Ucuntu n.46

8
130709 www.ucuntu.org - [email protected] Il governo nega i fondi all'Istat (“statistiche pessimiste”): fra poco sarà impossibile anche avere i dati minimi sull'economia. Ma la testa dello struzzo-Italia è ancora saldamente nascosta sotto la sabbia. Fino a quando? Perché hanno ucciso Paolo Borsellino? Solo mafia, o Si- stema? Si parla di trattative fra mafia e Stato. Si parla di un'agenda sparita, l'agenda personale di Borsellino. 18, 19 e 20 luglio: Tutti a Palermo per Paolo Borsellino! Non per commemorare, ma per continuare la sua lotta || 15 luglio 2009 || anno II n.46 || www.ucuntu.org || Digeriretutto

description

il numero del 13/7/2009

Transcript of Ucuntu n.46

Page 1: Ucuntu n.46

130709 www.ucuntu.org - [email protected]

Il governo nega i fondi all'Istat (“statistiche pessimiste”): fra poco sarà

impossibile anche avere i dati minimi sull'economia. Ma la testa dello

struzzo-Italia è ancora saldamente nascosta sotto la sabbia. Fino a quando?Perché hanno ucciso Paolo Borsellino? Solo mafia, o Si-stema? Si parla di trattative fra mafia e Stato. Si parla di un'agenda sparita, l'agenda personale di Borsellino.

18, 19 e 20 luglio: Tutti a Palermo per Paolo Borsellino!

Non per commemorare, ma per continuare la sua lotta

|| 15 luglio 2009 || anno II n.46 || www.ucuntu.org ||

Digeriretutto

Page 2: Ucuntu n.46

“Che ti dice la patria?”“Che ti dice la patria?”v

Cinisi, Italia,maggio 2009.

Finestrachiusa

al passaggiodel corteo

per PeppinoImpastato.

Digerire tuttoIn Italia e in Zimbabwe il debito pubblico

ha ormai largamente superato il Pil e ogni giorno che passa lo Stato è sempre più vici-no, finanziariamente parlando, a eventi al-quanto infelici. Nello Zimbabwe, il Presi-dente del Consiglio Mugabe ha sguinza-gliato le con l'ordine di arrestare e tradurre al suo cospetto il maledetto Pil, servo del-l'Occidente e nemico della rivoluzione.

In Italia, dove abbiamo un Presidente un po' più acculturato, l'ordine è stato invece di non parlar più di Pil e di tappare la bocca a chi ci prova. Esageriamo? Niente affatto.

Gli economisti dell'Istat hanno lanciato, nell'indifferenza generale, un appello per difendere “la statistica ufficiale, che è un bene pubblico del Paese”. L'Istat rischia in-fatti di dover sospendere per mancanza di fondi i prossimi rilevamenti. Che erano, per Scajola e Tremonti, troppo frequenti e tali da dare un quadro pessimistico dello stato dell'economia. Dove tutto va invece benis-simo e non c'è proprio nulla da temere.

E se, come dichiara la Consob, la piccola e media industria “è a rischio di asfissia” perché “nei confronti delle grandi banche si riscontra lentezza nel mettere al centro del-le strategie il servizio al cliente”, ossia - per dirla in italiano - le banche strozzano i pic-coli imprenditori? Niente paura, basterà non parlare più neanche di Consob. E lo struzzo-italiano restarà tranquillo, col sede-re per aria e la testa ficcata sotto un metro

di sabbia. E allegre musichette e spot rassi-curanti che lo raggiungono fin sottoterra.

* * *L'italiano, come lo struzzo, ormai digeri-

sce tutto. Patti fra mafia e Stato, trattative, per salvaguardare le quali fu assassinato – come ogni giorno che passa emerge sempre più chiaramente – il giudice Paolo Borselli-no? E chi se ne frega.

Puttane, redattori, prottori e politici a li-bro-paga - paritariamente - degli Affari Del Re, con solo qualcuna delle prime a dimo-strare occasionalente (“io certe cose non le faccio”) qualche barlume di dignità? E chi se ne frega.

Squadristi, mostri, lager, emigranti anne-gati, italian-musolini, italian duce-duce, il mondo che ci ride dietro? E chi se ne frega.

“Noi tireremo diritto”. “Alalà”. “Duce a noi”. “Me ne frego”.

