Supplemento Agenda Coscioni anno II n.08: agosto 2007

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NEL NOME DEL POPOLO ITALIANO MARCO CAPPATO Il respiratore di Giovanni Nuvoli è stato staccato all'una di notte. Tre ore e un quar- to dopo il suo decesso. Tanta era l'ossessio- nata paura dell'atto di “staccare la spina”, di quell’espressione tanto efficace quanto brutalmente sbrigativa, che le autorità riu- nite (da dieci mesi) al capezzale di Nuvoli hanno preferito cautelarsi lasciando che il ventilatore automatico pompasse aria in un corpo morto da ore. E' questo il simbo- lo di un potere impotente, che avrebbe vo- luto aiutarlo, ma che si è dimostrato inca- pace a scongiurare il peggio. Giovanni Nuvoli in modo nobile, radicale, ha scelto la sua morte. Una morte dura, ma forte di una estrema lotta nonviolenta. È morto dopo otto giorni di sospensione del cibo e dell'acqua, dei quali due giorni pienamente vigile e capace di intendere e di volere, i rimanenti giorni sotto sedazio- ne (anche se si è “svegliato” un paio di vol- MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI,PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA Agenda Coscioni Anno II - N. 8 - Speciale Agosto 2007 Direttore Marco Cappato Vice direttore Rocco Berardo SPECIALE Giovanni Nuvoli e Piergiorgio Welby hanno scelto - in due modi diversi - di affermare la libertà della persona di decidere sul proprio corpo. Le loro grandi lotte sono oggi conquista e patrimonio per tutti. Una lotta nobile e nonviolenta ROCCO BERARDO “Ne vale la pena, nel senso che la tua pe- na vale”. Marco Pannella ha sintetizzato così la lotta di Giovanni Nuvoli, e così si era rivolto direttamente a lui durante la conferenza stampa che annunciava la decisione della Procura di Sassari di fer- mare chiunque corrispondesse alla sua volontà. Il grido muto di Giovanni Nuvo- li “non voglio aspettare, fate presto”, si è ripetuto per mesi. E da mesi si scontra- va con l’inerzia burocratica e l’opposi- zione attivamente ideologica di chi do- veva rispondere a questa sua richiesta. Grazie all’impegno dei radicali dell’As- sociazione Coscioni di Sassari, Nuvoli è stato assistito nella gran parte delle sue domande. Prima mediche, poi legali, poi politiche, fino alla possibilità di dar voce al suo pensiero attraverso un computer che legge il movimento dei suoi occhi. La pena che vale continua alla pagina 2 continua alla pagina 3

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Agenda Coscioni - supplemento agosto 2007

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NEL NOME DELPOPOLO ITALIANO

MARCO CAPPATO

Il respiratore di Giovanni Nuvoli è statostaccato all'una di notte. Tre ore e un quar-to dopo il suo decesso. Tanta era l'ossessio-nata paura dell'atto di “staccare la spina”,di quell’espressione tanto efficace quantobrutalmente sbrigativa, che le autorità riu-nite (da dieci mesi) al capezzale di Nuvolihanno preferito cautelarsi lasciando che ilventilatore automatico pompasse aria inun corpo morto da ore. E' questo il simbo-lo di un potere impotente, che avrebbe vo-

luto aiutarlo, ma che si è dimostrato inca-pace a scongiurare il peggio.

Giovanni Nuvoli in modo nobile, radicale,ha scelto la sua morte. Una morte dura,ma forte di una estrema lotta nonviolenta.È morto dopo otto giorni di sospensionedel cibo e dell'acqua, dei quali due giornipienamente vigile e capace di intendere edi volere, i rimanenti giorni sotto sedazio-ne (anche se si è “svegliato” un paio di vol-

MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA Agenda CoscioniAnno II - N. 8 - Speciale

Agosto 2007Direttore Marco Cappato

Vice direttore Rocco Berardo

SPECIALE

Giovanni Nuvoli e Piergiorgio Welbyhanno scelto - in duemodi diversi - di affermare la libertàdella persona di decidere sul propriocorpo. Le loro grandilotte sono oggiconquista e patrimonioper tutti.

Una lotta nobilee nonviolenta

ROCCO BERARDO

“Ne vale la pena, nel senso che la tua pe-na vale”. Marco Pannella ha sintetizzatocosì la lotta di Giovanni Nuvoli, e così siera rivolto direttamente a lui durante laconferenza stampa che annunciava ladecisione della Procura di Sassari di fer-mare chiunque corrispondesse alla suavolontà. Il grido muto di Giovanni Nuvo-li “non voglio aspettare, fate presto”, si èripetuto per mesi. E da mesi si scontra-va con l’inerzia burocratica e l’opposi-

zione attivamente ideologica di chi do-veva rispondere a questa sua richiesta.

Grazie all’impegno dei radicali dell’As-sociazione Coscioni di Sassari, Nuvoli èstato assistito nella gran parte delle suedomande. Prima mediche, poi legali, poi politiche,fino alla possibilità di dar voce al suopensiero attraverso un computer chelegge il movimento dei suoi occhi.

La pena che vale

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2LA LOTTANONVIOLENTA

NUVOLI !

Chi era Giovanni Nuvoli -Cinquantaquattrenne, di Alghe-ro, ex arbitro ed allenatore dicalcio e basket, affetto dallastessa malattia di Luca Coscio-ni: la sclerosi laterale amiotrofi-ca. Al Presidente della Repubbli-ca Napolitano ha scritto: “E’ as-surdo che la legge non tengaconto della mia volontà. Vogliomorire, basta torture mediche”.Quando sposa in chiesa Madda-lena, è un uomo di circa 85 chi-logrammi, alto un metro e 84centimetri. Negli ultimi giornidella sua vita ne pesava circa35,8 rispetto ai 27 che aveva du-rante la sua degenza nell'ospe-dale di Sassari, quando era rico-verato nel reparto rianimazione.

Le tappe - Nel 2000 Giovanniinizia a sentirsi sempre più stan-co, ha difficoltà a coordinare ilmovimento delle gambe, scivo-la, le mani non funzionano co-me prima. “Facemmo tutte le vi-site del caso - ha spiegato Mad-dalena Soro, la moglie - e il re-sponso fu terribile: sclerosi late-rale amiotrofica”. Nel 2003 il pri-mo ricovero in ospedale. Daquel momento è un continuospostarsi dal domicilio all'ospe-dale, fino al febbraio 2006. L’as-sistenza domiciliare è garantitain un primo momento dal re-parto di terapia intensiva di Sas-sari; poi subentra il comune, e lamoglie lamenta l’inesperienzasempre più evidente degli assi-stenti che devono trattare Gio-vanni. Nel 2006, a febbraio, Nu-voli entra in terapia intensiva. Inquesto reparto, l’unico che lopossa accogliere nonostantenon sia in realtà adatto alle sueesigenze, Nuvoli può ricevere vi-site solo per un’ora al giorno. Seprima dell’inizio della malattiapesava 80 chili per 1,85 metri dialtezza, dimagrirà fino ad arri-vare a 27 chili.

Gli ultimi sviluppi - Nel 2007,a febbraio il caso attira la stam-pa nazionale. Nuvoli ha infattirichiesto che si sospendano lecure, ma la Procura di Sassari hadichiarato inammissibile la suarichiesta di “staccare la spina”.

