01 15 rassegna stampa fisac dal 29 dic al 04 gen

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Rassegna stampa settimanale n. 1/2015 ____________________________ Dal 29 dicembre 2014 Al 04 gennaio 2015 A cura del Dipartimento Comunicazione (C.Hoffmann – V.Vitale)

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Transcript of 01 15 rassegna stampa fisac dal 29 dic al 04 gen

  • Rassegna stampa settimanale

    n. 1/2015 ____________________________

    Dal 29 dicembre 2014 Al 04 gennaio 2015

    A cura del Dipartimento Comunicazione (C.Hoffmann V.Vitale)

  • BANCHE

  • la Repubblica

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    DOMENICA 4 GENNAIO 2015 EconomiaFINANZA&MERCATI CONTATTI [email protected]

    WWW.REPUBBLICA.IT

    MILANO. Sar una coincidenza male cronache finanziarie di questiultimi giorni registrano altri duetentativi falliti da parte diimprenditori o societ italiane asbarcare nel vicino mercatofrancese. Il finanziere italianoAndrea Bonomi, con dimora aLugano e fondi domiciliati aLondra, si ritirato dalla corsa perla conquista del Club Med, iniziatalestate scorsa, per lasciar spazioalla cordata cinese di Fosun,alleata dellattuale managementfrancese. Atlantia, societ diautostrade e aeroporti italiani,con la famiglia Benetton azionistadi riferimento, ha dovutoaccettare un lauto risarcimentodallo stato francese per rinunciarea sviluppare Ecomouv, la societche avrebbe dovuto gestire lariscossione dellecotassa sui mezzipesanti dOltralpe. Verrebbe dadire che il colbertismo transalpinosi fa sentire maggiormentequando qualcuno con bandieraitaliana cerca di mettere le manisu qualche asset francese, ma nonviceversa. E in effetti la storiafinanziaria degli ultimi 25 anni contrassegnata da operazioni diquesto tipo. Quando gli Agnelli nel1992 tentarono di impossessarsidellacqua Perrier il fuoco di fila

    francese li costrinse a battere inritirata seppur con una lautaplusvalenza (430 miliardi di lire),lo Chateau Margaux e palazzi per90 mila metri quadrati.Nellestate del 2001, poi, furonoproprio gli Agnelli a fungere dacavallo di Troia dei francesi di Edfnella famosa Opa sullaMontedison e che ha portato alcontrollo assoluto sulla Edison. Nel2006 quando lEnel mise nelmirino il gruppo Suez fu lalloraprimo ministro Dominique deVillepin ad aprire la stradaalternativa della fusione Gdf-Suez,oggi terzo gruppo energetico inItalia. Mentre nulla pot GiulioTremonti di fronte al lanciodellOpa su Parmalat da parte delgruppo francese Lactalis, se nonpartorire una legge anti-scalatadalle unghie spuntate. In questiultimi anni, poi, abbiamo vistogriffe del lusso made in Italy delcalibro di Gucci, Fendi, Bulgari,Bottega Veneta, Loro Piana,Pomellato finire sotto le insegne diLouis Vuitton e Kering (Pinault).E tra qualche mese il colossodellintrattenimento Vivendidiventer il primo azionista diTelecom Italia. In unEuropa unitaqueste distinzioni dovrebberoessere superate maevidentemente per i francesi non cos e lamicizia Renzi-Hollande,in qualche modo, dovrebbetenerne conto.

    Club Med, Ecomouvaltri due schiaffifrancesi allItaliaIn Europa vinconoi protezionisti

    IL PUNTO

    GIOVANNI PONS

    Shopping transalpino nel Belpaesementre i nostri gruppi vengono respintida Agnelli-Perrier a Vivendi-Telecom

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    Crisi Carige senza finelennesimo aumentotravolge la FondazioneLa partecipazione del 19% dellEnte nella bancanon riesce a coprire i debiti scesi a 120 milioniCARLOTTA SCOZZARI

    MILANO. Il 2015 passer alla sto-ria come uno degli anni pi com-plessi nella storia sia di Carige siadellomonima Fondazione primaazionista. Se, da una parte, labanca genovese, a seguito delverdetto sugli stress test, dovravviare un nuovo aumento di ca-pitale, dopo quello da 800 milioniconcluso appena lestate scorsa,dallaltra, la Fondazione Carigedeve fare tornare i conti. E non facile: con il crollo di Borsa delleazioni, che nel 2014 hanno persoqualcosa come il 70%, e una capi-talizzazione di 572 milioni, ormaiil 19,18% in mano allente pre-sieduto da Paolo Momigliano nonvale nemmeno 110 milioni. In al-tri termini, meno del debito dellastessa Fondazione, che alla finedel 2013 sfiorava i 186 milioni ecomprendeva lesposizione ver-so Mediobanca, per 95 milioni, equella da 83,4 milioni relativa al-lo scoperto di conto corrente conla stessa Carige, senza contare i6,24 milioni da restituire al mini-stero dellEconomia per la con-versione delle azioni della CassaDepositi e Prestiti (lente ha lo0,6 per cento). A oggi, per, gra-

    zie soprattutto al rimborso di 30milioni a Mediobanca risalente agiugno, lindebitamento dovreb-be essere sceso fino a 120 milioni.Ancora troppo rispetto ai 110 mi-lioni scarsi che la Fondazione po-trebbe raggranellare vendendosul mercato tutta la propria par-tecipazione. E anche la strada,pure ipotizzata dallente, di ri-chiedere un premio di maggio-ranza in caso di cessione apparedifficile da percorrere con il nuo-vo aumento di capitale della ban-ca alle porte. Eppure, scendendodal 46,5% di fine 2013 allattuale19% di Carige, la Fondazione hagi racimolato ben 250 milioni.Ma quel denaro gi stato impie-gato per prendere parte allau-mento di capitale della banca del-lestate scorsa (152 milioni),mentre il resto servito soprat-tutto a ripagare il debito in sca-denza nel 2014.

    Se poi si tiene conto che dal bi-lancio del 2013 dellente emer-gono 207 milioni di fondi perlattivit distituto, ossia le ero-gazioni, che non escluso un do-mani la comunit locale possa inqualche modo rivendicare, si ca-

    pisce perch la Fondazione Cari-ge sia al momento in un vicolo cie-co. In tale contesto, pare che lam-ministratore delegato della ban-ca, Piero Montani, si stia ponen-do il problema di come chiedereallente il rientro di quellottanti-na di milioni di debiti. A compli-care la posizione della Fondazio-ne, poi, laumento di capitaleche Carige si appresta ad avviare

    a maggio o giugno, una voltagiunto, a febbraio, il via liberadella Bce al piano messo a puntoper colmare lammanco da 814milioni individuato dagli stresstest. Con loperazione, lente,non essendo in grado di fare lapropria parte, abdicher al ruolodi primo socio: un cambiamentostorico per la banca e per Genova.A sostituirlo potrebbero essere la

    famiglia ligure Malacalza e/o il fi-nanziere Andrea Bonomi.

    Nel frattempo, come rivela ilsupplemento al prospetto di al-cune obbligazioni emesse dallabanca nel 2014, il consorzio per laricapitalizzazione, guidato daMediobanca, ha alzato da 650 a700 milioni la quota di aumentodi capitale garantita. Si tratte-rebbe di una correzione chiesta

    dalla Bce, che non conteggia an-cora leffetto positivo della ven-dita delle attivit assicurative alfondo Apollo, che dovrebbe per-fezionarsi a marzo. A seconda chesi chiuda o meno questa cessione,lammontare della ricapitalizza-zione potrebbe variare tra 650 e700 milioni. Non solo: Carige, nelsupplemento sulle obbligazionipubblicato il 29 dicembre, mette

    C il rischio di bail inper gli obbligazionisti e laBce chiede un aumentofino a 700 milioni

    AL VERTICE

    Da sinistra, Piero Luigi Montani, lamministratoredelegato della banca, e Paolo Momigliano

