TravelGlobe Luglio 2016

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INDIA Un viaggio da maharaja • FRANCIA La provenza di Camus • ISRAELE Tel Aviv, capitale vegana • ITALIA Eolie, rombo di tuono • AUSTRALIA E tutti giù per terra

Transcript of TravelGlobe Luglio 2016

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  • 2Federico Klausner direttore responsabileFederica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattoreSilvana Benedetti redattoreMaddalena De Bernardi redattoreFrancesca Span redattore

    Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello graficaWilly Nicolazzo grafico Paola Congia fotografaAntonio e Giuliana Corradetti fotografiVittorio Giannella fotografoFabiola Giuliani fotografaMonica Mietitore fotografaGraziano Perotti fotografoEmanuela Ricci fotografaGiovanni Tagini fotografoBruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: [email protected]

    Foto di copertina: GRAZIANO PEROTTI | Palazzo del maharaja di Mysore

    Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di propriet di TravelGlobe.it Riproduzione riservata

    TravelGlobe una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014

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    ELG

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    EDITORIALETTIP: UN FANTASMA RISCHIOSO

    Un fantasma dallacronimo impronuncia-bile si aggira per lEuropa. Si chiama TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partner-ship), cio Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, e consiste in un accordo di libero scambio tra UE e USA, in funzione chiaramente anti Cina, che, in-tegrando i rispettivi mercati, creerebbe di fatto larea di libero scambio pi vasta del pianeta, dato che insieme le due economie rappresentano la met del PIL mondiale. Il negoziato per la sua ratifica in corso dal 2013, in modo pi o meno segreto, ma stato reso pubblico lanno successivo su ini-ziativa italiana, suscitando un diluvio di rea-zioni, positive e negative, che ne condizio-nano il cammino. Se i sostenitori ne mettono in luce i vantaggi economici, sottolineando, come fa il Centre for economic policy rese-arch di Londra, il positivo impatto sulle stre-mate economie europee, con una crescita prevista di 120 miliardi (di 90 quella USA), molti dubbi in materia vengono espres-si dai critici. Primo tra tutti il premio Nobel per leconomia Joseph Stiglitz, che mette in dubbio le motivazioni stesse dellaccordo: Gli Stati Uniti, in realt, non vogliono un accordo di libero scambio, ma di gestione del commercio, che favorisca alcuni speci-fici interessi economici. Secondo Steglitz la posta in gioco non sono le imposte sulle importazioni tra UE e USA, gi molto bas-se, ma le norme sulla sicurezza alimentare e sulle tutele di ambiente e consumatori. Lo scopo sarebbe quello di diminuire i vincoli sulle attivit economiche delle multinazio-nali, spesso nocive per lambiente e la salu-te, e quindi la protezione dei propri cittadini da parte dei governi nazionali, invertendo la direzione di un percorso virtuoso. Perch oltre ai contenuti discutibili, il TTIP introdu-ce la clausola ISDS (investor-to-state dispu-te settlement), secondo la quale se rego-le, standard e leggi nazionali in materia di ambiente, salute, finanza, ecc. si trovano in contrasto con gli interessi e gli investimen-ti delle imprese, gli Stati potrebbero esse-re obbligati a pagare multe salate. LISDS, infatti, permette alle imprese stesse di sca-valcare le giurisdizioni nazionali, facendo ricorso direttamente a tribunali di arbitrato

    internazionale, spesso composti da avvoca-ti provenienti dalle imprese stesse. Appa-re chiaro come la situazione possa essere molto pericolosa e mettere in gioco la stes-sa legittimit democratica delle decisioni prese da ogni Paese, che verrebbe privato di parte della propria sovranit in materie tanto sensibili per la salute umana. Che sia davvero cos lo si capisce anche dalle affer-mazioni di Stuart Eizenstat, del Transatlantic Business Council Molti standard europei sono ingiustificabilmente alti, e questo non ha basi scientifiche: ci che pu mangiare una famiglia americana, dovrebbe andar bene anche a una famiglia europea. Il TTIP rischia, cos, di diventare il mezzo per aggi-rare tutte le norme scomode: dagli OGM ai controlli sui prodotti dellindustria cosmeti-ca e di quella agroalimentare (carne, polla-me, ecc). Basti ricordare come, quando nel 1988 lUE ha vietato limportazione di carni bovine trattate con gli ormoni della crescita cancerogeni, Il Tribunale delle dispute del WTO abbia obbligato la UE a pagare a USA e Canada sanzioni da oltre 250 milioni di dollari nonostante le evidenze scientifiche e le tante vittime. Ritorsione finita nel 2013 quando lEuropa si impegnata ad acqui-stare dai due Paesi carne di alta qualit fino a 48.200 tonnellate lanno. Daltro canto lEuropa difende a spada tratta le proprie tipicit, come il nostro formaggio di fossa e il lardo di Colonnata, prodotti secondo se-colari ricette, considerate ora pericolose da chi governa dallaltra parte dellOceano. Noi crediamo che per fare accordi come il TTIP i partner debbano avere non solo unidea di sviluppo analoga, ma anche una filosofia e una storia che rispecchi gli stessi valori, non opposti. Poich cos non - e non credo che noi italiani ci priveremmo mai di delizie che appartengono alla nostra tradizione in nome di una supposta igienicit - meglio tifare per noi e mantenere le multinaziona-li, anche sotto mentite spoglie e acronimi, il pi possibile fuori da alcune porte. Sul man-giar bene e sano, per esempio non hanno nulla da insegnarci: prova ne sia che secon-do le statistiche OMS lItalia il secondo Pa-ese pi longevo al mondo dopo la Svizzera (dati relativi al 2014). Gli Stati Uniti? Al 42

  • 4Il richiamo delle isole

    Seychelles Tourism Board, Via Pindaro 28N, 00125, Roma, tel: (+39) 06 5090135 fax: (+39) 06 50935201, [email protected], www.seychelles.travel/it

  • 5M E N T E C U O R EN A T U R A G U S T OC O R P OLE

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    NEWSEDITORIALEdi Federico Klausner

    INDIAUn viaggio da maharajaFoto di F. Klausner, G. Tagini, G. Perotti, Taj, Oberoi, Palace on wheel | Testi di F. Klausner, G. Tagini, G. Perotti

    fRANcIALa provenza di CamusFoto e testi di Vittorio Giannella

    ISRAELETel Aviv, capitale veganaFoto e testi di Giovanni Tagini

    ITALIAEolie, rombo di tuonoFoto e testi di Vittorio Giannella

    AuSTRALIAE tutti gi per terraFoto e testi di Bruno Zanzottera

  • 6LIBRI

    LAQUA DOME un tempio del benessere tra le montagne au-striache, dove assaporare il lusso del riposo assoluto. Qui si allarga-no gli orizzonti e si dilata il tempo grazie alle saune, bagni turchi, piscine, angoli relax che diventa-no intimi rifugi dove trascorrere le ore in un ambiente di qualit. Tra le attivit, al di fuori di questo spettacolare paradiso termale, si pu visitare il nuovo Widiversum a Hochoetz, (a 2000 metri di al-titudine), 3000 metri quadri di divertimento per i bambini, in un mondo di magia e giochi e sco-prire il luogo dove si nasconde il cristallo della montagna. Info

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  • 7La filosofia di Domori, azienda leader del cioccolato, si fonda sulla ricerca della qualit, per-seguita grazie al controllo della filiera a partire dalle piantagioni situate in Sud America e Ameri-ca Centrale. Il nome stato pen-sato dal fondatore che, durante una lunga permanenza in Vene-zuela, tra piantagioni di cacao e caff, pens di scegliere qualco-sa di evocativo. Domori, infatti, significa Due Mori in venezia-no e ricorda la citt che fu terra si scambi e commerci di spezie. Lasciatevi conquistare dalla va-sta gamma di prodotti, uno pi goloso dellaltro. Domori Shop

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    AccESSORI SIcILIA

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  • Apertura: il Taj Mahal, una delle meraviglie del mondo e tra i pi celebri simboli dellIndia, si trova ad Agra, in Uttar Pradesh. Protetto dallUNESCO, fu iniziato nel 1632 dallimperatore moghul Shah Jahan in onore della moglie preferita Mumtaz Mahal, morta di parto dando alla luce il 14 figlio lanno precedente, per adempiere a una promessa fattele. I lavori del mauso-leo durarono 22 anni e vi parteciparono 20.000 persone tra cui numerosi artigiani provenienti

  • dallEuropa e dallAsia centrale. In questa pagina: un particolare del tempio ind di Meenakshi di Madurai, uno dei pi antichi e ricchi che si possono ammirare nel Tamil Nadu. dedicato a Shiva e alla sua compagna Parvati, conosciuta meglio come Meenakshi; un perfetto esempio di architettura barocca dravidica con le gopurams (torri) completamente ricoperte da statue colorate raffiguranti dei, animali e figure mitiche.

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    A sinistra: il Samode Palace, a Jaipur in Rajasthan. Esclu-sivo e discreto, il Samode Palace ha ospitato, celebrit, artisti e viaggiatori incantati. uno splendido esempio di architettura, che combina il meglio degli stili rajasthani e mughal. Costruito nel XVI secolo come forte, venne convertito in palazzo nel XIX e successivamente in hotel storico. Conserva ancora gli ambienti di un tempo, come il Sheesh Mahal (nella foto) larea destinata alle donne.

