Agenda Coscioni anno IV n.06: giugno 2009

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI AGENDA COSCIONI 1 GIUGNO 2008 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA Agenda Coscioni Anno IV - N. 6 giugno 2009 Direttore Rocco Berardo 12 - 13 CELLULE COSCIONI Da Roma a Francavilla Fontana, il vissuto delle persone forma la “cellula”. Le storie di persone che lottano per la libertà di scelta. 2 - 6 LEGGE 40 Come cambia la legge sulla fecondazione assistita. La sentenza, i commenti, il convegno. Interventi di Filomeno Gallo, Stefano Rodotà, Gianni Baldini, Giorgio Muccio, Monica Soldano. Norman Myers pag.14 Sovrappopolazione: una verità sconveniente Nina Dudnik pag.15 Fare ricerca non può essere un lusso Ronald Dworkin pag.17 L’eutanasia come scelta di vita inserto Piano casa, rottamazione edilizia e riforma della legge sul governo del territorio L.40 ...Colpita! Siamo riusciti a colpire la legge 40 partendo dal vissuto delle persone, rendendo concreta l’azione “dal corpo dei malati al cuore della politica”. Certo, abbiamo “colpito” ma non ancora “affondato” quella “nave legge 40” carica di ideologia clericale e antiscientifica, che naviga ancora isolata in tutta Europa. Ma insieme alle coppie e alle associazioni dei pazienti sterili il colpo inferto alla legge sulla fecondazione assistita e’ stato significativo. Molte coppie oggi potranno accedere alla diagnosi preimpianto e le donne non saranno costrette all’obbligo di impianto Contemporaneo di tutti gli embrioni prodotti. E’ un primo passo. GILBERTO CORBELLINI Forse è giunto il momento che la di- scussione aperta e tenuta viva in Italia, e non solo, dall’Associazione Luca Coscioni, sulla libertà della ri- cerca scientifica faccia un salto di qualità. La denuncia delle censure politico-governative ai danni della ricerca e dello sviluppo e diffusione della conoscenza scientifica in Ita- lia danno per scontato, corretta- mente, che quello che è avvenuto e sta avvenendo rispetto a scelte che interessano la libertà dei ricercato- ri, nonché quella dei cittadini italia- ni, sia in conflitto con i principi e i valori della Costituzione Italiana. E quindi con i principi e i valori della civiltà democratica occidentale. a pag. 8 Non siamo in una democrazia MARCO CAPPATO Questo giornale va in stampa a pochi giorni dalle elezioni europee, con 125 persone sciopero della se- te e Emma Bonino che sta occu- pando da 24 ore gli studi della RAI tv. Quando leggerete queste pagi- ne, l'esito delle elezioni europee (così poco europee e per nulla de- mocratiche) sarà già noto. a pag. 6 Dopo europee? Assemblea dei Mille!

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Agenda Coscioni - giugno 2009

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MENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCA

POSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.

D.L. 353/2003CONV. L. 27/2/04 N°46

ART. 1 COMMA 2 DCB-ROMA

STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE

RACCOLTA FONDI

AGENDA COSCIONI 1 GIUGNO 2008

AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007

DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO

SPADACCIAVIA DI TORRE

ARGENTINA, 76 00186 ROMA

Agenda CoscioniAnno IV - N. 6

giugno 2009Direttore Rocco Berardo

12 - 13

CELLULE COSCIONIDa Roma a FrancavillaFontana, il vissuto delle personeforma la “cellula”. Lestorie di persone chelottano per la libertà discelta.

2 - 6

LEGGE 40Come cambia la leggesulla fecondazioneassistita. La sentenza, icommenti, il convegno.Interventi di FilomenoGallo, Stefano Rodotà,Gianni Baldini, GiorgioMuccio, MonicaSoldano.

Norman Myers pag.14Sovrappopolazione: una verità sconveniente

Nina Dudnik pag.15Fare ricerca non può essere un lusso

Ronald Dworkin pag.17L’eutanasia come scelta di vita

inserto

Piano casa, rottamazioneedilizia e riforma della leggesul governo del territorio

L.40...Colpita!

Siamo riusciti a colpire la legge 40partendo dal vissuto delle persone,rendendo concreta l’azione “dal corpo dei malati al cuore della politica”. Certo,abbiamo “colpito” ma non ancora “affondato” quella“nave legge 40” carica di ideologia clericale eantiscientifica, che naviga ancora isolata in tutta Europa.Ma insieme alle coppie e alle associazioni dei pazientisterili il colpo inferto alla legge sulla fecondazioneassistita e’ stato significativo. Molte coppie oggi potrannoaccedere alla diagnosi preimpianto e le donne nonsaranno costrette all’obbligo di impianto Contemporaneodi tutti gli embrioni prodotti. E’ un primo passo.

GILBERTO CORBELLINI

Forse è giunto il momento che la di-scussione aperta e tenuta viva inItalia, e non solo, dall’AssociazioneLuca Coscioni, sulla libertà della ri-cerca scientifica faccia un salto diqualità. La denuncia delle censurepolitico-governative ai danni dellaricerca e dello sviluppo e diffusionedella conoscenza scientifica in Ita-

lia danno per scontato, corretta-mente, che quello che è avvenuto esta avvenendo rispetto a scelte cheinteressano la libertà dei ricercato-ri, nonché quella dei cittadini italia-ni, sia in conflitto con i principi e ivalori della Costituzione Italiana. Equindi con i principi e i valori dellaciviltà democratica occidentale.

a pag. 8

Non siamo in unademocrazia

MARCO CAPPATO

Questo giornale va in stampa apochi giorni dalle elezioni europee,con 125 persone sciopero della se-te e Emma Bonino che sta occu-

pando da 24 ore gli studi della RAItv. Quando leggerete queste pagi-ne, l'esito delle elezioni europee(così poco europee e per nulla de-mocratiche) sarà già noto.

a pag. 6

Dopo europee?Assemblea dei Mille!

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2TRA LEGGE E GIURISPRUDENZA

LEGGE 40

FILOMENA GALLO

Premessa - Dal 1978, anno dinascita della prima bambinaconcepita con fecondazione invitro, Louise Brown, nel 1978,molti sono stati i Paesi Europeiche hanno immediatamentelegiferato in materia. In Italia,abbiamo assistito a 10 anni didibattito parlamentare, su va-rie proposte di legge in tema difecondazione assistita. In par-ticolare sul progetto di legge1514, oggi legge numero 40/04,sono stati rigettati tutti gliemendamenti proposti in sededi discussione.

La legge - La legge 40 entra invigore il 10 marzo 2004. Dal-l’analisi della legge, emergonodue dati evidenti: il fondamen-to di natura penalistica dellanorma e la difficoltà a trovareun orientamento unitario nelregolamentare la salute dellapersona e più in generale dellacoppia, la libertà individuale intema di scelte procreative, la li-bertà della ricerca scientifica,l’autonomia della pratica me-dica, la tutela dei diritti di tutti isoggetti coinvolti nelle tecni-che di fecondazione assistita. Senza analizzare ogni singoloarticolo, ma ponendo attenzio-

ne ai punti più dibattuti, imme-diatamente troviamo da un la-to gli aspetti concernenti la tu-tela dell’embrione, e dall’altrogli aspetti concernenti i requi-siti soggettivi ‘necessari’ perpoter accedere alle tecniche difecondazione medicalmenteassistita. Chiara è la spropor-zione tra la tutela delle due dif-ferenti situazioni soggettive, atutto favore dell’embrione.

I divieti - I nuovi divieti dellanorma sono tassativi, no al-l’eterologa, no alla crioconser-vazione dell’embrione (trannein casi specifici), no alla revocadel consenso dopo la feconda-zione, no alla produzione di piùdi tre embrioni, no all’accessoalle tecniche per coloro chenon sono sterili (portatori dipatologie genetiche e virali).Tali divieti nel 2004, determina-rono il documento a firma dialcuni scienziati italiani, chedefinirono la norma in questio-ne con “divieti stupefacenti dalpunto di vista scientifico e ripu-gnanti dal punto di vista mora-le.”

Il referendum - Luca Coscioni,con l’associazione per la liber-tà di ricerca scientifica a lui inti-tolata, ha promosso nell’aprile

del 2004 con l’area radicale ilreferendum di abrogazione to-tale della legge numero 40/04,mobilitando il paese per la rac-colta firme. Nel luglio 2004, an-che l’area politica di sinistra de-cise di proporre altri quesitiabrogativi parziali della legge40. In sintesi i quesiti propostifurono i seguenti: Per l’utilizzoa fini scientifici di embrioninon utilizzabili per una gravi-danza; La tutela della salutedella donna; Diritto di autode-terminazione e libertà di scelta;Divieto di eterologa. La Corteaccettò questi ultimi boccian-do il referendum radicale, quel-lo di abrogazione totale dellalegge, di certo il più intellegibi-le, minacciando sin da subito ilbuon esito del dibattito (tuttotecnico e ideologico) in mate-ria e della partecipazione al vo-to. Il referendum si è celebratocon il mancato raggiungimen-to del quorum: votano solo il25% degli elettori. Un referen-dum che non raggiunge il quo-rum è da considerarsi comemai realizzato, poiché nonhanno vinto i si o i no, ma i cit-tadini Italiani non hannoespresso la loro decisione el’astensione non è prevista dal-l’istituto del referendum. Le azioni giudiziarie – La lotta

per i diritti civili delle personecon problemi di sterilità è con-tinuata attraverso numeroseazioni giudiziarie (che pubbli-chiamo nella scheda) in cui ilprincipio “dal corpo dei malatial cuore della politica” ha defi-nitivamente messo in chiaroquali sono i problemi reali che imalati vedono calpestati dauna legge insensata che da an-ni impone tecniche al di fuoridegli standard internazionali e

che hanno il solo pregio di di-fendere un’idea astratta dellavita, calpestando quella vissutasul proprio corpo e su quellodel nascituro.

Legge 40, colpita - Dopo la de-cisione della Corte Costituzio-nale del 1 aprile 2009, sarannoi medici a decidere quanti em-brioni saranno necessari per lapositiva riuscita dell’impiantoin utero della donna al fine disuperare lo stato di infertilità einfertilità/sterilità della coppia.Impianto che dovrà essere pri-vo di rischi per tutelare la salu-te della donna. Nel rispetto del-le finalità della legge, articolo 1:rimuovere lo stato di sterilità,infertilità e tutelare i diritti deisoggetti coinvolti, senza arreca-re pregiudizio alla salute delladonna, a conferma della sen-tenza 27 del 1975. Si potrà cosìevitare quella vera e propriatortura psicologica, oltre che fi-sica, rappresentata dalle tera-pie farmacologiche e dalleaspettative e dagli insuccessidei tentativi di Pma senza gra-vidanze. Una vittoria giunta altermine di una guerra giuridicainnescata dalle tante coppiesterili italiane e dalle associa-zioni impegnate su questo de-licato fronte.

Se c’è giudizio LA LEGGE 40, DAL 19 FEBBRAIO 2004 AL 31 MARZO 2009

Dal 2004 a oggi,cinque anni dilotte quotidianeper scalfire unalegge contro lascienza

Grazie all’impegno delle Associazioni dei Pazienti Infertili, dell’Associazione LucaCoscioni, delle coppie che hanno voluto denunciare l’incostituzionalità della legge40, saranno ora i medici a decidere quanti embrioni sono necessari per la positivariuscita dell’impianto in utero

Applicazione della dia-gnosi preimpianto (Tri-bunale di Catania) senten-za 2004 - La sentenza conferma unalettura restrittiva della legge 40/04, ri-gettando la domanda. Accesso all’in-terruzione di gravidanza (TribunaleCagliari) 29 giugno 2004 - L’ordinanzaafferma che non vi è differenza tra gra-vidanza da PMA e naturale e quindirende possibile la riduzione embrio-naria per gravidanze trigemine. Il Giu-dice accoglie la domanda.

Diagnosi preimpianto(Tribunale di Cagliari)2005 - Sollevata questione alla CorteCostituzionale che nel 2006 rileva che”la questione, così come prospettatadal Tribunale, è manifestamenteinammissibile».

Ammissibilità diagnosipreimpianto (Tribunaledi Cagliari) 24 settembre 2007 -Il giudice disapplica le linee che preve-dono come tecnica di diagnosi preim-pianto solo l’indagine osservazionedell’embrione. Le linee guida sono unatto di rango normativo inferiore allaLegge 40/04, non possono conteneredivieti non previsti nella norma. Il giu-dice ordina l’esecuzione dell’indaginedi preimpianto.

Ammissibilità indaginepreimpianto (TribunaleFirenze) 17 dicembre 2007 - Con-ferma la motivazione della sentenza delTribunale di Cagliari, a seguito di ricor-so di un’altra coppia. Il giudice accogliela domanda e ordina al Centro di pro-creazione di effettuare l’indagine di ge-

netica preimpianto sull’embrione.

Annullamento linee gui-da (Tar Lazio) 21 gennaio 2008- Il Tar annulla le Linee Guida laddovesi statuisce che ogni indagine relativaallo stato di salute degli embrioni crea-ti in vitro, ai sensi dell'articolo 13, com-ma 5, dovrà essere di “tipo osservazio-nale”. Solleva la questione di legittimi-tà costituzionale.

Numero embrioni e di-vieto crioconservazione(Tribunale di Firenze) 12luglio 2008 - Questione di legittimitàcostituzionale sul divieto di criocon-servazione degli embrioni soprannu-merari, la necessarietà della creazionedi un numero massimo di tre embrio-ni nonché dell’unico e contempora-

neo impianto degli stessi; e laddove siprevede la irrevocabilità del consensoda parte della donna all’impianto inutero degli embrioni creati.

Obbligo impianto em-brioni (Tribunale di Fi-renze)26 agosto 2008 - Questionedi legittimità costituzionale riguardo leparole «ad un unico e contemporaneoimpianto, comunque non superiore atre», e le parole «Qualora il trasferi-mento nell’utero degli embrioni nonrisulti possibile», «di forza maggiore»,«non prevedibile al momento della fe-condazione», «fino alla data del trasfe-rimento, da realizzare non appenapossibile»; e dell’art. 6, comma 3, nellaparte in cui non contiene, in fine, le pa-role «e, dalla donna, anche successiva-mente».

Tutte le iniziative giudiziarie

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LEGGE 40

3TRA LEGGEE GIURISPRUDENZA

• Divieto di applicazione diTecniche Eterologhe (ART. 4 COMMA 3)

• Divieto di accesso alletecniche di Procreazioneassistita per le coppie fertili (ART. 1 E 4)

• Divieto di revoca delconsenso della coppia aprocedere alle tecniche diprocreazione assistita, dopola fecondazione dell’ovocita(ART. 6 COMMA 3)

• Divieto di uso per la ricercascientifica degli embrioninon idonei per unagravidanza (ART. 13 COMMA 1)

Cosa rimane della Legge 40DIVIETI IN VIGORE DIVIETI CANCELLATI

• Obbligo d’impiantocontemporaneo in utero ditutti gli embrioni prodotti (ART. 14 COMMA 2)

• Divieto di produzione di unnumero superiore a treembrioni(ART. 14 COMMA 2)

• Divieto di crioconservazionedegli embrioni (ART. 14 COMMA 1)

Deroga al divieto, per motivisanitari, per la tutela dellasalute della donna.

• Divieto di applicazioned’indagini diagnostichesull’embrione (LINEE GUIDA)

La risposta della CorteCostituzionale, sentenza151/09 - La Corte Costituzionale,pone l’accento nelle motivazioni del-le sentenza sui limiti che alla discre-zionalità legislativa pongono le ac-quisizioni scientifiche e sperimentali,che sono in continua evoluzione esulle quali si fonda l’arte medica, sic-ché, “in materia di pratica terapeuti-ca, la regola di fondo deve essere laautonomia e la responsabilità delmedico, che, con il consenso del pa-ziente,opera le necessarie scelte pro-fessionali”.La Corte rileva che “la pre-visione adoperata dal legislatore nel-la legge 40 che prevede la creazione diun numero di embrioni non superio-re a tre, in assenza di ogni considera-zione delle condizioni soggettive del-la donna che di volta in volta si sotto-pone alla procedura di procreazionemedicalmente assistita, si pone, indefinitiva, in contrasto con l’art. 3

Cost., riguardato sotto il duplice pro-filo del principio di ragionevolezza edi quello di uguaglianza, in quanto illegislatore riserva il medesimo trat-tamento a situazioni dissimili; non-ché con l’art. 32 Cost., per il pregiudi-zio alla salute della donna – ed even-tualmente, come si è visto, del feto –ad esso connesso”.È dichiarata la ille-gittimità costituzionale dell’art. 14,comma 2,della legge n.40 del 2004 li-mitatamente alle parole «ad un uni-co e contemporaneo impianto, co-munque non superiore a tre». È cosìeliminata nelle legge numero 40/04sia la irragionevolezza di un tratta-mento identico di fattispecie diverse,sia la necessità,per la donna,di sotto-porsi eventualmente ad altra stimo-lazione ovarica, con possibile lesionedel suo diritto alla salute. Nella leggeil principio secondo cui le tecniche diproduzione non devono creare unnumero di embrioni superiore a

quello strettamente necessario, è og-gi applicabile con la forza di accerta-menti demandati, nella fattispecieconcreta,al medico,ma è esclusa tas-sativamente la previsione dell’obbli-go di un unico e contemporaneo im-pianto e del numero massimo di em-brioni da impiantare. Con la senten-za “è introdotta una deroga al princi-pio generale di divieto di crioconser-vazione di cui al comma 1 dell’art.14,quale logica conseguenza della cadu-cazione, nei limiti indicati, del com-ma 2 – che determina la necessità delricorso alla tecnica di congelamentocon riguardo agli embrioni prodottima non impiantati per scelta medica– comportano, altresì, la declaratoriadi incostituzionalità del comma 3,nella parte in cui non prevede che iltrasferimento degli embrioni,da rea-lizzare non appena possibile, comeprevisto in tale norma, debba essereeffettuato senza pregiudizio della sa-

lute della donna”. La sentenza 151/09della Corte Costituzionale sulla legge40 è stata pubblicata nella GazzettaUfficiale numero 19 del 13 maggio2009. In base all’articolo 136 dellaCarta Costituzionale,in virtù di avve-nuta pubblicazione dalla data del 13maggio 2009 la legge 40/04, articolo14 comma 2 risulta essere il seguen-te: “Le tecniche di produzione degliembrioni,tenuto conto dell'evoluzio-ne tecnico-scientifica e di quanto pre-visto dall'articolo 7, comma 3, nondevono creare un numero di embrio-ni superiore a quello strettamentenecessario”. I Giudici del Tribunale diFirenze, e del Tar Lazio, che hannosollevato il dubbio di costituzionalitàsulla legge 40 del 2004 sugli articolicitati, hanno ordinato l’esecuzionedell’indagine preimpianto sull’em-brione, perché consentita e previstadalla legge numero 40/04.

e giudiziarie

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4IL CAMBIAMENTOLEGGE 40

STEFANO RODOTÀ

Viviamo tempi di disincanto, per nondire di pessimismo e abbandono dellasperanza, per contrastare e arrestarequeste pericolose derive in materia didiritti civili. La notizia della sentenzadella Corte Costituzionale aiuta a ria-nimare le speranze e dire due cose: pri-mo, sul terreno dei diritti civili valesempre la pena di condurre le battagliee non ci sono battaglie di minoranze;secondo, dinanzi a diritti fondamen-tali della persona la questione maggio-ranza e minoranze non vale, lo dicoperché si deve tenere conto del siste-ma delle tutele costituzionali e non persvalutare il principio di maggioranza.Vorrei ricordare che quando a Beppi-no Englaro fu chiesto di commentarela sentenza del 2007, la Costituzione ri-conosceva il diritto all’interruzione deitrattamenti per la figlia, ha fatto uncommento sobrio: “Viviamo in unoStato di diritto”. Anche Licia Pinelli hausato le stesse parole in una recenteintervista. Le persone che hanno fattoquesta azione, che hanno agito fino adoggi, ovvero avvocati, coppie e asso-ciazioni hanno avuto fiducia nello Sta-to di diritto. Non è una banalità perchéciò con cui ci confrontiamo oggi è la si-stematica distruzione dello Stato di di-ritto in Italia. Questa sentenza può aiu-tare, insieme ad altre, a ricostruire lacultura necessaria per poter rappre-sentare poi il riferimento necessarioper chi fa politica. Noi stiamo vivendouna stagione politica pessima, a causadi una cultura politica pessima. Nonc’è buona politica senza una buonacultura. Intorno a questa azione civileche ha portato a questo risultato nonc’è solo l’attivismo, il coraggio dellepersone, ma l’incarnare la cultura giu-sta quando si affrontano questi pro-blemi. Questo è il punto. Questa sen-tenza è netta e importante e costruitaintorno ai pilastri dello Stato di diritto:c’è l’articolo 3 dell’eguaglianza dei cit-tadini, continuamente sfidato e mes-so in discussione (in materia di sicu-rezza e migrazione). E c’è l’articolo 32nato per frastornare i giuristi: la saluteè affare di medici e non di giuristi. I co-stituenti ci hanno consegnato una co-stituzione fortissima su questo punto:il diritto alla salute e i problemi della vi-ta costituiscono oggi il più fondamen-tale dei diritti fondamentali. Questa èl’eredità che ci è stata tramandata eche questa sentenza ha messo a frut-to. Siamo intorno ai cardini del siste-ma costituzionale. La sentenza Engla-ro tanto discussa gioca sugli articoli 2,13, e 32. Non lo ricordo casualmente.Io voglio ricordare un’altra sentenzarecentissima della corte costituziona-le: 438 del 23 dicembre 2008, impu-gnata circa il consenso informato. Vie-ne fuori nel fuoco della polemica inter-na al caso Englaro: il consenso infor-mato non può essere frammentato ma

costituisce il punto di sintesi di due di-ritti fondamentali: alla salute e all’au-todeterminazione. Tutto ciò divieneun punto di riferimento essenziale perricostruire la trama intorno alla qualela tutela giuridica della vita debba es-sere ricostruita, non per forzature sog-gettivistiche o per laicismo partigiano,ma per fedeltà costituzionale. Chi ado-pera i materiali che ha per le mani de-ve prendere atto di questa realtà cheoggi possiamo considerare.Questa sentenza va ricordata per alcu-ni passaggi molto importanti: lo statu-to giuridico dell’embrione viene com-pletamente riaperto. Questo è unbuon contributo culturale. L’embrio-ne non è un puro ammasso di cellule.Parlare di embrione è cosa diversa dalparlare di quello già impiantato, da im-piantare o conservato. Come si sa in gi-ro per il mondo gli statuti giuridici diconseguenza possono essere diversi;in Italia questo è stato bloccato ideolo-gicamente dalle legge 40. Oggi possia-mo riparlarne. Colleghi di altri paesileggendo l’articolo 1 della legge dice-vano che chi lo ha pensato non sape-va nulla di diritto: la parificazione delconcepito con quello appena conce-pito non è traducibile nel linguaggioculturale di tutto il mondo. Questa èuna battaglia, però, non ancora vinta.In questi anni questa legge e altri inter-venti hanno avuto la funzione di riap-propriarsi del potere di controllo delcorpo femminile. Su questa strada nonci si può fermare alla sentenza dellaCorte. Qualcuno ha messo in circola-zione questo argomento: sono cadutequelle norme ma è stato salvato il re-sto della legge. Non è così perché se al-cune eccezioni non sono state prese inconsiderazione è per difetto di rilevan-za o motivazione. Vuol dire che quan-do verrà il caso più appropriato la Cor-te si sentirà investita di questo proble-ma. Questa battaglia sul corpo femmi-nile come luogo pubblico continua.C’è la violazione clamorosa del princi-pio di eguaglianza e di tutela della sa-lute che riguarda la donna sola, sullabase di una condizione personale: sequalificato come intervanto mediconon si può legare la tutela della salutead una persona per il fatto che non ab-bia un compagno stabile o un marito.È una doppia discriminazione. I termi-ni sono quelli di un conflitto con unpotere politico e medico che voglionoriappropriarsi di quello che l’autode-terminazione invece riconosciuta co-me diritto fondamentale della perso-na attribuisce all’interessato. Interes-sante un passaggio della sentenza: “re-gola di fondo deve essere l’autonomiae la responsabilità del medico che conil consenso del paziente opera le ne-cessarie scelte professionali”. Questeparole che sembrano scontate nellatemperie culturale e politica attualeassumono un grande significato. Pri-mo: la pretesa del legislatore scienzia-

to-medico che definisce attraver-so norma di legge quanti em-brioni si possono impiantare oche decide se l’idratazione el’alimentazione forzata sonoo no trattamenti terapeuticiè la filigrana di questa affer-mazione. C’è un limite allegislatore. Secondo:l’idea di alleanza tera-peutica viene lì co-struita attraverso ilritorno alla subor-dinazione dellapersona al poteredel terapeuta,mentre qui, inve-ce, la responsa-bilità del medicoè correttamentesubordinata alconsenso del pa-ziente. Viene rico-struita la condizione dibase dell’autodetermi-nazione. Non poteva es-sere diversamente dopola sentenza costituzio-nale 438 che rafforza larilevanza del consen-so come momentosintetico del dirittofondamentale dellapersona. Questasentenza ci dà unterreno più solidoper una battaglia cul-turale e politica a cuinessuno si può tirareindietro. Attraversomaterie come questatroviamo i nessi con al-tri questioni di vita e iltentativo di subordinar-la a poteri esterni. In ulti-mo torno alla sentenza438 dove sono racchiusi i se-guenti temi con i loro nessi: ilconsenso, la salute, l’autodeter-minazione. La salute non è piùl’assenza di malattia, lo dice l’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità, è lavita, è benessere psichico sociale e fisi-co. E c’è l’autodeterminazione, cioè lapersona con il suo diritto di scegliere egovernare la vita. C’è il consenso infor-mato. Allora chi ha il potere? Tornanoalle ultime parole dell’articolo 32: “Lalegge non può in nessun caso violare ilimiti imposti dal rispetto della perso-na umana”. Lì il potere politico si devefermare ed entra in gioco la complessagestione della vita che non può esserenelle mani di nessuno. Il potere pub-blico deve far sì che ciascuno possaagire in modo libero da queste trappo-le. C’è una responsabilità del poterepubblico. La retorica della tutela dellavita non va ideologizzata. La Repubbli-ca deve rimuovere gli ostacoli di fattoche impediscono “il pieno sviluppodella persona umana”, questo dice l’ar-ticolo 3 della costituzione.

Avete creduto nello Stato di dirittoIL COMMENTO DI STEFANO RODOTÀ

Come Beppino Englaro e Licia Pinelli, i pazienti, le associazioni e gli avvocati che conquesta azione civile hanno portato al pronunciamento della Corte, hanno avuto fiducianello Stato di diritto. Non è solo coraggio, è l’incarnazione di una cultura altra,giusta.

L’articolo 32 dellaCostituzione èinequivocabile: la saluteè affare di medici e nondi giuristi. I costituenti cihanno consegnato unaaffermazione fortissimasu questo punto.

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Durante il dibattito del Convegno “La curadella sterilità e le tecniche di fecondazionemedicalmente assistita. Il futuro dopo lasentenza della Corte Costituzionale e lemodifiche alla Legge 40”, organizzato dallaFederazione italiana delle Associazioni deiPazienti Infertili e dall’Associazione LucaCoscioni per la libertà di ricerca scientifica(tenuto a Roma il 12 maggio 2009), alcunequestioni sono poste ai giuristi rispetto a quelche accadrà dopo la storica sentenza della CorteCostituzionale, che ha in parte azzerato alcunidivieti della legge 40.

Quando la sentenza avrà efficacia? Esistela possibilità da parte, per esempio delMinistero della Salute piuttosto che degliAssessorati alla sanità delle Regioni, diintervenire e limitare l’applicabilità dellasentenza, quindi della “nuova” legge 40?

Giovanni Baldini*: La sentenza nondiventa legge ma ha un valoresovraordinato alla legge ordinaria perchénella gerarchia delle fonti del dirittodopo la Costituzione ci sono le sentenzedella Corte Costituzionale che possonomodificare le leggi ma non possonoessere modificate da una legge. Eccoperché paradossalmente c’è voluto tantoma questo risultato non potrà essere,salvo l’inganno, modificato da nessunamaggioranza parlamentare. Cosa cheavrebbe potuto essere, ad esempio, l’esitoabrogativo di un Referendum. Da ciòderiva che se nemmeno il Parlamentopuò contraddire quanto contenuto inuna sentenza della Corte Costituzionaleripristinando ad esempio artificialmenteun numero diverso di embrioni ocontraddicendo quel principio, cheveniva evidenziato dal Professor Rodotà,di autonomia e responsabilità delmedico nell’alleanza terapeutica colpaziente rispetto alla soluzione del casoconcreto, la cosa vale ancora di più perogni provvedimento di naturaregolamentare. Al riguardo siamo rimastistupefatti rispetto ad alcunedichiarazioni che si sono sentite rispettoalla necessità di nuove linee guida chedovrebbero reinterpretare la legge, tantopiù se provenienti da organismi regionaliche hanno competenza in materia diorganizzazione sanitaria ma non certo diattuazione di diritti soggettivi in materia.

Rodotà*: Ricorderete tutti, tra l’altro,che la sentenza del TAR del Lazio partivaproprio dalla premessa che le linee guidacome atto amministrativo non potevanomodificare un quadro normativo cheriguardava diritti fondamentali. Amaggior ragione dopo una sentenza cosìpesante è ancora più difficile. Poiaspettiamoci di tutto, visto che la culturaistituzionale e costituzionale in questomomento è quasi al grado zero.

Mi chiamo Giuseppina Cao, ginecologa,Ospedale microcitemico di Cagliari: Ladiagnosi genetica pre-impianto è oggipossibile. Con le pazienti fertili chechiedono di accedere a questo percorsocome ci dobbiamo comportare?

