TravelGlobe Luglio 2015

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Numero di Luglio 2015 GERMANIA • TURCHIA • MADAGASCAR • ZANZIBAR • MYKONOS • Fotografo del Mese: GIOVANNI TAGINI

Transcript of TravelGlobe Luglio 2015

  • Federico Klausner direttore responsabileFederica Giuliani direttore editoriale Devis Bellucci redattoreSilvana Benedetti redattoreMaddalena De Bernardi redattoreFrancesca Span redattore

    Paolo Renato Sacchi photo editor Isabella Conticello graficaWilly Nicolazzo grafico Paola Congia fotografaAntonio e Giuliana Corradetti fotografiVittorio Giannella fotografoMonica Mietitore fotografaGraziano Perotti fotografoEmanuela Ricci fotografaGiovanni Tagini fotografoBruno Zanzottera fotografo Progetto grafico Emanuela Ricci e Daniela Rosato Indirizzo: [email protected]

    Foto di copertina: Giovanni Tagini - Mykonos

    Tutti i testi e foto di questa pubblicazione sono di propriet di TravelGlobe.it Riproduzione riservata

    TravelGlobe una testata giornalistica Reg. Trib. Milano 284 del 9/9/2014

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    EDITORIALEI boat people sono tornati

    Rohingya, ricordatevi questo nome. Perch se avete provato piet e un sen-timento di accoglienza per i migranti in fuga dalle coste libiche, dalle guerre e dalla miseria, diretti verso la nostra penisola, sappiate che sono dei privile-giati. 3000 profughi a bordo di barconi galleggiano ancora abbandonati nel Golfo del Bengala. Sono Bangladesi e Rohingya, respinti da tutti i Paesi con-finanti: Thailandia, Myanmar, Malaysia, Bangladesh e Indonesia. Ogni tanto viene portato loro un po di cibo e di acqua, ma sono pi spesso trainati in mare aperto e lasciati galleg-giare alla merc delloceano dalla ma-rina thailandese. I Rohingya sono una minoranza mu-sulmana perseguitata da decenni in Myanmar (lantica Birmania), perch ri-tenuta di immigranti bengalesi e non discendenti di mercanti arabi insedia-tisi nello stato birmano del Rakhine ol-tre 1.000 anni fa, come si considerano loro. Situazione ulteriormente aggrava-ta dopo le riforme introdotte dal pre-

    sidente birmano Thien Sein nel 2011, che hanno tolto loro il diritto di voto. Negli ultimi anni, secondo le Nazioni Unite, 120.000 Rohingya si sono im-barcati su barconi con destinazione lignoto, perch il governo thailande-se persegue ora i trafficanti, che li tra-sportavano nei campi profughi nel sud del Paese e che cos ora li abbandona-no in mezzo al mare. Perfino ai pesca-tori viene ordinato di non prestare loro soccorso. Una crisi umanitaria dimenticata e ir-resolubile, perdurando la posizione ostruzionistica del Myanmar, lunico Paese che potrebbe migliorare la situa-zione creando condizioni di vita meno dure per i Rohingya. E che invece, nel marzo del 2014, ha addirittura vieta-to la parola Rohingya e imposto che la loro registrazione avvenisse sotto il nome di bengalesi cercando di estirpa-re il problema allorigine. Solo unaltra delle tante tragedie di-menticate in questo mondo squilibra-to, egoista e cinico.

  • 5M E N T E C U O R EN A T U R A G U S T OC O R P OLE

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    S O M M A R I O

    MADAGASCARLarca galleggia ancoraFoto e testi di Vittorio Giannella75

    MYKONOSIl divertimento servitoFoto e testi diGiovanni Tagini125

    GERMANIAAtmosfere barocche sul lagoFoto e testi di Federico Klausner 09

    ZANZIBARVia della spigaFoto e testi diGraziano Perotti105

    NEWS06

    EDITORIALEdi Federico Klausner03

    TURCHIAIzmir la bellaFoto F. Klausner, testi F. Giulianicon intervista a F. Ozpetek 37

    FOTOGRAFO DEL MESEGiovanniTagini152

  • 6Nel cuore verde delle Alpi Sviz-zere, a Kandersteg a 60 km da Berna, la famiglia Maeder apre le porte dellantico e caratte-ristico hotel Ruedihus, che fa parte della catena Swiss Histo-ric Hotels, per regalare ai suoi ospiti una vacanza a base di na-tura, gastronomia e benessere.Ruedihus il secondo hotel al-pino di categoria 4 stelle supe-rior della famiglia dove, nellan-tica baita costruita 250 anni fa, potrete rivivere latmosfera, la tranquillit e il fascino di epo-che lontane. Doldenhorn

    A Napoli, in Via Ferrigni, ha aperto il primo Burger ITALY con un menu integralmente firmato dallo chef Pietro Pari-si. Tutti i panini sono preparati con farine e grani antichi e far-citi con le migliori prelibatezze gastronomiche del territorio come le Alici di Menaica e il Conciato Romano. Un burger gourmet da non perdere.

    HOTEL DI LUSSO

    BURGER GOURMET

    Il capoluogo del Baden-Wrtt-emberg festeggia la sua lun-ga tradizione enologica con lo Stuttgarter Weindorf: la pi grande sagra del vino in Ger-mania che, questanno, torna dal 26 agosto al 6 settembre nel cuore della citt. 126 gra-ziosi chioschi di legno decorati con i classici motivi della ven-demmia serviranno ottimi vini di produzione regionale. Info: Stuttgarter Weindorf

    Nel cuore del Tirolo austriaco c un luogo magico che piace sia ai grandi che ai bambini: i Mondi di Cristallo Swarovski, a Wattens. Qui, tra vecchi e nuovi allestimenti, potrete addentrar-vi in un mondo fatto di luce e magia. Per il 120 anniversario della fondazione della storica azienda riaprono al pubblico completamente rinnovati con cinque Camere delle Meravi-glie riallestite per nuove espe-rienze ed emozioni. Info: Swarovski Kristalwelten

    VINO IN GERMANIA

    MONDI DI CRISTALLO

  • 7TastyBus, un bus dotato di ogni comfort, accompagner i visita-tori provenienti dalle spiagge di Lignano, Grado, Bibione e dalle principali localit del Nord Ita-lia alla scoperta delle eccellen-zeenogastronomiche del Friuli Venezia Giulia, con visite alle aziende e degustazioni. Info e programma: TastyBus

    Winery Havens, ideata dallo-peratore Maui, lesperienza perfetta per i viaggiatori che amano il cibo e il vino. Prevede che i turisti in camper possano parcheggiare il proprio mezzo di trasporto e pernottare presso cantine selezionate immerse nei meravigliosi panorami del South Australia. Il costo di 140 dollari australiani a coppia. Il pacchet-to include la permanenza del motorhome per una notte nel-la vigna e un cesto di prodotti gourmet locali. Info: Maui

    GASTRO-NOMIA

    WINE LOVERS

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    BEUn nuovo sito web per affitta-re ville nella splendida e tran-

    quilla Chiang Mai, in Thailan-dia. Include gi la X2 Chiang Mai-Nimman Villa, che inaugura la propria attivit a luglio 2015.Nel centro del quartiere di Nim-manhaemin, larea pi in voga di Chiang Mai, la propriet pu offrire ospitalit sino a 14 perso-ne grazie alle sue 7 camere da letto e agli 8 bagni a cui si ag-giungono un grande sala, una cucina equipaggiata al meglio, sala giochi con biliardo, barbe-que sul terrazzo e un solarium.Info: Villa Chiang Mai

    Il Tour Operator TurbanItalia specializzato nella destinazione Turchia dal 1982 proponendo un catalogo dedicato al Pae-se, che racchiude soggiorni a Istanbul, unampia scelta di iti-nerari con accompagnatore, fly & drive, soggiorni mare e cro-ciere in caicco. Dal 1 dicembre 2005 titolare del tour operator la signora Muge Sakman, tur-ca di origine che trasferisce in Turbanitalia una profonda co-noscenza della destinazione e delle esigenze del mercato ita-liano. Sul sito ufficiale trovate tutte le offerte.