* * *E' in queste circostanze, di questi tempi e

in questo Paese che alcuni di noi decisero di esercitare ancora, nonostante tutto, l'anti-co mestiere del giornalista. Gli storici tro-veranno ciò molto interessante, e ancora più interessante troveranno il fatto che non siano neanche mancati giovani pronti a unirsi a questa avventura. Ma forse non sa-ranno gli storici ad occuparsi di noi in futu-ro ma, più sovieticamente, i manuali di psichiatria.

r.o.

Giornalismo Giornalismo Due notizie dalla Sicilia

E' morto Enrico EscherSe n'è andato Enrico Escher, giornalista

ed ex-docente della facoltà di Lingue. E' stato uno degli ideatori del progetto Step1 e suo direttore fondatore. L'intera redazione si stringe alla famiglia di quello che è stato per molti di noi un vero Maestro.

La Redazionedi Step1

Premio Ischia a Step1Il nostro magazine ottiene il secondo po-

sto nella sezione dedicata al giornalismo online. A determinare il risultato gli articoli che smontarono, un anno fa, la bufala sui Rom “ladri di bambini”. Per noi non è tanto un premio per quel che è stato fatto, quanto uno stimolo a fare meglio da oggi in poi. Sperando che, da oggi in poi, ci sia qualcu-no in più a credere a questo progetto.

La Redazionedi Step1

|| 15 luglio 2009 || pagina 02 || www.ucuntu.org ||

Page 3: Ucuntu n.46

I giorni di BorsellinoI giorni di Borsellinov

L'agenda rossache lo Stato nascondediventa il simbolodegli antimafiosi

Ricordo quando ancora un anno fa, per telefono, Salvatore Borsellino mi faceva la telecronaca della commemorazione ufficia-le di suo fratello Paolo, il 19 luglio. Mi rac-contò di quanto fosse indignato e irato dalla presenza del presidente del senato Schifani, che i mafiosi non li ha mai combattuti ma al massimo c'ha fondato assieme società di brockeraggio.

Certo è dovuto essere difficile vedere Schifani citare Paolo Borsellino. Da quel giorno, in ogni conferenza in cui ci inviata-vano in giro per l'Italia, quella che prima era solo una frase, "Voglio impedire fisica-mente che vengano ad insultare la memoria di mio fratello", divenne lentamente un ipo-tesi, poi un progetto ed infine una realtà. Palermo, il 18 e il 19 luglio, sarà letteral-

mente invasa da persone pacifiche armate di pericolosissime agende rosse.

Rosse come il sangue che ancora mac-chia quei palazzi, rosse come il cuore gran-de delle famiglie della scorta di Paolo, ros-se come non diventarono mai le guance di chi quell'agenda l'asportò illegittimamente, ripulì la borsa e poi la rimise a posto. Rosse come l'agenda rossa.

Pagine che potevano far crollare la prima, la seconda e la terza repubblica. E che ora giacciono in qualche caveau come arma di ricatto puntata alla testa di chissà chi.

Salvatore Borsellino ha chiesto all'Italia di stargli accanto quando presidierà via D'Amelio per ricordare Paolo assieme ai suoi giovani, ai tanti siciliani e non che sono cresciuti ispirandosi al giudice buono. E noi saremo con lui.

Quest'anno il giudice Paolo Borsellino lo ricorderemo noi, sperando di avere accanto la sua famiglia, perchè ci arroghiamo il di-ritto di pensare che abbiamo più diritto noi a ricordarlo, piuttosto che due o tre politici di turno che con una mano toccheranno la spalla della vedova Borsellino e con l'altra quella di persone poi condannate per mafia.

Ormai tutti quelli che sento mi dicono che ci incontreremo a Palermo. Lì da un po' opera un comitato cittadino che sta organizzando tutto nei minimi particolari, gente fantastica che da un presidio ha costruito una manifestazione nazionale. Non so quanti saremo, ma tantissime persone prenderanno ferie e permessi per

stare accanto a Paolo e Salvatore.Questo è uno dei momenti in cui sono

orgoglioso di quello di cui siamo capaci quando lo vogliamo. Perchè questi sono gli ideali della Resistenza che Salvatore lancia in ogni incontro. Una Resistenza che parta dal sangue di quel luogo, che faccia tremare le coscienze di chi ha camminato su quel sangue.

Ora che i pezzi di quei ragazzi e del giu-dice, come dice Salvatore, sono entrati in noi, "la partita può cominciare", citando la telefonata tra il giudice e il procuratore Giammanco il giorno della strage.