    A destra: una giovane ragaz-za del Rajasthan sfoggia i suoi gioielli e due incredibili occhi verdi.

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    A sinistra: nello Sheesh Mahal un gruppo di ragazze in costume tradi-zionale balla accompagnato dal suono dellharmonium e al ritmo scandito dal dholak, una particolare specie di tam-buro. Tutto il pavimento coperto da grandi tappeti.

    A destra: le indiane amano ornarsi di anelli e bracciali anche caviglie e pie-di. Soprattutto in Rajasthan dove gli ornamenti di argento vengono indos-sati permanentemente dalle donne delle comunit rurali e tribali per mo-strare le loro ricchezze e i segni distin-tivi di casta.

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    Pagina precedente: lHava Mahal o Palazzo dei Venti a Jaipur, Rajasthan, splendi-do esempio di architettura rajput. Costruito nel 1799 in arenaria rosa, la pietra locale utilizzata per gran parte del-le costruzioni cittadine, deve la sua incredibile facciata alla devozione del maharajah per Krishna alla cui corona doveva assomigliare. Con-ta 950 tra nicchie e finestre, ornate di grate, griglie e cu-pole, dalle quali le donne di corte potevano guardare la citt restando invisibili a oc-chi estranei.

    A sinistra: il ussuoso ingresso del Samode Palace a Jaipur.

    A destra: una sala dellhotel Oberoi Armavilas ad Agra con vista sul Taj Mahal allim-brunire.

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  • Pagina precedente: una sala del Taj Falaknuma Palace ad Hyderabad. Costruito tra il 1884 e 1893 uno dei pochi antichi palazzi con una gloriosa storia dellepoca reale, residenza del Nizam Mehboob Ali Khan Bahadur. Il suo nome in lingua urdu significa specchio del cielo, nome assegnatogli per le sue fastosissime e spetta-colari sale con molti record, come il tavolo pi lungo del mondo (33 m. e 100 posti a sedere) e la pi vasta collezione mondiale di candelieri veneziani.

    Qui sopra: il guardiano del tempio Sri Ranganathaswamy a Srirangam si affaccia a una finestra.

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    Una suggestiva immagine dellOberoi Wildflower Hall a Shimla nella catena della Himalaya. Un tempo dimora di Lord Kitchener, lhotel conserva lambiente di una antica e nobile villa di monta-gna coloniale, il cui clima fresco era molto apprezzato dai sudditi di Sua Maest.

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    Jhunjhunun (Shekhawati) la Golden Room dell hotel Jamuna Resort. Tutti i muri e i soffitti delle stanze sono riccamente dipinti e decoratii con motivi tradizionali alternati a nicchie e specchi, se-condo luso degli antichi haveli, di cui conserva il fascino. La citt ebbe un periodo di splendore quando fu capitale del regno di Shekhavati.

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    La Nizam suite dellhotel Taj Falakluma ad Hyderabad. Lhotel stato ricavato allinterno del pa-lazzo del nizam di Hyderabad (governatore della citt) uno dei pi ricchi possidenti dellepoca. Il nome Falaknuma significa specchio del cielo in urdu a significarne la bellezza.

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    Pagina precedente: il soffitto affrescato nella stanza del Palazzo Reale di Thanjavur con i colori che rappresentano la purezza (bianco), i principi (rosso) e la madre terra (giallo). Allinterno di questo museo ci sono collezioni di sculture in pietra dei periodi Pallava, Pandya e Nayaka, la biblioteca Saraswati e il Sangeetha Sabha (music hall).

    In questa pagina: vista del cortile interno dellhotel Taj Falakluma ad Hyderabad. Il palazzo, interamente in marmo italiano, occupa superficie di 94.000 mq. Venne costruito tra il 1884 e

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    il 1890 da un architetto inglese che fuse ispirazioni di architetture italiane e Tudor, modellan-dolo a forma di scorpione, con due pungiglioni (la coda) a nord, un corpo centrale di camere e cucine e una zona sud occupata da Gol Bangla, Zenana Mehal, e dallharem. Per una espe-rienza davvero regale, i clienti vengono accompagnati dallaeroporto allhotel su una carroz-za guidata da un cocchiere in alta uniforme, tra una pioggia di petali di fiori al momento di salire la scala di accesso.

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    Anche a Mumbai ci sono luo-ghi dincanto: il Taj Mahal Pa-lace (qui una immagine della sua Rajput suite) conta 560 stanze e 44 suite e deve la sua realizzazione alla famiglia Tata, una delle pi ricche e influenti indiane. Si narra che il capo-stipite dellimpero, Jamsetji Tata, vistosi impedire lingres-so al lussuoso Watsons Hotel, riservato ai bianchi, decise di costruirne uno proprio la cui raffinatezza oscurasse quella del rivale.

    Una futura sposa, avvolta in uno splendido sari di seta, sfila su un baldacchino di cartone portato a spalla alla festa del deserto di Thar a Jaisalmer. La festa si tiene ogni anno duran-te la luna piena di febbraio e consiste in una serie di spetta-coli di burattini, danze e balla-te, che narrano le vicende de-gli uomini del Thar e le gesta eroiche dei condottieri Rajput, che si opposero allavanzata delle armate dei Moghul pro-venienti dallAsia centrale. La loro resistenza serv a conte-nere il dilagare dellIslam nella regione e ne conserv lindi-pendenza. Per fermare gli in-vasori i Rajput costruirono le citt fortificate che contribui-scono al fascino di questa ter-ra: da Amber a Jaisalmer, da Jodhpur a Chittorghar.

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    Stesso ambiente in queste due foto. Qui sopra: larea per il relax della Jiva Spa nel Taj Fa-laknuma Hyderabad splendi-damente decorata con fiori e uccelli. Il ringiovanimento oli-stico, insieme alle tecniche di massaggio e relax e al benes-sere in genere, sono il grande business degli ultimi anni.

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    Anche il Taj Rambagh Palace a Jaipur possiede una Jiva Grande Spa. Jiva un termine sanscrito che indica lessere vivente individuale, in quanto nato gi vivo dal grembo materno. Su di esso fondata la filosofia della forza interiore alla base della via indiana al benessere. Ispirata ad anti-chissime pratiche curative, secondo Jiva le spa svelano un cammino olistico di vita, che permette di aprire nuovi canali per accrescere la propria forza interiore.

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    Nella pagina precedente: co-ralli, turchesi, giada e malachi-te, debitamente forati, insieme a piccoli ciondoli dargento costituiscono gli elementi con cui vengono realizzati collane e braccialetti tradizionali.

    A sinistra: anelli esposti nel Prince Jewellery Corporate Of-fice a Chennai. Gli indiani uti-lizzavano le pietre non solo per scopi ornamentali, ma come rimedi sia medicinali, che per contrastare le influenze nega-tive dei Grahas, i pianeti. Gli Joharis (gioiellieri) indiani uti-lizzavano le tecniche kundan (a castone ribattuto, tipiche dei gioielli moghul), che conferi-scono particolare risalto alle pietre e gli smalti (minakari). La tecnica della smaltatura na-sce in india e successivamente viene introdotta dagli orafi eu-ropei. Labilit degli smaltato-ri si esprime nellaccuratezza desecuzione e nella scelta del disegno, ispirato a miniature moghul raffiguranti arabeschi, divinit o coppie principesche incorniciate da fiori e uccelli.

    A destra: una giovane ragazza indossa gioielli in oro e pietre dure durante una festa di ma-trimonio. La collana una tipi-ca espressione orafa risalente al XVII secolo, costituita da pic-cole pietre dure colorate e un pendente in oro smaltato.

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  • A sinistra: dalla Gole Terrace del Taj Falaknuma di Hyderabad, sotto la bel-lissima cupola di vetro decorato che ricorda le piume di un pavone, la vista spazia sulla citt. Quale posto migliore per un t sollevati dalla pianura infuocata?

    Sopra: una partita di Elephant polo nei giardini del Rambagh Palace a Ja-ipur. Il polo in sella agli elefanti praticato in Nepal, Rajasthan, Sri Lanka e Thailandia. molto pi lento di quello a cavallo e su ogni elefante ci sono 2 persone, il mahout e il giocatore, che gli suggerisce dove dirigere lelefante e colpisce la palla. Con gli elefanti occorre prestare molta atten-zione a causa delle loro dimensioni: durante un campionato nel 2007 un pachiderma si imbizzarr ferendo due persone e distruggendo il minibus del team spagnolo.

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    A sinistra: ragazze durante una festa con i loro coloratissimi sari.

    A destra: la portantina in oro e argento del Maharajah di Mysore, pesante oltre 100 kg. Il maha-rajah d il via alla cerimonia privata e solenne per la festa della Dussehra, quando il palazzo viene illuminato con oltre 100.000 lampadine. uso che ogni anno ospiti solo 5 persone esterne alla sua cerchia familiare. Alla fine della festa la portantina viene conservata con altre preziosissime allinterno del Palazzo.