Giorgio Muccio*: Per questo tipo dipazienti è un problema in quanto l’art. 4della legge prevede l’accesso altrattamento di procreazione assistitaesclusivamente alle coppie infertili o

sterili, ovvero - e qui c’è la scappatoia -che siano affette da infertilità inspiegatae quindi autocertifichino che è due anniche tentano di avere una gravidanzasenza successo. Quindi, dal punto divista giuridico, l’ideale sarebbe andaresollevare la questione di costituzionalitàin relazione agli artt. 3 e 32 Cost; dalpunto di vista pratico spesso per questotipo di coppie l’ostacolo è superato grazieall’autocertificazione della loro situazionedi sterilità inspiegata e quindi alla loroassunzione di responsabilità.

Però con un’attesa di due anni?

Giorgio Muccio: Sì, perché se avesseroappena avuto una gravidanza vitale atermine sarebbe palesemente evidenteche si tratti di un’autocertificazione nonveritiera e quindi dal punto di vistapenale ne dovrebbero rispondere lecoppie.

Luisa Testa, Associazione Conto allaRovescia: questa sentenza riguarda solo lecoppie effettive o anche le coppie di fatto?

Monica Soldano*: La legge 40comunque permette l’accesso anche allecoppie conviventi, anzi è stata forse laprima legge che ha ampliato ericonosciuto le coppie di fatto anche sepoi non ha riconosciuto la donna comesingola, pur essendo un soggetto con undiritto alla salute. Vorrei passare la parolaall’Avv. Baldini che, proprio conriferimento alle coppie con problemi dimalattie genetiche ma fertili, ha qualcosada raccontare.

Gianni Baldini: È pendente un altroricorso interessante a Bologna. Lì il temaè: coppia non sterile con un bambinoaffetto da una forte forma di emofilia chevuole avere un secondo figlio ma senza laroulette russa della procreazionenaturale. Quindi il ricorso è finalizzato,in primo luogo, ad avere un numero diembrioni adeguato, ma a questo puntocredo che il via libera sia scontato; inoltrea consentire a una coppia che non èsterile, avendo già un figlio, di avere unsecondo figlio utilizzando le tecniche di

fecondazione assistita. Quindiattendiamo l’esito di tale ricorso chepotrà decretare il via libera per una cosae la sospensione per l’altra o il via liberaper una cosa e la richiesta alla CorteCostituzionale per l’altra, perché lacoppia di fatto non ha i requisitilegittimanti previsti dalla legge 40.

Nel caso di diagnosi di embrione malato,che fare? Io ho una paziente ad esempio,tre embrioni di cui due sani e uno malato,che fare?

Gianni Baldini: Il tema è già statosollevato da una riunione del CECOS.La Corte Costituzionale ha fatto unascelta precisa. Aveva una doppiaalternativa: poteva abrogare anche ilcomma 1 dell’art. 14 che prevede ildivieto di crioconservazione e disoppressione e non l’ha fatto, sarebbestata una scelta più radicale, ha decisoinvece di ampliare la maglia delleeccezioni dicendo che nessuntrasferimento può essere fatto qualoraciò risulti potenzialmentepregiudizievole per l’interesse alla salutedella donna. Dove la salute della donna,come diceva il Professore Rodotà, non siintende solo quella fisica ma anche quellapsichica. Quindi io riprenderei quelconcetto di salute elaborato in sede dilegge sull’interruzione di gravidanza perrisponderle che se l’embrione è malatonon si trasferisce, forse non si puòsopprimere ma si crioconserva.

*Gianni Baldini, Avvocato e Professore diIstituzioni di Diritto Privato Italiano eComparato e di Biodiritto all’Università diFirenze

*Giorgio Muccio, Avvocato e Consulentedell’Associazione Cerco un bambino

*Stefano Rodotà, Professore di DirittoCivile all’Università La Sapienza di Roma

*Monica Soldano, Presidentedell’Associazione Madre Provetta

LEGGE 40

5IL CAMBIAMENTO

Che cosa accadrà?LA “NUOVA” LEGGE 40

I giuristi e gli operatori di fecondazione assistita siconfrontano sui dubbi relativi al significato della Sentenzae sull’applicazione futura delle tecniche

Nemmeno ilParlamento puòcontraddire quantocontenuto in unasentenza della CorteCostituzionale

LA VOCE DEI LETTORI

Giustizia è fatta!Sono contentissima per questa sentenza... è proprio vero,GIUSTIZIA E' FATTA, anche se nessuno mi ridarà indietro unanno di esperimenti sul mio corpo di giovane donna che desiderasolo un figlio e non può averlo naturalmente a causadell'endometriosi. Quello che mi stupisce ora è il silenzio divescovi e benpensanti a cui (non) si sta assistendo in questi giorniin tv. Sinceramente mi aspettavo più cagnara, polemiche a nonfinire da parte degli esponenti del governo filo-cattolici (es.Roccella), ecc. ecc. Me li immaginavo tutti da Vespa ad urlare chela Corte Costituzionale aveva fatto un obbrobrio control'embrione, che si trattava di stillicidio di innocenti, e così via.Devo dire la verità, sono un po' delusa di non vedere questiipocriti che si scannano mentre io gioisco perché finalmente havinto la RAGIONE ed il RISPETTO per le DONNE. Vabbè,l’importante è che finalmente un passo importante è stato fattoper la modifica di questa legge che va contro le donne. ChiaraDD

Page 6: Agenda Coscioni anno IV n.06: giugno 2009

6SOCCORSO CIVILE

LEGGE 40

GUIDO ALLEGREZZAMembro del direttivo di Certi Diritti

Fino a qualche decennio fa,il matrimonio fra personedello stesso sesso era un og-gettivo tabù. Poi, alcuniPaesi attenti ai diritti indivi-duali e di mentalità apertaal progresso lo hanno supe-rato consentendo alle cop-pie omosessuali di sposarsi(Belgio, Olanda, Spagna,Canada, Sud Africa, ecc.) odi avere un riconoscimentoanalogo (Regno Unito, Ger-mania, Nuova Zelanda,ecc.). In Italia la situazione èmolto diversa. Il nostro legi-slatore è seriamente condi-zionato da pregiudizi dimatrice clericale e tradizio-nalista pericolosamenteorientati al “diritto natura-le”. Finora non è stato capa-ce di adottare un qualun-que provvedimento per ilriconoscimento giuridico,anche minimale, delleunioni di fatto. Nelle moredell’attesa di un’illumina-zione del nostro Parlamen-to, si è però trovato il modo

di non rimanere fermi. Gra-zie ad una felice combina-zione di creatività, profes-sionalità e coraggio è nataAffermazione Civile, un’ini-ziativa portata avanti dal-l’Associazione RadicaleCerti Diritti e dalla ReteLenford (avvocatura per lepersone LGBT), basata sualcune fondamentali rifles-sioni sulla natura del matri-monio. In Italia il matrimo-nio fra persone dello stessosesso non è vietato da nes-suna legge. Si tratta di un“divieto di fatto” attuato conun'erronea interpretazionedi norme che riguardanoaltri fenomeni e che potreb-be, per assurdo, portare ad-dirittura ad escludere dalmatrimonio le persone ste-rili per malattia o per l’etàavanzata.Come sbloccare la situazio-ne in assenza di specificiprovvedimenti di legge? Adesempio provocando unanuova interpretazione giu-risprudenziale, chiedendoai giudici di esprimersi sullalegittimità di un divieto non

scritto, rappresentato dal ri-fiuto dell’ufficiale dello sta-to civile di fare le pubblica-zioni matrimoniali per unacoppia di persone dellostesso sesso. Proprio inquesto meccanismo si inse-risce Affermazione Civile.Grazie all’assistenza gratui-ta dei legali della Rete Len-ford e al coordinamento diCerti Diritti, le coppie diomosessuali possono op-porsi al rifiuto della richie-sta di pubblicare gli atti delloro matrimonio e possonodare un valore politico aquesta azione. Un percorsodi affermazione dei loro di-ritti davanti alla legge, attra-verso l’azione degli organidella magistratura, fino adarrivare alle più alti e quali-ficati livelli di giudizio.Impedire alle persone omo-sessuali di sposarsi significasostenere un sistema di gra-vi violazioni: del rispettodella persona umana e deisuoi diritti fondamentali;del principio di non discri-minazione stabilito conuna tale forza e semplicità

dal secondo comma del-l’art. 3 della Costituzione dascoraggiare qualunque de-ragliamento interpretativo;del principio di libertà e diautodeterminazione, pro-prio di tutti gli stati demo-cratici occidentali ed in ba-se al quale lo Stato non puòintromettersi in nessunaforma nelle scelte di vita deicittadini (art. 13 della Costi-tuzione).Una battaglia che richiede-rà impegno e determina-zione perché è importanteche le coppie omosessuali“ci mettano la faccia” e sia-no disposte a testimoniarein tribunale per difendere illoro amore e la loro voglia diformare una famiglia. Masoprattutto una battaglia diciviltà da cui non dovrebbe-ro sentirsi escluse tutte lepersone che, indipendente-mente dal loro orientamen-to sessuale, abbiano a cuorela laicità dello Stato e per lequali la ricerca dell’amore edella felicità, rappresenticomunque un valore fon-dante.

L’Associazione Luca Co-scioni, nell'ambito del por-tale Soccorso Civile, dedicauna sezione di approfondi-mento alle problematicherelative alla legge 40 sulla fe-condazione assistita. Inquesti ultime settimane ab-biamo evidenziato le modi-fiche apportate dalla CorteCostituzionale che ha di-chiarati illegittimi diversicommi della legge, elimi-nando alcune restrizioniparticolarmente odiose ri-spetto alla salute della don-na, ma rimangono ancoradelle incongruenze ed osta-coli contro cui è necessariocontinuare a battersi. L'Associazione ritiene chel'accesso alle tecniche di fe-condazione assistita debbaessere un diritto di ogni cit-tadina/o italiana/o adul-

ta/o, e pertanto forniscel'indicazione dei centri eu-ropei (Austria, Belgio, Fin-landia, Gran Bretagna, Gre-cia, Portogallo, RepubblicaCeca, Russia, Spagna, Sviz-zera) in cui è possibile re-carsi per sottoporsi alle pra-tiche di fecondazione, vie-tate nel nostro Paese, con irelativi costi. Inoltre fornia-mo indicazioni sulle varietecniche di fecondazioneassistita e anche come do-nare gli embrioni all’estero.Non manca ed anzi è il verocuore del portale la partededicata ai commenti, sug-gerimenti e condivisionedelle esperienze delle cop-pie che ci contattano.

Il Soccorso Civile organiz-zato dall'Associazione Co-scioni vuole essere una rete

aperta in cui ciascuno puòrichiedere, dare informa-zioni e raccontare il propriovissuto. Ecco alcune testi-monianze registrate negliultimi mesi:

Segnalazione 1/Un consi-glio da una donna infertileSalve sono anche io unadonna infertile, purtroppo.Dopo la legge 40 purtropposono dovuta andare al-l'estero come tante altrecoppie. Non so se è lecito omeno e nulla voglio toglierea questo sito per la sua vali-dità e che ringrazio di esser-ci; vorrei tuttavia segnalareun altro importantissimosito che per me è stato fon-damentale che riguarda lasterilità. Il sito è: www.cer-counbimbo.net. Senzaquesto sito oggi la mia bim-

ba non ci sarebbe e lo dicosenza esagerazione alcuna:troppi sono gli intoppi, iluoghi comuni e l'ignoran-za per chi soffre di sterilitàqui in Italia . Questo sitoparla agli infertili e non. Uncordiale saluto, L.

Segnalazione 2/Centri difecondazione assistitaSvizzera Segnalo a chi ne avesse bi-sogno il Centro di Feconda-zione di Locarno, in CantonTicino. Si tratta di una strut-tura pubblica, non privata,che nella nostra personaleesperienza ha brillato perserietà, competenza ed ec-cellenza. Parola di Aurora,che da sette mesi illuminale nostre giornate :-) M.C.

www.lucacoscioni.it/soccorsocivile

A colpi di affermazione civileUNIONI FELICI

Grazie al ricorso dell’associazione radicale Certi Diritti e di ReteLanford, il tribunale di Venezia ha chiesto alla CorteCostituzionale di pronunciarsi sul divieto del matrimonio gay.

Tra consigli e denunceSOCCORSO CIVILE

Sui temi delle scelte di fine vita e su quelli della fecondazione assistita,passando per aborto, pillola del giorno dopo, diritti dei disabili, il portalesoccorso civile mette a disposizione le informazioni utili per far rispettareil diritto alla salute e alla libera scelta e denunciarne eventuali violazioni.

COMUNQUESIANO ANDATELE ELEZIONI...ASSEMBLEADEI MILLE!

Dal 26 al 28 giugno, a Chianciano, per la Liberazione dal Sessantennio partitocratico

MARCO CAPPATO

Questo giornale va in stampa a pochi gior-ni dalle elezioni europee, con 125 persone scio-pero della sete e Emma Bonino che sta occu-pando da 24 ore gli studi della RAI tv. Quandoleggerete queste pagine, l'esito delle elezionieuropee (così poco europee e per nulla demo-cratiche) sarà già noto. Con ogni propobabilità,la Lista Bonino-Pannella non avrà fatto il 4 %.Questo significa, per gli obiettivi dell'associa-zione Luca Coscioni e del Partito radicale, chesarà ancora più difficile la lotta per garantire,ad esempio, che nel prossimo Parlamento eu-ropeo siano rimossi i vincoli alla ricerca sullecellule staminali embrionali, o per la separa-zione in Europa tra potere politico e potere re-ligioso. Ma non c'è solo questo, da fare.

L’obiettivo che abbiamo, come Radicali, èquello della Riforma “americana” dello Stato,candidandoci alla sostituzione della sua clas-se dirigente, per un'alternativa di governo, diRivoluzone liberale. E' un progetto che puòsembrare troppo ambizioso per le nostre for-ze. Non è così, se pensiamo alle maggioranzesociali e politiche con le quali siamo in pienasintonia, dalle battaglie laiche di Coscioni, Wel-by e Englaro, a quelle della giustizia gisuta diTortora, o contro i finanziamenti pubblici aipartiti, per la libertà di lavoro e d'impresa, peri diritti umani nel mondo, contro la pena dimorte e per il federalismo europeo. Sono que-ste maggioranze - confermate dai referendum(quando si sono potuti tenere legalmente) edai sondaggi convergenti su tanti temi - a dar-ci la speranza e la forza di lanciare quell'obiet-tivo.

Lottiamo nel mondo perché dal corpo deimalati si giunga al cuore della politica. Ma so-prattutto facciamo ormai parte del vissuto ita-liano, da almeno tre generazioni, come nessu-na altra forza politica e sociale. Dal 26 al 28 giu-gno prossimi ci sarà un’assemblea dei Mille“autoconvocati” a Chianciano per la R/esisten-za e la liberazione democratica della Repubbli-ca.

ANNUNCIA LA TUA PARTECIPAZIONE E PRENOTA SUBITO

Tel. 0578/633600578/63037Fax 0578/64675 [email protected]

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LAICITÀ E RELIGIONE 7

8xMILLE5xMILLE

ALESSANDRO CAPRICCIOLI

L’otto per mille è il meccanismocon cui lo Stato devolve l’8‰ delgettito IRPEF a se stesso, alla Chie-sa Cattolica o ad altre confessionireligiose. Il meccanismo è appa-rentemente semplice: ogni citta-dino che presenta la dichiarazio-ne dei redditi sceglie se destinarel’8‰ delle sue tasse allo Stato, allaChiesa Cattolica, agli Avventisti,alle Assemblee di Dio, ai Valdesi, aiLuterani, agli Ebrei, o se non ope-rare alcuna tra queste scelte. Èproprio qua, tuttavia, che si anni-da la parte più insidiosa della que-stione, perché le quote dell’8 permille per le quali non è stata eser-citata alcuna scelta (che, per inci-so, sono la maggioranza) non ri-mangono acquisite al normalegettito fiscale, ma vengono ridistri-buite tra i sette beneficiari, nellaproporzione corrispondente allescelte effettuate da chi ha esercita-to l'opzione. Per chiarire il mecca-nismo sarà utile fare un esempio,utilizzando i dati relativi ai redditidell’anno 2000. ( tabella 1)

Ci si aspetterebbe che questi ulti-mi cinquecentoquaranta milionidi euro non siano stati destinatiad alcuno dei destinatari, poichéi contribuenti non hanno richie-sto che tale destinazione avesseluogo; invece questi fondi, comesubdolamente previsto dalla leg-ge, sono stati ridistribuiti tra i set-te beneficiari, in base al calcoloche si va qui di seguito ad illustra-re. Prendendo in considerazionela sola quota di contribuenti chehanno scelto la destinazione delproprio 8 per mille, si verifica chepercentuale abbiano ottenuto,relativamente a quella quota, isette possibili beneficiari; quindisi prende il totale dell’8 per millenon optato (pari, come si è visto,a cinquecentoquaranta milionidi euro) e lo si ripartisce tra i be-neficiari, nelle stesse percentualirisultanti dalle scelte di chi haesercitato l’opzione. L’effetto pa-radossale di questo meccanismoè che i beneficiari dell’8 per mille

(e in primo luogo la Chiesa Catto-lica) incassano non solo i fondi dichi ha scelto a chi erogarli, maanche il denaro di chi non ha vo-luto esprimere alcuna scelta. Ilche produce, dati alla mano, leconseguenze che si desumonodalla tabella 2.Poiché i contribuenti che nonesercitano l'opzione sono di granlunga più numerosi rispetto a

quelli che lo fanno, ciascuno deisette beneficiari, ed in primo luo-go la Chiesa Cattolica che in valo-re assoluto la fa da padrona, per-cepisce la maggior parte dei fon-di non da chi ha voluto destinar-glieli, ma da coloro che non han-no espresso alcuna intenzione intal senso.

Venendo ora all’8 per mille che inbase a questa legge viene desti-nato allo Stato, quest’ultimo, nelcorso degli anni, si è guardato be-ne dal promuovere la possibilitàricevere l’8 per mille dai cittadini,con l’evidente scopo di non met-tersi in concorrenza con la Chie-sa Cattolica. E’ interessante nota-re, inoltre, che i fondi che vengo-no comunque erogati dai contri-buenti all'amministrazione pub-blica, nonostante il totale (e tut-t'altro che casuale) silenzio diquest'ultima, vengono in unacerta misura rigirati alla ChiesaCattolica. Nel 2004, ad esempio,

lo Stato ha ricevuto dall'8 per mil-le circa 100 milioni di euro: dopoaver sottratto a questa cifra 80milioni di euro per il bilancio ge-nerale, ha impiegato nel modo

che segue i 20 milioni rimanenti:

• 44,64% conservazione beni cul-turali legati al culto cattolico;• 24,73% calamità naturali;• 23,03% conservazione beni cul-turali civili;• 4,44% fame nel mondo;• 3,16% assistenza rifugiati.

Come si può rilevare, quasi lametà del denaro residuo è statoimmediatamente rigirato allaChiesa Cattolica, sia pure sotto la-non troppo- velata forma di re-stauro e conservazione di chiese,cappelle, conventi, seminari e si-mili, i quali tra l'altro sono di pro-prietà del Vaticano e, sia detto perinciso, non pagano l'ICI.Per la calamità naturali non restache un quarto dei fondi; che so-no già pochi di per sé, evidente-mente, ma diventano una som-

ma addirittura ridicola se si pen-sa che dopo quanto è successo inAbruzzo lo Stato ha accurata-mente evitato di attingere a quelcapitolo, esortando gli italiani adare l'8 per mille allo Stato e met-tendosi così, una volta tanto e invirtù dell’emergenza nazionale,in concorrenza con la Chiesa: alcontrario, attraverso il MinistroTremonti, ha addirittura paven-tato la possibilità di prelevarequei fondi dal 5 per mille (per for-tuna senza successo, vista la ri-volta del volontariato, in primisquello di area cattolica) eserci-tando quindi una concorrenzasleale ai danni delle ONLUS, del-le ONG, delle associazioni di pro-mozione sociale e di volontaria-to, pur di non indisporre le gerar-chie ecclesiastiche e proseguirenel consueto atteggiamento disudditanza nei loro confronti.

Otto per mille alla Chiesa, spiegato un meccanismo diabolico

REGALO DI STATO

L’idea di Tremonti di togliere al volontariato una parte cospicua del 5 per Mille a favore deiterremotati in Abruzzo non ha avuto esito positivo. Ma l’8 per mille alla Chiesa Cattolica si “regala”.

SproporzioniGuerra diplomatica tra il Vaticano e il Belgio.

Per un preservativo.

abbaIl dito nell’occhio

Beneficiario Fondi da scelte espresse Fondi da scelte non espresseChiesa Cattolica 310.105.768 472.594.304Stato 36.537.390 63.644.505Valdesi 4.513.860 0Com. Ebraiche 1.492.773 2.274.953Luterani 1.101.808 1.679.132Avventisti 959.640 1.462.469Ass. di Dio 710.844 0TOTALE 355.422.084 541.655.363

Importo complessivo dell’8 per mille Û 897.077.477Contribuenti che hanno espresso la scelta 39,62%Contribuenti che non hanno espresso la scelta 60,38%Gettito IRPEF corrispondente alle scelte espresse 355.422.084Gettito IRPEF corrispondente alle scelte non espresse 541.655.363

Page 8: Agenda Coscioni anno IV n.06: giugno 2009

8L’ALTRA “PESTE ITALIANA”

SCIENZA E DEMOCRAZIA

GILBERTO [email protected]

Forse è giunto il momento che ladiscussione aperta e tenuta vivain Italia, e non solo, dall’Associa-zione Luca Coscioni, sulla libertàdella ricerca scientifica faccia unsalto di qualità. La denuncia dellecensure politico-governative aidanni della ricerca e dello svilup-po e diffusione della conoscenzascientifica in Italia danno perscontato, correttamente, chequello che è avvenuto e sta avve-nendo rispetto a scelte che inte-ressano la libertà dei ricercatori,nonché quella dei cittadini italia-ni, sia in conflitto con i principi e ivalori della Costituzione Italiana.E quindi con i principi e i valoridella civiltà democratica occiden-tale. L’Associazione Coscioni hasostenuto e promosso la discus-sione e le iniziative degli scienzia-ti per introdurre anche in Italiadelle procedure oggettive di valu-tazione, perché l’assegnazione ar-bitraria, ovvero con obiettivi dicontrollo e distorsione politicadella ricerca, dei finanziamenti, oil reclutamento dei docenti senzala garanzia che la scelta premi imigliori, rappresenta una distor-sione delle regole democratiche.

Probabilmente si dovrebbe pren-dere atto anche del fatto che quel-lo che sta avvenendo rispecchiauna precisa strategia di aggressio-ne alla democrazia. In altri termi-ni la situazione è grave non soloperché gli spazi di libertà indivi-duale si stanno riducendo, e unnumero crescente di leggi votatein Parlamento risulta palesemen-te in conflitto con i principi e i va-lori ancora inscritti nella nostraCarta Costituzionale, ma perchéle modalità attraverso cui tuttoquesto sta avvenendo avrà comeconseguenza lo scardinamento dialcuni requisiti essenziali implici-ti, ma a certi livelli anche espliciti,della democrazia. Se ci si fa stradatra le intimidazioni, le minacce ei toni polemici o propagandisticiche caratterizzano la comunica-zione politica in Italia, si può sco-prire che in particolar modo l’as-salto a libertà civili fondamentali,come quelle che riguardano il na-scere, il vivere e il morire fa leva inmodo decisivo sulla falsificazionee la censura della scienza. Orbe-ne, come ha sempre ricordato, tragli altri Karl Popper, se si cancellain una società la credenza che èpossibile stabilire dei fatti oggetti-vi, crolla per definizione l’archi-tettura liberale di una democra-zia.

A partire dagli anni 1990 diversedecisioni politiche sono state pre-se e diverse leggi sono state ema-nate sulla base di falsificazioni difatti scientifici o della censura didati disponibili alla ricerca. Inol-tre, un clima di dannoso proibi-zionismo in diversi ambiti dellasalute pubblica, come per esem-pio quello della lotta contro la tos-sicodipendenza e della ricerca

scientifica, come per esempiosulle cellule staminali embriona-li, è stato motivato invocando in-sussistenti giustificazioni scienti-fiche. Qualche esempio puntualedi manipolazione della scienzache dovrebbe essere immediata-mente chiaro a chiunque? Forsesi ricorderà il caso di Bella, in cuiper ragioni politiche venne impo-sta la sperimentazione di un pre-sunto trattamento che non avevaalcun requisito scientifico per ac-cendere uno stanziamento di de-naro pubblico e, soprattutto, peressere proposto a dei malati comealternativa terapeutica. Un altroesempio è dato dal divieto in Italia

di studiare in campo aperto e tan-tomeno coltivare piante migliora-te con l’ingegneria genetica, le cuireali ragioni rinviano a interessieconomici di alcuni cartelli com-merciali, e a fumose convenienzepolitiche. La motivazione espres-sa ufficialmente è che non vi sonoprove scientifiche sulla sicurezzadi queste coltivazioni mentre larealtà è che si tratta delle biotec-nologie più sicure, ampiamentestudiate anche nei loro potenzia-li rischi. Come viene gestita unascelta di questo tipo, che ha pro-dotto danni incalcolabili all’eco-nomia agricola del Paese? Ebbe-ne quattro scienziati frustrati, con

qualche rara e insignificante pub-blicazione, hanno da parte deipolitici italiani una considerazio-ne maggiore del 100% della co-munità scientifica nazionale e in-ternazionale specializzata nel set-tore, che dichiara gli OGM sicuriper la salute e l’ambiente. La na-

tura pretestuosa dell’opposizioneagli OGM si evince nondimenodal fatto che gli stessi esponentipolitici che sono in prima fila perdifendere la libertà di ricercascientifica su embrioni e stamina-li embrionali umane, invocandol’autorevolezza degli scienziati,quando si tratta degli OGM igno-rano i dati prodotti dagli stessiscienziati.

Quando ci spostiamo sul versan-te delle manipolazioni e censureai danni della scienza, praticate oispirate dalla Chiesa Cattolica, siaffrontano dei vertici singolari diinsensatezze e immoralità. Bastipensare alla legge 40 sulla fecon-dazione assistita. Si tratta di unalegge che, in spregio al principiocostituzionale secondo cui lo Sta-to ha il dovere di tutelare la salutedei cittadini italiani, e con ancorpiù spregio verso le donne cheutilizzano, per ovvi motivi esse so-le, queste tecniche, impone dipraticare una procedura clinicasecondo le peggiori indicazioni diappropriatezza. Infatti, le condi-zioni previste dal legislatore italia-no per usare questa tecnica, poi-ché vietano la crioconservazionedegli embrioni e la diagnosi degliembrioni prima del loro impian-to, ovvero impongono l’impiantodi tutti gli embrioni fecondati finoa un massimo di tre, sono statedenunciate come inappropriatedalle società medico-scientifichenazionali e internazionali. La ra-gione di ciò è che è empiricamen-te dimostrato che in questo mo-do tali procedure sono meno effi-cienti e aumentano i rischi a cari-co della salute della donna e deibambini che nasceranno. Sareb-be stato allora meglio vietarecompletamente la fecondazioneassistita in Italia. Si tratta, pertan-to, di una legge emanata secondole indicazioni del Vaticano che,per motivi teologici e politici, au-spica che le persone soffrano.Una legge che chi ha voluto difen-de con incredibile faccia tosta omalafede come ‘scientificamente’accettabile nel quadro di una me-todologia clinica basata su provedi efficacia. Mentre le prove di ef-ficacia, internazionalmente, dico-no esattamente il contrario.

La Chiesa cattolica, nella sua azio-ne politica volta a reprimere la li-bertà di scelta in materia di salutee malattia, fa ovviamente riferi-mento ad alcuni scienziati dispo-nibili a mentire, probabilmenteperché la loro statura scientifica èmodesta o inesistente, o per merocinismo e ambizione. Parallela-mente alla disinformazionescientifica sulle metodologie cli-nicamente più adeguate per uti-lizzare efficacemente le tecnichedi fecondazione assistita, è stataportata avanti dalla Chiesa Catto-

Non è vero che siamo in una democrazia

Inquietante dalpunto di vistadella scienzaapparel’ostinazione concui sul‘testamentobiologico’ si èsostenuto chel’idratazione el’alimentazioneartificiali nonsono trattamentimedici ma“sostegni vitali”

L’Associazione Coscioni ha promosso le iniziative per introdurre anche in Italia delle proce-dure oggettive di valutazione, perché l’assegnazione arbitraria dei finanziamenti rappresentauna distorsione delle regole democratiche.

Page 9: Agenda Coscioni anno IV n.06: giugno 2009

SCIENZA E DEMOCRAZIA 9

L’ALTRA “PESTE ITALIANA”

lica, e da alcuni scienziati prezzo-lati, pochi ma mediaticamente vi-sibili grazie al supporto del poterepolitico cattolico, una campagnadi disinformazione sulla ricercanei settori di frontiera della medi-cina, come quello sull’uso dei testgenetici o sullo sviluppo delle te-rapie cellulari. In quest’ultimoambito, per giustificare l’avversio-ne pregiudiziale contro la ricercasu cellule staminali embrionaliumane, sono state diffuse infor-mazioni scientifiche false. E’ sta-to detto, per esempio, che gliscienziati avrebbero chiaramen-te dimostrato che non servono lestaminali derivate da embrioniumani per sviluppare nuove te-rapie per malattie cronico-dege-nerative che colpiscono oltredieci milioni di persone in Italia,perché con le staminali adultegià si curano decine di malattie.Questo, però, non è vero o, alme-no, non viene affermato da nes-sun ricercatore italiano onesto oche abbia effettive competenzein materia. Si possono facilmen-te menzionare decine di articolipubblicati sulle più autorevoli ri-viste scientifiche in cui si diceche è necessario lavorare sia conle staminali embrionali sia conquelle adulte per avere delle op-portunità più concrete di svilup-pare le nuove terapie attese. Nes-suno può sapere ancora qualisiano migliori, ma, soprattutto,la probabilità più grande è cheper diverse patologie si scopri-ranno trattamenti cellulari diver-sificati, risultanti da indicazionie soluzioni ricavate da ricerchecondotte sia sulle embrionali siasulle adulte.

