Una terra ricca di opportunità REPORT - Systemadv · Del Favero (presidente Feder-sanità Anci),...

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Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Settimanale - Anno 3 N ° 17 Lunedì 11 Ottobre 2010 REPORT CAMPANIA L’ occasione è di quelle im- portanti. Dopo settimane di fervidi preparativi, mentre l’emozione si fa sempre più pal- pabile, all’Università di Salerno è quasi tutto pronto per acco- gliere Henry Mintzberg. Il pro- fessore canadese, studioso di fama internazionale nel campo del management, parteciperà in esclusiva nazionale, il prossimo 15 ottobre (ore 8:30, Aula delle Lauree della Facoltà di Ingegne- ria) al convegno organizzato dal Master in Direzione delle Aziende e delle Organizzazio- ni Sanitarie (DAOSan), diretto da Paola Adinolfi (Ordinario di Organizzazione aziendale) e promosso da una rete di uni- versità ed istituzioni (Università di Salerno, Università di Napoli Federico II, Università del San- nio e Arsan Campania). Mint- zberg proporrà nuovi modelli di sanità sostenibile, centrata sull’uomo, e nuovi approcci alla formazione del management sanitario, come quelli cui si ispira il Master DAOSan. La sua relazione costituirà spunto di riflessione per i relatori dei suc- cessivi tavoli tecnici, coordinati da personalità del calibro di Raffaele Calabrò (Commissio- ne Sanità Senato), Angelo Lino Del Favero (presidente Feder- sanità Anci), Attilio Martorano (assessore alla Sanità Regione Basilicata), Giovanni Monchie- ro (presidente FIASO), Giusep- pe Zuccatelli (subcommissario alla Sanità Regione Campania). L’evento del 15 ottobre si inseri- sce in un progetto di più ampio respiro promosso dal DAOSan in collaborazione con la Fon- dazione Tender to Nave Italia di Genova. Il progetto, oltre ad attività di carattere scientifico, prevede iniziative di solidarietà e momenti laboratoriali di for- mazione esperienziale e team building che coinvolgeranno, a bordo del brigantino “Italia”, discenti del Master, ragazzi in situazione di disagio ed opera- tori socio-sanitari. Il DAOSan non è nuovo alla sperimentazione di metodolo- gie didattiche innovative. Per la formazione a distanza (200 h) ed il project work (500 h), si avvale di metodi di insegna- mento learner-centred, centra- ti sulla soluzione di problemi (problem-based learning), e partecipa alla learning commu- nity sullo sviluppo di modelli avanzati di formazione, insieme a prestigiose università come Harvard e Stanford. Anche per la fase di aula (320 h), oltre alla formazione outdoor, fa ampio ricorso a forme di didattica at- tiva ed alle tecnologie informa- tiche per il lavoro collaborativo. L’eccellente Faculty è composta da docenti dell’Ateneo salerni- tano, nonché da professori di management sanitario di altis- simo profilo, a livello nazionale (Americo Cicchetti, Giuseppe Fattore, Federico Lega) ed in- ternazionale (Geert Boukaert, Gerardine Doyle). In coerenza con la sua vocazione “umanisti- ca”, il Master si avvale della col- laborazione di illustri testimoni di provenienza non azienda- listica (Ivan Cavicchi, Gian- franco Domenighetti, Eugenio Mazzarella, Antonio Palma, Adriano Pessina, Tiziano Treu). Numerose anche le testimo- nianze dei practitioners come Amedeo Bianco (presidente FNOMCeO). Il DAOSan non è solo un percorso formativo: partecipare al Master significa entrare a far parte di un net- work ed essere costantemente coinvolti in contesti innovativi, grazie allo scambio continuo con il mondo accademico in- ternazionale e alla consolidata rete di relazioni con aziende sa- nitarie e società di consulenza. Sono oltre 80 le organizzazioni convenzionate in Campania e sul territorio nazionale che, ogni anno, accolgono i discenti durante la fase di stage (480 h) o per progetti post-diploma, attraverso il servizio di career service. Inoltre, il corso, che attribuisce 60 crediti formativi (CFU), prepara alle certifica- zioni ECDL Health, EQDL Health, RSPP (D.Lgs. 81/2008), Internal auditor UNI EN ISO 9001 e SA8000. La VI edizione ed il relativo bando di concorso saranno presentati in occasione del convegno internazionale. Paola Adinolfi e Henry Mintzberg all’Università di Salerno P ensare alla Campania significa ripercorrere con la mente la storia di una terra antica, sospesa tra il fuoco del vulcano che la sovrasta e il mare che fa da cornice, a tesori d’arte e bellezze naturali che ne hanno reso famoso il nome nel mondo. Pensare alla Campania significa evocare i miti che ne hanno segnato la storia ed emozionarsi per la passione della gente che la abita. Ma pensare alla Cam- pania, oggi, significa anche ragionare su una terra ricca di opportunità e di grandi contraddizioni, dove i problemi storici dello sviluppo e del lavoro si sono stratificati negli anni e affrontarli appare quasi una “mission impossible”. La Campania è a un punto cruciale della sua storia recen- te. La possibilità di superare definitivamente un passato fatto di assistenzialismo, di sprechi, di clientele non è mai stata così vicina. È una necessità e nel contempo una sfida appassionante. Ne è consapevole il neo presidente, Stefa- no Caldoro, che è alle prese con una difficile congiuntura economica – finanziaria che ha, in verità, ereditato al suo arrivo a palazzo Santa Lucia. Un deficit strutturale dovuto alla sanità, ma non solo, che ha condizionato l’azione dei primi mesi di governo, inevitabilmente orientata al risa- namento dei conti. La violazione del patto di stabilità interno ha prodotto pe- santi sanzioni per la Regione che è impegnata in una diffi- cile e complessa azione di riequilibrio finanziario. La sfida della ‘nuova regione’ è però quella di ripartire con maggiore slancio e decisione, con la voglia di misurarsi con la sfida e la opportunità che arrivano dall’Europa. “Occorre un radicale cambiamento nella programmazione dei fondi europei a nostra disposizione – afferma Caldo- ro – superando la logica della parcellizzazione degli inter- venti e concentrando le risorse su pochi, grandi progetti infrastrutturali capaci di incidere realmente sul tessuto produttivo regionale”. Una terra ricca di opportunità Ripartire con maggiore slancio e decisione L’ attività legislativa della Regione deve puntare ad alleggerirne il ruolo, per diventare sempre più Ente di programmazione e controllo, lasciando che le dinamiche economiche si realizzino in un contesto di libero mercato non drogato dall’intervento statale. Avrà un ruolo chiave nel rendere attraente il merca- to campano, la realizzazione di condizioni favorevoli alla creazione di nuovi posti di lavoro, partendo da quanto accaduto a Pomigliano per innescare un meccanismo che punti sempre di più sul modello della contrattazione decentrata. In Campania esistono anche settori di assoluta eccellenza quali l’agroalimentare, l’ICT, il sistema moda artigianato ed è anche su queste produzioni che adesso si intende puntare per un rafforzamento sempre maggiore sui mercati interna- zionali. Vi sono straordinarie risor- se che vanno dai ‘giacimenti’ turistici e culturali al capita- le umano, quest’ultimo è un dato da non sottovalutare, es- sendo la Campania la regione più giovane d’Italia. Ragionando in prospettiva si potrà anche immagina- re l’attivazione di un’agenzia di sviluppo locale che senza sovrapporsi all’iniziativa del Governo nazionale, lavori esclusivamente per attrarre investimenti dei grandi pla- yer e per fornire supporto alle aziende locali al fine di un fu- turo inserimento nei mercati internazionali con l’obiettivo di valorizzare la Campania come meta turistica e piatta- forma logistica nel Mediterra- neo, porta naturale di accesso all’Europa dei paesi mediter- ranei. “Sono convinto – precisa Cal- doro - che la possibilità di aprire ed internazionalizzare l’economia italiana passi dal binomio Mezzogiorno-Me- diterraneo. Per la sua parti- colare posizione geografica la Campania può rappresentare la naturale piattaforma logi- stica per tutti gli scambi tra l’Europa e i paesi dell’area me- diterranea. La nostra regione può diventare il punto di rife- rimento per costruire una rete dei sistemi produttivi inte- grati nel settore della ricerca, dell’innovazione e della cono- scenza nel Mediterraneo. Può assumere un ruolo cen- trale per avviare importanti accordi per la cooperazione con i paesi mediterranei.” “Io immagino per la Campa- nia, nei prossimi anni, –sot- tolinea il presidente - un mo- dello di sviluppo che sappia coniugare crescita economica e tutela dell’ambiente, valo- rizzazione delle tradizioni e apertura all’innovazione, una regione ‘terra di cerniera’ tra il vecchio continente e i paesi del sud del mondo”. La sfida: valorizzare le eccellenze Creare sistemi produttivi integrati Mezzogiorno-Mediterraneo MASTER DAOSAN / Si parte a vele spiegate Per la sanità il buon vento viene da sud

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Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiSettimanale - Anno 3 N° 17 Lunedì 11 Ottobre 2010

REPORTCAMPANIA

L’occasione è di quelle im-portanti. Dopo settimane

di fervidi preparativi, mentre l’emozione si fa sempre più pal-pabile, all’Università di Salerno è quasi tutto pronto per acco-gliere Henry Mintzberg. Il pro-fessore canadese, studioso di fama internazionale nel campo del management, parteciperà in esclusiva nazionale, il prossimo 15 ottobre (ore 8:30, Aula delle Lauree della Facoltà di Ingegne-ria) al convegno organizzato dal Master in Direzione delle Aziende e delle Organizzazio-ni Sanitarie (DAOSan), diretto da Paola Adinolfi (Ordinario di Organizzazione aziendale) e promosso da una rete di uni-versità ed istituzioni (Università di Salerno, Università di Napoli

Federico II, Università del San-nio e Arsan Campania). Mint-zberg proporrà nuovi modelli di sanità sostenibile, centrata sull’uomo, e nuovi approcci alla formazione del management sanitario, come quelli cui si ispira il Master DAOSan. La sua relazione costituirà spunto di rifl essione per i relatori dei suc-cessivi tavoli tecnici, coordinati da personalità del calibro di Raff aele Calabrò (Commissio-ne Sanità Senato), Angelo Lino Del Favero (presidente Feder-sanità Anci), Attilio Martorano (assessore alla Sanità Regione Basilicata), Giovanni Monchie-ro (presidente FIASO), Giusep-pe Zuccatelli (subcommissario alla Sanità Regione Campania). L’evento del 15 ottobre si inseri-

sce in un progetto di più ampio respiro promosso dal DAOSan in collaborazione con la Fon-dazione Tender to Nave Italia di Genova. Il progetto, oltre ad attività di carattere scientifi co, prevede iniziative di solidarietà e momenti laboratoriali di for-mazione esperienziale e team building che coinvolgeranno, a bordo del brigantino “Italia”, discenti del Master, ragazzi in situazione di disagio ed opera-tori socio-sanitari. Il DAOSan non è nuovo alla sperimentazione di metodolo-gie didattiche innovative. Per la formazione a distanza (200 h) ed il project work (500 h), si avvale di metodi di insegna-mento learner-centred, centra-ti sulla soluzione di problemi

(problem-based learning), e partecipa alla learning commu-nity sullo sviluppo di modelli avanzati di formazione, insieme a prestigiose università come Harvard e Stanford. Anche per la fase di aula (320 h), oltre alla formazione outdoor, fa ampio ricorso a forme di didattica at-tiva ed alle tecnologie informa-tiche per il lavoro collaborativo. L’eccellente Faculty è composta da docenti dell’Ateneo salerni-tano, nonché da professori di management sanitario di altis-simo profi lo, a livello nazionale (Americo Cicchetti, Giuseppe Fattore, Federico Lega) ed in-ternazionale (Geert Boukaert, Gerardine Doyle). In coerenza con la sua vocazione “umanisti-ca”, il Master si avvale della col-laborazione di illustri testimoni di provenienza non azienda-listica (Ivan Cavicchi, Gian-franco Domenighetti, Eugenio Mazzarella, Antonio Palma, Adriano Pessina, Tiziano Treu). Numerose anche le testimo-

nianze dei practitioners come Amedeo Bianco (presidente FNOMCeO). Il DAOSan non è solo un percorso formativo: partecipare al Master signifi ca entrare a far parte di un net-work ed essere costantemente coinvolti in contesti innovativi, grazie allo scambio continuo con il mondo accademico in-ternazionale e alla consolidata rete di relazioni con aziende sa-nitarie e società di consulenza. Sono oltre 80 le organizzazioni convenzionate in Campania

e sul territorio nazionale che, ogni anno, accolgono i discenti durante la fase di stage (480 h) o per progetti post-diploma, attraverso il servizio di career service. Inoltre, il corso, che attribuisce 60 crediti formativi (CFU), prepara alle certifi ca-zioni ECDL Health, EQDL Health, RSPP (D.Lgs. 81/2008), Internal auditor UNI EN ISO 9001 e SA8000. La VI edizione ed il relativo bando di concorso saranno presentati in occasione del convegno internazionale.

Paola Adinolfi e Henry Mintzberg all’Università di Salerno

Pensare alla Campania signifi ca ripercorrere con la mente la storia di una terra antica, sospesa tra il fuoco

del vulcano che la sovrasta e il mare che fa da cornice, a tesori d’arte e bellezze naturali che ne hanno reso famoso il nome nel mondo. Pensare alla Campania signifi ca evocare i miti che ne hanno segnato la storia ed emozionarsi per la passione della gente che la abita. Ma pensare alla Cam-pania, oggi, signifi ca anche ragionare su una terra ricca di opportunità e di grandi contraddizioni, dove i problemi storici dello sviluppo e del lavoro si sono stratifi cati negli anni e aff rontarli appare quasi una “mission impossible”. La Campania è a un punto cruciale della sua storia recen-te. La possibilità di superare defi nitivamente un passato fatto di assistenzialismo, di sprechi, di clientele non è mai stata così vicina. È una necessità e nel contempo una sfi da appassionante. Ne è consapevole il neo presidente, Stefa-no Caldoro, che è alle prese con una diffi cile congiuntura economica – fi nanziaria che ha, in verità, ereditato al suo arrivo a palazzo Santa Lucia. Un defi cit strutturale dovuto alla sanità, ma non solo, che ha condizionato l’azione dei primi mesi di governo, inevitabilmente orientata al risa-namento dei conti. La violazione del patto di stabilità interno ha prodotto pe-santi sanzioni per la Regione che è impegnata in una diffi -cile e complessa azione di riequilibrio fi nanziario.La sfi da della ‘nuova regione’ è però quella di ripartire con maggiore slancio e decisione, con la voglia di misurarsi con la sfi da e la opportunità che arrivano dall’Europa. “Occorre un radicale cambiamento nella programmazione dei fondi europei a nostra disposizione – aff erma Caldo-ro – superando la logica della parcellizzazione degli inter-venti e concentrando le risorse su pochi, grandi progetti infrastrutturali capaci di incidere realmente sul tessuto produttivo regionale”.

Una terra riccadi opportunità

Ripartire con maggiore slancio e decisione

L’attività legislativa della Regione deve puntare

ad alleggerirne il ruolo, per diventare sempre più Ente di programmazione e controllo, lasciando che le dinamiche economiche si realizzino in un contesto di libero mercato non drogato dall’intervento statale. Avrà un ruolo chiave nel rendere attraente il merca-to campano, la realizzazione di condizioni favorevoli alla creazione di nuovi posti di lavoro, partendo da quanto accaduto a Pomigliano per innescare un meccanismo che punti sempre di più sul modello della contrattazione decentrata.

