LEONTINOIOGGI (GIUGNO-2010)

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CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VI - n. 2 Giugno 2010 Dipinto di Franco Condorelli Lentini Città del Leone Il popolo lentinese in piazza. Sullo sfondo si notano molto bene la “vara” di Sant’Alfio Martire e la Chiesa Madre, ex Cattedrale Autorità civili e militari al seguito del Santo Patrono. Con le rispettive fasce di appartenenza sono ben visibili il Primo Cittadino Alfio Mangiameli e il vicepresidente della Provincia Regionale di Siracusa Enzo Reale. L ’Ambasciatore di Grecia in Italia, Christos Stremmenos, presente a Lentini durante il Convegno Internazionale “Gorgia e la Sofistica”, promosso e orga- nizzato dalla Giunta Cannone nel dicem- bre del 1983, di concerto e con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania e con la Società Filosofica Italiana, così parlò sul grande pensatore lentinese: La tormentata storia di Lentini, città fondata dai Calcidesi d’Eubea segna, come un filo rosso, quello straordinario miracolo politico e culturale che fu per le sorti della nostra civiltà la Magna Grecia. Figlio di quella stirpe ionica che compì e cantò gesta di eroi, Gorgia dedicò la sua vita più che centenaria e la sua impa- reggiabile arte oratoria alla nobile idea della pace e della convivenza pacifica tra Città - Stato. Trasformando la retorica in uno strumento di dominazione creativa in politica attraverso la cultura, Gorgia elevò il principio fondamentale delle rela- zioni fra Stati e popoli, l’idea sempre attuale secondo cui le potenze più grandi non dovrebbero fare sentire sui più deboli il peso della loro forza spietata e cruenta. Mente poliedrica, filosofo e precettore, scienziato, oratore, Gorgia, il più illustre figlio dell’antica Leontìnoi, fu soprattutto uomo d’azione: non soltanto si adoperò per l’alleanza dell’indifesa Lentini con la potente e democratica Atene, contro i soprusi dei suoi nemici dorici, compiendo egli stesso l’ambasciata presso gli Ateniesi, che conquistò con la sua arte oratoria; ma per tutta la sua vita di esule nei suoi inter- minabili pellegrinaggi attraverso la Grecia sconvolta da guerre fratricide, egli si ado- però instancabilmente per far prevalere l’arte, la verità, la sapienza, sull’ingiu- stizia, la menzogna, l’ignoranza”. Chi, come il Provveditore agli Studi di Siracusa, Giuseppe Italia, lo improvvisò “furbastro”, nel corso del III Certame Gorgiano, è ben servito, almeno per il momento. (*) Il discorso dell’Ambasciatore Greco, tratto dal volume “Gorgia e la Sofistica”, edito a cura del Comune di Lentini e della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania nel dicembre del 1986 (Tip. Galatea, Acireale), era stato già pubblicato, insieme con gli atti relativi del Convegno, all’interno della rivista universitaria catanese “Siculorum Gimnasium” in data gennaio-dicembre 1985. Chi era Gorgia? 10 maggio: Festa di fede, di santi e di popolo Irrinunciabile momento istituzionale in onore di Sant’Alfio La Compagnia del “Nuovo Teatro Leontino” diretta dal Maestro Enzo Ferraro (Premio Copertina 2010) trionfa con “5 fimmini e un tari” di Pino Giambrone All’INTERNO pagina 6 “U zu Janu Campisi”, il devoto più devoto di Sant’Alfio pagina 4 Le confessioni di Brunella Li Rosi nell’intervista di Pippo Cosentino pagina 3 Le “cantonate” di Giuseppe Italia dentro il “Certame Gorgiano” pagina 7 La festa dell’arancio in fiore pagina 8 Il convegno clandestino del 1943 nella testimonianza di Natale Vella pagina 9 La “Putia Culturale” dei giovani lentinesi pagina 10 La rubrica di indovinelli siciliani pagina 2 Incontro con la poetessa Pina Di Giacomo pagina 2 Chi ha paura della riunificazione territoriale tra Lentini e Carlentini? Gli interventi di Marika Cirone Di Marco, di Salvatore Raiti e di Sergio Monaco pagina 5 Il Comunale “Carlo Lo Presti”, ex Odeon pagina 2 Foto Servizio di Luigi Lo Re - Lentini

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TRIMESTRALE CULTURALE DI LENTINI FONDATO E DIRETTO DA GIANNI CANNONE

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Page 1: LEONTINOIOGGI (GIUGNO-2010)

CULTURA - POLITICA - STORIA LOCALE - ATTUALITÀ - SPORT - Copia Omaggio Anno VI - n. 2 Giugno 2010

Dipinto di Franco Condorelli

Lentini

Città del Leone

Il popolo lentinese in piazza.Sullo sfondo si notano molto benela “vara” di Sant’Alfio Martiree la Chiesa Madre, ex Cattedrale

Autorità civili e militari al seguitodel Santo Patrono. Con le rispettive fascedi appartenenza sono ben visibiliil Primo Cittadino Alfio Mangiamelie il vicepresidente della ProvinciaRegionale di Siracusa Enzo Reale.

L’Ambasciatore di Grecia in Italia,Christos Stremmenos, presente a

Lentinidurante ilConvegno Internazionale“Gorgia e la Sofistica”, promosso e orga-nizzato dalla Giunta Cannone nel dicem-bre del 1983, di concerto e con la Facoltàdi Lettere e Filosofia dell’Università diCatania e con la Società Filosofica Italiana,così parlò sul grande pensatore lentinese:“La tormentata storia di Lentini, cittàfondata dai Calcidesi d’Eubea segna,come un filo rosso, quello straordinariomiracolo politico e culturale che fu perle sorti della nostra civiltà la MagnaGrecia.

Figliodiquella stirpe ionicache compìe cantò gesta di eroi, Gorgia dedicò lasuavitapiùche centenariae la sua impa-reggiabile arte oratoria alla nobile ideadellapace edella convivenzapacifica traCittà - Stato. Trasformando la retorica inuno strumento di dominazione creativain politica attraverso la cultura, Gorgiaelevò il principio fondamentaledelle rela-

zioni fra Stati e popoli, l’idea sempreattuale secondocui le potenzepiù grandinondovrebbero fare sentire suipiùdeboliil pesodella loro forza spietata e cruenta.

Mente poliedrica, filosofo e precettore,scienziato, oratore, Gorgia, il più illustrefigliodell’anticaLeontìnoi, fu soprattuttouomo d’azione: non soltanto si adoperòper l’alleanzadell’indifesa Lentini con lapotente e democratica Atene, contro isoprusidei suoinemicidorici, compiendoegli stesso l’ambasciatapressogliAteniesi,checonquistòconlasuaarteoratoria;maper tutta lasuavitadiesulenei suoi inter-minabilipellegrinaggiattraversolaGreciasconvoltadaguerre fratricide, egli siado-però instancabilmente per far prevalerel’arte, la verità, la sapienza, sull’ingiu-stizia, la menzogna, l’ignoranza”. Chi,come il Provveditore agli Studi di Siracusa,Giuseppe Italia, lo improvvisò “furbastro”,nel corso del III CertameGorgiano, è benservito, almeno per il momento.

(*) Il discorsodell’AmbasciatoreGreco,tratto dal volume “Gorgia e la Sofistica”,edito a cura del Comune di Lentini edella Facoltà di Lettere e Filosofiadell’Università di Catania nel dicembredel 1986 (Tip. Galatea, Acireale), erastato già pubblicato, insieme con gli attirelativi del Convegno, all’interno dellarivistauniversitaria catanese “SiculorumGimnasium” in data gennaio-dicembre1985.

Chi era Gorgia?

