06 15 rassegna stampa fisac dal 2 feb al 8 feb

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Rassegna stampa settimanale n. 6/2015 ____________________________ Dal 2 febbraio 2015 Al 8 febbraio 2015 A cura del Dipartimento Comunicazione (C.Hoffmann – V.Vitale)

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  • Rassegna stampa settimanale

    n. 6/2015 ____________________________

    Dal 2 febbraio 2015 Al 8 febbraio 2015

    A cura del Dipartimento Comunicazione (C.Hoffmann V.Vitale)

  • BANCHE

  • 6 CORRIERECONOMIA LUNED 2 FEBBRAIO 2015

    Azionisti Tra i soci, il re della carne Cremonini e il figlio del Drake, Piero Ferrari. I panettoni di Bauli e la pasta dei Rana, il vino di Bolla e gli Zoppas

    Banche Ecco chi comander nelle nuove popolari Dal calciatore Roberto Bettega a una lunga lista di industriali (talvolta gi quotati). E molti la pensano come Bazoli

    R oberto Bettega socio diVeneto Banca. Lex calciato-re della Juventus e della na-zionale prese addirittura laparola nel corso dellultima assem-blea aprile 2014 in difesa dellospirito popolare e cooperativo. Nonsar un socio forte, ma un gruzzo-letto di quanto guadagnato da ala si-nistra sui campi di calcio di tutto ilmondo finito anche a rinforzare ilpatrimonio della banca presiedutada Francesco Favotto. Bobby-gol non lunico personaggio pubblico adaver investito nel credito popolare.Ci sono, oltre ai calciatori, molti per-sonaggi dellimprenditoria naziona-le e ora, tutti questi soci importanti,sono i potenziali candidati a un ruolodiverso, di maggior rilievo. Le popo-lari chiamate a trasformarsi in socie-t per azioni dal decreto Renzi cerca-no nuovi padroni, soci forti magarida riunire in un nocciolo duro chesalvaguardi identit e tradizione. Lecandidature sono aperte, i nomi non tutti, ma tanti eccoli qua.

    Nel VenetoA far compagnia a Bettega in Ve-

    neto Banca ci sono, ad esempio, icomponenti della famiglia Stefanel,una delle grandi protagoniste del-lindustria italiana dellabbigliamen-to. Ma c anche lindustriale calzatu-riero Andrea Tomat (Lotto, Diadora,Stonefly), gi presidente degli indu-striali del Veneto, Enrico Marchi eAndrea De Vido della Finint, Finan-ziaria internazionale, la famiglia vi-centina Amenduni Gresele, attivanel mondo dellacciaio. AlessandroVardanega della Cotto Possagno vicepresidente e anima del nuovocorso, mentre nel cda si trovano co-gnomi notissimi del mondo del vino,come quello di Pierluigi Bolla o del-lindustria degli elettrodomestici(Matteo Zoppas).

    Molti degli industriali citati sonosoci anche della Popolare di Vicenza,contigua per territorio. Tra di loro vi la famiglia Amenduni Gresele, an-che se nel tempo ha diminuito la

    propria quota di partecipazione edEnrico Marchi, che con la Save chepresiede la societ di gestionedellAeroporto di Venezia in affa-ri con listituto berico. Tra i 117 milasoci della Vicenza, oltre alla famigliadel presidente Zonin, anche RobertoZuccato, attuale presidente degli In-dustriali del Veneto. Vengono poi se-gnalati il re delle scarpe femminili

    dalta moda, Ren Caovilla, il presi-dente della Cattolica assicurazioniPaolo Bedoni, la famiglia di PiladeRiello, tra i big del riscaldamento alivello nazionale e Giovanni Betta-nin, industriale delle macchine per ilmovimento della terra, con il mar-chio Fai, oggi Fai Komatsu.

    Poco lontano, a Verona, il BancoPopolare raccoglie soci storici della Popolare di Novara (il re del gorgon-zola Igor Leonardi, quelli delle rubi-netterie Umberto e Gian Luca Gessi,i signori delle valvole, Renzo e Ro-berto Cimberio) e della Popolare diLodi (famiglia Zucchetti, softwareper ufficio) e li unisce al variegatopanorama scaligero. Non solo la fa-

    miglia del presidente Carlo FrattaPasini tra i soci storici della Popola-re di Verona, ma si trovano, al suofianco, i Bauli, Giovanni e Gian LucaRana, i Veronesi dei mangimi e i Ve-ronesi della calze, la famiglia Fedri-goni (cartiera) e la Fondazione Cari-verona (grande socia di Unicredit),anche con il suo presidente, PaoloBiasi, oltre alla famiglia dellex sin-

    daco Paolo Zanotto, figlio dellex pre-sidente della Popolare, Giorgio.

    La vocazione imprenditoriale del-le banche popolari viene confermatatra Bergamo e Brescia, dove Ubi seha alcuni investitori internazionalinel proprio capitale (Silcester con il4,903 per cento) dopo aver avuto per prima in Italia i fondi diBlackRock, ha oggi la Fondazione CrCuneo al 2,278 per cento e numero-sissimi soci privati sotto il 2 per cen-to. A Brescia tra i primi azionisti del-la banca ci sono le famiglie Folonari,imprenditori del vino e Gusalli Be-retta, industriali delle armi; a Berga-mo lex presidente Emilio Zanetti.

    Tra cuore e mercatoDal Veneto alla Lombardia, ma il

    meccanismo il medesimo anche inEmilia-Romagna. Dove la Bper cala-mita nel proprio azionariato alcuninomi famosissimi a ogni latitudine,come il re della carne Luigi Cremoni-ni e Piero Ferrari, il figlio del Drake,fondatore della casa automobilisticapi celebrata, amata e invidiata delmondo. Con loro, tra gli azionisti pe-santi della banca guidata da Ales-sandro Verdelli c anche il vicepresi-dente Alberto Marri, della famigliache ha vissuto felicemente pi av-venture imprenditoriali, dal maglifi-cio GinMar fino alla Delta gas.

    Quel che risulta singolare chemolti di questi capitani dazienda,avvezzi al mondo della finanza inter-nazionale, cresciuti a pane e cda,mantengano un legame con le ban-che dorigine. Forse per convenienza,forse per opportunit. Di sicuro capidi aziende quotate sono soci di lungocorso di medie realt creditizie. An-che per loro per qualcosa sta percambiare. Il decreto Renzi di riordi-no del settore delle popolari imponela trasformazione dei pi grandi traquesti istituti in Spa. Per i soci nonsar un gran problema e per il setto-re, come ha evidenziato GiovanniBazoli gioved scorso, una grande oc-casione di riforma. Molti la pensanocome il presidente di Intesa.

    @Righist RIPRODUZIONE RISERVATA

    Dare e avere Londa lunga della crisi continua a produrre effetti. Cedole in calo (per tutti). Francoforte chiede profonda pulizia dei bilanci

    Arrivano i conti del 2014, resta di moda il rossoLa prossima settimana si riuniscono i cda. Ma la Bce stata chiarissima: nessun dividendo senza prima lutileE nei casi di avanzi di gestione va privilegiato il rafforzamento del patrimonio. Il peso delle sofferenze sui bilanci

    S econdo alcuni espertidella Milano fashionweek, il colore di mag-gior tendenza, in questo me-se di febbraio, sar il rosso.Soprattutto nei bilanci dellebanche.

    Il 2014 da poco conclusosi annuncia essere lennesi-mo anno difficile per il siste-ma creditizio italiano e a far-ne le spese saranno tuttequelle banche che, nel pas-sato pi o meno recente,hanno creduto di poter vive-re a dispetto della rivoluzio-ne in corso. Se prima i contisi potevano in qualche mo-do accomodare, oggi la Ban-ca centrale europea parla unaltro linguaggio e non tuttihanno dimostrato di essere cos pratici con le linguestraniere. Soprattutto taluninon hanno afferrato pertempo il fatto che la Bce diMario Draghi ha rivisto la valutazione degli attivi e leloro coperture.

    Se prima un prestito perlacquisto di un immobile,

    garantito da una adeguatagaranzia ipotecaria, era con-siderato una posta sicurae tranquilla, oggi non pi cos. Gli immobili pesa-no, a chi li compera e a chi lifinanza, oggi molto pi di untempo. Soprattutto perchla Bce considera molto pirilevante, rispetto alle ga-ranzie offerte (lipoteca, ap-punto) i flussi di cassa che ilsottoscrittore del debito ingrado di garantire nel tem-po.

    A questo punto, i bilancidelle banche italiane, so-prattutto di quelle pi lentea comprendere, sono tuttida riscrivere. O quasi. Leprincipali poste vanno infat-ti ponderate alla luce dellenuove linee direttive voluteda Francoforte e ne avremoevidenza dalla prossima set-timana, quando i primi isti-tuti riuniranno il consigliodi amministrazione permettere nero su bianco lachiusura dei bilanci.

    Inizia dunque lultima

    settimana di attesa, poi siproceder a passo di carica.Tra le prime a iniziare sarla Banca Popolare di Vicen-za, che proprio il 10 prima

    analizzer i conti che an-dranno a chiudere lanno2014 e nello stesso giornoriunir gli obbligazionistiper lapprovazione, scontata

    e dovuta, del rimborso anti-cipato del bond da 253 mi-lioni di euro, che verr an-che convertito in azioni.

    Sono giorni estremamen-

    te complessi per tutte lebanche popolari italiane, al-le prese con conti poco sod-disfacenti e una battaglia politico legale volta a smus-sare le (presunte) asperitdel decreto Renzi di riordinodel settore.

    Gli impegni e le garanzieimmobiliari detenute in por-tafoglio rischiano di pesarea bilancio pi di soldi persi.E per alcuni si prospettanobilanci pesantissimi, concentinaia di milioni di perdi-ta, fatto salvo il maquillagedellultimo momento. Ma lebanche e i banchieri sitrovano come non mai conle spalle al muro. Il settoresta procedendo a una rior-ganizzazione interna, comeevidenziato dalla tabella diquesta pagina, con il sacrifi-cio di 53 mila uscite dal lavo-ro e la chiusura di oltre 4 mi-la sportelli in pochi anni.

    Ma la crisi pi velocedelle azioni del manage-ment, che stavolta non sta-to in grado di anticipare le

    tendenze in corso. E gli azio-nisti, dal canto loro, se in al-cuni casi potranno trarregiovamento dalla trasfor-mazione in societ per azio-ni della vecchia popolare,nel breve periodo dovrannofare i conti con una cedolache difficilmente dar, se cisar, le soddisfazioni delpassato.

    Le indicazioni messe nerosu bianco la scorsa settima-na dalla Bce e dalla BancadItalia sono chiare: lutiledesercizio quando matura deve essere destinato invia prioritaria al rafforza-mento del patrimonio e solosuccessivamente a remune-rare linvestimento dei soci.Con queste prerogative, nonci sono molti margini di ma-novra. Qualcuno ha gimesso le mani avanti. La si-tuazione seria, urgono ri-medi concreti, non campa-gne populiste. Certo, comerappresentato in tabella,pu accadere che chi mag-giormente finanziato leco-nomia reale, incrementandogli impieghi negli anni dellacrisi, si trovi alla fine pena-lizzato rispetto ad altri. Ve-ro. Ma le regole erano chiarein anticipo.