In Campania esistono anche settori di assoluta eccellenza quali l’agroalimentare, l’ICT, il sistema moda artigianato ed è anche su queste produzioni che adesso si intende puntare per un raff orzamento sempre maggiore sui mercati interna-zionali. Vi sono straordinarie risor-se che vanno dai ‘giacimenti’ turistici e culturali al capita-le umano, quest’ultimo è un dato da non sottovalutare, es-sendo la Campania la regione più giovane d’Italia. Ragionando in prospettiva si potrà anche immagina-re l’attivazione di un’agenzia di sviluppo locale che senza

sovrapporsi all’iniziativa del Governo nazionale, lavori esclusivamente per attrarre investimenti dei grandi pla-yer e per fornire supporto alle aziende locali al fi ne di un fu-turo inserimento nei mercati internazionali con l’obiettivo di valorizzare la Campania come meta turistica e piatta-forma logistica nel Mediterra-neo, porta naturale di accesso all’Europa dei paesi mediter-ranei.“Sono convinto – precisa Cal-doro - che la possibilità di aprire ed internazionalizzare l’economia italiana passi dal binomio Mezzogiorno-Me-diterraneo. Per la sua parti-

colare posizione geografi ca la Campania può rappresentare la naturale piattaforma logi-stica per tutti gli scambi tra l’Europa e i paesi dell’area me-diterranea. La nostra regione può diventare il punto di rife-rimento per costruire una rete dei sistemi produttivi inte-grati nel settore della ricerca, dell’innovazione e della cono-scenza nel Mediterraneo.Può assumere un ruolo cen-trale per avviare importanti accordi per la cooperazione con i paesi mediterranei.” “Io immagino per la Campa-nia, nei prossimi anni, –sot-tolinea il presidente - un mo-dello di sviluppo che sappia coniugare crescita economica e tutela dell’ambiente, valo-rizzazione delle tradizioni e apertura all’innovazione, una regione ‘terra di cerniera’ tra il vecchio continente e i paesi del sud del mondo”.

La sfi da: valorizzare le eccellenzeCreare sistemi produttivi integrati Mezzogiorno-Mediterraneo

■ MASTER DAOSAN / Si parte a vele spiegate

Per la sanità il buon vento viene da sud

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Le oltre 500 imprese asso-ciate a Legacoop Cam-

pania hanno dimostrato una discreta capacità di resisten-za alla crisi, forti anche degli incrementi del quadriennio 2006 – 2009, in cui il valore complessivo della produzione realizzata è aumentato del 6% e la loro dimensione media, in termini di produzione, è salita del 12,7%. Naturalmente, la cooperazione non è stata immune dalla crisi, ma signifi cativo, comunque, è il contributo dato all’economia regionale: il valore comples-sivo della produzione sfi ora il miliardo di euro e in alcuni settori, quale quello agroali-mentare, da sola realizza circa il 6% della produzione agricola regionale. Alla crisi, Legacoop

ha reagito con determinazione e con la forza dei propri ele-menti costitutivi, tanto che a livello nazionale ha creato un Osservatorio per il Mezzogior-no, per estendere e consolidare il tessuto cooperativo nel Me-ridione, sviluppando collabo-razioni tra territori e coope-rative, cercando di stimolare le condizioni di successo dei sistemi imprenditoriali.Per uscire dalla crisi è neces-sario uno sforzo congiunto delle forze politiche sociali e produttive presenti sul terri-torio, su un progetto condivi-so che si basi su alcuni punti fondamentali, che sono vere e proprie precondizioni allo sviluppo: lotta all’illegalità e alla malavita organizzata; lot-ta all’ineffi cienza della buro- crazia; rigore e rapidità nella

spesa pubblica, a partire dai fondi europei; raff orzamento della competitività territoriale, al fi ne di richiamare investi-menti extraregionali e aiutare lo sviluppo industriale; cer-tezza nei tempi di pagamento i cui ritardi sono giunti a tre anni, un tempo inaccettabile per la vita delle imprese.In Campania, a fronte di una serie di criticità che rischiano di cronicizzarsi, Legacoop ha elaborato alcune idee proget-tuali innovative e di profi lo

strategico. In particolare, non si può rinviare oltre il ridise-gno di un moderno ed effi -ciente welfare regionale. La strada non può essere quella dei tagli indiscriminati o la riduzione scriteriata dello spa-zio di fruibilità dei servizi per i cittadini. Occorre trasferire competenze e risorse al socia-le, dando l’opportunità di pro-gettare nuovamente il sistema dei servizi socio-sanitari anche attraverso una razionalizzazio-ne della spesa, senza ledere ed intaccare i livelli di erogazione dei servizi.Così come, ad esempio, un coraggioso e signifi cativo pas-saggio alla domiciliarizzazione degli interventi sanitari pro-durrebbe sicuri risparmi alla spesa ospedaliera soprattutto se affi ancato alla diff usione di strutture intermedie a bassa intensità di assistenza sani-taria. Senza contare gli eff etti positivi che produrrebbe il ri-corso a strumenti tecnologici quali la teleassistenza ed il te-lesoccorso. Un’altra delle proposte su cui puntare per il futuro è quella delle energie alternative, ed in particolare lo sfruttamen-to delle biomasse, attraverso la costruzione di una serie di centrali di digestione anaero-

bica di dimensione contenuta, dal basso impatto ambientale e in grado di produrre Kw/h annui per il fabbisogno di cir-ca 2.000 abitanti. Ipotizzando una vita utile della centrale di

20 anni, l’investimento pub-blico sarebbe di 0,015 europer KW/h prodotto. Un altrotema, su cui l’Associazionecampana ritiene di poter dareun utile contributo è quellodella cultura, uno dei settorieconomici potenzialmente piùvitali se si deciderà di concen-trare risorse su progetti pub-blici di utilità collettiva, capacidi formare e lasciare sul terri-torio strutture e professiona-lità, come la creazione di unascuola di arti e mestieri dellospettacolo che costituirebbeun unicum in tutto il Mezzo-giorno e un polo di attrazioneper tutto il Mediterraneo. In-fi ne, la realizzazione di fi lieranel settore agroalimentare.Legacoop Campania si poneambiziosi obiettivi di crescitaper il futuro del territorio, ed èpronta con idee e competenzead accettare la sfi da.

2 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Dall’innovazione alla coesione socialeIl contributo della Legacoop Campania per aff rontare la crisi

Vanda Spoto, presidente Legacoop Campania

Rosario Florio, direttore Legacoop Campania

Stampatori:

ll Sole 24 Ore S.p.A. - Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano;

Il Sole 24 Ore S.p.A. - Via Tiburtina Valeria; Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq);

Società Editrice Arena S.p.A. - Via Torricelli,14 - 37060 Caselle di Sommacampagna - (VR);

Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone - Medicina - (BO);

Centro Stampa Editoriale S.r.l. - Via Del Lavoro, 18 - 36040 Grisignano di Zocco - (VI);

Centro Stampa Quotidiani S.p.A. - Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco - (BS);

Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21 marzo 2005

DIN NEWSLETTERSettimanale - Anno 3 - Numero 17Lunedì 11 Ottobre 2010

TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

Proprietario ed editoreIl Sole 24 Ore S.p.A.Via Patecchio, 2 - 20141 Milano

Direttore responsabile: Antonio Greco

E enti

Alla crisi Legacoopha reagito con

determinazione e conla forza dei propri elementi

costitutivi, tantoche a livello nazionale

ha creato un Osservatorio per il Mezzogiorno, per estendere e consolidare

il tessuto cooperativo nel Meridione

L’Ordine degli ingegne-ri di Napoli, guidato da

Luigi Vinci, si sta sempre più aff ermando come una realtà dinamica, al servizio della ca-tegoria, ma anche in grado di proporre soluzioni utili per l’intera collettività, nel segno dell’innovazione. Sul fronte della formazione, per esempio, riscuotono inte-resse le proposte sulla forma-zione degli ingegneri elaborate da un’apposita commissione di studi e dall’assise dei presiden-ti degli Ordini presentate al congresso nazionale di Torino. Proposte che vedono partico-

larmente impegnato proprio l’Ordine di Napoli. Uno dei capisaldi della proposta è la condivisione dei contenuti: le tecnologie Ict consentono di utilizzare metodologie di for-mazione a distanza. Quindi, i contenuti elaborati a cura degli Ordini numericamente più consistenti, possono esse-re condivisi anche dalle realtà locali più piccole, in modo da garantire pari opportunità in materia di aggiornamen-to e formazione. È anche allo studio l’ipotesi di registrare le lezioni impartite dai docen-ti dei corsi di formazione e la

loro messa in rete sulla web tv dell’Ordine di Napoli. In que-sto modo, svincolando i pro-fessionisti dalla frequenza ma-teriale ai corsi, si vuole rendere la loro fruizione più agevole. Innovazione e mobilità soste-nibili sono poi due temi che saranno al centro di “Ener-gia ed Ambiente nel Sistema Trasporti”, titolo della Sesta Conferenza Nazionale dell’In-gegneria (Napoli, 28 e 29 gen-naio 2011). L’appuntamento, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli, si

propone come occasione per fare il punto della situazione sugli investimenti nella ricerca e sui risultati a cui si è arriva-ti. Ma l’intento è anche tenere viva l’attenzione sull’impat-to ambientale degli impieghi energetici fi nalizzati alla loco-mozione, sia essa terrestre che aerea o navale con l’obiettivo di realizzare un sistema di tra-sporti sostenibile. Su questi argomenti gli inge-gneri chiamano a confron-tarsi l’Università, la grande industria (alla conferenza verranno invitati, tra gli altri, Finmeccanica, Fiat, Msc, Tre-nitalia e Alitalia) e i politici “ai quali - dice il presidente Vinci - spetta l’individuazione delle necessarie risorse fi nanziarie e l’elaborazione di strumenti le-gislativi che regolino il settore”.

Ingegneri napoletani a tutto camposu formazione e innovazioneIdeate soluzioni innovative per l’e-learning. A gennaio prende il via la conferenza sullo sviluppo sostenibile

Gestione dell’ambiente, una prioritàPosizioni critiche della Regione

sul piano casa

Gli ingegneri napoletani sono anche attenti al tema del governo del territorio, nel duplice ruolo di coscienza cri-

tica e, al tempo stesso, di soggetto propositivo. Pozzano, Sarno, Ischia, Cervinara, Atrani: la provincia di Na-poli e la Campania da alcuni anni subiscono periodicamente la “vendetta” della natura che si ribella alla sconsiderata de-vastazione perpetrata dall’uomo. Il fenomeno,tecnicamente inquadrato come “dissesto idrogeologico” è in continua evo-luzione. L’ Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napo-li non ha mancato mai di chiamare a raccolta le migliori risorse professionali per far sentire la sua voce per l’analisi del fenomeno e per formulare proposte tecniche, operative e gestionali per fronteggiare il problema. Esperti di Ingegneria Geotecnica, Ingegneria Idraulica ed Ingegneria Naturalistica verranno ancora una volta chiamati nei prossimi giorni a convegno per fornire il contributo dell’ingegneria napoleta-na per fronteggiare la crisi idrogeologica a partire dalla re-visione ed attualizzazione delle mappe del rischio fi no alla rinaturalizzazione del territorio, anche nelle parti bonifi cate dall’aggressione dell’ abusivismo. Quest’ ultimo tema, infi ne, sarà anche l’oggetto del Terzo Corso di formazione specialistica in Ingegneria Naturalistica che l’ Ordine degli Ingegneri di Napoli sta organizzando. È di qualche giorno fa un documento della Federazione cam-pana degli Ordini degli ingegneri con cui si chiede al Consi-glio regionale una rivisitazione radicale della legge regionale 19/2009, meglio nota come “Piano Casa”, varata dall’assem-blea legislativa nove mesi fa. Gli ingegneri campani pongono l’accento sulla necessità di modifi che sostanziali “allo sco-po - si legge nel documento - di avviare un reale processo di sostituzione edilizia di quella gran parte delle costruzioni esistenti di scarsa o pessima qualità architettonica, statica e impiantistica”. Insomma, gli ingegneri di Napoli e della Campania non sono soltanto espressione di una scuola teori-ca di eccellenza, ma si confermano protagonisti del contesto socio economico locale.

Luigi Vinci, presidente dell’Ordine degli Ingegneri

Convegno sull’Homeland Security

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È il porto polifunzionale che in Italia gode della po-

sizione geografi camente più favorevole e appetibile. Ed è anche l’unico porto a non aver risentito della crisi del 2009. Il suo pregio architettonico e la vicinanza al centro storico della città vanno di pari passo con una valenza strategica , una crescita continua, attenta alle esigenze di tutti, e a una modernità ecosostenibile. Parliamo naturalmente del porto di Napoli, il cui punto di forza, la polifunzionalità, è certifi cato in modo inequi-vocabile dalle cifre dell’ultimo anno: traffi co commerciale per un totale di quasi 20 mi-lioni di tonnellate di merci in entrata e in uscita (19.419.192 tonnellate nel 2009) e 515.868 contenitori in teu (twenty-foot equivalent unit, unità corrispondente a 20 piedi, ovvero la misura standard di volume nel trasporto dei container); 8 milioni di pas-seggeri, dei quali 1 milione 300mila crocieristi con un in-cremento del 220% rispetto al 2000 (allora i crocieristi erano stati 406mila); 314.152 veicoli commerciali sulle autostrade del mare; un’industria della cantieristica e delle ripara-zioni navali che impiega cir-ca 1.500 persone e crea come indotto un’occupazione di circa 5mila persone. In totale il porto di Napoli dà lavoro tra diretti e indiretti a 25mila persone. Sono cifre che testimoniano un notevole stato di salute e sviluppo. Ma il porto non si accontenta, animato com’è da una costante spinta a mi-gliorarsi e a dotarsi di nuove strutture per un servizio di qualità ancor più elevata: in primis, i due grossi progetti in cantiere, a est il terminal dar-sena e a ovest il waterfront. Per dare sostanza a questo rilancio, nel febbraio 2009 l’Autorità Portuale di Napoli ha assunto come presidente l’ammiraglio Luciano Das-satti, uomo delle istituzioni e

delle regole. “Il punto di forza fondamen-tale del porto - aff erma Das-satti - è la napoletanità, cioè l’intelligenza, la fantasia e la voglia di fare, sia degli im-prenditori del cluster marit-timo, sia di tutte le persone che lavorano qui. Gente seria con cui si ha un rapporto sti-molante e produttivo. Basti dire che nel momento criti-co del 2009, anno della crisi mondiale che ha toccato an-che i commerci, quindi trade e shipping (il trasporto via mare, riguardante il 90% del commercio globale), hanno tutti avuto debacle paurose tranne il porto di Napoli, che invece ha registrato incre-menti. Questo signifi ca che, secondo il principio dei vasi comunicanti del traffi co con-tainer, se c’è chi ha chiuso o si è ridimensionato, c’è inevita-bilmente chi ci ha guadagna-to, appunto noi”. A far la diff erenza sono state la fl essibilità e la prontezza di una Napoli tutt’altro che monomarca e monoculturale, forte dunque di tanti arma-tori e non di uno solo. Così, quando qualcuno è andato in crisi e non ha più operato, la sua parte di traffi co è passata

ad altri armatori. Ora il trend va mantenuto dall’Autorità Portuale, che difatti insiste nell’esaminare e ascoltare i bisogni e le criticità. Il proble-ma più urgente è il dragaggio. “C’è un’emergenza di fondali - spiega l’ammiraglio Dassatti - perché, a causa del movimen-to delle eliche delle navi nella zona del terminal container, si è avuto uno spostamento subacqueo di masse di fango, che ha creato buche e soprat-tutto mammelloni di fango: dobbiamo levarli da lì e met-terli nella vasca di colmata, che diventerà una piattaforma per il porto turistico, vicino quindi a dove va fatto questo dragaggio. La vasca di col-mata che abbiamo costruito si è rotta due volte. Ma, ogni volta che la ripariamo, siamo obbligati a sottostare alle pro-cedure prescritte dalla legge. In questi giorni è arrivato il decreto per un dragaggio di 130mila metri cubi divisi in due: 70mila di emergenza, con un deposito provvisorio, e il resto quando sarà riparata la vasca”. La soluzione di questo pro-blema garantirà nuova linfa al porto di Napoli, permet-tendo al crescente traffi co container di trovare un’ade-guata collocazione. In attesa del dragaggio, che metterà il porto nelle condizioni ideali per funzionare, stanno conte-stualmente entrando nel vivo i due progetti più ambiziosi, utili all’espansione di Napoli e a una fruizione più agevole: il nuovo terminal di levante, ne-cessario appunto per il traffi co container, e il rifacimento del waterfront portuale, decisivo per il traffi co crocieristico a ovest, nell’area monumentale che va dal Molosiglio all’Im-macolatella vecchia. Due pro-getti sicuramente trainanti per l’economia portuale e non solo. A fornire qualche dettaglio in più è il presidente: “Abbia-mo assegnato la gara per la realizzazione del terminal di