Secondo il pm “non si può co-stringere un medico, neppureindirettamente, a compiere unatto al quale la sua coscienza siribella. Premere il tasto del ven-tilatore è come premere un gril-letto”. Inizia un lungo iter. Si ten-tano varie strade. Dopo che duenotai si rifiutano di certificare lasua volontà, adducendo motiviimbarazzati e imbarazzanti,l’Associazione Coscioni aiutaNuvoli a trovare un collegio me-dico che ascolti le sue volontà esi pronunci. Per il collegio medi-co Nuvoli è nel pieno possessodelle sue capacità di intendere evolere. Il medico TommasoCiacca, anestesista, accetta dicorrispondere a quanto da Nu-voli chiesto.

La dichiarazione di Nuvoli -“Io, Giovanni Nuvoli, nato a Al-ghero il 15 dicembre 1953 e resi-dente a Alghero, affetto da Scle-rosi laterale amiotrofica nel pie-no possesso delle mie capacitàdi intendere e di volere, chiedoai dottori o a un collegio di me-dici di voler sospendere le tera-pie che attualmente mi vengo-no somministrate, anche se talesospensione sarà senz'altrocausa della mia morte. In parti-colare atteso l'esito sicuramenteinfausto della malattia dallaquale sono affetto e che mi co-stringe immobile a letto, chiedoai sensi dell'art 13 e 32 della Co-stituzione il distacco del ventila-tore artificiale che mi mantienein vita. Chiedo di rendere effet-tivo questo mio diritto di rifiuta-re cure e terapie a cui non inten-do essere ulteriormente sotto-posto. Mi venga somministrata- conclude il malato di Sla - unasedazione volta a lenire le inuti-li sofferenze successive al di-stacco del ventilatore”

Il medico corrisponde - Tom-maso Ciacca, l’anestesista delcollegio medico, si dichiara di-sposto a corrispondere alla ri-chiesta di distacco del respirato-re, previa sedazione. Dopo di-versi giorni di colloqui, accerta-menti, altre visite mediche e psi-chiatriche, Giovanni sente chela sua richiesta non ha una ri-sposta pratica immediata. Latortura della sua condizione

moltiplicata dal tempo chescorre, gli fa decidere che la-sciarsi morire è l’unica viad’uscita. Inizia a rifiutare il cibo.Ma pochi giorni dopo, l’iter ne-cessario ad acquisire tutte lepratiche è concluso. Sollevato,Nuvoli smette lo sciopero dellafame. Sabato 7 luglio il medicocomunica al procuratore Piras eal Procuratore capo Porqueddu,attraverso i carabinieri di Alghe-ro, che martedì 10 luglio, alle ore23, staccherà il ventilatore pol-monare e contestualmente pra-ticherà una sedazione tale daimpedire a Giovanni di soffrire.

La magistratura interviene -Le giornate di domenica e lune-dì passano, nessuno dalla Pro-cura risponde, fino a martedìmattina. Momento nel quale laprocura di Sassari comunica, at-traverso i carabinieri, che quan-to potrebbe avvenire rappresen-terebbe un delitto. Lo fa conqueste parole: “Il pubblico mi-nistero nel fasc. n. 3/07 mod. 45,preso atto della comunicazionepreventiva del dott. TommasoCiacca di data 07/07/07, relativaal distacco del ventilatore artifi-ciale al sig. Nuvoli Giovanni,preso atto che con tale comuni-cazione il dott. Ciacca manifestala sua intenzione di procedere aldistacco del suddetto ventilato-re, salva diversa indicazione diquesta Procura della Repubbli-ca, ritenuto che si tratti di co-municazione non prevista dal-

l'attuale diritto e che si riferiscea condotta in astratto costituen-te delitto ritenuto che quindi laProcura della Repubblica nondebba, né possa fornire alcunaindicazione in ordine a quantoesposto nella comunicazione,senza che ciò significhi in alcunmodo tacita acquiescenza daparte di questa Procura a quan-to oggetto d'intenzione del dott.Ciacca, e quindi fatta salval'adozione di qualunque prov-vedimento di competenza, rite-nuto pertanto che vada dichia-rato il non luogo a provvedereper tali ragioni dichiara il nonluogo a provvedere”.

I carabinieri a casa - La con-seguenza dell’intervento dellamagistratura è dunque il presi-dio di casa Nuvoli. A presidiarel’abitazione sono mandati il ca-pitano comandante della com-pagnia di Alghero, il marescialloe un brigadiere, con l'incarico diimpedire in maniera assolutache il medico anestesista si av-vicini a Giovanni se non in pre-senza dello stesso capitano. E’quanto avviene. TommasoCiacca chiede di entrare in casaNuvoli per riferire a Giovanniquanto da lui appreso dalla Pro-cura, viene accompagnato al-l’interno, sorvegliato. Come re-sta sorvegliata la casa, almenofino alla partenza (“gentilmen-te” consigliata dai carabinieri)del medico, che avviene merco-ledì 11 alle ore 10,30 dall'aero-

porto di Alghero.

Giovanni sceglie la nonvio-lenza estrema - Eliminata lapossibilità di distacco del ventila-tore, nei suoi ultimi 8 giorni di vi-ta, Nuvoli sceglie la via nonvio-lenta. Una via nobile ed estrema,di chi non accetta di mettersi a li-vello di uno Stato etico e tortura-tore. Sceglie la via del silenzio. Ini-zia a rifiutare cibo e acqua, clan-destimente. Dopo 8 giorni di do-lore, e supplemento di tortura,sopportati con grande coraggio,Giovanni Nuvoli la sera del 23 lu-glio riesce a ad andarsene.

Il funerale in Chiesa: Welby èinsieme a noi - La Chiesa di Al-ghero apre le porte al corpo diGiovanni due giorni dopo la suamorte. Si celebrano i funerali inun’atmosfera di grande parteci-pazione. Ricordando Giovanni,Silvana, la figlia di Maddalena So-ro, dice: “...Sono uomini normaliche forse non avrebbero mai vo-luto diventare eroi. Sono quegliuomini ai quali non è dato di ve-dere esauditi i propri desideri,spesso semplici e legittimi. Espesso la colpa, mascherata davalori, e di altri uomini, uominidecisamente più piccoli. Perquesto, dentro questa chiesa,noi siamo anche con PiergiorgioWelby". La Parrocchia di SanGiuseppe, nel quartiere popola-re della Pietraia esplode in unapplauso.

