Emmaus Giugno 2010

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“…mentre discorrevano Gesù si avvicinò” PERIODICO DELLE PARROCCHIE DI MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, MILLEPERTICHE, PASSARELLA, SANTA MARIA DI PIAVE, CAPOSILE ANNO 4 - N. 2 GIUGNO - LUGLIO 2010 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected] A AN NNO NO 4 - N N. 2 GIUG UGNO NO - LUG GLI LIO 2010 - Piazza Libertà, à, 2 2 - 3 300 0024 MUSILE E DI DI P PIA IA VE V - T T e el. e Fa ax x 04 0421 2 .5 523 2308 08 - E-mail: emmaus.musi sile le@g @gma mail i .com m ANNO 4 - N. 2 GIUGNO - LUGLIO 2010 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected] NELL'INFERNO CON DIGNITA' Cari amici, Oggi 13 giugno 2010, scrivo queste righe dalla nave traghetto che da Nuweba in Egitto ci sta portando ad Akaba in Giordania. Stiamo vivendo questo pellegrinaggio "sulle orme di Mosè" davvero particolare e in- tenso. Dal cuore sento che non posso tacere e non posso non condividere con voi alcune semplici rifles- sioni su ciò che ho visto due giorni fa insieme ai 40 pellegrini. Padre Luciano, un missionario comboniano ci ha fatto incontrare la realtà degli "zabbàlin", i raccoglitori di immondizie (zibàla in arabo significa spazza- tura). Sono più di un milione di persone, 1050 famiglie che vivono immersi nell'immondizia che viene por- tata da tutta la città de Il Cairo che conta 20 milioni di abitanti. Padre Luciano ci fa camminare in fretta tra i vicoli sporchi e maleodoranti di questo quartiere dove lui e alcuni volontari donano tempo ed ener- gie per organizzare vari luoghi per la scolarizzazione di bambini e ra- gazzi. Ci chiedono di poter soste- nere non solo il progetto per la costruzione di una scuola dentro a questo quartiere ma anche e so- prattutto di poter collaborare tro- vando volontari nostri, della nostra collaborazione, disposti a condivi- dere per un po’ di tempo (un mese, alcuni mesi, un anno...) den- tro a questa realtà. Vi assicuro che ho percepito una incredibile di- gnità fatta di saluti, sorrisi, occhi di bambini e, proprio in mezzo a montagne di immondizie,proprio lì ho percepito la vita, la voglia di vi- vere. Sembra fuori luogo dire queste parole eppure è così... Verso sera, tutti insieme, siamo andati in una chiesa posta in una collina sopra que- sto quartiere dove gli zabbàlin si ritrovano ogni giovedì sera per pregare e la domenica per celebrare la messa. Abbiamo anche noi pregato e celebrato. Siamo saliti sopra un'alta struttura in costruzione da dove si poteva vedere tutto il quartiere e lì ho visto davvero l'indescrivibile. Mi sono reso conto dell'inferno (la pa- rola non è eccessiva) in cui vive questa gente: le case diroccate a più piani sono tutte riempite di spazza- tura e ogni angolo delle stradine, dei vicoli, rigurgita odori, resti di ogni tipo. Dall'alto dove non si distinguono i volti e le persone sembra proprio di essere in un girone dell'inferno dantesco. Dal basso, invece, entrando, scopri che lì si vive, ci si diverte, si ride, si canta, si prega... Com'è strano il mondo! Mi ritorna alla mente una frase: "DIO NON PRODUCE SCAR TI ". Dio presente in quei volti degli zabbàlin continua a dare a quell'in- ferno un anticipo della dignità a cui tutti aspiriamo ma che solo in Paradiso vivremo. don Saverio PS: Se vuoi saperne di più sul progetto di P. Luciano e sugli zabbàlin, e magari vuoi vivere un'esperienza indimen- ticabile, puoi scrivere a [email protected], oppure clicca sul sito www.comboni.pcn.net oppure guarda i video su youtube cliccando zabbàlin e se vuoi poi ne parliamo! Pensaci.

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Collaborazione Pastorale di Musile di Piave - Emmaus Giugno 2010

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“…mentre discorrevano Gesù si avvicinò”PERIODICO DELLE PARROCCHIE DI MUSILE DI PIAVE, CHIESANUOVA, MILLEPERTICHE,PASSARELLA, SANTA MARIA DI PIAVE, CAPOSILE

ANNO 4 - N. 2 GIUGNO - LUGLIO 2010 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected] 4 - N N. 2 GIUGUGNONO - LUGGLILIO 2010 - Piazza Libertà,à, 2 2 - 3 3000024 MUSILE E DIDI P PIAIAVEV - T Teel. e Faax x 0404212 .5523230808 - E-mail: emmaus.musisilele@g@gmamaili .commANNO 4 - N. 2 GIUGNO - LUGLIO 2010 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: [email protected]

NNEELLLL''IINNFFEERRNNOO CCOONN DDIIGGNNIITTAA''Cari amici,Oggi 13 giugno 2010, scrivo queste righe dalla nave traghetto che da Nuweba in Egitto ci sta portando adAkaba in Giordania. Stiamo vivendo questo pellegrinaggio "sulle orme di Mosè" davvero particolare e in-tenso. Dal cuore sento che non posso tacere e non posso non condividere con voi alcune semplici rifles-sioni su ciò che ho visto due giorni fa insieme ai 40 pellegrini. Padre Luciano, un missionario combonianoci ha fatto incontrare la realtà degli "zabbàlin", i raccoglitori di immondizie (zibàla in arabo significa spazza-tura). Sono più di un milione di persone, 1050 famiglie che vivono immersi nell'immondizia che viene por-tata da tutta la città de Il Cairo che conta 20 milioni di abitanti. Padre Luciano ci fa camminare in fretta tra

i vicoli sporchi e maleodoranti diquesto quartiere dove lui e alcunivolontari donano tempo ed ener-gie per organizzare vari luoghi perla scolarizzazione di bambini e ra-gazzi. Ci chiedono di poter soste-nere non solo il progetto per lacostruzione di una scuola dentro aquesto quartiere ma anche e so-prattutto di poter collaborare tro-vando volontari nostri, della nostracollaborazione, disposti a condivi-dere per un po’ di tempo (unmese, alcuni mesi, un anno...) den-tro a questa realtà. Vi assicuro cheho percepito una incredibile di-gnità fatta di saluti, sorrisi, occhi dibambini e, proprio in mezzo amontagne di immondizie,proprio lìho percepito la vita, la voglia di vi-

vere. Sembra fuori luogo dire questeparole eppure è così... Verso sera, tutti insieme, siamo andati in una chiesa posta in una collina sopra que-sto quartiere dove gli zabbàlin si ritrovano ogni giovedì sera per pregare e la domenica per celebrare lamessa. Abbiamo anche noi pregato e celebrato. Siamo saliti sopra un'alta struttura in costruzione da dovesi poteva vedere tutto il quartiere e lì ho visto davvero l'indescrivibile. Mi sono reso conto dell'inferno (la pa-rola non è eccessiva) in cui vive questa gente: le case diroccate a più piani sono tutte riempite di spazza-tura e ogni angolo delle stradine, dei vicoli, rigurgita odori, resti di ogni tipo. Dall'alto dove non si distinguonoi volti e le persone sembra proprio di essere in un girone dell'inferno dantesco. Dal basso, invece, entrando,scopri che lì si vive, ci si diverte, si ride, si canta, si prega... Com'è strano il mondo! Mi ritorna alla mente unafrase: "DIO NON PRODUCE SCARTI". Dio presente in quei volti degli zabbàlin continua a dare a quell'in-ferno un anticipo della dignità a cui tutti aspiriamo ma che solo in Paradiso vivremo.

don Saverio

PS: Se vuoi saperne di più sul progetto di P. Luciano e sugli zabbàlin, e magari vuoi vivere un'esperienza indimen-ticabile, puoi scrivere a [email protected], oppure clicca sul sito www.comboni.pcn.net oppure guardai video su youtube cliccando zabbàlin e se vuoi poi ne parliamo! Pensaci.

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CCrriissii eeccoonnoommiiccaa …… mmaa nnoonn ssoolloo!!Spesso, negli ultimi mesi, l’argo-mento d’apertura delle paginedei quotidiani è stato la crisi fi-nanziaria, ora evolutasi in crisidei debiti pubblici e degli statinazionali, così come sono staticoncepiti nel costituzionalismoeconomico del secondo dopo-guerra. Sono infatti proprio glistati nazionali i primi soggetti adoversi, oggi, confrontare con leconseguenze di una crisi chenon possiamo concepire comeconfinata al comparto econo-mico o finanziario.

Il presupposto del costituzionali-smo economico sopracitato in-fatti consta di un dato essenziale:il soggetto statale, al fine di ga-rantire ai consociati i diritti sociali(istruzione, sanità ed affini) costi-

tuzionalmente previsti, necessitaesercitare un controllo sui capi-tali facendo uso del sistema im-positivo con il quale, tassando laricchezza su base progressiva eossequiando, dunque, criteri dicapacità contributiva e obbligo disolidarietà nel sistema fiscale,preleva il gettito necessario al fi-nanziamento di detti servizi. Ilproblema emergente dal quadrofornito, tuttavia, deve conside-rare altre due importanti variabili,la globalizzazione e la volatilitàdei grandi capitali e la poc’anzicitata crisi del debito pubblico.Per quanto concerne la fuga dellaricchezza, è da notarsi come ilprincipio ideale dello stato checontrolla il capitale (tipico del co-stituzionalismo economico) amezzo d’imposizione fiscale siaoggi da rivedere anche perché, difatto, il peso dello spesa socialeche doveva essere sostenuto, inbase ai principi di solidarietà ecapacità progressiva, proprio daigrandi capitali oggi grava sui sog-getti che maggiormente necessi-tano dell’intervento del welfarestate (fenomeno noto come “cor-tocircuito teleologico del welfarestate”); in secondo luogo deve ri-levarsi quella che è la problema-

tica connessa al debito pubblico,conseguenza dell’indebitamentodello stato atto a garantire un in-troito di ricchezza deputato alsostenimento della spesa so-ciale. “Il fatto che i mercati nonsiano più disposti a rifinanziare ildebito delle euronazioni se que-ste non dimostrano la capacità dicontenerlo e poi ridurlo, chiudeuna stagione storica del modellodi welfare europeo: nel futuronon sarà più possibile finanziarein deficit gli apparati enormi e legaranzie generose dello stato so-ciale” - sostiene in un’intervista a“ilsussidiario.net” il prof. CarloPelanda. Tutto ciò implica, espresso in altritermini, gravi ripercussioni nonsolo nel settore economico e fi-nanziario ma anche nel nostropiccolo. In questo senso l’istanzarivolta alla politica è quella dellostudio di nuovi sistemi di welfare,più sostenibili economicamentee da accostare a rinnovate solu-zioni fiscali. Ma tutto ciò come può toccareanche le nostre comunità? Qualedev’essere il ruolo della politicain quest’ottica? Ebbene anchequesta volta la tradizione puòcorrerci in soccorso, nel caso di

La collaborazione pastorale diMusile di Piave è orgogliosa didarvi il benvenuto nel suo nuovosito. Innanzitutto, “collaborazionepastorale” significa che insieme aMusile, vi danno il loro benvenutoanche Chiesanuova, Milleperti-che, Passarella, Caposile e SantaMaria di Piave. Questo sito nascedall’idea di rendere ancor più con-creta questa collaborazione, maanche dalla volontà di rendere piùfacilmente accessibili le informa-zioni riguardanti la parrocchia,

dalle più semplici come gli oraridelle messe, alle più articolate cheriguardino eventi come campi-scuola, pellegrinaggi, Grest e ini-ziative di vario genere, sempreriguardanti l’ambito parrocchiale.Ilprogetto del sito vorrebbe quindigarantire l’immediatezza delle in-formazioni, ma anche dei contattiqualora voleste sapere qualcosain più su una qualsiasi iniziativaalla quale vorreste prendere parte.Inoltre il tutto sarà corredato dafoto e video (quando possibile)

degli eventi in corso, o da pocopassati.Sperando di centrare in pieno gliobiettivi prefissati, vi auguriamouna buona navigazione tra le no-stre pagine!

E’ NATO IL SITO INTERNET: www.collaborazionemusile.it

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Parlare di immigrazione significamettere a dura prova la nostraidentità e nello stesso tempoanche la nostra umanità. L’immi-grazione infatti ha diverse facce:alcune inquietanti, altre rassicu-ranti; ci induce a confrontarci conimportanti problemi quali quellodella sicurezza e della paura, met-tendo in gioco i valori della tolle-ranza e del rispetto della dignitàdelle persone. L’immigrazione ècrescita e sviluppo economico, maspesso è anche sfruttamento e de-grado, è integrazione e solidarietà,ma non mancano forme di razzi-smo e xenofobia. Queste sonoproblematiche forti che vanno af-frontare con coraggio ed onestàintellettuale senza cedere alleideologie o alle opportunità politi-che del momento. Nell’Enciclica Caritas in Veritate,Papa Benedetto XVI afferma chel’immigrazione ci pone di fronte a“sfide drammatiche” e che ha bi-sogno di soluzioni di non facile ge-stione. Il Santo Padre richiama,infatti, l’attenzione sui “diritti dellepersone e delle famiglie emigrate”;cioè ci indica che il migrante vaconsiderato una persona e nonuna merce. Dal Pontefice viene,inoltre, rimarcata l’importanzadella tutela dei diritti “delle societàdi approdo degli stessi emigrati”senza però ridurre tali diritti allasola sicurezza, ma allargandoli alla

identità e alla integrità nazionale.Sottolinea anche i diritti dei Paesidi provenienza degli emigrati affin-ché non siano impoveriti delle ri-sorse necessarie per lo sviluppo,affermando “non vi è più bisognodi emigrare” dice il Papa, “quandoci sono in Patria posti di lavoro suf-ficienti e un tessuto sociale suffi-ciente”.Un’attenta riflessione su quantoci indica il Santo Padre, ci ponedi fronte a tutta una serie di con-siderazioni basilari che diven-tano fondamentali rispetto alriconoscimento del diritto di cit-tadinanza agli immigrati. Ci sitrova infatti a confrontarci seria-mente con il riconoscimento deidiritti fondamentali di ciascunapersona, sia o no cittadina italiana:la casa, le cure mediche, la scuola,la tutela sul piano economico deglistranieri con volontà di agire posi-tivamente nel rispetto delle regolee l’aiuto concreto all’integrazione. Il Governo sta facendo molto siasul versante della lotta all’immigra-zione clandestina definendo regolecerte, sia sul piano dell’integra-zione. Nel luglio 2009, con il "pac-chetto sicurezza", il Parlamento haprevisto per la prima volta l’"ac-cordo di integrazione". Tale prov-vedimento consiste in una seriedi impegni che l’immigrato sot-toscrive ed è chiamato ad ono-rare nel periodo di validità del