levante, una darsena da un milione di teu che consentirà un ulteriore dragaggio, sta-volta defi nitivo per proietta-re Napoli nei prossimi 20-25 anni, per un milione e mezzo di metri cubi. Tutto dovreb-be compiersi nel giro di tre anni. Una volta bonifi cato il fondale inquinato del porto, potremo far arrivare le navi di ultima generazione, quelle da 13mila teu”. L’intero progetto, dell’im-porto di circa 400 milioni di euro, prevede la costruzio-ne di un terminal di circa 250mila metri quadrati, un fronte banchina di 672 me-tri lineari, collegamenti via-ri e ferroviari. Attraverso il project fi nancing, 220 milioni di euro saranno a carico della società Conateco e i restanti 180 milioni verranno inve-stiti dall’Autorità Portuale di Napoli. La Conateco, di pro-prietà al 50% della Cosco e al 50% di Msc, è la società che gestisce attualmente il princi-pale terminal contenitori del porto, il Bausan. Per quanto concerne inve-ce il waterfront, il progetto è nella fase fi nale. Lo studio di architetti guidati dal fran-cese Michel Euvé ha vinto

la gara internazionale che è stata bandita dalla società Nausicaa Spa, di cui l’Autori-tà Portuale di Napoli detiene il 56%, mentre il rimanente 44% è suddiviso tra Comune, Provincia e Regione Campa-nia. Alcuni intoppi, dovuti a ricorsi amministrativi, han-no ritardato l’avvio dei lavori, ma ora si fa strada l’ipotesi di utilizzare anche il molo San Vincenzo (che risale al XV

secolo) per navi da crociera ecome area turistica. “Abbiamo dovuto discuternecon la Sovrintendenza - pun-tualizza Dassatti - perché ilwaterfront incide sulla riqua-lifi cazione di un’area del cen-tro storico di altissimo pregio,soggetta a vincoli e tutela.Siamo infatti a due passi dalMaschio Angioino, PalazzoReale, piazza del Plebiscito. Ilprogetto è a uno stadio avan-zato: dobbiamo chiuderlocon la conferenza dei servizie quindi metterlo in gara perl’esecuzione dei lavori. Vor-remmo che il molo San Vin-cenzo si raccordasse col wa-terfront e lo completasse, mamolto dipenderà dallo Stato,perché una fetta consistentedel molo è in consegna allaMarina militare”. L’attenzione riservata al wa-terfront dimostra che il portodi Napoli tiene in grande con-siderazione non solo il traffi cocontainer, ma anche il traffi copasseggeri e turisti, distri-buito in due macroaree: dauna parte le navi da crocierae dall’altra i collegamenti siacon le isole maggiori, Siciliae Sardegna, che con quelle delgolfo, Ischia, Procida e Capri.In più c’è il grosso traffi co del-le autostrade del mare, di cuiNapoli è un importante scalo,collegato in modo sistematicoalla Sicilia e alla Sardegna. Latratta Napoli-Palermo sta peressere raddoppiata e, trasfe-rendo dalla strada al mare uningente numero di tir merci,si hanno pure sensibili bene-fi ci per l’ambiente. “Gli oltre sei milioni di pas-seggeri annuali per il traffi cocon le isole - chiosa Dassatti- si meritano il progetto giàdefi nitivo con cui intendiamorealizzare la stazione maritti-ma del molo Beverello, elimi-nando così i disagi e i proble-mi di ordine pubblico dettatidall’attuale insuffi cienza in-frastrutturale”. Anche questorientra nel waterfront, che hadavvero riacceso gli interessidi tutta Napoli, dagli arma-tori agli imprenditori fi no aicittadini. Ulteriore obiettivo che l’Au-torità Portuale intende per-seguire è la riduzione delleemissioni, in particolare danavi, per il raggiungimen-to degli standard di qualitàdell’area stabiliti a livello co-munitario.

3EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Porto di Napoli: polifunzionale, strategico e in crescitaÈ l’unico in Italia ad aver incrementato il traffi co anche durante la crisi globale, dà lavoroa 25mila persone e sta per ampliarsi con un nuovo terminal e il waterfront

Il terminal container

Vista dall’alto del Porto

Vista dal mare

L’ammiraglio Luciano Dassatti, presidente dell’Ap di Napoli

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Nel quadro delle celebra-zioni per il 150° anniver-

sario dell’Unità d’Italia, il Co-mune di Napoli presenterà al teatro Mercadante il «Dizio-nario delle donne meridionali nel Risorgimento». La costru-zione di questo Dizionario è stata resa possibile dalla colla-borazione con una équipe di studiose dell’Università degli Studi di Napoli che hanno rac-colto, sotto il coordinamento della professoressa Laura Gui-di, materiale prezioso su que-sto tema andandolo a cercare nelle biblioteche, negli archi-vi pubblici ed in quelli privati, così come fecero le storiche del Centro-Nord.La scelta di costruire questo “Dizionario” è nata con il pre-ciso intento di rendere per-cepibile uno straordinario, e fi no ad ora troppo trascurato, Risorgimento invisibile, ricor-dando che non poche donne, già dal 1799, avevano attiva-mente partecipato alle vicende della Repubblica Partenopea, intrecciando deliberatamente e coraggiosamente momenti pubblici signifi cativi al proprio

destino, come ad esempio fece Luisa Granito di Castellabate, le cui convinzioni politiche e le conseguenti azioni incisero in-delebilmente sulla formazione politica e sociale delle sue due fi glie. Molte di queste donne furono organizzatrici di salot-ti e di comitati politici, come quelli attivati nel 1848 “pro crociati napoletani” da Giu-seppina Guacci, nobile a soste-gno di volontari da inviare nel Lombardo-Veneto; non a caso il palazzo di questa famiglia di-

venne ben presto luogo d’in-contro dei liberali. Le donne, dunque, presero parte attiva agli eventi del 1848; oltre che partecipare a Comitati fonda-rono Circoli femminili, ospi-tando talora nelle loro case i cospiratori, mantenendo i con-tatti con i detenuti politici, in qualche caso fi nendo in carcere e rischiando la pena di morte. Il loro impegno, segnatamen-te nel periodo risorgimenta-le, prese corpo nello sviluppo di un’inedita passione politica

e di un forte spirito patriotti-co che, consolidando l’emer-sione della loro soggettività, le vide agire in prima persona nell’impegno per l’unifi cazio-ne dell’Italia, spesso in piena luce, talora rimanendo in pe-nombra, soprattutto allorché il loro operare si svolse insieme a mariti e compagni a cui prefe-rirono lasciare maggiore visibi-lità, come fu il caso di Raff aella Luigia Faucitano, moglie di Lu-igi Settembrini. Non è di poco interesse che nel corso del pro-getto di costruzione dell’identi-tà nazionale Italiana si sviluppi un intenso carteggio tra molte di queste donne, e assuma no-tevole peso la letteratura pa-triottica prodotta da molte tra queste donne, ferventi patriote, autrici di poesie politiche non prive, tuttavia, di valore lette-rario, di articoli giornalistici e più in generale di testi miran-ti a fornire, anche con fi nalità didattiche, un’interpretazione autentica del processo di uni-fi cazione. A unifi cazione avvenuta a non poche di queste donne saran-no affi dati importanti incarichi istituzionali; a loro merito si aprirà la battaglia sulla forma-zione scolastica femminile an-che ai livelli superiori e l’aper-tura di percorsi di formazione professionale per le ragazze per le quali risulti più idoneo que-sto percorso.Già nel periodo della Repub-blica Partenopea vi furono donne che parteciparono alla lotta armata: Eleonora Pimen-tel Fonseca e le sue compagne

difesero Sant’Elmo con le armi; le patriote siciliane, sempre  nei moti del 1848, difesero l’ospe-dale, uccidendo non pochi ne-mici. Nel corso dell’impresa dei Mille donne del Sud militaro-no coraggiosamente con i li-berali e non di rado seguirono l’esercito garibaldino, non esi-tando ad impugnare il fucile e a combattere contro i Borboni al fi anco dei loro fratelli, ma-riti, compagni; una catanese, impadronitasi di un cannone dell’esercito napoletano, uccise non pochi militari dell’eserci-to borbonico e perciò fu chia-mata Beppa la Cannoniera e, dopo l’Unità, fu insignita di una medaglia d’argento. Le loro imprese si intrecciarono

non solo con le iniziative di pa-triote di tutta l’Italia ma anchecon quelle di donne stranie-re (inglesi, francesi, spagnole)entusiaste e spesso attive par-tecipanti al movimento perl’unifi cazione dell’Italia. Il «Di-zionario» che sarà pubblicatoabbraccerà anche schede rela-tive ad iniziative politiche, e inmolti casi operative, delle piùsignifi cative tra di loro. Donnearmate, in divisa di guardia na-zionale compaiono in una lito-grafi a, che le mostra presenti il7 settembre del 1860 tra la follaacclamante Garibaldi. L’impe-gno di queste donne valse lorol’approvazione dello stesso Ga-ribaldi che ne riconobbe pub-blicamente i meriti.

4 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Il patriottismo delle Donne del Sud: una pagina dimenticata della StoriaCon un Dizionario del Risorgimento al femminile, la città di Napoli celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia

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EventiLunedì 11 Ottobre 2010 5

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6 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Valorizza i beni culturali nel territorio ravellese, ne promuove la fruizione da parte del pubblico, realizza prestigiose iniziative artistiche e

In otto anni la Fondazione ha rilanciato il Ravello Festival, ha gestito Villa Rufolo, ha creato la Scuola Internazionale di Management Culturale

FONDAZIONE

RAVELLO

Negli ultimi cinque, sei anni abbiamo assistito ad una

vera “rivoluzione” nel mercato italiano delle opere pubbliche. Un mercato che risulta presso-ché dimezzato come numero di gare, passando dalle 35.484 del 2002 alle 18.627 del 2009. Con-temporaneamente le risorse investite sono aumentate pro-gressivamente fi no al 2004, su-perando i 38 miliardi di valore complessivo, per poi assestarsi nell’ultimo biennio intorno ai 31 miliardi. Nel 2002 il valore del mercato era di poco supe-riore ai 24 miliardi. Una delle grandi “novità” è rappresentata dalla crescita del Partenaria-to Pubblico Privato (Ppp), sia come evoluzione delle tradizio-nali concessioni di costruzione e gestione, ma anche attraverso le concessioni di servizi e formule nuove come le sponsorizzazio-ni. La seconda grande novità dal punto di vista del mercato delle opere pubbliche ha ri-guardato la necessità di indivi-duare procedure più rapide per consentire la realizzazione di opere di rilevante impatto stra-tegico, opere prevalentemente infastrutturali e di trasporto,

strade, ferrovie e metropolitane. Si è andato così aff ermando il ricorso alla formula del General Contractor. Egualmente, sotto la spinta della necessità di su-perare certe carenze progettuali da parte della pubblica ammi-nistrazione è cresciuto anche il ricorso all’appalto integrato, ovvero un’unica gara per il pro-getto e la costruzione.

Questo processo ha fatto si che accanto all’appalto tradizionale si sviluppasse un altro mercato parallelo e in forte crescita, un mercato innovativo, di cui fa parte anche la Finanza di Pro-getto. Un mercato che dal 2002 al 2009 è passato come numero di gare dal 3% al quasi il 18%, mentre in valore dal 21,6% si è arrivati ad oltre il 59%. Questo

processo ha ovviamente riguar-dato anche la Campania, dove, per quanto riguarda il Ppp la Campania ha svolto un ruolo anticipatore, avviando molte gare e molte iniziative tanto che già nel 2003 il mercato del Ppp rappresentava oltre il 20% sul totale del mercato regionale delle opere pubbliche. Oggi ri-sulta pienamente allineato con il quadro nazionale, incidendo per circa il 30%. L’Associazione per la Finanza di Progetto, con uno studio realizzato dal Cre-sme, ha ricostruito l’evoluzione del mercato del Ppp in Campa-nia mettendo a confronto il caso campano con le altre grandi re-gioni italiane. Nella classifi ca regionale per numero di gare di Ppp attivate nell’intero pe-riodo 2002-2009 la Campania, con 710 opere, si colloca al se-condo posto dietro Lombardia con 1.166 opere, e guida il folto gruppo delle regioni con oltre 500 gare bandite, un numero superiore alla media regionale italiana (385). Una posizione confermata anche nell’ultimo anno con 157 opere, un nume-ro di gare anche questo caso superiore alla media regionale italiana (96 opere), sempre die-tro Lombardia prima con 255 iniziative. L’Associazione, in un prossimo convegno pubblico, presenterà i risultati dello stu-dio, con una focalizzazione, tra l’altro, sull’utilizzo di tale stru-mento nel settore fotovoltaico e sul leasing in costruendo. Avan-zerà inoltre alcune proposte per un miglior utilizzo della Finan-za di Progetto.

Il mercato del Partenariato Pubblico Privato e la Finanza di ProgettoIndividuare azioni migliorative per superare le criticità rilevate in sede di attuazione degli interventi in tutto il Sud

0 200 400 600 800 1.000 1.200

1.166

710

630

580

570

562

509

444

422

367

329

326

271

236

145

130

129

100

37

34

3

Lombardia

Campania

Piemonte

Emilia Romagna

Puglia

Toscana

Veneto

Sicilia

Lazio

Abruzzo

Calabria

Sardegna

Marche

Liguria

Umbria

Friuli Venezia Giulia

Basilicata

Molise

Trentino Alto Adige

Valle d’Aosta

Non ripartibili

LE CLASSIFICHE REGIONALINumero di gare Ppp censite nel periodo 2002-2009

L’ENTE

L’Associazione per la Finanza di Progetto, ente senza fi ni di lucro, ha lo scopo istituzionale di sensibilizzare le pubbliche amministrazioni all’utilizzo della Finanza di Progetto e di individuare azioni migliorative atte a superare le criticità rilevate in sede di attuazione degli interventi.Propone l’applicazione della fi nanza di progetto anche ad ambiti quali l’urbanistica per la riqualifi cazione delle città, l’edilizia sanitaria, l’housing sociale, interventi di risparmio energetico.

SOCI Acen, Ance Campania, Anci Campania, Dipartimento di Economia Aziendale, Ordine Architetti, Ordine Dottori Commercialisti, Ordine Ingegneri, Provveditorato Opere Pubbliche Campania e Molise, Unione Industriali.