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    Il Palace on Wheels un lussuosissimo treno turistico lanciato in Rajasthan nel 1982 le cui car-rozze riprendono le caratteristiche di quelle dedicate ai sovrani in epoca coloniale. Restaurato nel 2009 ora affiancato da altri treni come il Maharajas Express e il Deccan Odyssey con le

    loro cinque destinazioni, il Royal Rajasthan on Wheels, il Pride of South e lo Splendour of South nellIndia. In comune questi treni hanno lo straordinario sfarzo, limpeccabile servizio e la squi-sita cucina. In viaggi lunghi dai 4 agli 8 giorni permettono di visitare in modo alternativo i pi bei monumenti e parchi indiani.

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    La elegante facciata candida neo palladiana del Taj Falaknuma Hyderabad si erge, con solenne sobriet, tra gli splendidi giardini dai fragranti profumi.

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    Una raffinatissima sala nella lobby dello stesso albergo, dalle pareti affrescate con vedute di paesaggi e con panchine e statue rigorosamente in marmo bianco. Nei tempi passati le fontane interne, combinate con le finestre su lati opposti, erano un efficace sistema di condi-zionamento naturale.

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  • Alla pagina precedente: il Kandiya Heritage di Madurai, uno dei pi grandi negozi di artigianato dellIndia del sud. Otto vertine e tre piani stracolmi di oggetti dantiquariato, modernariato, tap-peti, tessuti, gioielli e statue di tutte le dimensioni in legno o in pietra si affacciano sulla centralis-sima East Main Street al numero 634.

    Qui sopra: la imponente sala da pranzo 101 del Taj Falaknuma Hyderabad, con il tavolo da pranzo da 33 metri e 101 posti, uno dei pi lunghi al mondo, realizzato in teak e palissandro, che veniva apparecchiato con piatti e posate doro. Candelieri veneziani, lampadari in cristallo, stucchi e le-gni pregiati completano lambiente.

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    Un particolare del resort TSK House Chidambara vi-las nel distretto di Pudukkottai. Un lussuosissimo pa-lazzo del secolo scorso, caratterizzato da un mix di stili architettonici, che spaziano da quelli europei a quelli asiatici, stile conosciuto anche come French Art Deco. Al suo interno un tripudio di colonne di marmo provenienti dallItalia, decori di legno birma-no, pavimenti con piastrelle dai disegni geometrici e pareti decorate in argento e cristallo.

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    Una giovane appoggia la mano ingioiellata su un pannello della Jami Masjid di Fatehpur Sikri (Uttar Pradesh). Costruita nel 1648 dallimperatore Shah Jahan e da lui dedicata allamata figlia, questa moschea tra le pi grandi dellIndia, parte del Patrimonio UNESCO ed un importante luogo di pellegrinaggio. La leggenda racconta che se la moneta premuta contro il pannello rima-ne sospesa per qualche attimo un segno di buon auspicio.

    Nella foto a destra: durante sfilata pubblica dellapertura della grande festa di Dussehra, 3 dan-zatrici suonano e danzano su un carro utilizzando strumenti tradizionali: un surbahar, dotato ge-neralmente di 20 corde 7 delle quali superiori e 13 di risonanza, e un tamburo packawaj, proge-nitore delle tabla, uno strumento antichissimo sulla cui pelle pi grande, destinata ai bassi, viene applicato una specie di chapaty (pane indiano), espediente per ottenere suoni cupi e brevi.

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    Il tilak (o pundra) lusanza di segnare la fronte con un cerchio di color rosso. realizzato unendo terre colorate con ceneri di yajna e pasta di sandalo. il rituale di benvenuto indiano, consi-derato una sorta di benedizione e la sua applicazione prima di entrare in un luogo sacro ha un significato di buon auspicio.Il tilak pu acquisire anche un significato di appartenenza religiosa, a seconda dei diversi colori e forme usate: i devoti di Vishnu lo applicano in forma di U rossa, quelli votati a Shiva tracciano invece tre linee orizzontali.

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    Un dettaglio di produzione artigianale di tessitura a telaio del laboratorio Sri Mahalakshmi Han-dloom Weaving Center di Karaikudi (Tamil Nadu). Il laboratorio, visitabile, costituito da circa venti telai antichi manovrati da mani esperte. Il risultato sono tessuti coloratissimi e preziosi, disegni unici e raffinati realizzati con materiale di altissima qualit.

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    Sotto: la raffinatezza della Sala da Fumo del Taj Falaknuma Hyderabad: da notare le ricercate boiserie, le piccole statue lignee e il pool table (biliardo) per completare il quadro squisitamen-te british dellambiente. Lunica traccia di tradizioni locali rappresentata dallhookah (pipa ad acqua) appoggiata sul tavolo.

    A destra: la Rajput suite del Taj Mahal Palace a Mumbai, con il bassorilievo del pavone come elemento decorativo.

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    A sinistra: la Sala di Giada del Taj Falaknuma Hyderabad, cos chiamata per il suo colore. Possiede soffitti dipinti in stile vittoriano, candelabri belgi e lampadari in cristallo, preziose cineserie, uno straordinario parquet a disegni geometrici ed altri arredi preziosi.

    A destra: cena romantica sul lago di Udaipur (Rajasthan) presso il Taj Lake Palace. Situato al centro del lago Pichola e costruito nel 1746, il Taj Lake Palace una struttura in marmo dallarchitettura maestosa con una Jiva Spa, e sedute di yoga. Lusso nel lusso le camere prevedono un servizio di maggiordomo.

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    A sinistra: usciere in uniforme da rajput allingresso dellho-tel Umaid Bhawan Palace a Jo-dhpur. Costruito tra il 1928 e il 1943 appartenuto alla fami-glia reale di Jodpur e oggi la sesta residenza privata per di-mensioni al mondo. Costruito sulla Chittar Hill domina la citt, chiamata blue city per il colore delle sue case, e le vicine dune di sabbia.

    A destra: il Taj Mahal Palace di Mumbai. Aperto nel 1903 ac-canto alla Gateway of India, il suo lusso leggendario ha attrat-to regnanti, ministri e VIP inter-nazionali. Affacciato sul mare, conta 550 stanze, 10 famosi ri-storanti e una spa. La leggenda vuole che larchitetto lo disegn dallestero e non visit mai il cantiere finch non fu termina-to. Mentre la sua barca si avvi-cinava vide che lhotel era stato costruito al contrario e per la frustrazione si gett in acqua. Perch proprio cos: dal mare si vede il retro dellhotel mentre la facciata (qui in foto) riserva-ta al piacere degli ospiti.

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    A destra: uno dei grandi corridoi, che attraversa le viscere del Taj Mahal Mumbai, alto sette piani, uno degli alberghi pi grandi del mondo.

    A sinistra: la imponente scalinata del Taj Falaknuma Hyderabad in marmo intarsiato con statue portalampada, quadri dalle cornici barocche e vetri colorati. La ricchezza dei nizam del princi-pato di Hyderabad, prima che lIndia divenisse uno stato unico indipendente, fu leggendaria e

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    il settimo e ultimo della dinastia, Mir Osman Ali Khan, il pi ricco, classificato al 5 posto della lista dei pi ricchi di tutti i tempi da Forbes (Bill Gates al 20, per dire). Aveva forzieri di lin-gotti doro e argento per 150 milioni, oltre 500 in gioielli, tra cui il rarissimo diamante Jacob (80 milioni) usato come fermacarte. Poi montagne di perle centinaia di cavalli da corsa, dozzine di Rolls-Royce e una serie di palazzi che impiegavano molte migliaia di persone.

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    Nella pagina precedente: il palazzo del maharajah di Mysore illuminato durante la festa Dus-sehra, che celebra la vittoria del dio ind Rama sul re demone Ravana (re di Sri Lanka), raccon-tata nel grande libro epico Ramayana. Chiamato anche Amba Vilas Palace un edificio costruito in stile indo-saraceno ultimato nel 1912 su progetto inglese Henry Irwin, Al suo interno vetrate policrome e specchi illuminano pavimenti a mosaico. Una serie di quadri raffigura la vita che si conduceva a Mysore nel periodo edoardiano del raj.

    Sopra: una delle numerose porte del Meenakshi temple, decorata con figure lignee di dee ind, introduce alla stanza religiosa delle mille colonne dedicata a Sundareswarar. Si tratta di uno dei pochi templi ad avere quattro ingressi che si affacciano nelle quattro direzioni ed candidato nella lista delle trenta meraviglie del mondo.

    A fianco: lHeritage di Madurai il tipico esempio di architettura locale. Loggiati e portici di legno intarsiato accolgono gli ingressi delle suite, realizzate in pietra scolpita con motivi floreali. Gli interni mescolano sapientemente un modernismo sobrio ed elegante con arredamenti in stile indiano.

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    Una suggestiva immagine dellOberoi Udaivilas a Udaipur, affacciato sul lago Pichola, circondato da giardini e alberi in fiore ispirato allarchitettura mewar, tipica della zona.

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    Uno dei privilegi delle stanze dellOberoi Amarvilas di Agra la vista. A quella dellimmagine qui sot-to il Taj Mahal si offre in tutto il suo splendore.