Non meno inquietante delleoperazioni sinora denunciateappare l’ostinazione con cui,nella legge sulle direttive antici-pate (il cosiddetto ‘testamentobiologico’) approvata dal Senatoitaliano e in tutte le discussionipubbliche sull’argomento, si èsostenuto che l’idratazione el’alimentazione artificiali nonsono trattamenti medici ma “so-stegni vitali”. Così doveva esseredetto e scritto, altrimenti la leggenasceva già ‘letteralmente’ inconflitto con la Costituzione, chegarantisce la libertà di rifiutare itrattamenti medici, tranne quel-li obbligatori per legge, il cui ri-fiuto metterebbe a rischio nonsolo la propria vita e la propriasalute ma anche quella di altrepersone. Nondimeno, in tutto ilmondo civile, dove che cosa è untrattamento medico si stabilisceempiricamente e non ideologi-

camente, si accetta il punto di vi-sta dell’Organizzazione Mondia-le della Sanità e di tutte le societànon asservite alla Chiesa Cattoli-ca, che definiscono appunto talil’idratazione e l’alimentazioneartificiale.

Si potrebbe andare avanti, ricor-dando che in Italia è in vigoreuna legge sulle tossicodipenden-ze che va contro tutte le indica-zioni scientificamente sensate eche provoca più danni che bene-fici, oppure citando l’affermazio-ne del Papa secondo cui l’uso delpreservativo aumenta il rischiodi contrarre l’infezione da Hiv,una dichiarazione non nuova daparte di un pontefice cattolicoma che ogni volta scandalizza ilmondo civile. Tranne l’Italia pur-troppo. Si può ancora ricordareche una parte della Chiesa Cat-tolica, con in testa sempre PapaRatzinger, è impegnata a contra-stare l’accettazione della teoriadarwiniana dell’evoluzione co-me teoria scientifica. Una sortadi dichiarazione ufficiale di guer-ra contro l’evoluzionismo è statalanciata qualche settimana fa dalcardinale Angelo Bagnasco cheha affermato che oggi è in attouno scontro di civiltà che non è,però, quello teorizzato da Hun-tington. A fronteggiarsi sarebbe-ro “due culture riferibili all'usodella ragione". Da un lato quellacattolica, “che considera l'uomocome una realtà che si differen-

zia dal resto della natura in forzadi qualcosa di irriducibile rispet-to alla materia". Dall’altro, quel-la dell’evoluzionismo darwinia-no, “per la quale il soggetto uma-

no è un mero prodotto dell'evo-luzione del cosmo", cioè il "risul-tato di un processo evolutivomai concluso", e "privo quindi diriferimenti etici certi e universa-li". Chi ancora pensa che conquesta Chiesa Cattolica si possadialogare, e che non sia in attoanche in Italia un intollerante at-tacco alla legittimità democrati-ca della cultura laica, è servito!

Quali conseguenze comportaper una società governata sullabase di principi e valori demo-cratici, come si assume che sial’Italia, manipolare strumental-mente i fatti scientifici per poteraffermare comunque che alcunescelte o norme sono giustificate‘anche’ scientificamente? In altreparole, cosa implica censurare laricerca scientifica per motiviideologici, ma allo stesso tempoaffermando, falsamente, che talecensura è coerente con il puntodi vista della comunità scientifi-ca? Probabilmente numerosi in-tellettuali e politici giudicheran-no che si tratta di fatti poco rile-vanti o del tutto ininfluenti. Alpiù, qualcuno giudicherà che sitratti dei sintomi di una malattiache ha ben altre cause, e chequesta non sia la manifestazioneclinica più rilevante della patolo-gia che sta colpendo la democra-zia italiana. Ben più gravi sono lacorruzione e la criminalità dila-ganti, o il fatto che i cittadini elet-tori italiani siano stati privati deldiritto di scegliere chi li rappre-senta, e poi i conflitti di interesseche a ogni livello dei ruoli profes-sionali e istituzionali costituisco-no ormai la regola più che l’ecce-zione, etc. In realtà, si potrebbeanche sostenere che questi feno-meni dipendono in buona parteda una tradizione sociale e cultu-rale antropologicamente refrat-taria all’empirismo e al pragma-tismo, dall’assenza di un’educa-zione all’etica della responsabi-lità e dal prevalere, ad ogni livel-lo, di un indottrinamento ispira-to da un’etica dei principi asso-luti per cui le convinzioni e le in-tenzioni contano più delle con-seguenze nel dar conto di unascelta o di un’azione. Guarda ca-so, l’etica della responsabilità hamesso radici proprio nei paesidove, nell’età della cosiddetta ri-voluzione scientifica, la scienzasi è sviluppata e diffusa.

Se si perde anche il riferimentoalla scienza come orizzonte neu-trale per istruire una politica lai-ca, cioè rispettosa del plurali-smo, è difficile capire su quali ba-

si si possa provare a ricostruireun tessuto culturale civile. Se leazioni di manipolazione e cen-sura della scienza possono esse-re effettuate senza che la comu-nità scientifica e il mondo intel-lettuale faccia sentire la propriavoce, significa che o già funzionaun efficace silenziamento dellalibertà di espressione, o che agi-sce un ricatto politico che pro-duce un’autocensura da partedegli scienziati per timore delleconseguenze. Inoltre, il fatto chevengano apertamente messi indiscussione i criteri che garanti-scono l’obiettività di affermazio-ni fattuali fa si che il richiamo al-la scienza, in Italia, sia diventatoun mero artificio retorico.

In Italia, l’operazione messa inatto su larga scala dalla ChiesaCattolica è anche più perversaperché consiste nello sfruttare lacredibilità e affidabilità guada-gnate dalla scienza, soprattuttonel corso dell’ultimo secolo emezzo, per far passare decisioniche non sono ispirate da provescientifiche ma da pregiudiziideologici. Questa strategia fun-ziona perché mediamente i cit-tadini italiani non sanno discienza, o quantomeno non san-no come si accertano i fattiscientifici, e quindi non sono ingrado di stabilire chi abbia ragio-ne. Se i politici o i preti devono ri-correre alla scienza per giustifi-care quello che fanno è perché lascienza e gli scienziati si sonoguadagnati comunque, anche inItalia, una credibilità, anche se diquesto passo andrà rapidamen-te svanendo.

Se salta la conquista culturale,consentita dallo sviluppo e dalladiffusione della scienza e cherende possibile accertare comestanno le cose sul piano oggetti-vo, ovvero se a livello delle istitu-zioni democratiche è consentitala manipolazione dei fatti, nellaloro provvisoria e incerta ma rea-le verità empirica, allo scopo diaffermare qualche verità chepretenda di essere assoluta, dog-matica e non negoziabile, auto-maticamente salta la democra-zia. Si passa, cioè, ad altre formedi governo. Questo avviene nonperché le persone scelgono con-sapevolmente di abbandonarela democrazia, ma perché ven-gono ingannate, grazie allo statodi ignoranza e disagio in cui so-no state trascinate. Viene lorofatto credere che vivono ancorain una democrazia quando nonè vero.

o in una democraziaDalla valutazione al reclutamento nelle università, dai finanziamenti alla libertà della ricerca,dalle scelte di inizio vita a quelle di fine vita, tutte le libertà individuali si stanno riducendo,e un numero crescente di leggi votate in Parlamento risulta palesemente in conflitto coni principi e i valori ancora inscritti nella nostra Carta Costituzionale. La necessità della lottadi Luca Coscioni e di chi ha preso il testimone della sua maratona

Viene portataavanti dallaChiesa Cattolica,e da alcuniscienziatiprezzolati, unacampagna didisinformazionesulla ricerca pergiustificarel’avversionepregiudizialecontro la ricercasu cellulestaminaliembrionali.

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10IL FILMCINEMA

GIANFRANCO CERCONE

““Katyn” di Wajda – uno dei mae-stri del cinema polacco - ha unparadossale destino. Emblemadel film è forse il taccuino di unsoldato polacco, fatto prigionie-ro, insieme a tanti suoi commili-toni, dai soldati sovietici, duran-te l’invasione della Polonia nel1939. Egli vi annota giorno pergiorno quello che gli accade, per-ché, dice, non si perda memoriadei fatti storici che gli occorrono.E’ un taccuino che sarebbe desti-nato a finire disperso o secretato,dopo che il soldato viene trucida-to a Katyn insieme a migliaia dialtri soldati e civili polacchi; e cheinvece, in seguito a circostanzeromanzesche, viene riconsegna-to alla moglie del soldato. Allostesso modo, il film di Wajda vor-rebbe tramandare la memoria diquella tragedia; e anche renderegiustizia alle vittime, additando iveri colpevoli dell’eccidio: i solda-

ti di Stalin. Eppure rischia di nonraggiungere i suoi destinatari.Coprodotto dalla televisione po-lacca, sta incontrando, a quantopare, notevoli difficoltà di distri-buzione, non soltanto in Italia,ma in tutta Europa. Come mai? Ilprimo sospetto è che sul suo de-stino pesi la stessa censura cheper tanto tempo ha pesato sul-l’eccidio di Katyn; eccidio che,dopo la rottura dell’accordo poli-tico tra Stalin ed Hitler, i soldatisovietici hanno cercato di attri-buire ai nazisti. Una censura chenel film è resa attraverso un’im-magine simbolica: un’enormemassa di terra sollevata da unaruspa, destinata a ricoprire i ca-daveri dei soldati polacchi, alli-neati nella fossa comune. (Cosìcome è evidentemente simboli-co il dettaglio del pugno di unodei cadaveri, che stringe un rosa-rio, e che per qualche momentosvetta sulla terra che sta per rico-prirlo. E la fede cattolica, in que-

sto film, come in altre opere deiregisti dell’Europa dell’Est, sotto iregimi comunisti, ha un valore diprotesta politica, forse più ancorache di speranza in una giustiziafutura).Ma “Katyn” non ha soltanto unvalore storico. Chi riuscirà a ve-derlo, potrà apprezzare la bravu-ra degli attori, l’accuratezza concui sono descritte le numerosescene corali, l’efficacia con cui so-no suggerite le emozioni e i dissi-di interiori dei personaggi: in pri-mo luogo lo sconcerto della po-polazione polacca quando subi-sce un attacco simultaneo dal-l’esercito sovietico e dall’esercitotedesco; ma poi, soprattutto, do-po l’eccidio, il dilemma moraledei sopravvissuti e dei loro con-giunti: avallare la versione ufficia-le dei sovietici? Oppure rischiarela vita per testimoniare la verità?Ogni personaggio incarna, rispet-to a tale problema, un atteggia-mento tipico (con qualche rischio

di schematicità): c’è il soldato chesi vende, ma è torturato dal sensodi colpa; c’è il ribelle impulsivo; ladonna rassegnata; un’altra fiera eimpavida; un’altra ancora che,sull’esempio di Antigone, si im-mola per assicurare al fratello unagiusta sepoltura: con una lapideche descriva nei giusti termini lecircostanze della sua morte. Lapagina più bella del film è quellache ricostruisce la dinamica del-l’eccidio (posta, sapientemente,in conclusione, dopo che tutto ilracconto vi ha alluso): con il con-trasto tra l’angoscia – e la speran-za – dei singoli prigionieri chevengono trasportati verso una de-stinazione a loro ignota; e, dallaparte dei carnefici, la brutale, sbri-gativa efficienza con cui sono rea-lizzate le esecuzioni seriali. E’ dif-ficile, insomma, sostenere che“Katyn” (meritoriamente distri-buito dalla Movimento Film) siastato male accolto dagli esercentiitaliani, perché di scarsa qualità.

Certo, pesa il disinteresse dellenuove generazioni, lamentatodallo stesso Wajda anche in Polo-nia, per i fatti rievocati dal film. Epesa anche che il film, quei fatti,non li spettacolarizza alla manie-ra di un film hollywoodiano. E tut-tavia, non credo che la questionepossa essere liquidata così. Ricor-do un’altra vicenda della distribu-zione italiana; e lascio alla valuta-zione del lettore se possa, in qual-che misura, illuminare il caso di“Katyn”. Un grande regista russo,Alexandr Sokurov, ha realizzato,pochi anni fa, una trilogia dedica-ta ai tiranni del Novecento, tuttaincentrata sul binomio di potereassoluto e follia. Ne è uscito in Ita-lia il primo atto, dedicato ad Hi-tler (intitolato: “Moloch”); il terzoatto, dedicato all’ultimo impera-tore del Giappone, Hirohito (inti-tolato: “Il sole”). Ma, sarà un caso,non è uscito il secondo atto, inti-tolato “Taurus”, e dedicato a Le-nin.

“Katyn”, il film che non vedrete“KATYN” DI ANDRZEJ WAJDA

Un Locked-in abruzzese (nei giorni del terremoto)SEVERINO MINGRONI*[email protected]

Pensavo di non scriverein questa rubrica per al-meno un mese, perchèsono troppo coinvoltoemotivamente dal terre-moto abruzzese: infatti,risiedo nella provincia diChieti, ma sono nato aL'Aquila nel 1959, chémio padre era di un pic-colo paese a soli 18 Kmda tale città. Ancora, aL'Aquila sono stato stu-dente di Biologia per tre

anni ed usciere universitario per più di quattro. Quindi, a mag-giore ragione mi chiedo: è possibile evitare i morti, le distruzio-ni, i danni e tutti i disagi notevoli conseguenti ad un evento sismi-co tale? Molto probabilmente, in Stati come il Giappone e la Ca-lifornia la risposta sarebbe positiva, ma non in Italia. Dico ciò, so-prattutto dopo aver visto i due Convegni di Radicali Italiani "Pia-no casa, rottamazione edilizia e riforma della legge sul governodel territorio" del 6 aprile scorso - e pubblicato come inserto inquesto numero di Agenda Coscioni - su radioradicale.it, “La nuo-va L'Aquila e la sfida della ricostruzione” del 30 maggio passato.Dei due Convegni, segnalo in particolare gli interventi del pro-fessor Aldo Loris Rossi. Quindi, dopo essermi abbastanza docu-mentato, mi sembra di poter condividere l'opinione che il nostronon è purtroppo un paese governato e amministrato secondola cultura della prevenzione, bensì secondo quella della emer-genza, almeno fino ad ora. Che dire poi che non si voglia usare,e pubblicizzare finalmente in maniera adeguata, la parte dell'8per mille delle nostre dichiarazioni dei redditi che spetta allo Sta-to per reperire fondi anche per calamità naturali come certi ter-remoti? Infatti, tale parte dell'8 per mille, dovrebbe essere destina-ta alle seguenti quattro finalità: fame nel mondo, calamità natu-rali, assistenza ai rifugiati e conservazione dei beni culturali. E,l'evento sismico de L'Aquila, è di certo una calamità naturale,che ha pure danneggiato beni culturali. Mi domando: l'8 per mil-le di chi lo destina allo Stato, viene davvero usato per le quattrofinalità originarie? E poi, esso non viene pubblicizzato per nien-te da parte dello Stato per non far concorrenza alla Chiesa catto-lica? È questa la domanda (sebbene retorica).

* Severino è locked-in e Consigliere generale dell'Associazione

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ALDO DOUVAN RAVAZZI

Non sorprende che ilnostro Paese non siain grado di stare dietroagli obiettivi dellaStrategia Europea diLisbona del 2000 (“fa-

re dell’Unione europea l’economia più com-petitiva del mondo e pervenire alla piena oc-cupazione entro il 2010”) e del suo aggiorna-mento del 2005 che si concentrava sugliobiettivi prioritari della crescita, dell'occupa-zione (70 per cento al 2010) e dell'investi-mento in ricerca (3 per cento del Pil). Lascienza e la ricerca sembrano considerate dal-la nostra politica come un lusso, come un fe-nomeno slegato dalle potenzialità di uno svi-luppo economicamente, socialmente ed am-bientalmente sostenibile. Questa considera-zione sembra valere non solo per i temi piùtradizionali dell'impegno dell'Associazione

Coscioni, quelli del testamento biologico, del-la medicina, della ricerca, ma anche per i te-mi del governo del territorio, dell’ambiente edei cambiamenti climatici, e quindi in ultimaanalisi della ricaduta dei loro effetti sulla no-stra salute. Riusciranno i Governi europei, acominciare dal nostro, a tradurre in decisionioperative ed azione politica gli importantisforzi di ricerca degli ultimi anni in campoeconomico-ambientale-sanitario dell'OCSE(ad esempio il progetto VERHI, sulla valuta-zione economica degli impatti ambientali sul-la salute dei bambini), i risultati della QuartaConferenza Pan-Europea Salute ed Ambien-te di Budapest del 2004 organizzata dalWHO (con il suo Piano d'azione CEHAPE,Children’s Environment and Health ActionPlan for Europe) e della prossima QuintaConferenza prevista per febbraio 2010 a Par-ma? Lo stesso recentissimo G8-Ambiente diSiracusa (22-24 aprile) si è concluso afferman-do che “i Paesi G8 identificano numerose

azioni appropriate per un'azione immediata:la promozione di una rapida progressiva eli-minazione del piombo nelle vernici, il com-pletamento a livello globale dell'eliminazionedel piombo nella benzina, la collaborazionenella ricerca relativa agli studi sulla salute deibambini e l'ambiente a cominciare dagli im-patti dei prodotti chimici e dei metalli pesan-ti, dagli effetti dei cambiamenti climatici, e dalmiglioramento della conoscenza e della capa-cità organizzativa dei diversi professionisti im-plicati nelle questioni relative ad ambiente esalute per i bambini”. La crisi offre l'occasionedi riorientare lo sviluppo da obiettivi di puracrescita economica quantitativa verso obietti-vi di sostenibilità ambientale (la green econo-my , caratterizzata ad esempio nel campo edi-lizio-urbanistico da risparmio energetico, usodi fonti rinnovabili, materiali di costruzioneche a parità di performance facciano econo-mia di risorse, tecniche eco-design di proget-tazione, check-up degli edifici esistenti trami-te il fascicolo di fabbricato). La drammaticitàdel terremoto d'Abruzzo, in cui al dolore perlo strazio di vite umane perse si aggiunge l'in-dignazione per lo strazio di normative anti-si-smiche scomparse (mal applicate, spesso nonapplicate e rinviate, comunque mal control-late), ha riportato ancora una volta sotto i ri-flettori la necessità di buone leggi preparatecon il sostegno della comunità scientifica. Il Convegno su "Piano casa, rottamazioneedilizia e riforma della legge sul governo del

territorio" ha indubbiamente offerto in que-sto senso un'occasione importante di riflessio-ne scientifica e proposta politica, in linea conle migliori tradizioni dei Convegni del Mon-do di Pannunzio degli Anni '50 e dell'am-bientalismo scientifico dalla Conferenza diStoccolma ai nostri giorni. Tre proposte emergono dal dibattito, radicalie ragionevoli al tempo stesso: a) rottamazionedell'edilizia post-bellica, priva di qualità e nonantisismica, possibilmente nell'ambito, o pri-mo passo, di una riforma fiscale ecologica; b)blocco agli incrementi volumetrici nei centristorici perché beni unici, irriproducibili e in-tangibili; c) blocco della distruzione di ulte-riore terreno agricolo, anch’esso bene unico eirriproducibile, e, se ben utilizzato, garante dibiodiversità e servizi ecosistemici. Architetti,urbanisti, esperti paesaggistici, territoriali, eco-nomici ed ambientali devono essere coinvol-ti nella preparazione delle norme e nella loroapplicazione. I politici si assumeranno poi leloro responsabilità; ma sulla base di conoscen-ze solide e non di intuizioni manageriali opubblicitarie. Come per i temi della vita e del-l'etica, la comunità umana nel suo insiemenon può fare a meno dei risultati più avanza-ti della ricerca della comunità scientifica.

Una politicaalpasso della ricerca

Piano casa, rottamazione ediliziae riforma della legge sul governodel territorio

Convegno organizzato da Radicali Italiani e dai Parlamentari radicali

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La data del convegno “Piano ca-sa, rottamazione edilizia e rifor-ma della legge sul governo delterritorio”, pur decisa da Radi-cali Italiani con settimane dianticipo, è finita per coincidere

con quel 6 aprile 2009 che a lungo rimarràimpresso nella memoria collettiva del paese.Qualche ora dopo la mezzanotte, infatti, lacittà de L’Aquila – in Abruzzo – è stata col-pita da un gravissimo terremoto. Abbiamoriflettuto se mantenere o meno questo ap-puntamento, i cui lavori presentiamo per laprima volta per iscritto proprio su AgendaCoscioni, e subito abbiamo ritenuto che losvolgimento di questo incontro pubblicofosse il modo migliore per onorare le vitti-me del terremoto. Ma lo scorso 6 aprile èstata una giornata particolare non solo perla tragedia che ha colpito l'Abruzzo. Proprioallora infatti, a Torino, è iniziato il processonei confronti della ditta Eternit. Stiamo par-lando, per essere chiari, di 3 milioni e700mila tonnellate di amianto lavorate daldopoguerra in poi, il 70 per cento delle qua-li è stato usato nell'edilizia. Siamo dunque ancora più convinti chequello che da tempo chiediamo, vale adire un piano per la rottamazione ediliziadel patrimonio immobiliare del nostroPaese, in particolare quello post-bellicoprivo di qualità e criteri antisismici,manifesti oggi tutta la sua urgenza enecessità. Con questo dibattito vogliamoquindi che la nostra proposta assumamassima priorità e centralità nelle politi-che urbanistiche ed edilizie dei vari pianicasa di cui si sta discutendo nel nostroPaese dove c’è una grave situazione di

degrado, se non di sfacelo, del patrimo-nio edilizio e del territorio. Un territoriooccupato, come sono occupate da 50anni le istituzioni italiane, da partiti chenon sono o non sembrano in grado diproporre soluzioni che nel rispetto deldiritto e della legalità sappiano garantirela vita dei cittadini del nostro Paese. Oltre a questa nostra impostazione difondo, ci sono anche alcune ragioni con-tingenti che ci hanno portati a convocareil convegno, in particolare il fatto che allaCommissione Ambiente alla Camera deiDeputati siano in discussione proposte dilegge per la riforma della Legge sul gover-no del territorio, il che vuol dire riformadella Legge urbanistica. Si tratta di unadiscussione molto importante, a cui poisi sono aggiunti gli annunci dei cosiddet-ti Piani per l'edilizia sociale, e poi il Piano

straordinario per l'edilizia residenziale.Noi riteniamo che provvedimenti di taleportata debbano essere oggetto di un’uni-ca riflessione che, a mio avviso, non potrànon tenere conto anche dei contributidei relatori che hanno partecipato a que-sto incontro. Per alcuni di loro avevamofatto esplicita richiesta che fossero auditiin Commissione Ambiente: penso ad

esempio ad Aldo Loris Rossi, a MariaCristina Treu e ai rappresentanti di altreassociazioni ambientaliste, personalità esoggetti che però non sono stati ritenutidegni di essere ascoltati. Questo nostroseminario è dunque allo stesso tempouna sorta di audizione alternativa, extra-parlamentare, che io ritengo di assolutanecessità.

É necessario eurgente un piano per la rottamazioneedilizia delpatrimonioimmobiliare delnostro Paese, inparticolare quellopost-bellico privo diqualità e criteriantisismici.

II PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIO

Bruno MellanoPresidente di RadicaliItaliani

ElisabettaZamparuttideputata radicale

La nostraaudizionealternativa

ElisabettaZAMPARUTTI

Nel giorno del tragico terremoto in Abruzzo, abbiamoscelto di mantenere l’appuntamento con quella che è atutti gli effetti una sorta di audizione extra-parlamentare.Ribadendo le nostre proposte di rottamazione delpatrimonio immobiliare italiano, e più in generale dicreazione di spazi di legalità anche nella gestione delterritorio,abbiamo ritenuto di onorare così tutte le vittimedi ieri.E di lanciare un monito ai cittadini di oggi.

In questo speciale pubblichiamoalcuni stralci del convegno, organiz-zato da Radicali Italiani e iParlamentari radicali lo scorso 6 apri-le, dal titolo "Piano casa, rottamazio-ne edilizia e riforma della legge sulgoverno del territorio".

Per le trascrizioni degli interventi,non rivisti dagli autori, si ringraziano:Marta Mariani, Michele Di Betta,Alessandra Maffei, Gabriele Mezzetti.

L'audio-video integrale del seminarioè disponibile a questo indirizzo:www.radioradicale.it/scheda/276458

Le foto che illustra-no lo speciale raffi-gurano alcuneopere dell'architet-to austriacoFriedensreich R. D.Hundertwasser (1928-2000)

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Il governo del territorio è un tema, e uncampo di iniziative politiche, che dadecenni, come Radicali, tentiamo diimporre all'agenda politica del Paese. Enon è retorica o uno slogan d'effetto:noi Radicali abbiamo raramente scel-

to, in tutti questi anni, di partecipare alle elezio-ni amministrative, di andare cioè al confrontoelettorale con la forza organizzata sul piano del-le istituzioni locali, ma quando e dove abbiamoscelto di farlo, l'abbiamo sempre deciso parten-do da situazioni concrete di governo del territo-rio, di attenzione all’ambiente, di progetto alter-nativo all’assetto partitocratico e consociativo.Aldo Loris Rossi può efficacemente parlare del-la vicenda Napoli, che è il caso Vesuvio e dellosciagurato insediamento di centinaia di miglia-ia di persone sulle falde di un vulcano attivo: da-gli anni Ottanta, con Marco Pannella consiglie-re comunale a Napoli, abbiamo tentato - dispe-ratamente - di mettere all'ordine del giorno del-l'agenda politica campana e nazionale il governodi questa delicatissima e gravissima situazioneurbanistica e di prevenzione.Nel 1990 a Catania, con la lista civica che ebbeun successo clamoroso e che procurò una noto-rietà nazionale al sindaco, contribuimmo adeleggere Enzo Bianco, sconfiggendo per la pri-ma volta la Democrazia Cristiana: l’iniziativa,anche lì, fu gestita, con l’apporto di Bruno Zevi,tutta nella chiave di salvaguardia del territorio edi gestione urbanistica della città. Nello stessoanno con la campagna elettorale in Abruzzo in-centrata sulla denuncia del “lotto zero”, un in-tervento infrastrutturale a grande impatto am-bientale in una zona di enorme valore paesaggi-stico e naturalistico.

Così è successo nel 1992 ad Ostia, con l’inter-vento - per la prima volta - dell'esercito italianochiamato ad abbattere le case abusive, da coluiche era allora il Presidente di quella circoscrizio-ne comunale di Roma, Marco Pannella.Questi sono soltanto alcuni esempi di iniziativepolitico-elettorali mirate a ricondurre l’attenzio-ne dell’elettore alla necessità di governo del ter-ritorio che, per quanto riguarda la nostra storiarecente, si può dire inizino con l’impegno riser-vato al trattato di Osimo: le battaglie fatte daiRadicali furono decisive per scongiurare che,con le polemiche politiche e sotto la coperturadegli accordi del '75, passasse – assieme alla au-spicata stabilizzazione del confine - la distruzio-ne del Carso, la sua cementificazione e l'insedia-mento, nel fragile ecosistema dell’altipiano car-sico, dei previsti mega impianti industriali. Unimpegno che poi ha visto un significativo segui-to anche nelle istituzioni locali friulane.La battaglia potenzialmente di maggior impattostrutturale e di portata storica è stata quella com-battuta con la tornata referendaria del '92-'93.Per la prima volta si è imposta all’agenda dei po-litici e dei cittadini, la necessità, in particolareper un Paese come l’Italia, di controlli ambienta-li veri ed efficaci, scientifici ed indipendenti.Con quei referendum abbiamo determinato lanascita delle agenzie nazionali e regionali -APAT e ARPA - e così, grazie ad una campagnaradicale misconosciuta, il Paese finalmente si èdotato di un sistema di controlli e di una legisla-zione ad hoc che, purtroppo, non è mai stata ap-plicata fino in fondo.Quindi, anche in questo caso, si tratta di una“teoria” non di parole, di dichiarazioni o di in-tenzioni bensì di eventi e di fatti, di conquiste e

di sconfitte, di proposte e di battaglie concrete;all’interno di questa storia si può giustamenteconsiderare l’attuale iniziativa per un piano diedilizia sicura, attraverso la rottamazione degliedifici non di qualità, non antisismici. Se, come soggetto politico, fossimo stati chia-mati a governare il territorio e le istituzioni, a co-minciare dall’ultima tragedia conseguente al ter-remoto in Abruzzo, avremmo potuto registrarequalcosa di qualitativamente diverso nella vitadelle istituzioni e della gente. E’, infatti, espe-rienza diretta, nel Consiglio regionale del Pie-monte, che, a fronte di una vecchia classificazio-ne sismica dei comuni successiva al terremotodel Friuli, ed in vista di una più moderna e scien-tifica riclassificazione, la battaglia che si è dovu-to affrontare, è stata quella di evitare che i terri-tori fossero declassati nella triste ma pur utilissi-ma graduatoria del rischio sismico: erano glistessi comuni, pensando in modo miope di in-terpretare “l’interesse generale” dei propri am-ministrati, a chiedere il “declassamento”, cioè diessere sgravati dai vincoli rispetto alla costruzio-ne di nuovi edifici e alla ristrutturazione deipreesistenti. La “casta” politica italiana appare,purtroppo e ancora una volta, capace di dare il“meglio” di sé nell’emergenzialismo e nella reto-rica/polemica del giorno dopo, anziché, comeabbiamo tentato e tentiamo di fare noi radicali,guardando alla prospettiva, al progetto, all'im-pegno nella chiave di una battaglia che è, da ol-tre 50 anni, del Partito Radicale e ora di Radi-cali Italiani, a cominciare da quanto già fatto, adesempio con le proposte sulla difesa del suolo ela rottamazione edilizia, e che, ancora una vol-ta, riproponiamo all'attenzione di chi potrà evorrà ascoltarci.

Bruno MELLANO

La “casta” politica è capace di dare il “meglio” di sénell’emergenzialismoe nella polemica del giorno dopo. Noi radicali, abbiamotentato e tentiamo di guardare allaprospettiva, al progetto.