    S. RIG. RIPRODUZIONE RISERVATA

    La riforma della struttura cooperativaLe mosse e i protagonisti

    Credito

    Tra i grandi nomi, Gusalli Beretta (Ubi) eil re delle scarpe dalta moda, Ren Caovilla

    B. Popolare

    B. Pop. E. Romagna

    B. Pop. Milano

    B. Pop. Sondrio

    B. Pop. Vicenza

    Carige

    Credito Emiliano

    Credito Valtellinese

    Intesa Sanpaolo

    Monte dei Paschi

    Ubi

    Unicredit

    Veneto Banca

    MEDIA/TOTALI

    1.183

    631

    713

    26

    30

    -814

    463

    50

    10.897

    -2.111

    1.761

    8.747

    24

    Eccedenza/carenza

    nale dopo rafforzamento

    -8,8%

    -2,6%

    -6,2%

    12,7%

    9,0%

    2,3%

    5,6%

    -8,2%

    -9,3%

    -15,9%

    -13,2%

    -12,8%

    -4,0%

    -10,3%

    Crescitaimpieghi

    2010/2013

    13,3%

    11,0%

    11,2%

    10,0%

    11,6%

    9,9%

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    13,5%

    12,7%

    10,6%

    10,5%

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    CET1 %pro-formasu ultime

    informazioni

    IL CONFRONTO Gli sportelli italiani durante la crisi

    Font

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    Sportelli

    -161

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    24

    5

    -20

    -2

    -1.474

    -597

    -222

    -1.852

    -15

    -4.406

    Var. ass.

    -7,6%

    -0,7%

    -14,6%

    9,9%

    3,8%

    0,7%

    -3,6%

    -0,4%

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    -20,2%

    -11,7%

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    Var. %

    Dipendentipuntuali

    -2.262

    -536

    -618

    103

    -96

    -208

    167

    -168

    -12.016

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    -31.432

    -462

    -53.008

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    -4,4%

    -7,4%

    3,5%

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    DI STEFANO RIGHI

    La riforma del settoreporta a ricercarenuovi equilibrinellazionariato

    1 Sistema T2S

    Bnp fa pokerAccordosui pagamenti

    L e popolari razionalizzano.Veneto Banca, Popolaredi Vicenza e le pi piccole Po-polare dellAlto Adige e Ban-co di Credito Popolare hannoraggiunto un accordo conBnp Paribas securities servi-ces sui servizi di custodia epost-trade. Bnp Paribas se-curities services bracciooperativo del colosso france-se del credito, rappresentatoin Italia da Fabio Gallia (nel-la foto) fornir alle quattrobanche una serie di serviziche includono il regolamentoe la custodia in vista del pas-

    s a g g i odellItaliaalla nuo-va piat-t a f o r m aelettroni-c a c e n -tralizzata

    di regolamento delle transa-zioni in titoli Target 2 secu-rities (T2S), prevista pergiugno. T2S un sistema diregolamento armonizzato alivello paneuropeo per facili-tare il regolamento dei paga-menti cross border. Per con-nettersi direttamente a T2Sle banche devono effettuareinvestimenti significativi siadal punto di vista dei sistemiinformatici sia sulla strutturaorganizzativa. Le quattro po-polari hanno bypassatolostacolo trovando un accor-do con i francesi.

    S. RIG. RIPRODUZIONE RISERVATA

  • 6 CORRIERECONOMIA LUNED 2 FEBBRAIO 2015

    Azionisti Tra i soci, il re della carne Cremonini e il figlio del Drake, Piero Ferrari. I panettoni di Bauli e la pasta dei Rana, il vino di Bolla e gli Zoppas

    Banche Ecco chi comander nelle nuove popolari Dal calciatore Roberto Bettega a una lunga lista di industriali (talvolta gi quotati). E molti la pensano come Bazoli

    R oberto Bettega socio diVeneto Banca. Lex calciato-re della Juventus e della na-zionale prese addirittura laparola nel corso dellultima assem-blea aprile 2014 in difesa dellospirito popolare e cooperativo. Nonsar un socio forte, ma un gruzzo-letto di quanto guadagnato da ala si-nistra sui campi di calcio di tutto ilmondo finito anche a rinforzare ilpatrimonio della banca presiedutada Francesco Favotto. Bobby-gol non lunico personaggio pubblico adaver investito nel credito popolare.Ci sono, oltre ai calciatori, molti per-sonaggi dellimprenditoria naziona-le e ora, tutti questi soci importanti,sono i potenziali candidati a un ruolodiverso, di maggior rilievo. Le popo-lari chiamate a trasformarsi in socie-t per azioni dal decreto Renzi cerca-no nuovi padroni, soci forti magarida riunire in un nocciolo duro chesalvaguardi identit e tradizione. Lecandidature sono aperte, i nomi non tutti, ma tanti eccoli qua.

    Nel VenetoA far compagnia a Bettega in Ve-

    neto Banca ci sono, ad esempio, icomponenti della famiglia Stefanel,una delle grandi protagoniste del-lindustria italiana dellabbigliamen-to. Ma c anche lindustriale calzatu-riero Andrea Tomat (Lotto, Diadora,Stonefly), gi presidente degli indu-striali del Veneto, Enrico Marchi eAndrea De Vido della Finint, Finan-ziaria internazionale, la famiglia vi-centina Amenduni Gresele, attivanel mondo dellacciaio. AlessandroVardanega della Cotto Possagno vicepresidente e anima del nuovocorso, mentre nel cda si trovano co-gnomi notissimi del mondo del vino,come quello di Pierluigi Bolla o del-lindustria degli elettrodomestici(Matteo Zoppas).

    Molti degli industriali citati sonosoci anche della Popolare di Vicenza,contigua per territorio. Tra di loro vi la famiglia Amenduni Gresele, an-che se nel tempo ha diminuito la

    propria quota di partecipazione edEnrico Marchi, che con la Save chepresiede la societ di gestionedellAeroporto di Venezia in affa-ri con listituto berico. Tra i 117 milasoci della Vicenza, oltre alla famigliadel presidente Zonin, anche RobertoZuccato, attuale presidente degli In-dustriali del Veneto. Vengono poi se-gnalati il re delle scarpe femminili

    dalta moda, Ren Caovilla, il presi-dente della Cattolica assicurazioniPaolo Bedoni, la famiglia di PiladeRiello, tra i big del riscaldamento alivello nazionale e Giovanni Betta-nin, industriale delle macchine per ilmovimento della terra, con il mar-chio Fai, oggi Fai Komatsu.

    Poco lontano, a Verona, il BancoPopolare raccoglie soci storici della Popolare di Novara (il re del gorgon-zola Igor Leonardi, quelli delle rubi-netterie Umberto e Gian Luca Gessi,i signori delle valvole, Renzo e Ro-berto Cimberio) e della Popolare diLodi (famiglia Zucchetti, softwareper ufficio) e li unisce al variegatopanorama scaligero. Non solo la fa-

    miglia del presidente Carlo FrattaPasini tra i soci storici della Popola-re di Verona, ma si trovano, al suofianco, i Bauli, Giovanni e Gian LucaRana, i Veronesi dei mangimi e i Ve-ronesi della calze, la famiglia Fedri-goni (cartiera) e la Fondazione Cari-verona (grande socia di Unicredit),anche con il suo presidente, PaoloBiasi, oltre alla famiglia dellex sin-

    daco Paolo Zanotto, figlio dellex pre-sidente della Popolare, Giorgio.

    La vocazione imprenditoriale del-le banche popolari viene confermatatra Bergamo e Brescia, dove Ubi seha alcuni investitori internazionalinel proprio capitale (Silcester con il4,903 per cento) dopo aver avuto per prima in Italia i fondi diBlackRock, ha oggi la Fondazione CrCuneo al 2,278 per cento e numero-sissimi soci privati sotto il 2 per cen-to. A Brescia tra i primi azionisti del-la banca ci sono le famiglie Folonari,imprenditori del vino e Gusalli Be-retta, industriali delle armi; a Berga-mo lex presidente Emilio Zanetti.

    Tra cuore e mercatoDal Veneto alla Lombardia, ma il

    meccanismo il medesimo anche inEmilia-Romagna. Dove la Bper cala-mita nel proprio azionariato alcuninomi famosissimi a ogni latitudine,come il re della carne Luigi Cremoni-ni e Piero Ferrari, il figlio del Drake,fondatore della casa automobilisticapi celebrata, amata e invidiata delmondo. Con loro, tra gli azionisti pe-santi della banca guidata da Ales-sandro Verdelli c anche il vicepresi-dente Alberto Marri, della famigliache ha vissuto felicemente pi av-venture imprenditoriali, dal maglifi-cio GinMar fino alla Delta gas.

    Quel che risulta singolare chemolti di questi capitani dazienda,avvezzi al mondo della finanza inter-nazionale, cresciuti a pane e cda,mantengano un legame con le ban-che dorigine. Forse per convenienza,forse per opportunit. Di sicuro capidi aziende quotate sono soci di lungocorso di medie realt creditizie. An-che per loro per qualcosa sta percambiare. Il decreto Renzi di riordi-no del settore delle popolari imponela trasformazione dei pi grandi traquesti istituti in Spa. Per i soci nonsar un gran problema e per il setto-re, come ha evidenziato GiovanniBazoli gioved scorso, una grande oc-casione di riforma. Molti la pensanocome il presidente di Intesa.

    @Righist RIPRODUZIONE RISERVATA

    Dare e avere Londa lunga della crisi continua a produrre effetti. Cedole in calo (per tutti). Francoforte chiede profonda pulizia dei bilanci

    Arrivano i conti del 2014, resta di moda il rossoLa prossima settimana si riuniscono i cda. Ma la Bce stata chiarissima: nessun dividendo senza prima lutileE nei casi di avanzi di gestione va privilegiato il rafforzamento del patrimonio. Il peso delle sofferenze sui bilanci

    S econdo alcuni espertidella Milano fashionweek, il colore di mag-gior tendenza, in questo me-se di febbraio, sar il rosso.Soprattutto nei bilanci dellebanche.

    Il 2014 da poco conclusosi annuncia essere lennesi-mo anno difficile per il siste-ma creditizio italiano e a far-ne le spese saranno tuttequelle banche che, nel pas-sato pi o meno recente,hanno creduto di poter vive-re a dispetto della rivoluzio-ne in corso. Se prima i contisi potevano in qualche mo-do accomodare, oggi la Ban-ca centrale europea parla unaltro linguaggio e non tuttihanno dimostrato di essere cos pratici con le linguestraniere. Soprattutto taluninon hanno afferrato pertempo il fatto che la Bce diMario Draghi ha rivisto la valutazione degli attivi e leloro coperture.

    Se prima un prestito perlacquisto di un immobile,

    garantito da una adeguatagaranzia ipotecaria, era con-siderato una posta sicurae tranquilla, oggi non pi cos. Gli immobili pesa-no, a chi li compera e a chi lifinanza, oggi molto pi di untempo. Soprattutto perchla Bce considera molto pirilevante, rispetto alle ga-ranzie offerte (lipoteca, ap-punto) i flussi di cassa che ilsottoscrittore del debito ingrado di garantire nel tem-po.

    A questo punto, i bilancidelle banche italiane, so-prattutto di quelle pi lentea comprendere, sono tuttida riscrivere. O quasi. Leprincipali poste vanno infat-ti ponderate alla luce dellenuove linee direttive voluteda Francoforte e ne avremoevidenza dalla prossima set-timana, quando i primi isti-tuti riuniranno il consigliodi amministrazione permettere nero su bianco lachiusura dei bilanci.

    Inizia dunque lultima

    settimana di attesa, poi siproceder a passo di carica.Tra le prime a iniziare sarla Banca Popolare di Vicen-za, che proprio il 10 prima

    analizzer i conti che an-dranno a chiudere lanno2014 e nello stesso giornoriunir gli obbligazionistiper lapprovazione, scontata

    e dovuta, del rimborso anti-cipato del bond da 253 mi-lioni di euro, che verr an-che convertito in azioni.

    Sono giorni estremamen-

    te complessi per tutte lebanche popolari italiane, al-le prese con conti poco sod-disfacenti e una battaglia politico legale volta a smus-sare le (presunte) asperitdel decreto Renzi di riordinodel settore.

    Gli impegni e le garanzieimmobiliari detenute in por-tafoglio rischiano di pesarea bilancio pi di soldi persi.E per alcuni si prospettanobilanci pesantissimi, concentinaia di milioni di perdi-ta, fatto salvo il maquillagedellultimo momento. Ma lebanche e i banchieri sitrovano come non mai conle spalle al muro. Il settoresta procedendo a una rior-ganizzazione interna, comeevidenziato dalla tabella diquesta pagina, con il sacrifi-cio di 53 mila uscite dal lavo-ro e la chiusura di oltre 4 mi-la sportelli in pochi anni.

