti illustri anche a distanza. Divenuto anche responsabile e coordinatore di un gruppo ampio di steward collocati nel set-tore Distinti dello Stadio San Paolo, ha lavorato per anni nell’ombra accollandosi la gestione della sicurezza di un intero settore, sinonimo di numerose difficoltà ed imprevisti da risolvere, giorno dopo giorno. Un ruolo scomodo, fatto apposta per lui. Solo una persona con una re-ale passione per il proprio lavoro e con tanta voglia di mettersi in mostra con i fatti e non solo a parole poteva raggiungere un obiettivo come il suo. La nomina era nell’aria, Lello ha finalmente visto premiati i suoi sforzi e la sua dedizione. Un premio all’onestà e alla professionalità. Qual-che settimana fa, infatti, nella suggestiva Villa

D’Angelo, si è tenuta la 10^edizione del noto “Premio Malafemmina”, evento annuale du-rante il quale vengono premiati i personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e della mu-sica che si sono maggiormente contraddistinti nell’arco dei 12 mesi. E stavolta è toccato anche a lui. Il riconoscimento che meritava, ricevuto direttamente dalle mani di una certa Liliana De Curtis, figlia del grande Totò. Il premio recita: “Miglior Coordinatore dello Stadio San Paolo”. Possiamo solo immaginare l’emozione provata nel vedere ripagati anni di umiltà e duro lavoro. Il premio va sicuramente condiviso con quanti collaborano con lui e con-tribuiscono al raggiungimento dei suoi risultati. Rappresenta un grosso riscatto per l’intero sis-tema di sicurezza dello Stadio San Paolo, troppe volte preso di mira , bersagliato e considerato il capro espiatorio di tanti, troppi problemi legati all’impianto di Fuorigrotta. Insomma, una rivinci-ta personale e non solo, di sicuro il giusto omag-gio ad un grande esempio da seguire, in sintesi Raffaele Capuano, pardon Lello, l’amico di tutti.

incrementando l’aspetto economico di essa attraverso il turismo. Parole lodevoli queste che sembrano negare le numerose critiche che nel passato hanno avvolto in un alone di incertezza e negatività la stessa kermesse di impronta cattolica in quanto nel 2012 venne sospesa la festa dei Gigli dopo una pericolosissima rissa tra fazioni ed in relazione a quanto accadde non vennero prese in considerazione dalla Chiesa e dai suoi rappresentanti le parole di Don Aniello Manganiello il prete anticamorra che personalmente denunciò le infiltrazioni camorristiche e criminali all’interno della festa sospettando di come gruppi malavitosi stessero in quell’anno gestendo alcune “paranze” dei Gigli. Voci e legami che, reali o fittizi, non solo inquadrano il ruolo della Chiese come superiore rispetto alle Istituzioni politiche ma che in un modo o in un altro suggellano come spesso accade un latente legame tra ciò che è palese e noto al pubblico come in questo caso una festa cattolica e ciò che si trova alle spalle di essa come La Chiesa, le Istituzioni locale e ancor di più le singoli individualità che la organizzano.

di Martina Giugliano

STORIE DI VITA, STORIE DI UMILTÀ E CONCRETEZZA

di Giuseppe Cammarota

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LA NUOVA COMPAGNIA TEATRALE DI ANTONIO MONGIRULLI

A fine anno in scena la Compagnia “Palcoscenico Napoletano”. Dopo poco più di un anno dall’episodio che lo costrinse ad abbandonare le scene (fu colpito da un infarto il 13 maggio dello scorso 2013), Antonio Mongirulli ha ripreso i lavori con la sua nuova Compagnia Teatrale Amatoriale alla quale ha dato il nome di PALCOSCENICO NAPOLETANO, volendo sottolineare la tendenza della nascente Associazione a divulgare e promuovere il teatro partenopeo. A seguito dell’episodio dell’anno scorso, Antonio Mongirulli, anche su indicazioni e consiglio dei medici, ed i componenti della disciolta Associazione e Compagnia Teatrale Amatoriale “Facimmece quatte resate”, decisero di sciogliere il sodalizio anche allo scopo di rendere ognuno libero di perseguire le proprie decisioni. Antonio, ritenendo conclusa la sua esperienza con la vecchia Compagnia, ne ha formata una nuova dove continuerà a rivestire il doppio ruolo di attore e regista; doppio ruolo già rivestito nella disciolta Compagnia e che ha portato la stessa ad ottenere un notevole riscontro da parte del pubblico. Della nuova compagine fanno parte, oltre a nomi nuovi, anche Maria Vitanza e Daniela Esposito provenienti dalla disciolta Compagnia Facimmece Quatte Resate. Naturalmente, nel nuovo sodalizio non potevano mancare Katya Scafuri, la storica presentatrice della Compagnia, nonché moglie di Antonio e la figlia Lucia, anch’ella attrice di Facimmece Quatte Resate. A completare l’attuale organico ci sono, poi, i nuovi entrati Mario Orlando e Gaia Platone, nuovi assoluti, e Nunzio ed Anna Donzelli (padre e figlia) che hanno già fatto una breve apparizione nell’ultima rappresentazione della disciolta Compagnia oltre ad un nugolo di giovani aspiranti attori che saranno provinati e, se meritevoli, inseriti nelle prossime rappresentazioni. La nascente Compagnia “Palcoscenico Napoletano” farà il suo esordio a fine anno con una commedia fra le più belle di Eduardo De Filippo, autore preferito del regista. Nel frattempo già sono ripresi i lavori di preparazione dello spettacolo.

IL MUSICAL DELL’ANNO A MONDRAGONE: “LA NAPOLI DEL BEATO LUDOVICO”

