Ultr'Azzurro Giugno 2010

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Il mensile dei tifosi napoletani

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EDITORIALE

IL MATCH8 L’ITALIA NON E’

FAVORITA MA...

5 DI GENNAROMONTUORI

10 SUD AFRICA 2010FABIO C’E’

14 NAPOLI MONDIALE

17 LA FOTODEL MESE

18 NAPOLIATALANTA

20 SAMPDORIANAPOLI

24 IL PRESIDENTE...E L’ATTACCANTE

28 CORRADOFERLAINO

32 BRUSCOLOTTI,CI RACCONTAIL SUO NAPOLI

36 SETTOREGIOVANILE

40 RESPIRO AZZURROA POSITANO

32282014

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Carissimi amici,bentornati. Con la fine del campionato e la conquistadel sesto posto che schiude al Napoli le porte

dell'Europa League dopo 16 lunghi anni senza passare perpreliminari e spareggi vari, i fari sono puntati sugliimminenti Mondiali e sul mercato estivo. Un bel po' diazzurro-Napoli, vecchio e nuovo, parteciperà allacompetizione calcistica più importante del pianeta: dai treitaliani convocati da Lippi (Quagliarella, De Sanctis eMaggio), passando per Hamsik e Gargano fino ad arrivare alCt Maradona, proveranno a rendersi protagonisti inSudafrica. A questi temi, la nostra redazione ha dedicatoampio spazio e sentito il parere di molti esperti.Per quanto riguarda il calciomercato, la situazione è ancorain stand-by. Si attende l'avvio ufficiale della campagnatrasferimenti, con un occhio al Mondiale e l'altro al Brasiledove emissari del club azzurro sono in azione per piazzarequalche colpo.Tornando alla vicende della prestigiosa storia del nostroamato Napoli, vi proponiamo un capitolo dell'ultima faticaeditoriale di Mimmo Carratelli, “Ferlaino sceicco di Napoli.Palazzi, amori e scudetti”, per gentile concessione dell'autore,che traccia un profilo del presidente più longevo della vitadel club azzurro. Inoltre, spazio a una lunga intervista conPeppe Bruscolotti e alla foto-cronaca delle ultime due gare dicampionato. Da non perdere, il solito approfondimento sulsettore giovanile e la pagina riservata alla squadra delleVecchie Glorie del Napoli che, insieme al Respiro Azzurro, hainiziato un tour calcistico per varie località italiane.Nel salutarvi, vi ricordo, infine, l'appuntamento con “TifosiNapoletani”, in onda il giovedì su Canale 21 (ore 20.50) e inreplica il sabato (ore 20) su Napolimia fino alla fine del mese.Per tutti gli aggiornamenti potete sfogliare il nostro sitowww.tifosinapoletani.it. Un bacio alle persone che soffrono.Buona lettura e Forza Napoli.

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Meglio partire da sfavoriti che essere convinti di poterbissare la vittoria del campionato mondiale. L´Italia diMarcello Lippi sa che in Sudafrica ci sono alcune

formazioni più forti che secondo i bookmakers possono arrivarefino in fondo. Ma si sa che le quote contano a poco quando si va incampo. Lo dimostra il fatto che quattro anni fa la nazionale azzurrariuscì ad alzare la Coppa contro ogni pronostico. Certo è che è nonfacile partire da campioni in carica, anche in virtù del fatto che tuttici terranno a battere la squadra più invidiata del globo. Certo è cheguardando le rose, quella di Lippi proprio non è delle migliori.Brasile, Inghilterra, Argentina e Olanda fanno paura sulla carta.Maradona ha un attacco stellare che può far male a chiunque.Capello, poi, ha costruito un gruppo bello compatto che vuolefinalmente salire sul gradino più alto del Mondiale. Inutile dire cheDunga, con i suoi brasileri, vuole guardare tutti dall´alto.Ad analizzare i pronostici alla vigilia del torneo sudafricano tregrandi campioni che hanno fatto la storia dell´Italia. Due sononapoletani, l´altro non lo è ma ha vissuto degli anni bellissimi inmaglia azzurra. Stiamo parlando di Antonio Juliano, FabioCannavaro e Dino Zoff. Gli ultimi due hanno alzato la Coppa da

di SALVATORE CAIAZZA

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capitani, il primo, invece, ha partecipato a molte competizioni.Partiamo proprio da "Totonno" nella disamina del Mondiale."Beh, sicuramente Lippi non avrà vita facile in questacompetizione - ha raccontato - anche in virtù del fatto chedovrà partire con un handicap. L´infortunio di Pirlo non è dasottovalutare, è l´uomo che dà la luce a tutta la squadra equindi senza di lui il mondiale sarebbe ancora più difficile.Devo, comunque, dire che si poteva convocare qualche altrocalciatore più in forma, ma soprattutto dotato di un po´ difantasia. Per amor del cielo, sono tutti bravi questi azzurri, mail talento vero manca. Non è chi ti può inventare il colpo asorpresa in un momento delicato della partita. Se si vedono lealtre squadre ci si rende conto che ogni ct ha un pezzo pregiato.Lippi, però, può contare su un gruppo unito, ci sono tanti diquei calciatori che hanno vinto con lui lo scorso mondiale inGermania. Da italiano mi auguro che possa ripetersi, ma lavedo molto difficile. Alla fine è il campo che decide tutto".Anche Dino Zoff la pensa allo stesso modo. La sua Italia dell´82proprio non aveva alcuna speranza di passare gli ottavi edinvece fece fuori tutti. Col Brasile sembrava spacciata ed invecetutto andò per il verso giusto. "Sarebbe straordinario poterridiventare campioni per la quinta volta, la secondaconsecutiva. Tutto dipende dall´approccio alla manifestazione.Di solito quando non si parte a bomba nelle qualificazioni, poisi riesce a fare bene negli scontri diretti. Io mi fido di questi