Benny Calasanziowww.bennycalasanzio.blogspot.com/

VIA D'AMELIO/ STRAGE DI STATOTRE GIORNI PER RICORDARE

E PER LOTTARE ANCORASABATO 18

ore 15, via D'Amelio:Marcia delle agende rosse

verso Castel Utveggio 20.30, Giurisprudenza (v.Maqueda):

Dibattito "I Mandanti Impuniti" organizzato da Antimafia 2000

DOMENICA 19:dalle 8: Presidio in via D'Amelio:

ore 16.55: Minuto di silenzio18.30: corteo fino a piazza Magione21.30: p.Magione, recital di G.Cavati

LUNEDI' 20:ore 9: Presidio a Palazzo di Giustizia.

Porta con te un'agenda rossa

|| 15 luglio 2009 || pagina 03 || www.ucuntu.org ||

18, 19, 20 luglio: a Palermo migliaia di cittadini18, 19, 20 luglio: a Palermo migliaia di cittadini marceranno portando con sé in bella vista unamarceranno portando con sé in bella vista una comune agenda. Rossa. Come quella su cui ilcomune agenda. Rossa. Come quella su cui il giudice Paolo appuntava le sue idee, e chegiudice Paolo appuntava le sue idee, e che portava con sé il giorno dell'attentato. Doportava con sé il giorno dell'attentato. Dov'èv'è quell'agenda adesso? Perché non si deve sapere?quell'agenda adesso? Perché non si deve sapere?

Page 4: Ucuntu n.46

Catania/ Comune nel palloneCatania/ Comune nel pallone

Dà i numeri,l'amministrazioneStancanelli

Un treno corre su binari paralleli che lo costringono a seguire un percor-so obbligato e che gli impediscono di cambiare strada. Ritarderà forse un po' ma, in genere, ogni convoglio ferrovia-rio arriverà alla destinazione prevista.

Il Comune di Catania non è un tre-no ma possiede anche lui i suoi binari. Si chiamano previsioni di entrate e di spese, vengono approvati ogni anno dal Consiglio Comunale nel 'Bilancio”' e servono ad evitare che si spendano più soldi di quelli che si incassano.

Deragliamanto finanziario

Praticamente diventa illegale spen-dere una quantità di denaro superiore a quella prevista per ogni singola voce. In questo modo dovrebbe anche essere garantita una corretta programmazione degli interventi, si eviterebbero i disse-sti e le promesse si trasformerebbero facilmente in fatti.

* * *

“Amaro a chi ci crede” dicono i ca-tanesi quando ascoltano le promesse dei politici, convinti che a trasformarsi saranno solo favori e clientele. Non

hanno tutti i torti ed il treno etneo è de-ragliato già da un pezzo.

I binari erano larghi il doppio del dovuto e i rottami sono finiti nelle mani dei contribuenti che, dopo avere subito l'inefficienza dei servizi forniti, adesso si preparano a risarcire i danni causati dagli stessi amministratori che hanno votato.

Per prima cosa controlliamo le con-dizioni dei binari, nel tentativo di indi-viduare le cause del disastro. I due bi-nari, sia quello delle entrate che quello delle spese, corrono parallelamente nel Bilancio di previsione, solo che la di-stanza fra le ruote di sinistra e quelle di destra non corrisponde alla larghezza dei binari.

Per capirci: il totale delle spese e delle entrate realizzatesi è la metà di quella prevista nel Bilancio.

Alla fine di ogni anno, infatti, le previsioni non vengono rispettate ed entrano in cassa meno della metà delle somme attese.

La farsa degli emendamenti

Con vincoli di spesa di fatto inesi-stenti salta ogni rapporto con la pro-grammazione votata dal Consiglio e si

può spendere senza rispettare neanche la proporzionalità con gli stanziamenti decisi.

Diventa tragicomico vedere i consi-glieri sbracciarsi in aula a difesa di emendamenti di poche migliaia di euro a favore di questo o quell'intervento, soddisfatti di avere così dimostrato ai propri elettori di avere ottenuto qualcosa per loro.

Sanno invece benissimo che resterà tutto sulla carta, perchè esistono interessi ben più importanti che sarà già difficile soddisfare a causa della mancanza di denaro.