    presidente della Fondazione Carige

    IL COMMERCIO/Sconti in tutta ItaliaTRIBUNALE DI MANTOVA FALLIMENTO 20/2009 AVVISO DI VENDITA IMMOBILIAREIl 24/2/2015 alle ore 11,00 e segg., avanti al Curatore fallimentare dott. Luca Gasparini, presso il suostudio in Mantova, Viale Italia 19, sar posto in vendita il seguente immobile di propriet del fallimen-to epigrafato: Lotto A: Piena propriet di opificio industriale costituito da due corpi di fabbrica di mq.8.572 con annessa area pertinenziale e terreno circostante, per la superficie complessiva di mq.25.592, sito a Casalromano (MN), prospiciente la strada provinciale Canneto Casalromano, dettaVia Roma, 40-42. Prezzo base 970.000,00 (oltre imposte come per legge e, quindi, salvo opzioniove esercitabili: esenzione IVA, Imposta Ipotecaria al 3%, Imposta Catastale all1%, Imposta diRegistro in misura fissa). Il predetto bene immobile sar posto in vendita nello stato di fatto e di dirit-to in cui si trova, con ogni accessione e pertinenza, il tutto come meglio descritto nella relazione distima depositata nel fascicolo fallimentare, inserita nei siti www.fallimentimantova.com e www.entie-tribunali.it. e a disposizione per la consultazione presso lo Studio del Curatore. MODALIT E CONDIZIONI DI VENDITA 1. I soggetti interessati all'acquisto dovranno far pervenire entro le ore 12,00 del giorno 23/2/2015,nelle mani del Curatore, all'indirizzo sopra riportato, offerta irrevocabile di acquisto in busta chiusa,priva di segni di riconoscimento e recante unicamente la dicitura "Offerta di acquisto immobileCasalromano Lotto A fallimento n. 20/2009", contenente: - denominazione e generalit complete del-l'offerente con fotocopia di un valido documento d'identit (in caso offerta formulata da societ,andr prodotta aggiornata visura del Registro Imprese attestante i poteri di legale rappresentanza); -indicazione del prezzo offerto, non inferiore a quello base sopra indicato; - espressa dichiarazione diavvenuta presa di conoscenza della stima immobiliare e delle relative precisazioni, nonch di accet-tazione di tutte le condizioni, nessuna esclusa, contenute nel decreto autorizzativo della vendita emes-so dal Giudice delegato e nel presente avviso; - l'offerta dovr essere corredata da assegno circolarenon trasferibile intestato a "Fallimento n. 20/2009 in persona del Curatore" dimporto pari al 10% delprezzo offerto, a titolo di cauzione; 2. In caso di formulazione di ununica offerta, il bene immobile verr aggiudicato allofferente. In casodi pi offerte, si svolger una gara al rialzo partendo dall'offerta pi alta, con aumenti dimporto noninferiore ad 5.000,00. Risulter aggiudicatario il soggetto che avr formulato l'offerta maggiore.Della gara sar redatto relativo verbale ed agli offerenti non aggiudicatari verr restituito lassegnoconsegnato al Curatore a titolo di cauzione. 3. Nel termine di 60 giorni dalla gara, su iniziativa dellaggiudicatario e previo accordo con il Curatore,dovr essere stipulato atto notarile di compravendita avanti a Notaio esercente in Provincia diMantova scelto dallaggiudicatario stesso, che, nelloccasione, dovr corrispondere, mediante conse-gna al Curatore di assegno circolare non trasferibile intestato a " Fallimento n. 20/2009 in persona delCuratore", l'intero importo del prezzo di aggiudicazione, dedotta la cauzione versata. 4. Spese dellatto e consequenziali (spese e competenze notarili, imposte e tasse, spese di cancella-zione di iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli, volture e ogni altra spesa necessaria al trasferimento)sono a carico dellacquirente. In caso di mancato, insufficiente o tardivo versamento del prezzo resi-duo e/o di spese di trasferimento, l'aggiudicatario sar dichiarato decaduto dall'aggiudicazione e lacauzione sar acquisita a titolo definitivo dal fallimento, salvi gli ulteriori provvedimenti di cui all'art.587 c.p.c.. In base ad una convenzione intervenuta con il Tribunale di Mantova, possibile stipularemutui a condizioni agevolate con alcuni Istituti di Credito il cui elenco disponibile in CancelleriaFallimentare. Per informazioni, possibile rivolgersi al Curatore, dottor Luca Gasparini, Viale Italia n.19, Mantova, 0376/222100, [email protected]. Mantova, l 29 dicembre 2014

    Il Curatore Dott. Luca Gasparini

    PRESIDENTE

    FranoisHollande ilpresidentefrancese inbuoni rapporticon Renzi

  • la Repubblica DOMENICA 4 GENNAIO 2015

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    LO STUDIOCGIA: MENO SOLDI ALLE IMPRESEGli impieghi bancari alle imprese sono scesi di 6 miliardi, le sofferenze,invece, sono aumentate di 29 miliardi, mentre gli investimenti dellebanche in titoli di Stato sono cresciuti di 14,7 miliardi. Lo indicano i datielaborati dalla Cgia guidata da Giuseppe Bortolussi (in foto).

    LA CLASSIFICASEMPRE PI RICCHI I PAPERONI MONDIALII Paperoni del mondo sempre pi ricchi. Nel 2014, infatti, hannoaggiunto 92 miliardi di dollari in pi ai loro averi complessivi. Secondo ilBloomberg Billionaires Index, al 29 dicembre, il patrimonio netto dei 400miliardari pi ricchi del mondo era pari a oltre 4.100 miliardi di dollari.

    in guardia gli investitori sui pos-sibili effetti di un bail in, cio unsalvataggio gestito dallinterno.In pratica, con lentrata in vigoredella normativa europea entro il2016, se per Carige dovesse scat-tare il bail in, gli obbligazionistirischierebbero di vedere i proprititoli se non azzerati almeno con-vertiti in azioni.

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    Scattano i saldifolla nei negozie negli outlet

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    VIA ai saldi. Gli sconti sonoscattati ieri in tutte le regionidopo lanteprima di venerd inCampania e Basilicata. File eacquisti nei principali negozi diMilano, Roma, Firenze e Torinoe negli outlet anche se sia leassociazioni dei commerciantisia quelle dei consumatori nonsono fiduciose sui risultati dellevendite post natalizie. Secondole previsioni di Confcommercioogni famiglia spender 336euro per lacquisto diabbigliamento, calzature eaccessori, per un valorecomplessivo di 5,3 miliardi dieuro. Il Codacons ieri a metgiornata ha azzardato unaprima stima: -5%. Certo chebisogner attendere per unbilancio definitivo, chequestanno comprender anchegli alimentari. La Coldiretti,infatti, avvisa: in saldo purepanettoni e cotechini.

    Euro, Berlino non teme laddio di AteneSpiegel: la cancelliera Merkel certa che non ci saranno ripercussioni per la Germania

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTEANDREA TARQUINI

    BERLINO. Voci di una svolta-shock del governo tedesco sul te-ma cruciale del futuro della Gre-cia emergono improvvise a Ber-lino, proprio allindomani dellaforte determinazione espressada Mario Draghi a difendere esalvare leuro con ogni mezzo, ead appena tre settimane dalleelezioni legislative nella Repub-blica ellenica, dalle quali il mo-vimento di sinistra Syriza, che,guidato da Alexis Tsipras, rifiu-ta il duro corso di tagli, sacrifici erisanamento e i suoi spaventosicosti sociali, potrebbe divenire ilprimo partito. Secondo Spiegelonline infatti, la cancelliera An-gela Merkel e il suo ministro del-le Finanze, Wolfgang Schaeu-ble, sarebbero ora pronti ad ac-cettare un Grexit, cio la parolache suona fino ad oggi come unincubo sui mercati: unuscitagreca dalleuro. Perch Atenenon avrebbe pi rilevanza siste-mica per la moneta unica.

    Cancelleria e ministero delleFinanze, interpellati da diversimedia online tra cui la Frankfur-ter Allgemeine, non hanno vo-luto rilasciare alcun commentosullarticolo delledizione quoti-diana digitale del settimanale diAmburgo. Secondo cui ormaiunuscita greca dalla monetaunica sarebbe divenuta unascossa digeribile e superabileper leurozona. Tale opinione,sempre secondo Spiegel online,sarebbe maturata in base a di-

    verse considerazioni. Prima ditutto, la constatazione dei pro-gressi compiuti dalleurozonadallapice della sua crisi, nel2012, a oggi, avrebbero detto algiornale non meglio precisatiambienti governativi.

    Lestablishment tedesco,continua larticolo, ritiene or-mai che in caso di Grexit il peri-colo di contagio ad altri paesi sialimitato: Portogallo e Irlanda,gli altri due Stati che hanno ri-cevuto aiuti, sono consideratiormai risanati, e intanto con lacreazione del fondo salva statiEsm entrato in funzione un for-te, efficiente meccanismo di soc-corso per altri membri delleu-rozona, mentre alla sicurezzadei maggiori istituti di creditoeuropei pensa ora lUnione ban-caria, con la vigilanza unica del-la Banca centrale europea.

    Lipotesi di un Grexit pone co-munque una grave domanda,vista lassenza di precedenti: co-me sia possibile che un paese la-sci leurozona restando permembro dellUnione europea.Ma in caso demergenza si tro-ver una soluzione giuridica-mente valida, affermerebberogli esperti di qui.

    Merkel e Schaeuble hannodavvero deciso di rompere iltab dellimpossibilit dellusci-ta di qualsiasi paese dalleuro-zona? Certo, negli ultimi tempiesponenti del loro partito, la

    Cdu, si sono espressi sul tema inmodo contraddittorio. Da un la-to Christian Baeumler, leaderdellunione dei lavoratori demo-cristiani, ha ammonito che un

    Grexit sarebbe un esperimen-to dallesito sconosciuto e im-prevedibile, e solo giocatoridazzardo, speculatori e accade-mici lontani dalla realt ne trar-

    rebbero vantaggio. Ma per Mi-chael Fuchs, vice capogruppoparlamentare, in caso di vittoriadi Tsipras un addio ellenico al-leuro diverrebbe concepibile, e

    che la situazione completa-mente diversa rispetto a tre an-ni fa, quando non disponevamodi meccanismi di sicurezza edunque eravamo costretti a sal-vare la Grecia. Gli aiuti ad Ate-ne, finora dellordine di 240 mi-liardi, sono anche oggetto di po-lemica: secondo esperti citatidalla Frankfurtergli interessi difavore concessi alla Grecia, cio2,4 per cento, sono inferiori aquelli che paga la Germania perogni nuovo indebitamento so-vrano.

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    Portogallo e Irlanda sonoconsiderati risanatie la Grecia non avrebbepi rilevanza sistemica

    DRAGHI: RISCHI ANCORA ALTI

    In unintervista allHandelsblattil presidente della Bce, MarioDraghi, ha sottolineato venerdi rischi ancora persistenti perleconomia di eurolandia.A destra, Angela Merkel

    LALLARME

  • ASSICURAZIONI

  • CASSA DEPOSITI E PRESTITI

  • UNIONE EUROPEA

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    LO STUDIOCGIA: MENO SOLDI ALLE IMPRESEGli impieghi bancari alle imprese sono scesi di 6 miliardi, le sofferenze,invece, sono aumentate di 29 miliardi, mentre gli investimenti dellebanche in titoli di Stato sono cresciuti di 14,7 miliardi. Lo indicano i datielaborati dalla Cgia guidata da Giuseppe Bortolussi (in foto).