LA PENA CHE VALECRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA, IMPEDITA, CONQUISTATA.ROCCO BERARDOContinua dalla prima

Una grande pagina di lotta e impegno civile

PAOLO RUGGIU

Giovanni Nuvoli ed anche sua moglieMaddalena hanno scritto una grande pa-gina di lotta e impegno civile, ancora di-versa da quella scritta da Luca Coscioni eda Piergiorgio Welby, a cui il Paese (cieco) etutti noi dobbiamo essere grati. Viviamo,quindi, in un Paese che, oltre a non rispet-tare le proprie leggi supreme (vedi art. 32della Costituzione), è inerte, preda di unostato di ignavia e ipocrisia, in una parola

“incivile”. Quando martedì 10 luglio la pro-cura di Sassari ha notificato al medico chesi era assunto la responsabilità di soddisfa-re la richiesta di Giovanni Nuvoli (sedazio-ne e sospensione della ventilazione mec-canica), di non procedere pena l’imputa-zione di reato, ha perseguito una azione“pilatesca”, ritenendo non legittimo che aGiovanni Nuvoli venga interrotto il tratta-mento medico, accampando la motiva-zione secondo la quale non vi sarebbe di-sposizione normativa che lo preveda e che

in termini “astratti”, così come si legge nel-la notifica pervenuta al medico, si intrav-vederebbe una fattispecie di reato. Insom-ma una sorta di “minaccia” intimata neiconfronti del medico, però non suffragatada disposizioni inequivoche. Il magistra-to, sembrerebbe condizionato, più che daconvincimenti basati su art. di legge, (vistoche non considera ad. es. la disposizionedell’art. 32 della Costituzione) da dubbi dicarattere filosofico e morale circa la licei-tà di quanto Giovanni Nuvoli chiede. […]

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NUVOLI

3LA LOTTANONVIOLENTA!

MARIA ISABELLA PUGGIONI*

Giovanni Nuvoli era un uomosemplice, una persona come sene incontrano tante.Nulla gli è stato risparmiato: latracheotomia, alla quale si op-pose per giorni, poi una matti-na...questa viene praticata; il ri-covero per mesi e mesi nel re-parto rianimazione di Sassari,lucido accanto a persone in co-ma, trattato come loro, da soloper 23 ore su 24 con i suoi pen-sieri, le sue paure; l’insulto di ve-dere il suo “cartello” con le lette-re da leggere con lo sguardo,unico suo faticoso mezzo di co-municazione col mondo, butta-to sprezzantemente da una par-te da alcuni medici. Anni e anniimmobile e senza parola, senzasperanza di alcun miglioramen-to. La SLA non perdona. Giovannipesava 84 chili. Il giorno dellasua morte non ne pesava 35,8.Giovanni voleva morire. Passa-va le ore interminabili alla ricer-ca di una soluzione, di una viad’uscita: sciopero delle medici-ne, conferenze stampa, ma lasua volontà veniva continua-mente messa in discussione. Sidiceva che era depresso, in-fluenzato dalla moglie, confuso,che non era credibile, la comu-nicazione incerta.

Giovanni si convinse allora didue cose: che per ottenerequanto voleva era necessarioevadere dalla rianimazione etornare a casa; e che per tornarea casa doveva disporre di un mi-glior mezzo di comunicazione.Ottenne il comunicatore vocale,ultimo ritrovato della scienzache miracolosamente trasformain voce il movimento dei suoiocchi. Nessuno però accetta dicertificare la sua volontà, di rac-cogliere le sue volontà; per i no-tai il comunicatore non è nel-l’elenco dei mezzi previsti!

Passano le commissioni parla-mentari, passano gli psichiatri, i

vescovi, i parroci , ma nulla simuove.

Che fare? L’Associazione Co-scioni, con cui era in contatto damesi , mette a disposizione diNuvoli un gruppo di medici chelo visiti e ne verifichi le facoltà.Questo gruppo, con una serie dicontrolli stabilisce quello che sisapeva, ma nessuno voleva av-vallare: che Nuvoli è in grado diintendere e di volere, è lucido edeterminato a richiedere il di-stacco di quel respiratore maivoluto e tuttora imposto controla sua volontà.Il medico anestesista facenteparte del gruppo, TommasoCiacca, su richiesta di Nuvoli, sidichiara disposto ad effettuare ildistacco, previa sedazione , per-ché la morte per soffocamentoè brutta e paurosa. Passa il tem-po perché occorrono consensiripetuti di Giovanni, firme, an-cora visite mediche e psichiatri-che; l’intervento non è così rapi-do come Giovanni credeva, lasua speranza vacilla e decide dilasciarsi morire. Rifiuta il cibo.

Terminato tutto l’iter, finalmen-te arriva il tempo tanto atteso.Giovanni è sereno, quasi felice.Smette il digiuno. Sabato 8 lu-glio viene comunicato al procu-ratore Piras e al Procuratore ca-po Porqueddu, attraverso i cara-binieri di Alghero, che martedì10 luglio, alle ore 23, il dottoreanestesista staccherà il ventila-tore polmonare e contestual-mente praticherà una sedazio-ne tale da impedire a Giovannidi soffrire.

Passano domenica e lunedì nelpiù assoluto silenzio, Giovanniaspetta tranquillo che finalmen-te il suo diritto al rifiuto delle cu-re venga rispettato. Martedìmattina dalla procura di Sassariarriva, sempre attraverso i cara-binieri, arriva la risposta dellaProcura, che si chiama fuori, malancia un preciso avvertimento.A guardia di Giovanni Nuvoli –

come un pericoloso bandito,lui, o il medico, o entrambi - e apresidio della sua casa viene di-sposto un servizio d’ordine

composto dal capitano coman-dante della compagnia di Al-ghero, dal maresciallo e da unbrigadiere, con l’incarico di im-

pedire in maniera assoluta cheil medico anestesista si avvicinia Giovanni se non in presenzadello stesso capitano. A impedi-re che l’articolo 32 della Costitu-zione venga applicato.

La casa resta sorvegliata sino al-la partenza, vivamente e gentil-mente consigliata, del medicoanestesista, avvenuta mercole-dì 11 alle ore 10,30 dall’aeropor-to di Alghero.

Resta nella casa il pianto dellamoglie e dei figli e Giovanni ob-bligato al soffio ansimante delrespiratore. Tramontata l’ipote-si di una morte dignitosa, nonrimase che una scelta, lasciarsimorire di fame.

*Coordinatrice Cellula Coscionidi Sassari

LA TORTURA DI GIOVANNI

UNA LOTTA NOBILE E NONVIOLENTA

[email protected] DAL WEB

Ora più che mai è un onore essere iscritta all’Associazione Coscioni di superminima

Cara Maria Isabella,grazie per aver messo in rete questa puntuale e toccan-te “relazione” sulla tragica vicenda del Signor Nuvoli.Prima di tutto desidero ringraziare vivamente l’Ass.Lu-ca Coscioni, alla quale mi onoro di essere iscritta. Perquanto personalmente impegnata sul fronte del dirittoall’autodeterminazione del malato e del morente nel-l’Ass.Libera-Uscita,devo dire che l’unica Ass.che riesceveramente a farsi sentire,ad incidere sul campo è l’Ass.Luca Coscioni che,per questo,chiamo ”la benemerita”.Non v’è dubbio che sulla carta,noi abbiamo già oggi ildiritto di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario an-che se già iniziato,così si evince non solo dall’Art.32 del-la nostra Costituzione ma anche dagli Art. 5-6-9-dellaConvenzione di Oviedo ratificata dal Parlamento Ita-liano nel 2001.Purtroppo il Popolo Italiano è oggi ostaggio di una clas-se politica indegna del ruolo che ricopre e di una magi-stratura non migliore, l’una e l’altra prone davanti adun potere clericale che sta trasformando,ogni giorno dipiù,la Repubblica Italiana in un “Protettorato dello Sta-to Vaticano”.Quanto poi al tuo “incipit”:“…un uomo semplice,unapersona come se ne incontrano tante”,nel leggere questeparole, per altro così consuete, ho provato un leggerosenso d’imbarazzo, come la sensazioneche in quelle parole ci sia veicolato unmessaggio che andrebbe superato.Ilmessaggio sotteso è quello sconta-to che ci sono cittadini di serie A,B,C ecc. ma la PERSONA è fuori se-rie!!!

te anche durante quei giorni, ci sipuò immaginare in quale stato),con accanto la moglie costretta avegliare il corpo del marito in at-tesa che si prosciugasse e moris-se nel silenzio.

