Tuttorvieto Giugno 2010

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Madre di tre figlie perde lavita in un assurdo incidentea soli 44 anni

Una donna di quarantaquat-tro anni, mamma di tre fem-mine, due adolescenti eduna bambina ha perso lavita il dieci giugno. L'incre-dibile incidente si è verifi-cato a quando mancavanouna decina di minuti all'una.Mirna Ricci stava facendo ri-torno a Porano proveniendoda Todi sulla strada provin-ciale Baschi- Todi quando lasua Alfa 147 è usciti dastrada in prossimità di unacurva ed ha oltrepassato ilguard rail finendo dentro adun 'ansa del fiume dove l'ac-qua è profonda circa unmetro. La macchina si è ap-poggiata sopra al guard railche in quel tratto è piuttostobasso ed è caduta di sottoda un'altezza di circa tremetri, finendo in fondo allospecchio d'acqua. Per la po-vera donna non c'è statoscampo. Anche l'ipotesi diun probabile malore nonviene affatto scartata dai ca-rabinieri che sono interve-nuti sul posto in seguito allatelefonata di un automobili-sta che ha notato la mac-china dentro l'insenatura. Afar propendere per questaipotesi c'è il fatto

che sull'asfalto in prossimitàdel guard rail non è statarinvenuta alcuna traccia difrenata come se la donnanon abbia fatto in tempo acercare di bloccare la scorsadell'auto o se fosse stata giàstata colpita da un malore.Quel tratto della Baschi-Todiè particolarmente insidiosoper le multe curve e quella,in particolare, è moltostretta ed improvvisa ap-pena alla fine di un rettilineoin cui non è raro vederesfecciare le auto anche a ve-locità sostenuta. Mirna Ricci,divorziata, viveva a Poranoinsieme al convivente che siè precipitato immediata-mente sul luogo della trage-dia avvisato dai carabinieri.Mirna Ricci aveva perso en-trambi i genitori nel disastroaereo di Punta Raisi a Pa-lermo nel 1972.

Processo per i rifiuti da Na-poli. Cimicchi chiede la de-posizione come teste diBerlusconi e Bertolaso

I difensori di Stefano Cimic-chi e degli altri dieci impu-tati nel processo sullosmaltimento di rifiuti dallaCampania hanno chiesto ladeposizione del capo del go-verno e della protezione ci-

vile.Berlusconi e Bertolasocompaiono nella lista dei te-stimoni della difesa insiemea Maria Rita Lorenzetti edAntonio Bassolino, ex go-vernatori di Umbria e Cam-pania. Gli avvocatisostengono che le 40 milatonnellate in più di rifiutinapoletani che furono smal-tite ad Orvieto non erano ineccesso rispetto all'accordotra le due regioni come so-stiene l'accusa, ma sareb-bero rientrate nel quadro diquell'accordo. Secondo ilpubblico ministero, i rifiutiad Orvieto ce li portò unaditta di trasporti controllatada Antonio Cecere legato alclan camorristico Mallardo-D'Alterio che guadagnarononell'affare oltre un milionedi euro. Oltre all'ex sindacodi Orvieto sono sotto pro-cesso l'ex assessore regio-nale all'ambiente DaniloMonelli l’ingegnere capo delComune di Orvieto, MarioAngelo Mazzi, gli allora diri-genti Sao, Sante Agarini,Giorgio Custodi, FrancescoAnsuini, Antonio Fabrizi eRoberto Piermatti, l’ex diri-gente delle Politiche am-bientali della Regione, MarioValentini e il presidente delconsorzio napoletano dei ri-fiuti, Mimmo Pinto. Il pro-cesso che si svolge a Roma,riprenderà il 23 febbraio.

I laghetti di Ciconia furonorealizzati senza rispettare leprescrizioni della Provincia

Un documento risalente adormai dieci anni fa proiettauna luce diversa sulla ge-stione dei laghetti di Cico-nia, semidistrutti dallapiena del fiume Paglia del-l'inverno scorso e costatialla comunità orvietanaquasi un miliardo delle vec-chie lire. Il maltempo deimesi passati aveva mandatopraticamente sott'acqua lastruttura, con il livello delfiume che aveva raggiuntol'isolotto artificiale e di-strutto la passerella inlegno che lo mette in colle-gamento con percorso late-

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rale. Una prescrizione in-viata dall'ufficio tecnicodella Provincia al Comune diOrvieto del giugno del 2000impone infatti la realizza-zione di una struttura so-praelevata a protezione deilaghetti che non è stata mairealizzata. La Provinciaaveva motivato la sua pre-scrizione accludendo unostudio idraulico realizzatodal professor Ubertini con ilquale si evidenziava chequella zona, compresa tra laconfluenza del Chiani nel Pa-glia ed il ponte dell'Adunatarappresenta il punto idrauli-camente più delicato e peri-coloso del fiume e la portatamassima del Paglia ha"tempi di ritorno" stimati in20 anni. Ciò significa che,nell'arco massimo di due de-cenni, era prevedibile che siverificasse un fenomeno diesondazione come quellodello scorso inverno che ècaduto proprio a metà delperiodo ipotizzato dal geo-logo. "Alla luce di tali risul-

tanze- scrive l'ufficio tecnicodella Provincia-è previstonel progetto un intervento disopraelevazione di un metroe mezzo rispetto al piano dicampagna con esclusione diopere in muratura. Tale rile-vato costituisce un anellocompleto a protezione dalleesondazioni e quindi indi-spesanbile alla protezionedell'opera". Questo affer-mava la Provincia, peccatoche la costruzione di prote-zione non sia stata mai rea-

lizzata. Infatti, alla primaesondazione ci sono statiforti danni con la passerellain legno che è andata di-strutta ed è ancora fuoriuso. La Provincia sollecitava al Comune anche la conces-sione per la pista ciclabile"senza la quale verrebberovanificati gli atti autorizza-tivi del provveditorato alleopere pubbliche". Anche lepiste ciclabili sono un mi-stero.

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Orvieto sta vivendo una crisi profonda di cuisono testimonianza il declassamento di vari ser-vizi come l’ospedale, la sede di giustizia, loscalo ferroviario e la soppressione di altri comela commissione tributaria. La mancata crescitadei decenni passati si è cominciata a trasformarein una lenta regressione.