IIIINTERVENTI AL CONVEGNO

Dal Carsoa Ostia azione radicale

Dalla difesa del Carso nel 1975 alle prime demolizionidelle case abusive di Ostia nel 1992, passando per ladenuncia del “caso Vesuvio” e i referendum degli anniNovanta: trent’anni di iniziativa radicale per lasalvaguardia di territorio e legalità.

Si ringrazia per le trascrizioni: MartaMariani, Michele Di Betta, AlessandraMaffei, Gabriele Mezzetti

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IV PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIO

Aldo LORIS ROSSI

No al “piano casa”sì alle eco-città

La vicenda del terremoto de L'Aquilaci impone una riflessione generale sutemi che noi trattiamo da oltre tren-t’anni. E’ stato ricordato infatti cheMarco Pannella venne nel 1983 aNapoli, si candidò e noi ponemmo

all'attenzione generale la questione Vesuvio e laquestione del riequilibrio generale dell'armaturaurbana perché gli scompensi erano di tale gravitàda essere insostenibili. Tornando all’oggi, innanzi-tutto considerate che il terremoto de L'Aquila è piùdi dieci volte inferiore rispetto ai dati che noi pos-sediamo fino a questo momento, di quello dell'Ir-pinia, per esempio, che ci vide impegnati un po'tutti nel portare avanti una strategia di interventoche puntasse sulla riedificazione malauguratamen-te controllata e verificata sul rischio sismico. Voi sa-pete che questa vicenda del Piano Casa è stata por-tata avanti in una maniera quantomeno improv-visata. Noi a quest'oggi possediamo quattro docu-menti diversi che si ponevano il problema di unariqualificazione dell'intera armatura urbana; sonoperò quattro documenti che indicano quattro vied'uscita diverse dal labirinto nel quale ci si è cac-ciati; sono in disaccordo tra di loro ma alla fine ciportano tutte di fronte a porte chiuse, come neitempli egiziani nei quali c'erano delle finte porteperfettamente murate. In estrema sintesi di che sitratta? Una leggina modestissima per il Veneto chepromuoveva l'architettura bioclimatica e l'inseri-mento e l'adozione di impianti fotovoltaici o ter-mici con un incentivo di qualche percentuale dimetri cubi. A qualcuno è venuta l'idea: se questapromozione dell'edilizia bioclimatica e degli incen-tivi volumetrici può valere per una regione perché

non la estendiamo per tutta l'Italia? E così è statofatto. Il secondo documento che in deroga a tuttele normative dei piani regolatori a tutti i limiti im-posti da varie leggi proponeva un incremento del-la cubatura del 20 per cento degli edifici e in casodi rottamazione si poteva arrivare al 35 per cento.A questo punto abbiamo fatto degli interventi conElisabetta Zamparutti su Radio Radicale chiaren-do che la questione non andava posta in questi ter-mini perché c'erano almeno tre paletti da chiarireimmediatamente e cioè che questa legge non pote-va valere per i centri storici, non poteva valere perle aree protette da un punto di vista paesaggistico ené per quelle ad alto rischio permanente (vulcani-che, sismiche ed idrogeologiche). Immaginate peresempio che in un'area vulcanica come il Vesuviosi dia il permesso di fare un 20 per cento in più del-la cubatura; è un non senso perché noi in quellearee stiamo facendo un piano di evacuazione. Nonpoteva valere per le zone a rischio idrogeologico, sipensi alle case costruite nelle aree golenari di fiu-mi: cose inaudite, tutte perpetuate negli ultimi 64anni. Né poteva valere per le aree paesaggistiche,pensate anche ad Ischia e a Capri invase da questo20 per cento. Chi ha proposto queste cose dovevaessere o un giurista o un tecnocrate ma certamen-te non un competente di urbanistica e architettu-ra perché avrebbe capito subito che era un non sen-so. Tant'è che dopo queste battaglie che abbiamofatto con Elisabetta sul Foglio e pure sulla stessaRadio Radicale c'è stato un disconoscimento, unasconfessione di questo documento e si è arrivati auna nuova formulazione, a sua volta è stata discus-sa con le Regioni, che è stata modificata per cui noiadesso siamo a questa quarta edizione che peraltronon è definitiva. Allora il dato su cui dobbiamo

porre l'attenzione è che si ha a che fare con nume-ri giganteschi: il patrimonio residenziale oggi in

Italia ammonta a 120 milioni di vani mentre nel1945 i vani residenziali esistenti erano 35 milionidi cui la metà erano stati costruiti prima dell'Uni-tà d'Italia (prima dell'Unità avevamo 17 milioni emezzo di vani per una popolazione di circa 26 mi-lioni, dunque 10 milioni di vani in meno rispettoal numero degli abitanti). Nel periodo 1860-1945la volumetria si è raddoppiata passando a 35 mi-lioni di vani (oggi abbiamo calcolato che di questi,5 milioni sono stati demoliti). Abbiamo un patri-monio di vani storici di 30 milioni circa su uncomplessivo di 120 milioni, ciò a dire che l'ediliziaresidenziale dal 1945 ad oggi si è quadruplicata.Questi dati sono stati confermati da studi di agro-nomi di valore, i quali hanno potuto mettere aconfronto le aree fotogrammetriche del territorioitaliano della fine degli anni Sessanta con quelle del2000 e si è potuto constatare che la superficie urba-nizzata si è quadruplicata, e addirittura in alcunicasi quintuplicata e sono stati distrutti milioni diettari di suolo agricolo anche altamente produtti-fero. Allora il problema che abbiamo spiegato inquesti interventi, sui giornali e in televisione, è cheormai bisogna mettersi in testa che i centri storici,che rappresentano la quarta parte del patrimonioedilizio esistente, sono beni unici e irriproducibilie come tali vanno salvati integralmente, né si puòconsentire l'ulteriore costruzione di fabbriche al-l’interno di aree verdi che sono superstiti e che ser-vono per respirare. Se noi abbiamo il dovere di di-fendere i centri storici, quarta parte del patrimo-nio edilizio, e le aree agricole, come beni unici e ir-riproducibili, e abbiamo a cuore la salvaguardia e ilrinnovo del patrimonio edilizio, dobbiamo sotto-lineare un ulteriore dato. L'edilizia postbellica, dal‘45 ad oggi, bisogna dividerla in due grandi catego-

Servono incentivi per mandare al macero l’edilizia spazzatura, i quartieri senza servizi e senza verde. I premicubatura sono ammissibili, ma non per centri storici, aree paesaggistiche protette e ad alto rischio vulcanico,sismico ed idrogeologico.

In Italia si proiettasull’edificio unaresistenzamitologico-ancestrale. Inveceoccorrerebbe un“Fascicolo delFabbricato”, cioèprevedere, per ogniedificio in Italia, uncheckup che neaccerti le condizionistatiche.

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VINTERVENTI AL CONVEGNO

rie: innanzitutto l'edilizia sismica cioè capace di re-sistere alla sismicità, ovvero 45 milioni di vani. Bi-sogna però ricordare che dal ‘70 in poi si preten-dono dei calcoli statici più rigorosi e severi, men-tre prima nel '45-'70, anche se c'erano delle leggiantisismiche, in realtà non erano così severe né era-no in grado di garantire l'antisismicità per comevenivano applicate). Io ho assistito alla demolizio-ne di edifici postbellici quando in quel periodo tut-to quello che sembrava metallico veniva utilizzatoe infilato nel cemento, il quale all'atto della demo-lizione era praticamente sparito, e abbiamo potu-to constatare che i buchi che erano occupati origi-nariamente da ferro che non era ad alta resistenzasi mostravano vuoti. E infatti se vedete le immagi-ni dei terremoti vedrete spezzati le travi e i pilastri,disgiunti, e i ferri che rincongiungono appena: ciòsignifica che lì non c'era un incastro perfetto maanzi si è verificata la frattura. Questo discorso valeper tutta l'edilizia grossomodo tra il ‘45 e il ‘70:non ha questi requisiti, anche se nominalmente se-gue un'antisismicità, perché le leggi non erano ab-bastanza severe. Allora il problema diventa serioperché di fronte a questo patrimonio edilizio, chenon viene conosciuto e non è stato analizzato fi-n'ora da nessuno, i comportamenti sono diversi.Noi che cosa proponiamo? Qualche decennio facon l'Ordine nazionale degli architetti e con grup-pi di studio interdisciplinare portammo avantil'idea di realizzare il Fascicolo del Fabbricato cheprevedeva che ogni edificio in Italia doveva fare uncheckup per capirne le condizioni statiche. Curio-samente questo oggi non viene fatto ma si proiet-ta sull'edificio una resistenza mitologica-ancestra-le eterna. Sappiamo però che non è così perché gliedifici di cemento armato si degradano progressi-vamente diventando cemento 'disarmato'. Nel ca-so de L'Aquila ci sono, come avrete visto, moltiedifici recenti con pilastri e travi spezzate e anchemolti edifici sbriciolati che sono poi quelli tradi-zionali molti dei quali costruiti con ciottoli di fiu-mi arrotondati.

Perché non si vuole fare questo check-up? Perché ilproprietario dell'edificio appena chiarisce che nonè in regola si trova di fronte a una struttura che per-de valore, così pur di non vedere la realtà si ignoraquesto fatto. Noi abbiamo bisogno di questo Fasci-colo del fabbricato che, tra l'altro non è affatto co-stoso, perché se noi riusciamo a radiografare lo sta-to di consistenza dei 120 milioni di vani residenzia-li che sono in Italia noi abbiamo finalmente unquadro di come intervenire, altrimenti sarà tuttoteorico e cadremo negli equivoci con cui siamo ca-duti con questa legge dalla quale non riusciamo avenirne fuori perché siamo chiusi dentro un labi-rinto. Se invece noi sappiamo che quegli edificihanno questo grado di vulnerabilità o di inidonei-tà e sono a rischio, noi ci attiviamo e mettiamo inpiedi delle leggi per rinnovare il patrimonio edili-zio. La conclusione è che noi diciamo che voglia-mo portare avanti una strategia fondata sui seguen-ti principi: no ad ulteriori edificazioni dei centristorici, no ad ulteriori edificazioni di aree agricoleperché entrambi sono beni unici e irriproducibili;poi analizzando e accertando l'edilizia postbellicapriva di qualità e non antisimica, diamo degli in-centivi garantendo così la messa al macero propriodi quella spazzatura edilizia a rischio.[…] Leonardo Sciascia diceva: "Viviamo in unPaese dove retorica e falsificazione sono dietro ogniangolo" e questa è la verità. Bisogna deideologiz-zare questi problemi, fare calcoli seri e scientifici dicosti e benefici ed assumersi la responsabilità di di-re se un edificio va abbattuto o meno, consolidatoe difeso attraverso due politiche, quella degli in-centivi alla conservazione di edifici prebellici e sto-rici e quella degli incentivi alla rottamazione diquell'edilizia compresa tra il '45 e il '70 che non dàgaranzie di antisismicità e che non è di qualità. Intutti piani regolatori, quelli più seri e avanzati, sipropongono questi incentivi del 20 per cento, del35 per cento e anche più consistenti invece di di-struggere altre aree agricole e abbattere i centri sto-rici. Chiudo dicendo che in alcuni paesi e regioni

è in atto un tipo di intervento di questo genere,dunque non è irrealizzabile. Si costruiscono case-parcheggio e si mettono in moto appunto il crite-rio della rottamazione: a Roma in via GiustinianoImperatore si sta realizzando. Quando proponem-mo nel 2000 un Manifesto per la Rottamazionedell'edilizia postbellica priva di qualità e antisismi-ca fu accolta da Veltroni che ci chiamò per poi met-tere in atto un ufficio (proprio a Giustiniano Impe-ratore) per il rinnovo edilizio. Lo si può discutere,migliorare o respingere in alcuni casi ma la strate-gia, secondo noi, è questa.

***Un brevissimo chiarimento: in tutti i dibattiti cheabbiamo fatto è emerso chiaramente che l'obietti-vo è quello di trasformare le periferie informi e in-vertebrate che assediano le città in unità urbane adautosufficienza produttiva-energetica e addiritturain “eco-cities”. Elisabetta Zamparutti ha usato que-sta espressione in un dibattito che c'è stato sul Fo-glio. Ironicamente Giuliano Ferrara ha detto “nonmontiamoci la testa con eco-city, New Towns”. DiNew Town si parlava sessant'anni fa in Inghilterra,ma noi parliamo di qualcosa in più: mandare almacero i quartieri-dormitori che sono privi di ver-de, attrezzature e servizi e trasformarli in unità ur-bane ad autosufficienza produttiva-energetica.Dunque si tratta di eco-towns ed è quanto sta por-tando avanti a scala mondiale l'Unione Internazio-nale degli Architetti quando dice che il problema èdi accettare la sfida di non mummificare l’edifica-to post-bellico così com'è. Il rischio è di lasciare aiposteri periferie invertebrate, prive di attrezzaturee servizi, che chiamiamo città; in realtà non sonocittà ma sono periferie informi prive di vitalità.Questa è la vera sfida e noi riteniamo sia possibilefarlo; di questa operazione non se ne deve fare ca-rico lo Stato, anzi non lo farà come non l’ha fattoin 64 anni. Hanno fatto quartieri edilizi ma nonhanno trasformato le periferie in qualcosa di diver-so. La sfida che sta di fronte a noi è non solo dimandare al macero la spazzatura edilizia priva diqualità e non antisismica, ma di trasformarla ineco-city.

***Volevo ricordare alcuni dati che ci possono con-durre a delle conclusioni abbastanza chiare: l'uma-nità ha impiegato 2 milioni di anni per arrivare alprimo miliardo di abitanti nel 1830; poi soltanto100 anni per arrivare al secondo miliardo, 30 an-ni per il terzo, 17 anni per il quarto e oggi siamo a6,5 miliardi di abitanti. Jeremy Rifkin ha dichia-rato che 300 milioni di americani consumanoenergia pari a 22 miliardi di persone, occorronocioè per il loro stile di vita 3 pianeti solo per loro.Se non si annuncia una nuova era post-consumi-sta nella quale tentare di dominare questa macchi-na impazzita dell'evoluzione delle città risultere-mo sconfitti. Per capire la velocità di crescita del-la popolazione urbana, pensate che l'Europa al-l'epoca di Augusto aveva 30 milioni di abitanti,ora questo stesso numero lo abbiamo a Città delMessico. L'Italia aveva 5-7 milioni e mezzo di abi-tanti (cioè quanto il Lazio oggi, 1 milione solo aRoma) all'epoca di Augusto, oggi ne abbiamo 60milioni. Nella legge Lupi abbiamo cercato di in-trodurre, anche con lo stesso Lupi, qualche ele-mento nuovo. Siamo d'accordo che oggi il territo-rio italiano è sovraurbanizzato e che abbiamo 20milioni di vani vuoti (quanto tutta l'Ungheria pra-ticamente), allora è chiaro che bisogna ragionare evedere in che maniera mettere in moto una strate-gia di riqualificazione dell'esistente. Siamo d’ac-cordo che non bisogna toccare le aree verdi e i cen-tri storici che rappresentano il 30 per cento del pa-trimonio esistente e allora si apre una prospettiva

nuova: individuiamo quelle aree nei piani regola-tori che sono appunto edificati nel periodo po-stbellico, che sono prive di qualità e antisismiche.Siamo favorevoli a fare una strategia di riqualifi-cazione dell'esistente anche con i premi e le cuba-ture. Questo significa salvare i centri storici, ovve-ro la quarta parte del patrimonio edilizio esisten-te, salvo le aree agricole sopravvissute e mando almacero la spazzatura edilizia postbellica priva diqualità e non antisismica. Questa è la grande sfidache la legge del governo sul territorio dovrebbechiarire. Questo è anche il merito di ElisabettaZamparutti che ha messo insieme questi tre ele-menti: legge sul governo del territorio che è da 10anni in gestazione, Piano casa e Piano per l'edili-zia abitativa. Perché allora non coniugare Pianocasa che può rottamare con gli incentivi e Pianodelle 100 città? Ma come fare a costruire queste100 città? Bisogna fare un quadro unitario gene-rale in cui si indica nei piani regolatori quelle zo-ne ad alto rischio permanente, che non sono edi-ficabili e sono sovraurbanizzate e fare degli incen-tivi da mandare al macero. A Napoli stiamo lavo-rando in questo senso: la Regione sta facendo unpiano (“Grande Napoli”) che coinvolge fino aVolturno e sta realizzando un grande raccordoanulare pari a quello di Roma lungo il quale pos-sono essere ubicate le New towns, che noi chia-miamo Eco-cities. Vogliamo rottamare le periferiedormitorio e quei quartieri invertebrati senza at-trezzature, senza servizi e senza verde. […] Cosìesce fuori una strategia di riequilibrio generale chepotrebbe andar bene anche per Roma che invecesta distruggendo i 23 kilometri che ci sono dalcentro fino al mare. Trasformiamo i quartieri dor-mitori in frammenti urbani a servizi integrati. Fac-cio un esempio, quello di Giustiniano Imperato-re a Roma: ci sono 25 edifici che si stanno rinno-vando, rottamando e ricostruendo, hanno fattoun concorso nazionale che ha vinto un tedesco poic'era Gabriella Raggi che fino a poco fa governa-va questo settore. Si sono fatte subito case-par-cheggio per gli inquilini che avevano le case chesono state distrutte e a effetto domino si riesce arealizzare questa qualificazione. Due operazioniquindi: trasformo le periferie invertebrate in uni-tà urbane a servizi integrate e faccio ripartire il set-tore edilizio. Se io non creo egli incentivi e nonmummifico questa spazzatura edilizia, il proble-ma delle città non si risolve e queste non si rimet-tono in moto. *** […] Un'ultima cosa voglio segnalare di cui poi siparla pochissimo: dal dopoguerra è in atto unatransazione epocale, dall'epoca tardo industriale aquella postindustriale, cioè si sta trasformandol'armatura urbana italiana e l'innesco per questo èattuato dai quattro corridoi transeuropei che at-traversano l'Italia. Che cosa sta succedendo? Unacosa straordinaria di cui nessuno si sta accorgendo:si stanno svuotando le mega città, le grandi fun-zioni ingombranti vengono espulse dalla città evengono a risistemarsi sui grandi corridoi transeu-ropei, cioè negli incroci stradali. Praticamente lamega città è esplosa e si sta ridistribuendo, questoandrebbe pianificato e coordinato. Insomma noistiamo assistendo con pochi centri di studio a unagrande trasformazione dell'armatura urbana per-ché la cultura sta transitando dal paradigma fun-zionalista, che è analitico e riduttivo, al paradig-ma ecologico che è sintetico e organico. Solo an-dando verso una green economy, ovvero versoun'intesa ecologia-economia, noi usciremo daquesto baratro. Insomma i nemici sono il merca-tismo, l'economicismo e la tecnocrazia, cioè le tredivinità del paradigma meccanicista. Dobbiamosuperare questo e andare verso una nuova frontie-ra ecopolitana e verso un'era postconsumista.

Bisogna deideologizzare questi problemi, fare calcoli seri e scientifici di costi e beneficied assumersi la responsabilità di dire se un edificio va abbattuto o meno, consolidatoe difeso attraverso due politiche: incentivi alla conservazione di edifici prebellici e storicie incentivi alla rottamazione dell’edilizia compresa tra il '45 e il '70 che non dà garanziedi antisismicità.

Aldo Loris RossiOrdinario di Progettazione Architettonica e Ambientale UniversitàFederico II di Napoli, capolista alle elezioni Europee per la ListaEmma Bonino.

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VI PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIO

In questa sede voglio toccare quattro pun-ti. Il primo riguarda il cosiddetto piano-casa, l'intervento recente cui stiamo assi-stendo, con una successione di proposteche sembrano non essere mai quelle defi-nitive. Mi sembra sia un intervento con-

giunturale, o per lo meno viene presentato cometale, in un momento in cui sono in discussione datempo ormai quattro proposte di legge di riformadella legge urbanistica tuttora vigente, quella del1942. È stata una legge fatta in un momento di di-sattenzione, perché si stava facendo dell'altro, peròse andiamo a leggerla c'è tutto, persino i piani com-prensoriali e i piani di aria vasta. E’ una legge diprincipi, e nella sua applicazione ci siamo resi con-to che non avendo sanzioni poteva essere ancheinefficace. Adesso ci ripropongono quattro leggiche sono molto vaghe, tra l'altro scritte male, mol-to letterarie, ripetute e ridondanti, non hanno néregole né punti fermi né sanzioni, ma forse il no-stro Paese sopporta malissimo le regole, quindi pro-babilmente varrebbe la pena tenerci la legge del '42.Ricordo questo perché, a suo tempo, si parlava dipiani di ricostruzione: era un decreto luogotenen-ziale fatto subito dopo la guerra, con il quale si so-spese l'applicazione della legge urbanistica naziona-le perché doveva riprendere l'edilizia e l'economia.Si fecero anche i famosi lavori a regia e tanto altro,e mi sembra di rivivere una situazione analoga: og-gi si propone un intervento congiunturale, in real-tà, chi può aumenti del 20 per cento la propria abi-tazione, ed intanto si blocca il dibattito parlamen-tare sulle quattro leggi. Su questo vorrei ricordare che in molte regioni chehanno ormai la terza legislazione urbanistica i pre-mi ci sono e sono variamente declinati; inoltre mol-ti comuni promuovono incrementi con i program-mi integrati d'intervento – cioè con quegli inter-venti che vedono insieme pubblico e privato – incui si arriva ad aumentare del 40 per cento la possi-bilità di intervenire, nell’ipotesi di un adeguamen-to dell’edificio a questioni di tipo energetico. Afronte di ciò, vale la pena ricordare anche esempipositivi, come alcuni interventi di ricostruzione dizone di Milano, che cercano di ricostituire dentroall'intervento di riqualificazione uno spezzone ditessuto di società, mescolando quindi famiglie ditutti i tipi, attività e residenza, servizi. Ci sono peròanche delle questioni di cui dobbiamo preoccupar-ci, perché quando noi diamo l'autorizzazione ed ilpremio – con un duplice intento, da una parte laquestione del risparmio energetico e dall’altra quel-la dell’edilizia destinata a chi ha difficoltà ad accede-re ad abitazioni a un prezzo calmierato - lo diamoprima del risultato. E noi sappiamo che uno deiproblemi delle nostre amministrazioni è proprio ilcontrollo di quanto avviene dopo, perché noi noncontrolliamo e abbiamo anche difficoltà ad inter-venire dopo, abbattendo la questione. Allora a co-sa serve questo intervento di tipo congiunturale? Afar tirare fuori un po’ di risparmi dalle tasche degliitaliani e a ributtarlo in un settore dove per il qualegià da tempo ci chiediamo: è veramente tutto benequando va bene l'edilizia? Io sostengo che non èproprio così: è vero che l'edilizia attiva diciassettesettori, però non è vero che poi ci manda avanti unadirezione di innovazione, ma ci manda avanti inuna direzione dell'alimentazione di arricchimento

di alcuni oligopoli o di alcuni singoli. Quando iovedo che tutti, da Errani ad Alemanno, sono d'ac-cordo su questo, io mi trovo come quando per farpassare un piano regolatore, questo passa solo se,indipendentemente dall'amministrazione, si metted'accordo con tutti gli altri aumentando le cubatu-re. Noi stiamo vivendo un periodo in cui, se qual-cosa avevamo ottenuto sul piano culturale, oggi conqueste operazioni noi stiamo tornando indietro aldopoguerra, ma senza l'entusiasmo del dopoguer-ra di ricostruire una nazione, molto più stanchi efrustrati. L’edilizia può innovare moltissimo, perfi-no nel cemento e nel vetro, però non è con l'au-mento del 20 per cento della villetta che abbiamoqueste innovazioni. La seconda questione che vorrei toccare è la difesadelle aree agricole ed il consumo di suolo. Nell’ulti-ma legge urbanistica della regione Lombardia sia-mo riusciti a far mettere un articolo che difende learee agricole. Abbiamo sollevato la questione delconsumo di suolo perché, secondo alcuni studi,ogni anno si consuma più o meno una porzione disuolo libero equivalente al Parco dell'Abruzzo; uti-lizziamo questo paragone perché parlare di metriquadrati di quantità, è un dato astratto e spesso nonsi riesce a capire. Secondo me il settore alimentare inquesta crisi è uno dei settori su cui dovremmo pun-tare, non per diventare autarchici e autosufficienti,ma per avere una situazione in prospettiva miglio-re. Noi abbiamo a disposizione a testa meno di uncampo di calcio piano da coltivare, quindi la situa-zione italiana è drammatica. Con l'Istituto Nazio-nale di Urbanistica stiamo cercando di attivare unOsservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo.Un'avvertenza però: io non vorrei che sul consumodi suolo si facesse terrorismo dando dei numeri acaso perché poi le stime spesso sono sovradimen-sionate o sottodimensionate, ma corredando le sti-me quantitative con la qualità, cioè “dov'è il suolo”,perché tutto il suolo libero è importantissimo, manon tutto il suolo libero ha le stesse funzioni. Il terzo punto: mentre gli aumenti e gli incrementidelle volumetrie sono dati per certi nel “piano ca-sa”, l'individuazione degli ambiti paesaggistici datutelare è un auspicio. Inoltre dobbiamo mettere inchiaro una questione: il piano casa deve partire daun sostegno di affitti, perché nelle regioni sta dimi-nuendo tantissimo la possibilità di sostenere le fa-miglie che non riescono a pagare l'affitto. Questoperché le regioni hanno avuto un trasferimento dal-lo stato minore del previsto e in parte i comuni sop-periscono a ciò. Come secondo punto si può an-che ipotizzare un’operazione di nuove costruzionicon la rottamazione di altre, come dovrebbe essereil caso per il Vesuvio, ma come anche sarebbe dovu-to avvenire a Malpensa. In definitiva, costruiamopure nuove città, però se vogliamo una ripresa chenon sia congiunturale, che non sia un condono ma-scherato, che non sia foriera di contenziosi tra vici-ni, cerchiamo di mettere al primo posto scelte chevanno nella direzione non solo di togliere le areevincolate paesaggisticamente, ma anche le aree a ri-schio, e cercando di fare un piano casa come ho cer-cato di dire e di mettere davanti alla responsabilitàdi chi non è al governo oggi, ma tace probabilmen-te per rincorrere il consenso, la questione di appro-vare una di quelle quattro leggi, oppure, come iosostengo, di avere il coraggio di dire: teniamoci lavecchia legge del 1942.

Maria Cristina TREU

Un Parcod’Abruzzoin meno ogni anno

La situazione italiana è drammatica: abbiamo adisposizione per la coltivazione meno di un campo dicalcio a testa.Ma ogni anno si consuma più o meno unaporzione di suolo libero equivalente al Parcodell'Abruzzo.

