Siate gli artefici del vostro futuro e abbiate il coraggio ... · definirsi il “coach” degli...

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A tutte le studentesse e gli studenti, affinché con questa lettura possano utilizzaremaggiormente le loro P (potenzialità)e ridurre la presenza delle loro I (interferenze). Siate gli artefici del vostro futuro e abbiate il coraggio,la fede e l’ardore di divenire la persona speciale che siete nella realizzazione dei vostri sogni!

Alle mie adorate e tanto amate figlie Vanessa e Nicole,che da quando sono nate, ogni giorno, mi stanno insegnandoil valore dell’apprendimento, della curiosità, del gioco, dell’intraprendenza, dello stupore e dell’amore per la vita! È così bello vedervi crescere e riscoprire insieme a voila gioia di osservare e conoscere il mondocon il sacro senso della curiosità! Vi amo tanto e vi amerò per sempre!

Pietro Lombardo, pedagogista a orientamento psicologico,

giornalista pubblicista, scrittore, apprezzato conferenziere, è fondatore

e direttore del Centro Studi Evolution di Verona (www.cs-evolution.com),

in cui operano diversi professionisti in ambito educativo, psicomotorio,

psicologico, psicoterapeutico e diagnostico.

Il Centro Studi Evolution è un’affermata realtà che propone attività

individuali o di gruppo, atte a favorire la promozione della crescita e

maturazione umana in cinque aree: Educazione, Evoluzione personale e

professionale (corsi per aziende), Insegnamento, Orientamento e Studio.

Pietro Lombardo conduce diversi corsi di sviluppo personale e ama

definirsi il “coach” degli studenti, avendo maturato una lunga esperienza

all’interno del corso Mathesis, atto a favorire atteggiamenti e metodi

per la “gioia di studiare”.

Conduce una rubrica a Radio Evolution (www.radioevolution-online.com)

dal titolo “Volersi bene”, ogni Domenica sera alle ore 21,

con replica il Lunedì sera.

METODO DI

studio

mot

ivaz

ione

E

Pietro Lombardo

come ritrovarela gioia di studiare

Le abilità di studio possono e devono essere insegnate e imparate.

Accanto alla preoccupazione per che cosa imparare, cioè per l’acquisizione di contenuti disciplinari, dovrebbe trovar posto anche una preoccupazione per come impara-re, cioè per i modi in cui vengono acquisiti e rielaborati i contenuti appresi.

Per far ciò è necessario, innanzitutto, che ogni studen-te non acquisisca solo conoscenze ma soprattutto abilità e competenze e, in particolar modo, quella di “imparare ad imparare”, cioè la padronanza di una serie di consapevoli strategie che gli permettano di continuare ad imparare nel modo per lui più giusto.

Ma com’è possibile fare ciò?Una risposta ci viene dagli studi sui processi di appren-

dimento e in particolare sulla metacognizione.Il concetto di “metacognizione” è il risultato di contri-

buti di vari settori dell’indagine psicologica avviata negli anni ’701.

La metacognizione significa letteralmente “oltre la co-gnizione” e sta ad indicare la capacità di “pensare sul pen-

1 La prima definizione risale agli anni ’70 con John H. Flavell, ma sarà verso gli anni ’80 che la metacognizione sarà utilizzata come strategia d’intervento che viene applicata nelle situazioni di specifiche difficoltà di apprendimen-to. In seguito, si è compreso che anche soggetti senza particolari deficit o disturbi lacunari dell’apprendimento potevano avvantaggiarsi di strategie cognitive atte a migliorare le loro prestazioni scolastiche. Oggi non si fa più riferimento soltanto ai processi cognitivi, ma si spazia dalla sfera affettiva a quella psicologica (autoefficacia ed autostima), sociale e relazionale.

Centro Studi EvolutionVia Leonardo Da Vinci, 41 - 37138 VeronaTel. 045 8100020 - Fax 045 8100268www.cs-evolution.com - [email protected]

Per scrivere a Pietro Lombardo:[email protected]

Prima edizione: aprile 2013

Copertina e impaginazione: Giuseppe Mazzardi

L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti di riproduzione delle fotografie e/o delle citazioni all’interno del libro senza riuscire a reperirli tutti: è ovviamente a piena disposizione per l’as-solvimento di quanto occorra nei loro confronti.

INTRODUZIONE

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siero” o meglio di poter riflettere sulle proprie capacità co-gnitive.

Questa capacità di gestire le proprie abilità d’apprendi-mento funziona come “acceleratore cognitivo”, cioè miglio-ra l’efficacia dei processi cognitivi attraverso il monitorag-gio e la valutazione costante della qualità prodotta dalla propria attività di studi. L’approccio metacognitivo rappre-senta una modalità privilegiata per acquisire contenuti, poiché mira alla costruzione di una mente aperta, elastica, flessibile e creativamente attrezzata.