Pendolari costretti a manife-stare in mezzo ai binari perdifende la stazione dal de-classamento, avvocati checercano nuove soluzioni perampliare la competenza ter-ritoriale del tribunale ed evi-tarne l’accorpamento conTerni, pazienti che scrivonoai giornali perché, da un mo-

mento all’altro, un primarioin cui hanno fiducia non la-vora più in ospedale. Poi,consulenti del lavoro e com-mercialisti che sono co-stretti a lavorare con Terniperché la commissione tri-butaria di Orvieto è stata ri-dotta ad un semplicesportello dove, al massimo,

si può aprire una partita ivamentre le pratiche per ilcontenzioso con il fisco pos-sono essere trattate soloall’ufficio di Terni. Quelloche succede oggi ad Orvietonon è niente altro che la pla-teale prosecuzione di quelprocesso di decadimento dicui la città è preda da de-cenni e che la conseguenzapiù vistosa del fallimentopolitico di chi l’ha sempregovernata. Per interi de-cenni è stata infatti perse-guita una politica che harimosso le esigenze dellacrescita e dello sviluppoeconomico, con l’unica ec-cezione di quelle iniziativache poteva essere control

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late politicamente e fosserocompatibili con il sistema dipotere dominante in città.Molti imprenditori sono staticacciati da Orvieto o, al-meno, gli sono stati messitalmente tanti bastone tra leruote da dissuaderli dall’in-vestire qui. Il risultato èstato quello di una lenta

agonia del sistema econo-mico che ormai, è evidente atutti, non può essere tampo-nata certo con uno sviluppodell’edilizia come quella acui si è assistito negli ultimianni. Se l’economia langue ela popolazione ristagna, ilterritorio perde d’impor-tanza e anche il livello deiservizi offerti ai cittadini nerisente in negativo. L’impor-tanza politica di una città èquasi sempre la conse-guenza diretta della suaforza economica e la Orvietodi oggi è stata resa debolis-sima da chi ha saputo curarebene solo gli interessi pro-pri. Da qui il depotenzia-mento dell’ospedale che hacome riferimento un numeroridotto di persone o loscarso contenzioso civile epenale del tribunale che di-pende anche dallo scarso di-namismo economico. Perquanto riguarda l’ospedale,a destare preoccupazione èstato il mancato rinnovo deicontratti a vari primari tra i

quali il primario di chirurgiaFilippo Stefano Correnti,l’oncologo Paolo Gerli, maanche la decisione di chiu-dere il reato di fisioterapia eriabilitazione che, in teoria,dovrebbe riaprire a settem-bre. La pianta organicadell’ospedale ha una ca-renza di circa 40 infermieriper la cui assunzione erastato bandito un concorso loscorso mese di settembre acui si sono iscritte oltre tre-mila aspiranti infermieri, mache non si è mai svolto. Leincognite che gravano sullastazione sono invece quellelegate all’automazione e allasoppressione della figura delcapostazione che lascia pre-ludere ad un depotenzia-mento dello scaloferroviario. Per quanto ri-guarda invece la commis-sione tributaria, l’ufficio diOrvieto è stato ormai de-classato dal dicembre del2009, senza che nessunoabbia nemmeno sollevatopubblicamente il problema.

Protesta dei pendolarialla stazione

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E’ da una passione profondaper la riscoperta delle pro-prie radici che trae origine“Castel Giorgio, nascita diun paese. Dallo studio deisoprannomi all’ipotesi Val-locchi”, il libro di Marco Mo-rucci, frutto di anni disopralluoghi, studi e ricer-che condotte nel territoriodell’Alfina. Un’opera cheprende le mosse con un’am-miccante e divertente inda-gine sui soprannomi ancorain voga in questa zona del-l’Umbria meridionale a ca-vallo tra Umbria e Lazio peraddentrarsi ben presto in unpercorso suggestivo alla ri-cerca della vera origine diCastel Giorgio. Senza simu-lare competenze accademi-che che non gliappartengono,ma facendoanzi orgogliosa professionedell’amatorialità nel propriointento di ricercatore, Mo-rucci ci guida nondimeno inun affascinante viaggio neltempo sulle tracce di fram-menti di documenti, a voltesemplici cumuli di pietre, ingrado di svelare una veritàalternativa rispetto a quella

ufficiale che vorrebbe ilpaese fondato nel 1476 daGiorgio Della Rovere, giuntoqui con centinaia di concitta-dini in fuga da Parma dopoche gli avversari ghibelliniavevano assunto il controllodella città emiliana. La ge-nesi di Castelgiorgio sa-rebbe infatti molto piùantica e lo stesso Della Ro-vere aveva probabilmentecercato, con un notevolesuccesso, di cancellarne lamemoria, per fare tabularasa del passato ed inte-stare a sé stesso il meritodi essere il fondatore dellanuova comunità.

La verità che emerge,pagina dopo pagina, èinvece più complessa erimanda ad un passatodecisamente più re-moto, consentendo di retro-datare la prima originedell’abitato all’epoca etruscaquando il primitivo insedia-mento coincideva probabil-mente con un pagus etruscoai confini del bosco sacro diVulsinia. In epoca romana,ai tempi di Traiano, l’Alfina

era considerato uno dei gra-nai di Roma. Risalgono aquel periodo i resti di alcunemura che ancora sfidano isecoli in località Casa Perazza, La Guerriana e CasaBruciata. E’ dall’analisi di untesto della studiosa franceseElisabeth Carpenter , autricedi un’approfondita analisidel catasto orvietano chel’ipotesi di Morucci trovaconvalida. L’antichissimoborgo si chiama Vallocchi. Iltrentunesimo vescovo di Or-vieto, Ildebrando Beccari,consacrato nel 1149, sa-rebbe stato originario di Val-locchi e in altri documenti sitrovano ulteriori traccedell’antico e misterioso vil-laggio. La missione di Mo-rucci può dirsi compiuta, masolo in parte. Adesso iniziaun altro lavoro non menostimolante che è in manoagli archeologi: trovare letracce del primo paese chenon coincide con quelloodierno. Chissà che il nostroricercatore-scrittore per di-letto non si imbatta, ungiorno o un altro, in qualche

pietra rivelatrice?

