Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

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08 10 WWW.AGENDACOSCIONI.IT MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO V NUM. 8 SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Rocco Berardo Si chiamano “LEA”, Livelli Essenziali di Assistenza . Sono le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve garantire a tutti i cittadini su tutto il territorio italiano. Nonostante le promesse di Fazio, Tremonti ha bloccato i fondi . E così, disabili gravissimi restano sepolti vivi perché lo Stato non aggiorna l’elenco delle strumentazioni rimborsabili, mentre tutti i cittadini rimangono senza garanzie di assistenza . Grazie alla nonviolenza radicale e allo sciopero della fame di Ma- ria Antonietta Farina Coscioni , il Parlamento impegna il Governo a muoversi finalmente: entro settembre 2010 .

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Agenda Coscioni - agosto 2010

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WWW.AGENDACOSCIONI.ITMENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO V NUM. 8

SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNA Direttore Rocco Berardo

Si chiamano “LEA”, Livelli Essenziali di Assistenza. Sono leprestazioni che il Servizio sanitario nazionaledeve garantirea tutti i cittadini su tutto il territorio italiano. Nonostante lepromesse di Fazio, Tremonti ha bloccato i fondi. E così,disabili gravissimi restano sepolti vivi perché lo Stato nonaggiorna l’elenco delle strumentazioni rimborsabili, mentre tuttii cittadini rimangono senza garanzie di assistenza. Graziealla nonviolenza radicale e allo sciopero della fame di Ma-ria Antonietta Farina Coscioni, il Parlamento impegna ilGoverno a muoversi finalmente: entro settembre 2010.

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Marco Cappato

Chi lavora a contatto conpersone sieropositive e tos-sicodipendenti, battendosi

per salvare loro la salute e la vita, haaccumulato decenni di evidenzescientifiche che testimoniano il fal-limento delle politiche proibizioni-ste. Solo leggendo i dati attraversola lente dell’ideologia si possono i-gnorare gli effetti devastanti della“guerra alle droghe” in termini disalute pubblica: tasso di decessi, dicontagio, di recupero e cura. Comenon lo e’ la matematica, neanchel’epidemiologia e’ un’opinione.Gilberto Corbellini, Co-Presidentedell’Associazione Coscioni, ricor-da spesso il legame storicamenteprofondo tra metodo scientifico emetodo democratico. Quando il

potere politico decide di calpestareogni dato di fatto, vuol dire che lastrada e’ aperta a nuove forme ditotalitarismi. L’ideologia proibizio-nista ha gia’ trascinato nel baratrointeri Stati, dall’Afghanistan allaColombia. Nella zona al confinecon gli USA, il democratico Messi-co vive ormai in stato di guerra per-manente, tra sparatorie, autobom-be e fosse comuni. La mobilitazio-ne degli scienziati e dei medici riu-niti nell’appello di Vienna non af-fronta il tema delle mafie interna-zionali, ma si limita a intervenirenel campo delle scienze mediche,che e’ quello di diretta competen-za dei firmatari. Si tratta di un’ini-ziativa umile e preziosa. Il Partitoradicale fara’ la sua parte per por-tarla a conoscenza di medici,scienziati e cittadini.

La comunitàscientificainternazionalechiede ilriconoscimentodei limiti e deidanni dovuti alla proibizionedelle droghe. Ci sono ora proveinconfutabili, di come gli sforzi impiegatinell’applicare lalegge non sianoriusciti a frenare ladisponibilità di

droghe illeciteall’interno dellecomunità doveesiste unadomanda. Inoltre, non visono prove chel'aumento dellaferocia all’internodelle strategie diapplicazione dellalegge riduca in manierasignificatival’estensione delconsumo didroghe.

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LA DICHIARAZIONE DI VIENNA

Il proibizionismo è guerra alla scienzae alle persone

Marco Cappato

L’epidemiologianon è un’opinione

Dalla scienza, un arginecontro i totalitarismi

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Con la “Dichiarazione

di Vienna” Scienziati

e medici impegnati

nella lotta all’AIDS

si mobilitano affinché

la politica sulle droghe

si basi su dati scientifici.

I Radicali sottoscrivono.

on line www.agendacoscioni.it - www.viennadeclaration.com

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È importante riconoscere edaffrontare le dannose

conseguenze: epidemia di HIV causatadalla criminalizzazione delle personeche usano droghe illecite, epidemie diHIV tra i tossicodipendenti rilegati incarcere e all’interno di manicomi,stigmatizzazione delle persone cheusano droghe illecite, violazioni deidiritti umani compresi tortura, lavoroforzato, trattamenti inumani edegradanti, e in un certo numero diPaesi, l'esecuzione capitale di personecondannate per reati di droga, grandemercato di droghe illegali per un valoreannuo stimato intorno ai 320 miliardi didollari americani. Purtroppo, la provadel fallimento della proibizione delledroghe in relazione ai suoi obiettividichiarati, e il grave e negativo impattodi queste politiche sono spesso negatida coloro che hanno interessi ed ècostato innumerevoli vite. Noisottoscritti, chiediamo ai governi e taliorganizzazioni internazionali, compresele Nazioni Unite, di: effettuare unarevisione trasparente dell'efficaciadelle attuali politiche sulla droga,adottare e valutare un approccio dellapubblica sanità basato su datiscientifici, depenalizzare i consumatoridi droghe, aumentare le opzioni dellaterapia farmacologica basata su provee abolire i centri di trattamento dellatossicodipendenza vincolanti einefficienti, che violano la Dichiarazioneuniversale dei diritti dell'uomo,sostenere categoricamente edaumentare i finanziamenti perl'adozione di tutta la gamma diinterventi HIV, fare interagire, inmaniera significativa, le comunitàcolpite dallo sviluppo, monitorare eattuare i servizi e le politiche cheriguardano la loro vita. Inoltre, ciappelliamo al Segretario delle NazioniUnite Ban Ki moon, affinché emettadelle misure di emergenza per garantireche le Nazioni Unite - tra cui l’Organointernazionale di controllo degliStupefacenti - parlino a sostegno delladepenalizzazione dei consumatori didroghe e adottino strategie di lotta alladroga sulla base di prove evidenti.

Tra i firmatari: Dr. Elly Katabira, Presidentedell’International AIDS Society; Dr. Evan Wood, PhD, Fondatoredell’International Centre for Science in Drug Policy; Dr. Julio Montaner, Presidentedell’International AIDS Society;Fernando Henrique Cardoso, Presidente del Brasile, 1995-2003;Prof. Adeeba Kamarulzaman, Capo del Dipartimento Malattieinfettive, Università della Malesia

Leggi e sottoscrivi la dichiarazione completa:www.viennadeclaration.comwww.ladeclarationdevienne.com

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INTERVENTOMaria AntoniettaFarina Coscioni

LEA & NOMENCLATORE

Maria Antonietta Farina Coscioni

L a questione che solleviamo non è secondaria. Ilproblema che noi poniamo, quello dei livelliessenziali di assistenza, così come il

nomenclatore degli ausili e delle protesi, è unproblema sociale: un problema che riguarda almenoun milione di famiglie, cioè tra i 3 e i 4 milioni dipersone, ed altri 4 milioni di malati che, in un modo onell'altro, possono almeno parzialmente arrangiarsisenza l'aiuto di terzi. Tale problema sociale, checontraddistingue il nostro Paese, non è per la verità unproblema nuovo: è piuttosto un problema vecchio, cheè stato occultato da decenni; un problema a cui si èfatto fronte con interventi parziali ed inadeguati,rispetto ai quali si è sopperito con il silenzioso, maindispensabile apporto delle famiglie. Per decenniquesta piaga si è accettata, ed oggi è una metastasi. Noilottiamo con e per i malati e le loro famiglie, perrestituire quanto è stato loro negato; e quanto è statoloro negato è un diritto fondamentale, che lo Statodeve riconoscere.Quanti sono i malati di SclerosiLaterale Amiotrofica in Italia? Alcune migliaia. Poi leloro famiglie; altre migliaia di persone. Tutte purtroppogravi, tutte bisognose di assistenza H-24; persone chedevono sostenere oltre alla fatica, all’impegno, enormispese: per i farmaci, per l’assistenza, per la tecnologiache aiuta a vivere… Una mappa precisa non esiste,anche se da anni chiedo al ministro della Salute dimonitorare la situazione. Un vero e proprio problemasociale, sommerso, colpevolmente ignorato. Ci sono leassociazioni dei malati. Devono uscire dallarivendicazione corporativa, occorre riuscire aorganizzarci insieme: creare un fronte di lotta comune,per vincere le resistenze, le indifferenze, le inerziecolpevoli. Ci troviamo di fronte a una clamorosainadempienza delle istituzioni con gravi violazioni dilegge. Ho pensato a lungo come definire gli “attori” diquesta vicenda: il ministro della Salute Ferruccio Fazio,il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni

Letta, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: trecartari, forse. Oppure maldestri azzeccagarbugli? Fatevoi… I fatti parlano da soli. E da solo parla il fatto che ilpresidente del Consiglio Berlusconi, a cui più di unmese fa ho inviato una lettera sulla questione dei LivelliEssenziali di Assistenza e l’aggiornamento delNomenclatore, non ha trovato tempo e modo neppuredi mandarmi un biglietto di “ricevuta”. Dobbiamoconquistare: a) l’effettiva, operativa approvazione dellanuova versione dell’assistenza protesica del nuovoNomenclatore, in modo che sia garantita la fornituraadeguata ad ogni persona con disabilità. b) le lineeguida con cui le Regioni si conformano nell’assicurareun’assistenza domiciliare adeguata per i soggetti nonautosufficienti. Perché le chiacchiere, come si dice,stanno a zero. Nel novembre scorso l’allora vice-ministro Fazio ha fatto sapere che ormai si era moltovicini all’invio dei LEA alla Conferenza Stato-Regioni, eche la cosa si sarebbe risolta in “tempi brevi”. Da allorasono trascorsi otto mesi, e la questione è tutt’altro cherisolta. Il 23 giugno scorso, il ministro della SaluteFazio, rispondendo al question time, praticamente sen’è lavato le mani, perché - ha detto -tutti gliadempimenti di sua competenza sono stati espletati; lacosa ora è “arenata” presso il ministero dell’Economiae delle Finanze dove si starebbe valutando la congruitàdegli stanziamenti previsti per l’attuazione dei nuoviLEA. Può sconcertare che un ministro della Salute, perdi più medico – e dunque a conoscenza per esperienzadiretta del dolore e della sofferenza che questiincredibili ritardi provocano in migliaia di personeprovocano – pensi di cavarsela con formule e frasi dalsapore così smaccatamente burocratico e “notarile”, etuttavia è così: Fazio ha passato la pratica “in altroufficio”, per lui il problema è risolto, non gli competepiù, non lo riguarda. Nel frattempo, i malati si sonomobilitati, e hanno manifestato davanti alla Cameradei Deputati e palazzo Chigi. Una loro delegazione èstata ricevuta dal sottosegretario Letta, che li hatranquillizzati: “Sarò io, il vostro rappresentante e

M. A.Farina Coscioni

Sociofondatore nel 2002, ecopresidentedal 2006,dell’Associa-zione cheporta il nomedel maritoLucaCoscioni, con cui hacondiviso lalotta per lalibertà diricercascientifica.Viene elettaal Camera dei deputati nella lista Pd-Radicalialle ultimeelezioni

Chi è

L’iniziativa LIVELLI ESSENZIALI SI ASSISTENZA

LEA: una questionesociale sommersa inuna siglaLa co-presidente dell’Associazione LucaCoscioni: “Dall’iniziativa nonviolenta alloscarica barile del Governo. L’azione radicale inParlamento non sarà presa sulla stanchezza…”

20 ottobre 2009

La falsa promessa di FazioL’allora vice-ministro Ferruccio Faziodichiara che la questione relativa alDecreto del Presidente del Consigliodei Ministri (DPCM) sui nuovi LivelliEssenziali di Assistenza (LEA) è giàapprodata in sede di ConferenzaStato-Regioni.

4 novembre 2009

Sciopero della fameAlcuni malati di Sclerosi LateraleAmiotrofica, i signori Salvatore Usala,Giorgio Pinna e Mauro Serra, ClaudioSabelli, decidono di intraprendere unosciopero della fame; intendono cosìdenunciare di essere costretti a vivereuna situazione al limite della

disperazione, senza aiuti economiciadeguati e l’assistenza di cui hannopur diritto. Appena apprendedell’iniziativa dei tre malati, l’onorevoleFarina Coscioni si reca a Cagliari, (8novembre) in visita di solidarietà esostegno a uno di questi malati inlotta. Contemporaneamenteintraprende uno sciopero della fame,sostenuto da quasi 400 cittadini, chespontaneamente si sono aggiunti.

12 novembre 2009

Svelata la menzognaMaria Antonietta Farina Coscionipartecipa in qualità di copresidentedell’Associazione Coscioni, ai lavoridella Consulta per le malattieneuromuscolari, presieduta dal Dott.Mario Melazzini. Si scopre cheFerruccio Fazio ha mentito e che la

situazione è diversa da quantoprospettato ad ottobre in particolare adifferenza di quanto scritto in rispostaad una precisa interrogazione di MariaAntonietta Farina Coscioni si scopreche “i nuovi LEA” non sono ancorastati inviati alla Conferenza StatoRegioni. Il Ministro della Salute,ironizzando sullo sciopero della famein corso paragonato nella circostanzaad una sorta di dieta a fini esteticidell'onorevole, assicura di essere“molto vicini all’invio dei LEA allaConferenza Stato- Regioni”.

20 giugno 2010

Secondo sciopero L’onorevole Farina Coscioni ha ripresolo sciopero della fame, non essendoaccaduto quasi nulla dopo le diversesollecitazioni.

26 novembre 2009, Manifestazione dell’Associazione Luca Coscioni, davanti alla Conferenza Stato Regioni

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Dalla nascita dell’Associazione LucaCoscioni l’iniziativa per la “libertà diparola”, ovvero per l’ottenimento diun nuovo nomenclatore tariffarioche fornisse al malato privo di parolala possibilità di comunicare, è stataaccompagnata da iniziativenonviolente. Oggi il grande insiemedei livelli minimi di assistenza, cheinclude anche il “nomenclatore”, è ilnostro obiettivo: le iniziative degliultimi mesi di Maria AntoniettaFarina Coscioni.

garante”, ha sostanzialmente promesso.Contemporaneamente ho pungolato il ministerodell’Economia e del Tesoro. Ho cominciato un secondodigiuno di “dialogo” (il primo a novembre, durato circa unmese), e il 1 luglio 2010, assieme ad altri 34 colleghi, hopresentato un’interpellanza urgente sulla questione. Questavolta ha risposto il sottosegretario Sonia Viale. Una rispostaassolutamente insoddisfacente, e tuttavia ci è stato assicuratoche l’intoppo non era provocato dalle difficoltà dellasituazione economica in cui versa il paese. Dunque, perchéTremonti non firma, e blocca tutto? Ho chiesto al Presidentedella commissione Affari Sociali Giuseppe Palumbo che ilministro Tremonti fosse chiamato in audizione: perché tuttisi potesse conoscere lo stato della situazione, e potersuccessivamente decidere quali iniziative intraprendere.Tremonti non è venuto, ha mandato il vice ministroGiuseppe Vegas. In sostanza, Vegas ci ha spiegato che è tuttofermo a causa delle difficoltà della situazione economica.Allora: il ministro Fazio “scarica” al suo collega Tremonti, edi fatto se ne lava le mani. Il sottosegretario alla presidenzaLetta assicura il suo impegno, e non si sa bene che cosavoglia dire. La sottosegretaria Viale sostiene che i ritardi e iblocchi non sono dovuti alla crisi economica; il vice-ministro Vegas, invece sostiene il contrario. Risultato: non sifa nulla. Bisogna mettere la parola fine a questo rimpallo, aquesto scarica-barile, a questa presa in giro; anche se sitrattasse di un solo malato, delle pene e delle sofferenze diuna sola famiglia, non sarebbe tollerabile una situazionecome quella che si è creata; ma, come ho detto, le personecoinvolte sono milioni. Se il governo confida nella nostrastanchezza, nel fatto che ci si rassegnerà all’esistente, ha fattomale i suoi calcoli, e si sbaglia di grosso. Si chiudono i lavoridella camera dei deputati con l'approvazione di un ordinedel giorno a mia prima firma sulla manovra economica cheimpegna il Governo ad emanare il decreto sui LEA entro ilmese di settembre 2010, termine da considerarsi perentoriosalvo che il ministro dell'economia non comunichi alParlamento le ragioni che considerasse ostativeall'emanazione del decreto in questione entro iltermine indicato.

Quello dei livelli essenzialidi assistenza, così come ilnomenclatore degli ausili edelle protesi, è un problem

asociale: un problema cheriguarda almeno unmilione di famiglie, cioè tr

ai 3 e i 4 milioni di persone

,ed altri 4 milioni di malat

iche, in un modo onell'altro, possono almenoparzialmente arrangiarsisenza l'aiuto di terzi.

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I livelli essenzialidi assistenza

I livelli essenziali di assistenza(LEA) sono le prestazioni e iservizi che il Servizio sanitario

nazionale è tenuto a fornire a tutti icittadini, gratuitamente o dietropagamento di una quota dipartecipazione (ticket). Il 23febbraio 2002 è entrato in vigore ilDecreto del Presidente del Consigliodei Ministri del 29 novembre 2001che definisce i Livelli essenziali diassistenza (LEA). Essi sonoorganizzati in tre grandi aree:l’assistenza sanitaria collettiva inambiente di vita e di lavoro, checomprende tutte le attività diprevenzione rivolte alle collettivitàed ai singoli; l’assistenza distrettuale,vale a dire le attività e i servizisanitari e sociosanitari diffusicapillarmente sul territorio, dallamedicina di base all’assistenzafarmaceutica, dalla specialistica ediagnostica ambulatoriale allafornitura di protesi ai disabili, daiservizi domiciliari agli anziani e aimalati gravi ai servizi territorialiconsultori ali; l’assistenzaospedaliera, in pronto soccorso, inricovero ordinario, in day hospital eday surgery, in strutture per lalungodegenza e la riabilitazione, ecosì via. È molto importantericordare che le prestazioni e iservizi inclusi nei LEArappresentano il livello “essenziale”garantito a tutti i cittadini ma leRegioni, come hanno fatto fino adoggi, potranno utilizzare risorseproprie per garantire servizi eprestazioni ulteriori rispetto a quelleincluse nei LEA.

Il nomenclatoretariffario

È il documento emanato eperiodicamente aggiornatodal Ministero della Salute che

stabilisce la tipologia e le modalitàdi fornitura di protesi e ausili acarico del Servizio SanitarioNazionale. Il NomenclatoreTariffario attualmente in vigore èquello stabilito dal DM 332 del27/8/1999 pubblicato dallaGazzetta Ufficiale del 27/9/1999(“Regolamento recante norme perle prestazioni di assistenza protesicaerogabili nell'ambito del Serviziosanitario nazionale: modalità dierogazione e tariffe”). Essoindividua le prestazioni diassistenza protesica checomportano l'erogazione deidispositivi riportati negli elenchi 1,2 e 3 del nomenclatore tariffario ene definisce le modalità dierogazione. L'elenco n. 1 del nomenclatorecontiene i dispositivi (protesi, ortesie ausili tecnici) costruiti su misura equelli di serie la cui applicazionerichiede modifiche eseguite da untecnico abilitato su prescrizione diun medico specialista ed unsuccessivo collaudo da parte dellostesso. Contiene, inoltre, idispositivi di fabbricazionecontinua o di serie finiti che, peressere consegnati ad un determinatopaziente, necessitano di esserespecificamente individuati e allestitia misura da un tecnico abilitato, suprescrizione del medico specialista.I dispositivi contenuti nell'elenco n.1 sono destinati esclusivamente alpaziente cui sono prescritti.L'elenco n. 2 del nomenclatorecontiene i dispositivi (ausili tecnici)di serie, la cui applicazione oconsegna non richiede l'interventodel tecnico abilitato. L'elenco n.3 del nomenclatore contiene gliapparecchi acquistati direttamentedalle aziende unita' sanitarie locali(Usl) ed assegnati in usocon procedure indicate.

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I livelli essenziali di assistenza: da una parte siracconta che “ci sono”, dall’altra si dice “se le regionise lo possono permettere…”

Il Governo LA RISPOSTA DEL VICE-MINISTRO DELL’ECONOMIA

Assistenza all’italiana

23 giugno 2010

Un’altra bugia?Il ministro Fazio ha dichiarato chequanto di competenza del suoministero, ed in particolare l'intesarealizzatasi nella Conferenza Stato-Regioni, è stata completato nelfebbraio di quest’anno e che la bozzadi Dpcm di revisione dei livelliessenziali di assistenza, con nuovedisposizioni rispetto alla versionelicenziata dal Ministro Turco è ormaipronta.

1 luglio 2010

L’interpellanza urgenteUna trentina di deputati di tutti igruppi parlamentari hannosottoscritto un’interpellanza urgentedi Maria Antonietta Farina Coscioni in

cui si chiede se corrisponda al veroquando affermato dal Ministro Fazionella seduta del 23 giugno e cosaostacoli l’apposizione della firma daparte del ministro del tesoro al Dpcmcontente i nuovi livelli essenziali diassistenza.

18 luglio 2010

Stop allo scioperoMaria Antonietta Farina Coscionidopo 18 giorni interrompe lo scioperodella fame per iniziare la terza fasedella lotta.

22 luglio 2010

Audite, audite!Conquistata l'audizione del ViceMinistro dell'Economia Vegas inCommissione Affari Sociali della

Camera, il governo non si impegna innessun modo ad una emanazione delDpcm recante i nuovi LEA adducendola necessità, in tempo di crisi, dinuove ed ulteriori studi in merito allacopertura economica delprovvedimento, nonostante questogiaccia ormai da mesi presso gliUffici del Ministero del Tesoro. Mariaantonietta Farina Coscioni, LiviaTurco insieme ad altri deputati del PDchiedono che almeno si realizzi intempi brevissimi lo stralcio delNomenclatore tariffario delle protesied ausili e l'aggiornamentodell'elenco delle malattie rare, ilSottosegretario Vegas impreparatocirca la fattibilità della richiestaprende tempo assicurandoattenzione alla tematica senza peròimpegnarsi ad alcun terminetemporale.