ragazzi. C´è un mix di esperti e giovani che si sono amalgamatibene. Non contano i risultati delle gare amichevoli, quando siva in campo in una competizione mondiale è tutto diverso.Esce fuori uno spirito patriottico che ti fa essere superiore adun avversario molto più forte. Dunque, mi auguro che l´Italiapossa passare il turno e poi vedrete che cosa succederà".Il nostro Fabione Cannavaro si fida dei suoi. Per lui saràl´ultima in Nazionale, poi se ne andrà in Dubai a chiudere lacarriera. Rappresenterà nuovamente Napoli con la magliaazzurra, solo che stavolta i concittadini saranno tanti. A partireda Quagliarella. "Fidatevi di noi - ha detto il difensore al suomanager Fedele - perché siamo convinti delle nostre forze.Questo è un gruppo compatto che ha voglia di ripetersi.Sarebbe straordinario per me poter rivivere le stesse emozionidi Berlino 2006. Andremo in campo con la consapevolezza diessere i campioni in carica ma non dimenticheremo a casal´umiltà".

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Un napoletano in Sudafrica. Fabio Quagliarella è il primoattaccante partenopeo che andrà ai Mondiali. Unasoddisfazione non da poco per un figlio di Napoli che ha

fatto tanti sacrifici per sfondare nel calcio. E arrivare in Nazionale.Di bomber che hanno vestito l'azzurro ce ne sono stati in riva alGolfo. Da Sormani a Savoldi passando per Giordano. Tutti sonofelici per questa bella possibilità che il puntero di Castellammareavrà per mettersi in mostra. Tutti e tre hanno vestito la maglia delNapoli e quindi sono felici. «Sono convinto che alla fine si ritaglieràun bel po' di spazio nell'Italia - ha raccontato mister 2 miliardi -. Sìperché ha il fiuto del gol e può giocare in qualsiasi posizione. Nellasfida contro la Svizzera ha dimostrato che ci sa fare veramentedisputando un'ottima partita. Meno male che Lippi alla fine hapuntato su di lui. Sono convinto che riuscirà portare in alto ilnome di Napoli e del Napoli in Sudafrica. Tornerà molto più caricoe quindi ne potrà giovare pure Mazzarri. Anche in chiave europea.Fabio già conosce la vecchia Coppa Uefa ma dopo l'esperienzamondiale potrà veramente fare la differenza». Se si punta suQuagliarella, però, poi si dovrà fare a meno di altri puntero cheerano già nello schema di Lippi: «Ai Mondiali non c'è mai la stessasquadra, si decide in corsa. Ed è per questo che dico che lo stabiesepuò tranquillamente ritagliarsi un posto in Nazionale».Angelo Benedicto Sormani fa il tifo per SuperQuaglia in questimondiali. Avrà anche una formazione del cuore ma ai colorinapoletani è rimasto legato e quindi ci tiene alla partecipazionedello stabiese alla competizione sudafricana. «È bello rivedere unnapoletano con i colori azzurri dell'Italia - ha raccontato - e poiquesto è un ragazzo che merita, un signor professionista che hafatto tanto per arrivare in alto. Per quanto riguarda l'aspettotecnico è una punta che può fare qualsiasi ruolo rispetto ai colleghidi reparto, addirittura il centrocampista. E poi, signori, è dotato diun tiro dalla distanza che fa paura. Senza dimenticare che segnapure di testa. Diciamo che è completo e soprattutto sa sacrificarsi

in qualsiasi situazione». A Napoli è stato molto criticato e in tantisperavano che Lippi lo lasciasse a casa. Così non è stato, segno chechi semina bene deve per forza raccogliere successi. E poi è uno chenon si monta la testa, è rimasto sempre quel ragazzo diCastellammare di Stabia legato alla famiglia, agli affetti e allapropria terra. Mi auguro, dunque, che possa fare veramente benein modo tale da poter rendere al massimo con il Napoli».Bruno Giordano ha sempre avuto parole di elogio per FabioQuagliarella. In certe movenze ma anche in alcuni gol gli somigliamolto. Proprio per questo ha sempre voluto sponsorizzare la suaconvocazione per i Mondiali. E quando ha saputo che era nei 23 diLippi è stato molto contento. D'altronde anche lui avevaassaporato la gioia della maglia azzurra, sarebbe dovuto partireanche per i Mondiali ma inspiegabilmente non rientrò nella lista.Un vero peccato perché avrebbe potuto dire tranquillamente lasua. Ma il passato è passato, il presente dice che in Sudafrica ciandrà un signor bomber che farà sicuramente una bella figura.«Ho sempre detto che questo ragazzo sarebbe andato ai Mondiali- ha spiegato - e sono felice che abbia potuto coronare un sogno diuna vita. Per chi ha deciso di fare il calciatore, poter disputare unacompetizione del genere è il massimo. Se a qualsiasi ragazzinodella scuola calcio gli si chiede a cosa ambisce, risponde “allaNazionale”. Quindi capisco come si possa sentire Fabio in questomomento. Contro la Svizzera ha dimostrato di poter segnare inqualsiasi momento. E Lippi ha fatto bene ad accantonare gli altriper scegliere lui». Certo è che l'esperienza mondiale può solo farebene ad un calciatore. Sì perché si torna col club più carichi esoprattutto con la consapevolezza di essere ancora più forti. «Èvero - ha ammesso Giordano - il Napoli vedrà un altro Quagliarellanel prossimo campionato. E quindi, con un SuperFabio in più sipotrà puntare a qualcosa di importante».

