Vicini numero 2 in PDF, Novembre 2013

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ANNO 1 - Numero 2 WWW.VICINI.TO.IT 12 NOVEMBRE 2013 LE CASE DI LUIGI GRASSI: UNA STORIA DI EDILIZIA E IMPEGNO SOCIALE Continua la collaborazione tra il nostro giornale e il Corriere di Barriera che nel numero di novembre racconta dell’o- pera del commendator Luigi Grassi che, a Torino, è stato un pioniere dell’edilizia popolare privata. A partire dai primi anni del Novecento, ha costruito impor- tanti gruppi di fabbricati in Barriera di Milano e nei borghi Aurora e Vanchiglietta, introducendo le tecniche di co- struzione prefabbricata. La sua edilizia, moderna per l’epoca, fu pensata per il ceto proletario, con affitti economici e concorren- ziali rispetto alle case Mu- nicipali e a quelle popolari IACP. Nato a Bologna nel 1876, da famiglia non agiata, Grassi iniziò presto a lavo- rare: all’età di 13 anni già faceva l’operaio in alcuni cantieri ferroviari di Tosca- na e Abruzzo. Un giorno del 1898, fu chiamato dallo Stato a prestare servizio mi- litare a Torino, che divenne da quel momento la sua città e ne cambiò radicalmente la vita. Quell’anno frequentò le scuole serali municipali di arte muraria. Il futuro commendatore iniziò la sua attività imprenditoriale da giovanissimo, nel 1903, un momento favorevole soprat- tutto per la città della Fiat. Costruì la sua ditta in corso Ponte Mosca 20, lo stesso indirizzo della sua casa privata, diven- ne un impresario stimato e contribuì allo sviluppo dell’area nord della città, in particolare dei quartieri Vanchiglia e Barriera di Milano, una zona in grande espansione edilizia. Tra il 1902 e il 1903 costruì case economiche in via Lombar- dore e in via di Circonvallazione (poi corso Novara) con tre o quattro piani fuori terra. Erano alloggi da affittare agli operai che lavoravano nelle fabbriche di Barriera di Milano, dotati di due stanze allineate, con ingresso da ballatoio e gabinetto esterno in comune a due alloggi. Tra il 1908 e il 1910 edificò in corso Palermo, via Agliè, via Monterosa e via Favria. Costruì anche abitazioni destinate al ceto medio e si dotò di una fornace, in largo Palermo, per produrre materiali per i suoi cantieri. Negli anni tra il 1910 e il 1920 furono costruite le case nella Borgata Monterosa in via Candia, via San- thià, via Scarlatti. In quegli anni cominciarono a comparire alloggi con più stanze, ingresso da pianerottolo e con ser- vizi interni, che divennero la tipologia costante nel periodo successivo. I caseggiati, ideati per abbattere i costi e velocizzare i tempi di costruzione, erano all’avanguardia: esemplari di un nuovo metodo di edilizia abitativa, sia per l’utilizzo di elementi prefabbricati, quali pilastri alveolati e travature in calcestruzzo armato, sia per l’introdu- zione di balconi coperti e di decorazioni ad in- tonaco e fregi, spesso disegnati personalmente dall’imprenditore, per le facciate. In totale, fino al 1938, furono realizzati complessivamente circa 1263 alloggi nei quartieri Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglietta, numeri in concorrenza con quelli prodotti negli stessi anni dall’Istituto Autonomo Case Popolari e dal Comune. Luigi Grassi non fu solo un grande costruttore, ma anche benefattore e uomo pubblico. Fra le attività filantropiche, volte a migliorare la qualità della vita delle famiglie più povere, si ricordano in particolare: la scuola serale per i suoi muratori e un asilo infantile affidato alle suore di Maria Ausiliatrice, sorto in via Candia su terreni di sua proprietà. Nel 1918 affidò ai Salesia- ni un suo magazzino perché venisse tra- sformato in un ricre- atorio provvisorio per i ragazzi e i giovani del borgo. Fu tra i benefattori dei Sale- siani quando questi avviarono la costruzione dell’Oratorio Michele Rua in via Paisiello. È stato anche tra i benemeriti delle iniziative per l’istruzione popolare. Grassi morì nel 1965, nella casa di corso Giulio Cesare 20, sede anche della sua impresa fin dal 1912. Pag. 1

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ANNO 1 - Numero 2 WWW.VICINI.TO.IT 12 NOVEMBRE 2013

APERTURA NUOVA LUDOTECA ALLA CASCINA ROCCAFRANCA

Dai primi di ottobre la Cascina Roccafranca ha aperto,in convenzione con ITER, un servizio di ludoteca attivo al matti-no,dalle ore 9 alle ore 12, dove i bambini da 0 a 3 anni possono venire a giocagirotondre assieme a genitori, nonni e chi altri si occupa di loro.

I bambini troveranno, nel locale dell’ex palestrina della Roccafranca, tanti giochi, com-pagni con cui giocare e un’educatrice della Cooperativa Educazione e Progetto che offrirà loro stimoli per ampliare le loro competenze attraverso varie attività adeguate all’età dei bambini.ITER, Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, nata per sostenere le poli-tiche a vantaggio dei cittadini più giovani, si propone da una parte come strumento progettuale e formativo delle politiche di offerta educativa rivolte a bambine e bambini ed alle loro famiglie, dall’altra offre nuove progettualità educative a fianco delle attività già esistenti come i Centri di Cultura e le ludoteche.A partire da gennaio 2013, ha concentrato l’intervento precedentemente svolto all’in-terno dei Centri Bambini e Genitori nelle Ludoteche comunali, dando inizio alla realizza-zione di nuovi Servizi Educativi Territoriali chiamati SET.L’accesso al servizio è stato regolato attraverso una tessera a scalare di 20 ingressi, del costo di 26 Euro, che supera la vecchia iscrizione mensile e consente alle famiglie di

pagare solo quando l’attività viene richiesta.Il servizio di Ludomattina è partito in sette ludoteche a cui si sono aggiunte due strutture gestite da cooperative in locali di loro pertinenza, quasi uno per CircoscrizioneLa Ludoteca della Cascina Roccafranca è una di queste.

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TOVia Rubino 45 10137, Torino,presso Cascina Roccafranca, Bottega ComunicazioneContatti: Email : [email protected] +39.011.19836617Fax +39.011.19837119Sito web: www.vicini.to.itSe volete collaborare, scriveteci.

LE CASE DI LUIGI GRASSI: UNA STORIA DI EDILIZIA E IMPEGNO SOCIALEContinua la collaborazione tra il nostro giornale e il Corriere di Barriera che nel numero di novembre racconta dell’o-pera del commendator Luigi Grassi che, a Torino, è stato un pioniere dell’edilizia popolare privata.A partire dai primi anni del Novecento, ha costruito impor-tanti gruppi di fabbricati in Barriera di Milano e nei borghi Aurora e Vanchiglietta, introducendo le tecniche di co-struzione prefabbricata. La sua edilizia, moderna per l’epoca, fu pensata per il ceto proletario, con affitti economici e concorren-ziali rispetto alle case Mu-nicipali e a quelle popolari IACP.Nato a Bologna nel 1876, da famiglia non agiata, Grassi iniziò presto a lavo-rare: all’età di 13 anni già faceva l’operaio in alcuni cantieri ferroviari di Tosca-na e Abruzzo. Un giorno del 1898, fu chiamato dallo Stato a prestare servizio mi-litare a Torino, che divenne da quel momento la sua città e ne cambiò radicalmente la vita. Quell’anno frequentò le scuole serali municipali di arte muraria.Il futuro commendatore iniziò la sua attività imprenditoriale da giovanissimo, nel 1903, un momento favorevole soprat-tutto per la città della Fiat. Costruì la sua ditta in corso Ponte Mosca 20, lo stesso indirizzo della sua casa privata, diven-ne un impresario stimato e contribuì allo sviluppo dell’area nord della città, in particolare dei quartieri Vanchiglia e Barriera di Milano, una zona in grande espansione edilizia.Tra il 1902 e il 1903 costruì case economiche in via Lombar-dore e in via di Circonvallazione (poi corso Novara) con tre o quattro piani fuori terra. Erano alloggi da affittare agli operai che lavoravano nelle fabbriche di Barriera di Milano, dotati di due stanze allineate, con ingresso da ballatoio e gabinetto esterno in comune a due alloggi. Tra il 1908 e il 1910 edificò in corso Palermo, via Agliè, via Monterosa e via Favria.Costruì anche abitazioni destinate al ceto medio e si dotò di una fornace, in largo Palermo, per produrre materiali per i suoi cantieri. Negli anni tra il 1910 e il 1920 furono costruite le case nella Borgata Monterosa in via Candia, via San-

thià, via Scarlatti. In quegli anni cominciarono a comparire alloggi con più stanze, ingresso da pianerottolo e con ser-vizi interni, che divennero la tipologia costante nel periodo successivo.I caseggiati, ideati per abbattere i costi e velocizzare i tempi di costruzione, erano all’avanguardia: esemplari di un nuovo metodo di edilizia abitativa, sia per l’utilizzo di

elementi prefabbricati, quali pilastri alveolati e travature in calcestruzzo armato, sia per l’introdu-zione di balconi coperti e di decorazioni ad in-tonaco e fregi, spesso disegnati personalmente dall’imprenditore, per le facciate. In totale, fino al 1938, furono realizzati complessivamente circa 1263 alloggi nei quartieri Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglietta, numeri in concorrenza con quelli prodotti negli stessi anni

dall’Istituto Autonomo Case Popolari e dal Comune.Luigi Grassi non fu solo un grande costruttore, ma anche benefattore e uomo pubblico. Fra le attività filantropiche, volte a migliorare la qualità della vita delle famiglie più povere, si ricordano in particolare: la scuola serale per i suoi muratori e un asilo infantile affidato alle suore di Maria Ausiliatrice, sorto in via Candia su terreni di sua proprietà. Nel 1918 affidò ai Salesia-ni un suo magazzino perché venisse tra-sformato in un ricre-atorio provvisorio per i ragazzi e i giovani del borgo. Fu tra i benefattori dei Sale-siani quando questi avviarono la costruzione dell’Oratorio Michele Rua in via Paisiello. È stato anche tra i benemeriti delle iniziative per l’istruzione popolare.Grassi morì nel 1965, nella casa di corso Giulio Cesare 20, sede anche della sua impresa fin dal 1912.

