TravelGlobe Ottobre 2015

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Numero di Ottobre 2015 MALI • PERÙ • INDIA ITALIA • FRANCIA • Fotografo del Mese: PAOLA CONGIA

Transcript of TravelGlobe Ottobre 2015

  • 2Federico Klausner direttore responsabileFederica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattoreSilvana Benedetti redattoreMaddalena De Bernardi redattoreFrancesca Span redattore

    Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello graficaWilly Nicolazzo grafico Paola Congia fotografaAntonio e Giuliana Corradetti fotografiVittorio Giannella fotografoFabiola Giuliani fotografaMonica Mietitore fotografaGraziano Perotti fotografoEmanuela Ricci fotografaGiovanni Tagini fotografoBruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: [email protected]

    Foto di copertina: Graziano Perotti - Hampi

    Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di propriet di TravelGlobe.it Riproduzione riservata

    TravelGlobe una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014

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    EDITORIALEUna vita in fuga

    La Siria si sta svuotando la gente scappa dalla guerra, disposta a rischiare la vita. Che rischia comunque. Ma non solo dalla Siria e dalle bombe che si fugge. Anche dalla povert e da situazioni di vita insostenibili. E a guardar bene la colpa ricade sui Paesi occidentali. Che in un caso hanno cercato di rove-sciare in modo miope regimi ritenuti poco duttili ai propri interessi, con la scusa di esportare la democrazia, senza dare alcun peso alla successiva sorte dei civili. Nellaltro hanno depre-dato cinicamente risorse, foraggian-do governi corrotti e affamando interi popoli. Siamo noi, solo noi la causa di questa catastrofe. Noi che ora voglia-mo difendere il nostro benessere re-spingendo migranti e profughi con muri e barriere di filo spinato, chiu-dendo stazioni e gallerie, bloccando convogli e schierando contro di loro cordoni di poliziotti. Vergognose cam-pagne razziste fanno leva sulla parte pi deteriore e oscura delle coscienze per alimentare diffidenza e odio verso il diverso, con discorsi che neppure nel bar si possono pi ascoltare. Riunioni a livello UE, prese di posizioni di politici appelli papali non sortiscono effetto alcuno.

    Poi, potenza delle immagini, la foto del corpo di un povero bimbo curdo affoga-to su una spiaggia fa il giro del mondo e scuote le coscienze. E un tredicenne siriano alla TV afferma la verit pi evi-dente: Fate cessare la guerra e non scappiamo pi. Improvvisamente lUn-gheria, che aveva costruito centinaia di km di odiose barriere, metta a disposizio-ne dei migranti una colonna di autobus verso lAustria e la Germania. Quelli che non riescono a salire vengono raccolti da una colonna di auto di volontari austria-ci e trasportati oltre confine. Arrivano in Germania e trovano la celebre squadra del Bayern che li festeggia allo stadio con uno striscione e investe un milione in un campo da calcio, scuola e accoglien-za per i bambini. Alla stazione di Monaco applausi, cartelli di benvenuto e regali. Perfino la Gran Bretagna fa i primi sforzi di accoglienza. In Italia le parrocchie ri-cevono lordine di ospitare almeno una famiglia ciascuna. A Portogruaro, nel Ve-neto che di immigrati non vuole sentire parlare, 63 profughi vengono ospitati in una palestra e, per tutto agosto i cittadini provvedono a portare loro cibo, vestiti e doni, tra la rabbia delle autorit. Ci siamo finalmente riscoperti un po pi umani e questa una gran bella notizia.

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    S O M M A R I O

    INDIA Hampi, la capitale del misteroFoto e testi di di Graziano Perotti89FrANcIA Lione, la cultura dipintaFoto e testi di Giovanni Tagini153

    MALINel nome della TerraFoto e testi diBruno Zanzottera09

    ITALIATerre di indaco e doroFoto e testi di Vittorio Giannella121

    NEWS06 EDITOrIALEdi Federico Klausner03PErBarranco, larte abita quiFoto e testi diBruno Zanzottera51

    FOTOGrAFO DEL MESEPaola Congia184

  • 6Come viva la citt. Mostra a vil-la Olmo (CO). Fino al 29/11, nella splendida cornice di Villa Olmo (CO) affacciata sul lago di Como a pochi km dal capoluogo, continua la mo-stra Come viva la citt, che rac-coglie oltre 50 opere che indagano i modi del vivere quotidiano attraver-so lo sguardo di artisti italiani e inter-nazionali, tra cui De Chirico, Warhol, Pistoletto, Roy Lichtenstein, Chia e Cattelan. Com viva la citt non mostra la citt come organismo uni-tario, ma guarda soprattutto al suo interno e quindi alla sua vitalit. A cura di Giacinto Di Pietrantonio, Di-rettore della GAMeC, Galleria dAr-te Moderna e Contemporanea di Bergamo. Mostre Villa Olmo

    Il Museo della Seta di Como, aper-to nel 1990 per illustrare la storia del ciclo completo della lavorazio-ne del tessuto di seta, dallalleva-mento del baco, alla nobilitazione attraverso torcitura, tessitura, tin-toria e stampa, un museo unico al mondo. Al suo interno custo-dito un patrimonio di macchine, attrezzature, strumenti, collezioni di abiti e campioni di tessuto, testi-monianze della produzione serica della citt, in continua evoluzione e ai vertici qualitativi della produ-zione mondiale. Notevole anche la documentazione storica cartacea, digitale e fotografica dello svilup-po della citt, influenzato dalla in-dustria tessile. Museo della Seta

    MOSTRE MUSEI

    Avvolti dalla colline umbre, tutto semplice e rilassante, soprat-tutto se si sceglie di soggiornare nellhotel con la Spa pi grande della regione: Borgobrufa Spa Resort. Tante le proposte dau-tunno: olio di oliva, uva e cioc-colato sono solo un esempio dei trattamenti da sperimentare. Inoltre, a fine giornata, niente di meglio che concedersi una gu-stosa cena nel ristorante dellho-tel sorseggiando un calice di Nobile del Borgo: blend di San-giovese e Cabernet Sauvignon.Info e prenotazioni: Borgobrufa Spa Resort

    Eisbar progetta cappelli pro-dotti esclusivamente in Austria utilizzando materiali di prima qualit, filati naturali e tessuti di ultima generazione. I cappelli di Eisbar, a catalogo centinaia di modelli per adulto e bambino in ogni nuova collezione, sono un must sulle piste da sci, come nellaprs-ski e in citt per chi ama indossare un copricapo tecnico, confortevole, sempre originale ed estroso. Eisbar

    BENESSERE SHOPPING

  • 7LIndia forse uno dei Paesi pi raccontato nei libri. Sar per le emozioni che provoca, per i co-lori o per le contraddizioni, ma le parole intorno a questo Pae-se si sprecano. Indimenticabile India di Serena Puosi, giovane e talentuosa blogger, un diario di viaggio fresco che, nella sua semplicit, accompagna il let-tore lungo stradine polverose, incontri divertenti e fotogram-mi di vita. Un testo che scorre velocemente e che, visto il non elevato numero di pagine, non intimidir i curiosi. Indimenticabile India | Edito da GoWare | ebook a 4,99 euro print on demand a 14,99 euro

    A Milano, nel ristorante Vi-sconteo del Klima Hotel, sono in programma numerose cene gourmet per raccontare le ti-picit stagionali. Fino al 31 di-cembre 2015 si susseguiranno tavole imbandite a suon di for-maggi, filetti, zuppe, funghi e castagne, tra le molte propo-ste. Le cene cambiano tema ogni settimana per offrire un vero viaggio nei sapori. Klima Hotel Milano Fiere