Giovanni Nuvoli ha scelto la suamorte non mettendosi a livello diuno Stato che impone il protrarsidi una tortura atroce. Quando ilmedico anestesista radicale del-l'Associazione Luca Coscioni,Tommaso Ciacca, su richiesta rei-terata di Nuvoli e dopo le visite dinumerosi specialisti, si recò a casa

sua per praticare il distacco del re-spiratore sotto sedazione, fu fer-mato dalle forze dell'ordine sudecisione della Procura e del Tri-bunale di Sassari. L'Italia dei fau-tori della “buona tortura” controla “buona morte” applaudì, dalgiornale della Conferenza Epi-scopale Italiana fino alla stampalocale.

Soltanto una settimana dopo sisono dovuti arrendere al coraggioe alla forza di un uomo che avevagià sopportato oltre quanto uma-namente sopportabile, e che ave-va perciò deciso di interromperel'assunzione di cibo e di acqua.Ma invece di obbedire finalmen-te a Nuvoli, come impone la Co-

stituzione e il rispetto umano,consentendo al medico Ciacca diintervenire, lo Stato ha a questopunto deciso che era meglio (eti-camente? legalmente?) lasciarlomorire un po' alla volta. Erano tutti d'accordo: “giustizia” (qua-le?), forze dell'ordine (quali?), Sa-nità (quale?), e certamente ancheparte del sistema dell'informa-zione (lo stesso che aveva defini-to Ciacca “dottor morte”).

Seguendo la volontà di Nuvoli,abbiamo in questi giorni accetta-to anche noi, come la moglie echi lo amava, la consegna del si-lenzio. Abbiamo obbedito a Gio-vanni, che ha scelto l’estrema lot-ta nonviolenta e che ha accettato

alcuni giorni di aggravamentoclandestino della sua tortura co-me prezzo da pagare per non an-dare incontro a nuovi mesi o annidi ulteriore violenza e sequestrodel suo corpo. Ora Giovanni Nu-voli riposa in pace. Ma questo“prezzo” di infame violenza sulsuo corpo è responsabilità delloStato italiano, delle azioni e omis-sioni di questi giorni e mesi.

La vicenda giudiziaria sul casoWelby era stata determinante percreare paura e diserzione dagliobblighi professionali nei con-fronti di Giovanni Nuvoli, bastipensare ai notai che non ne rico-noscevano la volontà, o ai mediciche abbandonavano il collegio

costituito attorno a Ciacca. Alla luce dell'esito positi-vo del procedimento contro Ric-cio, il modo opposto in cui han-no terminato i propri giorni Wel-by e Nuvoli sono la rappresenta-zione più chiara, almeno per chiè interessato a capire, che in nes-suno dei due casi era in gioco unascelta tra “vita” e “morte” (con i ri-spettivi “partiti”), ma tra unamorte nel rispetto della volontàe dell'umanità da una parte euna morte nell'agonia dall'altra,quando quella volontà non è ri-spettata. Grazie a Piergiorgio e Giovannisiamo ora meglio attrezzati perimpedire che troppi altri debba-no subire tanto dolore.

WWWfainotizia.

radioradicale.it

MARCO CAPPATOContinua dalla prima

Nessuno accettò di certificare la sua volontà:per i notai ilcomunicatorenon è nell’elenco dei mezzi previsti

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IL MEDICO E L’ORDINE

NUVOLI !TOMMASO CIACCA

Illustrissimi Presidenti, vi chiedo di inter-venire urgentemente in relazione al casodel paziente Giovanni Nuvoli di Alghero,affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica instadio molto avanzato. Martedì 10 Luglio 2007 non ho potutodar seguito a quanto il paziente aveva ri-chiesto reiteratamente da mesi, cioè l’in-terruzione della terapia di supporto re-spiratorio con contestuale sedazione, inquanto impedito in questo dalla forzapubblica.

Analizzando la situazione clinica edumana di Giovanni Nuvoli, nessun me-dico può rimanere indifferente a tre chia-ri e inequivocabili elementi in essa pre-senti:1) il rifiuto di una terapia da partedel paziente, il suo diritto cioè a non es-sere obbligato ad un qualsiasi tipo di trat-tamento sanitario2) la assoluta consapevolezza con la qua-le il paziente esprime questa volontà. 3)le “indicibili sofferenze” che tale terapiagli procura ogni giorno.

Questi elementi mi spingono come me-dico ad appellarmi a voi perché possiatecontribuire ad interrompere immediata-mente quella che nei fatti è una “torturapsicofisica”, una violenza costante con-tro un uomo gravemente ammalato. Inquesto caso, oltre all’articolo 32, comma2 della Costituzione, all’articolo 5 dellaConvenzione di Oviedo, è possibilechiamare in causa l’articolo 52 del Codi-ce Deontologico sulla “tortura e i tratta-menti disumani”. Mi appello a voi per-chè mettiate in atto ogni strumento perdare nei tempi più brevi (mi riferisco aminuti, ore e giorni) un aiuto concretoper Giovanni Nuvoli. Vi chiedo di convo-care assemblee straordinarie urgenti del-la Federazione Nazionale e degli OrdiniProvinciali, che dicano chiaramente unNO alla violenza che un paziente può es-sere costretto a subire oggi nel nostroPaese Giovanni Nuvoli ci chiede con ilsuo agire, tramite l'unico movimento cheancora possiede, quello degli occhi, didare corpo al senso più profondo dellanostra professione.

L’ORDINE DEI MEDICIINTERVENGA

FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEIMEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI

I medici italiani sono contrari all’eutana-sia e a ogni forma di accanimento o ab-bandono terapeutico.Questa è la premessa indispensabile perdare altrettanta dignità etica e civile all’al-tro grande principio che governa il moder-no esercizio professionale: il rispetto del-l’autodeterminazione del paziente capacee informato. Un’autodeterminazionecompiutamente esigibile e praticabile al-l’interno di una alleanza terapeutica fon-data sulla fiducia, sull’informazione, sulconsenso, sullo scambio e sul rispetto deireciproci valori etici e civili e delle rispetti-ve libertà. “Sulla materia – ha detto Ame-deo Bianco, a seguito delle notizie e delledichiarazioni emerse in queste ore sul ca-so Nuvoli - il Codice di Deontologia Medi-ca ha operato scelte chiare ed inequivoca-bili: è infondato, se non addirittura stru-mentale, rimetterle in discussione”. “Cre-do di interpretare correttamente il pensie-ro dei medici – ha continuato Bianco -esprimendo grande preoccupazione per ilfatto che, per la prima volta, l’autorità giu-

diziaria sia intervenuta in un luogo, delica-tissimo e personalissimo, qual è quello del-la relazione tra medico e paziente, foss’an-che solo in ragione di un principio genera-le di tutela”. Il Presidente Bianco si riferisce, ovviamen-te, all’episodio di cronaca avvenuto il 10 lu-glio scorso, quando la forza pubblica pre-senziò alla visita del dr. Ciacca al Sig. Nu-voli, avendo quest’ultimo manifestato lavolontà di interrompere la ventilazione as-sistita, previa sedazione. “Fatti di tale gra-vità - ha quindi sostenuto Bianco – avven-gono perché nel nostro ordinamento esi-ste una situazione di incertezza di norme- relative all’autodeterminazione – sullaquale solo il Parlamento può intervenire”.“Nonostante tanta confusione e incertez-za, che si riflette sui profili di responsabili-tà civile e penale del medico – ha sostenu-to il Presidente della FNOMCeO Bianco -portiamo con orgoglio il peso della granderesponsabilità di dover garantire a tutti icittadini - che non sono uguali ma diversinella vita e nella morte, nelle loro scelte enelle loro speranze - la piena osservanzadegli obblighi di tutela della salute e di cu-ra della morte”.