N° 2 in versione pdf, novembre 2013

VICINI vuole CRESCERE e ha bisogno di VOIIl giornale che hai in mano è, per ora, solo online ( WWW.VICINI.TO.IT ) e que-sto è un numero speciale per la Festa di inizio Anno Sociale della Cascina Roc-cafranca. Dal 14 novembre scorso, giorno uffi-ciale dell’inizio della nostra avventura, abbiamo dato conto di quello che suc-cede nei quartieri vicini a noi (Mirafiori e Santa Rita), poi abbiamo allargato lo sguardo a TUTTI i quartieri di Torino. Non è stato facile, ma entusiasmante!

Ora, per andare avanti abbiamo biso-gno di voi, dei vostri amici e conoscenti.

Come ? In due modi.

Il primo modo è una libera sottoscri-zione per far fronte alle spese (siamo tutti volontari e ci autotassiamo: non ci sono altre entrate). Donare a Vici-ni è facile: potete farlo direttamente presso di noi oppure online con carta di credito connettendovi al sito predi-sposto: trovate i box nella nostra home page. Seguite le istruzioni ed il gioco è fatto!Il nostro sogno è stampare Vicini an-che su carta più volte durante l’anno.

Il secondo modo è partecipare in pri-ma persona con proposte di articoli o collaborando con la nostra Redazione giornalistica.

Vi aspettiamo.

Franco [email protected]

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Acqua bene comune, non merce

Mercatino di Natale FranceseAll’interno del programma di TORINO INCONTRA LA FRANCIA, dal 9 al 24 no-vembre piazza Solferino ospiterà il MER-CATINO DI NATALE FRANCESE. Chalet in legno tipici alsaziani addobbati a festa e un’atmosfera che prelude al Nata-le: un’occasione unica e originale per condividere momenti di incontro e di aggregazione per adulti e bambini.

Sarà un’esclusiva occasione per im-mergersi nella magica atmosfera di un tradizionale villaggio di Natale fran-cese dove, grazie all’esperienza e alla

professionalità maturata a livello inter-nazionale da parte degli operatori pre-senti, piccoli e grandi potranno immer-gersi nella magia del Natale.

Le casette saranno addobbate a festa e il profumo di legno si affiancherà ai profumi e ai sapori tradizionali d’oltral-pe, con una proposta enogastronomica mol-to ricca. Oltre ai tra-dizionali dolci dell’Av-vento, tante saranno le prelibatezze presenti, tutte rigorosamente di qualità e tradizione francese.

Oltre ottanta i tipi di formaggi, i quali po-tranno essere abbinati ad un’ampia gamma di vini provenienti dalle più importanti regioni vinicole d’Oltralpe. Per i più golosi le

“degustazioni dolci” potranno contare sui biscotti bretoni, con oltre venti va-rietà di ripieno, su un gran numero di cioccolatini dai gusti raffinati, fino ad arrivare ai dolci preferiti da Re ed Im-peratori: i macarons.

Una grande tavolozza di colori è rap-presentata dalla casetta delle spezie e baguettes e croissants caldi saranno sfornati nella “Boulangerie”. Due spazi saranno dedicati alla degustazione:

uno per ostriche e champagne, l’altro dove choucroute, tartiflette, cassoulet e grigliate potranno essere degustate

calde.

In questo villaggio di Natale francese non possono cer-tamente mancare gli articoli regalo. Dalla Provenza e dalla Costa Azzurra arrivano tovaglie, saponi, lavanda ed essenze, da Parigi profumi ed accessori moda. A completamento di questa offerta tutta

vestita a festa, candele, segnalibri e tanto ancora!

Visitare il mercatino vuol dire immerger-si in una mescolanza di profumi e di co-lori che lo rendono molto particolare e caratteristico.

Vi aspettiamo al villaggio di Natale francese, diamo inizio alle feste.

Il quesito è: per la gestione dell’acqua, a noi cittadini utenti, conviene di più una SpA o un’azienda pubblica ( in termini corretti: azienda di diritto pub-blico).

E’ questo il tema dell’incontro tenuto presso Cascina Roccafranca martedì 8 ottobre scorso a cura del Gruppo Tra le Righe.

Per cominciare, cosa succede all’este-ro? Facciamo un po’ di benchmarking.

Negli USA, il Paese dell’iniziativa privata, l’acqua è pubblica. In Europa, là dove il servizio è in parte in mano ai privati, si tenta di riacquistare quote di parte-

cipazione in mano ai privati: così Parigi, Berlino e persino Napoli

SMAT attualmente è una SpA, le quo-te si possono comprare e vendere. la

“missione” è il profitto. E profitti la SMAT ne fa eccome: solo che gli utili ven-gono devoluti agli azionisti, in questo caso il Comune e le Banche compro-prietarie, mentre attivi di bilancio per

gli investimenti non ne rimangono. Per sciogliere il nodo, la bolletta si incre-menta di una voce destinata a questo scopo, “oneri finan-ziari”. Gli utili riman-gono agli azionisti, le perdite vanno in capo agli utenti.

Una variante del-la formula magica, privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite che abbiamo conosciuto con varie Aziende, già dall’epoca di Alitalia.

(Non diverso è il tentativo di vendere GTT ai privati: lì l’interesse degli acqui-renti sta nella gallina dalle uova d’oro

che sono i parcheggi a pagamento).

Eppure 27 milioni di cittadini 2 anni fa hanno votato a favore dell’acqua pubblica.

L’associazione acqua pubblica Torino propone un’azione che definisce “ob-bedienza civile” (rovesciando il termine ma con lo stesso concetto espresso da alcuni intellettuali americani dell’otto-cento): autoridursi la bolletta proprio ( e soltanto) dell’importo definito come oneri finanziari, contro i quali esiste il pronunciamento popolare. Acqua pubblica

Ma, si obietta, come fare fronte all’an-tica piaga delle lottizzazioni dei servizi pubblici da parte della Politica? Un’i-dea: inserire nel CdA 1 cittadino estrat-to a sorte, per esempio attingendo alle liste dei giudici popolari. Liste di cittadi-ni sicuramente disinteressati e di prova-ta moralità.

Il compito e facoltà della nomina è del Sindaco: se non se la sente di effettuar-la…

RENOIR. Dalle collezioni del Musée d’Orsay e dell’OrangerieLa collaborazione tra la Città di Torino, il Musée d’Orsay di Parigi e Skira Edito-re, iniziata nel 2012 con la grande ras-segna su Degas, prosegue con un al-tro prestigioso appuntamento, da non mancare.Quest’anno la GAM presenta infatti una straordinaria mostra dedicata a Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), uno dei protagonisti, con Manet, Monet, Degas, Pissarro, Sisley, Cézanne, (tra gli anni Settanta dell’Ottocento e il primo venten-nio del Novecento,) della grande stagione dell’Impressionismo fran-cese.slider-02Un importante accordo siglato tra la GAM - Galleria Civica d’Ar-te Moderna e Contemporanea di Torino - Fondazione Torino Musei, Skira editore e il Musée d’Orsay di Parigi – con Danilo Eccher, Di-rettore della GAM, Massimo Vitta Zelman, Presidente di Skira, e Guy Cogeval, Presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie – ha permesso di definire un progetto scientifico di grande valenza, che porta nel capoluogo piemontese una splendida mostra, davvero unica per la qualità delle opere presentate. A Renoir non era mai stata dedicata una retrospettiva a Torino.I due musei parigini che custodiscono la collezione più ricca al mondo dell'o-pera di RENOIR, il Musée d’Orsay e il Musée dell’Orangerie, per quattro mesi si privano di sessanta capolavori per dare vita ad una eccezionale rassegna che testimonia i momenti più significati-vi del percorso pittorico dell’artista. La cura della mostra è affidata a Sylvie Pa-try, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay, e a Riccardo Passoni , Vice Di-rettore della GAM di Torino.Skira, in stretta collaborazione con la Fondazione Torino Musei, produce la rassegna, curandone gli aspetti orga-nizzativi e promozionali e ne pubblica il catalogo.La mostra sarà allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition

Area, all’interno del percorso delle col-lezioni permanenti, recentemente rial-lestite secondo quattro nuovi percorsi tematici. Sarà esposta anche un’opera di proprietà della GAM: il Ritratto del fi-glio Pierre (1885).Con questa esposizione di alto valore si vuole percorrere la complessa evo-

luzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrre oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e ac-querelli – evidenziando la grande va-rietà e qualità della sua tecnica pittori-ca e i diversi temi affrontati. Oggi Renoir è considerato uno dei maggiori maestri della pittura tra il XIX e XX secolo.La mostra torinese si articola in nove se-zioni.