CONSIGLIO DIRETTIVOIng. L.Vinci (P), Ing. P.Marone (VP), Ing. F.Zagaria (VP); Ing. G.Esposito (S) Dott. N.Massaro; Arch. P. Pisciotta; Dott. F. Rossi

Fonte: elaborazione Cresme ES su dati Osservatorio Nazio-nale del Partenariato Pubblico-Privato (www.infopieffe.it)(*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto

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Investire in tecnologia, ser-vizi diagnostici all’avan-

guardia e aggiornamen-to professionale continuo: la mission del centro Igea S.Antimo è da sempre que-sta e viene osservata rigo-rosamente anche nei detta-gli. Si tratta senza dubbio di una scelta onerosa, ma che per Antimo Cesaro, ammini-stratore delegato del centro, è l’unica possibile per raggiun-gere e mantenere l’eccellenza in campo medico. I risultati sono tangibili, ba-sti dire che la struttura, ac-creditata con il Servizio sani-tario nazionale, è ad esempio la prima in Italia, nonché una delle poche al mondo, ad ave-re a disposizione un macchi-nario per la Tac (Tomografi a assiale computerizzata) che consente l’acquisizione si-multanea di 320 strati. Inol-tre, Igea S.Antimo è dotato di un avanzatissimo apparato mammografi co digitale per la prevenzione del tumore al seno e anche di gamma ca-mere, apparecchiature utiliz-zate in medicina nucleare per le scintigrafi e tiroidea, epa-tica, splenica, cerebrale, car-diaca, ossea e total body. Prossimamente, poi, il cen-tro potrà annoverare il nuo-vo sistema Pet-Tc Tof mul-tistrato, ultimo ritrovato in campo medico, appannag-gio solo di pochi in Europa. Grazie a questo innovativo macchinario, uno strumen-to diagnostico ormai con-solidato in campo oncologi-co qual è la Pet (Tomografi a a emissione di positroni) si fonde ai detettori Tc multi-strato a 64 fette, con tecnolo-gia Tof (Time of fl ight), arri-vando a produrre immagini ad alta defi nizione. E i bene-

fi ci per il paziente risiedono sia nella riduzione dei tempi dell’esame, soltanto 15 minu-ti a fronte dei “vecchi” 40 mi-nuti, sia nella minore quanti-tà di sostanza radioattiva che gli viene somministrata. Sorto nel 1997 a Sant’Anti-mo, in provincia di Napo-li, Igea S.Antimo in 13 anni non ha mai smesso di investi-re per centrare quell’obiettivo che rappresenta la sua fi loso-fi a fondante: «Curare bene per vivere meglio».Tutte le attività del centro, dalle prenotazioni degli esa-mi radiologici, ecografi ci, cardiologici e delle visite spe-cialistiche, alla refertazione dei risultati, fi no all’ammini-strazione, sono gestite da un sofi sticato sistema informa-tico che è contrassegnato da un ottimo rendimento.“Quello che vogliamo fare - spiega Antimo Cesa-ro - è portare anche al Sud quell’eccellenza che caratte-rizza la sanità del Nord, evi-tando la migrazione sanita-ria che ogni anno costa 300 milioni di euro alla Campa-nia. Per fare questo, investia-mo annualmente circa il 60% del nostro fatturato nell’ac-quisto di macchinari di ulti-ma generazione e nell’aggior-namento professionale del nostro personale. Tutti in-vestimenti assolutamente ne-cessari. Altrimenti, senza un progressivo rinnovamento, nel giro di un paio d’anni si è fuori gioco. Ecco perché sa-rebbe auspicabile che, accan-to ai piani di razionalizzazio-ne, la politica valorizzasse le eccellenze sanitarie, ed ecco perché la sanità pubblica si trova in diffi coltà. Noi, inve-ce, abbiamo strumentazione diagnostica di ultima genera-zione che pochi altri al mon-do posseggono. Le liste d’at-

tesa per accedere agli esami al nostro centro sono del tut-to assenti e, in base alla con-venzione con il Servizio sa-nitario nazionale, i costi non ricadono sul paziente”. Legarsi al Ssn è stata una scelta di campo fi n dalla na-scita della struttura, una de-cisione dettata dalla fi loso-fi a e dagli obiettivi di Igea S.Antimo, ovvero rinuncia-re a maggiori guadagni, che un istituto esclusivamente privato avrebbe potuto con-seguire, per dare al pubblico un servizio d’eccellenza e fa-cilitare così la vita ai pazien-ti, non più costretti a spostar-si in altre regioni per curarsi. Tutto questo senza far paga-re direttamente a loro i co-sti di quegli investimenti che sono fondamentali per esse-

re sempre al passo con i tem-pi e, magari, spesso anche unpasso avanti. “Di diagnosti come il dottorHouse - scherza l’ammini-stratore di Igea S.Antimo - cen’è uno solo e oltretutto visi-ta i pazienti solamente in te-levisione.Noi, invece, facciamo dia-gnostica vera, avanzata: coni macchinari che abbiamo adisposizione, puntiamo sul-la prevenzione di infarto, an-gina e tumori, perché riu-sciamo a guardare dentro ilcorpo del paziente con taleprecisione e defi nizione cherileviamo immediatamen-te se c’è qualcosa che non va.E la diagnosi precoce è nellamaggior parte dei casi l’armamigliore per battere la malat-tia”.

7EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Analisi mediche e cliniche a 360 gradiIgea S.Antimo include un moderno centro polidiagnostico, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, e un centro polispecialistico. È una struttura che, grazie al costante aggiornamento, alla continua evoluzione e al perfezionamento delle tecniche di diagnostica della medicina moderna nella rilevazione e nella prevenzione delle patologie, garantisce procedimenti diagnostici all’avanguardia, senza tralasciare l’attenzione per il trattamento del paziente e la sua sicurezza. Agli esami che vengono eseguiti con gli apparecchi radiografi ci digitali, sono via via stati aggiunti altri esami con macchinari diagnostici di ultima generazione, dalla Tac alla risonanza magnetica Rmn, dall’ecografi a in 4D all’ecodoppler. Igea S.Antimo dispone di un centro diagnostico di analisi dotato di moderne apparecchiature che sono in grado di produrre analisi (di laboratorio chimico) cliniche, radioimmunologiche, immunoenzimatiche e batteriologiche. Il centro off re inoltre un servizio di visite cardiologiche, ambulatoriali e polispecialistiche: agopuntura, allergologia, andrologia, chirurgia generale, chirurgia vascolare, dermatologia, dietologia, elettroencefalografi a, elettromiografi a, epatologia, fi siokinesiterapia, foniatria, gastroenterologia, ginecologia, medicina dello sport, medicina estetica, nefrologia, neurologia, neurofi siopatologia, nutrizione degli obesi, nutrizione dei diabetici, oculistica, omeopatia, ortopedia, otorinolaringoiatria, pneumologia, psicologia, reumatologia, urologia.

Macchinari e formazione all’avanguardia:diagnostica del futuro a due passi da NapoliIl centro medico Igea S.Antimo ha investito molto in innovazione ed è tra i primial mondo per gli speciali sistemi di Rmn, Tac, Pet e mammografi a digitale

Strumentazione dalla tecnologia avanzatissima

Due apparecchi per la risonanza magnetica da 1,5 Tesla; due macchinari per la Tac, tra i quali il nuovissimo multislice a 320 strati, capace di coprire un intero distretto anatomico con una sola rotazione; ecografi a quattro dimensioni di ultima generazione e il più moderno tra gli apparecchi per la mammografi a: al centro Igea S.Antimo si trovano tutti gli apparati diagnostici con la tecnologia più avanzata, in grado sia di sostituire esami invasivi come la colonscopia e la coronarografi a, sia di guardare dentro il corpo del paziente come mai prima era stato possibile. È il caso, ad esempio, dell’ecografo 4D real time, attraverso il quale si riescono a vedere immagini in movimento del bambino mentre è ancora nel ventre materno, acquisendo informazioni molto dettagliate sulla salute del feto. Ma è il caso anche della risonanza magnetica ad altissimo potere di risoluzione d’immagine, ottenuta senza l’uso di radiazioni e quindi senza eff etti collaterali provati. Ed è importante specifi care che il nuovo modello di risonanza magnetica da 1,5 Tesla può contare su una forma a tubo aperta alle estremità, utile ad alleviare la sensazione claustrofobica tipica di questi esami e a permettere così di sottoporre a visite diagnostiche anche molte persone che soff rono per una tale patologia. Insomma, all’Igea S.Antimo niente è impossibile.

Antimo Cesaro, amministratore del centro poli-diagnostico Igea

Risonanza magnetica da 1.5 tesla

Ecografo 4D realtam

Tac multislices 320

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Da sempre il Banco di Na-poli, la più grande tra le

23 Banche dei Territori del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento eco-nomico e fi nanziario per le fa-miglie, le micro, piccole e me-die imprese del Sud, con i suoi 850 sportelli, gli oltre 7.000 dipendenti tra Campania, Pu-glia, Calabria e Basilicata (un territorio che conta circa 12 milioni di abitanti), e un por-tafoglio di oltre un milione e 900 mila clienti. È proprio il radicamento terri-toriale a fare la diff erenza per chi vuole davvero fare banca, stare vicino alle aziende e alle famiglie. E un riconoscimento su quanto e come il Banco di Napoli abbia lavorato sul ter-ritorio e per il territorio di ri-ferimento, è certamente la re-cente assegnazione dei premi “Creatori di Valore”, conferito al direttore generale Giuseppe Castagna, dal marzo scorso anche presidente della Com-missione regionale dell’Abi della Campania, e lo Scanno 2010 per la sezione Economia assegnato al Presidente Enzo Giustino. Il valore di una stretta rela-zione con il tessuto produtti-vo meridionale si sta facendo

sentire anche nell’attuale cri-si economica e fi nanziaria: nelle regioni dove il Banco è presente gli impieghi hanno tenuto, facendo registrare un +0,1% contro una media del -1,7%, nonostante gli inve-stimenti delle imprese siano diminuiti del 18%, le espor-tazioni dal 20% al 30% e il Pil

sia calato del 6%. Se il Banco avesse guardato solo ai numeri dell’economia, sarebbe dovuto rientrare dai crediti, rischian-do di mettere in ginocchio molte imprese. Invece, è ri-masto sul territorio, al fi anco delle aziende. Le fi nanze locali hanno sempre avuto neces-sità di supporto dal sistema

che, come prima banca del Sud, il Banco di Napoli non ha mai fatto mancare. L’essere al fi anco delle aziende e del-le famiglie meridionali vuol dire anche mettere in campo strumenti di sostegno econo-mico effi caci e credibili. Prima ancora della moratoria Abi-Governo sul credito, il Banco di Napoli, con il gruppo Intesa Sanpaolo, aveva messo a pun-to, infatti, insieme a Confi n-dustria, una sorta di road map a sostegno delle pmi. Tappe caratterizzatesi per la fi rma tra il Banco e le Confi ndustrie di tutto il Sud, di accordi che allargano le maglie del credi-to alle imprese in diffi coltà fi -nanziaria. Una strategia legata al territorio che si è concre-tizzata in un plafond da oltre 400 milioni di euro. Il Banco di Napoli ha messo a punto alcune linee d’intervento. La prima si articola nel rinvio rata e nel conto insoluti. Con il rinvio rata, si cerca di evitare che le imprese siano obbligate a destinare la loro liquidità, e a rimborsare le rate di mutui in scadenza con il sistema banca-rio. Posticipando il pagamen-to alla banca, rimettono in cir-colo la liquidità destinandola all’attività operativa. Con il conto insoluti si dà, in-

vece, la possibilità di non ad-debitare gli insoluti sul conto corrente dell’azienda. Anziché addebitarli in conto, drenan-do quindi liquidità, li mette tutti in un conto speciale e si danno trenta ulteriori giorni al cliente per recuperare liqui-dità, incassando a sua volta. È stata inoltre prevista l’esten-sione degli anticipi fatture: le aziende che hanno diffi coltà ad incassare nei tempi dovuti, di norma 90-120 giorni, pos-sono chiedere la proroga dei relativi fi nanziamenti fi no a 270 giorni. Ma il Banco di Napoli ha sot-toscritto accordi anche con le associazioni degli Agricoltori,

con gli operatori del Com-mercio e dell’Artigianato. Nonultimo, ha fi rmato un accor-do con Mediofactoring, altraazienda del Gruppo IntesaSanpaolo, e le 3.600 farmaciepresenti nelle quattro regionisu cui opera, con cui anticipa icrediti che queste vantano neiconfronti delle amministra-zioni regionali, attingendo aun plafond di circa 200 milio-ni di euro per l’attualizzazionedel credito. Intanto, la crisieconomica e fi nanziaria hamesso in particolare evidenzala necessità per molte aziendedi una relazione più profondae strutturata con le banche an-che in riferimento ai vincolisull’erogazione del credito im-posti dagli accordi di Basilea. E per far fronte a questa esi-genza è in corso già da alcunesettimane il primo Seminarioformativo sul rapporto tra“Banca e Impresa” organiz-zato dal Banco di Napoli insinergia con Intesa SanpaoloFormazione e rivolto a giovaniimprenditori di Confi ndustriaCampania. L’importanza di undialogo basato su conoscenzee competenze specialistichefunzionali alla gestione dellacrisi e del cambiamento sonoall’origine del Seminario pro-mosso dal Banco di Napoliche, attraverso la Formazionedi Intesa Sanpaolo e in accor-do con la Confi ndustria regio-nale, mette a disposizione deigiovani imprenditori campaniun’off erta formativa articolatain cinque moduli fi no al pros-simo novembre.

8 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Il Banco di Napoli a sostegno di famiglie e pmiLa più grande banca del Mezzogiorno, punto di riferimento economico e fi nanziario di tutto il Sud Italia

Giuseppe Castagna, direttore generale

Prima ancora della moratoria Abi-Governo

sul credito, il Bancodi Napoli, con il gruppo Intesa Sanpaolo, aveva messo a punto, insieme

a Confi ndustria, una sortadi road map a sostegno delle Pmi

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9EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Quattro progetti di leg-ge “chiavi in mano” per

collaborare alla costituzione di un “Paese migliore”: è la sfi da dei dottori commer-cialisti per il II Congresso nazionale in programma a Napoli, presso la Mostra d’Oltremare, dal 21 al 23 ottobre. Interventi per favo-rire l’accesso al credito, per consentire il rientro del de-bito anche dei soggetti non fallibili, per formalizzare lo Statuto del contribuente, per rendere più agevole la costi-tuzione di società di lavoro professionale. Tre giorni di lavori e circa tremila partecipanti attesi per raggiungere questi obiet-tivi, contando sul contributo oltre che dei commercialisti, di esponenti delle istituzioni, della politica e del mondo ac-cademico.Per Napoli è una sfi da im-portante: “Devo ringraziare – osserva Achille Coppola, presidente dell’Ordine di Napoli – il nostro consiglio nazionale che ci ha dato fi -ducia e che ha scelto Napo-li come sede congressuale. Voglio ricordare che questa

scelta è stata defi nita oltre un anno fa, ovvero quando im-perversava l’emergenza rifi uti e l’immagine della città era forse ai minimi storici.

Ciò raff orza il valore di que-sto segnale di fi ducia. Proprio per questo ci siamo prepara-ti all’evento con la consueta meticolosità e attenzione per i dettagli: è importante che si colga all’esterno lo spirito di squadra, propositivo e im-prontato alla logica del rag-giungimento degli obiettivi”.Il Congresso, il secondo dopo l’entrata in vigore - il primo gennaio del 2008 - dell’albo unico della professione con-tabile, si presenta quest’anno con una formula innovativa. I lavori si articoleranno, in-fatti, su dodici sessioni, di cui quattro dedicate ai “progetti”, quattro alle “idee” e quattro alle “esperienze”. “Il secondo congresso nazio-nale dei commercialisti – af-ferma il presidente nazionale della categoria, Claudio Sici-liotti – vuole essere, sin dal titolo scelto, ‘Per un Paese migliore’, la testimonianza tangibile dell’impegno della categoria per l’Italia. Intendiamo mettere le no-stre competenze tecniche al servizio della collettività in un momento in cui lo stato estremamente preoccupan-

te dei conti pubblici, la si-tuazione di stallo in cui da troppo tempo versa il nostro sistema di relazioni sociali, la necessità di riformare ra-dicalmente il sistema fi scale, impongono a tutte le compo-nenti responsabili del Paese un nuovo patto di cittadi-nanza. I commercialisti sono pronti a fornire il loro contributo in questa direzione”.L’Ordine partenopeo sarà dunque in prima linea per fare in modo che siano rag-giunti gli obiettivi proposti e lo farà presentando progetti, idee ed iniziative a cui i pro-fessionisti napoletani lavora-no da tempo. Tra queste c’è l’esperienza dell’“Osservatorio sulle so-cietà quotate”, progetto pro-mosso dall’Ordine per tutela-re gli azionisti di minoranza e l’idea “Impegno civile”, pat-to delle professioni per la tu-tela del consumatore.“Dal congresso – aff erma il presidente Coppola – lan-ceremo anche proposte per la tutela del consumatore, grazie al workshop dedicato ad “Impegno civile”, associa-zione promossa dall’Ordine di Napoli con altri Ordini professionali per la valoriz-zazione del consumo critico, nella consapevolezza che ai professionisti e, in particola-re alla nostra categoria, spetti il dovere di contribuire alla crescita sociale del Paese”.Al congresso di Napoli, quin-di, rifl ettori puntati anche

sulla cultura della legalità, con una presenza di alto pro-fi lo. Tra gli interventi in pro-gramma nei padiglioni della Mostra D’Oltremare c’è, in-fatti, quello di Umberto Am-brosoli, fi glio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli assassina-to nel 1979 nello svolgimento delle funzioni di liquidatore giudiziario dell’impero fi -nanziario messo in piedi dal bancarottiere Michele Sin-

dona. Si tratta di una sceltain sintonia con il fi lo con-duttore dell’impegno civileche caratterizzerà l’interocongresso partenopeo. Am-brosoli porterà al congressodei commercialisti la testi-monianza di impegno civiledel padre, un “eroe borghese”il cui esempio è oggi quantomai attuale, specie per i gio-vani che si aff acciano alla vitaprofessionale.