Lunedi 23 Giugno presso il campetto del Convento Francescano di Mondragone si è tenuto il Musical “La Napoli del beato Ludovico”, scritto e diretto da Pietro Ciriello, con le originali coreografie di Marcella e Valentina Panetta, la ritmica di Ergio e Beatrice Valente e i Vocal Coach Gerardo Valente e Patrizia Fagnoni. Il Musical è stato incentrato sulla figura di Ludovico da Casoria (interpretato da Raffaele Villoni), religioso napoletano dell’Ordine dei Frati Minori Alcantarini, che dedicò la sua vita al riscatto dei bambini africani tenuti in schiavitù, con lo scopo di donar loro una vita dignitosa, un’ educazione cristiana e una preparazione culturale tale da poterli inviare come missionari indigeni nel continente africano. Il frate fu proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993. Grande la soddisfazione da parte del regista Pietro Ciriello, che ha dichiarato: “Il 23 novembre 2014 ci sarà la canonizzazione di Ludovico da Casoria, che noi vogliamo ricordare come un simbolo importante per i giovani di oggi. L’idea è di padre Agostino Esposito che io ho ritenuto buona. Ringrazio frati minori di Napoli, ISIS di Mondragone, e le scuole medie Leonardo Da Vinci e Michelangelo Buonarroti, oltre che ai miei collaboratori”. Oltre 50 i partecipanti, tra attori, cantanti e ballerini. La preparazione è stata curata nei minimi particolari, bellissime le scenografie e le esibizioni dei giocolieri e artisti di strada, il risultato è stato ottimo. Commozione e grandi apprezzamenti da parte del pubblico presente.Tra gli interpreti principali: Marilena Lucignano, Raffaele Villoni, Mario Ciriello, Marianna Miniello, Elvira Nappo, Alessandro Ischiuto, Antonio Villano, Pasqua Arpino e Maria Grazia Pennino.Oltre ad essere un vero e proprio spettacolo, queste iniziative permettono ai giovani di avvicinarsi all’arte della musica, della recitazione e del ballo che rappresentano un’esemplare alternativa a interessi poco raccomandabili.

La RedazioneFoto a cura di Valentina Panetta

INCONTRO AD AVERSA PER SANT’ANTONIO

L’antico convento di S. Antonio e gli aversani sono da tempo un binomio inscindibile. Non si può comprendere a pieno la presenza dei frati francescani e la loro operosità a favore della comunità se la si disgiunge dal legame con il popolo. Padre Gianfranco, Padre Paolo e Padre Florindo, Frati Minori Conventuali: frati, perché fratelli di tutti; minori, perché vogliono essere umili e poveri come Cristo; conventuali, perché vivono in conventi che sono accanto alle case degli uomini, per condividere i problemi, le in-quietudini, le domande, le speranze della gente. Un cuore palpitante presente proprio al centro di quella che ad oggi, grazie al coraggio di giovani che hanno voluto investire le proprie capacità e la loro voglia di fare, è divenuto il cuore della movida aversana. Una duplice presenza dunque, ricca, fervorosa, e a volte anche rumorosa ma di quel rumore positivo che scuote gli animi e che vede le proprie potenzialità non nelle sue diver-sità apparenti ma nella sua unione, nella consa-pevolezza che entrambe sono realtà incomplete se disgiunte. L’ideale è essere compagni in questo itinerario in cui la ragione che investiga sul senso ultimo sa di cercare la qualità perfetta, la felicità e la sper-anza, unico binomio realistico dell’esperienza del quotidiano. Il mese di giugno è stato occa-sione di riflessione sulla figura di Sant’Antonio visto soprattutto come uomo di speranza, virtù che risponde all’aspirazione della felicità, come l’attesa che ispira ogni nostra attività. Impegno culturale e sociale manifestatosi anche mediante un recital dal titolo “Con Antonio in-contro la speranza”, organizzato dai membri dell’Ordine Francescano Secolare, dalla Gi.Fra. gioventù francescana e piccoli Araldini, che ha visto tutti raccolti negli spazi del Chiostro. Come ci esorta Papa Francesco la speranza non è ot-timismo ma ardente aspettativa «Non è facile capire cosa sia la speranza, la più umile delle virtù, una virtù rischiosa perché si nasconde nella vita».In foto: Scuola di Girolamo Tessari, Sant’Antonio predica ai pesci, 1518, Basilica di Sant’Antonio di Padova.

Arch. Rossella Bicco

di Fabio Russo

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22AGROGIUGLIANESE

a cura di Domenico Ciccarelli

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IL MARE (NON) BAGNA GIUGLIANO

Il mare non bagna Napoli è il titolo della raccolta di novelle del 1953 di Anna Maria Ortese, vagabonda d’Italia, che a Napoli ci ha vissuto per più di vent’anni e che la fece conoscere al grande pubblico, ma che le provocò anche l’ingiusta accusa di antinapoletanità. Accusa che la costrinse ad abbandonare fisicamente la città che tanto amava, per quanto il mare fosse davvero lontano dalla città che lei raccontava, e quel popolo che lei amava pensava che il suo grido di dolore e denuncia volesse solo denigrare la città e i napoletani. “Una miseria senza più forma, silenziosa come un ragno, disfaceva e rinnovava a modo suo quei miseri tessuti, invischiando sempre più gli strati minimi della plebe, che qui è regina. […] Qui, il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava.” (da “La città involontaria”). Anche a Giugliano c’è il mare, ma pare che nessuno lo possa vedere (la vista mare è impedita da un muro di chilometri che recinta il lidi di Licola e Varcaturo, anche se una delibera comunale ne ha ordinato l’abbattimento) e da più di 30 anni nessuno più lo possa ricordare. Giugliano, come la Napoli del dopoguerra, sembra non interessarsi alle sue bellezze naturali e, come in quella Napoli ancora distrutta dai bombardamenti, si arriva alla zona costiera e al mare attraversando chilometri di “bellezza” diroccata, dissestata, disordinata. Una bellezza totalmente anarchica. Il ritratto della città di Napoli che emerge dalle novelle della Ortese non lascia scampo, si tratta di un groviglio infernale di vicoli senza luce, bassifondi cittadini e bassifondi spirituali della gente che li abita (“larve” sono più volte definiti, neanche persone), una realtà inguardabile se non attraverso una patina onirica che cela l’orrore. Come l’orrore del popolo giuglianese che non si è mai importato di guardare oltre quel muro che celava la bruttezza di un mare inquinato, che batteva su una della più belle coste d’Italia, con una spiaggia da far invidia a quelle californiane, già teatro degli antichi