• L'epoca della Bohème. che pre-senta, oltre a ritratti di amici (Sisley, Bazille, Monet), uno dei primi nudi, tra i temi più cari all'artista.

• “Noi adoriamo le donne di Renoir" (Proust). meravigliosa galleria di ri-tratti femminili tra cui Madame Dar-

ras, La liseuse, Giovane donna con veletta.

• "Il mestiere di paesaggista" (Renoir). con dieci tele dalla bellissima colle-zione di opere paesaggistiche del Museèe d’Orsay.

• Infanzia. con il celeberrimo ll clown (ritratto di Coco). Nove opere che ci regalano volti infantili carichi di poesia.

• La "fortunata ricerca della dimen-sione moderna" (Zola). cinque ope-re dedicate alla società moderna e ai nuovi divertimenti dei parigini; basti ricordare L'altalena.

• A proposito delle Ragazze al piano. con il capolavoro omonimo.

• “Bello come un dipinto di fiori” (Re-noir). con i dipinti dei bouquet, ma-gistrali nella tecnica e nei colori.

• “Il nudo, una delle forme indispen-sabili dell'arte" (Renoir). con cinque tele che rappresentano opere fon-damentali della carriera dell'artista, dipinte nell'ultimo periodo della sua vita.

• Il testamento delle Bagnanti dove campeggia l’omonimo dipinto, considerato il testamento pittorico di Renoir.

In mostra sono esposti anche gli stru-menti di lavoro di Renoir: tavolozza, scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro, oggi uno dei pittori più amati dal pubblico.

La mostra di Torino vuole essere un omaggio alla sua arte e un’occasione irripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana, e permette di am-mirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte in Italia.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e ContemporaneaVia Magenta 31 – Torino

INFORMAZIONI

• Infoline: 011.0881178 (dal lune-dì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00 sabato dalle 9.00 alle 13.00)

Due novità su VICINILa prima è , per ogni articolo, potrete ascoltare la lettura audio in italiano. Certo è un po' robotica, ma si ascolta bene.La seconda è l'uscita del nostro terzo numero su carta. Il secondo lo avevamo preparato per il 29 settembre, giorno della festa di via Gaidano....ma il tempo meteorologico ha annullato il tutto!Passiamo alle "istruzioni per l'uso".Per quanto riguarda l'audio vi basterà cliccare sull'icona altoparlante posta all'inizio di ogni articolo ed il gioco è fatto! Po-tete, naturalmente, farlo anche dal vostro smartphone: funziona anche con semplice connessione 3G.Per leggere il giornale su carta potete scaricarlo e stamparlo oppure leggere il pdf: basta cliccare sul box a destra di ogni pagina.

Buon ascolto e buona lettura

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Acqua bene comune, non merce

Mercatino di Natale FranceseAll’interno del programma di TORINO INCONTRA LA FRANCIA, dal 9 al 24 no-vembre piazza Solferino ospiterà il MER-CATINO DI NATALE FRANCESE. Chalet in legno tipici alsaziani addobbati a festa e un’atmosfera che prelude al Nata-le: un’occasione unica e originale per condividere momenti di incontro e di aggregazione per adulti e bambini.

Sarà un’esclusiva occasione per im-mergersi nella magica atmosfera di un tradizionale villaggio di Natale fran-cese dove, grazie all’esperienza e alla

professionalità maturata a livello inter-nazionale da parte degli operatori pre-senti, piccoli e grandi potranno immer-gersi nella magia del Natale.

Le casette saranno addobbate a festa e il profumo di legno si affiancherà ai profumi e ai sapori tradizionali d’oltral-pe, con una proposta enogastronomica mol-to ricca. Oltre ai tra-dizionali dolci dell’Av-vento, tante saranno le prelibatezze presenti, tutte rigorosamente di qualità e tradizione francese.

Oltre ottanta i tipi di formaggi, i quali po-tranno essere abbinati ad un’ampia gamma di vini provenienti dalle più importanti regioni vinicole d’Oltralpe. Per i più golosi le

“degustazioni dolci” potranno contare sui biscotti bretoni, con oltre venti va-rietà di ripieno, su un gran numero di cioccolatini dai gusti raffinati, fino ad arrivare ai dolci preferiti da Re ed Im-peratori: i macarons.

Una grande tavolozza di colori è rap-presentata dalla casetta delle spezie e baguettes e croissants caldi saranno sfornati nella “Boulangerie”. Due spazi saranno dedicati alla degustazione:

uno per ostriche e champagne, l’altro dove choucroute, tartiflette, cassoulet e grigliate potranno essere degustate

calde.

In questo villaggio di Natale francese non possono cer-tamente mancare gli articoli regalo. Dalla Provenza e dalla Costa Azzurra arrivano tovaglie, saponi, lavanda ed essenze, da Parigi profumi ed accessori moda. A completamento di questa offerta tutta

vestita a festa, candele, segnalibri e tanto ancora!

Visitare il mercatino vuol dire immerger-si in una mescolanza di profumi e di co-lori che lo rendono molto particolare e caratteristico.

Vi aspettiamo al villaggio di Natale francese, diamo inizio alle feste.

Il quesito è: per la gestione dell’acqua, a noi cittadini utenti, conviene di più una SpA o un’azienda pubblica ( in termini corretti: azienda di diritto pub-blico).

E’ questo il tema dell’incontro tenuto presso Cascina Roccafranca martedì 8 ottobre scorso a cura del Gruppo Tra le Righe.

Per cominciare, cosa succede all’este-ro? Facciamo un po’ di benchmarking.

Negli USA, il Paese dell’iniziativa privata, l’acqua è pubblica. In Europa, là dove il servizio è in parte in mano ai privati, si tenta di riacquistare quote di parte-

cipazione in mano ai privati: così Parigi, Berlino e persino Napoli

SMAT attualmente è una SpA, le quo-te si possono comprare e vendere. la

“missione” è il profitto. E profitti la SMAT ne fa eccome: solo che gli utili ven-gono devoluti agli azionisti, in questo caso il Comune e le Banche compro-prietarie, mentre attivi di bilancio per

gli investimenti non ne rimangono. Per sciogliere il nodo, la bolletta si incre-menta di una voce destinata a questo scopo, “oneri finan-ziari”. Gli utili riman-gono agli azionisti, le perdite vanno in capo agli utenti.

Una variante del-la formula magica, privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite che abbiamo conosciuto con varie Aziende, già dall’epoca di Alitalia.

(Non diverso è il tentativo di vendere GTT ai privati: lì l’interesse degli acqui-renti sta nella gallina dalle uova d’oro

che sono i parcheggi a pagamento).

Eppure 27 milioni di cittadini 2 anni fa hanno votato a favore dell’acqua pubblica.

L’associazione acqua pubblica Torino propone un’azione che definisce “ob-bedienza civile” (rovesciando il termine ma con lo stesso concetto espresso da alcuni intellettuali americani dell’otto-cento): autoridursi la bolletta proprio ( e soltanto) dell’importo definito come oneri finanziari, contro i quali esiste il pronunciamento popolare. Acqua pubblica

Ma, si obietta, come fare fronte all’an-tica piaga delle lottizzazioni dei servizi pubblici da parte della Politica? Un’i-dea: inserire nel CdA 1 cittadino estrat-to a sorte, per esempio attingendo alle liste dei giudici popolari. Liste di cittadi-ni sicuramente disinteressati e di prova-ta moralità.

Il compito e facoltà della nomina è del Sindaco: se non se la sente di effettuar-la…

RENOIR. Dalle collezioni del Musée d’Orsay e dell’OrangerieLa collaborazione tra la Città di Torino, il Musée d’Orsay di Parigi e Skira Edito-re, iniziata nel 2012 con la grande ras-segna su Degas, prosegue con un al-tro prestigioso appuntamento, da non mancare.Quest’anno la GAM presenta infatti una straordinaria mostra dedicata a Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), uno dei protagonisti, con Manet, Monet, Degas, Pissarro, Sisley, Cézanne, (tra gli anni Settanta dell’Ottocento e il primo venten-nio del Novecento,) della grande stagione dell’Impressionismo fran-cese.slider-02Un importante accordo siglato tra la GAM - Galleria Civica d’Ar-te Moderna e Contemporanea di Torino - Fondazione Torino Musei, Skira editore e il Musée d’Orsay di Parigi – con Danilo Eccher, Di-rettore della GAM, Massimo Vitta Zelman, Presidente di Skira, e Guy Cogeval, Presidente del Musée d’Orsay e dell’Orangerie – ha permesso di definire un progetto scientifico di grande valenza, che porta nel capoluogo piemontese una splendida mostra, davvero unica per la qualità delle opere presentate. A Renoir non era mai stata dedicata una retrospettiva a Torino.I due musei parigini che custodiscono la collezione più ricca al mondo dell'o-pera di RENOIR, il Musée d’Orsay e il Musée dell’Orangerie, per quattro mesi si privano di sessanta capolavori per dare vita ad una eccezionale rassegna che testimonia i momenti più significati-vi del percorso pittorico dell’artista. La cura della mostra è affidata a Sylvie Pa-try, Conservatore Capo presso il Musée d’Orsay, e a Riccardo Passoni , Vice Di-rettore della GAM di Torino.Skira, in stretta collaborazione con la Fondazione Torino Musei, produce la rassegna, curandone gli aspetti orga-nizzativi e promozionali e ne pubblica il catalogo.La mostra sarà allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition

Area, all’interno del percorso delle col-lezioni permanenti, recentemente rial-lestite secondo quattro nuovi percorsi tematici. Sarà esposta anche un’opera di proprietà della GAM: il Ritratto del fi-glio Pierre (1885).Con questa esposizione di alto valore si vuole percorrere la complessa evo-

luzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrre oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e ac-querelli – evidenziando la grande va-rietà e qualità della sua tecnica pittori-ca e i diversi temi affrontati. Oggi Renoir è considerato uno dei maggiori maestri della pittura tra il XIX e XX secolo.La mostra torinese si articola in nove se-zioni.