Cesare Cornoldi definisce la metacognizione come “l’in-sieme delle attività psichiche che presiedono al funzionamen-to cognitivo, e più specificatamente distingue tra conoscenza metacognitiva (le idee che un individuo possiede sul proprio funzionamento mentale e che includono le impressioni, le in-tuizioni, le autopercezioni) e i processi metacognitivi di con-trollo (tutte le attività cognitive che presiedono a qualsiasi funzionamento cognitivo e che includono la previsione, la valutazione, la pianificazione, il monitoraggio)”2.

In questa pubblicazione desidero condividere l’espe-rienza che da molti anni svolgo come “allenatore di studen-ti” per fornire non solo delle metodologie di studio e dei criteri organizzativi, ma per motivare alla “gioia di studiare”.

Ricorderò sempre quel ragazzo con i capelli rasta, sedu-to in prima fila e con l’aria da addormentato, che a un’as-semblea d’istituto cui ero stato invitato, quando mi pre-sentai dicendo: “Ragazzi, sono un allenatore di studenti e sono qui da voi per parlarvi della gioia di studiare…”, mi guardò con un’aria a dir poco sconvolta e con spontaneità mi disse: “Coach, ma allora tu sei come Tom Cruise!”.

2 Cornoldi C. (1995), Metacognizione e apprendimento, Il Mulino, Bologna.

Al che, un po’ seccato, gli risposi: “Innanzitutto, io sono molto più alto di Tom Cruise”.

Immediata arrivò la sua replica: “Ma io non intendevo a livello fisico, ma che anche tu svolgi una Mission Impossi-ble!”.

La ritengo la migliore battuta che un ragazzo mi abbia mai fatto e che rivela come questo libro possa essere accol-to, da più di un adolescente, con una certa ironia, scettici-smo o diffidenza. Meglio così! Sono questi i giovani che, nel corso degli anni, mi hanno dato le maggiori soddisfazioni. Penso che la curiosità sia la molla naturale dell’appren-dimento: è il desiderio di conoscenza che spinge l’essere umano a sondare i misteri dell’universo, del cervello, della natura e del senso della vita. Nessun bambino nasce pi-gro, svogliato, ansioso per le sue prestazioni, distratto, con poca autostima e sfiduciato.

Per studiare in modo felice e leggero, abbiamo bisogno di sviluppare tutto il potere delle potenzialità presenti in ogni bambino, adolescente, giovane e adulto. Ogni essere umano dovrebbe divenire capace, attivo, efficace, influen-te, mentalmente aperto, elastico e creativo! Quando un bambino, sin dalla scuola primaria, tende a incontrare del-le difficoltà scolastiche, il rischio è di non comprenderne l’esatta causa e di generare in lui, nei genitori e negli inse-gnanti, un senso di confusione e di errata interpretazione. Nessun bambino può sviluppare il suo naturale potere di apprendere (quante informazioni e abilità ha già appreso all’età di cinque anni?) se incontra delle zone oscure su cui gli adulti non sanno far luce. Ogni bambino avrebbe biso-gno di incontrare degli adulti pazienti, comprensivi, genti-li, onesti, competenti e amorevoli, in grado di sostenere la

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IntroduzioneIntroduzione

sua naturale curiosità e il desiderio di apprendere tre nuo-ve fondamentali abilità: leggere, scrivere e fare i calcoli.

Se questo non accade, il bambino si sentirà inferiore, “diverso”, incapace e intimamente umiliato. Dovremmo comprendere che ciò che ci rende tutti uguali sono i nostri “sentimenti”. Ogni essere umano che non sia stato grave-mente traumatizzato o che non riporti significativi danni neurologici è in grado di provare dei sentimenti come la paura, la rabbia, la sorpresa, la gioia, il dolore, la vergogna, la sicurezza, la disperazione, la tristezza, l’umiliazione, l’or-goglio di sé, ecc. I sentimenti sono il vero punto d’incontro tra gli esseri umani. L’unicità è ciò che ci rende diversi gli uni dagli altri. Se un bambino non impara a sviluppare un forte senso della propria identità, difficilmente diventerà un adolescente capace di orientarsi nella scelta della scuo-la secondaria superiore di secondo grado con la dovuta coscienza di sé e la consapevolezza di cosa lo attende. Quando presso il nostro Centro sottoponiamo a soggetti di terza media il test psicoattitudinale Orienta per la scel-ta dell’indirizzo di prima superiore, incontriamo ragazzi/e che all’80% non sanno indicare un chiaro percorso di studi o di scelta professionale. È evidente che il processo di for-mazione della propria unicità non è stato sufficientemen-te sostenuto a livello educativo, perché scoprire il valore della propria individualità (talenti, attitudini, interessi, va-lori e aspirazioni dell’essere profondo) è alla base di ogni scelta compiuta con consapevolezza, entusiasmo e deter-minazione.

La capacità di scegliere è il risultato di una connessione interna, la quale, a sua volta, viene influenzata dalla connes-sione intimamente stabilita con gli altri esseri umani, a par-tire dalle figure genitoriali. Come ha affermato Carl Rogers:

“La propensione a rischiare di essere veramente il proprio vero intimo sé costituisce un passo verso l’alleviamento di un senso di solitudine che esiste in ciascuno di noi e verso un con-tatto più autentico con gli altri esseri umani”.