    Ma la crisi pi velocedelle azioni del manage-ment, che stavolta non sta-to in grado di anticipare le

    tendenze in corso. E gli azio-nisti, dal canto loro, se in al-cuni casi potranno trarregiovamento dalla trasfor-mazione in societ per azio-ni della vecchia popolare,nel breve periodo dovrannofare i conti con una cedolache difficilmente dar, se cisar, le soddisfazioni delpassato.

    Le indicazioni messe nerosu bianco la scorsa settima-na dalla Bce e dalla BancadItalia sono chiare: lutiledesercizio quando matura deve essere destinato invia prioritaria al rafforza-mento del patrimonio e solosuccessivamente a remune-rare linvestimento dei soci.Con queste prerogative, nonci sono molti margini di ma-novra. Qualcuno ha gimesso le mani avanti. La si-tuazione seria, urgono ri-medi concreti, non campa-gne populiste. Certo, comerappresentato in tabella,pu accadere che chi mag-giormente finanziato leco-nomia reale, incrementandogli impieghi negli anni dellacrisi, si trovi alla fine pena-lizzato rispetto ad altri. Ve-ro. Ma le regole erano chiarein anticipo.

    S. RIG. RIPRODUZIONE RISERVATA

    La riforma della struttura cooperativaLe mosse e i protagonisti

    Credito

    Tra i grandi nomi, Gusalli Beretta (Ubi) eil re delle scarpe dalta moda, Ren Caovilla

    B. Popolare

    B. Pop. E. Romagna

    B. Pop. Milano

    B. Pop. Sondrio

    B. Pop. Vicenza

    Carige

    Credito Emiliano

    Credito Valtellinese

    Intesa Sanpaolo

    Monte dei Paschi

    Ubi

    Unicredit

    Veneto Banca

    MEDIA/TOTALI

    1.183

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    1.761

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    Eccedenza/carenza

    nale dopo rafforzamento

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    Crescitaimpieghi

    2010/2013

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    CET1 %pro-formasu ultime

    informazioni

    IL CONFRONTO Gli sportelli italiani durante la crisi

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    9,9%

    3,8%

    0,7%

    -3,6%

    -0,4%

    -19,8%

    -20,2%

    -11,7%

    -19,3%

    -2,6%

    Var. %

    Dipendentipuntuali

    -2.262

    -536

    -618

    103

    -96

    -208

    167

    -168

    -12.016

    -4.314

    -1.166

    -31.432

    -462

    -53.008

    Var. ass.

    -11,3%

    -4,4%

    -7,4%

    3,5%

    -1,7%

    -3,5%

    3,0%

    -3,7%

    -11,8%

    -13,6%

    -5,9%

    -19,4%

    -7,5%

    -13,7%

    Var. %

    DI STEFANO RIGHI

    La riforma del settoreporta a ricercarenuovi equilibrinellazionariato

    1 Sistema T2S

    Bnp fa pokerAccordosui pagamenti

    L e popolari razionalizzano.Veneto Banca, Popolaredi Vicenza e le pi piccole Po-polare dellAlto Adige e Ban-co di Credito Popolare hannoraggiunto un accordo conBnp Paribas securities servi-ces sui servizi di custodia epost-trade. Bnp Paribas se-curities services bracciooperativo del colosso france-se del credito, rappresentatoin Italia da Fabio Gallia (nel-la foto) fornir alle quattrobanche una serie di serviziche includono il regolamentoe la custodia in vista del pas-

    s a g g i odellItaliaalla nuo-va piat-t a f o r m aelettroni-c a c e n -tralizzata

    di regolamento delle transa-zioni in titoli Target 2 secu-rities (T2S), prevista pergiugno. T2S un sistema diregolamento armonizzato alivello paneuropeo per facili-tare il regolamento dei paga-menti cross border. Per con-nettersi direttamente a T2Sle banche devono effettuareinvestimenti significativi siadal punto di vista dei sistemiinformatici sia sulla strutturaorganizzativa. Le quattro po-polari hanno bypassatolostacolo trovando un accor-do con i francesi.

    S. RIG. RIPRODUZIONE RISERVATA

  • 8 CORRIERECONOMIA LUNED 2 FEBBRAIO 2015

    FinanzaIl personaggio, le strategie

    In copertina

    Authority Dopo il misterioso ricambio alla direzione generale con la nomina di Apponi

    Consob Lo zar Vegas nel suo fortino difeso dalle amicizie trasversaliDue commissari mai nominati dal Tesoro. E una macchina di 600 unitCos il presidente ha schivato finora tutte le insidie. Lipotesi Banca dItaliaDI FABIO TAMBURINI

    Credito Le prime mosse della divisione Capital light bank che dovr dimezzare 46 miliardi di attivit non strategiche

    Intesa Sanpaolo muove sulle partecipazioni e gli incagliPronto al via il fondo NB Reinaissance per lo scorporo del private equity. Mentre sugli accordi con Italfondiario...

    T re mesi dal via e 46 mi-liardi di attivit tra pre-stiti non performing,partecipazioni, immobili dicreditori insolventi e altro. Conuna missione ben chiara: Ge-stire e ridurre gli asset non co-re di Intesa Sanpaolo per libe-rare risorse da investire nellacrescita del gruppo, riassumeGiovanni Gilli, 13 anni nei ran-ghi di vertice della Ca de Sass,prima ai progetti speciali doveha curato oltre 50 operazionidi m&a, inclusa la maxi-fusio-ne sullasse Milano-Torino, eda novembre a capo della Ca-pital light bank (Clb), la nuovadivisione che il ceo Carlo Mes-sina ha varato per recuperareil massimo valore dallo stockdi attivit stratificatesi nel pas-sato, che assorbono capitalema non stanno nellorizzontedi sviluppo del Piano dimpre-sa al 2017. E che infatti andran-

    no dimezzate a 23 miliardi intre anni. E stata allestita lamacchina, 700 persone di cui450 dedicate al rientro dei cre-diti; chiarito il perimetro di la-voro con qualche coda ancorada definire com il caso dellequote in Telco-Telecom, Alita-lia, Ntv; designata la squadra abordo con Stefano Marchetti

    (recupero crediti), Flavio Gia-netti (partecipazioni), CarloFrancesco Viola (strategies &solutions) e Luca Bocca (piani-ficazione e controllo). Il convo-glio appena partito ma i pri-mi traguardi sono gi in vista.A partire dal capitolo pi com-plesso, i 27 miliardi di soffe-renze lorde affidati alla Clb.

    Gli accordiIl gruppo, attraverso il team

    di Gilli, ha rivisto gli accordicon il principale partner neicrediti deterioratati, ossia Ital-fondiario controllato da For-tress (Intesa Sanpaolo ha il12%). LItalfondiario, che ri-mane unimportante spondanel rientro crediti, si concen-trer sul service degli stock giaffidati (8 miliardi di prestitiin contenzioso) mentre il re-sto del portafoglio e i flussi fu-turi di sofferenze verranno ge-

    stiti in casa, si investir e si da-r pi spazio alle risorse inter-ne che hanno ben performatoin unattivit decisiva per labanca, spiega Gilli. Altri con-tratti di outsourcing sono statifirmati per la gestione di posi-zioni dimporto minore (Caf,Fbs, Europa factor). Certo, sulmercato c attesa anche per lavendita in blocco di grandiportafogli di sofferenze, visto ilritorno dinteresse dei fondianglosassoni, anche in un mer-cato dove ancora faticano a in-crociarsi i prezzi. Faremo del-le cessioni di stock al momentoopportuno ma non abbiamofretta perch la capital lightbank non nasce da unemer-genza chiarisce Gilli pensiamo a pi operazionifrazionate per classi di npl,contatti ne abbiamo tanti, condecine di investitori.

    Si lavora anche sul fronte

    delle partecipazioni, a bilancioper 2 miliardi. Dopo le recentidismissioni di Sia, Union Life eNh hoteles tutto pronto perlo spin-off del private equityche passer da unalleanza conNeuberger Berman di NewYork. Il 23 dicembre sono statemesse le firme su un affare chevalorizza il perimetro coinvol-

    to 416 milioni e si prevede dichiudere entro marzo. Lex-ge-store di Lehman brothers, orain mano ai manager, comprerper 100 milioni le quote sotto-scritte dalla banca di Messinain vari fondi (Clessidra, Carly-le, Apax, Cinven) e dar vitacon Intesa Sanpaolo a un nuo-vo fondo. Si chiamer NB re-

    naissance partners, base inLussemburgo, obiettivo di fun-rising a 600 milioni di cui 500gi sottoscritti in parti ugualidai due sponsor. Quindi il fon-do comprer per circa 300 mi-lioni la maggioranza di un vei-colo che conterr una ventinad i p a r t e c i p a z i o n i ( d aYamamay a Esaote, Novamont,Guala, Rina) oggi nel portafo-glio di merchant banking.Manterremo dunque un pre-sidio in via indiretta sul privateequity dice Gilli inquanto, pur non potendosi de-finire in questo contesto unat-tivit core per il gruppo, rima-ne unarea in grado di assicura-re capitali al sistema industria-le e noi potremo esercitare unruolo importante nellorigina-re gli affari e nel cross selling.Alla guida di NB renaissance cisaranno gli uomini di Neuber-ger e alcuni manager di verticedel merchant banking di Inte-sa che seguiranno la nuova sfi-da sotto il cappello della CCBpartners di Londra.

    CARLO TURCHETTI RIPRODUZIONE RISERVATA

    27 miliardi

    2 miliardi

    3 miliardi

    14 miliardi

    46 miliardi

    700

    Sofferenze

    Partecipazioni non core

    Immobili riacquistati

    Altri attivi non strategici

    Totale attivi da vendere

    Persone dedicate

    LidentikitGli addetti al portafoglio della banca Capital Light

    Fonte: elaborazione CorrierEconomia RPirola

    Vertice Giovanni Gilli di Intesa Sanpaolo

    1 Dietro lo sportello

    E alla sala operativa arriv lordine: Comperate Tsipras!

    I l cliente, si sa, ha sempre ragione. Ma lu-ned scorso c stato qualche concreto im-barazzo quando arrivata la telefonata di uninvestitore privato nella sala operativa di unaimportante sim milanese. Mi comperi leTsipras! Diecimila Tsipras!!! S, s, sono quelleche hanno fatto il 36 per cento ad Atene,urlava concitato il cliente della sim nellorec-chio delloperatore, che quasi cadeva dallaseggiola.

    Quando si scatena il Toro, in Borsa succe-de di tutto, chiaro. E di questi tempi cosdepressi, vedere un titolo che guadagna in

    una sola seduta percentuali in doppia cifra fasalire la pressione del sangue a chiunque.Peccato solo laver scambiato il leader di unpartito politico, Alexis Tsipras appunto, daluned scorso primo ministro della Grecia do-po la vittoria nelle elezioni politiche con il 36per cento delle preferenze, con un titolo dacomperare sui listini internazionali delleBorse. Non rimane che attendere tempi mi-gliori e chiedersi quanto quoterebbero leRenzi sul listino di Piazza Affari

    STEFANO RIGHI RIPRODUZIONE RISERVATA

    L a Consob sembrava ca-duta nel cono dombra.Circa un anno fa il go-verno ha riportato datre a cinque il numero dei com-missari, archiviando il tagliovoluto dal governo Monti. Poi per non ha mai provveduto al-le nomine e il presidente, Giu-seppe Vegas, rimasto a gover-nare in assoluta solitudine. Oquasi. Ora i riflettori sono tor-nati ad accendersi sulla Com-missione, chiamata in causaper chiarire se il provvedimen-to del governo che ha avviato lariforma delle banche popolariabolendo il voto per testa (inve-ce che secondo la regola gene-rale della quantit di azionipossedute) si prestato peroperazioni speculative, classi-che dinsider trading.