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VIIINTERVENTI AL CONVEGNO

Paolo BERDINI

Parlare di un tema così importante èfondamentale alla luce anche del-l'assenza dal dibattito dell'opposi-zione. Ci sono solo le forze cultu-rali, assieme al Partito Radicale, aparlarne, e sarebbe ora che anche

gli altri partiti se ne facciano carico. Inizio dal-l’attualità: uno degli effetti più devastanti di cuinessuno ha parlato del pacchetto casa - che perfortuna è stato rinviato - è che venivano cancel-late le norme dei piani urbanistici e dei regola-menti edilizi che fissano la distanza minima trafabbricati a dieci metri. Quindi sarebbe entratoin vigore per ope legis il codice civile, che cometutti sanno ma come il legislatore non sa, per cuila distanza si sarebbe ridotta a sei metri. Pensia-mo a quello che sarebbe successo a seguito delterremoto di questi giorni, se fossero avvenuti deicrolli delle pareti a sei metri: l'effetto domino sa-rebbe stato devastante ma di questo non si parlaperché questo è un Paese in cui certe cose nonvengono dibattute. In Abruzzo sono cadutiospedali ed edifici pubblici di 20-15 anni fa cheavevano le caratteristiche formali per essere an-tisismici. Siamo in un Paese dai controlli forma-li e non sostanziali, questa è una delle patologieitaliane che ci distingue dai paesi a economia li-berale. Detto ciò qual è la ricetta della riformacontenuta nel piano casa di Berlusconi? E’ quel-la di cancellare qualsiasi regola di autorizzazioneedilizia perché si va attraverso la denuncia di ini-zio attività per tutte le fattispecie della costruzio-ne edilizia. Liberalizzare ancora di più il segmen-to edilizio in un paese che crolla con un terremo-to. Secondo punto. Parliamo delle case che sonocrollate, come la “Casa dello studente” nataquindici anni fa. Le case private sono crollate sututto il territorio, sono cadute quelle dell'iniziodel secolo e quelle più recenti. Il provvedimentoBerlusconi diceva che su queste case, e questo erail core business del pacchetto, poteva aumentarela superficie del 20 o del 30 per cento. Guardatebene che quando si aumenta la superficie del 20per cento, e Berlusconi faceva benissimo l'esem-pio del balcone che viene chiuso, ma quando iochiudo il balcone le mie fondamenta rimango-no le stesse, dunque io vado ad aggravare la strut-tura statica dell'edificio. Ma quale altro paese fa

questo tipo di ragionamenti? La terza questione, che poi è quella che mi stapiù a cuore, é un problema culturale: il fatto cheun paese ricco come l'Italia si esprima con talerozzezza su un bene comune quali sono le città.Faccio un esempio: nel '49 quando venne fatto ilpiano casa, c'è stato un ragionamento organicodietro, cioè io non faccio case a destra e a sinistracome capita ma le faccio in funzione di un ragio-namento che guarda ai fabbisogni e all'esigenzesociali. Il piano Ina-casa venne studiato non so-lo dai nostri tecnici ma anche in tutta Europa.Oggi qual è la prospettiva? Che noi intervenia-mo con una sommatoria degli interventi singo-li. Ma quale futuro ha un paese dove non si pen-sa ad un destino collettivo a prescindere dai ruo-li e dalle classi sociali? Io credo che il piano casadovrebbe essere composto da 5 secchi articoli -magari il legislatore tornasse alla secchezza della

legge del ‘42, pochi e chiari articoli. Primo articolo. Io non capisco come faccia il Par-lamento a discutere di tre progetti di legge, piùuno entrato dalla finestra, senza avere cognizio-ne di quale sia lo stato del territorio italiano; nes-suno conosce quanto è stato costruito, qual èl'invenduto, quant'è quello che sta cadendo.Uno stato serio, prima di fare la legge di riformadi una legge fondamentale come quella del ‘42,dovrebbe dire: fermiamoci un attimo, tanto congli strumenti tecnologici attuali ci vogliono po-co più che sei mesi, ed esaminiamo lo stato delterritorio come elemento di conoscenza prelimi-nare. Secondo punto: non si deve più costruire su me-tro quadro di territorio agricolo. Ovviamente èuno slogan ma è per far capire che questo è il be-ne più prezioso che abbiamo. Diciamo che ilsuolo agricolo è un bene prezioso, non solo per laproduzione agricola, ma oramai per un fattoproprio fisico, di permeabilità. Noi abbiamo al-cuni paesi della Padania che hanno problemi diemergenza idrica. Come facciamo a distruggereancora territorio! Terzo elemento. Visto che crollano ospedali e ca-se dello studente, perché questo paese non met-te, come fanno gli altri paesi quali gli Stati Uni-ti, una pietra miliare del suo avvenire sull'effi-cienza del sistema pubblico a cominciare dallescuole? Noi abbiamo il 70% degli edifici scolasti-ci fuori norma dal punto di vista della sicurezzadell'impiantistica e della struttura. Di fronte aquello che è avvenuto si può ancora dire che isoldi non ci sono? I soldi ci sono, sono stati spe-

si 51 miliardi di euro per costruire l'alta velocitàNapoli-Milano, forse sono stati spesi un po'troppi soldi e ci vorrebbe qualcuno che andassea vedere i conti! Recuperare le nostre scuole e inostri edifici pubblici è un fatto di civiltà.Quarta questione. Qui non si tratta di ricostrui-re e demolire edilizia, qui vanno cambiati i voltidi alcuni quartieri. La storia delle città ci dice chela bellezza avviene quando vengono sostituite letipologie edilizie, che è altra cosa di demolire ca-so per caso. Le nostre città sono belle perché ac-canto ad una casa a schiera ci stanno dei palazzio una casa a corte con giardino bellissimo. E al-lora, siccome un Paese deve guardare lontano,credo che dovremmo cominciare a pensare at-traverso i piani urbanistici e non cancellandoli,quindi l'esatto contrario di quello che sta avve-nendo in Parlamento.Quinto articolo è che l'unica grande opera è por-tare a bellezza un territorio che è stato devastatodalla deregulation degli ultimi vent'anni. NelParlamento ci sono delle leggi che dicono che lapianificazione urbanistica è cancellata e anche suquesta cosa siamo l’unico paese europeo che lofa. Tutti i paesi europei, oltreoceano sono anco-ra più dinamici rispetto a noi, stanno tornandoa ragionare con grande audacia sulla ripresa diun intervento pubblico che non deve essere quel-lo che abbiamo conosciuto nei decenni prece-denti ma deve essere un intervento intelligente,di guida, di regia. Non è che cancellando l'inter-vento pubblico si avranno città più belle ed unterritorio in sicurezza.

Un paese illiberale, dai controlliformali e non sostanzialiIn Abruzzo sono caduti edifici di 20 anni fa,apparentemente in regola.Siamo nel Paese dei controlli formali e nonsostanziali,questa è una patologia che ci differenzia dagli altri stati liberali

Paolo BerdiniOrdinario di Urbanistica presso la Facoltà di Ingegneriadell’Università Tor Vergata a Roma.

Maria Cristina TreuOrdinario di Progettazione Urbanistica al Politecnico di Milano

Il crollo della Casadello Studente èl’ennesimo avviso:noi abbiamo il 70%degli edifici scolasticifuori norma dal punto di vista della sicurezzadell'impiantistica e della struttura.

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GiulianoCANNATA

Case: tra bisognoecostruzione non c’è contatto

VIII PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIO

Giustificare l'attività ediliziacon ragione economiche, equindi ragioni strutturali, èquasi sempre falso perché ra-gioni di rendita prevalgonocosì tanto e così drastica-

mente su quelle di profitto che al limite la do-manda di case diviene quasi non essenziale aifini della sua costruzione. Fra bisogno di case ecostruzioni di case in molte realtà economichesi è perso qualsiasi contatto. Per dire cos'è ilrapporto economico uomo-territorio io citodue numeri schiaccianti. Alla fine della guerranella prima circoscrizione di Roma, cioè lemura aureliane, vivevano 550 mila persone.Quante sono oggi? 118 mila. Le meravigliosecittà d'arte città storiche sono dei vuoti... Unoche voglia andare a godersi il centro storico diRoma deve prendere la macchina come se an-dasse a godersi Londra o Venezia. Dico l’altrodato schiacciante. Un madrilegno medio vive aventi kilometri dal centro, ciò significa che lacittà di Madrid ha un raggio medio di 40 kilo-metri. Vivere a 40 kilometri dal centro non sisa più come fare. In compenso Madrid ha 307kilometri di metropolitana perfettamente fun-zionante, per cui il problema spazio si è trasfor-mato in uno spazio-tempo. L'importante nonè che tu viva fuori dal mondo ma l'importan-te è che ci sia qualcuno che - bontà sua – ti por-

ta in centro. Ecco come il rapporto casa-terri-torio viene svuotato completamente di ognicontenuto strutturale ma diventa meramentesovrastrutturale. Un'altra cosa che bisogna di-re sempre quando si parla di consumo di suo-lo è che il vero sfruttamento del suolo è quelloindustriale, è quello dei capannoni, con il mec-canismo di sovvenzioni alle piccole e medioimprese. La Campania dopo il terremoto del-l'Ottanta ha quasi triplicato le aree industrialisenza aumentare di un solo addetto all'indu-stria. Per fortuna ci sono fattori positivi. L'Ita-lia, nell'indifferenza generale, ha abbandona-to e ha rinselvatichito 20.000 kilometri qua-drati: il 37, 38 % dell'esistente. L'Italia oggicon 90.000 kilometri quadrati di foreste, è unodei paesi più forestati al mondo e questo graziead un fenomeno che si chiama abbandono.L'Italia aveva un tipo di agricoltura, quella dicollina che non era in grado di competere conquella di pianura che per fortuna è stata abban-donata tutta. Quindi anche il tentativo di diresalviamo il consumo del territorio dicendo so-no aree agricole preziose non è praticabile. Bi-sogna avere il coraggio di dire che l'abbandonoè prezioso. In Molise e Abruzzo tutti gli specu-latori e i camorristi dicevano: se l'abbandonifranerà, brucerà, si rovinerà! Questi territorisono stati ricolonizzati dalle specie autoctone.Allora i pianificatori del New Deal dicevanoche il motivo per cui non si poteva pianificare

era che si era lontani dallo stato stazionario,cioè la crescita demografica era talmente forteche non si poteva impostare l’equazione dellapianificazione-sviluppo: oggi si è vicinissimi aduno stato stazionario. In Italia poi si sarebbestati in diminuzione se non ci fossero stati 4milioni di immigrati nel giro di dieci anni, unacifra enorme. La popolazione naturale italianaaveva perso già 3 milioni di persone nel divarionascita-morti e questo dal punto di vista strut-turale aveva alleggerito così tanto le pressionisull'uso del suolo che davvero si sarebbe potu-to pianificare. Poi sono venuti i 4 milioni diimmigrati che, da un punto di vista antropolo-gico culturale sono miei fratelli, da un puntodi vista economico sono un disastro per loro eper me.

Parliamo un attimo della pianificazione del ba-cino. La Treu diceva: se solo riuscissimo a in-ventariare... Noi abbiamo inventariato tutto ilcostruito nel territorio del bacino, tutto già re-ferenziato, tutto noto. Quando ci costruisco-no una nuova casa a Capri e continuano sem-pre e sistematicamente a costruire case nuove aCapri, noi lo sappiamo un'ora dopo. Noi ab-biamo usato gli strumenti della pianificazioneterritoriale di tipo idrogeologico, cioè le areeinondabili, le aree a rischio frana, le aree a ri-schio colata etc., fornendo questo strumentoai pochi sindaci seri naturalmente, la guerra è

di tutti i giorni riuscire a contrastare la disin-voltura dei sindaci. L'ultimo frangente, e mispiace qui mi trovo in contrapposizione fronta-le con il professor Rossi consulente della socie-tà che gestisce la Circumvesuviana, volevanopiantarmi un parcheggio di un ettaro nella sta-zioncina che si chiama Murigine distruggendoe cementificando una delle poche e residuearee verdi nel comune di Pompei. Allora fini-sco sempre con un discorso pianificatorio.Uno dei motivi per cui il New Deal non partìa tempo fu perché la crisi avvenne nel novem-bre del '29 e Roosevelt si insediò nel gennaiodel '33 quindi son passati tre anni di vuoto dipotere, vuoto di controllo. Pianificare oggi èpossibile. Se noi riusciamo a fare entrare nel-l’intelligenza dei nostri studenti, della nostragente. Si tratterebbe oggi di una pianificazionesorretta da un punto di vista culturale e da unaprofonda conoscenza antropologica. Non a ca-so Martino diceva che l’antropologia è nata perstudiare i costumi sessuali dei giovani delle iso-le Fiji ed ha dimostrato di essere l’unico modoper capire una periferia urbana. In questi ter-mini si può pianificare. Ci sono paesi che ini-ziano a farlo in modo abbastanza serio. Bastaavere il coraggio di dirsi subito che oggi comeoggi di strutturale non c'è più niente, non esi-ste nessuna di questa misure che non sia mera-mente speculativa.

Alla fine della guerra nella prima circoscrizione di Roma, cioè all’interno delle mura aureliane, vivevano 550 milapersone.Quante sono oggi? 118 mila.Le meravigliose città d'arte,città storiche,sono dei vuoti..

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Arturo DIACONALE

Ambiente:dall’intransigenzasacrosanta al pragmatismo

A noi come Legambiente non scandalizza l'idea che si possarottamare la vecchia edilizia energivora, realizzata con criterivecchi, premiandola anche in metri cubi, premiando chiricostruisce con criteri di efficienza energetica, di bioedilizia,magari antisismici. In questo senso ci siamo anche confron-tati con l’ANCE, Associazione Nazionale dei costruttoriedili, proprio per chiedere dei vincoli, dei criteri forti da que-sto punto di vista. In parte siamo riusciti a strapparli, perchénel primo decreto, quello famoso rinnegato, c'era la possibi-lità di ricostruire il 35 per cento a patto che fosse utilizzataefficienza energetica o bioedilizia o risparmio idrico. C’eranotre “o”, e ciò significava che chiunque avrebbe potutocostruire il 35 per cento in più se avesse messo due tastiGeberit per risparmiare l’acqua. Adesso quelle tre “o” sonodiventate tre “e” nel provvedimento che le regioni dovrannotradurre in provvedimenti regionali. Noi consideriamo undato positivo il fatto che quel provvedimento sia stato stop-pato, la palla sia passata nel campo delle regioni, dove è giu-sto che stia. Dopo di che noi come Legambiente abbiamodetto che daremo vita a degli osservatori per vedere come leregioni tradurranno in provvedimenti regionali quelle lineedi indirizzo. A livello regionale è emblematico il caso dellaLombardia, dove noi abbiamo lanciato una proposta di leggedi iniziativa popolare per la quale stiamo cercando di racco-gliere diecimila firme per frenare il consumo di suolo cheviaggia a ritmi elevati – 140.000 metri quadri al giorno,significa 150.000 ettari all'anno. Abbiamo forse chiuso unapartita che ha già generato e prodotto degli effetti dannosi, ènecessario fare attenzione a come verrà tradotta a livelloregionale e su quello noi ci impegneremo per controllare emonitorare la situazione nei prossimi mesi.

IXINTERVENTI AL CONVEGNO

Sebastiano VENNERI

Vi ringrazio per avermi invitatoa partecipare a un incontro alquale, in realtà, non dovreiessere. Dovrei essere nel Parcodell’Abruzzo, dovrei essere aL'Aquila, dovrei essere insie-

me ai miei conterranei a vedere e a cercare di orga-nizzare – per quello che ovviamente mi compete– i primi soccorsi rispetto una situazione che è de-vastante. Non sono potuto andare perché le stradesono bloccate e la sede del parco è stata chiusa.Quello che succede, per quanto mi hanno riporta-to, è una devastazione, un cataclisma che moltipensavano si potesse prevedere, ma che – anchefosse stato previsto – non si poteva prevenire. Per-ché nell'ordine di questi cataclismi naturali è diffi-cile prevenire, né si poteva addirittura pensare – nelcaso fosse stato previsto – di evacuare due-trecen-tomila persone da un territorio così ampio, garan-tendone la sopravvivenza e limitando gli effetti sol-tanto alla parte materiale. In qualità di commissario del parco, io entro neldibattito per dire che non si cementifica nei par-chi. Il cuore verde dell'Italia e dell'Europa che èrappresentato dall'Abruzzo deve rimanere intoc-

cato; l'idea di poter entrare nel parco e poter co-struire in maniera indiscriminata, sull'esempio diquello che è avvenuto negli ultimi sessant'anni, al-meno per quanto riguarda il parco di cui al mo-mento sono responsabile, vi garantisco che nonpotrà realizzarsi. Detto questo, io sono consapevole del fatto che unparco non possa vivere esclusivamente nella con-servazione astratta dell'ambiente: il parco vive acondizione che chi ci vive possa avere la possibilitàdi continuare a viverci. Un parco in cui le comuni-tà si spopolano è destinato a morire, a decadere,perché sono le comunità quelle che per prime ga-rantiscono la conversazione del parco stesso. Biso-gna avere la consapevolezza che la difesa del verdedev'essere fatta tenendo conto di questa doppia esi-genza: da un lato le ragioni dell'ambiente, dall'altraquelle di chi ci vive. Ci sono state fasi nella storiadell'ambientalismo italiano che io credo assoluta-mente sacrosante. La fase della difesa estrema del-l'ambiente, della difesa ideologica, diciamo intran-sigente, estremista, fondamentalista, è stata una fa-se assolutamente sacrosanta: io non sono né in-transigente né estremista né fondamentalista, so-no un liberale pragmatico e quindi sono contrario

a ogni “-ismo”, però devo riconoscere che la primafase intransigente è servita a impedire che questopaese venisse cementificato in maniera selvaggia,così come è stato cementificato nel resto del paese.I parchi sono stati un baluardo rispetto alla cemen-tificazione selvaggia, e quel tipo di ambientalismoha fatto battaglie sacrosante. Naturalmente le fasicambiano: adesso siamo in una fase diversa, e queltipo di ambientalismo deve cominciare ad aprirsi ameno “-ismi” e a più concretezza. Dobbiamo af-frontare la difesa e la tutela dell'ambiente in ma-niera tale da tener conto delle persone che vivononell'ambiente stesso. Adesso mi metto nei panni dei giornalista e nonposso che rilevare una contraddizione, rappresen-tata dal fatto che il punto di vista degli urbanisti èsacrosanto ma – se portato al paradosso – tende anascondere la necessità di tener conto di altri pun-ti di vista. Il Piano Casa non è l'espressione delpunto di vista degli architetti o degli urbanisti, madi chi deve affrontare un contingenza: una crisieconomico-finanziaria che colpisce il paese in ma-niera talmente forte da rendere necessari interven-ti che riattivino un meccanismo virtuoso e faccia-no ripartire un'economia altrimenti condannataal declino. Nel momento in cui il declino conti-nua e la crisi si accentua, ovviamente salta la possi-bilità di fare progetti più articolati e più precisi suuna nuova programmazione per sistemare il no-stro territorio. Con una crisi accentuata non si rot-tama nessun quartiere, non ci sono mezzi per rot-tamare neppure una casa, con una crisi accentuatanon si fa assolutamente nulla. C'è questa contrad-dizione: la necessità di tener conto anche di altripunti di vista. Naturalmente io avverto l'esigenzache i progetti del governo, condivisi con l'opposi-zione, vengano sottoposti a una critica attenta perevitare errori, perché non è che noi, nel nostro pas-sato, abbiamo avuto una situazione idilliaca che ri-schia di essere messa in crisi dalla situazione contin-gente del Piano Casa. Qui abbiamo una devasta-zione. Le legge del '42 sarà stata pure una legge per-fetta, paradossalmente liberale in un'epoca fasci-sta, ma è rimasta totalmente inapplicata sin dal-

l'inizio. Dal momento in cui si è andati in derogadi quella legge per la necessità di ricostruire, al mo-mento in cui – con il Piano Casa di Fanfani neglianni '50, dopo la prima ricostruzione delle cittàdevastate dalla guerra – era necessario dare la casaa chi non l'aveva, e successivamente dal '60 in poicon la speculazione selvaggia che si è verificata conla complicità di tutti, di tutte le forze politiche conqualche eccezione. Anche con la complicità di al-cune categorie che hanno partecipato tranquilla-mente a questa speculazione selvaggia. Quandopasso a Spinaceto, a Roma, prenderei in mano lapistola, non per sparare a me stesso ma per compie-re qualche esecuzione su chi ha compiuto delle ne-fandezze di quel genere, che vanno rottamate. Van-no rottamati i quartieri che dal '60 in poi sono sta-ti costruiti sui terreni demaniali, sui terreni agrico-li, sul Vesuvio, dentro il Vesuvio. Chi può esclude-re che da un momento all'altro il Vesuvio non sicomporti come le montagne abruzzesi, che già nelSettecento avevano distrutto L'Aquila? Nessunopuò prevederlo. Ci troviamo di fronte alle necessi-tà di affrontare, da una parte, problemi contingen-ti, e dell'altra quella di risolvere delle tare che ci por-tiamo appresso da sessant'anni a questa parte, na-te non con l'intenzione di speculare. Io do la miabuona fede, almeno fino a prova contraria: tutti iprogetti di cementificazione e di costruzione (co-me Corviale o i palazzi di Viale Marconi) proba-bilmente sono nati per rispondere all'esigenza didare una casa ai cittadini. Sono state date case pes-sime, l'ambiente è stato distrutto, le città sono sta-te devastate. È chiaro che di fronte a tutto questobisognerebbe ricominciare da capo, ma io vi dico:ricominciare da capo in maniera pragmatica, per-ché la mia preoccupazione è che, se si vuole cam-biare tutto, si lascia tutto quanto immutato. È ilprocesso riformista: è molto faticoso cominciare acorreggere un provvedimento, impegnarsi a solle-vare una questione che serve a correggere un per-corso. È più facile dire che è tutto sbagliato. La co-sa perfetta sarebbe questa, ma bisogna sapere che laperfezione non è di questo mondo e non lo saràmai.

Giuliano CannataProfessore di Pianificazione dei bacini fluviali presso la Facoltàdi Scienze dell’Università degli Studi di Siena

Sebastaino VenneriVice presidente di Legambiente

Arturo DiaconaleDirettore de L'Opinione, commissario straordinario del ParcoNazionale del Gran Sasso-Monti della Laga

Il parco vive a condizione che chi ci vive possa avere la possibilità di continuare a viverci.Un parco in cui le comunitàsi spopolano è destinato a morire,a decadere.Serve un ambientalismo pragmatico.

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DomenicoFINIGUERRA

Global hectare: siamo 20 volte

sotto il necessario

X PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIO

Io ringrazio molto dell'invito a nome ditutto il movimento “Stop al consumo diterritorio”. Vorrei partire proprio dalpragmatismo che prima veniva evocato,perché, se dobbiamo partire dai dati,questi oggi ci dicono che noi stiamo con-

sumando al di sopra delle reali capacità del nostroPaese. Stiamo consumando territorio e stiamo an-dando a diminuire tutti i giorni la nostra capacitàdi darci da mangiare. La nostra impronta ecologi-ca – un indicatore che ci dice di quanto terrenoabbiamo bisogno – ci dice che l'italiano medio ne-cessita di 3,14 global hectares. Ne abbiamo 0,14.Ciò significa che avremmo bisogno di tre Italie persoddisfare il nostro bisogno di mangiare; se conti-nuiamo a mangiare ogni giorno è perché qualcunoin qualche modo ci sostiene. Possono essere le ge-nerazioni future a permetterci di vivere al di sopradelle nostre possibilità, oppure possono essere al-tre zone del pianeta. Detto questo, l'Italia sta ca-valcando ormai da diverse decine di anni un'urba-nizzazione selvaggia: piani industriali, piani di lot-tizzazione, centri commerciali, città satellite, ou-tlet, opere accessorie e infrastrutturali, che hannodevastato molta parte del nostro patrimonio. Se c'èbisogno di una grande opera nel nostro Paese, nonè il ponte sullo Stretto di Messina, ma una grandeopera di recupero del nostro patrimonio paesaggi-stico e artistico, che sta andando incontro a unasorte abbastanza pericolosa. Se dovessimo metterein moto l'economia abbattendo tutti gli ecomostrie tutti gli interventi che deturpano il nostro territo-rio, credo che ci sarebbero molti posti di lavoro daandare a recuperare. Questa crisi economica è frut-to della speculazione edilizia; la bolla speculativanon nasce da altro se non dalla eccessiva produzio-ne di volumi di cubatura. Questa bolla sta esplo-dendo, in alcune zone del pianeta è già esplosa, edesploderà anche in Italia. Noi pensiamo di affron-tare questa crisi, come dice qualcuno, “dando unaltro bicchiere di birra a un ubriaco”? Immaginoche, la sera in cui è stato approvato il Piano Casa,buona parte degli italiani abbia impugnato la pro-pria cartina, facendo i conti per costruire 10 metriqua, 15 metri là; risponde a un istinto umanoquello della liberalizzazione, ma lo Stato dovrebbe

fare altro. In Italia l'urbanizzazione e il consumo diterritorio sono sempre state motivate dal benesse-re, dallo sviluppo economico. Si sente sempre dire,quando un sindaco propone un piano regolatore oun centro commerciale: “arriveranno nuovi postidi lavoro”, oppure, “facciamo 500 villette, perchéci sarà la piscina e la scuola materna, quindi si mi-gliorerà la qualità di vita dei cittadini”. Data l'altis-sima percentuale di consumo del territorio, 4 vol-te la Francia e 2 volte la Germania, noi dovremmoessere la locomotiva economica d'Europa, invecenon è così. Alla luce di questi dati dovremmo ave-re la miglior qualità di vita d'Europa, e invece nonè così. Per quale motivo? Per il semplice motivoche, in assenza di regole e di pianificazione, il con-sumo di territorio e l'urbanizzazione selvaggia pro-ducono scarsa qualità della vita. Vengo alla nostra esperienza, alla luce di questacontestazione nei confronti di un modello di svi-luppo che non credo abbia creato degli effetti po-sitivi: noi siamo nel centro di una mezzaluna ferti-le a sud di Milano, in un territorio che – grazie al-la presenza del Parco del Ticino e al Parco Agrico-lo Sud – riesce a mantenere un buon livello di qua-lità ambientale e un equilibrio accettabile tra uo-mo e natura. La grande metropoli, però, soffre diincontinenza edilizia; ha zone che sono coperte perl'85%, come ha studiato molto bene la professo-ressa Treu, ed è in continua espansione. Sul ParcoSud e sul Parco del Ticino ci sono molti appetiti,perché è meglio una villetta in una zona tutelatadall'Unesco come il nostro Comune, che una allaperiferia di Milano. Questa incontinenza ediliziaci ha posto di fronte al tema della resistenza rispet-to a un consumo spinto del territorio. Dal satellitesi può osservare la pianura Padana come un’unicamegalopoli, che non è solo cemento ma anche in-quinamento. È una bomba, viviamo nella zonapiù inquinata, con tassi di mortalità che sono mol-to alti; non è per fare terrorismo, ma io mi sonopreso la briga di fare dei mini sondaggi sui miei cit-tadini e, una porta sì una porta no, c'è un caso ditumore. Probabilmente sono situazioni da cui ilcittadino privato, nel momento in cui viene colpi-to, non fa discendere un comportamento politicoperché è molto colpito direttamente, mentre fin-ché non si è colpiti si pensa possa colpire solo gli

altri. Noi siamo in questa situazione, e a febbraioabbiamo già superato i limiti delle emissioni. Que-sta megalopoli padana, che è un luogo brutto do-ve vivere e in cui personalmente non vorrei che imiei figli vivessero, è frutto di tante piccole deci-sioni di tanti piccoli, e grandi, comuni; ognuno diquesti, nel proprio piano regolatore, prevede10.000 abitanti in più, un centro commerciale,l'outlet, con scarsissima attenzione all'agricoltura.Per interrompere questo circolo, questo meccani-smo perverso che porta i Comuni a cementificare,abbiamo deciso di adottare l'unica decisione con-creta che un Comune può prendere: smettere dicostruire, fermare l'espansione e puntare esclusiva-mente sul recupero. Non è corretto dire “Comunea crescita edilizia zero”, perché noi puntiamo mol-tissimo sul recupero del patrimonio esistente. Se cifosse un'altra grande opera da fare oltre al recupe-ro dell'agricoltura, sarebbe il recupero di tutti gliimmobili e la riqualificazione di tutti i nostri im-mobili, che sono un colabrodo: ci sarebbe da lavo-rare per i prossimi cinquant'anni per tutte le im-prese edilizie. Una grande opera potrebbe rimette-re in moto i cappotti per consumare meno ener-gia, i pannelli fotovoltaici per le energie rinnovabi-li, la geotermia. La nostra decisione di adottarequesto strumento urbanistico è stata come gettareil sasso nello stagno di un dibattito abbastanza no-ioso. Oggi le ricette per rimettere in moto l'econo-mia, per quanto si differenzino in qualche cosa,hanno sempre gli stessi ingredienti: crescita, com-petitività, sviluppo, consumo, l'incentivo all'auto,le grandi infrastrutture. Né il Partito Democraticoné Pdl mettono in discussione il modello sottesoagli assetti esistenti, non pensano che magari lastessa crisi possa essere superata consumando me-no, consumando meglio, crescendo in qualità enon in quantità. Se ne fa soltanto un discorso diPIL: costruire un’autostrada rimette in moto l’eco-nomia, fa crescere il PIL e dà tot numero di posti dilavoro. Io consiglio di andare su YouTube, per ve-dere come quarant’anni fa autentici democraticicome Bob Kennedy abbiano messo in discussionequesto tipo di impostazione. I democratici di casanostra vogliono misurarsi con questa sfida o vo-gliono inseguire il mito della crescita infinita?

L'Italia sta cavalcando ormai da diverse decine di anni un'urbanizzazione selvaggia:la nostra impronta ecologica – un indicatore che ci dice di quanto terreno abbiamobisogno – ci dice che l'italiano medio necessita di 3,14 global hectares.Ne abbiamo 0,14.Ciò significa che avremmo bisogno di tre Italie per soddisfare il nostro bisogno dimangiare…

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L’Italia in deroga perenne

Via di Torre Ar-gentina, terzopiano. Conuna regolaritàimpressionan-te, quando al-

trove non si può parlare - o per l'in-tolleranza o per l'estraneità - ecco chela casa madre dei radicali spalanca ilsuo salone da ballo. Ed è con questafigliale devozione, quasi rivolgendo-mi alla placenta di noi tutti, che hoincontrato per le scale Marco Pan-nella che con un orecchio segue lenotizie d'Abruzzo e con l'altro credoche origli qui, in questa sala. Allora è

assolutamente necessario essere fran-chi fino alla brutalità, cosa che pro-verò a fare forse suscitando dissensi ocomunque non coincidendo con al-cune attese: a cominciare dal Pianocasa. Tant'è che in questa grande ri-flessione storica, economica, ArturoDiaconale ha detto quello che i piùpensano, parlo dei più di governo,che serve a fare cassa, serve a metterei soldi delle famiglie, serve a far lavo-rare, perché la macchina gira sui ri-sparmi familiari e non si è dato un at-timo a una riflessione che dovrebbedominare questa problematica: cosafacciamo dei milioni di extracomu-nitari che sono in Italia, che stannocrescendo rapidamente, non solo peri nuovi flussi, ma perché le loro fami-glie hanno una natalità molto alta emolto marcata. Io non sono un lau-datore della società multiculturale,ma questa società multiculturale c'è,ed il problema della casa per loro, perquanto la Lega dica che non devonoandare a loro, resta ed un governo edelle regioni che vedono al di là delloro naso devono saperlo, devono le-giferare. Scusate, ma io in tutto que-sto ho visto solo una luce di grandeinteresse e per me di convinta adesio-ne: si è parlato dell'idea forte e attua-lissima della rottamazione edilizia,nei termini messi a punto da un lun-go lavoro di Aldo Loris Rossi, che quisaluto come perno delle speranze fu-ture in questa materia. Nel processodi rottamazione si dovrebbe osserva-re anche quanto si deve rottamare ericostruire con qualità, lì dove sullabellezza antica, diretta - parlo peresempio delle cadute d'acqua di Ti-voli - si è costruita un’opera infameche la deturpa. Quando nella piazzadi Gravina, vicino a un palazzo di unpontefice, è posato un cubo di orro-re contemporaneo che distrugge labellezza e l’incanto di quella piazza.Quando a Cogliano d'Otranto, an-che lì si è distrutto l'incanto di quelborgo del Salento contro nulla, con-tro una rimessa; e quando a Sora, ci-to questo perché è un caso finito be-ne per merito di Italia Nostra, perchésiamo andati, abbiamo organizzatodei sit in, abbiamo assediato il sinda-co, il consiglio comunale, e hannoinfine deciso di non squarciare quel-la piazza meravigliosa con il conven-to dei domenicani. Vorrei conclude-

re dicendo che ascoltando oratori co-me Domenico Finiguerra, ho sentitonelle sue parole l’emozione delle ri-flessioni di Maurizio Pallanti, delleteorie della decrescita felice che tantorispetto e che tanto mi appassiona-no, anche se le vedo alle prese conuna controtendenza accentuata dal-la crisi, ma ho anche in mente quan-to dobbiamo a dei pubblicisti, a deicommentatori. Penso ad Aldo Caz-zullo, che con il suo “Outlet Italia”negli ultimi due anni ci ha scosso, ciha messo dinanzi a questo assedio,tra l'altro credo periclitante in termi-ni di conti economici, addosso allenostre città, nelle immediate perife-rie, dove si vuol sostituire la vita del-la comunità attorno al supermercatoed all'ennesima versione dei marchidella moda globale. Io vorrei dire cheè in arrivo sulla situazione italianauna questione che ci tocca, che do-vrà avere delle nostre risposte, perchéne è grande portatore il presidentedegli Stati Uniti Barack Obama, eperché ha avuto le anticipazioni inuna lunga stagione dedicata alle mu-tazioni climatiche, alle misure legisla-tive ed economiche corrispondenti.Noi sappiamo, per esempio, che so-no all'opera aggiornamenti delle elet-trocondutture, il super green, losmart green che convogliano l'ener-gia elettrica con sistemi di mixaggiocon altre energie di produzione alter-nativa, non a gas serra, proprio perrendere la tavolozza delle energie al-ternative sempre utile, anche se maidecisiva. Questa spesa, che corri-sponde alla Green Industry, non èuna spesa di cui si ragiona nei consi-

gli dei ministri dell'UE e poi “chi s'èvisto s'è visto”, come posso dire aven-do lavorato in quei consigli per tantianni; qui sta partendo un’operazio-ne globale, di spesa globale legata al-la constatazione finale, sicura, delGlobal Warming. Quelle risorse unavolta messe lì non saranno a disposi-zione delle opere necessarie di cuistiamo ragionando quest'oggi, saran-no altra cosa. Lo dico come memen-to, ora, prima che sia troppo tardi eprima che la grande spesa futuraprenda la pista in discesa del contra-sto con la mutazione climatica. Fini-sco su un caso che ha costituito la na-scita del Comitato Nazionale delPaesaggio (CNP). In questa sala,quando nessuno ci dava ascolto, noisiamo potuti venire e, in teleconfe-renza con Strasburgo, abbiamo par-lato con Marco Pannella e con lui ab-biamo deciso di sviluppare una cam-pagna di verità e di informazione sul-la questione eolica in Italia. Bene,non entro nella controversa materia,posso solo dire che nella preoccupa-zione esistente per il consumo delterritorio, io aggiungo il grande con-sumo di territorio di altissimo pregioche viene divorato dall'eolico che èormai a tremila torri industriali alza-te sui crinali del nostro paese lungole coste, e che si prepara, se lasciato alproprio spirito animale, cioè al gran-de affare che incarna,a svilupparsi ditre volte almeno della misura attuale,con grave e irreparabile perdita diparte sublime del paesaggio italiano.