23IL MARE GIUGLIANESE TORNA BALNEABILE

di Francesco Parisifasti della Cuma greca e poi romana distante solo pochi chilometri da Licola. Già, perché da 30 anni quel mare del litorale giuglianese è dichiarato non balneabile, a causa del pessimo funzionamento che in tutti questi anni ha caratterizzato il depuratore di Cuma, grazie ad una gestione non professionale, a dipendenti dediti al malaffare, ad una capacità di depurare realmente le acque “sporche” dimensionata sulla popolazione di 30 anni fa. Solo che in tutti questi anni la popolazione, con i suoi prodotti di scarto, è aumentata a dismisura, al punto che il depuratore funziona, quando funziona, a riempimento, e quindi il liquame che non riesce a trattare viene sversato tale e quale in mare. Questa la situazione fino al 2009, quando una denuncia alla Procura della Repubblica – depositata da Trinchillo presidente provinciale FIPE e patron di uno dei lidi più importanti e quindi danneggiati del litorale, produce l’effetto positivo, quasi insperato e mai nemmeno immaginato da una popolazione (larvale) che dava per scontato che il depuratore non potesse funzionare. Infatti, a seguito della denuncia vengono sostituiti alcuni dipendenti del depuratore e fatto i necessari aggiustamenti affinché non continuasse più ad immettere almeno batteri inquinanti nel mare di Licola (e non solo). Di conseguenza dai controlli Arpac che vengono eseguiti entro dicembre di ogni anno risulta già dal 2010 che il mare è batteriologicamente sano. Dopo il lungo periodo di non balneabilità e per effetto della legge per la quale i comuni sono tenuti a fare controlli annuali entro il mese di maggio, cosa che a Giugliano non è stata fatta in questi 4 anni, finalmente la delibera del comune per la balneabilità arriva, appena 3 giorni dopo che il suddetto Presidente FIPE ha denunciato anche il comune per inadempienza. Si risolve in questo modo quel paradosso tutto nostrano che consentiva solo a metà della spiaggia del lido di Trinchillo (quella facente capo al comune di Castelvolturno) di essere attrezzata a ricevere i bagnati, mentre l’altra metà facente capo al comune di Giugliano non lo poteva essere. La buona notizia è arrivata: anche il litorale giuglianese è finalmente balneabile, si dovrebbero sbloccare così tutti i lidi che insistono sul lato sud di Varcaturo, grazie all’interessamento del cittadino Trinchillo, che ha dimostrato senso civico oltre che interesse imprenditoriale. Ma c’è da chiedersi se la buona notizia è veramente tale per tutti i bagnanti, o solo per i gestori dei lidi (che probabilmente in quel mare non si bagneranno mai) e del loro pur importante indotto economico, o se invece la vera buona notizia deve ancora arrivare: inaugurare depuratori di ultima generazione efficaci e in grado di depurare tutti gli sversamenti che da ormai troppo tempo danno un colore quantomeno sospetto al mare di Licola. Oggi quello che bagna Giugliano non sembra neanche mare. Sarebbe ora che la gente di qui lo pretendesse davvero il suo mare. Buona estate a tutti.

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GIUGNO GIOVANI: Se Maggio è stato il mese dedicato all’arte e alla cultura, il tema principe del Giugno made in Naples è quello della gioventù. Per promuovere il protagonismo giovanile nelle politiche di sviluppo culturale e turistico della città, il Giugno dei Giovani, per volontà dell’Assessorato ai giovani, creatività e innovazione, e dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo, diventa un appuntamento annuale, proprio come il Maggio dei monumenti. “Giugno Giovani è un insieme di eventi, progetti e percorsi che hanno come scopo quello di intrattenere, formare e valorizzare la gioventù napoletana.” ci illustra l’assessore Alessandra Clemente - “Gli eventi presenti nel calendario abbracciano ogni tema, dalla cultura allo sport,

dal divertimento alla responsabilità sociale, il tutto inserito in quella splendida cornice che è Napoli.”

“Giugno Giovani va in un’unica direzione: portare le Politiche Giovanili al centro dell’interesse istituzionale. In particolare abbiamo voluto rafforzare le linee ministeriali “Diritto al Futuro”: lavoro, impresa, accesso al credito; avviare percorsi formativi nei mestieri della comunicazione e valorizzare la creatività urbana. Non a caso la valorizzazione della creatività giovanile napoletana è l’obiettivo principale, volta soprattutto alla promozione dell’associazionismo giovanile, visto che ogni iniziativa è stata organizzata e promossa da giovani per i giovani. Altro punto fermo del programma è stato la presenza di numerosi corsi formativi che hanno toccato vari rami, dalla comunicazione all’impresa, dall’artigianato alla valorizzazione dei linguaggi visivi ed artistici, chiaro segno della volontà di formare e qualificare con professionalità ed entusiasmo i giovani napoletani. Il tutto senza dimenticare l’attrattiva principale, quella del divertimento, con eventi musicali entrati a far parte della movida napoletana.”Grande successo per l’UMF University Music Festival tenutosi all’Arenile di Bagnoli organizzato dalla comunità universitaria della Federico II: musica e cultura, tavole rotonde con docenti, professionisti e artisti internazionali. La gioventù non è solo sinonimo di studio e divertimento ma anche di responsabilità sociale e passione per la propria terra, infatti numerosi sono stati gli appuntamenti a sfondo sociale, che hanno visto numerosi giovani impegnarsi per la promozione di valori quali la legalità, l’integrazione e la tutela della diversità. Insomma il giugno napoletano ha visto i giovani protagonisti, che adesso potranno prendere spunto per non accontentarsi di un solo mese l’anno.