SÌ ALL’AUTODETERMINAZIONEDEL PAZIENTE

L’APPELLO LA RISPOSTA

TOMMASO CIACCA

Un uomo di 54 anni, nelle peg-giori condizioni che si possanoimmaginare, chiede con l’ultimomovimento che ancora possiede,quello degli occhi, che venga in-terrotta quella terapia respirato-ria artificiale che da quattro annilo affligge ogni giorno, ogni ora,ogni minuto. Quest’uomo dalla sua casa di Al-ghero, contornata di orti profu-mati, olivi e piante selvatiche, sirivolge ad un medico che lo hapreso anche lui in cura da alcunimesi, chiedendogli di porre untermine a quelle “indicibili soffe-renze” che sta vivendo evitando-gli l’ultimo drammatico dolore.Giovanni è un uomo semplice,che ha svolto lavori comuni e conpassioni comuni.Laborioso e allegro, è stato unrappresentante di commercio, halavorato nella mensa dell’ospe-dale, faceva l’arbitro sportivo e siimpegnava nel teatro dialettale diAlghero. Alto e robusto un tempo, la ma-lattia che lo ha colpito lo ha resoquasi irriconoscibile nel corpo lo-gorato in ogni suo angolo daquella che per lui è una torturainfinita, scandita dal ritmico esempre uguale rumore del venti-

latore meccanico.La sua mente però e il suo cuoregrande sono intatti. E lo hanno spinto a fare una bat-taglia durissima, con le poche ar-mi di cui dispone, una battaglianon solo per sé ma per gli altri“poveri cristi” del nostro Paese.La sua volontà era chiara, cristal-lina. Non una persona che lo ab-bia conosciuto e che abbia postoattenzione al suo comunicare nepoteva dubitare. Ha fatto pubbli-ci appelli, conferenze stampa,chiedendo che il suo grido venis-se ascoltato, ma un muro di ipo-crisia misto a fastidio e non veritàlo ha circondato così come al difuori della Sardegna la sua storianon è conosciuta quasi a testi-moniare ancora altri profondisteccati. Giovanni scrive ai medici: “fatepresto” “è tanto tempo che aspet-to” “staccate le macchine”. Gio-vanni ringrazia il personale sani-tario che con tanta cura lo assisteogni giorno. Giovanni dichiara ilsuo amore per la compagna, mo-glie e oggi sua prima infermiera.Giovanni quando era in Riani-mazione a Sassari dove ha passa-to infinite giornate infinite, hachiesto il computer che lo aiutavacon il movimento degli occhi ascrivere, non solo per se ma an-

che per il vicino di letto, così co-me poi lo volle donare ad un ra-gazzo ammalato di cui ha sentitonotizia. Giovanni ha lottato inogni modo per tornare a casa. Hain più occasioni, in segno di pro-testa rifiutato terapie.Il 4 luglio Giovanni iniziò unosciopero della fame. Il medico acui si era rivolto per interromperela terapia respiratoria ed esseresedato, dopo aver studiato la do-cumentazione sanitaria, coordi-nato un collegio medico interdi-sciplinare ad hoc, aver effettuatovisite, aver raccolto consulenzespecialistiche, aveva ritenuto didover procedere comunicandoalla procura di Sassari e ai Carbi-nieri di Alghero la sua volontà al-legando una documentazionechiara e concreta.

Quel medico però è potuto entra-re nella stanza del paziente solocon un capitano dei carabinieri alsuo fianco. Alla volontà di un uo-mo si è risposto imponendo latortura con i carabinieri.Ma lo stesso capitano, un uomogiovane e gentile, all'uscita dallacasa di Giovanni ha affermato:“quest'uomo è di una luciditàsconvolgente”.Tutti in quella casa erano conGiovanni, comprendevano le suedecisioni, che però non poteronoattuarsi. In quella casa c'era unafamiglia, un nucleo di affetti for-ti. C'era amore.

Questo amore non può avere vo-ce così come la voce di Giovanniè stata soffocata da un Paese cru-dele che permette il lento scorre-re delle ore nella tortura. Ma chipagherà per questo?

Di cosa era colpevole GiovanniNuvoli?

[email protected] DAL WEB

Coraggio a tutti i Ciacca e Nuvoli d’Italia di Casper

Stimatissimo Dott.Ciacca,Lei è una persona di grandissimo valore, fa veramentepiacere sapere che esistono ancora dei medici legati aivalori della vita e della morte.Porti tutto l’affetto di tut-ti noi alla famiglia Nuvoli, e a Giovanni faccia sapereche non è solo in questa battaglia,nonostante il black-out mediatico sulla sua situazione lo assicuri che in tut-ta Italia esistono ancora persone pronte a mille inizia-tive per salvaguardare i diritti di tutti i Nu-voli del paese.Con estrema stima.Saluti,Diego WWW

fainotizia.radioradicale.it

DI COSA ERA COLPEVOLE GIOVANNI?

Page 5: Supplemento Agenda Coscioni anno II n.08: agosto 2007

NUVOLI

5COMEPIERGIORGIO!

EMINENZA, WELBY È STATO CONDANNATO

"...Sono uomini normali che forsenon avrebbero mai voluto

diventare eroi. Sono quegli uominiai quali non è dato di vedere

esauditi i propri desideri, spessosemplici e legittimi. E spesso la

colpa, mascherata da valori, è dialtri uomini, uomini decisamente

più piccoli. Per questo, dentroquesta chiesa, noi siamo anche

con Piergiorgio Welby"Silvana Soro

figlia di Maddalena, durante i funerali inchiesa di Giovanni Nuvoli

MINA WELBY

Le parole e gli applausi ai funerali mi hanno commosso

“Ringrazio Silvana per il ricordoche ha voluto fare, in chiesa, diPiergiorgio”. Così Mina Welby hacommentato ai microfoni di RadioRadicale le parole della figlia diMaddalena Soro, moglie di Giovan-ni Nuvoli. Silvana Soro, intervenen-do in chiesa nel corso dei funerali,ha esordito dicendo: “PiergiorgioWelby è oggi qui con noi”. “Le sueparole e gli applausi dei fedeli pre-senti sono stati per me un momen-to di grande commozione” – hacontinuato Mina Welby –, “A Silva-na e a Maddalena Soro confessopure che il 23 luglio, alla notizia del-la sentenza del giudice in merito aldottor Riccio e al caso di Piergior-gio, il mio pensiero è andato subitoa Giovanni, con la speranza checon questo precedente anche perlui fosse arrivata la fine della soffe-renza. Purtroppo era già tardi. Lamorte di Giovanni e’ stata una mor-te terribile, ma al tempo stesso unagrande prova di impegno e di co-raggio”. “Maddalena – si è rivolta di-rettamente alla moglie di GiovanniNuvoli - io ti sono vicina. Comedonne dobbiamo dare il nostro im-pregno, anche nel piccolo, ma perraggiungere grandi obiettivi”.