10 maggio:Festa di fede,di santie di popolo

Irrinunciabilemomentoistituzionalein onoredi Sant’Alfio

La Compagniadel “Nuovo Teatro Leontino”diretta dal MaestroEnzo Ferraro(Premio Copertina 2010)trionfa con“5 fimmini e un tari”di Pino Giambrone

All’INTERNO

pagina 6

“U zu Janu Campisi”,il devoto più devotodi Sant’Alfio pagina 4

Le confessionidi Brunella Li Rosinell’intervistadi Pippo Cosentino pagina 3

Le “cantonate”di Giuseppe Italia dentroil “Certame Gorgiano”

pagina 7

La festadell’arancio in fiore

pagina 8

Il convegno clandestinodel 1943 nella testimonianzadi Natale Vella pagina 9

La “Putia Culturale”dei giovani lentinesi

pagina 10

La rubricadi indovinelli siciliani

pagina 2

Incontro con la poetessaPina Di Giacomo pagina 2

Chi ha pauradella riunificazioneterritoriale tra Lentinie Carlentini?Gli interventidi Marika Cirone Di Marco,di Salvatore Raitie di Sergio Monaco pagina 5

Il Comunale “Carlo Lo Presti”,ex Odeon pagina 2

Foto Servizio di Luigi Lo Re - Lentini

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Cos’è l’amore nella mia terra? Cioè questa miaSicilia... con Amore?

È questo un duplice interrogativo che appartiene,nei presenti versi, alla poetessa Pina Di Giacomo.

È, infatti, attraverso il canto sincero e appassio-nato attorno alla Sicilia “dal sole caldo che inebria eincanta i sensi”, di omerica visione, che la Nostrascopre, innanzi tutto, se stessa.

Sull’Isola più celebrata nel mondo da scrittori,musici e poeti di tutte le epoche, dove tutto ancoragermoglia generosamente, lo sguardo intimo nel-l’enciclopedia della natura e della storia viene coltodalla Di Giacomo con sorprendente armonia di vitaragionata al meglio delle possibilità palpabili.

Dentro la Sicilia, “grande patria mia”- così vienericamata da Pina Di Giacomo l’antica Sicania - c’è,appunto, la scaturigine di ogni cosa per quanto riguardala bontà della madre terra che fu dei Lestrigoni e deiCiclopi: i forti odoridei capperi edei rosmarini, lo zibibboe il miele di Sortino, i limoni e gli aranceti di casanostra. E poi come si fa a non percepire in tutta la suaessenza la potenza espressiva del siculo sentimentoche diventa irruente come l’Etna in eruzione “cheplacato si tuffa in acque cristalline dai Ciclopi a Cefalù”.L’amore e la sua sintesi navigano, dunque, senza mairinunciare ad un credo filosofico relativizzante:“L’amore è come la mia terra/ uno, nessuno cento-mila./ Pirandello per antonomasia”. E sappiamo,come affermava Leonardo Sciascia, che dietro Pirandelloc’era proprio un certo Gorgia da Leontìnoi.Un felicemomento, insomma, di poesia solare in cui davveronon c’è posto per linguaggi metafisici.

Incontro con la poetessaPina Di Giacomo

Un Amore... di SiciliaL’amore è come il sole caldo della mia terra,che inebria e incanta i sensicon i forti odori dei capperi e del rosmarino.Pigro, indolente e truffaldino,ma dolce come lo zibibbo o il miele di Sortino.Irruente come il vulcano in eruzione,che placato si tuffa in acque cristalline,dai Ciclopi a Cefalù.Geloso, ma generoso, con la grassa terra,di limoni ed aranceti.Prepotente o dimesso, a volte rinnegato,da chi non vuol essere etichettato.L’amore è come la mia terra,uno, nessuno e centomila.Pirandelliano per antonomasia.Scusate la licenza, ma questo è…l’amore più grande che ci sia,è per la Sicilia, grande patria mia.

Ins. Pina Di Giacomo

Sì, io ho letto“Jacopo da Lentini”,il libro dello scrittoreGianni Cannone. E tu?

€ 23,00

Rubricadiindovinellisiciliania cura di Liliana Failla

Se le radici di un popolonon muoiono tanto facil-

mente è soltanto perché ognigesto, ogni parola, ogni azione, ognimomento di vita, nella gioia e nel dolore,tutte queste cose, insomma, messe insieme,si ripetono, vuoi o non vuoi, nel rispettodegli insegnamenti e dei racconti dei piùvecchi. E allora, anche se il più delle voltenulla è scritto, le tradizioni, i costumi, leusanze, le credenze, i sentito dire, soprav-vivono miracolosamente al tempo e allemode.

I trucioli del legnoAjai, ajai di unni viniti?Ajai, ajai di Palazzolu.Ajai, ajai chi purtati?

Tagghiateddi dissapiti.

La candela‘Nniminaggua, ‘nniminagghia,

a mmia mi scula,e a tia ti quagghia.

La gallina‘Nniminagghia, ‘nniminagghia,

cu fa l’ovo ‘nta pagghia?A jaddina

e ‘u strunzu ca t’à ‘nnimina

Il setaccioDeci ca tenunue unu ca caca.

‘NNIMINAGGHIA‘NNIMINAGGHIA

Teatro Comunale“Carlo Lo Presti” (ex Odeon)

Il teatro comunale“Carlo Lo Presti” (ex Odeon)

Autocaricaturadi Carlo Lo Presti

Il consiglio comunale di Lentini, con provvedi-mento deliberativo n. 211 del 18 novembre

1996, avente per oggetto “Intitolazione del Cine-Teatro Odeon di Lentini al commediografo lentineseCarlo Lo Presti”, ha approvato il seguente storicotesto finale, che pubblichiamo volentieri:

Il Consiglio Comunaledi Lentini

Delibera

di intitolare il Cinema-Teatro Odeon di Lentinial commediografo Carlo Lo Presti, nato a Lentiniil 6/1/1921 ed ivi deceduto il 2/4/1969, al fine dionorare la memoria di un cittadino lentinese,ricordato da tutti per le alte doti teatrali e cul-turali.

Per non dimenticare

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Con la presentazione del suoprimo romanzo “In viaggio con

me” pubblicato dall’Editore Greco èiniziato il “viaggio” nel mondo dellaletteratura della scrittrice lentineseBrunella Li Rosi. “In Viaggio con me”è il racconto di un viaggio fantasticonel tempo e nello spazio di una valigiacolor bordeaux come metafora dellacomplessità della esistenza umana.Conquistati, dallo stile piano e scor-revole e dalla facilità di lettura, con cuisi snodano le diverse vicende, abbiamoincontrato Brunella Li Rosi e con Leiabbiamo fatto una piacevole chiac-chierata nel corso della quale abbiamoconosciuto meglio questa sua grandepassione per la scrittura. Ve la pro-poniamo.

Raccontaci qualcosa di te, come ti seiavvicinata al mondo della scrittura?

“Sono una normalissima donna chesi è occupata della sua famiglia. Su questoaspetto non saprei proprio cosa aggiun-gere, tranne che adoro viaggiare, chesono curiosa per natura e che la musicaè la mia passione. Non saprei immagi-nare la mia vita senza la musica ed i libri.

Il mondo della scrittura mi ha sempreaffascinato, infatti ho sempre letto quantomi è capitato sottomano, sin da quandoho cominciato a saper leggere. Ho lettodi tutto. Le mie letture preferite sonostate i classici, la letteratura russa, Tolstojin particolare. Negli ultimi anni mi sonointeressata allo studio delle religioni pri-vilegiando le Sacre Scritture e le opere deiDottori della Chiesa.

Così passando da una lettura ad un’altraè maturata la decisione di scrivere anch’ioqualcosa che hanno scritto altri, lo puoiapprezzare, discutere, condividere, con-testare ecc. ma non c’è bisogno di nessunatto di sfida ( con se stessi ) o di coraggio,ma se scrivi devi accettare di metterti indiscussione, sfidare te stessa, andare apescare, dentro di te, tutto il coraggio ela forza necessaria per intraprendereun’attività così complicata come quella diproporsi agli altri in questa veste”.

