TravelGlobe Settembre 2015

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Numero di Settembre 2015 CAMERUN • COMACCHIO • ISOLE FÆR ØER • CAMBOGIA • MAURITIANA • Fotografo del Mese: MONICA MIETITORE

Transcript of TravelGlobe Settembre 2015

  • Federico Klausner direttore responsabileFederica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattoreSilvana Benedetti redattoreMaddalena De Bernardi redattoreFrancesca Span redattore

    Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello graficaWilly Nicolazzo grafico Paola Congia fotografaAntonio e Giuliana Corradetti fotografiVittorio Giannella fotografoMonica Mietitore fotografaGraziano Perotti fotografoEmanuela Ricci fotografaGiovanni Tagini fotografoBruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: [email protected]

    Foto di copertina: Vittorio Giannella - Isole Frer

    Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di propriet di TravelGlobe.it Riproduzione riservata

    TravelGlobe una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014

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    EDITORIALEBuon compleanno TravelGlobe

    Bentornati viaggiatori. Il rientro dalle va-canze sempre difficile, ma per noi il viag-gio continua.Un anno fa, il 22 settembre per la precisio-ne, TravelGlobe veniva messo online per la prima volta e oggi possiamo dire di esse-re davvero orgogliosi del prodotto, che in molti definiscono elegante usandolo come best practice. Abbiamo fatto scelte estreme, come la de-cisione di non trattare argomenti generali-sti o superficiali, per poter lasciare unim-pronta indelebile in questo grande mare di sabbia al vento che il web.Con un occhio alla SEO e laltro allorigi-nalit, abbiamo voluto distinguerci per contenuti e immagini di qualit. Unaltra scelta fuori dal coro, in campo giornalisti-co, laver selezionato a monte un team di giornalisti e fotografi a cui affidare il lavoro, senza disperdere energie nel coordinare troppe teste che magari non condividono gli obiettivi del progetto.In questo modo, possiamo vantare uno staff coeso fatto da professionisti, certo, ma soprattutto da un gruppo di amici che remano tutti nella stessa direzione con un unico intento: continuare a diffondere bel-lezza e cultura.Voi potete aiutarci nella nostra impresa continuando a seguirci, condividendo i no-stri articoli e iscrivendovi alla newsletter. In questo modo, continuerete a viaggiare an-che a vacanze finite.

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    S O M M A R I O

    Isole FrerIncontenibile bellezzaFoto e testi di Vittorio Giannella83MaurItanIaLa memoria del desertoFoto di Monica Mietitoretesti di Monica Mietitore Leonardo Paoluzzi

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    CaMerunRegno delle tribFoto e testi di Bruno Zanzottera09

    CaMBoGIaAngkor Wat, la citt tempioFoto e testi diGraziano Perotti117

    neWs06 eDItorIaledi Federica Giuliani03CoMaCCHIoViaggio dellanguillaFoto e testi diBruno Zanzottera51

    FotoGraFo Del MeseMonica Mietitore181

  • 6Dolomiti Walking Hotel un club di prodotto specializzato in escursioni e camminate at-traverso i paesaggi delle Do-lomiti, che raggruppa i migliori alberghi in grado di offrire ser-vizi ad hoc per gli escursionisti. A partire da 385 euro a persona in mezza pensione, offrono ser-vizi pensati per camminatori ed escursioni settimanali con gui-de esperte.Info: Dolomiti Walking Hotel

    Una guida per raccontare il pa-trimonio enogastronomico del viterbese, che vuole promuo-vere, valorizzare e incentivare la commercializzazione dei pro-dotti tipici di questo territorio. Prodotti diversificati tra loro, ma che insieme costituiscono un paniere da presentare sotto forma di offerta unica di qua-lit. Inoltre, presenta cinque itinerari turistici che si identifi-cano con le principale aree di attrazione. Guida enogastronomica della Tuscia - A tavola con gli Etru-schi | Info

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    SAPORI

    Slow Drive ha ideato una nuo-va proposta di Team Building (o addio al nubilato/celibato): Enigma Vintage Tour. Unespe-rienza coinvolgente da vivere in autonomia su auto deccellen-za. Oltre 30 vetture dal design unico e inconfondibile: dalle fiammanti Alfa spider alle road-ster inglesi (Morgan, Triumph, MG), dal mitico maggiolino ca-briolet fino alle simpatiche Fiat 500 e Mini Cooper.Info: Slow Drive

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  • 7In Val dEga, tra i paesi di Colle-pietra e San Valentino del comu-ne di Cornedo, si trova il primo Astrovillaggio dEuropa, raggiun-gibile in mezzora da Bolzano dove lOsservatorio Astronomi-co Max Valier e lOsservatorio Solare Peter Anich offrono uno sguardo nelle profondit dello spazio cosmico. Oltre a questo, lAltopiano comprende hotel a tema con cannocchiali sui balco-ni, info point sui pianeti, il sistema solare nelle reception, orologi so-lari sulla struttura o nel giardino, librerie a disposizione degli ospiti con testi sulluniverso e le stelle.Info: Val dEga

    Konrad Travel propone un iti-nerario di 10 gg a partenze in-dividuali da Lima. Una full im-mersion nella cucina peruviana, fusione unica di elementi e sapo-ri provenienti dalla cucina france-se, italiana, giapponese e cinese. Spiccano le influenze della ga-stronomia spagnola e africana, frutto delle colonizzazioni e della presenza degli schiavi arrivati dal continente nero. Il tour prevede anche unescursione a Machu Picchu con treno Vistadome 1st class Orient Express. Info: Per Gourmet

    ASTROVIL-LAGGIO

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    BEScopri i bar segreti di New York (speakeasy) dellepoca del Proi-

    bizionismo con il Bar Experien-ce Tour. Con questo tour scopri-rai i bar dove vendevano alcolici clandestinamente a Manhattan durante gli anni Venti. Ricorda: per parteciapre devi avere com-piuto i 21 anni.Info e prenotazioni: Bar Experience

    Dopo il grande successo ot-tenuto dalla prima edizione, svoltasi nel 2014, ritorna la Milano Beer Week dal 21 al 27 settembre. Come lo scor-so anno, la Milano Beer Week vuole celebrare la ricchezza del mondo birrario insieme al talento e alla competenza dei migliori publican e chef. Ci sa-ranno delle new entry - loca-li che sono stati osservati nel corso di questi mesi e che si sono meritati i riflettori della Milano Beer Week - ma lelen-co sar svelato a poco a poco sul sito ufficiale dellevento. milanobeerweek.it

    NEW YORK SEGRETA

    MILANO BEER WEEK

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    Il territorio del nord del Camerun stato in gran parte islamizzato dalle popolazioni Fulb (originariamente allevatori nomadi) ed stato diviso in lamidati, guidati da sul-tani (lamido), che mantengono ancora oggi forti poteri. Il pi famoso e tradizionalista tuttora quello di Rey Bouba. Fondato allinizio dellOttocento da Bouba Ngjida, ha visto succedersi sette lamido. Particolarmente potente e temuto, il predecessore dellattuale sultano, noto per essere stato uno spietato padre-padrone, che control-lava con pugno di ferro il suo territorio, pi vasto del Belgio, e aveva diritto di vita e di morte sui suoi sudditi.

    La disciplina ferrea si nota anche nel trattamento che ricevono i giovani delle scuole coraniche. Se non si sono comportati in maniera corretta, vengono costretti a studiare il Corano con i piedi incatenati.