NAPOLI DEI GIOVANI

di Gaetano Bonelli

Dopo un lungo travaglio ed accese discussioni, adesso l’istituzione dell’area metropolitana è legge dello Stato. Una realtà che a dir il vero, come spesso avviene, prima che fosse sancita dal punto di vista legislativo, era in essere già da tempo sotto l’aspetto urbanistico e demografico. Quella di Napoli, con i suoi tre milioni e cinquecentomila abitanti, rappresenta dopo la Capitale, l’area metropolitana più grande d’Italia. Un primato che fa emergere in tutta la sua scottante e cruda realtà, le emergenze di carattere infrastrutturale alle quali si dovrà una volta e per tutte, far fronte. In tal senso, l’istituzione dell’area metropolitana, potrà rappresentare una risposta adeguata affinché si metta mano, grazie all’ausilio del nuovo assetto normativo ed istituzionale, alle incongruenze ed ai guasti commessi negli ultimi decenni. Occorre altresì tener conto che l’Italia è da sempre, il luogo dove sono nati ed hanno proliferato i Comuni, dove la logica localistica, lo spirito del campanile, ha avuto la sua importanza più che altrove per evidenti ragioni storiche, culturali e di carattere politico. Al fine di non generare un corpo che risulti essere estraneo dalla realtà e quindi non gradito, è fondamentale dar vita contestualmente all’aspetto burocratico, normativo ed istituzionale, necessario per predisporre le procedure in termini di operatività affinché il nuovo organismo Istituzionale passi alla fase attuativa, valorizzare tutte le peculiarità e le risorse culturali che rappresentano i motivi d’orgoglio delle varie comunità, che dovranno rappresentare il valore aggiunto, l’eccellenza e la vera ricchezza dell’area metropolitana tutta. In altri termini, sulla scorta e grazie all’esperienza patita all’indomani dell’adesione alla Comunità Europea, allorquando si è provveduto a realizzare l’Europa delle regole e della moneta, in luogo dell’Europa della Cultura, occorre almeno contestualmente porre l’accento sulle risorse culturali per dare un’anima al progetto di accorpamento che diversamente verrebbe visto come una mera fusione tendente a svilire ed a mortificare le nobili e millenarie preesistenze ed autonomie delle quali, a giusta ragione, ogni comunità si dice fiera e gelosa custode delle stesse. Così facendo, non si attuerà una riforma che suonerebbe come l’ennesima ingerenza calata dall’alto, ma si ottimizzeranno risorse e strategie, allo scopo di poter valorizzare finalmente l’ingente ed irripetibile patrimonio demo-etno–antropologico. Con l’istituzione della Città metropolitana, si dovrà in altri termini, saper andare al di là dei ristretti confini municipalistici, ragionare in maniera corale e sinergica. Non sarà più logico, pena il vanificare la nascita del nuovo organismo istituzionale, ingolfare la città di Napoli di centri operativi ed infrastrutture, che per logica di decongestione e di decentramento, dovranno al contrario sempre più essere trasferite nell’ambito della cinta urbana, affinché la stessa assuma un ruolo altro, possa trarre spunti per dar vita ad una riqualificazione e non sia più considerata area periferica. Puntare sulle matrici culturali, elemento straordinario di coagulo ed occasione ineguagliabile, affinché facendo leva su un sano orgoglio civico, si risvegli quel senso d’appartenenza che sembra essere sopito e s’inneschi un percorso nuovo che dia vita ad azioni vivifiche, grazie alle quali sarà possibile intraprendere la strada del riscatto e della rinascita di grosse aree urbane a torto neglette, e che al contrario, dovranno rappresentare il punto di forza, l’occasione irripetibile ed imperdibile, per poter riscrivere la storia di ambiti territoriali un tempo considerati di pregio, e che invece da troppi lustri sono sinonimo di degrado.

NAPOLI È CITTÀ METROPOLITANA

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PROVIAMOA RIFLETTERE

Dare una seconda possibilità a chi ha sbagliato, offrire nuove opportunità ed educare al bello ragazzi che avevano fatto una scelta di vita sbagliata. Questi sono gli scopi che hanno mosso l’associazione “Let’s Think” nella realizzazione di “Proviamo a riflettere”, 14° tappa del progetto itinerante “Oltre i Muri”. Il progetto consiste in un percorso formativo artistico rivolto ai minori a rischio di devianza, finalizzato alla socializzazione e alla formazione lavorativa. 5 minori sottoposti a procedimento penale, di età compresa tra i 14 e 21 anni, hanno realizzato numerose opere d’arte, esprimendo i loro sogni e sentimenti su tela, sotto la guida di Marco Matta, un giovane artista napoletano che davvero meriterebbe più attenzione.Dopo gli studi artistici, infatti, ha perfezionato le tecniche dell’incisione, della pittura murale e della fotografia, affiancando ad esse una produzione digitale. Sperimentatore appassionato di action painting si esibisce in performance con sottofondi musicali, collaborando con eventi e rassegne di arte contemporanea. Vive e lavora a Napoli, dove dedica studio e sperimentazione alla pittura e ai nuovi linguaggi creativi. “È stato un successo importante, i risultati si sono visti sia da un punto di vista artistico che sotto l’aspetto umano” - ci spiega il direttore artistico del progetto Marco Matta - “I ragazzi hanno imparato molto dai noi, così come noi da loro. Forse per la prima volta hanno capito cos’è davvero

la bellezza e che possono crearla nella loro vita. Attraverso l’arte hanno tirato fuori il meglio di se e vi posso assicurare che in molti hanno pensato che questi lavori fossero stati realizzati da artisti professionisti” Le opere sono state esposte durante l’evento finale del progetto, tenutosi il 19 Giugno presso il centro di giustizia minorile di Napoli. Il presidente dell’associazione Gianluca Di Maro ha spiegato le finalità del progetto e il percorso attraverso cui i ragazzi, guidati da educatori esperti, hanno trasformato le loro emozioni in arte. Intervenuta al convegno la dott.ssa Anna Caserta, dirigente CGM:”Vogliamo sostenere questo tipo di attività e vogliamo che gli adolescenti che per sbaglio sono entrati nel circuito penale, possano fare i percorsi di tutti gli adolescenti, avere le stesse opportunità. Forse attraverso questi progetti riusciremo a comunicare di più con i nostri adolescenti e a capire meglio le loro esigenze”.Presente anche la dot.ssa Vincenza Abbondanza, direttrice dell’U.S.S.M. (ufficio servizi sociali minorenni):“Ritengo che arrivare all’educazione e alla socializzazione attraverso il bello sia altrettanto dignitoso che arrivarci attraverso i corsi di ceramica o di pizzeria e tutto il resto, quindi credo che i ragazzi abbiano avuto l’opportunità, e spero che la cosa si possa rinnovare, per crescere dentro, per arricchirsi, infatti credo che poter godere del bello, delle bellezze, dell’arte sia altamente educativo”.

200mila euro per finanziare le migliori 10 idee imprenditoriali e un corso formativo per aspiranti imprenditori. Questa la risposta dell’amministrazione cittadina alla voglia dei giovani napoletani di mettersi in gioco. Un piccolo finanziamento a fondo perduto, o meglio “guadagnato”, come dice l’assessore Alessandra Clemente, messo a bando dal Comune e soprattutto Up to Youth, un percorso gratuito di accompagnamento rivolto a giovani con meno di 35 anni che vogliono realizzare la prpria idea di imprese. Il seminario è stato realizzato da Micro Lab, in collaborazione con Per micro, con l’Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli, Confartigianato e con il contributo di J.P.Morgan. Composto da tre lezioni, il percorso si rivolge a tutti i giovani napoletani che desiderano avviare un’attività d’impresa, ai quali viene offerta consulenza individuale e un accompagnamento professionale.La prima lezione, tenutasi il 18 Giugno, si concentra sull’avvio d’impresa, mentre tema centrale della seconda lezione è lo Start-up lab, tenutasi il 25 Giugno. Il percorso si è chiuso il 2 Luglio con la lezione “Credito per l’idea”.