    Un minuto dopo lannunciodella svolta, fatto a mercati

    chiusi, le quotazioni hanno pre-so il volo, spinte da acquistimassicci. Straordinario lo scat-to della Popolare dellEtruria edel Lazio, di cui vicepresiden-te Pier Luigi Boschi, padre dellaministra per le Riforme, MariaElena Boschi. Quanto avvenu-to era facilmente prevedibile echi ha acquistato titoli delle Po-polari quotate in Borsa neigiorni precedenti ha fatto plu-svalenze record. Sospette, inparticolare, risultano operazio-ni effettuate dalla piazza londi-nese. Semplici coincidenze?Oppure c chi sapeva della ri-forma in arrivo e ne ha trattovantaggio? Verifiche e controllirichiederanno tempo, n saran-no facili. E la Consob ha avviato

    le verifiche del caso, battesimodel fuoco per il nuovo direttoregenerale, Angelo Apponi, no-minato da Vegas il 12 gennaioscorso. Lincarico stato un bli-tz, avvenuto lo stesso giornodelluscita di scena del prede-cessore, Gaetano Caputi. Dietroil cambio della guardia c uninterrogativo, rimasto senza ri-sposta, e una polemica, che halasciato il segno. Caputi ha an-nunciato le dimissioni per mo-tivi personali. Senza una parolain pi, n sul momento n in se-guito. Qual la vera spiegazio-ne della sua uscita di scena?Circolano, in proposito, rico-struzioni curiose. Sarebbe op-portuno dare risposte adegua-te. Tanto pi che la sua nominaera stata fonte di polemiche ac-cese e, in particolare, dellespo-sto contro Vegas presentato alTribunale di Roma da associa-zioni di consumatori nel feb-braio 2013, che costato al pre-sidente della Consob lindagineavviata dalla Procura per il rea-to di abuso dufficio. Lispirato-re stato Elio Lannutti, presi-dente dellAdusbef (Associa-zione difesa utenti servizi ban-cari), marcatore implacabile e

    instancabile di Vegas. Laccusa di avere effettuato assunzioniirregolari senza rispettare i re-golamenti interni, quella di Ca-puti e di Francesca Amaturo,lassistente personale che il pre-sidente della Consob si porta-to dal ministero dellEconomia,dove Vegas era viceministro inquota Lega Nord a fianco diGiulio Tremonti, titolare del di-castero.

    PromozioneLex direttore generale Capu-

    ti, in passato nello staff di Anto-nio Di Pietro quando era mini-stro e in seguito tra i principalicollaboratori di Tremonti, en-trato in Consob come segreta-rio generale nellaprile 2011, perpoi essere promosso alla dire-zione generale pochi mesi do-po. Due settimane fa Vegas loha sostituito con Apponi, prefe-rito al vice direttore generale,Giuseppe DAgostino, che hadovuto accontentarsi di au-mentare le deleghe. Lo scaval-camento fonte di tensioni an-che per il ruolo ritenuto troppocompiacente nei confronti diVegas avuto da Apponi in di-verse vicende, tra cui quelle re-

    lative al Monte dei Paschi, e nelcaso che ha avuto in Consobleffetto di un terremoto: la fu-sione di Unipol con Fonsai.Loperazione stata autorizzatadalla Commissione, ma soltan-to dopo una spaccatura internaclamorosa. Da una parte Vegas(accusato di rapporti preferen-ziali con Mediobanca, regista egarante delloperazione), Capu-ti e Apponi (che allepoca eracapo della Divisione informati-va emittenti). Dallaltra uno deicommissari, Michele Pezzinga,che non pi in carica, e Mar-cello Minenna, capo dellUfficioanalisi quantitative. Lo scontro stato senza esclusione di col-pi. Pezzinga ha difeso il lavorodi Minenna, secondo cui Unipol

    aveva in pancia prodotti finan-ziari a rischio elevato che ne ri-ducevano significativamente ilvalore. Vegas e Caputi, dintesacon Apponi, sono stati decisiviper il via libera alla fusione.

    Le indaginiChi li difende fa notare che i

    fatti hanno dato ragione a Uni-pol e Mediobanca perch i titolisospetti non hanno prodottoperdite. Chi li mette sul bancodegli imputati sottolinea che,allepoca dei fatti, il valore deititoli nel portafoglio di Unipol era di gran lunga inferiore aquello considerato nel concam-bio con i titoli Fonsai e aggiun-ge che nei mesi successivi siaMinenna sia Pezzinga hannodovuto difendersi (brillante-mente) da accuse strumentali einfamanti. In Procura della Re-pubblica, a Milano, il pubblicoministero Luigi Orsi, titolare diindagini su Unipol-Fonsai chesono in fase di chiusura, hasempre ascoltato con attenzio-ne le denunce di entrambi, rite-nendole motivate.

    I rapporti tra i vertici dellastessa Procura di Milano e Con-sob, peraltro, sono formalmen-te buoni, come conferma il pro-tocollo dintesa che codifica gliaccordi di collaborazione e vie-ne considerato un modello. Fi-no a qualche tempo fa garanteper il rispetto del codice eticoera un personaggio di peso,crocevia delle principali vicen-de finanziarie: Guido Rossi, cheha lasciato lincarico nellotto-

    bre 2012 ed stato sostituito di-versi mesi dopo, nel maggio2013, da Alfonso Quaranta, expresidente della Corte costitu-zionale. Chiuso nel suo fortino,e sopravvissuto al caso Unipol-Fonsai, Vegas in carica fino aldicembre 2017 e sopravvive aun governo di segno opposto aquello di centro destra che lo hanominato su indicazione diTremonti. Riesce a cavarselaanche perch pu contare susolidariet trasversali, come

    confermano i legami con un pa-io di esponenti del Pd: EnricoMorando, lattuale viceministroper lEconomia, e Ugo Sposetti,senatore, in passato tesorieredei Democratici di sinistra(Ds), in stretti rapporti con lexamministratore dellUnipol,Giovanni Consorte. Certo lo fa-vorisce il fatto che la macchinaConsob, ben 600 dipendenti, frazionata in una decina dicomparti e, acefala di due com-missari su cinque, permette aVegas di regnare incontrastato.Sempre che, dietro langolo,non ci sia un colpo di scena:laccorpamento di Consob inBanca dItalia, a cui si sta pen-sando.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    In corso la verificasui balzi in Borsaregistrati dallebanche popolari

    La vicenda UnipolFonsai statala prova pidifficile e spinosa

    VerticeGiuseppe Vegas, presidentedellaConsob giunto al quartoannodimandato

    Atene Il capo del gover-no greco, Alexis Tsipras

    In carica Paolo Troianoe Anna Genovese, commissari della terna Consob

  • Corriere della Sera Domenica 8 Febbraio 2015 PRIMO PIANO 13

    Visco: la spinta Bce, lItalia crescer di piIl Pil salir oltre lo 0,5% e nel 2016 oltre l1,5%. Per Bankitalia acquisti di titoli di Stato fino a 130 miliardi Popolari, la riforma non una resa al capitale straniero. Sofferenze bancarie, s allintervento dello Stato

    MILANO il momento di massi-mizzare gli sforzi per sostenerela crescita: la politica moneta-ria ha fatto la sua parte e i go-verni stanno andando avanticon le riforme ma crucialeche ripartano gli investimen-ti. Soprattutto in Italia che hachiuso il 2014 senza uscire dallarecessione e che tra i segnalipositivi emergenti dalla fi-ducia dei consumatori alla ri-duzione della disoccupazione non vede un cambiamentodi prospettive e programmi daparte degli imprenditori cherestano ancora in attesa. Il go-vernatore della Banca dItalia,Ignazio Visco, nel suo interven-to allassemblea degli analistidi Assiom Forex, ha disegnatocosi lattuale fase economica.

    La politica monetaria espan-siva della Bce, culminata con ladecisione di avviare da marzo ilprogramma di Quantitativeeasing, cio di acquisti massic-ci di titoli pubblici, avr un ef-fetto importante sulla crescita,ha detto. Grazie allabbassa-mento dei tassi di interesse e aldeprezzamento del cambio, sipotr ottenere una ripresa deltasso dinflazione ed anche del-la domanda: la spinta sul Pil(Prodotto interno lordo) supe-rer l1% nel biennio 2015-2016.In termini di migliori previsio-ni la crescita del 2015 potr an-dare ben oltre lo 0,5% e quelladel 2016 oltre l1,5%. Potrebbeanche andare meglio, ma leprevisioni restano soggette aunelevata incertezza, connessaprincipalmente con levolversidelle condizioni geopolitiche.In ogni caso nel programma diacquisti di 1.140 miliardi fino asettembre 2016 deciso a Fran-coforte e affidato alle singolebanche centrali nazionali in base alle quote di capitale dellaBce possedute, gli acquisti di

    titoli di Stato italiani da partedella Banca dItalia potrebbe-ro essere dellordine di 130 mi-liardi.

    Gli stimoli monetari da soli,comunque, non bastano a con-solidare e rafforzare i segnali diripresa, ha ribadito Visco, chia-mando in causa lazione di bi-lancio dei governi. Tensionipolitiche e finanziarie possonoancora incidere sulla stabilitdei mercati dellarea, ma i ri-schi di contagio sono minori alrecente passato, ha detto la-sciando trasparire una sostan-ziale fiducia sul contenimentodegli effetti della crisi greca. InItalia, ha aggiunto, nellinsie-me le misure introdotte dal go-verno vanno nella giusta dire-zione, dal decreto sul jobs actal miglioramento dellefficien-za della pubblica amministra-zione, alla riforma, auspicabile,

    della giustizia. Lintrusionedella corruzione e della crimi-nalit organizzata nel tessutoeconomico e sociale rimane sulivelli intollerabili ha detto ag-giungendo che garantire la le-galit attraverso lefficacia del-lamministrazione della giusti-zia, consente al sistema pro-d u t t i v o d i f u n z i o n a r e ,incoraggia lattivit di impresa,attrae risorse umane e finan-ziarie.

    sulle banche, per, che Vi-sco si soffermato con pi at-tenzione. Partendo dalla rifor-ma delle banche popolari, va-rata con decreto dal governo emal digerita dagli istituti inte-ressati, Visco ha difeso lobbli-go di trasformazione per le pigrandi in societ per azioniperch accresce la capacit di ricorso al mercato dei capitali,ma soprattutto ha respinto

    lidea o meglio il timore che le novit introdotte possa-no portare il sistema delle Po-polari a soccombere a un nonmeglio definito capitale stra-niero, mentre invece puntanoad aumentare efficacia pro-duttiva, organizzativa e patri-moniale in un contesto moltopi ampio di quello locale e na-zionale. La Banca d Italia haaggiunto il governatore impegnata come e pi di pri-ma con tutte le sue risorse inparticolare umane in questoprocesso. Chi pensa che or-

    mai si faccia tutto a Francofor-te, nella vigilanza come nel si-stema dei pagamenti, comenella politica monetaria non haben compreso la natura e il mo-dus operandi dell Unione nellesue diverse componenti eco-nomica monetaria e bancaria.