Quando e perché hai iniziato a scri-vere?

“Scrivere mi è sempre piaciuto. Mipiace inventare le storie e mi sono lasciataandare anche a qualche verso di poesia,

ma è il racconto quello chemi ha sempre affascinato.Per tanti anni ho continuatoa scrivere solo ed esclusiva-mentepermesola.Ho tenutoil diario delle mie emozioni,dei miei dolori e delle miegioie, che nessuno mai leg-gerà, neppure coloro che misono più intimi. Anzi il piùdelle volte ho distrutto obruciato ciò che avevo scritto.Ma, anche questo, penso misia servito: il raccontare ame stessa la mia vita, è servito a tenervivo il desiderio di mettermi in giocodavanti ad un foglio di carta bianco sucui ancora non è scritto niente ed inven-tare con i segni della penna una realtàche un attimo prima non esisteva, se nonnei miei pensieri. Poi, non so cosa siasuccesso, ma di botto ho sentito il desi-derio, quasi la necessità di mettere a partedei miei pensieri gli altri. Ho cominciatocosì a leggere ai miei familiari e agli amiciquello che scrivevo. Poi, a passar loroqualche fotocopia. E cominciò così, percaso e quasi per scherzo”.

Come è nata l’idea di scrivere unromanzo con “protagonista” unavaligia?

“Anche questo è stato un caso. Perfesteggiare i nostri venticinque anni dimatrimonio, abbiamo deciso di regalarciun viaggio. Avevamo bisogno di una valigianuova e grande. L’idea è nata così, guar-dando un mucchio di valigie che aspet-tavano un padrone che le portasse consé alla scoperta del mondo”.

Cos’è che del libro ti pace di più?“L’averlo finito. Altre storie premono

nella mia fantasia”.

Il ricorso ad una “scrittura semplicee piana” è stato naturale o frutto di unascelta legata all’argomento?

“No, non è stato un caso. Anzi devo direin un primo momento avevo avuto l’ideadi utilizzare un linguaggio, come dire,più spinto, e di far fare alla bella grandee lussuosa valigia di color bordeaux, espe-rienze diverse e pensavo di renderla spet-tatrice di situazioni anche un tantino piùpiccanti. Ma poi, leggendo il mio rac-conto in famiglia ed essendo ascoltataanche dai miei due meravigliosi nipotini,

ho dovuto correggere il tiro.Ed allora ho deciso di ado-perare un linguaggio pulitoe semplice. Ho pensato cheavrei potuto utilizzare l’ideadi questo racconto per unaattività quasi pedagogica.Comunque, i miei due nipo-tini non si sarebbero dovutimai scandalizzaredelleparoledella zia. E così, ho fattocompiere alla mia valigia unviaggio nella complessitàdell’esistenzaumana facendo

attenzione che l’ascoltatore o il lettore,di qualsiasi età o livello culturale potessecapire ciò che stavo dicendo e potessetrarre le sue conclusioni. Dico ascolta-tore perché questo romanzo è nato comeracconto radiofonico. Non chiedetemiperché, perché non lo so! So che manmano che la storia procedeva è diven-tato da racconto radiofonico, un cartoneanimato ed anche un’opera teatrale.Possibilmente un musical. Nella mia imma-ginazione, s’intende!”.

“C’è un lusso nell’esistenza che nonè dato dal numero delle perle o dalloscintillio delle pietre preziose, ma daquel leggero emanare d’amore che soloalcuni sanno fare…” così tu sostieni inuna parte del romanzo. C’è per casoqualche riferimento autobiografico iqueste affermazioni?

“Non amo parlare delle mie cose, ma,sento di affermare con certezza che isentimenti e le emozioni che descrivoappartengono al mio patrimonio di espe-rienze di vita. Così, pur non parlando disituazioni specifiche, posso dire che quelloche mi è rimasto dentro, nel cuore dicerte esperienze, è la certezza che l’a-more, o la salute o anche la pace, sonocertamente i beni più preziosi di cui pos-siamo godere durante la nostra vita. Ecapita a volte che, comprendendo il valore,riusciamo a diffondere intorno a noi notedi ottimismo e di serenità. Ma questo,sono convinta che lo sappiamo bene unpo’ tutti. Almeno quelli che sono staticapaci di fare tesoro delle esperienzedella vita. Belle o brutte che siano”.

A conclusione della serata di pre-sentazione del libro al cinema “CarloLo Presti”, exOdeon, tu avesti a dire che

questa tua opera segnava una vittorianon solo tuamaanche delle persone cheti erano state vicine e ti avevano soste-nuto. Vuoi chiarire meglio queste tueaffermazioni?

“Certo che posso chiarire! Sapersi cir-condata dall’affetto di mio marito, di miafiglia, di mio fratello e di mia sorella daiparenti e da un sacco di amici, tutti carie affettuosi, ti pare poco? Io ho vinto sullamia, forse eccessiva, timidezza, ed anchesulla scommessa che ho fatto con mestessa di portare a termine la stesura diun’opera che piacesse a me per prima. Ma

di Pippo Cosentino

INTERVISTA DI PIPPO COSENTINO

Le confessioni di Brunella Li RosiComenasce unascrittriceNasce con il libro In viaggio

con me, Edizione Greco,una nuova scrittrice.

Si tratta di Brunella Li Rosi chegiovedì,21gennaio2010,hariscossomeritati consensi inoccasionedellapresentazione al teatro comunale“Carlo Lo Presti”, ex Odeon, dellasua opera prima. Nel numeroodierno di “Leontìnoi oggi” è dedi-cato ampio spazio a questo impor-tante avvenimento culturale leon-tino che ha visto il locale concertopromozionale della Fidapa, del-l’Archeoclub, della Fenice, delComunedi Lentini edellaProvinciaRegionale di Siracusa.

La manifestazione è stata coor-dinata brillantemente da NelloNapoletano, mentre Mirella SpotoPuleo e Concetta Greco Lanza sonostate le due eccezionali relatriciche hanno tratteggiato positiva-mente la ricchezza dei contenutidel romanzo in questione. PippoGalatà e Valeria Roccella hannosvolto con grande padronanza tec-nica il ruolo di “voce narrante”, lemusiche hanno avuto la firma diun nome prestigioso, quello cioèdi Carlo Cattano; le danze hannotrovato in Vanessa e AntonellaPancari le interpreti più felici. Lepremesse, sentite e luminose, cheaprono le pagine dell’opera “liro-siana” appartengono a MarisaCardillo. Applausi a non finire allafine per l’autrice Brunella Li Rosidi fronte adun teatro gioiosamentegremito in ogni ordine di posti.

segue a pag. 5

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Giugno 20104

“Uzu Janu Campisi” era considerato un tempoil devoto più devoto di Sant’Alfio. Su di lui,

in possesso, pare, di spirito profetico, circolavano vociconsistenti legate alla sua longevità fissata proprio daSant’Alfio, patrono per i credenti, e anche oltre, diLentini e dei Lentinesi.

Si racconta, infatti, che Alfio, il più grande, rispettoa Filadelfo e Cirino, dei tre Santi Fratelli, gli abbia ungiorno confidato che tanta devozione e tanta fede dove-vano essere premiate con un miracolo speciale e benvisibile. Di che cosa si trattasse, è presto detto.

Sant’Alfio, appunto, gli avrebbe comunicato quantosegue: “tu camperai fino a 100 anni!”.

Lui di queste cose ne andava fiero, con convinzionevera, dominando la scena sopra la “vara” ogni qualvolta i festeggiamenti in onore del Santo toccavano ledate di ricorrenza.

Il tempo passava lenta-mentee sembrava che tuttopotesse avere il finalesecondo profezia.

Per la gente gorgiana ildubbio amletico non poteva co-munque non esserci.