    LA CLASSIFICASEMPRE PI RICCHI I PAPERONI MONDIALII Paperoni del mondo sempre pi ricchi. Nel 2014, infatti, hannoaggiunto 92 miliardi di dollari in pi ai loro averi complessivi. Secondo ilBloomberg Billionaires Index, al 29 dicembre, il patrimonio netto dei 400miliardari pi ricchi del mondo era pari a oltre 4.100 miliardi di dollari.

    in guardia gli investitori sui pos-sibili effetti di un bail in, cio unsalvataggio gestito dallinterno.In pratica, con lentrata in vigoredella normativa europea entro il2016, se per Carige dovesse scat-tare il bail in, gli obbligazionistirischierebbero di vedere i proprititoli se non azzerati almeno con-vertiti in azioni.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Scattano i saldifolla nei negozie negli outlet

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    VIA ai saldi. Gli sconti sonoscattati ieri in tutte le regionidopo lanteprima di venerd inCampania e Basilicata. File eacquisti nei principali negozi diMilano, Roma, Firenze e Torinoe negli outlet anche se sia leassociazioni dei commerciantisia quelle dei consumatori nonsono fiduciose sui risultati dellevendite post natalizie. Secondole previsioni di Confcommercioogni famiglia spender 336euro per lacquisto diabbigliamento, calzature eaccessori, per un valorecomplessivo di 5,3 miliardi dieuro. Il Codacons ieri a metgiornata ha azzardato unaprima stima: -5%. Certo chebisogner attendere per unbilancio definitivo, chequestanno comprender anchegli alimentari. La Coldiretti,infatti, avvisa: in saldo purepanettoni e cotechini.

    Euro, Berlino non teme laddio di AteneSpiegel: la cancelliera Merkel certa che non ci saranno ripercussioni per la Germania

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTEANDREA TARQUINI

    BERLINO. Voci di una svolta-shock del governo tedesco sul te-ma cruciale del futuro della Gre-cia emergono improvvise a Ber-lino, proprio allindomani dellaforte determinazione espressada Mario Draghi a difendere esalvare leuro con ogni mezzo, ead appena tre settimane dalleelezioni legislative nella Repub-blica ellenica, dalle quali il mo-vimento di sinistra Syriza, che,guidato da Alexis Tsipras, rifiu-ta il duro corso di tagli, sacrifici erisanamento e i suoi spaventosicosti sociali, potrebbe divenire ilprimo partito. Secondo Spiegelonline infatti, la cancelliera An-gela Merkel e il suo ministro del-le Finanze, Wolfgang Schaeu-ble, sarebbero ora pronti ad ac-cettare un Grexit, cio la parolache suona fino ad oggi come unincubo sui mercati: unuscitagreca dalleuro. Perch Atenenon avrebbe pi rilevanza siste-mica per la moneta unica.

    Cancelleria e ministero delleFinanze, interpellati da diversimedia online tra cui la Frankfur-ter Allgemeine, non hanno vo-luto rilasciare alcun commentosullarticolo delledizione quoti-diana digitale del settimanale diAmburgo. Secondo cui ormaiunuscita greca dalla monetaunica sarebbe divenuta unascossa digeribile e superabileper leurozona. Tale opinione,sempre secondo Spiegel online,sarebbe maturata in base a di-

    verse considerazioni. Prima ditutto, la constatazione dei pro-gressi compiuti dalleurozonadallapice della sua crisi, nel2012, a oggi, avrebbero detto algiornale non meglio precisatiambienti governativi.

    Lestablishment tedesco,continua larticolo, ritiene or-mai che in caso di Grexit il peri-colo di contagio ad altri paesi sialimitato: Portogallo e Irlanda,gli altri due Stati che hanno ri-cevuto aiuti, sono consideratiormai risanati, e intanto con lacreazione del fondo salva statiEsm entrato in funzione un for-te, efficiente meccanismo di soc-corso per altri membri delleu-rozona, mentre alla sicurezzadei maggiori istituti di creditoeuropei pensa ora lUnione ban-caria, con la vigilanza unica del-la Banca centrale europea.

    Lipotesi di un Grexit pone co-munque una grave domanda,vista lassenza di precedenti: co-me sia possibile che un paese la-sci leurozona restando permembro dellUnione europea.Ma in caso demergenza si tro-ver una soluzione giuridica-mente valida, affermerebberogli esperti di qui.

    Merkel e Schaeuble hannodavvero deciso di rompere iltab dellimpossibilit dellusci-ta di qualsiasi paese dalleuro-zona? Certo, negli ultimi tempiesponenti del loro partito, la

    Cdu, si sono espressi sul tema inmodo contraddittorio. Da un la-to Christian Baeumler, leaderdellunione dei lavoratori demo-cristiani, ha ammonito che un

    Grexit sarebbe un esperimen-to dallesito sconosciuto e im-prevedibile, e solo giocatoridazzardo, speculatori e accade-mici lontani dalla realt ne trar-

    rebbero vantaggio. Ma per Mi-chael Fuchs, vice capogruppoparlamentare, in caso di vittoriadi Tsipras un addio ellenico al-leuro diverrebbe concepibile, e

    che la situazione completa-mente diversa rispetto a tre an-ni fa, quando non disponevamodi meccanismi di sicurezza edunque eravamo costretti a sal-vare la Grecia. Gli aiuti ad Ate-ne, finora dellordine di 240 mi-liardi, sono anche oggetto di po-lemica: secondo esperti citatidalla Frankfurtergli interessi difavore concessi alla Grecia, cio2,4 per cento, sono inferiori aquelli che paga la Germania perogni nuovo indebitamento so-vrano.

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    Portogallo e Irlanda sonoconsiderati risanatie la Grecia non avrebbepi rilevanza sistemica

    DRAGHI: RISCHI ANCORA ALTI

    In unintervista allHandelsblattil presidente della Bce, MarioDraghi, ha sottolineato venerdi rischi ancora persistenti perleconomia di eurolandia.A destra, Angela Merkel

    LALLARME

  • VARIE

  • la Repubblica14 LUNED 29 DICEMBRE 2014ECONOMIA

    Le misure

    ni compatibili con limpianto ge-nerale della legge Fornero senzacompromettere cio i risparmiattesi (in un decennio circa 80 mi-liardi di euro). Cos riprende quo-ta la proposta di concedere ai la-voratori prossimi alla pensione(a 2-3 anni di distanza) che do-vessero essere licenziati, un anti-cipo di una quota dellassegnopensionistico (pari a circa 700 eu-ro al mese) che verrebbe poi re-stituita in piccole rate una voltamaturati i requisiti per il pensio-namento. Ipotesi che nel passatoaveva sostenuto anche il mini-stro del Lavoro, Giuliano Poletti eche costerebbe non pi di 4-500milioni lanno.

    Escluso, perch troppo costoso(nellordine di 5 miliardi lanno)lintroduzione di un meccanismogenerale di uscita anticipata conpenalizzazioni, invece sul tavo-lo la proposta (che non dispiace-rebbe allEconomia) del consi-gliere economico di Palazzo ChigiYoram Gutgeld di consentire come ha spiegato ieri in uninter-vista a Repubblica di ricalcola-re lassegno pensionistico esclu-sivamente con il metodo contri-butivo di quei lavoratori ultracin-quantenni rimasti senza lavoro.In cambio della certezza dellapensione accetterebbero una de-curtazione significativa dellim-porto.

    Il governo ha anche allo studio

    sione. I lavoratori maturi posso-no andare in quiescenza pi tardi(attualmente con un minimo di20 anni di versamenti servono 66anni e 3 mesi per gli uomini e 63 e9 mesi per le donne) e per i pi gio-vani, tanto pi in una fase coslunga di recessione, le opportu-nit diventano sempre meno.

    Il primo segnale della nuovastrategia del governo arrivatocon la legge di Stabilit: via le pe-nalizzazioni (cio il taglio dellas-segno pensionistico) per chi de-cide di andare in pensione dopoaver versato per 42 anni e un me-se i contributi allInps senza averancora compiuto i 62 anni di et.Il presidente del Consiglio, Mat-teo Renzi, ha chiesto per pru-denza ai ministri competenti.Nessuno osa pronunciare la paro-la pensioni. Lo stesso premier ie-ri in unintervista al Quotidianonazionaleha negato la possibilitdi un nuovo intervento sulla pre-videnza. Per quanto, questa vol-ta, loperazione non si tradurreb-be, salvo alcuni casi, in tagli.

    Il cantiere si aperto. Si trattadi ripristinare un minimo di cri-teri flessibili per andare in pen-sione, soprattutto a tutela dei la-voratori pi anziani che dovesse-ro perdere loccupazione e che sitroverebbero senza stipendio,senza sostegno al reddito dopoun po e troppo lontani dalla pen-sione. Si ragiona su alcune opzio-

    IL RETROSCENAROBERTO MANIA

    ROMA. Stiamo ragionando su co-me rendere pi flessibile let delpensionamento. Ma serve caute-la per gli effetti sui conti pubblicie per non incrinare la credibilitche lItalia ha costruito propriograzie alla riforma previdenzia-le, dice una fonte autorevole delgoverno. Dunque il capitolo dellepensioni si sta riaprendo ed invari modi collegato a quello delJobs Act.