Carlo RIPA DI MEANA

XIINTERVENTI AL CONVEGNO

Adifferenza di quanto ho sentito dire da alcuni oratori, noncredo che la programmazione sia un toccasana, perché nelnostro Paese abbiamo assistito purtroppo a un tipo di pro-grammazione che ha fatto scattare per quei famosi eventi(quali mondiali di calcio, olimpiadi o mondiali di nuoto) lederoghe. Qui a Roma abbiamo l’esempio eclatante delle de-

roghe a tutto, in particolare o con gli accordi di programma o con i commissa-riamenti. A Roma l'Autorità di bacino ha perimetrato le aree isondabili del Te-vere e dell'Aniene, tuttavia queste zone sono edificate non abusivamente ma le-galmente con il varo dell'Autorità di bacino che ha permesso di farle scompari-re alzando il terreno. Hanno fatto costruire sulle aree golenali dell'Aniene dicen-do che bastava alzare dalla quota esondabile verso una superiore, diminuendocosì la possibilità del fiume di potersi espandere. Allora se questo Paese, e mi ri-collego al discorso fatto sulla legalità, non si mette in testa che le regole e le in-varianti vanno rispettate, noi questo Paese non lo salveremo ma avremo il Teve-re o l'Aniene che periodicamente invaderanno tutti i quartieri di Roma, avremomorti in Calabria e incendi da tutte le parti perché nessuno viene educato a ri-spettare le regole che d'altra parte le stesse amministrazioni fanno fuori. Un al-tro esempio che voglio sempre descrivere è il famoso Modello Roma. Per edifi-care quelle aree del nuovo piano regolatore, per le quali Italia Nostra è anche ri-corsa al Tar per dire che è illegittimo, si sono cancellati 900 vincoli paesisticidella regione Lazio nella città di Roma perché bisognava permettere al costrut-tore di edificare in aree di particolare pregio - questo chiedono oramai i costrut-tori. Se lo stesso Comune di Roma non tutela i suoi valori paesistici non serveneanche una programmazione. Piuttosto bisogna dare un segnale, in questoPaese, di ritorno alla legalità e alle regole.

MirellaBELVISI

Domenico Finiguerrasindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI)

Mirella Belvisiconsigliere nazionale di Italia Nostra

Carlo Ripa Di MeanaPresidente nazionale di Italia Nostra

Nelle mutazioni climatiche,nelle misure legislative economiche corrispondenti,di cuine è grande portatore il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la risposta è nellaGreen Industry.Dall’opera di aggiornamento delle elettrocondutture,al super green,aisistemi di mixaggio con altre energie di produzione alternativa.

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L’ingannodei “riqualificatori”

PIANO CASA, ROTTAMAZIONE EDILIZIA E GOVERNO DEL TERRITORIOXII

Una delle azioni che ho con-dotto in questi anni è cerca-re di cancellare il concetto eil principio di riqualificazio-ne. Non c'è niente da riqua-lificare, tutto quello che è

stato fatto ha squalificato, e ogni riqualificazionesqualifica il bene anche quando il restauro vien fat-to con buone intenzioni. Ho assistito a una quan-tità di interventi catastrofici proprio nel tentativodi riqualificare e ristrutturare; credo che i dannipeggiori che sono stati fatti dalla nostra civiltà ven-gono dal turismo e dal restauro. Il presidente delConsiglio – con il progetto del “piano casa” - haavuto uno spunto, chiaramente volto al progressoe alla riaccensione dell'economia e quindi occorreinterpretare il buono di quella sua azione e che evi-dentemente non ha una particolare sensibilità, perciò che è antico o storico, visto che lo chiama “vec-chio”. Ora il vecchio o il troppo vecchio sono dueconcetti che fanno pensare a ciò che può essere di-susato e che è destinato a morire, ma ciò che è an-tico non è destinato a morire. Berlusconi su questopunto ha ancora qualche disagio di valutazione frala differenza tra vecchio e antico o fra storico e su-perato. Ed è probabile che la sua intenzione siaquella di buttare giù tutto il vecchio e fare tuttonuovo ma su questa idea occorrerebbe frenarlo.Mentre si alzavano le grida di tre devastatori che sichiamano Fucksas, Gregotti e Aulenti che sono trecattivi maestri e criminali da ergastolo. Basti pen-sare che se voi andate a Milano dove Gregotti hafatto l'area, dove c'è l'Arcimboldi che è la Bicocca,in cui c'è un meraviglioso villaggio operaio Pirellidel 1923, costruito con una delicatezza straordina-ria e che è ancora parzialmente integro e dove abi-ta ancora la più antica operaia vivente della Pirelliche si chiama Anastasia, e che oggi dovrebbe avere96 anni. Quando l'andai a trovare due anni fa, dal-le sue finestre si vedevano le case di Gregotti e lechiesi: “Come ti sembrano quelle architetture nuo-ve dell'urbanizzazione fatte alla Bicocca rispetto al

villaggio dove abiti dal 1923?”. La risposta fu: “Sca-tole da scarpe!”. Ora, se la sensibilità di una che hafatto l'operaia e che ha educato gli occhi al benes-sere di quelle pareti, di quei pavimenti e di que-gl'archi è di vedere scatole di scarpe, mi pare che ilfallimento di Gregotti sia inappellabile. Eppure haavuto il coraggio di firmare il documento controBerlusconi, insieme con quell'altro devastatore diFucksas di cui qualunque opera è il segnale di unabarbarie irredimibile - chiunque vada ad Anagni evede che cosa ha fatto, chiunque vada a Civita Ca-stellana e vede il cimitero fatto a palafitte, a Cassi-no il municipio ha la facciata che crolla, insommaun depesante che firma contro Berlusconi. Nonparliamo poi di Aulenti che ha sfigurato una dellepiazze più belle di Milano, piazza Cadorna. Oralasciamo perdere quell'appello, ma non possiamonon preoccuparci perché Berlusconi è sicuramen-te malintenzionato per il fatto che non ha un pro-getto. Le famiglie abitano in condomini e i contiche abbiamo fatto sono questi: gli edifici in Italiasono circa 13 milioni, ne sono stati costruiti fino al1960 non più di 5 e mezzo, il che vuol dire che piùdel doppio dell'esistente è stato costruito dal 1960ad oggi. Viviamo dunque travolti da una quantitàdi errori che è stato fatto negli ultimi 50 anni. Poiabbiamo una zona d'ombra o una zona intermediadi quello che è stato edificato alla fine del fascismo,tra il '40 e il '60. Allora io gli ho detto che il suopiano era bellissimo ma che occorre chiamarlo Pia-no case brutte e pensiamo in parte a rottamarle inparte a dare incentivi a chi facendo 20 o 35% inpiù nella sua brutta casa sistema però anche le fac-ciate. […] Noi potremmo chiedere a Berlusconiuna particolare intensificazione dei vincoli e dun-que un rigore assoluto nel ripristino del patrimo-nio monumentale fino al '39 salvo ovviamente in-terventi di restauro sapiente e misurato. Poi liberitutti, compresi abbattimenti, rottamazioni e rifaci-menti dal '60 ad oggi e così ci divertiremo a vedercrollare quella montagna di bruttura. Dunque ilbene lo teniamo fermo, il brutto cercheremo dimigliorarlo in una quantità che è circa di 6 milio-

ni e mezzo di edifici, rimane quella fascia interme-dia tra il '40 e il '60 dove, io credo, si possa final-mente lasciare discrezionalità ai soprintendenti distabilire cosa buttare giù e cosa lasciare in piedi. E’chiaro però che la cosa ora diventa più grave perchénon c'è cosa peggiore di un post terremoto: un ter-remoto non è niente rispetto a quello che fannodopo. Ed ecco allora l'esperienza di Salemi dovevedo che buttano giù ancora adesso case dell'Otto-cento per fare case nuove in cemento armato per-ché hanno leggi che gli consentono di avere finan-ziamenti al 100% se buttano giù quello che stavain piedi. Oggi ho fatto un appello al Premier di-cendo che dobbiamo prima salvare le vite umanepoi cerchiamo di non portare la morte ai centri sto-rici colpiti. Quello che è stato lesionato non deveessere abbattuto e cancellato e ricostruito secondogli schemi antisismici (che vogliono dire cementoarmato essenzialmente), ma deve essere ricostruitoin maniera antisismica attraverso il recupero delletecniche tradizionali. E' importante che dopo i fal-limenti dell'Irpinia, dopo quelli del Belice, la rico-struzione dell’Abruzzo, semmai riuscirà, abbia il ri-spetto che si ha per un bambino ferito. Gli edificiin effetti sono come bambini feriti e quindi nondobbiamo uccidere oltre alle persone anche le cit-tà. C’è anche la complicità delle pubbliche ammini-strazioni nel perseguire nelle tragedie e negli or-rori. D’altra parte uno dei casi più terribili che laprova che la mafia, nonostante la mia resistenzae tentativo di dire è stata fortemente fiaccata, esi-ste e prospera sono le pale eoliche che circonda-no in modo irrimediabile i territori più belli delVal di Mazzara, dove se uno potesse immagina-re un piccolo parco in qualche altro luogo lì pro-prio li fanno perché le pale non girino, e lo fan-no apposta per rubare i soldi europei. Tutto quel-lo che è fatto in nome della legge è un crimine.La legge è mafia e lo è nel modo più sfrontatosenza che nessuno possa dire no. Il no da dire for-se va detto in modo subdolo siccome il Presiden-te del Consiglio ama i giardini ed ha contribuito

a fare abbattere Punta Perotti va lusingato ma gliva detto: “Vorresti una pala eolica nel tuo giar-dino?”. E allora perché la devi mettere in quelgiardino meraviglioso che sono le terre del Val diMazzara? E così gli si può dire per tutto, e quin-di se riusciamo a fare un passaggio dal vecchioall’antico nella psicologia di Berlusconi forse ab-biamo vinto questa battaglia. Occorre un’azio-ne, credo, meglio se è fatta da una donna, unaragazza che lo indirizza verso l’antico in qualchemodo facendo sentire che lui è più antico chevecchio perché come vecchio funziona poco.[…] Allora è chiaro che queste emergenze cheabbiamo visto segnalano che non si può non es-sere preoccupati. Avendo un Premier ingenuo edisponibile alla fascinazione di discorsi alati, sipotrebbe agire anche con Veronica - se LorisRossi seduce Veronica siamo apposto, va da Ve-ronica Lario e costruisce questo teorema, che poiè simile al mio, e forse potremmo anche trovareuna soluzione perché questa legge deve esserepresa per il verso positivo della rottamazione dicui Rossi parla che è la soluzione giusta. Sul restoè bene tenere le mani ferme, è bene coltivare lerovine, coltivare i pascoli piuttosto che ricostrui-re paesi abbattuti è meglio lasciarli abbandonatia una rovina romantica che potrebbe trovare ilconsenso di Brandi. La cementificazione già c’èstata, non si può cementificare di più e di peg-gio. Si tratta di impedire che venga spostato esmontato un edificio storico per rifarlo in ce-mento; questo è proprio il pericolo che il terre-moto indica come più minaccioso, per il resto sequesta tripartizione e quindi dalla prima casa fi-no al 1939, dal 1940 fino al 1960, e dal 1960 fi-no ad oggi, potesse entrare in una normativasemplificata, di quello che è consentito e di quel-lo che non lo è, è probabile che gli auspici di Ros-si e le ragioni di questo nostro incontro trovinouna semplicissima soluzione soltanto attraversouna delimitazione del campo in cui questi inter-venti siano consentiti forse più a vantaggio chea svantaggio della bellezza della civiltà.

VittorioSGARBI

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MARIO PATRONOIntervento alla Tavola Rotonda DO NOT RESUSCITATE ORDER,Spoleto 23 aprile 2009

Una forte corrente di pensiero,alimentata anche da giuristi di al-tissimo livello, come Stefano Ro-dotà, sostiene che nella delicatis-sima materia delle scelte di finevita non bisognerebbe far ricorsoalla regola giuridica: perché la re-gola giuridica irrigidisce; perchéla regola giuridica è obbligata afare delle scelte etiche in un cam-po dove dovrebbe invece preva-lere la libertà della persona (“nolime tangere”); perché la regolagiuridica non riesce a tenere ilpasso con l’evolversi della scien-za e anche della sensibilità socia-le; e in definitiva perché l’attonormativo pressa troppo da vici-no e coarta la volontà del singoloin un ambito in cui appunto ègiusto riconoscere grande spazioall’autonomia delle scelte perso-nali. Soprattutto, si sostiene chele scelte di fine vita sono sceltepersonalissime; mentre tali nonsono - ad esempio - le scelte diinizio vita. Queste ultime, un “ter-zo” lo coinvolgono sempre, in unmodo o in un altro: che può esse-re il nascituro, se non vogliamoparlare dell’embrione, secondola visione strettamente cattolica.(...) Meglio, dunque, (si sostiene)le risposte di singoli giudici chenon le decisioni del Parlamento,decisioni che si presentano comedefinitive. Quale è stato, però, il risultato delpercorso giurisprudenziale av-viato in Italia? Il risultato è statodeludente, molto deludente. Si èdeterminata una situazione cao-tica. Le decisioni dei giudici sonostate in realtà diverse e conflig-genti fra di loro. Se andiamo a esaminare le variedecisioni rese dai giudici sul “casoWelby” e sul “caso Englaro”, ci ac-corgiamo che le soluzioni propo-ste sono differenti e conflittuali.

Sul “caso Welby” abbiamo avutotre decisioni principali. Il Tribu-nale di Roma, nella famosa ordi-nanza della dottoressa Salvio, so-stiene che sì, il diritto di rifiutareil trattamento sanitario rientra trai diritti costituzionali; tuttavia,dato che non esiste una normati-va di specificazione, e sussisteuna gran confusione su alcunitermini/chiave, come “accani-mento terapeutico”, come “curepalliative”, e così via, non c’è mo-do di tutelare realmente la volon-tà di Welby, e quindi si respinge ilricorso. In altre parole: il dirittocostituzionale esiste, però è undiritto che Welby non può eserci-tare. Ne è seguita naturalmenteuna pioggia di critiche. Una vastagiurisprudenza costituzionale ha

stabilito che i principi costituzio-nali sono già di per sé autoappli-cabili, sono autodifendibili nonhanno bisogno di alcuna norma-tiva specifica per essere diretta-mente e immediatamente garan-titi dal giudice. Anzi, la normati-va contraria ai principi costitu-zionali è invalida e come tale èinapplicabile da parte del giudi-ce.Se adesso andiamo a vedere la fa-mosa sentenza della Corte diCassazione sul “caso Englaro”,possiamo notare che essa si divi-de in due parti nettamente diffe-renziate l’una dall’altra. Questasentenza, nella prima parte, sem-bra costruita come un abito sullamisura del “caso Welby”: essanon ha come punto di riferimen-to il soggetto che non è in gradodi intendere e di volere - cioè laEnglaro - ma ha come punto diriferimento colui che è perfetta-mente in grado di intendere e divolere (e cioè Welby). E qui, perquesta parte, la sentenza dellaCassazione afferma l’esatto con-trario di ciò che dice l’ordinanzadel Tribunale di Roma sul “casoWelby”: il diritto costituzionalealla libera disponibilità della sa-lute è autoapplicativo, e pertantola terapia poteva essere interrot-ta. Ma vi è una terza decisione giudi-ziaria che ha riguardato il “casoWelby”. Quando il dottor Ricciostacca la spina, il Pm lo incriminaipotizzando il reato di “omicidiodel consenziente”. Il Gup, in se-guito, lo manderà assolto; ma loassolve, attenzione, sostenendoin realtà la sussistenza del reato di“omicidio del consenziente”; soloche ha funzionato nella fattispe-cie - sostiene il Gup - l’esimentefornita dall’articolo 32, 2°commadella Costituzione. In altri termi-ni, il dottor Riccio ha operato nelrispetto della volontà del pazien-te, che trova tutela nel principiocostituzionale; e, anche se Riccioha commesso un crimine a nor-ma del Codice penale, tuttavia(ragiona il Gup) scatta a suo van-taggio l’esimente per cui questocrimine non è perseguibile.

Andiamo adesso al “caso Engla-ro”. Qui siamo di fronte ad un ma-re di decisioni che sono state tut-te negative. Poi la Corte di Cassa-zione, rovesciando d’un colpo so-lo questa massa di pronunce,“autorizza”. Qui la Cassazione vaa ricostruire “per fatti concluden-ti” la volontà di Eluana Englaromanifestata “allora per ora”. LaSuprema Corte ricorre così aduna prova orale che non sembrain linea con il nostro ordinamen-to giuridico. Mi pare infatti assaiproblematico poter inferire la vo-lontà di un paziente circa la vita ola morte (una questione cioè di

particolarissima rilevanza) dafatti di non certissima interpreta-zione, e poi invece imporre la for-ma scritta di manifestazione del-la volontà, quando si tratti di pri-vacy, di atti di successione nei be-ni ereditari, di riconoscimentodel figlio naturale.

Si badi. In quello stesso periodoescono altre due sentenze dellaCassazione, dove i soggetti sonoentrambi testimoni di Geova: iquali arrivano in tempi diversi inaltrettanti ospedali, e vi arrivanoin stato di incapacità di intenderee di volere, ma entrambi recandoaddosso la scritta “no sangue”con la quale essi manifestavanochiaramente la loro volontà dinon essere sottoposti a trasfusio-ne; inoltre, la loro identità cometestimoni di Geova era ricono-sciuta. Ciò malgrado i medicifanno loro tranquillamente la tra-sfusione. Qui la decisione dellaCassazione, nei due casi, è diver-sa da quella a cui la Corte stessa èpervenuta nel “caso Englaro”. LaCassazione giudica corretto ilcomportamento dei medici per-ché - afferma la Corte - la volontàdi rifiutare la trasfusione non èstata manifestata contestual-mente, ma tempo addietro.Quindi, poiché il soggetto non èin grado di dire che non vuolesangue nel momento stesso incui l’alternativa è quella di mori-re, allora non è possibile non sot-toporlo a trasfusione. Come si ve-de, anche questo ragionamentofatto dalla Cassazione tendereb-be ad invalidare il testamentobiologico nel suo principio ispi-ratore.

Conclusioni. Il risultato della giu-risprudenza appare contraddit-torio e inappagante. Non si è rea-lizzata alcuna certezza del dirittoin un campo, peraltro, dove lacertezza del diritto è indispensa-bile non solo in primis al pazien-te, ma anche al medico: il qualenon sa più cosa deve fare; sa percerto soltanto che con l’addebitodi “omicidio del consenziente” ri-

schia 15 anni di galera. Che fare? A questo punto l’alter-nativa imprescindibile è l’inter-vento normativo: il quale - benin-teso - abbia però certi caratteri. Ilprofessor Lorenzo d’Avack, nelsuo libro Verso un Antidestino,giustamente sostiene che l’inter-vento normativo deve essere pri-ma di tutto “soft”: poche regole,ma che facciano chiarezza. Anco-ra. L’intervento del legislatore de-ve essere un intervento di altamediazione: in altre parole, oc-corre che il legislatore sappia (evoglia) mediare tra etiche diversee anche contrapposte, occorrecioè che il legislatore sappia (e vo-glia) andare alla ricerca di qual-che principio condivisibile dallepersone di ogni fede, compresicoloro che non ne hanno una.Terzo, occorre che il legislatoretenga conto di quello che èl’orientamento di fondo, di quel-le che sono le linee di fondo delnostro ordinamento giuridico. Seandiamo ad esaminare l’interanormativa in materia di dirittosanitario, ci rendiamo conto cherisulta continuamente enfatizza-to il richiamo al consenso infor-mato all’atto medico: così nel-l’aborto, così nella legge sullaprocreazione medicalmente as-sistita, così nella legge istitutivadel Servizio Sanitario Nazionale,così nella legge sulla sperimenta-zione, così nella legge sugli emo-derivati. Si tratta di una normati-va che sottolinea con forza il con-senso del paziente. Un ulterioreaspetto che l’intervento norma-tivo dovrebbe avere è che esso,nel regolare la materia, deve te-ner conto del fatto che, in un con-testo europeo, ciò che non è con-sentito in un Paese (poniamo inItalia) è possibile ottenerlo in unaltro Paese, come è accaduto conriferimento ai divieti imposti dal-la legge 40: con il rischio di anda-re ad alimentare un nuovo “turi-smo”: non più procreatico, ma unturismo della morte che viaggiaverso la Svizzera, verso l’Olanda overso altri Paesi.

Domanda: è il legislatore italiano,lo è mai stato, lo sarà mai, capacedi legiferare con tanta saggezza?Non credo. Il peso della Chiesacattolica in Italia è enorme, inelu-dibile; e l’attuale sistema eletto-rale, a mio parere, non fa che raf-forzarne l’influenza. Quindi oc-corre puntare, secondo me, al-l’opera in sinergia di due soggettiistituzionali: il Parlamento checompie l’intervento legislativo; laCorte costituzionale, custodedella laicità dello Stato, che depu-ra l’intervento legislativo dallesue scorie di incostituzionalitànell’esercizio del suo potere dicontrollare la conformità delleleggi alla Costituzione.

TESTAMENTO BIOLOGICO 11

NON BASTA LA GIURISPRUDENZA

Noli Me TangereSULLE SCELTE DI FINE VITA

I casi Welby e Englaro dimostrano che le singole sentenze possono essere sagge omeno, ma mai coerenti tra loro. Per garantire la certezza del diritto a medici e pazientiserve un intervento legislativo.

Il legislatoreitaliano sarà mai,capace dilegiferare consaggezza sultestamentobiologico? Il pesodella Chiesacattolica in Italiasulla politica è enorme el’attuale sistemaelettorale, non fache rafforzarnel’influenza

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MARIO STADERINIMINA WELBY

Giovedì 23 aprile abbiamo con-segnato in Campidoglio le 8.200firme raccolte sulla delibera po-polare per l’istituzione presso ilComune di Roma del Registro deitestamenti biologici. Si tratta diun risultato straordinario, nonsolo perché raggiunto in meno didue mesi, ma perché l’iniziativaha visto ben 334 persone impe-gnarsi nella raccolta. Volontariche hanno rivoluzionato per al-cune settimane le loro giornate eraccolto firme tra amici, parenti,colleghi, portando il dibattito nel-le case, negli uffici, nelle strade. E,soprattutto, hanno convogliatoin un percorso istituzionale, pro-ceduralizzato, che impone allapolitica temi e tempi, la loro vo-glia di non rassegnarsi alla leggetruffaldina discussa in Parlamen-to e, perché no, la loro rabbia perquanto di indecente è accadutointorno alla vicenda di Eluana.

La delibera di iniziativa popolareè infatti uno strumento di demo-crazia diretta che consente ai cit-tadini di farsi promotori di testinormativi a livello comunale. Nelnostro caso, chiediamo che il Co-mune metta a disposizione unostrumento economico e facil-mente accessibile: un registro te-lematico dove archiviare le di-chiarazioni anticipate di volontàsui trattamenti di natura medica.Un registro che quindi garanti-

rebbe tutti: coloro che voglionorifiutare trattamenti sanitari e co-loro che invece desiderano esseretenuti in vita fino al momento ul-timo.

Eluana ha impiegato 17 anni pervedersi riconosciuta dai tribuna-li la sua volontà: non sarebbe ac-caduto se avesse avuto la possibi-lità di attestarla per iscritto in undocumento pubblico. Il Registrocomunale dei Testamenti biolo-gici colma questo vuoto, e verreb-be utilizzato dal magistrato comeelemento di prova, oltre che daifamiliari e dal medico curante.

Non è vero, quindi, che in assen-za di una legge nazionale nonavrebbe effetti, tutt’altro.

Ora il Consiglio comunale dovràdecidere entro sei mesi, votandosi o no alla nostra delibera. Il Sin-daco ha voluto ricevere di perso-na la delegazione che stava con-segnando le firme, dopo che peroltre due ore la polizia e gli ufficicomunali si erano premurati diimpedirci fisicamente persino disalire le scale. Alemanno haespresso una sua personale con-trarietà all’idea stessa del testa-mento biologico, ritenendo peri-

colosa una eccessiva apertura aquesto istituto; ha chiesto co-munque tempo per studiare lanostra delibera e ci ha garantitoche la discussione sarà calenda-rizzata a breve.

Insieme a Beppino Englaro, loabbiamo incitato ad essere il Sin-daco di tutti e a trovare il coraggiodi affrontare, semmai, una batta-glia culturale, anche opposta allanostra, senza trincerarsi dietro aidivieti ed a bizantinismi burocra-tici. Di pericoloso, infatti, c’è solola frattura con la grande maggio-ranza del Paese che si determine-

rebbe qualora il Parlamento ap-provasse una legge proibizionistaed incostituzionale. Il successopopolare della nostra iniziativaha anche un altro scopo, quello didare un segnale forte al Parla-mento di quanto l’opinione pub-blica non voglia rinunciare alla li-bertà di scegliere della propria vi-ta. Ci vorranno dei mesi prima che ilpessimo disegno di legge appro-vato dal Senato arriverà alla Ca-mera dei deputati: occorre usarequesto tempo per moltiplicare leiniziative. A Torino, a Gorizia edin altre città italiane si stanno rac-cogliendo le firme su delibere po-polari così 0come fatto a Roma.In Campania, grazie all’impegnodi Filomena Gallo, già cinque Co-muni hanno i loro registri. Anchenel Municipio X di Roma, l’unicoin cui il delegato ai diritti civili èun radicale, i cittadini possonogia registrare il proprio testamen-to biologico.Nel 2004, nel silenzio assoluto edi nascosto dell’opinione pubbli-ca, il Parlamento approvò la leg-ge 40, che di fatto vieta la ricercascientifica e limita la fecondazio-ne assistita. Perché non accada lostesso per il testamento biologi-co, occorre mobilitarci da subito,prima che la legge sia approvata.Ad esempio aprendo nuovi fron-ti in altri Comuni.

Insieme ai compagni della Cellu-la Coscioni di Roma - Eleonora,Alberto, Elide, Cristiano, Nicolet-ta, Francesco, Elisabetta, Josè, Va-lentino, Paola, Gustavo, Maria,Vittorio- senza i quali non parle-remmo oggi di un successo, sare-mo felici di dare una mano, stu-diando gli statuti comunali, for-nendo la modulistica ed offrendol’esperienza maturata in questabellissima avventura.Buon lavoro!

12CELLULE DI ALTERNATIVA

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

La via popolare al biotestamentoREGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI A ROMA

Cronaca di una consegna contrastataL’appuntamento per la consegna delle firme è fissato alle 10.30.Nonostante la giornata la-vorativa,un centinaio di persone tra militanti e firmatari si è presentato per festeggiare neigiardini di piazza Venezia e poi recarsi in Campidoglio. Un momento, sempre più raro nelnostro Paese, di democrazia, di partecipazione civile, appassionante e appassionato. Bep-pino Englaro,dopo aver saputo dell’entusiasmo con cui sono state raccolte così tante firme,ha deciso di unirsi a noi ed è intervenuto dal palco insieme a Emma Bonino, Marco Pan-nella, Marco Cappato, Mina Welby, Mario Staderini, Luisa Panattoni ed il regista Carlo Liz-zani. Quando però, armati di otto scatole contenenti le firme e nulla più, abbiamo iniziatoa salire la scalinata del Campidoglio, ecco la sorpresa: un cordone di poliziotti in assettoantisommossa ci sbarra l’accesso.Una scena patetica ed assolutamente illegittima,come seper andare a fare un certificato fosse necessaria l’autorizzazione della questura. In prati-ca, per oltre un’ora ci è stato impedito fisicamente di consegnare le firme perché in piazzadel Campidoglio il Sindaco stava facendo delle interviste ed avremmo recato disturbo conil nostro passaggio. Solo dopo aver denunciato il sopruso davanti alle telecamere ed in di-retta a Radio Radicale,chi portava le scatole è stato autorizzato a passare pur se guardato avista dalla polizia. E gli altri? Costretti a fingersi turisti!