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    LIndia, si sa, la patria dello yoga. Molti hotel offrono corsi e hanno spazi dedicati dove prati-carlo. LOberoi Udaivilas, per esempio, perfetto: tranquillit, silenzio, panorama incantevole. La parola yoga viene dal sanscrito e indica un insieme di tecniche anche meditative aventi come scopo lunione con la Realt ultima e tese a controllare, governare i sensi (indriya) e i vis-suti da parte della coscienza.

  • I N f O u T I L IFoto di F. Klausner, G. Tagini, G. Perotti, Taj, Oberoi, Palace on wheelTesti di F. Klausner, G. Tagini, G. Perotti

    cLIMAL India praticamente un con-tinente. Il suo clima varia gran-demente influenzato dalla lati-tudine, dallaltitudine (si va dal mare allHimalaya), e dalla con-formazione orografica. In ge-nerale si distinguono 4 stagio-ni: inverno (gennaio-febbraio), estate (marzo-maggio), sta-gione monsonica (giugno-set-tembre) e post-monsonica (ottobre- dicembre). quin-di difficile trovare un periodo unico che sia il migliore per tutto il Paese. Comunque, per visitare la gran parte dellIndia il periodo migliore va da met novembre a febbraio in pianu-ra e collina, gennaio e febbra-io lungo le coste sud-orientali e nelle isole meridionali. Mar-zo ancora un mese secco, ma comincia ad essere caldo, con punte che possono supe-rare i 35 gradi al sud. Se si pu viaggiare solo in estate meglio scegliere il Rajasthan, dove il monsone meno intenso op-pure lo Jammu & Kashmir. Per le spiagge conviene scegliere il periodo tra dicembre e feb-braio per la costa occidentale (Goa) e tra gennaio e febbraio per quella orientale.

    VAccINAZIONIObbligatorie: Nessuna ad ec-cezione di quella contro la Febbre Gialla per viaggiatori provenienti da luoghi in cui endemica. Consigliate: anti

    tifo, anti tetano anti epatite e anti malaria (a seconda di dove ci si reca e quando). Consulta-re sempre Viaggiare Sicuri

    DOcuMENTI Occorre il visto che viene rila-sciato presentando il passapor-to con pi di 6 mesi di validit residua, e 3 facciate libere. Se il passaporto stato rilasciato da meno di 6 mesi anche il vecchio, 2 fototessere a fondo bianco, a colori, 5cm x 5cm, uguali tra loro e recenti (inoltre devono essere identiche alla foto da allegare al modulo online). Si pu richie-dere anche per corriere. Tutti i particolari sul sito Visti India

    cOME ARRIVAREInnumerevoli compagnie ser-vono lIndia. I porti di ingresso pi serviti sono Delhi e Mum-bai (da circa 360 )

    DOVE DORMIREPer un viaggio da vero maharajah consultare i siti delle catene:Heritage Hotels of India Taj | Oberoi

    cucINAFa molto uso di spezie e lattici-ni e si differenzia regionalmen-te. In generale a nord si fa pi uso di carni e meno di spezie, mentre a sud pi speziata e vegetariana. Molte le variet di pane e riso. La cucina indiana ricchissima in variet e profu-mi, spesso assai piccante, ma deliziosa. Lettura raccomanda-ta: Sari, Samosa e Sutra di Fe-derica Guliani.

    INfOEnte del turismo indiano

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    vita.

  • Pagina precedente: una farfalla cedronella svolazza tra filari di lavanda. In questa pagina: tra i primi borghi che sincontrano sulla strada panoramica che porta allabbazia di Senanque c Gordes. Appare allimprovviso da una curva in tutta la sua bellezza, con le case e i tetti che si

  • mimetizzano tra le rocce circostanti. I lati della via ciottolata principale sono pieni di atelier di artisti che hanno scelto Gordes come buen retiro. Le vecchie case color pastello sono saldate le une alle altre con archi e scale e nellaria lodore pungente di pastis.

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    Nella pagina precedente: filari di Lavanda angustifolia, la variet pi coltivata, che d i migliori rendimenti in oli essenziali e pu vivere fino a 1500 metri dal-titudine. La raccolta della lavanda avviene in genere tra il 20 e il 28 luglio e i contadini, come Franois nella foto, sono dotati di un savoir faire tutto particolare nel descrivere la loro passione e le tradizioni riguardanti la coltivazione della la-vanda. Francois spiega che ci vogliono ben 120 chili di fiori per ottenere un litro di essenze ed elenca tutte le potenzialit benefiche dellolio: cicatrizzante, anti-settico e tre quattro gocce nel bagno caldo attirano inesorabilmente Morfeo per sonni tranquilli. Con mano esperta taglia alcuni steli e ci dice: portate in Italia un po di profumo della Provenza, mettendo i mazzetti con cura in un canestro.

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    A ogni incrocio una sedia, un canestro di lavanda e unindicazione; distilleria Les Coulets una delle pi note in que-sto territorio dove laria inebriante e il vento non va mai in vacanza.

    A destra: i grandi vasconi ermetici dove centinaia di chili di lavanda ven-gono immersi nellacqua bollente per estrarne lessenza. Da sempre i conta-dini parlano di essenza, i profumieri professionali lo chiamano estratto, gli aromaterapeuti di olio essenziale, ma indicano tutti lo stesso prodotto.

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    Il sabato mattina a Cadenet si tiene il mercato settimanale, dove curiosare e com-prare i prodotti del territorio, le tovaglie in lino, i tessuti provenzali e le immancabili saponette azzurre (foto a destra) profumatissime di lavanda.

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  • Roselline secche profumate in vendita al mercato di Roussillon, cittadina che ha conservato in-tatta la sua atmosfera, con strette viuzze ornate di fiori, piccole piazze e deliziosi invitanti bistrot.

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    Una farfalla Podalirio attratta dal polline della lavanda in piena fioritura e a destra la crisalide di una cicala che ha scelto lo stelo di lavanda come sostegno per uscire dopo tre anni vissuti come larva sottoterra.

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    Nella pagina precedente: a Roussillon ci si accorge che non sono tanto i fiori a cambiare il colore e i connotati alla regione, ma la terra stessa, che si accende di un rosso intenso in contrasto col verde dei pini. Per godere appieno di questo spettacolo bisogna percorrere un sentiero, facile per tutti, che porta tra pinnacoli e canyon dove domina il colore rosso.

    Portone dipinto a Roussillon, paese noto per le terre color ocra, che trasuda dalle pietre dei muri e delle case.

    Foto a destra: ballo in strada al mercato di Cadenet.

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    Il borgo di Lourmarin, poco pi di mille anime, tra i villaggi pi belli di Francia. Posto in unam-pia vallata soleggiata ai piedi delle montagne calcaree del Lu-beron, ha numerosi caff e sale da t.

    Foto a destra: se bisogna spe-dire una cartolina della regione c solo limbarazzo della scelta.

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    Nel cuore di Lourmarin la figura di Albert Camus (1913-1960), scrittore premio Nobel per la letteratura nel 1957, ancora profondamente pre-sente. Un percorso letterario dal titolo Sur le pas dAlbert Camus ripercor-re i luoghi cari allo scrittore, come la casa della sua governante con le tipi-che finestre provenzali.

    A destra: un angolo del borgo di Murs.

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  • La Provenza anche la regione delle vigne e nota nel mondo per i suoi vini eccellenti. Qui ogni stagione dellanno sembra essere propizia a questa meravigliosa terra, che cambia colore con

  • il variare dellintensit dei raggi del sole. Laria tersa, sempre mossa dal mistral, smuove le foglie novelle delle viti, che regalano ros unici.

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    A pochi chilometri da Pertuis si possono visitare le cantine di Chateau Val Joanis, abbellite da un giardino dichiarato patrimonio culturale nazionale. Dalle centinaia di botti di rovere si spilla un ros molto richiesto per accompagnare lauti piatti di pesce e crostacei. Sicuramente da qui si riparte appesantiti da qualche bottiglia.

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    Una finestra del castello di Lourmarin incornicia un cielo azzurro e un paesaggio che sembra uscito da un quadro impressionista, e impreziosisce ulteriormente questo luogo gi ricco di suggestioni letterarie.

    Foto a destra: la targa di una via dedicata al celebre scrittore, che qui ha vissuto pochi mesi.

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    Un dpliant per un evento culturale su Abert Camus. Qui a Lourmarine, con il rica-vato del premio Nobel, lo scrittore scelse il suo rifugio.

    E qui in questa casa (foto a destra) mentre sua figlia Catherine ci ospita per una inter-vista, vediamo qualche foto dello scrittore in compagnia di Michel Gallimard, editore. Legati da una forte amicizia personale e pro-fessionale, incontrarono insieme una tragica morte nellincidente automobilistico del 4 gennaio 1960.

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    Tra le viuzze di Cucuron, paese con le case tutte raccolte attorno alla pic-cola piazza, le giornate sono scandi-te dai rintocchi delloriginale campa-nile. Un luogo intimo, lontano anni luce dalle atmosfere chiassose e charmose della costa. Qui tutto talmente rilassante, che i numerosi gatti sonnecchiano sui davanzali del-le finestre.

    Foto a destra: una scultura nel castel-lo di Lourmarin che accoglie giovani artisti, organizza concerti ed espo-sizioni in tutto larco dellanno e, da giugno a settembre un importante festival della musica, con un pro-gramma molto fitto.