MINA WELBYRoma, 14 luglio 2007

Eminenza Reverendissima,

sono assolutamente d’accordocon Lei che la morte del poverosignor Corso Bovio era causata daaltri motivi, sicuramente terribilie laceranti. Non voglio assoluta-mente fare confronti con nessu-no. Piergiorgio Welby ha lottatoper la vita da quando aveva sedi-ci anni, cioè da quando aveva sa-puto la diagnosi della sua malat-tia. Insieme abbiamo lavoratosfruttando ogni nostra capacitàper fare altri partecipi di ciò cheavevamo acquisito nello studio econ la nostra esperienza. Ma tut-to ciò ora non c’entra nulla.

La consapevolezza di doversiaspettare una sicura morte atro-ce per soffocamento credo chesia sconvolgente per ognuno.Piergiorgio si sentiva soffocare da

più di un anno. Non ha trovatonessun medico che lo voleva aiu-tare a poter morire senza soffrire.Da tanto tempo stava discutendosulle possibilità per malati di cer-te patologie, come sla, distrofiamuscolare, tetraplegia e altre, diuna morte opportuna senza sof-ferenze immani. Sicuramenteper molte situazioni non esisteche l’eutanasia, nel senso dellasomministrazione di un farmacoletale. Ma non sono le uniche si-tuazioni. Solo per aver pronun-ciato la parola eutanasia è statocondannato. Ma le persone chemuoiono per eutanasia in altriPaesi hanno i funerali religiosi ono? Piergiorgio non aveva bisognodell’eutanasia come intendevopoc’anzi. Lui ha potuto usufruiredell’articolo 32 della costituzione,che poi non è contraddetto daquel capoverso del Catechismosecondo il quale: “L’interruzionedi procedure mediche onerose,

pericolose, straordinarie o spro-porzionate rispetto ai risultati at-tesi può essere legittima. In tal ca-so si ha la rinuncia all’accani-mento terapeutico. Non si vuolecosì procurare la morte: si accet-ta di non poterla impedire”. Wel-by ha detto ad alta voce e comeuomo politico di voler morire. Loha fatto anche per indicare allapolitica la necessità di trovareuna strada perché tutti i cittadiniitaliani abbiano il diritto all’auto-determinazione nella scelta deitrattamenti medici e non soloquelli che hanno la fortuna di tro-vare un medico consenziente.

Per concludere, vorrà dire che an-ch’io, che appoggio l’eutanasiaper quei cittadini che la chiedonoun giorno, non avrò il funerale re-ligioso. Ma preferisco avere ilcuore aperto per chi chiede pietànegli ultimi istanti della vita con-fidando nell’infinita misericordiadi Dio.

Mina Welby risponde al cardinale Tonini che ha evidenziato come il caso dei funeraliper Corso Bovio, morto suicida, fosse diverso da quello del leader radicale.

[email protected] DAL WEB

Don Paolo scrive a Mina

Carissima Mina,ho letto sul Corriere della sua lettera inviata al cardina-le Tonini.Mi ha davvero molto commosso e nello stessotempo amareggiato.Le sue parole mi hanno colpito,co-me uomo e come prete...

Le chiedevo - e spero di non essere scortese - se la letterafosse privata o pubblica, e se - nel secondocaso - potessi pubblicarla interamentesul mio blog. La saluto ancora conamicizia attendendo sue notizie.

don Paolo Padrini

WWWpassineldeserto.

blogosfere.it

Page 6: Supplemento Agenda Coscioni anno II n.08: agosto 2007

I GIARDINI DIPIAZZA SANGIOVANNI

Marco Cappato: ora lottiamoper testamento biologico e eutanasia legale

L’assoluzione di Mario Riccio èuna conquista straordinaria dellanonviolenza radicale di Piergior-

gio Welby, dell’Associazione Co-scioni, di Mario Riccio e di quan-ti in questi mesi hanno lottato perl’affermazione del diritto a sce-gliere sulla propria salute, sulleproprie cure e sul proprio corpo. Ci auguriamo e ci impegneremoperché da oggi il Paese dell’ago-nia e della tortura di GiovanniNuvoli abbia la forza di essere piùcivile e più rispettoso delle volon-tà dei malati italiani qualunqueesse siano: di assistenza, di tera-pia, di interruzione senza doloredi terapie.Come radicali ci batteremo inParlamento e fuori per l’estensio-ne attraverso il testamento biolo-gico di tale diritto nel momentoin cui non si sia più in grado di in-tendere e volere; ci batteremo an-che per il diritto dei malati termi-nali che pur non dipendono datrattamenti sanitari e anche per

l’eutanasia legale e controllatacontro l’attuale eutanasia selvag-gia e clandestina. Grazie Piergior-gio, grazie Mario, grazie Mina eCarla, grazie al Partito Radicale! I fondi che stanno arrivando e ar-riveranno all’Associazione Co-scioni per le spese processuali,saranno utilizzati per aiutare iWelby e i Nuvoli di tutta Italia.

Mina Welby: adessoil parlamento legiferi sultestamento biologico

Sono molto contenta. Ci speravotanto. In qualche modo posso di-re che me l'aspettavo. Era com-plicato, perché il giudice quandodeve decidere su queste cose de-ve valutare il consenso della per-sona, il suo proposito. Ci speravoe me l'aspettavo. Il giudice oggimi ha chiesto cose così personalisul consenso di mio marito e sul-la fermezza del suo proposito,che non poteva far altro che sca-gionare il dottor Riccio. Oggi inaula ho parlato della mia storiacon Piergiorgio. Ho parlato deglianni passati insieme, a partire dal1978. Lui era informatissimo, giàallora. Non voleva che lo sposas-

si, mi diceva: 'ti rovino la vita'. Ioinvece gli ho risposto: se non misposi me ne vado. Nel '97 ci fu laprima grave crisi respiratoria.Avevamo un patto: non aiutarlose non c'era più nulla da fare. Poi,però, lui mi disse che non ce la fa-ceva e allora chiamai l'ambulan-za e lui andò in ospedale. Ora spero che il Parlamento in-tervenga e vari una legge sul te-stamento biologico. PiergiorgioWelby voleva una legge sull'euta-nasia in Italia. Con internet ha sa-puto della situazione che c'è inOlanda, in Belgio. Scelse così diandare dai Radicali, e attraversodi loro, aveva voce, avere un me-gafono per spiegare le sue ragio-ni. Le ragioni di chi era nelle suecondizioni. E' lui, insomma, chesi è servito dei Radicali. (fonte:Ansa, Apcom)