permesso di soggiorno, pena laperdita dei crediti necessari perottenere il rinnovo e quindil'espulsione. Ma probabilmentenon è abbastanza, perché moltoancora si deve fare per risolvere ilproblema sul piano culturale e so-ciale al fine di favorire la convi-venza nella diversità. Dal XIX rapporto sull’immigrazionedi Caritas/Migrantes del 2009,emerge che la consistenza degliimmigrati regolari in Italia supera iquattro milioni (incluse le presenzeregolari non ancora registrate inanagrafe) con un aumento rispettoal 2008 di diverse centinaia di mi-gliaia. Gli immigrati nel nostroPaese sono, in media, 1 ogni 15residenti, 1 ogni 15 studenti, quasi1 ogni 10 lavoratori occupati. Inol-tre, in almeno un decimo dei matri-moni celebrati in Italia è coinvoltoun partner straniero. Nel nostroComune le proporzioni sono an-cora più alte, basti pensare che suuna popolazione di circa 11500abitanti vi sono 1308 residentistranieri, pari a circa il 12% dei re-sidenti (348 Comunitari provenientida 13 Paesi della Comunità Euro-pea - 960 Extracomunitari prove-nienti da 41 Paesi del mondo). Trai residenti comunitari, i più nume-rosi sono i cittadini di nazionalitàRomena (264 pari al 22,5% deglistranieri a Musile) mentre tra gli ex-tracomunitari si distinguono per

specie è opportuno riferirsi allalunga tradizione della cristianitànell’ambito delle encicliche so-ciali, iniziata con la ben nota“Rerum novarum” (delle cosenuove) di Leone XIII e giunta finoal nostro mondo con l’altresì co-nosciuta “Caritas in Veritate” diBenedetto XVI. Durante una re-cente conferenza Mons. Giam-paolo Crepaldi, arcivescovo diTrieste, discutendo del ruolodella politica e del ruolo del cri-stiano nella politica ha sostenutoquanto il sostrato, che potremmodefinire culturale, del cristiano in-fluenzi il suo modo di fare e di

concepire la politica, sostratoche deve considerare Carità eVerità come due doni, da gestirecon coscienza e responsabilità.Coniugando ciò ad un altro cele-bre titolo della “letteratura eccle-siastica”, in vero la costituzionepastorale del Concilio Vaticano II“Gaudium et spes” (felicità e spe-ranza) che invita gli uomini dibuona volontà ad impegnarsi perla giustizia, potremmo ben direche quest’impegno, rivolto a tuttinoi, debba gestirsi in ossequio aCarità e Verità che sono in séanche strumenti indispensabiliper la fiducia e per - citando

un’ulteriore enciclica, la “Populo-rum progressio” - il mettersi aservizio degli uomini, con la re-sponsabilità tipica di chi ha rice-vuto un dono. Trattasi dunque diuna sorta di impegno atto a ribal-tare l’asse dei fini della politica,invitando tutti ad agire metten-dosi a servizio dell’uomo, consi-derando come fine della propriaattività l’uomo medesimo, nell’in-tegrità della sua dignità.Siano dunque fatte scelte nuovee siano ponderate bene, ma sitengano sempre in considera-zione questi elementi.

Luca Cadamuro

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AAllllaa rriicceerrccaa ddii uunn mmooddeelllloo ddii iinntteeggrraazziioonnee

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numero quelli di nazionalità alba-nese con 136 unità (10,4%), ma-rocchina con 128 unità (9,8%),cinese 108 (8,2%), senegalese 85(6,5,8%), nigeriana 61 (4,7%),Bangladesh 56 (4,3%), Moldava54 (4,1%), Ucraina 53 (4,0%). L’in-cidenza della presenza degli immi-grati in Italia è ancora più marcatatra i minori: più di un quinto dellapopolazione straniera è costituitoda minori, 5 punti in più rispetto aquanto avviene tra gli italiani (22%contro 16,7 %). Tra nati in Italia ericongiunti, il 2008 è stato l’anno incui i minori stranieri, per la primavolta, sono aumentati di 100 milaunità, a testimonianza di un inseri-

mento sempre più avanzato. A Musile i minori stranieri che fre-quentano il nostro Istituto Com-prensivo “E. Toti”, sono159 su1038 alunni, pari al 15,3 %, dellapopolazione scolastica, così distri-buiti: Scuola dell’Infanzia 46 su187 (24,6 %), Scuola Primaria 70su 557 (12,6 %), Scuola Seconda-

ria di 1° grado 43 su 294 (14,6 %).Come si può notare la presenza dialunni stranieri è più elevata nellaScuola dell’Infanzia, indica cheanche nel nostro Comune l’inseri-mento di bambini stranieri è in pro-gressivo aumento.

Credo sia facile comprenderecome la presenza di bambini, siaun segno della volontà dei genitoristranieri, presenti nel nostro terri-torio, di riunire le proprie famiglie edi avviare una residenza stabile nelnostro Comune. Sono dati questiche impegnano gli Amministratoridi Provincia, Regione e Comuni amettere in campo risorse e inizia-tive di integrazione capaci di fron-teggiare una situazione che stacambiando radicalmente il nostrotessuto sociale. Si tratta di fare rete tra Istituzioni -Comuni, Parrocchie, Scuola e As-sociazioni - che operano nel terri-torio al fine di realizzare tutta unaserie di strumenti per fare incon-trare le persone avviando adesempio, corsi per adulti di cono-

scenza della lingua italiana, corsidi formazione professionale, atti-vità socio-culturali che favoriscanolo scambio interculturale, iniziativedi sostegno, nei casi di difficoltà,che salvaguardino la dignità dellepersone evitando l’abbandono al-l’indigenza e al degrado. Nella Scuola già si sta facendomolto per l’inserimento degli alunninelle classi, in ottemperanza al di-ritto-dovere all’istruzione dei mi-nori stranieri. Insegnanti ed espertiesterni (mediatori linguistici,equipe socio-pedagogiche delleASL, …) lavorano da tempo perl’individuazione di strumenti, ri-sorse e strategie didattiche di ap-prendimento che favoriscanol’integrazione. Ma, la parola spettasoprattutto alla politica che devedare segnali forti nella ricerca di unmodello di integrazione nel pienorispetto della nostra identità nazio-nale, dei nostri valori, tradizioni ecostumi.

Luciano Carpenedo Assessore alle politiche culturali e all’Istruzione

del Comune di Musile

PERCHE’ E’ SANTO?

“L’amore, in definitiva, è il le-game che uni-sce tutto, è ciòche è alla basedi ogni voca-zione, la ra-dice, la linfache fluisce e laalimenta per-ché di cia-scuno il Figliovuole essere

amico: è per tutti che ha datola vita ….”“Quando giunse la sua ora, Gesùdisse a coloro che erano con Luinell’orto del Getsemani, Pietro,Giacomo e Giovanni, i discepoliparticolarmente amati: Alzatevi,

andiamo!. Non era lui solo adover andare verso l’adempi-mento della volontà del Padre,ma anch’essi con Lui.Anche se queste parole signifi-cano un tempo di prova, ungrande sforzo e una croce dolo-rosa, non dobbiamo farci pren-dere dalla paura. Sono paroleche portano con sé anche quellagioia e quella pace che sonofrutto della fede. Alzatevi e nontemete! L’amore di Dio non ci ca-rica di pesi che non siamo ingrado di portare, né ci pone esi-genze a cui non sia possibile farfronte. Mentre chiede Egli offrel’aiuto necessario. Perciò fa-cendo eco alle parole del nostro

Maestro e Signore anch’io dico avoi: Alzatevi, andiamo! Andiamofidandoci di Cristo. Sarà Lui adaccompagnarci nel cammino,fino alla meta che Lui solo cono-sce!” (Giovanni Paolo II)

Venerdì 7 maggio scorso si è tenutoun incontro con Saverio Gaeta, ca-poredattore di Famiglia Cristiana,che sta seguendo la Causa di Bea-tificazione e di Canonizzazione perGiovanni Paolo II e che ha scritto illibro “Perché è Santo” insieme alpostulatore della causa Mons. Sla-vomir Oder.La serata, svoltasi in chiesa, è ini-ziata con un omaggio musicale de-dicato al Santo Padre, da parte

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della corale S.Donato e da Bernar-dino Zanetti. Sinceramente vi dicoche vi siete persi, per chi non c’era,dei momenti “magici” dato che siai canti eseguiti con bellezza radiosadalla corale che la rapsodia musi-cale proposta con raffinata mae-stria da Zanetti, hanno creato unentusiasmo interiore difficile da de-scrivere, un qualcosa che ti tra-volge dentro al momento e che tilascia una pace interiore non indif-ferente.Di Saverio Gaeta, possiamo dire

brevemente, chenasce a Napolinel dicembre del1958 e che avent’anni comin-cia già la sua atti-vità giornalisticaa tempo pieno. E’ laureato inScienze della co-municazione so-ciale ed è stato

anche docente di Teoria e tecnicadel giornalismo e di Stampa perio-dica all’Università pontificia sale-siana di Roma. Non mi dilungo oltreperché sarebbe estesa la lista dellecollaborazioni con i diversi quoti-diani, settimanali e mensili, nonchéla collaborazione con la Radio Vati-cana e la presenza a diversi pro-grammi giornalistici sia Rai cheMediaset (qualcuno dei presenti allaserata lo avrà certamente ricono-sciuto) …. oltre ad aver pubblicatouna sessantina di libri fra saggi, bio-grafie, libri intervista e antologie eaver collaborato a varie opere col-lettive quali “Storia delle Chiese inItalia”, “Giovanni Paolo II” ecc.In questa serata Saverio Gaeta ciha edotti sulla causa di beatifica-zione per il Santo Padre e suc-cessivamente abbiamo avutol’opportunità di scambiare con luiimpressioni, interrogativi, opinionie quant’altro in merito alla sua fi-gura: Giovanni Paolo II, il “Gi-gante di Spiritualità” come Mons.Slawomir Oder lo ha soprannomi-nato.Karol Jòzef Wojtyla nacque a Wa-dowice, vicino a Cracovia (Polonia)il 18.05.1920. Orfano di madre a 9anni, segue i suoi studi e quando leforze di occupazione nazista chiu-sero l’università Karol lavorò sia in

una cava che in fabbrica per potersiguadagnare da vivere ed evitare ladeportazione in Germania. Nel1942 inizia il suo cammino alla for-mazione sacerdotale. In sintesiqueste le sue tappe: nel 1946 vieneordinato sacerdote, nominato ve-scovo ausiliare di Cracovia nel 1958e arcivescovo nel 1964. Il 16 otto-bre del 1978 viene eletto Papa as-sumendo il nome di Giovanni PaoloII. Durante il suo Pontificato hacompiuto 146 visite pastorali in Ita-lia, come vescovo di Roma ha visi-tato 317 parrocchie romane ecompiuto 104 viaggi apostolici nelmondo. Tante, tantissime sono lepersone che Lui ha incontrato sianei suoi viaggi, nelle visite pastorali,durante le Udienze Generali, quelleSpeciali e durante le cerimonie reli-giose in Italia e nel Mondo: dai Capidi Stato, ai ministri, alle autorità esoprattutto alla gente comune.Alcuni fatti salienti da non dimenti-care:- il 13 maggio 1981 l’attentato allaSua Persona da parte di Ali Aqca,un giovane turco che nascosto trala folla in piazza San Pietro gli sparaferendolo gravemente. La fedeferma e convinta, linfa vitale diquella quiete d’animo che secondome riveste tutta la Sua persona, hacondotto il Santo Padre ad andarea visitare in carcere Aqca e a per-donarlo del suo gesto. “La provvi-denza ha fatto si che la vita nonfosse tolta ed è in virtù di ciò cheè tempo di parlare di perdono …”Nella sua vita una costante semprepresente è anche la figura maternadi Maria tanto da fargli ritenere chea proteggerlo e salvarlo sarebbestata la Madonna stessa. Forse lamorte prematura della madrequando ancora era in giovane etàha creato in lui questo connubio in-timo con Maria : “… Dio non ab-bandona gli uomini ma li aiutatramite Maria, la sua presenza ma-terna perpetua ci è accanto ognigiorno e ci sostiene….”- nel 1986 il Santo Padre visita lasinagoga di Roma: un gesto maicompiuto da altro Pontefice e nel1993 stabilisce le prime relazioni di-plomatiche ufficiali tra Israele e laSanta Sede.- nel 1986 istituisce la Giornatamondiale della Gioventù che sug-

gella l’importanza data al dialogocon le nuove generazioni, all’incon-tro con loro e che da allora vienecelebrata ogni anno.