    VILLE IN THAILANDIA

    TOUR IN TURCHIA

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    A destra. Il coro della Basilica cistercense di Salem. La chiesa in stile gotico a tre navate ospita questo splendido coro ligneo, aggiunto posteriormente, in epoca rinascimentale, nel 1766. Le sedute furono realizzate nel laboratorio dellebanista Joseph Anton Feucht-mayer mentre la parete posteriore e i rilievi da Johann Georg Dirr.

    Nella pagina precedente e a sinistra. La sala della biblioteca nellex Convento dei Premon-stranti di Schussenried. Risale alla seconda met del settecento e venne progettata dallo stuccatore e architetto Domenikus Zimmermann, insieme al costruttore di altari Wesso-brunn, e realizzata dallarchitetto specializzato in conventi Jacob Emele e dallo stuccatore Johann Jacob Schwarzmann. La sua luminosissima sala misura 27 x 14 m, divisa da un matroneo in due piani ed mirabilmente affrescata dal pittore Franz Georg Hermann. Il libri trovano posto in scaffali completamente chiusi, sulle cui ante sono dipinti in bellor-dine altri libri con la tecnica del trompe-loeuil, per donare allinsieme una immagine di perfetto ordine e simmetria.

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    Pagina precedente. Il soffitto della settecentesca chiesa ro-coc di Steinhausen, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, che viene definita la chiesa parrocchiale pi bella del mondo. Linter-no molto luminoso rischiara i ricchissimi stucchi, affreschi e statue opera di molti artisti, tra cui Zimmermann (Dominikus e Johann Baptist), Prestel, Ma-chein mentre Reusch e Schmid si occuparono del famoso, im-ponente organo. Difficile ricor-dare che lelaborato interno che richiama una torta nuziale, era un tempo la semplice chiesa di pellegrinaggio dedicata a No-stra Signora (1275).

    Qui a fianco. Un interno del ca-stello di Salem, di propriet del margravio di Baden, che secola-rizz il monastero, fondato nel 1134 dai monaci cistercensi, e ne fece prima la sua residenza estiva e in seguito quella perma-nente. Dopo lincendio nel 1697 fu edificato un nuovo edificio in stile barocco, che divenne pi tardi unabbazia rococ. Oggi il Castello di Salem di propriet della regione di Baden-Wrtt-emberg e insieme allabbazia gotica e al bel giardino una importante e popolare destina-zione turistica.

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    A sinistra. La imponente facciata della famosa basilica cistercense di Birnau, chiamata anche Chiesa dei Pelegrinaggi, gioiello del barocco. Costruita dal 1746 al 1749 da Peter Thumb, ha un interno decorato in stile rococ ornato, mosso, leggero e luminoso. Im-magini e affreschi del soffitto sono sorprendenti, opera del pittore B. Gtz di Augusta, mentre le statue sono opera dello scultore e stuccatore J. A. Feichtmayr. Una particolarit della basilica quella di avere sette altari.

    Sotto. Un lungo e candido lato affrescato del chiostro della basilica di Salem.

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    A sinistra. Da una finestra del Castel-lo nuovo di Meersburg la vista spazia sul lago di Costanza. Fu iniziato nel 1710 da Johann Schenk von Stauf-fenberg con lidea di sfruttare la ter-razza panoramica a est del vecchio castello. I lavori proseguirono poi sotto i suoi successori con la parte-cipazione di illustri artisti, tra i quali il grande architetto barocco Balthasar Neumann, ideatore della scalinata monumentale.

    A destra. Unaltra immagine della basilica di Salem: in primo piano un gruppo macabro, sullo sfondo lim-ponente organo barocco.

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    La Kaisersaal, la sfarzosa sala im-periale del castello di Salem, con la caratteristica illuminazione a candelabri costituiti da braccia, dimostra in che misura gli aba-ti competessero in prestigio ed eleganza con i principi nel XVIII secolo. Labate Stephan Jung ne commission la decorazione nel 1708 a Franz Joseph Feucht-mayer che realizz anche le 16 statue degli imperatori susse-guitisi a partire da Lothar III, sul trono al momento della fonda-zione del convento.

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    Una distesa di tulipani si affaccia sul lago di Costanza nel giardi-no del castello barocco delliso-la di Mainau. Chiamata a ragio-ne lisola dei fiori, la cui crescita favorita dal clima mite, oltre al castello ospita una chiesa. Ma sono soprattutto i giardini a im-pressionare: un parco con alberi di oltre 150 anni e una fioritura lungo tutto lanno, che raggiun-ge il suo apice nello straordina-rio giardino di inverno, gremito di 1200 orchidee. Sempre nel parco si trova la casa delle far-falle pi grande della Germania, che ospita 1000 esemplari di far-falle esotiche.

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    A sinistra. Nascosta da cespugli di fiori la facciata del maestoso castello barocco dellisola di Mainau, che occupa una superficie di 45 ettari. Restaurato sotto il conte Bernadotte, risale al tempo dei cavalieri dellOrdine Teutonico, che furono i padroni dellisola a partire dal XIII secolo e per quasi 500 anni. Altre particolarit dellisola Mainau sono la chiesa del castello di St.Marien, un gioiello del Barocco tedesco e il roseto italiano, nato nel 1871 sotto la reggenza del granduca Friedrich I.

    A destra la imponente facciata del Castello Nuovo di Meersburg emerge dal verde bril-lante del giardino. Il Castello Nuovo venne edificato nel XVIII secolo come dimora del vescovo di Costanza. A seguito del processo di secolarizzazione, ledificio venne adibito a diverse mansioni prima di diventare definitivamente un museo.

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    Weingarten, citt di 24.000 abitanti, sede di una universit, famosa per la sua grande Ab-bazia benedettina e Parrocchia di San Martino. Risale al 1056 la sua fondazione da parte di Guelfo I di Baviera, nella posizione sovrastante lantico villaggio di Altdorf e chiamata appunto Weingarten (vigneto), nome che in seguito prese anche il paese. Labbazia e la chiesa sono le maggiori attrazioni turistiche della via conosciuta come la Strada Barocca dellAlta Svevia, che comprende una serie di monumenti storici del XVII e XVIII secolo.Allinterno della chiesa si trova il famoso organo Gabler, costruito tra il 1735 e il 1750 da Joseph Gabler. Lorgano composto da 63 registri e oltre 6600 canne che ne fanno uno dei pi grandi del mondo.