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    Quattro ore di pista e alcuni secoli, separano la citt di Ga-roua nel nord del Camerun dal lamidato di Rey Bouba. 36.000 Kmq di savana dove il Lamido, sovrano assoluto, detentore del diritto di vita e di morte, sui propri sudditi. Uno stato nello stato, dove il potere centrale timido e complice allo stesso tempo. Fino allinizio del XXI secolo a Rey-Bouba, la capita-le tradizionale e religiosa, non cera alcun segno di modernit e si finiva in prigione anche solo per aver aperto una pompa di benzina. Durante le celebrazio-ni dell Eid-al-Kabir (Tabaski in Africa nera) in cui i musulmani uccidono un montone per com-memorare la richiesta fatta da Dio ad Abramo di sacrificargli il figlio, si esibiscono in fantasie i cavalieri di corte.

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    Con la morte dellanziano Lamido e lascesa al trono di Aboubakary Abdoulaye - il figlio che per tornare a regnare nel suo Stato ha dovuto rinunciare a una carica di ministro nel parlamento di Yaound - si notano alcuni timidi segni di modernismo. Uno di que-sti lapertura di un internet caf con un paio di computer situati in una capanna sulla piazza dove si affaccia il palazzo del Lamido.

    Durante la stagione delle piogge, tra luglio e settembre, le piste del territorio di Rey Bouba (in tutto il lamidato non esistono strade asfaltate) si trasformano spesso in acqui-trini e i villaggi rimangono spesso completamente isolati o raggiungibili con piroghe che navigano tra i campi.

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    Durante le celebrazioni dell Eid-al-Kabir (Tabaski in Africa nera) durante cui i musulmani uccidono un montone per commemorare la richiesta fatta da Dio ad Abramo di sacrificargli il figlio, nel palaz-zo del Lamido vengono cucinati numerosi pasti a base di montone e pasta di manioca, che vengono distribuiti a tutta la popolazione.

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    Sempre durante la stessa cerimonia giungono a Rey Bouba gli abitanti di buona parte del lamidato. Tra questi si distinguono i pastori fulb o fulani le cui donne, decorate con lhenn e abbigliate con i vestiti pi belli, si esibiscono in danze e cantando le lodi del sovrano.

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    Ragazzini in preghiera nel cortile della grande moschea, la stessa dove si reca il Lamido seguito da tutta la sua corte, nelle oc-casioni importanti. I due ragazzi con il cappello in testa hanno da poco terminato il periodo di ini-ziazione, che si concluso con la circoncisione. A Rey Bouba questo rito si consuma ancora collettivamente e dura diversi giorni. Al termine le centinaia di giovani che vi hanno partecipa-to appaiono in pubblico sontuo-samente vestiti per annunciare il loro nuovo stato di credenti.

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    Una ragazza, ospite di un orfanotrofio gestito da una signora tedesca, mo-stra le raffinate decorazioni a base di henn, composto polverizzando la pianta essiccata mischiata a olii essenziali e caff, in occasione della ceri-monia dellEid-al-Kabir (Tabaski in Africa nera). La realizzazione di un or-fanotrofio, gestito da una donna europea, una delle aperture in senso liberale dellattuale lamido Aboubakary Abdoulaye.

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    Dogari (dignitari del governo) durante la cerimonia di iniziazione dei gio-vani sudditi di Rey Bouba. In realt il Lamido non il sovrano assoluto, ma deve confrontarsi con la Fada (il consiglio degli anziani raffigurato in parte nella foto della doppia pag. successiva), di cui questi dignitari fanno parte. Sono i depositari della tradizione e spesso si oppongono ai tentativi di modernizzazione allinterno del lamidato.

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    A Rey Bouba la struttura educati-va composta principalmente da madrase (scuole in lingua araba, ma termine generalmente utilizza-to per indicare le scuole coraniche). Lo scopo di questi istituti quello di sviluppare un percorso formativo imperniato sullo studio della storia e della letteratura sacra dellIslam. Per questo motivo fondamen-tale lapprendimento della lingua araba. Le madrase si occupavano esclusivamente di insegnare il di-ritto religioso e le verit teologiche islamiche. In anni recenti gli istituti pi importanti si sono trasformati in una sorta di universit, dove si inse-gnano anche materie scientifiche, o non direttamente legate alla re-ligione. Nelle piccole scuole come quelle di Rey Bouba per linsegna-mento si limita allapprendimento del Corano, impartito anche con metodi molto rigidi, come dimo-stra il ragazzo con i ceppi ai piedi.

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    Percussionisti scandiscono il ritmo delle danze notturne sulla piazza del pa-lazzo di Rey Bouba la notte prima della cerimonia per la circoncisione dei ragazzi. un momento di grande festa in cui tutti gli abitanti, e i giovani in particolare, si lanciano in danze sfrenate, liberi dagli obblighi cerimoniali del giorno successivo.

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    I portatori e i suonatori dei grandi tamburi reali di Aboubakary Abdou-laye Lamido di Rey Bouba si esibiscono durante le celebrazioni dell Eid-al-Kabir (Tabaski in Africa nera). Questi enormi tamburi vengono mostrati al pubblico e suonati solo nelle grandi occasioni ufficiali al seguito del corteo reale. Per poter essere suonati in movimento vengono trasportati sulla te-sta di un servo di corte e percossi da un musicista alle sue spalle.

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    Una ragazza fulb munge la vacche della mandria di famiglia. Sparsi nella fascia saheliana dellAfrica Occidentale il loro nome significa nuovo, ma sono conosciuti con vari altri nomi: fulani in arabo, peul in francese o mbo-roro per i gruppi che abitano in Niger e sono rimasti totalmente nomadi. Di pelle chiara e lineamenti sottili i fulb sono lunica popolazione di questa zona dAfrica antropologicamente non negroide. Proprio per questo moti-vo sulla loro origine sono sorte numerose teorie e leggende. Una di queste ipotizza che siano i discendenti di una delle trib perdute di Israele.

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    Si tratta di una popolazione originaria dei territori sahariani, che intraprese una migrazione verso Ovest raggiungendo le aree attorno ai due grandi fiumi Niger e Senegal. Islamizzatasi in massa nel XVIII secolo si lanci in una serie di guerre, che portarono alla creazione di regni teocratici in Mali, Senegal, Nigeria e Camerun.

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    Aboubakary Abdoulaye, Lamido di Rey Bouba, rientra al palazzo dalla mo-schea dopo aver celebrato lEid-al-Kabir, rito in cui i musulmani sacrificano un montone per commemorare la richiesta fatta da Dio ad Abramo di sacri-ficargli il figlio. I servi di corte lo trasportano seduto dentro una portantina, al riparo di grandi ombrelli parasole. Ogni uscita pubblica del Lamido av-viene con una coreografia studiata nei minimi particolari per impressionare lo spettatore.

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    La cavalleria del Lamido scorta luscita di Aboubakary Abdoulaye. Il lami-dato tuttora un governo di tipo feudale a forte impronta teocratica. I vari lamidati presenti nel nord del Camerun, di cui Rey Bouba il pi impor-tante e tradizionalista, si formarono con lavvento dei nomadi fulb o fulani provenienti dal nord della Nigeria. Allevatori nomadi, i fulb si islamizzaro-no nel XVIII secolo e lanciarono la jihad espandendosi in questi territori del Camerun settentrionale.