Il Santo Padre Karol Wojtyla muoreil 2 aprile del 2005 lasciandoci la te-stimonianza di un uomo costruttoree sostenitore della pace; uno stra-ordinario comunicatore, un uomodalla volontà d’acciaio, un testi-mone soprattutto per i giovani aiquali si sentiva particolarmente le-gato e dai quali traeva la sua linfaed energia spirituale vitale alla suacrescita interiore. Ed è in virtù ditutto questo che subito dopo la suamorte è esplosa la sua fama di san-tità che ha portato a chiedere didare inizio alla Causa di Beatifica-zione e Canonizzazione, dalla qualesono emerse nuove tessere a com-pletamento del “mosaico” della suapersona. Aspetti di vita, fatti, raccontiassai importanti perché descritti eraccontati dai suoi amici, dalle per-sone che gli erano più vicine e intime,testimonianze hanno dato ancor piùvigore e forza alla figura grandiosache già avevamo di Lui. Egli era un uomo che sdrammatiz-zava sempre tutto ciò che gli capi-tava, guardava al lato positivo inogni cosa e l’essenzialità del suopercorso, del suo cammino era ba-sata su ciò che Dio gli chiedeva ecioè il cammino verso la santità. Lapreghiera è quindi un punto fermo eprimario per il dialogo personalecon Dio, attraverso la quale riescead accettare la Sua volontà fino infondo conscio del fatto che Dio èsempre accanto a lui e lo sostienenel cammino. E’ stato il Papa delle famiglie, deilaici, dei giovani; ha saputo pren-dere la sua croce e l’ha portata finoalla fine con il sorriso ed una paceinteriore dettati solo dalla fiduciache lui ha riposto in Dio, un Dio chenon punisce, non si scorda, non cilascia ….MAI. Quando a noi pare diessere soli e abbandonati da tutti eda Lui è perché il nostro dolore, lenostre fatiche ci rendono ciechi mase cerchiamo un attimo nel buioche ci opprime potremmo vedere làin fondo un piccolo spiraglio di luceche mano a mano si fa più grande,che ci dà la speranza, quel sorrisoe quella pace interiore che danno la

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forza e l’energia necessaria ad af-frontare le fatiche quotidiane conun’ottica positiva perché in fondo inquesto mondo sempre più vorticoso,dove tutti corrono non si sa dove,dove se non stai al passo “perdi iltreno” (ma il treno per dove?), dovese non ti conformi ad uno status det-tato dalla moda del momento sei uninetto, un insignificante. FORSEDOBBIAMO AVERE il coraggio didire STOP! Di riprendere in mano lanostra vita e non farla condurre daaltri, di avere il coraggio di fidarsi diDio perché Lui si fida di noi. Alloraforse le cose, anche quelle che ai no-stri occhi appaiono più insormonta-bili un po’ alla volta diventano menofaticose perché “Dio non ci carica dipesi che non siamo in grado di por-tare o di esigenze a cui non siamo ingrado di far fronte” .Fiducia, fede, speranza e Amore:sono le cose che contano, che forsevalgono di più nella nostra vita. Farsentire e sentire le cose con il cuore:questo è uno dei grandi insegna-menti che mi ha dato Giovanni PaoloII e questo lo si può fare se si ama ve-ramente, in modo incondizionato. DiLui, della sua figura io ho percepitoquesta sua capacità di amare Dio,amare gli uomini e sentirsi al tempostesso amato. Per me è questo il ful-cro, il perno sul quale si è basata lasua vita trasmettendolo agli altri:

basta vedere le folle di giovani, diadulti, della gente che gli hanno vo-luto bene. E’ questa gioia di amare,di donarsi incondizionatamente finoalla croce, fino alla morte. Vivere conla semplicità d’intenti questa gioia è ilricordo anzi la testimonianza sempreviva della Sua persona. Vivere conumiltà e semplicità questa sua vogliadi incontrare le persone, tutte le per-sone, qualsiasi persona … questosuo essere testimone nel mondosenza tante etichette ma con la gioianel cuore.Oggi in molti acclamano coerenza:ecco lui ne è stata l’essenza.Oggi in un mondo legato al confor-mismo, alla convenienza, alle bugie,al tradire le amicizie e quello in cui sicrede in nome del proprio tornacontopersonale, in un mondo dove perpaura di essere etichettati, additati,considerati non all’altezza, in tantirinnegano e nascondono sé stessi,quello che sono realmente perché“l’erba del vicino ci pare sempre piùverde”, in un mondo dove ci si ma-schera ogni giorno in modo diversoa seconda della convenienza tantoda perdere la “bussola del proprio io”…. NON CI ACCORGIAMO DELBELLISSIMO FIORE CHE OGNUNODI NOI E’. UN FIORE UNICO ERARO DA COLTIVARE CON CO-RAGGIO ED ENTUSIAMO. Eppurebasta poco. Basta la semplicità dei

gesti e delle parole, basta essere sestessi, basta avere il coraggio di es-sere se stessi, basta avere la fiduciadella propria persona e di chi ci è ac-canto e condivide le gioie e fatichequotidiane, basta essere speranzosied imparare ad amare sé stessi e glialtri per quello che sono; basta avereil coraggio di vivere la propria vita enon lasciarsi vivere passivamente.Difficoltà, dolori, croci saremo chia-mati a portare sulle nostre spalle per-ché questa è la realtà della vita ma ilpeso sarà meno grave se saremo ingrado di aprire il cuore in modo da as-saporare con pienezza anche le gioie,la felicità, la pace e l’amore. E cosìcon la certezza che siamo amati sa-remo in grado di amare e di affrontarela nostra quotidianità con quella gioiae pace nel cuore che la fede ci dà.E ritorno alle parole iniziali del SantoPadre che sono poi il titolo di uno deisuoi libri : “ Alzatevi, andiamo..” Daialziamoci, andiamo! Cerchiamo mal-grado i nostri errori di vivere da testi-moni coerenti la vita che ciappartiene in tutte le sue sfaccetta-ture: famiglia, scuola, lavoro, nel so-ciale, nella politica, nel tempo libero,con gli amici, …. affinché sia daesempio per i giovani, i quali forsenon ci chiedono altro che questo: es-sere noi stessi, essere coerenti testi-moni di vita.

Laura Scabbio

Camminiamo con occhi semplici,come i bambini, gli innamorati e imorenti, attenti a tutto ciò chepuò germogliare, mentre l’es-senza della vita appare e scom-pare.

Sabato 22 maggio 2010, in occa-sione della solenne festività diPentecoste, la Collaborazione Pa-storale di Musile di Piave ha pro-posto, per la prima volta, la Vegliamusicale: “FUOCO DI PENTECO-STE”.

Sul “palco” allestito sul sagratodella chiesa parrocchiale di Musiledi Piave, adornato per l’occasioneda corone di fiori, si sono alternatii cori “Da strade diverse” di Musiledi Piave al quale si sono uniti al-cuni componenti dei cori parroc-

chiali di Millepertiche e di Chiesa-nuova e il Coro Gospel “River-side”.I canti proposti sono stati interval-lati dalla lettura di alcuni brani chehanno dato non pochi spunti di ri-flessione.Filo conduttore della serata, ovvia-mente, il fuoco e i sette doni delloSpirito Santo: fuoco come SA-PIENZA, fuoco come INTELLETTOe CONSIGLIO, fuoco come FOR-TEZZA, fuoco come SCIENZA,fuoco come PIETA’, fuoco comeTIMOR DI DIO.

La serata ha richiamato moltagente proveniente dalle varie par-rocchie della Collaborazione Pa-storale e si è percepita una vivapartecipazione grazie anche aduna molto riuscita esecuzione dei

brani proposti dai cori. Convinti che sia un’esperienza daripetere confidiamo in altre occa-sioni in cui musica e parole si fon-dino in preghiera.

Barbara Fornasier

FUOCO DI PENTECOSTE

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Si sapeva già da novembre 2009che il 26 marzo 2010 si sarebbesvolta la cena ebraica in prepara-zione alla Pasqua.

Lo prevedeva il programma delpercorso di lettura continuata di al-cuni libri della Bibbia, iniziato loscorso anno con la Genesi, con-dotto da don Saverio negli spaziparrocchiali di Chiesanuova. Ma che a Santa Maria di Piave, dadon Flavio, quella sera, nei localidell'asilo, ci sarebbe stata una ce-rimonia intrisa di una particolaris-sima atmosfera, io non lo sapevo.E già dal pomeriggio di quel venerdìprovavo una certa strana “emo-zione”, mista ad una leggera curio-sità, per la serata che non riuscivoad immaginare completamenteanche se un po’ sulla “Pesach” (oPasqua ebraica) mi ero documen-tata e, comunque, l’argomento erastato trattato al corso biblico:• Pesach è la festa ebraica, delladurata di 8 giorni, con cui gli Ebreiricordavano (e ricordano tuttora ri-vivendolo), l’Esodo e la liberazionedel popolo d’Israele dall’Egitto; iltermine appare nella Torah. Dio an-nuncia al popolo di Israele, schiavoin Egitto, che Lui lo libererà dallaschiavitù; gli ordina di marcare glistipiti delle loro porte con il sanguedi agnello cosicché Egli vedrà ilsangue e passerà oltre, (la frasepassare oltre viene resa con Pe-sach), ma colpirà con il castigo ilpopolo d’Egitto;• I due principali comandamenti le-gati alla festa di Pesach sono il ci-barsi di pane non lievitato e laproibizione di nutrirsi di qualsiasi

cibo contenente lievito durantel’intero periodo della festività.Questi comandamenti sono statitrasformati in una cena particolare

denominata “Seder” che significa“ordine”. Infatti durante la cena siprocede secondo un ordine parti-colare e preciso e, svolgendosi inFamiglia, la Pasqua Ebraica èanche momento di pulizia minu-ziosa della casa, di inviti, di canti,di preghiere, di ricordo…. Ad illustrare, leggere i testi e spie-gare la ritualità del “Seder” ai pre-senti era stato invitato BrunettoSalvarani - teologo laico - laureatoin lettere, che da lungo tempo sioccupa di dialogo ecumenico edinterreligioso, avendo, fra l’altro,fondato nel 1985 la rivista di studiebraico-cristiani QOL, di cui è diret-tore.Brunetto Salvarani, in collabora-zione con la moglie Rossella, hainfatti condotto la serata in modoeccellente, con le necessarie edutili spiegazioni al fine di offrircispunti di comprensione dell’incon-tro ed opportunità di considera-zioni.Non si è trattato di celebrare il“Seder” pasquale che appartienealla tradizione ebraica e quindi sologli ebrei ne possono essere i sog-getti celebranti, ma la cena ha ri-vestito un carattere di riflessione edi lettura di testi “Haggadah”, in un“ascolto” pieno di rispetto, comesuggerito da Salvarani, …” In moltetradizioni religiose di fronte al luogosacro per qualcun altro bisogna to-gliersi le scarpe in segno di rispetto.Ecco stasera noi faremo qualcosa

del genere: non ci toglieremo lescarpe veramente ma l’atteggia-mento che dovremo avere è pro-prio quello dell’ascolto umile, nondi giudizio non di superiorità o di in-feriorità. Lo spirito corretto èquello delle tre A: ascolto, atten-zione ed accoglienza…”.Io l’ho vissuto, fin dalla piacevoleaccoglienza ed ospitalità iniziale,come un momento particolare dicelebrazione molto accurata e pre-cisa da osservare, dotata di una ri-tualità che si ritrova nella storia delpopolo ebraico, ma anche di “ri-scoperta” di un vincolo che in qual-che modo mi ha fatto richiamarealla mente le radici comuni, il riccopatrimonio spirituale che condivi-diamo, e mi ha fatto riflettere ed in-terrogare sul legame e sullerelazioni che esistono fra la Pasquacristiana di Risurrezione e quellaebraica che è invece Memorialedella liberazione dalla schiavitùd’Egitto.Per il momento più importante del“Seder”, cioè il racconto di comeDio portò a compimento la libera-zione dall’Egitto chiamato Hagga-dah (termine che significanarrazione), ognuno dei presentiha trovato sui tavoli preparati almeglio e con grande cura per l’oc-casione, il proprio “Haggadah diPesach” illustrato da EmanueleLuzzati contenente riti, preghiere,disegni e canti che sono stati lettidurante l’incontro in maniera co-rale, sotto la guida precisa e com-petente di Salvarani.E nel vassoio centrale del “Seder”,come ci ha spiegato la signoraRossella Salvarani ci devono es-sere• 3 matzot sovrapposte (pane az-zimo) coperte da un panno per ri-cordare la concitata e precipitosafuga dall’Egitto;• un gambo di sedano a ricordodel periodo della primavera e dellamietitura;• erbe amare (sedano e lattuga) adesprimere la durezza della schia-vitù;• una zampa arrostita di agnelloa simboleggiare l’offerta del-

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CENA EBRAICA

Il corso biblico sulla lettura del libro dell’Esodo ci ha fatto vivere alcune esperienze particolari:la cena ebraica, la visita al ghetto di Venezia e una serata di danze ebraiche.Ecco qualche suggestione:

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l’agnello presso il Tempio o di Ge-rusalemme;• un uovo sodo come simbolo del-l’integrità della vita;• una sorta di marmellata (charo-seth), dolce e densa, color mar-rone, preparata con frutta seccaed altri ingredienti ad indicare ilfango usato dagli ebrei per la pre-parazione dei mattoni;• l’aceto dove si intingono le erbe.

E poi, l’atmosfera si è ancorariempita di emozioni quando sonostate riferite le 3 testimonianze: unadolcissima lettera di una zia inviataad una nipote, l’esperienza di unarichiesta di aiuto esaudita dall’in-contro con il Signore e la recita diuna poesia inneggiante l’amoreadolescenziale e quando il più pic-colo fra i commensali, con voce si-cura e decisa, ha fatto rivivere iltempo in cui tradizionalmente, fragli ebrei, durante il “Seder”, il bam-bino più giovane della casa chiedeall’uomo più vecchio di raccontarecosa successe allora: “Come è diversa questa sera datutte le altre sere! Infatti, in tutte lealtre sere noi non intingiamo le ver-dure neppure una volta mentrequesta sera lo facciamo due volte;in tutte le altre sere noi possiamomangiare pane o azzima mentrequesta sera mangiamo solo azzima;in tutte le altre sere noi mangiamo

ogni tipo di verdura mentre questasera noi mangiamo solo erbaamara; in tutte le altre sere noimangiamo stando seduti o appog-giati mentre questa sera noi tuttimangiamo stando appoggiati.”e ancora… la sedia vuota riservata al pro-feta Elia che potrebbe onorare ipresenti con la sua visita;… la consegna dei copricapo colo-rati (kippah) confezionati magistral-mente da una nonnina novantennee da tre giovani signore di Chiesa-nuova, per gli uomini invitati che lihanno indossati in segno di ri-spetto;… il candelabro a sei braccia piùuna (Menorah) acceso; … i quattro bicchieri di vino sorseg-giati ritualmente in momenti benprecisi del “Seder” carichi del lorosimbolismo di libertà o liberazione;… e nel bere l’appoggiarsi sul latosinistro per evidenziare che si è li-beri;… il rito del lavaggio delle mani daparte dei soli uomini;… e la lettura corale, veloce, pres-sante ed incalzante, di alcuni testidell’Haggadah.

Infine, prima dei bellissimi e strug-genti canti conclusivi accompa-gnati dalla chitarra di Adalberta e diMaurizio, il ricordo, come da alcunianni gli ebrei usano fare, è andato

ai milioni di vittime della barbarienazista: “In questa notte destinata alla li-bertà noi, con timore ed amore, ri-cordiamo i sei milioni di nostrifratelli che vivevano nella diasporaeuropea e che morirono per manodi un individuo crudele e malvagio,che causò sciagure al nostro po-polo sette volte più gravi di quellemesse in atto dal Faraone.”

Tutto, ma proprio tutto, nella serataha contribuito per di più, a far sìche alcuni vicini di tavolo che eranoper me degli sconosciuti all’inizio diquell’incontro un po’ “Seder” ed unpo’ “nostra cena tradizionale” (cu-cinata e preparata dai bravissimicuochi di Santa Maria di Piave), sisiano trasformati in “compagni diviaggio” con i quali scambiare ri-flessioni sul nostro modo di vivereoggi, sulla Pasqua cristiana con ilsuo messaggio di speranza, digioia, di fiducia in un passaggiodalla morte alla vita e dal peccatoal perdono, ed ancora sulla “fretta”che ci attraversa, sull’ordine dellecose, sul dovere di fare bene il no-stro dovere.Mi sono sentita a casa,in famiglia,fra persone amiche.Grazie di cuore.