Mario Riccio: ho eseguito la sua volontà. Ora anche il giudice lo ha ribadito

Dal punto di vista personale è ungrande sollievo quello che mi vie-ne dalla sentenza di oggi. L'accu-sa di omicidio del consenzientepoteva portarmi quindici anni incarcere, non c'era da scherzare.In linea generale dico che oggi siscrive una pagina molto impor-tante, perché noi eravamo sicuridi quel che avevamo fatto, ma èstato stabilito che tutte le terapiesono interrompibili. Tutte le cu-re, anche quelle salvavita si pos-sono interrompere. Lo dice la Co-stituzione. Il paziente può dele-gare la sospensione della sommi-nistrazione medica ad una per-sona, questa delega è un permes-so. Io ho posto in essere il voleredel paziente e non bisogna cade-re in speculazioni etiche, politi-che, religiose. E' stato messo in dubbio il voleredi Welby, la sua capacità d'inten-dere, come se non fosse capace,costretto da un ordine politico enon da un suo espresso deside-rio. Anche l’Ordine dei medici avevariconosciuto che le terapie nonpossono essere eseguite contro ilvolere del paziente. Questo con-cetto è sempre stato vigente, conla vicenda Welby oggi si è ribadi-to. Per questo, in questo non ca-so, l'eutanasia non c'è mai entra-ta niente. E' una manovra per fa-re sciacallaggio, l'aveva spiegatobene il cardinal Martini dicendoche non ci si doveva far confon-dere. Anche papa Wojtila rifiutò il

CASO WELBY: IL GUP PROSCIOGLIE IL MEDICO MARIO RICCIOIl 23 luglio il Gup Zaira Secchi ha de-ciso per il proscioglimento con for-mula piena per il medico anestesi-sta Mario Riccio che interruppe laventilazione meccanica che tenevain vita Piergiorgio Welby, co-presi-dente dell’Associazione Luca Co-scioni, affetto da una gravissima for-ma di distrofia muscolare. In questomodo il Gup ha accolto la richiestadel pubblico ministero FrancescaLoi e del difensore di Riccio, Giusep-pe Rossodivita, ha dichiarato il nonluogo a procedere contro il medicoperché il fatto non costituisce reato.Con la sentenza si è riconosciutodunque ciò che i radicali hanno so-stenuto sin dall’inizio della vicenda:Welby aveva effettivamente il dirit-to di interrompere la ventilazionemeccanica ed il medico aveva il do-vere di assecondare la sua richiesta.Durante l'udienza di oggi e' stataanche interrogata la moglie di Wel-by, Mina, che si e' dichiarata moltosoddisfatta della decisione.

Prosciogliendo il medico Mario Ric-cio il giudice Zaira Secchi ha presoin considerazione anche la disposi-zione dell'art. 51 del Codice penale ilquale afferma che “l'esercizio di undiritto o l'adempimento di un dove-re imposto da una norma giuridicao da un ordine legittimo della pub-blica autorità esclude la punibilità”. Con la decisione di oggi è stato po-sto ad una lunga battaglia giudizia-ria che già aveva visto la Procura del-la Repubblica di Roma sostenere lanecessità di prosciogliere Mario Ric-cio. Ad una prima richiesta però, ilgiudice Renato Laviola, anziché ac-cogliere le richieste della Procura,aveva disposto che l’ufficio del pub-blico ministero formulasse il capo diimputazione nei confronti di Riccio.Di conseguenza l'esame del caso,nel quale era stato ipotizzato il reatodi omicidio del consenziente, erapassato per ragioni procedurali alGup Zaira Secchi che, dopo averascoltato a lungo la moglie di Welby,ha accolto le argomentazioni espo-ste sia dalla Procura sia dalla difesa.

Un’altra vittoria della nonviolenza radicale

21 settembre 2006 Welby scrive una lettera-appello al Presi-dente della Repubblica, che si concludevacosì: “il mio sogno, anche come co-Presi-dente dell’Associazione che porta il nomedi Luca, la mia volontà, la mia richiesta,che voglio porre in ogni sede, a partire daquelle politiche e giudiziarie è oggi nellamia mente più chiaro e preciso che mai:poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che an-

che ai cittadini italiani sia data la stessaopportunità che è concessa ai cittadinisvizzeri, belgi, olandesi”.

11 dicembre 2006 La Procura di Roma, per bocca del procu-ratore Salvatore Ferrara e dei pm SalvatoreVitiello e Maria Francesca Loy, dà parere fa-vorevole al ricorso con cui Welby chiede diinterrompere la ventilazione assistita.

16 dicembre 2006 Arriva il provvedimento del Tribunale diRoma, di parere opposto rispetto al primopronunciamento della Procura di Roma.“Il diritto del ricorrente di chiedere il di-stacco del respiratore artificiale, previasomministrazione della sedazione termi-nale - scrive il giudice civile Angela Salvionelle 11 pagine del provvedimento - deveritenersi sussistente, ma si tratta di un di-

ritto non concretamente tutelato dall'or-dinamento”.

20 dicembre 2006 Piergiorgio si spegne. A dare l’annuncioin diretta su Radio Radicale, è Marco Pan-nella: “Questa notte, esattamente 10 me-si dopo Luca Coscioni, dopo una torturaindicibile, Piero ha raggiunto quello cheha desiderato, per cui ha lottato”. Piergior-

88 GIORNI DI LOTTA. IL LUNGO ITER GIUDIZIARIO

6IL NOSTROPROCESSO

WELBY !

Page 7: Supplemento Agenda Coscioni anno II n.08: agosto 2007

respiratore. In teoria, insomma,Giovanni Paolo II poteva essereancora vivo. Possiamo dire chenel suo caso è stata fatta una eu-tanasia? No. Ed allora si deve direche anche con Welby si è ricono-sciuto un diritto sancito dalla Co-stituzione. (Fonte: Apcom)

Giuseppe Rossodivita,(avvocato difensore del dr. Mario Riccio): sospendereun trattamento può esseredovere per il medico

La sentenza con la quale oggi ilGUP di Roma dr.ssa Zaira Secchiha pronunciato il non luogo aprocedere nei confronti deldr.Mario Riccio è una sentenzadavvero molto importante. Il portato della decisone, già perquanto chiarito nel dispositivo, èsostanzialmente che il malato,capace di intendere e volere e de-bitamente informato, ha sempreil diritto di rifiutare qualsiasi tera-pia, anche salvavita; per il medi-co, correlativamente, dar seguitoalla richiesta del malato è un do-vere imposto da norme giuridi-che, segnatamente e prioritaria-mente, dagli artt. 13 e 32, comma2, Costituzione.E' una semplice questione di di-ritto positivo che chiarisce chesolo al malato compete la deci-sione, non ad altri, non a terzi,non ai medici, non ai famigliari,né a preti o giudici; è il malato ilsovrano dei propri interessi. E'importante che questa sentenzasia divulgata e conosciuta, è im-portante che i malati sappiano esappiano pretendere l'applica-zione dei loro diritti e che i medi-ci sappiano quali sono i contornidei propri doveri, anche deonto-logici.

Rocco Berardo: l’Italia diPiergiorgio ha vinto. Per tutti.

Con la decisione del giudice Zai-ra Secchi, in Italia si è fatto oggiun piccolo passo nella direzionedello stato di diritto. Dopo mesidi tortura a cui Welby si è volon-tariamente sottoposto in quan-to leader politico di una lotta li-berale per i diritti di tutti gli ita-liani, si conferma l’interpreta-zione del PM per cui quanto fat-to dal Dottor Riccio era in per-fetta sintonia con la Costituzio-ne. E’ una vittoria per PiergiorgioWelby, per l’Associazione Co-scioni, di cui era co-presidente,

e del Partito Radicale in cui mili-tava da anni.