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    I ragazzi che hanno superato liniziazione e sono stati circoncisi, come vuo-le la tradizione islamica, sfilano in corteo sulla piazza davanti al palazzo del Lamido. Costruito dal capostipite della dinastia tra il 1805 e il 1808, il palazzo occupa una superficie di cinque ettari circondati da una muraglia in fango alta 7 m e lunga 800 m. Al suo interno vi una vera e propria cittadella dove vivono, oltre al Lami-do e le sue mogli, i notabili pi prestigiosi, i servitori o schiavi come molti li definiscono, e vi si svolgono svariate attivit artigianali. Nel 2006 stato iscritto tra i Patrimoni Culturali Mondiali dellUmanit dellUNESCO.

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    Studenti di una scuola coranica di Rey Bouba. Sebbene oggi il Camerun sia una Repubblica Presidenziale e ufficialmente il Lamido di Rey Bouba debba sottostare alle leggi dello Stato, la sua influenza e il suo potere ver-so quelli che definisce suoi sudditi sono ancora molto forti. Ogni giorno decine di persone vengono a rendergli omaggio, ma anche a chiedergli di ripianare molte questioni aperte e diatribe. Il suo ruolo rimane molto importante soprattutto per quanto riguarda la giustizia, esclusi i casi pi gravi, e lamministrazione del territorio.

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    Maschere Gueke e Nyagoko delle etnie Mboum e Dourou, che hanno seguito i ragazzi nella savana per liniziazione e circoncisione, danzano la notte e il giorno della festa per la conclusione del rito. Sono maschere delle popolazioni animiste, che abitavano originariamente nel territorio del lamida-to e che, seppur sconfitte militarmente, hanno mantenuto una sorta di diritto simbolico sulla terra, che consente loro di seguire la parte iniziatica dei giovani abitanti.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Bruno Zanzottera

    COME ANDAREBrussels Airlines collega le va-rie citt italiane con Yaounde e Douala via Bruxelles. Camair-Co effettua i voli interni da Yaounde e Douala verso Garoua.

    FOTOGRAFIA Per quanto riguarda le foto-grafie alle persone, lAfrica sempre un continente abba-stanza delicato per questo tipo di approccio. Le popolazioni del nord del Camerun sono in genere abbastanza gentili, ma non sempre disponibili a esse-re fotografate. buona norma chiedere loro il permesso prima e non essere troppo invadenti nei villaggi per evitare situazio-ni imbarazzanti per loro. Potr capitarvi che vi chiedano una mancia per le foto, non siate-ne scandalizzati. Anche merci come zucchero e tabacco saran-no sicuramente molto gradite. Durante le cerimonie in genere non ci sono problemi e la gente quasi sempre disponibile.

    LINKTurismo in Camerun

    CLIMAInverno, primavera e autun-no sono tutte stagioni buone per un viaggio in Camerun. La stagione delle piogge, che ha i suoi picchi tra luglio e agosto sarebbe da evitare perch, purnon piovendo sempre, il possi-bile allagamento delle pianure alluvionali pu rendere imprati-cabili le piste per raggiungere il lamidato di Rey Bouba.

    LIBRI Nigel Barley, Il giovane antropolo-go appunti da una capanna di fan-go, ed. Socrates, 12,50 euro.La storia degli esordi di un antro-pologo inglese di fama concla-mata, raccontata in un libro che oggi un classico dellantropologia contemporanea la quale si fa disci-plina irriverente e divertita, capace di ridere e di sorridere di s e degli altri e di conquistare i lettori con avventure che se non fossero vere andrebbero inventate.Andr Gide, Viaggio al Congo ri-torno dal Ciad, ed. Einaudi.Narra il viaggio compiuto da Gide nel 1925 nel cuore dellAfrica equatoriale francese. Un viaggio che segn profondamente la sua vita, che gli fece scoprire la realt occultata dello sfruttamento e del-la schiavit.

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    Importante centro storico nel delta del Po, Comacchio ha una storia antichissima. Du-rante il XVI secolo fece parte Ducato di Ferrara. Torquato Tasso, ospite del Duca Alfonso II dEste. Inser Comacchio e la pescosit delle sue paludi in un passaggio del VII canto del suo capolavoro Gerusalemme Liberata. Il testo oggi si pu leggere su una targa di marmo sopra un arco del ponte di Trepponti. Sullaltro arco si trova invece una frase del III canto dellOrlando Furioso di Ludovico Ariosto: [...] e la citt chin mezzo alle piscose paludi, del Po teme ambe le foci, dove abitan le genti disiose che l mar si turbi e sieno i venti atroci.

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    Comacchio si cre grazie allunione di tredici piccole isole formate dallintersecarsi della foce del Po di Primaro con il mare. Per questo motivo ha orientato il proprio sviluppo economico e urbanistico sullacqua. Entrata in concorrenza con Venezia, venne da questa attaccata e saccheggiata a pi riprese. Oggi le sue case si riflettono nellacqua dei canali di una tipica citt lagunare, anche se, dal 1821, la costruzione del terrapieno stradale che la collega a Ostellato, lha privata della sua caratteristica insulare.

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    Il ponte di Trepponti sicuramente lelemento architettonico pi caratteristico di Comacchio. Venne costruito nel 1638 sotto la direzione dellarchitetto Luca Danese. Situato nel punto in cui lantico canale navigabile Pallotta, che metteva Comacchio

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    in comunicazione con il Mar Adriatico, si divide in altri quattro canali, rappresentava la porta fortificata della citt con le sue due torri di guardia aggiunte in un periodo successivo.

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    Nel corso del tempo le anguille sono diventate il simbolo di Comacchio e nella sede del Parco del Delta si continua a pescare con il tradiziona-le metodo del lavoriero, una sorta di grande punta di freccia a fior dac-qua, a far da barriera sulle bocche di uscita delle valli. Si tratta di uno stru-mento antico, ma tuttora importan-te per la pesca in valle. Permette di catturare le anguille separatamente da cefali e altri pesci, durante le loro migrazioni a mare, stimolate dalli-stinto riproduttivo. Un tempo era in-teramente costruito in grisole (fasce di canna palustre legate da paviera, come questo ricostruito per le visite lungo il percorso del Museo delle Valli) e pali, mentre oggi in cemen-to e griglie metalliche.

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    Le Valli di Comacchio si formarono intorno al X secolo a causa dellab-bassamento del suolo, con il conse-guente impaludamento della zona costiera. Inizialmente le valli erano riempite di acqua dolce, provenien-te dalle ricorrenti alluvioni dei fiumi. Nel corso del tempo iniziarono a ri-empirsi di acqua marina, assumen-do laspetto di valli salmastre. Oggi le Valli di Comacchio sono un Para-diso dacqua fatto di suggestivi ca-nali, meta degli appassionati di bir-dwatching. Ma fino agli inizi del 900 questo territorio di lagune e paludi era un luogo ostile e isolato, dove la malaria regnava sovrana e gli uomi-ni sopravvivevano solo grazie alla-bilit nella pesca, nella conservazio-ne e trasformazione delle anguille.

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    Una delle strutture architettoniche tra le pi caratteristiche di Comacchio il Loggiato dei Cappuccini, formato da 142 archi sostenuti da altrettante colonne di marmo e lungo oltre 400 metri. I Padri Cappuccini si insediarono nella monastero al termine del loggiato nel 1570 per volere del Duca Alfonso II dEste. Ma gi dal X secolo in questo luogo vi era la presenza di un altro monastero conosciuto con il nome di Santa Maria in Auregiario. Sopra laltare delledificio attuale si trova una statua in terracotta della Beata Vergine, venerata col titolo di Santa Maria in Aula Regia: protettrice della citt e della maternit comacchiese.