    Lobiettivo duplice: da unaparte, correggere le rigidit dellariforma Fornero del 2011 sulletpensionabile per bloccare defini-tivamente il fenomeno degli eso-dati; dallaltra consentire ai gio-vani di subentrare ai pi anzianinei posti di lavoro. Perch il mer-cato del lavoro si sta cristallizzan-do. Lo certifica lIstat nellultimarilevazione (terzo trimestre del2014) sugli occupati e disoccupa-ti: Continua la forte riduzione subase annua delle persone ritiratedal lavoro o non interessate a la-vorare (11,8 per cento, pari a 429 mila unit) che in quasi no-ve casi su dieci coinvolge i 55-64enni, anche a motivo dellemancate uscite dalloccupazionegenerale dallinasprimento deirequisiti per accedere alla pen-

    Dai lavoratori pubblici alle piccole imprese

    VALENTINA CONTE

    ROMA. il Jobs act dei dualismi. Anzich ap-pianare divergenze, allarga i fossati. Invecedi colmare le distanze, acuisce le differenze.Insomma il contrario esatto dellobiettivo dipartenza. Basta leggere i primi due decretiattuativi per rendersene conto. Lavoratori

    post e pre 2015, giovani e anziani, nuovi evecchi. Settore pubblico e privato. Aspi e Di-scoll, ammortizzatori per i garantiti e per iprecari. Aziende grandi e aziende piccole. Eancora aziende grandi ed ex aziende picco-le. Una babele di discrasie.

    Gli assunti del 2015 lo sperimenterannoa breve, sia giovani che costretti a cambiare

    lavoro e quindi contratto. Avranno meno tu-tele dei colleghi di scrivania, zero articolo18, indennizzi al posto della reintegra (e an-che pi bassi degli attuali, specie se il licen-ziamento avviene nei primi anni). Tutto dadimostrare il teorema renziano: meno coco-pro, pi contratti a tutele crescenti. Intantoperch i contratti precari (per ora) non sonostati cancellati. E ancora: statali contro di-pendenti privati. I primi esclusi dalla rifor-ma, anche se Renzi dice che se ne riparler afebbraio, sar il Parlamento a pronunciar-si, quando si discuter la riforma Madia del-la Pubblica amministrazione. Aspi controDiscoll: la prima lassicurazione riservataai lavoratori dipendenti che restano disoc-cupati, fino a 24 mesi, il secondo lassegnoper i precari, fino a 6 mesi. Aziende grandicontro piccole: sotto i 15 dipendenti la rein-

    I sindacati: Se si vuole lequiparazionestatali-privati, allora sia a 360 gradiRenzi:Se ne riparla con la riforma Madia

    Pi flessibilit in uscitail governo pensa di riaprireil dossier delle pensioni

    Percentuale occupati per et(% sul totale di popolazione attiva di ogni fascia)

    FONTE EUROSTAT

    UE-27 42,7 85,0 50,9

    Eurozona 42,2 85,2 50,8

    Belgio 32,0 84,7 40,3

    Danimarca 67,1 88,2 63,2

    Germania 52,5 87,7 64,0

    Grecia 29,2 83,2 43,1

    Spagna 40,9 86,0 52,3

    Francia 38,3 88,5 44,4

    Italia 27,4 76,9 39,5

    Paesi Bassi 68,8 87,5 58,5

    Portogallo 38,8 88,4 53,7

    Regno Unito 58,8 85,3 59,7

    15-24 25-54 55-64

    I NO DI POLETTI

    In unintervista uscita ierisu Repubblica, il ministrodel Lavoro Giuliano Poletti haescluso modifiche ai decretidelegati del Jobs Act

    DALLOCSE AL TESORO

    Pier Carlo Padoan ministrodellEconomia dal febbraio del2014. E stato vice segretariogenerale ed anche capoeconomista dellOcse

    LA POLEMICA

    Saranno superate ledifferenze tra lavoratoripubblici e privati nelcalcolo della pensione

    Sul tavolo lipotesi di unprestito previdenzialeper gli over 50che perdono il posto

  • la Repubblica 15LUNED 29 DICEMBRE 2014

    PER SAPERNE DI PIwww.inps.itwww.techint.com/it

    un intervento per superare alcu-ne disparit che permangono nelcalcolo della pensione tra pubbli-ci dipendenti e privati. La quotaretributiva, infatti, della pensio-ne dei dipendenti pubblici (la leg-ge Fornero ha introdotto il con-tributivo pro-rata) ancora de-terminata sulla base dellultimostipendio e non della media, co-me nel privato, delle retribuzionidegli ultimi cinque anni. E qui, ilgoverno, dovr vedersela con leresistenze che arrivano dagli altiburocrati ministeriali che sono,appunto, dipendenti della pub-blica amministrazione.

    C poi la parte che riguarda lariforma della governance dellIn-ps. Dopo la nomina di Tito Boeri apresidente, il governo punta adapprovare in tempi rapidi (in Par-lamento c una sostanziale con-vergenza) la riforma del governodellIstituto previdenziale. Ver-rebbe ripristinato il Consiglio diamministrazione e ridimensio-nata la composizione del Consi-glio di indirizzo e vigilanza dovesiedono i rappresentanti delleparti sociali. Oltre a Boeri, nel fu-turo cda (tre i membri previsti) candidato a entrare leconomistaMauro Mar, sostenuto dal mini-stro dellEconomia, Pier Carlo Pa-doan, mentre la terza poltronadovrebbe essere destinata a unadonna.

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    tutti i dualismi che pesano sul Jobs Acttegra non c mai stata e ora diminuisce an-che lindennizzo, in ogni caso sempre infe-riore a quello delle big (massimo 6 mensilitcontro 24). Infine il paradosso dei parados-si: le piccole imprese sotto i 15 che assumo-no e diventano grandi mantengono il regi-me delle piccole, dunque niente articolo 18e mini indennizzo. Dualismi. Spaccature.

    Sa cosa vedo io? Un governo nel caos,commenta Renato Brunetta, capogruppo diForza Italia alla Camera. Il contratto a tu-tele crescenti su base annua riguarder cir-ca un milione di lavoratori, ci significa cheoccorreranno 15 anni per avere un merca-to del lavoro unico, con gli stessi diritti (po-chi) per tutti. Grillo sul blog lo definisce uncontratto a fregature crescenti. Tra qual-che giorno iniziano i saldi e il governo que-stanno propone la svendita del diritto al la-

    voro, scrive Laura Castelli, deputata M5S,in un post. Sei stato licenziato senza giustacausa? Non ti preoccupare, ti verr dato unpiccolo indennizzo, e cos potremo fare fintadi nulla. Un ricatto morale che fa leva sullafragilit di chi oggi non si pu permettere diperdere il lavoro, di chi costretto ad ade-guarsi al detto pochi, maledetti e subito.

    Si potevano raccogliere le firme di centi-naia di parlamentari per evitare che il Jobsact contenesse le norme sui licenziamentifacili e sul demansionamento prima di arri-vare alla discussione alle Camere, scrivePippo Civati, deputato pd, sul suo blog. E in-vece si preferito trattare, poi mediare, poiposizionarsi, poi condividere con preoccu-pazione, poi preoccuparsi per la condivisio-ne. Civati non risparmia una stoccata allacosiddetta minoranza pd: Alterna giudi-

    zi che cambiano di ora in ora sul Jobs act. Chiha votato a favore parla di lesione costitu-zionale. Chi ha prodotto la mediazione par-la di eccesso di delega. Pare che sia nata unanuova corrente, quella dei trattativisti. Sulfronte sindacale la Cgil, con Michele Genti-le, responsabile Settori pubblici, ricorda chenella Pubblica amministrazione si pu gilicenziare per motivi disciplinari e, come di-mostra il caso delle Province, per motivi eco-nomici o organizzativi si pu entrare in mo-bilit. Mentre Benedetto Attili, segretariogenerale della Uil Pa, ribatte a Sacconi che idipendenti pubblici hanno da anni contrat-ti e retribuzioni bloccati, il trattamento pen-sionistico delle donne diverso dal privato. Eche se vogliamo lequiparazione, rendia-mola a 360 gradi.

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    Rocca: La riforma utilema il premier ha solo18 mesiper risvegliare il gigante Italia

    legale e amministrativa - sotto unalente dingrandimento. Ci ha pro-vocato unenorme crisi di fiducia. Og-gi in Italia mancano consumi per 25miliardi a trimestre e investimentiper 30 miliardi a trimestre. E non so-no rimpiazzabili da alcunch, se pro-prio non dal ritrovare fiducia. Non sipu lavorare solo sullexport: noiesportiamo in Germania per circa 50miliardi lanno, quindi anche unacrescita del 10% della domanda te-desca porterebbe appena altri 5 mi-liardi. Purtroppo questa spirale di sfi-ducia si autoalimenta, con una poli-tica di bilancio europea che porta atemere il futuro, e la richiesta ai Pae-si in difficolt di aumentare le tasse.

    Lei descrive una tempesta perfet-ta.Lo . Da un lato c il rischio di

    asfissia e populismo, dallaltro la rot-tura delleuro. Per a mio parere esi-ste uno spazio intermedio, sul qualelItalia pu lavorare. Possiamo farlose il Paese prende in mano se stessoe le imprese fanno strada nel recu-pero del costo del lavoro per unit diprodotto.

    Le retribuzioni in Italia non sonogi pi basse che in Germania?In termini assoluti s, ma la pro-

    LINTERVISTAFEDERICO FUBINI

    ROMA. Viviamo in un mondo in cuinon precario tanto il lavoratore, so-no precari i mercati dellimpresa: perquesto il Jobs Act pu diventare unelemento di crescita. GianfeliceRocca, 66 anni, laurea in Fisica allaStatale di Milano e perfezionamentoa Harvard, presidente di Assolom-barda, guida una delle poche fami-glie industriali italiane con una pre-sa globale. Techint, il gruppo che pre-siede, ha ricavi per 25 miliardi di dol-lari da attivit su cinque continenti:siderurgia, impianti per lindustriaestrattiva, produzione di greggio egas, ingegneria, sanit. questa suavisuale che lo spinge a indicare undoppio rischio per lItalia: Scilla eCariddi dice - Da un lato lasfissiaeconomica e la deriva populista, dal-laltro la rottura delleuro. Ma c unospazio intermedio per ricostruirequella fiducia che pu diventare il no-stro petrolio bianco. Il governo simuove bene, ora serve precisionenellesecuzione.