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    Una casa di Weingarten, con una tenda colorata, sembra strizzare locchio allosservatore.

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    Particolare della facciata della basilica di Birnau. Da notare gli ornamenti barocchi: fiori, corvi e una lavoratissima balaustra in ferro battuto, che impreziosiscono la costruzione.

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    Facciata dellAccademia della diocesi di Rottenburg Stoccarda, ospitata in unala del vasto com-plesso abbaziale di Weingarten. Il pi grande tesoro della citt la famosa reliquia del Preziosissi-mo Sangue, conservata nella chiesa di Weingarten. Secondo molti storici, il soldato Longino, che piant la lancia nel costato di Ges, port a Mantova la Reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo, che fu divisa in molte parti e donata ai vari potentati del tempo (tra cui quello di Carlo Magno) e a diversi Papi. A Enrico III di Franconia tocc una parte, che di eredit in eredit pervenne a Guelfo IV di Baviera, che la don alla chiesa benedettina di Weingarten. Ogni anno, viene organizzata una sfilata conosciuta con il nome della Cavalcata del Sangue, cui partecipano quasi 3000 cavalli montati dai maggiorenti delle parrocchie del contado e dal clero delle singole chiese.

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    I N F O U T I L IQUANDO ANDAREDestinazione adatta a ogni pe-riodo dellanno anche se si rac-comanda la primavera per le stupende fioriture. Seguire la Strada Barocca dellAlta Svevia un viaggio nei sensi e nello spirito. Lungo i suoi 500 chilo-metri, che si snodano da Ulma sul Danubio fino a Friedrich-shafen sul lago di Costanza, cultura e natura si intrecciano in un connubio tutto speciale. Nel reportage raccontata la parte relativa al lago di Co-stanza.

    LAGO DI COSTANZAIl Lago di Costanza, posizionato nel triangolo formato dai Paesi Svizzera, Germania e Austria, il terzo lago dEuropa, con una lunghezza di 64 km e una lar-ghezza massima di 12 km. Sulle sue acque circolano i battelli di diverse societ di navigazione dei tre Paesi rivieraschi, cosa che permette di avere a dispo-sizione uninteressante gamma di offerte per tutto lanno. Chi desidera fare una vacanza ha solo limbarazzo della scelta: si pu compiere il giro completo del lago (ca. 300 km) oppure decidere una citt come punto di appoggio da dove effettua-re escursioni giornaliere. Per gli amanti della bici c una pista ciclabile gira intorno al lago, lunga 270 km, che in estate molto frequentata. Le bici sono noleggiabili dovunque. Nume-rosi anche i sentieri e i battelli che uniscono le varie localit.

    Foto di Federico Klausner Testi di Federico Klausner

    LINKSulle tracce degli angeli nel re-gno del barocco (www.germany.travel/it/natura-sport-e-relax/stra-de-a-tema/strada-barocca-dellal-ta-svevia.html)

    International le Bodensee Touri-smus (www.lake-constance.com)

    La pista ciclabile del Lago di Costanza(www.viaggio-in-germania.de/la-godicostanza-pistaciclabile.html)

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    La bella Izmir, come viene chiamata in Turchia, una citt che si sveglia pigramente. Le piace godersi il sole che piano piano inizia a scaldare le vie e i palazzi, mentre sul lungo-mare pazienti pescatori attendono nella luce dorata.

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    Izmir, o Smirne, situata al fondo di un golfo lungo e stretto. Gode di un clima mite e giace lungo i fianchi delle colline che circondano la baia. La citt attuale vivace e cosmo-polita, mentre quella originaria, fondata nel III millennio a. C., fu culla di una delle culture pi avanzate dellAnatolia occidentale. Si crede che Omero vi abbia vissuto nel I millennio a. C., quando la citt era la pi brillante delle appartenenti alla Federazione Ionica. Dopo un periodo di declino, con i romani, inizi una nuova fase di splendore. Infine, nel 1415, dopo la conquista bizantina, prima, e selgiuchide dopo, Smirne divent parte dellimpero ottomano.

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    Izmir si trova in posizione strategica in una delle zone balneari pi belle del Paese. Le acque blu del Mar Egeo bagnano le graziose localit di villeggiatura, conosciute an-che dagli appassionati di windsurf, vista la costante presenza di vento. Smirne una citt sempre pi vivace e il quartiere pi alla moda quello di Alsancak, che offre unanimata vita notturna.

    Non mancano le strutture ricettive di lusso, come il Boyalik Beach Hotel & Spa di eme: affacciato sulla spiaggia, lunico della zona ad avere un pontile dove rilassarsi, prendere il sole e da cui immergersi nellacqua limpida.

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    Accedendo al sito di Efeso dallingresso inferiore e percorrendo la via Arcadiana, la strada lastricata che conduceva al vecchio porto, si giunge allo splendido teatro. Perfettamente conservato, era in grado di contenere 25000 spettatori ed era fornito di ben 66 ordini di gradini. Qui, al grido Grande Artemide, patrona degli efesini! la folla, istigata dallo-rafo Demetrio, si avvent contro San Paolo e i suoi seguaci. Nelle dimensioni in cui si presenta attualmente fu costruito tra il I e il II secolo d. C. sui resti di uno precedente di epoca ellenistica.

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    Proseguendo il percorso tra gli scavi di Efeso, in fondo alla Via di Marmo, si trova la biblioteca di Celso: me-raviglia architettonica edificata nel II secolo e ricostruita da una squadra di archeologi austriaci nel 1975. La facciata porta incastonate colon-ne e nicchie in cui venivano espo-ste statue di personaggi illustri. Il pavimento era lastricato di marmo colorato mentre le pareti erano de-corate da bassorilievi. Anticamente era coperta da un tetto di legno. Al centro era situata la statua di Ate-na e, intorno, cerano degli scaffali scavati nelle pareti, che potevano contenere fino a 12000 volumi.

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    Nel museo archeologico di Seluk, recentemente ristrutturato, si pos-sono ammirare statue e reperti ori-ginali rinvenuti negli scavi di Efeso. Tra i tanti pregevoli pezzi, spicca Artemide: dea della caccia e dei campi coltivati. Una delle divinit pi venerate dellOlimpo. I romani la chiamavano Diana.

    A pochi chilometri dal sito di Efeso visitabile la Casa di Maria. Gra-zie alle descrizioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmeri-ck, fu ritrovata la casa dove la Ver-gine visse dopo la morte di Ges. Un edificio rettangolare di pie-tra situato vicino ai boschi, che si presenta su un solo piano, con il tetto piatto e il focolare al centro. Fu il sacerdote francese Don Julien Gouyet a recarsi in Asia Minore per cercare i resti delledificio e la va-lidit della scoperta venne confer-mata dalle ricerche archeologiche condotte nel 1898 da alcuni arche-ologi austriaci. Nellestate del 2006, un grande incendio distrusse 1200 ettari di bosco, ma le fiamme si fermarono inspiegabilmente a un metro dal santuario.

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    La torre dellorologio, visibile in piazza Konak, indica il cuore della citt ed considerata il simbolo di Izmir. Il Sultano Abdulhamid ne volle la realizzazione nel 1901, utilizzando uno stile ottomano piuttosto elaborato. Le strade cittadine, situate su differenti livelli, sono collegate tra loro grazie a un vecchio ascensore del XIX secolo, alto 51 metri., che si trova in fondo al vicolo Dario Moreno.

    Lungo le strade delle citt non mancano i venditori di oggetti e servizi. Si possono trovare pifferi, come in foto, ma anche lustrascarpe e chioschi di simit, le tipiche ciambelle con i semi di sesamo.

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    In occasione della circoncisione, i ragazzi vengono vestiti con questi abiti tipici, che ricordano quelli dei principi delle fiabe. Si dice che il primo uomo a essere circonciso sia stato il profeta Abramo, che prese questa decisione da solo allet di ottantanni. Il giorno che precede la circoncisione tutti gli invitati si riuni-scono per festeggiare e consumare un lauto pasto insieme al protagoni-sta dellevento, che sempre molto emozionato anche in previsione del-la moltitudine di regali che ricever.

    Ballerini abbigliati con i costumi tipi-ci delle danze tradizionali dellEgeo.

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    Nel pittoresco villaggio di irince, che si trova in fondo a una splendida valle costeggiata da olivi e peschi, comune trovare banchi che vendono il dondurma, il gelato battuto. Si trat-ta di una pasta - in altro modo non riesco a descriverlo - che viene ripe-tutamente battuta e poi appesa a un uncino per essere tagliata e servita. Lingrediente pi caratteristico il salep, una farina biancastra ottenuta dalla radice nodosa delle orchidee selvatiche del territorio e dal costo piuttosto elevato.

    I mercati sono i luoghi pi vivaci e co-lorati della Turchia. Tra i venditori di pesce fresco e quelli di frutta secca, scorre la quotidianit.

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    Le lampade arcobaleno sono un tipico prodotto artigianale turco. Realizzarle richiede molta pazien-za e creativit, per cui non facile trovarle a buon prezzo. I tasselli incisi con un taglierino vengono incollati su una base di vetro trasparente con del silicone, che deve asciugare per circa ventiquattro ore. Poi, per rendere il mosaico uniforme, il manufatto viene cosparso con la malta e lavato in acqua per togliere i residui del materiale. Infine, ogni parte del mosaico viene passata sotto una mola, al fine di ottenere delle tessere lucide a specchio. Il fabbro completa lopera applicando lampolla decorata a una struttura in ottone.

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    La gastronomia turca considerata tra le migliori cucine al mondo e solo i vegetariani potranno avere qualche difficolt nellapprezzarla, anche se ultimamente le cose stanno un po cambiando. Nonostante la grande variet di frutta e verdura, infatti, lalimentazione basata principalmente sul consumo di carne di pollo, manzo e agnello. Il maiale ovviamente bandito dalla tavola, essendo i turchi di religione musulmana. Riso e pane accompagnano ogni pasto, cos come le spezie. Il su-mac, in particolare, molto utilizzato per insaporire a crudo verdure e salse a base di yogurt.

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    Nel quartiere di Kemeralt, dove si trova lomonimo bazar, vale la pena fare una passeg-giata per vedere le vecchie costruzioni e le sinagoghe. Nellantico quartiere di Alsancak, chiuso al traffico, le tradizionali case restaurate sono state trasformate in caff, bar e ristoranti.

    Insieme al ay il t nero che si beve a ogni ora del giorno il caff turco molto ap-prezzato. Per prepararlo si utilizza il cezve, un pentolino di rame con il manico lungo, e la polvere di caff. Sorbirlo un rito da godere senza fretta, mentre si attende che i fondi si depositino sul fondo della tazza. Per tradizione di beve amaro, ma se si desidera zuc-cherato si deve avvertire chi lo prepara prima che venga messo a bollire. Il caff turco, nel 2013, stato dichiarato Patrimonio dellUmanit dallUNESCO.

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    Tanti sono i villaggi caratteristici sulla costa egea e nellentroterra, che meritano una sosta. irince, ad esempio, era abitata da schiavi greci liberati che chiamarono linsediamento irkince, che in turco significa cattivo. Nel 1926 il governatore della provincia di Izmir lo cambi in irince, che al contrario vuol dire piacevole.

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    Anche Alaat, prima del 1923, era abitata prevalentemente da greci. Oggi un villaggio colorato, costellato di ristoranti, negozi di artigianato e scorci piacevoli.

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    La moschea Hisar si trova nel cuore di Izmir, a pochi passi dal bazar. stata costruita da Ay-dnolu Yakup Bey tra il 1592 e il 1598 e nel XVI secolo era una delle pi grandi del centro citta-dino. Al suo interno custodisce uno degli esempi pi eclatanti di opere darte islamica ottoma-na a Smirne.

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    Kilim, cicim, sumak sono solo alcuni tipi di tappeto, che composto, in generale, da ordito (fili ver-ticali), trama (d compattezza alla struttura) e nodi (fili annodati allordito). Se ne possono trovare di nuovi, vecchi e antichi, con rilevanti differenze di prezzo. Se non si esperti di tappeti e si desidera acquistarne in loco bene informarsi prima su dove andare. In ogni caso, preparatevi a lunghe con-trattazioni.

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    Il Museo Arkas, a Izmir, comprende una ricca esposizione di tappeti voluta dal mecenate Lucien Arkas, capo dellomonima holding, allestita nel palazzo che ospitava il consolato francese: uno dei pochi edifici ottocenteschi a uscire praticamente indenne dal grande incendio di Smirne del 1922.La produzione dei tappeti, realizzati a mano, nacque insieme allindustrializzazione. La manifattura di Feshane, situata in riva al Corno dOro, venne infatti costruita nel 1834 per produrre tessuti e fez per il nuovo esercito, che aveva preso il posto del corpo dei giannizzeri.

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    Dettaglio di uno dei tappeti imperiali in mostra al Museo Arkas: a unattenta osservazione si nota che il colore rosso risulta di sfumature diverse, grazie allutilizzo di migliaia di fili.

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    I N F O U T I L I

    EVENTIOgni anno a primavera si svolge il Festival Internazionale di Izmir, teatro di concerti e spettacoli che si svolgono anche a Efeso.

    Foto di Federico KlausnerTesti di Federica Giuliani

    LINKPer ogni informazione turistica:Ufficio Cultura e Informazioni Turchia Profilo Facebook

    COME ANDARELa compagnia aerea SunExpress, nata nel 1989 come joint ventu-re di Lufthansa e Turkish Airli-nes, opera su Izmir con due voli a settimana da Milano e Roma. Grazie al nuovo sistema tariffa-rio di SunExpress, i passeggeri possono scegliere tra tre diverse tariffe e servizi diversi, per adatta-re il viaggio alle proprie esigen-ze e passare cos da un viaggio a basso costo a unesperienza di volo di alta qualit in termini di servizi: SunEco, SunClassic e SunPremium. Con questultima, ad esempio, i passeggeri posso-no scegliere il pasto tra sei menu. I voli sono prenotabili online sul sito della compagnia, tramite il call center Italia allo 06 97628570 e nelle agenzie di viaggio.