• L'epoca della Bohème. che pre-senta, oltre a ritratti di amici (Sisley, Bazille, Monet), uno dei primi nudi, tra i temi più cari all'artista.

• “Noi adoriamo le donne di Renoir" (Proust). meravigliosa galleria di ri-tratti femminili tra cui Madame Dar-

ras, La liseuse, Giovane donna con veletta.

• "Il mestiere di paesaggista" (Renoir). con dieci tele dalla bellissima colle-zione di opere paesaggistiche del Museèe d’Orsay.

• Infanzia. con il celeberrimo ll clown (ritratto di Coco). Nove opere che ci regalano volti infantili carichi di poesia.

• La "fortunata ricerca della dimen-sione moderna" (Zola). cinque ope-re dedicate alla società moderna e ai nuovi divertimenti dei parigini; basti ricordare L'altalena.

• A proposito delle Ragazze al piano. con il capolavoro omonimo.

• “Bello come un dipinto di fiori” (Re-noir). con i dipinti dei bouquet, ma-gistrali nella tecnica e nei colori.

• “Il nudo, una delle forme indispen-sabili dell'arte" (Renoir). con cinque tele che rappresentano opere fon-damentali della carriera dell'artista, dipinte nell'ultimo periodo della sua vita.

• Il testamento delle Bagnanti dove campeggia l’omonimo dipinto, considerato il testamento pittorico di Renoir.

In mostra sono esposti anche gli stru-menti di lavoro di Renoir: tavolozza, scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro, oggi uno dei pittori più amati dal pubblico.

La mostra di Torino vuole essere un omaggio alla sua arte e un’occasione irripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana, e permette di am-mirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte in Italia.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e ContemporaneaVia Magenta 31 – Torino

INFORMAZIONI

• Infoline: 011.0881178 (dal lune-dì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00 sabato dalle 9.00 alle 13.00)

Due novità su VICINILa prima è , per ogni articolo, potrete ascoltare la lettura audio in italiano. Certo è un po' robotica, ma si ascolta bene.La seconda è l'uscita del nostro terzo numero su carta. Il secondo lo avevamo preparato per il 29 settembre, giorno della festa di via Gaidano....ma il tempo meteorologico ha annullato il tutto!Passiamo alle "istruzioni per l'uso".Per quanto riguarda l'audio vi basterà cliccare sull'icona altoparlante posta all'inizio di ogni articolo ed il gioco è fatto! Po-tete, naturalmente, farlo anche dal vostro smartphone: funziona anche con semplice connessione 3G.Per leggere il giornale su carta potete scaricarlo e stamparlo oppure leggere il pdf: basta cliccare sul box a destra di ogni pagina.

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Il Postino telematico porta i servizi dell’Ufficio postale nei mercati cittadini di Torino

NUOVO IMPIANTO DI MANUTENZIONE TRENITALIA A TORINO

Sono state presentate dalla responsabile dell’Area Logisti-ca Territoriale Nord Ovest, Alessandra Moitre, all’assessore all’Ambiente del Comune di Torino, Enzo Lavolta, la flotta dei quadricicli leggeri elettrici Free Duck, adottati dai por-talettere di Poste Italiane per la consegna della corrispon-denza.

La Città di Torino rappresenta un laboratorio privilegiato per l’utilizzo di veicoli innovativi mirato a limitare la circolazione nelle vie del centro storico per contenere l’inquinamento ambientale.

Qual’è la situazione oggi in città?

Attualmente, oltre a una sessantina di Free Duck ,sono in uso anche 41 biciclette e 6 veicoli alimentati a metano. La pro-gressiva introduzione di mezzi ecocompatibili, ha consentito nel corso dell’anno di abbattere di oltre 11,3 tonnellate le emissioni di Co2 dei mezzi impegnati nel recapito della corri-spondenza nelle vie del centro urbano.

Il Free Duck può ospitare a bordo due persone, dispone di un motore elettrico per la tra-zione affiancato da un altro en-dotermico, di piccola cilindra-ta, che funge esclusivamente da generatore per ricaricare le batterie. Il mezzo, in linea con le indicazioni europee in fatto di abbattimento dei costi ener-getici, si inserisce nel più ampio programma “Green Post”, co-ordinato da Poste Italiane e fi-nanziato dall’Ue, nel quadro del progetto “Intelligent Energy for Europe” (IEE) che ha consenti-to di creare una flotta di mezzi elettrici giunta oggi ad oltre mil-le unità a livello nazionale.

Migliorare la qualità della vita e la possibilità di accesso ai servizi sono anche obiettivi di un pro-getto che vedrà operare dal 4 novembre in via sperimentale il portalettere come un piccolo ufficio postale itinerante all’interno dei mercati cittadini di Via Madama Cristina (lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10 alle 12) e di corso Taranto (martedì, gio-vedì e sabato, stesso orario).

Grazie a palmare e pos (con tecnologia GPS, lettore di co-dice bidimensionale e stampante mobile) il “Postino telema-tico” potrà infatti offrire ai clienti la possibilità di eseguire le principali operazioni postali come i pagamenti di qualsiasi tipologia di bollettino, premarcato o bianco, le spedizioni in contrassegno e l’accettazione di raccomandate. Un’op-portunità aggiuntiva messa a disposizione sia degli ambulan-ti che dei loro clienti, che potranno effettuare i pagamenti utilizzando le più comuni carte di pagamento. Il postino tele-matico è un servizio a domicilio già operante in città: la rac-comandata o il pagamento di bollettini a domicilio possono essere richiesti chiamando il numero verde di Poste Italiane

803.160 o tramite il sito www.poste.it.

«L’impegno di Poste Italiane – ha dichiarato la responsabile ALT di Poste Italiane, Alessandra Moitre -va nella direzione di contribuire al miglioramento della qualità della vita, as-sumendo un comportamento socialmente responsabile, in grado di aggiungere valore all’offerta migliorando il mix qualitativo della flotta di mezzi aziendali per il recapito con l’introduzione di modelli che applicano a bordo le soluzioni più innovative in materia di sicurezza, riduzione dei consumi e contenimento delle emissioni. I nuovi servizi a domicilio di

“Poste Italiane per Te”, inoltre, permettono di amministrare la propria giornata conciliando sempre meglio le proprie esigenze di lavoro e di tempo libero grazie all’affidabilità di un’azienda da 150 anni a servizio del cittadino e delle im-prese».

“L’azione di rinnovamento dei mezzi di Poste Italiane – sotto-linea Enzo Lavolta, Assessore all’Innovazione e all’Ambien-te della Città di Torino e Presidente della Fondazione Torino Smart City – porta un contributo alla riduzione delle emissioni, a favore dei cittadini e dell’ambiente urbano. Questa azione

di ‘traspor-to pulito’, i n s i e m e ai servizi telematici a domi-cilio si in-seriscono a pieno titolo nel p r o c e s -so Smart City, por-tando un contributo concreto e tangibile al proces-so di rinno-vamento”.

L ’ i n i z ia t i -va si inse-risce nel c o m u n e impegno

di Poste Italiane e della Città di Torino sulle tematiche della città intelligente. Nel contesto di tale collaborazione, lo scor-so 10 maggio, Poste Italiane e Comune di Torino sono state premiate nella terza tappa dello Smau Business Roadshow per il progetto “Sportello Amico”, grazie al quale i cittadini torinesi possono ottenere certificati anagrafici anche presso gli uffici postali.

Trenitalia spa realizzerà a Torino nei pressi della stazione Lin-gotto un nuovo Impianto di Manutenzione Corrente (Imc) per la manutenzione dei treni del trasporto regionale e del servi-zio Alta Velocità. La Giunta ha oggi approvato la delibera di presa d’atto del progetto definitivo e di variazione urbanistica, proposta dall’assessore Stefano Lo Russo, che ora dovrà essere approvata in via definitiva dal Consiglio comunale. Enel-Trenitalia-accordo-per-manu-tenzione-energetica-dei-Frecciaros-sa-3

Il nuovo centro, che darà lavoro a circa 1000 persone, sarà inserito nell’area dello scalo Lingotto tra corso Bramante e via Passo Buole. Il progetto prevede alcune demoli-zioni, riqualificazioni e costruzioni ex novo: l’officina manutenzione veico-li, il capannone per la manutenzione corrente programmata a treno com-pleto, una tettoia per la pulizia, fab-bricati per servizi e per le tecnologie. L’investimento complessivo è pari a circa 200 milioni di euro e si concretizzerà entro tre anni.

“Si tratta di uno dei più importanti investimenti sulla città – ha affermato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo – che consentirà di avere in modo stabile un servizio di rilevanza nazionale, consolidando la presenza di Trenitalia a Torino anche in vista del futuro potenziamento infrastrutturale ad Alta Velocità”.