Fatto sta che l’appuntamento con la morte subì unapiccola variante, fra la delusione generale della citta-dinanza, giacché “U zu Janu Campisi” per alcuni mesisoltanto non poté arrivare ai 100 anni di vita, così comeavevano incredibilmente spaziato in lungo e in largole regole della grande attesa volute dalla credenzapopolare. Il mito riguardante “U zu Janu Campisi” nellastoria dei devotissimi di Sant’Alfio, però, resta inat-taccabile, a prescindere dal miracolo dei 100 anni man-cato per un pelo.

FESTA DI SANT’ALFIO: Anni Cinquanta

A destra la “vara” un’indimenticabile devotodel Santo, Salvatore Piccione (a sinistra);

a destra il canonico Salvatore Cannone, già parrocodi Brucoli, già parroco di Monterosso Almo, già par-

roco di Francofonte, già cappellano dell’OspedaleCivile di Lentini dopo la rinuncia al parrocato in quel

di Francofonte per motivi di salute, nonché zio delnostro direttore Gianni Cannone.

Sotto: i sacerdoti che precedono la “vara” diSant’Alfio sono il parroco di Francofonte don SalvatoreCannone (il primo a sinistra), il parroco di Lentini donSebastiano Castro (con il volto non visibile, al centro) epadre Raddino, parroco in quel tempo della parrocchia

di San Luca (a destra).

In provincia di Lecce, nellePuglie, sorge la città di

Vaste. Qui, nel mese di ottobredell’anno 230, dal patrizio Vitalee dalla nobile Benedetta diLocuste, viene alla luce un bam-bino di nome Alfio.

Nel mese di aprile del 232nasce Filadelfo. Il terzo e ultimofiglio, Cirino, porta come datadi nascita il mese di settembredel 233. Benedetta, madre diAlfio, Filadelfo e Cirino, subisceil martirio per Cristo nell’anno237, sotto l’imperodiMassimino(234/243). Vitale, intanto, dopo il martirio della moglieBenedetta, sceglie l’eremitaggio. Durante l’impero di Gallo,che succede a Decio, essendo ancora in vigore contro i cri-stiani l’editto di quest’ultimo, viene ordinata la ripresa dellapersecuzione (251). È ora il tempo di Nigellione, che nomi-nato commissario imperiale di Vaste, fa arrestare Alfio,Filadelfo e Cirino per poi mandarli a Roma presso il pre-fetto Valeriano.

Nella capitale del mondo i tre fratelli di Vaste riman-gono prigionieri nel carcere mamertino per la durata di 7giorni. Successivamente Alfio, Filadelfo e Cirino vengonotrasferiti a Pozzuoli, città in cui governa il prefetto Diomede.Falliti tutti i tentativi da parte di Diomede perché i figli diVitale e di Benedetta rinunciassero alla fede cristiana, Alfio,Filadelfo e Cirino vengono inviati in Sicilia dove c’è comeproconsole di Roma Tertullo. Alfio, Filadelfo e Cirino, messisopra una nave sbarcano a Messina. Dalla città dello Strettovengono trasportati in catene a Taormina da dove Tertulloin persona ordina il trasferimento dei tre fratelli a Lentini.Alfio, Filadelfo e Cirino, legati a una trave e scortati da 40soldati, si fermano per una breve sosta prima vicino Mascali(oggi Sant’Alfio) e poi a Trecastagni (Tre casti agni). L’arrivoa Lentini dei tre fratelli avviene nei primi di settembre del252.

Nel dicembre dello stesso anno Tertullo giunge a Lentiniproveniente da Taormina e poiché ogni tentativo di abiuranei confronti della fede in Cristo da parte dei tre fratelli diVaste diveniva sempre più lontana, il proconsole di Romain Sicilia fa strappare loro i capelli. Il 10 di maggio del 253,nella località denominata Fontana, i tre fratelli affrontanoil martirio nel nome del Signore. Ad Alfio viene strappatala lingua. Filadelfo, dopo essere stato denudato, finiscesopra una graticola ardente. Cirino viene gettato in una cal-daia di pece bollente. Sant’Alfio, il più grande dei fratellimartiri, è il patrono della città di Lentini. Festino grandeper i lentinesi il 10 di maggio di ogni anno. La festa dei trefratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, si svolge, invece, nel mesedi settembre.

Lentini e i suoi santi patroni

Alfio, Filadelfoe Cirino

di Giovannino Cenna

“U zu Janu Campisi”,il devoto più devoto di Sant’Alfio

Padre Claudio Magro,arcidiacono

parroco di Lentini

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Il nostro periodico “Leontìnoi” per una sceltaeditoriale ben precisa è presente, sempre e

comunque, nella vita cittadina, tramite una politicagiornalistica e culturale, autenticamente libera e

realmente autonoma, perla tutela della Lentinitàlegata principalmente allaquestione territoriale traLentini e Carlentini. A talriguardo il nostro giornaleè al servizio di tutti, ivicompresi i giovani che rap-presentano la classe diri-gentedidomani. Inquestonumero vogliamo ricor-dare il nostro grido dei

duecomuni inuno:Lentini eCarlentini=Leontìnoi.Nei numeri precedenti si possono trovare i pro-

nunciamenti dello scrittore Alfio Siracusano e diCarmelino Russo, già assessore quest’ultimo alloSport del Comune di Lentini; dello storicoCirinoGula,dell’ex sindaco di Lentini Santino Ragazzi e del pre-sidente del “Gal Leontìnoi”,EnzoPupillo. Nel numeroodierno c’è l’intervento di Marika Di Marco e quellodell’ex sindaco di Lentini Salvatore Raiti e l’ex sin-daco di Carlentini Sergio Monaco.

tematiche difficili e dolorose. Alcolismo,pazzia e solitudine. Certamente il lin-guaggio che ho adoperato non è quellodi In viaggio con me. Ma questo è desti-nato ad un altro genere di pubblico.Voglio mettermi in gioco e verificare la miacapacità, di poter scrivere, in modo gra-devole, di svariati argomenti nei diversigeneri. Adesso sto scrivendo Catania-Katanè. E ho in mente altre cose: midiverte pensare a trame da poter svilup-pare scrivendoe sperodi continuarea farlo.Non so se altri miei scritti saranno pub-blicati,ma io scriverò lo stessoe imiei amicisaranno i miei lettori.Di tutta questa espe-rienza nuova che hofatto a questo puntodella mia vita possodire questo, che è bel-lissimo vedere mate-rializzare sogni e fan-tasie nelle pagine chesi riempiono dei mieipensieri. Manifestare

la mia stessa concezione della vita, attra-verso i personaggi, che prendono a viverecon le storie che immagino per loro, mipermette di affrontare e dire la mia, suifatti della vita. Almeno ci provo”.

Ringraziamo Brunella Li Rosi perla sua disponibilità, per il tempo checi ha dedicato e ci congediamo da Leicon l’augurio di ritornare a leggereancora qualcosa di suo.

Armando Ansaldo,professore d’inglesedel Liceo Scientifico

“Elio Vittorini”

Da sinistra:NelloNapolitano(presentatore),l’autriceBrunella Li Rosi,Mirella SpotoPuleoe ConcettaGreco Lanza(relatrici)

Lentini e Carlentini = Leontìnoi

Chi ha paura della riunificazione territoriale?

I miracoli di internet in materia di diffusione culturale in Sicilia,in Italia e nel Mondo: oggi parla Marika Cirone Di Marco.