La alzata del maggio

“Castel Giorgio, nascita diun paese. Dallo studio deisoprannomi alla scopertaVallocchi”. Di Marco Mo-rucci. Intermedia Edizioni. 8 euro

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Una vera e propria festadel gusto e dei sapori, nonuna semplice sagra pae-sana. Settimo appuntamento ir-rinunciabile, per gli inten-ditori della buona cucina edella bella musica, con unprodotto semplice e spe-ciale allo stesso tempo: leManfrengole. L'armonia tra i semplici in-gredienti della tradizionelocale, quali farina e acquadanno alla luce una deli-cata pasta fatta rigorosa-mente a mano dalle donnedel paese che le obbliganoa numerosi giorni di lavoro

e che da sempre si sonoprestate a promuoverenon solo questo piatto, masoprattutto la cucina fa-brese. Antipasti, primi, carne allagriglia ed ancora la gusto-sissima pizza cotta alforno a legna. Strepitosi appuntamentisotto le stelle con tante no-vità tra cui lo spettacoloscintillante con la protago-nista della prima edizionedi X Factor, concorso ca-noro che permetterà alvincitore della serata dipartecipare a Sanremo-Lab con la possibilità di

accedere al Festival dellaCanzone Italiana come“Nuova Proposta”, ed in-fine per la felicità dei gio-vani, Concorso Nazionaledi Bellezza con l'elezionedi una Miss e di un Mister. Da non perdere i simpaticiappuntamenti con le mi-gliori orchestre da ballo,tra cui il campione mon-diale di organetto. Ed allora cosa stai aspet-tando! Fabro è felice di accogliertiin questa atmosfera estivanei giorni 8-9-10-11 / 15-16-17-18 luglio 2010.

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SAGRA DELLE MANFRENGOLEFABRO - Loc. Colonnetta

Per informazioni: Cell. 347 1875464

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Hanno fatto i furbi e adessorischiano grosso. Una doz-zina di orvietani che hannobeneficato degli sgravi per iservizi sociali destinati allefamiglie con redditi bassisono stati denunciati dallaFinanza che sospetta l'esi-stenza di vere e proprietruffe ai danni del Comune.Nei giorni scorsi sono partiticontrolli a tappeto da partedelle fiamme gialle di piazzaMarconi sulle dichiarazionirilasciate nell’anno 2009.A volte può bastare ancheuna crocetta sopra una ca-sella oppure una firma perfinire nei guai, se questa poiporta alla percezione di unbeneficio non dovuto. Daiprimi controlli effettuati daifinanzieri sono iniziati ademergere anche le denunce

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alla procura per le autocer-tificazioni attestanti il falsocosì come sono partite leprime lettere per il Comuneaffinché sospenda i beneficiconcessi. Mense scolastiche, agevola-zioni per servizi di pubblicautilità come gas, telefono,acqua, trasporto scolastico aprezzi scontati: è su questoche i finanzieri della tenenzaal comando di Renato Navastanno porgendo la propriaattenzione, a caccia dellefalse dichiarazioni presen-tate dai nuclei familiari perottenere le agevolazioni suiservizi erogati dagli enti lo-cali. L’Isee, l'indicatore dellasituazione economica equi-valente è la dichiarazionesostitutiva unica serve a do-cumentare la situazioneeconomica del nucleo fami-liare del dichiarante quandosi richiedono quelle che lalegge chiama prestazioni so-ciali agevolate. Si tratta diprestazioni o servizi socialio assistenziali la cui eroga-

zione è vincolata dalla situa-zione economica emergentedalla dichiarazione presen-tata. Sulla base dei daticontenuti nella dichiara-zione, combinando i redditi,i patrimoni e le caratteristi-che del nucleo familiareviene calcolato l’Isee chepermette di valutare le con-dizioni economiche delle fa-miglie. La dichiarazionesostitutiva è detta unica per-ché si compila una sola voltal’anno e vale per tutti i com-ponenti il nucleo familiare.La dichiarazione sostitutiva

è un atto che il cittadinopresenta assumendosi la re-sponsabilità, anche penale,di quanto si dichiara. L’atti-vità tuttora in corso svoltadai finanzieri, ha permessodi scovare diversi cittadinidel comprensorio orvietanoche hanno ottenuto le age-volazioni dichiarando ilfalso e per questo sono statideferiti alla magistratura.

Il tenente della Finanza Renato Nava

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Nata per gioco ad opera diun gruppo di amici delposto, desiderosi di risco-prire e far conoscere le anti-che tradizioni contadine cheandavano scomparendo,la Sagra dell'Oca di Cor-bara si è ben presto affer-mata tra gli appuntamentigastronomici più significa-tivi dell'Orvietano, richia-mando ogni anno frotte dibuongustai e di estimatoridella cucina semplice e ge-nuina. La scelta dell'ocacome animale protagonistadella manifestazione trae le

sue origini dall'anticausanza di cucinare questovolatile per festeggiare lafine della trebbiatura: unavolta terminata la raccoltadel grano, i diversi proprie-tari si riunivano attorno aduna tavola imbandita perconsumare un lauto ban-chetto che prevedeva comepiatto forte l'oca arrostitanei tradizionali forni a legna.Con l'abbandono dei metoditradizionali di trebbiatura el'avvento delle modernemacchine per la raccolta delgrano sono scomparsi anche

tutti i riti e le abitudini legatia questa attività agricola;nonostante ciò, l'oca arrostoè rimasto uno dei piatti tipicidi questo territorio. La Sagradell'Oca si svolge in localitàCanino a Corbara, una fra-zione del comune di Orvietoed è organizzata dall'Asso-ciazione Culturale "Il Gi-glio", che, ogni anno, riescea coinvolgere oltre centopersone, tra abitanti, natividel posto ed amici residentiin altri comuni, tutti pronti adare il proprio prezioso con-tributo per la piena riuscitadella manifestazione. L'As-sociazione "Il Giglio" è unsodalizio senza scopo dilucro, che devolve granparte del ricavato dellasagra ad enti ed associazioniche operano in campo so-ciale e sanitario. Queste ledonazione effettuate dal-l'Associazione negli scorsianni. 2001: lettino repartoortopedia; 2002: donazionein denaro alla Croce RossaItaliana; 2003: donazione indenaro ad Orvieto Contro ilCancro; 2005: donazione acase di riposo e stampanti al

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reparto di dialisi dell'Ospe-dale di Orvieto; 2006: mac-chinario al reparto didiabetologia dell'Ospedaledi Orvieto; 2007: donazioneO.C.C. e contributo C.R.I.;2008: donazione O.C.C.;2009: donazione O.C.C., do-nazione ad Associazione An-dromeda e macchinario alreparto di pediatria del-l'Ospedale di Orvieto.