    Infine il problema delle sof-ferenze bancarie che pesanosui bilanci delle banche e bloc-cano risorse per il credito al-leconomia. Il flusso di nuovimancati rimborsi si ridottonegli ultimi mesi ma il pesodelle partite deteriorate an-cora elevato ha detto Visco ilquale ha auspicato un interven-to diretto dello Stato nella solu-zione del problema, attraversoopportune agevolazioni fisca-li o la prestazione di garan-zie pubbliche sulle attivit de-rivanti dalla dismissione deiprestiti in sofferenza

    S. Ta. RIPRODUZIONE RISERVATA

    I crediti in sofferenza delle bancheIn miliardi di euro, al lordo delle svalutazioni

    dArcoFonte: elaborazione Abi su dati Banca dItalia

    150 160 170 180

    gennaio

    2014

    febbraio

    marzo

    aprile

    maggio

    giugno

    luglio

    agosto

    settembre

    ottobre

    novembre

    160,4

    162

    164,6

    166,4

    168,6

    170,3

    172,3

    173,9

    176,8

    179,3

    181,1

    FrancoforteChi pensa si faccia tutto a Francoforte non ha ben compreso la natura dellUnione

    Il governatore della Banca dItalia Ignazio Visco ieri allAssiom Forex, il congresso degli operatori finanziari, a Milano

    Le tensioni politiche e finanziarie possono ancora incidere sulla stabilit

    Le misure introdotte dal governo finora vanno nella giusta direzione per la crescita

    Lintrusione della corruzione e della criminalit rimane su livelli intollerabili

    Il nodo degli aiuti di Stato per la bad bank

    Il salvagente di sistema per le banche medio-piccoleMILANO I banchieri italiani plaudono allabad bank, la soluzione di sistema allostudio da parte del governo. Ieri al Forexil governatore della Banca dItalia, Igna-zio Visco, ha definito cruciale lo smo-bilizzo dei crediti deteriorati ormai aquota 181 miliardi per consentire al-le banche di reperire risorse da destina-re al finanziamento delleconomia rea-le. Visco ha anche tracciato lo schemadi questo intervento diretto dello Sta-to che potrebbe anche non essere tec-nicamente una banca ma un fondo o unveicolo per cartolarizzazioni (spv): Nelrispetto della disciplina europea dellaconcorrenza deve prevedere il pienocoinvolgimento delle banche nei costidelloperazione e unadeguata remune-razione del sostegno pubblico.

    Per evitare che la bad bank vengaconsiderata come aiuto di Stato daparte di Bruxelles, dovrebbe essere pre-visto che i sottoscrittori dei bond del ve-icolo acquistino la garanzia pubblica,remunerando cos la bad bank. In se-condo luogo, lacquisto delle sofferenzeda parte della bad bank deve avvenire aprezzi di mercato, come impongono leregole Ue. Ma dentro questo limite, labad bank pu comunque riconoscere una valutazione generosa a quegli attivi,riducendo cos le perdite per le banchevenditrici. Ci eviterebbe che la cessio-ne dei crediti sia considerata una ri-strutturazione, per non incappare nella

    regola del bail in, cio la partecipa-zione di obbligazionisti e forse anchedei depositanti alle perdite.

    Al progetto lavorano Tesoro e Banki-talia, e in esso anche Cdp potrebbe ave-re un ruolo. Ai banchieri piace: unostrumento necessario per tutto il siste-ma, ha detto Fabrizio Viola, ceo diMps. Sarebbe utilissima, ha spiegatoPierfrancesco Saviotti, del Banco Popo-lare. Sanno che importante special-mente in una fase in cui molte dellestelle si stanno allineando a favore del-la crescita, come ha detto Flavio Valeri,numero uno in Italia di Deutsche Bank(che ha organizzato il Forex).

    Per Giovanni Bazoli, presidente di In-tesa Sanpaolo una strada che ha mol-ti paletti ma deve essere proseguita.Sia Intesa sia Unicredit hanno avuto in-terlocuzioni con il governo sul tema.Ne stiamo parlando, daremo il nostrocontributo. Una banca non deve pensa-re solo ai propri conti, ha continuatoBazoli. Intesa comunque non conferircrediti: Per noi un tema di minore ri-levanza, ha detto il ceo Carlo Messina,che risolviamo in modo autonomo.Pure Federico Ghizzoni vede favore-volmente il progetto, ma Unicredit ge-stisce da sola le sue sofferenze. La solu-zione dunque per le banche piccole emedie, cio le Popolari, e per Mps.

    Fabrizio Massaro RIPRODUZIONE RISERVATA

    Chi sono

    In alto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Sotto Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit

    I malumori dei banchieri delle coop

    Lipotesi della curva dei voticome correttivo del decretoMILANO Non ci dormo la notte da tresettimane, si sfoga il presidente diunimportante popolare. Il decreto cheimpone la trasformazione dei maggioriistituti coop quelli con oltre 8 miliar-di di attivi in banche societ per azio-ni, stato un colpo inaspettato. E i ban-chieri delle Popolari non riescono a tro-vare una via duscita: Mi sembra che ilpercorso sia oramai definito, diventere-mo spa, dice Pierfrancesco Saviotti,amministratore delegato del Banco Po-polare. Anche prima di decidere le mos-se da intraprendere, ovvero uneventua-le aggregazione (che poi lobiettivodella riforma), aspettano di vedere il te-sto definitivo della legge. Perch traCamera e Senato che la lobby delle Po-polari vuole giocarsi le poche carte chele restano in mano, cercando di intro-durre dei correttivi alla riforma.

    Secondo Angelo Tantazzi incarica-to da Assopopolari insieme con Pierga-erano Marchetti e Alberto Quadrio Cur-zio di individuare unautoriforma del si-stema delle Popolari adesso si trattadi evitare passaggi troppo bruschiper le grandi popolari, mantenendoalcune delle caratteristiche che hannoora. Come accadde quando si fecero leprivatizzazioni con la golden share. Inquesto scenario anche la proposta diporre un tetto fisso al 5% al diritto di vo-to nelle spa ex Popolari sembra tropporigida. Unipotesi alternativa potrebbe

    essere lintroduzione di una curva deidiritti di voto, calante man mano cheaumenta il numero delle azioni, fattisalvi i diritti patrimoniali, spiega unbanchiere che non vuole essere citato.Insomma, pi compri, meno conti nelleassemblee, dove si fanno i giochi e sieleggono i consigli di amministrazione.Il voto limitato sarebbe anche un modoper rallentare uneventuale acquisizionedallestero, sebbene il governatore Igna-zio Visco abbia rintuzzato questo argo-mento: la riforma risponde a esigenze pressanti e da tempo segnalate, danoi, dallFmi e dalla Commissione euro-pea. Per poi aggiungere a braccio: ade-guarsi al quadro internazionale non soccombere al capitale straniero.

    Unaltra soluzione in mano alle Popo-lari procedere ad aggregazioni trabanche coop, per raggiungere una mas-sa critica adeguata a difendersi da scala-te, una volta diventate spa. Ma devonoavere senso industriale, mette le maniavanti Saviotti, nessuno si aggrega persport o perch c un decreto. Per ilconsigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, il risiko potrebbe iniziare pre-sto e Milano potr fare la sua parte, seci saranno opportunit. A proporsi inun ruolo aggregante invece Bper, hadetto il ceo della banca emiliana, Ales-sandro Vandelli.

    F. Mas. RIPRODUZIONE RISERVATA

    I vertici

    In alto Pier Francesco Saviotti,ceo di Banco Popolare. Sotto Giuseppe Castagna, consigliere delegato Bpm

  • Corriere della Sera Domenica 8 Febbraio 2015 PRIMO PIANO 13

    Visco: la spinta Bce, lItalia crescer di piIl Pil salir oltre lo 0,5% e nel 2016 oltre l1,5%. Per Bankitalia acquisti di titoli di Stato fino a 130 miliardi Popolari, la riforma non una resa al capitale straniero. Sofferenze bancarie, s allintervento dello Stato

    MILANO il momento di massi-mizzare gli sforzi per sostenerela crescita: la politica moneta-ria ha fatto la sua parte e i go-verni stanno andando avanticon le riforme ma crucialeche ripartano gli investimen-ti. Soprattutto in Italia che hachiuso il 2014 senza uscire dallarecessione e che tra i segnalipositivi emergenti dalla fi-ducia dei consumatori alla ri-duzione della disoccupazione non vede un cambiamentodi prospettive e programmi daparte degli imprenditori cherestano ancora in attesa. Il go-vernatore della Banca dItalia,Ignazio Visco, nel suo interven-to allassemblea degli analistidi Assiom Forex, ha disegnatocosi lattuale fase economica.

    La politica monetaria espan-siva della Bce, culminata con ladecisione di avviare da marzo ilprogramma di Quantitativeeasing, cio di acquisti massic-ci di titoli pubblici, avr un ef-fetto importante sulla crescita,ha detto. Grazie allabbassa-mento dei tassi di interesse e aldeprezzamento del cambio, sipotr ottenere una ripresa deltasso dinflazione ed anche del-la domanda: la spinta sul Pil(Prodotto interno lordo) supe-rer l1% nel biennio 2015-2016.In termini di migliori previsio-ni la crescita del 2015 potr an-dare ben oltre lo 0,5% e quelladel 2016 oltre l1,5%. Potrebbeanche andare meglio, ma leprevisioni restano soggette aunelevata incertezza, connessaprincipalmente con levolversidelle condizioni geopolitiche.In ogni caso nel programma diacquisti di 1.140 miliardi fino asettembre 2016 deciso a Fran-coforte e affidato alle singolebanche centrali nazionali in base alle quote di capitale dellaBce possedute, gli acquisti di

    titoli di Stato italiani da partedella Banca dItalia potrebbe-ro essere dellordine di 130 mi-liardi.

    Gli stimoli monetari da soli,comunque, non bastano a con-solidare e rafforzare i segnali diripresa, ha ribadito Visco, chia-mando in causa lazione di bi-lancio dei governi. Tensionipolitiche e finanziarie possonoancora incidere sulla stabilitdei mercati dellarea, ma i ri-schi di contagio sono minori alrecente passato, ha detto la-sciando trasparire una sostan-ziale fiducia sul contenimentodegli effetti della crisi greca. InItalia, ha aggiunto, nellinsie-me le misure introdotte dal go-verno vanno nella giusta dire-zione, dal decreto sul jobs actal miglioramento dellefficien-za della pubblica amministra-zione, alla riforma, auspicabile,

    della giustizia. Lintrusionedella corruzione e della crimi-nalit organizzata nel tessutoeconomico e sociale rimane sulivelli intollerabili ha detto ag-giungendo che garantire la le-galit attraverso lefficacia del-lamministrazione della giusti-zia, consente al sistema pro-d u t t i v o d i f u n z i o n a r e ,incoraggia lattivit di impresa,attrae risorse umane e finan-ziarie.

    sulle banche, per, che Vi-sco si soffermato con pi at-tenzione. Partendo dalla rifor-ma delle banche popolari, va-rata con decreto dal governo emal digerita dagli istituti inte-ressati, Visco ha difeso lobbli-go di trasformazione per le pigrandi in societ per azioniperch accresce la capacit di ricorso al mercato dei capitali,ma soprattutto ha respinto

    lidea o meglio il timore che le novit introdotte possa-no portare il sistema delle Po-polari a soccombere a un nonmeglio definito capitale stra-niero, mentre invece puntanoad aumentare efficacia pro-duttiva, organizzativa e patri-moniale in un contesto moltopi ampio di quello locale e na-zionale. La Banca d Italia haaggiunto il governatore impegnata come e pi di pri-ma con tutte le sue risorse inparticolare umane in questoprocesso. Chi pensa che or-

    mai si faccia tutto a Francofor-te, nella vigilanza come nel si-stema dei pagamenti, comenella politica monetaria non haben compreso la natura e il mo-dus operandi dell Unione nellesue diverse componenti eco-nomica monetaria e bancaria.

