ServizioCivileMagazine - Maggio 2012

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Evento “In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania IN QUESTO NUMERO pag. 3 Servizio Civile e 2 giugno: monta la polemica pag. 7 N. 2 Maggio 2012 Direttore responsabile Enrico Maria Borrelli Direttore editoriale Andrea Pignataro Hanno collaborato a questo numero: Francesco Cannone Ornella Esposito Alessandro Etzi Francesco Enrico Gentile Editore Giovanna Imperato Katia Tulipano Essere mamma? Il Niger il posto peggiore, la Norvegia il migliore pag. 11 Giornale d’informazione sul mondo giovanile In primo piano Evento “In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania pag. 3 Politiche giovanili: Amesci e Centro Servizi per il Volontariato Napoli formano facilitatori pag. 9 pag. 12 Facce da Cosplay Dispersione scolastica: Italia al 19%; Napoli maglia nera. Invertire la tendenza Politiche giovanili Cultura Editoriale: Crescita, competenze e servizio civile pag. 2 PAGINA 1 MAGGIO 2012 Attualità Protagonismo giovanile pag. 8 A Napoli beni confiscati in rovina: la denuncia di Ciro Corona, portavoce dell’Associazione (R) esistenza Anticamorra pag. 10 Gioventù 2012 In-Formazione... dall'idea all'azione! pag. 5 A Roma si guarda al futuro con il Forum Nazionale dei giovani pag. 6 Servizio Civile e 2 giugno: monta la polemica pag. 7 Servizio Civile Essere mamma? Il Niger il posto peggiore, la Norvegia il migliore pag. 11 Sociale

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Pubblicazione mensile n. 2 - Maggio 2012

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Evento “In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania

IN QUESTO NUMERO

pag. 3

Servizio Civile e 2 giugno: monta la polemica pag. 7

N. 2 – Maggio 2012

Direttore responsabile

Enrico Maria Borrelli

Direttore editoriale

Andrea Pignataro

Hanno collaborato a questo numero:

Francesco Cannone

Ornella Esposito

Alessandro Etzi

Francesco Enrico Gentile

Editore

Giovanna Imperato

Katia Tulipano

Essere mamma? Il Niger il posto peggiore, la Norvegia il migliore pag. 11

Giornale d’informazione sul mondo giovanile

In primo piano

Evento “In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania

pag. 3

Politiche giovanili: Amesci e Centro Servizi per il Volontariato Napoli formano facilitatori pag. 9

pag. 12 Facce da Cosplay

Dispersione scolastica: Italia al 19%; Napoli maglia nera. Invertire la tendenza

Politiche giovanili

Cultura

Editoriale: Crescita, competenze e servizio civile

pag. 2

PAGINA 1 MAGGIO 2012

Attualità

Protagonismo giovanile

pag. 8

A Napoli beni confiscati in rovina: la denuncia di Ciro Corona, portavoce dell’Associazione (R) esistenza Anticamorra pag. 10

Gioventù 2012 In-Formazione... dall'idea all'azione! pag. 5

A Roma si guarda al futuro con il Forum Nazionale dei giovani pag. 6

Servizio Civile e 2 giugno: monta la polemica pag. 7

Servizio Civile

Essere mamma? Il Niger il posto peggiore, la Norvegia il migliore pag. 11

Sociale

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Crescita, competenze e servizio civile

EDITORIALE

In questi giorni l’assemblea del Senato sta votando il disegno di legge 3249, relativo alla “riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che, come recita l’articolo 1 del testo, deve essere “sociale ed economica”, anche attraverso (dice il comma d) il “rafforzamento dell’occupabilità” delle persone.

di Andrea Pignataro E’ in questa prospettiva, immagino, che la ministra Elsa Fornero, nel capo relativo all’apprendimento permanente, ha introdotto nel suo disegno di legge i temi dell’apprendimento non formale ed informale e dell’individuazione e del riconoscimento delle relative competenze. Si tratta, d’altra parte, di una questione – quella del riconoscimento e della validazione dell'apprendimento non formale e informale - di notevole importanza ed attualità in Europa da almeno 10 anni. E’ nato infatti nel 2002 il cosiddetto “Processo di Copenaghen”, ossia il rafforzamento della cooperazione europea in materia di Vet (Vocational education and training, educazione e formazione professionale o professionalizzante) attraverso il metodo aperto di coordinamento tra gli Stati e tra le autorità e le istituzioni responsabili delle strategie in tema di istruzione e formazione, il tutto con lo scopo di promuovere l’integrazione sociale, la coesione, la mobilità, l’occupabilità e la competitività a livello continentale. Questo approccio, che punta ad uniformare gli ambiti dell’apprendimento valorizzando i luoghi della formazione non formale e informale, è responsabile tra le altre cose dello sviluppo di strumenti e linee guida per la trasparenza delle competenze (come il famoso Europass, il modello di curriculum vitae adottato ufficialmente in Europa, o l’ Eqf, il quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente), per il trasferimento dei crediti (come l’Ecvet), per il controllo di qualità (Eqavet, uno standard europeo per formazione professionale sempre più usato), per l’orientamento lifelong, per la promozione dell’eccellenza (ad esempio con Euroskills). Insomma, il disegno di legge attualmente in discussione non dice esattamente cose nuove sul tema della formazione per l’occupabilità. Ma ha - o meglio avrebbe, visto che non è stato