    Non dura crederci ancora dopoun altro anno di recessione, dinuovo agli ultimi posti delle gra-duatorie di crescita? In Italia c un problema di com-

    petitivit, chiaro, ma non tanto nelmanifatturiero. Abbiamo il quartosurplus di bilancia commerciale almondo, difficile sostenere che in unPaese cos lindustria non sia compe-titive. Abbiamo perso molti punticon lingresso nel sistema delleuro,che tuttaltro che ottimale. Per de-cenni il nostro Paese ha avuto biso-gno di svalutazioni per crescere. Nel-leuro questo naturalmente impos-sibile e, in caso di una crisi in certiPaesi dellarea, non disponiamo de-gli strumenti degli Stati Uniti: l le mi-grazioni interne sono venti volte su-periori e lintervento pubblico pesafino al 30% dei bilanci degli Stati,mentre il bilancio europeo l1% delPil.

    Non sosterr anche lei che le colpedella pi lunga recessione italia-na sono da cercare tutte fuori dalPaese?Ovviamente no. come se leuro

    e la crisi finanziaria avessero messole nostre debolezze - il debito, linef-ficienza dei servizi e della macchina

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    IL PRESIDENTE

    Gianfelice Rocca, milanese,classe 1948, il numero unodel gruppo Techint e, da giugnodel 2013, anche il presidentedella Assolombarda che oggirappresenta 5000 imprese

    I MINISTRI

    Giuliano Poletti, ministro delLavoro, e Marianna Madia,ministro della PubblicaAmministrazione

    Dobbiamoapprofittaredella spintaBce e delcrollo nelprezzo delpetrolioAltrimentisar moltodura

    Lavoroprecario?Precarisono soloi mercati perle imprese. Idipendenticambinospessoazienda

    duttivit complessiva in Germania talmente pi alta che per ciascunaunit di prodotto alla fine l il lavorocosta meno. Dallavvio delleuro, laperdita dellItalia sulla Germania suquesto parametro equivale a unasvalutazione a favore della Germa-nia del 20-30%. Per questo servonoriforme abilitanti, che liberino leenergie. Servono riforme a partiredalla struttura amministrativo-lega-le del Paese. Dobbiamo semplificare.Oggi tutto troppo complesso, il co-dice fiscale e quello del lavoro sono ditremila pagine. Eppure lincertezzadel fisco e del diritto sono vastissime,come si visto con lIlva.

    Trova che il governo si muova nel-la direzione giusta?Noi imprenditori non siamo giu-

    dici, siamo attori. Ma mi pare chequesto governo stia riposizionando ildibattito politico nel rapporto con isindacati, gli organi intermedi, lastessa Confindustria. Questo estre-mamente positivo.

    Per creare fiducia basta riposizio-nare il dibattito?Naturalmente poi c la questio-

    ne dellesecuzione e della precisionedegli interventi. Questa unavven-tura con margini di incertezza eleva-ti, perseguita gettando il cuore oltrelostacolo, pensando che leconomiaseguir il posizionamento politico. unavventura unica, per a questopunto necessarissima. Per esempio,per chiudere lenorme ritardo di pro-duttivit nei servizi dobbiamo alzareil tasso di digitalizzazione e arrivarea piattaforme digitali delle ammini-strazioni che dialoghino fra loro

    Il Jobs Act va nel senso che lei au-spica?La risposta a un mondo cos com-

    plesso facilitare la flessibilit e iltrasferimento del lavoratore daazienda a azienda, da luogo a luogo.Il resto illusorio: le aziende non so-no pi in grado di avere un mercatosicuro e continuativo. Fra Jobs Act,assicurazione sullimpiego, sempli-ficazione, concorrenza nei servizi edigitalizzazione, possiamo trarreuna spinta competitiva molto forte.

    Quanto tempo ha lItalia?LItalia ha in pancia un potenzia-

    le enorme. Ma per tirarlo fuori nonc pi molto tempo: dodici-diciottomesi in cui dobbiamo approfittaredel sostegno della Bce e della spintadal crollo del petrolio. Altrimentisar durissima.

  • 10 Luned 29 Dicembre 2014 Corriere della Sera

    Scontro sul Jobs act, spiazzati Poletti e Madia Estensione delle norme alla Pubblica amministrazione, Palazzo Chigi si rimette allAula. Lattacco di Fassina

    ROMA Le parole di Matteo Renziintervistato dal Quotidiano na-zionale arrivano come una doc-cia fredda per buona parte delgoverno e una bella fetta delPartito democratico. Se in tan-ti, a partire dal ministro Ma-rianna Madia, si sono affrettatia dire che no, il Jobs act non siapplica agli statali, proprio ilpremier a rimettere tutto in di-scussione: Sar il Parlamentoa pronunciarsi su questo pun-to, sollevato da Ichino. Esistegiurisprudenza nelluno e nel-laltro senso, ma non sar il go-verno a decidere.

    Il premier d appuntamentoa febbraio, quando la riformadel pubblico impiego, firmatada Marianna Madia, verr di-scussa in Parlamento: Saran-no le Camere a scegliere, nonmancher il dibattito, certo.Parole che suonano quasi co-

    me una retromarcia rispetto aquanto sostenuto pure da Giu-liano Poletti, ministro del Lavo-ro, che come la Madia avevachiuso la discussione primaancora di avviarla formalmen-te. Ieri Poletti ha commentato:Dir la mia opinione quandoil Parlamento affronter la ri-forma della Pubblica ammini-strazione. E comunque nonpenso sia corretto anticiparla.

    Resta il fatto che il premier,dopo essersi assunto la respon-sabilit per il testo dei decretiattuativi usciti dal Consigliodei ministri il 24 dicembre, in-nesca un terremoto nel suopartito, tornando a sfidare laminoranza pd. Stefano Fassina,che guida il fronte degli oppo-sitori al Jobs act, attacca diret-tamente il segretario del suopartito: Fino a oggi nessunoaveva parlato di licenziamenti

    per motivi economici nellaPubblica amministrazione: oraRenzi usa la sponda di Ncd perportare avanti la sua linea. Que-sta una scappatoia demagogi-ca. Renzi scarica sulla pelle de-gli statali la carenza di investi-menti e la mancata riorganiz-zazione del pubblico impiego.Cos, per, si scatena una guer-ra tra poveri. Sulla stessa lineaCesare Damiano (Pd), che perpreferisce ignorare Renzi e at-taccare lalleato di governo:Questo solo un polveronesollevato da Ncd in cerca di ri-

    vincite. Del resto il governo stato chiaro: la norma non ri-guarda la P.a.. La partita, inve-ce, resta aperta su un altrofronte: Fin dallinizio lesecu-tivo ha sempre e solo parlato diarticolo 18 e di licenziamentoindividuale, non collettivo fa notare Damiano . Chiede-remo quindi di modificarequesti articoli. Poi valuteremonei decreti eventuali casi di ec-cesso di delega. E Ichino (Sc)insiste e dal suo blog sottoli-nea: semplicemente assur-da lesclusione dei nuovi as-sunti nella P.a. dalla nuova di-sciplina. Quando il governo hadeciso di non escludere dalcampo di applicazione i nuoviassunti nel pubblico impiegoerano presenti anche Poletti e Madia. Poi ripete: Il 23 di-cembre il testo del documentoconteneva il terzo comma del-

    larticolo 1 che escludeva lap-plicazione per il pubblico im-piego. Il 24 il Consiglio dei mi-nistri ha approvato un testo deldecreto nel quale quel commanon cera pi. Inoltre il 27 di-cembre gli stessi ministri di-chiarano che i nuovi rapportinel settore pubblico devono es-sere esclusi dal Jobs act pre-cisa Ichino . EvidentementePoletti e Madia hanno cambia-to idea, ma dovranno convin-cerne il resto del governo e del-la maggioranza. Immediatalalleanza con Maurizio Sacco-ni: In Parlamento Ncd presen-t e poi ritir un emendamentoper la omologazione del lavoro,pubblico e privato, perch ilgoverno si impegn ad attuarela norma sullunificazione. Oraci spieghi perch ha fatto mar-cia indietro.