Una ospite

Le mute pietre, le alte case e le antiche sinagoghe, preziosi testimoni di un arcaico destino sempre uguale pur trai mutamenti della storia, hanno accolto circa novanta persone delle varie parrocchie della nostra CollaborazionePastorale domenica 16 maggio u.s. in visita al Ghetto Ebraico di Venezia.Tra le calli e i cancelli, ora abbattuti, risuonano ancora gli echi lontani del decreto legislativo della Repubblica Se-

renissima che il 29 marzo del 1516 sancì la nascita del primo Ghetto ebraico delmondo. Ghetto come luogo di limitazione, di isolamento e di emarginazione di un po-polo deriso, disprezzato, perseguitato, colpevole di chiedere l’uguaglianza della diver-sità e il rispetto della propria identità.L’iniziativa di scoprire questo storico angolo di Venezia, inserita tra le attività del corsobiblico di quest’anno “Io sono il Signore tuo Dio”, trova la propria motivazione nel de-siderio di ricercare le radici della nostra fede che “si trovano già nei Patriarchi, in Mosèe nei profeti. Tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nellasua vocazione e la salvezza della Chiesa è prefigurata nell’esodo del popolo elettodalla terra di schiavitù” (cfr. Nostra Aetate 1965).Non possiamo ignorare che, come ricordato dal Papa a gennaio, durante la sua visitaalla sinagoga di Roma, Cristiani ed Ebrei hanno una gran parte di patrimonio spiritualein comune, pregano lo stesso Signore, hanno le stesse radici, ma rimangono spessosconosciuti l’uno all’altro.

Sostare nel Campo del ghetto Novo, dove si trovavano i banchi di pegno, i magazzini di “strazzaria”e le abitazionidegli Ebrei; accedere alle sinagoghe, poco visibili dall’esterno, ma all’interno scrigni di un tesoro ben più pre-zioso dei marmi e dei legni intarsiati qual è la fedeltà all’unico Dio Onnipotente e Creatore, ha segnato in profon-dità la mente e l’anima dei visitatori che hanno ritrovato i “loro fratelli maggiori” quelli che per primi hanno segnatoil comune cammino di fede e sulle cui tracce risulta meno faticoso avanzare.

AL GHETTO EBRAICO DI VENEZIA

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Torino ha ospitato dal 10 aprile al 23 maggio 2010 l’osten-sione della Sindone nel Duomo della città.La Sindone di Torino è un affascinante mistero. E’ un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce e misuracirca 4,41 x 1,13 mt. Porta impressa la figura di un uomoaccostato per il capo, morto dopo torture e crocifissionein modo corrispondente perfettamente a quanto descrittonei Vangeli.Definita “icona”, “reliquia”, è stata veneratissima da se-coli, oggetto di ostensioni, di speciali liturgie, di studiscientifici, esami, rilievi, ricerche, vi si sono spesi fiumi diparole ma sinora nessuno è ancora stato in grado di spie-gare come quella misteriosa immagine si sia potuta for-mare, né la scienza riesce a decifrarne il segreto.Questa prima ostensione del terzo millennio, dopo i “re-stauri” del sacro lino effettuati nel 2002, è stata all’inse-gna del motto “Passio Christi, passio hominis” sceltodal Custode pontificio, il cardinale Severino Poletto, arci-vescovo di Torino, “per sottolineare come la passione diCristo riassuma in sé tutte le sofferenze degli uomini.”Anche le Parrocchie della Collaborazione pastorale diMusile hanno partecipato a questo importante eventoreligioso e spirituale mondiale promuovendo un pellegri-

naggio che si è svolto lunedì 3 mag-gio 2010: 6 pullman, circa 355 pelle-grini, 4 sacerdoti (don Saverio, donFlavio, don Primo e don Antonio) ed icapogruppo/accompagnatori si sonomessi in viaggio per questo eventoche, come ha affermato BenedettoXVI, “è occasione quanto mai propiziaper contemplare quel misterioso volto,che silenziosamente parla al cuoredegli uomini, invitandoli a riconoscerviil volto di Dio”.Il pellegrinaggio era stato preceduto,qualche giorno prima della partenza,da una serata di “prelettura” con pro-iezione di un DVD, nella chiesa Par-rocchiale di Musile.Appena giunti a Torino i sacerdoti,come da programma, hanno conce-lebrato la messa nella Chiesa delSanto Volto, ubicata nella ex area in-dustriale torinese. Splendida, moder-nissima chiesa, dall’arredo liturgico

Ostensione della Sindone

Mercoledì 19 aprile 2010, nei lo-cali parrocchiali di Chiesanuova siè svolta la “Serata di Danze ebrai-che” prevista, fra le altre iniziative(Cena ebraica e visita al Ghettodegli Ebrei a Venezia), dal pro-gramma di lettura di alcuni libridella Bibbia, iniziato l’anno scorso

con la Genesi e condotto da donSaverio.La serata, presentata da don Sa-verio, ha coinvolto i numerosi par-tecipanti al corso biblico ed èstata condotta da AlessandraBedin di Montebelluna .Alessandra Bedin ha conseguitodiversi diplomi in qualità di danza-trice a livello professionale. Dirigeuna propria scuola professionale

di ballo e, dopo aver studiato inItalia e all’estero danza classica econtemporanea, si è avvicinataalla danza ebraica ed ha conse-guito il diploma presso la ScuolaBiblica Charis di Roma. Dopo una breve presentazione,Alessandra ha introdotto i pre-

senti nella musicalità ebraicaspiegando come la danza popo-lare ebraica, che affonda le sueradici nell’antichità, nasce comemodalità di preghiera e di lode neiconfronti di ciò che Dio è capacedi operare a favore degli uomini esi rifà, spesso, attraverso le melo-die ed i testi dei canti che l’ac-compagnano, al sacro testo dellaBibbia.

Le danze sono prevalentementecircolari, comunitarie e raccon-tano la spiritualità intensa, la vita,la cultura e la tradizione di questopopolo; per alcuni passi, Alessan-dra ha successivamente illustratola simbologia connaturata ad essi:danza in cerchio, seguendo unritmo dove il cerchio rappresentala vita senza inizio e senza fine, ilcerchio ci dice che nessuno puòritenersi più importante degli altri,oppure il danzare tenendosi permano come segno di un popoloperennemente in cammino ed an-cora i movimenti delle braccia edelle mani come inviti a celebrarela gioia, l’amore e la bellezza diDio, o l’uso del tamburello e dellacetra per inneggiare a Lui.Ha invitato poi ad osservare, esi-bendosi con grazia e competenza,i principali passi delle danze chesolitamente vengono eseguitenelle feste più importanti del ca-lendario ebraico ed infine, comemomento conclusivo della serata,ha chiesto a chi lo desiderava, diprovare ad imitare una brevedanza comunitaria in cerchio.

DANZE EBRAICHE

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essenziale, progettata da MarioBotta architetto ticinese di famamondiale, che da sola meriterebbeuna visita alla città.Successivamente è iniziato il per-corso guidato alla Sacra Sindonecon partenza da corso Regina Mar-gherita, che gradualmente ci ha pre-parato alla contemplazione del Teloattraverso l’esposizione di dipinti erappresentazioni.Attraversati i Giardini Reali, l’area delTeatro Romano e una parte delMuseo di antichità, si è risaliti fino alpadiglione dove una breve proie-zione (in 8 lingue), con sottofondomusicale ed immagini ad alta defini-zione, ci ha aiutato a riconoscere isegni impressi sul Telo.L’attesa… il percorso in silenzio…ognuno pervaso dai propri pensieri,sentimenti ed emozioni …e prima divarcare la soglia del Duomo la recitaintima della Preghiera, predispostadal Card. Poletto, consegnata daivolontari, a chi la richiedeva.Quando poi ti trovi lì davanti allaSindone, resti senza parole a fissarequel telo chiaro, quel volto, queisegni, cercando di individuare inquella manciata di minuti che ti sonoconcessi, più particolari possibili peril desiderio di imprimere nella me-moria tutto e non vorresti andartenee muoverti da lì.E la strana impressione che Gesù siapiù “piccolo” di come lo avevi imma-

ginato e di come avevi letto e la te-nerezza e la pena indicibile che su-scita quel corpo disteso con lebraccia incrociate e gli occhi chiusi,e nello stesso tempo, avverti la sen-sazione di un uomo di una grandio-sità ed amore smisurato ecommovente, che ti porta a ripen-sare sul senso della morte e quindidella “vita”; un uomo immerso in unsofferto e totalmente abbandonatosilenzio che ti arriva al cuore, e faitua la preghiera del Cardinale Po-letto “….ti prometto di iniziare unavita nuova allontanandomi dal pec-cato, così da poter sperimentareche “dalle tue piaghe sono statoguarito” e uscendo con tanta rilut-tanza, ti porti dietro e ti accompagnail desiderio di rientrare per rivederloancora e ancora.“….11 aprile del 1997: Mario Trema-tore è il pompiere che nell’infernodell’incendio che distrusse la cap-pella del Guarini, tredici anni fa, sifece coraggio e mosse i suoi passiverso la teca che conservava l’imma-gine di Gesù minacciata dallefiamme… …Mario cammina, intornole fiamme e la distruzione, in manola sua mazza. Finchè là davanti com-pare la teca, il lenzuolo… E’ una tecaa prova di proiettile, con tre strati. Edè un mistero come quei colpi dimazza alla fine riescano a scalfirla, eun pompiere possa caricarsela sullespalle e portarla fuori intatta. Mario

Trematore è uscito così, nella nottedi Torino di tredici anni fa. Sullaschiena Gesù, “come un asino”, dicelui. E anche nel cuore, perché quei passilungo la navata con la Sindone sullespalle lo hanno convertito alla fede.Anni dopo l’incontro con GiovanniPaolo II che gli piace più di tutto rac-contare: Quando mi fu vicino qual-cuno gli disse: “Questo qui, Santità,è il pompiere che ha salvato la Sin-done”. Allora lui mi venne incontro emi disse “Voglio vedere le mani chehanno salvato il Signore”. Io gli ri-sposi che erano le mani di un asino.E lui sorrise: “No, queste sono lemani della misericordia”.

(Da Avvenire 9 aprile 2010)

A conclusione del pellegrinaggio,dopo aver ripercorso a ritroso corsoRegina Margherita per raggiungerela casa dei Salesiani dove era statoprevisto un momento di ristoro si èpotuto sostare brevemente per unapreghiera davanti l’Urna di bronzoche racchiude la salma di DonBosco nella chiesa da lui eretta, inonore di Maria Ausiliatrice ed in at-tesa dei pullman che ci avrebbero ri-portati a casa, c’è stato anche iltempo per lo scambio di impressionie di sensazioni sulla emozionantegiornata che ormai volgeva al ter-mine.

Una pellegrina

Il 25 marzo scorso Alberto Piasen-tin ha ricevuto dalle mani del Ve-scovo Gianfranco Agostino ilministero dell'Accolitato.

E’ un ulteriore passo significativoche Alberto ha vissuto in vista delPresbiterato.

Affidiamo al Signore il suo cam-mino e assicuriamo ad Alberto lanostra preghiera.

Buona Strada!

UN PASSO IMPORTANTE...

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Collaborazione Pastorale di Musile di PiaveParrocchie di Passarella, Santa Maria, Caposile,

Musile, Chiesanuova e Millepertiche

7 GIORNI IN PULLMAN G.T. - DAL 28 AGOSTO AL 3 SETTEMBRE 2010ACCOMPAGNATORE: DON FLAVIO GOBBO

Perché un pellegrinaggio in Puglia, sulle orme di don Tonino Bello? Perché don Tonino (Alessano 1935 – Molfetta 20 aprile 1993) è stato un faro che ha illuminato la vitadella Chiesa e non solo. Da quasi due anni è aperta la Causa di Beatificazione e continua ad ispi-rare tanti, credenti e non credenti, preti, religiosi, religiose e laici. Grande comunicatore, don Toninoha girato l’Italia e non solo per trasmettere la freschezza della fede cristiana e un autentico messag-gio di speranza. Ci pare significativo poter andare a visitare i luoghi dove è nato, ha vissuto la suainfanzia, il suo sacerdozio e il suo episcopato: è stato Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo e Ter-lizzi dal 1982 alla morte giunta quando aveva solo 58 anni, per un cancro che non gli ha tolto lo spi-rito per testimoniare l’amore appassionato di Dio; dal 1985 è stato pure Presidente Nazionale di PaxChristi ed è stato, anche grazie a questo incarico ecclesiale, un instancabile profeta di Pace, di Giu-stizia e di Salvaguardia del Creato. Andremo, oltre che a visitare i luoghi della sua vita, ad incontrareamici che l’hanno conosciuto e con lui hanno collaborato. Particolarmente significativo sarà l’incon-tro con i suoi fratelli Trifone e Marcello.Vedrete che ne vale la pena!!!

PROGRAMMA:Sabato 28 agosto 2010 PASSARELLA / CORATODomenica 29 agosto 2010 BARI / TRANI / MOLFETTALunedì 30 agosto 2010 LECCE / OTRANTO / ALESSANOMartedì 31 agosto 2010 ALESSANO / SANTA MARIA DI LEUCAMercoledì 01 settembre 2010 ALBEROBELLO / MATERAGiovedì 02 settembre 2010 SAN GIOVANNI ROTONDOVenerdì 03 settembre 2010 LANCIANO / PASSARELLA

Iscrizioni presso la canonica di Passarella il mercoledì mattina (rif. Luciana Onor) entro e non oltremercoledì 28 luglio. Per informazioni potete rivolgervi a don Flavio (0421.235100; 340.9717698; e-mail: [email protected])

Faremo un incontro di presentazione dell’esperienza

VENERDÌ 19 AGOSTO ALLE ORE 20.45 A PASSARELLA

VIAGGIO-PELLEGRINAGGIO

IN PUGLIA, SULLE ORME

DI DON TONINO BELLO

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Carissimi,

desidero condividere con voi la gioia per il dono dello Spirito Santo che avete ricevuto in pienezzanel sacramento della Cresima, grazie al quale, come in una nuova chiamata alla fede, siete stati in-vitati a rinnovare liberamente gli impegni del Battesimo.