F inalmente dopo unalunga iniziativanonviolenta portata

avanti da Maria AntoniettaFarina Coscioni il Governo hadeciso di rispondere al quesitofondamentale: dove sono finitele promesse sull’approvazionedei Livelli Essenziali diAssistenza? Giuseppe Vegas,vice ministro dell’Economia edelle Finanze in parlamentorisponde così: “I livelli sonostati rivisti nella scorsalegislatura con un decreto delPresidente del Consiglio del 24aprile 2008 che avevaproceduto ad una nuovadefinizione dei LEA, peròquesto decreto non è maientrato in vigore perché è statoritirato dall’ attuale governo aseguito dei rilievi della Cortedei Conti. Sullo schema delprovvedimento di modifica deinuovi LEA sono confluite unaserie di elaborazioni econsiderazioni varie chederivano dalla commissionenazionale per la definizione el’aggiornamento dei LivelliEssenziali di Assistenza, checome noto è un organismo cheè stato istituito appositamente,che nell’approvare i varielaborati, ha tenuto presentenon solo del rapporto positivocosto-efficacia, ma anche ilcriterio della coerenza colquadro delle disponibilitàfinanziarie del servizionazionale, che poi alla finediciamo è il termine principalerispetto al quale ci dobbiamoconfrontare. Devo evidenziareche la valutazione di questonuovo schema, in particolaresotto il profilo economico-finanziario, deve avvenire conriferimento alla sua globalità,con riferimento al quadrofinanziario complessivo. È poinecessario richiamare quanto èstabilito nell’ultimo Patto dellaSalute, quello del 2010- 2012,che è stato stipulato il 3dicembre 2009 e attuato conl’articolo 2 comma 67 ss dellalegge finanziaria per il 2010[…]. Schematicamente gliinterventi operati dal decretoaggiornamento dei LEA chepossono apportare incrementio riduzioni sono riconducibili atre tipologie: l’eliminazionedelle prestazioni obsolete einappropriate da quanto

previsto dal decreto presidentedel consiglio del 2001,principalmente in tema dispesa specialisticaambulatoriale di elenchi DRG,a rischio di appropriatezza;l’introduzione di innovazionitecnologiche ritenuteappropriate in termini diprestazione, di modalitàassistenziali nuove o diverserispetto a quanto previsto dal2001. Per esempio, sempre inmateria di specialisticaambulatoriale, protesica eassistenza integrativa; ilriordinamento e integrazionedella tenuta di alcuni sub livelli,già previsto dal decreto 2001.Non si tratta quindigeneralmente di prestazioninuove, nel senso di non ancoraerogate all’interno del serviziosanitario, ma di prestazioni cherientrano già di fatto nei livellidi assistenza erogata dalservizio sanitario (tant’è veroche qualche regione già lieroga). Gli oneri sono giàscontati nei bilanci dell’aziendasanitaria, sebbene in manieradifferenziata per categorie dierogatori e tra regioni poichéverosimilmente sono in partecoperte da risorse regionali. Èdunque una pratica in itinere.[...] Quindi sostanzialmente leinnovazioni ci sono matengono conto in molti casidella realtà esistente. Da questopunto di vista si ritiene che ledisponibilità finanziariecomplessive del serviziosanitario, arricchite dallesopracitate risorse aggiuntiveper la riforma vigente neltriennio 2010- 2012, siano ingrado di coprire icorrispondenti costi. Ciò detto,in conclusione, il decreto èattualmente all’esame delMinistero dell’economia,perché occorre attenderel’attuazione del decreto inmateria di determinazionedelle tariffe e quello in materiadi controllo e valutare lacongruità della quantificazionedel maggior onere perché lacifra disponibile di 850 milioniè indisponibile però da unpunto di vista tecnico ilfabbisogno potrebbe superarela cifra disponibile proprioperché esiste un certo livello diincertezza dei nuovi LEA, dellenuove prestazioni.

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GiuseppeVegas

Dal 1978 è statoconsigliereparlamentaredel SenatodellaRepubblica e, allo stessotempo,segretariodellaCommissionebilancio.Attualmentevice ministrodell’Economiae delleFinanze

Chi è

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La Camera Approva!I LEA ENTRO IL DIECI SETTEMBREO TREMONTI NE È RESPONSABILE

Nella seduta della Camera del 29 luglio2010 è stato approvato l’Ordine del Giornosui LEA, presentato da Maria AntoniettaFarina Coscioni e dagli altri deputati radicali.

La Camera, premesso che:• i LEA (livelli essenziali di assistenza)possono essere definiti come le prestazioniche il Servizio sanitario nazionale devegarantire a tutti i cittadini su tutto il territorioitaliano, gratuitamente o dietro il pagamentodi ticket sanitari; • la loro introduzione è stata ritenuta unpasso indispensabile nell'otticadell'adozione di una nuova politica in ambitosanitario, che tenga conto delle realiesigenze dei cittadini pazienti e garantiscaprestazioni quantitativamente equalitativamente omogenee su tutto ilterritorio; • la loro prima definizione risale all'accordostipulato tra il Governo e le regioni in materiasanitaria 1'8 agosto 2001, occasione in cuiviene peraltro sottolineata la necessità che ilivelli di assistenza siano sempre misurabili; • assicurare i livelli essenziali di assistenza,insomma, vuoi dire prendersi cura delpaziente fin oltre la sua dimissionedall'ospedale, per esempio attraverso iservizi di assistenza domiciliare integrata oall'interno delle residenze sanitarieassistite, che danno modo di gestire isoggetti che hanno necessità di degenza alungo termine o di assistenza al propriodomicilio; • il 23 ottobre 2009 è stato siglato unaccordo Stato-Regioni che aumenta per il2010 a oltre 106 miliardi di euro (e ancorapiù per i due anni successivi) ilfinanziamento per il SSN e dunque nonhanno ragione di essere eventualiopposizioni di copertura relativamente alrinnovo dei LEA e del Nomenclatore; • ad oggi la versione del Nomenclatore invigore per i cittadini è ancora quella del1999 (che peraltro classifica prodottirisalenti spesso ai primi anni ’90) e ciòsignifica che in molti casi i cittadini, perdisporre di ausili moderni, debbono pagaredi persona quello che sarebbe loro dirittoavere gratuitamente ma che formalmentenon fa parte del vecchio Nomenclatore,

impegna il Governo:• ad emanare il decreto sui LEA entro ilmese di settembre 2010, termine daconsiderarsi perentorio salvo che il ministrodell'economia non comunichi al Parlamentole ragioni che considerasse ostativeall'emanazione del decreto in questioneentro il termine indicato.

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LEA & NOMENCLATORE

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Josè De Falco

L ivia Turco, parlamentare del PD, exministro della Salute, è stata la per-sona che ha curato la prima bozza

o quello che dovevano essere i LEA, pri-ma che venissero bloccati dal governosuccessivo: il governo Berlusconi.

In parlamento è stato udito il vicemini-stro dell’economia Vegas, c’è qualcosadi nuovo nelle sue parole? Assolutamente no. Ha detto “temiamoche costino molto e quindi continuiamoa fare delle verifiche”; per cui è stata unaesposizione tecnica, ha detto cose che gliaddetti ai lavori conoscono, su come so-no fatti i LEA, dopodiché sull’assunzionedi una responsabilità politica non è statofatto nessun passo in avanti.

Quindi sostanzialmente un’interlocu-zione meramente burocratica, come seaveste parlato con un dirigente del Mi-nistero dell’economia e non con il go-verno stesso che ha l’obbligo di dare ri-sposte. Purtroppo succede così. Pubblicare o nonpubblicare, adottare o non adottare il de-creto sui LEA è una scelta politica e su ciòconcordo, perché quando li adottammofu una dura scelta politica perché quell’aggiornamento significò certamente unacopertura finanziaria adeguata. Il fatto cheil governo non si sia preso nessun impe-gno sul futuro è una scelta tutta politica.

Questa situazione è disarmante ancherispetto a quello che significa questostrumento di erogazione di servizi es-senziali alla popolazione. Quando Leisi era occupata dei LEA, ed era proprioagli ultimi sgoccioli della legislatura, a-veva detto che c’era la copertura econo-mica; come mai la ragioneria dello sta-to ha rifiutato la bollinatura? Lavorammo sui LEA fin dall’inizio del go-verno Prodi; il decreto poi pubblicato fufiglio del Patto per la salute che incre-mentò il fondo sanitario nazionale nel gi-ro di due finanziarie, da 90 a 102 miliardidi euro, e investimenti da 17 a 23 miliar-di di euro. Partivamo da una situazionedi pesante sottofinanziamento del siste-ma sanitario; insieme ad un adeguamen-to delle risorse, scritte in finanziaria, confinanziamento triennale. Trovate le risor-

se, ci mettemmo a lavorare sull’aggiorna-mento dei LEA e lo facemmo con unapratica di collaborazione con le associa-zioni, con gli operatori sanitari, con le re-gioni, con il Ministero del Tesoro e dellaDalute. Arrivammo ad un accordo in con-ferenza unificata; ci fu un contrasto con ilMinistero del Tesoro, in particolare con laragioneria, perché essa voleva garanzienon tanto sulla copertura, che era già ga-rantita, ma sull’applicazione effettiva deldecreto negli anni futuri. Vorrei ricordareche quel decreto ebbe la firma dell’alloraMinistro del Tesoro Padoa Schioppa, unMinistro di certo rigoroso. Ebbe la firmaquindi della struttura politica sulla basedi una decisione politica; e all’obiezioneche ci fece la ragioneria, cioè il possibileaumento dei costi negli anni, noi rispon-demmo costituendo in sede di conferen-za unificata una task-force che aveva il

compito di monitorare l’andamento deiLEA e quindi dei possibili costi aggiuntivi.Ritenemmo e ritengo ancora oggi chequella della mancata bollinatura della ra-gioneria sia stata in realtà un pretesto perrivedere i LEA per due ragioni: la prima,questo governo si è distinto nel cancella-re tutte le cose del governo precedente, epoi perché questo governo, a partire deldecreto 112 del luglio di due anni fa, perarrivare alla manovra attuale, ha iniziatoun definanziamento del servizio sanita-rio nazionale. Quindi la questione è tuttaancora una volta di scienza politica, so-prattutto perché questo governo ha inver-tito l’approccio che avevamo tenuto. Noiavevamo detto che sarebbe stato difficiletrovare un equilibrio tra sostenibilità fi-nanziaria e bisogni di salute; questo go-verno ha invece affermato che si deve de-finire un vincolo economico e all’interno

di questo possono essere definiti i LEA. Si èpersa la priorità dei bisogni di salute e quin-di è comprensibile la risposta che oggi ci èstata data dal viceministro. Questa è una scel-ta politica, perché colloca i LEA entro il peri-metro di un vincolo finanziario che è quellodella manovra e certamente rispetto a que-sto perimetro può darsi che il costo sia supe-riore. Ma ripeto, si tratta di una scelta politica.Noi abbiamo fatto una proposta oggi, che al-meno il governo si faccia carico di alcune gra-vissime emergenze, perché i livelli essenzialidi assistenza sono fatti di più cose, tra questedue particolarmente importanti: il nomen-clatore tariffario che regola i rimborsi delleprotesi e degli ausili per le persone con gravidisabilità, penso ai comunicatori per i mala-ti di Sla. L’altro è il decreto che riconosce lemalattie rare. Tema importantissimo poichéchi ha una malattia rara vive un vero e pro-prio calvario perché deve far conoscere la

propria patologia per poter accedere ai far-maci e ai servizi. Riconoscere le malattie rareè indispensabile per poter accedere ai servizie alle cure farmacologiche. Questo decreto lofece l’allora Ministro Bindi e da allora non èmai stato aggiornato e son passati altri 10 an-ni; e la stessa cosa per il nomenclatore.

Anche Lei aveva lavorato ad un aggiorna-mento, bloccato incredibilmente da anni;bisognerebbe aggiornarlo ogni tre anni,mi sembra che invece risalga al 96-99. Certamente. Per essere chiari gli ausili per lepersone che hanno disabilità cambiano. Cisono delle prestazioni maggiori, c’è un’evo-luzione anche delle patologie, questo è unargomento particolarmente sentito. Se c’è u-na persona con una grave disabilità che puòcontare su di un ausilio ma questo ausilio selo deve pagare di tasca propria o se invecequesto viene riconosciuto dal servizio sani-

Livia Turco INTERVISTA

I bisogni della salute non hanno vincoliL’ex Ministro della Salute a AgendaCoscioni: “Questo Governo non prendeimpegni per i disabili”

La manovrache non capiscela disabilità

Gustavo Fraticelli

L e recenti vicissitudini subite della normasui disabili inserita nella recente Mano-vra Finanziaria “imposta” al Governo

dai tecnocrati di Bruxelles, appellati così, evi-dentemente, perché i nostri governanti nonpossiedono nemmeno un pallottoliere perfar di conto, è stata un’interessante cartina ditornasole delle consolidate anomalie di que-sto Paese sotto molteplici aspetti. Prima tratutti vi è stata la martellante prospettazionemediatica come lotta ai “falsi invalidi, dell’a-nodina, per le casse del Paese, dell’odioso in-nalzamento dal 74% all’ 85% della percen-tuale d’invalidità civile per poter percepirel'Assegno mensile di Assistenza di € 256 circadestinato ai disabili indigenti ed non colloca-ti al lavoro”, che, di tutta evidenza, poco attie-ne al merito della specifica misura. Oltretuttoil dato enfaticamente strombazzato dal Mini-

stro Tremonti a sostegno della lotta ai “falsiinvalidi”, vale a dire circa 2,7 milioni di disa-bili, è falso, perché in realtà lo stesso rappre-senta il numero delle prestazioni erogate dal-l’INPS a vario titolo alle persone con disabi-lità nel 2009, che molto spesso sono più di u-na a favore del medesimo soggetto. Per cuiquel 2,7 milioni si riduce in termini di perso-ne a 2 milioni, a fronte del dato assoluto del-le persone disabili in Italia che, come si può e-vincere dal rapporto ISTAT “La disabilità in Ita-lia Periodo di riferimento: Anni 2004-2005”,ammontavano già nel periodo preso in esamea 2,6 milioni, il 4,8% della popolazione italia-na. Il che vuol dire che una cospicua parte del-le persone con disabilità è priva di welfare. Danotare, inoltre, che tale percentuale risulta es-sere di molto inferiore a quella stimata a livel-lo dell’Unione Europea, che è del 12% di per-sone disabili rispetto alla popolazione euro-pea. Nonostante questa clava mediatica fuor-

viante, in sede di conversione in legge dellamanovra, la maggioranza ha presentato un e-mendamento relativo all’assegno mensile diassistenza, per la cui soglia per la concessioneresta elevata all’ 85% di invalidità, ma preve-de, come deroga, che continui ad essere con-cesso ai soggetti disabili con la vecchi sogliadel 74% di invalidità, solo se essa dipende dauna specifica patologia e non da multiple.Questo ha rappresentato, oltre ai profili di e-ventuale disparità a livello costituzionale, l’en-nesimo tentativo da parte del Governo di det-tare d’imperio valutazioni tecniche proprie deimedici, come del resto già tentato con la leggesulla fecondazione assistita. Infatti le attuali ta-belle delle patologie invalidanti, riportate neldecreto del ministero della sanità del 1992, so-nodelle linee guida, ai fini di una mera valu-tazione tecnico-sanitaria atta a stabilire la gra-vità delle patologie che determinano la nonabilità del soggetto che ne è affetto e quindi il

LiviaTurco

Già Ministrodella Salutenel secondogoverno Prodi, oggideputata Pd, nella XIICommissioneAffari Sociali

Chi è

La nostra proposta: il Governo si facciacarico subito delnomenclatore tariffarioche regola i rimborsidelle protesi e degliausilii, e del decreto chericonoscele malattie rare

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L ino Duilio, Parlamentaredel PD, membro dellaquinta Commissione Bi-

lancio, Tesoro e Programmazio-ne, esprime attraverso AgendaCoscioni il suo parere sull’azio-ne di governo in materia di Li-velli essenziali di assistenza.

Cosa ne pensa delle parole delviceministro Vegas sui LEA? Riassumo in poche parolequanto ha detto: ha fatto un ex-cursus lungo sul contenuto deiLEA, che si sono fatte valutazio-ni circa il loro aggiornamento,che ha comportato l’esigenza diun certo periodo di tempo per-ché ci sono livelli essenziali diassistenza superati al seguito diinnovazioni sul piano tecnolo-gico. Questo lungo lavorio di ag-giornamento del testo ha porta-to alla stesura dello stesso e a-desso è sul tavolo del Ministrodell’Economia per la quantifica-zione dei costi ulteriori che si de-terminano al seguito di questeintegrazioni e ammontano at-torno ad una cifra di 817 milio-ni di euro che però è un costocoperto perché nel decreto anticrisi dell’anno scorso vi era unfondo per il settore sanitario di800 milioni di euro, quindi fagià parte dell’apparato normati-vo e finanziario di questo paese.Di questa cifra, una parte (sono53 milioni l’anno a seguito diun emendamento modesta-mente presentato dal sottoscrit-to) è stata destinata alle cure pal-liative. Per cui questo decreto,nella parte di prevedibili costi ul-teriori, ha la relativa copertura; sistanno facendo però ulteriori va-lutazioni circa il discorso dell’ag-giornamento delle tariffe e di e-ventuali costi occulti, così sonostati chiamati, che nell’ambitosanitario ospedaliero possonoessere valutati nell’ambito diun’ulteriore cifra. Invece pareche si possa essere tranquilli insede di emanazione del decretoe che sia completamente coper-to nella sua parte finanziaria. Ilviceministro Vegas ha conclusoche si stanno ultimando questeoperazioni e confida che in bre-ve periodo possa essere emana-to il decreto.

Lei ha detto che il viceministro do-po la riformulazione della spesaprogrammabile dei costi occultiprovvederà all’emanazione. Ma ilviceministro ha dato una scadenzacerta? Vogliamo ricordare che il testo diquesto decreto era già pronto alla fi-ne della precedente legislatura inter-rotta precocemente, dopodiché han-no preso in mano il testo, hanno ri-tenuto di dover rivederne il contenu-to per incominciare da capo, ormaia più 24 mesi dall’inizio di questa le-gislatura, e ancora questo decretonon c’è e stiamo a chiedere, dopotutte le verifiche che hanno fatto, diindicarci una data se non certa quan-tomeno verosimile su cui si possa fa-re affidamento perché questa storiadura da ormai troppi anni: dietro iltermine di livelli essenziali di assi-stenza si celano delle persone, centi-naia di migliaia di persone che sof-frono della mancanza di questo de-creto e questo approfondimento allafine fa sì che i costi li paghino chi èpiù debole. Abbiamo detto che ri-spetto ai livelli essenziali di assisten-za c’è tutta la parte del nomenclatoretariffario, le cui tariffe sono ormaiferme da 10 anni: se proprio non siriesce ad emanare in breve tempotutto il decreto almeno si stralci laparte relativa al nomenclatore tarif-fario affinché tutte le persone che ne-cessitano di ausili per migliorare lapropria vita di relazione possano a-vere le tariffe aggiornate onde evitareche non possano fruire di questinuovi presidi o che debbano fruirnea spese proprie. C’è una questione: ildiscorso finanziario economico hala precedenza e poi si fa attenzioneal tema dei diritti soggettivi.

Invertendo, potremmo dire, è es-senziale quello che ha copertura e-conomica, non è essenziale quelloche non c’è l’ha. Sostanzialmentequesta l’inversione logica del prin-cipio.Io ritengo scandaloso un principiodel genere, lo ritengo una violenza aiprincipi più elementari della demo-crazia, è più ad un discorso di uma-nità, di carattere etico, politico cui cisi deve preoccupare.

Onorevole, ci ha tenuto in sospe-so, qual è la risposta del Vicemini-stro?Abbiamo fatto dei passi avanti, nel

senso che adesso sappiamo che fineha fatto questo decreto, quali sonole motivazioni che formalmente so-no state addotte, perché ad oggi il te-sto non è stato ancora emanato; aquesto punto si tratta di vigilare qua-si giorno per giorno, l’impegno no-stro è che si ottenga in tempi brevil’emanazione di questo decreto, an-che in base a ciò che ha detto il vice-ministro non ci sono grandi proble-mi, circa poi questa questione deicosti occulti abbiamo fatto presenteche questa questione dell’occulto, aparte che fa parte della vita, per l’oc-culto servono competenze che van-no al di là di quelle della politica, avolte i costi occulti si possono verifi-care per qualsiasi questione. Il di-scorso dell’aggiornamento delle ta-riffe è un discorso un po’ più serioma ripeto anche qui il tempo tra-scorso è assolutamente sufficiente.Noi dobbiamo vigilare solamente ache si ritorni sul tema con una atten-zione quasi quotidiana, io ritengoche già nel mese di settembre, alla ri-presa, a questo proposito una delleprime cose che credo debba esserefatta con altrettanta puntualità è ri-tornare al Ministero dell’Economiaper richiedere l’emanazione del de-creto. Mentre noi discutiamo qui c’èun sacco di gente che sta aspettandoda anni e per un paese civile questastoria è durata oramai anche troppo.

Quindi il governo si è impegnatoin tempi brevi, la vostra attivitàriempirà la loro parola di sollecita-zioni tali da, immaginiamo, in cir-ca un bimestre massimo un trime-stre a divenire in soluzioni. Io ho dato questo tempo giusto per-ché c’è la pausa estiva, ma io speroper la fine di settembre; tuttavia nonposso impegnarmi perché stiamo al-l’opposizione, ma sulla base dellecose che sono state dette, sulla basedelle cose che sono state approfon-dite, su quanto hanno detto in altrasede il Ministro della Salute e il Mi-nistro del Welfare, ormai non ci so-no più ragioni perché si impieghi ul-teriore tempo e quindi io veramenteconfido che questa situazione finiscae noi vigileremo con le forme corret-te parlamentari e anche nelle formepiù diverse affinchè si metta un pun-to e si concluda su questa vicenda esi emani quel decreto.

J.D.F

tario nazionale, questo invece fa una grandedifferenza. Stiamo parlando di cose essenzia-li, soprattutto per chi è più in difficoltà.

Scusi voi cosa avete proposto, abbiamodetto i punti ma non la proposta. Di scor-porarli? Di anticiparli? E cosa ha rispostoil viceministro? La proposta era quella di scorporarli e di a-dottare almeno questi. Ma anche su questoc’è stata una risposta assolutamente vaga.

Quindi ad oggi nessun impegno da partedel governo sull’assunzione di questi prov-vedimenti che sono essenziali per la salutee la qualità della vita di molti cittadini.Penso che dovremmo portare avanti una bat-taglia di mobilitazione congiunta, noi in par-lamento e le associazioni, per strappare al-meno questo risultato, che queste due par-ti vengano adottate. ww

w.radioradicale.it/palinsesto/2010/7/24In

rete

Lino Duilio INTERVISTA

Violenza ai principi della democrazia

suo svantaggio sociale. La citata metodo-logia valutativa della patologia in termi-ni dinamici è mutuata, anche formal-mente, dal citato decreto ministeriale,dalla classificazione dell’OMS, nota co-me ICIDH (International Classificationof Impairment Disabilities and Handica-ps) del 1980, il cui criterio generale nonpuò non prescindere necessariamente dauna valutazione complessiva e globaledello stato patologico del singolo sogget-to, al fine di poterne determinare la disa-bilità e quindi gli handicap correlati. Do-po tutto quanto spiegato sopra, la vicen-da di questa norma ha avuto il suo epilo-go con il solito governativo “come nondetto nulla, tutto come prima”, che poiin termini generali anche non legati alladisabilità, sembra essere l’ambizionemassima al mantenimento dello “statusquo” di tutto un Paese, che viceversa, a-

vrebbe bisogno urgente di sericambiamenti, anche nel campo deidisabili. Infatti l’attuale tanto miste-riosamente ambito “status quo” evi-denzia una sperequata dualità del si-stema di welfare relativo ai disabili, traprestazioni previdenziali a favore dichi lavora o ha lavorato, il cui livello e-conomico, tutto sommato, è adeguato,e le prestazioni meramente assistenzialia favore degli inoccupati e degli inabili allavoro, il cui livello economico, vicever-sa, è scandaloso. Pertanto anche il welfa-re dei disabili deve essere ripensato comemera variante di quello generale, sul mo-dello dinamico, tipo quello del “welfareto work”, che consentirebbe, da un lato,di rendere economicamente più congruii sussidi vari per i disabili inabili al lavo-ro e dall'altro lato dovrebbe incentivarel'occupazione dei disabili che possono

lavorare, trasformando le varie esenzionidall’obbligo datoriale di rispettare lequote di legge nelle assunzioni dei disa-bili, in riduzione del cuneo fiscale. Lavo-ro che rappresenta anche un potentemezzo di conquista di autonomia dei di-sabili che, oggettivamente, nel bene e nelmale, sono particolarmente condiziona-ti dal “familismo” che in Italia sta ripren-dendo vigore generale come attestato dalnoto fenomeno conosciuto come “ibamboccioni”. Inoltre tale approccio es-sendo di “sistema” sarebbe del tuttocoerente alla snodo fondamentale dipartenza per dare contenuti reali aidiritti delle persone con disabilità,costituito dalla battaglia suiLEA/Nomenclatore protesico, allaquale sono mirate le iniziativenonviolente di Maria Antonietta

Farina Coscioni.

GustavoFraticelli

Membro didirezionedell’Associa-zioneCoscioni,affetto daTetraparesispastica, exdipendenteAlitalia

Chi è

LinoDuilio

Dirigentedell'IstitutoNazionaledegliInfortuni sul Lavoro(INAIL) dal1993, oggi inaspettativaper mandatoparlame-ntare,deputato Pd,componentedel Comitatoper lalegislazione

Chi è

Duilio: “È scandaloso stabilire un principio secondo cuiè essenziale quello che ha copertura economica e nonessenziale quel che non ce l’ha”

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Il comportamento dei cittadini dei paesicivili poggia su unaimpostazione di vita chemette al centrol’autonomia individuale,esclude qualsiasi autoritàal di sopra della propriacoscienza, concepisce lalibertà non soltanto comeil bene supremo, macome una forza damettere al servizio dellacomunità, cui èdemandato di garantirequella libertà.

VIE DI FUGA

Mino Vianello

È sotto gli occhi di tutti che in Occiden-te i paesi che sono usciti dall’area cat-tolica sono i paesi che si collocano al-

l’avanguardia della civiltà. Capire il perché diquesto fatto è fondamentale. Le cose che diròsono arcinote, ma non sembrano inoppor-tune, vista la processione di gente che non cisi sarebbe mai aspettato di trovare intenta acivettare con Santa Madre Chiesa.Lasciamo da parte il discorso dell’incidenzadell’etica protestante (e, potremmo oggi ag-giungere, dell’etica confuciana) sullo svilup-po economico. A noi qui interessa l’aspettomorale, di costume. Da questo punto di vi-sta, una società si valuta dal modo in cui isuoi membri si comportano. Ora, mentre danoi il quadro che abbiamo sotto gli occhi sicommenta da solo, il comportamento deicittadini dei paesi civili poggia su un’impo-stazione di vita che mette al centro l’autono-mia individuale, esclude qualsiasi autorità aldi sopra della propria coscienza, concepiscela libertà non soltanto come il bene supre-mo, ma come una forza da mettere al servi-zio della comunità, cui è demandato di ga-rantire quella libertà. Credo che la miglioredefinizione di libertà sia quella data dallaCorte Suprema degli Stati Uniti relativamen-te all’interruzione di gravidanza: “…il dirit-to di definire come si vuole la propria con-cezione dell’esistenza, del senso dell’univer-so e del mistero della vita umana. Le creden-ze in materia non potrebbero esser parte in-tegrante della personalità ove fossero pla-smate dalla disciplina del potere pubblico”.In una parola, in questi paesi l’accento cadesul senso di responsabilità individuale, che èil più forte baluardo contro il comportamen-to anti-sociale.La caratteristica principale di questo atteggia-mento che io chiamo “soggettivismo etico”,quindi, consiste nel rifiuto dell’organizzazio-ne chiesastica gerarchizzata intermediario traDio e l’uomo (eredità protestante) e nella fe-de che la vita individuale e collettiva sia per-fettibile (eredità illuminista). La legislazione di questi paesi vieta la presen-za d’organizzazioni di qualsiasi tipo che siarroghino il diritto d’imporre il proprio cre-do e, quindi, di violare l’autonomia indivi-duale. La coscienza collettiva, poi, vede conorrore e disgusto gli istituti cattolici della con-fessione e delle indulgenze, considerate, co-me aveva scritto Voltaire, “il modo per vivereda criminali e morire virtuosi”, e l’obbligo diobbedienza al papa, al cui riguardo non sisono dimenticate dichiarazioni come quelladel cardinale Bellarmino : “Quand’anche ilpapa errasse esaltando dei vizi e condannan-

Un grande pensatore, liberale e radicale

In memoriadi LuigiDe Marchi

Soggettivismo etico, secolarismo, protestantesimo,virtù morali, virtù teologiche, ortodossia, laicismo:sviluppo nel tempo e nello spazio

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Mino Vianello IL SOCIOLOGO

Il cristianesimo al di fuori dellatradizione cattolica

MinoVianello

Già ordinariodi SociologiaEconomicaalla Facoltà di Statisticadell’Universi-tà di Roma«La Sapienza»

Chi è

nei primi secoli della chiesa. La strada perrintracciare le origini d’un orientamentovaloriale è lunga.Non è qui ovviamente il caso d’entrare neidettagli. La lotta contro Ario rappresentail primo momento, e il più grave, di rottu-ra all’interno del cristianesimo, un mo-mento ch’era andato maturando sotto lapressione d’esigenze politiche dell’establi-shment imperiale costantiniano e dellachiesa di Roma, ormai caduta, rompendocon la tradizione ebraica che l’aveva carat-terizzata agli inizi, nelle mani di una con-venticola famelica di potere. Si arriva cosìal ripudio della tesi, dominante all’inizio,della natura subordinata di Gesù rispettoal Padre. Tesi. si noti, condivisa non sol-tanto nell’ ambiente originario ebraico-cristiano, ma da teologi tra cui Tertulliano,Giustino ed Origene. A Costantino, spre-giudicato uomo di potere (omicida pluri-mo anche di suoi congiunti, battezzatosisoltanto in punto di morte), non interes-sava nulla se Gesù fosse creato oppure ge-nerato, della stessa natura del padre o me-no, dotato d'una volontà autonoma o no.Gli interessava, come scrive Voltaire nelsuo Dizionario Filosofico, “incatenare il po-polo, che in materia di religione detta leg-ge ai potenti, imponendo loro di far mo-stra di portare la stessa catena”. Costanti-no comprese che in materia d’imbrogliquesta conventicola era ineguagliabile edecise di privilegiarla.Ad ambedue queste istituzioni, l’imperoe la chiesa, per le quali la religione finivaper servire come instrumentum regni,conveniva una struttura assolutista, accen-trata e gerarchica, per realizzare la quale,secondo un ben noto meccanismo psico-sociale (ricorrente nella storia: si pensi al-la dottrina del Diritto Divino dei Re, allaRazza Superiore, alla Dittatura del Prole-tariato), era necessario erigere un’ideolo-gia totalitaria e fumosa, che sarà quella tri-nitaria elaborata nel Concilio di Nicea del325, poi precisata (dopo essere stata re-spinta nel 359 in un concilio, quello di Ri-mini, dichiarato da Roma un anti-conci-lio) nei tre concili successivi, di Costanti-nopoli (381), Efeso (431) e Calcedonia(451), ma già sigillata nel 380, si noti, nonda un papa, bensì dall’imperatore Teodo-sio con un editto che proclamava “la divi-nità del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto tutti e tre di uguale maestà nellaSanta Trinità”. Niente di più atto a domi-nare le masse che i misteri, il celeberrimooppio dei popoli ! Al dogma trinitario se-guiranno quello della verginità della Ma-dre di Dio, quello della presenza del Figlio

do delle virtù, i fedeli devono credere chei vizi siano virtù e le virtù vizi”. Non perniente l’accusa di “papista” sotto la ditta-tura di Cromwell portava a morte. Ciòspiega, anche se non giustifica, certe for-me di fanatismo anticattolico che si ri-scontrano ancor oggi nel mondo anglo-sassone. La ricerca della libertà è la linfache scorre nel lento evolvere del mondooccidentale verso la società aperta, ove lefunzioni collettive nel corso dei due ulti-mi secoli hanno teso a decentralizzarsinon solo sul piano politico, bensì sociale,morale ed economico. È l’Uomo Comu-ne che viene a trovarsi al centro di questastoria, ed è l’interessamento per la sua vi-ta concreta che caratterizza questo proces-so - ciò che è possibile solo in quanto egliè concepito come “naturalmente” buono,senza bisogno d’intermediari che lo rige-nerino dalla Caduta. Da qui il fair play,tratto essenziale per capire quei paesi, enon la paura della sanzione dall’alto, co-me base del comportamento corretto nelquotidiano, con il risultato che in questipaesi la menzogna viene considerata il cri-mine peggiore, perché rompe il patto sucui si fonda la solidarietà. Da dove nascequesto diverso orientamento? Il lettoresarà forse sorpreso se gli chiedo di fare unsalto indietro di diciassette secoli, all’epo-ca delle intricate controversie teologiche

di Dio in carne e sangue nell’ostia con-sacrata e, poi, via via dell’infallibilitàdel papa, dell’Immacolata Concezio-ne e conseguente Ascensione al Cielodi Maria… Ci vorranno diciassette se-coli di lotte, appunto, per emanciparsida tale impalcatura ideologico-orga-nizzativa. Se i misteri sono un pilastrosul piano psico-sociale, un altro se neconfeziona la chiesa di Roma qualchesecolo più tardi sul piano politico, cheè pesato come un macigno sulla storiadel nostro paese : l’erezione dei suoidomini in stato. Sfruttando il bisognodi legittimazione di Pipino il Breve cheaveva usurpato il trono dei merovingi,papa Stefano II fece preparare un falso,la famosa Donatio Constantiniana(781), dal quale risultava che l’impera-tore Costantino aveva donato al vesco-vo di Roma Silvestro tutti i territori ita-liani dell’Impero d’Oriente, documen-to che Pipino, guadagnandosi così lalegittimazione quale re dei Franchi, ri-conobbe, impegnandosi a restituire alpapato tutte le terre (ducati di Roma ePerugia, parte dell’Emilia-Romagna edelle Marche) che erano state nel frat-tempo occupate dai longobardi, impe-gno che suo figlio Carlo Magno portòa compimento. Nacque così lo Statodella Chiesa, rimasto in vita fino al

Pier Paolo Segneri

CaroLuigi, sei stato un numero 1. Per questaragione eri e sei un “solista”. E ti vogliamobene, come sempre te ne abbiamo voluto.

Sei parte del nostro cuore. Del resto, il professor DeMarchi era un liberale, un laico, un libertario, unRadicale con la R maiuscola. Ha segnato un’epoca eha contribuito concretamente, per decenni, a for-mare molti giovani secondo un consapevole e re-sponsabile spirito di libertà. Aveva un grande eprofonda personalità empatica. Un intelletto raro egeniale. Eppure amava farsi chiamare semplice-mente Gigi. Non si dava mai le arie del saccente, an-zi: era un uomo umile. Anche se era spesso costret-to ad auto-citarsi o ad essere autoreferenziale pervia del silenzio con cui il potere dominante lo ri-cambiava ogni qual volta la sua voce e le sue ideeprendevano forma. Luigi De Marchi, psicologo cli-nico e sociale, politologo e autore di numerosi sag-gi pubblicati in Europa e in America, è stato prota-

gonista di varie battaglie italiane per i diritti civiliriuscendo, nel 1971, con una storica sentenza dellaCorte Suprema (sulla “Vertenza tra il Presidente delConsiglio dei Ministri, On. Emilio Colombo, e ilProf. Luigi De Marchi”), ad ottenere la revoca deidivieti penali all’informazione e all’assistenza anti-concezionale. Era il più lucido, il più libero, il piùgrande intellettuale e pensatore liberale che l’Italiaabbia avuto a disposizione negli ultimi tre decenni.Sapeva coinvolgere, appassionare, entusiasmare. A-veva una vitalità che lo rendeva giovane nello spiri-to e nella battuta, fino al punto di farti dimenticarela sua età. Era nato il 17 luglio 1927. Aveva da pococompiuto 83 anni. Ci mancherà tantissimo perché,purtroppo, come i lettori già sapranno, ci ha lasciatila sera del 24 luglio mentre era ancora attivo e ope-rativo su più fronti di lotta, impegnato come sem-pre nella realizzazione dei suoi tanti progetti, conin cantiere nuovi libri e nuove idee. Affermava, sen-za stancarsi, che quella dominante in Italia fosse u-na cultura di coristi, dove i più cantano in coro le

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angeli”.Il taglio dell’arianesimo con la tradi-zione romano-bizantina è netto: daun lato, un approccio improntato alrealismo, alla logica, al buon senso;dall'altro, un'impalcatura di cui sol-tanto il fumo del fondamentalismopuò mascherare l’inconsistenza. Nellaprima area è restato vivo il senso del-l’autonomia individuale, del control-lo del potere dal basso, della parteci-pazione collettiva, mentre nella secon-da si è affermata una struttura autorita-ria sia dal punto di vista teologico cheorganizzativo. Il tipo d’uomo che ne èuscito è caratterizzato, da una parte,dalla schiena dritta e dal senso di re-sponsabilità individuale e, dall’altra,dall’abitudine alla sottomissione, al-l’imbroglio e all’accomodamento: untipo che conosciamo bene.Sta di fatto che non appena qualun-que realtà occidentale - spirituale, so-ciale, politica - è entrata in contattocon il mondo rimasto estraneo all’a-rea cristianizzata dai seguaci di Ario(che è quella poi segnata più tardi dal-la ribellione protestante), se n’è verifi-cata un’involuzione in senso tenden-zialmente reazionario.Prendiamo, per esempio, per venire adun’epoca a noi vicina, i semi delle for-midabili intuizioni di Marx (uno deitre della trinità che muove il nostromondo: Marx, Freud e Einstein - nonoccorre sottolinearlo, tutti e tre ebrei).Non appena quei semi entrano incontatto con i popoli dell’area cattoli-ca e ortodossa, essi degenerano e dan-no vita a quelle piante antitetiche allospirito critico e libertario di Marx chesono stati i vari partiti comunisti - che,si noti, fuori di quest’area non hannosuperato mai le poche migliaia d’ade-renti. Organizzazioni di massa distampo chiesastico, improntate all’i-dea del Corpo Mistico che si realizzanella storia sotto la protezione d’unmanto materno: la leadership del par-tito, appunto, assurta nell’immagina-rio degli accoliti al ruolo di Madonna.Il sigillo di questa teologizzazione delmarxismo fu posto, guarda caso, da u-no che proveniva anche lui da fuori l’a-rea ariano-protestante, un mediocre fi-losofante, ma abile organizzatore, no-to come Lenin, che con Stato e Rivolu-zione modellò l’organizzazione dimassa del partito comunista sulloschema dei gesuiti, gettando le basi peril pontificato di Stalin. Appare la figu-ra dell’”intellettuale organico”, cioè dicolui la cui azione si fonda sul princi-pio “Meglio aver torto con l’organizza-zione che ragione contro di essa”. Unmostro inconcepibile nel mondo pro-testante. Questo non è che un esem-pio dell’inquinamento che provienedalla tradizione cattolico-ortodossa,cui si sono sottratti i popoli passati alprotestantesimo. Il conto è presto fat-to : si elenchino i paesi che chiamiamocivili, democratici, progrediti, non sene troverà uno restato nell’area catto-lica o ortodossa, uno cioè in cui non sisia realizzata la separazione tra politi-ca e religione: tra gli ultimi, ieri la Fran-cia con Combes, oggi la Spagna conZapatero (separazioni attuatesi in unclima di scontro inimmaginabile in A-merica, dove non c’è spazio né per cle-ricalismo, né per anti-clericalismo,perché gli Stati Uniti sono nati e cre-

sciuti con le chiese, cattolica compre-sa, e non contro una chiesa, com’è av-venuto per gli stati europei) - tranne,in certa misura, e non certo principal-mente per ragioni spirituali, l’Italia (re-stano due paesi minori, la Polonia el’Irlanda, ma in essi la Chiesa Cattolicaresta viva non soltanto a causa del sot-tosviluppo, bensì del ruolo di tutelapolitica da essa svolto).Ma, nonostante questo, l’affermazio-ne del laicismo, in un senso o in un al-tro, non è stata totale neanche in queipaesi -gli Stati Uniti d’America sonostati i primi a realizzarla compiuta-mente. Si badi a non confondere le ri-correnti ondate di revivalism con l’af-fermarsi di qualcosa che stravolge latradizione americana: si tratta di ma-nifestazioni di religiosità che possonosfociare in forme di esaltazione e an-che di fanatismo, ma non portano aldogmatismo e all’organizzazionechiusa e autoritaria. Esse sono non u-na novità, come sostengono alcuni,bensì un tratto tipico di quella tradi-zione. Certo, anche negli Stati Unitiqua e là aleggiano di tanto in tanto eanche con forza vestigia d’una menta-lità che s’ispira a una visione chiusa delmondo. Basti pensare ai discorsi mille-

naristi che non sono mancati dopol’11 settembre e che già serpeggiavanoalla fine del secolo in vista del nuovomillennio da parte dei fondamentali-sti evangelici. Ma tendenzialmente ilcristianesimo che si è affermato in A-merica come negli altri paesi che si so-no liberati dalla tradizione cattolica vanel senso d’un’estremizzazione dellamatrice protestante e illuminista, inquanto si fonda sulla totale autono-mia del singolo in una cornice ideolo-gica caratterizzata dalla ricerca del be-nessere per l’Uomo Comune, al difuori d’una struttura gerarchica e inun’ottica antidogmatica. Gesù di Na-zareth vissuto come uomo ispirato daDio, per molti anche salvatorema lacui predicazione si fonda in ogni casosullo slancio antidogmatico tipico delpragmatismo racchiuso nel principiorivoluzionario che “la legge serve al-l’uomo e non l’uomo alla legge”. Latradizione del crocifisso morto per ipeccati del mondo e risuscitato è estra-nea al cristianesimo dei paesi avanza-ti tanto quanto il miracolismo con re-lativi santuari (Lourdes, Fatima, Lore-to, ecc.) e reliquie, così radicato neipaesi mediterranei.

È chiaro, pertanto, che i due fonda-menti - libertà religiosa e separazionetra chiesa e stato - sono frutto del fattoche in questi paesi ogni chiesa è carat-terizzata dallo status di associazionevolontaria, ciò che significa non sol-tanto ch’essa dev’essere sostenuta eco-nomicamente da coloro che vi aderi-scono, essendo escluso ogni aiuto fi-nanziario da parte dello stato, ma an-che che l’individuo è di fatto e di dirit-to libero di staccarsene quando e co-me meglio creda, senza per questo in-correre in alcuna sanzione. Oggi si par-la dell’apostasia punita con la mortenell’Islam, ma si dimentica che l’In-quisizione fu creata per colpire chi vo-lesse non soltanto uscire dalla, bensìanche soltanto discutere degli insegna-menti della Chiesa Cattolica.Di qui nasce il disinteresse che caratte-rizza questi paesi per i sistemi teorici eteologici, che i colli torti nostrani cer-cano di screditare con il nome di “se-colarismo”, e l’identificazione della re-ligiosità come perseguimento del be-ne del prossimo. Il soggettivismo eti-co è, in fondo, questo. Ciò che fu con-dannato da Leone XIII, che, scrivendonel 1899 all’episcopato americano, di-chiarava “eresia tipicamente america-na” ritenere che le virtù morali sianosuperiori a quelle teologiche. E, in mo-do più generale, seppure meno espli-cito, dall’atteggiamento di questa me-desima Chiesa Cattolica Romana chesi vede impossibilitata dalla forza del-le cose a mostrarsi intransigente comeha sempre fatto e fa dove può. Già ilprimo vescovo cattolico, John Carroll(1735-1815), della diocesi di Baltimo-ra, considerato il Padre della ChiesaCattolica Romana negli Stati Uniti, do-vette ritardare di alcuni anni la suaconsacrazione, avvenuta nel 1790, acausa del rifiuto di includere nella listadei suoi doveri vescovili il tradizionale“exterminare haereticos”. Queste carat-teristiche consentono, quindi, di par-lare d’un modo di praticare la religio-sità nei paesi civili estraneo alla tradi-zione latino-bizantina. In campo reli-gioso, essa vuol dire per forza prote-stantesimo, cioè possibilità di arrivarea differenti conclusioni partendo dallemedesime premesse, e pluralismo,cioè accettazione di punti di partenzadifferenti dai propri, ma ritenuti egual-mente validi. Quest’ultima caratteristi-ca consente la molteplicità delle fedi,la prima la molteplicità delle chiesecristiane. Credo che anche un breve ex-cursus come il presente sia sufficienteper mettere in luce la fonte che ha ge-nerato e tiene in vita la palude che co-pre il nostro paese, privandolo del ner-bo morale che costituisce la spina dor-sale d’un popolo che non può, quin-di, confrontarsi in modo civile con larealtà. Se all’influenza devastante ai li-velli profondi della psiche collettivaaggiungiamo la lotta accanita portataavanti dalla Chiesa Cattolica nel corsodei secoli contro il progresso scientifi-co; contro le conquiste civili nella sfe-ra personale, con particolare riguardoalla donna; contro le istituzioni e lepratiche liberali, quello che sorprendeè di trovare persone fino a ieri paladinedell’invocazione volterrana che si la-sciano risucchiare da paure e nostalgieinfantili. O dobbiamo pensare al fasci-no non tanto discreto del potere?

La caratteristica principale di questo atteggiamento che iochiamo “soggettivismo etico”, è il rifiuto dell’organizzazione chiesastica gerarchizzata,intermediario tra Dio e l’uomo (eredità protestante), e nella fedeche la vita individuale ecollettiva sia perfettibile(eredità illuminista). 1870, pur essendo stato la Donatio sma-

scherata come un falso dal Valla già nel1440. Ario, il vescovo campione dellalotta contro la tesi trinitaria : non miconsta che qualcuno abbia notato co-me i popoli protestanti coincidanogrosso modo con quelli entrati nellasfera cristiana tramite i suoi seguaci. Sitratta fondamentalmente delle tribùgermaniche dei Goti e dei Longobardiconvertite dall’ariano missionario Ulfi-las, mandato dall’imperatore CostanzoII oltre il Danubio per ragioni politiche.Quando questi popoli s’infiltrarononell’Impero d’Occidente e fondarono iloro regni sulle sue rovine, erano ormaicristiani ariani da oltre un secolo, ad ec-cezione dei Franchi, che da sempre ave-vano aderito al Credo Niceno. All’inter-no di questi regni le due chiese si man-tennero separate : quella ariana per icredenti germanici, che costituivano l’é-lite, e quella nicena per i popoli sotto-messi. Trecento anni dopo, nell’VIII se-colo, tutti questi regni o furono conqui-stati da altri popoli convertiti al CredoNiceno (Ostrogoti, Vandali, Burgundi)o la loro élite finì per accettarlo (Visigo-ti e Longobardi). Ma l’impronta origi-naria dell’arianesimo restò impressa inloro. Evidentemente, dato che le cosenon sgorgano dal nulla, a monte ci

dev’essere stata una cultura comune aquesti popoli, che li ha portati ad ab-bandonare i loro vecchi culti per unanuova credenza religiosa: in versione“umana” però, che li ha sempre resi im-pervi ai dogmatismi, alle pratiche mi-sticheggianti e alle strutture autoritarie,tant’è vero che essi presto si sono scossidi dosso il cattolicesimo.L’arianesimo, infatti, è caratterizzato daun approccio alle cose dello spirito chein qualche modo ricorda l’humus dacui proveniva il messaggio d’un poveroebreo che a tutto pensava meno che afondare una nuova religione - un ereti-co come tutti i profeti, i quali non solofiniscono di solito male, ma quasi sem-pre finiscono per vedere distorto il pro-prio messaggio. Per Ario, Gesù, pur in-vestito di potere divini, apparteneva al-la categoria delle creature, il che implicache si trovava in una condizione subor-dinata a Dio, come, del resto, aveva af-fermato Paolo di Tarso nella Lettera aiRomani in cui diceva che “il dono di Diosi è riversato su di noi per la grazie con-cessa a un solo uomo, che è Gesù Cri-sto”, ripetendo nella Lettera ai Corinziche “tutto gli è sottomesso, tranne ov-viamente Dio, il quale gli ha assogget-tato ogni cosa” e nella Lettera agli Ebreiche “Gesù è stato creato inferiore agli

solite due o tre vecchie e noiose canzoni e do-ve i solisti hanno vita difficile. Scriveva: “I Di-rettori d’Orchestra ne sono chiaramente infa-stiditi e i Ragazzi del Coro, appena il Solistatenta un gorgheggio, corrono a imbavagliarloe a tagliare i fili del microfono”. Per tutta la vitaè stato denigrato, accusato, sbeffeggiato, deri-so, screditato, escluso, emarginato e perfinominacciato dai terroristi rossi. Molti devono laloro comprensione del mondo e della realtàalla lettura dei suoi libri, alle sue analisi, allesue teorie, alle sue particolareggiate documen-tazioni, ai suoi “Controluce” su Radio Radica-le. Mi rendo conto che, quando una personascompare, si tende spesso ad enfatizzare i toni,ad eccedere nell’elenco delle innumerevoliqualità del defunto, a riconoscere in chi nonc’è più un prestigio forse esagerato e una gran-dezza intellettuale che non pare più colmabi-le. Ma stavolta è diverso, per Luigi De Marchi ildiscorso è quello opposto: ha sempre pagato

sulla propria pelle il coraggio delle sue ideecontrocorrente e non si è mai voluto piegare a fa-cili scorciatoie di comodo, non si è mai vendutol’anima per far carriera e non ha accettato i tantivantaggi assicurati dalla cultura dominante incambio di una cessione in bianco della sua one-stà intellettuale o morale. Era un uomo sensibilee geniale. Ora che non potremmo più chiamarloal telefono per dargli il riconoscimento che a-vrebbe meritato, si tratta di restituire all’uomo glionori e tutto quanto avrebbe dovuto ricevere invita per la sue lotte di libertà. Storica rimase lamanifestazione anticlericale organizzata il giornodi Pasqua del 1967 a Piazza S. Pietro in cui Mar-co Pannella, De Marchi e pochi altri eretici o Ra-dicali srotolarono vari striscioni in cui si chiedevaal Pontefice di non porre veti alla legalizzazionedella pillola anticoncezionale in Italia. Ne parla-rono, in prima pagina, molti giornali italiani estranieri e le televisioni di mezzo mondo in quelmomento presenti in piazza per la solenne occa-

sione e, addirittura, negli Stati Uniti, l’iniziativafinì sulle prime pagine di alcuni dei quotidianipiù blasonati. “Sesso e Civiltà” fu soltanto il pri-mo tassello di una serie di opere scritte da DeMarchi sulla sessualità e sulla sessuofobia che loportarono ben presto ad avvicinarsi, in manieracritica, alle teorie di Wilhelm Reich e al lancio diuna visione nuova dei fenomeni individuali e dimassa attraverso la cosiddetta “psicopolitica”, i-deata dallo stesso De Marchi negli anni ’70. Laconstatazione da cui parte De Marchi nel 1959 èla seguente: “La condanna o la vergogna dellasessualità - propria della nostra morale tradizio-nale - non fu e non è un fatto universale”. Il libroripercorre così la storia della sessualità nella vitadell’uomo in tutte le epoche e in tutte le culture,evidenziando le distorsioni subentrate con unavisione dogmatica e sessuofobica del rapportotra uomo e donna. Nell’era del boom economi-co e del conformismo anni ’60, Luigi De Marchi,rischiando la solitudine e l’ostilità dei colleghi,

non rinunciò ad esaminare le conseguenze che ledinamiche psicologiche hanno non solo sull’in-dividuo, ma sulla società, sulla politica, sulla de-mografia, sulla sessualità e su ogni altro ambitodella vita. In quegli anni fondò la Scuola di Reichin Italia. Poi, nel decennio successivo fondò laScuola Bioenergetica di Alexander Lowen e, neglianni ‘80, quella di Carl Rogers, arrivando a dareun contributo fondamentale alla riscoperta e allavalorizzazione di Otto Rank, altro geniale allievodi Freud. Luigi De Marchi, inoltre, è stato semprein prima linea nella sensibilizzazione sui rischidell'esplosione demografica di cui ha fatto, peranni e decenni, una lunga e durissima battagliacontrocorrente. Caro Gigi, eri un uomo coraggio-so, libero, vero. Ora che hai chiuso gli occhi, saràpiù difficile per chi ti amava e ti ama, sentirsi piùlibero. Perché tutti noi dobbiamo a te la conqui-sta di alcune nostre libertà. Senza di te, sarà dura.

Pubblicato su Notizie Radicali del 28/07/2010

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Cannabis terapeutica

Io, perquisito per una curaCarabinieri irrompono nella casa del dirigente dell’AssociazioneLuca Coscioni Andrea Trisciuoglio, malato di sclerosi multipla.Colpevole di curarsi con “l’erba proibita”Valentina Stella

L a mattina del 29 giugno,cinque carabinieriirrompono in casa di

Andrea Trisciuoglio e laperquisiscono. Trovano ilBediol e lo conducono incaserma notificandogli unavviso di garanzia per l' indaginein corso, in base all’articolo 73del decreto 309-90 sullacoltivazione o detenzione a finedi spaccio di stupefacenti.. Lavicenda nasce dalla procura diMerano, nell’ambito diun’indagine riguardante un sitointernet che commercializzasemi di canapa indiana e altromateriale per la coltivazionedelle piantine. Alla procura diFoggia è poi giunto un elencocon ventitre nomi di persone daperquisire, tra cui Trisciuoglio.

Andrea vuoi raccontarci cosa èaccaduto quella mattina del 29giugno?Alle 7.00, cinque carabinierisono venuti a svegliarmi con un

mandato di perquisizioneperché in cerca di sostanzestupefacenti.

Come hai reagito tu esoprattutto la tua famigliaall’arrivo dei carabinieri?Incredulità. Sembrava un bruttosogno. In sedici mesi di vita delbambino non l’ho maisvegliato. L’hanno fatto loro.

Hai spiegato loro la tuasituazione clinica?Quando mi hanno detto cheavevano un mandato diperquisizione perché convintiche possedessi cannabis non hocapito subitissimo a cosa siriferivano e ho mostrato loro ilmio farmaco cannabinoide(Bediol) fornitomidall’ospedale, che utilizzo percontrastare molti sintomi dellamia sclerosi multipla.

I carabinieri hanno sostenutodi non sapere della tuamalattia. Tu credi della loro‘buona fede’?

È vero che hai ricevuto una telefonatadal sottosegretario Giovanardi?L’altro giorno ricevo la sua telefonata sulmio cellulare e mi dice che mi chiamaper esprimermi solidarietà per quantomi è accaduto. Continuava lacomunicazione con una serie diinesattezze: mi dice che accedere allacannabis terapeutica è semplicissimo edio gli ribatto che non è propriamentecome lui dice e me lo dimostrano anchele decine di telefonate che ricevoquotidianamente da pazienti che nonsanno come fruire dei farmacicannabinoidi. Secondo, mi dice che ilproblema è che qui in Italia mancanocentri di sperimentazione ed io ribattonuovamente che stiamo parlandoappunto di una terapia, riconosciuta daanni anche in Italia ed inserita nellatabella II B delle sostanze prescrivibili,non di una nuova molecola dasperimentare. I centri per la cura ci sonogià, e sono gli ospedali. A Rovigo, inoltre,c'è un centro d'eccellenza dell'ENTECRA-ISCI dove si produce canapa ma èvietato fare commercio di questomateriale; si può fare solosperimentazione a fini di ricerca: è perquesto che annualmente la miamedicina viene bruciata, con relativoaggravio dei costi per il Servizio Sanitarioche deve importare il farmacoequivalente dall'Olanda (uno deicontrosensi della politica italiana).

Come si è conclusa la conversazione?Quando ha appurato che non potevoessere un suo elettore ha chiusofrettolosamente il telefono dicendominuovamente comunque che volevaesprimermi solidarietà.

Tu sei un radicale e i radicali hannosempre combattuto e continuano afarlo per la legalizzazione dellamarijuana. Qual è il tuo impegno perquesta battaglia?Si, io sono Radicale e se gli inquirentil’avessero saputo avrebbero anchesaputo che noi Radicali da sempre cibattiamo per la legalità e se avessimocompiuto un’illegalità ci saremmoautodenunciati o l' avremmo resapubblica, come la nostra storia insegna ele nostre battaglie richiedono.

Vuoi aggiungere altro?C’è ancora tantissimo da fare, è assurdocriminalizzare malati che vogliono solosoffrire meno e vivere meglio in salute,senza dar fastidio a nessuno.Probabilmente se non avessi ricevutolegalmente il mio farmaco avrei coltivatoanch' io, come tanti altri malati, la miamedicina. Perché naturalmente non citenevo minimamente a finanziare lacriminalità organizzataapprovvigionandomial mercato nero,né potevo attendere senza far nulla cheil mio corpo continuasse ad invalidarsi,rinunciando ad una terapia nel miocaso così efficace. La lotta per lacannabis terapeutica, insieme ai tantimalati che come me ne hanno bisogno,è la mia battaglia che, da radicale, conl’Associazione Luca Coscioni porteremoavanti senza farci intimidire.Criminalizzare l’uso terapeutico di unapianta è proprio di uno stato etico eascientifico, non di uno stato di diritto.

AndreaTrisciuoglio

Consiglieregeneraledell’AssociazioneLuca Coscioni e presidente dellalocale sezionefoggianadell’associazione.Il 20 febbraio2006 gli è statadiagnosticata lasclerosi multipla.L’8 aprile diquest'anno laRegione Puglia gliha riconosciutoformalmente ildiritto dicontinuare acurarsiadoperando unfarmaco, il Bediol,derivato dallacannabis, che gliviene appuntopassato dall’Asl diFoggia

Chi è

Assolutamente si. Erano mortificatiper la mia situazione. L’aver visto lasedia a rotelle li ha mortificati ancordi più, ma dovevano compiere ciòche era stato ordinato loro di fare.

Sei stato condotto in caserma? Dicosa ti hanno accusato?Alla fine della perquisizione dellacasa, del box, della mia autovetturami hanno portato in caserma perverbalizzare il tutto. Mi hannoindagato per l’art. 73 del dpr 309/90:detenzione a fini di spaccio disostanze stupefacenti.

Il fascicolo su di te è ancora apertoo le accuse sono cadute?Il mio caso è stato prontamentearchiviato, non sono mai stateformulate accuse di alcun genere.

Tu hai mai acquistato qualcosa sulsito ‘incriminato’?Certo, ma materiale assolutamentelegale, come lo sono i semi dicanapa.

Legislazione�cannabis

Il DPR 309 del 9.10.1990 rappresenta iltesto unico delle leggi in materia di disciplinadegli stupefacenti e sostanze psicotrope. Sulsito del Ministero della Salute, nella sezione‘Medicinali, sostanze stupefacenti epicotrope’, c’è una pagina dedicata aimedicinali cannabinoidi, dal 2006liberamente prescrivibili ed importabili adiscrezione del medico. Vi si legge che“l’introduzione dei cannabinoidi nella TabellaII, sezione B delle sostanze stupefacenti epsicotrope rende possibile utilizzarli nellaterapia farmacologica (terapia del dolore,sclerosi multipla) e crea le basi normativeper autorizzarli all’immissione in commercionel mercato italiano” e si precisa che “...imedicinali cannabinoidi trovano indicazionenel trattamento farmacologico della nauseae del vomito in pazienti affetti da neoplasieed AIDS sottoposti alle cure con farmaciantiblastici e antivirali” e che“sperimentazioni cliniche sull’uomo

riguardano il trattamento dell’asma e delglaucoma; inoltre si sta valutando la loroattività antidepressiva, anticonvulsivante,antispasmodica e come stimolantidell’appetito”. Si precisa inoltre che “icannabinoidi si dimostrano efficaci nelmigliorare la qualità della vita dei malatiaffetti da sclerosi multipla” e che “Lacontemporanea somministrazione deglioppiacei con i derivati della cannabis riducela probabilità dell’instaurarsi” degli “effettiindesiderati, talvolta di grave entità, come ilblocco intestinale”, tipici degli analgesicioppiacei. Intanto la Regione Puglia haapprovato la gratuità della cannabis terapia,anche se limitata ad alcuni sintomi epatologie, con una delibera di giunta firmatanel febbraio scorso dall´assessore allaSanità Tommaso Fiore. Ogni ASL, infatti,dovrà coprire la totalità dei costi per laterapia a base di cannabis e garantire iltrattamento almeno a tutti i pazienti cherispondono ai requisiti indicati, e la cuiprescrizione sia firmata da un medico dell'ospedale.

TRIBUNALE

www.pazienticannabis.orgIn

rete

PROIBIZIONE E UNIVERSITÀ

AlbertoSciolari

vice-presidente

di P.I.C.,Pazienti

ImpazientiCannabis

Aziende sanitarieObiettricidi�fatto

Qual è lo status dei malati che necessi-tano di farmaci derivati dalla cannabisdopo la legge Fini Giovanardi? La Fini-Giovanardi non ha alcun possibileeffetto sui farmaci cannabinoidi regolar-mente prescritti ed importati, da quando ilTHC è in tab. II sez. B (2007) delle sostanzestupefacenti prescrivibili. Ne ha invecemoltissimi e particolarmente deleteri suimalati che, non riuscendo per vari motiviad accedere alla terapia attraverso il canalelegale, per il clima intimidatorio verso imedici e per l' illegittimo boicottaggio dellalegge (DM 11-2-97) da parte delle Asl, colti-vano o comunque detengono Cannabisper il proprio esclusivo uso terapeutico.

Quali sono i lati positivi e quelli negati-vi della delibera 308 della Regione Pu-glia? Positivi non ce ne sono. Era già esplicitonella normativa di riferimento (DM 11-2-97) che i farmaci venissero forniti gratui-tamente tramite ospedale, senza limiti disintomi o patologie, a totale discrezionedel medico. Piuttosto, la 308 inserisce pe-santi limitazioni all' accesso per i medicie per i malati tutti e non risolve il nododelle Asl “obiettrici” di fatto, pratica ille-cita facilmente sanzionabile ed archivia-bile con un minimo di buona volontà.Dalla Regione Puglia ci aspettiamo bendi più. La Coalizione per l' accesso allaCannabis medicinale nella regione Pu-glia (composta da: Assoc. Luca Coscioni,Assoc. Cannabis Terapeutica, P.I.C.) èquindi su posizioni molto critiche versola 308 ed ha già ottenuto da esponentidella Giunta la disponibilità e la dichiara-

zioni di voler procedere rapidissimamen-te ad un intervento correttivo adeguato.Tuttora, a ben due mesi dagli impegnipresi verbalmente dagli esponenti regio-nali attendiamo ancora la convocazioneall' Assessorato alla Salute, per poter ri-mediare al disastro attuale. Oggi anche ipazienti SM collezionano dinieghi e nonriescono ad accedere alla terapia, in Pu-glia. Non aspetteremo ancora per moltoa rendere pubbliche le nostre radicali cri-tiche al merito ed alla forma della delibe-ra attuale: il tempo è ormai scaduto e lanostra proverbiale pazienza anche, non cipiace affatto farci prendere in giro assie-me a tutti i malati coinvolti.

Un commento sulla vicenda di Andrea.Purtroppo sui media la vicenda di An-drea è uscita male, come se il motivo del-la perquisizione fosse stata la sua terapiacol Bediol, o come se la perquisizione

stessa avrebbe potuto essere evitata, se laterapia di Andrea con la Cannabis fossestata a conoscenza dei magistrati di Mera-no o di Foggia, o delle forze sell' ordine.Queste inesatte ricostruzioni hanno crea-to un ingiustificato allarme tra i pazientiche stanno percorrendo l' iter burocraticoper accedere ai farmaci importati, spin-gendoli ad entrare in clandestinità e ri-nunciare a richiedere la Cannabis allapropria Asl, il che invece sarebbe la solacosa in grado di tenerli fuori e lontanodall' ambito penale. Un danno enorme,esteso anche ai medici i quali già si tene-vano alla larga per paura di rappresagliedalla pacifica possibilità di prescriverequei farmaci e sono diventati ancor me-no disponibili oggi. Dobbiamo tentareun intervento chiarificatore, a partire dall'Agenda Coscioni oggi.

V.S.

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Largo ai giovani?No, ai meritevoli!

A. Ballabeni, E. Palescandolo, M. Merighi

S evogliamo un sistema di qualità, la meri-tocrazia dovrà essere valutata più efficace-mente di come lo è ora e soprattutto di

continuo. Ovvero, non tutti potranno fare car-riera accademica ma solo i più valenti. I soldiper la ricerca dovranno quindi essere veramentedestinati solo a chi dimostra di aver avuto buo-ni risultati negli anni recenti e chi propone pro-getti interessanti per il futuro. Chi lavora male enon produce dovrebbe cambiare mestiere. I sol-di per atenei ed istituti dovranno essere distri-buiti premiando veramente i migliori e magarichiudendo qualche centro improduttivo. NegliStati Uniti, che i dati indicano essere forse il po-sto con la migliore produzione scientifica, i con-corsi universitari in vecchio stile italiano non e-

sistono. Infatti non ce n’è bisogno. Le universitàstatunitensi in genere scelgono ricercatori e pro-fessori guardando i loro curricula e facendo lun-ghe chiacchierate di valutazione. Quando undipartimento di ricerca ha l’obbligo di ottenererisultati per avere finanziamenti avrà sempre ilmassimo interesse a scegliere i migliori sul mer-cato anziché parenti od offerenti favori di varianatura. I selezionati a loro volta saranno costret-ti a dare il massimo per non perdere la posizio-ne e per ricevere finanziamenti esterni. Inoltre,se un professore dimostra di essere inadeguatoall’insegnamento (cosa pensano i suoi allievi dilui?), non vi è ragione perché debba continuarea fare danni o a delegare altri in suo nome. Nonvogliamo ora entrare nei dettagli tecnici che il si-stema italiano dovrà adottare. Siamo del restocerti che, ci fosse il giusto contesto culturale, me-todi di valutazione potrebbero facilmente esse-re implementati così come in altri parti delmondo. Inoltre, pensiamo che nel lungo perio-do il diritto al mercato del lavoro debba essere

offerto anche agli over 65. In precedenza ci era-vamo focalizzati sul problema culturale dellagerontofobia, un male che si manifesta conmolte sfaccettature nella società. Avevamo indi-cato per il mondo del lavoro una direzione ver-so la quale tendere, quella dell’ abolizione delpensionamento obbligatorio (da accompagna-re ovviamente ad altre misure). Nel caso specifi-co dell’università riteniamo a maggior ragione,vista la peculiarietà della professione accademi-ca, che si debba arrivare in futuro all’abolizionedell’obbligo di ritiro. Agli over 65 meritevolinon si dovranno quindi offrire contratti specialima gli stessi contratti e opportunità di compete-re che si offrono agli under 65. Ovvio che per farquesto occorrerà anche armonizzare le condi-zioni di lavoro, come ad esempio la differenzadi stipendio tra inizio e fine carriera. Guardare aquello che fanno altri paesi è sempre utile perimparare delle cose. Allo stesso tempo sarebbeun errore subire acriticamente quello che succe-de all’estero. Nei paesi del mondo avanzato esi-

stono sistemi universitari disparati e spesso que-sti sono migliori di quello italiano ma ciò nonsignifica che essi siano perfetti. Sarebbe quindiutile comprendere subito, mentre si assestano iprimi colpi agli over 65 immeritevoli (e sarà cer-tamente più facile farlo quando ci sarà unamaggioranza parlamentare concorde), a qualesistema si vuole arrivare in futuro. Questo nonsarebbe affatto un puro esercizio cerebrale, perdue motivi. Il primo è che conoscere gli obietti-vi a lungo termine è fondamentale se si ha l’in-teresse a muoversi da subito nella giusta direzio-ne, evitando così ulteriori perdite di tempo. Ilsecondo è che la definizione di alcuni principi èfondamentale, a prescindere dal sistema univer-sitario, per stabilire i valori di base che vogliamoper la nostra società. Pensiamo che lo sloganconcettualmente ed educativamente appropria-to non sia “largo ai giovani” quanto invece “lar-go ai meritevoli”. Quasi tutti gli accademici lon-tano dai 65 sono favorevolissimi all’applicazio-ne di una vera meritocrazia sopra quella soglia.

Università

IL CONFRONTO

Marco Merafina

I ricercatorifantasmaIn Italia i ricercatori sono 26mila, il 40% del corpo docente,ma la loro attività non viene riconosciuta

Piergiorgio Strata

Pensionareper riformareCon il pensionamento a 65 anni, 30mila posti si libererebbero.Con il risparmio apriamo ai nuovi professori e alla ricerca

MarcoMerafina

Facoltà diFisica, Roma ‘LaSapienza’. CoordinatoreNazionale deiRicercatoriUniversitari

PiergiorgioStrata

Professoreordinario diNeurofisio-logia.Copresiedel’AssociazioneLuca Coscioni

Annalisa Chirico

Perché il ddl Gelmini non va?Perché si riconferma ilsottofinanziamento dell’università ela questione dei ricercatori in ballo da30 anni non viene ancora risolta. InItalia i ricercatori sono 26.000, il 40%del corpo docente, e svolgonoun’attività di didattica, che non vienericonosciuta dal punto di vistalegislativo.

La battaglia a tutela dei ricercatori atempo indeterminato non rischiadi diventare una difesa corporativa?Noi non vogliamo che tra cinque osei anni avvenga una guerra trapoveri. La nostra non è una battagliacorporativa perché la richiesta diriconoscimento del nostro statogiuridico la chiediamo senza chevenga impiegata una risorsafinanziaria.

L’Italia, rispetto alla media europea,spende così poco e male?L’Italia spende circa lo 0,08% del PIL,molto al di sotto della mediaeuropea. Detto questo, se i soldi sonopochi, questo non ci autorizza aspenderli male. Il sistemauniversitario va finanziato come benein sé, se vogliamo che il paeseprogredisca.

Non occorrerebbe una battaglia deiricercatori contro gli sprechinell’università?Certo. Per fare questo, per esempio,c’è un altro aspetto del ddl, cheandrebbe approfondito: la cosiddettagovernance. Questo ddl mette asistema le competenze delle facoltà edei dipartimenti, che spesso sisovrapponevano; questo però creadei problemi per quanto riguarda lacomposizione del consigliod’amministrazione e del Senatoaccademico, che prendono ledecisioni fondamentali all’internodell’ateneo. Così sarà più difficileavere un controllo su come vengonoimpieate le risorse.

Questo ddl, tra le altre cose, separa potere accademico eamministrativo e abolisce i compitidi ricerca delle facoltà a favore deidipartimenti…Riguardo la divisione di competenzetra facoltà e dipartimenti, sonocompletamente d’accordo. Riguardo

invece al Senato accademico e al cdaho delle perplessità: da questo ddlesce la figura di un rettore autocrate,che decide tutto, che nomina icomponenti del cda. Il senatoaccademico viene esautorato dialcuni poteri perdendo la funzione dicontrollo rispetto a ciò che fa il cda.Così facciamo un passo indietro.

“Valutazione” è la parola chiave del Rae (Research AssessmentExercise), il modello inglese dove iprofessori vengono giudicati inbase alle pubblicazioni degli ultimi5 anni e ogni dipartimento ricevesoldi in base alla qualità della suaofferta didattica. Che ne pensa?Se noi dobbiamo valutare la carrieradi una persona che lavora all’internodi un’università, che non è un ente diricerca, non possiamo limitarci avalutare l’impact factor, laproduttività scientifica, ma anchel’attività didattica e per i medicil’attività di assistenza.

Non crede che sarebbe meglioscindere didattica e ricerca?Sono nettamente contrario. Nonpossiamo lasciar scadere l’universitàda una parte super-liceo e dall’altraente di ricerca. Ricerca e didatticasono intimamente interconnesse.

Il ministro Gelmini ha aperto alla possibilità di pensionamentodei professori a 65 anni: siliberebbero in pochi anni 30.000posti.Il problema non è a quanti anni mache si vada in pensionamento tuttialla stessa età; c’è una vita media chesi sta allungando e tutte le età dipensionamento stanno salendo.Non possiamo ragionare che solocacciando via qualcuno si fa posto aqualcun altro: bisogna finanziare dipiù l’università. 70 anni è un buonlimite, l’importante è che vengarispettato.

Avete annunciato che bloccherete icorsi di laurea per l’anno prossimo.Gli studenti devono preoccuparsi?Finché non ci verrà riconosciuto illavoro in più svolto, ci limiteremo asvolgere quello attualmentericonosciuto. Abbiamo soloquest’arma: ci limitiamo a svolgere illavoro che al momento ci è destinato.Qui è in gioco l’università, non soloper i ricercatori ma per tutti.

Il ddl Gelmini fa infuriare iricercatori...In Italia abbiamo persone chesvolgono ricerca ad un ottimo livello,ma in media la nostra ricerca non èadeguata al ruolo di un Paesesviluppato come il nostro. Neifinanziamenti internazionaliportiamo a casa meno di quantoversiamo. Nel primo bando ERCgiovani il 40% degli italiani, chehanno vinto un finanziamento,hanno deciso di spenderlo in un altropaese. Nel secondo bando lapercentuale è salita al 60%. Lariforma è urgente e contiene 4 pilastrifondamentali per invertire la rotta.

Quali sono?L’ingresso dei privati nei consigli diamministrazione; l’abolizione deiconcorsi locali; il dipartimentodiventa la cellula principaledell’università; la fine del ruolo delricercatore a tempo indeterminato el’introduzione della tenure track,dove solo alla fine di un percorso dialcuni anni l’individuo viene valutatoe, se merita, potrà accedere a unaposizione a tempo indeterminato.

L’Italia, rispetto alla media europea,spende davvero così poco o spendemale? Secondo lo European InnovationScoreboard in Italia la spesa pubblicain ricerca si aggira intorno allo 0,56%del PIL a fronte di una media europeadello 0,65%. Lo EIS lavora per laCommissione Europea e non per ipartiti di destra o di sinistra. Ilfinanziamento pubblico va spesomeglio. E’ necessario eliminare itantissimi sprechi.

Il CNRU ha concentrato la suabattaglia sulla tutela dello statusgiuridico del ricercatore. Il ricercatore a tempo indeterminatoesiste soltanto in Italia. Gli attualiricercatori a tempo indeterminatonon perderanno il loro posto, mapotranno accedere all’idoneitànazionale e, se passa ilpensionamento a 65 anni, vedrannoaprirsi davanti un’autostrada. La valutazione è la madre di tutte lebattaglie ed è prevista conl’istituzione dell’Agenzia Nazionaleper la Valutazione del SistemaUniversitario e della Ricerca(ANVUR) creata dal Ministro Mussi eche la Gelmini ha messo in funzione.

Inoltre, il ministro ha già nominatoalcune persone che sono unagaranzia di serietà, come i professoriSalvatore Settis e Carlo Bordignon.Nella ricerca selezione e meritocraziasono indispensabili come nellosport.

Il CNRU è contrario alla divisionetra Teaching e Research University.Nella Research University (RU) si fa ricerca e si insegna, mal’insegnamento lo si fa ad alto livello.Non si può impiegare un Nobel perinsegnare a chi diventeràoptometrista. Negli USA esistonoquasi 300.000 college che preparanoai corsi superiori. Nelle TU sitrasmette conoscenza (ma si puòanche fare ricerca), nelle RU si creaconoscenza.

Perché in pensione a 65 anni?Negli USA, dove la discriminazionein base all’età è proibita, chi fa ricercaincrementa il suo stipendio daifinanziamenti che ottiene; inoltre,deve versare alla struttura unapercentuale dei suoi finanziamentiche gli consentono di occupare spazi, usareapparecchiature ed usufruire diservizi. Senza si troverebbe in spaziangusti e pagato poco e quindipreferisce accedere al suo fondopensione. Con questo meccanismomeritocratico gli ultra65enni sono il3%. In Italia l’età della pensione perun professore è di 70 anni ed il 50%dello stipendio di un docenteuniversitario grava sull’investimentoin ricerca, anche se questa non vienesvolta o se è di scarsa qualità.

Si agevolerebbero nuovi ingressi?Sulla base dei dati MIUR entro iprossimi 3 anni andranno inpensione 12.500 docenti e neiprossimi 10 anni il numero sarebbedi 30.000. Con la proposta delpensionamento a 65 anni i 30.000posti si libererebbero entro pochianni. Con il 50% di quantol’Università risparmia si possonoreclutare un numero simile di nuoveleve come Professori Associati checostano molto meno, mentre ilrimanente 50% compenserebbealmeno in parte il severo taglioprevisto ai finanziamenti, che in ognicaso si auspica venga ridotto.

A.C.

SULLA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ CHE HA SUPERATO IL VOTO DEL SENATO

Page 12: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

MartinaTesta

Direttrice editoriale dellacasa editrice Minimum Fax,unanimemente consideratatra i più competentitraduttori italiani di linguainglese. Tra gli altri hatradotto David FosterWallace, CharlesD’Ambrosio, KurtVonnegut, CormacMcCarthy.

La scintilla del lib Andrea Bergamini

Da alcune settimane è lacasa editrice sugli scudigrazie alla brillante ideadi far dialogare in un sololibro due tra i più

importanti e redditizi scrittori italiani,Carlo Lucarelli e Andrea Camilleri. Con“Acqua in bocca”, dopo anni passati aconquistarsi credibilità e attenzione, lacasa editrice romana Minimum Fax (giàeditore di Carver e più recentemente diRichard Yates, l’autore di RevolutionaryRoad), ha toccato le vette della classificadi vendita dei libri. Direttore editorialeè Martina Testa, una delle anime dellacasa editrice da un decennio,unanimemente considerata tra i piùcompetenti traduttori italiani di linguainglese. Tra gli altri ha tradotto DavidFoster Wallace, Charles D’Ambrosio,Kurt Vonnegut, Cormac McCarthy.

Per come la concepisci o la realizzi tu,su quali valori si fonda o quali valoriesprime l’esercizio e la pratica dellavoro editoriale?Vivo il lavoro editoriale con uno spiritopiù di missione che di impresa. Percome la vedo io pubblicare dei libri,spingere le persone a leggerli, sonoattività che vanno al di là del semplicefatto di vendere dei libri. Anzi, inmaniera del tutto utopistica, vorreiquasi che non ci fosse un mercato, che ilibri non fossero merce di scambio, cheidealmente fosse un’attività dacompiere gratuitamente. Ovviamenteciò non è possibile.Minimum Fax pubblica soprattutto libridi narrativa contemporanea e un po’ disaggistica che si concentra sulle le arti –cinema e musica - e in anni più recentianche di saggistica di politica e attualità.Il nostro obiettivo è proporre dei libriche riescano ad arricchire chi li legge, adassicurare loro una prospettiva inedita.Pubblichiamo romanzi che possano farvedere al lettore il mondo in unamaniera non banale, magari diversa daquella più stereotipata, che presentaoggi la televisione in particolare, maanche molto cinema. Credo, peraltro,

nel valore etico della scrittura e dellaparola. Penso che un libro ben scritto,anche se non ha “un messaggio politico”diretto, per il solo fatto di riuscire acreare una comunicazione, tra le idee, isentimenti e i contenuti della testa di chiscrive e il contenuto della testa di chilegge, ha la capacità di creare un contattointellettuale e potenzialmente undibattito.Può, insomma, spronare a vedere le cosein maniera diversa da quello che sipensava. Oppure, ha la capacitò dire conparole nuove, diverse, particolarmenteefficaci ed azzeccate qualcosa di cui noiavevamo una percezione, che sentivamoin maniera confusa, e che vediamoespressa in una maniera che ci tocca.Questo tipo di cortocircuito, di scintilla,che si crea tra menti diverse, possiede unvalore di comunicazione profonda e distimolo a nuove idee e nuove attività. Mipiace pensare che pubblichiamo libri chenon lasciano il lettore identico a comel’abbiamo trovato, libri che loemozionano, che in qualche maniera locambiano, lo fanno appassionare a uncerto tema o a un certo modo di scriveree gli ampliano i punti di vista.A questo valore, che evoca soprattutto lacomunicazione e il dialogo, aggiungereila cura, l’attenzione e la competenza.Sono valori che ci imponiamo e che ciauguriamo di realizzare nel nostrolavoro, consapevoli che l’improvvisazione è contagiosa, e sulpiano culturale, fonte di veri e propridisastri intellettuali.

Questi valori che hai elencato sono incompetizione o assecondano i valoridominanti del Paese?Sono sicuramente dei valori condivisidalle persone con cui lavoro e sonocondivisi anche dal mondo editorialecon cui mi trovo a lavorare. Ci sonointerlocutori in altre case editrici in Italiae all’estero che vivono il lavoro editorialein maniera identica. Temo che siano unaminoranza all’interno dell’editoria e,allargando lo sguardo, anche all’internodella società italiana o del mondo deimedia o della comunicazione, doveinvece mi sembra che l’istanza digenerare senso critico o di incoraggiare

Chi è

L’INTERVISTAMartina Testa

LE INTERVISTE IN AGENDA

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Un libro benscritto ha lacapacità di creareun contattointellettuale epotenzialmenteun dibattito.

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bro, antidoto agli stereotipiIntervista a Martina Testa, Direttrice editoriale di minimum faxposizioni originali, di mettere indiscussione il già dato, trovinoscarso consenso. Si tende ariproporre cose cui il lettore o ilfruitore di uno spettacolo, o di unamostra, sono già abituati. Si tendea riproporre cose che il lettore giàconosce, che già immagina. Sitende a non voler sorprendere, anon voler destabilizzare.

Le vostre scelte editoriali eculturali tendono a costruireun’isola difensiva oppure sieteancora convinti di poterintervenire sul contesto piùcomplessivo?Lavoro non pensando di fare deilibri per pochi che la pensanocome me. Non vorrei parlareall’interno di una piccola cerchia digià convertiti, di persone chehanno il mio stesso modo divedere, appassionati di letteraturao di cinema. Il mio tentativo èquello di interessare al tipo dinarrativa che mi piace, ai temi chetrattano i nostri libri, un pubblicopiù ampio. Che io riesca o meno afare questo è difficile da giudicare.

Però l’obiettivo è quello diincidere su un contesto piùampio, giusto?Senz’altro. Tra l’altro a prescinderedallo specifico letterario, ci premee mi preme come operatoreculturale creare degli spazi diaggregazione per le persone.

Quali sono le tue principaliappartenenze?Le mie appartenenze non sonogeografiche. Io sentoun’appartenenza politica a un’ideadi sinistra che esprima valori disolidarietà, di integrazione, diresistenza al capitalismo e alliberismo, un’istanza forte dicollettività.

Con i tuoi colleghi avverti unospirito di appartenenza?Sento uno spirito di appartenenzacon i colleghi di Minimum Fax, cheè anche un po’ la mia famiglia,però questo non mi impedisce disentirmi parte di qualcosa, di cuifanno parte altri miei colleghi diEinaudi o di Faber & Faber inInghilterra. Mi sento parte di unmondo dell’editoria, di quellazona dell’editoria che condividecon me certi valori. Non mi sentovicina all’amministratore delegato

di Mondadori, ma mi sento dicombattere la stessa battaglia conEdorardo Brugnatelli, l’editor diStrade Blu (Mondatori) che haimposto negli anni una narrativaamericana intraprendente,originale, sovversiva. Mi sento partedi un gruppo di persone che fannoil mio lavoro nella stessa maniera,ognuno con le proprie specificità.

Come ti rapporti con chi preferiscela pratica della solitudine?Io lavoro con scrittori italiani soloda un anno e mezzo. Prima mi sonosempre occupata della letteraturastraniera. Non ci sono stati spessocasi di frizioni o tensioni o fratturecon gli scrittori. In genere gliscrittori con cui lavoriamo si fannocoinvolgere in uno scambio di idee.Condividono abbastanza il nostromodo di fare editoria e di vivere inItalia oggi. Non dico che abbiamotutti il cervello fatto nello stessomodo, però devo dire cheraramente mi è capitato unoscrittore arroccato su posizionimolto diverse dalle nostre.

Provi fascino per l’anomalia?Sì. Mi interessa ciò che misorprende, che non è consueto. Peròè anche vero che oppongo confacilità resistenza a ciò che sulmomento mi appare lontanissimoda me.

Ritieni che forma della narrativapossa essere utile nel discorsopubblico?Mi piacerebbe che il linguaggiodella politica cambiasse e dallo stiledel proclama o dell’enumerazionedi problemi, dall’astrattezza,passasse alla concretezza di undiscorso che affronta il vissuto dellepersone, che abbia dentro unacomponente di vita, di storia, dilinguaggio idiosincratico,personale. Mi piacerebbe sentire unpolitico che parli da persona vera ereale e che non assomigli a untazebao. Ho appena finito ditradurre un libro di saggi suObama, nel quale si sottolineacome lo stesso Obama sia riuscito aribaltare la modalità retorica tipicadell’uomo di potere. Io credo moltonel narratore come “inventore” o“artefice”, “demiurgo” di unmondo narrativo. Mi piace l’ideache anche un politico possaimmaginarsi come “creatore”.

Sul piano dell’oratoria c’è unpolitico che ti sembrainteressante?Obama, appunto. Mi ha colpito direcente Giuseppe Civati del PDlombardo. Mi sembra un politicoche abbia un rapporto con la realtàe il mondo rispetto alla media delpolitico da talk-show che va perbattutine o per frasi fatte.

Come è cambiata la tua nozione diintellettuale nel corso degli anni?A diciotto anni avevo una visionepiù idealistica. Pensavo chel’intellettuale fosse un puro,animato da certe idee, che avrebbeilluminato con la luce della Ragionela strada per il popolo. Invece illavoro e l’esperienza editoriale mihanno mostrato che spesso gliintellettuali sono meschinamenteattratti dalle beghe da salotto, sonoanche un po’ invidiosi. Sonoabbastanza sfiduciati sulleproprie concrete possibilità diincidere.

Qual è la tua idea concreta eideale di intellettuale?Innanzitutto per me unintellettuale è una personaall’altezza professionalmente, chenon parli di ciò che non sa, chenon metta bocca tanto per dire cheha messo bocca, che abbia dellasostanza reale, che non si nascondatroppo.Per me una figura positiva èquell’intellettuale che si apre aglialtri, che metta idee in circolo.

Mi fai un esempio di prepotenzao di prevaricazione culturale?Non è proprio una prevaricazione.Mi ha fatto rabbia il modo in cui lafigura di Roberto Saviano sia statasfruttato dalla sinistra, ridotta apiccola icona, a speaker, abandiera, diluendone la forza.Penso si potesse valorizzare inmaniera diversa, invece di farne unsantino da chiamare in causaanche quando muore Taricone oquando si deve parlare dellanazionale di calcio. Ho l’impressione si sia fatta la stessacosa con Paolo Giordano. Nelmomento in cui vende moltecopie, Giordano diventaimmediatamente “il giovanescrittore italiano”. E’ un processo diiconizzazione e banalizzazione,per cui anche qualcosa cosa che haun suo valore finisce per perderlo.

on line www.agendacoscioni.it

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Nel mondo dei media italiani si tende a riproporrecose che il lettore già conosce; si tende a non voler destabilizzare.

Mi piacerebbe che il linguaggiodella politica passassealla concretezza di un discorso cheaffronta il vissutodelle persone.

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w

A cura di:

Le “pagine digitali” di Password

Q ueste pagine sono il frutto del lavoro diattivisti di Agorà Digitale, l’associazione

per la libertà della rete che ogni mese cerca diaprire uno spazio di riflessione su web e nuovetecnologie. Password è anche il nome di unprogetto editoriale sulle libertà digitali, prestoautonomo. Tutti i contenuti che trovate quisono tratti dal wiki dell’associazione chetrovate all’indirizzo www.agoradigitale.org/wikia cui chiunque può contribuire o anche soloconsultare.

Nel prossimo numerodi Agenda Coscioni

U na parte considerevole della rivoluzionedigitale è fondata sul software, cioè

dall’insieme dei programmi che consentono alleinformazioni di essere memorizzate, elaborate etrasmesse. Una parte di questo software è libero.Che cosa vuol dire? A cosa serve questo softwarelibero? Perchè è utile al mercato eall’innovazione? Come può costituire una risorsaper la pubblica amministrazione? Di tutto questodiscuteremo nel prossimo numero di Password suAgenda Coscioni.

www.agoradigitale.org/password

www.agendacoscioni.it

1 2

ww.lucacoscioni.it

http://ec.europa.eu/justice_home/fsj/privacy/news/docs/pr_14_07_10_en.pdf

http://ec.europa.eu/internal_market/imi-net/data_protection_it.html

http://ec.europa.eu/justice_home/fsj/privacy/workinggroup/index_en.htm

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AGORÀ DIGITALE

Il Gruppo di LavoroArticolo 29 criticanuovamente (comunicatodel 14 luglio) la DirettivaEuropea sullaconservazione dei datipersonali dicomunicazione da parte degli operatori di telecomunicazione e internet providernell'Unione Europea.L'implementazione dellemisure previste dallaDirettiva è in molti casiillegale: i dati degli utentivengono gestiti conmodalità inaccettabili

rispetto al diritto allariservatezza di ognuno. InItalia invece i poteri forti siritagliano su misura, tuttaper loro, un privilegio diprotezione dalle indaginidi magistrati e giornalisti.Tentano in ogni modo divietare le intercettazioni edi imbavagliare il diritto diinformazione. Per il fine,meschino, di impedire ildisvelamento delmalaffare e della retecriminale di relazioni,attraverso una loropersonale visione deltema della privacy.

http://www.agoravox.it/Ddl-Intercettazioni-la-norma.html

http://www.fondfranceschi.it/cogito-ergo-sum/se-si-usa-la-privacy-per-difendere-il-potere

http://www.buzzmachine.com/2010/05/20/public-parts/

Data retention

Altro cheintercettazioni

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Il Gruppo di lavoroArticolo 29

I l Gruppo di lavoro Articolo 29 è statoistituito dall'art. 29 della direttiva

95/46/CE ed è organo consultivo UEindipendente sulla protezione dei dati edella privacy. Le sue funzioni sono stabilitedall'articolo 30 della direttiva 95/46/CE edall'articolo 15 della direttiva2002/58/CE. Il gruppo fornisce parericompetenti da parte degli Stati membri allaCommissione UE promuovendol'applicazione uniforme dei principi generaliattraverso la cooperazione tra le Autorità divigilanza, nell'interesse dei diritti e dellelibertà individuali.

Poste Italiane: conto online negato ai ciechi

P er cambiare i sistemi di sicurezza per leoperazioni on-line, le Poste Italiane

hanno adottato un nuovo generatore dicodice, non più audio, come quello dellamaggior parte degli istituti di credito, ma solovideo, attraverso un inutile display. Incredibilema vero. A seguito delle numerose proteste,in attesa della sostituzione, Poste Italiane haannunciato che il vecchio poteva ancoraessere utilizzato chiedendo l'emissione di unnuovo codice-dispositivo. Ma, come accadutoa molti altri ciechi, Paolo Pietrosanti,esponente radicale, attende tutt'ora il nuovocodice e, nonostante le sue non buone

4

ec.europa.eu/justice_home/

www.bancopostaonline.poste.it

I RISULTATI DEL GRUPPO DI LAVORO ARTICOLO 29

3

on line www.agendacoscioni.it - www.facebook.com

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Dove navighi e cosa scrivi a chi

P er quanto riguarda i datisul traffico Internet, i

prestatori di servizi sono statitrovati a conservare persino gliURL di siti web visitati, nonchéle intestazioni dei messaggi diposta elettronica così come idestinatari in “CC” deimessaggi.

Dati conservati benoltre il limite

I service providersono stati trovati a

conservare e aconsegnare i dati conmodalità contrarie alle

disposizioni delladirettiva sulla lorocustodia etrasmissione. I periodidi conservazione,constatati, arrivanofino a periodi di diecianni: una modalità chesupera ampiamente ilvalore massimoconsentito di 24 mesi.

Mappatura degli interessi e delle relazioni personali

I n sostanza la qualità e quantità dei daticonservati illegittimamente forniscono per

ciascuno di noi una mappa esatta della varietàdi interessi (culturali, politici, religiosi) e unamappa delle relazioni sociali (dove sonoubicate, frequenza dei contatti e contenuti).Infatti i fornitori di servizi di connettivitàconservano per periodi lunghissimi e in modopoco sicuro dati personali sugli interessipersonali (manifestati dal tipo di navigazione edalle intestazioni della posta), sulle relazionipersonali (attraverso la mappatura dellechiamate telefoniche insieme a relativeubicazioni e spostamenti, contatti telefonici e diposta). In definitiva le disposizioni delladirettiva sulla conservazione dei dati nonvengono rispettate e la mancanza di attenzionepolitica su questi temi rende vana qualsiasivalutazione sul raggiungimento degli obbiettividella direttiva stessa.