    LIBRI CENE GOURMET

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    BENorama T.O., dal 22 al 26 ot-tobre 2015, vi porta in Islanda

    per un viaggio alla scoperta dei colori dellautunno di una terra dalla grande ricchezza natura-listica, geologica e storica in cerca dellaurora boreale. Con accompagnatore in italiano e voli speciali da Roma Fiumi-cino, quota a partire da 1.395 euro per adulto e da 955 euro per bambini fino a 12 anni in ca-mera con due adulti. La quota comprende i voli, lassistenza, i trasferimenti, i pernottamenti e le visite come da programma. Info e prenotazioni

    Merlino, Signore dellImmorta-lit alla ricerca di un nuovo sal-vatore del regno al Castello di Gropparello (Pc). Nelle domeni-che del 18 e 25 ottobre, 1, 8 e 15 novembre 2015,il pi famoso Mago di tutti i tem-pi aspetta i bambini tra le mura del maniero sulle colline pia-centine, con unindimenticabile giornata nelle leggende di unal-tra epoca, per vivere lavventura, candidarsi a diventare Art per un giorno e salvare il Regno. Il biglietto dingresso costa 18,50 euro per gli adulti e 15 euro per i bambini ed comprensivo di battaglia per la ricerca del Sacro Graal, percorso di Merlino e visi-ta al Castello. Info

    AURORA BOREALE

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    Il delta interno del Niger un ecosistema unico al mondo. Si tratta di un vasto territorio solcato da uno dei pi grandi fiumi africani che, allaltezza del Mali centro meridionale, si apre in un complesso sistema di corsi dacqua. Durante la stagione delle piogge questi trasformano la

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    pianura in una gigantesca palude, che offre alle popolazioni una ricca possibilit di alimenta-zione con la pesca. Quando le acque si ritirano il territorio diventa una vasta pianura particolar-mente fertile, che viene sfruttata dagli agricoltori Songhay e Bambara.

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    La principale coltivazione di questo territorio il miglio, un cereale particolarmente resistente ai climi torridi del Sahel. Settembre e ottobre sono i mesi del raccolto. Le spighe di miglio vengono pestate dalle donne in grandi mortai per raccoglierne i chicchi, che a loro volta verranno trasformati in farina e successivamente in polenta. La polenta di miglio, condita con salse di vario genere, lalimento base di molte po-polazioni di queste regioni.

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    A sin: una volta raccolte le spighe e separati i chicchi, le donne Bambara li sistemano nelle calebasse (contenitori ricavati da grandi zucche svuotate e tagliate a met) per separarli dalle impurit, prima di pestarli per farne la farina.

    Sotto: Al termine dei raccolti, quando nei campi rimangono solo le stoppie, entrano in scena i pastori Peul in viaggio verso nord. Durante la loro annua-le transumanza, alla guida di gigantesche mandrie di zeb dalle corna im-ponenti, i pastori si riparano dal sole sotto ampi cappelli di pelle di vacca e attraversano i campi fino a poco tempo prima ricoperti di miglio. Gli zeb ripuliscono il terreno dalle stoppie, lo fertilizzano con i loro escrementi e i due popoli si scambiano farina e latte, indispensabili allintegrazione ali-mentare. Ma se una mandria entrasse in un campo prima del raccolto sa-rebbe un disastro: gli animali mangerebbero il miglio degli agricoltori con la conseguente nascita di una faida difficile da sanare. Allo stesso tempo, le mandrie non possono aspettare a lungo sui pascoli ormai ridotti a spia-nate di sabbia: gli agricoltori devono sbrigarsi a tagliare il miglio.

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    A destra: Introdotto dallOriente, lo zeb (bos indicus) un animale robusto e resisten-te, che ben si adatta alle dure condizioni ambientali del Sahel. Durante le feste, che si svolgono nei punti strategici di incontro delle mandrie in viaggio, gli zeb pi belli vengono dipinti con lindaco e decorati con coccarde e specchietti per sfilare, come vere e proprie modelle, sotto lo sguardo ammirato degli altri pastori e soprattutto degli abitanti dei villaggi di Peul sedentarizzati, che in queste occasioni possono ricordare le proprie origini nomadi.

    Sotto: Durante lannuale transumanza, i pastori Peul attraversano i campi del delta in-terno del Niger con centinaia di migliaia di capi di bestiame. Si tratta di giorni epici governati e gestiti dai capi trib locali, a cui la popolazione fa riferimento.

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    Lapice della transumanza dei Peul il passaggio delle mandrie attraverso il fiume Niger. Deve avvenire quando le acque del fiume sono sufficien-temente basse per non sfiancare troppo gli animali, che verrebbero altri-menti trascinati dalla corrente. Per guidare gli zeb, che nuotano verso la riva opposta del fiume, si lanciano anche i giovani pastori, che in questa prova impegnativa non devono e non vogliono perdere il contatto con i propri animali.

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    Assieme agli zeb, si radunano lungo le rive del fiume le intere famiglie in movimento. Donne e bambini scaricano tutte le proprie masserizie, in attesa di caricarle sulle piroghe per raggiungere laltra sponda del Niger. Si calcola che ogni anno oltre 500.000 capi di bestiame attraversino il fiu-me sul lato nord-occidentale del delta interno, per raggiungere i terreni di pascolo invernali nella regione del Macina.

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    A sinistra: nonostante limpegno dei giova-ni pastori per accompagnare le mandrie in salvo sulla sponda opposta del Niger, non tutti gli animali riescono in questimpresa sfiancante. La morte anche di un solo capo di bestiame rappresenta una tragedia per i Peul, che pongono la salute dei propri zeb davanti a tutto, anche alla propria fa-miglia. Per questo motivo gli altri popoli li canzonano in questo modo: Tuo padre morto, ma non hai pianto. Tua madre morta ma non hai pianto. Ma se muore il pi piccolo dei tuoi vitelli, gridi Yoo. Sono rovinato.

    In alto a destra: Insieme agli zeb, che per i Peul rappresentano i capi pi preziosi, viag-giano anche greggi di capre e pecore, uti-lissime alleconomia pastorale perch pi adattabili allambiente arido rispetto ai bo-vini. Nella cultura peul per non rivestono alcun ruolo rituale e vengono allevate uni-camente a scopo alimentare.

    In basso: Ogni anno tra ottobre e novem-bre, quando le acque del Niger iniziano ad abbandonare i campi per ritornare nel pro-prio alveo, le famiglie di pastori, disperse nei luoghi pi reconditi del Sahel alla disperata ricerca di qualche ciuffo derba che possa sfamare il bestiame, sanno che tempo di partire. Gli uomini radunano le mandrie, le donne iniziano a smontare le capanne, rac-colgono i propri averi, caricano tutto sugli asini e si mettono in cammino.

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    Nei giorni successivi al passaggio del fiume tutti i giovani, compresi i ragazzini, curano il proprio aspetto nei minimi particolari per parteci-pare al Djaral, la festa tradizionale in cui mostrare la propria abilit di mandriani di fronte ad anziani e ra-gazze in cerca di marito. Gli ospiti donore della festa sono per pro-prio gli zeb. I migliori capi della mandria vengono dipinti come quadri darte astratta. Le corna vengono pitturate con lindaco e le teste ornate di specchi e coc-carde. Quindi vengono fatti sfilare nei villaggi dei Peul sedentarizzati in modo da suscitare ammirazione e invidia.

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    Lattraversamento del fiume uno delle pochi momenti di incontro per le famiglie, che vivono disperse durante lanno. Si tratta di unimportante occasione di vita sociale durante la quale si celebrano feste e cerimonie. E lattimo fuggente, il momento che i giovani non devono perdere per essere considerati

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    dal clan grandi allevatori. Il momento di dare il meglio di s per conquistare i cuori delle ragazze dalle teste ricoperte dambra. Il momento del gioco e del divertimento, prima di riprendere il cammino nelleterna ruota della vita, che vedr le mandrie impegnate a districarsi tra le paludi del delta interno.