Chi denuncia lo scandalo delladecisione fa emergere una real-tà incontrovertibile, quella diuna classe politica italiana ne-anche conservatrice, ma lette-ralmente reazionaria, e ipocrita.A quanti gridano a questo scan-dalo rispondiamo che abbiamoanche per loro conquistato undiritto, che li abbiamo difesi daloro stessi, abbiamo affermato ilriconoscimento di un diritto ci-vile: un diritto che torna al citta-dino quando loro volevano affi-darlo allo Stato, addirittura Vati-cano. Un diritto civile conqui-stato anche per chi, come i Ce-sa, Pedrizzi, Bertolini, Volonté,La Loggia, Lupi, Carlucci e altri,continua a negare l’autodeter-minazione della persona.

Rita Bernardini: Welby coglieoggi con pienezza il successodella sua battaglia politica,civile, umana

Sono felice per Mario Riccio e per

tutti coloro che, al di là dei pieti-smi, agiscono con amore e pro-fessionalità per il rispetto delladignità umana. Con questa sen-tenza si apre una nuova strada,che può rendere meno tormen-toso il destino di quanti, comefu per Piergiorgio Welby e comeè tuttora per Giovanni Nuvoli,decidono di ribellarsi alla soffe-renza quando questa divieneuna vera e propria forma di tor-tura. Esprimo la mia soddisfazioneper il proscioglimento del dott.Riccio che, come ha specificatoil giudice, “ha fatto solo il suodovere di medico”, e per l’aper-tura della giurisprudenza aduna concreta salvaguardia deidiritti dei malati terminali.La battaglia condotta con deter-minazione dall’AssociazioneLuca Coscioni e dai radicali se-gna un altro punto fondamen-tale a favore della persona, so-stenendo il dovere di uno Statolaico di offrire libertà di scelta egarantire condizioni di vitaumane. Con la decisione di og-gi, il leader radicale Piergiorgio

Welby coglie con pienezza ilsuccesso della sua battaglia pie-namente politica, civile, umana.

Emma Bonino: una decisione di grandissimaciviltà giuridica

Il non luogo a procedere nei con-fronti di Mario Riccio è una deci-sione molto importante per l’af-fermazione dei diritti dei cittadinie per la stessa vita della nostra de-mocrazia. Il giudice Zaira Secchiha ribadito che la richiesta diPiergiorgio Welby era legittima eche il comportamento del dottorRiccio è stato corretto, anzi è sta-to doveroso in quanto ha rispet-tato le volontà del paziente. Nes-sun reato, dunque: una condottapienamente legittima di un me-dico che ha risposto ad una ri-chiesta drammatica, ma tutelatadai principi fondamentali dellaCostituzione italiana e del Codi-ce di Deontologia Medica, in li-nea peraltro con quella che erastata fin dall’inizio la posizionedel pubblico ministero.Nonposso che prendere atto congrande piacere di questa decisio-ne, con l’orgoglio di rivendicare

come questa sia stata una batta-glia radicale. E che continua adessere una battaglia per tutti co-loro che vivono situazioni simili aquella di Welby. Una battaglia dilibertà e di civiltà.

Donatella Poretti: ha prevalso la ragione contro l'inquisizione!

Il non luogo a procedere per ilmedico Mario Riccio, l'anestesi-sta che interruppe sotto seda-zione la ventilazione meccanicaa Piergiorgio Welby, e' una buo-na notizia, che riapre uno spira-glio di ottimismo in una vicen-da sintomatica dello Stato italia-no, dove reato e peccato rischia-no ogni giorno che passa di con-fondersi sempre di più.Ricordiamo, infatti, che si era ar-rivati all'"imputazione coatta"nei confronti dell'anestesista daparte del Gip, Renato Laviola, ilquale respingendo la richiestadi archiviazione della Procura diRoma aveva parlato di un "sacroinviolabile e indisponibile" di-ritto alla vita. "Un limite invali-cabile da tutti gli altri diritti",compreso quello costituzionaledell'autodeterminazione, fissa-to nell'articolo 32 della Carta,secondo cui nessuno può essereobbligato al trattamento sanita-rio. Quelle parole accompagnatedall'imputazione coatta faceva-no intravedere un processo in-quisitorio: un giudice che vuolcondannare senza l'accusa, unprocesso senza un reato (nem-meno per la Procura), ma con lapena gia' scritta da un giudiceaccusatore.Alla fine di questo episodio, laragione e' per fortuna tornata aprevalere nel Tribunale di Romacon la decisone del Gup, ZairaSecchi, che ha prosciolto conformula piena il dr. Riccio per-ché il fatto non costituisce rea-to!Ora la parola torna alla politica,che ha un solo compito: far ri-spettare l'articolo 32 della Costi-tuzione anche per quando il pa-ziente non e' in grado di espri-me la propria volontà (a diffe-renza dei casi di Welby o di Nu-voli), che può essere rispettataappieno attraverso il testamen-to biologico. Ecco perche' credoprofondamente che serva nonuna legge comunque, ma unabuona legge!

a nonviolenza radicale

gio muore dopo che gli è stata sospesa,sotto sedazione, la ventilazione artificia-le. Al suo capezzale, oltre all’anestesistaMario Riccio, la moglie Mina Welby, la so-rella Carla, i compagni radicali MarcoCappato e Marco Pannella. Il 20 dicembrearriva pure il parere del Consiglio superio-re di Sanità, coinvolto dal ministro LiviaTurco, secondo il quale i trattamenti tera-peutici nei confronti di Welby non avreb-bero costituito accanimento terapeutico.

1 febbraio 2007L'Ordine dei medici di Cremona giudicadeontologicamente corretto l’operato delmedico e archivia il procedimento discipli-nare. La decisione è presa all’unanimità.

6 marzo 2007 La procura di Roma chiede l’archiviazio-ne del procedimento aperto nei confron-ti di Mario Riccio in quanto il medico

avrebbe attuato un diritto del paziente,che “trova la sua fonte nella Costituzionee in disposizioni internazionali recepitedall'ordinamento italiano e ribadito infonte di grado secondario dal codice dideontologia medica”. La richiesta di archi-viazione e' avanzata dal sostituto procu-ratore Gustavo de Marinis, controfirmatadal procuratore capo della Repubblica diRoma, Giovanni Ferrara.

1 aprile 2007 Renato La Viola rigetta la richiesta di ar-chiviazione per Mario Riccio. Il gip proce-de all’iscrizione del medico nel registrodelle notizie di reato con l’ipotesi di “omi-cidio del consenziente” (art. 579 c.p.).

23 luglio 2007 Il proscioglimento di Riccio da parte delgup Zaira Secchi.

WELBY

7IL NOSTROPROCESSO!

Page 8: Supplemento Agenda Coscioni anno II n.08: agosto 2007

[...] IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Giudice Dtt.ssa Zaira Secchi, all’udienza cameraledel 23/07/2007 ha pronunciato e pubblicato mediantelettura dal dispositivo la seguente

SENTENZAVisto l’art. 425 c.p.p.dichiara

non luogo a procedere nei confronti di Riccio Marioperché non punibile per la sussistenza dell’esimentedell’adempimento di un dovere.

Il Giudice dell’udienza preliminareDr.ssa Zaira Secchi

...CAPACI E INNOCENTI

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO