Ucuntu n.40

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130509 www.ucuntu.org Iv J.Goebbels, B.Vespa, communicators Un quarto della produzione industriale perso in un anno. Crisi nera per un italiano su due. Eppure, nessuno protesta. Il potere stavolta ha fatto bingo. Come? Inventandosi capri espiatori e propagandandoli alla gente. C'era riuscito Goebbels nel '36: “Siete disoccupati per colpa degli ebrei!”. Ora: “ Zingari, neri, immigrati, stranieri!”. E il giornalismo, e i giornalisti, e l'informazione? Altoparlanti ubbidienti, come allora. (In Sicilia di più, e per padroni peggiori) || 13 maggio 2009 || anno II n.40 || www.ucuntu.org || Pane e Propaganda

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Il numero del 13 maggio 2009

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130509 www.ucuntu.org

Iv

J.Goebbels,B.Vespa,communicators

Un quarto della produzione industriale perso in un anno. Crisi nera per

un italiano su due. Eppure, nessuno protesta. Il potere stavolta ha fatto

bingo. Come? Inventandosi capri espiatori e propagandandoli alla gente.

C'era riuscito Goebbels nel '36: “Siete disoccupati per colpa degli ebrei!”.

Ora: “ Zingari, neri, immigrati, stranieri!”. E il giornalismo, e i

giornalisti, e l'informazione? Altoparlanti ubbidienti, come allora.

(In Sicilia di più, e per padroni peggiori)

|| 13 maggio 2009 || anno II n.40 || www.ucuntu.org ||

Pane ePropaganda

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ItalienItalien

Quie adesso

La riduzione dei migranti a persone senza diritti, la riduzione dei migranti a untermenschen. Non ci ricorda niente?

La legalizzazione delle squadracce. Non ci ricorda niente?

Sono questi i due punti cruciali del cosiddetto "pacchetto sicurezza" che il governo razzista vuole imporre al parlamento con voto di fiducia. Fiducia nel III Reich.

E perché non vi siano dubbi sulla

volontà del governo razzista sono già cominciate le deportazioni in flagrante e cinicamente esibita violazione del diritto d'asilo, del diritto internazionale, della Convenzione di Ginevra, della Costituzione della Repubblica Italiana.

C'è un nome per tutto ciò: nazismo.

C'è un dovere che incombe a ogni essere umano, ad ogni aggregazione civile, ad ogni istituzione democratica:

resistere.All'eversione dall'alto che vuole

instaurare in Italia il regime dell'apartheid, dello squadrismo e delle deportazioni, occorre che il popolo italiano si opponga, con una insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze, in difesa dell'umanità, del diritto, della civiltà.

Peppe SiniCentro di ricerca per la pace

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A che serve l' “informazione”A che serve l' “informazione”

Se non ci fosseGoebbelsqua scoppierebbeuna rivoluzione...

Secondo l'Istat “la produzione industriale nel primo trimestre 2009 ha perso il 9,8% rispetto al trimestre precedente” ed “è cala-ta del 23 per cento rispetto al marzo 2008”. In Italia, cioè, nel giro di un anno abbiamo prodotto un quarto di cose in meno. Meno prodotti, meno fabbriche, meno soldi che girano, meno tutto.

Questo è quel che succede fuori dal mon-do ovattato della tv. Un italiano su due sta già subendo personalmente la crisi, e la ten-denza è a peggiorare. La soglia di povertà sfiora sempre più gente (in Sicilia almeno un terzo) e se fossimo nell'Ottocento le strade sarebbero già chiuse dalle barricate.

E come mai non ci sono? Primo, perché tecnicamente obsolete:è molto più sempli-ce, in una società post-novecento, fare le barricate politiche e non reali (in America, per esempio, eleggendo Obama). E secondo perché, come già fecero i nazisti con gli ebrei, i politici hanno provveduto per tem-po a trovare un buon capro espiatorio su cui scaricare tutte le paure.

Linciare uno zingaro (cosa che ormai ac-cade abbastanza spesso) è più facile che prendersela coi manager. Picchiare a freddo una marocchina rimuove un attimo l'impo-tenza della disoccupazione. Annegare degli emigranti, o riconsegnarli al loro dittatore, dà un senso di potenza collettivo che a un popolo non più bonario né giovane fa più o

meno l'effetto di un viagra.La responsabilità della stampa “main-

stream” (per dirla in americano: noi paesa-namente diremmo “padronale”) in tutto questo è tremenda, ancora più terribile che nell'edulcorare i politici e nel nascondere i fatti. La comunicazione, con poche ecce-zioni, oggi è di nuovo Goebbels. Se non si vede subito è perché la misuriamo col Goebbels di allora e non con quel che Goebbels sarebbe con le tecnologie di oggi. Ma la funzione è identica, e identico tende a esserne il costo in vite umane. Il mestiere di giornalista, che prima richiedeva serietà e coraggio, adesso – per chi non tradisce – richiede una tensione quasi religiosa.

* * *Di buoni giornalisti ce ne sono tuttavia

ancora, e molti altri ne crescono dopo di loro. Dei giovani, penso a Claudia e agli altri ragazzi di Catania che, fregandosene di tutti quanti, hanno salvato due poveri zin-gari dal linciaggio. Dei vecchi, penso a gente come Pino di Telejato – ne abbiamo parlato l'altra volta – che a sessant'anni an-cora riesce non solo a rischiare la pelle ma anche a sorriderci su ironicamente.

Maniaci in particolare, a quanto pare, se l'è cavata ancora una volta. I giornalisti si-ciliani, o i loro legali tutori, che volevano fargli scontare la vita di collega libero, han-no dovuto (almeno per ora) far marcia in-

dietro e contentarsi di guardarlo storto da lontano.

La cosa bellissima (pure le cose belle ac-cadono, nonostante tutto) è che stavolta a difendere Maniaci non siamo stati i soliti quattro disperati, ma il Sindacato e l'Ordine in persona, quelli veri. Si sono schierati, per una volta, senza se e senza ma con Ma-niaci. Hanno difeso il giornalista minaccia-to e onesto, senza mezze misure. Hanno detto quel che di loro pensavano ai colleghi siciliani (certo con diplomazia, ma non poi tanta) e li hanno obbligati a comportarsi, volenti o no, da persone per bene.

Mi pare quindi giusto di segnalare dei nomi: Enzo Iacopino dell'Ordine, Roberto Natale della Federazione e in aggiunta, unico fra i “politici”, Beppe Giulietti. E' la prima volta, in quasi trent'anni di mestiere, che faccio nomi della corporazione per lo-dare e non per rimproverare. Sarà una de-bolezza senile, ma ne sono contento.

(E altri giornalisti, e giornali? No, nomi di altri colleghi non ne posso fare. Sul caso Maniaci tutta la stampa italiana, compresa quella progressista, ha osservato un silenzio bronzeo, senza sbavature. “Giornalista in Sicilia? - hanno detto il Corriere e Repubblica – Nenti vitti. Nenti sacciu. Nenti vogghiu sapiri”).

Riccardo Orioles

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Nessuno se ne vuol accorgere, ma nel giro di un anno se n'èNessuno se ne vuol accorgere, ma nel giro di un anno se n'è

già andato un quarto della produzione industriale. La crisi tocgià andato un quarto della produzione industriale. La crisi toc--

ca già un italiano su due. Ma allora come mai niente barca già un italiano su due. Ma allora come mai niente bar--

ricate? Primo, perché sono obsolete. E seconricate? Primo, perché sono obsolete. E secondo, perché il podo, perché il po--

tere oggi sa come rispondere: distogliere l'attere oggi sa come rispondere: distogliere l'attenzione mediantenzione median--

te capri espiatori. Altrimenti a che servirebbero stampa e tv?te capri espiatori. Altrimenti a che servirebbero stampa e tv?

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QuartieriQuartieri

Porta della Bellezzae Muro

di Librino

Meridiani di Luce è un progetto della Fondazione Antonio Presti - Fiumara d’Ar-te, nell’ambito delle iniziative culturali, eti-che e sociali promosse per il quartiere di Librino. Il progetto, attivo dal 2002, con la collaborazione di tutte le scuole del quartie-re, ha come tema la Bellezza intesa come mezzo per acquisire il diritto alla cittadi-nanza, per affermare la consapevolezza del-la propria identità.