Come vostro Vescovo, sono felice perchè vedo crescere in voi la Chiesa di domani e già vedo ifrutti nell’impegno che avete assunto di continuare la vostra formazione, di essere fedeli all’Euca-ristia domenicale, di dare il buon esempio ai piu piccoli.

Anche la generosa offerta che avete messo nelle mie mani la interpreto come un frutto dello Spi-rito, perchè è un gesto di amore. Come e nella tradizione e nelle vostre intenzioni destinerò questasomma alla carità per i bisogni vicini e lontani, per rispondere al grido dei poveri che giunge sem-pre più forte e frequente al cuore del Vescovo.

Voi mi aiutate a mostrare l’amore di Dio ai bambini delle nostre missioni in Africa, Brasile, Para-guay, alla Caritas diocesana che aiuta italiani e stranieri, alle case di accoglienza aperte per dareospitalità a chi non sa dove andare. Senza dimenticare il Seminario, nel quale sono formati i futurisacerdoti di cui abbiamo tanto bisogno.

Saluto e ringrazio con voi il vostro parroco, i catechisti, i genitori e l’intera comunità e vi benedicotutti nel Signore.

PER TUTTI I RAGAZZI CHE HANNO RICEVUTOIL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

GIANFRANCO AGOSTINO GRANDIN, OFM CONV.

Arcivescovo - Vescovo di Treviso

Gianfranco Agostino GardinArcivescovo - Vescovo

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GIUGNO - LUGLIO 2010 1133

MUSILE DI PIAVE

MMUUSSIILLEE DDII PPIIAAVVEE

TAPPE SACRAMENTALI

2288 FFeebbbbrraaiioo 22001100PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonnee

1188 AApprriillee 22001100SS.. MMeessssaa ddii

PPrriimmaa CCoommuunniioonnee

11 MMaaggggiioo 22001100CCoonnffeerrmmaazziioonnee

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GIUGNO - LUGLIO 20101144

MUSILE DI PIAVE

Anche quest'anno il Gruppo Missionario di Musile, ringraziando per la buona riuscita dei varimercatini e delle raccolte di ferro vecchio svolti in quest'anno pastorale (da ottobre 2009 amaggio 2010), porta a conoscenza il resoconto dei vari contributi dati a progetti in terra dimissione.

◆ Sostegno all'ospedale di Kerak in Giordania dove opera suor Albina Rosin originaria di Millepertiche € 3.000

◆ Sostegno per un progetto organizzato dalle suore Francescane in Eritreaper i bambini denutriti € 3.000

◆ Per l'associazione "AMAC- onlus Musile "Aiutami a crescere – Associazione per un'Africa nuova" € 1.000

◆ Per un pozzo da costruire in Ciad a Fianga (don Giuglio Zanotto) € 3.000

◆ Per aiuto al dispensario di suor Rina Contarin, originaria di Chiesanuova,in Guinea Bissau (Africa) € 2.000

◆ Per don Olindo Furlanetto per restauro Seminario a Manaus (Brasile) € 2.000

◆ Per Emergenza Terremoto Haiti € 2.000

Grazie con tutto il cuore a coloro che ci aiutano nelle varie attività e nei lavori per il mercatino, sono per-sone che nel silenzio vivono l'urgenza dell'aiuto ai missionari e ai poveri del sud del mondo. Per coloro che sono interessati a far parte del Gruppo Missionario ci sono tante nuove idee in cantiere(programma sugli stili di vita, mercatino equo e solidale, contatti e possibili esperienze in terra di mis-sione...) referenti: don Saverio oppure Fidelma (0421-50585).

AIUTI ALLE MISSIONI

“… Cristo è come un corpo che hamolte parti. Tutte le parti, anche sesono molte, formano un unicocorpo. …Quindi, l’occhio non puòdire alla mano: non ho bisogno dite!, o la testa non può dire ai piedi:non ho bisogno di voi! Anzi pro-prio le parti del corpo che sem-brano più deboli, sono quelle piùnecessarie. …. Tutte le parti si pre-occupano le une delle altre. Voisiete il corpo di Cristo, e cia-scuno di voi ne fa parte. A cia-scuno Dio ha assegnato ilproprio posto nella Chiesa. ….”Corinzi 12,13

Anche quest’anno il grande motoredi Comunità in Festa si è messo inmoto e ci ha deliziato con diverseserate all’insegna dell’ottima cucina,

delle danze, dei vari appuntamentianche folcloristici che hanno allie-tato queste nostre calde “serateestive” (anche se è stato battezzatoda un esemplare acquazzone!). Diverse le persone e soprattutto di-versi volti nuovi hanno reso possi-bile la cosa mettendosi al servizioincondizionato della comunità,della gente.Comunità in festa: è la festa dellafamiglia, la comunità appunto, chesi ritrova insieme per condivideremomenti conviviali e allegri, mo-menti che creano quel collante cheunisce le persone, le fortifica, ma lefa incontrare soprattutto! E’ unmomento in cui persone diverse,con doti e carismi diversi, con per-sonalità e modi di pensare diversi,mettono assieme le proprie capa-cità per costruire un qualcosa as-sieme, per condividere la faticaanche del lavoro, delle incompren-sioni, al fine di raggiungere quel tra-guardo che è il SEMPLICE STAREASSIEME E FAR STARE ASSIEMELE PERSONE, qualsiasi persona.Uno stare assieme che a mio av-viso deve essere senza pretese, unlavorare e condividere del tempo

assieme ad altri con umiltà senzapretendere nulla in cambio. Unostare assieme che valorizza ilcompito svolto da ciascuno,qualsiasi esso sia perché come al-l’interno di una famiglia non ci sonoruoli più importanti di altri ma sonotutti necessari e complementari albuon andamento, così all’interno diquesto grande motore di gente cheha reso possibile la festa della co-munità, NON CI SONO RUOLI OCOMPITI PIU’ IMPORTANTI DIALTRI: tutti sono utili, necessari ecomplementari allo stesso tempoper cui tutti hanno un immensovalore. Coloro che si sono dedicatia portare le vivande e il mangiare aitavoli di certo non sono meno im-portanti di chi ha organizzatol’evento. E’ questo che dovrebbetrasudare, dovrebbe emergere nelvedere un gruppo eterogeneo dipersone che assieme lavorano,persone che hanno scelto di dedi-care del loro tempo a questa espe-rienza: la festa di una comunità“aperta”, una comunità che vive deivalori e li condivide con chi si pre-senta e bussa alla porta per entraree far festa!

COMUNITA’ IN FESTA 2010: E’ QUI LA FESTA?

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GIUGNO - LUGLIO 2010 1155

MUSILE DI PIAVE

Un servizio libero che unisce le per-sone e aperto a tutti in modo incon-dizionato in modo da non creareluoghi chiusi e/o “caste” (così defi-nisco io quelle attività che creanoun circolo chiuso) ma che fa cre-scere e fortifica le persone che congioia vivono un servizio, che creanounione, CHE FANNO COMUNITA’.Proprio perché è una comunità chevive dei valori, quest’anno ci sonostate delle novità:

• La pesca di beneficenza: attivitàche ha impegnato a dir non poco inostri “pescatori”, alla ricerca dei te-sori più preziosi! Un grazie a tutti co-loro che hanno “gettato l’amo” maanche ai tanti pesciolini che si sonoavvicendati nelle diverse serate ehanno “ appeso all’amo” dei nostripescatori tante sorprese e tesori!

• il mercatino equo solidale: ilcommercio equo solidale vuole li-berare i produttori del sud delmondo dalla povertà e dallo sfrut-tamento dettato da alcune multina-zionali che detengono il mercatomondiale pagando a sottocosto illavoro e la materia prima. Ognigiorno la nostra spesa potrebbe di-ventare un modo concreto per mi-gliorare la vita dei contadini e degliartigiani che vivono nei paesi piùpoveri del mondo e per questo sot-topagati. Basta domandarci solo:“io vorrei essere sottopagato per illavoro che svolgo?” No, diremotutti in coro dato che è giusto es-sere pagati equamente e corretta-mente. E allora: se noi pretendiamodi essere pagati il giusto perché chiè nei paesi più poveri deve subirel’aggravante di non essere pagatooppure sottopagato solo perchéabita in tali paesi? Non ha forse di-ritto pure lui di vivere degnamente,di accudire alla propria famiglia, diinvestire nel proprio lavoro, di mi-gliorare le sue condizioni e quelle

della comunità in cui vive, di dareuna speranza ai propri figli?

• il musical “Il fuoco e la Parola”scritto da Don Gabriele Fregonese.

I giovani dellaparrocchia diSanta Bertilladi Spinea cihanno regalatouna serata di ri-flessione graziea questo musi-cal scritto daDon Gabriele eche ha per

tema i giovani e la Parola di Dio.Una tematica attuale interpretatacon maestria dai cantanti e dagli at-tori che ci hanno donato dei lieti edemozionanti momenti. E’ la storia diun ragazzo come tanti, senzanome. Un ragazzo che una sera siinterroga sul mistero e sul sensodella vita, che vuole farsi le do-mande giuste e ha necessità diavere delle risposte concrete, rispo-ste che non riesce a trovare intornoa sè. E’ una notte di rabbia, disballo, di fuga, di ricerca, di do-mande, di dubbi e di incontri illumi-nanti. E’ la notte della sfida: la sfidaverso la Parola di Dio, la bibbia, unaparola vuota alle sue orecchie at-tuali tanto da indurlo a bruciarla, di-struggerla, trasformarla in fumoperché la considera tale agli occhidella gente. E da qui nasce la sfida,la ricerca e la risposta alle tante suedomande. E’ un musical sui gio-vani, molto attuale. Sulle mille lorodomande che non trovano rispo-sta; sui giovani che a volte ci inter-rogano e non ci accorgiamo, suigiovani che non si sentono ascol-tati e non trovano risposte. Cosadevono fare perché qualcuno siaccorga di loro? Giovani che vi-vono la solitudine in mezzo allagente, giovani che hanno bisognodi sentirsi protagonisti della pro-pria vita e hanno bisogno di aiutoper questo ma non sanno comechiederlo. Giovani che hanno ne-cessità di trovare il loro posto nelmondo. E a volte basta avere fidu-cia nelle proprie capacità, corag-gio di essere se stessi e offrirequello che si è e come dice la can-zone: “questo è il nostro mondo eil futuro siamo noi, siamo il saledella terra a noi basta la Parola!.”Quella Parola che trova rispostaanche alle domande mai pronun-

ciate e che dà senso alla vita dellagente.

• l’uso di posate “nor-mali” anziché quelle diplastica.Chi ha partecipato al

“convivio mangereccio” nelle di-verse serate si sarà certamente ac-corto di una novità rispetto agli annipassati: il grande motore di comu-nità in festa quest’anno ha abolitol’uso delle posate di plastica e in-trodotto l’uso delle posate comuni,questo in virtù di una sensibilizza-zione verso il rispetto dell’ambienteiniziando con una cosa semplice,ma di grande importanza, come leposate. Un doveroso plauso vafatto perché segno tangibile di unacomunità che si fa attenta ai biso-gni e alle problematiche non sololocali ma mondiali. Un sensibiliz-zare la gente anche in queste occa-sioni circa uno stile di vita attentoanche al fattore inquinamentoquale l’utilizzo smisurato di plasticanon riciclabile che di certo ha il suoimpatto sull’ambiente che ci cir-conda.

E se alcune novità ci sono state edelle quale bisogna ringraziare tutticoloro che si sono dedicati allabuona riuscita di comunità in festa,d’altro canto ho degli interrogativida porre e delle piccole, se cosi vo-gliamo chiamarle, note dolenti dasottoporre.

Prima fra tutte ha attirato subito lamia attenzione e mi ha lasciato ungrande interrogativo la poca visibi-lità data sia al mercatino equo soli-dale che alla pesca di beneficenza.Permettetemi questi appunti perchéa mio avviso sono importantissimi,soprattutto quando una comunità sichiama attenta a delle realtà e si fapromotrice di sensibilizzazione inmerito. Ho visto diversi punti di ri-storo per il bere a cui è stata dataampia visibilità con gazebo ecc.mentre il mercatino, che ha una suaimportanza non indifferente e che èsegno e testimonianza tangibile diun farsi attenti agli ultimi ed emargi-nati, era “rintanato” e seminasco-sto dentro il bar dell’oratorio. Anche l’ubicazione della pesca dibeneficenza a mio avviso era poco

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GIUGNO - LUGLIO 20101166

MUSILE DI PIAVE

CELEBRAZIONE ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

25 ANNI DI MATRIMONIO1. ANDREETTA IVANO E GRAZIELLA2. BELLIO MAURIZIO E TILDE3. BOLDARINO OTTAVIO E GIANNA4. CALLEGHER FRANCO E ANNA PAOLA5. CALLEGHER MAURIZIO E MARIA ANTONIETTA6. CALLEGHER TIZIANO E MARISA7. CINCOTTO GIORGIO E PAOLA8. DALLA TORRE VALTER E ELENA9. DE PICCOLI DENIS E ORNELLA10. DIRAL MAURIZIO E LUIGINA11. FERRO SILVIO E ADRIANA12. FOLADOR FABIO E CINZIA13. MARIUZZO PIERPAOLO E SERENELLA14. PAVAN PATRIZIO E STEFANIA15. SFORZIN CARLO E SANTINA16. SPERANDIO ROBERTO E GIOVANNA17. TREVISAN GIANFRANCO E GIULIETTA18. ZENZALE ANTONIO E ANNA19. ZURLO GIACOMO E ANTONIETTA

50 ANNI DI MATRIMONIO1. BARBAZZA SERGIO E ANGELA2. BIANCO ADELINO E MARIA3. BIANCOTTO GIOVANNI E ELIDE4. BROLLO ALESSANDO E TERESA5. CALDERAN PRIMO E GIOVANNA6. GUERRA MARIO E ASSUNTA7. MARIAN LIVIO E ELISA8. MARIUZZO PIO E DINA9. MENAZZA SILVESTRO E ROSETTA10. PERUCH GIUSEPE E MARIA11. SMANIOTTO DINO E ASSUNTA12. SPADOTTO LINO E MARIA13. TURCHETTO CARLO E ORFELIA14. VISENTIN GUIDO E MARIA15. ZAGO AUGUSTO E LUCIANA16. ZANCHETTIN GINO E MARIA

60 ANNI DI MATRIMONIO1. BORSOI ADOLFO E INES2. DRIGO ANTONIO E LUIGIA3. GALLINO GIUSEPPE E FIDALMA

Domenica 6 Giugno, solennità del Corpus Domini, la nostra comunità ha festeggiato gli anniversari di matrimonio. E’ stato un momento intenso, a tratti commovente ma certamente pieno di gioia profonda. Ecco le coppie che hannopartecipato:

visibile e forse si doveva trovareuna sistemazione e/o locazione piùequa (breve gioco di parole). Nonc’era un gazebo in più per il merca-tino equo solidale? E un sistemapiù visibile per la pesca di benefi-cenza? Anche lei poveretta era unpo’ rintanata dentro le sale dell’ora-torio, non di facile accesso dalle fi-nestre dello stesso!