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    Il cappello tradizionale usato dai Peul un ampio cono di paglia ricoperto di pelle di vacca, ideale per ripararsi dal torrido sole delle pianure saheliane. Alcuni di loro per preferiscono sostituirlo con un grande chech (una striscia di tessuto annodata in modo elabo-rato che pu raggiungere svaria-ti metri di lunghezza), altrettanto valido contro i raggi del sole, ma iconograficamente pi vicino alle popolazioni Tuareg, i guerrieri berberi del Sahara con cui i Peul si sono spesso scontrati in passato. Lacconciatura infine pu essere resa pi contaminata e intrigante con laggiunta di un moderno paio di occhiali da sole.

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    Durante il Djaral le ragazze si decorano con lhenna (la pianta utilizzata per le decorazioni del corpo e la colorazione dei capelli), indossano i gioielli e abiti migliori per ammirare le evoluzioni dei propri beniamini, alle prese con i capi di bestiame lanciati in una sorta di corrida improvvisata. Saranno proprio le ragazze, in una di queste occasioni, a scegliere i partner per un incontro occasionale oppure, se le famiglie saranno daccordo, per una relazione pi importante che sfocer nel matrimonio.

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    l ragazzo al centro della foto si sta preparando al proprio matrimonio, che si celebrer nei giorni successivi allattraversamento del fiume Niger. I Peul sono unetnia di pastori nomadi nota anche con altre denominazioni (Fu-lani, Pullo, Fulbe). Di origine sconosciuta, i loro tratti somatici sono propri del ceppo etnico Nilotico. Molti studiosi ipotizzano che si tratti di discen-denti di popolazioni sahariane preistoriche, che intorno allanno 1.000 a.C. iniziarono una lenta, ma inesorabile, migrazione verso sud ovest. Durante questa lunga marcia raggiunsero i territori del delta interno del Niger in-torno al XIV sec. e furono sorpresi dallabbondanza di pascoli. Proprio in questa regione, agli inizi del XIX sec., si convertirono allIslam e, sotto la guida di Skou Amadou, fondarono il regno teocratico di Macina, con la conseguente sedentarizzazione di parte della popolazione.

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    A sinistra: durante le feste come il Djaral, le ragazze indossano i mi-gliori gioielli di famiglia. Le trecci-ne vengono impreziosite con anelli doro e la testa ricoperta da pre-ziosissimi zucchetti dambra. Oggi solo le famiglie pi ricche possie-dono grosse perle dellambita e costosa resina fossile. In alterna-tiva si sta affermando anche luso dellambra sintetica. La vita no-made non permette il possesso di molti beni materiali e i gioielli sono una delle ricchezze principali delle donne.

    A destra: anche i maschi si accon-ciano con grande ricercatezza. I Peul sono una tra le popolazioni africane pi vanitose, al punto da meritarsi lappellativo di Narcisi della Savana. I giovani di uno dei clan che abita le pianure del Sahel nigerino, durante la festa del Ge-rewol si dipingono il volto di rosso, le labbra e i contorni degli occhi di nero e portano piume di struz-zo sulla testa. Tutto per apparire pi avvenenti ed essere selezionati dalle ragazze come i pi belli del proprio clan.

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    Le capanne dei Peul, che continuano la propria vita nomadizzando tra i terreni di pascolo sparsi in tutto il Sahel, sono realizzate con rami curvi rico-perti da stuoie. Quando la famiglia decide di spostarsi, rimuove le stuoie abbandonando lo scheletro, che potr riutilizzare il giorno in cui torner in questa zona di pascolo. Larredamento delle capanne consiste in altre stuoie, che servono da letto (solo il capofamiglia e sua moglie possiedono un letto pi alto realizzato con sostegni in legno), in un corredo di vasella-me e di calebasse decorate. Queste sono necessarie per il latte, lalimento principale della loro dieta.

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    Tu non meriti di morire con la vacca, tu non hai passione per la mucca, quando fa freddo tu ti stendi accanto al fuoco; quando c il latte, tu prendi sei cucchiai, noi uno recita un brano dellepopea di Silmaka, una sorta di Odissea Peul, in cui si individuano i modelli di comportamento del nobile pastore nomade: conoscenza del bestiame, simbiosi con esso, resistenza allambiente e autodisciplina. Per ognuno di loro il solo bene immaginabi-le la mandria e poter camminare fieri davanti agli zeb una delle poche cose importanti della vita. I punti dacqua disseminati lungo i percorsi di transumanza sono tappe obbligate per ogni pastore e luoghi di incontro dove potersi scambiare informazioni per il viaggio.

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    Nel corso dellanno i Peul nomadi si disperdono con le mandrie in vaste zone del Sahel, costretti a una perenne migrazione in cerca di pascoli. Un gruppo familiare pu possedere fino a 300 capi di bestiame e i componenti della famiglia li sanno riconoscere uno a uno, dando loro dei veri e propri nomi di battesimo. Dopo lattraversamento del Niger i clan si disperdono di nuovo in attesa delle piogge primaverili, che riporteranno i pastori verso il grande fiume. Il ciclo della transumanza rico-mincer in senso contrario, ogni anno sempre uguale, in una comunione mistica tra uomo e natura, che sembra sfidare le regole del progresso tecnologico.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Bruno Zanzottera

    COME ANDAREAir France, e Royal Air Maroc, effettuano voli giornalieri su Ba-mako con scali rispettivamente a Parigi e Casablanca. Prezzi a partire da 500 Euro. DOVE E QUANDO ANDAREIl primo e principale passaggio annuale delle mandrie dei Peul sul Niger avviene presso il villag-gio di Diafarab. I giorni degli attraversamenti vengono decisi dal Ministero delle Acque, ma vengono comunicati con preav-visi piuttosto ridotti, perch sono sottoposti a diverse variabili qua-li laltezza del fiume e i tempi del raccolto del miglio. Comunque il periodo varia tra la fine di ot-tobre e la fine di novembre. Chi perdesse questo momento non disperi perch nelle settimane successive si svolgono altri im-portanti attraversamenti in di-

    versi punti del Niger o del Bani (laffluente che passa da Djenn e si unisce al Niger nei pressi di Mopti, la citt che funge da im-portante porto fluviale). I pas-saggi possono continuare fino alla prima parte di dicembre.

    SICUREZZAOggi il Mali, a causa delle atti-vit di gruppi terroristici lega-ti allestremismo islamico nel nord del Paese, segnalato come a rischio per i turisti. La zona dellattraversamento del fiume Niger si trova nella par-te centrale, quindi in territorio relativamente sicuro, anche se il condizionale in questi casi dobbligo, visto che attentati e rapimenti sono avvenuti anche nella capitale Bamako. CLIMATra settembre e dicembre il clima maliano caldo e secco. Nel nord le notti possono es-sere fresche per laccentuata escursione termica delle zone predesertiche.

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    Lartista Nani Crdenas fotogra-fata nel suo studio nel quartie-re di Barranco, circondata dai personaggi di Cromoterapia, una delle sue opere di maggior impatto visivo. Nata a Lima nel 1969 ha studiato Belle Arti alla Pontificia Universidad Catlica del Per. Ha partecipato a nu-merose mostre collettive e per-sonali. In questi ultimi anni ha sviluppato la sua ricerca artistica creando delle installazioni con cavi elettrici. In Cromoterapia Nani Crdenas non ricicla i cavi solo per la loro duttilit, legge-rezza e colore, ma questi diven-tano la traccia di un incontro virtuale. Ogni personaggio di-venta una riproduzione del dise-gno nello spazio. Ogni contorno si trasforma in figura umana, ani-male o vegetale, per poi tornare ad essere linea libera, forma e colore puri.