    Infine il problema delle sof-ferenze bancarie che pesanosui bilanci delle banche e bloc-cano risorse per il credito al-leconomia. Il flusso di nuovimancati rimborsi si ridottonegli ultimi mesi ma il pesodelle partite deteriorate an-cora elevato ha detto Visco ilquale ha auspicato un interven-to diretto dello Stato nella solu-zione del problema, attraversoopportune agevolazioni fisca-li o la prestazione di garan-zie pubbliche sulle attivit de-rivanti dalla dismissione deiprestiti in sofferenza

    S. Ta. RIPRODUZIONE RISERVATA

    I crediti in sofferenza delle bancheIn miliardi di euro, al lordo delle svalutazioni

    dArcoFonte: elaborazione Abi su dati Banca dItalia

    150 160 170 180

    gennaio

    2014

    febbraio

    marzo

    aprile

    maggio

    giugno

    luglio

    agosto

    settembre

    ottobre

    novembre

    160,4

    162

    164,6

    166,4

    168,6

    170,3

    172,3

    173,9

    176,8

    179,3

    181,1

    FrancoforteChi pensa si faccia tutto a Francoforte non ha ben compreso la natura dellUnione

    Il governatore della Banca dItalia Ignazio Visco ieri allAssiom Forex, il congresso degli operatori finanziari, a Milano

    Le tensioni politiche e finanziarie possono ancora incidere sulla stabilit

    Le misure introdotte dal governo finora vanno nella giusta direzione per la crescita

    Lintrusione della corruzione e della criminalit rimane su livelli intollerabili

    Il nodo degli aiuti di Stato per la bad bank

    Il salvagente di sistema per le banche medio-piccoleMILANO I banchieri italiani plaudono allabad bank, la soluzione di sistema allostudio da parte del governo. Ieri al Forexil governatore della Banca dItalia, Igna-zio Visco, ha definito cruciale lo smo-bilizzo dei crediti deteriorati ormai aquota 181 miliardi per consentire al-le banche di reperire risorse da destina-re al finanziamento delleconomia rea-le. Visco ha anche tracciato lo schemadi questo intervento diretto dello Sta-to che potrebbe anche non essere tec-nicamente una banca ma un fondo o unveicolo per cartolarizzazioni (spv): Nelrispetto della disciplina europea dellaconcorrenza deve prevedere il pienocoinvolgimento delle banche nei costidelloperazione e unadeguata remune-razione del sostegno pubblico.

    Per evitare che la bad bank vengaconsiderata come aiuto di Stato daparte di Bruxelles, dovrebbe essere pre-visto che i sottoscrittori dei bond del ve-icolo acquistino la garanzia pubblica,remunerando cos la bad bank. In se-condo luogo, lacquisto delle sofferenzeda parte della bad bank deve avvenire aprezzi di mercato, come impongono leregole Ue. Ma dentro questo limite, labad bank pu comunque riconoscere una valutazione generosa a quegli attivi,riducendo cos le perdite per le banchevenditrici. Ci eviterebbe che la cessio-ne dei crediti sia considerata una ri-strutturazione, per non incappare nella

    regola del bail in, cio la partecipa-zione di obbligazionisti e forse anchedei depositanti alle perdite.

    Al progetto lavorano Tesoro e Banki-talia, e in esso anche Cdp potrebbe ave-re un ruolo. Ai banchieri piace: unostrumento necessario per tutto il siste-ma, ha detto Fabrizio Viola, ceo diMps. Sarebbe utilissima, ha spiegatoPierfrancesco Saviotti, del Banco Popo-lare. Sanno che importante special-mente in una fase in cui molte dellestelle si stanno allineando a favore del-la crescita, come ha detto Flavio Valeri,numero uno in Italia di Deutsche Bank(che ha organizzato il Forex).

    Per Giovanni Bazoli, presidente di In-tesa Sanpaolo una strada che ha mol-ti paletti ma deve essere proseguita.Sia Intesa sia Unicredit hanno avuto in-terlocuzioni con il governo sul tema.Ne stiamo parlando, daremo il nostrocontributo. Una banca non deve pensa-re solo ai propri conti, ha continuatoBazoli. Intesa comunque non conferircrediti: Per noi un tema di minore ri-levanza, ha detto il ceo Carlo Messina,che risolviamo in modo autonomo.Pure Federico Ghizzoni vede favore-volmente il progetto, ma Unicredit ge-stisce da sola le sue sofferenze. La solu-zione dunque per le banche piccole emedie, cio le Popolari, e per Mps.

    Fabrizio Massaro RIPRODUZIONE RISERVATA

    Chi sono

    In alto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Sotto Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit

    I malumori dei banchieri delle coop

    Lipotesi della curva dei voticome correttivo del decretoMILANO Non ci dormo la notte da tresettimane, si sfoga il presidente diunimportante popolare. Il decreto cheimpone la trasformazione dei maggioriistituti coop quelli con oltre 8 miliar-di di attivi in banche societ per azio-ni, stato un colpo inaspettato. E i ban-chieri delle Popolari non riescono a tro-vare una via duscita: Mi sembra che ilpercorso sia oramai definito, diventere-mo spa, dice Pierfrancesco Saviotti,amministratore delegato del Banco Po-polare. Anche prima di decidere le mos-se da intraprendere, ovvero uneventua-le aggregazione (che poi lobiettivodella riforma), aspettano di vedere il te-sto definitivo della legge. Perch traCamera e Senato che la lobby delle Po-polari vuole giocarsi le poche carte chele restano in mano, cercando di intro-durre dei correttivi alla riforma.

    Secondo Angelo Tantazzi incarica-to da Assopopolari insieme con Pierga-erano Marchetti e Alberto Quadrio Cur-zio di individuare unautoriforma del si-stema delle Popolari adesso si trattadi evitare passaggi troppo bruschiper le grandi popolari, mantenendoalcune delle caratteristiche che hannoora. Come accadde quando si fecero leprivatizzazioni con la golden share. Inquesto scenario anche la proposta diporre un tetto fisso al 5% al diritto di vo-to nelle spa ex Popolari sembra tropporigida. Unipotesi alternativa potrebbe

    essere lintroduzione di una curva deidiritti di voto, calante man mano cheaumenta il numero delle azioni, fattisalvi i diritti patrimoniali, spiega unbanchiere che non vuole essere citato.Insomma, pi compri, meno conti nelleassemblee, dove si fanno i giochi e sieleggono i consigli di amministrazione.Il voto limitato sarebbe anche un modoper rallentare uneventuale acquisizionedallestero, sebbene il governatore Igna-zio Visco abbia rintuzzato questo argo-mento: la riforma risponde a esigenze pressanti e da tempo segnalate, danoi, dallFmi e dalla Commissione euro-pea. Per poi aggiungere a braccio: ade-guarsi al quadro internazionale non soccombere al capitale straniero.

    Unaltra soluzione in mano alle Popo-lari procedere ad aggregazioni trabanche coop, per raggiungere una mas-sa critica adeguata a difendersi da scala-te, una volta diventate spa. Ma devonoavere senso industriale, mette le maniavanti Saviotti, nessuno si aggrega persport o perch c un decreto. Per ilconsigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, il risiko potrebbe iniziare pre-sto e Milano potr fare la sua parte, seci saranno opportunit. A proporsi inun ruolo aggregante invece Bper, hadetto il ceo della banca emiliana, Ales-sandro Vandelli.

    F. Mas. RIPRODUZIONE RISERVATA

    I vertici

    In alto Pier Francesco Saviotti,ceo di Banco Popolare. Sotto Giuseppe Castagna, consigliere delegato Bpm

  • la Repubblica10 DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015ECONOMIA

    PER SAPERNE DI PIwww.bancaditalia.itwww.unicredit.itI nuovi fondi

    Visco: Spinta al Pil dagli acquisti BceCrescita di oltre lo 0,5% questanno e dell1,5 il prossimo, Bankitalia comprer 130 miliardi di titoli di Stato italianiBene la bad bank sulle sofferenze e la riforma delle Popolari. Ma corruzione e criminalit sono a livelli intollerabili

    MILANO. Bankitalia ritocca allins le stimedel prodotto interno lordo 2015 e 2016. Mail governatore Ignazio Visco vede timori chei segnali di crescita, molti esogeni come lapolitica monetaria della Bce e il crollo delgreggio, siano sopraffatti dallintrusionedella corruzione e della criminalit organiz-zata nel tessuto economico e sociale, su li-velli intollerabili che richiedono di garan-tire la legalit anche attraverso una mag-giore efficacia nellamministrare la giusti-zia.

    Ma timori e polemiche, alla fine del 21congresso degli operatori Assiom Forex, so-no meno degli auspici. Sponsorizzato da unabanca tedesca - la Deutsche Bank guidata daFlavio Valeri - parlato molto in inglese, il con-gresso riflette latmosfera riformista chepervade il mercato finanziario sotto legidadella vigilanza unica. Il denaro della bancacentrale, che comprer titoli europei per ol-tre 1.000 miliardi fino al settembre 2016 e

    oltre, sar prezioso: Gli acquisti di titoli diStato italiani della Banca d'Italia - ha dettoVisco sulla quota parte della manovra Bce -potrebbero essere dellordine di 130 miliar-di. Questo abbassa leuro e alza lexport: efa s che, rispetto al bollettino Bankitalia del

    16 gennaio, Visco ritocchi le stime del Pil ita-liano 2015 allo 0,5% (dallo 0,4%) e all1,5%nel 2016 (era l1,2%). Gli effetti del Qe so-no gi stati in parte osservati sui mercati, ele ulteriori variazioni di tassi e cambi porte-ranno una pi elevata crescita.

    Molto si parlato poi di credito e banche,

    davanti a un bivio strategico e congiuntu-rale. Pur vedendo progressi nelle condizio-ni del mercato creditizio, per Visco lo smo-bilizzo dei crediti deteriorati cruciale perreperire risorse per leconomia reale. Tonipi perentori che in passato sullutilit del-la bad bank, che il governo studia; Visco sug-gerisce che rispetti la disciplina Ue sullaconcorrenza, con le banche a sopportare icosti, lo Stato remunerato adeguatamen-te e il governo che potrebbe aiutare conopportune agevolazioni fiscali o la presta-zione di garanzie. Per le vigilate ha fattoeco Antonio Patuelli, presidente dellAbi:Siamo molto interessati alle garanzie per-ch rivolte alle imprese, sul trattamento fi-scale in Italia le perdite su crediti si spalma-no su cinque anni, allestero su uno. Non cer-to un regalo alle banche.

    Visco ha parlato della vigilanza unica:Chi pensa che ormai si fa tutto a Fran-coforte non ne ha ben compresa la natura,

    ha detto. E mandato un monito a calibrarecon cautela ulteriori richieste di capitale al-le banche, per non ostacolare la crescita,pensando ai dossier aperti allEurotowersul ripianamento dei deficit patrimoniali diMps e Carige. Anche sulla trasformazione inspa delle grandi popolari, il governatore hapromosso Renzi: La riforma risponde a esi-genze da tempo segnalate da Bankitalia,Fmi, Ue: le grandi popolari avranno pi ac-cesso al mercato. I tanti banchieri popolariche ascoltavano in platea, e hanno ricapita-lizzato in Borsa mesi fa, udivano sconsolati.Penso che il percorso ormai sia definito, di-venteremo spa, ha detto lad del Banco Po-polare, Pier Francesco Saviotti. Mentre laddi Bper Alessandro Vandelli ha detto che ilpiano strategico di settimana prossimacreer le condizioni per esser pronti allariforma, con un ruolo da polo aggregante.

    (a. gr.)

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    GOVERNATORE

    Ignazio Visco,governatore dellaBanca dItalia

    Ghizzoni: La ripresa cabbiamo gi esauritoi primi 7,75 miliardie daremo nuovo credito

    LINTERVISTAANDREA GRECO

    Le medie impreseprogrammanoinvestimentia lungo termine

    Non siamo interessatialle popolari,ma occorre restaresempre vigili

    AMMINISTRATORE DELEGATO DI UNICREDITFEDERICO GHIZZONI

    MILANO. Federico Ghizzoni, am-ministratore delegato di Unicre-dit, la crescita italiana di cui par-la il governatore Visco real-mente solida?

    Negli ultimi tre-quattro mesivediamo segnali concreti e fat-tuali, facilitati dallindebolimen-to delleuro che favorisce lex-port, dal calo dei costi energeticie dai tassi bassi che aiutano le im-prese. E anche dallimpatto diriforme del governo come quelladel lavoro, che spinge ad assu-mere: noi stessi andiamo avanticon il programma di 1.500 as-sunzioni.