NAPOLI: CORSI GRATUITI E FINANZIAMENTI PER ASPIRANTI IMPRENDITORI

di Gennaro Ciambriello

di Gennaro Ciambriello

Anna Caserta

Vincenza Abbondanza

Marco Matta

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Anche se l’associazione è nata nel 1988 con il nome di CENTRO OLIMPIA sotto la guida del prof. Cosimo Puzone, con lo scopo di poter dare agli alunni delle scuole elementari la possibilità di combattere i danni provocati dalla sedentarietà scolastica, migliorare la socializzazione, partecipare assiduamente allo sviluppo del dialogo educativo, attraverso esercitazioni Ludico – Sportive, che resero il Centro Olimpia unico nel suo genere rispettando integralmente i programmi e i regolamenti dettati dal CONI. A partire dal 1995, c’è la trasformazione del Centro Olimpia in Associazione Sportiva Dilettantistica “A.S.D. OLIMPIA” dove sarà prevalente l’aspetto agonistico della Pallavolo Maschile diretti dal presidente RAFFAELE PUZONE.Nel corso degli anni, la società ottiene con sacrificio e dedizione, ottimi risultati sia con la squadra maggiore che dal 2006 disputa il massimo campionato regionale come quello della serie “C”; sia con le giovanili portando i propri allievi in prima squadra.Nella stagione agonistica 2013/14, dopo tanti anni di sacrifici, la squadra guidata dal coach Sergio Calabrese e dal capitano Matteo Cicarelli, classificandosi al 2°posto con 58punti (21 vittorie e 3 sconfitte) conquista prima i play-off e poi la tanto attesa promozione nel campionato di SERIE “B2” NAZIONALE.

La soddisfazione più grande, afferma il presidente Raffaele Puzone, è stata quella di vedere i propri atleti, cresciuti nelle proprie giovanili, trionfare nel massimo campionato regionale attraverso superbe prestazioni, come quelle dell’opposto Sossio Del Prete (con una media di 20 punti a partita), del centrale Vincenzo Piccegna (decisivo nei momenti clou dei match), e sopratutto del libero Simone Piscopo che a soli 17 anni è stato eletto come miglior libero del girone. Lo scopo dell’”A.S.D. OLIMPIA” è quello di portare la pallavolo del nostro territorio, in pianta stabile, ad alti livelli nazionali e di aumentare in contemporanea i propri impegni nel sociale, cercando di sottrarre più ragazzi possibili dalle strade. Si ringrazia gli sponsor, per averci permesso di raggiungere un nostro scopo con la speranza che ci aiutino a raggiungere livelli sempre più elevati: ADR general contract; LA MAISON DE LA TENDA, DINAFLEX, ENFORMA functional center; MERLINO gas e carburanti; ECOCE; CONAD arzano;

La squadra:1°allenatore, SERGIO CALABRESE, 2°allenatore ANDREA PUZONE, palleggiatori: ANDREA MENNA – ROSARIO TESTA, schiacciatori: ANDREA DI GRAZIA – CICCARELLI MATTEO – PETRONE GIUSEPPE - GIOVANNI BOCCHINO – BRUNO PAGANO, centrali: VINCENZO PICCEGNA – FRANCESCO CECERE – CARMINE TESTA - opposti: SOSSIO DEL PRETE – GIACOMO DE VITO, liberi: FRANCESCO TAMBARO – SIMONE PISCOPO

CAMPIONATI CHE VERRANNO DISPUTATI NELL’ANNO SPORTIVO 2014/2015:SERIE “B2” NAZIONALE, SERIE “D” regionale1° DIVISIONE (femminile) 2° DIVISIONE (maschile)E TUTTE LE CATEGORIE GIOVANILI

Trascorsi oltre 6 mesi dal Decreto nulla è cambiato, nonostante le promesse delle autorità e l’invio dei militari. A testimoniarlo sono gli incessanti Roghi Tossici di Rifiuti Speciali documentati attraverso il portale www.laterradeifuochi.it. «Purtroppo la terra dei fuochi continua a bruciare! - scrive Angelo Ferrillo sul suo blog - Parliamo di un fenomeno criminale esteso che coinvolge maggiormente le province di Napoli e Caserta ma interessa anche il Vesuviano, l’Agro Nocerino-Sarnese, il Salernitano, l’Avellinese e il Beneventano. Vista l’inefficacia delle numerosissime denunce all’autorità giudiziaria e stanchi delle continue promesse, i residenti annunciano nuove mobilitazioni e minacciano scioperi fiscali. Bruciare rifiuti speciali a

scopo di smaltimento o riciclo illegale di metalli è una pratica criminale diffusa da tempo e si registra persino in altre regioni d’Italia di cui la Campania risulta la più colpita in assoluto.“Solo negli ultimi giorni -segnalandoli anche al 115- documentati dai residenti oltre una cinquantina di roghi dal fumo denso e nero che hanno appestato un’area estesa tra le province di Napoli e Caserta” spiega Angelo Ferrillo - Ciò senza contare quelli notturni difficilmente localizzabili e di cui si avverte esclusivamente il pesante fetore. È bene ribadire che i suddetti incendi non si riferiscono a Rifiuti Urbani prodotti nella abitazioni che pure esistono, bensì riguardano maggiormente scarti aziendali, imballaggi e simili prodotti da attività commerciali o piccole e medie imprese che operano a nero o in regime di elusione fiscale. Dai dati forniti dal Dipartimento Provinciale dei Vigili del Fuoco di Caserta e dal Dipartimento Provinciale ARPAC di Caserta si è evinto che oltre la metà dei rifiuti abbandonati è composta da rifiuti speciali per ben il 65%, pertanto è plausibile ipotizzare un maggiore coinvolgimento dello smaltimento dei rifiuti industriali piuttosto che quelli domestici. La proporzione tra rifiuti pericolosi e non pericolosi, invece ha portato a verificare che, mediamente, il 18% di rifiuti abbandonati è costituito da rifiuto pericoloso, mentre la rimanente parte è costituita da rifiuto non pericoloso. In Campania la pratica illegale degli incendi dei rifiuti deve essere contrastata con determinazione ed efficacia.