Sotto il profilo urbanistico, viene modificata la Zut 12.15 Scalo Lingotto, di cui viene ridotta la superficie di circa 210 mq; altri 40mila provengono dall’area normativa destinata a impianti

fer rov iar i . L’area del nuovo im-pianto è di 262mila metri qua-drati, in gran parte d e s t i n a t i ad attività di servizio e in pic-cola parte per attrez-zature di i n t e r e s s e generale e per la via-bilità.

L’interven-to ricade su un’area in profonda trasformazione, sia a nord sia a sud dell’edificio del Lingotto: a nord, con la creazione di un’area residenziale e di un nuovo edificio commerciale a fianco di Eataly; a sud, con la costruzione del nuovo grat-tacielo della Regione.

“Ringrazio tutti i consiglieri comunali del-la maggioranza e della minoranza per aver contribuito e partecipato al per-corso di approvazione del Biciplan: da oggi la città ha la possibilità, nel perse-guire il disegno della città verso il 2020, di inserire un tassello importante verso la sostenibilità”. Lo ha detto l’assesso-re all’Innovazione e all’Ambiente Enzo Lavolta, dopo l’approvazione da par-te del Consiglio comunale del Biciplan, avvenuta oggi in Sala Rossa.

Alla soddisfazione di Lavolta ha fatto seguito quella dell’assessore alla Mobi-lità Claudio Lubatti, che ha sottolineato come “questo risultato sia la prova del-la quantità di lavoro messa in campo e della qualità del risultato. Penso sia un segno culturale di come la città guar-da alla mobilità urbana, ponendo la mobilità ciclabile al livello di coprota-gonista”.bici-plan-direttrici1

Il documento recepisce le indicazioni della Carta di Bruxelles del 15 maggio 2009, firmata nella giornata conclusiva della XV Conferenza internazionale sul-la ciclabilità, che si prefigge di incenti-

vare l’uso della bicicletta per gli sposta-menti in città.

Oggi Torino offre 175 chilometri di piste ciclabili, la prima grande città in Italia in questo ambito (erano 33 negli anni

’90), ma mancava una visione strate-gica che ponesse la mobilità ciclabile alla pari con le altre forme di mobilità cittadina.

“Il Biciplan è l’ultimo atto di un percorso che ci ha portati a guardare verso una dimensione più ampia rispetto alla città in chiave di mobilità sostenibile – ha sot-tolineato Lavolta -. Torino vuole essere una città accogliente per chi sceglie una forma di spostamento pulita e leg-gera, anche in chiave di sviluppo del turismo in bicicletta – ha sostenuto La-volta -. Penso alle straordinarie oppor-tunità per la nostra città che potrebbe offrire la realizzazione della ciclopista sul Po ‘VenTo’, e alla realizzazione di collegamenti con la pista della Corona Verde realizzata dalla Regione.

Il turismo sostenibile è al centro di un progetto che presenterò nelle prossime

settimane”.

L’obiettivo del Biciplan è di ricucire la rete esistente con i tratti mancanti, va-lutando anche interventi “leggeri” qua-li corsie ciclabili o di moderazione della velocità (limiti 30 km/h), ma non solo. Il piano individua nove direttrici che met-tono in relazione i percorsi urbani con quelli extraurbani - in modo da favorire gli spostamenti casalavoro, casa-scuo-la - e quattro percorsi circolari: uno peri-metrale al centro, uno coincidente con la prima cinta daziaria della città, uno più periferico con funzione di collettore e distribuzione per le diverse provenien-ze e infine quello di raccordo tra l’area nord e l’area sud metropolitana lungo il futuro asse di corso Marche. Il Biciplan quindi porterà, nell’arco di una decina d’anni, allo sviluppo di 310 km di piste ciclabili.

Il suo percorso di progettazione si è svolto insieme alle circoscrizioni e alle associazioni, attraverso numerose oc-casioni di consultazione e di proposta.

IL CONSIGLIO COMUNALE HA APPROVATO IL BICIPLAN

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Il Postino telematico porta i servizi dell’Ufficio postale nei mercati cittadini di Torino

NUOVO IMPIANTO DI MANUTENZIONE TRENITALIA A TORINO

Sono state presentate dalla responsabile dell’Area Logisti-ca Territoriale Nord Ovest, Alessandra Moitre, all’assessore all’Ambiente del Comune di Torino, Enzo Lavolta, la flotta dei quadricicli leggeri elettrici Free Duck, adottati dai por-talettere di Poste Italiane per la consegna della corrispon-denza.

La Città di Torino rappresenta un laboratorio privilegiato per l’utilizzo di veicoli innovativi mirato a limitare la circolazione nelle vie del centro storico per contenere l’inquinamento ambientale.

Qual’è la situazione oggi in città?

Attualmente, oltre a una sessantina di Free Duck ,sono in uso anche 41 biciclette e 6 veicoli alimentati a metano. La pro-gressiva introduzione di mezzi ecocompatibili, ha consentito nel corso dell’anno di abbattere di oltre 11,3 tonnellate le emissioni di Co2 dei mezzi impegnati nel recapito della corri-spondenza nelle vie del centro urbano.

Il Free Duck può ospitare a bordo due persone, dispone di un motore elettrico per la tra-zione affiancato da un altro en-dotermico, di piccola cilindra-ta, che funge esclusivamente da generatore per ricaricare le batterie. Il mezzo, in linea con le indicazioni europee in fatto di abbattimento dei costi ener-getici, si inserisce nel più ampio programma “Green Post”, co-ordinato da Poste Italiane e fi-nanziato dall’Ue, nel quadro del progetto “Intelligent Energy for Europe” (IEE) che ha consenti-to di creare una flotta di mezzi elettrici giunta oggi ad oltre mil-le unità a livello nazionale.

Migliorare la qualità della vita e la possibilità di accesso ai servizi sono anche obiettivi di un pro-getto che vedrà operare dal 4 novembre in via sperimentale il portalettere come un piccolo ufficio postale itinerante all’interno dei mercati cittadini di Via Madama Cristina (lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10 alle 12) e di corso Taranto (martedì, gio-vedì e sabato, stesso orario).

Grazie a palmare e pos (con tecnologia GPS, lettore di co-dice bidimensionale e stampante mobile) il “Postino telema-tico” potrà infatti offrire ai clienti la possibilità di eseguire le principali operazioni postali come i pagamenti di qualsiasi tipologia di bollettino, premarcato o bianco, le spedizioni in contrassegno e l’accettazione di raccomandate. Un’op-portunità aggiuntiva messa a disposizione sia degli ambulan-ti che dei loro clienti, che potranno effettuare i pagamenti utilizzando le più comuni carte di pagamento. Il postino tele-matico è un servizio a domicilio già operante in città: la rac-comandata o il pagamento di bollettini a domicilio possono essere richiesti chiamando il numero verde di Poste Italiane

803.160 o tramite il sito www.poste.it.

«L’impegno di Poste Italiane – ha dichiarato la responsabile ALT di Poste Italiane, Alessandra Moitre -va nella direzione di contribuire al miglioramento della qualità della vita, as-sumendo un comportamento socialmente responsabile, in grado di aggiungere valore all’offerta migliorando il mix qualitativo della flotta di mezzi aziendali per il recapito con l’introduzione di modelli che applicano a bordo le soluzioni più innovative in materia di sicurezza, riduzione dei consumi e contenimento delle emissioni. I nuovi servizi a domicilio di

“Poste Italiane per Te”, inoltre, permettono di amministrare la propria giornata conciliando sempre meglio le proprie esigenze di lavoro e di tempo libero grazie all’affidabilità di un’azienda da 150 anni a servizio del cittadino e delle im-prese».

“L’azione di rinnovamento dei mezzi di Poste Italiane – sotto-linea Enzo Lavolta, Assessore all’Innovazione e all’Ambien-te della Città di Torino e Presidente della Fondazione Torino Smart City – porta un contributo alla riduzione delle emissioni, a favore dei cittadini e dell’ambiente urbano. Questa azione

di ‘traspor-to pulito’, i n s i e m e ai servizi telematici a domi-cilio si in-seriscono a pieno titolo nel p r o c e s -so Smart City, por-tando un contributo concreto e tangibile al proces-so di rinno-vamento”.

L ’ i n i z ia t i -va si inse-risce nel c o m u n e impegno

di Poste Italiane e della Città di Torino sulle tematiche della città intelligente. Nel contesto di tale collaborazione, lo scor-so 10 maggio, Poste Italiane e Comune di Torino sono state premiate nella terza tappa dello Smau Business Roadshow per il progetto “Sportello Amico”, grazie al quale i cittadini torinesi possono ottenere certificati anagrafici anche presso gli uffici postali.

Trenitalia spa realizzerà a Torino nei pressi della stazione Lin-gotto un nuovo Impianto di Manutenzione Corrente (Imc) per la manutenzione dei treni del trasporto regionale e del servi-zio Alta Velocità. La Giunta ha oggi approvato la delibera di presa d’atto del progetto definitivo e di variazione urbanistica, proposta dall’assessore Stefano Lo Russo, che ora dovrà essere approvata in via definitiva dal Consiglio comunale. Enel-Trenitalia-accordo-per-manu-tenzione-energetica-dei-Frecciaros-sa-3

Il nuovo centro, che darà lavoro a circa 1000 persone, sarà inserito nell’area dello scalo Lingotto tra corso Bramante e via Passo Buole. Il progetto prevede alcune demoli-zioni, riqualificazioni e costruzioni ex novo: l’officina manutenzione veico-li, il capannone per la manutenzione corrente programmata a treno com-pleto, una tettoia per la pulizia, fab-bricati per servizi e per le tecnologie. L’investimento complessivo è pari a circa 200 milioni di euro e si concretizzerà entro tre anni.