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    A cinque chilometri da Gordes, si trova labbazia cistercense di Senanque, un luogo fuori dal tempo. Allarrivo tutto sembra essere opera di una regia ben curata: filari di lavanda accompa-gnano gli occhi alle armoniose forme del monastero, datato 1148. Un luogo dello spirito dove lunico rumore percettibile il ronzio delle api intente alla ricerca di nettare.

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    I N f O u T I L IFoto e testi di Vittorio Giannella

    cOME ARRIVAREAutostrada A8 fino a Venti-miglia. Proseguire per Niz-za e Aix en Provence, poi A51 per Manosque e usci-re a Pertuis.

    MERcATI SETTIMANALIMartedi mattina a Gordes, giovedi mattina a Rous-sillon, venerdi mattina a Lourmarin e sabato matti-na a Cadenet.

    DOVE DORMIRELa Bastide du Bois a Mau-bec en LuberonLe Moulin de Lourmarine

    DOVE MANgIARELa Recreation 15, rue Phi-lippe de Girard, Lourmari-ne t.+33 0490682373Ristorante La Feniere, otti-ma cucina del territorio.

    LINk uTILIEnte del turismo francesePortale del turismodella ProvenzaPortale di Lourmarin

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    Nella pagina dapertura: uno stand gastronomico nel nuovo Sarona Market, il mercato coperto ispirato dai pi grandi mercati di tutto il mondo. Al suo interno 100 tra negozi alimentari, risto-ranti internazionali, vinerie e banchi di frutta. Per gli appassionati di food il luogo perfetto dove trascorrere lintera giornata.

    Pagina precedente: una parete ricoperta da frammenti di ceramiche colorate a Neve Tzedek, lantico quartiere della citt. Fino a qualche anno fa angolo poco frequentato, oggi grazie ad ate-lier dartisti, giovani artigiani, ristoranti alla moda e boutique raffinate, diventato il quartiere pi trendy della citt.

    In queste pagine: i due ristoranti del Carlton, lussuoso hotel sul lungomare di Tel Aviv. Il Lumina (sopra) un bistrot luminoso ed elegante, combina una cucina ebraica rivisitata con una cucina fast food occidentale; assolutamente da provare il Gelife e uno squisito fish & chips. A sinistra il Blue Sky, gestito da Meir Adoni, uno degli chef pi famosi della citt, propone piatti della cucina tradizionale e internazionale. Lelegante ristorante si trova sulla terrazza al 15 piano, da dove si pu godere di una bellissima vista sullo skyline della citt.

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    Tel Aviv in questi ultimi anni diventata la capitale mondiale vegana. Solo nella citt ci sono pi di 40.000 seguaci della dieta, in continuo aumento. Il cibo vegano da sempre parte inte-grante della cucina israeliana, ci sono 150 ristoranti completamente vegani e pi di 500 quelli che offrono piatti vegani nel men. Il The Daily Mail ha inserito Tel Aviv come miglior meta per vacanze vagane.

    Il 24 settembre si terr il pi grande festival vegano del mondo. Lintero parco di Hayarkon sar dedicato a questo evento internazionale. Oltre a ristoranti, coltivatori e iniziative vegane, ci saran-no aree dedicate allo yoga, allo shiatsu, con sessioni di pilates e stand di aziende di cosmetici e abbigliamento con prodotti senza sperimentazione su animali.

  • Uno dei punti di forza di Israele non legato solo allagricoltura high-tech, ma si sviluppa nella produzione di quasi tutte le variet di frutta e verdura conosciute al mondo. Un mercato fiorente che guarda a prodotti sani e innovativi. In questi ultimi anni la ricerca ha prodotto nuove specie, tra cui lAngelo, un peperone dolce senza semi, il pomodoro nero, ricco di vitamina C e molto gustoso e le zucchine Goldy, dal colore giallo brillante, molto pi gustose delle tradizionali.

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    Sopra: In tutta la citt in questi ultimi anni si sviluppato un mercato legato al cibo da strada. La cucina in Israele tanto variegata quanto lo sono i suoi abitanti. Ed per questo che, in ogni angolo della citt, si trovano piccoli stand, che offrono spuntini a qualsiasi ora della giornata. Potrete trovare e gustare piatti della tradizione ebraica, della cucina cinese, giapponese, india-na, araba ed europea. Non resta che usare il proprio istinto e scegliere la cucina che pi ispira. Buon appetito!

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    Sotto: lingresso del Zakaim, considerato uno dei migliori ristoranti vegani di Tel Aviv. Laspetto e larredamento sono in sintonia con lo spi-rito ecologico del proprie-tario. Tavoli, sedie, tovaglie, bicchieri, stoviglie e tutti gli oggetti darredamento sono rigorosamente di seconda mano o riciclati. Un mix di stili e colori, che compren-de anche vecchi arredi della nonna dal fascino vintage.

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    Sotto: nel nuovo quartiere Sarona, ex colonia tedesca oggi villaggio dedicato allo shopping e allintrattenimento, c il Picnic 24h, un ristorante aperto 24 ore su 24, che non ha n tavoli n se-die. I clienti, una volta scelto il men, vengono forniti di coperta/tovaglia e di un cestino in vimini da pic nic per consumare lo spuntino scelto nel parco adiacente, allombra di un grande ficus. Unidea che piace molto a chi vuole passare la pausa pranzo allaperto.

    A destra: due piatti serviti al ristorante Zakaim. Sopra: squisiti mini burekas cotti al forno: sottile sfoglia croccante ripiena di melanzane, patate, noci e basilico. Sotto: patatine novelle spezzate a mano e fritte, accompagnate da una salsa di avocado allaglio. Un piatto semplicissimo e deli-zioso, tanto che il Time Out magazine lo segnala come il miglior piatto di patate di tutta Tel Aviv.

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    Una forma del popolare lab-neh, una sorta di formaggio/yogurt preparato con latte di capra, pecora o mucca. Pu avere una consistenza pi o meno morbida, a seconda del latte utilizzato e dal tem-po di asciugatura. Se molto morbido si usa come salsa delicata per condire piatti di verdura. Se pi compatto si gusta come snack o per far-cire i sandwich.

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    Lo chef Harel Zakaim, che insieme ai suoi fratelli Hani e Hila circa quattro anni fa ha aperto il ristorante vegano Zakaim. La motivazione lodevole: Harel era un macellaio e decise che alle-vare e uccidere animali per mangiarli non era giusto e non aveva senso. Fu subito un successo. Il segreto? Preparare piatti, utilizzando prodotti freschissimi, stagionali e di provenienza locale. Quando cucino un piatto, non penso a farlo vegano, voglio solo farlo buono. E i suoi piatti sono buonissimi e piacciono a tutti, vegani e non.

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  • Un negozio di dolci espone variet di halva, il dolce tradizionale israeliano. La base preparata con pasta di sesamo (tahina) e zucchero o miele, impreziosita dallaggiunta di pistacchi, mandor-le, cioccolato, vaniglia, noci o fichi secchi.

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    Nella pagina precedente: un banco di spezie colorate al Caramel Market, il pi assortito e grande mercato della citt. Nella cucina ebraica le spezie sono molto usate per insaporire e condire piatti a base di carne o verdure.

    Sopra: un banco espone prodotti di stagione. Al Caramel Market non si trova solo frutta e ver-dura, ma il luogo giusto per lottimo street food: falafel (polpetta di legumi), hummus (crema di ceci) bureka (pasta fillo ripiena e fritta), la zuppa Kube e il Shakshuka (uova, peperoni, cipolla pomodoro e spezie), tutti piatti freschissimi e preparati al momento.

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    Un coloratissimo banco frutta al Sarona Market, il mercato coperto pi grande di tutto Israe-le, 8700 mq. Parte proprio da Sarona la terza edizione di Open Restaurant, un appuntamen-to, intorno al quale gravitano discussioni culinarie, con sessioni di cucina e suggerimenti degli chef pi famosi di Tel Aviv. Levento prevede degustazioni nei vari ristoranti della citt, eventi innovativi e shopping al mercato con gli chef, per scoprire gli ingredienti pi freschi e poco conosciuti.

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    A fianco: al Shlomo Doron, in Yishkon street, una traversa del Caramel Market, viene servito il miglior Hummus di tutta la citt. Semplicissimo ristorante con tovaglie di carta e sedie di plastica consumata, offre pochi piatti, tutti freschissimi e buonissimi. Il momento pi affollato alla mat-tina: le persone ci vengono per mangiare un piatto di hummus e ceci con pane arabo, prima di fare la spesa al mercato.

    Sopra: un simpatico Rabbino mentre beve un buon caff da Cohen, una delle torrefazioni migliori della citt, sempre in Yishkon street. Oltre a offrire ottime miscele arabiche famoso per il suo proprietario Shlomo, che lavora cantando. E che voce! Ex insegnante di musica e tenore a tempo perso, O sole mio il suo pezzo forte. Quando la canta una folla si raduna bloccando la strada.