SALVATORE CAIAZZA

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Un Mondiale nel segno del Napoli. Oltre al nostro FabioQuagliarella, i tifosi azzurri potranno godersi altrigiocatori partenopei nella kermesse internazionale che si

giocherà in Sudafrica. Con l'Italia di Lippi ci saranno pure ilportiere Morgan De Sanctis e l'esterno destro Christian Maggio.Ben tre, dunque, i calciatori alla corte del commissario tecnicoviareggino. Una soddisfazione non da poco per il popolopartenopeo che da tempo aspettava un momento del genere. DeSanctis, essendo Buffon intoccabile, difficilmente lo vedremo incampo, ma Maggio avrà le sue belle possibilità con la Nazionale.Lippi si fida molto di lui e sulla fascia resta una pedinafondamentale per poter arrivare il più lontano possibile. Non soloItalia.Bisognerà fare il tifo anche per la Slovacchia e l'Uruguay. SeMaradona avesse convocato Lavezzi, anche l'Argentina sarebbeentrata nella lista. Impossibile, però, non seguire con affetto ilnostro caro Pibe de Oro. Diventato commissario tecnico dellaSeleccion, l'ex stella del Napoli parte favorito avendo un attaccomondiale. Conoscendolo, sicuramente farà parlare di sè e non soloper la promessa fatta: «Se vinco il mondiale faccio il giro del camponudo». Dieguito si rivede in Messi ma può contare su Higuain,Tevez, Aguero e soprattutto Milito.I fari saranno puntati su Hamsik e Gargano. Marekiaroaddirittura lo vedremo all'opera contro Cannavaro e socinell'ultima partita di qualificazione. Ci tiene tanto a far bene inquesta competizione e naturalmente si augura di poter arrivareagli ottavi assieme all'Italia. Suo cognato El Mota dovrà esordirecontro la Francia nella prima giornata, poi contro i padroni di casadel Sudafrica ed infine col Messico che la settimana scorsa habattuto nettamente l'Italia. Inutile dire che sarebbe bello potervedere tutti al massimo splendore e magari applaudirli in unaeventuale finale. Naturalmente tutti a favore dell'Italia, ma se nondovesse farcela allora si potrebbe optare per le altre due nazionali.Anche se sarà molto difficile. Certo è che tutti quando tornerannodal Sudafrica daranno ancora più lustro al Napoli.

di ANDREA PETRELLA

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Quagliarella batte l'Atalanta e porta il Napoli al sesto posto,conquistando l'accesso diretto all'Europa League, dopo 16 anni.Per il bomber azzurro, al rientro dopo la lunga squalifica, si

tratta di due squilli a Marcello Lippi in vista dei mondiali. Ride il Napoli,piange l'Atalanta: il ko subito al San Paolo significa retrocessione nellaserie cadetta. Finalmente si vede il tridente dal 1', con Hamsik arretratosulla mediana, in avanti operano Lavezzi, Quagliarella e Denis. Anchel'Atalanta si presenta con tre punte (Valdes, Amoruso e Tiribocchi), maalla fine non incideranno per niente. Alla lunga vengono fuori lemigliori qualità del Napoli, anche se bisogna attendere quasi tutto ilprimo tempo per registrare il gol del vantaggio. Al 42' Denis serveQuagliarella sulla destra. L'attaccante stabiese entra in area e daposizione impossibile realizza un gol con un diagonale forte e preciso.Nella seconda frazione di gioco, il Napoli si limita a controllare.Mazzarri inserisce Pazienza e successivamente Rullo per dare piùequilibrio alla squadra. Non mancano comunque le sortite offensive e,su una di queste, al 37', Quagliarella mette a segno il gol del raddoppio.Lavezzi mette in movimento Bogliacino che, dal fondo, fa partire untraversone pennellato per la testa di Quagliarella, che non deve farealtro che spingere il pallone in fondo al sacco. Napoli 2, Atalanta 0. Altriplice fischio di Orsato, gli azzurri e Mazzarri, sulle note di alcunecanzoni napoletane diffuse dagli altoparlanti (“Quel ragazzo dellaCurva B” e “'O Surdato Nnammurato su tutte), effettuano il giro delcampo per salutare e ringraziare il pubblico. Parigi val bene una messa,anzi un bel giro di campo dello stadio San Paolo.

di MARIA BARBARO

De Sanctis 6.5Rinaudo 6Cannavaro 6.5Aronica 6Maggio 6.5Gargano 62' st Pazienza 6.5Hamsik 6Dossena 628' st Rullo svLavezzi 6.5Quagliarella 7Denis 618' st Bogliacino 6A disp.: Iezzo, Santacroce,Cigarini e HofferAll.: Mazzarri 6.5.

Orsato di Schio 6.5

Consigli 6.5Capelli 6

25' st Caserta svBianco 5.5

Manfredini 5.5Bellini 6

Ferreira Pinto 5 13' st Garics 6

Guarente 6.5Padoin 6

Valdes 5.513' st Ceravolo 5.5

Amoruso 5.5Tiribocchi 5.5

A disp.: Coppola, Peluso,Radovanovic e De Ascentis.

All.: Mutti 6.

Spettatori 50 mila circa. Angoli: 8-5 per il Napoli. Recupero: pt 2'; st 3'.