Congresso dei commercialisti a Napoli: eroi borghesi per un paese miglioreTra gli ospiti di Siciliotti e Coppola anche Umberto Ambrosoli, fi glio di Giorgio

Achille Coppola, presidente dell’Ordine dei Dottori Com-mercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli

21/22/23 OTTOBRE 2010MOSTRA D’OLTREMARE/NAPOLISECONDO CONGRESSO NAZIONALEDEI DOTTORI COMMERCIALISTIE DEGLI ESPERTI CONTABILI

PER UN PAESE MIGLIORE

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Hanno lanciato la sfi da ai giganti del commercio

e l’hanno vinta. Non a chiac-chiere ma i dati confermano che il gruppo Gvc dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Cre-dendino è riuscito a costruire una realtà solida, in costante e continua crescita. Sono par-titi dalla provincia di Napoli, dall’area a nord del capoluogo

partenopeo. Hanno attuato la politica dei piccoli passi che alla fi ne ha pagato. Tre iper-mercati: il Gvc di Afragola, il Super Gvc di Casoria e l’Iper Gvc di Cardito. E due centri commerciali: i “Pini” a Caso-ria e la “Masseria” a Cardito.Il centro commerciale “I Pini” è stato realizzato nel cuore del-la provincia a nord di Napoli,

nella zona cerniera che collega le principali aree metropolita-ne: Casoria, Afragola, Fratta-maggiore, Crispano e Cardito. Quindicimila metri quadri attrezzati con una “piazzetta” di 30 negozi. La “Masseria” di Cardito, invece, con la sua gal-leria di 30 negozi dislocati su una superfi cie di 9mila metri quadrati, rappresenta un altro punto di riferimento per tutta la provincia di Napoli anche per la vantaggiosa posizione geografi ca. Basta percorre-re l’Asse mediano e prendere l’uscita Afragola, direzione Cardito. Dopo centro metri l’insegna del “Galletto” dà il benvenuto ai visitatori. Adesso il gruppo di impren-ditori campani tenta il salto di qualità e la defi nitiva con-sacrazione. È, infatti, in pro-gramma l’apertura di un altro ipermercato Gvc in provincia di Avellino, a Monteforte Ir-pino, all’interno di un nuovo centro commerciale in fase di realizzazione di ben 3 e 500 metri quadrati. Fino ad oggi i fratelli Creden-dino, affi ancati dall’esperienza

del responsabile commerciale del groppo Gvc, Gaetano Gra-ziano, non hanno sbagliato un colpo. Duecento addetti e un incremento di crescita an-nua pari al cinque per cento nonostante il dilagare della crisi economica. Un esempio lampante testimonianza che non si tratta di “cattedrali nel deserto”, ma di strutture com-merciali perfettamente inte-grate nel contesto economico e sociale dell’area. Lo sviluppo del territorio è stato uno degli elementi fondamentali della politica di ampliamento gra-duale del gruppo imprendi-toriale. I fornitori della zona hanno visto crescere le loro attività grazie all’aumento consistente della domanda e, di pari passo, c’è stata un’infl uenza positiva sulla ricaduta occupazionale. Posti di lavoro, formazione professionale ed investimento di una parte degli utili nelle attività sociali, sportive e ri-creative organizzate da enti ed associazioni che operano sul territorio. “Una scelta vincen-te - spiega Gaetano Graziano, responsabile commerciale del gruppo Gvc - perché pensia-mo a ragione che migliorando la vivibilità e contribuendo alla crescita sociale dell’area nella quale operiamo, ci sarebbero state ricadute positive anche sulla nostra attività. La crisi ha imposto ai grandi colossi di scegliere una politica di ri-dimensionamento. Il gruppo Gvc va in controtendenza. È in una fase di espansione per-

ché abbiamo sempre integrato le attività imprenditoriali col contesto territoriale”. Questo è il segreto di un grup-po imprenditoriale nato nel 1991, partendo dalla media distribuzione. E dopo aver ampliato il supermercato di Afragola passa alla realizza-zione del centro commerciale “I Pini”. Sono stati precursori di un’area colonizzata, poi, dalle multinazionali che, però, hanno deciso, seguendo le logiche di mercato, di attuare una politica di ridimensiona-mento. Il gruppo “Gvc” non si è fatto mai impressionare.

I fratelli Credendino sono an-dati avanti per la loro stradaed alla fi ne hanno avuto ragio-ne. Non hanno lasciato nullaal caso. Basti pensare che ilcentro commerciale “I Pini”è stato accolto dai residenti edai commercianti al dettaglionon come un colosso che di-struggeva l’economia cittadinama come un’opportunità disviluppo perché è sorto al po-sto di un vecchio capannoneindustriale in disuso. Quellache era una zona degradata diprovincia si è trasformata inuna “passeggiata dello shop-ping”.

10 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Sfi da ai colossi del commercio: avanza l’insegna campana al 100%Nuovo ipermercato Gvc a Monteforte Irpino dopo quello di Cardito, Casoria e Afragola. “I Pini” e “Masseria” fi ori all’occhiello dell’azienda

Gaetano Graziano, responsabile commerciale

Giuseppe Credendino, l’amministratore del gruppo

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11EventiLunedì 11 Ottobre 2010

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Non è il profi tto l’unico parametro per valuta-

re il successo di una realtà imprenditoriale: ancora più importante, rispetto al fl usso economico che essa riesce a generare, è il valore che crea per tutta la società. Grazie al suo know how, alle professio-nalità, alle strutture e agli in-vestimenti che ogni anno atti-va, il Gruppo Salerno Energia costituisce una ricchezza per il Comune di Salerno, che ne detiene la maggioranza delle azioni, e per la comunità, in quanto consente a tanti citta-dini e a tante imprese di utiliz-zare un fondamentale servizio pubblico, con costi contenuti, in condizioni di sicurezza e nel rispetto dell’ambiente.Il 2009 ha confermato gli ormai consolidati trend di crescita del Gruppo: il valore consolidato della produzio-ne si è attestato intorno ai 46 milioni di Euro, con un incremento del 9,3% rispet-to al 2008, mentre il risultato operativo è salito a circa 2,5 milioni di Euro, segnando ad-dirittura un +97,6% sul 2008.Sono cresciute le attività gestite da Salerno Energia S.p.A. per conto del Comune di Salerno, dalla riscossione

dell’I.C.I. e della Ta.R.S.U. alla notifi ca degli atti amministra-tivi, con vantaggi non solo in termini di riduzione dei tempi di gestione, ma anche di lotta all’evasione e, quindi, di in-cremento delle entrate comu-nali: attualmente è in fase di start-up la riscossione coattiva di tributi e atti amministrativi. Nel mercato elettrico, sul qua-le la Società è operativa dal 2007, a seguito dell’accordo societario col Gruppo Iren, un “campione nazionale” nel settore, la presenza di Saler-no Energia Vendite S.p.A. è in netta crescita. Crescono

anche le attività di estensione della rete infrastrutturale del gas, gestite dalla Società di Distribuzione: nella Provincia di Salerno, è stata portata a conclusione la metanizzazio-ne dei Comuni di Buonabita-colo e Sanza, sono in fase di completamento i lavori di rete a Casalbuono e Pertosa ed ha avuto inizio la costruzione della rete di metano a Caggia-no e Auletta. La realizzazio-ne di questi investimenti ha consentito a Salerno Energia Distribuzione di immettere sul mercato oltre 20 milioni di Euro.Il Gruppo Salerno Energia ha i numeri giusti per aff rontare la sfi da posta dalla complessità dei lavori di metanizzazione, attività onerose che determi-nano una redditività diff erita nel tempo: il costante moni-toraggio della pubblicazione dei bandi pubblici consente la partecipazione alle gare per la progettazione, la costruzione, la manutenzione e la gestione di impianti di distribuzione del gas metano.Lo scorso 25 luglio, gli im-pianti di distribuzione del gas metano di Buonabitacolo e Sanza sono stati inaugurati dal Sindaco di Salerno, Vin-

cenzo De Luca e sono l’im-portante risultato conseguito con la positiva collaborazione tra i Comuni di Salerno, Sanza e Buonabitacolo. Tale sinergia è stata attivata dall’impegnativo mandato che il Sindaco di Salerno ha affi dato al Gruppo Salerno Energia: assicurare il massimo sforzo per diff ondere su tutto il territorio provinciale la rete di metano al servizio delle nostre comunità e del nostro sistema di imprese.Il valore societario è incre-mentato dall’impegno per la diff usione del gas metano: non solo risulta consolidata la forza sul mercato del Grup-

po Salerno Energia, ma viene convalidato anche il suo ruolo di eccezionale risorsa a dispo-sizione della nostra comunità per la creazione di opportuni-tà per lo sviluppo. “Il Gruppo Salerno Energia – dichiara ilPresidente di Salerno Energia S.p.A., Fernando Argentino - vuole crescere ancora, coope-rando con le amministrazioni locali e stringendo nuove part-nership, ma soprattutto vuole continuare ad essere una ric-chezza su cui la nostra comu-nità e il paese intero possonocontare, rispondendo alle ri-chieste del mercato con nuove off erte commerciali dedicatealle famiglie e all’impresa”.

12 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Nel panorama campano e meridionale Salerno

si distingue per una serie di iniziative legate alla trasfor-mazione urbanistica attra-verso la presenza di grandi fi rme internazionali dell’ar-chitettura: da Santiago Cala-trava a Zaha Hadid; da David Chipperfi eld a Ricardo Bofi ll, solo per citarne alcuni. Que-sti nomi di assoluto prestigio sono impegnati in progetti di enorme valenza destinati a cambiare il volto della cit-tà, dotandola di veri e propri attrattori turistici. A comin-ciare da Piazza della Libertà (Ricardo Bofi ll), sito monu-mentale con sul pavimento una palma stilizzata, una passeggiata a mare con ne-gozi ed attività per il tempo libero, parcheggi sotterranei ed il Crescent un colonnato ad anfi teatro con negozi, uffi -ci ed abitazioni. Poco distan-te la stazione marittima di Zaha Hadid ormai in fase di conclusione, che consentirà l’attracco delle navi da cro-ciera direttamente nel cuore della città. Completano il quadro la nuova cittadella giudiziaria (David Chipper-fi eld) ed il porto turistico Marina d’Arechi (Santiago Calatrava) sul litorale-sud di Salerno. Ma sono in cor-

so molti altri interventi chestanno arricchendo la cittàdi polmoni verdi e di par-chi urbani sull’esempio dellegrandi metropoli europee.Non solo, quindi, il recuperodel fronte di mare, ma unacapillare operazione di mi-glioramento della qualità ur-bana estesa a tutti i quartiericittadini. “Salerno - spiega ilsindaco Vincenzo De Luca -costituisce un’anomalia posi-tiva per tanti aspetti. A Salerno c’è operosità, con-cretezza, non ci sono sprechi.L’azione amministrativa delComune è ispirata al rigoreassoluto. In questi anni ab-biamo investito cifre impor-tanti ed abbiamo dato respiroall’economia conferendo unamoderna identità al nostroterritorio”. “Siamo riusciti - continua DeLuca - a superare la cosid-detta urbanistica di carta ,evitando di ingessare la città.Aprire centinaia di cantieriha signifi cato creare tanteoccasioni di lavoro. Ma abbiamo anche avu-to tanta cura ed attenzioneper l’ambiente: la raccoltadiff erenziata ha superato lapercentuale del settanta percento e siamo il primo capo-luogo d’Italia da questo pun-to di vista”.

Salerno, anomalia in positivo nel SudIl sindaco De Luca: “Abbiamo messo da parte l’urbanistica di carta”

“Salerno - spiega il sindaco Vincenzo De Luca - costituisce un’anomalia positiva per tanti aspetti. A Salerno c’è operosità,

concretezza, non ci sono sprechi. L’azione

amministrativa del Comune è ispirata

al rigore assoluto”

Vincenzo de Luca, sindaco di Salerno

Una società che cresce con energiaIl Gruppo Salerno Energia e il suo impegno per lo sviluppo e il benessere della comunità

Il 2009 ha confermato i trend di crescita del Gruppo: il valore della

produzione si è attestato intorno ai 46 milioni di Euro, (+9,3% vs

2008), mentre il risultato operativo è salito a

circa 2,5 milioni di Euro (+97,6% vs 2008)

Fernando Argentino, presidente del gruppo Salerno Energia

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13EventiLunedì 11 Ottobre 2010

È da circa sei mesi alla gui-da dell’Istituto Autonomo

Case Popolari della provincia di Salerno. Gaetano Chirico, 38 anni, originario di Scafati, ma residente nel comune di Salerno, sposato con Annarita Trischitta e da qualche setti-mana papà della piccola Sara, risulta negli annali degli Iacp, il presidente più giovane della storia dell’Istituto salernita-no. Scelto per le sue capacità professionali, messe in cam-po nell’ambito della gestione amministrativa del Credito Salernitano, unica banca po-polare della provincia di Saler-no e dell’Armonia Sim Spa, la boutique fi nanziaria di Fabio Arpe, il numero uno dell’Ente ha avviato già dal suo insedia-mento una nuova politica di controllo, basata sulla traspa-renza ed effi cienza ammini-strativa, soprattutto, per quel-lo che riguarda l’edilizia rivolta alle fasce sociali più deboli. “Ci sono degli obiettivi priori-tari - spiega Chirico - che mi sono posto il giorno stesso del mio insediamento, tutti omo-genei al processo di rinnova-mento che stiamo avviando all’interno dell’Istituto”. Tra questi c’è anche la redazione del nuovo statuto. «Il regola-mento statutario dell’Iacp è ormai datato. Si pensi che fu redatto all’inizio degli anni 90. La mia intenzione, è quella di attualizzarlo al sistema socio-economico e produttivo che stiamo vivendo». L’Istituto Autonomo Case Popolari dal-lo scorso aprile sta attuando

un processo di riforme vero e proprio. “Per il personale - continua Chirico - abbiamo attivato un criterio di rico-noscimento innovativo e di grande impatto, attraverso un piano di formazione ed aggiornamento professiona-le, collegato al salario acces-sorio. Tutto in armonia con i parametri di valutazione e meritocrazia, voluti dalla ri-forma del pubblico impiego

del ministro Brunetta”. Una rivoluzione evidente, soprat-tutto nel campo dell’edilizia abitativa. “Il rilancio dell’Iacp, passa attraverso la riduzio-ne degli sprechi e l’effi cienza burocratica - aggiunge il pre-sidente - ma questo è un ter-ritorio con fame di abitazioni, soprattutto per le fasce sociali medio-basse. Per questo sia-mo convinti che il bene casa sia un elemento importante

per migliorare le condizioni di vita dei nuovi poveri e delle giovani coppie del nostro ter-ritorio”. Tra queste c’è il Social Housing. “Con il prossimo completamento degli alloggi nelle città di Nocera Inferio-re, possiamo dire di aver ag-giunto un altro importante tassello ai progetti di sostegno del settore dell’edilizia sociale. L’idea, però, è anche quella di continuare ad implementare processi che possono fornire una risposta a quelle fasce di popolazione che superano i limiti reddituali per l’edilizia pubblica, ma non dispongono di risorse fi nanziarie tali da poter stare agevolmente sul mercato privato”. Un programma, quello del presidente dell’Istituto Au-tonomo Case Popolari che prevede anche una intensa attività legata alle intese isti-tuzionali. “Negli ultimi mesi - conclude Chirico - abbiamo siglato numerosi protocol-li d’intesa con i comuni del territorio, al fi ne di monito-rare la regolare occupazione degli alloggi, ma anche rice-vere segnalazioni importanti per possibili interventi. Di intesa con il presidente del-la Provincia di Salerno, On. Edmondo Cirielli, abbiamo considerato una pianifi cazio-ne urbanistica quali-quan-titativa degli interventi di edilizia residenziale pubblica. Abbiamo attivo, ad esempio, un nuovo piano manutenzio-ne di tutti gli edifi ci. È nostra intenzione eliminare, dove presenti, le barriere architet-toniche. Ad oggi poi, è in fase di completamento il progetto, pilota in regione Campania, di Bioedilizia nel comune di Castelnuovo Cilento”. La funzione tecnico-profes-sionale più delicata all’inter-no dell’Iacp, ossia la gestione fi nanziaria ed amministrativa dell’ente, invece, viene gesti-ta da Antonio Schiavone, 59 anni, ex magistrato, oggi di-rettore generale dell’Istituto