Mi sono permessa di porre questedomande perché parto dal ragiona-mento che è una famiglia che fafesta, fa festa in modo gioioso, cheunisce e fa da collante fra diversepersone, che le fa incontrare, doveognuno si mette a servizio con ipropri carismi senza gelosia alcuna

nei confronti di altri dato che tuttihanno la stessa eguale importanza,dove tutti i servizi svolti hanno unaloro importanza, dove si creanomomenti e situazioni che sono disensibilizzazione verso gli altri sutemi attuali, dove con umiltà e fidu-cia si condividono le fatiche, i lavori,le mansioni, una comunità che vuolessere “aperta” e “attenta”: UNACOMUNITA’ CHE VUOL ESSERE

TESTIMONE DI VALORI VISSUTI ERENDE PARTECIPE CHI BUSSAALLA PORTA PER ENTRARE AFARE FESTA … Non è forse una comunità che la-vora per lo stesso comune denomi-natore, lo stesso scopo?

Laura Scabbio

P.S.: Un grazie particolare a tutti co-loro che hanno permesso la buonariuscita di Comunità in Festa. Intanti, tantissimi hanno lavorato, fa-ticato e reso possibile questo mera-viglioso momento comunitario.

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MUSILE DI PIAVE

TERZA ETÀ… IN FESTAGiorno di festa quello di Domenica 30 Maggio per gliAnziani under 75 di Musile che ha offerto, per la suaseconda edizione, una felice occasione di simpa-tico intrattenimento secondo lo spirito “missionario”con il quale Don Saverio ha inteso abbracciare, nonsolo sentimentalmente, la beneamata categoria diparrocchiani, con particolare riguardo per gli amma-lati e gli assenti.

Durante la celebrazione della Santa Messa Don Sa-verio ha intrattenuto i fedeli con calorose espres-sioni di affetto culminate in chiusura con la letturadella lettera (qui riportata) generosa di affettuose ebenedicenti espressioni rivolte dall’ArcivescovoLoris Francesco Capovilla, già Segretario partico-lare del beneamato Pontefice Giovanni XXIII, amicoe collega giornalista dello scrivente.Scendendo dal “sacro al profano”, la giornata è pro-seguita con un pranzo che ha visto i commensalipresenti (230) schierati fra le lunghe tavolate sfog-giando apprezzabile appetito (come si meritava labuona greppia). Musiche e canti hanno rallegrato costantemente labrigata in festa, ben affidati a Fabrizio e Toni; Toniche, con consumata verve da speaker, ha impressoagli astanti il brio delle sue battute. Ma, oltre ai canti,si sono prodotti azzardi di ballo con sgambate di im-peto sorprendentemente giovanile.Fra gli intermezzi che hanno visto elargire dallapesca di beneficenza appetibili premi, è toccato a“Guido da Musil” (pseudonimo che il sottoscrittousa nel giornalismo dialettale) dare lettura della poe-sia “Terza età…in festa”, (chiosandone certi aspettieccentrici) del testo. Poesia che gli era stata richie-sta ed apprezzata ( bontà sua) da Don Saverio.Come si usa dire: “ogni salmo termina…”, ecco laciliegina sulla torta con l’ultima improvvisata del sot-toscritto, che ha messo in contatto telefonicol’Amico di lunga data e collega giornalista L. F. Ca-povilla con Don Saverio, sorpreso di tanto grade-vole intervento, consentendogli di trasmettere agliastanti la Sua benedizione.Di un riconoscimento di gratitudine è stata merite-

vole la larga schiera di collaboratori che hanno pre-stato opera di servizio infondendo, con la loro fre-schezza prevalentemente giovanile, un climaprimaverile sulla terza età.Lo scrivente si domanda come sarà quando, a suavolta diventerà anziano, avendo appena… compiuto88 anni, continuando a volare nel cielo, nell’attesa…del volo definitivo senza aereo.

Guido De Nobili

Rev. e caro don Saverio.

Il giornalista aviatoreGuido De Nobili, citta-dino e cantore di Musile,testimone, nel suo am-bito e con tutte le sueenergie, di verità e giusti-zia, di amore e libertà (cfrenciclica Pacem in terris),mi vuole partecipe dellaGiornata della Terza Età,

in calendario per domenica 30 maggio, festa dellaSanta Trinità, per manifestare sentimenti di rispettoe gratitudine a lei e a quanti altri, donne e uomini,sono iscritti nel glorioso sodalizio degli anziani.Con sensi di solidarietà piena e cordiale, aderiscograto e commosso. Ho pensato subito alla paroladi Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome,lì sono anch’io in mezzo a loro “(Mt 18,2°).A Musile vi ritrovate ben più di due o tre. Siete unagrande, bella e fervorosa famiglia. Siatelo sino infondo, consapevoli della vostra aggregazione alCorpo mistico di Cristo, suoi collaboratori, corre-sponsabili della salvezza non solo delle vostre per-sone, ma del mondo intero, come soleva ripetere ildottore della Chiesa San Giovanni Grisostomo.Amate la vostra terra natale. Veneratene le zolle checustodiscono le ossa dei vostri Padri. Amate tuttaintera, così com’è e la volle la Provvidenza, la no-stra Italia. Fate vostra la accorata affermazione delBeato Papa Giovanni: “Tutto il mondo è la mia fa-miglia”.Saluti, auguri, benedizioni ai singoli partecipanti alconvegno del 30 maggio. Con tutti voi credo, amo,spero e a tutti stringo la mano con letizia.Aff.mo

+ Loris Francesco Capovilla Arcivescovo di Mesembria

LORIS FRANCESCO CAPOVILLA

ARCIVESCOVO DI MESEMBRIA

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GIUGNO - LUGLIO 20101188

MUSILE DI PIAVE

TERZA ETA’ IN FESTADon Saverio…

Lu sì ch’el à fat sul serio‘ndando pa ‘l mondo missionario.

A i tanti foresti insegnarCossa vol dir strussiar na vitasavér amar e se stessi donar.

Da na mission lontana spostà,a Musil bona sièra l’à trovà;‘bituà a tegnérse in sintonia,

par catarse co ‘ a zente in armonia.

Gran operator, de sentimento discorsivo,el va a far tut con gran dose de soriso.

Viàjando drento eà so mission:el te batìda, el te porta a eà comunion,

el te parecia pa’ farte cresemar,‘ndando in gloria co i sposi da maridar.

E so omelie e tira su el moral,e sa deventar predica confidensialche i fedei scolta senza distrassiòn

speçie i pì ansiàni co tanta emossiòn.

L’ansiàn, co dirito va festejà,par tut quel ch’el n’à insegnà.

Eco parchè bisogna sempre amarlo,e no con a badante, pensar de sistemarlo!

No se pol scartàr tut quel che vien vècioParché indove se riduse ‘e fòrse,

l’esperiensa de na vita fa da spècio.

Co Giorgio e vanio i zòvani “castaldi”,siori de fede e poc intonegài

in “caserma” del Musil ben salditien porte vèrte par tuti i ben rivài.

Fedei a Don Saverio e al signorWiva i ansiani de MusilPòsz de sajèzsa e amor

E Wiva el nostro campanil.

Guido da Musil

dal Musil el 30 de Majo 2010 SS.Trinità

EmmausPeriodico bimestrale delle parrocchie di Musile di Piave, Chiesanuova,

Millepertiche, Passarella, Santa Maria di Piave e Caposile.

Direttore Responsabile: Dino Boffo - Via Amalfi, 41 - TV

Direzione e Redazione: Piazza Libertà, 1 - Musile di Piave - VE

Registrazione al Tribunale di Venezia n. 884 del 21.03.1987

Stampa: Tipolitografia COLORAMA: San Donà di Piave - VE - Tel. 0421.40225

Hanno collaborato a questo numero di Emmaus:

don Saverio, Barbara Fornasier, Elena De Piccoli, Adalberta Contarin,

Luca Cadamuro, Federico Contarin, Anna Scappatura, Vittorina Mazzon,

Laura Scabbio, don Flavio, Luciano Carpenedo, Guido da Musil,

Anna Botter, don Mario Salviato, Serena e Federica, Elisa, Emanuela,

Francesca Rosin, S. Ecc. Loris Francesco Capovilla, il personale della

scuola dell’infanzia di Millepertiche. Vignette: Natalino Cadamuro

INSIEME... ALLA CASA ROSSAE’ il quinto anno che la Parrocchia di Musile di Piave con-divide con la “Casa Rossa” la Liturgia Eucaristica. L’ini-ziativa è partita da don Mario Salviato ed è stata accoltacon entusiasmo da don Saverio Fassina. La motivazionedegli incontri trova giustificazione non solo nella presenzadi 10 persone disabili nel Centro Diurno della “CasaRossa” e dell’accoglienza di altre nella Comunità Allog-gio “la Casa di Umberta”, ma nel ruolo avuto da alcunepersone della Parrocchia di Musile con don Livio Busonella realizzazione della Casa Rossa fin dal 1985. Eral’anno 1985 Fossalta e Musile hanno iniziato a camminareassieme con incontri avvenuti nella scuola materna diFossalta di Piave. Il Parroco Don Valentino Benetton haappoggiato l’iniziativa con entusiasmo e il cappellano donLivio Buso ne ha seguito con entusiasmo la prima fase.Nell’incontro di quest’anno che ha previsto anche il mo-mento conviviale, è stata sentita la necessità di fare me-moria della nascita di questa importante struttura per nondimenticare. La memoria è fatta soprattutto di ricordi dipersone che come: Parroco Don Valentino Benetton - Don Livio Buso cappel-lano - Lorenzi Agostino e Loredana - Angelo Fiorin - Ginoe sorelle Grandin - Luigia Cardinali - Bruno Zoccoletto -Luigi Arzu - Ziza Angelo e Cristin - Antonio Tito - hanno of-ferto un aiuto alle persone in difficoltà e alle loro famiglie.

Dopo 21 anni di attività è stata sentita la necessità di con-solidare il patrimonio etico-religioso formalizzando nelloStatuto l’ispirazione cristiana dell’Associazione. Il Ve-scovo di Treviso Andrea Bruno Mazzocato nel 2008 ha ri-conosciuto la Casa Rossa: Associazione privata di fedelicristiani ed ha concesso l’inserimento di una figura istitu-zionale consacrata.Pare doveroso dare lettura di alcuni dei primi collaboratorie soprattutto del 1°: Agostino che si è acquistato una mer-cedes usata per il servizio di accompagnamento dei fre-quentanti. E’ un esempio importante di come i volontarihanno servito questi fratelli e le loro famiglie.

Anna Botter

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GIUGNO - LUGLIO 2010 1199

MUSILE DI PIAVE

AGOSTINO E LOREDANA LORENZI: UNA VITA DI COPPIA AL SERVIZIO DEI BISOGNOSI

Domenica 4 luglio 2010, la comunità di Musile di Piavesi è riunita in festa, da prima con una messa di ringra-ziamento e poi con un pranzo in oratorio, il cui rica-vato verrà interamente devoluto per le situazioni dibisogno e povertà del nostro territorio, attorno ai co-niugi Lorenzi e alla loro famiglia per ringraziarli perquanto hanno fatto e stanno facendo tutt’ora per lacomunità cristiana e civile.

Agostino e Loredana:due carissimi amici,due persone splendidee solari che con moltasemplicità hanno co-struito la loro vita fami-liare con uno sguardosempre attento e vigileverso le situazioni di bi-sogno locale e mon-diale.Impegnati sia nella co-munità cristiana e civile,il loro sguardo è sempreattento a chi tende lorola mano per un aiuto:nel “locale” verso quellefamiglie e/o personeche vivono situazioni di

disagio, “mondiale” attraverso la promozione di atti-vità di raccolta denaro e materiali, al fine di finanziaree promuovere opere nei paesi del terzo mondo e aiu-tare i nostri missionari.In tutti questi anni hanno saputo coinvolgere giovani eadulti a tal fine: chi non si ricorda della mitica “casetta”ove si cernevano le medicine, ove si faceva la famosa“raccolta cartoni” (vi ricordate il mitico furgoncinoviola?), ove si partiva tutti insieme la domenica mat-tina per la “raccolta di ferro, carta, vetro” smistati neidiversi trattori, camion, ecc.? e le mostre missionarie?E il gruppo missionario, il GTM, …e tante altre attivitàvolte tutte verso un unico denominatore comune: aiu-tare chi è nel bisogno.In modo semplice hanno e stanno vivendo questo lorofarsi missionari nelle situazioni di povertà e necessità,sempre con il sorriso nei loro volti; chi ha modo di par-lare con loro, scambiare due parole subito si rendeconto della gioia con cui vivono questa loro missiona-rietà, questo carisma che ha permeato i loro cuori eche con molta semplicità viene vissuto nel quotidiano.La comunità di Musile ha voluto festeggiarli e ringra-ziarli per quanto hanno fatto, per quanto stanno fa-cendo e faranno ma soprattutto gli amici che hannovoluto condividere questo momento di festa hanno vo-luto ringraziarli per la loro testimonianza concreta, pertutto quello che hanno saputo trasmetterci e donarcicon gioia e semplicità.Grazie Agostino e Loredana.

