Spagine l'arte di costruire la città

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spagine Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A. L. Verri volantino - 15 giugno 2015 - anno 3 n.0 volantino Lecce, il dipinto del coro della chiesa di sant’Antonio della piazza

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La chiesa di sant'Antonio da Padova o della Piazza (quella di sant'Oronzo) è più nota oggi sotto il titolo di san Giuseppe per via del fatto che ad averne cura è la Confraternita di san Giuseppe appunto. L'edificio fu fondato nella seconda metà del Cinquecento partendo da una donazione dell'architetto e barone Gian Giacomo dell'Achaya. In questa sede l'attenzione di Fabio A. Grasso si concentra essenzialmente su quello che è l'attuale edificio scaturito da una ricostruzione settecentesca. In sostanza, e giusto per porsi fra le molte domande quelle essenziali; chi costruì la chiesa? E quando esattamente?

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spaginePeriodico culturale dell’Associazione Fondo Verri

Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A. L. Verri

volantino - 15 giugno 2015 - anno 3 n.0

volantino

Lecce, il dipinto del coro della chiesa di sant’Antonio della piazza

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spagine

La chiesa di sant'Antonio della piazza a Lecce e la

La chiesa di sant'Antonioda Padova o dellaPiazza (quella di san-t'Oronzo) è più notaoggi sotto il titolo di sanGiuseppe per via del

fatto che ad averne cura è la Confrater-nita di san Giuseppe appunto. L'edificiofu fondato nella seconda metà del Cin-quecento partendo da una donazionedell'architetto e barone Gian Giacomodell'Achaya.Le vicende edilizie cinquecenteschedella chiesa saranno oggetto a breve diun intervento successivo; in questa sedel'attenzione si concentrerà essenzial-mente su quello che è l'attuale edificioscaturito da una ricostruzione settecen-tesca. In sostanza, e giusto per porsi frale molte domande quelle essenziali; chicostruì la chiesa? E quando esatta-mente? A questo proposito è inevitabilepartire dalle notizie riportate da un con-temporaneo della ricostruzione, France-sco Antonio Piccinni, ovvero una fontestorica settecentesca tanto nota quantoampiamente utilizzata fino ad oggi dallastoriografia. In questo resoconto che ab-braccia più anni della storia di Lecce (in“Cronache di Lecce”, a cura di Alessan-dro Laporta, Lecce 1995, in particolare p.215) F. A. Piccinni, fra gli eventi del 1765,riporta quanto segue: “In questo mese diaprile s'incominciò a rifabbricare e rimo-dernare la chiesa de' / Padri Antoniani,vicino la piazza, sotto la cura, opera e di-ligenza del reverendo Padre / CelestinoRegina di Lecce lettore ed ex provincialedi detta religione, la quale chiesa per es-sere troppo antica e di mal veduta eoscura ed era tutta sotto il pavimentopiena / di sepolture quali sempre traman-davano male odore e determinò quellaallargarsi / nella nave maggiore e ridursia lamia stante che per lo passato erastato a soffitto, / onde tanto si è affaticatoil predetto religioso e buon padre che giàdato principio alla / detta rifazione enuovo abbellimento si prosegue tuttavial'opera”.

sant'Antonio sembra arricchirsi in parti-colare rispetto al ruolo svolto dal PadreCelestino Regina. Questi infatti, attra-verso le parole di M. Paone, sembre-rebbe essere addirittura il progettistadella chiesa. Più cauta, e forse più reali-stica, la ricostruzione storica che emer-gerebbe invece dalle parole di F. A.Piccinni dove C. Regina apparirebbecome responsabile o meglio fautore dellaricostruzione in virtù del suo ruolo diPadre Provinciale dei Minori Osservanticui, come noto, la chiesa apparteneva.

A chiarire maggiormente tale vicendaedilizia, precisando, arricchendo e a tratticorreggendo quanto affermato da M.Paone intervengono tre atti notarili ro-gati a Lecce in tre momenti diversi: ilprimo nel 1735 (ASLe, Sezione Notarile,Segnatura 46 / 77, Muci Fortunato Anto-nio, Notaio in Lecce, atto del 15 novem-bre 1735, cc. 635r. - 646r. ); il secondonel 1765 (ASLe, Sezione Notarile, Se-gnatura 46 / 91, Carretti Nicola, Notaio inLecce, atto del 14 aprile 1765, cc. 132r. -139r.); il terzo ed ultimo nel 1772 (ASLe,Sezione Notarile, Segn. 46 / 77, CarrettiNicola, Notaio in Lecce, atto del 4 set-tembre 1772, cc. 359v. - 363r.). Gli ultimidue di questi atti notarili sono stati tra-scritti nella loro interezza, del primo in-vece, se ne sono riportate solo le partiessenziali. Nel secondo rogito, quello del 1765, ilconvento affida la ricostruzione dellachiesa a tre mastri leccesi: Donato Gu-glielmo, Francesco Palma e Benedettode Giorgi. In questo documento diversisono i dati particolarmente utili a dipa-nare più di qualche nodo interpretativocominciando dal fatto che l'atto è rogatonella stanza di Padre Celestino di Lecce(c. 139r., righi 6°- 7°) il quale potrebbeessere proprio quel Celestino Regina giàqui ricordato in precedenza. Interessanteè però il fatto che lo stesso Padre non siamai segnalato fra i testimoni o, più in ge-nerale, all'interno del rogito né come pro-gettista né in altro modo. All'interno del documento inoltre si fa ri-