Molti di più i dati raccolti

I dati conservati sono molto di più rispettoa quelli consentiti. La direttiva sulla

conservazione dei dati fornisce un elencolimitato dei dati da conservare, tutti relativi adati di traffico. Invece l'indagine ha rivelatoche sono conservati anche quelli relativi alcontenuto della comunicazione, fattoquesto esplicitamente vietato.

Non è legale il modo incui gli Stati membrihanno implementato ladirettiva UE sullaconservazione delleinformazioni personali.

In Italia i poteri fortiparadossalmenteinvocano proprio laprivacy per proteggere il proprio privilegio e malaffare.

condizioni di salute, si èincatenato all'ufficioBancoposta in cui è depositatoil suo conto, in via Monteronea Roma, in pieno centrostorico. “Grave inadempimentocontrattuale e ancora più graveatto di discriminazione. I mieisoldi e quelli di molti altriciechi sono illegittimamentesottratti alla piena disponibilitàdei loro proprietari, e questosulla base di unadiscriminazione basata sulnostro handicap.Inaccettabile”.L'Associazione Luca Coscioniha partecipato alla protesta.

Il telefono co-me un Gps

P er quanto riguardai dati sul traffico

del telefono si èconstatato che vieneconservata non solol'ubicazione delchiamante all'iniziodella chiamata, ma cheanche la sua posizione espostamento èmonitoratacontinuamente. EFF, AKVorrat, insieme ad unacoalizione di oltre 100organizzazioni di tuttaEuropa ha recentementeinvitato a porre fine allaconservazioneobbligatoria dei dati diTelecom e di dati relativial traffico Internet. Inuna lettera congiuntainviata il mese scorsoper i commissarieuropei Malmström,Reding e Kroes, la

coalizione ha esortato icommissari a proporre"l'abrogazione dellanormativa comunitariarelativa allaconservazione di dati afavore di un sistema diconservazioneaccelerato e la raccoltamirata di dati sultraffico, comeconcordato nellaconvenzione delConsiglio d'Europasulla criminalitàinformatica".

Scarsa attenzione (voluta?) al problema

G li Stati membri hanno fornitostatistiche insufficienti circa l'utilizzo

dei dati conservati a norma della direttiva,limitando fortemente le possibilità diverificare la qualità della conservazione deidati. Anche se dalla recente adozione delTrattato di Lisbona e l'entrata in vigoredella Carta dei diritti fondamentali, i temidella privacy e della protezione dei datipersonali ne escono rafforzati, per ora solosulla carta, all'interno dell'Unione europea,persino nei delicati ambiti del contrasto edella prevenzione della criminalità.

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USA

Clonazione terapeutica o cellulestaminali pluripotenti indotte?

D aley, professore del Dipartimento di Cellule Staminali eBiologia Rigenerativa ad Harvard afferma che “le cellule

staminali generate con la tecnica del trasferimento del nucleocellulare sono, in media, più simili allecellule staminali embrionali bona fidedi quanto lo siano le cellule staminalipluripotenti indotte (iPS)”. Questoimplica un importante messaggiopolitico – abbiamo bisogno ancora di

studiare il meccanismo tramite cui il trasferimento del nucleocellulare riproduce le cellule, perché il processo sembra agirein maniera più fedele ed efficiente. Conoscere i segreti deltrasferimento nucleare potrebbe aiutarci a migliorare le iPS.(Ad oggi, il trasferimento nucleare non è stato applicato consuccesso nell’uomo). ( www.harvardscience.harvard.edu)

Regno Unito

Il miglior Paeseper qualità della morte

S econdo l’”Intelligence Unit” dell’Economist il “posto miglioreper morire” è la Gran Bretagna che batte di poco l'Australia.

Le prime dieci posizioni sono completate da Nuova Zelanda alterzo posto seguita da Irlanda, Belgio, Austria, Olanda, Germania e

al nono posto ex-aequo per Canada eUsa. L'Italia è al ventiquattresimoposto. La ricerca prende inconsiderazione fattori come laconsapevolezza pubblica, disponibilitàdi terapie del dolore, e trasparenza nel

rapporto medico-paziente. Anche fra i Paesi ricchi, sono “poche lenazioni che inseriscono nei programmi sanitari anchel'accompagnamento alla morte”, ma “proprio per l'allungamentodella vita, la domanda di questi servizi è destinata a crescererapidamente”. (ADUC Salute)

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DAL MONDO

Spagna

Staminali, l’Andalusia

regione modello per la ricerca

B ernat Soria, direttore del programma andaluso di ricerca

sulla terapia cellulare e medicina rigenerativa, in un incontro

a Madrid ha ribadito l'importanza della ricerca con le staminali

embrionali in parallelo con le pluripotenti indotte (iPS). Negli ultimi

anni l'Andalusia è divenuta “la regione europea con il maggior

numero di sperimentazioni in atto” (ben dodici), un successo che

è stato possibile grazie al fatto che nel

2003 “si misero in piedi una serie di

leggi e regolamenti nel campo della

ricerca e della formazione dei ricercatori

e dei tecnici di produzione di cellule e di

trapianti nei pazienti”. “Proprio per i

trapianti abbiamo bisogno di un quadro legale di sostegno perché

queste sperimentazioni sono promosse dai ricercatori, non

dall'industria come avviene in altri campi di ricerca. Ciò sarebbe

utile per avere poi l'approvazione da parte dell'Agenzia europea

del farmaco.

(EMEA)

Stati Uniti NUOVE STRADE PER GLI SCIENZIATI

Staminali embrionali, via libera dagli Usaai test sull’uomoLa FDA, agenzia dei farmaci americana, non si lasciainfluenzare da dogmi ideologici. Superati gli ostacoli inlaboratorio, dà il via libera agli esperimenti

Gli Stati Uniti hannodato il via libera aiprimi test clinici di

cellule staminali embrionalisull’uomo. Ora l’obiettivodella Geron Corporation(società privataall’avanguardia nel settore) edell’Università di Californiaè quello di arrivare alla curadi pazienti con danni almidollo spinale propriograzie alle cellule staminaliembrionali. Queste ultime,essendosi formate nelleprimissime fasi di sviluppodell’embrione, sono capacidi dare origine a qualsiasiorgano o tessuto, adifferenza delle cellulestaminali adulte. La Foodand Drug Administration,agenzia federale americanache si occupa di farmaci,aveva già autorizzato questi

test clinici nel gennaio 2009;gli stessi però vennerosospesi alcuni mesi dopoperché nei topi ai qualierano state in precedenzainiettate le cellule venneroscoperte alcune cistisospette. Da allora laGeron ha sviluppato altrimetodi e messo a puntouna tecnica migliore perrendere più pure le nuovecellule. “Se funziona saràuna rivoluzione”, hadichiarato Richard Fessler,professore di chirurgianeurologica allaNorthwestern University,una delle universitàcoinvolte nella ricerca.“Sono contento che lestaminali embrionalientrino nellasperimentazione clinica, malo sarei ancora di più se fosse

possibile sapere come sonostati superati i problemi”, hadetto all’Ansa Giulio Cossu,professore all’Università diMilano e dirigentedell’Associazione LucaCoscioni. Il timore di Cossuè che, “nel caso si verificasseun evento avverso, lasperimentazione potrebbediventare un autogol”.Nell’esperimento inquestione le staminalivengono trasformate inprecursori di cellule disupporto neurale noticome “oligodendrociti”che saranno iniettati nelmidollo spinale sul luogodella lesione. La speranza,ha scritto il New YorkTimes dando la notizia deitest, è che le celluleiniettate riparinol’isolamento, noto come

mielina, attorno allecellule nervose,ripristinando la capacità dialcuni nervi di portaresegnali. E’ probabile che ilsemaforo verde ai testsolleverà obiezioni inalcune frange conservatricidell’opinione pubblica,anche perché la creazionedelle cellule utilizzate perquesti test comporta ladistruzione di embrioniumani. Nel marzo 2009 ilpresidente democraticoBarack Obama fuapplaudito dallastragrande maggioranzadella comunità scientificaper aver eliminato i limitialla ricerca sulle staminaliembrionali, per la qualeprima Bush aveva quasi deltutto vietato l’utilizzo difondi federali.

ATTI DEI SECONDOINCONTRO DELCONGRESSOMONDIALEMimesis

2010285 PP

22.00 EURO

Noi sottoscritti, donne euomini di scienza, e-sponenti politici, citta-

dine e cittadini riunitisi pressola sede del Parlamento euro-peo di Bruxelles dal 5 al 7 mar-zo 2009 per il Secondo incon-tro del Congresso mondialeper la libertà di ricerca:Salutiamo la continuazionedel percorso avviato nella ses-

sione costitutiva dell'ottobre 2004 eproseguito con il primo incontro del feb-braio 2006; quegli appuntamenti furonodecisivi sia per il successo della campagnacondotta alle Nazioni Unite contro la pro-posta di messa al bando mondiale della ri-cerca sulle cellule staminali embrionali, siaper la campagna a favore della finanziabi-lità di tale ricerca da parte dell'Unione eu-ropea; Di fronte al proseguire nel mondodegli attacchi alla libera ricerca e conoscen-za, alla libertà di coscienza e di pensiero, al-la stessa libertà religiosa e di parola e allealtre forme di oscurantismo sia di matricepolitico-ideologica sia di natura dogmati-

co-religiosa, riteniamo urgente e necessa-rio compiere ulteriori passi verso il conso-lidamento del Congresso mondiale comesede permanente di confronto e di iniziati-va per i diritti umani, civili e politici fonda-mentali di ogni cittadino; In particolare ri-teniamo necessario dare risposta sistemati-ca e organizzata alla grande questione so-ciale del nostro tempo: quella della malat-tia e della disabilità in una popolazioneche mediamente invecchia, delle straordi-narie possibilità e prospettive di cura lega-te agli avanzamenti della ricerca biomedi-ca, così come degli strumenti tecnologici edelle nuove forme di assistenza autogestitache sempre più consentono il recupero difacoltà perdute e il superamento di disabi-lità: “Dal corpo dei malati al cuore dellapolitica” è un programma di azione cheproponiamo per l'oggi agli scienziati, ai pa-zienti, ai politici e a tutte le persone di buo-na volontà. Noi sottoscritti individuiamoi seguenti obiettivi specifici, da perseguirea ogni livello, sia esso transnazionale, na-zionale o locale:• il monitoraggio dello stato della libertà

di ricerca e di cura nel mondo, attraversoun rapporto annuale e un costante aggior-namento del quadro comparato delle legi-slazioni e delle politiche nazionali;• il rafforzamento o la creazione di politi-che, regole e giurisdizioni, anche interna-zionali e costituzionali, a difesa del dirittoalla libertà di ricerca, al quale corrispondeun dovere degli Stati a promuovere la libe-ra ricerca e a diffonderne i benefici in mo-do equo per tutti i cittadini (art.15, par. 1be 3 dell´International Covenant on Eco-nomic, Social and Cultural Rights) inclu-so attraverso la cooperazione con le areemeno sviluppate del pianeta;• la libertà di ricerca sulle cellule staminali,in particolare: 1. superamento dei divieti posti dall'Unio-ne europea alla finanziabilità della ricercaottenuta con la tecnica del trasferimentodel nucleo cellulare;2. superamento dei divieti proposti, pur sein modo non vincolante, in sede di Nazio-ni Unite;• la creazione di una rete internazionaleche aiuti a diffondere una corretta informa-

zione in merito all'accesso alle terapie nelmondo e a difendere i pazienti dalla viola-zione del diritto a cure sicure ed efficaci; unservizio internazionale di “Soccorso civi-le”, sul modello del documento stilato dal-la International Society for Stem Cell Re-search, che nel 2008 ha diffuso delle lineeguida sull'applicazione clinica della ricer-ca sulle cellule staminali;• la promozione dell'insegnamento delmetodo scientifico, sia per il suo valore pra-tico, sia per il suo ruolo decisivo nella dife-sa del metodo democratico e della tolle-ranza;• l'affermazione dell'autodeterminazioneindividuale in materia di cure, secondo ilprincipio in base al quale nessuno può es-sere sottoposto a terapie contro la propriavolontà, e ciascuno può decidere quando ecome iniziare, proseguire o sospendere te-rapie, anche nel caso in cui tale sospensio-ne può condurre il paziente alla morte;• l'attuazione della Convenzione ONU suidiritti delle persone con disabilità, in par-ticolare nei Paesi meno sviluppati.Per organizzare campagne specifiche sugli

CONGRESSO MONDIALE

Libera scienza, dalle parole agli “Atti”

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Germania

Sì alla selezionedegli embrioni

I l tribunale federale tedesco ha emesso una sentenzasecondo la quale esaminare un embrione in provetta

prima che venga impiantato nell’utero, per scoprire eventualidifetti genetici, non costituisce reato. La diagnosi

preimpianto era vietata da unanorma del ’91 mentre ora laselezione degli embrioni èconsentita, ma soltanto per lecoppie che hanno unapredisposizione a gravi malattie

ereditarie. In Germania le coppie interessate dalla sentenzadono tra le 150 e le 200 all’anno. La decisione è stataaccolta in modo ambivalente: positiva la reazione dell’Ordinedei medici tedeschi, contrario invece il mondo cattolico.(La Stampa)

Africa

La dipendenza dagli aiutiostacola la ricerca

C’ è aria di rinascita scientifica in Africa, con laboratori chenascono ovunque e ricercatori del posto che rilevano la

gestione di istituti prima diretti dall’Occidente, ma questomiglioramento comporta la continua dipendenza dagli stranieri. I

progetti possono essere interrotti quandole sovvenzioni finiscono, e l’agenda dellaricerca è controllata dai finanziatori. Si stafacendo il possibile per fronteggiare ilproblema: nello scorso marzo, i ministridella scienza africani hanno affermato che

il 2011 sarà per l’Africa l’inizio di una nuova era scientifica. Si stalavorando a un piano di finanziamento per la ricerca a livellocontinentale, sul modello dei programmi quadro europei. Infine, lamaggiore stabilità politica del continente è di buon auspicio pernuovi investimenti scientifici. (Nature)

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Unione Europea

ESF denuncia ostacolialla ricerca su staminali embrionali

U n rapporto della European Science Foundation chiede che laricerca sulle staminali embrionali sia oggetto di finanziamenti e

linee guida pari a quelle oggi vigenti per la ricerca sulle staminaliadulte. Il rapporto fa il punto sulla frammentazione delle legislazioni

nazionali, in particolare quelle che vietanola ricerca sulle staminali embrionali, altre(sette) che permettono la produzione distaminali da embrioni sovrannumerari etre Paesi (Gran Bretagna, Belgio e Svezia)che permettono la creazione di embrioni

a scopo di ricerca. Sono sei i Paesi che non hanno alcuna legge.Una delle principali difficoltà riguarda la possibilità di brevettare letecnologie a causa delle ambiguità della Convenzione europea sullaproprietà intellettuale.(fonte ADUC Salute)

Wanda Nowicka

I n nome dellaFederazione per leDonne e per la

Pianificazione Familiare,esprimo la miapreoccupazione e la miaopposizione alla crescenteinterferenza della ChiesaCattolica nei processilegislativi della Polonia.Negli ultimi venti anni laChiesa ha aumentato la suapressione sui politici, ed èda tanto che questofenomeno non vieneaffrontato nei dibattitipubblici. La Chiesa non solo hacontribuito notevolmentead introdurre una delle leggianti-aborto più restrittive inEuropa, ma sta anchetentando di introdurreun’educazione sessualenelle scuole e persino direndere impossibilel’accesso a metodi modernidi contraccezione, il chenon solo è dannoso per lasocietà ma è anche causa diuna cattiva reputazione perla Polonia nel mondo. Tuttavia, il coinvolgimentodella Chiesa nellediscussioni sulle cure perl’infertilità, specialmentenel non permettere che lafecondazione in vitro (IVF)diventi legittima, hasuperato ogni limite:durante le celebrazionireligiose essa condannal’IVF pubblicamente,usando parole quasiintimidatorie, e non passagiorno senza che unacommissione ecclesiasticaesprima un giudiziosull’IVF. La Chiesa è andataoltre ogni limite e adoperail ricatto morale nel criticaree condannare coppie chehanno voluto concepire invitro, minacciandole discomunicarle o impedendo

loro di partecipare alleosservanze religiose.Esprimere opinionioffensive sui bambini naticon il metodo IVF èsemplicemente immorale,e questo potrebbe essereal centro di una causalegale se solo vi fossequalcuno abbastanzacoraggioso.Infine, la pressionecostante sui politici,mirata a rafforzare unaposizione legislativa incontrasto sia con lascienza che con itraguardi della medicinamoderna e le aspettativesociali, va contro ilprincipio dellaseparazione tra Stato eChiesa. La Chiesa deve assumersiin parte la colpa di unaparalisi quasi totale nelprendere posizioni intutte quelle questioni adimensione globale;tuttavia la colpa maggioreè dei politici, i quali,spesso per opportunismo,non si oppongono allerichieste politiche edintroducono leggi checontraddicono le correntidi sviluppouniversalmente accettate(quali ad esempio la leggesull’aborto, il Concordato,e l’aggiunta al trattato diannessione all’UE dovedecisioni su questionimondiali sono lasciate aiparlamenti nazionali), omettono la testa sotto lesabbia per rinviare allecalende greche leggipreannunciate qualiquelle per la parità tra isessi, per le unioni civili, oper temi eticamentesensibili quali laprocreazione assistita.Questa interpretazioneche i politici danno delloro ruolo deve finire: è

tempo che si ricordino deiloro doveri verso la societàe che comincino alegiferare in base a criteripiù alti, rispettando ilprincipio di separazionetra Stato e Chiesa. LaPolonia non è un’enclavecon principi e leggi diversedal resto d’Europa: gliuomini e le donne diquesto paese si aspettanoche i loro rappresentantilegiferino secondointeressi e bisognifondamentali, escludendoquei principi religiosiseparati dalla realtà, dalleaspettative e dalleaspirazioni della vita.Chiediamo che i politiciscrivano leggi ben fatteseguendo le aspettativedella società piuttosto chequelle della Chiesa. La piùurgente tra le questioni è ilmetodo IVF: prima che ilparlamento legiferi suitemi etici e sullaprocreazione assistita,chiediamo che il Ministrodella Sanità non attendala stesura finale deldisegno di legge prima diintrodurre il rimborsodelle spese per le cure perl’infertilità, le quali sonodisponibili nonostante lerestrizioni imposte dalleleggi polacche. Ci aspettiamo che ipolitici polacchi, tra cuianche i candidati allapresidenza dellaRepubblica, usino i loropoteri per mantenere edadempiere a quellepromesse fatte incampagna elettorale, ecioè gli obblighi riguardoad una celereregolamentazione dellaprocreazione assistita.

Traduzione dall’inglese a cura di Francesco Sani

Polonia,resistenza in vitroLettera aperta alle autorità di Wanda Nowicka, Presidente della Federazione per le Donne e per la Pianificazione familiare

TransnazionaleCONTRO IL PROIBIZIONISMODELLA CHIESA IN POLONIA

Lo scorso 30 giugno laFederazione polacca per le Donne e laPianificazione familiare,membro di ASTRA, networkper la salute e i dirittisessuali e riproduttivi delledonne dell’Europa centralee orientale, ha tenuto unaconferenza stampa perdenunciare l’ingerenzadella Chiesa cattolicanell’approvazione di una nuova legge sullaprocreazionemedicalmente assistita in Polonia. Una lettera apertadell’Associazione LucaCoscioni, rivolta aideputati del Parlamentopolacco e ai deputatipolacchi del Parlamentoeuropeo e sottoscritta danumerosi deputati europei,è stata diffusa inquell’occasione, con lapremessa che perl’Associazione LucaCoscioni il diritto allasalute non conoscebarriere nazionali, poichési tratta di un dirittoumano fondamentale euniversale.Alla lettera aperta eraallegato un dossiercontenente alcuni dati ma,ancora più importante,alcuni casi di uomini edonne che testimoniano leproprie esperienze didolore e i danni subiti acausa della legge 40. La versione integrale dellalettera (in italiano, inglesee polacco) suwww.freedomofresearch.org/?q=IVF_Poland

Carmen Sorrentino

www.freedomofresearch.org/?q=IVF_Poland

In rete

obiettivi summenzionati, i sottoscritti:• confermano l'Associazione Luca Co-scioni nel ruolo di Segretariato organiz-zativo;• si impegnano nella creazione di reti egruppi di lavoro tematici e territoriali,nonché nell'aggregazione di singole ca-tegorie come gli scienziati e i premi No-bel, i pazienti e i rappresentanti di orga-nizzazioni non-governative e politico-i-stituzionali, in collaborazione con il Par-tito Radicale Nonviolento, transnaziona-le e transpartito (organizzazione non go-vernativa con status consultivo alle Na-zioni Unite).Bruxelles, 7 marzo 2009**Il Segretariato del Congresso mondiale siimpegna ad avviare un confronto su alcunidei temi emersi nel corso del dibattito, come:la parziale conversione delle spese per ricercae sviluppo a fini militari in spese per ricerca esviluppo a fini civili;le implicazioni delle neuroscienze;le implicazioni delle nanoteconologie;gli organismi geneticamente modificati;il libero accesso al sapere scientifico.

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In ParlamentoIN PENSIONE PIÙ TARDIPER COSTITUZIONE

Dalla relazione introduttiva alla proposta dilegge “Norme per la prosecuzione in viasperimentale del rapporto di lavoro oltre i limitilegali di età per il pensionamento divecchiaia”, presentata alla Camera e alSenato su iniziativa dei parlamentari Radicali edi esponenti di maggioranza e opposizione eche intende abolire l’età massima lavorativa:“[…] Va considerato inoltre che il divietogeneralizzato di continuare a lavorare, nellamisura consentita dalle proprie condizionipsicofisiche e previo accordo della partedatoriale, pone delicate questioni dicostituzionalità. Proprio a fronte dell’aumentodella speranza di vita, del calo demografico edel conseguente invecchiamento dellapopolazione, i limiti e i divieti posti dalle leggivigenti si traducono oggi nella negazione degliinteressi, dei diritti e delle facoltà che gli stessiintendevano invece tutelare, al punto da porsioggi in contrasto con il principio di uguaglianzaposto dall’articolo 3 della Costituzione; con ildiritto al lavoro, che a norma dell’articolo 4,primo comma, della Costituzione, deve esserereso effettivo; con il dovere di svolgere,secondo le proprie possibilità e la propriascelta, un’attività o una funzione che concorraal progresso materiale o spirituale dellasocietà, stabilito dall’articolo 4, secondocomma, della Costituzione. Non si può poidimenticare che obbligare le persone adandare in pensione entro i 65 anni alimenta inmodo considerevole il lavoro nero perchésono sempre meno le persone di questa etàche accettano di passare il resto della loro vitain panchina e sempre più numerose quelleche hanno bisogno d’integrare la magrapensione con un lavoro. Da tutte questeconsiderazioni emerge la necessità diprevedere la facoltà per i lavoratori,sicuramente per la stragrande maggioranzache presta mansioni non usuranti, dicontinuare a lavorare, se lo ritengono possibilee utile, oltre l’età in cui potrebbero andare inpensione. A fronte di questo diritto, c’è uninteresse obiettivo della società di aumentareil tasso di attività della popolazione e quindi lasostenibilità del sistema di welfare. […]”.

@pprofondisciIl testo completo della proposta di leggebipartisan presentata in Parlamento:http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/33257

PAGINA 3Il lavoro e la mente umana

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IL LAVORO E LA MENTE UMANA

autorevole think tank statunitense, “unpensionamento precoce ha unsignificativo impatto negativo sullacapacità cognitiva delle personesessantenni”. I ricercatori arrivano aquesta conclusione confrontando da unaparte la situazione della forza lavoro negliStati Uniti, nel Regno Unito e in Europa -in termini di legislazione sull’etàpensionabile e incentivi o disincentiviall’occupazione –, e dall’altra parte alcunistudi a campione sulle abilità cognitivedella fascia di popolazione a cavallo dei60 anni. Le differenti politiche pubbliche,a giudicare dai risultati, contano eccome.Un esempio? “Troviamo un effetto ampioe significativo del pensionamento (o piùprecisamente del fatto di ‘non lavorareper uno stipendio’) che suggerisce comeesso sia associato a una riduzione delpunteggio della memoria di 4,7 punti (suuna scala che va da 0 a 20) rispetto aquanti continuano a lavorare”.Un’oscillazione del 20 per cento dellacapacità mnemonica è un effetto non dapoco. “Perché il pensionamentocomporta un declino cognitivo? Unaprima ipotesi – si legge nel saggio dellaRand Corporation - è quella secondo la

quale chi lavora è maggiormenteimpegnato in esercizi mentali di quantonon lo sia un pensionato, perchél’ambiente di lavoro è di per sé piùimpegnativo e stimolante di quanto nonsia un ambiente non lavorativo. Infatti leraccomandazioni fatte ai pensionatiaffinché mantengano uno stile di vitaimpegnato, riempiendo il loro tempolibero con attività come il bridge o leparole crociate – insomma ‘usando’ ilcervello in modo da non ‘perderlo’ –danno implicitamente per scontato che lavita di un pensionato possa mancare distimoli cognitivi, a meno che non siintraprendano alcune azioni in sensocontrapposto. […] La teoria del capitaleumano suggerisce un altro meccanismoche può produrre un effetto dipensionamento mentale: la prospettiva diun pensionamento precoce puòcomportare un minore livello di eserciziomentale già mentre si è ancora a lavoro.Poiché la funzione di produzione delcapitale umano richiede che unindividuo combini abilità cognitiva,stock di conoscenza e sforzi per accrescereil capitale umano, l’esercizio mentaletende a essere una funzione crescente del

Andare in pensione stancaIl pensionamento è associato a forme di “declinocognitivo”, dimostrano alcuni studi scientifici,addirittura già con l’approssimarsi del ritiro dal lavoro. Il mondo della ricerca scientifica se n’è accorto, ed hainiziato una battaglia per quanti non intendono smetteredi lavorare soltanto perché lo impone una legge

L a pensione è sempre e comunque untraguardo da raggiungere nel modopiù rapido possibile? A giudicare da

quanto per esempio pensano gli Italiani, larisposta non sembra essere così scontata:secondo una ricerca realizzata dall’ISFOL nel2006 con il Ministero del Lavoro, incollaborazione con il Dipartimento diScienze demografiche dell’università “LaSapienza” di Roma, sette lavoratori su diecitra i 60 e i 64 anni si ritengono in grado dilavorare anche dopo i 65 anni, mentre ildesiderio di andare in pensione è molto piùintenso nelle classi giovanili e si attenuafortemente in quelle più anziane. Il sensocomune, in questo caso, coincideinnanzitutto con il buon senso: perrimettere in carreggiata i nostri sistemi diwelfare alla luce delle evoluzionidemografiche del mondo industrializzato,quella di andare in pensione sempre allastessa età a fronte di un allungamentoprogressivo della vita media non èun’opzione percorribile. Non solo: semprepiù spesso è la stessa ricerca scientifica adoffrire argomenti che militano a favore diuna limitazione meno rigida dell’etàlavorativa. Secondo uno studio pubblicatodi recente dalla Rand Corporation, un

La ricerca della Rand CorpUn cinquantenne negli Stati Uniti siaspetta di lavorare fino a 65 anni edha un maggiore incentivo ad investirenel capitale umano di quanto nonavvenga per un lavoratore italianoche si aspetta di andare in pensione a 57 anni. Per questo la riduzionedell’esercizio mentale sul posto dilavoro può iniziare molto primadell’effettivo pensionamento.

Parola di NatureUno dei vincitori del PremioNobel per la medicina e lafisiologia del 2007 è OliverSmithies, inglese di 82 anniemigrato in America delNord nel 1953. Se fosserimasto in Europa, Smithiessarebbe stato costretto alpensionamento circa 17anni fa.

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volume di investimento. Per i lavoratoriche si avviano a concludere la propriacarriera, il valore attribuito al fatto dicontinuare ad accrescere il propriocapitale umano dipende molto dallalunghezza della vita lavorativa cherimane davanti a sé. Per esempio, unlavoratore cinquantenne negli Stati Unitisi aspetta di lavorare fino a 65 anni ed haun maggiore incentivo ad investire nelcapitale umano di quanto non avvengaper un lavoratore italiano che si aspettadi andare in pensione a 57 anni. Perquesto ipotizziamo che le differenze tragli incentivi al pensionamento in Paesidiversi inducano una riduzionedell’esercizio mentale sul posto di lavoroche può iniziare molto primadell’effettivo pensionamento”. Le sceltedella politica, in questo ambito, sonofondamentali. E battere sul tasto dell’etàpensionabile – da abbassare o innalzarea seconda dei gusti - evidentemente nonè sufficiente: “Per esempio c’è unaimplicita tassa sul reddito se un anno inpiù di lavoro, diciamo per esempio oltrei 62 anni d’età, non si traduce in unaretribuzione mensile maggiore una voltache si è andati in pensione. Negli StatiUniti, nel caso in cui una persona ritardail momento in cui rivendica l’accessoalle prestazioni della sicurezza sociale,queste ultime sono adeguate verso l’alto– in modo effettivamente equo –,mentre in altri Paesi le stesse prestazioninon sono in alcun modo influenzatedalla quantità addizionale di lavoro.Queste differenze nelle politichepubbliche sono alla base delle differenzedi incentivazione a lavorare tra Paesi conun’aliquota marginale bassa come gliStati Uniti, la Svezia e il Canada e Paesicon aliquota estremamente elevata comeil Belgio, l’Italia, la Francia e l’Olanda”.Non è un caso che proprio nell’ambitodella ricerca scientifica, settore nel qualela creatività costituisce un valoreaggiunto fondamentale, si stia pensandoda tempo a “pensionare ilpensionamento, come scriveva Naturenel maggio 2008: “Uno dei vincitori delPremio Nobel per la medicina e lafisiologia dello scorso anno (2007, ndr)è Oliver Smithies, inglese di 82 anniemigrato in America del Nord nel 1953.Se fosse rimasto in Europa, Smithiessarebbe stato costretto alpensionamento circa 17 anni fa. Invece,alla Scuola di Medicina di Chapel Hillpresso l’Università della Carolina delNord, lavora fianco a fianco con

S ulla scia della crisi finanziaria del 2008,alcuni analisti si sono affrettati amettere sotto processo il pensiero

liberista (se non addirittura “liberomercato” e “capitalismo”). A due anni didistanza, si potrà pure dire che se “illiberismo è morto” – come qualcuno siostina ad affermare – anche il “welfarestate” all’europea non scoppia di salute.Dalla Grecia alla Spagna, dall’Italia alPortogallo, cresce il numero di economiedel Vecchio continente che rischiano direstare al palo: ingolfate a causa della spesapubblica che non ha mai smesso diaumentare negli ultimi decenni, edefinitivamente bloccate da sistemieconomici che ormai stentano a crearericchezza. E l’adagio è noto: se non si riescea mettere una torta al centro del tavolo, èinutile stare troppo a riflettere su comeripartirla e distribuirla nel modo più equopossibile. Non è un caso dunque,considerate le difficoltà dei conti pubbliciinnanzitutto dei Paesi dell’areamediterranea, che si torni a parlare diinnalzamento dell’età pensionabile. Ilragionamento classico è il seguente: se lepersone lavorano più a lungo, aumentanodi conseguenza le risorse per finanziare

l’intero sistema di previdenza. Giusto.Eppure non è detto, anche sulla base degliarticoli scientifici segnalati in questarubrica, che la battaglia per l’innalzamentodell’età pensionabile non debba essereimpostata prima di tutto come unabattaglia per il diritto al lavoro. Se è veroche il pensionamento è associato a formedi “declino cognitivo” (già conl’approssimarsi del ritiro dal lavoro), se èvero che un deciso aumento della speranzadi vita e un miglioramento dellecondizioni di salute costituiscono già oggiuna realtà demografica, se è vero anche chein Italia sette lavoratori su dieci tra i 60 e i64 anni si ritengono in grado di lavorareanche dopo i 65 anni, non è comprensibilel’appiattimento generale della classepolitica sull’idea che il pensionamentovada letteralmente imposto all’individuo ilpiù presto possibile, tutt’al piùcompatibilmente con la messa in ordinedei conti pubblici. Prendendo a prestitouna felice formula utilizzata dal leaderradicale Marco Pannella, prima del dirittoalla pensione viene infatti il diritto allavoro.

Marco Aurelio

Se invece di “innalzamentodell’età pensionabile” si dicesse“tutela del diritto al lavoro”?

IDEE RADICALI

scienziati più giovani, ottienefinanziamenti ed emana unentusiasmo giovanile. […] Negli StatiUniti le persone anziane fanno tutti itipi di mestieri; alcuni perché sonofelici di lavorare, altri perché hannobisogno di soldi. La ragionefondamentale, comunque, è che – adifferenza dell’Europa – tutti hanno ildiritto, per legge, di essere consideratiai fini lavorativi, indipendentementedall’età. Misure contro ladiscriminazione in base all’etàesistono anche in Australia e Canada.Mentre in Europa e Giappone le

politiche di pensionamentoobbligatorio sanciscono edistituzionalizzano la discriminazione.I contributi di scienziati che sono benoltre i 60 anni falsificano le ragioniche sono alla base di queste politichepregiudizievoli. In verità il presidentetedesco Horst Köhler si è recentementeespresso contro il pensionamentoobbligatorio ed ha descritto l’aumentodell’aspettativa di vita avvenuto nelsecolo passato come ‘un grande donoper tutti noi’. Che spreco spingere icittadini più anziani alpensionamento, ha detto. ‘Potremmo

ottenere molto di più se permettessimoche la curiosità e l’impulsività dellagioventù fossero temperate dallasaggezza e dalla calma interioredell’anziano’”.

Il caso CambridgeContinua Nature: “Guardiamo ad uncaso reale: l’Università di Cambridge sista attualmente confrontando con questiproblemi perché, grazie alla pressionedell’Unione Europea, nel Paese il dirittosta cambiando gradualmente. Oggi l’etànormale di pensionamento è 67 o 68anni; quando si richiede una proroga,l’università può concederla per unmassimo di tre anni. Più della metà dellostaff sta facendo domanda perun’estensione, il che riflette –presumibilmente – tra le altre cose, unelevato livello di soddisfazionelavorativa. L’università prende inconsiderazione ogni casoindividualmente e concede dei contrattivariabili, che cambiano a seconda dellemansioni svolte, come fanno nellamaggior parte dei casi le istituzioniaccademiche statunitensi. In tutti questicasi il fattore determinante principale èl’opinione del dipartimento universitariointeressato; se anche il capo dell’istitutointende tenere la persona, l’universitàprova a sostenerli, se può trovare i soldi.Una soluzione di buon senso, visto cheun dipartimento centralizzato di risorseumane non può compiere questi giudiziindividuali. Questo processo è andatoavanti per 18 mesi, e quindi i contrattiprolungati non sono ancora arrivati altermine. Ma quando questo avverrà, traun anno e mezzo, l’università ha fattosapere che le persone potranno fareancora una volta domanda perprolungarli ulteriormente. L’esperienzastatunitense suggerisce che solo unapiccola percentuale dei professorideciderà di procedere molto oltre i 75anni. Un modo per prendere inconsiderazione la variabilità individualeè quella di liberalizzare ulteriormentel’intero processo, indebolendo il ruolo didocente ordinario che fino ad oggi èstato intoccabile. Dobbiamo essererealistici ed ammettere che offrire unruolo sicuro con un salario per 30-40anni, senza considerare se ci sia o menoun utile contributo all’istituto che offre illavoro, è superfluo e ingiusto. Il contrattoa tempo indeterminato è stato giàabbandonato da molti istituti di ricercagovernativi. John Bonner parlainterpretando l’opinione di moltiquando sostiene che ogni istituzionedovrebbe ‘valutare gli individui piùanziani e, se rimangono, fornirgli i mezziper continuare il proprio lavoro se essirestano produttivi e vanno verso quelladirezione’. È il momento giusto di farealtrove quello che gli Americani hannogià fatto: consentire la ricerca dellafelicità a quei cittadini anzianicompetenti che desiderano mantenere ocercare un impiego”.

(Gli ampi stralci citati in queste pagine sonotratti essenzialmente da due saggi:1) Rohwedder, S., Willis, R. J., MentalRetirement, Rand Corporation workingpaper, ottobre 2009; 2) Lawrence, P. A.,Retiring Retirement, Nature, maggio2008)

Sydney BrennerConosco moltiscienziatitrentacinquenniche dovrebberoessere pensionati,ed alcuni di 70anni che invecesono i migliorilaureati che tupossa trovare.

www.nature.com

/nature/journal/v453/n7195/full/453588a.htmlIn rete

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Nobel per la medicina 2002

on line www.agendacoscioni.it - www.nature.com

Page 20: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

SEGNALAZIONI

Gianfranco Cercone

L’ omosessualità “è la forza che ama la for-za. Ogni altra forma di omosessualità è i-gnobile – un errore dei sensi – un vizio di

costituzione”. Così annotava nel suo taccuino, nel1936, un grande scrittore francese, Jean Cocteau.L’affermazione, che condanna l’omosessualitàmaschile quando sia macchiata dalla femmini-lità o dall’effeminatezza, è evidentemente di-scutibile. Se la cito, è perché l’ideale “virile” del-l’amore tra uomini, che ha attraversato secoli distoria della letteratura e dell’arte – a partire for-se dai poemi di Omero – riecheggia alla lonta-na in un film uscito da poco sugli schermi ita-liani,”Brotherhood” (Fratellanza), vincitore delprimo premio al festival di Roma dell’altr’anno,diretto dal danese (di origini italiane) NicoloDonato.Nel film si racconta una storia d’amore tra dueuomini entrambi militanti di una setta neo-na-zista danese.L’impegno principale di tale setta è organizzarepestaggi di immigrati, ma anche, e soprattutto,di giovani omosessuali, dopo averli adescati. Enel gruppo – al cui ingresso tutti i membri si so-no impegnati con un giuramento solenne an-che a rispettare le cosiddette “leggi della natu-ra” – una relazione omosessuale tra due adeptiè proibita. Tutto il film è costruito intorno a u-na morale, che può essere riassunta nel prover-bio: “Chi la fa, l’aspetti”. I due amanti, una vol-ta scoperti, subiranno lo stesso trattamento cheriservavano alle loro vittime (per la precisione:uno dei due dovrà fungere da carnefice dell’al-tro). Lo spettatore potrebbe chiedersi: i prota-gonisti come giustificano a sé stessi un compor-tamento (l’omosessualità, appunto) che con-dannano negli altri? È un problema che il filmnon affronta davvero. Non arriva a leggere nellacoscienza dei due amanti, con sottigliezza e conprofondità. Che tuttavia sussista in loro un con-flitto, è provato dal fatto che prima di giungeread amarsi attraversino una fase (piuttosto bre-ve, in effetti) di ostilità; e che manifestino uncerto imbarazzo a parlare della relazione anchetra loro. Tuttavia, alla fine, trascorrono una not-te d’amore senza tanti tormenti. Forse non si ri-tengono omosessuali. O meglio ancora, magarisenza riuscire a dirselo con chiarezza, la pensa-no come Cocteau: la loro è un’omosessualità vi-rile, e dunque sana; mentre quella delle lorovittime è femminile e dunque malata. Ho avan-zato qualche riserva sul film, sul disegno deidue personaggi principali, un po’ generico e i-narticolato. Ma attenzione, “Brotherhood” nonè un brutto film. I rituali di incontro tra i mili-

tanti della setta neonazista – nei quali la rigi-dità militaresca si innesta o sfuma in un climadi cupa sbornia – ecco, questi momenti sonodescritti con efficacia. E poi c’è almeno un per-sonaggio secondario centrato davvero con pre-cisione. È il delatore: quello che spia i due com-militoni in camera da letto, e corre a riferire alleader quello che ha visto. Si sa che a volte l’or-todossia più zelante e intransigente nascondemoventi poco confessabili. In questo caso ilfilm fa capire con chiarezza che il vero moventedel delatore è l’invidia. Uno dei due amanti a-veva infatti appena ricevuto una promozione,che egli riteneva spettasse a lui. Ma alla fine –come il novizio di un convento, ancora ideali-sta – consapevole di aver agito per ragioni im-pure, è macerato dal senso di colpa, e assistepiangente in ospedale il camerata che ha subitoil pestaggio punitivo. Non per questo, probabil-mente, si convertirà e ripudierà il nazismo. Ilsuo sembra un travaglio interiore di corto respi-ro. Ma – da un punto di vista artistico - è un tra-vaglio leggibile e vero, che rende vero anche ilpersonaggio che lo soffre.

Qui tutte le recensioni apparse su Agenda Coscioni:www.lucacoscioni.it/tag/cinema

Cinema BROTHERHOOD

Amanti, omosessuali, neonazisti

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SEVERINO MINGRONI*

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SATELLITE HOTBIRD

Se non dovessi ascoltare eleggere…

Sono assai demoralizzato e assaidepresso da quasi un mese: altrevolte sono stato in questecondizioni, sempre più spessonegli ultimi anni, ma mai così alungo. Vorrei essere unindomito, tenace e“combattivo” resistentenonviolento come le mieamiche e i miei amici Radicali.Tuttavia, pur essendo ioabruzzese come Pannella, nonsono affatto testardo: quindinon mi sento più un indomito,tenace e combattivo resistentenonviolento (semmai lo sonostato), ma solo un disabilegravissimo con la sindrome dilocked-in (LIS). Si, ormai miconsidero unicamente un casopietoso che, nella attesa che lasua tristissima vita termini ilprima possibile, guarda e sentequasi solo televisione e radio.Però, mentre guardo e sento,rifletto sulla mia terribilecondizione e mi pongo tredomande in particolare:

fin da bambino e daadolescente ho avuto unapessima vista, tanto che sia allaprima visita medica collegialeper avere la patente, sia allesuccessive riconferme, suirelativi referti medici hannosempre scritto che al mioocchio destro la vista era zero -1\12 secondo la commissioned'invalidità civile che miesaminò nei primi anni 80 delsecolo scorso-, mentre quellosinistro era ipermetrope eastigmatico. Il devastante ediabolico ictus che hadeterminato la mia LIS, nonha certo migliorato la mia giàpessima vista, anzi: non riescopiù ad abbassare proprio lasola palpebra sinistra! Seavessi avuto una discreta,buona visione all'occhiodestro, quello sinistro misarebbe stato chiuso di sicuro.Ma non è stato possibile fareciò, pena la mia cecità quasiassoluta, e, per esempio, nonavrei mai potuto scrivere nulla.Né fare altro col computer. Diconseguenza, il mio occhiosinistro è sempre rosso inparte, nonostante le lacrimeartificiali che vi instillano imiei, e la pomata oftalmicacon benda notturna che me lochiude almeno quandodormo. Quindi mi chiedo conuna tremenda angoscia che migonfia il cuore e mi deprimemolto: per quanto tempopotrò ancora vedere latelevisione, e non solo latelevisione? E non è finita: nel 1990 o nel1991, mi venne diagnosticatauna otosclerosi bilaterale daun otorinolaringoiatra,professore della Facoltà diMedicina della Università diChieti; quando divenni unapersona con la LIS -

risvegliatasi purtroppo lucida-,non pensai più alla miaotosclerosi bilaterale fino al 5aprile 2005 che mi pare fosseun martedì; ogni anno, infatti,mi faccio pulire bene leorecchie dal cerume, dalnostro medico di famiglia, conle siringhe d'acqua necessarie;nel 2005, tale operazioneavvenne appunto il 5 aprile;sembrava una normaleoperazione come negli anniprecedenti ma, alla ennesimasiringa d'acqua all'orecchiosinistro, sentii un breverumore secco al suo interno;subito dopo, mi accorsi dipercepire in modo strano certisuoni a sinistra; mi feci visitarepiù volte da unaotorinolaringoiatra che allafine mi prescrisse una protesiacustica a sinistra; tuttavia,nonostante portassi la protesi,quasi tre anni fa mi accorsi diessere sordo all'orecchiosinistro. Da allora, ogni voltache pulisco l'orecchio destro,ho una paura terribile didiventare completamentesordo. Quindi mi chiedo conuna tremenda angoscia che migonfia il cuore e mi deprimemolto: per quanto tempopotrò ancora sentire la radio, enon solo la radio? Mentre scrivo di queste mieimmense angosce depressive,mia madre è in cucina per ilsottoscritto, o lava i panni perme, e comunque mi aiuta assaieconomicamente: insomma, èspesso indaffarata per il suo“bambino” di 51 anni,soprattutto in certe occasioni,quando ad esempio devoandare di corpo. Si, per colpamia e\o per colpa dello Statoche non dà per nulla unasufficiente assistenza ai disabiligravissimi come lo scrivente, ècostretta a farmi ancora damamma, nonostante abbia 75anni e 8 mesi, stia curva inparticolare quando porta giàun piccolo peso, abbia quasisempre mal di schiena e ormaipoca forza, e abbia altriproblemi di salute tipo ildiabete. Quindi mi chiedo conuna tremenda angoscia che migonfia il cuore e mi deprimemolto: per quanto tempopotrò ancora usufruire dellasua assistenza, economicacompresa? Voi direte: “Ci sono pure tuasorella Gianna e suo maritoGianni!”. Si, ma essi fanno giàabbastanza ora che non vorreiproprio facessero molto di più:Gianni è anche il mio ...unicoassistente informatico, perchéil nostro “civile” Stato nonfornisce nemmeno assistenzainformatica! Ne ho avuto unaulteriore conferma passando aWindows 7. In conclusione, lamia vita è già un inferno: vorrei(anzi VOGLIO) morire primadi diventare cieco e sordo, eovviamente prima di mamma.

*Severino è locked-in eConsigliere generale

dell’Associazione Luca Coscioni

Una setta neonazista danese persegue e pestagiovani omosessuali dopo averli adescati. Mafra due componenti del gruppo nasce l’amore.

Scrivono esottoscrivono

Grazie allaGalassia Radicale

Grazie per quello chefate, ma un grazieancora maggiore aiRadicali, alla Galassiatutta e al PartitoTranspartitoTransnazionale.

ILJA JURKOVICB40 Euro

Il mio sìad Agenda Coscioni

Sostengo volentieri l'AgendaCoscioni e spero vivamenteche lo possano fare unnumero congruo di personetale da rendere possibile ilproseguo di questaesperienza informativa.

MARCO MARCHESE30 euro

Page 21: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

I n questo libro indirizzato aigiovani lettori Robin Epstein

racconta il tema fortedell'eutanasia. La protagonista, la

quindicenne Grace,può fare veramenteaffidamento supoche cose: unforte sensodell'umorismo, ilsuo miglior amicoEric e il signorSands, il pazientedella clinica peranziani dove laragazza prestaservizio dopo lascuola. Lacomplicità che c'ètra loro è fatta di

battute scherzose, doppi sensi ecitazioni cinematografiche, partitea poker. Quando ilsignor Sands lerivela di esseremalato di Sla e lechiede di aiutarlo amettere fine al suocalvario, la giovanesi rifiuta. Per Grace,però, non è facileassistere al rapidodeclino dell'uomoche considera comeun padre. Dueprotagonisti ironici euna storiacommovente e difficile dadimenticare.

Miguel Benasayag (filosofo e psicoanalista argentino che dopo aver subito ilcarcere e la tortura per motivi politici vive da anni a Parigi) ritorna ad untema che ha già più volte trattato in passato, quello del malessere della

società occidentale, sempre più irrigidita e unidimensionale, questa volta, però, dalpunto di vista della salute.La sua analisi utilizza il concetto di biopotere teorizzato edescritto da Michel Foucault, un potere che pone il corpocome territorio da colonizzare e che si serve della medicinaper creare norme sociali. La sovranità del nuovo potere èdefinita non più dal suo diritto di far morire e di lasciarvivere bensì da quello di far vivere e di lasciar morire.Nascita e morte diventano quindi processi da gestirebenché, in una società dove la medicalizzazione è divenuta,per il filosofo argentino, eccessiva, il controllo sia presenteormai in ogni fase della vita dell’uomo, un uomo fragile eminacciato che si percepisce costantemente come unmalato potenziale, anche quando è in buona salute.A questa società produttivistica, in cui il valore di unapersona è misurato in base alla sua capacità di produzionee al suo costo e ogni fragilità individuale deve essereeliminata, Benasayag contrappone una società che nonaccetta passivamente questo processo dinormalizzazione, che accoglie la complessità e nonbandisce il conflitto, spesso motore di crescitaindividuale e sociale.Il libro diventa più interessante quando l’autore prendein esame cinque esempi concreti per descrivere come ilcosiddetto biopotere si presenta: l’handicap, il cancro,le cure palliative, la psicoanalisi e il morbo diAlzheimer sono tutti “territori dove per la medicina

non si tratta di guarire o di tentare di guarire, ma in cui essa siarticola con il biopotere e produce – lo voglia o no – norme sociali”. Il caso meglio approfondito è quello riguardante la crescita della domanda di terapiepsicoanalitiche, anche tra i più giovani (un tema che aveva già evidenziato in quellache forse è la sua opera più nota in Italia, L’epoca delle passioni tristi, edita daFeltrinelli), e soprattutto della classificazione esatta dei diversi disagi psichici.Ciascuno di noi tende a riconoscersi nel modello della microimpresa, con unapropria “politica del risultato”, per cui ogni sofferenza psichica viene vissuta come“un fallimento nella sua gestione piuttosto che come una condizione che esistenella vita”. Resistere al biopotere, in questo caso, significa adottare quella chel’autore chiama la “clinica della situazione”, una clinica che aiuti i pazienti ariconoscere come tale il “sogno infantile di un mondo dove non cala mai il buio: ungiorno eterno”. Secondo Benasayag è quindi necessario interrogarsi su quali siano ifondamenti su cui desideriamo si basi la nostra società, se sulla logica utilitaristica,che ha bisogno di un uomo delle competenze, oppure sullo sviluppo dellacomplessità, che riscopre le qualità del singolo. L’esito non è scontato ma èauspicabile che le nuove possibilità create dalla tecnica e dalla medicina sianodestinate a costruire “gli infiniti mondi possibili in questo mondo concreto”.

Sugli scaffali

A CURA DI MARIA PAMINI

Quel sogno infantile che ci medicalizza la vita

MiguelBenasayagLA SALUTE ADOGNI COSTO.MEDICINA EBIOPOTERE

Vita e Pensiero2010

103 PP12 EURO

Robin EpsteinLA VITACOS’ÈDe Agostini 2010304 PP14,90 EURO

A ll'età di due anni Karlscopre che suo

fratello Noah non è comegli altri: inizia a perdere lepoche abilità fino alloraacquisite, smette digattonare, dimentica lepoche parole apprese. Sichiude in un mondoparallelo, unico abitante diun pianeta lontano.Quando giunge la diagnosidi autismo la famiglia è giàtutta concentrata suquesto figlio “diverso”.Economicamente,emotivamente, nelquotidiano e nellaprogettualità, tutta la loroesistenza ruota intorno aNoah. Il libro passaattraverso le diverse fasi

della vita e moltecose mutano: leproblematichelegate allamalattia,l'atteggiamento diKarl nei confrontidei genitori edelle sueresponsabilità difratello, i suoisentimentiambivalenti versoNoah, che lofanno essere a

volte violento e a volteprotettivo.

Karl T. GreenfeldFRATELLOUNICOPiemme 2010418 PP19,00 EURO

on line www.agendacoscioni.it

Per resistere al biopotere bisogna riconoscere la complessità della società

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Cento Eurocontro l’ipocrisia

Mi iscrivo, come ogni anno, semplicementeperché voglio sostenere chi si dedica con amore eprofessionalità a portare avanti quello che oggisembra per molti (ipocritamente) assurdo,ovvero il diritto a stare bene di salute, allaricerca scientifica rivolta al miglioramento dellanostra vita, affrontando seriamente ed in modoobiettivo, tutte le questioni di ordine etico chepossono esserci.

DANIELE BALDI100 euro

Per dar vocea chi non l’ha

Il mio semplicecontributo peraiutare quanti nonhanno la voce perpoter rivendicare ipropri diritti dipersone umane.

FLAVIA BIFFIS100 euro

Un contributo per divulgare la scienza medica

Voglio divulgare l' Agenda Coscionia tutti i miei conoscenti per farvedere e comprendere loro il verosenso della libertà di ricerca e discelta medica, nella speranza cheanche loro contribuiscano nelsostentamento e nella divulgazionedella associazione.

PIETRO GENTILE20 euro

Page 22: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

DAI LETTORI

Mio figlio nasce nel 2004, un bellissimobambino che la sorellina, di un annopiù grande, chiama Tatà. Nasce apparen-temente “normale” e ne siamo convintiper un paio d’anni. Poi affiorano i primisintomi, ma che possono ancora essereconfusi con altri “ritardi” o associati adaltri “disturbi”, meno gravi. Iniziamo acercare con insistenza il suo sguardomentre sistematicamente ci evita; lo chia-miamo ripetutamente e non ci ascolta.Emergono più nitidamente le stereotipie.Aleggia lo spettro e poi arriva la diagnosi:Disturbo Generalizzato dello SviluppoNon Altrimenti Specificato.Il mondo di noi genitori è fatto di spe-ranze, delusioni, fatiche, investimenti earrabbiature. Cercavamo di immaginareil futuro di Tatà. Con il tempo ci rendem-mo conto che nessuno ci poteva daredelle risposte.Le persone con autismo sembrano richie-dere, soprattutto a noi genitori, un’abilitàspeciale: quella di saper convivere conuna diversità diversa, tante fatiche per poi

non riuscire a condividere nulla, costrettiad interpretare i suoi stati d’animo o isuoi malesseri dall’espressione o dalcomportamento.Per proprietà transitiva anche noi genito-ri diventiamo autistici: ci isoliamo nelnostro dolore, ma spesso anche per l’ol-traggio degli sguardi delle famiglie “nor-mali”. Qual è lo sguardo giusto su questasofferenza? Se non usciamo fuori dallatrappola del “meno disturba meglio è “non riusciremo mai a far rispettare i dirit-ti dei nostri figli. Siamo spinti ad accon-tentarci ad accettare quel poco che loStato ci concede come un’elemosina.Ma proprio questo mi fa pensare chenon c’è umanità se gli spazi entro i qualil’umanità si esprime sono spazi cheescludono, che non comprendono e noncontemplano l’esistenza di persone spe-ciali.Le famiglie sono lasciate sole davanti alladiagnosi e, secondo le loro attitudini ecapacità, si muovono di conseguenza. Traqueste, naturalmente, c’è chi cerca il

miracolo e trova chi è pronto a venderlo:strane diete, integratori alimentari mira-colosi, cure di chelazione da mercurio,camera iperbarica…Un handicap come l’autismo deve essereseguito correttamente e non consideratosolo “grave”. Grave, invece, è l’assenza deiservizi pubblici, la mancanza di compe-tenza e d’interventi idonei a migliorare lecondizioni di vita di chi ne è colpito! È determinante una diagnosi puntualeelaborata da specialisti competenti einterventi riabilitativi intensivi e precoci,specifici e di provata efficacia che devo-no divenire servizio pubblico,sostenuti con coerenza e continuitàdal nostro Sistema Sanitario Nazionale enon lasciati a carico delle famiglie, comeavviene nella maggior parte dei casi.La qualità dell’assistenza non può esseremisurata sulle due ore a settimana di ria-bilitazione, ma sulla capacità che abbia-mo di estendere l’intervento riabilitativoa scuola, con personale preparato moti-vato. È importante permettere ai bambini

autistici di svolgere delle attività con glialtri bambini, di essere educati all’internodella scuola degli “altri” bambini, essereeducati senza essere segregati nella scuoladi “tutti”.A noi genitori va riconosciuto il diritto,nei confronti della scuola, della sanità edel servizio sociale, di essere partnerinformati e collaboranti del processod’intervento, il diritto a far valere, ancheper i nostri figli, l’evidenza di un appren-dimento e di un intervento ri-abilitativo. Sempre più spesso sentiamo parlare di:centralità della famiglia, centralità dellapersona, integrazione, presa in carico,continuità. Poi torno a casa, guardo miofiglio e mi chiedo se questa è la realtà chesto sperimentando. Sicuramente no.In Italia ci sono 360.000 soggetti autisticie 360.000 famiglie che pagano da sole leterapie riabilitative dei loro figli. I bambi-ni autistici, come tutti i bambini malati,hanno diritto alla miglior cura oggi esi-stente, e le loro famiglie al giusto soste-gno e assistenza.

Una diversità diversa Tatà nel mondo del disturbo dello sviluppo

Vorrei raccontarvi la storiadi mio figlio Valerio, unastoria di autismo che noncorrisponde a quella deifilm, che troppo spessotrattano questapatologia come un fenomeno geniale emolto interessante. Nellarealtà grava sulla famiglia il

peso di sostenerecondizioni di vita difficili e spesso insostenibili. Non è facile descrivere indue parole questa gravemalattia, che condizionapesantemente la vita dei nostri figli e,inevitabilmente, anche la nostra.

ISCRITTI AL “PACCHETTO AREA RADICALE”Si sono iscrittiall’Associazione LucaCoscioni con la formuladel “Pacchetto arearadicale” (iscrizione a tuttii soggetti costituenti ilPartito RadicaleNonviolento,Transnazionale eTranspartito, quota 590euro)

Alberto Consonni, FilibertoDal Molin , GennaroD'andria, AlbertoDelcorso, AntonioGlorioso, Marina

Liberatori, Maria Massimi ,Ezechiello Montorsi,Maurizio Morganti,Donatella Poretti, PaoloRicci, Francesco Ricotti ,Carla Rossi, Valerio Sossella, Rosanna Tasselli, Gian Gaspare Zuffa

ISCRITTI (per cui valeabbonamento a Agenda Coscioni)Rocco Berardo 510, Luca Bove 100, Danilo Cigala 100,Gabriele Colombini 100,Armando Crocicchio 100,Saverio Feligini 100,

Patrizia Filippini 100,Federico Fortuna 200,Donatella Giampaoli 100,Aldo Giovannelli 100,Massimo Grossi 100,Alessandro Luzzi 100,Mario Mancosu 100,Nicola Marcuccetti 100,Daniele Maretti 100,Ignazio Monaco 100,Walter Moretti 100,Antonio Paravia 200, CarloAlberto Passino 100,Flavio Pizzini 100, AldoPorciello 100, ClaudiaRicci 100

Acconto iscrizioniAlda Baldanzi (pacchetto),Vanda Baratta 10

ISCRIZIONI DEL MESE22

Contro l’inerziadel Governo

Intendo unirmi a quanti non hannodimenticato e non dimenticano chisoffre quotidianamente a causadella protervia e dell’ottusità di chigoverna un Paese che è stato culladel diritto ed è stato trasformato nelrifugio degli oscurantismi illiberali;una cosa a cui faccio fatica acredere, ma persino a pensare.

FERNANDO FRATTA50 Euro

La voce collettivadella libertà

Perché la libertà passasopratutto dalla possibilitàdi scegliere sempre la stradache si vuole fare, in tutti imomenti della propria vita.Perché c’è bisogno di unavoce collettiva che dia sensoe parole al sentireindividuale.

DANIELA BANDERA200 Euro

Un regaloin ricordo di Luca

Dopo 4 anni l’emozione è ancoragrande! Nel ricordo di Luca mifaccio un regalo iscrivendomi (consacrifici) per la dignità dellapersona e per la ricerca scientifica.Mi avete detto che in viaeccezionale potevate su miarichiesta inviare (all’estero quindi)l’agenda di febbraio, grazie mille.

MARIAGRAZIA CAVALLERI100 Euro

Page 23: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

[email protected] I lettori di Agenda Coscioni ci possono scrivere all’indirizzo [email protected] oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma

I numeri arretrati di“Agenda Coscioni” sono liberamente

scaricabili all’indirizzo: www.agendacoscioni.it

Commenta gli articoli sul sito! V i scrivo per segnalare un

caso accaduto oggi a allamia ragazza. Abbiamo

entrambi XX anni. Al termine diun rapporto si è purtroppo sfilatoil preservativo e la mia ragazza haavuto bisogno di prendere lapillola del giorno dopo. Recatasipresso la guardia medicaè stata insultata dalla dottoressadi turno, definita unairresponsabile in quanto a dettadi questo medico avrebbe dovutoprendere la pillolaanticoncezionale e non ricorrereal profilattico e infine terrorizzatariguardo agli effetti devastantidella pillola del giorno dopo sulsuo organismo, dei terribili effetticollaterali e della stupidità di"farsi una botta di ormoni". Ladottoressa ha infine prescritto ilfarmaco definendo laprescrizione "un favore" acui la mia ragazza avrebbe dovutoreplicare firmandole una serie dicarte che la esonerassero dalleresponsabilità. A prescinderedalla professionalità del medico,la mancanza di umanità è stataforse la cosa peggiore per la miaragazza già angosciata. Io so chequelle che ha detto la dottoressasono sciocchezze, ma provare aspiegarlo a una ragazza agitata epreoccupata non è semplicissimo.L'unica cosa con cui sono riuscitoa tranquillizzarla è stato il videodel dott. Viale.Vi ringrazio per quello che fate.

Lettera Firmata

Risposte sulla RU486Vi scrivo per avere maggioriinformazioni sui tempi per

eseguire un IVg farmacologica edopo i certificati rilasciati dalconsultorio, dal quale andròdomani che tipo di trafila si fa inospedale: bisogna fare ulterioricolloqui?

I tempi per eseguire l' IVG varianoda regione a regione: in EmiliaRomagna, per esempio, avviene inday hospital, nel Lazio dovrebbeavvenire in regime di ricovero, ma inrealtà non avviene per nulla (èancora tutto fermo!). Secondo ledirettive ministeriali, oltre ai critericlinici (quelli che stabilisce la legge194), bisogna tener conto dei criterinon clinici, cioè la competenzalinguistica e la capacità dellapaziente di comprendere i vari passidel percorso. Quindi prima che tivenga somministrata la pillola,dovresti affrontare un colloquio.

Grazie mille delle info. Aproposito dei colloqui misottoporrò domani a quellopresso un consultorio per avere lecertificazioni necessarie, visto chela mia ginecologa abituale nonpuò prima di lunedì (i tempisono ristrettissimi, sono entratanella 5^ settimana); midomandavo se dovevo appuntosottopormi ad un secondocolloquio di tipo psicologico-motivazionale, perché già uno èimpegnativo due ancora di più!Fare una scelta in un sensopiuttosto che in un altro nonsignifica che sia una scelta facile enon altrettanto dolorosa.

Non dovrebbe esserci nessunulteriore colloquio.

Ve lo confermo, in ospedalehanno fatto solo l'ecografia;essendoci le condizioni, laprossima settimana assumerò laprima pillola e dopo tre gg lasuccessiva; spero vada tutto per ilmeglio! Grazie per le info.

I malati non possono attendere (la burocrazia)Voglio sfogarmi vista lasituazione assurda in cui mitrovo: mio padre è un invalido,ha la sua pensione di invaliditàalla quale è stato riconosciuto unaggravamento nel 2008, a causaanche di un tumore polmonare.Dopo la prima richiesta diinvalidità gli è stato riconosciutoun assegno di accompagnamento,rivedibile ad un anno. Ha fatto lavisita il novembre 2009 e hosaputo, tramite vie ufficiose, chegli è stato nuovamentericonosciuto, ma fino ad adesso

non ho ricevuto nulla. Sempretramite vie ufficiose ho saputoche forse verrà liquidato asettembre, ma mi chiedo comefaccio a pagare la persona che loha accudito in questi dieci mesi.L’assistenza per tutte le 24 ore ènecessaria, vi assicuro, ancheperché a maggio di quest'annogli è stata amputata una gamba,quindi per qualsiasi sua esigenzaha bisogno di qualcuno che loaiuti. So che non siamo i soli inquesta situazione, ma trovoassurdi i tempi di liquidazionedell'Inps: purtroppo malattie einvalidità non conoscono periodidi sosta in attesa e quindi io adesempio sono stato costretto inquesto periodo a contrarre debitiin attesa dell'Inps. Comunquegrazie per il lavoro che fate siacome associazione e come elettial parlamento come radicali.

Lettera Firmata

Il numero 8/2010 di“Agenda Coscioni” è stato chiuso sabato31 luglio 2010.Il mensile è giunto al suo 48esimo numero.

direttoreRocco Berardo

graficaGianluca LuccheseMihai Romanciuc

hanno collaboratoMarco Aurelio, MarcoCappato, Valentina Stella,Elisabetta Badolisani, MariaPamini, Carmen Sorrentino,Alessia Turchi, VeronicaCazzato, Josè De Falco

illustrazioniPaolo Cardoni

progetto graficoRoberto Pavan

Sulla Ru486, le Asl inumane perché illegali

on line www.agendacoscioni.it

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ContributiRemigio Barbarino 100, PietroBattagliola 20, Maria Rita Belluomo 10,Andrea Beltrani 20, Flavia Biffis 100, Giuseppe Cauchi 20, Isabella Corinna Censani 20,Daniela Cioci 10, Giovanni Battista Colombo 25,Luigi De Santi 10, Aldino Destro 20,Massimiliano Di Corato 20,Aldo Di Salvo 10, Vincenzo Donnarumma 10,Cristina Dorella 50, AlfredoFanton 50, Angelo Fazio 20,Marco Forte 20, Paolo Galante 50, Eddi Lagonegro 30,

Carmine Lombardi 25,Maurizio Macaluso 100,Gianfranco Maraviglia 50,Dario Mecini 20, MicheleMerola 20, Nedo Michelotti25, Gregorio Oxilia 20, Lucia Pellegrini 25, Roberto Piazzini 20, Elena Pirola 30, GiuseppePorcheddu 100, DomenicoPuca 5, Annamaria Rolle 20,Paolo Schiattarella 20, Ileana Torza 20, CristinaTunesi 20, Luca Urbinati 672,Tomasso Verrucci 50, AlfonsoMaria Zerbo 25

Aumenti quotaMario Aluigi 20, GianfrancaBaroni 20, Loredana Biasco

50, Violetta Cesaroni 15,Pietro Colombo 1000, FeliceAntonio Curiale 100, FiorinaDe Biasi 10, RiccardoGuarducci 50, Marco Marchese 30, Marina Mengarelli 50, Anna Cristina Pontani Coscioni300, Beatrice RangoniMachiavelli 100, Gesuina AmbroginaSomaschini 20, GiuseppeSuppa 200, Paolo Thea 20,Antonio Trisciuoglio 1000,Gerolamo Domenico Zucchi200

Aumenti quota contributiPio Ausiello 25, Bruno Baldari15, Breda Bassi 50,

Giovanni Battagliarini 20, Alda Biolchini 20, Lino Boni 10, Olga Bove 50,Giannina Bronzini 20, Realino Cannone 10, Vito Alberto Carilli 25, Luigi Carlone 10, Emilio De Barbieri 20,Giuseppe De Biase 10,Francesco De Liberato 10,Sandra Di Majo 30, Pierluigi Di Pisa 20, Valerio Di Porto 10, Enrico Farina 13, Giancarlo Gamberoni 10, Gabriella Girani 10, Vittorio Girodo 20, Giovanni Goni 5, DomenicoLamberti 30, Flavia Lanari 10,Claudio Landi 20,

Giovanni Lombardi 20, Luca Lombini 2, Vladimiro Marangio 20, Mario Mei 5, Franca Mereu 20, Stefano Negro 20, Valter Nocciolini 6, Giuseppe Paudice 15, Dante Pozzoli 60, Irene Santarelli 10, Giulio Santori 20, Luciana Scardia 20, Maria Renata Sequenzia 50,Francesco Spoto 20, Ermanno Trinchero 20,Francesco Tumminello 10,Bernardo Tutino 10, Giuseppe Ventrella 20,Alessandra Volterrani 20,Nicola Zamorra 5

Dico bastaai casi Englaro

Mi iscrivo perché mia moglie,se le dovesse capitare ditrovarsi in una situazionecome quella di EluanaEnglaro, chiede di esserelasciata andare, e perché sonostufo di gente che, nell'epocadei Lumi, cerca di riportarciall'oscuro.

MICHELE PALERMO PATERA250 euro

A tutela deidiritti civili

Aderisco persostenere l'azionedell'associazionenella tutela deidiritti civili, speciesulle arene"eticamentesensibili".

SAVERIO FELIGINI100 euro

Accanto a tuttiquelli che soffrono

Sono un due voltetrapiantato di rene. Lacausa dell'associazioneLuca Coscioni mi sta acuore personalmente e pertutte le persone che comeme soffrono di un maleincurabile.

PAOLO SCHIATTARELLA20 euro

Page 24: Agenda Coscioni anno V n.08: Agosto 2010

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Socio under 25 almeno 20 euro

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