    CLIMALa zona egea ha un clima mite tutto lanno e praticamente non conosce il freddo. In inverno, per si concentrano le precipi-tazioni piovose. La stagione pi adatta per visitarla senzaltro la primavera anche se in estate la brezza costante rende la tem-peratura comunque piacevole.

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    Intervista a Ferzan Ozpetekdi Federica Giuliani

    Ferzan Ozpetek, regista e sce-neggiatore, turco ma natura-lizzato italiano. Ha scritto e di-retto molti film dalla sensibilit unica e straordinaria, in cui rac-conta vite che si intrecciano e in cui tutti possiamo immede-simarci. La sua prima pellicola Il bagno turco (1997) da vedere per meglio compren-dere il potere magnetico che esercita la Turchia su chi impara a conoscerla. Nonostante i suoi nu-merosi impegni per la promozione dellultimo libro Sei la mia vita edito da Mondadori, ha rilasciato questa inter-vista a TravelGlobe, per la quale lo ringraziamo sentitamente.

    Il cibo parte integran-te dei suoi film e delle riunioni di cast, come spesso ha avuto modo di dire, ma crede che questa cultura della convivia-lit e della gastronomia siano un punto dunione tra Italia e Turchia? S, penso proprio di s. La con-vivialit qualcosa che mi ha segnato fin da piccolo: tavole enormi dove si riunivano la fa-miglia intera e gli amici. Il pa-sto una tappa fondamentale della giornata e unoccasione per raccontarsi, mantenere o rivelare segreti, fare domande e dare risposte, passare del tempo insieme. E per capire le

    persone. Quandero ragazzino mia madre invitava a pranzo i miei amici per scoprire chi frequentavo. Quando sono arrivato in Italia, i primi amici li ho conosciuti proprio grazie a enormi pranzi domenicali dove partecipavano 10-15 per-sone, che avevano attenzioni luno per laltro. Questi pranzi

    si ripetevano ogni settimana, come un rituale. Lho anche raccontato nel mio ultimo ro-manzo Sei la mia vita. Io apro le porte di casa mia, c chi viene, chi va e chi resta per sempre. E a tavola sono nate anche idee per i miei film, come lultimo Allacciate le cinture.

    Cosa le manca della Turchia quando in Italia e viceversa? In entrambi i casi la famiglia. Quando sono in Italia mi man-

    ca la famiglia biologica: mia madre, i miei fratelli, i miei zii. Mentre in Turchia mi manca la famiglia che mi sono scelto, i miei amici, quella moltitudine di personaggi che poi raccon-to anche nel miei film, nei miei libri. Ma per fortuna, potendo fare spesso viaggi da una par-te allaltra tra Roma e Istanbul,

    la nostalgia si attenua. come vivere in due citt contemporaneamente, tanto che io non so dire se mi senta pi turco o pi italiano. In fondo in Italia sono arrivato ben 37 anni fa.

    Il suo profilo Instagram molto seguito e rac-conta frammenti della sua vita e dei suoi viag-gi. Con quale atteggia-mento affronta i nuovi luoghi? Quali aspetti le piace conoscere?Ogni parte del mondo

    il risultato di una storia, e la storia la fanno le persone. Per questo in ogni luogo in cui vado, mi piace conoscere le persone che la abitano, quelle vere. Adoro andare nei merca-ti, nei bar, nelle piazze, in quei luoghi di aggregazione, dove le persone si mostrano per quello che sono, dove ognuna di loro ha una propria storia da raccontare. In queste occasio-ni mi piace isolarmi e osservare come si comportano, che trac-cia lasciano di s nel mondo.

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    Lisola di Nosy Saba dista 10 chilometri dalla costa. Piroghe di pescatori ci incrociano con le vele spiegate, cariche di mercanzie destinate ai villaggi costieri. Stupisce il colore del mare e la striscia di sabbia abbagliante. Unisola dove il naufragar m dolce di memo-ria leopardiana si avvera a tutti gli effetti e fare snorkeling tra i fondali corallini ripaga con meravigliosi avvistamenti di multicolori nudibranchi e pesci di tutte le forme.

    Un viaggio nellestremo nord di questisola che conserva tutto il fascino dellAfrica con la sua ammaliante bellezza. Un concentrato di natura tra le pi ricche al mondo dove i protagonisti sono i camaleonti, i lemuri, gli uccelli e le miglia di specie botaniche, che non hanno parenti in nessunaltra parte del pianeta. Un patrimonio unico da difendere e far conoscere.

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    Il Madagascar un paese anti-co 165 milioni di anni. Negli ul-timi 1500 anni ha visto distrutta pi della met delle foreste, col metodo taglia e brucia e la trasformazione di grandi aree in enormi campi di riso e coto-ne. Questo disboscamento ha accelerato anche la formazione dei Tsingy rouge. A una curva un cartello ci indica la pista per rag-giungerli: un luogo incredibile, una briciola di Marte sulla terra. Il rosso domina su tutto fin dove arriva lo sguardo. Da secoli la pioggia, il vento, modellano e fanno scivolare queste rocce sedimentarie che colorano i ruscelli fino a farli sembrare grossi vasi sanguigni. Le rocce pi dure formano pin-nacoli che sinnalzano per pa-recchi metri. Uno spettacolo unico ma non ancora parco na-zionale che ne tuteli la delicata conformazione rara e fragile ci dice la nostra guida.

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    Queste rocce, da sempre, vengono utilizzate per colorare il viso a scopo estetico dalle ragazze dei villaggi vi-cini, ma anche per difenderla dai vio-lenti raggi solari che a queste quote risultano molto dannosi.

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    Nosy Be (nosy in malgascio significa isola) si raggiunge con un breve volo dalla capitale Tan, e dallalto del monte Passot, poco pi di una collina, si dominano i laghetti vulcanici, assediati dalla vegetazione tropicale, che bucano lisola di Nosy Be. Qui le donne dei piccoli villaggi, che vivono coltivando gli alberi dellylang-ylang da cui si ricava la base per molti profumi, vengono a lavare i panni.

    Qui su questo piccolo scoglio, Nosy Saba Island, la natura che detta il programmaci dice Ranja, direttrice dellunico resort - una trentina di lodge ben mimetizzati tra alti alberi di casuarina, che sfiorano il mare. Una lunga spiaggia candida, che diventa enorme con la bassa marea, consente, di buonora, lunghe passeggiate. Ma a met mattina il sole gi cocente e il luccichio del mare fa male agli occhi. Un luogo affascinante.

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    Su questisola levoluzione in milioni di anni ha dato spettacolo. Lisola-continente, la quarta in ordi-ne di grandezza nel mondo, uno scrigno prezioso con un tale carico di variet animali e botaniche da poter essere considerata una sorta di Arca di No in pieno Oceano Indiano.

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    Grande due volte lItalia, ha un ecosistema unico e un patrimonio di biodiversit immenso: il 90% della sua flora e fauna endemico. Chi volesse ammirare le 300 specie di farfalle o le 54 specie di camaleonti, o ancora, le 255 specie di uccelli o le 12 mila specie di piante deve venire qui.