Armando Ansaldo, meglio conosciuto come il mitico professore di inglese del LiceoScientifico “Elio Vittorini” ci ha fatto sapere che attraverso il suo sito speciale di apprezzata

divulgazione senza frontiere ha trasmesso l’ultimo numero di “Leontìnoi oggi” a numerosi amicie simpatizzanti, ivi compresa Marika Cirone Di Marco, personaggio di una certa valenza nella

politica siracusana, e non soltanto siracusana. Questa la risposta di Marika ad Armando Ansaldo cheviene pubblicata integralmente, con enorme piacere e sentita gratitudine, nel numero odierno: “Grazie, caroArmando, ho molto gradito l’invio di ‘Leontìnoi’, un numero che mi è sembrato prezioso per le suggestioni e glistimoli che offre, per esempioapropositodella riproposizionedella ‘unificazione’ dei due comunidi Lentini e Carlentini,accomunati inscindibilmente dalla economia e dalla cultura, ma anche per la ricostruzione puntuale della pre-senza socialista nel territorio a cura di quelmaestro dimemorie che è Ferdinando Leonzio.Un bel regalo di Pasquaper me, che mi ha fatto apprezzare ancora di più la vitalità di un pezzo delle vostra comunità ansiosa di futuroe prospettiva, capace di costruire concretamente, rifuggendo dalle solite inutili acrimonie”.

L’ex Sindaco di Lentini, Salvatore Raiti: “ Lentini e Carlentini dovrebbero ungiorno diventare una sola città. Proprio oggi è apparsa all’albo pretorio la determinazionedella Giunta Municipale con la quale si è avviata la procedura prevista per legge. In praticaè come se fossimo già uniti, in quanto i nostri rispettivi territori sono limitati da una strada,via Etnea, e non esistono diversità culturali. Ritengo che la possibilità di unificare i due

comuni debba essere presa, dalle rispettive amministrazioni, in seria considerazione”. (Da“La Sicilia” del 17 novembre 1996).

L’ex Sindaco di Carlentini, on. Sergio Monaco: “L’idea di Raiti merita quantomeno di essere presa in considerazione, non fosse altro per i benefici che ne potrebbero deri-vare per le due comunità. Bisognerebbe sedersi attorno ad un tavolo con gli amici di Lentiniper una disamina della questione tenuto conto e con il dovuto rispetto delle radici cultu-

rali, per la verità comuni, dei due centri”. (Da “La Sicilia” del 17 novembre 1996).

tutto questo l’ ho fatto assieme agli altri.Anche assieme alla mia città. A Lentiniche mi è stata vicina con il sindaco AlfioMangiameli e con l’assessore AngeloMaenza. Mi sono sentita sostenuta. Equesto mi ha dato forza. Ho cercato, diessere all’altezza. Non tanto per me, beh!anche per me, ma soprattutto per dareloro così il mio ringraziamento. Senza iclub che mi hanno sostenuto e lo sforzodella Provincia e del Comune, la mia bella

e lussuosa valigia, non avrebbe potutointraprendere il suo viaggio lungo l’esi-stenza. Di questo sono veramente felice.La mia valigia è partita da Lentini.Destinazione? Questo si vedrà. Chissàmagari con un pizzico di fortuna…”.

Leggeremo ancora qualcosa di tuo?Potresti darci qualche indicazione?

“Volentieri! Ho già scritto un altroromanzo Prigionieradi vetro che affronta

segue da pag. 3

Pubblico numeroso e attentonella sala del comunale “Carlo Lo Presti”

Le confessioni di Brunella Li Rosi

Page 6: LEONTINOIOGGI (GIUGNO-2010)

Giugno 20106

Storia del teatro dialettale siciliano come evento“Aprile Leontino”, Comunale “Carlo

Lo Presti”, ex Odeon: la compa-gnia del “Nuovo Teatro Leontino”, direttada Enzo Ferraro, ottiene un successotrionfale con la commedia brillante intre atti di Pino Giambrone dal titolo “5 fim-mini e un tarì”.

Nella stessa serata teatrale, giudicatacoralmente evento culturale dell’anno, ilSindaco della Città di Lentini, AlfioMangiameli, dietro invito di GraziellaTerranova, trasformatasi, perl’occasione, da attrice a pre-sentatrice, ha consegnato alpopolare attore comico len-tinese,EnzoFerraro, il premiocopertina alla Lentinità, anno2010, istituito dal periodicolocale “Leontìnoi oggi. LaProvincia Regionale diSiracusa, che ha patrocinatolo spettacolo, era presentecon il suo Vice Presidente,il lentinese Enzo Reale.

ENZO FERRARO, premio copertina 2010 alla Lentinità:“Tutti i premi, specie se meritati, sono belli veramente; ma è indubbio che quello legato alla Lentinità,

ormai giunto alla terza edizione, ha un sapore particolare perché riservato a chi con il suo apprezzato lavoroproduce cultura e atti d’amore nei confronti della propria città natale.

Per queste ragioni ho accettato di buon grado il “Premio copertina Leontìnoi oggi, anno 2010 ” cheattualmente rappresenta, senza se e senza ma, un riconoscimento amplissimo attraverso cui andare orgo-gliosi e fieri. Del resto coloro che mi hanno preceduto nelle due precedenti edizioni, cioè Nello La Fata (gior-nalista) e Luigi Lo Re (fotografo), ne fanno ampiamente testo.”

Album socio-culturaledi “Cincu fimmini e un tari”

Da sinistra a destra: GraziellaTerranova (che introduce in

via del tutto eccezionale ilmomento legato alla

premiazione), Enzo Ferraro(premio copertina Leontìnoi

oggi” anno 2010) e AlfioMangiameli, sindaco di

Lentini che consegna nellemani del grande attore

comico lentinese l’ambitoriconoscimento

L’ intervista

Lo strano contenitore, detto“a cascia” in vernacolo, dentrocui si esibisce in una esilarantescena comica il maestro EnzoFerraro, è stata fornita, amo-revolmente, da Pippo Addamo,già direttore dell’ex Nupral e,al tempo stesso, estimatorecome un fiume in piena del“Nuovo Teatro Leontino”.

La compagniadel “Nuovo TeatroLeontino” con amicie simpatizzanti,in un momento di relax

Da sinistra a destra:Graziella Terranova,

Andrea Inserra,Alfio Vasile, Fuccio Conti

Da sinistraa destra: Tanella

Ferraro,Erika Camerata,

Rossella Scala,Marika Lanza,

Valentina Cameratae Enzo Ferraro

Tanella Ferraroe Enzo Ferraroin unascoppiettanteesibizione conco-protagonistail vasettoda nottedetto “rinale”

CiccioSferrazzoe Maria RosaCardillo

Il piccoloSimone Costanzoe Enzo Ferraro

Foto Serviziodi Luigi Lo Re - Lentini

Spettatori sempre più numerosi, sempre più esigenti, sempre più critici,ma anche sempre più plaudenti, hanno assistito, divertiti e incantati,

nella commedia super brillante di Giambrone, all’ennesima prodezza artisticadel grande attore comico lentinese Enzo Ferraro.

Da parte del popolarissimo “Nuovo Teatro Leontino” si attendono repliche.

Page 7: LEONTINOIOGGI (GIUGNO-2010)

La tramaa curadi Fuccio Conti

Tanu Zarbu è uno “sbrigafaccenne”, chefa la spola tra il paesino, dell’entroterra

siciliano, in cui vive a Catania. Riceve anche com-missioni per le giocate del lotto. Il destino, però,gli è fatale, dimentica, si fa per dire, di giocareun terno commissionato dal catanese AlfiuSantaita. Il terno sfortunatamente esce sullaruotadiPalermo.Alfiu,piccoloprepotentedimezzatacca e persona rigorosamente aliena da com-promessi, vuole rimborsata la vincita a qua-lunque costo, o pagare con la vita lo sgarbo rice-vuto. Intanto il barone Paolo Trupia, titolo com-prato a suon di quattrini, con la moglie ViciaNaca e i due figli gemelli Pepeddu e Caliddu, sirivolgono alla famiglia Zarbu per stipulare un con-tratto di fidanzamento con due delle quattrofiglie, Agnesina, Catarina, Rusinedda e Assuntina,ancora da maritare. Quale delle quattro piaz-zare? Si va avanti con questi personaggi tra unaserie d’equivoci e di gag che si rivelano davveroesilaranti, ed alla fine “u zu Tanu Zarbu” colla-borato dalla moglie Adelina Barone, servendosidella sua fantasia affronta in maniera parad-dossale i problemi, che man mano gli si pre-sentano, aiutato in ciò dal destino “ ‘sta potentimachina ca movi la vita e ca nuddu è capaci difirmari, o di farici cangiari strata.”