È facile immaginare come sarà la-sciato a bocca asciutta chi aveva ap-plaudito l'approvazione di emendamen-ti ed ordini del giorno a favore di asso-ciazioni di volonariato, servizi di tele-medicina, assistenza domiciliare, servi-zi ai bisognosi, decoro urbano, sicurez-za e, persino, apertura estiva degli asili nido.

Come se, durante il resto dell'anno, ci siano i soldi per assicurare una decente soddisfazione delle richieste delle famiglie.

|| 15 luglio 2009 || pagina 04 || www.ucuntu.org ||

A Palazzo degli Elefanti non è cambiato nulla. SiA Palazzo degli Elefanti non è cambiato nulla. Si continuano a prevedere entrate e spese checontinuano a prevedere entrate e spese che non hanno speranza di realizzarsi. E alloranon hanno speranza di realizzarsi. E allora proponiamo ai lettori un gioco, un utileproponiamo ai lettori un gioco, un utile passatempo rubato alla politicapassatempo rubato alla politica

Page 5: Ucuntu n.46

Giochiamoci su

La matematica è un'opinione e due più due non fa mai quattro. Per gli am-ministratori catanesi è più probabile che faccia nove. C'è da chiedersi se i lettori siano più bravi dei loro amministratori ed è per questo che proponiamo un gio-co: nella tabella abbiamo riassunto i dati contabili degli ultimi due anni lascian-do, nell'ultima colonna, alcune caselle vuote in cui inserire le vostre previsioni.

Tra un paio di anni, quando verrà approvato il rendiconto del 2009, sarà possibile verificare se sarete stati più bravi. Siamo sicuri che vincerete, nono-stante non abbiate a disposizione i do-cumenti in possesso degli uffici della ragioneria comunale. Avete però meno interesse a falsificare le previsioni e, ve-dendo il grado di realizzazione del Bi-

lancio 2007, immaginerete anche quale sarà il risultato del 2009. Senz'altro vicino ai dati del rendiconto di due anni primaa e molto distante dalle previsioni del 2009.

Se qualcuno si è chiesto perchè non abbiamo inserito i dati del 2008, preci-siamo che il Comune non ha approvato il Bilancio di previsione del 2009 prima dell'inizio dell'anno ma sei mesi dopo ed ha votato il rendiconto del 2007 poco prima e quindi, per il rendiconto del 2008, bisognerà aspettare l'anno prossi-mo. Per carità, tutto nel rispetto delle leggi che prorogano i termini, ma certa-mente senza obbedire alla logica che dovrebbe avere un buon amministrato-re. Se qualcun altro si chiede che razza di programmazione è questa, troverà la risposta rileggendosi quest'articolo.

E pensare che un anno fa, all'atto del

suo insediamento, il sindaco Stancanelli sembrava promettere un'inversione di tendenza nei criteri dell'amministrazio-ne e della gestione della macchina co-munale.

Se così fosse stato, il primo passo da fare era proprio quello di mettere chia-rezza nei conti pubblici. Solo in questo modo sarebbe stato possibile rendere conto a se stesso ed ai suoi concittadini della reale situazione finanziaria. Solo così il nuovo macchinista avrebbe potu-to riportare il treno sui giusti binari, for-nire servizi migliori, individuare ed al-lontanare dalla mangiatoia chi si era ar-ricchito con gli affitti degli immobili privati, con qualche fornitura particola-re o con qualche appalto di comodo.

Piero Cimaglia

|| 15 luglio 2009 || pagina 05 || www.ucuntu.org ||

Catania/ Comune nel palloneCatania/ Comune nel pallone

Questa tabella è stata costruita in base ai dati contabili di competenza (escludendo i residui, ovvero i mancati pagamenti e le mancate riscossioni riportati dagli anni precedenti)

2007 2009Previzioni iniziali di bilancio

Rendicontoriscossioni o pagamenti

Previzioni iniziali di bilancio

Rendicontoriscossioni o pagamenti

ENTRATE

Tributarie 148.395.334 66.440.452 159.977.627Trasferimenti 193.985.210 162.601.499 180.453.280Entrate extratributarie 40.315.007 17.181.993 40.185.111Alienazioni, trasferimenti di capitale e riscossiome di crediti

520.226.485 16.964.872 31.007.458

Prestiti 187.332.228 185.679.802 350.000.000Servizi conto terzi 123.450.100 87.763.396 111.452.100Fondo cassa iniziale 2.367.219Totale 1.214.204.367 536.632.017 873.075.576