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    Agli inizi del secolo scorso, il quartiere di Barranco era un piccolo e tran-quillo villaggio sul mare, pochi chilometri a sud di Lima. Intorno agli anni 20, molti peruviani ricchi lo elessero a meta balneare e vi costruirono case sontuose. Con lallargamento della citt i ricchi se ne andarono e il vil-laggio, ormai conglobato nellarea metropolitana, sub un progressivo de-grado, fin quando gli artisti iniziarono a riqualificarlo, spostandovi i propri studi e abitazioni. Nella foto Anne Kesch, gallerista belga, che proprio a Barranco ha aperto la sua galleria darte Amaranto.

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    Belinda Tami e Eduardo Cochachin Gonzles fotografati nella galleria dar-te Amaranto durante la mostra collettiva Cosmovision, che esponeva alcu-ne loro opere. Artista plastica, Belinda Tami ha studiato presso la Scuola dArte Edith Sachs di Lima e ha partecipato a numerose mostre in Per e allestero. Attualmente sta lavorando al progetto Chancay (una civilt precolombiana semi sconosciuta, che fu inglobata dallimpero Inca) che le permette di relazionarsi in maniera diretta con una delle molte civilt sorte in Per prima dellarrivo degli Spagnoli. Eduardo Cochachin Gonzles un avvocato prestato alla pittura che ha partecipato a varie mostre collettive.

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    A sinistra: un musicista di strada rende omaggio alla statua in bronzo della famosa can-tante Chabuca Granda, situata in uno dei luoghi pi caratteristici di Barranco. Mara Isabel Granda Larco, conosciuta con il nome darte di Chabuca Granda, fu una cantante melodica che incorpor i ritmi afro-peruviani allinterno delle melodie convenzionali del valzer. Popolarissima anche oltre i confini del suo Paese, Chabuca Granda ha composto molte canzoni, tra cui la celeberrima La flor de la Canela, che evocano latmosfera ro-mantica e un po bohemienne del quartiere di Barranco.

    Sotto: oltre agli artisti ormai famosi, il quartiere di Barranco pullula di artisti di strada, come questa famiglia afro-peruviana, che si esibisce in una strada del quartiere cercan-do di attirare lattenzione dei passanti con uno spettacolo di musica e danza,. Anche se numericamente meno importanti rispetto ad altri Paesi dellAmerica Latina, gli abitanti del Per di origine africana rappresentano una comunit piuttosto consistente, la cui cultura ha profondamente influenzato la musica e larte peruviane.

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    A sinistra: se Barranco si ormai ritrasformata in luogo di tendenza, in una metropoli di quasi 8,5 milioni di abitanti come Lima sopravvivono moltissimi altri quartieri degradati e vere e proprie favelas. Uno di questi senzaltro il barrio San Cristobal, situato lungo le pendici dellomonimo monte, con le sue abitazioni popolari dai vivaci colori, che ne attenuano lo squallore.

    Sotto: un tassista improvvisato nel quartiere di Barranco. Sebbene non numerose come a Cuba, anche a Lima sopravvivono vecchie auto americane degli anni 60, che i proprietari riescono miracolosamente a mantenere in attivit.

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    Unanziana india vende dei poveri souvenir sulla scalinata che porta al Puente de los Suspirios (Ponte dei Sospiri). Nonostante il quar-tiere stia tornando un posto alla moda, continuano a sopravvive-re sacche di povert, soprattutto nella popolazione di origine indi-gena. Il Puente de los Suspirios un punto di riferimento di Barran-co. Fu inaugurato il 14 febbraio 1876 e la sua struttura originaria in legno sopravvisse a guerre e terremoti. Fu per abbattuto e ricostruito verso la met del XX sec. La tradizione vuole che chi esprima un desiderio e attraversi il ponte per la prima volta, in tutta la sua lunghezza di 31 m. senza re-spirare, vedr esaudito il proprio desiderio. Al ponte ha dedica-to una canzone anche la celebre cantante Chabuca Granda.

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    Barranco fu fondata da coloni spagnoli nel XIX sec. Inizialmente venne so-prannominata la citt dei mulini a vento perch gli abitanti li utilizzavano per attingere acqua dai pozzi. Agli inizi del XX sec. si trasform in una loca-lit balneare alla moda per lalta societ di Lima. Fu in questo periodo che vennero costruite la maggior parte delle residenze estive in stile coloniale dove i Limeos benestanti trascorrevano i lfine settimana.

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    Nel 1940 un forte terremoto colp la regione e anche Barranco venne gravemente danneggiato. Negli anni successivi il quartiere sub un forte degrado. Solo nellultimo decennio, inizialmente con larrivo di collet-tivi di artisti in cerca di un luogo tranquillo ed economico dove poter vivere e lavorare, le case sono state restaurate e riportate al loro antico splendore.

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    Un ragazzino sbircia dalla porta della sua casa lungo la Bajada a los Baos (la di-scesa al mare). Questo pic-colo sentiero che scende dal borgo, posto sopra la falesia (Barranco in spagnolo signi-fica proprio dirupo), fino alla spiaggia, venne realizzato nel 1870 per permettere agli abi-tanti di recarsi al mare. Attor-no al sentiero vennero costru-ite molte abitazioni, in parte scavate nella roccia della fa-lesia. Oggi molte di queste case sono state trasformate in piccoli e accoglienti risto-ranti con vista panoramica sul mare, dove pranzare in tutta tranquillit lontano dal caoti-co trambusto della metropoli.

  • 68

    Assieme alle vecchie case restaurate, a Barranco sono sorti una serie di moderni palazzi in stile californiano con fantastiche terrazze, dove ammira-re il tramonto sulloceano e la citt di Lima che si estende verso nord. An-che Barranco sta vivendo in parte quel fenomeno di gentrificazione che ha colpito altri quartieri degradati di metropoli sparse in tutto il mondo. Prima arrivano gli artisti che ridanno vitalit al quartiere e poi i costruttori realizzano nuove abitazioni di lusso per lalta societ, che vuole fuggire dal caos della metropoli.

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    Le grandi onde del Pacifico, che lambiscono Lima, rendono la citt uno dei luoghi pi gettonati per il surf. Lungo le coste da nord a sud si con-tano pi di 40 siti per gli appassionati della tavola, compresi luoghi di fama mondiale come Pico Alto, la Herradura, Punta Rocas o Cerro Azul. Il surf uno sport molto popolare in Per. Nel 1965 Felipe Pomar si laure campione del mondo a Punta Rocas, diventando una sorta di eroe nazio-nale. Nel 2004 Sofia Mulanovich stata la prima donna latino americana a vincere un campionato del mondo di surf.

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    Poco a nord di Barranco sorge il lussuoso quartiere di Miraflores, anchesso situato sulla falesia di fronte allOceano Pacifico. Si tratta di uno dei quartieri pi esclusivi di Lima, con moderni palazzi affacciati sul mare e molti parchi.

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    Particolarmente scenografica la striscia verde denominata El Malecn che si snoda per 10 km lungo la scogliera. Si tratta di un luogo perfetto per passeggiate, jogging e bicicletta.

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    I 10 km di parchi affacciati sulla scogliera di fronte al mare conosciuti come El Malecn, sono punteggiati di statue realizzate da artisti peruviani famo-si. Una delle pi imponenti mostra una coppia impegnata in un intenso abbraccio, creata dallartista Victor Delfin. La scultura il pezzo centrale di una sezione del Malecn noto come Parque del Amor, le cui panchine ricoperte da ceramiche sono profondamente ispirate ad Antoni Gaud. Si tratta di uno dei luoghi preferiti dalle giovani coppie per incontri romantici.

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    Un altro dei luoghi prediletti dai giovani innamorati sono le panchine di Plaza De Armas o Plaza Mayor. La piazza il luogo dove Francisco Pizarro fond la citt di Lima nel 1535. La sua storica grandezza si riflette negli edifici situati tutto intorno, come il Palazzo del Governo, fatto costruire da Pizarro nel luogo dove sorgeva la reggia dellultimo imperatore Inca, il Palazzo Arcivescovile e la Cattedrale.

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    Il Monastero di San Francesco si trova allinterno del centro storico di Lima, diventato pa-trimonio mondiale dellumanit dellUNESCO nel 1991. La chie-sa e il convento vennero consa-crati nel 1673, sopravvissero a diversi terremoti, ma furono se-riamente danneggiati da quello del 1970. Allinterno del mona-stero si trovano una biblioteca con circa 25.000 testi antichi e delle catacombe che servirono da luogo sepolcrale fino al 1808, quando si realizz un cimitero fuori dalla citt.

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    La Cattedrale di Lima uno dei luoghi prescelti dalle coppie di giovani sposi per le foto dellalbum matrimoniale. In questo caso il marito vigile del fuoco, ha voluto farsi immortalare con la moglie a fianco di uno dei mezzi che in genere utilizza per gli interventi di pronto soccorso.

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    Verso sera, la scenografica Plaza De Armas, con i suoi grandiosi edifici sto-rici illuminati a giorno, diventa un posto molto frequentato dai giovani di Lima. La Cattedrale dedicata a San Giovanni Apostolo ed Evangelista. La sua costruzione venne iniziata da Francisco Pizarro nel 1535, in quella che allora si chiamava Ciudad de Los Reyes. Distrutta da un paio di terremoti nel 1609 e nel 1746, venne ricostruita e ristrutturata diverse volte. Nella facciata sono presenti due torri campanarie settecentesche e tre portali. Sulla sinistra si affiancano la chiesa del Sagrario e il palazzo arcivescovile.

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    Lartista Elena Candiotte (a ds.) fotografata con unamica nel ristorante El Canta Rana a Barranco. Inizialmente influenzata dal pittore espressio-nista Victor Humareda, Elena Candiotte ha vissuto in varie parti dellA-merica Latina e in Europa. Nellultimo decennio si trasformata in artista poliedrica, realizzando gioielli, cappelli e corsetti in terracotta, bronzo, vetro, chiodi, stoffe, particolarmente audaci e stravaganti, che rievocano le atmosfere felliniane.

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    Il ristorante El Canta Rana uno dei locali maggiormente frequentati dai giovani abitanti di Barranco. Una delle sue specialit il ceviche, un piatto a base di pesce e frutti di mare crudi marinati nel limone. In Per diffuso su tutto il territorio nazionale e i Peruviani lo considerano un vero e proprio patrimonio culturale. La sua origine risale allepoca precolombiana. Gi durante la civilt Mochica, circa 2.000 anni fa, si preparava un piatto di pe-sce crudo marinato nel succo fermentato di passiflora. Gli Inca lo marina-vano nella birra. Il limone e la cipolla vennero poi aggiunti dagli Spagnoli.

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    La piazza dove sorge la Bibliote-ca Municipale di Barranco Ma-nuel Bengolea uno dei punti nevralgici del quartiere e un ot-timo punto di partenza per una visita. Ledificio in stile neoclas-sico, venne inaugurato il 1 otto-bre 1922 e per molti anni ospi-t la municipalit di Barranco, prima di essere trasformato in biblioteca comunale. LInstituto Nacional de Cultura lha classifi-cato come monumento storico.

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    Al calar della sera, la tranquilla Barranco si trasforma in un luogo di diver-timento. Iniziano ad affollarsi le strade attorno al Parque Municipal e si accendono le luci dei molti ristorantini che offrono cucina tipica peruviana. Nelle peas vanno in scena spettacoli di musica folcloristica e concerti di musica creola e afro-peruviana.

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    A Barranco si trovano molti edifici in stile coloniale chiamati ranchos. Uno tra i pi rappresentativi di questo genere la Casa Rosell Rios costruita tra il 1909 e il 1912, quando il quartiere si avviava a diventare il luogo di vil-leggiatura dellaristocrazia limea. La casa venne realizzata dallarchitetto francese H. Ratouin per la famiglia Rios, mischiando elementi decorativi vittoriani, art nouveau e neoclassici, senza dimenticare simboli preispanici come il mare, i pesci, il sole e la luna, tipici della cultura Inca.

  • Lungo il Malecn, poco lontano dal Parque del Amor, si trova la scuola di parapendio. Sfruttando le correnti ascensionali provenienti dalloceano, possibile lanciarsi dalla scogliera per ammirare il panorama sopra il quartiere di Miraflores. Anche se non siete esperti di volo libero, potete provare lemozione di volare accompagnati da una guida qualificata.

  • I N F O U T I L IFoto e testi di Bruno Zanzottera

    COME ARRIVAREIberia - Voli per Lima via Madrid a partire da 780 .American Airlines - Voli per Lima via Miami a partire da 750 .

    QUANDO ANDARELungo la costa il periodo da ottobre ad aprile corrisponde alla stagione secca estiva con temperature abbastanza eleva-te. Durante la stagione inver-nale da maggio a settembre, si hanno temperature pi miti e il rischio della garua, una foschia creata dallevaporazione marina a contatto con il clima secco del deserto, che ad intervalli irrego-lari avvolge le spiagge sulloce-ano. Le piogge sono rarissime.

    GALLERIE DARTEGaleria Lucia de la Puente, Paseo Senz Pea 206, Barranco, Lima. Esposizioni: Sandra Gamarra 14-10-2015 / 14-11-2015 Julia Na-varrete 18-11-2015 / 30-12-2015

    Yvonne Sanguineti Galera de Arte, Av. Grau 810 Barranco, Lima.

    Galeria de arte y caf Amaranto, Jr. Ayacucho 269, Barranco, Lima.

    SPECIALITIl ceviche un piatto tipico del-la costa del Per e di altri Paesi latino americani. E composto da pesce o frutti di mare crudi, con una marinatura che permette una cottura naturale delle car-ni, che vengono cos ingentilite dal sapore del limone o del lime, a cui vengono aggiunte delle spezie quali peperoncino o co-riandolo. Curiosa e controversa lorigine della parola ceviche: lo storico peruviano Javier Pul-gar Vidal lo deriva dal termine quechua siwichi, che signifi-ca pesce fresco o pesce tenero, mentre un altro studioso Juan Jos Vega sostiene che il termi-ne abbia unorigine araba Sibe-sh, perch le donne moresche, catturate durante la Reconquista dalle milizie Cattoliche, mescola-vano il pesce crudo con il succo di limone o darancia.Il Pisco Sour invece il cocktail nazionale peruviano a base di pisco, unacquavite di vino pro-veniente dallomonima cittadi-na del Per centro-meridionale. La sua composizione prevede: 40 grammi di pisco, il succo di mezzo lime, mezzo cucchiaio di zucchero o sciroppo di gomma arabica, bianco duovo battuto a neve, una goccia di angostura, ghiaccio in cubetti.

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    Pagina precedente: Badami una delle perle del Karnataka. La citt situata allinterno di una scogliera semicircolare ed famosa per le sue numerose grotte dedicate a varie divinit e religioni.

    Pellegrini al tempio dedicato a Vitthala, un incarnazione di Vishnu, il preservatore. Divinit india-na che nellantica religione vedica aveva caratteri cosmici e solari. Costituisce insieme a Brahma e Shiva la triade indiana; in essa Vishnu rappresenta il principio conservatore, intervenendo ogni volta che lordine universale minacciato.

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    Il suggestivo tempio posto al centro del piccolo lago.

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    Pellegrini attraversano il fiume Tungabhadra per dirigersi verso alcuni templi posti sulle sue rive.

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    Pellegrini in viaggio sulle strade del Karnataka, diretti ad Hampi.

    Una donna dalle vesti colorate porta sulla testa contenitori dacqua, prelevata al fiume Tungabha-dra. Ogni giorno deve percorrere molta strada per portare lacqua al villaggio.