A ciò si deve aggiungere quanto pubbli-cato nel secolo scorso da MichelePaone, uno dei più attenti studiosi e co-noscitori della storia artistica locale, inuna sua pubblicazione ancora oggi moltoutilizzata dagli storici (M. Paone, Chiesedi Lecce, Galatina 1979, pp. 287 – 299,in particolare p. 287): “...il 1765, gli os-servanti affidarono al religioso celestino/ Regina l'incarico di ingrandire e di co-prire a volta l'aula a croce / latina dellachiesa...”; e pochi righi dopo nella stessapagina sempre M. Paone continua: “Oltreche a dilatare l'interno ed a provvedereall'ornamentazione delle cappelle, il Re-gina attese anche a comporre, lungo /l'attuale via Ludovico Maremonte, il pro-spetto del tempio...”. Non è noto da dove M. Paone traggaqueste informazioni (qui trascritte fedel-mente) né se esse siano interpretazionidello studioso sulla base di F. A. Piccinni,certo è che, rispetto a quanto riportatonel qui trascritto brano delle “Cronachedi Lecce”, la conoscenza storica della ri-costruzione settecentesca della chiesa di

Dove c’erano i

Altare di san Giuseppe

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volantino - 15 giugno 2015 - anno 3l’arte di costruire la città

sua ricostruzione settecentesca

ferimento al fatto che i citati mastri, con-siderati inoltre alla stregua di “professori”(c. 138r., rigo 14°), saranno pagati ancheper i disegni eseguiti (c. 138r., rigo 11°).Ciò lascerebbe supporre che, a diffe-renza di quanto poteva spesso accadereanche all'epoca, in questo caso specificomastri non operavano sulla base di un di-segno o meglio di un progetto eseguitoda altri.All'interno di questo documento vengonofissate inoltre alcune fondamentali carat-teristiche dell'edificio da realizzare, siprecisa infatti che: “...E così demolitedette nave maggiore, navicelle laterali, elamie, / nel sito delle medesime secondoil disegno, e pianta / farsi a spese di dettoConvento, cavarsi, ed empirsi / j sassinecessarj, o siano fondamenti,...” (c.134r., righi 12° - 15°), lasciando così sup-porre che, in termini assoluti, l'area occu-pata dal nuovo edificio sarebbe rimastala stessa di quella della chiesa prece-dente. Nello stesso documento si stabili-sce in più di: conservare l'esistentefacciata principale dell'edificio (c. 133r.,rigo 11°); smontare gli altari per poi ri-montarli (c. 133r., righi 14° - 18°); sman-tellare il tetto e il cielo appeso (c. 133v.,rigo 11°) della nave maggiore la qualenell'edificio ricostruito dovrà avere unacopertura a “lamia” (c. 135v., rigo 3°). Nelrogito infine si sottolinea la possibilità dicompletare la ricostruzione in tempi di-versi (c. 135r., righi 13° - 15°). Nell'ultimoatto in ordine di tempo, quello del 1772,infatti un nuovo intervento interesserà laparte della crociera (da notare che men-tre F. A. Piccinni scrive le sue cronache ilavori sono ancora in corso).Questi lavori del '72 saranno compiuti daVincenzo Carrozzo, Ventura Corallo(Ventura ovvero Bonaventura è presenteanche nell'atto del 1665 e quindi daràcontinuità alla ricostruzione) e GaetanoMacchitella. Quello che si può dedurredai due rogiti citati per primi è che la fac-ciata sull'attuale via L. Maremonti, con-trariamente a quanto affermato da M.Paone, non fu costruita nel 1765 e conciò quindi sembra plausibile affermare

che il cambiamento di orientamento del-l'edificio era già avvenuto prima del1765. A questo proposito andrebbe ricor-dato che l'ingresso principale del primi-tivo edificio cinquecentesco si aprivasull'attuale via degli Achaya e che quellache era la navata maggiore allora di-venne successivamente il transetto del-l'attuale chiesa. A conclusione di questanecessariamente breve relazione (si rin-via alla analisi diretta degli atti in quantola prosa notarile che li caratterizza ap-pare di facile lettura e comprensione)non rimane che soffermarsi sull'ultimo ro-gito, quello del 1735, attraverso il qualeil convento sancì l'acquisizione di unabottega:“... come / ritrovandosi attaccatada' man sinistra / della Porta piccola dellaChiesa di detto (c. 636r., righi 17° - 19°)// Venerabile Convento, per cui s'escealla strada prossima nella Piazza publicad'essa / Città...” (c. 636v., righi 1° - 3°), epoi ancora continua il documento “... per/ commodo, e ristauramento della dettaChiesa ...” (c. 636v., righi 8° - 9°). Nell'al-legato all'atto notarile (c. 640r., righi 16°