Il progetto “Le Grandi Madri a Librino”, mira, infatti, a ricostruire un’integrità spez-zata, facendo ritrovare identità e specificità di luogo a un non luogo tra i tanti di Libri-no, e contribuendo quindi a promuovere il senso di appartenenza nei suoi abitanti.

Il quartiere catanese è stato scelto dalla Fondazione come spazio creativo per fare di Librino un Museo Internazionale a Cielo Aperto, dove, inizialmente, un muro di ce-mento, che come una ferita deturpa e taglia in due il territorio, viene trasformato in una Porta diBellezza. Questo non-luogo è stato individuato nell’Asse Attrezzato all’ingres-so del quartiere catanese. I bambini e gli abitanti del quartiere, in collaborazione con artisti e poeti, hanno realizzato e assembla-to su una parte di quel muro migliaia di ma-nufatti in terracotta, per riconoscere nel va-

lore della condivisione il senso della “bel-lezza”.

Anno dopo anno il muro sarà sempre più rivestito di opere d’arte in terracotta e acco-glierà anche la parola dei più famosi poeti nazionali e internazionali. L'obiettivo è la trasformazione di quel muro, di quella feri-ta, in valore di Bellezza.

Nell’opera è previsto il coinvolgimento creativo e operativo delle scuole e oratori del quartiere (Circolo didattico SanGiorgio; Istituto Comprensivo Brancati; Istituto comprensivoCampanella- Sturzo; Istituto comprensivoAngelo Musco; Istituto com-prensivo Dusmet; Istituto comprensivo Pe-stalozzi; Scuola Media Ungaretti; Scuola primaria paritaria Cirino La Rosa; Scuola primaria paritaria Mary Poppins, Oratorio CentroGiovanile Giovanni Paolo II) con la direzione artistica della critic d’arte Ornel-laFazzina che ha coinvolto dieci artisti na-zionali e con l’aiuto della poetessa Maria Attanasio che a sua volta ha chiamato ad intervenire dieci poeti.

Per comiciare è stata selezionata una por-zione di muro di un centinaio dimetri, quella all'ingresso del quartiere.

Le migliaia di studenti delle scuole coin-volte hanno realizzato un manufatto in ter-

racotta, formato 35X35 cm, su cui hanno potuto esprimere il proprio personale lin-guaggio artistico. Il tema di quest'anno era La Grande Madre: la riflessione sul ruolo della donna nella società contemporanea.

Nell'antichità l'idea di un'entità superiore era basata su caratteristiche propriamente femminili come la riproduzione, la fertilità e la protezionenutritiva, e quindi la trasfor-mazione e la crescita. Tutto ciò ha un enor-me carico simbolico e metaforico, poiché si riallaccia alla rinascita e ricrescita stagiona-le del mondo naturale: il tempo ciclico le-gato ai raccolti, alle fioriture, al movimento degli astri nella volta notturna, al ciclo di-morte e di nascita. La società contempora-nea vive ormai solo l’illusione di un tempo lineare, per questo è importante restituire alle nuove generazioni il senso della ciclici-tà e il valore dell’archetipo femminile.

A ogni istituto è stato abbinato un artista che, collaborando con gli studenti, ha pla-smato la sua opera creativa, assemblandola insieme ai manufatti di terracotta realizzati dai ragazzi. Gli studenti contemporanea-mente hanno lavorato insieme ai poeti: a ogni porzione del muro realizzato da un ar-tista corrisponde un tratto dedicato ad ac-cogliere i versi donati dai poeti coinvolti.