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    India. Karnataka. Hampi. Il tempio dedicato a Vitthala, una delle incarnazioni di Vishnu il preserva-tore. Il tempio famoso per le sue colonne in pietra che suonano ed uno dei pi grandi esempi dellarte dellimpero Vijanagar.

    Nella pagina precedente: scene di vita quotidiana nel piccolo suggestivo lago di Badami, con il tempio dedicato a Shiva sullo sfondo. Shiva, lo sposo di Kali, rappresenta il mito ambivalente per eccellenza. Invirt dei suoi molteplici aspetti, benevoli e terrifici a un tempo, assume forme ed epi-teti diversi.

    Al tempio di Ganesh, una gigantesca statua in pietra monolitica del dio dalla testa di elefante. Le-norme statua di pietra molto venerata dagli artisti.

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    Nella pagina precedente: limpero di Vijanagar fior tra il XIV e il XVII secolo sulle rive del fiume Tun-gabhadra. Il sito, sotto tutela UNE-SCO, costellato di templi, statue e alloggi tra cui spicca il tempio Vi-rupaskha con limponente Gopura, che domina lentrata del tempio.

    Un Sadhu in attesa dei pellegrini che gli chiederanno la lettura dei mantra.

    Durante la festa della Dussehra due pellegrini si calano nei ruoli di Rama, il settimo avatar di Vishnu, e sua mo-glie Sita. Rama la personificazione del bene che sconfigge il male.

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    Scene di vita quotidiana in una via di Badami, trasformata in un ruscello dalla pioggia monsonica. abitudine indiana lavare i panni nei fiumi o nei laghi, visto che spesso le case non hanno acqua corrente.

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    Pellegrini nella vasca sacra del villaggio durante un bagno purificatore.

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    Un bramino prega il toro Nandi in un tempio dedicato al dio Shiva. Il toro Nandi considerato il protettore del dio Shiva. Ogni divinit, infatti, sempre accompagnata da un veicolo animale: Ganesh ha il topo, Durga il leone, Vishnu laquila, Murugan un pavaone e Shiva il toro Nandi. Il toro rappresenta la forza selvaggia, non completamente addomesticabile e la potenza sessuale.

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    Un monaco di fede Jaina Svetambara - Colui che veste di solo bianco - sulla sommit del tempio a Shravanabelagola.

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    Un Bramino custode del tempio dedicato al dio Shiva. In molti templi nellantica regione del Deccan vietato lingresso ai non induisti.

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    Una donna anziana prepara il pane di prima mattina. Alcuni dei templi in rovina nei dintorni del sito archeologico sono stati tra-sformati in abitazioni dai locali.

    Un Bramino mentre legge testi sacri della religione induista.

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    Nella pagina precedente: Rashid uno dei traghettatori che porta i pellegrini da una sponda allaltra del fiume Tugabhadra. Nella foto con la sua barca circolare in spalla mentre si reca al lavoro di prima mattina.

    Una famiglia al mercato, luogo di incontri e commerci.

    Allinterno del tempio Virupaksha fervono i preparativi per una festa locale in onore del dio Shiva.

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    Particolare di uno dei templi a Pattadakal. Qui centinaia di bassorilievi raccontano la fede induista, con le sue molteplici divinit.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Graziano Perotti

    QUANDO ANDAREIl periodo migliore per visitare Hampi e la regione del Karnata-ka va da Ottobre a marzo, ma il sito visitabile tutto lanno.

    DOCUMENTIPassaporto in corso di validit di almeno sei mesi dalla data din-gresso e richiesta del visto che pu avere una validit sino a tre mesi.

    FUSO ORARIO+ 4 ore e 30 minuti (3 ore e 30 minuti con in vigore lora legale).

    ELETTRICIT220 volt. Nella regione del Kar-nataka le prese sono circolari a tre poli e bisogna munirsi di adattatore.

    Tutte le informazioni per un viag-gio in Karnataka e ad Hampi si possono trovare al link dellEnte Nazionale del Turismo Indiano.

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    A Santo Stefano di Sessanio (foto di apertura), da qualche anno albergo diffuso, con numerose trattorie e taverne celate nellintrico delle viuzze in pietra, arrivano le prime folate di aria gelida che spogliano alberi e prati e la prima neve ricopre i tetti di borghi silenziosi.

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    Sulla Piana di Navelli, ai piedi dellimpo-nente massiccio del Gran Sasso, gigante calcareo alto quasi tremila metri, laria tersa settembrina gi un lontano ricor-do. Si fanno avanti le atmosfere brumo-se novembrine, che fanno apparire le ro-vine del castello di Rocca Calascio, il pi alto dAbruzzo, come dei muri fantasma annegati nel biancore della nebbia.

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    Basta lasciarsi guidare dal profumo per scoprire paesaggi mozzafiato, colorati da al-beri in abiti autunnali, cascate e torrenti gonfi di pioggia. Luoghi ed echi di unItalia antica, quasi scomparsa, per chi va alla ricerca di tradizioni, emozioni e sapori in que-sto spicchio dAbruzzo impervio e nascosto, abitato da svariati animali. Tra questi il falco pellegrino, elegante rapace che nidifica sulle pareti rocciose pi verticali.

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    Sono rari i posti al mondo dove i Crocus sativus crescono spontanei. I terreni ideali, simili a quel-li dorigine, devono avere condizioni ottimali perch il bulbo dia il suo fiore blu con i preziosi

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    bastoncelli rossi: praterie daltitudine battute da un sole torrido destate e inverni freddi, come quelle che si incontrano quass.

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    I primi bulbi sono arrivati dallO-riente, ben nascosti e custoditi nei sacchetti di cuoio di ladri e mer-canti, che avevano intuito lenorme possibilit di arricchimento con la vendita di questa preziosa spezia. Volete vedere campi fioriti in autun-no inoltrato? Si pu. Ogni anno su questi altipiani battuti da folate ge-lide, accade un miracolo. Migliaia di crochi blu fioriscono per regalare una spezia tra le pi pregiate e usa-te al mondo: lo zafferano. Il tesoro rosso di Navelli e Civitaretenga, piccolo borgo di 200 anime, tra la fine di ottobre e inizi novembre per due settimane circa, d lavoro a una novantina di soci della cooperativa, per compiere il gesto pi semplice al mondo: cogliere fiori. Tra i petali de Crocus si nascondono i tre stim-mi rossi che, tostati, diventeranno una prelibatezza per bongustai.

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    La raccolta dei fiori viene effettuata allalba, quando la campana della chiesa di Civitaretenga rin-tocca sei volte e i fiori sono ancora chiusi. Perch con il sole il bocciolo si apre e rovina gli stimmi. Il tutto dura due ore ogni giorno. Il prezioso carico viene riposto con delicatezza in canestri ben aerati e portati in casa.

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    Quando fuori si annusa larrivo della prima neve e il sole al tramonto non da pi calore i soci della cooperativa di Civitaretenga si riuniscono in casa per la pratica della sfioratura.

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    Le mani esperte sfiorano, danzano, staccano con precisione millimetrica i tre stimmi rossi penduli, e cos per ore davanti al camino acceso raccontandosi storie di una vita, in compagnia di parenti e amici.

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    Per avere un idea di quanti boc-cioli si devono sfiorare per ottenere un chilo di stimmi bisogna ragiona-re sulle 200 mila corolle ci dice un socio. Una novantina di agricoltori raccolgono alla fine della breve sta-gione cinquanta chili circa di zaffe-rano. molto pi costoso di quello che si trova gi confezionato nella grande distribuzione, quasi sempre proveniente dalla Spagna, il paese che ne esporta di pi al mondo ma spesso di scarsa qualit perch ta-gliato con altre spezie meno nobili.

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    A portare per la prima volta su que-sta piana arida e sterile i preziosi bulbi era stato nel XIII secolo il mo-naco dominicano Santucci, inquisi-tore sotto Filippo II, originario pro-prio di Navelli. Al contrario di altri luoghi dove il bulbo viene coltivato perennemente, qui gli stessi vengo-no dissotterrati, selezionati e reim-piantati ad agosto. Una procedura pi lunga e faticosa per la schiena e uno dei motivi del declino di que-sta tradizione tenuta in vita solo qui. Quando a novembre anche lultimo fiore stato raccolto sulla piana, e i campi messi a riposo, gli stimmi ros-si vengono posati su una retina fine e messi a essiccare vicino al fuoco di un camino. Solo lesperienza acqui-sita negli potr trasformare questi bastoncelli in spezia preziosa, pesa-ta con strumenti da gioielleria, visto che il prezzo attuale si aggira sui 12 mila euro al chilo.

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    Pagina precedente: il borgo medi-ceo di Santo Stefano di Sessanio, nel cuore del parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga, appare dopo un tornante ben mimetizzato tra le rocce circostanti. A quasi 1400 metri daltitudine, stato dichiarato tra i dieci borghi pi belli dItalia. Da qualche anno stato trasformato in albergo diffuso dallimprenditore italo svedese Daniel Elow Kihlgre-en, che ha ridato vita a vecchi pa-lazzi, logge, abbandonati dagli abi-tanti, emigrati nel mondo in cerca di fortuna.

    Ogni anno decine di chili di zaffera-no della Cooperativa di Civitareten-ga e Navelli partono per impreziosi-re piatti dItalia e del mondo con il loro inconfondibile sapore. Che sia risotto giallo o il piatto di polpette di vitello e piselli allo zafferano del-le foto, assaporati con un buon vino rosso, avranno un effetto straordi-nario sul nostro umore.

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    Piatto di gnocchi alla crema di zaf-ferano e lottimo formaggio cane-strato di Castel del Monte, presidio Slow Food, ottenuto nel territorio del parco nazionale del Gran Sas-so con latte ovino crudo. Le pecore pascolano sullaltopiano di Campo Imperatore fino allinizio dei primi freddi, poi, con la transumanza ven-gono trasferite nelle pi miti terre della Puglia settentrionale.

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    La torta alla crema di zafferano, un dolce dal colore inconfondibile e molto apprezzato. Qui la cu-cina casalinga, con prodotti locali, ben radicata e si sfruttano tutti i prodotti della terra montana abruzzese.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Vittorio Giannella

    COME ARRIVAREAutostrada A25 Roma-LAqui-la-Pescara, uscire a Popoli e se-guire per Navelli.

    DOVE DORMIRESexantio albergo diffuso a S.Ste-fano di Sessanio, t 0862 899112. Casa verde, agriturismo dei soci della Cooperativa zafferano a Civitaretenga. Con loro pos-sibile organizzare una giornata di raccolta dei boccioli. t 0862 959163. Rifugio della Rocca a Rocca Calascio, si dorme in ca-merate o in piccoli appartamen-ti, posti in posizione invidiabi-le, con la vista che spazia fino alle cime del Gran Sasso. t 338 8059430, 340 4696928.

    DOVE MANGIAREAntica Taverna a Navelli, locale che vanta anni e anni di attivi-t, interno a volta con sassi a vista. Da non perdere assolu-tamente un piatto di pasta alla chitarra con gamberi e zaffera-no, o tagliatelle al cioccolato con polpa di cinghiale. Chiuso il mercoled. Ristorante Il Cantinone di via Boragno a S.Stefano di Ses-sanio, nel cuore del sugge-stivo borgo. Piatti della tradi-zione abruzzese, come zuppe di lenticchie, formaggi DOP come il canestrato di Castel del Monte. Tel. 0862 899112. Ristorante agriturismo I sapo-ri di campagna a Ofena, dove gustare zuppe di farro e lentic-chie, gnocchetti alle erbe o le sagnette con ceci e zafferano. t 0862 954253

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    Poche citt al mondo vantano un numero di dipinti su muro cos ele-vati (oltre 150). Insieme a Berlino, Lione lindiscussa capitale euro-pea della pittura murale: affreschi, dipinti e trompe-loeil raccontano storie del passato e del presente, sempre legate al proprio quartiere e alla propria storia.Non solo una questione ornamen-tale. Osservare questi dipinti, in-fatti, significa apprendere lidentit lionese, le differenti classi sociali dei numerosi quartieri cittadini, i suoi simboli, i suoi valori e i suoi abitanti. Un modo unico per vivere e capire appieno la citt, che da oltre trenta-cinque anni si riempie dei colori dellarte, dando spazio a nuovi con-cetti durbanizzazione e abbellendo quartieri altrimenti spenti.

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    Ogni angolo di Lione, anche quello pi popolare e di periferia, possiede al-meno un dipinto che racconta una storia legata al proprio quartiere, passa-ta o presente che sia. La cosa incredibile che le persone ritratte sono reali e in molti casi ogni dieci anni vengono ridisegnate con laspetto recente; quindi una bambina ritratta 30 anni fa, oggi ridisegnata adulta, magari a sua volta con dei figli: un disegno che cresce con i propri soggetti!

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    I cittadini sono cos orgogliosi e fieri dei propri dipinti che la richiesta di raccontare, modificare e disegnare nuove storie quotidiane sui muri delle proprie abitazioni in continuo aumento, tanto che a Lione nata la prima scuola al mondo di pittura murale che si chiama EcohlCit.Il fondatore Gilbert Coudne spiega: Noi siamo al servizio di un progetto, al servizio di un ambiente, al servizio delle persone. Non facciamo quello che abbiamo davvero voglia di fare, facciamo quello di cui il luogo o lam-biente ha bisogno. I muri sono la pelle degli abitanti e noi cerchiamo di soddisfare le loro richieste.

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    Nel quartiere popolare Etas-Unis, unintera facciata dedicata al visionario Tony Garnier, noto architetto urbanista dalle marcate idee socialiste. Nato nel 1869 pro-prio in questo angolo di Francia, diventato famoso per aver progettato e costruito negli anni 20 i primi quartieri operai di Lione (oggi considerati linizio dellarchitet-tura moderna), rifacendosi ai suoi studi sulla Citt Industriale. Un bellesempio sulle concezioni urbanistiche innovatrici dei primi del 900. Nel dipinto, oltre al suo ritratto, sono stati inseriti i grandi progetti che Garnier ha realizzato a Lione.

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    Nel Rinascimento Lione era un im-portante centro di scambi e grazie al commercio della seta divenne ben presto una delle realt economiche pi fiorenti dEuropa. Nel quartiere Croix-Rousse, il cuore storico della cit-t, oggi dichiarata patrimonio dellu-manit dallUNESCO, si trovavano artigiani, stampatori e tessitori della seta, tutto gravitava intorno a questo tessuto animale. Oggi uno dei quar-tieri pi eleganti e ambiti della citt e, anche se il mercato della seta dra-sticamente crollato, si possono ancora trovare vecchie tessitorie che lavorano questa fibra, per lo pi laboratori-mu-sei, dove vedere allopera i rumorosi e giganteschi telai. Importante ricordare che proprio qui, nel 1831, ci fu la prima rivolta operaia della storia operata dei setaioli contro lo sfruttamento e i salari da fame.

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    Nella pagina precedente:Uno scorcio del quartiere Cit Internationale, realizzato da Renzo Piano e completato nel 2006

    Per ogni cinefilo che si rispetti, non pu mancare una visita alla casa museo dei fratelli Lumire, considerati gli inventori del cinema. Il museo si trova allinterno della villa appartenente alla famiglia Lumire e ospita una ricchissima cinemateca con i primi girati della storia (1400 film originali restaurati e il primissimo film della storia Luscita dalle officine Lumire), nonch le prime macchine da ripresa, proiettori, libri, immagini e oggetti strettamente legati alla storia del cinema. Un patrimonio che, nel 2005 stato definito memoria del mondo dellUNESCO.