- 17°) si precisa significativamente inol-tre: “...ad finem illam vendendi dictis pa-tribus Observan_tiae pro refactioneeiusdem Portae Ecclesiae...” ovvero chela bottega doveva essere venduta aiPadri del Convento per il “rifacimento /refactione” della porta piccola. In occa-sione del restauro cui fa riferimento que-sto rogito fu quindi realizzata una portapiccola della chiesa la quale plausibil-mente potrebbe essere quella ancoraoggi visibile sempre su via degli Achaya.Chi volesse condurre infine ancheun'analisi stilistica delle sculture presentisulla facciata (i volti di angelo ad esem-pio) principale della chiesa su via L. Ma-remonti noterebbe che si è in presenzadello stesso artefice, forse quel Giu-seppe Serio scultore e “peritissimo ar-chitetto” ricordato da altri atti notarili indiversi cantieri salentini dove troviamo lostesso tipo di sculture, che forse assiemead un secondo artista eseguì la porta pic-cola. Questo secondo scultore è il mede-simo che realizzò nella stessa chiesa ilmonumentale e datato (1737, al 1758 ri-salirebbe la doratura) altare dedicato alsanto da Padova (attribuibili a questostesso autore sarebbero però anche altrialtari settecenteschi presenti nella stessachiesa, forse proprio quelli che, ricordia-molo, nella ricostruzione del 1765 furonosmontati e rimontati nel nuovo edificio).Non è da escludere che la citata portapiccola così come la facciata principaleappartengano alla stessa fase di lavori di“ristauramento della detta Chiesa”. Chi èquesto scultore? Al momento anticipiamosolo che costui, così come il pressochésconosciuto e già citato G. Serio, fu unodei più attivi del Settecento salentino, unnome ignoto solo fino a qualche anno fae che le ricerche da cui è scaturita que-sta prima analisi hanno però portato allaluce. Materiale per un'altra storia e perun'altro racconto evidentemente. Questolavoro di ricerca è stato reso possibilegrazie alla collaborazione dell'Arcidio-cesi, del Comune e della Provincia diLecce.

Padri Antoniani

Altare di sant’Antonio

di Fabio A. Grasso

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ASLe, Sezione Notarile, Segnatura 46 / 77, Muci FortunatoAntonio, Notaio in Lecce, atto del 15 novembre 1735, cc. 635r.- 646r.

Emptio libera Apotecae parvulae /et aliae cautelae ut infra' /

pro' /Venerabile Coventu sub titulo Sancti /

Antonij de Padua Reverendorum Patrum Mi_norum Observantium huius Civitatis Lycij.

Le parti contraenti sono il convento e per esso il “...(c. 636,righi 4°- 8°) Signor Giovanni Battista Papa / di Venezia inquesta sudetta Città di Lecce / commorante Procuratore so-stituto delo / Signor Don Oronzio Tafuri di detta Città Sin-dico / Apostolico del Venerabile Convento... “ e i fratelli deStabile: l'abate don Giuseppe Maria e Gioacchino “...legatarijdel legato pio laicale de' jure patronatus della famiglia deStabile...” (c. 635v., righi 10° - 12°)

[c. 636 r.]

Le dette parti nelli nomi di sopra spontaneamente /nella presenza nostra hanno asserito, come /ritrovandosi attaccata da' man sinistra /della Porta piccola della Chiesa di detto //

[c. 636v.]

Venerabile Convento, per cui s'esce alla strada /prossima nella Piazza publica d'essa /Città una bottega piccola consistente in /un camerino palaziato con porta, ed /un'altra porta con scala per la quale /si discende in una cantina, che stà sotto /un'altra bottega pure palaziata at_taccata alla medema; e bisognando per /commodo, e ristauramento della detta Chiesa /la descritta bottega piccola palaziata /con luogo di scala ut supra, attaccata à /detta Porta piccola di detta Chiesa, /e perche tanto la medesima, quanto la /detta altra bottega con essa cantina /sotto sono dote, e fondo di detto legato /pio laicale quo' supra' eretto, e fon_dato dall'istessa quondam Maria Donata /Mucita cum detto onere missarum de' /jure Patronatus Familiae de Stabile //

[c. 637r.]quali due botteghe gli anni passati fu_rono surrogate, ed incorporate da detti /Signori Fratelli de Stabile come legatarij /ut supra al detto loro legato....

Alla c. 640r. (inseratur):...16 ...ad finem illam vendendi dictis patribus Observan_17 tiae pro refactione eiusdem Portae Ecclesiae...”...Alla c. 640v.:...13 ... et teneatur dicti fratres de Stabile /14 ante omnia de novo fabricari facere scalam praedictam /15 in alio loco cantinae apothecae conticuae, …...

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Atto del 1735

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ASLe, Sezione Notarile, Segnatura 46 / 91, Carretti Nicola,Notaio in Lecce, atto del 14 aprile 1765, cc. 132r. - 139r.

Conventio, et Cautele /Inter /

Donatum Guglielmo, Franciscum /Palma, Venturam Corallo, et Bene_dictum de Giorgi muratores, ex una /

Et /Venerabilem Conventum Sancti Antonii de Pado_

va lyciensem parte, ex altera. /

Die decimo quarto mensis Aprilis decimae /tertiae Indictionis millesimo Septingentesimo /sexagesimo quinto in Civitate Lycii /habita licentia ob diem Festum /Nos Dominicus Brundusino de Lycio /Regius ad contractus ad Vitam Iudex, /Nicolaus Carretti de eodem Lycio pu_blicus, et Regia per totum hoc Regnum /authoritate Notarius, et testes videlicet U. J. D. //

[c. 132v.]

Don Philippus Passante Terrae Salicis, Ly_cij degens, Carolus De Blasi, et Ioseph /Carrozo de dicto Lycio Viri quidem litterati, /et ad hoc Specialiter habiti, vocati, /atque rogati. /Costituiti nella presenza nostra Donato Gulielmo, Fran_cesco Palma, Ventura Corallo, e Benedetto de /Giorgi mastri Fabricatori di questa Città di Lecce, sui /iuris ut dixerunt; li quali aggono, ed intervengono /alle cose infrascritte per se stessi insolidum, e per li di loro /Eredi e Successori da una parte. /Ed il Signor Giovanni Battista Papa Sindaco Apostolico delVene_rabile Convento di Sant' Antonio di Padova della medesimaCit_tà di Lecce, il quale parimente agge, et interviene /alle medesime infrascritte cose per se in detto nome, e perdetto /Venerabile Convento, e successori nel medesimo qualsivo-gliano, /dall'altra parte. /Li detti Donato Gulielmo, Francesco Palma, Ventura Co_rallo, e Benedetto de Giorgi giusta la Convenzione /avuta con detto Venerabile Convento di Sant' Antonio /di Padova e suo Sindaco Apostolico, spontaneamente /

avanti di noi non per forza, o inganno, ed in /ogn'altra meglior via promettono, ed in solidum s'_obligano //

[c. 133r.]

obligano ad ogni semplice richiesta di detto Signor GiovanniBattista /Papa nel nome come di sopra demolire la nave /maggiore nell'ingresso corrispondente al maggiore Altare /della Venerabile Chiesa di detto Convento di Sant' Antonio /di Padova in questa Città, assieme colle due /ultime colonne, che formano la Crociera di detta /Chiesa, restando in piedi la facciata d'avanti di /detta Chiesa, e li due ultimi muri laterali dove son / le teste delle Cappelle piccole; come anche essi /mastri Fabricatori promettono, ed in solidum, s'obligano /demolire le due navicelle laterali corrisponden_ti a detta nave maggiore, il tutto a loro spese, e con /tutta l'attenzione, e senza il minimo detrimento /calare, e riponere in parte sicura le sette /Cappelle laterali, che sono cioè trè da una par_te, e quattro dall'altra di dette due navicelle, per /nuovamente riedificarsi nella stessa loro situa_zione trè per lato di dette due navicelle a spese /di essi mastri in solidum obligati; tanto che se accadesse /in dette Cappelle, e loro intagli, bastonati, ed altro /qualche danno per lo sfabrico, e nuova si_tuazione, siano tenuti essi mastri, come promet_tono, ed in solidum s'obligano de proprio alla refazione //

[c. 133v.]

senza il minimo interesse del Convento sudetto. E la /settima Cappella promettono li stessi mastri, ed /in solidum s'obligano situarla anche a loro dispese in /detta Chiesa in quel luogo, dove le sarà ordinato /da esso Sindaco Apostolico: senza che per dette de_molizioni di dette nave maggiore, navette, cappelle, e lo_ro lamie possano essi mastri pretendere mer_cede alcuna. Come anche debbano essi mastri /a loro spese, e senza mercede alcuna, come /così promettono, ed in solidum s'obligano calare, e /smantellare il tetto, e cielo appeso di detta nave /maggiore con ogni attenzione, a fine di non sortir danno, /ne detrimento alle legnami, e tegole della medesima, /con assignarsi però a detti Fabricatori da esso /Sindaco Apostolico un mastro d'ascia per schio_dare detto Cielo appeso, e lignami a spesa, esso /

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Atto del 1765

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mastro d'ascia di detto Convento. E quelle pietre /buone per il nuovo fabrico, che dovranno de_molirsi da dette nave, navette, e lamie, siano /tenuti essi mastri Fabricatori, come prometto_no, ed in solidum s'obligano calarle a forza di spalle, /o in altra qualunque altra maniera, purche non /patiscano detrimento. E per quello riguarda /la nave //

[c. 134r.]

la nave a crociera, che resta in piedi, debbano /essi mastri Fabricatori cautelarla anche a loro /spese, così riguardo al fabrico, come riguardo /al tetto con servirsi delle lignami del tetto de_moliendo previa consegna da farseli da esso /Signor Giovanni Battista Papa nel nome come di sopra, /per poi dette lignami restituirsi a detto Venerabile /Convento da essi mastri. Per le quali cose tutte /non possano essi mastri, come promettono /non pretendere paga alcuna da detto Venera_bile Convento, dovendo tutto correre a loro spese. /E così demolite dette nave maggiore, navicelle laterali, elamie, /nel sito delle medesime secondo il disegno, e pianta /farsi a spese di detto Convento, cavarsi, ed empirsi /j sassi necessarj, o siano fondamenti, fino al pede /piano della Chiesa per li stessi mastri, li quali /per ciò restano responsabili d'ogni qualunque /danno, che potrà accadere per causa di detti /sassi, o siano fondamenti da farsi per essi mastri /a spese di detto Convento, e dell'intiero fabrico /erigendo, ut infra. Per li quali sassi, cosi /riguardo la scavatura, come riguardo all'_empiatura, dovendo tutto il materiale ne_ //

[c. 134v.]

cessario, cioè pietre, calce senza curata, panare, /utri, e zuche tantum mettersi da detto Convento, /per quello riguarda fatiga di essi mastri per detti /fondamenti, o siano empietura di sassi si è conve_nuto trà esse parti pagarsi all'istessi mastri /a ragione di grana trenta due, e mezza per ogni /canna secondo la misura, e canneggio da farsi /da due periti comunemente eligendi. /E perfezionati detti sassi, o siano fondamenti, debbano essi /mastri, come promettono, ed in solidum s'obligano erig_gere secondo detto disegno, e tesa, tanto detta nave /

maggiore, quanto dette due navette laterali a trè /archi, o siano tese d'ordine corinto, colle sue basi, /colonne, archi, capitelli, architravi, freggio, /cornici, e chiavi intagliate alli sei archi la_terali, e mesole alle lamie, ed archi, quali ar_chi trè per lato devono avere di vacuo, o sia /altezza dal pede piano in sù palmi ventino_ve, e quella larghezza, che può legitimamente /aversi; e per che li due muri laterali, che /servono di testa alle Cappelle, si trovano più /bassi, debbano essi mastri, come promettono, ed /in solidum s'obligano alzarli all'altezza delle la_miette //

[c. 135r.]

miette col massiccio delle medesime. Con fare di van_taggio essi mastri sopra al Cornicione di secon_do ordine tre ligne di printo, e sopra delle medesime /principiare i lapazzi, e voltatura del lamione /a spicoli coll'archi scalati a fascie secondo le /colonne del fondamento coll'arco maggiore all'imboc_catura della nave corrispondente alla crocie_re, colli suoi bastonati dall'una, e dall'altra /parte, colle sue chiavi intagliate anche dall'_una, e dall'altra parte, con farsi in detti due /pilastri maggiori dell'imboccatura di detta cro_ciera le chiamate degli altri archi maggiori, e /pese di lamia, affinche volendo il Convento /edificare in altro tempo l'altra nave, che /forma la crociera, possa servirsi di dette appe_se, e chiamate coll'istessi ornamenti del fabrico /erigendo quale nave maggiore erigenda deve /essere lamiata coll'archi scalati a fascie, /e dette fascie che siano dell'ampiezza della Co_lonna maggiore, e nelle lunette della medesima for_marci trè finestroni per parte di quella /maggior ampiezza, che possono nascere, e se_condo la Tesa, quali finestroni devono es_ //

[c. 135v.]

sere bastonati della maniera appunto, che è /il finestrone della facciata maggiore riguardo /al suo ordine. Quale lamia magiore di detta /nave deve essere coverta colle sue lignami, /e tegole da somministrarsi dette lignami, e tego_le dal detto Venerabile Convento, e suo Sindaco /

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Apostolico, a spese del quale debbano situarsi /le sole lignami per quello riguarda fatiga /di mastro Falegname tantum nella Cover_ta della quale lamia di detta nave magiore /debbano situarsi j suoi fenestrini, o siano ven_tarole per ricever l'aria. E come che detta /lamia magiore và ad eccedere nell'altezza /la facciata presente d'avanti di detta Chiesa, /qual facciata si è detto, che resta in piedi, deb_bano essi mastri, come promettono, ed in solidum /s'obligano dalla parte di dietro, e per quanto /contiene detta facciata continuare il parie_te a forma di Cavalletto, che accompagni /la vista della facciata, e facci palombella /alla lamia, quale lamia magiore di detta /nave deve essere di altezza di vacuo dal /piano in sù palmi cinquanta nove. /E nelli //

[c. 136r.]

E nelli due lati di detta nave magiore promettono, ed in soli-dum /s'obligano essi mastri formare i vasi, o siano stan_ze per eriggersi le sudette sei Cappelle laterali, /cioè trè per parte colle loro lamie, e divisioni /da Cappella in Cappella, e comunicativa con /porte con fascie bastonate dall'una, e dall'al_tra parte, quali lamiette devono essere a spico_li colle loro mesole, e tanto le medesime lamiette, /quanto detto lamione, e muri divisori delle dette /Cappelle devono da detti mastri innaschiarsi, /e le sudette lamiette delle Cappelle laterali /dalla parte di sopra non devono essere già /coverte a tegole, ma inchiancate a dovere /e ben tegolate per non ricevere acqua, e col_li cavalletti a proporzione per sostegno del la_mione, che devono essere chiusi per quanto /contiene la lunghezza di cadauna cappella, /quali cavalletti devono essere a scarpa, tan_to che il principio d'avanti non possa esser /meno di palmi diece, e continuando fin dove /necessita per cautela di detto lamione, alloc_che si debba adempire intieramente da detti /mastri, siccome li medesimi così promettono, //

[c. 136v.]

ed in solidum s'obligano. /

E continuando detto fabrico della nave magiore /dall'uno, e dall'altro braccio della Crociera, /debba terminare in faccia alla Cappella /di San Giuseppe da una parte, e dall'altra in faccia /alla cappella di Sant' Antonio con due archi /per parte laterali della stessa semetria, /altezza, e ornamenti dell'archi di detta nave /magiore, quali due archi per parte latera_li devono essere sovraposti, o siano attaccati /al muro vecchio, tanto che formino il va_cuo per quattro Cappelle, cioè due per lato, /e sopra li due primi archi, che attaccano /all'arco maggiore continuarsi la fodera, /pese di lamia, e chiamate, fino all'intem_piatura con due finestroni a proporzione, /e semetria degli altri della nave magiore. /E per quello riguarda l'altri due archi, /che attaccano uno alla Cappella di San Giuseppe, /e l'altro a quella di Sant' Antonio, debbano /essi mastri, come promettono, ed in solidum s'obli_gano erigerli fino al Cornicione inclusive /il tutto servata forma di detto disegno, pianta, /e tesa //

[c. 137r.]

e tesa. /Per lo quale fabrico così erigendo, tutto il materia_le, cioè pietre, tufi, calce senza curata, chian_che, imbrici, lignami, canali, e tegola debbano /somministrarsi da esso Venerabile Convento /a detti mastri, li quali siano tenuti a tutto /il dippiù di afici necessarj, cura di calce, cer_nitura di tofina, lavorio, e tutt'altro necessa_rio per compimento, e total perfezione di detta opera /erigenda. E questo per il convenuto estaglio /di ducati sei cento quaranta da somministrar_si per esso Sindaco Apostolico a detti mastri, fatigando, pagando, dichiarandosi, che van /compresi in detto estaglio li scorniciati, sgarra_ti, innaschiati, inchiancati, coverta della /nave magiore, spicoli, cornicione, contorni, /fasce, sforgi, intagli, nuova situazione di dette sette /Cappelle, e tutto altro per complimento, e total /perfezione dell'opera sudetta. /E promettono essi Donato Gulielmo, Francesco Pal_ma, Ventura Corallo, e Benedetto de Giorgi, /ed in solidum s'obligano principiare il detto lavoro /ad ogni richiesta di detto Signor Giovanni Battista Papa //

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[c. 137v.]

nel nome sudetto, ed incominciato continuare da /giorno in giorno con diece fatigatori, e non /meno, trà mastri, lavoratori, e manipoli, e /così continuare fino l'intiera perfezione /dell'opera sudetta, sempre coll'assistenza di /detto Ventura Corallo, ed un'altro delli sudetti /in solidum obligati, ne mancare per qualsivoglia /ragione, e causa, quia sic. /Qual opera così compita, e perfezionata nella /maniera di sopra espressa, debbano essi mastri, /come promettono, ed in solidum s'obligano farla /buona per anni trè continui immediata_mente decorrendi dal giorno, che sarà termina_ta di punto, tanto che pericolando infra detto /spazio di tempo per colpa, e difetto di essi /mastri, siano li medesimi tenuti, come promet_tono, ed in solidum s'obligano alla refazione a tutte /loro spese, e senza il minimo interesse del /Convento sudetto quia sic. /Per Caparra, ed a conto delli quali ducati sei cento /quaranta convenuto estaglio delle sudette /fatighe, essi mastri Donato Guglielmo, Fran_cesco Palma, Ventura Corallo, e Benedetto /de Giorgi //

[c. 138r.]

de Giorgi dichiarano, e confessano aversi rice_vuto, ed avuto, come che presenzialmente, e ma_nualmente avanti di noi numerati in tanta mo_neta d'argento si ricevono, ed anno da detto ve_nerabile Convento per mano di detto Signor Giovanni Batti-sta /Papa nel nome come di sopra ducati trenta, che /restano escomputati, e tolti da sopra il sudetto /convenuto estaglio di ducati sei cento quaran_ta. E come che essi mastri per venire a capo di detta /opera erigenda han vacato più giornate, /così per le misure, come per li disegni, ed al_tro; quindi si è convenuto, che nel caso il presente /appaldo prima di cominciarsi l'opera venis_se sbassato da altri professori, non siano es_si mastri tenuti alla restituzione di detti intieri /ducati trenta, ma di soli ducati quindici, rite_nendosi l'altri ducati quindici per le fatte /fatighe, e giornate vacate, quia sic in pace /

Di modo che il presente istrumento per osservanza delle /cose tutte nel medesimo contenute, e cadauna di /esse possa per esso Signor Giovanni Battista Papa nel nome /come di sopra, anche per mezzo di suo Procuratore /contro li detti in solidum obligati incusarsi, prodursi, pre_ //

[c.. 138v.]

sentarsi, e liquidarsi in ogni Corte, Tribunale, luoco, /e Foro, e la pena seu pene contro di quelli /in solidum incusarsi Civilmente, e criminalmente anche /secondo la forma del laudabil rito della Gran Corte della /Vicaria, e che subito debba avere pronta, parata, /e spedita l'esecuzione, tanto reale, quanto perso_nale a Costumanza dell'oblighi liquidi di essa /Gran Corte, e piggioni di case della Città di Napoli, qual_ /sivogliano riti, equità, e leggi in contrario non ostan_tino, quia sic. /Qual presente contratto, e tutte le cose nel medesimo con_tenute per le dette parti ne sudetti respettivi nomi /per quanto a ciascheduna di loro spetta, ed appar_tiene han promesso sempre averle per rate /ed alle medesime non contravenire per qualsivoglia ragione /e causa quia sic. /E per la real osservanza, validità, e fermezza delle cose /predette esse parti spontaneamente avanti di noi /ad invicem, et vicissim, et pro quanto han_no obligato se stesse in detti respettivi nomi, /e detti mastri fabricatori in solidum, li loro Eredi, /successori, e beni tutti presenti, e futuri colla clau_sola del costituto, e precario con potestà alla /pena //

[c. 139r.]

pena del doppio per mettà hanno rinuncia_to, especialmente detti Donato Guglielmo, e compagni /alla legge di due, o più correi in solidum obligati cer_tiorati han giurato, ed han promesso stando_no in detto Venerabile Convento di Sant' Antonio nella Ca-mera del /Padre Celestino di Lecce dove ed han voluto à Consiglio dè /Savii unde.

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volantino - 15 giugno 2015 - anno 3l’arte di costruire la città

ASLe, Sezione Notarile, Segn. 46 / 77, Carretti Nicola, Notaioin Lecce, atto del 4 settembre 1772, cc. 359v. - 363r.

Conventio, et Cauthelae /Inter /

Venerabilem Conventum Sancti Antonij de Padova /Et /

Vincentium Carrozzo, Venturam Corallo, /et Cajetanum Macchitella Muratores /

de LycioDie Septimo mensis Septembris Sestae Indictionis mil_lesimo Septingentesimo Secundo in Civi_tate Lycii Nos Ioseph Falconieri de /Lycio Regius ad Contractus ad Vitam Iudex, Ni_colaus Carretti de eodem Lycio publicus, et /Regia per totum hoc Regnum authoritate Notarius, et /testes videlicet Antonius Passagnol, Cajetanus Im_ /bo, et Orontius Costa de dicto Lycio Viri /quidem litterati et ad hoc specialiter habiti, voca_ti, atque rogati./Costituiti nella presenza nostra Vincenzo Carrozo, Ven_tura Corallo, e Gaetano Macchitella Mastri Mura_tori di questa Città di Lecce, li quali aggono, ed inter_vengono alle cose infrascritte per se stessi in solidum, e per lidi loro /Eredi //

[c. 360r.]

Eredi, e Successori da una parte. /E l'infrascritti Reverendi Guardiano, e Padri del VenerabileConvento di Santo /Antonio di Padova de Minori Osservanti della /medesima Città di Lecce videlicet Padre Fra' Tomaso diLecce Guar_diano, Padre Lettore Fra' Ludovico di Marugio, Padre Let-tore /Fra' Giovanni Battista di Marugio, Padre Lettore Fra' Igna-zio /di Lecce, Padre Lettore Fra' Ambrogio di San Vito, PadreLettore /Fra' Oronzo dell'Acaja, Padre Lettore Fra' Isidoro da Lecce, /e Padre Lettore Fra' Andrea di Latiano discreti Capi_tularmente congregati, e coadunati a suono di Cam_panello nella Camera di detto Padre lettore Fra' GiovanniBattista /di Marugio ex Provincciale more, et loco solitis facienti_no, e rappresentantino, la maggiore, e più Sana /parte del di loro Capitolo, anzi tutto lo stesso Capitolo /

li quali consenziendo prima in noj aggono, ed in_tervengono alle cose infrascritte per se stessi in detti nomi, e /per detto loro Venerabile Convento, e successori nel mede-simo /qualsivogliano imperpetuum dall'altra parte. /Li detti Mastri Vincenzo Carrozo, Ventura Corallo, e Gaetano/Macchitella sponte avanti di noj, giusta la convenzione /avuta con detto Venerabile Convento, e suoi Guardiano, ePadri, /ed in ogn'altra miglior via, promettono, et in solidum s'obli-gano //

[c. 360v.]

a tutte loro spese, cosi di materiali, cioè pietre, /tufi, Canali, tegole, tofina, e curatura di calce, co_me di afici cioè andite, zappe, panare, pale, ed al_tro bisognevole, e senza il minimo interesse di detto /Convento, il quale ad altro non è tenuto se nonche /a somministrare la calce, ed al trasporto della pie_tra, così delle facciate, come per il midollo, e fondamenti; /edificare da fondamenti nella chiesa di detto Venerabile /Convento le due braccia dalla parte del maggiore /altare corrispondenti una all'altare di Sant' Antonio, /e l'altra a quella di San Giuseppe in conformità, e coll'_istessi intagli scorniciati, ed archi, come stanno le /due braccia edificate, e coll'istessi membri, e due /porte a semetria delle quali una finta, e l'altra /aperta a forza col taglio di tutto il vecchio muro, /da corrispondere questa al corridoretto, che dà l'in_gresso alla sagrestia chiudendo a forza di fabrico /cosi l'antica porta, come la scala, che conduce al /Pulpito, e serrando per quanto contiene il menniccolo /della lamia il vacuo dell'organo, e da fondamenti /eriggere dette due braccia laterali con due pila_stri maggiori a due facci per sostegno di trè archi, /che //

[c. 361r.]

che devono sorgere a proporzione di quello, ch'esiste /nella fronte della nave maggiore, e dell'istessa am_pieza del medesimo colle Colonne, contro colonne, /Capitelli, e cornicioni, in somma dell'istesso andare, /e manifattura del fatto recente fabrico dallo stesso /Ventura Corallo; E sopra de' sudetti tre archi maggiori /eriggendi, com'anche sopra di quello già Eretto /sorgere un muro massiccio à proporzione nell'al_

Atto del 1772

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tezza di ligne Cinque circum circa, oltre il procli_vio, ò sia pezuto sopra le chiavi dell'archi maggiori, /e detto muro dev'essere sopra la Corona di detti /quattr'archi, e nell'angoli de' medesimi dalla parte /del centro della crociera, ò sia Cuppola, fin dove /potrà arrivare sorgersi j piedi per sostegno del /piede, ò sia menniccolo della lamia, da Eriggersi /à posticcio, ò finto à spese del Convento, com'anche /debbano essi Mastri fare due menniccoli proporzio_nati corrispondenti ed uquali a quelli, ch'esistono /uno dall'una, e l'altro dall'altra parte della /crociera, e sopra di detti quattr'archi, e di loro parie_ti massicci farci quattr'ovati, de quali trè aperti, /ed il quarto nel caso non potrà aver lume ingre_

[c. 361v.]

diente farlo finto, e su de medesimi quattr'archi a spese /del Convento farsi il tetto di legname, e questo cuoprirsi /da essi mastri, li quali siano tenuti mettere tutti li /condotti, e canali necessarj all'infuori delle tegole, /che debbano mettersi dal Convento. Alli sudetti trè /archi erigendi debbano essi mastri dare le loro forze /fino la corona di detti archi nella stessa lunghezza di /quelle date al fatto arco, e sopra al cornicione dare /il carico per sostegno del medesimo in conformità di quello dirim_petto per non crollare il cornicione; come anche fare /il menniccolo al fatto fabrico dalla parte della cap_pella di Sant' Antonio in conformità di quello corrispon_dente alla Cappella di San Giuseppe, e così anche fare li /menniccoli nel nuovo fabrico Eriggendo riguardo /alli sassi dove s'incontrassero nelle sepolture, deb_bano a spese del Convento trasportarsi le ossami alla /Carniera, (mastre) i mastri sono obligati alla scavatura, /ed empietura de sassi medesimi. Per il Celo appeso di /mezo in dove viene il nuovo tetto debba schiodarsi, /e calarsi la soffitta, e coverta à spese de mastri, con /prestarseli dal Convento due mastri d'ascia per il tempo che /saranno necessarj. Che debbano essi mastri muratori /calare //

[c. 362r.]

calare le due Cappelle laterali, e l'altare mag_giore, e riponerle dentro la stessa chiesa in parte /dove diano meno incommodo, e così anche calare /l'arco maggiore del Coro. Da principiare detta fati_ga alle venti del corrente mese di Settembre, e successiva_

mente continuare fino al totale disbrigo, senza in_termissione alcuna colla direzione de Capi mastri /muratori Oronzo, e Giuseppe Carrozo, e dipendere /dalli medesimi, come persone destinate da detto Convento. /E questo per l'Estaglio di docati quattro cento sessanta /due, à conto de quali essi mastri Vincenzo Carrozo, /Ventura Corallo, e Gaetano Macchitella dichiarano, /e confessano aversino ricevuto, ed avuto da detto Venerabile /Convento, e suo Padre Guardiano presente, fin da oggi su-detto /giorno, e poco prima renuntiantes exceptioni, docati trenta, /e li restanti docati quattro cento trenta due a saldo /si debbano somministrare da detto Convento ad essi /Mastri con biglietti di essi Oronzo, e Giuseppe Car_rozo secondo la fatiga faranno, e similiter delle persone, /ò siano lavoranti che terranno giorno per giorno, /e settimana per settimana, e compità sarà di tutto /punto l'opera sudetta, essi mastri Vincenzo, Ventura, //

[c. 362v.]

e Gaetano promettono ed in solidum s'obligano farlo /buono per anni trè continuJ immediatamente decor_rendi, così che pericolando infra detto termine il Fabrico /sudetto per colpa, e difetto di essi mastri, siano li medesimitenu_ti alla refazione a tutte loro spese, e senza il mini_mo interesse del Convento sudetto, quia sic. /E riguardo all'andate, siccome son tenuti essi mastri à met_terle, così calato sarà il Cielo appeso, e tetto di mezo, /possano li stessi mastri servirsi per dette andate delle li_/gnami, ch'essi calaranno. E riguardo li quarantini /necessarj per l'andete nella Erezione de sudetti trè archi /maggiori, li quarantini sudetti debbano mettersi dal /Convento, quia sic. /Con condizione però sine qua non, e patto espresso, chevenen_do questo appaldo sbassato d'altri mastri debba esso Con_vento perdere li docati trenta di Caparra dati ad /esso Vincenzo, Ventura, e Gaetano, e ciò a motivo delle /giornate per li medesimi perdute in concludere questo pre-sente /Appaldo, quia sic. /Qual presente contratto, e tutte le cose nel medesimo con_tenute, le dette parti in detti respettivi nomi per quanto acia_scheduna di loro spetta, han promesso, sempre, /averle //

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volantino - 15 giugno 2015 - anno 3l’arte di costruire la città

[c. 363r.]

averle per rate, ed alle medesime non contravenire, per /qualsivoglia raggione, e causa, quia sic. /E per la reale osservanza, validità, e fermeza delle cose pre-dette /esse parti, contraenti spontaneamente avanti di noi hannoobli_gato se stesse in detti respettivi nomi, li loro Eredi, Succes-sori, /e beni tutti, colla clausola del costituto, e precario, con /potestà, alla pena del doppio, per mettà, hanno rinuntiato /e detti mastri Vincenzo, Ventura, e Gaetano specialmente /alla legge di due, ò più correi in solidum obbligati, certe, /han giurato, e detti Guardiano, e Padri tacto pectore reli_giosorum more, ed han promesso standono come sopra /dove ed hanno voluto à Consiglio dè Savii unde.

Due vedute del coro

Page 12: Spagine l'arte di costruire la città

Volta della navata maggiore