SPESE

Correnti 455.209.539 209.382.921 376.955.329Conto capitale 457.074.367 1.781.720 14.228.000Rimborso di prestiti 124.069.361 184.783.404 370.440.147Servizi conto terzi 123.450.100 78.140.883 111.452.100Totale 1.159.803.367 474.088.929 873.075.576Disavanzo 54.401.000Totale compl. delle spese 1.214.204.367 474.088.929 873.075.576

Page 6: Ucuntu n.46

Una festaUna festa

v

|| 15 luglio 2009 || pagina 06 || www.ucuntu.org ||

P R O G R A M M A 1 4 - 1 9 L U G L I Omartedì 14

Ore 21,30 La Compagnia Dei Fuocolieri, “U Bellu sciò”Piazza Don Bonomo, San Cristoforo, CATANIA

mercoledì 15 ore 20,30 Su’ddocu (omaggio al soffitto) - M. Ortolani/F.Vaccaro

G.A.P.A. Centro di Aggregazione Popolare - via Cordai, 47 CATANIAgiovedì 16

Ore 18.00 Incontro Antirazzista “La Nostra patria è tutta la Terra” Ore 21,30 “Falena” Teatro Instabile (SR)

G.A.P.A. Centro di Aggregazione Popolare - via Cordai, 47 CATANIAvenerdì 17

Ore 19,00 Montse Grau Ferrer “DEUS EX MACHINA”SPETTACOLO DÌ TEATRO ALL’IMPROVVISO

Piazza Don Bonomo, San Cristoforo, CATANIAOre 21.30 Cineforum: “Indovina chi viene a Cena!?”

G.A.P.A. Centro di Aggregazione Popolare - via Cordai, 47 CATANIAsabato 18

Ore 18.00 Eco Manifestazione Nazionale/Incontro“IRAN al fianco delle donne e degli uomini in lotta per la libertà”

G.A.P.A. Centro di Aggregazione Popolare - via Cordai, 47 CATANIAore 21.30 “Unduo”

ore 22.15 Manomanca e Compagnia Dei Fuocolieri, “HandMade on Fire show”Piazza Don Bonomo, San Cristoforo, CATANIA

domenica 19Ore 19.00 Chumbala Cachumbala, “Il Mostro della spazzatura”

Piazza Don Bonomo, San Cristoforo, CATANIAOre 21.30 “il racconto degli Uccelli” Patrizia D’Antona

Ore 23.00 Festa di chiusuraG.A.P.A. Centro di Aggregazione Popolare - via Cordai, 47 CATANIA

ARTI VISIVEdal giovedì alla domenica

-Fabiana Li Vigni – dominando dominando...mostra incontro gioco-Mariolino Bonaccorso – esposizione di opere artistiche al G.A.P.A.

Page 7: Ucuntu n.46

Catania/ L'agonia dei quartieriCatania/ L'agonia dei quartieri

“Purtatimi viadi ccà!”Uominie topi

“Mettiti i scarpi ‘ca ti muzzicanu i peri!”, urla la donna.

Ma chi vorrebbe mai mordere i piedini di una biondina di appena tre anni?

Eccolo là, uno Speedy Gonzales di 30 cm in un baleno attraversa la stanza e scompa-re. Dov’è? Forse in uno dei tanti buchi del-le pareti, forse dietro o dentro l’armadio? Poco importa, lui è il padrone di casa, ha famiglia e amici e di lì non se ne vuole an-dare. A nulla servono trappole di colla, quei roditori “sunnu sperti”, al massimo qualche topino ci resta ‘mpicatu. La donna mi mostra un cartone su cui è incollato un piccolo cadavere. Lo conserva perché spe-ra che faccia da esca per catturare la ma-

dre. “A volte non torno neanche a dormire, e quando devo passare la notte qui mi co-pro tutta, anche la testa sotto le lenzuola, col terrore ca m’acchianunu n’coddu. Sot-to la doccia, chiudo gli occhi per insapo-narmi i capelli ma poi li riapro di scatto, me li sento sempre addosso”.