“Si tratta di uno dei più importanti investimenti sulla città – ha affermato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo – che consentirà di avere in modo stabile un servizio di rilevanza nazionale, consolidando la presenza di Trenitalia a Torino anche in vista del futuro potenziamento infrastrutturale ad Alta Velocità”.

Sotto il profilo urbanistico, viene modificata la Zut 12.15 Scalo Lingotto, di cui viene ridotta la superficie di circa 210 mq; altri 40mila provengono dall’area normativa destinata a impianti

fer rov iar i . L’area del nuovo im-pianto è di 262mila metri qua-drati, in gran parte d e s t i n a t i ad attività di servizio e in pic-cola parte per attrez-zature di i n t e r e s s e generale e per la via-bilità.

L’interven-to ricade su un’area in profonda trasformazione, sia a nord sia a sud dell’edificio del Lingotto: a nord, con la creazione di un’area residenziale e di un nuovo edificio commerciale a fianco di Eataly; a sud, con la costruzione del nuovo grat-tacielo della Regione.

“Ringrazio tutti i consiglieri comunali del-la maggioranza e della minoranza per aver contribuito e partecipato al per-corso di approvazione del Biciplan: da oggi la città ha la possibilità, nel perse-guire il disegno della città verso il 2020, di inserire un tassello importante verso la sostenibilità”. Lo ha detto l’assesso-re all’Innovazione e all’Ambiente Enzo Lavolta, dopo l’approvazione da par-te del Consiglio comunale del Biciplan, avvenuta oggi in Sala Rossa.

Alla soddisfazione di Lavolta ha fatto seguito quella dell’assessore alla Mobi-lità Claudio Lubatti, che ha sottolineato come “questo risultato sia la prova del-la quantità di lavoro messa in campo e della qualità del risultato. Penso sia un segno culturale di come la città guar-da alla mobilità urbana, ponendo la mobilità ciclabile al livello di coprota-gonista”.bici-plan-direttrici1

Il documento recepisce le indicazioni della Carta di Bruxelles del 15 maggio 2009, firmata nella giornata conclusiva della XV Conferenza internazionale sul-la ciclabilità, che si prefigge di incenti-

vare l’uso della bicicletta per gli sposta-menti in città.

Oggi Torino offre 175 chilometri di piste ciclabili, la prima grande città in Italia in questo ambito (erano 33 negli anni

’90), ma mancava una visione strate-gica che ponesse la mobilità ciclabile alla pari con le altre forme di mobilità cittadina.

“Il Biciplan è l’ultimo atto di un percorso che ci ha portati a guardare verso una dimensione più ampia rispetto alla città in chiave di mobilità sostenibile – ha sot-tolineato Lavolta -. Torino vuole essere una città accogliente per chi sceglie una forma di spostamento pulita e leg-gera, anche in chiave di sviluppo del turismo in bicicletta – ha sostenuto La-volta -. Penso alle straordinarie oppor-tunità per la nostra città che potrebbe offrire la realizzazione della ciclopista sul Po ‘VenTo’, e alla realizzazione di collegamenti con la pista della Corona Verde realizzata dalla Regione.

Il turismo sostenibile è al centro di un progetto che presenterò nelle prossime

settimane”.

L’obiettivo del Biciplan è di ricucire la rete esistente con i tratti mancanti, va-lutando anche interventi “leggeri” qua-li corsie ciclabili o di moderazione della velocità (limiti 30 km/h), ma non solo. Il piano individua nove direttrici che met-tono in relazione i percorsi urbani con quelli extraurbani - in modo da favorire gli spostamenti casalavoro, casa-scuo-la - e quattro percorsi circolari: uno peri-metrale al centro, uno coincidente con la prima cinta daziaria della città, uno più periferico con funzione di collettore e distribuzione per le diverse provenien-ze e infine quello di raccordo tra l’area nord e l’area sud metropolitana lungo il futuro asse di corso Marche. Il Biciplan quindi porterà, nell’arco di una decina d’anni, allo sviluppo di 310 km di piste ciclabili.

Il suo percorso di progettazione si è svolto insieme alle circoscrizioni e alle associazioni, attraverso numerose oc-casioni di consultazione e di proposta.

IL CONSIGLIO COMUNALE HA APPROVATO IL BICIPLAN

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Page 6: Vicini numero 2 in PDF, Novembre 2013

Nuovo Polo culturale Lombroso 16 Alla scoperta della Variante 200 Idee e la Creatività del Territorio

Sabato 12 ottobre alle ore 17.00, ha preso il via la festa di inaugurazione del nuovo Polo culturale Lombroso 16, allo stesso indirizzo, dedicato ai cittadini tutti e alle associazioni, che comprende inoltre uno Spazio coworking, il Centro d’in-contro San Salvario e la Terrazza.

Il progetto Lombroso 16 (www.lombroso16.it) è un luogo di contaminazione di idee, competenze, impegno, profes-sionalità sui temi di letteratura, arte e design. Lombroso 16

prosegue la pluriennale esperienza di collaborazione fra le associazioni culturali del territorio (in particolare Nessuno, Ylda, Tutti per San Salvario), le Biblioteche civiche torinesi e la Circoscrizione 8, che ha consentito alcuni anni orsono l’aper-tura della Biblioteca Shaharazad.Progetti e iniziative culturali saranno proposti in questi spazi, a corollario delle attività e dei servizi offerti dalla nuova Bi-blioteca civica, dedicata a Natalia Ginzburg. Gestito da un gruppo di associazioni che hanno deciso di impegnarsi nella realizzazione di un centro dinamico e propulsivo, punto di riferimento e di aggregazione per la cittadinanza, Lombroso 16 è destinato ad accogliere eventi, workshop e corsi pro-posti dalle Biblioteche civiche torinesi, da associazioni, enti, circoli, istituzioni pubbliche e private, singoli cittadini.Il polo culturale verrà inaugurato con una grande festa, sa-

bato 12 ottobre a partire dalle ore 17, animata da iniziative gratuite rivolte a tutti.In apertura, tre interventi sulle figure della scrittrice Natalia Ginzburg e dell’artista Mario Molinari, curati da noti esperti e un piccolo rito beneaugurante, con la collocazione di una pianta officinale nel giardinetto di Lombroso16, destinata simbolicamente a crescere insieme allo spazio. Gli artisti sa-ranno poi diretti protagonisti, con opere e installazioni negli

spazi del co-working.

Programma dell'Inaugurazione

Il progetto Lombroso 16 è realizzato da un gruppo eteroge-neo, ma molto affiatato, di associazioni che fanno della pro-gettazione partecipata e del coinvolgimento dei cittadini i loro punti di forza.

Associazione Nessuno:nata nel 2006 da un grup-po di amici che hanno a cuore il proprio territorio, ha come propri capisal-di la partecipazione, l'a-pertura, la progettualità

“a rete” e inclusiva, nella convinzione che la re-altà di oggi richieda un ripensamento profondo dei propri modelli di fare cultura. Ne fanno par-te ingegneri, psicologi, esperti di comunicazio-ne e di web che hanno voglia di dedicare parte del loro tempo libero al

miglioramento della società in cui viviamo. Tra i vari progetti: la Biblioteca Shaharazad e Sostenibile.com.

YLDA:è l'acrononimo per Young people for Local Development Association. Ed è proprio questo! Non una struttura ma un network che fa collaborare assieme professionisti e organiz-zazioni con l'obiettivo comune di coinvolgere i giovani nelle dinamiche di trasformazione e valorizzazione del territorio. Attraverso iniziative proprie oppure mettendo il proprio know how a disposizione di enti pubblici, associazioni, aziende e giovani creativi. Le attività di YLDA riflettono l'eterogeneità e la trasversalità delle competenze che si trovano al suo in-terno così come la forte attenzione all'innovazione, alla spe-rimentazione e alla creatività in tutte le sue forme di espres-

sione. Tra i vari progetti: Paratissima e Stessopiano.spazi

Tutti per San Salvario:l'associazione viene costi-tuita nel 2005 da cittadini di diverse professionalità e diverse provenienze, con l'obiettivo favorire il dialo-go tra culture, il rispetto dei diritti, la cura del territorio. Il quartiere e le sue risorse culturali e umane sono al centro dell'impegno che l'associazione Tutti per San Salvario mette a disposizio-

ne. Una rete di volontari che alimentano la progettualità culturale e interculturale che si sviluppa sul territorio del quar-tiere. Tra i progetti principali: la Biblioteca Shaharazad e San Salvario ha un Cuore Verde.

Collaborano come partner di progetto a vario titolo:le Donne per la Difesa della Società Civile, l'associazione Téart, l'ASAI, l'associazione di genitori Manzoni People.

Condivisione e partecipazione. Queste le parole magiche che caratterizzano l’impegno delle realtà del territorio inte-ressate dalla variante 200: associazioni, comitati, fondazio-ni, cooperative, ma anche imprese e soggetti privati.

Variante 200, ossia il progetto che coinvolge la zona nord est di Torino e, più precisamente, un milione di metri qua-drati di aree ex industriali e ferroviarie collocate “a corona” intorno a Barriera di Milano e destinate ad essere riconver-tite nei prossimi vent'anni.