Questa la buona notizia confermata dalla Giornata di Studio Pandora tenutasi alla Città della Scienza il 25 giugno, organizzato da Task Force Pandora, il comitato scientifico volontario multidisciplinare, co-ordinato dalla dott.ssa Paola Dama, che si è offerto di raccogliere dati e stilare documenti sulla questione della Terra dei Fuochi.Nell’occasione si è trattato del tema, mostrando una visione globale dal punto di vista sociale, legale, med-ico, tecnico e scientifico con l’obiettivo di contrastare la dilagante disinformazione che ha danneggiato for-temente l’immagine del nostro territorio, deprimendo oltremodo anche le produzioni agricole.Si è ribadito che non c’è trasmigrazione tra terreni inquinati e prodotti agricoli: non c’è contiminazione! La speculazione e l’accanimento mediatico assulata-mente si. Sono intervenuti Il Dr. Antonio Lucisano del consorzio tutela mozzarella di bufala doc, il com-missario Mario De Biase, la polizia municipale di Ma-rano, i VVF (Vigili del fuoco) del comando provinciale di Caserta. Grazie a Pandora che ha potuto elaborare i dati forniti dai vvf, il sito PROMETEO, fermo al 2013, aggiornerà i dati al maggio del 2014. Un impegno

OLIMPIA VOLLEY ARZANO IN “B”UN SOGNO CHE SI REALIZZA

ANCORA ROGHI TOSSICI

I NOSTRI PRODOTTIAGRICOLI NON SONO CONTAMINATI

civico costante quello del comitato Pandora, che attraverso scienzati volontari e sinergie istituzionali vuole accelerare il processo di rinascita che ci ac-compagnerà nei prossimi anni.“In primis voglio ringra-ziare i relatori che donano con la loro competenza una informazione corretta e preziosa” spiega dott.ssa Paola Dama “Il percorso da fare è ancora lungo e pieno di ostacoli. Noi di Pandora non amiamo le polemiche ed i confronti personali, piuttosto non tol-leriamo il metodo superficiale e approssimativo che è stato usato fino a questo momento per affrontare questo problema. Il nostro gruppo vuole essere e rimanere superpartes ed indipendente mettendo a disposizione le proprie competenze.”

di Domenico Ciccarelli

di Domenico Ciccarelli

di Domenico Ciccarelli

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VIA EMILIA

NUOVA APERTURA

CORSO S.D’AMATOVIA A.C. CAMPANAVICO POZZOVIA MARCHESELLA

CORSO ITALIA

REPARTOGASTRONOMIA

REPARTOMACELLERIA

REPARTOORTOFRUTTA

CREDIT CARDE BANCOMAT

SOSTENITORE:

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SPAZIO AUTOGESTITO ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE

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SPAZIO AUTOGESTITOASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE

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SPAZIO AUTOGESTITO ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE

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SPAZIO AUTOGESTITO ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE

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36CULTURA

IL “MADE IN CASAPESENNA” SBARCA IN SARDEGNA CON IL PROGETTO DI DIANARCHITECTUREQuando si dice che il talento premia è opportuno crederci, e farlo in un periodo storico così travagliato che semina sulla strada professionale di giovani laureati sempre più ostacoli è una scelta acnor più coraggiosa e importante quanto difficile. E il talento questa volta lo troviamo nelle mura di Dianarchitecture, studio di progettazione e design di Casapesenna; il talento questa volta lo ritroviamo nelle firme dei due cugini Giuseppe e Costantino Diana che si sono aggiudicati il primo posto del “concorso di progettazione per lavori di costruzione di una scuola materna e di una scuola primaria ad Olbia”. Il concorso e stato indetto dall’Ordine degli Architetti-Pianificatori e Paesaggisti della provincia di Sassari e Olbia-Tempio e il suo obiettivo è fornire un concreto aiuto alla popolazione di Olbia, colpita dalla drammatica alluvione del 18/11/2013, promuovendo al contempo la qualità architettonica attraverso il concorso di idee quale mezzo di selezione del progetto.Etica ed Estetica da sempre costituiscono un binomio impeccabile che già presso gli antichi greci era considerato il fulcro della rinascita e dell’emancipazione di popoli e comunità. In questo progetto, a cui hanno concorso archittetti e progettisti di tutta Europa, ritroviamo questo binomio ed anche i due giovani architetti vincitori del premio si rendono presto conto del valore etico della loro progettazione e, con grande senso di responsabilità, dichiarano di essere “lusingati della vittoria per le due scuole, perché esse saranno il luogo in cui tanti bambini e ragazzi potranno usufruire di spazi adeguati per l’istruzione e le attività ludiche, soprattutto dopo l’alluvione che colpì la città di Olbia rendendo, tra le altre cose, inagibili diverse scuole della città”- inoltre aggiungono che- “il tema dell’istruzione è un punto nodale per il governo Italiano e di conseguenza la ricostruzione delle scuole pubbliche e il ripensamento dei suoi spazi deve essere un argomento centrale per l’Architettura di cui gli architetti dovranno farsi carico”.I due cugini- architetti Diana, entrambi 28enni, hanno risposto a numerosi concorsi nell’ambito della architettura nazionale e internazionale, aggiudicandosi posizioni e considerazioni notevoli ogni volta. Qualche anno fa sono stati ancora una volta vincitori del primo posto per un concorso indetto dalla città di Parete (Caserta) inerente la progettazione di chioschi luminosi come abbellimento della piazza. Ora, con questo loro ultimo successo, i due giovanissimi talenti si recheranno ad Olbia, in Sardegna, per ricevere la premiazione ufficiale che si terrà il prossimo 28 giugno.

Filomena Diana

Presso lo Stadio Comunale di Castel Volturno si è tenuto il quadrangolare di calcio della Riviera Domitia. L’evento organizzato dall’Associazione Riviera Domitia del Presidente Vincenzo Buffardi, in collaborazione con ASD Castel Volturno, è stato caratterizzato da una sequenza di attività sportive e culturali: sbandieratori, cantanti, guardie ambientali a cavallo, atleti ed artisti di ogni genere hanno fatto da cornice ad un evento che ormai è diventato un appuntamento fisso ed è giunto alla sua quinta edizione. La manifestazione è iniziata con un corteo partito da Piazza Annunziata per poi giungere al campo sportivo di Castel Volturno per il calcio d’inizio. Il Quadrangolare di calcio si e svolto nella massima correttezza ed ha visto, al cospetto di uno stadio gremito, la squadra di Castel Volturno aggiudicarsi il gradino più alto del podio di questo torneo. Tra i protagonisti da annoverare ci sono Marco Eboli, Dimitri Russo, Angelo Scalzone ed Alessandro Diana che hanno trascinato la squadra alla vittoria finale strappando cosi il trofeo ai detentori del Sessa Aurunca. L’evento ha segnato la rinascita definitiva, oltre che di Castel Volturno, soprattutto dello Stadio comunale, riaperto e sottratto ad anni di degrado . Gli sforzi profusi

durante il corso dell’anno hanno permesso la riapertura e la piena funzionalità della struttura. Questa manifestazione è servita ai cittadini di Castel Volturno per riappropriarsi di un pezzo di territorio , di viverlo in piena libertà. Grande merito va data, da un lato, al Presidente dell’ASD Castel Volturno Antonio Torrano che ha saputo trasmetterci l’entusiasmo e voglia di fare sport, dall’altro ai volontari che ho avuto il piacere di coordinare, che hanno agito solo nell’interesse del paese. Concludo invitando ancora una volta i giovani di Castel Volturno a combattere per liberare porzioni del territorio dal degrado e dalla sotto cultura e ciò e possibile solo “sporcandosi le mani” agendo in prima persona.Il 12 Settembre presso l’Hyppo Kampos Resort verrà organizzata, al cospetto di una serie di autorità istituzionali, la cerimonia di premiazione del quadrangolare.Valerio Boccone