Autonomo Case Popolari del-la provincia di Salerno, che sta impostando un nuovo modo di gestire l’edilizia residenzia-le pubblica e di far fronte alla continua richiesta di abitazio-ni. “Lo scorso marzo - spiega Schiavone - sono state pubbli-cate su Salerno città, dopo al-cune diffi coltà, le graduatorie comunali 2007. Oltre 2.000 domande per 1.200 alloggi di-sponibili. Un dato sintomatico che mostra la staticità di tutto il settore”. Il meccanismo di assegnazio-ne, che talvolta rappresenta una speranza per tanti, pre-vede diversi soggetti attori nell’assegnazione degli allog-gi, che sono tre: il comune, la commissione provinciale e Iacp. Il comune pubblica il ban-do, raccoglie le domande e adotta i provvedimenti di assegnazione. La commissio-ne provinciale, presieduta da un magistrato, invece, redige una graduatoria e la invia al comune. All’Istituto Autono-mo Case Popolari poi, spetta la stipula del contratto con gli assegnatari e ne gestisce il rapporto, fi no all’eventuale vendita dell’immobile. Per la provincia di Salerno, la più grande d’Italia, la gestione si presenta un tantino più com-plicata. “L’Istituto - sottolinea Schia-vone - attraverso un sistema sperimentale, che tiene conto di diverse realtà territoriali,

in questo caso ha bandito unappalto pubblico e program-mato un intervento da quindi-ci milioni di euro. In secondabattuta, i vincitori dell’appal-to, hanno dovuto munirsi diun call-center e quindi di unnumero verde per gli inqui-lini. Infi ne, la gestione degliinterventi è fatta da ditta eIacp. L’assegnazione e l’eff etti-vo utilizzo degli alloggi, inve-ce, è un’attività che compete alcomune. Infatti, per la teoriadegli eff etti e degli atti con-trari, se il comune assegna, ilcomune ritira. È necessarioverifi care che le case venganocongruamente assegnate, mo-nitorare il numero e l’eff ettivaresidenza degli assegnatari.Dovrebbe essere un processodi mobilità dell’utenza pre-visto dal legislatore, ma maiapplicato”.

Iacp Salerno, modello d’effi cienza amministrativaIl presidente Gaetano Chirico: “Al via un processo di rinnovamento. Dallo statuto al Social Housing”

IACP SALERNO

Iacp ad oggi amministra circa 13.000 alloggi, per un totale di oltre 60.000 vani e partecipa a circa 400 condomini.Opera su di una provincia con 158 comuni e con circa 1.100.000 abitanti. Le funzioni di indirizzo e di direzione politico-amministrativa sono svolte dal Consiglio d’Amministrazione e dal presidente dell’ente, Gaetano Chirico. La gestione fi nanziaria, tecnica ed amministrativa è affi data, secondo rispettive competenze, ai dirigenti ed al direttore generale, Antonio Schiavone.

Composizione Consiglio d’Amministrazione Iacp:

Presidente Dott. Gaetano Chirico

Componenti Arch. Antonio Giannattasio

Sig. Paolo Quaranta

Sig. Gerardo Ceres

Dott. Camillo Volzone

Sig. Riccardo Fiore

Sig. Aniello Estero

Dott. Gerardo Marotta

Ing. Rossano Festa

Sig. Santino Barone

Dott. Carlo La Peccerella

Dott. Vincenzo Mancini

• Della realizzazione di programmi di intervento di edilizia pubblica di recupero e di nuova costruzione e relative infrastrutture, nonché all’acquisizione di immobili da destinare all’edilizia residenziale pubblica;

• Della realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria, di programmi di edilizia sociale e delle relative infrastrutture, di ogni altro programma o iniziativa a carattere urbanistico ed edilizio, commesso da istituzioni pubbliche o da privati, finanziato con propri fondi di bilancio, previa analisi dei costi/benefici, anche nel campo delle grandi infrastrutture;

• Della gestione di tutto il patrimonio pubblico residenziale esistente nell’ambito territoriale di competenza, comprese le unità immobiliari diverse e/o connesse allo stesso patrimonio, nonché ad eventuali altre gestioni affidate in base a convenzioni da enti proprietari di immobili;

• Della gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà degli enti locali sulla base di apposite convenzioni;

• Dell’espletamento di tutti gli altri compiti attribuitigli dalla legge, nonché di quelli affidatigli dalla regione, dagli enti locali e da altri soggetti pubblici e privati, accettati dall’ente e non in contrasto con i suoi fini istituzionali;

• Dell’espletamento su delega di ulteriori funzioni fra quelle trasferite o delegate alle regioni, ovvero trasferite agli enti locali;

• Di svolgere attività di ricerca, studio e sperimentazione nel proprio ambito di attività.

LE AREE DI INTERVENTO

L’Istituto Autonomo Case Popolari (Iacp) della provincia di Salerno è ente pubblico non economico, il cui compito è quello di gestire l’ingente patrimonio abitativo pubblico ed investire risorse finanziarie in un quadro di efficienza economica. Si occupa dunque:

Antonio Schiavone, direttore generale

Gaetano Chirico, presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari (Iacp) della provincia di Salerno

«Lo scorso marzo sono state pubblicate su

Salerno città, dopo alcune diffi coltà, le graduatorie comunali 2007. Oltre

2.000 domande per 1.200 alloggi disponibili. Un dato sintomatico che mostra la staticità di tutto il settore»

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Il Consorzio di Bonifi ca in Destra del fi ume Sele, con

sede in Salerno, è una realtà consolidata da quasi ottan-ta anni nella Piana del Sele ed esplica la sua attività nei campi dell’irrigazione, della difesa del suolo, della tutela

dell’ambiente e della valoriz-zazione del territorio agrico-lo. La superfi cie classifi cata è di 70.963 ettari ricadenti in 16 Comuni della Provincia di Salerno. L’Amministrazione del Consorzio, da ultimo rin-novata con le elezioni del di-

cembre 2009, è presieduta dal Dr. Vito Busillo, imprenditore agricolo ebolitano al suo terzo mandato alla guida dell’Ente. Il Consorzio ha una struttura snella, al passo con i tempi ed in grado di garantire la gover-nance del territorio con tecno-

logie di assoluta avanguardia, soprattutto nell’ambito dell’ir-rigazione dei fondi agricoli che costituiscono il cuore pul-sante dell’economia della Pia-na. ll Consorzio ha ottenuto le certifi cazioni di qualità dei processi organizzativi interni secondo i criteri UNI EN ISO 9001:2008 e di qualità ambien-tale secondo i criteri UNI EN ISO 14001:2004. Nonostante i risultati già raggiunti, l’Am-ministrazione è impegnata nel miglioramento dei servizi resi agli utenti. In tale ottica, essendosi già dotato dei più moderni impianti di irriga-zione con tessera magnetica, il Consorzio sta perseguendo il duplice scopo di incremen-tare l’informazione e la consu-lenza irrigua e di raggiungere, nel più breve tempo possibile, l’autosuffi cienza energetica. Per quanto riguarda il primo obiettivo, dopo l’ottima espe-rienza del progetto Demeter, l’Ente è da ultimo entrato in partenariato con l’Università di Salerno ed altre strutture qualifi cate per la realizzazio-ne, nell’ambito della Misura 124 HC del P.S.R. 2007-2013,

del progetto Irrisat “Pilotaggio dell’irrigazione a scala azien-dale e consortile assistito da satellite”. Tale progetto svilup-perà nuove tecnologie per il risparmio idrico ed il ruolo del Consorzio sarà di concreto supporto al soggetto capofi la per l’acquisizione dei dati sul campo e la divulgazione dei ri-sultati. Per quanto concerne il secondo obiettivo, l’Ammini-strazione consortile ha attuato già da alcuni anni iniziative per il contenimento dei costi di gestione attraverso lo sfrutta-mento delle fonti energetiche rinnovabili. Alla realizzazione in località Macchione di Eboli di un primo impianto idroe-lettrico in grado di produrre annualmente circa 1.500.000 kWh, ha di recente fatto se-guito l’appalto della centrale

idroelettrica “Ferrofavone”. Ilnuovo impianto sfrutterà laportata del canale principaledi irrigazione ed alimenteràuna turbina per la produzioneannua di circa 2.500.000 kWh;si auspica che esso possa en-trare in funzione entro la fi nedel 2011. La cessione dell’ener-gia ricavata permetterà unconsistente abbattimento dellabolletta energetica a carico deiconsorziati, oggi abbastanzapesante soprattutto per l’au-mentata estensione della retetubata a pressione. Grandeattenzione è riservata anchealle altre fonti di energia alter-nativa quali il fotovoltaico ed ilbiogas. La maggior parte dellenuove opere progettate con-templa infatti la dotazione disistemi fotovoltaici tali da ren-dere quasi del tutto autonomi,dal punto di vista energetico,gli impianti da realizzare. Al-tro impegno dell’Amministra-zione consortile nel quinquen-nio di sua gestione sarà quellodella riqualifi cazione delleopere e degli impianti di difesaidraulica con l’elaborazione diprogetti rispondenti alle pres-santi esigenze delle impresee della intera comunità dellaPiana del Sele, in termini di si-curezza idrogeologica. Conte-nimento dei costi in agricoltu-ra con le nuove tecnologie maanche salvaguardia dell’am-biente e del territorio, è questala grande sfi da che il Consor-zio propone per il terzo mil-lennio ai fi ni dello sviluppo edella tutela del comprensoriodi competenza.

14 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Vito Busillo, presidente Consorzio Bonifi ca Destra Sele

■ CONSORZIO DI BONIFICA DESTRA SELE / Valorizzazione del territorio nella Piana del Sele

Una realtà dinamica, promotricedi iniziative al servizio del territorio

La prima centralina idroelettrica del Consorzio Destra Sele

Nell’ultimo decennio il sistema della farmacia

privata ha attraversato un pe-riodo di fortissima turbolen-za, che ha sconvolto un settore che vedeva tassi di crescita an-nuali a due cifre e marginalità tutt’altro che disprezzabili e che quindi godeva di una au-rea stabilità.La reazione del farmacista di fronte a tali eventi (riduzione dei margini, perdita dell’esclu-

sività su alcune categorie di prodotti, scadenze brevettuali) non è stata dettata da un ana-lisi puntuale del mercato e da strategie mirate a ridurre l’im-patto di tali misure , ma, molto spesso, da iniziative parcelliz-zate, emotive e quasi sempre inutili se non dannose.Una strada però si è dimostra-ta vincente ed è stata l’aggrega-zione sotto un’unica insegna. Chi ha aperto tale innovativa

via è stata una società, a ca-pitale interamente detenuto da farmacisti napoletani, de-nominata Eufarma. Questo processo, favorito anche dalla grandezza delle farmacie che in Campania sono mediamen-te molto più grandi del resto d’Italia, ha portato nel giro di 36 mesi ad un marchio che ha raggruppato molti degli esercizi più importanti della Regione. La risposta del mer-cato è stata entusiastica e mol-to velocemente l’esperienza ha valicato i confi ni regionali. Oggi l’insegna conta farmacie affi liate anche in Puglia, Lazio e Calabria. Un esperimen-to pilota è stato eff ettuato in Piemonte, volto a testare sia l’accoglienza del mercato, sia la tenuta della fi liera logistica. I dati sono stati incoraggianti e l’insegna ha in programma nell’anno a venire, di avviare le affi liazioni nelle aree italia-ne di maggior interesse com-merciale, quali Lombardia, Liguria, Marche e Lazio. Per questo scopo si è avviata una cooperazione con un partner logistico di dimensioni inter-nazionali che supporterà Eu-farma in questa delicatissima fase di espansione.Il successo di Eufarma è do-vuto essenzialmente a cinque

fattori. Il primo è una rigida esclusiva territoriale a favore degli affi liati che hanno così la garanzia di tutela sull’area sul-la quale insiste la propria far-macia. In secondo luogo non vi è alcun obbligo di acquisto , ne alcuna delega commerciale a favore di una centrale di ac-quisto. Il terzo fattore è l’enor-me pressione pubblicitaria che Eufarma genera a favore della catena, con l’uso dell’intero panel pubblicitario a dispo-sizione. Infatti, oltre ai mezzi classici, quali stampa e radio/ tv, cartellonistica stradale, autobus, Eufarma usa mezzi molto selettivi quali un custo-mer magazine, animazione in shop, video comunicazione on site, ed un avanzato sito web. Il quarto è l’importanza data ai servizi innovativi, che come recita il claim che accompagna sempre il marchio, fanno di-ventare questi esercizi “farma-cie diff erenti”. Solo nell’ultimo anno le Farmacie Eufarma hanno contribuito alla raccol-ta di occhiali usati per i Lions; sono punto di riferimento per la conservazione delle cellule staminali da cordone ombeli-cale ; hanno, in collaborazione con l’Università Federico II , contribuito all’enorme succes-so dello screening sul tumore

della pelle e all’organizzazione dello Skin Cancer Day; hanno lanciato un iniziativa, “Doc-tor Time” per la prenotazione di visite ed analisi private a prezzi calmierati; gran par-te delle farmacie usa energia verde certifi cata ed ha rinun-ciato unilateralmente all’uso di buste di plastica. Inoltre sono state eff ettuate nume-rose azioni di affi ancamento con Onlus ed associazioni in campo umanitario, in Italia ed all’estero. Da ultimo, l’impor-tante opera di formazione che Eufarma, attraverso Eufarma Academy ed in collaborazione con l’Ipe, le industrie del setto-re e diverse Università, cam-pane e no, attua nei confronti

dei titolari delle farmacie e deiloro collaboratori.Questa attività colma undrammatico vuoto di compe-tenze manageriali , che i titola-ri di farmacie hanno accumu-lato in anni di vacche grasse edi cui ora, in maniera improv-visa ed inaspettata, avvertonoil peso. Questa esperienza, dimostrauna volta di più, la necessitadi cooperazione in settori, cheper loro natura giuridica , nonriusciranno ad avere grandidimensioni, oggi più che mainecessarie per riuscire a com-petere in ambienti fortementecompetitivi come sarà il mer-cato farmaceutico nei prossi-mi anni.