    Francesco Di Frischia RIPRODUZIONE RISERVATA

    3,4milioniI dipendenti che lavorano per gli enti pubblici. In Francia sono 5,5 milioni, in Inghilterra 5,7

    Il decreto

    Il Jobs act modifica le regole dei licenziamenti individuali. Partendo da quello di tipo economico, ai dipendenti privati assunti prima del Jobs act tocca un risarcimento tra 12 e 24 mensilit senza reintegro mentre per quelli assunti dopo spetta un risarcimento di 2 mensilit per ogni anno di anzianit (massimo 24) senza reintegro

    Per il licenziamento disciplinare, ai dipendenti privati assunti ante Jobs act spetta un risarcimento tra 12 e 24 mensilit (in caso di inesistenza del fatto, reintegro) mentre agli assunti post Jobs act un risarcimento di 2 mensilit ogni anno di anzianit (reintegro, se il fatto non sussiste)

    Nel caso di licenziamento discriminato-rio, ai privati assunti ante Jobs act tocca il reintegro e un risarcimento pari alle retribuzioni maturate dal licenziamento alla ripresa del servizio. Medesimo trattamento anche per quelli assunti post Jobs act

    Per il licenziamento collettivo, agli assunti ante Jobs act spetta un risarcimento tra 12 e 24 mensilit e il reintegro in caso di violazione dei criteri di scelta, mentre agli assunti post Jobs act un risarcimento di 2 mensilit per ogni anno di anzianit

    Per i dipendenti pubblici, per ora, vale in tutti i casi il diritto a reintegro e risarcimento

    La legge elettorale

    1LItalicum, approvato allaCamera il 12 marzo, rimasto per mesi in Commissione al Senato.La notte del 19 dicembre il

    testo stato incardinato a Palazzo Madama. Il 7 gennaio inizier la discussione in Aula con lobiettivo di una rapida approvazione. Una volta passata al Senato, la legge dovr ritornare alla Camera per il s definitivo

    Liter dei provvedimenti

    Il ddl Boschi

    2La riforma del Senato edel Titolo V dellaCostituzione passatal8 agosto a PalazzoMadama ed arrivata

    alla Camera il 16 dicembre, dove potrebbe essere licenziata tra gennaio e febbraio. Per le leggi costituzionali servono due approvazioni distinte dello stesso testo per ciascuna Camera, a distanza di almeno 3 mesi

    Il ministro del LavoroDir la mia quando si approver la pi ampia riforma predisposta dal ministro Madia

    Lintervista

    di Enrico Marro

    La riforma pu battere il precariatoma il pubblico impiego resti fuoriIl segretario della Cisl Furlan: sbagliato aver eliminatoil diritto di reintegro nei licenziamenti collettivi

    ROMA Se il Jobs act vada estesoo no ai dipendenti pubblici lodecider il Parlamento, dice ilpresidente del Consiglio Mat-teo Renzi. Secondo lei?

    Mi pare risponde il se-gretario generale della Cisl, An-namaria Furlan che due mi-nistri, Poletti per il Lavoro eMadia per la Pubblica ammini-strazione, e il responsabile eco-nomico del Pd Taddei sianostati chiarissimi. Tutti e trehanno detto che il Jobs act nonvale per i dipendenti pubblici.Il cui rapporto di lavoro, del re-sto, ha una sua natura partico-lare e segue specifiche regole,fin dallassunzione per concor-so. Quindi mi pare pacifico chela riforma non si estenda alpubblico impiego.

    Ma lei come lo spieghereb-be a un operaio di una fabbri-ca assunto col nuovo contrat-to che, in caso di licenzia-mento, giusto che per luivalga una protezione minorerispetto a un dipendente pub-blico?

    Glielo spiegherei con il fat-

    to appunto che il rapporto dilavoro pubblico ha un suo per-corso legislativo e col fatto che,per stessa ammissione del go-verno, il Jobs act riguarda soloil lavoro privato.

    Resta il fatto che dal puntodi vista di un dipendente pri-vato non ha senso un tratta-mento diverso.

    Guardi credo che gli operaiabbiano altri temi in testa. Vo-gliono capire se leconomia fi-nalmente si riprende. Quantoal pubblico impiego la preoc-cupazione principale non seil Jobs act si applica o no, macome si stabilizzano le decinedi migliaia di lavoratori precarinelle pubbliche amministra-zioni e nella scuola.

    Secondo Renzi la riformarappresenta una rivoluzionecopernicana che porter pioccupazione e allargher letutele a chi finora non le haavute. daccordo?

    Lallargamento delle tutelec, anche se, parlando dellanuova Aspi, essa limitata aico.co.co e co.co.pro. e invece,

    secondo noi, andrebbe estesaulteriormente. Il punto decisi-vo della riforma se il nuovocontratto a tutele crescenti as-sorbir tutte le forme di preca-riet cos diffuse, dai finti col-laboratori agli associati in par-tecipazione, dalle finte partiteIva ai lavoratori a chiamata. Seci avverr, per questi lavorato-ri, e stiamo parlando di circaun milione e mezzo di personeche si trovano nella precarietpi assoluta, si tratter di un

    passo in avanti. In caso contra-rio, avremo solo unulteriorecontratto precario.

    Sulla base di questa analisinon avete condiviso lo sciope-ro generale di Cgil e Uil?

    Noi abbiamo detto che ilprovvedimento si poteva mi-gliorare nelliter parlamentare.E in effetti abbiamo scongiura-to il peggio, se solo si pensache si era prefigurata labolizio-ne del diritto al reintegro sui li-cenziamenti disciplinari e la

    possibilit che fosse laziendaad avere lultima parola, sce-gliendo lindennizzo in sostitu-zione del reintegro deciso dalgiudice. Tutto ci stato otte-nuto anche grazie alla mobili-tazione della Cisl, che ha fattotre manifestazioni nazionali. Esiamo convinti che altri miglio-ramenti si possano avere dopoi pareri del Parlamento.

    Quali?Bisogna ripristinare il valo-

    re della contrattazione nei li-cenziamenti collettivi, anzi an-drebbe rafforzato il ruolo degliaccordi. Per questo non va be-ne aver eliminato anche qui il diritto al reintegro. E dobbia-mo allargare il campo di azionedei nuovi ammortizzatori so-ciali.

    Il consigliere economico diRenzi, Yoram Gutgeld, ha an-nunciato che il governo pre-senter una proposta di leggesulla rappresentanza sinda-cale. Condivide?

    No. Non credo sia utile unalegge, visto che i sindacati e laConfindustria hanno firmatoun accordo sulla rappresentan-za, a meno che il governo nonsi voglia limitare ad assumernei contenuti.

    Laccordo con la Confindu-stria stato firmato un annofa, ma rimasto sulla carta.

    Purtroppo alla determina-zione delle parti sociali ha fattoseguito la lentezza della buro-crazia, ma sono convinta chepresto supereremo questi osta-coli.

    RIPRODUZIONE RISERVATAConfederali I segretari di Uil, Cgil e Cisl Barbagallo, Camusso e Furlan

    Gli operai hanno altro in testa: vogliono capire se leconomia si riprende

    La nuova Aspi? limitata a co.co.co e co.co.pro: va estesa ancora

    Il lavoro

    3Il 3 dicembre il Senato haapprovato la delega perla riforma del lavoro. Lokfinale arrivato intempo per consentire

    lentrata in vigore gi a gennaio dopo il varo dei primi due decreti delegati, arrivati in Consiglio dei ministri il 24 dicembre, sul contratto a tutele crescenti e gli ammortizzatori. Gli altri decreti sono attesi entro fine gennaio

    La nuova P.a.

    4Il 7 agosto la Camera hadefinitivamenteapprovato il decretosulla Pubblica amministrazione. La

    riforma prevede, tra laltro, la pensionabilit per i dirigenti a 62 anni purch con anzianit massima e la rimodulazione del turnover. In febbraio dovr essere discusso in Aula un disegno di legge che completa la riforma

    La giustizia

    5Il governo, con decretoconvertito il 6 novembredal Parlamento, hatagliato i tempi elarretrato della giustizia

    civile (incluse le ferie dei magistrati). Per la riforma del processo penale si scelta la via del ddl, che ora alla Camera, in cui si inseriranno anche le nuove norme anticorruzione licenziate dal Cdm il 12 dicembre

    Primo piano La riforma

  • 10 Luned 29 Dicembre 2014 Corriere della Sera

    Scontro sul Jobs act, spiazzati Poletti e Madia Estensione delle norme alla Pubblica amministrazione, Palazzo Chigi si rimette allAula. Lattacco di Fassina

    ROMA Le parole di Matteo Renziintervistato dal Quotidiano na-zionale arrivano come una doc-cia fredda per buona parte delgoverno e una bella fetta delPartito democratico. Se in tan-ti, a partire dal ministro Ma-rianna Madia, si sono affrettatia dire che no, il Jobs act non siapplica agli statali, proprio ilpremier a rimettere tutto in di-scussione: Sar il Parlamentoa pronunciarsi su questo pun-to, sollevato da Ichino. Esistegiurisprudenza nelluno e nel-laltro senso, ma non sar il go-verno a decidere.

    Il premier d appuntamentoa febbraio, quando la riformadel pubblico impiego, firmatada Marianna Madia, verr di-scussa in Parlamento: Saran-no le Camere a scegliere, nonmancher il dibattito, certo.Parole che suonano quasi co-

    me una retromarcia rispetto aquanto sostenuto pure da Giu-liano Poletti, ministro del Lavo-ro, che come la Madia avevachiuso la discussione primaancora di avviarla formalmen-te. Ieri Poletti ha commentato:Dir la mia opinione quandoil Parlamento affronter la ri-forma della Pubblica ammini-strazione. E comunque nonpenso sia corretto anticiparla.