Organizzato dal Gruppo di Lavoro To Make!, che si sta oc-cupando della redazione del progetto, i soggetti che co-stituiscono queste realtà si sono incontrate a settembre per

arricchire il masterplan con le proprie idee e considerazioni.

Quale uso, anche temporaneo, degli spazi, quali servizi si insidieranno, quali funzioni. Su tre grandi tavoli i presenti ipotizzano linee di intervento e soluzioni.

Per il Regio Parco, che si estende nella zona adia-cente all'ex Scalo Vanchiglia, i progettisti prevedo-no uno sviluppo orizzontale e un mix di vecchie e nuove funzioni: una versione sabauda del “Village” newyorkese, dove alle vecchie fabbriche si alter-nano residenze e spazi creativi. Segue il Trincero-ne, che prende, non a caso, il nome dalla trincea ferroviaria dismessa che si estende lungo le vie Sempione e Gottardo e sulla quale sorge l'impor-tante complesso dell'Ospedale Giovanni Bosco: un'area il cui rapporto con il resto della città è da ripensare anche e soprattutto in vista del progetto della linea 2 della metropolitana. La terza è quel-la di Spina 4, che comprende il territorio intorno al passante ferroviario, la Stazione Rebaudengo e le cascine ristrutturate "Fossata" e "Marchesa". Un'a-rea immaginata come la nuova porta della Torino nord, caratterizzata da uno sviluppo verticale de-gli edifici, che ospiteranno attività commerciali e servizi pubblici: una sorta di “Downtown”, per con-tinuare il parallelismo.

Su questi "pezzi" di territorio i partecipanti hanno condiviso idee e progetti. Per far sì che il progetto della Variante 200 non rimanga qualcosa di astratto o tecnico, ma inizi a en-trare nelle teste e nei progetti di chi questo territorio lo co-nosce e ci opera da anni o solo da qualche mese, ma che si impegnerà ad accompagnare la grande trasformazione che cambierà il volto nord della nostra città nei prossimi vent’anni e oltre.

Le proposte? Ecco un elenco sia pure incompleto e disor-ganico:

Regio Parco: la fattoria sociale e il progetto di una casa destinata ai bimbi rom, proposta come punto di raccolta e centro di attività ricreative e di animazione.

Mobilità sostenibile, proposte legate alle buo-ne pratiche del muoversi, all'importanza della bicicletta e ad una possibile realizzazione di una città pedonale, per una riorganizzazione più ecologica del tempo e dello spazio.

Trincerone: Tra le proposte emerse la più inte-ressante è stata quella della garden terapy, che vede coinvolti gli spazi verdi adiacenti all'ospedale, da utilizzare e sfruttare in un'ot-tica terapeutica,

Spina 4: obiettivo è quello dell'arte, in tutte le sue forme, come veicolo di sviluppo, di ag-gregazione e di cooperazione.

Dai laboratori all'aperto ai percorsi artistici, dalle mappature sonoro-artistiche per i gio-vani alla danza urbana, con percorsi dedicati

soprattutto agli adolescenti.

Infine troverete questi argomenti anche nel numero di no-vembre del mensile "Corriere di Barriera" col quale è attiva una cordiale collaborazione.

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Nuovo Polo culturale Lombroso 16 Alla scoperta della Variante 200 Idee e la Creatività del Territorio

Sabato 12 ottobre alle ore 17.00, ha preso il via la festa di inaugurazione del nuovo Polo culturale Lombroso 16, allo stesso indirizzo, dedicato ai cittadini tutti e alle associazioni, che comprende inoltre uno Spazio coworking, il Centro d’in-contro San Salvario e la Terrazza.

Il progetto Lombroso 16 (www.lombroso16.it) è un luogo di contaminazione di idee, competenze, impegno, profes-sionalità sui temi di letteratura, arte e design. Lombroso 16

prosegue la pluriennale esperienza di collaborazione fra le associazioni culturali del territorio (in particolare Nessuno, Ylda, Tutti per San Salvario), le Biblioteche civiche torinesi e la Circoscrizione 8, che ha consentito alcuni anni orsono l’aper-tura della Biblioteca Shaharazad.Progetti e iniziative culturali saranno proposti in questi spazi, a corollario delle attività e dei servizi offerti dalla nuova Bi-blioteca civica, dedicata a Natalia Ginzburg. Gestito da un gruppo di associazioni che hanno deciso di impegnarsi nella realizzazione di un centro dinamico e propulsivo, punto di riferimento e di aggregazione per la cittadinanza, Lombroso 16 è destinato ad accogliere eventi, workshop e corsi pro-posti dalle Biblioteche civiche torinesi, da associazioni, enti, circoli, istituzioni pubbliche e private, singoli cittadini.Il polo culturale verrà inaugurato con una grande festa, sa-

bato 12 ottobre a partire dalle ore 17, animata da iniziative gratuite rivolte a tutti.In apertura, tre interventi sulle figure della scrittrice Natalia Ginzburg e dell’artista Mario Molinari, curati da noti esperti e un piccolo rito beneaugurante, con la collocazione di una pianta officinale nel giardinetto di Lombroso16, destinata simbolicamente a crescere insieme allo spazio. Gli artisti sa-ranno poi diretti protagonisti, con opere e installazioni negli

spazi del co-working.

Programma dell'Inaugurazione

Il progetto Lombroso 16 è realizzato da un gruppo eteroge-neo, ma molto affiatato, di associazioni che fanno della pro-gettazione partecipata e del coinvolgimento dei cittadini i loro punti di forza.

Associazione Nessuno:nata nel 2006 da un grup-po di amici che hanno a cuore il proprio territorio, ha come propri capisal-di la partecipazione, l'a-pertura, la progettualità

“a rete” e inclusiva, nella convinzione che la re-altà di oggi richieda un ripensamento profondo dei propri modelli di fare cultura. Ne fanno par-te ingegneri, psicologi, esperti di comunicazio-ne e di web che hanno voglia di dedicare parte del loro tempo libero al

miglioramento della società in cui viviamo. Tra i vari progetti: la Biblioteca Shaharazad e Sostenibile.com.

YLDA:è l'acrononimo per Young people for Local Development Association. Ed è proprio questo! Non una struttura ma un network che fa collaborare assieme professionisti e organiz-zazioni con l'obiettivo comune di coinvolgere i giovani nelle dinamiche di trasformazione e valorizzazione del territorio. Attraverso iniziative proprie oppure mettendo il proprio know how a disposizione di enti pubblici, associazioni, aziende e giovani creativi. Le attività di YLDA riflettono l'eterogeneità e la trasversalità delle competenze che si trovano al suo in-terno così come la forte attenzione all'innovazione, alla spe-rimentazione e alla creatività in tutte le sue forme di espres-

sione. Tra i vari progetti: Paratissima e Stessopiano.spazi

Tutti per San Salvario:l'associazione viene costi-tuita nel 2005 da cittadini di diverse professionalità e diverse provenienze, con l'obiettivo favorire il dialo-go tra culture, il rispetto dei diritti, la cura del territorio. Il quartiere e le sue risorse culturali e umane sono al centro dell'impegno che l'associazione Tutti per San Salvario mette a disposizio-

ne. Una rete di volontari che alimentano la progettualità culturale e interculturale che si sviluppa sul territorio del quar-tiere. Tra i progetti principali: la Biblioteca Shaharazad e San Salvario ha un Cuore Verde.

Collaborano come partner di progetto a vario titolo:le Donne per la Difesa della Società Civile, l'associazione Téart, l'ASAI, l'associazione di genitori Manzoni People.

Condivisione e partecipazione. Queste le parole magiche che caratterizzano l’impegno delle realtà del territorio inte-ressate dalla variante 200: associazioni, comitati, fondazio-ni, cooperative, ma anche imprese e soggetti privati.

Variante 200, ossia il progetto che coinvolge la zona nord est di Torino e, più precisamente, un milione di metri qua-drati di aree ex industriali e ferroviarie collocate “a corona” intorno a Barriera di Milano e destinate ad essere riconver-tite nei prossimi vent'anni.

Organizzato dal Gruppo di Lavoro To Make!, che si sta oc-cupando della redazione del progetto, i soggetti che co-stituiscono queste realtà si sono incontrate a settembre per

arricchire il masterplan con le proprie idee e considerazioni.

Quale uso, anche temporaneo, degli spazi, quali servizi si insidieranno, quali funzioni. Su tre grandi tavoli i presenti ipotizzano linee di intervento e soluzioni.

Per il Regio Parco, che si estende nella zona adia-cente all'ex Scalo Vanchiglia, i progettisti prevedo-no uno sviluppo orizzontale e un mix di vecchie e nuove funzioni: una versione sabauda del “Village” newyorkese, dove alle vecchie fabbriche si alter-nano residenze e spazi creativi. Segue il Trincero-ne, che prende, non a caso, il nome dalla trincea ferroviaria dismessa che si estende lungo le vie Sempione e Gottardo e sulla quale sorge l'impor-tante complesso dell'Ospedale Giovanni Bosco: un'area il cui rapporto con il resto della città è da ripensare anche e soprattutto in vista del progetto della linea 2 della metropolitana. La terza è quel-la di Spina 4, che comprende il territorio intorno al passante ferroviario, la Stazione Rebaudengo e le cascine ristrutturate "Fossata" e "Marchesa". Un'a-rea immaginata come la nuova porta della Torino nord, caratterizzata da uno sviluppo verticale de-gli edifici, che ospiteranno attività commerciali e servizi pubblici: una sorta di “Downtown”, per con-tinuare il parallelismo.