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    Nella pagina precedente e in queste pagine: alcuni piatti serviti al ristorante Mantaray. Pavimento di legno, sedie impagliate, vecchie credenze ricolme di verdure fresche e vasi di sottaceti, sotto-fondo di musica reggae e la posizione strategica, in riva al mare, lo rendono uno dei pi frequen-tati ristoranti di Tel Aviv. Il men offre unampia selezione di piatti della tradizione, a base di pesce e frutti di mare. Ma il cavallo di battaglia sono i mezze, piccoli piatti di antipasti, una vera delizia per la vista e il palato.

    Lo chef Ronen Skinezis, prima di approdare al Mantaray, ha lavorato in molti ristoranti europei e si percepisce: i suoi piatti tradizionali rivisitati si fondono con la cucina mediterranea. Da provare lo tzatziki con le melanzane fritte, il ceviche di cefalo marinato, servito con cipolla rossa, i freschissi-mi gamberi con spinaci e melone. Non fatevi mancare lo straordinario filetto di cernia su un letto pur di patate blu e scalogno. Un suggerimento: prenotate per cena un tavolo sulla terrazza: la vista su Jaffa al tramonto insuperabile.

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  • Due giovani ragazze mussulmane si divertono sulla spiaggia di Alma al tramonto. Sullo sfondo la moschea Al-bahr nel vecchio quartiere di Jaffa, lantico porto di Tel Aviv.

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    A Tel Aviv non ci si ferma mai, neanche la notte. Tutti i giorni, al calare del sole, i giovani si ritro-vano nei numerosissimi locali notturni. Si inizia con laperitivo nei numerosi locali sul lungoma-re; il pi modaiolo il Banana Beach nel vecchio porto. Si prosegue la serata nei quartieri di Florentin e Neve Tdzedek, dove ci sono i ristoranti pi trendy e giovani e la maggior parte dei locali notturni.

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    Tantissimi sono i locali notturni aperti tutta la notte. LHostel 51 uno degli ultimi arrivati: un lounge bar con giardino interno, dove assaporare ottimi cocktail ascoltando musica suonata da Dj internazionali. Non molto distante c lo Sputnik, uno dei locali notturni pi sorprendenti della citt: musica hip hop e house, diversi spazi con arredamenti e murales, che richiamano il passato e il futuro. Per gli appassionati di discoteche il Solo club il locale perfetto per scate-narsi fino allalba.

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    Nella pagina precedente: lo skyline notturno della citt. Sopra la lunghissima piazza illuminata di Givon. Questa piazza, appena ristrutturata e poco distante da Sarona, diventata uno dei luoghi preferiti dai giovani. Un tempo degradata e poco sicura, a grazie alla riqualificazione della zona diventata un luogo di incontri: bar, ristoranti, gallerie darte e negozi alla moda attirano i giovani in cerca di novit.

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    La cucina israeliana un insieme di piatti mediorientali, libanesi ed ebrei. Basti pensare ai falafel e allhummus, che sono associati alla cucina israeliana, anche se sono a tutti gli effetti libanesi. Molti piatti di carne arrostita, verdure ripiene, e zuppe di fagioli, accompagnate con il pane pita, sono invece di derivazione araba-yemenita. Uno dei piatti specificatamente israeliano il ptitim, una sorta di cuscus condito con ceci, verdure e molte spezie.

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    Sotto: lantico edificio in mattoni rossi circondato da grattacieli, il Claro, lultimo ristorante aper-to nel quartiere Sarona. Un ampio locale su due livelli. Allingresso unampia sala, con cucina a vi-sta, offre due men: uno vegano e laltro di cucina mediterranea, con piatti tipici spagnoli, italiani, libanesi, francesi e greci. Nel seminterrato un grande bar, con comodi divani in pelle, luce soffusa e musica lounge, ideale per laperitivo e per gustare ottimi hamburger.

    A destra: sopra la sala da pranzo del Kimmel, un delizioso ristorante in Neve Tzedek, arredato come un vecchio bistrot francese. La cucina offre piatti della tradizione ebraica e piatti interna-zionali. Il Kimmel per molti considerato uno dei miglior ristoranti della citt. Sotto: il banco affollato del pub Radio E.P.G.B. in Shadal street 7, uno dei locali notturni frequentato da giovani studenti, dove bere ottime birre e ballare tutta la notte.

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    Il bar nel giardino dello Sputnik, in Allenby street, il locale notturno per antonomasia.

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    I N f O u T I L IFoto e testi di Giovanni Tagini

    DOVE DORMIREHotel Carlton, 10 Elie-zer Peri Street, tel +972 3 5201818. The Norman, 25 Nachmani street, tel +972 3 5435555. Hotel 75, Allenby street 75, Tel + 972 3 5212518.The Diaghilev buotique hotel, Maze street 56,Tel + 972 3 5453131.

    DOVE MANgIAREZakaim, simtat Beit Hashoe-va 20, Tel + 972 3 6135060. Mantaray, Alma beach Koi-fman street 7, tel + 972 3 5174773. Claro, Sarona Market, Tel + 972 3 6017777. Kimmel, Hashahar street 6, Tel + 972 3 5105204.

    INDIRIZZI uTILIUfficio del turismoisraeliano

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    Apertura: Salina al tramonto. Il mare non ha paese nemmeno lui, ed di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di l dove nasce e muore il sole (Giovanni Verga). Sette isole, frammenti di terra emersa con un minimo comun denominatore: tutte sono nate forgiate dal fuoco dei vulcani, ciascuna con una propria caratteristica. Incluse nella lista del patrimonio mondiale UNESCO nel 2000, sono diventate parco nazionale nel 2007, frequentate dagli stranieri attratti dal clima e dal-le case colorate sul mare come il porto vecchio di Lipari (nella foto).

    Pagina a fianco: in alto; trasparenze lungo la costa di Lipari, lisola pi grande dellarcipelago. Sotto: le mani esperte di un artigiano di Salina cominciano a confezionare un canestro in vimini.

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    Pagina precedente: Giungemmo nellEolia, ove il diletto agli immortali Dei, dIppota figlio, Eolo abitavaQuesto il paese, questo tetto in cui me per un intero mese c modi pi gentili Eolo trattava (Odissea, libro X). Lospite che parla Ulisse e lisola Lipari, nella foto.

    In questa pagina: nella via principale di Lipari, che porta alla cattedrale di San Bartolomeo, patro-no dellisola, sono numerosi i negozi che vendono ceramiche artigianali.

    A destra: unarte tramandata da generazioni quella della frutta martorana, dolce fatto con pasta di mandorle, colorata con coloranti alimentari e sagomata con attenzione, che le fa assomigliare a frutti veri.

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    Pagina precedente: una delle risorse ancora importanti di salina, e che occupa gli abitanti da maggio a settembre, la raccolta dei capperi, che, salati, vengono esportati in tutto il mondo.

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    Corolle di flora eoliana dalle forme e dai colori magnifici. Non certo allo scopo di allietare gli oc-chi di noi umani ma per attirare gli insetti impollinatori.

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    Laliscafo parte da Milazzo e dopo venti chilometri raggiunge Vulcano, lantica Hiera, casa del Dio del fuoco Efesto e dei suoi Ciclopi, intento, nelle viscere della terra, a forgiare fulmini per Zeus. Sulla sommit dellisola a 386 metri, ci sono fumarole attive. Se volete provare lelettrizzante espe-rienza di salire su un vulcano fumante, questisola fa per voi.

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    Il faro di Lingua, frazione di S. Marina di Salina. Da decenni versa in stato di abbandono, in una loca-tion stupenda, che regala scorci meravigliosi sulla vicina Lipari. Da poco, con larrivo di cospicui sov-venzionamenti, si potr trasformare questo simbolo di Salina in museo del mare e del sale. La struttura sorge sulle rive di unantica salina di epoca romana.

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    Uno dei punti pi panoramici e spettacolari di Lipari senza dubbio la localit Quattrocchi. Falesie altissime e in fondo Vulcano. Tuttintorno la macchia mediterranea, che emana profumi da stordire.

    Un terrazzino del Therasia resort di Vulcanello, in fondo a poco pi di 700 metri la costa di Lipari.

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    Un luogo del cuore da non perdere a Salina la spiaggia a mezzaluna ciottolosa di Pollara, che nel 1994 fece da sfondo alle scene del film Il postino con Massimo Troisi, che da l a pochi giorni ci lasci. Un luogo struggente, con le pareti di arenaria verticali scolpite da onde e vento. Vicino le piccole case dei pescatori, le balate, scavate nella roccia tenera.

    A destra in alto: Vulcano. Il laghetto dei fanghi curativi per varie patologie della pelle. Unica con-troindicazione che bisogna resistere al forte odore di zolfo.Foto sotto: la scogliera a Pecorini, piccola localit dellisola di Filicudi.

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    Pagina precedente: lisola di Filicudi da Capo Graziano. In questa pagina: una colata lavica scivola dalla Sciara del fuoco a Stromboli, uno dei vulcani pi attivi del mondo. Ogni 10-20 minuti il vul-cano mostra, a chi faticosamente raggiunge la vetta a 700 metri, che la terra viva, pulsa, sbuffa, brontola, mostra i muscoli e ridimensiona la figura umana, elemento piccolo in questo universo delicato e grandioso.

    A destra: da qualche anno molti terreni incolti e aridi di Filicudi sono stati coltivati per produrre carciofi e altri ortaggi, che trovano qui un fertile terreno vulcanico.