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    A Tan, la capitale malgascia, posta su un altipiano a 1300 metri di altez-za, abbiamo appuntamento con la nostra guida Nika che ci scorazzer per due settimane per mostrarci le bellezze naturali e paesaggistiche della parte nord di questisola. La sfida: dimostrarci che puntare sulla salvaguardia e protezione del-le immense risorse naturali, che il Madagascar possiede, un ottimo investimento.Lecoturismo, cio at-tirare un gran numero di appassio-nati della natura renderebbe pi di BTP o derivati, e qui dove la povert ancora una realt ben visibile, non cosa da poco ci dice Nika. Ce ne accorgiamo percorrendo i 140 chilo-metri di strada per raggiungere Ant-sohihi. Sfilano, ai lati della strada vil-laggi fatti di capanne di paglia e muri di fango con legni intrecciati. Numerosi i fiumi che si attraversano con donne intente a lavare i panni o a far scorta di acqua, che portano sul capo per diversi chilometri.

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    Quatto chilometri a piedi. Tanto dista il villaggio dal fiume dove Nika ogni mattina si deve approvvigionare di acqua per tutta la sua numerosa famiglia.I villaggi sono costruiti lontani dai fiumi per prevenire le im-provvise ondate di piena.

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    Cielo limpido, caldo e vento assente. Attraversiamo a piedi il villaggio di Nosy Komba, dove le giornate sono scandite dai rintocchi delle campane dellunica chiesetta in legno, sulla lunga spiaggia. Nella pagina precedente, pescatori appena rientrati con le loro piroghe ri-cavate da un solo tronco, vendono il loro pescato ancora vivo, centinaia di lenzuoli messi ad asciugare, si muovono nella leggera brezza. Pochi metri attraverso le viuzze e ci ritroviamo nel folto della foresta. Fruscii, rami che si piegano, foglie che cadono, ombre, allimprovviso quattro lemuri si mate-rializzano davanti a noi. Timidi allinizio, poi basta una banana ben matura e la loro timidezza svanisce e te li ritrovi in testa, sulle braccia, fra le gambe. Sono le anime dei nostri antenati rimasti in terra e per questo godono di grande rispetto ci dice Nika.

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    Incrociamo sulla strada diversi carri trainati dagli zeb, i buoi locali con enormi corna, risorsa fon-damentale per i malgasci delle zone rurali pi povere, perch danno loro, latte, carne e vengono usati come mezzo di locomozione e lavoro, per spianare grandi estensioni di risaie. Il sole tramonta, e, lungo la strada, ci sfamiamo con abbondanti frullati di frutta tropicale, in maggioranza manghi dolcissimi.

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    La strada nazionale n6 in direzione nord attraversa vaste piantagioni di cacao, considerato tra i migliori al mondo, nel pieno del raccolto. Le piante di cacao cominciano a produrre dai sette anni fino a dieci e devono essere coltivate allombra di enormi alberi. Ai lati della carreggiata, gruppi di donne con veloci manovre collaudate dal tempo e dallesperienza, spaccano il frutto con un colpo di machete cos da estrarre i semi, che, lasciati essiccare tre settimane al sole cocente e in seguito tostati, verranno esportati per addolcire le cioccolaterie di tutto il mondo.

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    Un lodge di legni intrecciati all Iharana bush camp nel cuore del parco di Ankarana ai piedi delle magnifiche rocce dei Tsingy grigicostellato di vari laghetti abitati da coccodrilli.

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    I N F O U T I L IVisitare questa parte delliso-la sempre unincognita, ma i mesi pi secchi vanno da mag-gio a novembre. Mese da evita-re marzo, umido e soggetto a uragani. In generale i mesi mi-gliori sono aprile-maggio e set-tembre-novembre. Nel Mada-gascar nord occidentale piove meno che nella parte orientale.

    VISTO DINGRESSO:per i viaggiatori italiani vale tre mesi. Si fa allarrivo allaeropor-to della capitale Antananarivo chiamata dai malgasci Tan.

    Foto di Vittorio Giannella Testi di Vittorio Giannella

    DORMIRE:Nosy Saba ResortArrivarci in barca costa 120 a/r da Antosohihy, con laereo a elica privato da Nosy Be a/r 300 .Iharana Bush CampA 15 chilometri dalla strada N6 Ambilobe, ai piedi dei tsingy grigi.

    MANGIARE:Tortue Rapide, a Nosy Be (mai chiuso) prezzi da 10 euro. No carte di credito. Ristorante Batu-moch, nel paese di Ambatoloa-ka, isola di Nosy Be, mai chiuso, da 15 euro Carte di credito Visa

    M A D A G A s C A RD E L n O R D :

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  • Sulla spiaggia di Stone Town si gioca al pallone al tramonto,quando il caldo meno opprimente.

    Roberta di Camerino uno dei tanti negozietti locali ispirati alla moda italiana. Spesso i magazine fashion lasciati dai turi-sti italiani sono fonte di ispirazione.

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    I negozietti sulla spiaggia di Kiwengwa sono ancora chiusi. Aprono i battenti quando negli hotel finisce la prima colazione e i turisti affollano la spiaggia.

    La lunga spiaggia di Kiwengwa alle prime luci del mattino.

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    Nella pagina precedente La Rinascente Vu cumpr uno dei negozietti pi frequentati per la simpatia dei gestori.

    Giorgio Armani anche a Zanzibar Beach un personaggio conosciutissimo. Il gestore del negozietto un suo fan e spesso chiede ai turisti se hanno con loro un capo da lui firmato.

    Le coloratissime stoffe di Zanzibar si trovano in quasi tutte le boutique locali dedicate alla moda italiana, che si trovano sulla incantevole spiaggia di Kiwengwa.

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    La spiaggia di Kiwengwa con i suoi negoziati dedicati alla moda italiana, i locali la chiamano simpaticamente e con la giusta ironia Via della Spiga Zanzibar.

    Nella pagina precedente Porta Porte-se specializzato in oggetti debano.

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    Il negozietto dedicato a Laura Biagiotti sulla lunga spiaggia di Kiwengwa.

    Hakuna Matata la frase che espone il negozio dedicato a Benetton. La gentilezza e la simpatia una costante dei negozietti ispirati alla moda italiana, ma che vendono, per lo pi, dipinti locali, collanine e oggetti della cultura masai.

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    Nella pagina precedente un negozietto dedicato a Umberto Agnelli: la fantasia dei commercianti non ha limiti.

    Sulla spiaggia di Kiwengwa un pescatore aspetta la marea per andare a posare le reti.

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    I N F O U T I L IDOCUMENTIPer entrare nel Paese i turisti devono essere in possesso di un Passaporto con validit di almeno 6 mesi dalla data di arrivo. Il Passaporto deve, inol-tre, avere almeno una pagina bianca.

    CLIMAIl clima Zanzibar diviso in 4 sta-gioni: la stagione delle piogge abbondanti che si sviluppa nei mesi di marzo, aprile e maggio, la stagione secca tra giugno e settembre, la stagione delle piccole piogge nei mesi di ot-tobre e novembre, la stagione calda e torrida tra dicembre e febbraio.