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Il quindici maggio a Catania s'inaugura una strana opera d'arte. Strana perché?Il quindici maggio a Catania s'inaugura una strana opera d'arte. Strana perché? Contiene dei versi - ma non è un libro. Contiene figure d'arte - ma non è un muContiene dei versi - ma non è un libro. Contiene figure d'arte - ma non è un mu--seo. Contiene mattoni e cemento – ma non è più un muro. E' diventato una porta,seo. Contiene mattoni e cemento – ma non è più un muro. E' diventato una porta, o almeno vorrebbe esserlo: la porta per un mondo diverso, più bello e più umano,o almeno vorrebbe esserlo: la porta per un mondo diverso, più bello e più umano, migliore. E dove tutto questo? Esattamenmigliore. E dove tutto questo? Esattamente all'ingresso di Librino, dove i padroni dite all'ingresso di Librino, dove i padroni di Catania hanno deportato i poCatania hanno deportato i poveri. Che scoprono un'arma in più: la bellezza veri. Che scoprono un'arma in più: la bellezza

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QuartieriQuartieri

Sarà la parola della poesia, insieme alla forza espressiva dell’immagine, a rendere questo non-luogo simbolo di unità e di rin-novata identità per tutti gli abitanti del quartiere.

La Fondazione con questo progetto inten-de recuperare e divulgare i valori dell’im-pegno civile e culturale affidando alla Scuola un ruolo attivo e centrale nell’ambi-to sociale, dell’educazione alla cittadinanza e alla cultura ambientale. La collaborazione delle istituzioni didattiche di ogni ordine e grado contribuisce a seminare una nuova coscienza collettiva di rispetto per il territo-rio circostante, sia fisico che umano, e pro-muovere esperienze educative di cittadi-nanza attiva e solidale attraverso progetti multidisciplinari ed iniziative di rete con il territorio siciliano.

Le scuole diventano quindi luoghi etici dove riflettere, discutere e proporre, in nome degli ideali di bellezza di cui il pro-getto TerzocchioMeridiani di Luce si è fatto simbolo e catalizzatore.

(da “La Periferica”)

LIBRINO E' BELLO?

In questi dieci anni di impegno a Librino con la fondazione Fiumara d'Arte Antonio Presti ha certamente inserito, nella costru-zione immaginaria collettiva del quartiere Librino, un elemento prima di allora com-pletamente nuovo: la bellezza del luogo intesa come risultato della bellezza degli inividui che lo abitano. In questo senso, l'opera di Presti, stravolge il concetto con-temporaneo di "riqualificazione" o di ri-mozione del degrado.Librino non è più, soltanto, un luogo pro-blematico ma si candida potenzialmente a luogo di rinascita spirituale.Questo processo tuttavia non è esente da rischi. Il primo rischio è quello della di-menticanza istituzionale. Non è un rischio nuovo per Librino ma la Porta della Bel-lezza è un evento che dovrebbe imporre alle istituzioni uno scatto di orgoglio mo-rale verso il quartiere. Il secondo rischio è quello della rimozione da parte del resto della città. Una buona parte dei catanesi infatti conosce il quartiere non per espe-

rienza direttama per le semplificazioni giornalistiche che tendono a rappresentarlo come "quartiere ghetto". Il terzo rischio, probabilmente quello più pericoloso, è l'indifferenza dei suoi abitanti.Non è semplice, e forse neppure comple-tamente possibile, sintetizzare l'identità di 80.000 individui. Gli abitanti di Librino sono capaci di grande generosità, lo dimo-stra la vitalità di associazioni di volonta-riato, oratori e scuole,ma gli stessi abitanti sono spesso anche disillusi di fronte a qualsiasi prospettiva di cambiamento del quartiere che parta dal loro impegno in prima persona.L'inaugurazione della Porta della Bellezza, simbolo del dono che diventa creazione, interpella invece proprio questi ultimi a farsi primi protagonisti delle sorti del luogo in cui vivono. Librino sarà autenticamente “bello" nella misura in cui noi abitanti vorremmo concretamente impegnarci, e quindi donarci, verso il nostro quartiere non voltando lo sguardo di fronte alle sue imperfezioni ma lavorando per migliorarlo.

Massimiliano Nicosia

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“Porta della Bellezza”, Librino.