■ EUFARMA / La forza di un grande Gruppo con capitale interamente detenuto da farmacisti napoletani

Aggregazione: scelta vincente per le farmacie

Raffaele Marzano, presidente di Eufarma

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Nominato di recente Presi-dente della Federazione

degli Ordini degli Ingegneri della Regione Campania, Ar-mando Zambrano, presidente degli Ingegneri Salernitani, si è particolarmente contraddi-stinto per la forte carica inno-vativa che ha sempre ispirato la sua azione e per un costan-te e diretto confronto con il mondo della formazione. Ne sono prova le decine di con-vegni specialistici organizza-ti in sinergia con le migliori Università italiane, in primis quella di Salerno, i periodici incontri di aggiornamento fi nalizzati a mettere a fuoco le tematiche più cogenti che interessano la categoria, i pro-getti messi in campo per qua-lifi care ulteriormente il ruolo dell’ingegnere. L’ultimo riguarda la formazio-ne professionale permanente degli iscritti ( ma anche di altri professionisti), orga-nizzata e qualifi cata, ai quali l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno mette a disposizione una piattafor-ma di apprendimento e ag-giornamento professionale

assolutamente innovativa: la formazione professionale per-manente a distanza. Gli ingegneri salernitani, in-fatti, non dovranno ripren-dere a frequentare le aule di lezione, ma potranno seguire uno specifi co percorso forma-tivo e di aggiornamento dai rispettivi studi, grazie ad una convenzione che l’Ordine ha

stipulato con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informa-zione e Matematica Applicata dell’Università degli Studi di Salerno. Il servizio di formazione a distanza per gli iscritti all’Or-dine salernitano è basato sulla soluzione IWT, prodotto dalla società MoMA nell’ambito del Polo di Eccellenza Learning & Knowledge dell’Università di Salerno. Sfruttando le infi nite possibilità messe a disposi-zione dell’e-learning & know-ledge, la piattaforma IWT (Intelligent Web Teacher) è in grado di soddisfare le esigenze informative e formative in di-versi domini. Con un semplice clic del mou-se, gli iscritti all’Ordine entre-ranno in un ambiente virtua-le “modulare” user-centric” basato sulla rappresentazione esplicita della conoscenza, dove è possibile predisporre ed eseguire scenari “perso-nalizzati” sulle specifi che esi-genze e caratteristiche di ogni singolo utente, per migliorare il trasferimento e la condivi-sione della conoscenza attra-verso ambienti collaborativi,

social networking, communi-ty, integrazione di strumenti di calcolo, di simulazione e di realtà virtuale e competency management. Da qualche anno, inoltre, l’Or-dine salernitano ha istituito una propria Fondazione, che tra i suoi compiti specifi ci ha quelli di istituire corsi e scuole di preparazione e perfeziona-mento della professione; pro-

muovere e realizzare iniziative editoriali; sostenere l’attività di enti che agiscono nel cam-po degli studi tecnici, econo-mici, giuridici e tributari; pro-muovere e fi nanziare convegni e riunioni, nonché seminari; promuovere e fi nanziare la co-stituzione, conservazione ed ampliamento di una biblioteca e di una emeroteca in materie, tecnico-scientifi che e giuri-dico-economiche di interesse per gli Ingegneri; promuovere e fi nanziare la costituzione, conservazione ed ampliamen-to di banche dati consultabili sia localmente che a mezzo reti nazionali ed internaziona-li con sistemi di accesso elet-tronici, incluso Internet e reti ad esso assimilate; promuo-vere e fi nanziare le relazioni culturali e scientifi che con Di-

partimenti ed Istituti Univer-sitari; provvedere alla tutela,alla conservazione ed even-tuale distribuzione e pubblica-zione dei lavori di ricerca e delmateriale tecnico-scientifi co;organizzare attività culturalie scientifi che per la crescitaculturale e professionale degliIngegneri; istituire borse distudio e di ricerca scientifi canelle materie tecnico-scienti-fi che e giuridico-economiche.L’attività svolta dall’Ordine èfi nalizzata, quindi, garantendoe migliorando la qualità pro-fessionale dei propri iscritti,ad assicurare il fondamentaleobiettivo primario, costitu-zionalmente riconosciuto e dicompetenza diretta degli inge-gneri, di assicurare, in ogni at-tività e situazione, la sicurezzadei cittadini.

15EventiLunedì 11 Ottobre 2010

■ ORDINE DEGLI INGEGNERI DI SALERNO / Numerose le iniziative

L’attività svolta dall’Ordine è fi nalizzata ad assicurare la sicurezza dei cittadini

Armando Zambrano, Presidente degli Ingegneri Salernitani

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La recente riforma Gelmi-ni ha avuto il merito di

aprire una stagione di rinno-vamento nella scuola italia-na, ma ha anche il limite di essere partita troppo in fret-ta, lasciando in campo molti feriti sul piano sociale, senza una reale condivisione dei processi che intende avviare. In verità, la scuola militan-te è stata storicamente più avanti della scuola burocra-tica e gli spazi di elaborazio-ne didattica sono stati occu-pati con intelligenza, anche se molte aree sono rimaste in una tragica stagnazione. Nel Liceo Scientifico “Leo-

nardo da Vinci” di Salerno è stato da tempo avviato un ri-pensamento critico dei fon-damenti dell’insegnamento mediante l’attivazione di una “Rivista di epistemologia didattica”, che ha una cir-colazione nazionale, con il coinvolgimento del mondo accademico e dell’intellet-tualità diffusa. La scelta della metodologia e di un dominio culturale può avvenire se c’è una rea-le conoscenza delle opzioni che sono state storicamente elaborate all’interno di un processo culturale, caratte-rizzato in generale da grandi conflitti. Si pensi, per esem-pio, alla crisi dei fondamenti della scienza tra Ottocento e Novecento e alle relative ri-sposte in contrasto tra loro.Importante è l’idea di labo-ratorio al centro della didat-tica: non solo per le materie scientifiche, ma anche per la storia, intesa come ricerca e studio delle fonti. Invero, la conoscenza dei fatti storici, letterari, filosofici, spesso si riduce a una mera ripetizio-ne del manuale, senza alcun ripensamento critico. Per questo al “da Vinci” è stato

reso più vivo l’insegnamen-to della letteratura grazieall’“l’incontro con l’autore”,come Bevilacqua, Maraini,Nigro e Vassalli. Uno spazioimportante viene riservatoalla storia della scienza, che,viceversa, è presentata il piùdelle volte come un sempliceesercizio formalistico all’in-terno di un arido dogma-tismo. È su questo terrenoche occorre misurare la mo-dernità della scuola rispettoall’Europa e valutare il me-rito e l’impegno dei docenti.

Questione ambientale, trasporti e valorizza-

zione dello straordinario patrimonio culturale. La provincia di Caserta indiriz-za le sue energie su un unico grande progetto: innalzare la qualità della vita della po-polazione e fare del proprio territorio un punto di riferi-mento per il turismo e la vita

culturale del Paese. La sfida che la giunta del presidente Domenico Zinzi si appre-sta a sostenere riguarda in primis la gestione dei rifiuti per la quale sono già in fase di avviamento alcune gare d’appalto. La prima riguar-da tre impianti di digestione anaerobica degli umidi che rappresentano una valida

alternativa al compostaggio, consentendo anche l’utilizzo a fini energetici del biogas prodotto dal processo. L’altra gara attiene invece alla ge-stione del percolato (liquido originato dall’infiltrazione di acqua nelle masse di rifiuti per il quale è previsto uno specifico smaltimento). Un’attenzione particolare sarà ovviamente riservata alla raccolta differenziata che a oggi riguarda il 29% dei rifiuti totali (con punte del 50% nella città di Caserta e del 70% in alcuni picco-li comuni) e che si conta di far arrivare entro la fine del 2011 al 50%, in tutto il terri-torio provinciale. Per i rimanenti rifiuti indif-ferenziati, invece del classico inceneritore o termovalo-rizzatore, la giunta ha pen-sato a un gassificatore che, analogamente al processo di digestione anaerobica degli umidi, produrrà combusti-bili gassosi impiegabili per la produzione di energia. La Provincia di Caserta punta

a portare a termine tutti i progetti nell’arco dei pros-simi tre anni, con tempisti-che riducibili in base anche all’intervento statale, della Comunità Europea e di pri-vati. Il fine ultimo per cui si sta lavorando è quindi quel-lo di uscire a testa alta dalla fase di commissariamento, consegnando alla cittadinan-za una società provinciale, la Gisec, subentrata al consor-zio unico Napoli-Caserta, capace di elaborare un suo piano industriale sulla base del piano provinciale di ge-stione dei rifiuti. “La Provincia –spiega il pre-sidente Zinzi- si sta adope-rando per la miglior gestione possibile del problema ri-fiuti. Quello che è stato re-centemente chiesto anche al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, è che siano i comuni a continuare a ge-stire la raccolta urbana. Inol-tre sarebbe necessaria anche una proroga alla Legge 26 che prevede la scadenza del commissariamento all’1 gen-naio 2011. Questa scadenza infatti ci mette in difficoltà con le tempistiche delle gare d’appalto”. Alla questione ambientale è strettamente legata quella dei trasporti, da adattare alle esigenze territoriali: una me-tropolitana di superficie, di livello regionale, interesserà la provincia di Caserta con 10 stazioni. Invece, per facili-tare gli spostamenti da e ver-

so la zona montana del Ma-tese, agevolando così anche il turismo invernale, è in fase di progettazione una funivia. Questo, insieme alla pulizia delle acque marine che do-vrebbe derivare dai progetti di gestione rifiuti, consentirà un rilancio turistico del ter-ritorio, che vanta 45 km di costa: la riviera domiziana, famosa per le spiagge, ricche di macchia mediterranea e degna di essere riportata agli antichi splendori. Non sono poi da sottovalu-tare le bellezze artistiche e il patrimonio culturale, di cui la Reggia di Caserta rappre-senta il più illustre, ma non unico, esempio. Di alto profi-lo, infatti, sono anche l’Anfi-

teatro di Santa Maria CapuaVetere - secondo in ordinedi grandezza fra gli anfite-atri dell’Italia antica solo alColosseo -, il borgo medie-vale di Casertavecchia e ilMuseo Provinciale Campanodi Capua. Quest’ultimo, at-tualmente chiuso, tornerà alsuo splendore nella prossimaprimavera, a seguito di unagrande inaugurazione allaquale il presidente Domeni-co Zinzi conta di poter invi-tare anche il capo dello Stato,Giorgio Napolitano. Attual-mente, alcune opere del mu-seo di Capua sono in prestitoal museo Reiss-Engelhorndi Mannheim, in Germania,per la mostra “Die Stauferund Italien”.

16 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

“Importante è l’idea di laboratorio al centro della didattica non solo per le materie scientifi che, ma

anche per la storia, intesa come ricerca e studio delle

fonti. “

Didattica rinnovata in una scuola per l’EuropaRivisitare i fondamenti dell’insegnamento e dare signifi cato reale alla progettualità curriculare e integrativa, l’intervento del professor Salvatore Cicenia preside del Liceo Scientifi co L. da Vinci di Salerno

Salvatore Cicenia, dirigente scolastico del Liceo

Un ciclo di eventi è stato programmato per cele-

brare il 150esimo anniver-sario dell’Unità d’Italia nella città di Napoli. Il 7 settembre del 1860, infatti, Giuseppe Garibaldi entrò nella città partenopea con le sue truppe e molte pagine di quell’im-presa, ancora per molti ver-si inesplorata, vedranno la luce proprio in occasione della ricorrenza. La data del

150esimo anniversario di quel memorabile giorno è stata dedicata a ripercorrere il ruolo della città di Napoli, e più in generale del Mezzo-giorno, nel processo di uni-fi cazione dell’Italia, sia sotto il profi lo di storico che sotto quello economico. È stato infatti un incontro pubblico ad aprire il programma di celebrazioni dando spazio, nella cappella Palatina del

Maschio Angioino, agli in-terventi dello storico Giusep-pe Galasso e dell’economista Adriano Giannola. All’impresa garibaldina pre-sero parte attiva molte donne delle varie regioni italiane e particolarmente signifi cati-va fu la partecipazione delle donne delle regioni meridio-nali; molte di loro non eb-bero timore a imbracciare le armi al fi anco ai loro fratelli e ai loro mariti: furono tante e lo stesso Garibaldi ne rico-nobbe il valore. Si tratta di una pagina importantissima, e tuttavia dimenticata, della battaglia per l’unifi cazione d’Italia sulla quale, in accor-do con il Comune di Napoli, stanno da tempo lavorando alcune studiose dell’Univer-sità Federico II. Il risultato delle loro ricerche confl uirà in un “Dizionario delle don-ne del Risorgimento” che verrà presentato nelle prossi-me settimane. Nel mese di novembre, inve-ce, sarà pubblicata la copia anastatica dell’oggi introva-bile Catalogo della “Mostra Storica Napoletana”, curato nel 1911 dal sindaco di Na-poli dell’epoca, Marchese Ferdinando Del Carretto. Il volume tratto da questo Catalogo, che rappresentò il fulcro dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Unità, sarà corredato da una pre-fazione di Giuseppe Galasso e dalla contestualizzazione storica della professoressa Emma Giammatei.

Le celebrazioni di Napolihanno ripercorso la storia Unità d’Italia, il 150esimo anniversario

Ambiente, cultura, turismoIl rilancio della provincia di CasertaNuovi impianti per lo smaltimento dei rifi uti, al via le gare d’appalto Zinzi: “Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale”

Domenico Zinzi, presidente della provincia di Caserta

l’On. Zinzi in compagnia di Pierferdinando Casini e del Procuratore Nazionale Antimafi a, Piero Grasso

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17EventiLunedì 11 Ottobre 2010

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Un nuovo welfare, fatto in casa, genuino, sicuramen-

te meno ricco ma non per que-sto meno effi cace. È la strada che al Comune di Benevento, ormai da qualche anno, stanno seguendo per aff rontare la crisi economica. Con gli enti locali, soprattutto al Sud, falcidiati dai continui tagli imposti sia dal patto di stabilità che dalla ridu-zione dei trasferimenti, ci vuo-le tanta abilità e anche un piz-zico di fantasia per rispondere alle esigenze dei cittadini che sempre più avvertono il peso e gli eff etti della recessione.

Capita così, che nel più piccolo dei capoluoghi della Campa-nia, si approntino misure per fronteggiare le emergenze so-ciali. Il sindaco, Fausto Pepe, ha voluto che venissero stan-ziati nel bilancio del suo ente, apposite risorse destinate ai padri di famiglia che perdo-no il lavoro. Una misura di intervento classica che però si affi anca ai mille sgravi di natu-ra fi scale e di accesso ai servizi che il comune di Benevento ha realizzato per i servizi delle mense scolastiche, dei trasporti pubblici, ma anche per quanto attiene il segmento della cul-tura e dell’intrattenimento: elementi che oramai hanno ac-quisito un peso decisivo sulla qualità della vita dei cittadini.Interventi mirati che non tra-lasciano i settori nevralgici della crisi, come il mondo del-la formazione. È il caso della scuola popolare per insegnanti precari recentemente istituita con un accordo siglato con gli insegnanti e il locale provvedi-torato agli studi. In proposito il sindaco Pepe ha dichiarato: “Abbiamo dedicato risorse e strutture comunali per creare una sorta di scuola popolare

dove possano trovare occupa-zione, seppur parziale, i tantis-simi docenti che non trovano spazio nelle graduatorie della scuola pubblica. Una possibili-tà, soprattutto nei quartieri più a rischio, che consenta anche di far recuperare ai giovani quelle discipline che per ragioni eco-nomiche vengono tralasciate o meno approfondite dall’istru-zione ordinaria. Un modo per conciliare tante esigenze con poche spese”.

Crisi e welfare fatto in casa,la soluzione di BeneventoDal Comune una scuola per i precarie sussidi per i senza lavoro

Il sindaco Fausto Pepe

L’arco di Traiano

Il sindaco ha voluto che venissero stanziati nel bilancio del suo ente,

apposite risorse destinateai padri di famiglia che

perdono il lavoro

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18 EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Due parchi verdi, già fruibili e frequentatis-simi dallo scorso mese di luglio, sono state

tra le scelte forti e coraggiose fatte dal sindaco della città di Avellino, Giuseppe Galasso, che hanno contribuito a fargli guadagnare l’otta-vo posto nella classifi ca nazionale redatta da Monitor Città di Fullresearch sui sindaci più amati. Il Parco Urbano di Santo Spirito si svi-luppa su una superfi cie di 120.000mq ed è stato pensato e disegnato con l’obiettivo di dare una risposta concreta alla richiesta di spazi per il tempo libero di giovani e meno giovani.Un chilometro e mezzo circa di verde attrezza-to con aree giochi per bambini, piste ciclabili, un campo di rugby, calcetto, bocce, aree attrez-zate per i cani, un laboratorio ambientale e un edifi cio adibito a servizi. È stato anche realizza-to un anfi teatro all’aperto, una location natura-le destinata a rappresentazioni e spettacoli  di spessore culturale.“L’intento è quello di continuare la politica di valorizzazione e promozione del territorio ir-pino - ha spiegato Galasso - .La nostra terra è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per le sue eccellenze Doc e Docg. I prodotti tipici

rappresentano, senza dubbio, uno dei momentiimportanti della nostra economia. Ecco perchéattraverso i punti ristoro allocati nel Parco si èpensato di dare la possibilità a tanti visitatori efruitori di degustare le bontà irpine. Parliamodei formaggi, dei tartufi , dei vini e di tante altrespecialità tipiche delle nostre zone”.Altro polmone verde è il Parco di Piazza Ken-nedy, ubicato nel cuore della città e su una su-perfi cie di 45.000mq. La zona, che un tempoospitava il teminal dei bus è stata completa-mente riqualifi cata. La piazza pergolata, all’in-terno del parco stesso, costituisce l’elementocaratterizzante con una struttura di pilastri,rivestiti di pietra di Montecassino. Alti bensei metri e mezzo, sono la struttura e sui cuidovranno attecchire le essenze arborree rampi-canti che costituiscono la copertura permeabiledell’intero sistema.