334 liberi cittadini, volontari, impegnati nella raccolta. Con Englaro, Pannella e Bonino8.200 firme al Comune di Roma per il Registro dei testamenti biologici.

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DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA 13CELLULE DIALTERNATIVA

“Non escludo di sospendere l’alimentazione”

LETTERA

La lettera di una insegnante malata di Sla dasedici anni apre il Congresso della CellulaCoscioni di Francavilla Fontana

CELLULA DI FRANCAVILLA FONTANA

Il vissuto fa la cellulaDalla provincia di Brindisi, storiedi persone che toccano il cuoredella politica.

SERGIO TATARANO

“Non escludo che in momenti di dispersione, io scelgala sospensione dell'alimentazione”. “Perché i politici si sonoaffrettati a emanare un decreto legge che sospendeva lasentenza che ha permesso ad Eluana di porre fine al suo cal-vario, mentre non fanno niente per i malati di SLA che han-no la sfortuna di vivere in regioni più povere?”. Queste paro-le sono di Delia D’Ettorre, 54 anni, affetta da SLA da 16 an-ni. Suo marito, Francesco Mellone, ha portato al II Congres-so della Cellula di Francavilla Fontana la sua esperienza divita, ha raccontato l’abbandono che uno Stato come il no-stro riserva a persone come Delia.

Assieme all’onnipresente Mina Welby, ci siamo recati aTaranto per conoscere e salutare Delia poche ore prima delcongresso, assumendo l’impegno di seguire la sua vicenda,come già fatto per altri casi simili al suo. Così si è aperto il27 marzo scorso l’atteso congresso della Cellula di Franca-villa, prima del sud Italia e tra le più attive del nostro Paese.Un congresso caratterizzato da racconti personali, da inter-venti filosofici e giuridici, da fatti politici concreti e rilevan-ti.

Toccante il racconto di Amalia Ayroldi, moglie di MarioDi Ceglie (scomparso due mesi fa dopo quattro anni di lot-ta contro la SLA), eletta presidente onorario della cellula:“Quando tu mi hai informato del congresso e mi hai chiestodi parlare della mia esperienza accanto a mio marito, io tiho espresso alcune mie perplessità. Mi sono poi interroga-ta e mi sono detta che è dal confronto che possono nasce-re nuove idee e nuove prospettive e che non è giusto rin-chiudersi come un riccio covando in silenzio il proprio do-lore, poiché questo atteggiamento non è utile a nessuno.Per tutto ciò io ringrazio infinitamente l'Associazione LucaCoscioni ed i suoi componenti, e te in modo particolare perl'onore che mi avete voluto fare con la nomina a presiden-te onorario”.

Accanto al racconto di Amalia, anche il racconto com-movente del medico (dott. Cozzolino) e dell’infermiera(sig.ra Brescia) che hanno seguito la vicenda di Mario Di Ce-glie. Queste testimonianze hanno poi dato il via agli inter-venti del pastore valdese Pfankuche Winfrid, del biologodott. Cosimo Candita sull’importanza delle cellule stami-nali, a quello della dott.ssa Serena Corrao (dirigente regio-nale della Consulta di Bioetica), alle relazioni di avvocati co-me Carlo Tatarano, Giuseppe Napoli e Fabio Zecchino(iscritti alla cellula), Domenico Attanasi (Presidente AIGABrindisi), tutti estremamente critici sul disegno di legge sultestamento biologico approvato al Senato; è pure interve-nuto Giacomo Grippa (il responsabile dell’UAAR di Lecce),l’avv. Giulio Marchetti (dirigente nazionale AIFO), France-sco Palermo (consigliere comunale al Comune di Torchia-rolo e iscritto all’associazione), Maria Rosaria Passaro (AI-SLA). Accanto a loro, ovviamente, Roberto Mancuso e Sal-vatore Antonaci, rispettivamente segretario e membro deldirettivo dell’associazione radicale Diritto e Libertà. Gradi-tissima è stata poi l’iscrizione del neo segretario cittadinodel PD, avv. Marcello Cafueri.

La mozione approvata, rilancia gli impegni che la cellu-la ha assunto a livello locale e regionale. Sono stati eletti,Amalia Ayroldi come presidente onorario, Giuseppe Rodiaalla tesoreria (subentrata a Mariangela Gallù) e confermatoSergio Tatarano alla presidenza. Si è già raggiunta quota 16iscritti alla cellula (di cui 7 all’associazione nazionale).

www.lucacoscioni.it/cellule

DELIA D’ETTORRE

Mi chiamo Delia D'Ettorre, sononata a Taranto il 16 Ottobre del-l'anno 1955. Sono un'insegnantein pensione perché affetta daSclerosi Laterale Amiotrofica(SLA). Si è spenta la vita di Eluanae presto si spegneranno le vergo-gnose polemiche che questo ca-so ha sollevato. In questi giornimolti mi hanno chiesto cosa nepensi, ciò accade poiché purtrop-po sono di parte. Sono malata disla da 16 anni e già questo è unmiracolo. Sono completamenteparalizzata, la spasticità alle gam-be mi permette di andare in ba-gno aiutata da 2 badanti, quandoabbiamo la fortuna di averle, altri-menti tocca ai miei familiari. Mialimento tramite un tubo, la peg,situato sullo stomaco. I miei figli emio marito a turno intervengonoquattro volte al giorno sulla Pegper somministrare le medicine,l'acqua e gli alimenti.Questo è uncompito che spetterebbe al per-sonale infermieristico, la mia Aslmi manda a domicilio le infer-miere un volta al giorno solo perdue volte alla settimana.A noimalati di sla spetterebbe l'assi-stenza domiciliare gratuita 24 oresu 24. Tempo fa il Comune di Ta-ranto per circa 1 anno ci ha forni-to un'assistenza domiciliare di 20ore... al mese, dopo di ciò il nulla.Il Governo ha previsto un aiutoeconomico di 1000 euro all'annoper famiglie con disabili. Io nonho i requisiti necessari, perché ilmio nucleo familiare è di tre per-sone ed il mio reddito supera il li-mite consentito. Nel mio comune

è stata stilata una graduatoria perricevere un assegno di cura di 500euro al mese, ma io sono risultataidonea, ma non beneficiaria per-ché i fondi distanziati non sonosufficienti. Praticamente, per me,non è cambiato niente nonostan-te le promesse del nuovo governo.Faccio presente che io ho due figlia carico, ricevo una pensione di

ex insegnante, più un assegno diaccompagnamento. Ho bisognodi almeno due badanti che mi co-stano più di quanto guadagno(anche se sono costretta a tenerlestraniere e non dichiarate per nongravare ulteriormente sulla miasituazione economica e questoha causato a mio marito una con-danna penale di mesi uno e 10giorni di arresto ed euro 4.800 diammenda). Praticamente è im-possibile sopravvivere del solo sti-pendio di insegnante di mio ma-rito. Ho grandi difficoltà a comu-nicare, perché la paralisi ha colpi-to i muscoli del linguaggio e que-sto complica i miei rapporti con lepersone che mi accudiscono. Lamia famiglia ha tutto il peso sullespalle, tutti vivono in funzionedella mia gestione. Non escludoche in momenti di disperazione,io possa scegliere la sospensionedell'alimentazione.

In altre regioni d'Italia l'assisten-za domiciliare è completamentegratuita e i malati di SLA hannofacilmente un comunicatore vo-cale. Perché i politici si sono af-frettati a emanare un decreto leg-ge che voleva la sospensione del-la sentenza che ha permesso aEluana di porre fine al suo calva-rio, mentre non fanno niente peri malati di SLA che hanno la sfor-tuna di vivere in regioni più pove-re? Perché in Italia prevale l'ipo-crisia e non l'intelligenza? Hoscritto più volte alle varie Istitu-zioni e giornali per far conoscerela mia situazione ed avere un aiu-to, ma in pochissimi mi hanno ri-sposto.

Nel mio comuneè stata stilata unagraduatoria perricevere unassegno di curadi 500 euro almese, ma iosono risultataidonea, ma nonbeneficiariaperché i fondidistanziati nonsono sufficienti.

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14DIRITTI SENZA FRONTIERE

NOTIZIE DAL MONDO

MATTEO ANGIOLI

Lo scorso marzo la BBC ha tra-smesso uno speciale su cui ancheRai o Mediaset potrebbero riflette-re.In tre puntate di un’ora e mezzaciascuna, l’emittente britannicaha raccontato la «pericolosità del-la teoria di Darwin», ovvero il ri-schio di scomparsa degli elemen-ti necessari alla sopravvivenzadella biodiversità. Nel corso deldocumentario viene citato Nor-man Myers, professore di econo-mia ambientale a Oxford e allaDuke University e padre della“teoria dei 25 hotspots”.Si tratta di25 aree del mondo che ancora cu-stodiscono intatto il bagaglio bio-logico necessario al mantenimen-to della biodiversità vitale ancheper l’uomo e che l’uomo stesso,con la sua presenza e attività, staprogressivamente distruggendo.Per questo uno degli interessi diNorman Myers è la sovrappopo-lazione. Ho scoperto che Myers èanche presidente della Optimum

Population Trust, una fondazio-ne che propone una progressivariduzione della popolazione invi-tando le famiglie a «fermarsi adue»,due figli per coppia per scen-dere ad una popolazione mon-diale di massimo 5 miliardi. Gliscrivo una e-mail per chiedergliun’intervista.Dopo cinque giornimi risponde e fissiamo un appun-tamento telefonico. Precisandoche mi concederà “15 minuti, per5-6 domande, ovvero 3 minuti adomanda circa”.Alle 8 di mattina,ora di Londra, lo chiamo e sonostati 15 minuti esatti.

E’realistica la sua proposta di ri-durre ad un massimo di 5 mi-liardi la popolazione mondiale?Sì, anche perché in 100 dei quasi200 paesi rappresentati all’ONU,dove avere un figlio in più è proi-bito, si registrano benefici socialied economici. Ci sono oltre 200milioni di coppie in tutto il mon-do, la maggior parte in paesi invia di sviluppo, e anche in qual-

che paese ricco, che hanno deci-so di non volere nessuno od altrifigli. Il punto è che non possonotradurre in pratica questo deside-rio perché non hanno alcun ma-teriale contraccettivo a disposi-zione, preservativi, pillole anti-concezionali e così via. Questi di-ritti non soddisfatti dovrebberoessere diritti umani fondamenta-li, per tutte le popolazioni. Perrealizzare quest’operazione, il co-sto sarebbe di circa 20 dollari al-l’anno a coppia. Per intenderciequivarrebbe ad un giorno diguerra in Iraq. Il che dimostra cheil denaro per questo investimen-to intelligente c’è.

Negli anni 60 il Club di Romapromosse una conferenza al-l’ONU sulla pianificazione fami-liare. In quella circostanza vi ful’opposizione degli esponenticomunisti e della Chiesa cattoli-ca. Alla luce di quanto ribaditoBenedetto XVI in Africa a propo-sito del preservativo,ritiene chequest’opposizione continueràad aver un peso importante?Intanto bisogna ricordare che ilpaese al mondo col nucleo fami-liare più piccolo è proprio l’Italiae la zona italiana con nuclei fami-liari più piccoli è Roma. Pochidanno ascolto alle cose che diceil Papa, anche tra gli Stati. Il Papae la chiesa hanno torto sul preser-vativo. E’ ridicolo, assurdo e ag-giungerei anche crudele. Ma nonpossiamo certo accusare i catto-lici per quel che dice il Papa, dob-biamo solo accettare il fatto chenon sa di cosa parla. E’ lo stessoatteggiamento della maggiorparte dei cattolici di tutto il mon-do, non tengono veramente inconto quello che dice.

Ci può dire qualcosa sulla politi-ca familiare negli USA?La popolazione come tema poli-tico non è più nell’agenda del go-verno statunitense. Del resto nonlo è neanche per la Gran Breta-gna, la Germania e l’Italia e molti

altri Stati. E’ veramente un pecca-to che vi siano organizzazioni at-tive su questo argomento e cherimangano inascoltate. Così nonandiamo certo nella direzionegiusta.

Alcuni politici dicono che gliOGM sono la soluzione a questoproblema.Ma in che misura il ci-

bo geneticamente modificatopotrà supplire ai bisogni di unapopolazione in continua cresci-ta?Dovremmo produrne quantitàimmense per risolvere questoproblema. Nel mondo oggi ab-biamo 900 milioni di persone chesoffrono la fame e questa cifranon ha fatto che crescere negli ul-timi 10 anni, nonostante l’avven-to degli OGM. Il cibo genetica-mente modificato non è servitoad arrestare l’inedia.

Pensa che qualche governo pro-porrà soluzioni come quelleportate avanti dalla sua organiz-zazione, la Optimum Popula-tion Trust, cioè di ridurre la po-polazione ad una forchetta di 2,5– 5 miliardi di abitanti ?Vorrei che fosse così, ma non cre-do che avverrà perché negli ulti-mi anni nessun governo, o vera-mente pochi, ha mostrato alcuninteresse al tema della sovrappo-polazione. E’ strano perché l’opi-nione pubblica ha chiaramentemostrato di voler più attenzioneai temi come la salute riprodutti-va e i diritti delle donne. E’ unaquestione di costi-benefici, e per-seguire politiche finalizzate allalimitazione del numero di com-ponenti del nucleo familiare va inquesto senso.

L’associazione ‘Rientrodolce’,af-filiata al Partito Radicale Non-violento, propone una riduzio-ne della popolazione mondialea due miliardi circa, respingen-do la politica violenta del ‘figliounico’adottata dalla Cina.Esat-tamente come la OPT.Ne ha maisentito parlare? Sì, è certamente una buona idea.Possiamo anche ridurre a 4-5 mi-liardi gli abitanti della Terra in unarco di tempo di un secolo circa.La Cina ha attuato una politicaviolenta, ma ora il governo sem-bra intenzionato a passare a me-todi meno violenti.

Sovrappopolazione, verità sconvenienteINTERVISTA A NORMAN MYERS

La demografia non è nell’agenda politica dei governi, ma la sovrappopolazionepeggiora la qualità della vita e si fonda sulla violazione dei diritti fondamentali.

Norman Myers, professo-re di Economia ambienta-le all’Università di Oxforde alla Duke University,esperto di demografia epresidente dell’OptimumPopulation Trust.

IL PREMIO NOBEL CHE APPOGGIÒ LUCA COSCIONI

De Duve: “Così l’uomo saràcausa della propriaestinzione”

L’evoluzione del cervello dell'uomo,che ha permessofinora la sua supremazia sulla terra,potrà essere la causadella fine di questa specie. A sostenerlo è stato il premioNobel per la medicina Christina de Duve, intervenuto aVenezia al simposio 'Basic issues in evolution', unicoevento europeo organizzato dall'Unesco nel duecente-nario della nascita di Charles Darwin.De Duve era statonegli anni passati sostenitore delle battaglie di Luca Co-scioni per la libertà di ricerca scientifica,avendo firmatoanche l’appello con cui oltre 50 premi Nobel chiedevanodi sostenere alle elezioni le battaglie politiche avanzatedal fondatore dell’Associazione. Secondo De Duve, l’uo-mo, proprio per la sua capacità di sviluppare abilità, èpassato dai circa 10mila individui presenti sul pianeta200mila anni fa,al mezzo miliardo nel '600,per arrivaread una raddoppio nel secolo successivo e passare ai 6 mi-liardi e mezzo attuali. La prospettiva per il 2050 e' di su-perare i 9 miliardi di abitanti.“Il problema demograficoè esplosivo - ha commentato de Duve - perché nel giro di50 anni ci troveremo in una situazione nella quale il rap-porto tra dimensione della popolazione e risorse disponi-bili saranno fuori scala”.“Bisogna convincere il Papa - haaggiunto lo scienziato - a cominciare a risolvere il proble-ma della sovrappopolazione, perché quello è il puntopartenza per risolvere tutti gli altri problemi legati agliscenari dell'evoluzione prossima”.In quest'ottica,l'estin-zione dell'attuale specie umana potrebbe essere l'unicadovuta, paradossalmente, ad uno straordinario succes-so evolutivo.Questo risultato,ha concluso de Duve,puo'essere evitato se l'uomo interverrà sui meccanismi dellaselezione naturale,e l'educazione puo' giocare un ruoloprimario.

Oltre 200 milionidi coppie nelmondo, inparticolare neipaesi in via disviluppo, hannodeciso di nonvolere altri figli.Non possonotradurre inpratica questodesiderio perchénon hanno alcunmaterialecontraccettivo adisposizione.

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NOTIZIE DAL MONDO 15

DIRITTI SENZA FRONTIERE

ANDREA BALLABENI*

Iniziamo dall’illustrazione,per ilettori italiani, delle attività diSeeding Labs.Seeding Labs è nata alla fine del2002 alla Harvard Medical Schooldi Boston e nel 2008 siamo for-malmente stati riconosciuti co-me Ong. La nostra missione: rici-cliamo apparecchiature dai labo-ratori di ricerca americani per ipaesi in via di sviluppo. Oggi, a la-vorare al progetto, ci sono 50 vo-lontari.

Esistono altre organizzazioni si-mili a Seeding Labs?Alcune forniscono apparecchia-ture mediche e sanitarie. Noi sia-mo gli unici a utilizzare il surplusdi apparecchiature per pura ri-cerca scientifica.

Quali risultati fino ad ora?Abbiamo equipaggiato 22 labo-ratori in 13 paesi diversi in Ameri-ca Latina, Caraibi ed Africa.

Da chi è finanziata SeedingLabs?Da Echoing Green e tanti dona-tori individuali.

E’importante sostenere la ricer-ca scientifica in paesi dove ci so-no problemi ben più gravi?La scienza non è un lusso ma unanecessità. Rispondere alle richie-ste di aiuto dei ricercatori è fon-damentale per la crescita di queipaesi. E non soltanto la ricercaapplicativa, ma anche quella dibase.

Quali sono i pericoli per lo svi-luppo di una cultura scientifica?A volte l’opinione pubblica hapaura della scienza. Gli scienzia-ti devono imparare a comunicareal grande pubblico e non solo aglialtri scienziati.

Intanto negli Stati Uniti si è tor-nato a parlare di creazionismo...Questi fenomeni sono anche le-gati alla situazione economico-politica del momento. Però le isti-tuzioni scientifiche americanesono forti e questi fenomeni han-no sempre vita breve.

La sensibilità per la scienza inEuropa è la stessa degli Stati Uni-ti?Ho vissuto in Italia, a Roma, e hovisto nel vostro paese più scetti-cismo verso la scienza rispetto acittà americane come Chicago eBoston.

In Italia la Legge 40 del 2004 vie-ta l’uso di embrioni agli scienzia-ti italiani per scopi di ricerca.Gliscienziati italiani possono peròusare le cellule staminali em-brionali derivate in altri paesi...In questo modo non si risolve il

problema etico. Personalmentenon penso che un embrione pos-sa essere equiparato ad un esse-re umano. E’ inevitabile che inItalia il dibattito sulle staminali siriaprirà perché la scienza e ilmondo si stanno muovendo.

La politica italiana è influenza-ta dal Vaticano?Penso di si. Molto è dovuto al fat-to che in Italia c’è una sola fede.L’italiano medio è forse menoreligioso dell’americano medio.Ma negli Stati Uniti coesistonotante religioni e confessioni equesto aiuta a prevenire inge-renze così forti come quelle inItalia.

Tornando agli Stati Uniti,credeche la nuova amministrazioneObama aiuterà la scienza?Si. Obama ha mostrato unagrande sensibilità e attenzioneper lo sviluppo scientifico. E lagente impara tanto dai proprileader.

La nuova amministrazione è unpasso avanti per gli aiuti ai pae-si in via di sviluppo?L’amministrazione Bush ha fat-to buone cose, come il program-ma PEPFAR per la lotta all’AIDS.Però la nuova amministrazioneè più aperta ai problemi degli al-tri paesi. E poi c’è una sostanzia-le differenza tra un approcciocaritatevole ed uno collaborati-vo. L’amministrazione Bush avolte è stata caritatevole.

Cultura scientifica e cultura de-mocratica si sostengono a vi-cenda?Penso di si, il metodo scientificopresuppone curiosità e raziona-lità e quindi meno possibilità diessere persuasi da alcune ideo-logie. Allo stesso tempo la cultu-ra scientifica fiorisce meglio do-ve c’è più libertà.

Il papa ha recentemente di-chiarato che l’uso dei preserva-tivi non è utile per prevenire ladiffusione dell’AIDS in Africa…Penso che ignori i dati scientificie che metta in pericolo la vita diquelle popolazioni.

Scienza e religione sono in con-traddizione?No. Penso che rispondano a do-mande molto diverse e possanoe debbano coesistere. Io sonocredente di fede ebraica anchese, come molte persone, sentoanche di avere un mio persona-le rapporto con la fede.

Come possono i governi valo-rizzare la ricerca scientifica,ol-tre a fornire più fondi ai ricerca-tori?Devono investire sull’educazio-ne e mettere i temi scientifici ed

etici ai primi posti dell’agendapolitica. Partiti politici e attivistihanno un importante ruolo nel-l’educazione e nella comunica-zione.

Che funzione ha il CongressoMondiale per la libertà di ricer-ca scientifica organizzato dallaassociazione Luca Coscioni?Importantissimo per valorizzarela cultura scientifica a livello in-ternazionale. La scienza parlaun linguaggio universale. Quel-lo che si propongono la associa-zione Luca Coscioni e il Con-gresso Mondiale è esattamentequello che ci proponiamo noi diSeeding Labs: l’abbattimentodelle barriere geografiche nellascienza.

Al Congresso di Bruxelles è statopresentato uno studio pilota sudieci paesi per misurare il gradodi libertà di ricerca scientifica eassistenza sanitaria. Pensi chepossa essere utile estendere lostudio a tutti i paesi per avere unranking mondiale, come fattoper la libertà di informazione?Sarebbe una cosa affascinante.Inoltre noi di Seeding Labs abbia-mo spesso avuto problemi nel re-perire informazioni su alcunipaesi in via di sviluppo. Avere adisposizione un database mon-diale sarebbe quindi anche digrande utilità.

* Ricercatore presso la HarvardMedical School, è animatore del-la Cellula Coscioni di Boston

Portiamo ricerca nel Terzo MondoINTERVISTA A NINA DUDNIK

Per la prima volta in Italia, vi raccontiamo la storia della squadra di ricercatori americaniche ricicla apparecchiature dai laboratori Usa per liberare la ricerca nel Terzo mondo.

Agli italiani piace Obama che libera la ricerca

La politica di Obama piace agli italiani. Lo sostiene l’Eurispes, divulgando i dati di un sondag-gio eseguito, in collaborazione con la fondazione Italia-Usa, a cento giorni dall’insediamentodel nuovo presidente degli Stati Uniti. Uno degli aspetti che maggiormente viene apprezzatodal 75% degli intervistati, e che segna il punto di maggior rottura con la precedente amministra-zione, concerne la revoca dei limiti ai finanziamenti federali alla ricerca sulle cellule staminaliembrionali decisi da George W. Bush. In particolare il finanziamento pubblico alla ricerca sullecellule staminali è visto con maggiore favore dai soggetti in età compresa tra i 45 e i 64 anni (83%),a fronte del 67,4% di chi è tra i 25 e i 34 anni. L’indice di gradimento ottenuto dall’ “uomo yes wecan” è frutto di un interesse da parte sua non solo focalizzato verso il mercato e l’economia glo-bale, ma anche sui problemi riguardanti la scuola, la sanità, la tutela dei diritti civili. Il consensopuò dirsi bipartisan in quanto proviene in percentuali molto vicine sia dagli elettori di centro-si-nistra (89,7%) che, a pochissimo distacco, da quelli di centro-destra (86,8%). L’apprezzamentoverso Obama da parte della destra italiana, notoriamente cattolica e proibizionista verso la liber-tà di ricerca scientifica, appare quindi sintonizzata su una frequenza contraria a quella del Vati-cano che ha reso nota la sua posizione tramite le parole del cardinale Javier Lozano Barragan,presidente del Pontificio Consiglio per la Salute: le cellule staminali embrionali “Non servono anulla e finora non c’è mai stata una guarigione”. Dietro questa dichiarazione c’è il divieto mora-le imposto dalla chiesa cattolica di usare, kantianamente detto, l’uomo come mezzo e non co-me fine: nessun uomo può essere usato per far vivere un altro essere umano. È lecito chiedersise questo entusiasmo verso la politica di Obama da parte della maggior parte degli italiani, so-prattutto su temi etici scottanti come quello delle cellule staminali che in Italia spacca netta-mente le opinioni, sia il prodotto di un apprezzamento non consapevole nato sulle note di Cityof Blinding Lights, oppure sia solo un modo per salire sul carro del vincitore del secolo e sporca-re i panni, invece, in casa propria!

Nina Dudnik è executive directordi Seeding Labs, organizzazionenon governativa fondata da ungruppo di ricercatori e laureate diHarvard con l’obiettivo di riciclareapparecchiature dai laboratori diricerca americani per i Paesi invia di sviluppo.

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segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreriaFederico Toth, Le politichesanitarie. Modelli aconfronto, Laterza, 2009,pp. 129, euro 20,00

L’identikit del sistema sani-tario ideale è semplice: de-ve essere economico, equoe di buona qualità. Riuscirea metterlo in pratica, però,è cosa ben più difficile, enon solo in Italia. FedericoToth, ricercatore in ScienzaPolitica presso l’Universitàdi Bologna, esamina inchiave comparativa i siste-mi sanitari di venti Paesidell’OCSE. Nella sua analisiricostruisce i modelli di fi-nanziamento e di erogazio-ne, il rapporto esistente trai medici e lo Stato, il percor-so storico che hanno segui-to e le riforme che sono in-tervenute negli ultimi ventianni.

Paolo Flores D’Arcais, A chiappartiene la tua vita? Una ri-flessione filosofica su etica,testamento biologico, euta-nasia e diritti civili nell'epocaoscurantista di Ratzinger eBerlusconi, Ponte alle Grazie,2009, pp. 158 euro 12,50

In questo libro sono raccoltialcuni articoli di Paolo Floresd'Arcais, direttore di Micro-Mega, su testamento biolo-gico ed eutanasia e un’am-pia prefazione che analizzagli ultimi episodi legati adEluana Englaro e al disegnodi legge sul biotestamento.Una difesa della laicità delleleggi dello Stato e dell'ele-mentare diritto civile all'au-todeterminazione biologi-ca, e un severo attacco al fa-natismo ideologico di parla-mentari ed ecclesiastici al-leati nel sostenere una visio-ne della morte come defini-tivo spossessamento, giustatortura fisica, umiliazionemorale.

Enzo Bianchi, Per un'eticacondivisa, Einaudi, 2009, pp.126, euro 10,00

Questi non sono giornibuoni per coloro che credo-no nel dialogo tra credenticristiani e non cristiani e tracattolici e laici. Troppospesso alcuni cattolici sem-brano voler costituire grup-pi di pressione in cui la pro-posta della fede non avvie-ne nella mitezza e nel ri-spetto dell'altro. Dove pre-vale l'intransigenza e l'arro-gante contrapposizione auna società giudicata mal-sana e priva di valori. Ma èsolo riconoscendo la plura-lità dei valori presenti an-che nella società non cri-stiana che si può stare nellastoria e tra gli uomini se-condo lo statuto evangeli-co. Ed è solo ricordando cheil futuro della fede non di-pende mai da leggi dellostato che il cristianesimopuò ancora conoscere unacrescita spirituale e nume-rica.

a cura di Maria Pamini

16LE NOSTRESEGNALAZIONI

LETTURE !

Paola Strocchio, Non sarò mai piùla stessa. Storia di un aborto,Edizioni Cosmopolis, 2009, pp.115, euro 14,00

Questo libretto, edito da un pic-colo editore di Torino, è il diario diuna giovane ragazza, Paola, chedavanti ad una gravidanza non de-siderata decide di abortire. L’autri-ce affida a queste pagine il disordi-ne dei suoi pensieri in una situa-zione che mai avrebbe immagina-to di dover affrontare e soprattuttola solitudine che prova davanti aduna scelta presa in piena libertà econ una lucida consapevolezza,ma non per questo meno difficile esofferta.

Il libro testimonia quanto siaimportante continuare a confron-tarsi sull’aborto a oltre trent’annidalla legge 194 perché, come sotto-linea Silvio Viale nella prefazionericca di dati e di spunti, “l’applica-zione di una legge è sempre

l’espressione dell’attenzione e del-l’interesse che si ha su di essa”. Averconquistato un diritto, infatti, nonsignifica averlo reso automatica-mente patrimonio comune. Anco-ra oggi, soprattutto tra le giovanigenerazioni, benché si diano peracquisiti i traguardi raggiunti in fat-to di parità e diritti civili femminili,è difficile “considerare l’aborto co-me moralmente accettabile”. La di-mensione morale dell’aborto esi-ste e non si può certo negare, ma èuna dimensione che deve essere ri-gorosamente lasciata alla coscien-za di ogni donna. Parlare di aborto,liberamente e pubblicamente, og-gi è necessario anche perché è undiritto sempre più minacciato. Daquando l’obiezione di coscienza èdiventata più un problema di con-venienza che di coscienza la per-centuale di ginecologi che si avval-gono di questa facoltà prevista dal-la legge è salita ad una percentualeindecente, ben il 70% (ma in alcu-ne regioni italiane questo dato au-

menta, come in Basilicata dove su-pera l’80%). Paola ha dovuto af-frontare un cammino doloroso perportare fino in fondo la sua sceltama sicuramente per altre donne,magari immigrate o residenti incittà particolarmente “obiettrici”, alcalvario interiore si aggiunge an-che quello, più freddo e imperso-nale, del servizio sanitario, nonsempre in grado di garantire unapiena applicazione della legge.“Non sono mai stata una femmini-sta accesa. Non perché non credanell’indipendenza e nei diritti delledonne, ci mancherebbe, ma sem-plicemente perché ho sempre rite-nuto scontata la parità dei sessi.(…) Sono libera, grazie alla legge ealle tante battaglie combattute damigliaia di donne prima di me, difare quello che voglio di mio figlio.Ma al tempo stesso sono libera diportarmi per sempre dietro, sem-pre dentro di me, quelle che saran-no le conseguenze della mia deci-sione”.