    Resta il fatto che il premier,dopo essersi assunto la respon-sabilit per il testo dei decretiattuativi usciti dal Consigliodei ministri il 24 dicembre, in-nesca un terremoto nel suopartito, tornando a sfidare laminoranza pd. Stefano Fassina,che guida il fronte degli oppo-sitori al Jobs act, attacca diret-tamente il segretario del suopartito: Fino a oggi nessunoaveva parlato di licenziamenti

    per motivi economici nellaPubblica amministrazione: oraRenzi usa la sponda di Ncd perportare avanti la sua linea. Que-sta una scappatoia demagogi-ca. Renzi scarica sulla pelle de-gli statali la carenza di investi-menti e la mancata riorganiz-zazione del pubblico impiego.Cos, per, si scatena una guer-ra tra poveri. Sulla stessa lineaCesare Damiano (Pd), che perpreferisce ignorare Renzi e at-taccare lalleato di governo:Questo solo un polveronesollevato da Ncd in cerca di ri-

    vincite. Del resto il governo stato chiaro: la norma non ri-guarda la P.a.. La partita, inve-ce, resta aperta su un altrofronte: Fin dallinizio lesecu-tivo ha sempre e solo parlato diarticolo 18 e di licenziamentoindividuale, non collettivo fa notare Damiano . Chiede-remo quindi di modificarequesti articoli. Poi valuteremonei decreti eventuali casi di ec-cesso di delega. E Ichino (Sc)insiste e dal suo blog sottoli-nea: semplicemente assur-da lesclusione dei nuovi as-sunti nella P.a. dalla nuova di-sciplina. Quando il governo hadeciso di non escludere dalcampo di applicazione i nuoviassunti nel pubblico impiegoerano presenti anche Poletti e Madia. Poi ripete: Il 23 di-cembre il testo del documentoconteneva il terzo comma del-

    larticolo 1 che escludeva lap-plicazione per il pubblico im-piego. Il 24 il Consiglio dei mi-nistri ha approvato un testo deldecreto nel quale quel commanon cera pi. Inoltre il 27 di-cembre gli stessi ministri di-chiarano che i nuovi rapportinel settore pubblico devono es-sere esclusi dal Jobs act pre-cisa Ichino . EvidentementePoletti e Madia hanno cambia-to idea, ma dovranno convin-cerne il resto del governo e del-la maggioranza. Immediatalalleanza con Maurizio Sacco-ni: In Parlamento Ncd presen-t e poi ritir un emendamentoper la omologazione del lavoro,pubblico e privato, perch ilgoverno si impegn ad attuarela norma sullunificazione. Oraci spieghi perch ha fatto mar-cia indietro.

    Francesco Di Frischia RIPRODUZIONE RISERVATA

    3,4milioniI dipendenti che lavorano per gli enti pubblici. In Francia sono 5,5 milioni, in Inghilterra 5,7

    Il decreto

    Il Jobs act modifica le regole dei licenziamenti individuali. Partendo da quello di tipo economico, ai dipendenti privati assunti prima del Jobs act tocca un risarcimento tra 12 e 24 mensilit senza reintegro mentre per quelli assunti dopo spetta un risarcimento di 2 mensilit per ogni anno di anzianit (massimo 24) senza reintegro

    Per il licenziamento disciplinare, ai dipendenti privati assunti ante Jobs act spetta un risarcimento tra 12 e 24 mensilit (in caso di inesistenza del fatto, reintegro) mentre agli assunti post Jobs act un risarcimento di 2 mensilit ogni anno di anzianit (reintegro, se il fatto non sussiste)

    Nel caso di licenziamento discriminato-rio, ai privati assunti ante Jobs act tocca il reintegro e un risarcimento pari alle retribuzioni maturate dal licenziamento alla ripresa del servizio. Medesimo trattamento anche per quelli assunti post Jobs act

    Per il licenziamento collettivo, agli assunti ante Jobs act spetta un risarcimento tra 12 e 24 mensilit e il reintegro in caso di violazione dei criteri di scelta, mentre agli assunti post Jobs act un risarcimento di 2 mensilit per ogni anno di anzianit

    Per i dipendenti pubblici, per ora, vale in tutti i casi il diritto a reintegro e risarcimento

    La legge elettorale

    1LItalicum, approvato allaCamera il 12 marzo, rimasto per mesi in Commissione al Senato.La notte del 19 dicembre il

    testo stato incardinato a Palazzo Madama. Il 7 gennaio inizier la discussione in Aula con lobiettivo di una rapida approvazione. Una volta passata al Senato, la legge dovr ritornare alla Camera per il s definitivo

    Liter dei provvedimenti

    Il ddl Boschi

    2La riforma del Senato edel Titolo V dellaCostituzione passatal8 agosto a PalazzoMadama ed arrivata

    alla Camera il 16 dicembre, dove potrebbe essere licenziata tra gennaio e febbraio. Per le leggi costituzionali servono due approvazioni distinte dello stesso testo per ciascuna Camera, a distanza di almeno 3 mesi

    Il ministro del LavoroDir la mia quando si approver la pi ampia riforma predisposta dal ministro Madia

    Lintervista

    di Enrico Marro

    La riforma pu battere il precariatoma il pubblico impiego resti fuoriIl segretario della Cisl Furlan: sbagliato aver eliminatoil diritto di reintegro nei licenziamenti collettivi

    ROMA Se il Jobs act vada estesoo no ai dipendenti pubblici lodecider il Parlamento, dice ilpresidente del Consiglio Mat-teo Renzi. Secondo lei?

    Mi pare risponde il se-gretario generale della Cisl, An-namaria Furlan che due mi-nistri, Poletti per il Lavoro eMadia per la Pubblica ammini-strazione, e il responsabile eco-nomico del Pd Taddei sianostati chiarissimi. Tutti e trehanno detto che il Jobs act nonvale per i dipendenti pubblici.Il cui rapporto di lavoro, del re-sto, ha una sua natura partico-lare e segue specifiche regole,fin dallassunzione per concor-so. Quindi mi pare pacifico chela riforma non si estenda alpubblico impiego.

    Ma lei come lo spieghereb-be a un operaio di una fabbri-ca assunto col nuovo contrat-to che, in caso di licenzia-mento, giusto che per luivalga una protezione minorerispetto a un dipendente pub-blico?

    Glielo spiegherei con il fat-

    to appunto che il rapporto dilavoro pubblico ha un suo per-corso legislativo e col fatto che,per stessa ammissione del go-verno, il Jobs act riguarda soloil lavoro privato.

    Resta il fatto che dal puntodi vista di un dipendente pri-vato non ha senso un tratta-mento diverso.

    Guardi credo che gli operaiabbiano altri temi in testa. Vo-gliono capire se leconomia fi-nalmente si riprende. Quantoal pubblico impiego la preoc-cupazione principale non seil Jobs act si applica o no, macome si stabilizzano le decinedi migliaia di lavoratori precarinelle pubbliche amministra-zioni e nella scuola.

    Secondo Renzi la riformarappresenta una rivoluzionecopernicana che porter pioccupazione e allargher letutele a chi finora non le haavute. daccordo?

    Lallargamento delle tutelec, anche se, parlando dellanuova Aspi, essa limitata aico.co.co e co.co.pro. e invece,

    secondo noi, andrebbe estesaulteriormente. Il punto decisi-vo della riforma se il nuovocontratto a tutele crescenti as-sorbir tutte le forme di preca-riet cos diffuse, dai finti col-laboratori agli associati in par-tecipazione, dalle finte partiteIva ai lavoratori a chiamata. Seci avverr, per questi lavorato-ri, e stiamo parlando di circaun milione e mezzo di personeche si trovano nella precarietpi assoluta, si tratter di un

    passo in avanti. In caso contra-rio, avremo solo unulteriorecontratto precario.

    Sulla base di questa analisinon avete condiviso lo sciope-ro generale di Cgil e Uil?

    Noi abbiamo detto che ilprovvedimento si poteva mi-gliorare nelliter parlamentare.E in effetti abbiamo scongiura-to il peggio, se solo si pensache si era prefigurata labolizio-ne del diritto al reintegro sui li-cenziamenti disciplinari e la

    possibilit che fosse laziendaad avere lultima parola, sce-gliendo lindennizzo in sostitu-zione del reintegro deciso dalgiudice. Tutto ci stato otte-nuto anche grazie alla mobili-tazione della Cisl, che ha fattotre manifestazioni nazionali. Esiamo convinti che altri miglio-ramenti si possano avere dopoi pareri del Parlamento.

    Quali?Bisogna ripristinare il valo-

    re della contrattazione nei li-cenziamenti collettivi, anzi an-drebbe rafforzato il ruolo degliaccordi. Per questo non va be-ne aver eliminato anche qui il diritto al reintegro. E dobbia-mo allargare il campo di azionedei nuovi ammortizzatori so-ciali.

    Il consigliere economico diRenzi, Yoram Gutgeld, ha an-nunciato che il governo pre-senter una proposta di leggesulla rappresentanza sinda-cale. Condivide?

    No. Non credo sia utile unalegge, visto che i sindacati e laConfindustria hanno firmatoun accordo sulla rappresentan-za, a meno che il governo nonsi voglia limitare ad assumernei contenuti.

    Laccordo con la Confindu-stria stato firmato un annofa, ma rimasto sulla carta.

    Purtroppo alla determina-zione delle parti sociali ha fattoseguito la lentezza della buro-crazia, ma sono convinta chepresto supereremo questi osta-coli.

    RIPRODUZIONE RISERVATAConfederali I segretari di Uil, Cgil e Cisl Barbagallo, Camusso e Furlan

    Gli operai hanno altro in testa: vogliono capire se leconomia si riprende

    La nuova Aspi? limitata a co.co.co e co.co.pro: va estesa ancora

    Il lavoro

    3Il 3 dicembre il Senato haapprovato la delega perla riforma del lavoro. Lokfinale arrivato intempo per consentire

    lentrata in vigore gi a gennaio dopo il varo dei primi due decreti delegati, arrivati in Consiglio dei ministri il 24 dicembre, sul contratto a tutele crescenti e gli ammortizzatori. Gli altri decreti sono attesi entro fine gennaio

    La nuova P.a.