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    Usanze hollywoodiane a Lione. In rue Primier-Film, sul muro di cinta dellInstitut Lumire, si trova Le Mur des Cineastes, ben allinate centinaia di targhe in metallo dorato riportano i nomi di celebrit da tutto il mondo che hanno reso famosa la settima arte.Durante il mese dottobre si svolge il festival Lumire, nelle scorse edizioni sono stati premiati registi e attori come Almodvar, Tarantino, Clint Ea-stwood e Depardieu.Unampia ala del museo dedicata alle miniature con opere iperrealistiche dellartista Ohlmann, mentre una stanza dedicata allarte della scenografia.

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    La Passarelle du Collge tra i ponti pedonali sospesi pi famosi e amati della citt, costruito nel 1845 univa la riva destra al collegio cittadino.

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    Una magnifica abbazia reale, nel cuore della citt, la sede del Mu-s des Beaux-Arts de Lyon, uno dei principali e importanti musei francesi ed europei. Un percorso espositivo che parte dal chiostro e si sviluppa nelle settanta sale, pro-pone ai visitatori opere dallantichi-t allarte moderna.Trentacinque sale sono dedicate alla pittura occidentale dal Trecen-to fino agli anni Ottanta, un ampio spazio dedicato alla pittura italia-na con opere di Tintoretto, Perugi-no, Tiepolo e Canaletto. Nove sale sono dedicate allarte an-tica, unesposizione di oltre 14000 reperti provenienti dallantica Roma, lantica Grecia e dallantico Egitto, fiore allocchiello la magnifica teca dei sarcofagi egiziani. Si finisce con una vastissima raccolta di sculture, presenti opere di Modigliani, Rodin, Picasso e Fiesole.

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    Lione, insieme a Torino e Praga for-ma il triangolo della magia bianca, non a caso soprannominata cit-t del leone che per lesoterismo significherebbe citt del mistero e della magia.Come Torino e Praga, attraversa-ta da due fiumi con caratteristiche energetiche opposte, la Saona fem-minile e il Rodano Maschile. Il leone era il simbolo del dio celtico del sole e delle messi, venerato nel periodo dellimperatore Claudio. Si suppo-ne che a Lione nacque Ponzio Pilato e nel 1786 venne fondata la prima Loggia la saggezza trionfante del Rito Egizio della Massoneria. Per un appassionato di misteri Lione la citt giusta!

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    Lione considerata la culla della nouvelle cuisine, ovvero la grande gastronomia francese.Potete scegliere tra le numerosissime trattorie e i ristoranti stellati, in entrambi i casi troverete una cucina capace di deliziare i palati pi esigenti.Per non sbagliare scegliete quelli che espongono il marchio bouchon lyonnais cre-ato dalla camera di commercio al fine di garantire la tipicit lionese, con qualit e servizio impeccabile.Lione la citt di Paul Bocuse, considerato uno dei pi grandi chef mondiali, lunico che ha saputo tenere per cinquantanni le tre stelle Michelin. Talmente amato e vene-rato che gli hanno intitolato il mercato Halles de Lyon-Paul Bocuse dove da sempre acquista i prodotti per il suo ristorante.

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    Una barca a vela naviga sulla Sane, il fiume che insieme al Rodano attraversa Lione. Sullo sfondo il ponte pedonale Passarelle du Palais de Justice, costruito nel 1984 dallarchitetto Charles Delfante.

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    I N F O U T I L IFoto e testi di Giovanni Tagini

    DOVE DORMIRE

    Grand Hotel De La Paix2 place Francisque Regaud 69002tel 0478371717

    La Tour Rose22 rue du Buf 69005tel 0478926910

    Kyriad Lyon Centre Croix-Rousse48 rue Hnon 69004tel 0472002222

    DOVE MANGIARE

    Bouchon Comptoir Brunet23 rue Claudia 69002 tel 0478374431

    Daniel et Denise156 rue de Crqui 69003tel 0478606653

    Le Polon DOr26 rue des Remparts dAinais 69002tel 0478376560

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    UN FOTOGRAFO AL MESE

    1) Quando e come iniziata la tua passione per la fotografia?

    iniziata molto tempo fa, con una Pentax ME Super acquista-ta con i primi stipendi, quando ancora il digitale era impensa-

    bile e la fotografia era fatica: ri-cavarsi una camera oscura nel bagno di casa ed emozionarsi a veder emergere le immagini dal nulla. Fare centinaia di dia-positive e divertirsi a inventare ci che oggi col digitale un

    gioco semplicissimo: creare.La passione stata accantona-ta per diversi anni fino allav-vento del digitale, che ben si accorda con la mia impazien-za. Ho ripreso nel 2006 con la prima compattina Canon e ora, a fasi alterne, continua con spirito diverso.

    2) Quale corredo usi?

    Uso fotocamera e obiettivi Canon. Faccio spesso foto di scena: a teatro uso un 100/400, che mi permette di stare defilata rispetto al pubblico e mi toglie il peso dellinvadenza ma non il peso sul braccio, che comin-cia a risentirne. Uso un 50 macro per le foto floreali e lo still life, un 24/105 e un 12/24 per tutto il resto.

    3) Preferisci le foto in bianco e nero o colore?

    Non ho preferenze, come non ho preferenze di genere. Alcune foto nascono in BN gi nella macchina. Per al-tre, come le foto floreali, non posso prescindere dalle sfu-mature di colore, per quan-to spesso mi piaccia giocare con il BN anche quando foto-grafo i fiori.

    4) Per te la fotografia arte o un modo di comunicare?

    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Paola Congia.

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    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Paola Congia.

    Ultimamente la parola co-municazione ha assunto ac-cezioni ambigue, che faccio fatica ad accostare allarte (vedi marketing e immagini che tendono a indirizzare o condizionare il gusto e le opinioni).Preferisco considerare la fo-tografia un modo per espri-mersi. 5) Se potessi fotografare un luogo per te perfetto, quale sarebbe?

    Non esiste per me un luogo perfetto da fotografare. Esiste la foto perfetta del luogo perfetto che, per for-tuna, devo ancora continuare a cercare. Spero di saper ri-conoscere quel luogo, quan-do lo vedr, e di esserne allaltezza, fotograficamente parlando.

    6) Cosa cerchi in una foto-grafia?

    Posso dire cosa mi piace in una fotografia: la forza otte-nuta con lessenzialit, il ri-gore formale, lespressivit. Cerco i giochi di luce quando fotografo i fiori o i paesaggi, cerco di rubare suggerimenti dalle foto dei Grandi Foto-grafi. Se si riesce ad osserva-re una fotografia per pi dei 4 secondi canonici e poi vien

    voglia di riguardarla trovan-doci ancora qualcosa di nuo-vo, quella sicuramente una fotografia riuscita.

    Svela un trucco della magia delle tue foto

    Niente trucchi e niente ma-gie. Dovrei sostenere lipo-tesi che ci sia magia nelle mie foto. Invece credo che dovr lavorare ancora mol-to per ritenermene almeno soddisfatta.

    8) Qualche nota biografica

    Non essendo fotografa pro-fessionista, da tempo im-memorabile (pi o meno dal cenozoico), mi sono guada-gnata il pane lavorando in al-tro ambito: insegnando mu-sica fino al raggiungimento della laurea in medicina e, ora, esercitando la profes-sione di medico oculista. Divido il tempo libero tra fo-tografia, lettura e musica.

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  • natura

    N E L P R O S S I M O N U M E R O

    ITALIAFerrovie del Sud Est: il finestrino racconta

    mentecOSTArIcATutti i colori del mondo

    gusto TANZANIALa dura vita degli Hamda

    corpocUBASulle orme di Hemingway

    cuoreTR

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    DANIMArcACopenaghen servito

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