    Foto di Graziano PerottiTesti di Graziano Perotti

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    Petros, il pellicano, la mascotte dellisola, amato e riverito da tutti. Passa le sue giorna-te nel piccolo porto turistico della Chora. Per nulla infastidito dal continuo passaggio di turisti, si introduce senza farsi troppi problemi nelle abitazioni e nei locali di tendenza, af-facciati al mare, ama mettersi in posa e farsi fotografare insieme alle persone. Un carattere da vera celebrit.

    Aghia Anna Kalafatis, un piccolo Villaggio nel sud-est, poche e semplici abitazioni, che si affacciano su uninsenatura protetta da due collinette gemelle. Ci abitano per lo pi famiglie di pescatori, tanti gatti e Markos, proprietario di una genuina taverna sul mare. Come rimessa per le imbarcazioni da pesca si usano grotte scavate nella roccia, mentre un grosso container rosso, nel periodo produttivo, serve per riparare e accatastare le reti e gli attrezzi.

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    Erroneamente la maggior parte delle persone, pensa che Mykonos sia solo lisola del divertimen-to sfrenato, dove il chiasso la fa da padrone e le spiagge siano sempre super affollate di ragazzi troppo allegri. In realt non cos, anzi: solo una piccola parte delle spiagge, per lo pi a sud-o-vest (Paradise, Super Paradise, Paraga e Psarou) sono la meta preferita di che cerca il divertimento la folla. Le restanti, sono vere oasi di pace, per lo pi calette incontaminate e non attrezzate.

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    Una delle spiagge pi intime Agios Sostis, una piccola caletta protetta dalle rocce, ideale nelle giornate ventose. Lacqua trasparente poco profonda e la sabbia finissima la rendono ideale per chi in acqua ha qualche incertezza. Se invece si cerca una spiaggia attrezzata, ma comunque discreta e poco affollata, la meta perfetta Panormos. Il ristorante-bar che gestisce gli ombrello-ni, offre gustosi piatti a base di pesce con ottimo rapporto qualit prezzo. La location raffinata e divertente, grazie ai murales e ai colori vivaci delle pareti, con lallegro chef che gira tra i tavoli per intrattenere gli ospiti.

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    Rimarrete sorpresi dalla quanti-t di chiese che ci sono a Myko-nos: sono pi di 400! Nessunal-tra isola delle Cicladi ne ha cos tante. Per lo pi sono cappelle votive, piccoline, fatte costrui-re da marinai miracolosamente scampati a violente tempeste in mare aperto.

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    Larchitettura tradizionale cicladica semplice ma nello stesso tempo elegante e armoniosa. Rigo-rosamente dipinte di un bianco candido per disperdere il calore dei mesi estivi, le strutture sono a forma cubica con tetti piatti, per resistere ai forti venti. Le abitazioni di Mykonos si differiscono leggermente dallo standard: gli spigoli sono stati smussati e spesso le forme sono asimmetriche. Naturalmente la tradizione vuole che le porte e le finestre siano rigorosamente dipinte di blu.

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    La chiesa pi antica e famosa dellisola si trova nella Chora, vicino al porto, nel quartiere Kastro detto anche piccola Venezia. dedicata a Maria Vergine (Panagia Paraportiani). un vero e proprio rompicapo architettonico: non si tratta di una singola chiesa ma dellinsieme di 5 edifici costruiti in periodi storici diversi e uniti tra loro. Qualcuno la definisce scherzosamente la chiesa di un pastic-cere impazzito, per via delle forme che ricordano una strana torta.

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    Come testimonia la foto di destra, il mare di Mykonos molto pescoso e la cucina tradi-zionale dellisola prevede molti piatti a base di pesce. Se si vuole provare qualche ricetta particolare e insolita, che non sia la solita grigliata, si pu scegliere il psarosoupa, un piat-to tradizionale con scorfano, patate e cipolle, che viene servito sia sotto forma di zuppa, come primo piatto, o in versione pi asciutta come seconda portata. Altro piatto interes-sante il baccal fritto adagiato su un letto di skordalia (una crema di patate e aglio).

    Sotto: un ritratto di un simpatico e anziano pope barbuto, fotografato nel monastero di Panagia Tourliani ad Ano Mera. Costruito nel 1542, il monastero famoso per le preziose Icone Bizantine e limponente torre campanaria.

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    Anche se in realt il 70% dei polpi che si consumano in Grecia sono pescati nel lontano Oceano Pacifico, per tutti il principe indiscusso della cucina greca. Non c taverna che si rispetti che non proponga una ricetta a base di polpo, che sia alla griglia, in umido o marinato. Quando si pensa alle isole greche la mente ricorda inevitabilmente i pol-pi appesi al sole, ma non solo un modo per attirare i clienti: in realt la tecnica per renderlo gustosissimo e morbido, unesposizione graduale, meglio di mattina o tardo pomeriggio, mai nelle ore calde. Va girato e rigirato e non bisogna eccedere con uneccessiva disidrata-zione: una vera alchimia trovare il giusto compromesso. Basta veramente sbagliare di poco per ritrovarsi un polpo secco duro e senza sapore.

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    Sono pochi gli ingredienti alla base della cucina greca. La semplicit il suo punto di forza. Non c casa senza una piantina di basilico, in vaso sul balcone o piantato a terra. La tipologia greca ha foglie piccoline, molto profumate e con un gusto pi delicato ri-spetto a quello a foglie grandi. Spesso viene utilizzato come decorazione o trasformato in salsa per accompagnare le classiche grigliate di pesce.

    Altra pianta che non pu mancare nelle ricette greche lorigano, orgoglio nazionale. Si usa quasi su ogni piatto, solitamente unito ad abbondante olio doliva e succo di limo-ne per condire le portate di pesce e di carne.

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    La taverna Kikis si trova a pochi metri della spiaggia di Agios Sostis. Sicuramente la pi autentica e apprezzata dellintera isola. Non accetta prenotazioni: apre verso le 13 e prosegue senza sosta fino alla chiusura, intorno alle 18. I primi ospiti che arrivano trovano subito posto, gli altri aspettano in coda allingresso. Lattesa a volte snervante, ma viene ripagata dalla qualit dei piatti proposti, per lo pi cucinati sulla gigantesca griglia. Un altro punto di forza del locale lincantevole panorama che si gode se-duti in terrazza al fresco del bers.

    A destra: il ristorante Interni, si trova nel centro della Chora, ed il pi esclusivo ed elegante di Mykonos: atmosfera glamour a lume di candela con cucina rivisitata.

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    Non si pu perdere il tramonto al Caprice bar, famoso per i numerosi e ottimi cocktail da gustare seduti ai tavolini in riva al mare, direttamente nella piccola Venezia.

    A destra le case a palafitta si colorano doro, nella pagina precedente la parata di mulini che salu-tano il giorno che se ne va e proprio di fronte il sole che si nasconde nel mare. Al momento clou un interminabile applauso, unaltra magia di Mykonos.

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    Meritano una citazione i ristoranti che si trovano in riva al mare al fianco dei mulini. Cenare ac-compagnati dal rumore del frangersi delle onde a lume di candele li trasformano in una location fantastica, mentre cucina e prezzi sono appena sufficienti. Ma si sa: la bellatmosfera fa sembrare tutto pi buono.