Laura Scabbio

Carissimi Loredana e Agostino,spiacente di non poter essere presente per impegni pastoralialla festa in vostro onore, mi unisco di cuore a tutti i parroc-chiani, a don Saverio e a don Vanio, in occasione della cele-brazione che l’amata comunità di Musile ha deciso dipromuovere in segno di gratitudine per il vostro impegno ela vostra straordinaria generosità, mai venuti meno negli anni.In tale riconoscenza corale desidero porre il mio personaleGRAZIE per quanto vi ha sempre distinto tra tutti. In primoluogo come coppia di sposi che ha saputo fare del dono atutti il ritornello ricorrente della vostra vicenda coniugale. Ilvostro amarvi, infatti, non si è chiuso dentro le mura di casae della vostra bella famiglia, ma ha saputo dilatarsi, offrirsi,essere amore dal quale tutti potessero ricevere beneficio eforza.Così, pian piano, questo allargamento ha raggiunto livellistraordinari, appassionandosi ed offrendosi a quanti (tantis-simi!) hanno suonato il campanello di casa vostra, e portan-dovi - sempre assieme - dovunque ci fosse bisogno di aiuto,di sostegno, di cura.Vi confesso che più di qualche volta mi son chiesto comeriuscivate a fare tutto ciò, come riuscivate a farvi carico dicosì tanti poveri (per i quali la vostra stessa casa è diventatacentro di raccolta di indumenti e cibo per loro), di tanti fra-telli venuti da paesi stranieri, di tante famiglie in difficoltà e deitanti missionari che in tanti anni avete conosciuto!Personalmente, al vostro posto, mi sarei più di qualche voltatirato indietro, giudicando troppo eccessive le richieste dicosì tanti fratelli nel bisogno, troppo lo spazio dentro la miavi-ta! Non è mai stato così per voi… Rimanendovi accantonei 14 anni di parroco a Musile, riconosco che più di qualchevolta sono stato da voi provocato ad una generosità piùgrande, e da voi aiutato a coinvolgermi maggiormente inquesto donarsi che non attende ricompensa, fatto prevalen-temente a chi non ha possibilità di restituire.Grazie Loredana e Agostino! Grazie per essere stati pagina diVangelo per me e per molti altri! Grazie perché il vostro grancuore ci ha messo un po’ tutti a disagio, un “sano disagio”,quello che l’amare porta con sé, perché spinge sempre adandare oltre, sempre più in là, sempre di più! Con il vostrosorriso, la vostra pazienza e tanta delicatezza avete chiesto ame e a tutti di non fermarci ma di andare verso questo “dipiù” a cui è chiamato chiunque voglia farsi prossimo del fra-tello. Per me è stata e rimane una lezione preziosa… l’ho im-parata tanto alla vostra scuola! Per questo rimane un debitoche ho nei vostri confronti e che cerco di saldare mettendoin pratica, nella parrocchia di Noale dove ora mi trovo, ciòche da voi ho appreso.Il Signore benedica voi e i vostri cari. Vi doni tutte le grazienecessarie in questa stagione della vostra vita per aver col-laborato tanto generosamente alla sua stessa opera, quellache Maria Santissima proclama nel Magnificat: “Ha innalzatogli umili”. Voi due, Loredana e Agostino, avete fatto questo.Grazie ancora!Vi abbraccio di cuore e vi ricordo caramente, vostro

don Mario Salviato

Page 20: Emmaus Giugno 2010

GIUGNO - LUGLIO 20102200

CHIESANUOVA

1144 MMaarrzzoo 22001100PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonnee

CCHHIIEESSAANNUUOOVVAA

TAPPE SACRAMENTALI

11 MMaaggggiioo 22001100CCoonnffeerrmmaazziioonneeDurante quest’anno di catechismo i nostriragazzi di 2° e 3° media hanno vissuto, conimpegno e consapevolezza, due momentimolto profondi.Nella notte del Giovedì Santo hanno ac-colto l’invito di Gesù a restare svegli in-sieme a Lui, con sacrificio ma soprattuttocon la gioia di condividere una notte vera-mente speciale, di preghiera e vicinanza aLui e con Lui.Rafforzati da questo incontro, come veriapostoli di Gesù e guidati dallo SpiritoSanto, hanno accettato il nuovo cam-mino iniziato con la Confermazione, con-sapevoli che per loro rappresenta unascelta di coraggio e testimonianza del-l’amore di Gesù.

1188 AApprriillee 22001100SS.. MMeessssaa ddii PPrriimmaa CCoommuunniioonnee“Ricordo l'emozione di quando sono partita dal-l'oratorio fino alla chiesa e invece, l'emozione piùgrande è stata quella dove ho ricevuto Gesù nel-l'Ostia...”“Per me la Prima Comunione è stata una cosa im-portantissima per aver aperto il mio cuore a Gesùe per aver ricevuto per la prima volta l'Ostia con-sacrata.”“Signore, il Pane e il Vino che ho ricevuto il giornodella mia santa Comunione, sono stati una cosanuova per me.”“Spero di non stancarmi mai di te...”

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GIUGNO - LUGLIO 2010 2211

Una strana poesia c’era nell’aria in quella mattina del 30 Maggio. Mentre il mondo dormiva riuscivamo ad ascol-tare il silenzio magico che creava quella luce soffusa alle prime ore del mattino e percorrevamo quella strada chequotidianamente facciamo, ma che mai ci ha dato tanto..non come quel giorno. Giovani e adulti, ci siamo ritrovati nel piazzale di Chiesanuova alle 4.45, ed ecco i nostri primi momenti di rifles-sione... poi tutti in sella e si parte. Osservare le cose da un altro punto di vista. La bicicletta non è una novità..quanti di noi decidono di fare passeggiate più o meno lunghe nel tempo libero? Ma lo spirito è diverso, la moti-vazione cambia: siamo noi a dare un senso a ciò che facciamo nel cammino di tutti i giorni. Arriviamo alla secondatappa, un altro momento di condivisione del nostro pellegrinaggio, domande, dubbi e risposte, voglia di esporre,aprirsi all’altro.. voglia di farsi conoscere. Ad ogni tappa raggiunta, ognuno di noi si mostrava sempre di più complice all´altro. E quando la fatica iniziava afarsi sentire, aumentava la consapevolezza del perché essere lì. Arrivati al Santuario di Motta di Livenza, ore07.55, la gioia e la soddisfazione erano sugli occhi di tutti. Ognuno di noi era lì per un motivo, e forse l´esperienzaè stata per qualcuno di grande aiuto, sicuramente qualcosa ha insegnato. Ma tra di noi, nel gruppo, nel nostro parlare, nel modo di pedalare, nel modo di sorridere e di sorridere agli altri,una motivazione comune c’era… Dio: è la fede che ci ha portato a percorrere quel cammino insieme!

Elisa

PPeelllleeggrriinnaaggggiioo aa MMoottttaa

LLaa ssoolliiddaarriieettàà rreeccaa ggiiooiiaaMi chiamo Francesca, frequento da molti anni la "Casa del Girasole" nella zona di Isiata, frazionedi San Donà di Piave. Oltre a me, ci sono altri ragazzi e ragazze e insieme svolgiamo diverse atti-vità lavorative. Una di queste è il preparare dei lavoretti per certe fabbriche, apparecchiare le ta-vole per il pranzo, mettere in ordine le nostre stanze, ed imparare ad essere sempre più autonomi. Ho un carattereallegro, sono socievole, mi piace molto stare in compagnia delle persone e soprattutto dedicarmi al volontariato.Ho un'amica di nome Adalberta e ogni tanto andiamo anche a lavorare al negozio Equo e Solidale che si trovasempre a S. Donà. Lì si vende un pò di tutto, dai generi alimentari, come la pasta, caffè, cioccolato... agli oggettida regalo, ai libri di don Saverio e altro. A fine giornata sono molto felice perchè riusciamo a vendere molti pro-dotti, i soldi guadagnati vanno poi spediti alle persone del terzo mondo. E' una gioia per me rendermi utile dedi-cando del tempo con questo lavoro al mio prossimo. Vorrei poter fare molto di più ma quello che faccio è fattocon tutto il cuore e tanto amore. Francesca Rosin

UUnn lliibbrroo ooggnnii ttaannttoo......Da qualche tempo alcuni ragazzi volenterosi hanno dato il via a numerose iniziative in parrocchia che hanno ri-scontrato forte successo nella comunità. Le ultime proposte che saltano subito alla mente sono “brusar a vecia”e la caccia al tesoro in bici per le vie del nostro paese. Ma non sono solo queste le attività che il gruppo si è im-pegnato a svolgere; una poco conosciuta ma non per questo meno importante è la “ri-creazione” di una piccolabiblioteca!!!! (Iniziata tanti anni fa da don Claudio). Ovviamente sono necessarie alcune spiegazioni: nelle stanzedel vecchio oratorio che sono ora in ristrutturazione sono rimasti fermi per molti anni tantissimi libri interessan-tissimi dagli argomenti più diversi, ad esempio la religione, le scienze, la geografia, il teatro e la psicologia; maanche libri di narrativa per ragazzi, per grandi e piccini. Dopo aver comprato delle scaffalature adeguate ab-biamo iniziato a spolverare e a catalogare questo “tesoro” rimasto nascosto per tanti anni… Siamo ancora agliinizi ma con molta forza di volontà e passione stiamo selezionando tutti questi manuali, dividendoli per catego-ria o argomento, e creando dei tesserini personalizzati di prestito per poi mettere a disposizione alcune ore (adesempio pomeridiane) e qualche stanza per dare la possibilità a chiunque voglia passare un po’ di tempo in com-pagnia dei libri, della cultura e perché no, anche di altre persone!!!! Un piccolo passo alla volta e ci avviciniamosempre di più a questo nuovo obiettivo. Ognuno di noi ha il diritto e il dovere di arricchirsi e di crescere interior-mente e credeteci, uno dei modi migliori per farlo è proprio coltivare una sete di conoscenza e curiosità!!!!! Noici crediamo, e voi??? Serena e Federica

Queste sono le ultime iniziative prese in quel di Chiesanuova: il riordino dei molti libri che, grazie a donClaudio Pasqualini, sono stati donati alla parrocchia parecchi anni fa e l'organizzazione del pellegrinag-gio a Motta e della caccia al tesoro. Di quest'ultima dirò brevemente che s'è rivelata un successo: moltepersone grandi e piccole vi han partecipato e insieme attraverso giochi e indovinelli pensati per tutti si èarrivati a trovare il tesoro: lo stare bene insieme... magari con i gelati pensati come premio per tutti! La-scio invece che descrivano le altre esperienze alcune tra le persone che più si sono adoperate per portarlea buon fine ringraziandole per ciò che fanno per tutti noi. Federico

CHIESANUOVA

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GIUGNO - LUGLIO 20102222

CHIESANUOVA

SSAANNTTAA MMAARRIIAA DDII PPIIAAVVEETAPPA SACRAMENTALE

77 MMaarrzzoo 22001100 PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonneeHanno celebrato per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione:1. Dotto Giacomo2. Ferrazzo Sara3. Finotto Camilla4. Gottardo Marco5. Magagnin Dylan6. Zanco Alessia7. Zemolin Gaia

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GIUGNO - LUGLIO 2010 2233

MILLEPERTICHE

22 MMaaggggiioo 22001100CCoonnffeerrmmaazziioonnee

MMIILLLLEEPPEERRTTIICCHHEETAPPE SACRAMENTALI

2211 MMaarrzzoo 22001100 PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonneeMMiirrccoo ccii rraaccccoonnttaa......“Ciao, mi chiamo Mirco Bortoluzzi, frequento la classe3^ elementare di Millepertiche. Quest’anno il 21 marzo2010, ho ricevuto il Sacramento della Prima Confes-sione. Per prepararmi alla Prima Confessione ho fattoun cammino insieme alle mie Catechiste Mariasilvia eSeverina. Ogni venerdì dell’Avvento ritagliavo e colo-ravo un fiore che poi donavo a Gesù appendendolosulla Croce in Chiesa. Finalmente è arrivato il venerdìdelle prove e l’emozione era tanta, don Saverio ci do-veva fare delle domande per vedere se eravamopronti alla Confessione. Superato l’esamino, ora siavvicinava sempre più la domenica. Il sabato sonostato sveglio quasi tutta la notte per la paura di fare

brutta figura perché non sapevo ancora come esprimere i mieipeccati. Giunta l’ora, avevo il mio piccolo cuoricino che batteva forte forte, tanta paura, preoc-

cupazione e tanta emozione; però ero anche tanto felice perché avrei incontrato l’amore e il perdono di Gesù. Dopo essermi confessato ho provato tanta felicità, mi sono sentito leggero e tranquillo con una grande soddisfazione,poi ho firmato un cuore e l’ho appeso sulla croce, che è rimasto appeso fino alla domenica delle Palme. Poi abbiamofesteggiato con un rinfresco insieme ai genitori e don Giorgio. La mia famiglia e io dopo il rinfresco siamo andati a casafelici. Un grosso abbraccio ai miei genitori che in questo periodo mi sono stati vicini sostenendomi e incoraggiandomi.Grazie mamy e papy vi voglio tanto bene.”

1188 AApprriillee 22001100SS.. MMeessssaa ddii PPrriimmaa CCoommuunniioonnee

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GIUGNO - LUGLIO 20102244

MILLEPERTICHE

UUnn mmoonnddoo iinn mmoovviimmeennttoo…… ttuuttttoo ccaammbbiiaa......Questo il titolo del progetto annualedella nostra scuola per l’infanzia“Madonna delle Bonifiche di Mille-pertiche.Le attività sviluppate sono state mol-teplici: lettura animata della favola diPinocchio, psicomotricità, piscina,visita guidata al maneggio al nocetoalla fabbrica del cioccolato e casadelle farfalle. A conclusione delle at-tività, con le famiglie siamo andati a

Gulliverlandia, per un momento digioia e divertimento.MA NON E’ ANCORA FINITA….Da settembre ci saranno molte no-vità.E’ già stato approvato un progetto diristrutturazione e ampliamento deilocali della scuola.Una parte dei lavori è già iniziata e ilresto dei lavori saranno ultimati entrol’estate del 2011.

Questo ci permetterà di accoglierepiù bambini: dai 39 iscritti per l’annoscolastico 2009-2010, siamo arrivatia 58, quindi siamo passati da due atre sezioni.Molto felici di questi cambiamentisiamo liete di invitarvi a visitare la no-stra nuova scuola.Buana estate a tutti!

Il personale della scuoladell’infanzia di Millepertiche

II sseessssaanntt’’aannnnii ddii ssaacceerrddoozziioo ddii ddoonn NNaarrcciissoo

L’undici e il dodici settembre in occa-sione della festa della nostra Madonnadelle Bonifiche, ci sarà l’inaugurazionedel nuovo sagrato i cui lavori si stannoeffettuando in questi giorni con unaprocessione in piazza. Per l’occasione verranno anche fe-steggiati i sessant’anni di sacerdozio

di don Narciso nostro parroco perquarant’anni.A tale proposito ho pensato di cederela parola a proprio a don Narciso perun breve commento:

“Sono diventato sacerdote a Trevisoper le mani di Mons. Antonio Mantieroil 25 giugno del 1950.Ho celebrato la mia prima messa aMontebelluna dove era parroco donDaniele Bortoletto che precedente-mente era stato parroco al mio paese.Al mio paese, ho celebrato la S. messail 29 luglio alle 10.30 con mio zio sa-cerdote don Camillo e don Pietro Gaz-zola, mio cugino.Sono andato parroco a Roverè a set-

tembre, dopo un anno sono passato alCollegio Pio X, come assistente deigiovani.Dopo tre anni sono passato all’IstitutoOrione e poi istituto Florens di fanciullipoveri e abbandonati. Gli altri quarant’anni li ho passati comeparroco a Millepertiche.Concludo con un ricordo simpatico:per la celebrazione a S. Andrea miamamma aveva preparato una ventinadi polli che la notte i ladri avevano ru-bato. La gente del paese cercò di supplirecon l’offerta di galline.”