    4Il 7 agosto la Camera hadefinitivamenteapprovato il decretosulla Pubblica amministrazione. La

    riforma prevede, tra laltro, la pensionabilit per i dirigenti a 62 anni purch con anzianit massima e la rimodulazione del turnover. In febbraio dovr essere discusso in Aula un disegno di legge che completa la riforma

    La giustizia

    5Il governo, con decretoconvertito il 6 novembredal Parlamento, hatagliato i tempi elarretrato della giustizia

    civile (incluse le ferie dei magistrati). Per la riforma del processo penale si scelta la via del ddl, che ora alla Camera, in cui si inseriranno anche le nuove norme anticorruzione licenziate dal Cdm il 12 dicembre

    Primo piano La riforma

  • Corriere della Sera Luned 29 Dicembre 2014 15

    Primo piano La protezione sociale

    Spesa sociale in rapporto al Pil (dati %)

    Corriere della SeraFonte: Eurostat anno 2011

    Totale29,0

    17,734,2

    29,416,1

    30,226,1

    33,629,7

    Disoccupati1,6

    0,61,81,30,5

    2,13,7

    2,10,8

    Altri sussidi2,0

    1,11,0

    2,10,2

    3,02,52,72,7

    Sost. alla famiglia2,21,9

    4,13,1

    2,01,8

    1,42,6

    1,4

    Sanit8,2

    4,56,9

    9,44,4

    7,57,0

    9,17,1

    Vecchiaia11,1

    7,714,2

    9,46,9

    12,78,9

    12,614,8

    Invalidit2,11,4

    4,12,21,81,41,82,01,6

    Aree/PaesiEu 28BulgariaDanimarcaGermaniaEstoniaGreciaSpagnaFranciaITALIA

    Casa0,6

    0,00,70,6

    0,00,40,20,8

    0,0

    Assistenza

    Le bugie sul welfare:siamo nella media UeIl confronto La spesa per la protezione sociale in Italia bassa e inferiore alla media europea.

    Non vero, perch: a) su un totale di spesapubblica pari a 801 miliardi (bilancio 2012), com-prensiva della mostruosa spesa per interessi di 86,7 miliardi (quasi l11% della spesa totale), laspesa per pensioni, assistenza sociale e sanit stata pari a 392,4 miliardi cio il 49% dellinteraspesa; b) anche calcolando lincidenza della spe-sa sociale sul Pil secondo la metodica Eurostat,per lItalia tale rapporto pari al 29,7% rispettoalla media dei 28 Paesi pari a 29% e quella a 15Paesi pari a 29,8%. Si noti che nel totale della spe-sa il nostro Paese dichiara zero per la casa (siamogli unici assieme a Croazia, Bulgaria Estonia, Li-tuania, Slovenia, Serbia, Romania e Portogallo) enon riesce a contabilizzare buona parte dellaspesa sociale degli enti locali; calcolando questedue spese lincidenza sul Pil aumenterebbe dicirca 1,2 punti, facendoci diventare tra i pi ge-nerosi dEuropa.

    La casaIl nostro Paese spende nulla per sostenere e aiutare i cittadini ad abitare un alloggio.

    Non vero, perch calcolando la spesa per ilsostegno allabitare come richiede la contabiliteuropea, cio la differenza tra gli affitti a valori dimercato e quelli effettivamente pagati dagli in-quilini, il solo importo relativo alle ex case popo-lari (ora Aler regionali) vale circa 0,6 punti di Pilche sommati alla quantit industriale di alloggidi Comuni, ex Province, Regioni (spesso ancoranon regolarmente gestiti), laiuto alla casa supe-rerebbe di gran lunga il punto percentuale.

    I disoccupatiSi spende troppo in pensioni e poco nelle altre forme di protezione sociale quali famiglia e bambini, disoccupazione, esclusione sociale e casa.

    Basta riclassificare la spesa pensionistica e de-purarla dagli oneri non pensionistici per scopri-re che non vero. Tolti i costi relativi agli assegnifamiliari, alle maggiorazioni sulle pensioni, alleintegrazioni al minimo (tutte legate al livello direddito del pensionato o del nucleo familiare), egli effetti degli oltre 450 mila prepensionamenticaricati da noi come pensioni mentre nella mag-gior parte dei Paesi sono contabilizzate alla vocedisoccupazione, emerge che: a) sia il sostegnoalla famiglia, sia laiuto ad anziani e indigentisingoli o nuclei familiari (esclusione sociale) siail sussidio per i disoccupati, aumentano in rap-porto al Pil, raggiungendo abbondantemente lamedia europea; b) la voce pensione viceversa siriduce per due motivi; il primo perch scorpo-rando dalla spesa pensionistica (242,87 miliardiper il 2012) la quota di trasferimenti dalla Gias eGpt (rispettivamente Gestione interventi assi-stenziali e Gestione prestazioni temporanee) che altro non sono se non fiscalit generale (letasse che paghiamo) che valgono circa 40 miliar-di, si riduce dal 15,6% al 13,1% (2,5 punti in me-no); il secondo perch da noi le pensioni sono tassate: nel 2012 lIrpef e le addizionali comunalie regionali hanno sottratto 45,9 miliardi di euroai pensionati; si stima che il 50% di queste tassegravi solo su circa 2 milioni di pensionati, datoche gli 8,6 milioni di pensionati di cui sotto nonpagano un euro di tasse. Considerando che letasse sono una partita di giro, dal momento cheil pensionato prende solo il netto, il vero esborsoper lo Stato di 197 miliardi da depurare dellaspesa assistenziale (quindi attorno al 10% sulPil).

    D el nostro sistema pensionistico e di protezione sociale si par-la spesso sia a livello politico sia di media; molte volte, pur-troppo, male e per sentito dire. Soprattutto in materia pensioni-stica si assiste da un lato alle grandi polemiche sulle cosiddettepensioni doro con proliferazione delle metodiche per ridurledi importo; dallaltro la richiesta di aumentare le pensioni pibasse; infine tutti vorrebbero una riduzione della spesa pubblicaper poter ridurre le tasse.

    Come vedremo di seguito una riduzione della spesa pubblicaimplica quanto meno una stabilizzazione, senza aumento dellaspesa per welfare, giacch questa incide per il 50% sul totale ed molto in linea con la media europea. Peraltro unalta spesa perprotezione sociale, come evidenziava Jaques Delors gi nel 1989,implica un maggior prelievo fiscale e contributivo che appesanti-sce leconomia, aumenta il costo del lavoro e riduce la competiti-vit con conseguenze pesanti sulloccupazione. In questa brevecarrellata elenchiamo 3 bugie e 3 verit scomode di cui sarebbeutile tener conto.

    Pensioni

    Le verit sugli assegni:pochi contributi versatiI beneficiariSindacati e politici invocano spesso (soprattutto quando c da prendere consensi) laumento delle pensioni basse.

    La verit che su 16.561.000 pensionati, circa8,6 milioni (cio ben il 52%, dato da Paese cala-mitoso) percepiscono prestazioni totalmente oparzialmente a carico della fiscalit generale, co-me i circa 4,73 milioni di soggetti beneficiaridelle integrazioni al minimo e delle maggiora-zioni sociali; soggetti cio che non sono riusciti,assieme agli oltre 825 mila percettori di pensio-ne sociale, in 66 anni di vita a fare almeno 15 an-ni di contribuzione regolare; e se non hanno pa-gato i contributi non hanno neppure pagato le tasse. Detta brutalmente la pensione sar mode-sta ma in gran parte regalata dalle giovani ge-nerazioni che non saranno cos fortunate.

    Le prestazioniIn Italia si fa poca assistenza.

    La verit che per garantire la quantit recorddi prestazioni (23,431 milioni cio una ogni 2,5abitanti) la differenza tra contributi versati al si-stema previdenziale e la spesa vera coperta dal-la fiscalit, per un importo pari a 83,6 miliardi,pi o meno la spesa per gli interessi sul debito; equesta spesa grava solo su quelli che le tasse lepagano sul serio (ecco perch la pressione fisca-le cos alta).

    La fiscalitLe tasse in Italia le pagano in pochi e quindi mancano anche i contributi.

    La verit che 51,8 milioni di italiani paganouna Irpef media di 923 euro a testa (solo il servi-zio sanitario costa oltre 1.800 euro a testa); pocopi di un quarto dellIrpef (27,3%) pagata dal3,18% dei contribuenti; di questo passo chi pa-gher le pensioni e la sanit? Pensioni doro: co-me si vede difficile immaginare riduzioni econtributi di solidariet a carico di chi ha alme-no pagato la propria pensione (la maggioranza,salvo qualche migliaio di furbi) quando la metdella popolazione beneficia di rendite a caricodella fiscalit generale, quindi di tutti noi, tantopi che ai pensionati sopra i fatidici 3 mila eurolordi (1.700 netti) la pensione retributiva non stata calcolata con il 2% per anno (con 35 anni ilfamoso 70% di pensione rispetto allultimo sti-pendio) ma con una media che per una retribu-zione lorda di 200 mila euro lanno (meno di 100mila netti) non arriva al 50%. Cos com difficileimmaginare aumenti delle pensioni a parziale ototale carico dello Stato, poich diverrebbero pialte delle pensioni pagate con i contributi. Ta-gliare o aumentare le rendite pensionistiche de-ve essere fatto con rigore, altrimenti la gi gran-de evasione contributiva diverrebbe la norma epagare i contributi non converrebbe pi a nessu-no.

    * Docente e presidenteCts Itinerari previdenziali

    RIPRODUZIONE RISERVATA

    Lanalisi

    di Alberto Brambilla *

    I falsi miti sulla previdenza in ItaliaSpendiamo troppo e spendiamo male

    211.103miliardi, la spesa pensionistica complessiva nel 2012 relativa a 16,5 milioni di pensionati, a fronte di 190.404 miliardi di euro di entrate contributive, con un disavanzo quindi di 20,7 miliardi di euro. Secondo il Rapporto Itinerari previdenziali 2014, limporto medio annuo erogato per pensionato stato di 16.639 euro

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