Storia di un aborto italiano

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L’eutanasia come scelta di vita (riuscita)I DIRITTI PRESI SUL SERIO

PAGINA 3

17RICERCA SENZA FRONTIERE

Secondo il filosofo Dworkin, la convinzione che la vita umana sia sacra può rivelarsiun argomento cruciale a favore, anziché contro, la legalizzazione dell’eutanasia. RONALD DWORKIN

L’eutanasia è sbagliata (anchequando il paziente desidera lamorte, e anche quando la morteè nel suo migliore interesse) per-ché viola invariabilmente il valo-re intrinseco e la sacralità della vi-ta umana? (…) Una delle tesiprincipali proposte in questo li-bro è che vi sia un’interpretazio-ne laica, così come una religiosa,dell’idea che la vita umana è sa-cra. Anche gli atei sentono istin-tivamente che il suicidio e l’euta-nasia sono problematici perchéla vita umana ha valore intrinse-co. Questi due fatti (le divisionidei gruppi religiosi sull’eutanasia,e la dimensione laica della sacra-lità) suggeriscono la convinzioneche la vita umana sia sacra può ri-velarsi un argomento cruciale afavore, anziché contro, l’eutana-sia.

(...) La tragedia si situa alla fi-ne della vita vissuta in senso pro-prio. Quando ci interroghiamo sucosa sarebbe meglio per questapersona non stiamo giudicandosolamente il suo futuro e igno-rando il suo passato. Ci preoccu-piamo dell’effetto che avrà lo sta-dio finale della sua vita sulla suavita in generale, così come po-tremmo preoccuparci dell’effet-to che avrà l’ultima scena diun’opera teatrale, o l’ultima stro-fa di un poema, sull’intera operacreativa. Questa è la preoccupa-

zione comune ma misteriosa chedobbiamo ora analizzare. (…)Vo-gliamo (dicono spesso le perso-ne) fare qualcosa delle nostre vi-te, lasciare il mondo migliore invirtù del nostro esservi stati. Que-sta ambizione si esprime a voltein forme grandiose (…) vi sonoforme meno grandiose: moltinon vogliono nulla più che farbene la propria parte (…). Maqueste convinzioni sono semprepresenti, guidano decisioni escelte che ci possono sembrareautomatiche e spiegano almenoin parte l’allegria, la noia, la ver-gogna, la tristezza che ci capita divolta in volta di provare rifletten-do su come procede la nostra vi-ta. Tuttavia è assolutamente cru-ciale notare che tutte queste opi-nioni e convinzioni, siano esseespresse o tacite, sono critiche(…), non sono cioè opinioni chevertono semplicemente su comerendere la vita piacevole o diver-tente, minuto per minuto, giornoper giorno.

Intendo sottolineare questadifferenza evidenziando la distin-zione tra due tipi di ragioni per lequali le persone desiderano chela loro vita vada per un verso an-ziché per un altro. Primo, ognunodi noi ha ciò che chiamerò inte-ressi di esperienza (…): il football,lavorare sodo, mangiare bene, misembrano cose buone: aggiun-gono qualcosa alla mia vita se eperché le trovo buone (…). Ma la

maggior parte delle persone pen-sa di avere quelli che chiameròinteressi critici, interessi il cuisoddisfacimento rende la vita au-tenticamente migliore: non rico-noscerli significherebbe com-mettere un errore, rendere peg-giore la propria vita. Essi rappre-sentano giudizi critici piuttostoche preferenze di mera esperien-za. La maggior parte delle perso-ne trova piacevole e desidera ave-re rapporti di amicizia intimaperché crede che l’amicizia inti-ma sia buona, che le persone do-vrebbero desiderarla. (…) Abbia-mo esplorato l’idea complessadegli interessi critici perché nonpossiamo pensare che la mortesia nel migliore di interesse diqualcuno, se non comprendia-mo questa dimensione degli in-teressi delle persone.(…)

Dobbiamo dunque comin-ciare con il chiederci: in che mo-do sarà importante per la riusci-ta critica della vita nel suo insie-me, il modo in cui moriamo? Do-vremmo distinguere due ragionidifferenti per cui ciò potrebbe es-sere importante: 1) perché lamorte è il confine estremo dellavita e ogni parte della vita, com-presa anche l’ultima, è importan-te; 2) perché la morte è un eventospeciale e par-tico-

larmente significativo nello svol-gimento della nostra vita, propriocome la scena finale di un’operateatrale, in cui ogni elemento èreso più intenso, posto sotto unaluce particolare. Nel primo sensoil momento della nostra morte èimportante in funzione di ciò checi accadrà se morissimo più tar-di. Nel secondo senso il modo incui morire interessa per comemoriamo.

Iniziamo dalla prima e menoteatrale di queste idee. Talvolta lepersone vogliono continuare avivere, anche se tra sofferenzeterribilmente mortificanti, percompiere ciò che reputano im-portante fare; ad esempio voglio-no portare a termine un lavoro, oimparare qualcosa che da sem-pre vorrebbero conoscere. (…)D’altra parte spesso le personepensano di avere analoghe e al-trettanto forti ragioni per non ri-manere in vita. Una ragione è lanegatività delle esperienze che sitrovano oggi ad affrontare: un do-lore tremendo, nausea costante,l’orrore dell’intubazione, lo stor-dimento dei sedativi. (…) Ma leragioni che le persone hanno pervoler morire comprendono an-che ragioni critiche. Molti, comeho detto, giudicano non dignito-so, o comunque negativo, viverein certe condizioni, indipenden-

temente dalle sensazioniche possono prova-

re, se ancorasono in

grado di averne. (…) Così, le con-cezioni delle persone su come vi-vere condizionano le loro con-vinzioni su quando morire, el’impatto è reso più intensoquando viene coinvolto il secon-do senso in cui le persone credo-no che la morte sia importante.Non vi è dubbio che la maggiorparte delle persone ritiene che lemodalità della morte abbianoun’importanza speciale e simbo-lica. (…)Se sia nel migliore interesse diciascuno che la vita si concludain un modo anziché in un altrodipende in modo così stretto daquant’altro di speciale c’è in lui(dallo stile e dal carattere della vi-ta, dal suo senso dell’integrità edagli interessi critici) che nessu-na decisione collettiva uniformepotrà mai sperare di promuovereadeguatamente gli interessi diuna persona. Abbiamo così an-che una ragione basata sulla be-neficenza, oltre alla ragione fon-data sull’autonomia, perché loStato non imponga alcuna uni-forme concezione generale attra-verso la sovranità della legge, mapiuttosto incoraggi le persone adare esse stesse disposizioni me-glio che possono per la loro assi-stenza futura, e perché, in assen-za di queste disposizioni, la legge,nei limiti del possibile, lasci la de-cisione nelle mani dei loro fami-liari o di altre persone intime, ilcui senso del loro miglior interes-se è probabilmente molto piùcorretto di un giudizio teorico eastratto concepito nelle stanzesegrete, tra manovre di gruppi di

interesse e transazioni poli-tiche.

(a cura di Susanna Galli)

Un’interpretazione laica della sacralità della vitaRonald Dworkin, nato nel 1931 a Worcester, Massachusetts(Stati Uniti) è tra più importanti filosofi del diritto in attività. Hainsegnato giurisprudenza ad Oxford ed all’University Collegedi Londra e filosofia all’Università di New York.

In questo testo, tratto da “Il Dominio della vita. Aborto, Eutana-sia e Libertà individuale”, c’è il tentativo di Ronald Dworkin dimediazione con le posizioni religiose nel quadro della sua po-sizione liberale è individuato nella difesa del valore intrinsecodella vita, che accomunerebbe liberali e conservatori. Il filoso-fo affronta la questione della morte e dell’eutanasia, attraversola distinzione tra autonomia della persona, i suoi migliori inte-ressi e dignità dell’esistenza. Dworkin chiarisce come, ad esem-pio nell’argomento del giudice Rehnquist sul caso Nancy Cru-zan, queste tre differenti questioni morali siano sovrapposte, emostra come la loro dovuta distinzione renderebbe evidente lasua debolezza. Il giudice infatti aveva difeso l’autonomia sullabase del solo interesse di esperienza tralasciando quegli inte-ressi critici che, invece, costituiscono la sostanza della vita del-le persone, nonché il suo valore intrinseco. (s.g.)

La maggior parte dellepersone ha “interessicritici”, il cuisoddisfacimento rendela vita migliore. Per questo occorrechiedersi in che modoinfluirà, nella riuscitacritica della vita, il modoin cui moriamo

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Iscritti al “Pacchetto arearadicale”Si sono iscritti all’Associazione LucaCoscioni con la formula del “Pacchettoarea radicale” (iscrizione a tutti isoggetti costituenti il Partito RadicaleNonviolento, Transnazionale eTranspartito, quota 590 euro)Bruno Aceto; Valter Archetti; EnricoBarison; Roberto Bartolucci; StefanoBemer; Gianni Benassi; Maria PaolaBonacina; Giuseppe Brancatelli;Massimo Ignazio Bulckaen; AmedeoCanfora; Laura Caparrotti; ClaudioCarboncini; Maurizio Casalini;Rosangela Cavallini Nava; TommasoChirco; Patrizio Cilli; Alessandro Clerici;Roberto Colagrossi; Alberto Coretti;Carlo Crocchi; AlessandroDegl'innocenti; Carlo Del Nero;Marcello Dichiara; Marco Elifani;Lorenzo Fedele; Raffaele Forci; TizianaGarlato; Giovannella Gaudieri; CleoGuarna; Guelfo Guelfi; Catello Masullo;Mauro Mauruzj; Olga Mazzia; ArmandoMiliazza; Paolo Musumeci; PaoloNardini; Giulio Nunzi; Eleonora Palma;Michele Pansa; Mirella Parachini;Maurizio Passone; Dario Passone;Alberto Penna; Francesco Poletti;Sergio Puglioli; Pier Massimo Regis;Alvise Schanzer; Matteo Seppi; AntonioSisto; Monique Streiff Moretti; DonatellaTrevisan; Roberto Verde; FaustaVincenzi

Iscritti (per cui valeabbonamento a Agenda Coscioni)Leone Massa 200; Tommaso SergioParavia 200; Daniele Di Martino 150;Andrea Amato 100; Amalia Ayroldi 100;Sandra Barone 100; Betta BiancatMarchet 100; Federico Biondi 100; IgorBoni 100; Gianluca Buligan 100; MarcoCannicci 100; Ezio Chiaramonte 100;Alfredo Cipriani 100; Angelo MariaCoccia 100; Francesco Conti 100;Laura Cristofanelli 100; Piera D'aquino100; Piero D'aversa 100; Emilia Grazia

De Biasi 100; Francesco De Chirico100; Francesco De Luca 100; SabrinaDi Giulio 100; Luca Di Monte 100;Elisabetta Esposito 100; Giorgio Fabris100; Fabio Falciai 100; Marco Favara100; Giuseppe Fina 100; Maria ElisaFolletti 100; Mauro Frignani 100; AldoGiovannelli 100; Franco CarmeloGuzzardi 100; Giorgio Inzani 100;Domenico Letizia 100; Gildo Liberti 100;Luigi Lombardi Vallauri 100; DomenicoLoro 100; Marco Marzi 100; DomenicoMassano 100; Paolo Moliterni 100;Augusto Muracchini 100; RossellaOgnibene 100; Alessandro Paccosi100; Giuliano Pastori 100; MassimoPesenti 100; Alberto Pezzini 100;Giovanni Pimazzoni 100; GiovanniPorto 100; Cristiana Pugliese 100;Valentino Quarenghi 100; PaoloRomanelli 100; Francesco Salinas 100;Aniello Santella 100; Vidmer Scaioli100; Lejda Tanca 100; Sergio Tatarano100; Francesca Troilo 100; Zeno Verlato100; Fabio Zecchino 100; GiorgioChiambretto 50; Fabrizio Gambarini 50;Fabio Iannarelli 50; Nicola Peccini 34;Renato Patelli 25; Pio Ausiello 20;Bernardo Bassoli 20

Acconto iscrizioniTommaso Ciacca 50; Gloria Guzzi 50;Elvira Lezzi 50; Luca Pandini 50; NadiaBertolani 35

ContributiSilvana De Poli 750; Alessandra FlaviaPinti 120; Giorgio Bonucci 100; EgidioCagnazzo 100; Sandro Pedicini 100;Franco Ziroldo 100; Guido Angiolini 50;Fulvia Bandoli 50; Pier Giovanni Belloni50; Stefania Benigni 50; Italo Benso 50;Tiberio Calabrese 50; GiuseppeCannizzaro 50; Rocco Cisternino 50;Silvio A. Grigis 50; Giuseppe Pellegrino50; Dante Pini 50; Sandro Ruggeri 50;Agostino Sangiorgi 50; RobertoSciannimanico 50; Guido Trampi 50;Andrea Turini 50; Tomasso Verrucci 50;

Mario Diluviani 45; Stefano Costa 40;Andrea Alfieri 30; Emilio Arneodo 30;Amelio Battista 30; Vittorio Bisatto 30;Enrica Bizzozero 30; Angelo Cellai 30;Annetta Crisponi 30; Jamie Di MartinoMarcialis 30; Armando Indrio 30; EsterPedemonte 30; Cosimo Rodio 30;Sonia Budroni 25; Giovanni Carenza 25;

Antonietta Concilio 25; Gabriella Felli25; Girolamo Guida 25; StefaniaMassarotti 25; Nedo Michelotti 25; LiciaPellegrini 25; Peter Paul Scheiterle 25;Nicola Sogaro 25; Marco Anzalone 20;Silvana Marisa Bisogni 20; AngelicaBoccella 20; Silvia Boiardi 20; PierluigiBrignoli 20; Alfredo Bucciante 20;

Arrigo Bulbarelli 20; GiuseppinaBuonomo 20; Isabella Corinna Censani20; Emilio Ceravolo 20; Leonardo Cheli20; Giovanni Della Rossa 20; GuidoGiglio 20; Gabriella Girani 20; EddiLagonegro 20; Claudio Landi 20; ChiaraLeone 20; Carlo Maggiolini 20; FelicitaMariantoni 20; Franca Minuti 20;Salvatore Natoli 20; Roberto EnricoPaolini 20; Roberto Piazzalunga 20;Bianca Piazzese 20; Silvio Pineta 20;Elena Pirola 20; Adele Plotkin Russo 20;Salvatore Rosso 20; Paolo AlfonsoSada 20; Aldo Scalera 20; FrancescoSpoto 20; Paola Squeri 20; GiulianoVincenti 20; Graziella Litro 15; RobertoLussu 15; Roberto Mattei 15; PierluigiRivolta 15; Giancarlo Simionato 15;Federico Bartolomei 10; GianfrancoCardinali 10; Luigi Carlone 10; G.Colagrossi 10; Carlo Maria Crema 10;Antonio D'angio' 10; Liana D'arrigo 10;Francesco De Liberato 10; EdoardoGurian 10; Pasquale Iemma 10; FrancoLanteri 10; Mario Marra 10; ElioPicariello 10; Guido Ploner 10; BrunoPolchi 10; Maurizio Rottigni 10; AndreaSabattini 10; Bernardo Tutino 10;Patrizia Vecchi 10; Valter Nocciolini 6;Egidio Salerno 6; Antonio Piciocchi5,16; Vittore De Filippo D'andrea 5;Antonietta Di Nucci 5; Armando Isolda5; Giuseppina Miniati 5; Mario Solimeno5; Livia Stella 5; Aurelio Surace 5;Giovanni Melucci 4; Rocco Saladino3,9; Giancarlo Ferrero 2; CalogeroPlatia 2

Aumenti quotaAnna Cristina Pontani Coscioni 300;Vittorio Beneduce 300; Antonio Carioti200; Giuseppe Suppa 200; FrancescoAndreani 150; Marco Cappato 100;Giorgio Cusino 100; Vincenzo Zaurito100; Cristina Daghetti 50; Gianni Natale50; Giovanni Vegetti 50; Daniele Baldi25; Franca Moretti 20; Stefano Negro20; Mauro Mangani 15; StefanoPagliarini 15.

18STORIA DI SPERANZA

DAL CORPO DEI MALATI AL CUORE

DELLA POLITICA

Iscritti nel mese di maggio

GIUSEPPINA DEROSSI

Mi chiamo Giuseppina Derossi e sono di Trieste.Sono mamma di Sebastiano, bambino di 2 anni emezzo affetto da Atrofia Muscolare Spinale diprimo tipo. Forse ricorderete la nostra storiaraccontata su Agenda Coscioni proprio un anno fa. Come avevo già segnalato l'anno scorso la miaazienda (la classica multinazionale con sede aMilano) mi aveva intimato di fare un part time.Non ho accettato perché avendo un mutuo e 4bambini (Sebastiano è il quarto) e potendousufruire della riduzione dell'orario di lavoro(grazie alle legge 104) non ne vedevo laconvenienza economica. Dopo un paio di mesi,però, rinunciai ai benefici della 104 perché erochiamata anche sul cellulare privato fuori orario dilavoro e mi veniva detto continuamente che la miariduzione oraria non permetteva all’azienda diorganizzarsi. Stanca di subire avevo cedutotornando alle 8 ore e usando al minimo il congedo:ho preso 43 giorni in tutto il 2008, con Sebastiano acui hanno applicato la peg e mio marito operato alcuore in contemporanea. A settembre, poi, hoavuto un infortunio sul lavoro e tre mesi di INAILtra gesso e terapie prima di tornare al lavoro a finedicembre. Purtroppo sono passata ancheattraverso una triste esperienza: era iniziata unanuova gravidanza e la bambina che aspettavo èrisultata affetta da SMA1. Così, con tantasofferenza, nel gennaio 2009 ho dovuto affrontarel'interruzione di gravidanza. Dopo solo 3 giorni dalmio ricovero sono tornata subito a lavorare, e dafebbraio sono cominciati i problemi più pesanti,prima con una "pagellina" sull'anno passato, poicon una convocazione a Milano il 5 marzo. Qui mihanno detto che, poiché ho chiesto di nuovo lariduzione oraria a 6 ore da febbraio ad ottobre(quando Sebastiano farà 3 anni), ho messo ancora

in difficoltà l’azienda. Dovendo fare dei tagli peruna riorganizzazione, mi hanno detto diandarmene con un incentivo altrimenti miavrebbero licenziata. Non ho ceduto ai loro soldi,non ho firmato. Ho lottato con l'azienda sanitariaper ottenere l'assistenza domiciliare proprio pertornare a lavorare e credo di essere l'unica in Italiaad avere ottenuto un infermiere 32 ore la settimana,cosa che mi permette, o meglio mi permetteva, dilavorare senza mai tirarmi indietro, trasfertecomprese, senza lamentarmi per il carico di lavoro.Ho detto no perché nonostante la fatica checomporta accudire un bambino malato, dopo averescelto di accettarlo e amarlo con tutti i suoi limiti,dopo aver lottato per evitare una tracheotomia checi veniva suggerita come la soluzione di tutti iproblemi (di chi? Dei medici? E la qualità di vita dimio figlio dove finiva?), dopo averlo portato in unanotte in 4 ore da Trieste fino al Gaslini di Genova,con mio marito che guidava come un matto e io colbambino tra le braccia e un saturimetro in allarmecontinuo, ho detto no perché mi sarebbe sembratoche mi sarei arresa e non potevo farlo.Martedì 24 marzo sono stata licenziata in tronco,ma almeno nessuno ha comprato il mio silenzioper l'ennesima ingiustizia nei confronti di undisabile e della sua famiglia. Mi domando chesenso abbia una legge come la 104 visto che a menon è mai stata data l'occasione di poterne fruireserenamente, una legge che dovrebbe tutelareinvece espone ancora di più di fronte al datore dilavoro. Hanno discriminato me e, come si èespressa già la Corte europea, hanno discriminatomio figlio tramite me. Ora la vita non sarà facile pernoi, con lo stipendio di mio marito intorno ai 1300euro al mese (lui è fisico e la fisica non paga), unmutuo e 4 bambini di cui uno disabile grave.Nessuno ci aiuterà, questo è certo. Intanto ho fattoimpugnare il mio licenziamento da un avvocato,spero che la giustizia faccia il suo corso. Lo spero. E'vero, disabilità è uguale a povertà.

SEBASTIANO SENZA

UN GIUSTOWELFARE

Iscriversi è amareIscriversi vuol dire amore per la ricerca e difesa dell’arbitrio in-dividuale, sempre nel rispetto di sé e degli altri. Alessandro Pac-cosi, 100 euro

Per la laicità sacrosanta Mi iscrivo semplicemente e soltanto per amor della libertà. Iolotto non per diritti, ma per libertà civili, sacrosante in un pae-se che dovrebbe essere moderno e libertario, ma non lo è. Domenico Letizia, 100 euro

Diminuire la sofferena.La libertà di ricerca scientifica è alla base della nostra cultura lai-ca, perché si deve “togliere il dolore” e far sì che tutti possano vi-vere e morire quando vogliono. la vita ci appartiene fino alla suafine. Daniela Bandera, 100 euro

Alle menti libereCredo nella libertà di ricerca e salute per il progresso umano, ci-vile e scientifico e credo che vada rispettato l'individuo nelle suescelte personali, ci piacciano o meno. Sono d'accordo a mette-re delle regole perché sono alla base della convivenza civile maqueste non devono minare la libertà dell'individuo su quantogli appartiene in maniera naturalmente esclusiva cioè la pro-pria vita. Ringrazio l'associazione Coscioni e le menti libere, ra-dicali e non solo, che si battono per tutto questo. Andrea Prete,100 euro

Per l’impareggiabile MinaAvendo vissuto a stretto contatto con mia madre malata di sla eappena scomparsa , ringrazio vivamente la sig. Mina Welby peril l’appoggio datomi nella battaglia per il riconoscimento dei di-ritti del malato. Romina Casadidio, 100 euro

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[email protected] lettori di Agenda Coscioni ci possono scrivere all’indirizzo [email protected] oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma

La lezione di Ravasin sul valore della vitaLa mia conoscenza della SLA è capitata all'im-provviso. Un amico virtuale, nel breve periododi alcuni mesi, è passato da un'autonomia to-tale ad un'altra totale limitazione fisica. Ad ag-gravare le cose si è aggiunta oltre alla grandissi-ma sofferenza del corpo, anche quella dello spi-rito. Non riesco a trasmettere a questo amico lamia visione delle cose, non riesco a convincer-lo che un uomo rimane tale anche, e forse an-cor di più, nella malattia. Quello che uno è sta-to, quello che uno è, non cambia solo perché imuscoli hanno tradito. Vorrei dire a Paolo chela sua lotta la condivido in toto, che di riflessogli sono vicina perché sono vicina al mio caris-simo amico e prego ( in genere non prego ) en-trambi di lottare e dare speranza a chi si amma-la e deve ancora percorrere il calvario che chilotta da anni conosce perfettamente. Paolo, haidiritto di scegliere sia eticamente che legalmen-te, ma non privarci troppo presto della tua te-stimonianza e del tuo esempio. Un grazie per lalezione sul valore della vita che tu malato, voimalati di SLA, sapete dare a gente come me cheha tanto ancora da imparare. Un abbraccio Annarita C.

Talebani in cravattaOnore a Paolo Ravasin vero eroe civile del no-stro tempo e testimone delle libertà individua-li che nessuno con la politica o peggio con la re-ligione ci deve togliere.Gli estensori della attua-le legge contro il testamento biologico sono deitalebani in cravatta. Gino Paris

Terrore di non poter scegliereHo avuto in passato una malattia paralizzantead esito benigno, che però mi ha dato tutto iltempo di riflettere su cosa significava vivere daparalizzato e dipendere da altri. Ero letteral-mente terrorizzato dal fatto di non essere nem-meno in grado di potermi suicidare nel caso vo-

lessi farlo. E' incredibile come altri possano ob-bligare una persona a soffrire. Questa è puratortura. Vergognatevi. Mauro R.

Di ipocrisia (di Stato) si muoreMia mamma è morta di SLA un anno e mezzofa, aveva solo 42 anni.. Ha resistito nella sua pri-gione per 4 anni, non avrebbe potuto far di piùdato che aveva contratto la forma bulbare. Orache lei non c'è più, c'è il vuoto in noi, ma il suoricordo è indelebile …Scrivo e guardo i suoi occhi sbarrati, scrivo per-ché è giusto far sentire anche la voce di chi nonc’è più. Si al testamento biologico, si all’eutana-sia. Non c’è nulla di più facile che averli con noianche in quello stato vegetativo, ognuno ha di-ritto di decidere come morire... La Sla l’ha ucci-sa, l’ipocrisia di questo Paese anche. Manuela R.

Poveri ma belliPur essendo disoccupata e squattrinata, donovolentieri questa quota, pur così minima, persostenere un’associazione stupenda che lottaper i diritti di ogni essere vivente... I miei più sin-ceri complimenti per il lavoro che svolgete el’augurio di ottenere vittorie sempre più signifi-cative!Alessandra Meoni

Liberalismo istintivoSono sgomento dalla pochezza intellettuale,morale etica e umana di alcuni nostri pseudo-politici, capaci solo di ergersi quali rappresen-tanti di verità assolute - direi verità divine - so-stituendosi a Dio (per chi ci crede) e imponen-do con presunzione e arroganza le loro Verità atutti gli Italiani per qualche voto in più. Forse

non sanno che esiste sia l'istinto di vita che dimorte e che la morte è una conseguenza natu-rale della vita e non sta ai cialtroni (che si credo-no rappresentanti ufficiali di divinità a me sco-nosciute e inesistenti) stabilire quando è ora diandare al di là. Ogni individuo porta in se que-sti istinti. Giovanni Rebuli

Libero testamento in libero StatoInnanzitutto volevo esprimere la mia stima ver-so voi e tutte le persone che, come voi, lottanoper un tema così importante e così delicato nel-lo stesso tempo. Ho letto la "dichiarazione divolontà anticipata per i trattamenti sanitari":per quanto riguarda il mio personalissimo pa-rere, ci sono alcuni punti che mi sentirei dicompilare subito, mentre ci sono altri punti peri quali sinceramente non mi sono ancora fattaun'idea su che cosa voglio (forse perché certecose se non le conosci attraverso l'esperienzafai fatica a capirle). vi faccio due domande: pos-so compilarne solo una parte, lasciando vuoti icampi su cui non sono sicura? a chi la devo inol-trare? Grazie per quello che fate e buon lavoro.Federica Ferrari

Cara Federica,nel testamento biologico può senz'altro indicaresoltanto le disposizioni anticipate delle quali èconvinta. Quanto alla compilazione, sarebbemeglio procedere davanti a un notaio ed inviar-ci una copia del testamento per posta.Un saluto.Alessandro Capriccioli, responsabile di Soccor-so Civile

L’AGENDADEI LETTORI 19

LETTERE

DIRETTORERocco Berardo

CAPO REDATTORIMarco Valerio Lo Prete Tina Santoro

GRAFICAMihai Romanciuc

HANNO COLLABORATOAngiolo Bandinelli, MarcoCappato, AlessandroCapriccioli, Azzurra Cianchetta,

Josè De Falco, Elettra Filardo,Susana Galli, Filomena Gallo,Simona Nazzaro, Maria Pamini,Carmen Sorrentino, Giulia Simi,Valentina Stella

Illustrazioni: Paolo Cardoni

IL NUMERO SEI/09 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO MERCOLEDÌ 3 GIUGNO 2009Il mensile “Agenda Coscioni”, giunto al suo trentaquattresimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie, distribuite via posta su scala nazionale.

I numeri arretrati di “Agenda Coscioni”sono liberamente scaricabili all’indirizzo:

www.agendacoscioni.itCommenta gli articoli sul sito!

Gli indirizzi utilizzati per inviare questa rivista sono utilizzati dall’Editore esclusivamenteper far pervenire questa pubblicazione ai destinatari. I dati di recapito, se non sono statiforniti direttamente dall’interessato, provengono da liste pubbliche e non vengono uti-lizzati dall’Editore per fini ulteriori. Per integrare, modificare, aggiornare o far cancellaretali dati basta scrivere a [email protected]

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Non ve lo dicono e non ve lo fanno vedere.Ma quando si parla di riformare la legge 40,di lottare per una legge liberale sultestamento biologico, del voto dei malatiintrasportabili, di libertà di ricerca e deisuoi finaziamenti, della libera scelta delladonna su aborto e contraccezione, lì dietroci sono lotte. E indovinate di chi? Provate afare un’associazione di idee. Provate adargli forza. Provate a prendere una tesseraradicale per farle vivere e continuare...

Per destinare il 5 per mille all’Associazione Luca Coscioni è sufficiente: apporre la propria firma nel riquadro “Sostegno del volontariato, delle associazioni non lucrative diutilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'art. 10, c.1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997”; riportareil codice fiscale dell’Associazione Luca Coscioni (97283890586) nell’apposito spazio subito sotto la firma. Per chiarimenti scrivi a: [email protected]

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L’Associazione Luca Coscioni è soggetto costituente del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito.Per iscriverti al Partito Radicale la queota è di 200 euro. Per l’iscrizione a tutti i soggetti dell’area la quota è di 590 euro

Soggetto costituente del

Partito Radicale Nonviolento

transnazionale e transpartito

2009