Anna Scappatura

Il 30 Aprile con i bambini della prima comunione e alcuni genitorisiamo stati nella casa del Clero per incontrare don Narciso. Ecco le im-pressioni dei bambini:

“…Ero molto emozionata perché dopo la Prima Comunione andavamo fi-nalmente a fare vista a Don Narciso, che sta in una bella casa di riposo aTreviso. Lui si è commosso quando ci ha visto e mi ha fatto tanta tene-rezza.”… Francesca

“…Quando ho visto Don Narciso ero contentissima perché lui era felice estava bene….” Arianna

“… Dopo, in una stanza, gli abbiamo consegnato il regalo e lui lo ha aperto.Era la nostra foto della prima Comunione… …Dopo, siamo entrati nel sot-terraneo, la parte più antica del Duomo. Abbiamo visto le tombe dei Vescovi.Non c’era il Beato Longhin perché visto che è Beato è stato messo sopra… Insomma, è stata una splendida giornata !” Elisa

“…Dopo alcune preghiere abbiamo salutato Don Narciso e siamo andati a visitare la Chiesa Votiva che si trova vicino alla casadi Don Narciso. …. Sono rimasta colpita dall’enorme presbiterio….” Elena

“ .. Gli abbiamo fatto una sorpresa, nascondendoci… ci ha fatto vedere il bellissimo giardino dove abbiamo scattato tantis-sime fotografie” Riccardo

“Caro Don Narciso, grazie di averci accompagnato in questi bei momenti, ti auguriamo tanto che tu sia felice, il tuo ricordo loterremo per sempre nel nostro cuore.” Davide

AA TTrreevviissoo aa ttrroovvaarree DDoonn NNaarrcciissoo……....

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CAPOSILE

CCAAPPOOSSIILLEETAPPA SACRAMENTALE

Siamo a quota 99, ebbene sìquest’anno il 9 maggio don Ar-mando ha raggiunto questo im-portante traguardo.

I festeggiamenti per questo ge-netliaco si sono protratti per tuttala giornata con la partecipazionenon solo dei suoi parrocchianima anche di gran parte delle per-sone che gli vogliono bene.Il giorno del suo compleanno(domenica 9 maggio 2010) è ini-ziato presto per il parroco più an-ziano d’Italia (o forse d’Europa!!!)infatti già dalle prime ore del mat-tino il telefono ha cominciato asquillare, visto che molti, non po-tendolo fare di persona, hanno

voluto comunque fargli gli augurialmeno attraverso la “cornetta”

Alla Santa Messa delle 9,30 lacorale di Caposile si è impegnataper rendere solenni questi fe-steggiamenti.Non è mancata neppure la par-tecipazione delle autorità di Mu-sile: il sindaco e vari assessorierano presenti sia alla S. Messadel mattino che al concerto, inonore del festeggiato, che si è te-nuto nel pomeriggio.Concerto speciale con la parte-cipazione di tre artisti di talento ecapacità indiscutibili: Tosca Boz-zato, Graziano Cester e Bernar-dino Zanetti supportati dallacorale di Caposile.

Il concerto è stato così ben cu-rato che si è avuta la sensazionedi assistere ad uno spettacolo da“Prima serata su Rai 1.” A seguire un rinfresco, molto benpreparato e organizzato, contanto di taglio di una “MegaTorta” in onore del giovane no-vantanovenne.

Ogni momento di questa gior-nata speciale è stato una mani-festazione dell’affetto che tuttinoi proviamo per don Armando,ne è prova palese la gioia e sere-nità che si leggeva nei volti ditutti quelli che volontariamente

stavano lavorando per la buonariuscita di questa festa.

Ricordando quella domenica dimaggio e il coinvolgimento ditutte quelle persone, viene spon-taneo pensare al festeggiato, chesi è guadagnato questa grandetestimonianza di affetto, e aquanto forte sia il suo legamecon la parrocchia di Caposile enon solo!Don Armando, sacerdote da 74anni, da prete moderno, non hamai limitato la sua amicizia e di-sponibilità solo alle persone chefrequentano la parrocchia, ed èriuscito a farsi voler bene ancheda chi in chiesa non entra cosìspesso.

Una sua dote particolare, che an-cora non ha perso, è il riuscire afarci considerare unici ed impor-tanti, anche ai suoi occhi…La sua gioia di vivere è così con-tagiosa che, anche adesso,quando si è in sua compagniariesce a rendere leggeri e serenigli incontri con lui.Credo sia spontaneo ringraziare,ancora oggi, don Armando pertutto quello che ci ha donato,c’insegna e ci trasmette e questoGRAZIE si è dimostrato anchecon la bella festa organizzatatutta per lui.

Emanuela

IIll 9999°° ccoommpplleeaannnnoo ddii DDoonn AArrmmaannddoo

2211 MMaarrzzoo 22001100 PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonneeHanno celebrato per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione: 1. Biban Chiara2. De Zen Andrea3. Bardellotto Denise4. Nori Alessandro5. Montagner Pietro6. De Nobili Giampietro

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22 MMaaggggiioo 22001100CCoonnffeerrmmaazziioonnee

2266 GIUGNO - LUGLIO 2010

PASSARELLA

PPAASSSSAARREELLLLAA

TAPPA SACRAMENTALE

1144 MMaarrzzoo 22001100 PPrriimmaa CCoonnffeessssiioonneeHanno celebrato per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione:1. Baseotto Eva2. Carli Nicolò3. Ferrazzo Sabrina4. Finotto Gloria5. Gnes Angelica6. Marin Erika7. Mariuzzo Gaia8. Ongaretto Elisa9. Trevisan Kevin

1188 AApprriillee 22001100SS.. MMeessssaa ddii PPrriimmaa CCoommuunniioonnee

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UN LIBROIL CAMMINO DELL’UOMO BUBER

Ed. Quiqajon

Questo libello riporta icontenuti di una confe-renza tenuta da MartinBuber nel 1947. Sitratta di un libro sul-l'uomo. L'uomo d'ognitempo, d'ogni condi-zione e sull' educazionedi questi. Si tratta cioènon di un essereastratto, riferito a séstesso, ma dell'essereumano nel suo rapportocon la sua radice pro-fonda, con gli altri, colmondo e con Dio. Tuttoquesto con un'atten-zione pedagogica.

Un testo che si apre con la domanda "Uomo dove sei?",domanda di biblica memoria: è infatti quella che, nella Ge-nesi, Dio pose ad Adamo non appena questi compì il pec-cato originale e si nascose al suo cospetto. Una domandache, stando a ciò che emerge da quest'opera, Dio conti-nua a porre ad ogni uomo di ogni tempo, ogni condizione,in ogni luogo. E l'uomo nascondendosi a Dio non farebbealtro che nascondersi a sé stesso. Ecco allora l'impor-tanza dell'autenticità se si vuole crescere davvero: dob-biamo ascoltare questa domanda, dobbiamo essere ingrado di percepirla, quando Dio ce la pone, per potervi ri-spondere e dar così una risposta a noi stessi, trovare chisiamo, scoprire noi stessi, la nostra immagine che si ri-flette nei nostri fratelli, gli altri, e riuscire a scorgere in loroed in noi il riflesso della luce divina, dell'essenza di Dio.

Tutto questo per arrivare ad accorgersi che la scoperta dinoi stessi, il nostro cammino, non è qualcosa da raggiun-gere perché è semplicemente cosa buona 'per me', maperché è giusto che sia così, è cosa 'buona e giusta' pergli altri, per il mondo. Andare verso Dio è il nostro per-corso naturale: andando in questa direzione conserve-remo ciò che siamo e troveremo la felicità e la pace cheagogniamo, viceversa ci perderemmo, Egli è la nostra Fe-lice Destinazione. Tutto questo si tratta in modo agevolee piacevole in quest'opera breve ma intensa.

UN TESTIMONETIBHRINE, OFFRIRE LA PROPRIA MORTEPER FAR VIVERE L'OPERA DI UN'ALTRO.Il 21 maggio 1996, padre Christian de Chergè, priore del monasterocistercense di Notre-Dame de l'Atlas, a Tibhrine (Algeria) e sei deisuoi frati trappisti furono ufficialmente rapiti e dopo cinquantaseigiorni assassinati dai terroristi musulmani del GIA (Gruppi islamici ar-mati). Questo grave fatto è avvenuto durante un periodo caldo dellaguerra civile in Algeria, ovvero dal 1993, anno in cui i terroristi delGIA invitavano gli stranieri residenti nel Paese Nordafricano ad an-darsene, al 1996 quando i trappisti furono rapiti dal loro monastero.La decisione da parte dei monaci fu quella di rimanere accanto agliabitanti del villaggio, musulmani, con cui avevano stabilito una verarelazione amicale e solidale.I monaci di Tibhrine hanno amato i loro prossimi con le loro diffe-renze di nazionalità, di religione, di ambiente sociale. Erano abitantidi un villaggio algerino, musulmani di modeste condizioni procla-mando la verità del Vangelo, attraverso una vita di carità fraternasenza frontiere. La pace che avvolgeva il monastero, che fu all'ori-gine del villaggio era fondata sulla riconoscenza , l'ospitalità, l'aiutoreciproco e la cooperazione nel lavoro. Tutto veniva fatto e condivisocon la popolazione del posto, anche la preghiera leggendo con loroanche il corano.La lotta contro il terrorismo è vana se si volge unicamente ai sintomidi un malessere che viene da una mancanza di amore e giustizia. Lavita cristiana, che cerca la comunione nella preghiera, nel lavoro nel-l'accoglienza e nel servizio disinteressati, offre una soluzione, la sola,per vivere da fratelli.” Che cosa resterà fra qualche mese - si interro-gava padre Paul (uno dei monaci )nel gennaio 1995 - della Chiesad'Algeria, della sua visibilità, delle sue strutture, delle persone che lacompongono?Poco, molto poco probabilmente. Tuttavia credo che la Buona No-vella sia seminata, il grano germoglia... Lo Spirito è all'opera, lavorain profondità nei cuori degli uomini”. Alla morte dei monaci, unamadre di famiglia algerina scrive così all'Arcivescovo di Algeri: “Il no-stro dovere è proprio quello di continuare il percorso di pace, diamore di Dio e degli uomini nelle loro differenze.Il nostro dovere è di alimentare sempre i granelli che i nostri monacici lasciano in eredità” Tibhirine, che vuol dire giardino in lingua ber-bera, non ha finito di fecondare la terra degli uomini.Tuttora continua l'opera di pace e di annuncio del vangelo attraversouna presenza attiva nelle opere sociali, culturali e di carità che lì ven-gono promosse, e nulla di tutto questo viene fatto senza la collabo-razione con la popolazione musulmana. La priorità dell'annunciocristiano in questi luoghi resta il dialogo aperto con tutti, il mettere adisposizione di tutti le ricchezze spirituali e culturali cristiane, fedeli eaperti alla verità nell'amore.

2277GIUGNO - LUGLIO 2010

CHIESANUOVABREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUS

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CCoommuunniittàà iinn ffeessttaa aa MMuussii llee3300 MMaaggggiioo 22001100

FILM CONSIGLIATO...

DES HOMMES ET DES DIEUX(di Xavier Beavois)

Può un film senza Star interna-zionali inchiodare il pubblicoalle poltrone e commuoverloprofondamente raccontando lavita quotidiana e mistica di ungruppo di monaci trappisti nel-l'Algeria degli anni Novanta?E' quello che è accaduto du-rante la rappresentazione del

film Des Hommes et des Dieux , nel recente Festival Cinematograficoa Cannes (Francia) .Il film è ispirato ad un fatto realmente accaduto negli anni '90, il mas-sacro di sette frati trappisti di un monastero dal Maghreb ad opera deifondamentalisti islamici. E' un lavoro di straordinaria intensità emo-tiva, teso ad esplorare il mistero del martirio. Fatto di scarni dialoghi,di ritratti di uomini e cose, di gesti ora pietosi, ora brutali, il film seguela vicenda non per denunciare l'assurdo e tragico epilogo, ma per sve-lare come la fede e l'amore per il prossimo possano sfidare la morte.Attratto da sempre da quel limite invalicabile che è la fine dell'espe-rienza umana, il regista Beavois, non gioca con i sentimenti in nomedella logica mercantile del cinema, ma segue la sua ispirazione: credein ciò che mostra. Interessanti alcune riflessioni rilasciate alla stampadal regista e dagli attori protagonisti:

“E' difficile trovare persone capaci di amare così tanto il prossimo -dice il regista - ed è proprio questo che mi ha spinto a realizzare il film.Viviamo in una società fondata sulla velocità, ma io credo che la gentesia abbastanza intelligente per compire uno sforzo e capire un mondofatto di contemplazione e lentezza, a misura d'uomo.”

“Non amo i dogmi imposti dalle religioni - afferma Lambert Wilson chenel film interpreta il priore - ma ho molto rispetto per chi ha fede e perchi confida in Dio nei momenti difficili della vita.Lo scopo di questo film è mostrare l'amore e la compassione che uni-sce tutte le persone e credo che la politica non debba mai entrarenella religione: la loro mescolanza è fonte di grande sofferenza perl'umanità. Non uccidere in nome di Dio, questo è il messaggio che cista a cuore divulgare.Non sono né pazzo né fanatico, ma quando giravamo questo film hosentito su di me la presenza forte e la protezione di Padre Christian. Ecosì è accaduto agli altri attori. Abbiamo trascorso molti giorni in ritironel monastero prima di girare e in quello spazio di pace tra noi è nataquella speciale fratellanza che legava i monaci da noi interpretati”.

Michael Lonsdale, che veste i panni di fratello Luc, il medico, ag-giunge:” Non c'è amore più grande che dedicare la propria vita aglialtri, e questo comporta un grande sacrificio. E il sacrificio è assai di-sturbante perché nessuno vuole mai rinunciare a qualcosa. Questimonaci hanno invece voluto testimoniare di credere in qualcosa diuniversale e lo hanno fatto sacrificando la propria vita.”(interviste tratte da Avvenire)

Il film uscirà nelle nostre sale nei prossimi mesiBuona visione!

GIUGNO - LUGLIO 20102288

BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUS - BREVI DA EMMAUSBLE VIGNETTE