RIAPRE LO STADIO RITORNA LO SPORT

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NAPOLI CALCIO

Il collezionismo è la più antica passione che l’uomo abbia coltivato dentro di sé. Nasce forse per caso e diventa spesso manifestazione di una vera e propria forma d’arte. E se il collezionista è un tifoso napoletano il fascino si raddoppia e la collezione diventa unica. Davide Morgera, professore d’inglese e giornalista, è innamoratissimo di qualsiasi discorso visivo che rappresenti il Napoli. Conserva intimamente i suoi cimeli storici e, col materiale che si ritrova, potrebbe invitare De Laurentiis ad inaugurare la creazione di un Museo del Calcio Napoli, anche perché la storia non è fatta solo di Coppe e Scudetti. Come e quando è nata la passione per il collezionismo? È nata con mio padre perché mi parlava del Napoli dei suoi tempi, quello dagli anni ’20 in poi, ed è lui che mi ha trasmesso la passione per il calcio dei pionieri. Inoltre io sono un amante e un cultore delle immagini e per questo conservo principalmente libri, foto, giornali e riviste. Qual è stato il primo cimelio di questa collezione? È un quaderno degli anni ’20 pagato pochissimo, dove è raffigurato anche Attila Sallustro. Mi sento spesso con suo figlio che oggi ha 75 anni. È molto rammaricato ed arrabbiato che lo stadio del Napoli non sia stato chiamato come il papà perché Sallustro è stato un idolo come Giuseppe Meazza a Milano. È stato un giocatore straordinario, giocava gratis in quanto era già ricco e non voleva essere pagato per giocare. L’unico regalo che ha avuto nella sua carriera è stata una macchina Balilla degli anni ’30 venendo premiato in tal modo per la fedeltà giurata al Napoli. Una grande gioia per un collezionista? Quando riesci a fare l’affare, girando fiere, mercatini, bancarelle. Tra le cose più belle che conservo ci sono le cartoline che spesso sono davvero introvabili. La partita più emozionante?Nel ’73 vidi la mia prima partita: Napoli-Juve, finì 2-0. Lì m’innamorai del San Paolo, dell’atmosfera, dei colori, dei cori, della maglia azzurra. La partita

più bella, invece, è stata quella dello scudetto, il 10 maggio ’87 ed eravamo tutti quanti lì, in un San Paolo stracolmo, tra lacrime di gioie e grandi emozioni. Altra partita che ricordo con grande felicità è quella di Stoccarda che sancì la vittoria della Coppa UEFA. Tra i brutti ricordi mi viene in mente quando siamo scesi in Serie B nel ’97, dopo essere stati dal 1965 fino a quel momento in Serie A. La stagione ‘85/86 finì in maniera molto simile a quella appena passata. Juve prima, Roma seconda, Napoli terza e Fiorentina, Inter e Torino in Coppa UEFA. L’anno successivo il Napoli vinse lo Scudetto… Credi nel destino? Probabilmente sì. C’è bisogno che la Juve scemi la sua prepotenza perché se si concentrassero di più sulla Champions League abbiamo più possibilità in campionato, soprattutto se manteniamo l’ossatura avuta in questa stagione anche se servono almeno 3 acquisti. Ci credo perché siamo sempre stati vicini al primo posto negli ultimi anni e quindi la possibilità c’è. Quindi, magari ci becchiamo il prossimo anno in qualche fontana a festeggiare e fare baldoria (ride ndr). Si sente fiero di essere italiano o rivendica l’orgoglio partenopeo? Metto prima l’orgoglio partenopeo. Sono nazionalista ma con moderazione perché per me il Napoli viene prima di tutto. Preferirei vedere un Napoli-Afghanistan anziché Italia-Brasile. Se l’Italia avesse vinto il Mondiale non sarei ugualmente sceso in piazza a festeggiare, ma magari avrei accompagnato mio figlio con la bandiera. Ad un eventuale scudetto, mi scatenerei sicuramente nonostante i 50 anni. Sono gioie che si assaporano poche volte nella vita e allora vanno vissute fino in fondo.

Fabio [email protected]

LA STORIA DEL NAPOLI CALCIO ATTRAVERSO LA PASSIONE DEL COLLEZIONISMO

Sono 12 i rappresentanti del Napoli al Mondiale; “ambasciatori” d’ogni parte del mondo che vivono l’esperienza in Brasile con la maglia della propria nazionale ma con la pelle tinta d’azzurro. La presenza massiccia dei “napoletani” al Campionato del Mondo significa che la squadra può vantare esperienza e qualità, gente di spessore che, già dal prossimo anno, non può accontentarsi di un terzo posto e di sbagliare perché, in Italia, ora conta vincere non solo più la Coppa. Reina ed Albiol per la Spagna, Fernandez ed Higuain per l’Argentina, Henrique padrone di casa col Brasile, la fascia destra della Colombia affidata a Zuniga, quella sinistra dell’Alegeria a Ghoulam, il centrocampo svizzero nelle mani di Inler, Behrami e Dzemail, Mertens per il Beglio ed Insigne con l’Italia. Insomma, Europa, America e Africa sono i continenti di cui gli Azzurri fanno parte e almeno 8 azzurri sono soliti partire titolari. Non tutti pero sono riusciti a superare il primo turno della fase a gironi. Reina e Albiol “indirettamente” coinvolti nel disastro spagnolo, senza mai giocare. Insigne è stato protagonista per uno squarcio di tempo del “dramma” contro la Costa Rica. Benissimo Mertens, Zuniga e gli argentini, soprattutto il Pipita che, con Messi, si trova alla grande. Anche Edu Vargas, di ritorno a Napoli dal prestito al Valencia, è in gran forma e spolvero. Il ritorno all’ombra del Vesuvio pare improbabile per volontà del giocatore anche se a Benitez piace e magari il cileno potrebbe convincersi a restare per crescere e sposare il progetto Napoli. L’innesto di almeno 3 acquisti di spessore è fondamentale per un definitivo salto di qualità. Occhio alla fase ad eliminazione diretta del Mondiale, soprattutto alle sudamericane che stanno “esponendo” in vetrina una gamma di buoni giocatori e giovani talenti; solita attenzione su campioni già affermati che fanno gola a chiunque. Comincia così la calda estate azzurra, tra Mondiale, mercato e la testa già ai preliminari di Champions League. Fabio Corsaro

MONDIALE, MERCATO E CHAMPIONS: COMINCIA LA CALDA ESTATE AZZURRA

La Redazione di Informare è vicina alla famiglia di

Ciro Esposito e si associa al messaggio dei familiari:

BASTA VIOLENZA!