Sono anni che assisto a cambiamenti, a volte prodigiosi, in adolescenti che vengono a frequentare, il più delle volte molto “spintaneamente”, il Corso Mathesis; questo accade per il semplice fatto che osservare se stessi e la realtà dello studio da altre angolazioni, insieme ad altri coetanei, offre loro una visione totalmente diversa sul potere d’apprendi-mento del cervello e su come sia possibile utilizzare nuove strategie di studio.

In questa pubblicazione il mio intento è trasferire una parte di quelle conoscenze che sono trasmesse durante il corso, sapendo che viene a mancare un elemento chiave: il contatto a tu per tu, “de visu”! Inoltre, con questo strumen-to di comunicazione non possono essere utilizzati mezzi audiovisivi multimediali che hanno il potere di suscitare un maggiore impatto emozionale a favore di quanto vie-ne insegnato. Volutamente, ho deciso di trasmettere quei contenuti che, almeno in parte, possono suscitare l’interes-se, la curiosità e accendere il motore della motivazione allo studio.

Il libro si articola in sei capitoli:1. La gioia di studiare: una missione impossibile?2. Dal 2 all’8: mai arrendersi!3. Come organizzare l’azienda studio4. Il metodo di studio5. La motivazione: perché studiare?6. Raggiungere l’eccellenza: il modello della Peak Performance.

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IntroduzioneIntroduzione

In ogni capitolo vi sono spunti di autoanalisi, racconti, aneddoti di personaggi famosi, luminosi esempi, consigli pratici e un pizzico d’ironia che non guasta mai.

Sta al lettore aprire la sua mente e confrontarsi con quanto gli verrà proposto.

Credo che molti troveranno delle conferme di come stanno utilizzando al meglio le loro risorse e anche questo è un dato positivo.

Consiglio di usarlo questo libro, di sottolineare o evi-denziare le parti più importanti e di sperimentare quanto viene suggerito, perché solo in questo modo la teoria di-venterà un campo d’allenamento e produrrà dei concreti miglioramenti.

Non ho mai conosciuto degli studenti perfetti, dei ge-nitori o degli insegnanti perfetti. Quello che conta è sco-prire il valore delle proprie potenzialità d’apprendimento, poiché la capacità di imparare, insieme a quelle di sogna-re, creare, sentire, pensare, meditare, credere, pregare, di esprimersi e amare, rappresenta una delle più grandi risor-se a disposizione dell’essere umano.

“Chiunque smetta di imparare è vecchio,che abbia 20 o 80 anni.

Chiunque continui ad imparare resterà giovane.La più grande cosa nella vita

è mantenere la propria mente giovane”.Henry Ford

La gioia

di studiare:

CAPITOLO 1

una

mis

sion

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poss

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Introduzione

“E non lasciare un giorno per ritrovar te stesso,figlio di un cielo così bello,

perché la vita è adesso”.Claudio Baglioni

È davvero così noioso studiare?Sei convinto che l’impegno nello studio non faccia per te?Hai la certezza di essere negato per una o più materie

di studio?Vivi un conflitto quotidiano con i tuoi genitori a causa

degli scarsi risultati scolastici?Vivi un forte stato di delusione, perché non riesci a rag-

giungere i tuoi obiettivi di studio?Provi uno stato di agitazione emotiva ogni volta che

devi affrontare una prova scritta o un’interrogazione?Pensi che un insegnante abbia le preferenze o ce l’abbia

proprio con te?Ritieni che non potrai mai arrivare al massimo dei voti in

una specifica materia?

Bene, se queste credenze fanno parte dell’atteggiamen-to attuale con cui affronti l’impegno scolastico questo libro fa proprio per te: parola di coach!

Innanzitutto mi presento: sono Pietro Lombardo, uno dei primi allenatori di studenti in Italia. Il mio primo corso l’ho tenuto quasi trent’anni fa e sono ancora orgoglioso di quei primi sette allievi che si sono fidati di un giovane ragazzo che coltivava un grande sogno: insegnare a più studenti possibi-li la gioia di poter studiare con successo e divenire artefici del “Progetto Felicità”, che ogni essere umano è chiamato a realizzare dal momento stesso del suo concepimento. Noi siamo nati per vincere, per superare gli ostacoli, per scaval-

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

care le asticelle della pigrizia e per scoprire quanta voglia di saltare, ballare, dipingere, scolpire, cantare e suonare c’è in noi. Il ritmo della vita ci invita a conoscere quali sono i nostri passi di danza e in quale modo arricchire di un nuovo sound la variegata musica dell’umanità.

Svolgo la mia professione presso il Centro Studi Evolu-tion di Verona e in tutta Italia, insieme a dei validissimi e sti-mati collaboratori che hanno accettato la sfida di insegnare a voi ragazzi/e, come sia possibile affrontare in modo posi-tivo e costruttivo un periodo particolarmente importante e significativo della vostra esistenza: l’adolescenza, ovvero la terra di mezzo che si trova tra quella dell’infanzia e quella della vita adulta!

In questo libro troverai tutta una serie di nuovi punti di vista da cui osservare il pianeta studio/scuola, al fine di comprendere come valorizzare questo delicato e prezioso momento di passaggio verso l’età adulta, una condizione in cui dovrai assumerti delle responsabilità e realizzare te stesso nella meravigliosa manifestazione della tua unicità.

Da persona adulta potrei essere tuo padre. E siccome la paternità è un dono da estendere a chiunque, per certi versi ti parlerò con un cuore caldo e paternamente aperto, in modo sincero e schietto, ma senza prediche o pregiudizi.

La vita è un lungo viaggio e non si finisce mai di impa-rare. Quello che ho compreso e imparato sino a qui te lo trasmetterò come se fossimo tu ed io su una panchina a osservare un paesaggio della natura, nella confidenza e nel rispetto che mai dovrebbe mancare tra due esseri umani che intendono stabilire una relazione autentica, onesta e intima: solo in questo modo possiamo crescere veramente e divenire persone autonome, sagge, equilibrate, libere e mature.

Il principio dialogico

Martin Buber (che ti consiglio di conoscere più da vicino e non sarà l’unico gigante dell’umanità che ti presenterò)1 ha affermato che “l’io si costruisce nel tu”.

Sai cosa significa questa splendida affermazione?Che senza un incontro di menti, di anime e di cuori,

nonché di corpi (il che alla tua età dovrebbe stimolarti mol-to) non andiamo da nessuna parte e rimaniamo chiusi nel nostro bunker solitario, privi di ossigeno per far crescere le cellule dell’umanità composte dalla nostra sensibilità, in-telligenza, creatività, capacità di sognare e di amare!

Martin Buber è stato il fondatore del principio dialogico che si fonde, in primo luogo, sulla “reciprocità” e, in secon-do luogo, sulla “responsabilità”.

In questo esatto momento, attraverso le parole che leg-gi, tu ed io siamo in una relazione di reciprocità, perché in-sieme stiamo creando un legame interpersonale.

Non è forse lo stesso principio dialogico quello che do-vrebbe realizzarsi con i libri di scuola o mentre ascolti le le-zioni dei tuoi insegnanti in classe (ammesso che tu non stia dormendo ad occhi aperti o divagando con la tua fervida fantasia in chissà quali piacevoli distrazioni)?

La verità è che se non c’è reciprocità in ciò che si sta vi-vendo, ci si annoia a morte.

Ascoltare una lezione e/o non entrare in relazione con il docente e/o il contenuto della materia è una tortura a volte

1 Martin Mordechai Buber (Vienna, 8 febbraio 1878–Gerusalemme, 13 giugno 1965) è stato un filosofo, teologo e pedagogista au-striaco naturalizzato israeliano.

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

davvero insopportabile. Mi ricordo di un mio insegnante di Inglese del Liceo Scientifico “G. Fracastoro” di Verona che, a causa di una depressione causata dalla perdita del figlio (così ci era stato spiegato), parlava talmente lentamente da addormentare anche gli ultras dello studio (i cosiddet-ti secchioni, tanto per intenderci), i quali erano costretti a darsi dei pizzicotti per mantenersi svegli.

Il secondo principio di una sana e costruttiva relazione dialogica è quello della responsabilità.

Mentre sto scrivendo queste parole, ne avverto la re-sponsabilità:• verso la mia coscienza• verso di te che le stai leggendo• verso Dio, al quale un giorno ne dovrò rispondere.

Quando, come esseri umani, rinunciamo ad assumerci le diverse responsabilità cui la vita ci chiama, siamo come un’orchestra senza partitura e direttore: in sintesi, suonia-mo a vuoto!

Forse uno dei primi punti su cui dovresti riflettere è pro-prio questo: hai mai pensato che studiare è entrare in una relazione dialogica con le singole materie e i vari insegnan-ti (oltre che con i tuoi genitori e compagni di classe)?

La parola “dialogo” sai che significato ha? Deriva dal greco (quanto è fantastico conoscere l’etimologia delle parole) ed è composta dai due termini “dia” (attraverso) e “logos” (parola).

Dialogo è leggere, attraverso la strumento della parola, la realtà della vita:• dialogare con noi stessi è mettere ordine dentro di noi• dialogare con una persona è entrare nelle sue terre di

dentro e far sì che l’altro faccia altrettanto con noi

• dialogare con Dio è pregare ed ascoltare la Sua Parola• dialogare con il senso dell’esistenza è riflettere, medita-

re, divenire consapevoli.

Il valore dell’ordine

Non so come stai vivendo questo passaggio della tua vita, ma desidero aiutarti a mettere ordine e chiarezza den-tro di te e sai per quale precisa ragione?

Perché il disordine non è solo uno dei primi nemici per realizzarti come uno studente o una studentessa che può dare il meglio di sé, ma è, soprattutto, il vero nemico per la piena realizzazione dei tuoi talenti e delle tue potenzialità nella casa del futuro, quella cui siamo tutti chiamati a co-struire e abitare.

Nel disordine non si vive bene.E ti sta parlando una persona che ha vissuto nel disordi-

ne per lunghi anni della sua vita, pagandone amare e dure conseguenze a tutti i livelli.

Non sottovalutare quanto ti sto comunicando, perché una delle prime regole da seguire per la realizzazione del “Progetto Felicità” è mettere ordine nella propria vita!

Prima si fa e meglio è.Chi non accetta questa evidente verità educativa, ne pa-

gherà le logiche conseguenze in prima persona.Vuoi un semplice esempio? Pensa ai disordini alimentari,

come sono chiamati, che possono sfociare nell’obesità (una tra le tre principali cause di mortalità nei paesi industrializza-ti) o nell’anoressia (con il rischio di arrivare alla morte).

Ogni forma di disordine nasce da un malessere psicolo-gico interiore.

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

Chi sta bene è sempre una persona “in forma”!Noi esprimiamo chi siamo in tutto quello che facciamo

e creiamo.Se nello studio in questo periodo le cose non vanno

tanto bene, c’è del disordine nella tua vita.Sei disposto a riconoscerlo?E aggiungo che a volte non è nemmeno colpa tua se ti

trovi in questo stato, perché se sei cresciuto in un ambiente disordinato, è ovvio che per te sia del tutto normale vivere secondo l’“illogica logica” che ti è stata insegnata.

Adesso chiudi gli occhi, fai un profondo respiro e prepa-rati: ho una bellissima notizia da comunicarti, una di quelle notizie che può per davvero cambiare in meglio la tua vita, senza bisogno di aspettare che la ruota della fortuna scel-ga il numero del tuo biglietto.

Da questo momento puoi imparare ad assumerti la re-sponsabilità della tua condizione attuale per trasformarla in un nuovo progetto esistenziale, in cui esprimere la parte migliore di te.

Come realizzare tutto ciò?Grazie al fatto che oggi puoi imparare quello che ieri

nessuno ti ha insegnato.Non è una notizia strepitosamente ricca di energia, vita-

lità ed entusiasmo?Non ti sta venendo la voglia di darti da fare?Che bello mettere ordine nel proprio disordine!!!Se prendi la decisione di fidarti del sottoscritto e di

te stesso potrai iniziare, un centimetro alla volta, questo lavoro di riordino (interiore ed esteriore) e sperimenta-re una sensazione di profondo benessere e padronanza personale.

Ti pongo alcune domande su cui riflettere:• com’è la tua camera?• sei in uno stato di buona forma fisica?• ti stai prendendo cura di te stesso/a?• vi è chiarezza nella relazione con i tuoi genitori?• conduci una sana alimentazione?• sei capace di far rispettare i tuoi valori?• hai una visione di te stesso/a nel futuro?• se ti metti davanti allo specchio cosa pensi di te?• ti piace alzarti alla mattina e andare incontro ad un nuo-

vo giorno?• ti lasci influenzare dal giudizio altrui?• ricerchi delle soluzioni o ti fermi alle difficoltà?• hai fiducia nei tuoi mezzi?• sei convinto/a di riuscire a raggiungere i tuoi obiettivi?

Valorizzare ciò che siamo, conoscere le nostre risor-se umane, potenziare le nostre abilità, individuare e tra-sformare le zone d’ombra in spazi di luce, arredare di va-lori l’esistenza, riconoscere i limiti, evolvere nel sentiero dell’autenticità, coltivare il giardino delle relazioni affettive, innaffiare di creatività ogni nuovo giorno e stupirsi ancora per il sorriso di un bambino: è tutto questo che ci permette di essere realmente vivi!

La formula chimica del successo

In questa lettura troverai tanti spunti per riflettere sul vero significato che lo studio ha nella tua vita. L’esperienza scolastica non si limita a ottenere un diploma o a consegui-re il massimo dei voti!

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

Sono tanti anni che mi confronto con studenti di ogni età (dalla scuola primaria agli universitari); ho conosciuto ogni tipo d’indirizzo scolastico (dai Centri di Formazione Professionale ai Licei), mi sono confrontato con genitori e ho svolto tanti corsi di formazione per docenti a partire dalla scuola dell’infanzia, dove si gettano le basi per l’ap-prendimento scolastico del domani.

E sai cosa ho compreso? Che senza le vitamine A, D, F, G, I, M, U non si va da nessuna parte e non si realizza il “Pro-getto Felicità”.

Il successo personale è una composizione chimica che richiede più elementi e non esiste nessuna farmacia che li possa vendere già belli e pronti all’uso.

Sta a te decidere di entrare in questa farmacia dove tutto può essere curato e messo a posto per comporre la formula chimica con le dosi adatte a te, al tuo essere una persona unica ed irripetibile, ovvero “straordinaria” (fuori dall’ordinarietà):

A = AUTOSTIMAD = DESIDERIOF = FEDEG = GIOIAI = IMPEGNOM = METODOU = UMILTÀ

Nei prossimi capitoli troverai ulteriori spiegazioni sul si-gnificato delle singole parole e riceverai dei pratici consigli per attivare questi elementi.

Il valore del tempo

Il tempo sposta in avanti le lancette dell’orologio in modo inesorabile con un passo leggero, quasi invisibile nell’infanzia, e con un ritmo che incomincia a farsi sentire sempre di più con il passare dell’adolescenza.

Poi, nella vita adulta, il tempo diventa una danza veloce e tiranna, perché nessuno la può fermare, al punto che un anno è inghiottito dalle sue fauci in un battito di ciglia.

Tu hai un grande vantaggio rispetto al sottoscritto: pos-siedi un capitale di tempo notevolmente superiore al mio; ma se non sai come investirlo, ti troverai a girovagare nelle pericolose valli dell’ozio e dell’inconcludenza.

Leggi e medita bene questa intelligente affermazione di Cesare Pavese:

“L’ozio rende lente le ore e veloci gli anni”.

Ti è mai capitato di continuare a guardare l’orologio per quella lezione che non passava mai? Eppure, a ben riflette-re, anche la lezione più barbosa, alla fine, se ne va via per lasciare spazio a un tempo sprecato che non tornerà mai più indietro, perché “la carrozza del passato non conduce da nessuna parte” (Massimo Gorki).

E se questa carrozza non ci ha condotto in nessun luo-go di consapevolezza, di conoscenza e di stupore, significa che abbiamo sprecato le preziose monete del tempo.

Hai mai pensato che il tempo non è un divano su cui sdra-iarsi o un’amaca in cui svogliatamente dondolare, poiché “si può ben perdonare a un uomo di essere sciocco per un’ora, quando ci sono tanti che non smettono mai di esserlo nemme-no per un’ora in tutta la loro vita” (Francisco de Quevedo).

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

Insomma, una giusta dose di ozio non fa male, come una giusta dose di spezie aromatiche rende più saporita una pie-tanza. Imparare a organizzare il tuo tempo è uno dei compiti più impegnativi per la tua età. Troverai un capitolo del libro dedicato a questo tema e ti consiglio, sin d’ora, di leggerlo con la massima attenzione e di sperimentare quanto ti suggerirò. Scoprirai come potrai rendere più produttiva la tua azienda del presente che si chiama “scuola” e grazie ai cui proventi potrai investire nelle aziende del tuo futuro: famiglia, lavoro, tempo libero, svaghi, società, relazioni sociali, ecc.

Impara l’arte dell’equilibrio

Saper dosare gli ingredienti della vita: è questo il segre-to del “Progetto Felicità”!

Quando un bambino incomincia a mettersi in piedi, tra-balla tutto e sembra che stia sfidando l’impossibile. In ef-fetti, è proprio così: gli scienziati ancora oggi si interrogano su come l’essere umano riesca a sfidare le leggi di gravità e a camminare su due gambe.

Inoltre, è stato scoperto che non siamo in grado di cam-minare seguendo una traiettoria rettilinea senza un pun-to di riferimento visivo. Fai pure una prova: potresti essere convinto di camminare dritto, ma il tracciato del tuo per-corso rivelerà che sei condannato a camminare in cerchio.

La nostra abilità di mantenere l’equilibrio e stare eret-ti in ogni situazione dipende da una complessa e intrica-ta combinazione di fattori, tra cui sistemi visivi, uditivi e scheletrico-muscolari. Il sistema di equilibrio dell’orecchio interno lavora con occhi, muscoli e articolazioni per man-tenere orientamento e stabilità.

Anche lo studio richiede la capacità di restare in equili-brio e di trovare un punto di riferimento visivo. Nello studio l’equilibrio è mantenere una concentrazione costante nel-lo svolgimento della tua attività e il punto di riferimento visivo rappresenta l’immagine di te stesso che stai proce-dendo verso una Terra Promessa, traboccante “di latte e di miele”.

Se sei tra i pochi eletti che ha già una visione del futuro e di come lo studio ti permetta di realizzare i tuoi sogni, è probabile che la motivazione ad apprendere sia tenden-zialmente elevata. In questo caso altri fattori potrebbero ostacolarti nel dare il meglio di te, come un eccesso d’ansia prestazionale o uno studio d’ore eccessivo che non ti lascia spazio per le tue attività sociali e ricreative.

Questo libro non è stato scritto per chi “va male a scuo-la”, ma per tutti coloro che, indipendentemente dal loro punto di partenza, desiderano conoscere meglio se stessi, le loro potenzialità nascoste, le risorse inutilizzate e voglio-no compiere un viaggio nelle terre dell’intraprendenza, dell’entusiasmo e della passione, con l’obiettivo di com-prendere la propria identità, con il desiderio di essere pie-namente soddisfatti di se stessi e di realizzare delle relazio-ni libere, spontanee ed autentiche con il prossimo.