82’42’

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Sconfitta di misura nell'ultima di campionato per un buon Napoliche a Marassi lascia l'intera posta in palio alla Sampdoria. Finisce 1-0, decide Pazzini ad inizio ripresa. Il successo sul Napoli regala il

quarto posto in classifica e la partecipazione alla Champions alla squadrablucerchiata, dopo 19 lunghi anni. E' stata una gara molto tesa e nervosa.Il Napoli non aveva più nulla da chiedere al campionato, la Samp dovevavincere per centrare l'obiettivo. E così è stato. A niente è servita la vittoriadel Palermo a Bergamo. I rosanero parteciperanno all'Europa Leagueinsieme agli azzurri.Nella prima frazione di gioco, il Napoli sfiora il gol per ben tre volte:prima con Quagliarella al 26', il cui colpo di testa finisce alto, poi conDenis (27'), la cui conclusione viene deviata in angolo sulla linea daZauri, al 35' ancora con Quagliarella che trova sulla sua strada un grandeStorari. Dal gol sbagliato al gol subito. Al 6' della ripresa, infatti, Pazziniporta in vantaggio i suoi sugli sviluppi di un angolo di Ziegler con uncolpo di testa nei pressi del secondo palo. Pur procurandosi qualcheoccasione degna di nota (Quagliarella all'11' e Dossena al 22'), il Napolinon riesce a pareggiare. A fine gara, è festa grande per l'importantetraguardo conquistato, con Del Neri portato in trionfo. Un altro sanomomento di festa che, però aveva riguardato il Napoli, si era registratoprima dell'inizio del match quando gli ex doriani Mazzarri Maggio eQuagliarella erano stati premiati dai tifosi genovesi con targhe e magliericordo. Se accadessero cose del genere ogni domenica, servirebbero astemperare i toni e ad avvicinare le tifoserie, spesso in “guerra” tra loroper vere e proprie banalità.

Storari 7Zauri 6Gastaldello 6Lucchini 6Ziegler 640' st Cacciatore svSemioli 5.5 18' st Guberti 6Tissone 6Palombo 6.5Mannini 6Cassano 7 42' st Pozzi svPazzini 6.5A disp.: M. Cassano, Rossi,Poli e PadalinoAll. Del Neri 6

Rizzoli di Bologna 6

De Sanctis 6Santacroce 6Cannavaro 6

Grava 5.5Maggio 6

18' st Hoffer 6Pazienza 6

Cigarini 6.539’ st Maiello sv

Dossena 6.5Zuniga 6.5

24' st Bogliacino svDenis 5

Quagliarella 6A disp.: Iezzo, Aronica,

Rullo e Rinaudo.All. Mazzarri 6

Spettatori 32mila circa. Angoli: 9-5 per il Napoli. Recupero: pt 1'; st 4'

di MARIA BARBARO

51’

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Napoli in stand by. Il mercato azzurro non decollaancora. Tanti i nomi che si fanno ma di acquisti verie proprio nemmeno l'ombra. Il popolo partenopeo

aspetta con ansia il rinforzo in attacco. I tifosi sonodesiderosi di sapere chi sarà l'attaccante da venti gol che DeLaurentiis ha promesso alla fine del campionato. Alpresidente piace molto Pazzini ma la Samp non lo cede, e selo facesse, lo manderebbe alla Juve dove ci sono Delneri eMarotta. Maxi Lopez costa troppo per il suo valore, si erainsistito con Toni ma, mentre tutti sognavano, il numerouno partenopeo ha subito sgombrato il campo. «Per il nostroattacco sono alla ricerca di una giovane punta non di un34enne come lui - ha detto -. Non capisco chi parla di piazzatroppo esigente e pressante: anche Hamsik e Gargano eranogiovani ma sono riusciti ad imporsi sin dal primo momento».Toni non ha per niente gradito l'appellativo di “anziano” e harisposto al produttore cinematografico che «ero vecchioanche quando un mese fa ha fatto di tutto per prendermi».De Laurentiis, naturalmente, ha replicato: «Quando mi èstato proposto - ha evidenziato - ho valutato la situazionecon Mazzarri e Bigon. Lo consideriamo un campione, manon è fondamentale per il nostro progetto. Se voleva arrivarein prestito come ha fatto con la Roma, si poteva fare,altrimenti no. Lo avrei preso in un discorso dicomplementarità considerando che dovevamo disputare

anche l'Europa League, ma deve arrivare anche un altroattaccante e non ho voluto investire tutto su Toni. Noidobbiamo puntare sui giovani. Se vuole venire alle nostrecondizioni bene, altrimenti accetti tranquillamente chi glioffre di più, non partecipo ad un'asta. Ingaggio troppo alto?Non è vero che non possiamo permettercelo come sostienequalche amico mio di qualche altra società (chiaro ilriferimento a Preziosi, ndr), ma è una scelta ben precisa.Abbiamo idee molto chiare sul mercato. C'è tempo, i colpi disolito si fanno a luglio».Il salto di qualità lo farebbe fare Gilardino della Fiorentina.Negli ultimi giorni il puntero viola è stato accostato più volteai colori azzurri ma non sono mai arrivate le conferme. Ilgiocatore sarebbe ben lieto di accettare un trasferimento inriva al Golfo ma bisogna capire cosa ne pensa la famigliaDella Valle e soprattutto se c'è la voglia di sborsare ventimilioni di euro per prenderlo. De Laurentiis preferiscedribblare l'argomento tirando nuovamente in ballo Pazzini.«Al giocatore della Fiorentina non penso - ha raccontato -mentre per quanto riguarda quello blucerchiato il discorso èdiverso: per me è attaccante fantastico ma di lui se ne staparlando troppo ed il prezzo sta lievitando. Preferisco,quindi, non dire altro: vorrei evitare l'asta».