“Grazie al Certame Gorgiano di Greco, la Cittàdi Lentini diventa centro di un’iniziativa cul-

turale unica nel territorio”: così il sapiente accento di AlfioMangiameli, Sindaco della Città di Gorgia.

Il Primo Cittadino ha colto poi la circostanza per fareil nobile annuncio: Piazza degli Studi sarà intitolata defi-nitivamente allo scrittore Sebastiano Addamo, già Presidedel “Gorgia”.

Ma subito un passaggio di cronaca vera: sabato 8 maggio2010 un altro Alfio Mangiameli, dirigente scolastico del1° Istituto d’Istruzione Superiore “Gorgia”, ha portatodiligentemente a buon fine la splendida iniziativa, chia-mata, appunto,CertameGorgianodiGreco, di elevato spes-sore culturale, nata sotto il segno dell’illustre sofista len-tinese e arrivata felicemente, quest’anno, alla sua terza edi-zione. La manifestazione ha avuto inizio, purtroppo, conmolto ritardo per via di un colpevole arrivo delProvveditore agli Studi di Siracusa, dott.Giuseppe Italia, il quale nel corso delsuo intervento ha dato a Gorgia laqualifica veramente inaccettabiledi “furbastro” d’epoca, fra lo smar-rimentoe lo sconcertodeipresenti.Gorgia “il furbastro”, dunque!Un vero e proprio capolavoro, perla verità, di azzardata banalità. Orala domanda è semplice e, nello stessotempo, imbarazzante: è possibile fare pas-sare per buona tanta spiritosag-gine, peraltro gratuita al mas-simo, nei confronti di una deipiù grandi pensatori del mondoellenico, di un protagonista inassoluto del sapere antico? AGorgia Leontino, padre della prima sofistica, si deve anchel’invenzione della retorica teoretica, tutta gorgiana, ossial’arte del sapere parlare bene in pubblico al tempo dellecosiddette Città-Stato. Una “gaffe” veramente imperdonabilequella del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Aretuseo! Untriste episodio difficilmente da dimenticare. La risposta,apparentemente tiepida, ma puntuale, è venuta fuori tra-mite il preside Alfio Siracusano, autore, fra l’altro, di un

testo importante dedicato a Saffo (Barbari Editore), nonchérelatore di prestigio all’interno del Certame Gorgiano. Achiudere il listino dei relatori con una relazione moltoapprezzata è stata la professoressa Luciana Tuccari. Adessouna nota curiosamente dolente: abbiamo incontrato, percaso, durante la festa di Sant’Alfio, Enzo Reale, attual-

mente Vice Presidente della Provincia Regionale di Siracusa,e a lui, lentinese sanguigno, abbiamo fatto notare la suamancata partecipazione al magnifico Certame Gorgiano.La risposta di Reale è stata disarmante: nessuno mi hainvitato! Che dire? Ma tant’è. Gloria meritata, alla fine,per tutti i premiati, mentre per quanto concerne l’orga-nizzazione della IV edizione del Certame Gorgiano l’av-vertenza è una e una sola: si può sempre migliorare!

Note esplicative sulla moneta antica della greca Leontìnoi riprodotta attraversoil depliant del liceo “Gorgia” di Lentini: “La testa del leone accenna al nome dellacittà; il grano di frumento alla fertilità del territorio ed alla principale occupazionedegli abitanti; la testa di Apollo al culto principale della città calcidese di Leontìnoi”.(Adolfo Holm: Storia della Sicilia nell’Antichità).

Giugno 2010 7

La storica locandina

La terza edizione ha visto il coordinamento diligente e intelligente del Certame Gorgiano da partedelle professoresse Battiato e Di Rosa mentre la commissione giudicatrice presieduta dallo scrittore

Alfio Siracusano ( Luciana Tuccari e Carolina Privitera componenti) ha proclamato i relativi vincitori cosìcome segue (per gli esterni):

1. Ruggeri Vittorio, del Liceo “De Sanctis” - Mandria;2. Cammisuli Salvatore de I Istituto d’Istruzione Superiore “Reali” - Noto;3. Girgenti Gilberto del Liceo Polivalente “Quintiliano” - Siracusa.

Per quanto riguarda, invece, gli interni ecco la classifica:

1. Saggio Valeria; 2. Portonera Giuseppe; 3. Giuliano Francesco.

Nutrita la partecipazione degli alunni provenienti dai Licei Classici d’Italia.

Succede al Liceo Classico “Gorgia” di Lentini:una vera e propria “cantonata” di Giuseppe Italia!

Quel furbastro di Gorgia!Il nobile annuncio, al tempo stesso, del Sindaco di Lentini:Piazza degli Studi sarà dedicata a Sebastiano Addamo

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Giugno 20108

Che fatica, ma quanta gioia!Domenica 2 Maggio

1993 prendeva il via la “Festadell’arancio in fiore”: in ori-gine voleva essere un’occa-sione per rendere visibili allacittà e al territorio la creatività,la capacità di elaborazione cul-turale, la progettualità dellescuole, spesso ignorata e sot-tovalutata. Una festa che con gli studentiprotagonisti, in prima persona, volevamostrare le competenzee le capacità acqui-site nel corso degli studi e valorizzare fan-tasia ed immaginazione attraverso unapluralitàdi linguaggiespressivi.Un’occasioneper incontrarsi e confrontarsi con giovaniprovenienti da scuole erealtà territoriali, anchemolto diverse, per far risal-tare il patrimonio culturaleedambientaledelTriangoloLentini - Carlentini -Francofonte. Un incontrofestoso tra scuola e terri-torio per unire i tre centriin un progetto comples-sivo di crescita, attraversoil quale indicare alle istitu-zioni una dimensione crea-tiva nelle iniziative rivolteal mondo giovanile. Nataper iniziativa dell’IstitutoProfessionale per i ServiziCommerciali e Turistici“Moncada” di Lentini grazie ad un gruppodi docenti fortemente motivati, essa, poi,col contributodi tantissimidocenti di tuttele scuole del territorio, che fin dall’iniziosposarono l’iniziativa con grande entu-siasmo, col sostegno delle amministra-zioni locali nell’arco degli anni, divenneun’occasione di incontro tra la scuola ele altre realtà extra scolastiche: associa-zioni culturali, produttori agricoli e com-mercianti, artigiani, intieri quartieri, sem-plici cittadini a vario titolo parteciparonoalle varie edizioni della manifestazione.

Fu un “fiorire” di iniziative: giochi inpiazza, bambini, armati di colori, in giroper i quartieri per immortalare suun fogliounangolodella città, per comunicareun’e-mozione; concorsi che affidavano alla fan-tasia degli studenti la progettazione diquello che sarebbe divenuto il manifesto

della Festa, predisposizionedi itinerari turistici per farconoscere ai visitatori lebellezze archeologiche,naturalistiche e monu-

mentali del territorio.La città parata a festa,

con i suoibalconi fioriti (ilpiùbello veniva premiato), conla fragranza del profumo dei

fiori d’arancio che si diffondeva nel-l’aria, apriva i suoi palazzi, accoglievanelle sue piazze e nelle sue viuzze mostremercatini laboratori artigianali ed allora ilCircolo artistico diventava un luogo incan-tato incui accantoadunamostra sulBivieredi Lentini, erano esposti merletti, filati,

lavori ad unci-netto ed artigia-nato vario;nellevie principalivenivano apertedelle bottegheartigianali allariscoperta degliantichimestieri;o “Giru tunnu”degustazione diPane condito diLentini, “Cud-duruni”e “Facci‘i vecchia”; nellagalleria del “Car-