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    Murales nel centro di Lipari.

    A destra e pagina successiva: case eoliane a Filicudi.

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  • Per osservare le testimonianze degli sconvolgimenti geologici, che hanno formato Lipari, bisogna andare a Capo Bianco, dove colate di pietra pomice vengono na-scoste da intense fioriture di ginestre in primavera. A destra: una lucertola Podarcis wagleriana in abito nuziale e una farfalla Charaxes tipica delle isole mediterranee.

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    Sopra: un cuscino di scabiosa marina abbarbicata sulla roccia di Panarea.

    A sinistra: linguine alla cernia del ristorante La Canna a Filicudi. Sotto: filetto di aguglia e pesce spada del ristorante Dal Filippino di Lipari.

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    Terrazzo panoramico di una casa nella parte alta di Filicudi. Quass i pensieri volano al vento, ci dice la proprietaria Ines.

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    Le vigne a Salina, tenute basse per resistere meglio al vento salmastro e alle estati siccitose, producono unotti-ma malvasia, tornata in auge grazie a Carlo Hauner, arti-sta tedesco che, trapiantato-si qui, cominci a produrla con metodi pi consoni al consumo di qualit.

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    Pagina precedente: il faraglione della Canna a Filicudi al tramonto, una magia. E sullo sfondo Panarea, che sembra un gigantesco cetaceo.

    In questa pagina: un fiore di cappero.

  • I N f O u T I L IFoto e testi di Vittorio Giannella

    cOME ARRIVAREIn aereo fino a Catania Fonta-narossa, poi si raggiunge Mi-lazzo con bus o auto a nolo.Da Milazzo traghetti o alisca-fi per le isole. Siremar. Porto tel. 090 9796533. Parcheggi per auto 090 9288585.

    DOVE DORMIREHotel Signum a Malfa, isola di Salina, posizione incante-vole allombra del gigante-sco cono vulcanico, e gran-de piscina. Tel. 090 984 4222.Hotel La Canna a Filicudi, ac-coglienza familiare, veduta strepitosa sul mare e Capo Graziano, piscina. Tel. 090 98 89 956

    DOVE MANgIARERistorante dal Filippino, sto-rico, da oltre centanni a Li-pari, pesce freschissimo, va-sta scelta di vini. Tel. 090 9843075Ristorante La Canna a Filicu-di, pesce e ortaggi appena colti. a km 0. Tel.090 9889956Da Alfredo a Salina, Lingua sul lungomare, pane cunza-to con pomodorini, capperi, tonno e olive, granite sicilia-ne indimenticabili. Tel.090 984307.

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    Al principio la Terra era piatta e senza vita. Non vi era luce n tenebre. Un giorno da questa sorta di brodo primordiale sorsero esseri metafisici chiamati Wondjina. Gli Uomini del Tempo Antico percorsero tutto il mondo cantando; cantarono i fiumi e le catene montuose, le s-aline e le dune di sabbia. Andarono a caccia, mangiarono, fecero lamore, danzarono, uccisero: in ogni punto lasciarono una scia di musica (Bruce Chatwin, Le Vie dei Canti). Era il Tempo del Sogno. Cantando diedero vita ad ogni cosa e la Terra Australis prese forma trasformandosi in una gi-gantesca partitura musicale percorsa da una ragnatela di invisibili Vie dei Canti. Al termine di questo viaggio infinito, gli antenati provarono unenorme spossatezza.

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    Decisero quindi di trasmettere agli esseri umani, che avevano creato, le conoscenze utili per vivere seguendo lordine cosmico e svanirono tra le viscere della terra. Scomparvero ma non morirono, semplicemente si trasformarono in spiriti, continuando ad abitare quei luoghi che essi stessi avevano creato. E il territorio divenne un immenso luogo sacro da non violentare per nessun motivo.

    Pagina precedente: un dipinto del gruppo di artisti aborigeni della trib Arrenrte della comu-nit di Titjikala nel Northern Territory a sud di Alice Springs.

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    Pagina precedente: panoramica ae-rea sulla distesa di sale del lago Eyre nel South Australia.

    Qui sotto: Delfina Doolan, una bimba della trib Arrenrte, della comunit di Titjikala nel Northern Territory, a sud di Alice Springs, ritratta nellArt Cen-tre dove le donne producono i loro dipinti. Il primo importante segno di un rinascimento dellarte aborigena si ebbe nel 1997, quando un dipinto di John Warangkula Tjupurrala, un arti-sta del Central Desert, venne venduto per 206.000 dollari australiani duran-te unasta di Sothebys a Melbourne. Successivamente le cifre salirono ver-tiginosamente fino a raggiungere i 2,4 milioni di dollari per un dipinto di Clifford Possum Tjapaltjarri acquistato dalla National Gallery dAustralia.

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    Rosie Stafford aborigena membra dellassociazione Ngurratjuta Iltja Ntjarra di Alice Springs dipinge il sogno del serpente. I dipinti punteggiati raffigurano i miti del Tempo del Sogno. Possono essere letti come mappe riprese dallalto. Molto spesso tracciano itinerari seguiti da uccelli, da esseri umani, da antenati e dagli anziani.

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    I soggetti vengono rappresentati a seconda delle impronte che lasciano sulla sabbia. Un arco pu simboleggiare una persona, un boomerang una nuvola o un arcobaleno; un cerchio invece il fuoco di un bivacco. Alcune linee orizzontali rappresentano la pioggia, mentre la figura ma-schile associata a un bastone da scavo e quella femminile a un piatto di legno. I punti possono rappresentare stelle, terreno bruciato, nuvole. Il significato profondo dei simboli conosciuto esclusivamente dallartista e dai membri del suo clan.

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    Pansy Napangardy e Janie Nelson due aborigene dellassociazione Ngurratjuta Iltja Ntjarra di Alice Springs stanno dipingendo rispettivamente body painting (pittura corporale) e women business (affari di donne).Larte aborigena unarte magnetica. Nonostante siano opere moderne, nate dallincontro del-la cultura aborigena con lOccidente, trasmettono un atto damore per la propria terra, di cui ne rappresentano una sorta di cartografia mitica.

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    Pagina precedente: particolari delle formazioni di arenaria di Rainbow Valley nel Northern Territory.

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    In questa pagina: osservando in volo il paesaggio dellOutback australiano, i pensieri vagano tra le leggende del Tempo del Sogno quando le Pleiadi erano un gruppo di sette giovani don-ne che, per sfuggire agli approcci di un cacciatore, furono tramutate in un em, il loro antenato totemico. Avendo cos sviluppato delle bellissime ali, si rifugiarono in cielo, dove presero le sembianze di sette stelle a cui vennero tagliate le ali, in modo da non poter pi tornare sulla terra e non soffrire pi. Per questo motivo lem ha le ali ma incapace di volare.

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    Lenie Namatjira, aborige-na dellassociazione Ngur-ratjuta Iltja Ntjarra di Alice Springs e nipote di Albert Namatjira, il capostipite dei pittori paesaggisti aborige-ni, appartenente alla trib degli Arrenrte Occidenta-li. Albert nacque nel 1902 nella missione luterana di Hermannsburg nel territo-rio dei Monti Mc Donnell.

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    I suoi acquerelli, che ritraevano i paesaggi dellOutback australiano erano molto diversi dalla pittura puntinista conosciuta come dot art, e alla missione si svilupp un vero e proprio mo-vimento artistico che prese il nome di Scuola di Hermannsburg. Grazie ai suoi meriti artistici, Albert Namatjira fu il primo aborigeno a ricevere, nel 1957, la piena cittadinanza australiana con il diritto di votare, costruire una casa e muoversi liberamente sul territorio nazionale, cosa allora vietata a tutti gli aborigeni.

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    La dot art (arte a punti) si svilupp nel movimento artistico aborigeno partendo dai disegni che essi stessi facevano sulla sabbia, quando volevano raccontare delle storie. Esistono varie teorie sullorigine di questa particolare forma artistica. Una di queste sostiene che, in una prima fase, i pittori si preoccupassero di non svelare parti sacre e segrete delle loro storie.

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    Disegnare sulla sabbia non poneva problemi perch al termine il disegno veniva cancellato. Ma trasporre lo stesso su tela e presentarlo a un pubblico di non iniziati lo esponeva a occhi indiscreti. Artisti come Galya Pwerle o Johnny Warangkula utilizzarono una tecnica di sovrappo-sizione dei punti in modo da confondere il messaggio del disegno originario.

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    Pagina precedente: la galleria darte aborigena Papunya Tula Artists di Alice Springs, di propriet degli stessi artisti aborigeni. La dot art deve la sua nascita anche al fatto che il deserto australiano, che si trova al centro di molti dipinti aborigeni, costellato di punti quali pietre, piante di spinifex, fiori e alberi. Per questo motivo le loro opere darte richiamano le geometrie delle fotografie aeree dellOutback, sebbene molti di essi non siano mai stati in volo.

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    Pag. precedente: panoramica aerea sul deserto del South Australia nei dintorni di Wil-liam Creek.

    A fianco: Esibizione del gruppo aborigeno APY Lands Project al Tandanya National Aborigenal Cultural Institute di Adelaide.