MENU’ DELLAMENU’ DELLASAGRASAGRA

Tutte le sere, tranne lunedì28 e martedì 29 giugno:Antipasti:antipasto mistoPrimi piatti:- pappardelle all'oca- gnocchi con rigaglie d'oca- tagliatelle al sugo d'oca- penne all'arrabbiataSecondi piatti:- oca arrosto- oca alla cacciatora- braciola di maiale- salsiccia di maialeContorni:- patate fritte- insalata- fagiolini

Lunedì 28 e martedì29 giugno

"Festa della bisteccaa taglio libero”

Primi piatti:- un primo di oca- penne all'arrabbiataSecondi piatti:- bistecche a taglio liberocotte all'istantesui carboni

- braciole di maiale- salsicce di maialeContorni:- patate fritte- insalata

CALENDARIO DEGLICALENDARIO DEGLISPETTACOLISPETTACOLI

24 giugno- Orchestra Spettacolo "Si-mona Quaranta"25 giugno- Orchestra Spettacolo"Orient Express"26 giugno- Orchestra Spettacolo "IlTiziano”27 giugno- Orchestra Spettacolo "De-bora Valli e Giorgio Palma"28 giugno- Festa della bistecca allabrace al taglio libero29 giugno- Festa della bistecca allabrace al taglio libero30 giugno- Serata di ballo "latino-americano"1 luglio- "Sbronzi di Riace" in con-certo2 luglio- Orchestra Spettacolo"Luca Sebastiani"3 luglio- Orchestra Spettacolo"Jusi e I Cosmos”4 luglio- Orchestra Spettacolo"Marco Cimarelli Band"

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Con questo numero la no-stra rivista comincia unastretta collaborazione con iragazzi del “Foto fish andfood” che, con le loro avven-ture di pesca ci porterannoalla scoperta di laghi, fiumi,torrenti, che si trovano nelnostro comprensorio, e nonsolo.

Bolsena con i suoi 43 Km. dicirconferenza e con unaprofondita’ massima che su-pera i 240 metri e’ il lagovulcanico piu’ grande d’ Eu-ropa, nelle sue acque nuo-tano le carpe piu’ grandi delmondo e noi del” team ad-venture” raccogliamo lasfida: vogliamo la carpa da record.Chi non ha mai praticato ilcarpfishing al lago di Bol-sena, non puo’ capire la bel-lezza e l’emozione chequesto lago puo’ regalare…chi, non ha mai praticato ilcarpfishing al lago di bol-sena, non puo’ capire le dif-ficolta’ e le delusioni che lo

attendono.Esatto, Bolsena non ha viedi mezzo o estasi o disfatta.Quest’anno il “team adven-ture” con i suoi componentiAlessio, Mauro e Walter haprovato ambedue le faccedel grande lago.2-3-4 Maggio, tre giorni inzona Gradoli postazione 10“da giggetto”.

Tre giorni di niente, nulla difatto, silenzio, nessun beep,le abbiamo provate tutte,abbiamo portato le lenzeanche a 600 metri da riva,provando ogni esca possi-bile, ma di carpe nemmenol’ombra.10-11-12 Maggio, tre giornistessa zona la 10 “Da gig-getto” stesse esche, stessimarker, il posto lo cono-sciamo a memoria metroper metro, come sempre ar-rivati gonfiamo il gommonee portiamo 4 segnalini sullezone che ci indica il GPS,non disdegnando di capirese l’ecoscandagio ci possadare dei nuovi consigli. Sui4 segnalini, posizionati dai200 ai 400 metri da riva,ignorando le leggi vigenti,spargiamo 10kg. di mais efioccato con 1kg. di boilesper un totale di 40kg. dimais e 4kg. di boiles.6 canne, 6 insidie diverse,dalle piccole pop-up giallepineapple a 4 chicchi digranturco bilanciato, pas-sando per le 26 mm. Rose-hip della Mistral alle 20mm.Al mais della fishom.Finito di montare tutto, ci ri-lassiamo con una bella ce-netta sotto il cielo stellato,gustando delle ottime sal-sicce e del buon vino.La notte passa senza nes-suna attivita’ e il fantasmadel “cappotto” aleggia dinuovo su di noi, ma, alle10.00 di mattina una par-tenza fulminea ci sorprende,io ferro, Walter avvicina ilgommone e partiamo versola carpa e con 10 minutiportiamo a guadino una stu-penda regina di 14 kg.Da quel momento, abbiamoavuto circa una partenzaogni ora con 18 carpe por-tate a guadino in un giornoe mezzo di pesca con pesidai 12kg., alla big della ses-

sione, una stupenda carpadi 26.200 kg. forse un re-cord per le acque di Bol-sena.Il branco di carpe nomadi di

Bolsena era arrivato e si erafermato sulla nostra pa-stura, mangiando qualsiasiesca gli proponevamo.Andando via dal Bolsenadopo questi tre giorni e sa-lendo le colline propicenti allago e vedendo questo im-menso e stupendo bacinodall’alto, non posso nonpensare alla bellezza di que-sto posto, un gioiello ita-liano ,non solo per le grandicarpe famose in tutto ilmondo, ma per i suoi lucci,per l’immensa popolazionedi black-bass, per le stu-pende tinche, e i suoi core-goni.Siamo giunti alla fine delnostro primo appunta-mento, ma ricordatevi che il“team adventure” vi fara’vivere emozioni ormai so-pite, le nostre fotocameresaranno i vostri occhi, noi viporteremo la’ dove nessunovi ha mai portato, alla ri-cerca di quel sogno che vivedentro ognuno di noi, maora e’ tardi, noi….. andiamoa pesca.

Testo e fotoBenicchi Alessio

1° EPISODIO:

LE CARPE DI BOLSENA

Trattoria

DA

GIGGETTO

In collaborazione con:

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Una leggenda del rock ap-proda ad Orvieto.