mes”unmercatinodelle pulci con

esposizione di opere di artisti locali; inVia Dei Mille un mercatino dei fiori; alla“Ex Upim” esposizione delle opere pre-sentate per i diversi e numerosi concorsi:Estemporanea di pittura “Alla ricercadeltempo perduto: luoghi, persone e oggettidellamemoria” riservata agli alunni dellescuole elementari e medie inferiori; “Iltuomanifestoper la festa” riservatoagli stu-dentidi tutte lescuolediogniordineegradodi Lentini, Carlentini e Francofonte; “ Ideee progetti per la città del futuro”: un invitoa tutti gli studenti e ai cittadini del trian-golo a proporre interventi migliorativi del-l’ambiente urbano e della qualità dellavita dei rispettivi comuni; “La tua magliettaper laRassegna Musicale” (che viene ripro-dotta in foto a corredo di questo articolo);ed ancora attività sportive e progetti distudi e ricerche con mostre, video, pub-

blicazioni sutemi specificielaborati dallescuole, insiemead una piccolafiera delle pub-blicazioni scola-stiche. Tutto que-sto era “La Festadell’arancio in fio-re”. Ma era anchealtro,eraunascom-messa, la fiducia, lasperanza che a par-tire dalle giovanigenerazioni sipotessecreareuncir-cuito virtuoso, dare vita ad una stagionestraordinaria, progettare ogni anno “unpezzettino di città” come segno tangibiledi un modello attivo di intervento. Così lescuole sperimentavano in piccolo quellache poi, così almeno speravamo, sarebbediventata l’autonomia scolastica: il terri-torio concepito come laboratorio poten-ziale, come luogo di una dialettica localefatta di flussi di domande e risposte intrec-ciantesi all’interno di progetti reali. Il ter-ritorio come contesto in cui validare ipo-tesi astratte e generali, un banco di provadove ogni progetto cercava forme di com-patibilità.Ma l’autonomiascolasticaquandofuestesaper leggea tutte le scuole “dimen-sionate” si esplicitò, invece, in una mol-teplicità di progetti che, non sempre, sonoriusciti a fare sintesi e a mostrare unosforzo sinergico delle scuole nel metterin pratica quel complesso di significatipedagogici, derivanti da pratiche di inte-grazione, che la scuola dovrebbe pro-muovere nei confronti della propria ter-

ritorialità.Cosìogniscuolanel-l’elaborare il proprio P.O.F.(Piano offerta formativa)raramenteèriuscitaa trovareneiprogetti quegli elementidi sintesi, che ci si era sfor-zati di portare avanti con la“Festadell’arancio in fiore”.

Infatti, l’entrata in vigore dell’autonomiascolastica, come si è realmente concre-tizzata, esaltandoancheattraverso i varipro-getti, meccanismi di competizione e nondi integrazione e di interrelazione tra lescuole, anziché dare una nuova spinta alla“Festa” ne ha determinato la fine. Però daquandodopo la7ªEdizionenonèstatapiùriproposta, ne sentiamo la mancanza e cipiacerebbe che questa come altre inizia-tivechehannoavuto luogonellanostracittà(es. Castrum Fest) rivivessero con le modi-fiche che il passare del tempo ha resonecessarie. Personalmente ritengo cheper riproporre, non negli stessi termini,l’esperienza della “festa dell’arancio infiore” occorrerebbe che le scuole in rete,con le loro specificità, compissero unosforzo di elaborazione di un P.O.F. di zonache restituisse una nuova centralità alnostro territorio. Nelle scuole del trian-golo ci sono le intelligenze e le risorse perun progetto di tal fatta. Ed anche se è piùfacile dirlo che realizzarlo, varrebbe lapena provarci.

“La tua maglietta per la rassegnamusicale” qui riprodotta in foto

Nata nel 1992 per iniziativa dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici “Moncada” di Lentini

La festa dell’arancio in fiore“Un’occasione per incontrarsi e confrontarsi con i giovani provenienti da scuole e realtà territoriali, anchemoltodiverse, per far risaltare il patrimonio culturale e ambientale del triangolo Lentini-Carlentini-Francofonte”

di Pippo Cosentino

Un momentodella rassegna

Il presidePippo Cosentino

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Lo scioglimento del ConsiglioComunaledi Lentinidel17dicembre

1922, “per impossibilità di funzionamentoe per motivi di ordine pubblico”, posefine alla “Repubblica Leontina”, comeera stata definita la Città, dopo lavittoria dei socialisti, guidati daFiladelfo Castro, nelle ele-zioni amministrative del1920.

Il provvedimento, seda una parte simboleggiòla fine - per vent’anni - diogni attività pubblica di anti-fascismo militante, dall’altrasegnò l’inizio di un movimentoclandestinoche,pur con le cautele impostedalla meticolosa vigilanza messa in atto- anche col supporto delle spie dell’OVRA- dal regime fascista, seppe mantenereun minimo di collegamenti fra gli ele-menti di diversa estrazione politica, chein vario modo, ma correndo gli stessirischi, si opponevano alla dittatura.

Alcuni di essi, in tempi diversi e invaria misura, incapparono nelle reti tesedal regime: Francesco Aliano, CarmeloAnsaldo, Nello Arena, Delfo Castro,Ferdinando Celza, Tano Giudice,CiccioMarino, Delfo Nigro, Michele Pupillo,Delfo Santocono, Cirino Speranza, PaoloZarbano…

Altri, forse più numerosi, riuscirono adevitare i provvedimenti repressivi, vivendodignitosamente appartati, lontani dai fra-gori del regime e dalle sue coreografichemanifestazioni, e mantenendo intatta lafede nei propri ideali.

Fra tutti gli antifascisti lentinesi, unruolo particolarmente attivo ebbe NataleVella (1910/1986), protagonista, fra l’altro,di un’avventurosa fuga (1931) in Francia,per certi aspetti analoga a quella del vec-chio leader socialista Filippo Turati che,con l’aiuto di Carlo Rosselli, FerruccioParri e Sandro Pertini, era riuscito ad evi-tare una più che probabile restrizionedella sua libertà, insidiata dagli squadristi,che sfilavano sotto le sue finestre, cantando:… e con la barba di Turati/ noi faremospazzolini/ per lustrare gli stivali/ diBenito Mussolini…

Quel poco di cospirazione antifascista,che la normale prudenza consentiva, siespresse a Lentini soprattutto con tantiincontri, apparentemente casuali, che gliirriducibili avversari del regime tenevanonel negozio o nel laboratorio di qual-cuno di loro, più per coltivare i lororicordi e le loro speranze, che per con-certare impossibili iniziative concrete.

Questo magma che si agitava sotto lasuperficie di una società apparentementeappiattita sui rituali del regime e prontaa correre in piazza Umberto per ascol-tare i discorsi del Duce, trasmessi per

radio ed amplificati dagli altoparlantiappesi ai balconi del municipio,

divenne molto più efferve-scente a partire dal 1943.

Fu in quell’anno, ap-punto, che si ebbero i piùduri rovesci militari perl’Asse, in particolare la scon-

fitta nella battaglia di Sta-lingrado, grave dal punto di vista

militare, ma ancor di più da quellopsicologico, poiché incrinò irreparabil-mente il mito dell’invincibilità tedesca. Fuin quel periodo, ad esempio, che i comu-nisti di Lentini, che fin dal 1933 avevanocostituito una sezione clandestina, pre-sero a riunirsi nelle grotte di Santa Loi,all’estrema periferia del paese, per con-

certare il da farsi, in vista delle prospet-tive nuove che potevano aprirsi in campopolitico e militare. Vi partecipavanoGiovanni Arena, Paolo Di Giorgio, IgnazioMagrì, Delfo Nigro, Vincenzo Pulvirenti,Delfo Santacono, Cirino Speranza e ilgiovane Giulio Brunno.

Lo sbarco degli Alleati in Sicilia diventòallora un’ipotesi più che verosimile, chevenne presa in seria considerazione dalleorganizzazioni politiche nazionali: nevenne fuori l’idea di organizzare in Siciliaun convegno regionale antifascista clan-destino, per stabilire le direttive cui atte-nersi in vista di un probabile contattocon le truppe anglo-americane.

Il convegno si sarebbe fatto a Lentini.Natale Vella ebbe una parte rilevante

nella sua organizzazione. Questo il suoracconto, nel memoriale citato in biblio-grafia:

«Nell’aprile 1943 ero ancora a Lentini,quando un compagno, De Luca diCarlentini, militare a Siracusa, mi vennea trovare dicendomi che un altro com-pagno, militare come lui a Siracusa, NinoGraffeo, aveva da comunicare con meper affari importanti. L’indomani mi recaia Siracusa, dove il Graffeo mi aspettava.Mi disse in breve che da Romita [ex] depu-tato socialista era venuto l’ordine di con-vocare una riunione di antifascisti a livelloregionale [con] compagni rappresentanti[di] tutte le province della Sicilia, di pren-dere contatti e tenersi pronti ad un even-tuale sbarco di Alleati».

Vella, esponendosi a seri rischi, fuinstancabile nel portare a compimento lasua missione: a Catania contattò GiorgioAllegrini e Michelangelo Tignino, aCaltanissetta Calogero Boccadutri e NicolaPiave.

Il convegno ebbe luogo il 5 maggio, inprossimità della festa di Sant’Alfio, quandocioè cominciavano ad affluire in Cittàmolti forestieri, specie venditori, ai qualipotevano mescolarsi i delegati per nondare nell’occhio. Esso si svolse - ci informaVella - in casa di Cirino Speranza, in viadegli Operai, in una zona periferica dellaCittà. Vi parteciparono: Franco Grasso(Palermo), Calogero Boccadutri, Nicola

Piave e Angelo Berretta (Caltanissetta),Salvatore Renda (Trapani), Nino Graffeo(Siracusa), Rosario De Luca, Luigi Favarae Luciano Pistritto (Carlentini), MarcoFleres, Cirino Speranza, Natale Vella eFiladelfo Nigro (Lentini) ed altri.

«Eravamounmiscugliodi ideepolitiche,ma tutti antifascisti pronti a battersi perla libertà».

Gli intervenuti concordarono nel con-siderare prossimo lo sbarco alleato nel-l’isola, nell’opportunità di ricompattaretutte le forze di opposizione e nel con-siderare le truppe anglo-americane comealleate del popolo siciliano. I risultati delconvegno furono poi comunicati a tuttii gruppi clandestini, che cominciarono acreare comitati unitari antifascisti.

Il regime, all’approssimarsi della fine,si fece più aggressivo. Natale Vella, arre-stato il 16 maggio “per attività eversive”,poté evitare di comparire subito dinanzial temuto Tribunale Speciale, a Roma, acausa dell’interruzione delle linee fer-roviarie e quindi fu condotto nel carceredi Siracusa. Gli inglesi sbarcarono nellanotte tra il 9 e il 10 luglio 1943 nella zonatra Avola e Pozzallo e si diressero versoSiracusa, che raggiunsero la notte del 10;fu allora che i guardiani prudentementeabbandonarono il carcere e i detenutipoterono uscirne.

«Fui come stordito, all’aria libera nellanotte calda d’estate», esclamò NataleVella.

Giugno 2010 9

Il convegno clandestinodi Lentini (1943)Nella testimonianza di Natale Vella

di Ferdinando Leonzio

Bibliografia:Rosario Mangiameli La regione in

guerra (1943-50) in AA.VV. La Sicilia.Storia d’Italia. Le regioni dall’ unità aoggi a cura di M. Aymard e G. Giarrizzo,Einaudi, Torino, 1987.

Rosario Mangiameli Officine dellanuova politica C.U.E.M., Catania, 2000

Franco Bandini Lo sbarco in Sicilia inStoria Illustrata, gennaio 1974.

Natale Vella Lentini dell’Antifascismo.Dal 1921 al 1943 reperibile in copiapresso l’ Istituto Gramsci di Palermo.

Ferdinando Leonzio Lentini 1892-1956– Vicende politiche Edizioni Ddisa, 2002.

L’articolo dello scrittoreprof. Ferdinando Leonzio,intitolato “Il fumetto nellaLentini del dopoguerra”,pubblicato sul n. 4/2009di Leontìnoi oggi,è stato citato dallaprestigiosa rivista Fumetto(n. 73/2010), organodell’ANAFI (AssociazioneNazionale Amicidel Fumetto edell’Illustrazione).

Bunker tedesconelle campagne di Lentini

NataleVellagiovane

FerdinandoLeonzio

Lentini anni ‘50. Natale Vella davantialla sua edicola in via Conte Alaimo

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Giugno 201010

La “Putia Culturale” dei giovani lentinesiGrande interesse, durante i giorni

dedicati ai festeggiamenti in onoredi S.Alfio, ha suscitato la realizzazione diun piccolo cenacolo culturale in viaGaribaldi, proprio di fronte alla ChiesaMadre, adoperadel-l’associazione cul-turale “Neapolis”guidata da MarcoSaraceno. “PutiaCulturale”, questoil singolare nomedato all’iniziativache ha messo inmostra i quadri diartisti locali, fra cuiquelli del maestrolentinese FrancoCondorelli, che da anni fissa nelle suetele suggestivi scorci del centro storico.L’associazione ha inoltre realizzato nume-rose pubblicazioni inedite, fra cui unvolume “mu cunta me nannu” dedicatoai detti e proverbi locali, un’altro “la far-macia della natura” sulle erbe medicinalitipiche del lentinese e un’altro ancora

“effervescenze meta-fisiche” sulle operepittoricheesugli scrittidi Condorelli. Il tuttoaccompagnato daproiezioni di videoriguardanti Lentini,da cartoline e stampeesclusive del suo ter-ritorio.

Dulcis in fundo i giovani di Neapolishanno realizzatoper i devoti e turistiun esclusivo dvdche ripercorre letappe della festa diS.Alfio: la proces-sione della reliquia,il giro santo dei“nuri”, l’uscita delSanto, la parteci-pazione dei quar-

tieri e i fuochi piromusicali.I giovani di Neapolis da qualche anno

sono impegnati, unicamente con le loroforze, a rilanciare un tema per tanti aspetti

carente: quello della promozione cultu-rale e territoriale di Lentini.

Il presidente, da noi intervistato, auspicache altri giovani sensibili e legati alla città,si uniscano al lorocammino, così daraggiungere assie-me mete semprepiù ambiziose.

Noi inveceauspi-chiamo che l’am-ministrazione e l’as-sessorato alle poli-tiche giovanili aiutino questi giovani eagevolino il loro percorso, sicuramentedegno di grande attenzione.

Via R. Morandi, 3 - Carlentini (SR)Tel. 095 901766

Editore e direttore responsabileGianni Cannone

Autorizzazione del Tribunale di Siracusan. 19 dell’11 novembre 2005

Realizzazione: G&G Stampa - Siracusa

Giornatesocio-culturaliassai originali

curatedalla “Neapolis”

di MarcoSaracenodurante

i festeggiamentiin onore

di Sant’Alfio

Lo sviluppoe il senso

di appartenenzavivi e palpabiliverso la propria

città nell’auspiciodei promotori

Grazie alla“Putia Culturale”

dei giovanilentinesiesclusivo

DVD con le tappepiù vibrantidella festa

Piccolo cenacolostraordinario

a Lentini,in via Garibaldi,

di fronte allaChiesa Madre,

un tempoex Cattedrale

Eco positivasulle pubblicazioniMu cunta me nannu(detti e proverbi locali)e La farmacia della natura(erbe medicinali tipichedi Lentini e del Lentinese)

Pieno successo del maestroFRANCO CONDORELLIcon i suoi quadridi gran pregio artisticoe con il suo libroEffervescenze metafisiche.