Alla scoperta di Avellino e dei suoi parchiIl sindaco Galasso ha dato nuovo impulso al verde pubblico

Giuseppe Galasso, sindaco di Avellino

Il Parco Urbano di Santo Spirito si sviluppa su 120.000mq ed è stato pensato e disegnato con l’obiettivo

di dare una risposta concreta alla richiesta di spazi per il tempo libero

di giovani e meno giovani

L’eccellenza medica in Campa-nia passa attraverso l’Azienda

Ospedaliera “San Giuseppe Mosca-ti” di Avellino. La polifunzionale struttura, che si avvale di dotazioni strumentali sempre aggiornate e di personale di alta professionalità, si colloca ai primi posti della gradua-toria sanitaria regionale. L’azienda, fi no a qualche anno fa costituita da quattro plessi situati

in diverse zone del territorio ur-bano ed extraurbano, si sta accor-pando, a tempo di record, in cima alla collina di contrada Amoretta. Il completamento della cosiddetta Città Ospedaliera è fi ssato, come assicura il Direttore Generale, Giu-seppe Rosato, per il prossimo mese di dicembre, con il trasferimento del presidio di viale Italia, in cui hanno sede il Dipartimento dell’Emergen-

za, delle Immagini, della Medicina di Laboratorio, Medico Chirurgico del Cuore e dei Vasi, Nefro-Uro-logico e della Chirurgia Generale e Specialistica. “Stiamo rispettando la tempistica – aff erma Rosato -. Alla fi ne dell’anno Avellino e l’Irpinia potranno usufruire di una delle più importanti strutture ospedaliere del Sud Italia: una vera e propria citta-della della salute, all’avanguardia sia dal punto di vista architettonico che sotto il profi lo strumentale. Senza trascurare l’aspetto del confort al-berghiero e, in generale, dell’uma-nizzazione dell’assistenza”. A mano a mano che la ditta appalta-trice dei lavori consegna nuovi spa-zi, si sta procedendo alla sistemazio-ne defi nitiva delle unità operative. I dipartimenti Materno-Infantile, Onco-Ematologico, di Medicina Ge-nerale e Specialistica, dell’Invecchia-mento e gli uffi ci amministrativi già hanno trovato nuova collocazione a contrada Amoretta. È in fase di ultimazione anche una struttura dedicata all’Alpi (Attività Libero Professionale Intramoenia), annessa all’ospedale, dotata di 32 ambulatori e 32 stanze singole con

frigorifero, secondo letto per ac-compagnatore e servizio Internet in camera. A disposizione del persona-le e degli utenti un parcheggio mul-tipiano, con un centro commerciale, un asilo nido per i dipendenti e una foresteria. In una realtà sanitaria in grande aff anno quale è quella della Regio-ne Campania, l’Azienda “Moscati”, riconosciuta come una delle poche aziende in equilibrio di bilancio, è un esempio di gestione virtuosa, in cui l’aspetto economico è salvaguar-dato senza compromettere la qualità e la quantità delle prestazioni e gli

alti livelli di accoglienza. Al contra-rio, partendo dalla consapevolezzache, accanto a garantire un’assisten-za sempre più effi cace, effi ciente eadeguata, l’ospedale del nuovo mil-lennio debba essere anche funziona-le e orientato alle nuove tecnologie,l’Azienda “Moscati” sarà dotata diuna serie di complessi sistemi bio-medicali e informatici. Un impiantodi trigenerazione fornirà correnteelettrica ed energia termica e frigo-rifera. Una rete di trasporto pneu-matico leggero a più linee farà “viag-giare” lungo l’intero perimetro dellastruttura le provette di laboratorio.È stata inoltre realizzata una came-ra bianca altamente sterile dedicataalla Umaca (Unità di ManipolazioneChemioterapici e Antiblastici), dove- grazie a un sistema totalmente ro-botizzato - il personale specializzatopotrà mettere a punto preparati sen-za entrare in contatto con i farmacipotenzialmente tossici. Tutta l’attività di distribuzione saràcompletamente automatizzata: dadiversi centri di smistamento (far-macia, cucina, magazzino, bianche-ria), tramite un sistema Avg (Auto-mated Vehicle Guidance), una sortadi robot eff ettuerà le consegne muo-vendosi lungo percorsi programmatie servendosi anche degli ascensori.“Un polo di eccellenza – evidenziaancora Rosato – deve essere adegua-tamente attrezzato e ispirato a criteridi fl essibilità interna, compattezza,orientamento all’alta specialità, allatecnologia e all’informatizzazio-ne. Tenendo sempre presente chel’obiettivo di chi opera nel mondodella sanità non è solo curare l’am-malato, ma prendersene cura, daogni punto di vista”.

■ NUOVA ECCELLENZA / Azienda Moscati, Avellino

A dicembre l’inaugurazionedi una struttura all’avanguardiaUna cittadella della salute in cima alla collina di contrada Amoretta

ATTIVITÀ489 posti letto per ricovero ordinario130 posti letto (ricovero day hospital e day surgery)24.199 ricoveri ordinari 14.712 ricoveri in day hospital e day surgery150.902 giornate di degenza62.029 accessi totali84% indice di occupazione totale media dei posti letto49,5% indice di rotazione1,2% turn over

EFFICIENZA6,27 giorni di degenza media per ricoveri ordinari1,30 peso medio gravità dei ricoveri1.040 parti, circa il 34% cesarei

ATTRAZIONE69,76% utenza irpina 17,56% utenza Napoli 10,47% utenza Benevento, Caserta e Salerno1,9% utenza di altra regione0,31% utenza straniera

I NUMERI DELL’AZIENDA 2009

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“In un contesto congiun-turale che resta non

semplice, nonostante qualche timido segnale di ripresa, c’è un reale bisogno di espe-rienze di credito che hanno nell’anticiclicità una delle loro peculiarità”. Sembrereb-be essere proprio questo ciò che emerge dalla lettura dei dati della presenza della Coo-perazione di Credito in Cam-pania. Un sistema, quello delle Banche di Credito Coo-perativo, formato da 22 Bcc, con oltre 135 sportelli, rap-presentative di quasi 40.000

soci e diff use in tutte le pro-vince. La concentrazione più alta è in quella di Salerno, ma con una presenza stabile an-che nelle altre realtà, soprat-tutto da quando è divenuta operativa la Bcc di Napoli che ha “coperto” l’unico buco geografi co storico del mo-vimento. A riunirle a livello regionale c’è la Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo: l’orga-nismo sorto 43 anni orsono e presieduto da Silvio Petrone

che è anche il presidente della più grande delle Bcc campa-ne, quella di Battipaglia. I nu-meri della Cooperazione di Credito in Campania parlano di un costante aumento di tutti gli indicatori più impor-tanti per un’attività bancaria, ma soprattutto mostrano come, in un momento di crisi profonda come quella degli ultimi anni, le Bcc hanno

aumentato nettamente i loro Impieghi. E se si pensa che le Banche di Credito Cooperati-vo, per Statuto ma soprattutto per la loro identità, raccolgo-no e impiegano esclusiva-mente all’interno dei territori di loro competenza, allora il dato diventa ancora più si-gnifi cativo. “Continuiamo a mettere nello sviluppo delle aree di cui siamo espressione – spiega Silvio Petrone – sia i soldi che la faccia. Perché le nostre sono banche locali fat-te di soci di queste comunità e con dipendenti di questi territori. E gli impieghi van-no esclusivamente alle nostre terre. Ma proprio in forza di questa nostra appartenenza ci sentiamo di poter anche fare considerazioni dirette sull’at-tuale stato dell’economia re-gionale. Siamo coscienti che la crisi è ancora presente. Alcune notizie di cronaca ne sottolineano l’evidenza come, per esempio, nel caso dei dati sulla disoccupazione diff usi in questi giorni, che parlano di un drammatico 14,3% di

disoccupati con un aumen-to di 13.000 posti di lavoro in meno nel solo primo se-mestre. E che si aggiungono agli oltre centomila già accu-mulati dal 2008 – prosegue il presidente Petrone –. Ma questo è forse anche il tempo in cui tutti devono fare la loro parte mettendoci del proprio. Mi riferisco non solo alle istituzioni che devono essere capaci di promuovere le oc-casioni di sviluppo, ma anche agli imprenditori che devono iniziare a metterci del loro in termini di risorse. Noi siamo pronti a rischiare insieme a loro su progetti di svilup-po, in maniera razionale e secondo le regole della sana e prudente gestione. Ma oc-corre coraggio da entrambe le parti. E tutto ciò, in questi momenti sta un po’ mancan-do nella nostra regione. Al-trimenti corriamo il rischio della stagnazione che ora sa-rebbe davvero deleteria”.Uno strumento utile potrà essere la nascente Banca del Mezzogiorno, dove le Bcc meridionali avranno un ruo-lo di primo piano. Tra i 15 membri del Comi-tato Promotore c’è proprio il Direttore della Federazione Campana delle Bcc, Franco Vildacci. E a completare la rappresentanza regionale c’è la fi gura di un’imprenditrice, Rosa Maria Caprino, anch’es-sa forte dell’esperienza della cooperazione di credito. “Il nostro impegno nella Banca del Mezzogiorno – conferma Vildacci – è l’en-nesimo segno della nostra volontà di fare la nostra parte in ogni possibile occasione di sviluppo”. Ma il Credito Cooperativo campano ha anche un altro importante progetto in corso e che sembra porsi in piena continuità con gli obiettivi indicati dal presidente Pe-trone. “Stiamo lavorando da alcuni mesi insieme a tutte le nostre Bcc – prosegue Vil-dacci – a quello che abbiamo defi nito Progetto Aree Bian-che, per il quale ci siamo avvalsi della collaborazione

dell’Università di Salerno. Si tratta, in buona sostanza, di un progetto che guarda già al dopocrisi e alle necessi-tà nuove che ci saranno nel prossimo futuro in parti-colari aree del nostro terri-torio regionale. Il progetto prevede infatti di far nascere esperienze di cooperazione di credito in aree dove que-sta presenza non c’è e dove

molto spesso non c’è nessunaesperienza forte di aiuto allosviluppo. Ma anche di crearei presupposti per un’ulteriorecrescita delle Bcc che opera-no sul territorio da tempo eche stanno contribuendo allediverse economie locali. Basi-lea 3 è alle porte e la crisi im-pone a tutti di reinterpretarela cooperazione e le modalitàdi realizzarla”.

19EventiLunedì 11 Ottobre 2010

Banche di Credito Cooperativo in Campania: una solida realtàPetrone: “Per lo sviluppo mettiamo i soldi e la faccia”

DATI REGIONE CAMPANIA

N. Sportelli 131

N. Soci 35.478

N. Dipendenti 878

Raccolta (€) 3.418.901

Impieghi (€) 2.208.331

Montante (€) 5.627.232

Capitale e Riserve (€) 425.594

Patrimonio (€) 472.560

Totale Attivo (€) 4.127.833

Sofferenze nette (€) 72.563

Raccolta Indiretta (€) 687.853

Margine di Interesse (€) 110.312

Margine di Intermediazione (€) 154.471

Risultato netto della gestione fi nanziaria (€) 140.106

Spese Amministrative (€) 112.141

Spese Personale (€) 58.635

Altre Spese Amministrative (€) 53.506

Utile (Perdita) di Esercizio (€) 22.872

Fonte: Bilancio d’esercizio anno 2009

PROVINCIA DI SALERNOBCC di Altavilla Silentina e CalabrittoAg. CastelcivitaAg. CalabrittoAg. FelittoBCC di AquaraAg. RoccadaspideAg. Castel San LorenzoAg. CapaccioAg. Eboli - Santa CeciliaAg. Oliveto CitraAg. Capaccio - Capo di FiumeCRA/BCC di BattipagliaAg. 1 (Via Roma)Ag. 2 (Taverna)Ag. 3 (Belvedere)Ag. EboliAg. PontecagnanoAg. FaianoAg. SerreAg. PostiglioneAg. Olevano S.T.Ag. Giffoni Valle PianaAg. Giffoni Sei Casali

Ag. Montecorvino PuglianoAg. SalernoBCC di BuccinoAg. San Gregorio MagnoAg. PalomonteAg. CollianoBCC di BuonabitacoloAg. SanzaAg. PadulaAg. Montesano S.M.BCC di Capaccio - PaestumAg. PaestumAg. MatinellaAg. RoccadaspideAg. CapaccioAg. TrentinaraAg. EboliBCC dei Comuni CilentaniAg. Castelnuovo CilentoAg. AsceaAg. Agnone di M.Ag. CastellabateAg. Vallo della LucaniaAg. Copersito Cilento

Ag. AgropoliAg. MattineAg. Sessa CilentoAg. PisciottaCRA\BCC di FiscianoAg. Mercato San SeverinoBanca del Cilento Credito CooperativoAg. Vallo 2Ag. OmignanoAg. Casalvelino MarinaAg. FutaniAg. SapriAg. CamerotaAg. PollicaAg. MarateaBanca di Salerno Credito CooperativoAg. 1 (Pastena)Ag. FratteAg. SianoAg. San CiprianoAg. CampiglianoBCC di Scafati e CetaraAg. PompeiAg. S.ta Maria la Carità

Ag. San MarzanoAg. CetaraAg. Vietri sul MareAg. Cava de' TirreniAg. Scafati - fraz. San PietroAg. AngriBCC Monte Pruno di Roscigno e LaurinoAg. PiaggineAg. TeggianoAg. Sant'ArsenioAg. Sala ConsilinaAg. LaurinoAg. RofranoAg. Marsico NuovoBCC di SassanoAg. Sala ConsilinaAg. PollaAg. S. Angelo le FratteBCC Montecorvino RovellaAg. BellizziAg. AcernoAg. Pontecagnano

PROVINCIA DI AVELLINOBCC di FlumeriAg. Ariano IrpinoAg. Savignano IrpinoAg. GrottaminardaAg. Mirabella EclanoAg. LioniBCC IrpinaAg. Pratola SerraAg. VenticanoAg. Mirabella EclanoAg. Volturara IrpinaAg. CasalboreAg. AvellinoAg. GrottaminardaAg. Ariano IrpinoBCC di SerinoAg. Aiello del SabatoAg. Atripalda

PROVINCIA DI BENEVENTOBCC di San Marco dei CavotiAg. MolinaraAg. Baselice

Ag. Pesco SannitaAg. Colle SannitaAg. Fragneto MonforteCRA\BCC del Sannio - CalviAg. S. Giorgio del SannioAg. ApiceAg. MontesarchioAg. S. Leucio del Sannio

PROVINCIA DI CASERTABCC Alto Casertano e Basso FrusinateAg. San VittoreAg. GalluccioAg. Rocca d'EvandroAg. CassinoCRA/BCC S. Vincenzo dè Paoli di Casagiove Ag. CasertaAg. San Prisco

PROVINCIA DI NAPOLIBCC di Napoli

Dati aggiornati al 31/12/2009

LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO IN CAMPANIA

Silvio Petrone, presidente della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo

Francesco Vildacci, direttore Federazione Campana Bcc

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20 EventiLunedì 11 Novembre 2010