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    Due pescatori della stazione di pesca delle Valli di Comacchio raccolgono i cefali catturati con il lavoriero formato da una serie di bacini comunicanti, a forma di punta di freccia. Il sistema di cattura oggi lo stesso del passato. Tutti i pesci di valle in un certo periodo dellanno, sentono listinto di emigrare verso il mare e viceversa di ritor-nare alla valle. Il lavoriero li fa convergere in passaggi obbligati e li cattura. Nel primo sbarramento, a maglia pi larga, restano impigliati tutti i pesci, tranne languilla, che essendo pi sottile riesce a oltrepassarlo, ma viene bloccata al secondo sbarramento, caratterizzato da maglie pi fitte.

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    Tramonto sulle imbarcazioni di pescatori e sui casoni dalle caratteristiche reti da pesca a bilanciere nelle Valli di Comacchio. Questo tipo di pesca si svolge prevalentemente di sera: le reti vengono calate e lacqua sovrastante viene illuminata per attirare i pesci. Quindi si sollevano le reti intrappolando i pesci.

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    Pesca alle anguille alla stazione di pesca delle Valli di Comacchio. Una volta pescate le anguille vengono te-nute in vita dentro a contenitori sferi-ci forati depositati in acqua (un tem-po venivano conservate nelle marte, tradizionali imbarcazioni forate che rimanevano a pelo dacqua con le an-guille allinterno). Rimarranno in que-sto modo fresche fino al giorno in cui vengono uccise e cotte, marinate e inscatolate dallantica Manifattura dei Marinati che dopo anni di chiusura ha recentemente riaperto i battenti

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    Due pescatori nella Valle Foce. Sullo sfondo la casa costruita per il film LAgnese va a morire di Giuliano Montaldo (1976). Ledificio doveva essere una piccola caserma. Per realizzarlo una parte della valle stata prosciugata e quindi nuovamente allagata per restituire alla valle laspetto originario.

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    Alcuni casoni per il ricovero di attrezzi nei campi attorno allAbbazia di Pomposa, di cui vediamo il campanile sullo sfondo. Costruita nel IX secolo, una delle abbazie pi im-portanti di tutto il nord Italia. Allinterno delledificio attuale, consacrato nellXI secolo, si trovano veri e propri capolavori, come il prezioso pavimento in marmo con motivi geometrici, floreali e zoomorfi, oltre a numerosi affreschi trecenteschi.

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    Nel 1933, lAzienda Valli Comunali di Comacchio, che svolgeva lattivit di pesca e cultura ittica, inizi a gestire una fabbrica per la marinatura delle anguille. Attiva fino agli anni 90, la manifattura ha recentemente ripreso la lavorazione tradizionale allinterno dei vecchi edifici. Il cuore della lavorazione la sala dei fuochi, dove si trovano 12 enormi camini con vari spiedi su cui vengono infilate le anguille tagliate.

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    La procedura tradizionale prevede la decapitazione dellanguilla, la divisione in tronchi per poterlainfilare negli spiedi e quindi cuocerla sui camini. Qui molto importante saper governare il fuocoin modo corretto. Al termine languilla viene messa in salamoia (aceto, sale e acqua) e inscatolata.

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    Nei ristoranti di Comacchio e di tutta le zone limitrofe languilla uno dei piatti pi gettonati.La tradizione natalizia comacchiese prevede la preparazione dellanguilla in umido, accompagna-ta da polenta e privata del suo sugo, per poterlo utilizzare nella ricetta del risotto.

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    Oltre a Comacchio un altro posto per gustare dellottima anguilla Porto Garibaldi situato alla foce del canale che collega le Valli al mare. Il borgo prende il nome delleroe risorgimentale perch tra queste paludi vi mor la compagna Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, per tutti Anita, durante la fuga dalla disfatta della Repubblica Romana.

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    Bar e negozi lungo la Via della Pescheria dove si trova anche il Museo della Nave Romana. Si tratta di una nave per il commercio fluviale di epoca imperiale (fine del I secolo a. C.) rinvenuta nel 1981 in localit Valle Ponti. Il suo naufragio presso lantico litorale romano, molto pi arretrato rispetto a quello odierno, e il rapido insabbiamento hanno consentito la conservazione per duemila anni dellintero carico di 102 lingotti di piombo, anfore vinarie, contenitori per vino pregiato resinato e ceramiche di vario genere. Tutto questo stato oggi trasferito allinterno del museo. Il padiglione dove si trova lo scafo, ancora in fase di restauro, verr aperto al pubblico al termine dei lavori.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Bruno Zanzottera

    COSA VEDERE

    ecomuseo delle Valli di Comacchio

    Le Valli sono un museo vivente, una dimensione misteriosa e senza tempo, per la flora, la fau-na, i dossi, i casoni, i pescatori che vi sincontrano, per le me-morie di unantica vicenda che vi aleggiano, portando col ven-to leco del passato. Ai visitato-ri linvito a leggere il dramma plurisecolare di questo mondo dacque nei casoni, nelle tabar-re, nelle cavanne, nelle barche e negli atrezi per la pesca, nelle suppellettili della quotidianit dei vallanti, un tempo vincolati alla valle come servi della gleba. Loriginale paesaggio naturali-stico delle Valli di Comacchio pu essere ammirato e cono-

    sciuto grazie a due (e prossima-mente tre) percorsi guidati.

    t +039 0533.328930 +039 0533.328904 email [email protected]

    Manifattura dei Marinati

    Lantica Manifattura dei Marina-ti rappresenta un pezzo impor-tante della storia di Comacchio, perch ha rimesso in moto lin-tero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle.

    Dove: Via Mazzini, 200 | t 0533 81742 | email: [email protected]

    EVENTI

    Dal 25 Settembre all11 Ottobre si svolge la Sagra dellAnguillaPer informazioni turistiche e programma: t 0533 314154, email: [email protected]

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    B r e a k i n g N e w sIl 25/7 a numero di settembre gi chiuso, abbiamo appre-so della strage avvenuta nelle isole Fr er il 23/7, le cui immagini sono state diffuse su youtube e rimbalzate in mol-ti siti. 250 globicefali (vari tipi di delfini, balene dal naso a bottiglia, balene pilota ecc.) sono stati attirati allinterno delle insenature di Bour e Torshavn, spinti verso riva fino a spiaggiarsi e fatti crudelmente a pezzi, sotto gli occhi di un pubblico che comprendeva anche bambini. Secondo gli animalisti, che hanno provato a intervenire e che sono stati arrestati, si tratterebbe del pi grande massacro della sta-gione di caccia nellarcipelago. Questa barbarie chiama-ta Grindadrp ed una pesca storica locale, che si ripete da secoli, aperta a tutti. Ma se un tempo la caccia alla balena era una importante fonte di sostentamento per gli abitanti, ora assomiglia pi a un passatempo gratuito. Le autorit locali cercano di impedire la diffusione di immagini e di ta-citare la stampa, in modo che le notizie giungano al mondo a strage avvenuta. Finora a nulla sono valse petizioni online con decine di migliaia di firme, n interventi di ambascia-tori presso il governo danese, di cui le Fr er sono un protettorato, quindi territorio UE. una vergogna per tutta lEuropa, capace di dettare regole per le dimensioni delle vongole e sanzionarci (2,3 anzich 2,5 cm.) e non di impedi-re una inutile, crudele mattanza, che neppure ha giustifica-zioni alimentari. TravelGlobe pubblica questo servizio per rispetto di chi ci ha lavorato, ma stigmatizza quanto accaduto e si fa promotore di unazione di boicottaggio del turismo verso le Fr er, e pi in generale verso la Danimarca, finch tale barbara tradizione non sar proibita. Mandateci una mail con le vo-stre osservazioni digitando su questo link. Ci impegniamo a girarle tutte allEnte del Turismo Danese, perch consideri i danni che la Grindadrp gli arrecher.