Su questi "pezzi" di territorio i partecipanti hanno condiviso idee e progetti. Per far sì che il progetto della Variante 200 non rimanga qualcosa di astratto o tecnico, ma inizi a en-trare nelle teste e nei progetti di chi questo territorio lo co-nosce e ci opera da anni o solo da qualche mese, ma che si impegnerà ad accompagnare la grande trasformazione che cambierà il volto nord della nostra città nei prossimi vent’anni e oltre.

Le proposte? Ecco un elenco sia pure incompleto e disor-ganico:

Regio Parco: la fattoria sociale e il progetto di una casa destinata ai bimbi rom, proposta come punto di raccolta e centro di attività ricreative e di animazione.

Mobilità sostenibile, proposte legate alle buo-ne pratiche del muoversi, all'importanza della bicicletta e ad una possibile realizzazione di una città pedonale, per una riorganizzazione più ecologica del tempo e dello spazio.

Trincerone: Tra le proposte emerse la più inte-ressante è stata quella della garden terapy, che vede coinvolti gli spazi verdi adiacenti all'ospedale, da utilizzare e sfruttare in un'ot-tica terapeutica,

Spina 4: obiettivo è quello dell'arte, in tutte le sue forme, come veicolo di sviluppo, di ag-gregazione e di cooperazione.

Dai laboratori all'aperto ai percorsi artistici, dalle mappature sonoro-artistiche per i gio-vani alla danza urbana, con percorsi dedicati

soprattutto agli adolescenti.

Infine troverete questi argomenti anche nel numero di no-vembre del mensile "Corriere di Barriera" col quale è attiva una cordiale collaborazione.

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ANNO 1 - Numero 2 WWW.VICINI.TO.IT 12 NOVEMBRE 2013

APERTURA NUOVA LUDOTECA ALLA CASCINA ROCCAFRANCA

Dai primi di ottobre la Cascina Roccafranca ha aperto,in convenzione con ITER, un servizio di ludoteca attivo al matti-no,dalle ore 9 alle ore 12, dove i bambini da 0 a 3 anni possono venire a giocagirotondre assieme a genitori, nonni e chi altri si occupa di loro.

I bambini troveranno, nel locale dell’ex palestrina della Roccafranca, tanti giochi, com-pagni con cui giocare e un’educatrice della Cooperativa Educazione e Progetto che offrirà loro stimoli per ampliare le loro competenze attraverso varie attività adeguate all’età dei bambini.ITER, Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, nata per sostenere le poli-tiche a vantaggio dei cittadini più giovani, si propone da una parte come strumento progettuale e formativo delle politiche di offerta educativa rivolte a bambine e bambini ed alle loro famiglie, dall’altra offre nuove progettualità educative a fianco delle attività già esistenti come i Centri di Cultura e le ludoteche.A partire da gennaio 2013, ha concentrato l’intervento precedentemente svolto all’in-terno dei Centri Bambini e Genitori nelle Ludoteche comunali, dando inizio alla realizza-zione di nuovi Servizi Educativi Territoriali chiamati SET.L’accesso al servizio è stato regolato attraverso una tessera a scalare di 20 ingressi, del costo di 26 Euro, che supera la vecchia iscrizione mensile e consente alle famiglie di

pagare solo quando l’attività viene richiesta.Il servizio di Ludomattina è partito in sette ludoteche a cui si sono aggiunte due strutture gestite da cooperative in locali di loro pertinenza, quasi uno per CircoscrizioneLa Ludoteca della Cascina Roccafranca è una di queste.

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TOVia Rubino 45 10137, Torino,presso Cascina Roccafranca, Bottega ComunicazioneContatti: Email : [email protected] +39.011.19836617Fax +39.011.19837119Sito web: www.vicini.to.itSe volete collaborare, scriveteci.

LE CASE DI LUIGI GRASSI: UNA STORIA DI EDILIZIA E IMPEGNO SOCIALEContinua la collaborazione tra il nostro giornale e il Corriere di Barriera che nel numero di novembre racconta dell’o-pera del commendator Luigi Grassi che, a Torino, è stato un pioniere dell’edilizia popolare privata.A partire dai primi anni del Novecento, ha costruito impor-tanti gruppi di fabbricati in Barriera di Milano e nei borghi Aurora e Vanchiglietta, introducendo le tecniche di co-struzione prefabbricata. La sua edilizia, moderna per l’epoca, fu pensata per il ceto proletario, con affitti economici e concorren-ziali rispetto alle case Mu-nicipali e a quelle popolari IACP.Nato a Bologna nel 1876, da famiglia non agiata, Grassi iniziò presto a lavo-rare: all’età di 13 anni già faceva l’operaio in alcuni cantieri ferroviari di Tosca-na e Abruzzo. Un giorno del 1898, fu chiamato dallo Stato a prestare servizio mi-litare a Torino, che divenne da quel momento la sua città e ne cambiò radicalmente la vita. Quell’anno frequentò le scuole serali municipali di arte muraria.Il futuro commendatore iniziò la sua attività imprenditoriale da giovanissimo, nel 1903, un momento favorevole soprat-tutto per la città della Fiat. Costruì la sua ditta in corso Ponte Mosca 20, lo stesso indirizzo della sua casa privata, diven-ne un impresario stimato e contribuì allo sviluppo dell’area nord della città, in particolare dei quartieri Vanchiglia e Barriera di Milano, una zona in grande espansione edilizia.Tra il 1902 e il 1903 costruì case economiche in via Lombar-dore e in via di Circonvallazione (poi corso Novara) con tre o quattro piani fuori terra. Erano alloggi da affittare agli operai che lavoravano nelle fabbriche di Barriera di Milano, dotati di due stanze allineate, con ingresso da ballatoio e gabinetto esterno in comune a due alloggi. Tra il 1908 e il 1910 edificò in corso Palermo, via Agliè, via Monterosa e via Favria.Costruì anche abitazioni destinate al ceto medio e si dotò di una fornace, in largo Palermo, per produrre materiali per i suoi cantieri. Negli anni tra il 1910 e il 1920 furono costruite le case nella Borgata Monterosa in via Candia, via San-

thià, via Scarlatti. In quegli anni cominciarono a comparire alloggi con più stanze, ingresso da pianerottolo e con ser-vizi interni, che divennero la tipologia costante nel periodo successivo.I caseggiati, ideati per abbattere i costi e velocizzare i tempi di costruzione, erano all’avanguardia: esemplari di un nuovo metodo di edilizia abitativa, sia per l’utilizzo di

elementi prefabbricati, quali pilastri alveolati e travature in calcestruzzo armato, sia per l’introdu-zione di balconi coperti e di decorazioni ad in-tonaco e fregi, spesso disegnati personalmente dall’imprenditore, per le facciate. In totale, fino al 1938, furono realizzati complessivamente circa 1263 alloggi nei quartieri Barriera di Milano, Aurora e Vanchiglietta, numeri in concorrenza con quelli prodotti negli stessi anni

dall’Istituto Autonomo Case Popolari e dal Comune.Luigi Grassi non fu solo un grande costruttore, ma anche benefattore e uomo pubblico. Fra le attività filantropiche, volte a migliorare la qualità della vita delle famiglie più povere, si ricordano in particolare: la scuola serale per i suoi muratori e un asilo infantile affidato alle suore di Maria Ausiliatrice, sorto in via Candia su terreni di sua proprietà. Nel 1918 affidò ai Salesia-ni un suo magazzino perché venisse tra-sformato in un ricre-atorio provvisorio per i ragazzi e i giovani del borgo. Fu tra i benefattori dei Sale-siani quando questi avviarono la costruzione dell’Oratorio Michele Rua in via Paisiello. È stato anche tra i benemeriti delle iniziative per l’istruzione popolare.Grassi morì nel 1965, nella casa di corso Giulio Cesare 20, sede anche della sua impresa fin dal 1912.

N° 2 in versione pdf, novembre 2013

VICINI vuole CRESCERE e ha bisogno di VOIIl giornale che hai in mano è, per ora, solo online ( WWW.VICINI.TO.IT ) e que-sto è un numero speciale per la Festa di inizio Anno Sociale della Cascina Roc-cafranca. Dal 14 novembre scorso, giorno uffi-ciale dell’inizio della nostra avventura, abbiamo dato conto di quello che suc-cede nei quartieri vicini a noi (Mirafiori e Santa Rita), poi abbiamo allargato lo sguardo a TUTTI i quartieri di Torino. Non è stato facile, ma entusiasmante!

Ora, per andare avanti abbiamo biso-gno di voi, dei vostri amici e conoscenti.

Come ? In due modi.

Il primo modo è una libera sottoscri-zione per far fronte alle spese (siamo tutti volontari e ci autotassiamo: non ci sono altre entrate). Donare a Vici-ni è facile: potete farlo direttamente presso di noi oppure online con carta di credito connettendovi al sito predi-sposto: trovate i box nella nostra home page. Seguite le istruzioni ed il gioco è fatto!Il nostro sogno è stampare Vicini an-che su carta più volte durante l’anno.

Il secondo modo è partecipare in pri-ma persona con proposte di articoli o collaborando con la nostra Redazione giornalistica.

Vi aspettiamo.

Franco [email protected]

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