Come ci direbbe il Professor Keating, protagonista del film L’Attimo Fuggente:

“Non leggiamo e scriviamo poesie perché è divertente: leggiamo e scriviamo poesie perché apparteniamo alla razza umana; e la razza umana è piena di passione.

La medicina, il diritto, l’economia e l’ingegneria sono nobili occupazioni, necessarie alla sopravvivenza; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore: sono queste le cose che ci tengono in vita”.

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

Sei consapevole della poesia che c’è in te?La cogli la bellezza della tua grande anima?Sai coltivare il lato romantico dell’esistenza?E cosa significa per te amare ed essere amato?

Perché studiare?

Citando Walt Whitman:“O me, O vita,Domande come queste mi perseguitano.Infiniti cortei di infedeli,città gremite di stolti,che v’è di nuovo in tutto questo?O me, O vita…Risposta:Che tu sei qui,che la vita esiste e l’identità.Che il potente spettacolo continuie che tu puoi contribuire con un verso”.

Quale sarà il tuo verso?Tu puoi lasciare il tuo verso su questa terra e far sì che

sia migliore di come l’hai trovata. Tu sei qui: fa vibrare in te quest’affermazione e lasciati emozionare dalla potenza del tuo essere una persona in grado di lasciare un segno indele-bile tra le terre dell’esistenza.

L’identità è una parola “importante” alla tua età.Ricordo quanto stavo male da adolescente, poiché non

riuscivo a trovare me stesso, la mia strada e lo scopo della vita. Inoltre, non mi accettavo. Tutti erano più belli, intelli-genti, capaci e fortunati di me.

A sedici anni mi ritrovai tra le mani un libro, Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach, e decisi di leggerlo per una sola motivazione: era corto e pieno d’immagini.

A quel tempo non avevo ancora scoperto l’importanza della lettura per formare me stesso e conoscere il mondo da infiniti nuovi punti di vista.

E fu così che ricevetti la mia prima folgorazione sul sen-so della vita: il gabbiano Jonathan Livingstone era un uc-cello che non si accontentava di volare per mangiare, in-seguire i pescherecci e raccattare qualche avanzo di pesce. Intuisce che c’è qualcosa di più grande dentro di lui (come in ogni gabbiano): il volo è finalizzato a scoprire le proprie potenzialità creative, a esprimere il senso della curiosità, a innalzare se stessi oltre la mediocrità e le banalità di una vita noiosamente prevedibile e scontata.

Volare è aprire le ali per andare oltre!Volare è innamorarsi ogni giorno del dono della vita!Volare è innalzarsi tra le azzurrità del cielo per compren-

dere quanto è bella la terra vista da lassù.“Quando lo sapranno – pensava -, quando saprannodelle Nuove Prospettive da me aperte,impazziranno di gioia.D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante.Altro che far la spola tutto il giorno,altro che la monotonia del tran-tran quotidianosulla scia dei battelli da pesca!Noi avremo una nuova ragione di vita.Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza,ci accorgeremo d’essere creature di grande intelligenza e abilità.Saremo liberi! Impareremo a volare!”.

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Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?Capitolo I - La gioia di studiare: una missione impossibile?

C’è stato un tempo in cui anche tu hai iniziato a volare, quando da bambino/a hai lasciato il corpo di tua madre per incominciare l’esplorazione del mondo esterno e ti sei caparbiamente impegnato nell’allenare le tue potenzialità motorie sino a trasformarle in abilità.

Quando hai incominciato a gattonare e a camminare non ti limitavi a farlo per aprire il frigorifero e nutrirti, ma per esercitare l’innato senso della curiosità e dell’intrapren-denza che abita in ogni creatura umana.

La curiosità è l’istinto che ci induce a chiedere, a esplo-rare l’ignoto e l’incerto, a scoprire e fare esperienze, a com-mettere innumerevoli errori e a imparare da questi.

La curiosità è la domanda che ci porta dritti alla risposta, è l’arcobaleno che ci permette di attraversare la valle dell’i-gnoranza per donarci i colori della conoscenza.

A volte l’esperienza scolastica è vissuta come se fosse un foglio grigio, tendente al nero, dove i colori della curiosità si sono prematuramente esauriti. E se hai smesso di dipin-gere sulle tele dello studio, significa che devi essere stato ferito nell’essenza del tuo essere una creatura spontanea-mente aperta, curiosa e intraprendente.

Può anche darsi che in questo momento il tuo appetito di conoscenza sia rivolto a qualche interesse extrascolasti-co (musica, informatica, moto, Internet, sport, ecc.) e que-sto è un dato positivo.

Il fatto è che difficilmente un tuo interesse specifico ti ga-rantirà la possibilità di trasformarlo in un progetto professio-nale, se non possiedi un diploma che ti permetta di vedere riconosciuto il tuo talento e di accedere al mondo del lavoro.

Nella mia carriera d’allenatore di studenti ho conosciu-to molti tuoi coetanei che hanno fatto l’errore di trascu-rare l’impegno scolastico (alcuni lo hanno abbandonato)

per seguire una loro forte passione, senza coltivare una preparazione culturale e tecnica che permettesse loro di possedere un titolo di studio da spendere a livello profes-sionale.