Il 7 Giugno infatti, DaveEvans è arrivato diretta-

mente dall'Australia e si èfermato sulla rupe per tutta

la settimana.Dave è stato, anni fa, la

prima voce degli AC/DC,storico gruppo hard &

heavy formatosi a Sidneynell'ormai lontano 1973

(sua la partecipazione alsingolo “Can I Sit Next To

You Girl”, uscito solo in Au-stralia).

Da anni ormai ha intrapresola carriera di cantante soli-sta facendo spettacoli per

tutto il globo, ma per il suotour europeo di quest'anno,

che partirà a settembre,sarà affiancato da una band

locale nota a tutto il pub-blico orvietano amantedella buona musica: gli

H.O.T.Prima di farcelo scappare

l'abbiamo beccato una serain un bar e l'occasione di

fargli qualche domanda eratroppo “appetitosa”.

Domanda di rito Dave,come è nata la tua passione

per la musica?

Questa è una passione che ènata con me, fin quando eropiccolo infatti sono cresciutoin una famiglia dove il cantoera un'istituzione. Mio padreera un cantante ed io matu-ravo con questa immaginestampata nella mia testa,non ho avuto la TV fino a 15anni e questo faceva si cheogni volta che la mia fami-glia si riuniva a tavola si co-minciava a cantare tuttiinsieme, e questo era moltobello.

A quale età hai cominciatoad appassionarti al mondodel rock?

Beh, diciamo intorno ai 12anni, quando in radio sen-tivo le canzoni di storicheband come Beatles e RollingStones, soprattutto i Beatlesa quel tempo erano addirit-tura più famosi di Gesù Cri-sto,quindi questa sorte erainevitabile. Inoltre, come ho

già detto prima, c'era anchela musica di mio padre ad af-fascinarmi non poco e que-sto faceva si che l'amore cheprovavo per questa “arte”crescesse ogni giorno di piùdentro me.

Cos'ha significato per tel'esperienza con la storicaband AC/DC?

Gli AC/DC sono stati per meun fulmine a ciel sereno.I miei primi video, le mieprime canzoni, i primi spet-tacoli importanti, la miaesperienza in questo mondoparte da li.Sono stati la mia prima veraband, prima di quel mo-mento non avevo mai fattoniente al livello professio-nale, tutto quello che sono eche faccio adesso è iniziatocon loro, quindi possiamodire che per me sono statiuna sorta di iniziazione.

Dopo tanto peregrinare seigiunto in Italia, ad Orvieto, estai per cominciare unnuovo tour con gli H.O.T.,

di Alessandro MARZI

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cosa puoi dirci sui compo-nenti di questo gruppo?

Come è normale che sia, iofaccio dei tour in varie partidel mondo e per ogni tour houna band diversa, una perl'America, una per l'Austra-lia. Per quanto riguardal'Europa ho un contratto conl'Stf Records, una casa di-scografica tedesca, che èanche la stessa degli H.O.T.

Ho avuto il piacere di sentirlisuonare e devo dire che misono piaciuti fin da subito,sono dei ragazzi molto pro-fessionali e hanno un granderispetto nei miei confronti,sono decisamente “cool”! Ladecisione di fare il tour conloro l'ho presa quasi subito.

Ok Dave, un'ultima do-manda poi ti lascio andare,che messaggio vuoi dare conla tua musica?

Sono felice che tu me loabbia chiesto! Con le mienote io vorrei trasmettere atutti una buona iniezione disicurezza, credere in sestessi è infatti un principiofondamentale per me.Nessuno può mettere i piediin testa a nessuno, ogni in-dividuo ha il suo modo di ve-dere le cose.Il rispetto è la base di tutto,non bisogna criticare unapersona che la pensa diver-samente da te.

Un paio di domande anche

agli H.O.T sono d'obbligo.Appena un anno fa è uscito ilvostro debut album e adessostate per far espatriare lenote dei vostri pezzi, comevi sentite?

Onorati è dire poco. Nel-l’arco di tempo che va dal 29giugno (data dell’uscita deldisco, ndr) dell’anno pas-sato ad Oggi, sono successemiriadi di cose.Il disco ha suscitato grandeinteresse da parte di criticae pubblico, ed il riscontro èpiù che positivo. Ben che ladistribuzione dell’album siaristretta solo ad Austria,Svizzera, Germania, Spagnaed Australia, le vendite el’interesse ci rendono orgo-gliosi e ci fanno ben sperare,garantendoci un futuro suquesta strada. Finalmenteabbiamo un’agenzia, la “Ex-treme Booking Agency”, checi promuove e ci fa suonarein Italia..che altro dire, il no-stro singolo di Natale “be-fore it’s Christmas” haletteralmente spopolato en-trando addirittura in classi-fica in paesi come il Vietname la germania, alcuni tra ipiù importanti registi ed at-tori horror mondiali sono incontatto con noi in previ-sione di eventuali collabora-zioni, a seguito dei nostrishow al Fantasy HorrorAward, e poi, dopo tuttoquanto, come se non ba-stasse, abbiamo avuto l’im-mensa fortuna di esserepiaciuti al primo cantante efondatore degli AC DC, DaveEvans, con cui suoneremofra poco a Roma, che ha de-ciso di portarci via come“opening act” nel suo tourEuropeo, a settembre.Diciamo che è proprio un belperiodo

Com'è nata questa. chiamia-mola collaborazione, con

Dave Evans?

Dunque. L’ultimo disco diDave è distribuito inEuropa dalla nostra casadiscografica, la “tedesca”Stf Records. Probabil-mente, per caso, ha avutol’occasione di ascoltare ilnostro lavoro, e, a dettasua, se ne è letteralmenteinnamorato.Ha quindi de-ciso, assieme al suo tourmanager, di darci la piùgrande chance dellavita...anche se ciò compor-terà grandi sacrifici.

Cosa vi aspettate da questotour?

Tanto divertimento.Comesempre...ma anche duris-simo lavoro.Durante questigiorni in cui Dave è venutoda noi, stiamo veramentecapendo cosa vuol dire es-sere “una band”.Ritmi for-sennati, dodici ore dimusica al giorno, seritàe anche una buona dosedi “cazziatoni”.Ma sapremo farci valere,ci rendiamo conto che questo è il nostro bigliettoper un traguardo che finoad un anno fa era un sognoed ora è talmente tanto vi-cino che non riusciamobene a distinguerlo, il suc-cesso.

Se non sbaglio state già la-vorando al vostro secondodisco, potete darci qualcheanticipazione sullo stile osu qualche pezzo in partico-lare?

Ballerete molto. Come di-ceva John Lennon, se vai afare qualcosa di risentito, divintage, di passato non seirock.Se inventi., se crei.,serischi, quello è rock n roll.Spero che la parola “dancemetal” vi dica abbastanza.

www.daveevansrocks.comwww.myspace.com/handsoftimerock

Dave Evans

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Presunti falsi invalidi nel mi-rino dell'azienda sanitaria.La direzione della Asl ha av-viato un'indagine interna su89 casi di persone che sonostate dichiarate invalide ci-vile con una procedura rite-nuta poco trasparente.Ildirettore generale VincenzoPanella ha deciso di farecompleta luce sulle proce-dure utilizzate dalla com-

missione chiamata a deci-dere sulle certificazioni delleinvalidità civili che ha com-petenza per l'area orvie-tana. I sospetti siconcentrano sul lavorosvolto dalla commissione trail 2008 ed il 2009. Tutte lecertificazioni di invalidtàstabilite in quel periodosono state annullate dal di-rettore generale con una de-

L’ospedale di Orvieto

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libera nella quale si puntua-lizza che la commissioneavrebbe certificato gli 89casi di invalidità senza com-piere alcuna visita alle per-sone interessate, masolamente su base docu-mentale. Adesso l'indagineinterna ha iniziato a passareal vaglio tutte e 89 le posi-zioni, effettuando di nuovole visite che non sarebbero state svolte o che ci sareb

bero state in maniera par-ziale, tale comunque da su-scitare forti dubbi nellostesso direttore generale.Panella ha anche adottatoun procedimento nei con-fronti della presidente dellacommissione medica che sisarebbe resa responsabiledelle ipotizzate irregola-rità. Al vaglio dell'azienda cisono anche i comportamentitenuti dagli altri componenti

della commissione, non siesclude infatti che le irrego-larità riscontrate siano ri-conducibili nella stessamisura a tutti i membri dellacommissione a cui, peraltro,spettano ruoli diversi.Nelfrattempo, le 89 persone cheerano state già dichiarateinvalide civili si sono vistenotificare un atto ufficialedella Asl. Gli accertamentisu quelle pratiche sono an-cora in corso e l'indagine in-terna dovrebbe concludersinel giro di poche settimane.L'Umbria è la regione ita-liana con il maggior numerodi pensioni di invalidità inrapporto alla popolazionecon una media di 5,37 inva-lidi ogni cento abitanti con-tro una media delle regionidel centro Italia che è di duepunti percentuale più basse.Orvieto ha una media supe-riore all'Umbria, ma quantidi queste persone che perce-piscono un assegno mensilesono per davvero invalide?

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L’ evento per la 250° FESTA in onore dellaMADONNA DEL SANTO AMORE

Il ponte é una metafora di ciò che mette in relazione unità che stannotra loro distanti oltre che distinte, rendendo possibili passaggi e

congiunzioni altrimenti impensabili.Viaggiare nel tempo non èancora possibile ma a TorreAlfina, paese di visione esogno, forse lo sarà, in unconnubio fra storicità espettacolo, fra cultura e tra-dizione.L’Associazione culturaleAstorre, in collaborazionecon altri enti ed associazionidel luogo, anche quest’annovuole presentare unagamma di manifestazioniculturali che rendano giusti-zia alla bellezza del borgoche le ospita. Per tre giorni,dal 3 al 5 settembre 2010,una serie di eventi permet-teranno a noi di calarci inaltre epoche vivendo sugge-stioni, odori e sapori ditempi andati. Così saràanche possibile stabilirequel “ponte nel tempo”,

quell’elemento di congiun-zione che unisce passato epresente e ci permette dicomprendere meglio il mo-mento attuale.Quante volte, in un’epocacosì confusionaria e priva divalori profondi e qualifi-canti, ci siamo ritrovati achiederci chi siamo e quantovaliamo, ma soprattutto dadove veniamo e da doveprovengono taluni atteggia-menti che ci contraddistin-guono. La memoria di unluogo è legata, come ormairiconosciuto da ogni storio-grafia che si rispetti, nonsolo ai grandi eventi che lìhanno avuto luogo, maanche, e forse soprattutto,alle piccole dinamiche chequotidianamente, in quello

spazio contemporaneo checorre silenzioso alle spalledel processo storico, vi sisvolgono, sublimando ognigiorno il proprio ciclico de-stino. A queste dinamicheconcorrono gli uomini, con-corre la natura che li ospita,concorrono i rapporti che siinstaurano con il territorio. Tutto questo definisce, gros-somodo, quel che si usa de-finire paesaggio. E ognipaesaggio porta addosso,meglio di ogni cronistoria, isegni del tempo e della Sto-ria: quel che per ogni buonarcheologo è cosa data perscontata (la ricostruzionedella storia anche attraversole piccole cose), pare essermisconosciuta ad altri. Ilpaesaggio. Il luogo. Il terri-

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torio. Concetti che concettinon sono, trattandosi dellabase vitale per ognuno chesu questo pianeta abbia tra-scorso un giorno o centoanni.Ponti nel Tempo 2010, cele-brando i 250 anni di festa inonore della Madonna delSanto Amore, celebra unaintera collettività, quella diTorre Alfina. Infatti si puòdire a ragione che la memo-ria identitaria del nostropaese, quella almeno che ègiunta fino ad oggi, intatta,è proprio questa festività.Poco è rimasto dell’epocadei Monaldeschi e successi-vamente dei Bourbon delMonte.Anzi, con l’arrivo dei Cahen,e la demolizione della anticachiesa in castello, cuoredella collettività, tutto si èperso. Ci rimane il palazzocome qui viene comune-mente chiamato, che carat-terizza comunque il nostropaese e se considerato unbell’esempio di architetturaneo gotica, è stato intera-mente rifatto e stravolto ri-spetto all’architetturaoriginaria.Forse altro elemento identi-tario lo si può trovare nel-l’amministrazione dei benicivici della comunità, beniottenuti a risarcimento di di-ritti acquisiti fin dal 400.La celebrazione incentratasoprattutto sulla festivitàreligiosa con la rievocazionestorica della prima proces-

sione che ha dato originealla festa (corteo della Tra-slazione), vedrà il debuttodello stendardo araldicodella Madonna e dell’imma-gine sacra incoronata. Tut-tavia, come ogni anno, cisaranno altri eventi nel-l’evento, che come ci piacedefinirli, permetteranno alvisitatore di compiere unviaggio nel tempo, immagi-nifico, ma non tanto, per-mettendogli di calarsi inaltre epoche con i propri “odori e sapori”.Ceneremo con il marcheseCahen, in “ Una cena a pa-lazzo” dove, prendendospunto dalle frequentazioniavute dal nobile a Torre Al-fina, a Roma e Parigi convari personaggi del’epoca(1900-1930) si rivivrà unaatmosfera da cafè chantantcon spettacolo e piatti parti-colari, presi da un vecchioricettario dell’epoca giuntofino a noi.Con il “Brindisi della Rosa”(rosa fiore della Madonna)si inaugura la manifesta-zione, sul piazzale belvederedel castello, dove si svolgeanche un altro evento,”Dentro una Rosa”, che ri-guarda l’allestimento tem-poraneo di un giardino, nelquale si svolgerà il balletto“Bolero for piano solo”(Ravel). Rivivremo poi mo-menti di vita dei primi annidel novecento accompagnatida canzoni e balli popolaridell’epoca.

Per ultimo, la fiera di SanBartolomeo di antica tradi-zione, che è oggi una piccolamostra mercato dei prodottidella Tuscia e dell’antiqua-riato.

Antonio PIETRETTI

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“ . . Lo smemorato è colui che non sa chi è,perché siamo quel che ricordiamo . . ”

La memoria, nella sua va-lenza sociale, è un elementoindispensabile, un bisognoradicato profondamente ditenere vivo il proprio pas-sato e le proprie radici, chesono sorgente e fondamentodell’identità personale e col-lettiva. In questo senso me-moria e identità sicompenetrano e si alimen-tano reciprocamente nelpercorso che incardina lestorie individuali a quella delgruppo sociale di apparte-

nenza. L’identità collettiva si nutredi un sostrato fatto di miti,riti, tradizioni trasmessi dauna generazione all’altra enei quali il gruppo sociale siriconosce, ritrova le originicomuni e la propria storia. La tradizione diventa, dun-que, un elemento indispen-sabile non tanto e non soloper tenere viva la memoriadel passato quanto per ser-vire come insegnamento peril presente e il futuro.

TORREALFINA

E’ un piccolo paese, in pro-vincia di Viterbo. Conta circa500 abitanti ed è una fra-

zione del comune di Acqua-pendente.Il nome Torre Alfina deriva:Torre, dalla presenza di unaantica torre di avvistamentoe Alfina, nome dell’altopianoche lo accoglie. L’impiantodel paese, sviluppatosi a se-micerchi concentrici intornoall’antica rocca, costruita inepoca longobarda, è tipica-mente medievale.Ne sono testimonianza dueporte d’ingresso all’anticoborgo, ancora visibili e benconservate, denominate

Porta Vecchia e porta Mag-giore.L’epoca medievale videTorre Alfina coinvolta nellelotte tra guelfi e ghibellini.Signori di Torre Alfina eranoallora i Monaldeschi di Or-vieto di parte Guelfa.Sin dal 1451 la Comunità ri-cevette parte dei beni tolti alsignore e per certo sap-piamo che intorno al 1500Torre era organizzata in Co-mune.Il territorio della Comunitàdi Torre Alfina si estendeva

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in ampi territori che arriva-vano fino al fiume Paglia.Dalla metà del 1600 però ilComune si impoverì gradual-mente fino ad arrivare , sulprincipio del 1800, all’inde-bitamento totale.Con l’unità d’Italia Torre Al-fina diventa definitivamentefrazione del Comune di Ac-

quapendente.Nel frattempo anche l’anticopalazzo Monaldeschi avevaseguito le sorti del paese equando fu acquistato dalMarchese Edoardo Cahen nel1881 era ridotto a granaio epericolante. Al rifacimentolavorò l’architetto GiuseppePartiti che lo rielaborò in

stile neogotico.

ASTORRE, da Astorre Mar-dula un nostro conpaesanovissuto nella seconda metàdel ‘500 e accompagnatoredi Monaldo Monaldeschidella Cervara.

SAGRA DELLE PAPPARDELLE AL CINGHIALE

Anche quest’anno Ponti nelTempo e l’associazione turi-stica pro loco TorreAlfina organizze-ranno una delleSagre più imponentidel centro Italia: lasagra delle pappar-delle al cinghiale,giunta ormai alla XXIesima edizione. Dall’11 al 18 agosto unaparticolare atmo-sfera si diffonderà aipiedi del castello delpiccolo borgo medie-vale. Nella piazza delpaese si propaghe-ranno gli odori tipicidella carne di cin-ghiale, preparata in unavasta gamma di ricette tra-

dizionali e accompagnatadai migliori vini del territo-

rio. Non solo cinghiale matanti altri sapori caratteri-

stici dell’alta Tuscia po-tranno essere gustati. La

collaborazione deltutto gratuita edentusiastica trala pro loco e lapopolazione Tor-rese è il segretodel nostro suc-cesso: basti pen-sare che ognianno viene soddi-sfatto “l’appe-tito” di circa 6mila ospiti. Que-sto è di certo unrecord ma ancheuna nuova sfidache ogni anno ci

proponiamo dipoter eguagliare e perché nosuperare.

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Quali sono i motivi per cuiattualmente si discute den-tro al consorzio?

Sostanzialmente all'internodel consorzio di tutela delvino di Orvieto si e' creatauna situazione di conten-zioso che riguarda tre argo-menti che possono esserecosì riassunti: determina-zione del prezzo di mercatodell’ Orvieto Classico Docsfuso , conseguentementeanche il prezzo del vino inbottiglia . Per evidenti mo-tivi di filiera, al prezzo delvino sfuso e' intimamentecollegato il prezzo dell'uva

all'ingrosso. Poi c’è la que-stione delle modifiche deldisciplinare approvate in as-semblea dei soci nel 2009 ri-guardanti la resa per ettarodell'uva per l’ Orvieto Clas-sico in quintali, la nuovabase ampellografica, cioe' lapercentuali di vitigni che sipossono avere nell'ambitocomplessivo deivigneti della propriaazienda agricola e la mag-giore rappresentativita' nelconsiglio d'amministrazionedel consorzio di tutte le ca-tegorie che compongono lafiliera dal viticoltore fino al-l'industriale dell'imbottiglia-

mento.

Quali sono le divisioni in-terne e su quali argomenti?

Per quanto concerne ilprezzo di mercato, la con-troversia riguarda le duegrandi cantine sociali dellazona, Monrubio da unaparte e Cardeto dall'altra;all'interno dell'assemblea cisono altre cantine e altrisoci che si sono schierati chida una parte e chi da un'al-tra e altri che sono rimastiequidistanti. L'Orvieto Clas-sico e' in una situazione dicongiuntura economica e ilprezzo del vino all'ingrossoe' sugli 80 euro a ettolitro dimedia, ma in realta' la ten-denza e' inferiore. Conse-guentemente il prezzo

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dell'uva e' sui 39-40 euroal quintale. Considerato che un'azienda agricola deve so-stenere per tutte le opera-zioni nei vigneti, con uso deimezzi e degli operatori uncosto agronomico che si ag-gira sui 5000 euro a ettarocirca ; e considerato che ildisciplinare consente unaresa massima per ettaro di110 quintali, chiunque safare l'imprenditore, ossia safare i conti, capisce chesiamo nella soglia della per-dita a questi prezzi di mer-cato. Le divisioni riguardanoil "come uscirne da questacrisi". E l'argomento dellaresa per ettaro direi che e'centrale per la tutela dei fat-turati delle nostre aziende.La prima scuola di pensieroall'interno del consorzio ri-conducibile al gruppo Mon-rubio, sostiene che tenendopiu' bassa possibile la resaper ettaro si riesce a tenerebasse le produzioni e cosi'dovrebbe ricrescere la do-manda di Orvieto classicodoc e, per ragione di mecca-nismi di mercato, ricresce-rebbe cosi' anche il prezzo.La seconda scuola di pen-siero, riconducibile algruppo Cardeto, sostiene ilcontrario; in un momento di

prezzi con oscillazionitroppo lente e mi-nime, per aumentare il fat-turato delle aziende, megliofare leva sull'aumento dellaresa per ettaro tenendola alivelli piu' alti degli attuali110/ha, nei limiti, ovvio ,dicio' che e' agronomicamentepossibile per la qualita' delvino.Le posizioni sono en-trambe assolutamente legit-time; siamo imprenditori, ediscutiamo democratica-mente su cio' che e' meglioper difendere i nostri inte-ressi prevalenti.

Secondo lei cosa sarebbeopportuno fare per rilan-ciare la redditività del set-tore?

A livello personale nel 2009,mi feci promotore insiemead altri colleghi di una mo-zione che prevedeva un au-mento della resa fino a 120portando il livello a 130 peri nuovi impianti che hannodal 2001, 3334 ceppi per et-taro, con costi di lavorazioni,quindi ,maggiori. Venne tro-vato un compromesso vo-tando un documento chealzo' la resa per ettaro a 120per tutti i vigneti doc ovvia-mente. A causa delle divi-

sioni interne e di una rac-colta di firme contro que-sto aumento, la Regione habocciato la modifica, e si e'ritornati a 110 ql/ha. A mioavviso abbiamo perso unagrande occasione per difen-dere i nostri fatturati; ci tro-viamo in un momento in cuia condizionare il mercato, inepoca di globalizzazione, e'la grande distribuzione. Ra-gion per cui ad una minorproduzione non corrispondeun immediato e significativoaumento della domanda divino doc, e conseguente-mente non c'e' un imme-diato e significativoaumento del prezzo. In eco-nomia si dice che c'e' unadomanda "anelastica" cioe'una domanda che rispondetroppo lentamente alle oscil-lazioni della produzione.Senza contare il fatto che cisono altri disciplinari in Ita-lia, per esempio per il Soavee il Verdello, che permettonorese per ettaro di 130-140ql/ha. Questo significa chele aziende di questi territoripossono raggiungere un li-vello di fatturato che garan-tisca utili, a prezzi piu' bassi,perche' hanno la resa piu'alta. Noi invece con 110ql/ha, per raggiungere fat-

Flavio Zambelli

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turati accettabili dovremmoaumentare il prezzo a livellinon concorrenziali con altri.Gli industriali preferisconoacquistare altri doc di qua-lita' che costano meno del-l'Orvieto Classico. Dobbiamoessere piu' flessibili e man-tenere un disciplinare piu'elastico che partendo dallaresa per ettaro piu' alta,consenta che quest'ultimadi anno in anno possa venireabbassata, solo se la situa-zione di vino invenduto lo ri-chiedesse. Senza pero'limitarci aprioristicamente,e senza dover modificaretutte le volte il disciplinarestesso. Sulla questione dellarappresentativita' in consi-glio, noi viticoltori, chesiamo i fornitori dell'uva allecantine, chiediamo che ci siaalmeno un consigliere che cirappresenti, nel consigliodel consorzio. Le candida-ture che presenteremo alleprossime elezioni, sono co-perte dal piu' assoluto ri-serbo. Sulla modifica della

base ampelografica (uvag-gio) siamo tutti d'accordo sulla percentuale mista di60% Grechetto-Trebbiano,sul restante 40%, avrei pre-ferito l'obbligo di vitigni pre-giati per difendere laqualita'. Invece il restante40% e' libero; ragion cui unviticoltore, in teoria, po-trebbe anche impiantare il100% di vigneti a Treb-biano. Vitigno molto produt-tivo, ma meno qualitativo.La stessa flessibilita' che c'e' stata sulla modifica delle

percentuali, sarebbe stato meglio avercela anche sultema della resa. .

L'introduzione della fascettaè stata sufficente a ridurregli interventi degli imbotti-gliatori?

L'uso della fascetta serve atutelare l'Orvieto Classico dacontraffazioni e specula-zioni, ma gli argomenti cen-trali adesso sono gli altri cheabbiamo trattato.

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