    A destra: antichi dipinti su cor-teccia, di aborigeni di varie trib e regioni, esposti allAustralian Aborigenal Cultures Gallery di Adelaide.

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    Un eucalipto nelle gole di Ormiston nel West MacDon-nell National Park. Leucalip-to una pianta sempreverde originaria dellOceania del-la famiglia delle mirtacee. In Australia ne esistono circa 600 specie, di cui alcune, come leucalyptus regnans possono raggiungere altez-ze di 90 m. Grazie alla loro rapida crescita, gli alberi di eucalipto e in particolare la specie blue gum, vennero esportati in altri continen-ti con conseguenze a volte piuttosto disastrose, visto il grande fabbisogno dac-qua di cui necessitano, che spesso comporta la distru-zione della vegetazione lo-cale. Le loro foglie costitui-scono il pasto dei koala.

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    Disegni sul terreno seccato dal sole nei pressi di Rainbow Valley nel Northern Territory. Uno dei termini pi diffusi per rappresentare il territorio australiano Outback. Con questo nome si in-tendono tutte le zone pi remote, desertiche o semi-desertiche del continente. Il suo fascino consiste nei giganteschi spazi vuoti, che si estendono a perdita docchio su buona parte del Pae-se. Sicuramente uno dei luoghi pi famosi dellOutback australiano il Red Centre, un territorio desertico di terra rossa, che occupa lAustralia centrale attorno alla citt di Alice Springs. Qui si trova limmenso massiccio roccioso di Uluru, un monolite che gli occidentali conoscono con il nome di Ayers Rock.

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    Le sculture in legno esposte allAustralian Aborigenal Cul-tures Gallery di Adelaide incarnano gli spiriti degli ante-nati degli aborigeni della trib Tiwi, delle isole Melville e Bathurst nel Northern Territory.

  • Panoramica aerea sulle formazioni rocciose attorno a Kings Canyon nel Watarrka National Park nello stato del Northern Territory. Questo canyon si formato in milioni di anni di erosio-ne di piccole spaccature nella roccia.

  • Il parco nazionale prende il nome dal termine aborigeno che indica lacacia ligulata, la pianta pi diffusa nella regione, ed abitato da oltre 20.000 anni dalla popolazione Luritja.

  • Sarah Enata e Susan Amungar, aborigene della trib Arrenrte della comunit di Titjikala, davan-ti alla formazione rocciosa di Chambers Pillar, a sud di Alice Springs. A Chambers Pillar il nome fu dato da John Mc Douall Stuart, un burbero scozzese venuto in Australia in cerca di fortuna. Era il 6 aprile 1860, quando luomo dalla salute cagionevole, trasformato in esploratore, rag-giunse questa imponente massa di arenaria dalle sfumature bianco-rosse che si ergeva solitaria

  • sopra la pianura. Decise di chiamarlo il pilastro dei Chambers in onore dei suoi finanziatori, incise il proprio nome nella soffice roccia e continu nei suoi vagabondaggi. Un paio danni pi tardi riusc nellimpresa di attraversare lintero territorio australiano da sud a nord, unendo Adelaide con la selvaggia e inospitale costa settentrionale.

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    Mary Briscoe aborigena della trib Arrenrte sta scavando al-cune radici alla ricerca dei wi-tchetty grubs larve dei vermi del legno molto amate in Au-stralia. Sono bianche e molli, spesso cos grandi da occupa-re lintero palmo di una mano, e vengono mangiate solitamen-te crude e vive. Questo tipo di cibo rappresenta una preliba-tezza particolarmente gradita a quasi tutti gli aborigeni.

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    Nita Ferguson della trib Ar-renrte sta realizzando delle sculture in legno di mulga. Vi-sto il grande successo ottenu-to nel corso degli anni, oggi molte comunit di aborigeni hanno iniziato a produrre ope-re darte. Uno dei centri pi importanti dellarte aborigena la comunit di Papunya, nel Central Desert a 230 km da Ali-ce Springs, dove nel 1971 ar-riv un giovane insegnante di nome Geoffrey Burdon.

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    NellAustralia Centrale la pit-tura viene insegnata ai bam-bini che in questo modo imparano la religione, i canti e le leggende della tradi-zione. Burdon fu affascinato dai disegni sulla sabbia di questi ultimi e chiese a un gruppo di anziani di dipin-gere dei murales sulla scuo-la. Nacque cos lopera Ho-ney Ant Dreaming (il sogno della formica del miele) che segn il primo passo di uno tra i movimenti artistici pi importanti del XX secolo.

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    L antica formazione rocciosa di Kings Canyon si staglia sopra una piccola foresta di palme ed unimportante area di conservazione e rifugio per oltre 600 specie di piante e animali endemici australiani. Il sentiero che conduce alla sommit del canyon si addentra tra una serie di panettoni pietrificati, denominati Lost City, prima di incontrare brevi deviazioni verso vari punti panoramici a picco sopra le pareti del canyon alte fino a 270 m. Successivamente si incunea tra le palme nel Giardino dellEden fino ad una pozza dacqua chiusa tra le pareti rocciose.

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  • Pagina precedente: panoramica aerea sulle Painted Hills nel deserto del South Australia.

    Qui sotto: giovani aborigeni della trib Arrenrte alla base della formazione rocciosa di Cham-bers Pillar. John Mc Douall Stuart, lesploratore scozzese che diede il nome a questo pilastro di arenaria, fu anche il primo occidentale che attravers il continente da sud a nord. Questimpresa per non gli port la fortuna sperata. Chi cerc di emularlo non ritrov i torrenti e le sorgenti da lui descritte, prosciugati da una terribile siccit. Venne trattato da impostore e si rifugi nellalcol. Ritorn a Londra dove si trasfer dalla sorella e mor pochi anni dopo. Sembra che al suo funerale parteciparono solo 7 persone.

  • 229

    Subito dopo lo sbarco dei primi coloni sulle coste australiane e la dichiarazione di Terra Nulllis (Terra di Nessuno) fu su-bito chiaro quale fosse lintenzione dei nuovi arrivati verso le popolazioni indi-gene della mitica Terra Australis definita da Cook: una terra che fa da contrap-peso alla nostra. Con il pretesto che gli aborigeni non avessero un sistema di gestione della propriet privata, i coloni dietro la protezione delle leggi inglesi, operarono gigantesche confische terri-toriali. Gli aborigeni vennero relegati al ruolo di esseri primitivi rimasti al primo gradino dellevoluzione umana e subi-rono ogni sorta di sopruso: dalla cosid-detta Caccia alla volpe, a veri e propri omicidi di massa. Anche con lindipen-denza avvenuta nel 1901, agli aborigeni venne negata la cittadinanza. Alcuni de-cenni pi tardi vennero riuniti fuori dalle citt e concentrati allinterno di missioni e riserve. Nel 1951 il Ministero degli Af-fari Aborigeni approv la legge sullAs-similazione, con lo scopo di integrare i nativi. In questo modo venne dato allo stato il potere di togliere i bambini alle famiglie aborigene per inserirli in istituti di accoglienza o in famiglie adottive di

    bianchi per assimilarli alla cultura occi-dentale. Questo crimine che divenne noto con il nome di Stolen Generation (generazione rubata) si protrasse per oltre un decennio, ma giunse allatten-zione internazionale solo alla fine degli anni 90. Nel 1967 venne riconosciuta loro la cittadinanza, ma non il diritto di tornare in possesso dei propri territori. Nel 1982, grazie a Eddie Mabo un indi-geno delle isole Torres, che fece causa al governo per il riconoscimento del titolo di Proprietari Nativi, inizi la lotta per il diritto alla terra. Nel 1992 lAlta Corte australiana ha dichiarato abolito il con-cetto di Terra Nullis e nel 1993 venne stipulato il Native Act, che riconosceva agli aborigeni il diritto alle terre dei loro antenati, anche se, negli anni successivi, vennero poste molte limitazioni a tale proposito. Il forte senso di colpa tra le moderne generazioni ha portato a una politica di riconciliazione, ma due secoli di espropriazioni e violenze fanno s che la strada da percorrere verso lintegra-zione sia ancora molto lunga. Nonostan-te i recenti successi legislativi, oggi molti aborigeni continuano a soffrire di pover-t, disoccupazione e razzismo.

    LA LUNGA MARCIA DEGLI ABORIGENI VERSO I PROPRI DIRITTI

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    La luce del tramonto incendia i massicci di arenaria delloutback australiano, che paiono an-cora pi luminosi, quasi fosforescenti, quando si stagliano sulla piatta pianura circostante, gi allombra.

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    I N f O u T I L IFoto e testi di Bruno Zanzottera

    gALLERIE DARTE DI ALIcE SPRINgSMolte gallerie darte ad Ali-ce Springs offrono dipinti di qualit, tutto dipende da quanto siete disposti a spendere:Ngurratjuta Iltja Ntjarra, 29 Wilkinson st., Alice Springs, tel. 8951 1953, un centro dove a differen-za di molte altre gallerie anche possibile vedere gli artisti al lavoro (apertura lun-ven dalle 10 alle 4) Papunya Tula Artists, 78 Todd Street, di pro-priet degli aborigeni del-la comunit di PapunyaAborigenal Art & Culture Centre, 86 Todd Street

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