Non è piacevole ritrovarsi a 20-25 anni con un nulla tra le mani, anche se sono sempre più convinto che non sia mai troppo tardi per rimboccarsi le maniche e poter realiz-zare il proprio “Progetto Felicità”.

Un grande spazzino

Ti presento un secondo gigante dell’umanità di cui avrai già sentito parlare: Martin Luther King (Atlanta, 15 gennaio 1929–Memphis, 4 aprile 1968) è stato un politico, attivista e pastore protestante statunitense, leader dei diritti civili.

È stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964, all’età di soli trentacinque anni.

Una delle sue affermazioni che adoro ripetermi spesso è la seguente: “Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le strade così come Michelangelo dipingeva, o Bee-thoven componeva, o Shakespeare scriveva poesie.

Egli dovrebbe spazzare le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un grande spazzino che faceva bene il suo lavoro”.

Poco importa a quale professione sei indirizzato, perché ogni lavoro è degno di stima e riconoscimento, se svolto con nobiltà d’animo, passione, nonché totale dedizione di mente e di cuore.

Le parole di questo grande spazzino dei pregiudizi raz-ziali mi spronano a essere un buon coach-spazzino, che

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INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

CAPITOLO 1

La gioia di studiare:una missione impossibile? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

Il principio dialogico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15Il valore dell’ordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17La formula chimica del successo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19Il valore del tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Impara l’arte dell’equilibrio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22Perché studiare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Un grande spazzino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27Il cervello plastico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30Le possibilità infinite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

CAPITOLO 2

Dal 2 all’8:mai arrendersi! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

Il primo puntino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41Il secondo puntino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47Il terzo puntino: fine delle bugie! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53Il quarto puntino:la vita è come una scatola di cioccolatini… . . . . . . . . . . 59Il quinto puntino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64Il sesto puntino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69L’unione dei puntini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72

CAPITOLO 3

Come organizzarel’azienda studio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73

Valuta la tua organizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78Criterio d’urgenza e d’importanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85

Il nobile valore della fatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93Raggiungere l’eccellenza organizzativa . . . . . . . . . . . . . . . . 94Il valore dell’abitudine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96Le tre risposte meravigliose di Lev Tolstoj . . . . . . . . . . . . . 97Quali sono le tue tre risposte? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102

CAPITOLO 4

Il metodo di studio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105Cosa intendiamo per “metodo”? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108Cosa intendiamo per studio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109Cosa intendiamo per intelligenza? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113Quanti tipi d’intelligenza esistono? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113Cosa intendiamo per memoria? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116Cosa intendiamo per apprendimento? . . . . . . . . . . . . . . . . . 118Perché è importante imparare un correttoed efficace metodo di studio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118Decodifica: le nuove informazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120L’ostacolo delle parole malcomprese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124Metodo del dizionario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125Lavagna mentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128Recupero lacune: la visone piramidale . . . . . . . . . . . . . . . . . 130Screening: la tipologia delle informazioni . . . . . . . . . . . . . 132Il metodo delle sei domande fondamentali . . . . . . . . . . 135Sintesi: la rielaborazione personale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139Sottolineare un testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140Schematizzare e costruire mappeconcettuali/mentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144Che differenza c’è tra le mappe e gli schemi? . . . . . . . . 148La mappa concettuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 152Memorizzazione:la fissazione delle informazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153Feedback: sapere di sapere! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155

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Aumenta la ricettività della tua mente . . . . . . . . . . . . . . . . . 158Il metodo SQ3R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161L’effetto Mozart . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163Regole d’oro per studiaree accorgimenti per imparare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166L’atteggiamento positivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173

CAPITOLO 5

La motivazione:perché studiare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 179

Stimolare l’appetito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 185Maslow e la piramide della motivazione . . . . . . . . . . . . . . . 191La motivazione estrinseca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193Quando l’impossibile diventa possibile… . . . . . . . . . . . . 194Conoscere se stessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196Scoprire la propria storia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 197L’importanza di avere dei maestri di vita . . . . . . . . . . . . . . . 198Una decisione sorprendente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 199Il valore dell’empatia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200Il valore dell’intraprendenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 202Un mondo migliore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204Assumersi le responsabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206I sette valori di Barack Obama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208Carpe diem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209Artefici del proprio destino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210La testimonianza di Randy Pausch . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213I miracoli accadono per davvero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 220Un centimetro alla volta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223Che cosa è davvero proibito? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 226La piramide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 227Rinnova la tua motivazione! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237

CAPITOLO 6

Raggiungerel’eccellenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241

Il modello della Peak Performance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245Il livello fisico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246Il livello emotivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 247Il livello mentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248Il livello motivazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249Il miracolo più grande . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 251Il valore del rispetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 253Io so di potercela fare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 255

informazioni utili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 259

Mathesis:test scientifico di efficacia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 261

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