SALVATORE CAIAZZA

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Studiosi delle vite dei Cesari, rabdomanti degli almanacchi del calcio,professionisti delle biografie, biografi e agiografi, adulatori pochi ecritici molti convengono che il lungo regno calcistico di Ferlaino si

divide in otto storiche epoche.La prima, dal 1969 al 1973, è l'età della rivoluzione arancione. Comprendela presa della Bastiglia laurina, l'ingresso e l'assestamento nel mondo delcalcio, lo smarrimento momentaneo per i debiti del Napoli, nessunapromessa di miracoli e scudetti, la comunione di intenti con BepponeChiappella, allenatore brontolone ma mite. Un tentativo di scudetto sfumaa Milano. Un terzo posto è la prima margherita all'occhiello. L'Ingegnere èappena arrivato e, dopo quattro anni, molla. Dimissioni a dispetto. Perdodici mesi sull'Aventino, padrone in cagnesco. Affida la presidenzaall'ingegnere Ettore Sacchi promettendogliela per tre anni, ma glielariprende dopo otto mesi. Intanto, cede Zoff e Altafini alla Juventus.Montano le proteste e nasce il disamore.“Un momento - vuole precisare l'Ingegnere. - Non sono stato io a cedereAltafini alla Juventus. Lo cedette Sacchi che era pressato dal giocatore edalla stampa. Perciò litigai con Sacchi e gli tolsi la presidenza”.La seconda epoca, dal 1973 al 1980, è l'età del ferro da battere finché ècaldo. Si distingue per la rivoluzione copernicana del gioco del calciooperata dall'allenatore di temperamento e ombre Luis Vinicio con unaapparizione di emergenza del “petisso” Pesaola e una apparizione fugacedel ragazzo di Mergellina Gianni Di Marzio. Un altro miraggio di scudettoe la gardenia di un secondo posto all'occhiello. Sfuma il primo posto percolpa di Josè core 'ngrato. Sfuma anche l'acquisto epocale di Paolo Rossi. Sioppone vigorosamente al trasferimento miliardario del giocatore a Napoliil sindaco comunista Maurizio Valenzi. Si realizza l'acquisto sensazionale diBeppe-gol Savoldi alla cifra-record di due miliardi di lire che disturba il Nordbenpensante dal quale giunge l'invito a togliere la munnezza da PiazzaMunicipio anziché sperperare soldi nel calcio. Ma Enzo Biagi scrive: “Napoliva male non perché compra Savoldi, ma perché non può vendere i Gava”.La terza epoca, dal 1980 al 1982, è l'età breve. E' un'epoca passeggera con la

terza illusione di un irraggiungibile scudetto, la presenza gentiledell'allenatore Rino Marchesi, il fascino del difensore olandese Ruud Krolche gioca col passo elegante di un indossatore dal “San Paolo” alla “Mela”,noto ritrovo notturno in via dei Mille. L'Ingegnere si assicura l'acquisto deipiedi più piccoli della serie A, quelli di Massimo Palanca che calza il 36 ed èperciò definito piedino di fata.La quarta epoca, dal 1982 al 1985, è l'età del bronzo e delle facce di bronzo.Scuotono il regno di Corradino le tempeste di due salvezze risicate, primaPesaola e poi Marchesi al capezzale azzurro. Un Piper sorvola lo stadioinvocando la cacciata dell'Ingegnere e il ritorno di Juliano dopo il divorziofra i due per incompatibilità di carattere. Scoppiano bombe di minacciadavanti all'abitazione presidenziale. Corrado si lascia andare alloscoramento. Annuncia e attua le seconde dimissioni del suo lungo regno.Non si dimette mai veramente. Affida il Napoli a Marino Brancaccio,persona squisita e ingenua, che viene disarcionato dopo cinque mesi.L'Ingegnere torna in sella. Intanto, spunta all'orizzonte il fiammeggianteDiego Armando Maradona. Deliri e tammurriate dopo una prima stagionedi ambientamento. L'ingaggio dell'asso argentino senza uguali riempie unaintera estate di sì, forse, no, arriva, no, eccolo. Avanti e indietro fra Napoli eBarcellona. Juliano gran testardo vuole il fuoriclasse a tutti i costi. Il costodel supremo giocatore è pari a 14 miliardi di lire. Bonifici, telex, trucchi,trucchetti e poi il volo rapido dell'Ingegnere con aereo personale dall'Italiaalla Spagna per concludere la trattativa. Nascono, a Napoli, figli che sichiamano Diego. Gran lavoro di barbieri e parrucchieri per acconciare leteste dei ragazzi napoletani a immagine e somiglianza della fronda diriccioli irresistibili del pibe.La quinta epoca, dal 1985 al 1991, è l'età dell'oro. Si eleva alla gloria dellevittorie storiche, due scudetti che fanno vibrare il “San Paolo”. Italo Allodicostruisce il Napoli campione d'Italia. Compare Moggi al completo di sigarie telefonini. A Ferlaino spunta una lacrima sul viso e gli si apre un immensovuoto di bilancio perché gli scudetti costano quattro volte quello che siincassa (149 miliardi, però lordi, nei sette anni di Maradona, con gli ingaggi

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MIMMO CARRATELLI

alle stelle) e non ci sono ancora i diritti televisivi a fare polpa.La sesta epoca, dal 1991 al 1994, è l'età del salice piangente. Sopravviene losmarrimento del pibe de oro. L'artista della “rabona” cade nella trappola deldoping, non più protetto. Si registra l'addio del piede sinistro dei nostricuori. Orgoglioso colpo di coda dell'Ingegnere per conquistare uno scudettosenza Maradona, ma con l'acquisto di Fonseca sconquassa definitivamentele casse sociali.“Per la verità io e Franco Ambrosio, l'imprenditore del grano, comprammotutto il Cagliari - dice Ferlaino. - In incognito per la mia parte. Era vietatopossedere due club di calcio. Aiutando il Cagliari, ebbi uno sconto sul prezzodi Fonseca, otto miliardi e 400 milioni anziché diciotto miliardi”.Bamboli non c'è più una lira e i debiti raggiungono altezze vertiginose.“L'economia era ferma - puntualizza Ferlaino. - Non avevo più disponibilitàdi danaro. Dopo l'intralcio con Tangentopoli, le banche mi chiedevano dirientrare nelle mie esposizioni”.Si esibisce il fine dicitore francese della difesa Laurent Blanc. Passa e se neva Marcello Lippi che Napoli lancia verso una carriera meravigliosa. Passala mano l'Ingegnere nei tempi sempre più cupi lasciando il Napoli al vecchioEllenio Gallo. Invocato dal duce federale Matarrese e dal sindaco di tutti inapoletani Bassolino, mentre la piazza è incerta (il presidente dei trionfi edell'antipatia programmata non l'ha mai conquistata), l'Ingegnere torna,ma siamo quasi al requiem.La settima epoca, dal 1994 al 1997, è l'età della pietra e di pietre scagliateda chi è con molti peccati. E' segnata dal principio della fine, dallanostalgia per il pibe perduto, dalla confusione irrimediabile, da unasalvezza, la terza, a sei giornate dalla fine del campionato, garantita inpunta di piedi dal tranquillo Simoni, da addii e ripensamenti,dall'impareggiabile Vujadin Boskov che recita massime memorabili aSoccavo.L'ottava e ultima epoca, dal 1997 al 2002, è l'età dei crisantemi. Fissa il

dissolvimento del regno, l'abbandono di tutte le riscosse, la mancanza ditutte le risorse, il caos, la rumba di quattro allenatori, l'apparizione diCalimero Corbelli e la difficile convivenza con l'Ingegnere, il patimento dellaprima e della seconda retrocessione di Corradino. Passeggera riscossa conWalter Novellino, allenatore di Montemarano dove fioriscono i ciliegi, e coni gol di Stefan Schwoch, una specie di Buffalo Bill di Bolzano. Un nubifragiodevasta il “San Paolo” ed esilia il Napoli a giocare lungamente in periferia. E'la fine, preceduta dall'apparizione di Zeman poi sostituito con Mondonico,uomo di fiume refrattario al mare che realizza la seconda discesaall'inferno. Viene ingaggiato Edmundo, re del Carnevale di Rio e calciatoreoccasionale, ultimo coriandolo del carnevale napoletano. L'Ingegnereprecisa: “Edmundo lo volle Corbelli, consigliato non so da chi. Lui stava asentire Moggi che gli proponeva autentici bidoni. Uno fu Sesa. Poi Pachecoche pare non avesse la milza o qualcosa del genere, insomma il fegato glifunzionava male”.Corrado se ne va il 14 febbraio 2002 ed entra Toto Naldi, cavaliere equestreche sarà disarcionato da un ciuccio con le orecchie ormai abbassate.

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“Il Napoli più bello nei miei sedici anni di avventura inazzurro? Senza dubbio quello di Vinicio che, pur nonavendo vinto nulla, praticò per primo in Italia il calcio

totale”.Sono le parole di Peppe Bruscolotti -giocatore con piùpresenze nella storia del Napoli (511), protagonista, dal 1972al 1988, di tante battaglie al fianco di fior di campioni,sfiorando più volte la vittoria dello scudetto, prima diconquistarlo nel 1987- nel corso di una lunga intervistaconcessa al nostro mensile. Un professionista esemplare, siain campo che fuori. Solitamente si dice che dietro un grandeuomo ci sia una grande donna. Ed è vero anche nel caso diPeppe che aveva e ha nella moglie Mary un grande punto diriferimento e una preziosa consigliera nelle scelte piùimportanti da fare.“Con Clerici e Braglia a guidare l'attacco realizzammo 50 gol.Gringo, brasiliano di gran classe, dotato di forza e tenacia,segnava e faceva segnare. Arrivammo a un passo dalloscudetto. Quel 6 aprile 1975 perdemmo a Torino ma eravamoi più forti. Furono proprio gli ex azzurri Zoff e Altafini,appena passati alla Juve, a metterci i bastoni tra le ruote. Ilnostro capitano era Totonno Juliano, centrocampista diclasse, napoletano doc, vice-campione a Messico70. Poi

Orlandini, Esposito, a destra Massa e Rampanti e TarcisioBurgnich. Quella squadra avrebbe meritato di metterequalche trofeo in bacheca. Ricordo che all'epoca, quandoandavamo in ritiro al Ciocco, un certo Arrigo Sacchi, allora unperfetto sconosciuto, veniva a seguire i nostri allenamenti”.Altri ricordi?“Ho giocato e legato con tutti quelli che hanno vestito lamaglia del Napoli. Dal punto di vista umano nessunadifferenza, ma da quello tecnico devo dire che sono rimastolegato a 4 squadre in particolare, la prima appunto quella diVinicio. Prima ancora, con Chiappella in panchina, c'eranoVavassori, Zurlini e Canè. I fiori all'occhiello di quellaformazione erano Clerici e Juliano, ma tutti gli altri nonerano da meno”.Come non credergli. Prego, Bruscolotti. Proseguiamo con ilracconto. La “mascella di Sassano” cita nel dettaglio alcuniepisodi e da lì ricostruisce tutta la storia.“Ho vinto lo scudetto con la prima “Magica” (Maradona,Giordano e Careca), ma era tutta la squadra ad essere forte.Quello era il gruppo dei tanti campani che a vario titolodiedero il loro contributo, sia in campionato che in CoppaItalia, dove Muro e Caffarelli, giusto per citarne due, furonodecisivi nella conquista del trofeo”.