Topi, ratti, zecche proliferano dentro case fatiscenti dai soffitti sfondati i muri fradici le travi spezzate. Sordidi scantinati senza acqua né luce trasformati in dormitori. E tutt’intorno: edifici sventrati, cumuli di ri-fiuti, macerie. “A pranzo - dice una vicina - mangiamu pasta ca’ ricotta”, quello che piove dal soffitto è il condimento di ogni portata. “E non si poti lassari nenti, i surici tutti cosi si mangiunu, macari u piattu cummugghiatu si tirunu”.

Sono nella parte bassa di via Barcellona, ogni mia occhiata attorno è un pugno allo stomaco. Si parla di Bronx come qualcosa di lontano, impossibile qui da noi. Ma que-sto è peggio, fino a qualche giorno fa la mia immaginazione non avrebbe saputo concepire tutto questo. Ora che ho visto, le parole sono insufficienti, così cvome le foto scattate sono solo scorci, accenni di vite consumate, scartate e dimenticate.

Non ho fotografato gli esterni, le facciate

marce, l’abbandono, la miseria, le facce sporche, perché queste famiglie si ver-gognano di dove stanno, non vogliono che si sappia in giro.

Da anni aspettano l’assegnazione di un alloggio popolare, ma se si aspetta che ci scappi il morto, qui ci manca poco, potrebbe succedere anche ora. Le autorità lo sanno, hanno fatto i sopralluoghi.

Nel 2007 con un’ordinanza di sgombero del Comune per inagibilità dovuta al crollo del muro portante perimetrale, alcuni sono stati spediti all’Hotel Valentino, vicino alla fiera, ma dopo due giorni erano già per strada. La permanenza non si poteva prolungare e case vuote non ce ne sono mai state. “E unni ni nn’avevimu a gghiri?”. Dove dovevano andarsene? Sono tornati tutti qua, “nna stu schifu”. È un incubo quotidiano che la società ignora, che nessuno denuncia. Sono soprattutto donne e bambini. Gli uomini sono quasi tutti dentro.

“E cosa fai quando torna tuo marito?”Con gli occhi di fuori: “Macari a

spacciari sinni po’ gghiri, ma m’havi a purtari via ddi ccà. Non ci pozzu cchiu stari”.

Sonia Giardina, I Cordai

|| 15 luglio 2009 || pagina 07 || www.ucuntu.org ||

Case pericolanti, topi, lerciume dappertutto:Case pericolanti, topi, lerciume dappertutto: eppure anche qui vivono degli esseri umani.eppure anche qui vivono degli esseri umani. Difendono la loro umanità – i bambini, laDifendono la loro umanità – i bambini, la dignità, il sogno di un domani migliore –dignità, il sogno di un domani migliore – disperatamente. Ma questa è una città umana?disperatamente. Ma questa è una città umana? Che condanna esseri umani a vivere così?Che condanna esseri umani a vivere così?

Page 8: Ucuntu n.46

|| 15 luglio 2009 || pagina 08 || www.ucuntu.org ||

opo l’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori de I Si-ciliani scelsero di

non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di stipendi (mai) pagati, di solitudine istituzionale (non una pagina di pubblicità per cinque anni!).

DOggi, a un quarto di secolo dalla

morte di Fava, alcuni di loro (Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta - venticinque anni dopo - a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il precetto di pignoramento è stato già notificato, senza curarsi d’attendere nemmeno la sentenza d’appello. Per paradosso, il

creditore principale, l’Ircac, è un ente regionale disciolto da anni.

E’ chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de I Siciliani in quegli anni rappresentò molto di più che se stessa, in un contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore, di non chiudere il giornale, di non accetta-re facili e comodi ripieghi professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese. Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione, pretende adesso di incassare per mano degli uffi-ciali giudiziari.

Adesso c’è da salvare le nostre case: già pignorate. Una di queste, per la cronaca, è quella in cui nacque Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, è già finita sotto i sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della

morte anche quello della beffa. La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e di far girare questa richiesta. Altrimenti sarà un’altra malinconica vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a combatterli per un quarto di secolo.

* * *I bonifici vanno fatti sul cc della “Fondazione Giuseppe Fava”

Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT) iban:

IT22A0301926122000000557524causale di ogni bonifico:

per “I Siciliani”

Scarica il manifesto/volantone A3. Ecco una versione leggera fatta per il web, http://www.ucuntu.org/pdf/Appello_ISiciliani_A3_web.pdf - se volete stamparla e farla girare scaricate questa ad alta risoluzione http://www.ucuntu.org/pdf/Appello_ISiciliani_A3_hires.pdf