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38IL DIRITTO FISCO NEWSDAL DENTISTA

RUBRICHE

COSTO DELLE CURE (2°PARTE)

Prediligere il mantenimento del rapporto con il proprio dentista di fiducia è sempre la cosa che nel tempo ripaga maggiormente, ma oggi sono presenti sul territorio nazionale anche una nuova famiglia di imprenditori, quelli della sanità. Cioè di soggetti investitori/speculatori che con-oscendo l’economia di settore investono con formule franchising per strutturare un ambu-latorio odontoiatrico che offra dei pacchetti di prestazioni, proponendo anche i finanziamenti. Naturalmente i pazienti più attenti subito rile-vano che l’aspetto prevalente è quello commer-ciale rispetto all’obiettivo che persegue il den-tista, la salute della bocca del proprio paziente.Pertanto, è certamente utile al mercato in gen-erale che ci sia un’offerta più ampia ma solo a condizione di rispettare gli obiettivi biologici che sono e devono restare il benessere del paziente.In ultimo non dimenticare che in tempi di magra esiste un’altra figura quella dell’abusivo.Quindi attenzione a non cadere nelle trappole messe bene a punto da chi solo per interesse economico si propone di curarvi non avendone le qualità e certificazioni, e mi riferisco a quelle persone che improvvisano nelle proprie abitazi-oni degli pseudo studi dentistici. Striscia la no-tizia insegna! Chi non conosce, perché non ha studiato certe patologie e le loro modalità di trasmissione, non potrà mai mettere in atto quanto la legge pre-vede per evitare la trasmissione da strumentario infetto, malattie come l’epatite B o ancor peggio l’epatite C .Non dimentichiamo che chi abusivamente prat-ica la professione è di fatto un truffatore, un im-broglione, in quanto millanta una qualifica che non ha , sottraendosi ai controlli amministrativi, che sono richiesti per rendere operativo uno studio dentistico, ed a quelli sull’idoneità degli ambienti che sulle attrezzature.In conclusione, proviamo a trovare un profes-sionista serio e qualificato a cui affidarci che certamente sarà disponibile ad un accordo economico chiaro, piuttosto che fare un salto nel vuoto, soggiacendo ai richiami di chi non ha come obiettivo la salute vostra e dei vostri cari, ma solo di riempire il proprio portafoglio.Restando a vostra disposizione per qualunque chiarimento, anche via mail, vi saluto.

dott. Carmelo Pulella [email protected]

RISCOSSIONE: I DEBITI EQUITALIA TROVANO NUOVE RATE

Con la pubblicazione in GU n. 143 del 23 giugno 2014 della legge di conversione n. 89 del Dl n. 66/2014 è diventata operativa la possibilità di attivare nuove rateazioni da parte dei debitori di Equitalia decaduti da precedenti piani di rientro. E’ stata, infatti, prevista la facoltà di presentare una nuova istanza di rateazione entro la fine di luglio, allo scopo di ottenere una dilazione di du-rata non superiore a 72 rate. Questa facoltà è concessa solo ai soggetti che, alla data del 22 giugno 2013, hanno perso il beneficio del ter-mine in precedenti rateazioni.

DURC NEGATIVO SOSPESO DALLA DOMANDA DI RATEAZIONEL’INPS apre la porta ai datori di lavoro in dif-ficoltà con il versamento dei contributi. Nel messaggio n. 5192 del 6 giugno 2014 è inter-venuto sulle regole della riscossione da parte dell’Istituto e, in particolare, sugli effetti del sis-tema del DURC interno in pendenza di dilazioni contributive. In caso di irregolarità contributiva che comporta l’assegnazione dei 15 giorni come preavviso per regolarizzare la posizione, la pre-sentazione della domanda di rateazione con-sente di sospendere l’elaborazione del DURC, fino al termine di definizione della domanda. Se la domanda di dilazione è già stata accolta il ter-mine per l’elaborazione del DURC interno slitta alla scadenza assegnata per il versamento della prima rata. Allo scadere di questi termini, sarà elaborato il DURC interno, positivo o negativo a seconda dei casi.

UNICO 2014: LE VERIFICHE DEI PROFESSIONISTINella determinazione del reddito professionale è necessario effettuare alcuni controlli ai fini della correttezza dei dati indicati. Tra questi: le spese per vitto o alloggio e per aggiornamento profes-sionale, i costi promiscui

INGIURIA, QUALCHE RIFLESSIONE.

Con una recente sentenza la Corte di Cassazione penale ha avuto modo di precisare i controni del reato di ingiuria, probabilmente una delle condotte maggiormente denunciate da noi italiani, che siamo un popolo, evidentemente, molto permaloso. In merito, i giudici di legittimità hanno chiarito che la sussistenza del reato di cui all’art. 594 c.p. Non va correlata esclusivamente al significato che le parole utilizzate hanno nel linguaggio comune, ma bisogna contestualizzarle. In altre parole la portata offensiva di una determinata espressione, per essere esclusa deve essere riferita al contesto nel quale è stata pronunciata. Difatti, ben può accadere che una parola che generalmente sarebbe offensiva, pronunciata in un determinato ambiente e in determinate condizioni, possa non integrare un reato. In effetti i criteri cui fare riferimento ai fini della configurabilità del reato sono da individuare sia nel contenuto della frase pronunziata dall’offensore che nel significato che le parole hanno nel linguaggio comune, prescindendo dalle intenzioni inespresse dell’imputato, come pure dalle sensazioni puramente soggettive che la frase può aver provocato nell’offeso, oltre che alle concrete circostanze in cui la frase viene pronunziata.Solo per dovere di cronaca si evidenzia che con la recente legge 67 del 2014, che ha apportato modifiche al processo penale, il Governo è stato delegato a depenalizzare una serie di norme incriminatrici tra cui proprio il reato di ingiuria, che diventerà quindi sanzione amministrativa.

Fabio Russo

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