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    Belle le vacanze estive un ultimo tuffo prima di intraprendere unaltra lunga nottata!

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    I N F O U T I L IDOVE DORMIREMykonos star Hotel, Agios Sostis.

    Archipelagos Hotel, Kalo Livadi.

    Harmony Boutique hotel, Pala-io Limani Mykonos.

    Aphrodite Beach Hotel, Kalafiti.

    INDIRIZZI GOURMETKikis tavern, spiaggia Agios Sostis.

    Taverna Panormos Beach, Pa-normos.

    ristorante Interni, Matoyiannia, Mykonos.

    Markos Taverna, Kalafatis.

    Foto di Giovanni Tagini Testi di Giovanni Tagini

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    UN FOTOGRAFO AL MESE

    1) Come e quando iniziata la passione per la fotografia?Tutto cominciato con un li-bro e con una folgorazione. Avevo 17 anni, il mio vicino di casa Ruggero Barbaglia, regi-sta di documentari naturalisti-ci che oper negli anni 50 in Centrafrica per conto del go-verno belga, mi fece sfogliare un libro fotografico dal titolo La Creazione (1971) del gran-de fotografo viennese Ernest Haas. Fu amore a prima vista, rimasi stupito di cosa si potes-se trasmettere e raccontare

    con una semplice fotografia. Corsi subito a comprare una reflex e da allora la fotografia stata la passione della mia vita.

    2) Quale corredo usi?Visto che me lo chiedi ti rispon-do che uso Canon, quando viaggio nello zaino insieme alla mia EOS 1 DS c un 16/35, un 24/70 e un 70/200 e a seconda del lavoro che mi appresto a realizzare posso aggiungere un 100 macro, un 85 per i ritratti o un 300. Canon fu la prima reflex

    che comprai e come solita-mente succede, difficilmen-te si cambia marca, vorrebbe dire sostituire tutte le ottiche, ristudiare i men e riadattarsi allergonomia della fotocame-ra. Sono molto soddisfatto di Canon, mi trovo benissimo, un prodotto di altissima qua-lit, unassistenza tecnica stra-ordinaria e ottiche resistenti e molto luminose; ma ritengo che per fotografare non sia importante avere lultimo mo-dello o decine di ottiche, so-stanzialmente non il corredo che fa belle foto ma locchio di chi sta dietro. Se non fosse che lo faccio per mestiere gi-rerei solo con il 16/35 mm, lottica che preferisco e che uso maggiormente.

    3) Preferisci B/n o colore?Non ho dubbi: il colore! Non fraintendetemi, mi piace mol-to anche il bianco e nero (mi fate tornare in mente le not-tate passate in camera oscu-ra, che bel periodo, lavoravo con pellicola Tmax Kodak; lo sviluppo, i bagni, la luce rossa e le foto appese ad asciuga-re troppo affascinante), ma ritengo che il colore permetta di enfatizzare maggiormente le emozioni che cerco di tra-smettere con i miei scatti. Per me i colori sono fondamentali a prescindere dalla fotografia, amo il colore e pi carico e pi mi piace.

    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Giovanni Tagini autore del servizio su Mykonos

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    In questo numero vi presentiamo il nostro fotografo Giovanni Tagini autore del servizio su Mykonos

    4) Per te la fotografia arte o un modo di comunicare?Entrambe le cose.Sicuramente lo scopo princi-pale del mio lavoro di rac-contare e descrivere un luogo, un soggetto o una situazione; secondo me fondamentale avere un proprio stile, metterci del tuo, far s che la tua imma-gine rispecchi la tua anima e il tuo modo di vedere le cose. La soddisfazione maggiore quando le persone riconosco-no un mio lavoro senza leggere il copyright. Non mi accontento semplicemente di riprendere le cose cos come appaiono a pri-ma vista, piuttosto ho sempre cercato dentro di loro qualcosa di pi profondo, di nascosto. Sono ossessionato dalla giusta inquadratura, dallarmonia tra luce, forme e colori; sono pi-gnolo, preciso, geometrico, e cerco il bello in ogni cosa. Ogni foto che realizzo, anche se fat-ta con lo scopo di descrivere in realt la proiezione del mio sguardo, quindi arte,

    5) se potessi fotografare un luogo perfetto quale sareb-be per te?Ahahah arriva sempre questa domanda. E come al solito non so rispondere.Probabilmente perch non c un luogo perfetto o forse per-ch non lho ancora trovato.Detto ci, i miei gusti fotografi-ci tendono a cambiare radical-

    mente; ho iniziato fotografan-do esclusivamente la natura e i paesaggi, dopo diversi anni mi sono orientato verso la moda e il design, e in questi ultimi tempi prediligo fotografare gli agglomerati urbani, le perso-ne e larchitettura. Il prossimo passo sar il reportage socia-le? Probabile.Per ci sono luoghi che mi sono rimasti nel cuore: lIslan-da e il deserto del Sahara al-gerino sono i posti che pi mi hanno ispirato quando foto-grafavo la natura. Mentre in questi ultimi anni i luoghi che pi mi hanno sedotto sono si-curamente Shanghai, una me-galopoli straordinaria e Rio De Janeiro per i colori e il calore umano.

    6) Cosa cerchi in una foto-grafia?In parte ti ho gi risposto pri-ma. Cerco di trasmettere il bel-lo delle cose, cerco di mettere il mio stile in ogni scatto, cer-co di raccontare unemozione, una situazione.Quando fai il fotografo di professione fondamenta-le rispettare il mandato. Ed quello che cerco di fare, non mi limito a fare belle foto, mi concentro esclusivamente su quello che mi viene chiesto. Per esempio: se una rivista mi incaricasse di fotografare il food in Cina, il servizio che rea-lizzer graviter esclusivamen-

    te intorno al food, non solo, anche il mio modo di osserva-re, di approfondire e cercare sar proiettato esclusivamente su quel tema. Sostanzialmen-te questa la differenza di chi fotografa per piacere e chi per lavoro.svela un trucco della magia delle tue fotoCi sono pochi trucchi da sve-lare; sar cinico: se hai loc-chio farai belle foto, altrimen-ti lascia perdere.Per un suggerimento lo rac-comando sempre, non scat-tate dimpulso, aspettate il momento giusto, cercate lan-golatura migliore, studiate il soggetto, girategli intorno, entrate in sintonia e se il caso aspettate la luce giusta e levolversi degli eventi, non li-mitatevi a scattare ap-pena vedete qualcosa, aspettate e interagite con la scena.

    Giovanni Tagini

    Milanese, classe 68, specializzato in re-portage di viaggio. Pubblica su numerose riviste nazionali e in-ternazionali.www.giovannitagini.com

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  • www.lana.info/monte-san-vigilio

    Monte San Vigilio 1.486-1.814 m Dove lorologio pare essersi fermato Unarea dallatmosfera romantica Per gli amanti della natura

    Vllan Vigiljoch TschermsBurgstall Gargazon IM MERANER LANDFoiana Monte S.Vigilio CermesPostal Gargazzone A MERANO E DINTORNI

  • N E L P R O S S I M O N U M E R O

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