    Vale anche per la domanda dicredito?La domanda cresce: laccele-

    razione di fine 2014 s confer-mata a gennaio, al punto che i7,75 miliardi presi dalla Bce loscorso settembre con loperazio-ne Tltro pensavamo di impiegar-

    li in nove mesi invece li abbiamogi esauriti per le tante richiestedi credito buono, da aziende di al-ta qualit. Principalmente me-die imprese, che non hanno biso-gno delle banche per finanziarsia breve termine, ma che tornanoa pianificare investimenti a me-dio lungo.

    Ci sono rischi di gelata sui ger-mogli? I maggiori sono geopolitici: i

    problemi in Russia, Ucraina,Grecia possono influire negati-vamente. Allo stesso modo ilmancato completamento delleriforme da parte dei governi po-trebbe riportare il nervosismosui mercati nellarea euro, che sistanno posizionando per coglie-re una ripresa ancora fragile.

    Cosa indicano i flussi delle sof-ferenze creditizie?Unicredit ha visto stabiliz-

    zarsi le sofferenze a fine 2014, epensiamo che i nostri crediti clas-sificati (tutti quelli in mora, ndr)scenderanno nel 2015. Anche lamortalit delle aziende si sta sta-bilizzando, come segnalato da al-

    cuni dati recenti.Lei gi da un anno parla dinuovo scenario di fusioni perle banche italiane. Con lariforma delle Popolari siamoal dunque?Una vera attivit di consoli-

    damento si avvier solo dopo lariforma annunciata della gover-nance delle popolari, e una voltaaffrontato il problema delle sof-ferenze, con la creazione di unveicolo che consenta alle banchedi ridurre il peso dei vecchi credi-ti. Oggi complicato per un ope-ratore investire in banche consofferenze significative nel bi-lancio; comunque confermo chenoi non siamo interessati.

    Nemmeno alla Banca popola-re di Milano, che vanta unafitta rete nel cuore lombardodove voi avete maglie lar-ghe?Certo occorre restare sem-

    pre vigili su quel che succede in-torno. Ma in questo momentonon una nostra opzione strate-gica, e per due ragioni: una che lanostra quota di mercato sta sa-

    lendo in tutte le aree di business,quindi stiamo gi crescendo enon vogliamo distrarci: laltrache abbiamo intrapreso un per-corso di sviluppo interno con for-ti investimenti, anche sulla reteinformatica, per ridurre i costi.

    Verr prima la legge sulle Po-polari o le loro fusioni?Se guidassi una popolare,

    legge o non legge penserei che lariforma va avanti e cercherei dianticipare i tempi. Pu darsi chequalcuno lo faccia: il treno par-tito, chi ha pi forza pu muove-re e anticipare il trend.

    Come valuta lipotesi allo stu-dio di una bad bank di siste-ma?Noi abbiamo gi affrontato il

    problema del credito, e non sare-mo coinvolti. Vediamo qualesar il progetto tecnico, che do-vrebbe riguardare le banche me-dio-piccole. Il discorso pi criticosar evitare gli aiuti di Stato, eleventuale impatto sui contri-buenti italiani. Per me si possonocreare le condizioni per evitaresia uno che altro, se si crea un vei-

    colo destinato a comprare soffe-renze a prezzi conformi a quellidi mercato, e che le gestisca perottenere un ritorno positivo. Bi-sogna, insomma, sgombrare ilcampo dal pensiero di favori allebanche. Per le banche medio-pic-cole sarebbe unoccasione unica,perch troverebbero comprato-ri per i loro crediti deteriorati.

    A tre mesi dallavvio, qual ilbilancio preliminare sulla vi-gilanza europea?Intanto che un fatto concre-

    to: c stato un vero takeover del-le responsabilit dei regolatorilocali. Finora i rapporti sono buo-ni, noto un approccio molto prag-matico e diretto da parte di Fran-coforte: che non vuol dire sia te-nero, ma con relazioni molto co-struttive. Ovvio che ancora unperiodo di adattamento, e c lanecessit di armonizzare sem-pre pi le regole e le interpreta-zioni: e mi pare che il ruolo dellaBce finora sia pi questo che nonla vigilanza spicciola. Il percorso molto costruttivo.

    Settimana prossima, su ri-chiesta della Bce, le bancheanticiperanno i conti del2014. Quali sono le tendenze?Intanto i bilanci bancari sa-

    ranno caratterizzati dai maggio-ri accantonamenti emersi dai te-st Aqr e di stress, che su richiestadi Francoforte saranno caricatisui conti desercizio. Per qualcu-no leffetto sar di finire lanno inrosso, non per Unicredit perchanticipammo molte svalutazio-ni nel 2013. Sul fronte ricavi,molto dipender dalla capacitdelle banche di riprezzare i cre-diti, dopo la nuova liquidit for-nita dalla Bce nellultima partedellanno. Poi sar interessantevedere il costo del rischio, e il tas-so di conversione dei crediti inbonis a classificati.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Se leuro si dovesse indebolireancora sul dollaro, la ripresadel nostro Paese potrebbeessere anche maggiore

    Lamministratore delegatodi Unicredit: Stiamovedendo segnali concreti

    Le riforme spingonoad assumere: da noidisponibili 1.500 posti

    FOTO:REUTERS

  • ASSICURAZIONI

  • BANCA DITALIA

  • Corriere della Sera Domenica 8 Febbraio 2015 PRIMO PIANO 13

    Visco: la spinta Bce, lItalia crescer di piIl Pil salir oltre lo 0,5% e nel 2016 oltre l1,5%. Per Bankitalia acquisti di titoli di Stato fino a 130 miliardi Popolari, la riforma non una resa al capitale straniero. Sofferenze bancarie, s allintervento dello Stato

    MILANO il momento di massi-mizzare gli sforzi per sostenerela crescita: la politica moneta-ria ha fatto la sua parte e i go-verni stanno andando avanticon le riforme ma crucialeche ripartano gli investimen-ti. Soprattutto in Italia che hachiuso il 2014 senza uscire dallarecessione e che tra i segnalipositivi emergenti dalla fi-ducia dei consumatori alla ri-duzione della disoccupazione non vede un cambiamentodi prospettive e programmi daparte degli imprenditori cherestano ancora in attesa. Il go-vernatore della Banca dItalia,Ignazio Visco, nel suo interven-to allassemblea degli analistidi Assiom Forex, ha disegnatocosi lattuale fase economica.

    La politica monetaria espan-siva della Bce, culminata con ladecisione di avviare da marzo ilprogramma di Quantitativeeasing, cio di acquisti massic-ci di titoli pubblici, avr un ef-fetto importante sulla crescita,ha detto. Grazie allabbassa-mento dei tassi di interesse e aldeprezzamento del cambio, sipotr ottenere una ripresa deltasso dinflazione ed anche del-la domanda: la spinta sul Pil(Prodotto interno lordo) supe-rer l1% nel biennio 2015-2016.In termini di migliori previsio-ni la crescita del 2015 potr an-dare ben oltre lo 0,5% e quelladel 2016 oltre l1,5%. Potrebbeanche andare meglio, ma leprevisioni restano soggette aunelevata incertezza, connessaprincipalmente con levolversidelle condizioni geopolitiche.In ogni caso nel programma diacquisti di 1.140 miliardi fino asettembre 2016 deciso a Fran-coforte e affidato alle singolebanche centrali nazionali in base alle quote di capitale dellaBce possedute, gli acquisti di

    titoli di Stato italiani da partedella Banca dItalia potrebbe-ro essere dellordine di 130 mi-liardi.

    Gli stimoli monetari da soli,comunque, non bastano a con-solidare e rafforzare i segnali diripresa, ha ribadito Visco, chia-mando in causa lazione di bi-lancio dei governi. Tensionipolitiche e finanziarie possonoancora incidere sulla stabilitdei mercati dellarea, ma i ri-schi di contagio sono minori alrecente passato, ha detto la-sciando trasparire una sostan-ziale fiducia sul contenimentodegli effetti della crisi greca. InItalia, ha aggiunto, nellinsie-me le misure introdotte dal go-verno vanno nella giusta dire-zione, dal decreto sul jobs actal miglioramento dellefficien-za della pubblica amministra-zione, alla riforma, auspicabile,

    della giustizia. Lintrusionedella corruzione e della crimi-nalit organizzata nel tessutoeconomico e sociale rimane sulivelli intollerabili ha detto ag-giungendo che garantire la le-galit attraverso lefficacia del-lamministrazione della giusti-zia, consente al sistema pro-d u t t i v o d i f u n z i o n a r e ,incoraggia lattivit di impresa,attrae risorse umane e finan-ziarie.

    sulle banche, per, che Vi-sco si soffermato con pi at-tenzione. Partendo dalla rifor-ma delle banche popolari, va-rata con decreto dal governo emal digerita dagli istituti inte-ressati, Visco ha difeso lobbli-go di trasformazione per le pigrandi in societ per azioniperch accresce la capacit di ricorso al mercato dei capitali,ma soprattutto ha respinto

    lidea o meglio il timore che le novit introdotte possa-no portare il sistema delle Po-polari a soccombere a un nonmeglio definito capitale stra-niero, mentre invece puntanoad aumentare efficacia pro-duttiva, organizzativa e patri-moniale in un contesto moltopi ampio di quello locale e na-zionale. La Banca d Italia haaggiunto il governatore impegnata come e pi di pri-ma con tutte le sue risorse inparticolare umane in questoprocesso. Chi pensa che or-

    mai si faccia tutto a Francofor-te, nella vigilanza come nel si-stema dei pagamenti, comenella politica monetaria non haben compreso la natura e il mo-dus operandi dell Unione nellesue diverse componenti eco-nomica monetaria e bancaria.

    Infine il problema delle sof-ferenze bancarie che pesanosui bilanci delle banche e bloc-cano risorse per il credito al-leconomia. Il flusso di nuovimancati rimborsi si ridottonegli ultimi mesi ma il pesodelle partite deteriorate an-cora elevato ha detto Visco ilquale ha auspicato un interven-to diretto dello Stato nella solu-zione del problema, attraversoopportune agevolazioni fisca-li o la prestazione di garan-zie pubbliche sulle attivit de-rivanti dalla dismissione deiprestiti in sofferenza

    S. Ta. RIPRODUZIONE RISERVATA

    I crediti in sofferenza delle bancheIn miliardi di euro, al lordo delle svalutazioni

    dArcoFonte: elaborazione Abi su dati Banca dItalia

    150 160 170 180

    gennaio

    2014

    febbraio

    marzo

    aprile

    maggio

    giugno

    luglio

    agosto

    settembre

    ottobre

    novembre

    160,4

    162

    164,6

    166,4

    168,6

    170,3

    172,3

    173,9

    176,8

    179,3

    181,1

    FrancoforteChi pensa si faccia tutto a Francoforte non ha ben compreso la natura dellUnione

    Il governatore della Banca dItalia Ignazio Visco ieri allAssiom Forex, il congresso degli operatori finanziari, a Milano

    Le tensioni politiche e finanziarie possono ancora incidere sulla stabilit

    Le misure introdotte dal governo finora vanno nella giusta direzione per la crescita

    Lintrusione della corruzione e della criminalit rimane su livelli intollerabili

    Il nodo degli aiuti di Stato per la bad bank

    Il salvagente di sistema per le banche medio-piccoleMILANO I banchieri italiani plaudono allabad bank, la soluzione di sistema allostudio da parte del governo. Ieri al Forexil governatore della Banca dItalia, Igna-zio Visco, ha definito cruciale lo smo-bilizzo dei crediti deteriorati ormai aquota 181 miliardi per consentire al-le banche di reperire risorse da destina-re al finanziamento delleconomia rea-le. Visco ha anche tracciato lo schemadi questo intervento diretto dello Sta-to che potrebbe anche non essere tec-nicamente una banca ma un fondo o unveicolo per cartolarizzazioni (spv): Nelrispetto della disciplina europea dellaconcorrenza deve prevedere il pienocoinvolgimento delle banche nei costidelloperazione e unadeguata remune-razione del sostegno pubblico.