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    Se le pecore sono centinaia di migliaia, sullisola di Mykines, la pi occidentale delle Fr er, gli uccelli che a luglio popolano le scogliere a picco, e lerba ondeggiante dei prati, sono milioni: pulcinella di mare, sule, cormorani, beccacce di mare, simbolo delle isole e urie. Un sentiero facile di due ore conduce al faro, posto allestremit dellisolotto di Myki-nesholmur, collegato con un ponticello sospeso sul mare. Uno spettacolo osservare nuvo-le di uccelli, che letteralmente galleggiano nellaria sfruttando la corrente ascensionale. Altri sono occupati a preparare il nido. Pi sotto le enormi onde spumose, in perpetua lotta con le dure rocce vulcaniche (pagina successiva).

    Pioggia e vento sembrano essersi alleati per tenere alla larga gli uomini dallarcipelago delle Fr er. Diciotto isole sparse nel vasto Oceano Atlantico tra Scozia, Norvegia e Islanda, percorse per gran parte dellanno da nubi gravide di piogge e venti tempestosi. Centinaia di migliaia di pecore, presenze comuni in questi incontaminati paesaggi con pochissimi segni di presenza umana, sfidano i forti venti che spazzano le isole dal clima oceanico, che garantisce s inverni miti, con temperature medie di 3-4 gradi, ma anche estati che definire fresche, con 10C di massima, pare un eufemismo.

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    Il minuscolo villaggio di Gjo-gv posto alla fine dellampia valle di Ambaladur. Tutto intor-no gli fanno da corona i monti Grafelli, i pi elevati delle Fr er. Sentieri tra i pi belli e im-pegnativi di tutto larcipelago, offrono splendidi panorami, torrenti e cascate tumultuose. Molto suggestiva lalba che illumina il villaggio di case co-lorate vivacemente, e per pochi minuti il profondo porticciolo naturale, che protegge le pic-cole barche dai marosi. I pochi abitanti vivono di pesca e della sua trasformazione.

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    Il grigiore che per molti mesi ammanta larcipelago, ha spinto i faroesi a dipingere le loro casette con colori vivaci, come questa in alto sul mare e di fronte allisolotto disabitato di Koltur. Da qui un sentiero tra la brughiera, conduce lungo la costa alta e frastagliata fino a Trolkonu finger, una serie di pinnacoli di roccia lavica erosi dalle onde.

    Percorrendo la N Finsen Gota, la via pedonale nel cuore di Torshavn, capitale delle isole Fr er, ci si imbatte in un negozio molto noto per la qualit delle sue lane pregiate, il Gudrun e Gudrun. Qui si possono acquistare maglioni e capi di alta moda esportati in tutto il mondo.

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    Lane colorate in vendita nel ne-gozio Sizzi a Torshavn. Come in tutti i territori e isole colonizzate dai Vichinghi, anche nelle Fr er si coltiva la tradizione del lavoro della lana a maglia, qui con laspetto rustico e volumi-noso, tipico delle lane nordiche.

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    Ritratto di donna faroese. Chi volesse acquistare opere di ar-tisti locali si pu fermare a dare unocchiata al negozio- atelier Ostrom lungo il molo del porto di Torshavn. Qui si acquistano le opere dellartista vetraio Mikkali-na, molto noto nellisola di Vagar per i suoi personaggi immaginari coloratissimi.

    Foto pagina precedente: La pro-fonda baia di Sundini con il vil-laggio di poche anime Tjomuvik sullisola di Streymoy. A destra e a sinistra, fin dove spazia lo sguardo, pareti vulcaniche tra le pi alte dEuropa, intrise di ac-qua, messe ancora pi in risal-to dal verde dellerba. Qui lalta marea si insinua in ogni anfratto e arriva a lambire le prime case del paese.

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    Nella pagina precedente: le case in legno di Gasadalur hanno i tetti ricoperti di torba. Tutto cominci migliaia di anni fa grazie allazione delle abbondanti piogge, che han-no reso il terreno fortemente acido. Di conseguenza lossigeno, diminuendo in modo notevole, ha causato la riduzione dellattivit batterica e microbica, rendendo il terreno compatto e infiammabile: torba appunto. Grazie alla facilit di taglio, trasporto e isola-mento viene utilizzata nei paesi nordici come materiale coibentante per tetti e anche per riscaldare le case. Al contrario del legno, che fa scintille pericolosissime in queste strutture altamente infiammabili, la torba non ne fa. E tante sono le garadahusie ovvero case ospitalit diffuse alle Fr er, ideali per chi preferisce a una asettica camera dalbergo, il calore e la gentilezza, dei padroni di casa e i piatti che si gustano con loro.

    Le case del piccolo villaggio di Gjogv dominate dai monti Grafelli dalla perfetta forma conica.

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    La barca da crociera del capi-tano Birgir Enni, allancora nel porto di Torshavn. Personaggio da conoscere, che racconta di storie, leggende e naufragi su queste isole in mezzo allocea-no meta, secoli fa, di navi bale-niere provenienti dallAmerica a caccia dei grossi cetacei. Ora invece la sua barca organizza crociere per il loro avvistamen-to e per godere del mare. Con un boccale di birra artigianale Okkara, ci consiglia di andare a visitare una casa tradizionale in legno risalente al XVII secolo, in parte restaurata con i legni pre-giati della Pomerania, una nave che naufrag qui durante una furiosa tempesta nel 1828.

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    La capitale, Torshavn, la citt pi grande dellarcipelago: conta 21000 abitanti sui 50000 totali delle Fr er ed tra le pi piccole al mondo. Per entrare in porto si sfiora la piccola penisola di Tinganes, sede amministrativa della nazione, con bei palazzi e case a picco sul mare. Una bella e interessante cittadina che a chi vuole esplorare riserva belle sorprese, come i vari locali dove ascol-tare musica dal vivo - il pi noto Sirkus - sorseggiare ottimo sidro, o visitare vecchie tipografie, che stampano opere di artisti locali in vendita a prezzi accessibili.

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    Ogni anno a luglio una folla oceanica si raccoglie attorno al palco del G! Festival della musica folk a Gota. Una kermesse di artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscono per tre giorni in uno scenario suggestivo sulle rive delloceano, dando risalto al contrasto tra la musica faroese e quella internazionale.

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    Le placide acque nella profonda baia di Vestmanna, villaggio di un migliaio di abitanti a 40 chilo-metri dalla capitale Torshavn. Siamo sullisola di Streymoy e una cosa da non perdere, oltre agli ottimi ristoranti che servono pesce nordico freschissimo, il Saga Museum, dove si ripercorrono

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    gli avvenimenti e le date storiche delle Fr er, grazie a installazioni e sculture davvero efficaci. Dalle conquiste vichinghe alle lotte contro i pirati fino alle epidemie che decimarono gran parte della popolazione.

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    Lungo le banchine pedonali del porto di Torshavn qualche anno fa cera una grande struttura adibita a ghiacciaia per la conservazione del pesce. Ora smessa la sua funzione diventata lo studio di regi-strazione di Jonas Bloch, chitarrista noto nellambiente faroese, che d modo a gruppi e cantanti di tutti i generi, di incidere e commercializzare i propri lavori. Il suo motto: pi musica e meno soldati.

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    Per avere una panoramica ampia sulla musica faroese bisogna fermarsi con calma al Tutl, negozio specializzato di musica, in centro a Torshavn, con centinaia di copertine di molti autori locali.

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    Pagina precedente. La gastronomia faroese mette in risalto il legame strettissimo fra il territorio, difficilissimo, e la sopravvivenza di tante generazioni in condizioni estreme. Lo si intuisce dallo spun-tino tipico di queste isole: grasso di balena con grossi pezzi di patate, accompagnate da stoccafisso o pezzi di montone essiccato nelle hjallur, le piccole casette aperte per fare entrare il vento e la salsedine. Nella foto lo chef Kari Khristiansen del famoso ristorante Koks a Torshavn, che utilizza tutto quello che offre di commestibile il territorio trasformando ogni piatto in un pezzo dautore.

    Licheni che creano quasi un dipinto su un masso in cima ai monti Grafelli.

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    I N F O U T I L IQUANDO ANDARE

    Il clima presente in questo territorio temperato freddo oceanico: questo a causa della corrente del golfo che bagna le isole e a causa dei caldi ven-ti sudoccidentali. Gli inverni sono quindi abbastanza miti, con temperature tra i 3 e i 4C; le estati invece sono molto fresche, con temperature che vanno dai 9 ai 10C. In prima-vera e in autunno si registrano in media 8C.

    COME ARRIVARE

    Volo diretto da Milano Malpen-sa, nei mesi estivi, con la com-pagnia aerea di bandiera Atlan-tic airways per Vagar, oppure fino a Copenaghen e Vagar.

    LINK

    Visit Fr er

    Foto e testi di Vittorio Giannella

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    Angkor Wat. Un monaco al tempio Ta Prohm, reso celebre anche dal film Tomb Raider. Il tempio fu infatti usato come location per narrare le gesta di Lara Croft, interpretata da Angelina Jolie. Il luogo fu scoperto dallesploratore francese Henri Mouhout nel 1860.

    Angkor Wat.Il tempio Bayon fu costruito agli inizi del tredicesimo secolo come tempio di stato dal re Jayavarman VII. Presenta magnifici bassorilievi ed uno dei pi ricchi templi di Angkor Wat, lunico a essere stato costruito principalmente come tempio buddista. La sua spettacolarit data dalle centinaia di giganteschi visi sorridenti posti ai lati delle numerose guglie.

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    Nella pagina precedente:I numerosi templi di Angkor Wat sono situati nei dintorni della cittadina di Siem Reap. La vasta area considerata lOttava Meraviglia del mondo. Il capolavoro dellimpero Khmer anche il sito archeologico religioso pi grande del mondo.

    Ta Prohm. Il sito rimasto custodito dalla giungla per secoli era un monaste-ro buddista e una universit. la sua particolarit sono i Ficus strangolatori che sembrano voler custodire tutte quelle sacre pietre avvolgendole con le loro impressionanti radici.

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    Angkor Wat. Al bellissimo tempio di Banteay Srey si arriva attraversando una splendida zona rurale, giusto preambolo per av-vicinarsi a un capolavoro. Costruito interamente in arenaria rosa, che nel tar-do pomeriggio si infuoca assumendo tutti i toni del rosso, ha appassionato studiosi di arte Khmer ed famoso per la raffina-tezza delle decorazioni e statue. dedicato alla reli-gione induista e fu costru-ito in onore del dio Shiva attorno allanno 960 d. C.

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    Ta Prohm il tempio che pi di ogni altro d il senso dellavventura e della scoperta. La scelta vincente degli archeologi francesi che lhanno restaura-to stata di lasciare il sito quasi come stato ritrovato. Nei secoli la Natura si rimpossessata dei templi Khmer: le radici degli enormi Ficus avvolgono i vari edifici e le mura di cinta, entrano nei cortili interni come tentacoli che a volte sembrano poter stritolare tutto.

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    Angkor Wat, in lingua Khmer, significa il tempio della citt . Fu il re Suryavarman II a volere questa meraviglia iniziando i lavori nel 1113. Il tempio diventato il sim-bolo nazionale della Cambogia, tanto da apparire anche sulla bandiera. Allinterno di templi dedicati allinduismo facile trovare anche statue di Buddha.

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    Battambang. Al Monastero di Watt Damrey Soor si respira unaria di altri tempi ma senza rinunciare alle nuove tecnologie.

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    La romantica atmosfera che si respira nel tempio di Banteay Srey, ad An-gor Wat, dove le pietre di arenaria rosa si riflettono nel piccolo stagno adiacente.

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    Siem Reap. Una danzatrice di danze tradizionali Khmer con il ricco costume di sce-na. La danza Khmer simbolo, di eleganza e sensualit, un vero e proprio linguag-gio del corpo. Tramandata da secoli si interrotta solo durante il regime di Pol Pot, che laveva abolita, e fu reintrodotta con grandi festeggiamenti nel 1988, alla caduta della dittatura.

    Due bambini portati in pellegrinaggio ad Angkor Wat annunciano salutando i pas-santi la loro imminente entrata al monastero buddista per gli studi.Pagina successiva: Nellantico monastero di Wat Damrey Soor c una vera e pro-pria universit dove oltre cento monaci vivono dedicandosi allo studio. I monaci pi anziani alla sera danno lezioni anche a studenti esterni che ne hanno bisogno.

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    Nei dintorni della cittadina di Siem Reap i contadini coltivano vaste distese di fiori di loto, che vengono utilizzati sia come cibo che nellindustria co-smetica e floreale.

    Statue Khmer ad Angor Wat, poste sul ponte di una delle entrate del sito archeologico.

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    Nella pagina precedente. Una famiglia in navigazione sul fiume in direzione del lago Tonle Sap trasporta legname per il restauro della sua casa, la cui quota sul livello delle acque deve essere at-tentamente progettata, per tenere conto del loro innalzamento durante la stagione delle piogge.

    In questa foto, dettaglio di un tempio.

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    I N F O U T I L ICLIMA

    La Cambogia visitabile tutto lanno. La temperatura media si aggira sui 25C. Soltanto il pas-saggio dei monsoni crea il diva-rio fra due stagioni. Tra febbra-io e aprile abbiamo la stagione secca e calda. Da maggio a ot-tobre abbiamo la stagione delle piogge che per sono poco fre-quenti e di scarsa intensit. Da novembre a gennaio il perio-do migliore per visitare il paese.

    VIAGGIO ORGANIZZATO

    Tour Operator molto consigliato per la Cambogia (ma anche per Laos, Birmania e Vietnam) sia per la qualit dei servizi che per la co-noscenza del Paese Eurasiatravel che dispone di guide parlanti Italiano.Il reportage in Cambogia stato fatto con il patrocinio del Ministe-ro del turismo della Cambogia.

    ABBIGLIAMENTO

    Per la visita meglio calzare scarpe da trekking. Sconsiglia-te le infradito inadatte alle ripi-de rampe di scale o a cammi-nare in mezzo a erba e fango. Un cappello e degli occhiali da sole sono la indispensabile pro-tezione dalla luce e dal caldo. Ricordiamo che oltre che in un sito archeologico ci si trova in un luogo sacro: rispettare le usanze del posto con ginoc-chia e spalle coperte.

    VISTO

    Il visto ha validit di un mese e pu essere fatto comodamente online oppure allarrivo in aero-porto in Cambogia. Il passaporto Deve avere una validit di almeno sei mesi.

    Foto e testidi Graziano Perotti

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    La conoscenza una fortuna che non impoverisce chi ne offre. Questo un motto della saggezza africana che riprende le parole del saggio di Bandiagara, Amadou Ampt B.

    Chinguetti, Biblioteca Ahel Hamoni. Sulla strada, uninsegna dipinta sul legno ci indi-ca lingresso a questa importante biblioteca privata. Un edificio di quattordici stanze, con annesso un museo molto ricco, dove sono custoditi circa quattrocentocinquanta manoscritti. Il locale dove veniamo accolti buio e la vista si abitua lentamente. Lodore di polvere avvolge tutto e prude nelle narici. Appena il primo libro viene aperto, lo stupore ha il sopravvento. Questi antichi testi erosi dal tempo, dalla polvere e dalle termiti, decorati da magnifiche e raffinate miniature e splendide scritte colorate in rosso, oro, nero e blu indaco rivivono sotto i nostri occhi.

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    Ogni anno a gennaio a rotazione, una delle antiche citt carovaniere (Chinguetti, Ouadane, Ti-chitt e Oualata) ospita Il Festival des villes anciennes. Si tratta di evento molto atteso che riuni-sce per una settimana genti e culture provenienti da tutto il Paese.

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    La citt si anima di conferenze, visite di delegazioni ministeriali, esposizione di merci, carovane, esposizione e scambio di articoli artigianali, spettacoli musicali coronati dalla spettacolare grande corsa dei cammelli (in realt dromedari). Lultimo festival si tenuto a Chinguetti, a gennaio 2015.

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    La raccolta dei datteri si svolge tra luglio e agosto e coincide con la festa chiamata Guetna - fte des dattes. In questo pe-riodo molta parte della popo-lazione abbandona le citt e si trasferisce nelle oasi e nei pal-meti. Le famiglie si riuniscono ed loccasione per celebrare matrimoni e feste tradizionali. Dopo il raccolto i datteri vengo-no essiccati e poi venduti duran-te tutto lanno.

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    La musica riveste un ruolo importantissimo in Africa ed sicuramente una delle manifestazioni arti-stiche pi universali. Canti e danze permeano la vita quotidiana di ogni africano e accompagnano qualsiasi celebrazione rituale o evento cerimoniale. Ogni popolo ha le proprie armonie, propri ritmi e strumenti musicali e i testi delle canzoni parlano spesso di leggende e tradizioni differenti da et-nia a etnia. Gli strumenti tradizionali sono fatti di materiali del posto, legno e pelli di animali per i tamburi, conchiglie, zucche. Assistere a uno spettacolo di musica e danze unesperienza unica, coinvolgente e ipnotica.

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    La principale minaccia per lambiente e per la sopravvivenza data dalla lenta e inesorabile avan-zata del deserto del Sahara. La desertificazione e linsabbiamento progressivo e irreversibile di oasi e citt un processo in atto da millenni. E difficile immaginarlo, ma dove oggi si ergono imponenti dune di sabbia un tempo scorrevano fiumi e ruscelli, tra terreni fertili e vallate ricche di pascoli.

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    E meglio accendere una piccola candela piuttosto che maledire loscurit Diadi Haidara Biblioteca Fondazione Habott- La Biblioteca pi ricca di Chinguetti quella intitolata al suo fondatore, Sid Mohamed Habott, esponente di una antica famiglia di eruditi e mercanti. La biblioteca conserva oggi oltre mille manoscritti datati tra lXI e il XVIII secolo. Sono testi di algebra, astronomia, matematica, grammatica araba, medicina, poesia, geografia, medi-cina e di tutto il sapere umano.

    Copertine consumate e pagine deteriorate dal tempo e dalluso. Storia e conoscenza che si tramanda di generazione in generazione. Al temine della visita, Med Lemine Ghoulam, ci invita a partecipare alla tradizionale ceri-monia del te: tre bicchierini consecutivi. Il primo il pi forte e amaro (come la morte), il secondo dolce (come la vita), lultimo molto zuccherato (come lamore).

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    Chinguetti, ci accoglie in una nuvola di sabbia e polvere. lHarmattan, il vento del Sahara, che soffia ormai da qualche giorno e tutto avvolge. Settima citt santa dellIslam, fu una delle pi belle tra le antiche citt ca-rovaniere del Sahara e per secoli fu capitale religiosa e intellettuale del-la Mauritania. Colpita negli anni settanta da una disastrosa siccit, resiste oggi coraggiosa alla continua avanzata del deserto. Per leggere il suo passato bisogna attraversala a piedi e perdersi nella citt vecchia. Il mercato, la moschea, i vicoli stretti, i cortili e le case basse.

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    Il bub il bellissimo abito tradizionale indossato dagli uomini. Pu essere di colore celeste o indaco o anche bianco candido, con preziosi ricami dorati sul davanti. Pi il ricamo e la qualit sono ricchi, pi alto il grado di nobilt della persona che lo indossa.

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    Il dromedario lanimale simbolo del deserto. Vera e propria fonte di reddito, fornisce il latte, la carne e la pelle, che viene lavorata in cuoio, ed il capo di bestiame pi commercializzato. lani-male maggiormente allevato dai nomadi e costituisce ancora il loro mezzo di trasporto prediletto.

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    Lartigianato locale legato soprattutto alla lavorazione della pelle, del metallo e delle pietre, im-piegati nella produzioni di oggetti di uso comune, o inizialmente tali, pi che decorativi: cofanetti con intarsi in argento, pugnali e gioielli in ambra finemente lavorati, tappeti di pelo di dromeda-rio, cuscini e manufatti in cuoio dipinto, variopinte tajine e teiere e le tradizionali kiffa, le perle di pasta di vetro colorata.

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    Lasciata la capitale, dopo unora circa di auto deviamo dalla strada principale e ci dirigiamo a nord verso il Banc dArguin. Avanziamo lungo la battigia aiutati dalla marea favorevole. Qua la natura davvero incontaminata. Le onde dietro di noi cancellano i solchi dei pneumatici e i gabbiani spaven-tati si alzano in volo per riposarsi un po pi in l. Attraversiamo villaggi di pescatori e ci fermiamo a osservare le piroghe rientrare dalla pesca. Sono in prevalenza mauri e senegalesi. Molti sono qua senza la famiglia, che rimasta nel paese dorigine. Sono allegri e sorridono. Si lasciano fotografare, curiosi e fieri.

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    Le dune di Aouja, alte fino a 300 metri, sono uno dei siti pi emozionanti di tutto il Sahara.