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Giornalismo in Sicilia/ 1Giornalismo in Sicilia/ 1

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maurobiani.splinder.com

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Giornalismo in Sicilia/ 2Giornalismo in Sicilia/ 2

“C'è chi puòe chi non puòNoi può”

“Sebbene si tratti di un atto dovuto, su-scita comunque sconcerto la decisione della Procura di Palermo di iscrivere nel registro degli indagati i venti giornalisti dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione sici-liana".

L’ipotesi di reato (concorso in abuso in atti di ufficio) lascia intendere che sulla vi-cenda delle nomine dei giornalisti aleggi un che di misterioso e inquietante, così come sulla qualifica di redattore capo prevista dal contratto di lavoro giornalistico.

In realtà l’ufficio stampa e documenta-zione presso la Presidenza della Regione venne istituito oltre trenta anni addietro con un’apposita legge regionale, poi seguita da un accordo sindacale recepito dal governo regionale, che prevedeva per i giornalisti proprio il riconoscimento del trattamento giuridico ed economico di redattore capo.

Per altro in Sicilia, nel pieno rispetto del-la legge 150, il contratto nazionale di lavo-ro e le relative qualifiche da applicare ai giornalisti che operano negli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni sono stati recepiti da un accordo sindacale. L’intesa, firmata da Fnsi e Associazione della Stam-pa con l’assessorato alla Presidenza, e rati-ficata da un decreto assessoriale pubblicato

sulla Gazzetta ufficiale, fissando i profili professionali e il relativo trattamento economico dei giornalisti, di fatto ha messo ordine in ragione delle osservazione della Corte Costituzionale.

La Suprema Corte aveva cassato quelli parti delle leggi regionali riguardanti pro-prio le qualifiche contrattuali dei giornalisti degli uffici stampa delle pubbliche ammini-strazioni sottoposte al controllo della Re-gione, stabilendo che le stesse qualifiche non possono essere attribuite per legge ma solo per contrattazione tra le parti. Contrat-tazione che è infatti avvenuta creando un collegamento organico tra le prime norme che riguardano la Regione e il sistema con-trattuale che riguarda il territorio”.

SCHEDA/ DI CHE SI TRATTA

Palermo. L'ex presidente Cuffaro, il suo successore Lombardo e venti giornalisti dell'ufficio stampa della presidenza assunti con contratto di redattori capo nel 2004 per chiamata diretta sono stati iscritti nel regi-stro degli indagati (per concorso in abuso d'ufficio) dalla Procura. Quattro sono già stati sentiti dal Pm Petrigni.Lo staff dei comunicatori della presidenza, composto da 4 giornalisti, fu portato a 8 nel 2004 e a 24 nel 2006, poco prima delle ele-zioni. Fra gli assunti, quasi tutti i portavo-ce degli assessori regionali uscenti (Giulio Ambrosetti, Laura Compagnino, Fabio De Pasquale, Maria Pia Ferlazzo, Enzo Frica-no, Fabio Geraci, Stanislao Lauricina, Lui-sa Micciché, Wlady Pantaleone, Stefania Sgarlata e Manlio Viola) e altri giornalisti vicini a esponenti del centrodestra: Vito Or-lando, portavoce di Guido Lo Porto, Ludo-vico Licciardello, addetto stampa di Salvo Fleres, Luigi Sarullo, figlio di un consulen-te di Schifani e Ivana Di Nuovo, figlia dell´ex responsabile stampa Udc. Nell' ottobre 2007 entrarono anche Guido Monastrae Francesco Inguanti, un consulente di Cuffaro pubblicista da pochi mesi.

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Rispettosi del fondamentale impegno istituzionale e civiRispettosi del fondamentale impegno istituzionale e civi--

le dell'Associazione della Stampa siciliana, sempre inle dell'Associazione della Stampa siciliana, sempre in

prima linea nella lotta contro la mafia e nella difesa deiprima linea nella lotta contro la mafia e nella difesa dei

giornalisti minacciati, rispettosamente e doverosamentegiornalisti minacciati, rispettosamente e doverosamente

pubblichiamo il recente comunicato della medesimapubblichiamo il recente comunicato della medesima

sulla drammatica storia di venti giornalisti siciliani sulla drammatica storia di venti giornalisti siciliani

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MovimentoMovimento

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