    Per evitare che la bad bank vengaconsiderata come aiuto di Stato daparte di Bruxelles, dovrebbe essere pre-visto che i sottoscrittori dei bond del ve-icolo acquistino la garanzia pubblica,remunerando cos la bad bank. In se-condo luogo, lacquisto delle sofferenzeda parte della bad bank deve avvenire aprezzi di mercato, come impongono leregole Ue. Ma dentro questo limite, labad bank pu comunque riconoscere una valutazione generosa a quegli attivi,riducendo cos le perdite per le banchevenditrici. Ci eviterebbe che la cessio-ne dei crediti sia considerata una ri-strutturazione, per non incappare nella

    regola del bail in, cio la partecipa-zione di obbligazionisti e forse anchedei depositanti alle perdite.

    Al progetto lavorano Tesoro e Banki-talia, e in esso anche Cdp potrebbe ave-re un ruolo. Ai banchieri piace: unostrumento necessario per tutto il siste-ma, ha detto Fabrizio Viola, ceo diMps. Sarebbe utilissima, ha spiegatoPierfrancesco Saviotti, del Banco Popo-lare. Sanno che importante special-mente in una fase in cui molte dellestelle si stanno allineando a favore del-la crescita, come ha detto Flavio Valeri,numero uno in Italia di Deutsche Bank(che ha organizzato il Forex).

    Per Giovanni Bazoli, presidente di In-tesa Sanpaolo una strada che ha mol-ti paletti ma deve essere proseguita.Sia Intesa sia Unicredit hanno avuto in-terlocuzioni con il governo sul tema.Ne stiamo parlando, daremo il nostrocontributo. Una banca non deve pensa-re solo ai propri conti, ha continuatoBazoli. Intesa comunque non conferircrediti: Per noi un tema di minore ri-levanza, ha detto il ceo Carlo Messina,che risolviamo in modo autonomo.Pure Federico Ghizzoni vede favore-volmente il progetto, ma Unicredit ge-stisce da sola le sue sofferenze. La solu-zione dunque per le banche piccole emedie, cio le Popolari, e per Mps.

    Fabrizio Massaro RIPRODUZIONE RISERVATA

    Chi sono

    In alto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Sotto Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit

    I malumori dei banchieri delle coop

    Lipotesi della curva dei voticome correttivo del decretoMILANO Non ci dormo la notte da tresettimane, si sfoga il presidente diunimportante popolare. Il decreto cheimpone la trasformazione dei maggioriistituti coop quelli con oltre 8 miliar-di di attivi in banche societ per azio-ni, stato un colpo inaspettato. E i ban-chieri delle Popolari non riescono a tro-vare una via duscita: Mi sembra che ilpercorso sia oramai definito, diventere-mo spa, dice Pierfrancesco Saviotti,amministratore delegato del Banco Po-polare. Anche prima di decidere le mos-se da intraprendere, ovvero uneventua-le aggregazione (che poi lobiettivodella riforma), aspettano di vedere il te-sto definitivo della legge. Perch traCamera e Senato che la lobby delle Po-polari vuole giocarsi le poche carte chele restano in mano, cercando di intro-durre dei correttivi alla riforma.

    Secondo Angelo Tantazzi incarica-to da Assopopolari insieme con Pierga-erano Marchetti e Alberto Quadrio Cur-zio di individuare unautoriforma del si-stema delle Popolari adesso si trattadi evitare passaggi troppo bruschiper le grandi popolari, mantenendoalcune delle caratteristiche che hannoora. Come accadde quando si fecero leprivatizzazioni con la golden share. Inquesto scenario anche la proposta diporre un tetto fisso al 5% al diritto di vo-to nelle spa ex Popolari sembra tropporigida. Unipotesi alternativa potrebbe

    essere lintroduzione di una curva deidiritti di voto, calante man mano cheaumenta il numero delle azioni, fattisalvi i diritti patrimoniali, spiega unbanchiere che non vuole essere citato.Insomma, pi compri, meno conti nelleassemblee, dove si fanno i giochi e sieleggono i consigli di amministrazione.Il voto limitato sarebbe anche un modoper rallentare uneventuale acquisizionedallestero, sebbene il governatore Igna-zio Visco abbia rintuzzato questo argo-mento: la riforma risponde a esigenze pressanti e da tempo segnalate, danoi, dallFmi e dalla Commissione euro-pea. Per poi aggiungere a braccio: ade-guarsi al quadro internazionale non soccombere al capitale straniero.

    Unaltra soluzione in mano alle Popo-lari procedere ad aggregazioni trabanche coop, per raggiungere una mas-sa critica adeguata a difendersi da scala-te, una volta diventate spa. Ma devonoavere senso industriale, mette le maniavanti Saviotti, nessuno si aggrega persport o perch c un decreto. Per ilconsigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, il risiko potrebbe iniziare pre-sto e Milano potr fare la sua parte, seci saranno opportunit. A proporsi inun ruolo aggregante invece Bper, hadetto il ceo della banca emiliana, Ales-sandro Vandelli.

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    I vertici

    In alto Pier Francesco Saviotti,ceo di Banco Popolare. Sotto Giuseppe Castagna, consigliere delegato Bpm

  • CASSA DEPOSITI E PRESTITI

  • UNIONE EUROPEA

  • 10 CORRIERECONOMIA LUNED 2 FEBBRAIO 2015

    Lintervento

    Il Quantitative easing? Premia troppo BerlinoIl processo di condivisione dei rischi tra i Paesi delleuro fa un nuovo passo indietro

    M olti in Europa stan-no dichiarando: lapolitica monetariaha fatto ci che poteva; ein cuor loro tirano un so-spiro di sollievo perch conil Quantitative Easing (Qe)la Bce non riuscita a por-re le basi per lavvio di unprocesso strutturale dicondivisione dei rischi che a fondamento del fun-zionamento di unarea va-lutaria.

    Perch la Germania nonha consentito un acquistodi titoli di Stato come dabest practice delle banchecentrali del mondo, ciosenza pagamento di inte-ressi alla Bce e senza trat-tamenti discriminatori suirischi dei debiti pubblici dei

    diversi Paesi membri?Perch la tesi che in que-sta maniera la Bce realiz-zerebbe una commistioneindebita tra politica mone-taria e fiscale: non pagan-do interessi alla Bce un Pa-ese membro potrebbe ri-durre le tasse o aumentarela spesa pubblica oppurenel caso di perdita di valoredei titoli di Stato di un Pae-se membro comprati dallaBce ne farebbero iniqua-mente le spese tutti i con-tribuenti dellEurozona.Sulla questione interessi, vero, la Bce sta facendopolitica fiscale ma pro-Germania; gli acquisti Bcedi titoli di Stato del biennio2011-2012 trasferisconointeressi dai paesi della

    periferia alla Germania percirca 4 miliardi date le re-gole dellEurosistema.

    Sulla questione del ri-schio di credito, cio dellaperdita di valore di un titolodi Stato, la soluzione sempre per non creare in-debite commistioni chela Bce acquister diretta-mente titoli di Stato del-lEurozona per 100 miliardi(l8% del Qe) mutualiz-zandone i rischi e fornir li-quidit alle banche centraliper mille miliardi per con-sentire lacquisto di titoli diStato (l80% del Qe) e di ti-toli emessi da organismieuropei sovranazionali (il12% del Qe), tra cui lEsm,cio lex-Fondo Salva Stati,avr una quota rilevante.

    Questo significa che peri titoli di Stato acquistati, lebanche centrali nazionalistanno assicurando la Bcedai rischi di perdite di valo-re del proprio debito pub-blico ed il premio sono gliinteressi. In pratica la Ban-ca dItalia sta vendendo uncredit default swap allaBce. Per vederla in altromodo: Banca dItalia ac-quistando 100 miliardi dititoli di Stato li trasformerde facto in titoli sottopostia legge di diritto estero equindi lItalia non potr ri-durne il valore ridenomi-nandoli in lire e poi svalu-tandoli ma sar chiamataa restituirne alla Bce linte-ro controvalore in euro.

    Per i titoli emessi dal-

    lEsm il provvedimentodella Bce realizza una sortadi mutualizzazione al qua-drato dato che per Statutoi rischi di questo Fondo so-no gi mutualizzati. Lacomposizione dei rischidellEsm vede una quotarilevante occupata da oltremet del debito pubblicogreco la cui ristrutturazio-ne minacciata da Tsipras determinerebbe perditeeccedenti la sua dotazionedi capitale. Sembra quindiche nel dubbio che qual-che Paese membro possanon partecipare alla ricapi-talizzazione del Fondo cisia unesigenza di trasferi-re con certezza i rischi ditali eccedenze sulle ban-che centrali nazionali che

    pertanto prestano unassi-curazione alla Bce. Perquesto credit default swapper non viene pagato al-cun premio. Ad esempio,prendendo per eccesso ecome approssimazione ilrischio Grecia, lItaliadovrebbe ricevere un mi-liardo lanno. Ancora unavolta la Bce sta facendopolitica fiscale pro-Ger-mania e non si sbaglia adire che il Qe perlomenonazionalizza i rischi del-lEurozona al 92%.

    La decisione annunciatail 22 gennaio ha poco sa-pore di Stati Uniti dEuropa. in linea con le decisioniprecedenti , compresaquella di due settimane fache ha sancito la possibili-

    t di al leviare i l FiscalCompact in presenza diuna recessione non solodellEurozona ma anchedei singoli Paesi. Anchequesta stata una deci-sione utile ma che non siinterroga sul perch i padrifondatori dellEurozonanon abbiano neanche pre-so in considerazione lideache i cicli economici degliStati membri potesseroessere disallineati. Sarcasuale, ma proprio inquesti giorni i regolatorieuropei che si occupano dirischi nei bilanci delle ban-che dicono che arrivato ilmomento di discriminare ititoli di stato dellEurozona. in corso da tempo unametamorfosi dellEuropada Unione a sommatoria diStati membri. Se ci fosse ilprincipe Metternich forsedirebbe che Germania aparte questa Europa unespressione geograficae nulla di pi.

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    di MARCELLO MINENNA

    Finanza La carriera e le idee di Jonathan Hill, voluto a Bruxelles da Cameron. Ha lincarico di dare vita al mercato unico dei capitali

    Ue Il lord con il compito (ingrato) di mettere in riga la CityDa lobbista a Commissario, sempre con i Tories. Ora deve dare regole comuni, senza irritare la finanza di Londra DI FABRIZIO GORIA

    1 I lavori in corso

    P er lEuropa il mercato unico dei capitalipotrebbe essere la chiave di volta per lapiena ripresa. Si tratta di una serie di facilitazioni amministrative, burocratiche e finanziarie volte a migliorare la libera circolazione dei capitali e per agevolare le imprese, comprese quelle medio-piccole, allaccesso di risorse elargite da soggetti privati. Come ha ricordato il Commissario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen, questo mercato, una volta a regime, sar la base principale per la disintermediazione fra imprese e banche. Lobiettivo di Katainen e del Commissario Ue alla Stabilit finanziaria, Jonathan Hill, quello di rendere operativa questa nuova architettura entro la fine del 2019. A oggi, come ha ricordatoa met novembre il think tank Bruegel, in Europa mancano allappello pi o meno fra i 230 e i 370 miliardi di euro di investimenti. infatti questo il gap rispetto al livello degli investimenti antecedente al collasso di Lehman Brothers. La deregolamentazione che pu generare la riforma di Hill, secondo Bruegel, pu far avere un impatto rilevante su tutto il settore, agevolando la ripresa. In particolare, i settori dove c pi urgenza sono tre: cartolarizzazioni, covered bond e fondi pensione. Tutti segmenti presi di mira dal gabinetto di Hill. Sono tre gli ambiti dazione. Il primo, il mercato delle cartolarizzazioni. Lintenzione della Commissione Ue quello di rendere pi semplice, sotto il profilo normativo, lingresso di nuovi soggetti in questo segmento. In pratica, se una societ non trover un finanziamento attraverso il canale bancario, potr trovarlo tramite quello privato. Ma prima, ha ricordato Bruxelles, bisogna superare le divisioni normative fra Paesi. Il secondo fronte quello de