di GENNARO MONTUORI

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E nel 1988 cosa accadde?“L'anno dopo, con una squadra più forte, che aveva dominatoil torneo, perdemmo il titolo a poche giornate dalla fine. IlNapoli, con la seconda “Magica”, era una perfetta macchina dagol, una formazione scintillante, ma nonostante tuttoperdemmo lo scudetto, per vari motivi, perché probabilmentenon c'era una panchina lunga in grado di assicurare i ricambiper i troppo infortuni”.Capitano di lungo corso, ma a due giocatori cedette volentierila fascia.“Sì, me la tolsi per darla a Krol, al suo arrivo nel 1980, perchéera un grande campione. Tutti sgomitavano per averla, mal'olandese era l'unico in grado di poterla indossare. Anche quelNapoli fece bene, sfiorò lo scudetto che svanì a poche giornatedal termine. Con il giaguaro Castellini in porta, avevamo unadifesa insuperabile, magistralmente guidata da Krol, accantoal quale c'eravamo io, Ferrario e Marangon, il quale con le suesgroppate faceva entusiasmare i tifosi. Qualche volta giocavaanche Raimondo Marino. Il centrocampo, con Vinazzani,Nicolini e Guidetti, quest'ultimo dotato di un bel tiro) non eradi grossa qualità ma di grande cuore e grinta. In attaccoDamiani, Pellegrini e Capone mettevano paura a chiunque,forti del fatto di poter anche sfruttare i lanci di 40 metri diKrol. Poi c'era Nino Musella che in molte occasioni ci regalògioie e gol di classe. La seconda volta che mi tolsi la fascia fuper donarla definitivamente a Diego Armando Maradona:

gliela diedi in cambio di una promessa: lui mantenne la parolae ci condusse alla vittoria dello scudetto”Quali altri Napoli ti sono rimasti nel cuore?“Quello del giovane Di Marzio e della nostra linea verde, chenel 1977 perse la coppa Italia, in finale contro l'Inter, negliultimi minuti, e centrò un inaspettato piazzamento Uefa. Trai tanti giovani come non ricordarsi di un Antonio Capone,temuto da tutte le difese avversarie.E poi il Napoli di Savoldi e Vinicio che vinse la seconda coppaItalia con Rivellino e Del Frati in panchina, subentrati altecnico di Belo Horizonte”.In conclusione, andando a rileggere il taccuino forse nonabbiamo parlato di una cosa.“Quale?”Il gol all'Anderlecht in semifinale di coppa delle Coppe.“Un'altra pagina importante della mia carriera che stava perregalare la finale al Napoli. Tutto fu vanificato nella gara diritorno: un arbitraggio a senso unico ci eliminò dallamanifestazione”.

All'epoca, un amareggiato Pesaola disse: “E' stato il più grandescippo calcistico della mia carriera”.

Grazie, grande Palefierro. Ora, dopo una vita passata adirigere la difesa azzurra, guidi con la stessa precisione epuntualità la cucina del tuo rinomato locale, a Coroglio.

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Negli ultimi 15 anni, a Napoli si sono bruciati fior di giovani talentiazzurri che, volendo stilare un elenco, non ce la faremmo a inserirlitutti in un solo numero del nostro mensile. Per farvi comprendere

cosa sia accaduto, vi diciamo solo che il settore giovanile del Napoli èpassato dalla direzione tecnica di Giovanni Lambiase, Nicola D'Alessio,Rosario Rivellino, Mario Corso, Angelo Sormani, Sandro Abbondanza etanti altri campioni a gente che non ha mai toccato un pallone se non alivelli amatoriali come Antonio Porta. Ovvio che per ragioni di spazioprenderemo in esame solo alcuni casi.Cominciamo da Pianese che, pur avendo collezionato una decina dipresenze in serie B in prima squadra, si è ritirato dal calcio a soli 19 anni.Per aver perso questo talento dobbiamo ringraziare Antonio Porta, il qualeescludeva puntualmente dalla sue formazioni anche due giovani delcalibro di Ciotola e Noviello, ritenendoli piccoli fisicamente. Per sfondare, idue campioncini hanno dovuto lasciare Napoli. Il primo è esploso a Pisa, ilsecondo a Empoli. Immaginate che tipo di allenatore sia stato questosignore.Un altro esempio si chiama Platone. Superiore ad Aquilani, fu premiatocome miglior giocatore al Mundialito ed aver avuto degli allenatorimediocri l'ha penalizzato tantissimo. Porta, dopo aver allenato a Napoli,non ha mai fatto bene. Con lui i giovani non riuscivano ad emergere. Perallevare i giovani ci vogliono tecnici esperti di settore giovanile, gente cheha giocato a calcio e che conosce Napoli. Tutti gli azzurrini di quella nidiataora giocano solo per divertirsi, tranne Bova (arrivato a Cesena in B) e ilcentrocampista Gennaro Esposito (messosi in luce a Siena).Sulla stessa lunghezza d'onda di Porta ci sono anche Vito Tammaro, cheguidava fior di campioncini, i quali, invece, di crescere e migliorarsi, nonfacevano altro che regredire. Per fortuna, qualcuno di loro, con un po' ditempo è riuscito a rimettersi in carreggiata. Ultimo “non-allenatore” diquesta sorta di lista nera è Ivan Faustino. Il figlio del grande Canè ha fattoscappare da Napoli giocatori come Trotta e altri ragazzi che si sono“salvati” altrove, per non parlare del fatto che ha fallito tutti gli obiettivi.Nella sua militanza in azzurro, si è fatto influenzare da tropperaccomandazioni e ha operato con molta improvvisazione. Ci vogliono excampioni che sappiano motivare e sappiano dare quello che è mancatonegli ultimi anni. Con Muro e Caffarelli già si è visto qualcosa. Unallenatore che si rispetti deve saper anche educare i ragazzi, capire chequando un genitore gli affida il proprio figlio lo lascia a un secondo padre.Sotto questo punto di vista svolge un ruolo fondamentale. Un ragazzodeve andare via con un abbraccio. Negli ultimi anni non ho mai sentitogiudizi positivi, anzi. Per i genitori, che fanno tanti sacrifici, è molto triste.Mancano le infrastrutture e la logistica. Ma uno come Caffarelli non puòche fare bene: è cresciuto su tutti i fronti, da giocatore, da allenatore e dadirigente, ha tutte le carte in regola.Negli ultimi anni Pierpaolo Marino si è divertito a far del male a tantigiovani talenti napoletani, ingaggiando allenatori modesti. Auguriamociche da quest'anno vengano chiamati tutti quegli ex che sanno insegnarecalcio sul serio. Non è possibile che una scuola calcio come la MarianoKeller, nata solo pochi anni fa, “esporta” giocatori in tutta Italia e in Europae il Napoli non è in grado di far emergere campioncini in casa propria. IlNapoli segua il modello Keller. Al patron De Laurentiis rivolgo un appello,affinché intervenga in prima persona insieme a Bigon, che è una personaperbene, per porre rimedio a tutti i guai fatti da Pierpaolo Marino.