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    Atar non ha il fascino delle antiche citt carovaniere, ma il pi importante centro commerciale della regione montana dellAdrar (il vasto altipiano desertico nel nordovest della Mauritania). La sua parte pi viva senza dubbio il mercato, dove i nomadi vengono a vendere il bestiame e dove possibile acquistare un po di tutto. Sacchi di cereali, carne appena macellata, verdura, frutta, gli immancabili datteri, tessuti, abiti, carriole piene di baguettes. Noi compriamo datteri, mestoli da cucina in alluminio e frittelle: sono dolci e buonissime.

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    La storia della Mauritania racconta di guerre tra nomadi e della necessit di difendere le citt dagli attacchi dei predoni del deserto. Per questo venivano costruite come fortezze, su dirupi che dominavano le valli e perfettamente mi-metizzate con lambiente circostante.

    Identica sorte tocc a Oudane, lantica citt delle Carovane dellOro fondata dai Berberi nel 1141. Ci che rimane oggi purtroppo solo il ricordo del suo antico splendore. Percorrendo le sue stradine polverose ancora possibile ve-dere le corti interne delle vecchie case, i suoi pozzi fortificati, le due moschee e lantica via dei 40 saggi, i fondatori della citt.

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    Terra degli Uomini, cos definiva la Mauritania allinizio del 900 Saint Exupery, lautore del Piccolo Principe.

  • I N F O U T I L IDOCUMENTIIl passaporto deve avere una va-lidit residua di almeno sei mesi e con almeno due pagine conti-gue libere a disposizione. necessario richiedere il visto allAmbasciata di Mauritania a Roma o direttamente allarrivo in aeroporto a Nouakchott (rila-scio immediato, 50 euro).

    CLIMAOccupata per il 75% dal deserto, la Mauritania uno tra i paesi pi caldi e secchi dellAfrica. La stagione migliore per visitarla linverno, nel periodo compreso tra dicembre e marzo.

    FESTIVALAd al-Adha (festa del sacrificio, an-che detta grande festa o Tabaski, nelle zone a sud) la ricorrenza reli-giosa pi importante per lIslam e si svolge quaranta giorni dopo la fine del Ramadan. Festa della Guetna (raccolta dei dat-teri), nei mesi di luglio e agosto.Festival delle citt antiche carovanie-re, ogni a anno a gennaio a rotazione in una delle storiche citt carovaniere (Chinguetti, Ouadane, Tichitt e Oua-lata).

    LINKKanaga Adventure Tourst +223 76723946

    Foto di Monica MietitoreTesti di Monica Mietitore leonardo Paoluzzi

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    UN FOTOGRAFO AL MESE

    1) Quando e come iniziata la tua passione per la fotografia?

    tutta colpa di mio pap! Scherzo ovviamente, diciamo merito.Ricordo come fosse ieri quan-do, al ritorno da un viaggio a Hong Kong, port a casa una Nikon F3 nuova di zecca. Da l a un mese mi port con lui a comprare rullini dal suo amico fotografo; stavamo per partire per le vacanze e do-

    veva fare scorta abbondante E cos ogni anno tornavamo dai viaggi con la borsa piena di rullini da sviluppare. Mi ri-cordo le ore passate a riguar-darle. Ricordare i luoghi, i nomi delle persone che ave-vamo conosciuto, gli aned-doti e le piccole sventure. Poi sono cresciuta e ho iniziato a viaggiare e a fotografare da sola. Direi che le due passioni sono nate insieme. Nota: Il negozio c ancora,

    ora ci lavora il figlio che di-ventato a sua volta mio amico e fornitore ufficiale di mate-riale fotografico.

    2) Quale corredo usi?

    Mi fa sorridere la domanda perch, se ci penso, un po come scegliere quale abito indossare prima di uscire. Di-pende dalloccasione!Diciamo che se sono in cit-t, non ho progetti fotogra-fici specifici e, soprattut-to, non posso uscire senza borsetta (dove per borsetta non intendo una borsa fo-tografica piccola), mi infilo in tasca o al collo una Pa-nasonic Lumix LC7. una compatta leggera e veloce da usare. Elegante, lumino-sa e praticamente invisibile. Per tutto il resto ho una Nikon D610 e Nikon D7000 e tutte le Nikon vecchie da cui non mi sono mai separata. La D610 la mia macchina pi recente e la mia preferita. Lho presa lo scorso anno a marzo ed stata inaugurata in Nepal. A proposito di viaggi: quando parto, porto sempre con me due corpi macchina e tre obiettivi (17-35, 24-120, 50 o 85). Certo un corredo pe-sante e, a volte, a fine giornata la schiena urla di stanchezza, ma un sacrificio che per ora sopporto volentieri.

    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Monica Mietitore autrice del servizio sulla Mauritania.

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    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Monica Mietitore autrice del servizio sulla Mauritania.

    3) Preferisci le foto in bianco e nero o colore?

    Direi colore. Ma anche in questo caso, dipende da quello che sto fotografando, perch e per chi. Cosa voglio comunicare? Se devo (o vo-glio) riprodurre fedelmente, quindi trasferire in immagine fotografica quello che vedo-no i miei occhi, allora non c scelta: il mondo a colori. Altre volte invece, se voglio aggiungere drammaticit tol-go il colore, se voglio esaltare una forma, la svesto e rinun-cio al colore. Anche questo un modo di comunicare. Al-tre volte invece solo il caso, un tentativo, un esperimen-to. Il risultato ottenuto in un momento diverso. Lo so, la scelta andrebbe fatta e medi-tata a priori, ma io non sono una fotografa professionista, sono solo una che aspira a di-ventarlo.

    4) Per te la fotografia arte o un modo di comunicare?

    Diciamo che probabilmente ho gi risposto nella domanda precedente e che la mia non sicuramente arte ma un modo o un tentativo di comunicare. Per tentare di rispondere posso per citare una frase che fa riflettere I problemi che oggi ci interessano o do-

    vrebbero interessarci mag-giormente non sono quelli della fotografia in quanto arte, bens dellimportanza che limmagine fotografica ha oggi nel contesto della nostra vita. Antonio Arcari, marzo 1968 5) Se potessi fotografare un luogo per te perfetto, quale sarebbe?

    Ogni luogo perfetto se lo lo stato danimo nel preciso istante in cui lo stai fotogra-fando.

    6) Cosa cerchi in una foto-grafia?

    Durante i miei primi viaggi fotografavo qualsiasi cosa at-traversasse la mia vista. Ricor-do ad esempio la prima volta in India dove tutto era sor-presa e meraviglia. A giugno di questanno ci sono tornata per la nona volta e non fo-tografo pi tutto quello che vedo. Che sia lIndia o un al-tro Paese, che lo visiti per la prima volta o meno, ora cer-co le Storie; mi ci infilo, chie-do, mi faccio raccontare, creo loccasione, aspetto e torno. Cerco di fissare il ricordo e la memoria quellattimo, la-nima di una persona o di un luogo. La sua storia. Un rac-conto.

    Svela un trucco della magia delle tue foto

    Penso che se ci fosse vera-mente un trucco nessuno lo vorrebbe svelare. Comun-que, nessuna magia nelle mie foto. Il vero incantesimo fuori, altrove, nel mondo che incontriamo.

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  • www.lana.info/monte-san-vigilio

    Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove lorologio pare essersi fermato Unarea dallatmosfera romantica Per gli amanti della natura

    Vllan Vigiljoch TschermsBurgstall Gargazon IM MERANER LANDFoiana Monte S.Vigilio CermesPostal Gargazzone A MERANO E DINTORNI

  • natura N E L P R O S S I M O N U M E R O

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