a cura della REDAZIONE

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Quando il calcio si unisce alla beneficenza e diventaoccasione per trascorrere insieme una giornataall'insegna del divertimento nell'incantevole scenario di

Positano. Tante emozioni quelle vissute lo scorso 21 maggio sulcampo sportivo “Vittorio De Sica” di Montepertuso.L'amministrazione comunale dello splendido paese dellacostiera amalfitana ha ospitato gli ex azzurri per una partita dicalcio contro le vecchie glorie del San Vito Positano. Lamanifestazione è stata dedicata a don Raffaele Talamo,scomparso tempo fa. L'organizzazione, curata nei minimidettagli, è stata affidata ad Antonio Rianna su indicazione delsindaco Michele De Lucia, del consigliere delegato allo sportAntonino Di Leva e dell'assessore Antonio Palumbo. Nellasquadra degli ex azzurri c'erano i campioni che hanno scritto lastoria del Napoli, da Bruno Giordano e Gianni Improta (capitanidella squadra) a Massimo Filardi, Antonio Capone, Ciro Muro,Antonio Carannante, Marco De Simone, Sandro Abbondanza,Raffaele Ceriello, Roberto Amodio, Franco Ciccarelli, Pasquale

Casale, Pino Caruso, Guido Postiglione, Ugo Napolitano,Ernesto Apuzzo, Giuseppe Barrucci e Aldo Sambuca.Alla guida tecnica Gennaro Montuori, nella doppia veste dipresidente del Movimento del “Respiro Azzurro” e diallenatore), a cui va il merito, insieme alla collaborazione del suostaff, di aver fondato questa rappresentativa che stariscuotendo successi ovunque in giro per l'Italia. Presidentedella squadra e presidente onorario del “Respiro Azzurro” è illeader dell'associazione avvocati europei, Enrico Tuccillo.Dirigente accompagnatore Maurizio Ercolano, addetto stampaRossella Sambuca.Loredana Abbondanza e Salvatore Nicolò del Napoli clubBolzano curano l'organizzazione insieme a Gennaro Montuori.La giornata è stata caratterizzata da un vero e proprio ritirodella squadra, in cui gli storici campioni hanno potuto rivivere lestesse emozioni di una volta. La cerimonia è stata apertadall'organizzatore Antonio Rianna, che ha ringraziato tutte lepersone che hanno reso possibile la realizzazione di questo

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evento. Prima del fischio d'inizio, entrambe le squadre, contutti i giocatori che si tenevano per mano, si sono fermate alcentro del campo per una preghiera in ricordo di don Talamo,insieme a don Raffaele Celentano e a don Giulio Caldiero, dellachiesa locale.Tornando alla sfida sul campo, Gli ex campioni del Napolihanno battuto le vecchie glorie del San Vito per 4-2. Ad aprirele danze un eurogol di sinistro di Ciro Muro, insaccatosiall'incrocio dei pali, che ha strappato applausi scroscianti aipresenti. Il raddoppio è arrivato grazie a un colpo di tacco diCapone: una vera beffa per il portiere avversario. Il gol Casale,con un tiro da fuori, ha fissato il punteggio sul 3-0. Prima delriposo, Di Leva ha accorciato le distanze. Nella ripresa, un gol diCaruso ha messo la vittoria in cassaforte, anche se i padroni dicasa hanno firmato la seconda marcatura con Palumbo.Finale con una sorpresa: a pochi minuti dalla fine GennaroMontuori ha svestito i panni dell'allenatore e si è portato suldischetto del rigore per calciare un penalty assegnato alle

vecchie glorie azzurre. “Poiché non era fallo, ho preferitocalciare fuori”, dirà Gennaro al termine della sfida.Al triplice fischio la classica premiazione di rito, con unomaggio a tutti i partecipanti. La serata si è conclusa alristorante “Valle dei Mulini” con una cena all'insegna deifesteggiamenti accompagnata dai cori della curva B diPalummella. Ma il cammino degli ex azzurri non finisce qui:saranno tanti gli impegni per beneficenza dei vecchi campioniche hanno fatto gioire milioni di tifosi.La festa è proseguita il giorno seguente con l'arrivo a Positano,appositamente dal Brasile, di Sergio Clerici, venuto perabbracciare le vecchie glorie, Gennaro Montuori e la famigliaRianna, in particolare Sergio Rianna, che i genitori chiamaronocosì in onore del Gringo, durante la sua militanza in azzurro. E'stata l'occasione per tagliare la torta dei 50 anni di AntonioRianna.

ROSA SAMBUCA

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