ancora trasformato in legge - il grande pregio di inserire in una riforma organica del mondo del lavoro un riferimento diretto al bilancio e al riconoscimento delle competenze professionali o professionalizzanti maturate anche in ambiti di formazione informale (ossia non intenzionale) e soprattutto non formale (cioè svolta al di fuori dai classici contesti formativi formali come la scuola e l’università e con metodologie attive, che privilegiano la partecipazione e la condivisione dei saperi e delle esperienze). L’unica nota dolente, almeno per quanto riguarda questo singolo aspetto della legge, era la mancata inclusione del servizio civile tra i percorsi in cui maturano gli apprendimenti non formali, insieme al mondo del volontariato e a quello delle imprese e del privato sociale. Una mancanza grave e immotivata, che per fortuna sembrerebbe sanata dall’approvazione, in Commissione Lavoro al Senato, di un emendamento che inserisce il servizio civile tra gli organismi che perseguono fini educativi e formativi. A questa finalità, infatti, contribuiscono le tante ore di formazione, sia generale che specifica, erogate ad ogni volontario e l’impianto stesso delle attività, tutte improntate al learning by doing, ossia all’imparare facendo. D’altra parte, per evitare omissioni sarebbe bastato dare un’occhiata al primo articolo della legge 64, che chiarisce senza possibilità di errore che il servizio civile nazionale è finalizzato a contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani. Non resta che, a riforma approvata, aprire una riflessione seria su come valorizzare queste competenze acquisite e, finalmente, certificabili direttamente dallo Stato e dalle Regioni.

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Una giornata di studio sul programma della Commissione Europea “Gioventù in azione”, che promuove l'educazione non formale, i progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso gli scambi e le attività di volontariato all'estero, l'apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni. Obiettivo dell’incontro, cui si sono iscritti più di 250 giovani provenienti da tutto il territorio campano, è quello di diffondere la conoscenza delle tante opportunità che l'Unione Europea fornisce in termini di progettazione e finanziamento in materia di politiche giovanili. All'incontro interverranno: Gaspare Natale, Dirigente del Settore Politiche Giovanili della Regione Campania, Giovanni Grillo, Presidente del Forum Regionale della Gioventù Campania, Enrico Elefante, Responsabile Progettazione Forum Regionale della Gioventù Campania. Con Giovanni Grillo, Presidente del Forum regionale della gioventù della Campania, SCMagazine traccia la mappa delle motivazioni da cui nasce l’evento “In-formazione” e fa il punto sullo stato delle politiche giovanili in Campania. Perchè questa iniziativa? Aldilà dei facili commenti sulle affermazioni,

Evento “In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania

PROTAGONISMO GIOVANILE

di Katia Tulipano

talvolta non felici, dei nostri governanti tecnici sul tramonto di un' epoca che vedeva il posto fisso come realtà lavorativa della società pre-crisi, bisogna ammettere che le attività per progetto offrono vantaggi quali innovazioni reali, elasticità operative e fungono da stimolo, motore e traino, sia all'attività oggetto del progetto stesso che ad una serie d'iniziative satelliti o corollarie dell'idea ed infine da apripista a nuovi progetti completamente slegati da quello iniziale. Basterebbe solo questo a far intuire l’importanza della nuova metodica progettuale che, se perseguita, contribuirebbe alla crescita in termini di sviluppo ed occupazione. Se a tutto questo, poi, aggiungiamo il fatto che la Campania ha un enorme fabbisogno di risorse economiche ed è nel contempo una delle regioni che restituisce quasi per intero i fondi europei, inutilizzati, andiamo a completare la "quadratura del cerchio". Quello della scarsa partecipazione dei giovani alla vita locale del proprio territorio è ormai diventato un tormentone nei discorsi degli addetti ai lavori. Quali secondo te i motivi? E quali gli strumenti per incentivare i giovani alla

partecipazione? Territorio è "Appartenenza“. Questo sentimento implica una elargizione che ai giovani non viene fatta in alcun modo: essi, al

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Il 14 maggio 2012 a partire dalle ore 8.30 presso l'Auditorium dell'Isola C3, Centro Direzionale di Napoli il Forum Regionale della Gioventù, con la collaborazione dell'Agenzia Nazionale Giovani ed il patrocinio del Settore Politiche Giovanili della Regione Campania, organizza l’evento “In-formazione”.

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PROTAGONISMO GIOVANILE

PAGINA 4 MAGGIO 2012

“In-formazione”: intervista a Giovanni Grillo, Presidente del Forum della Gioventù della Campania

contrario, si sentono derubati di diritti e, pertanto, svincolati da doveri di sorta. Da qui alla disaffezione il passo è breve. L'aratro, la semenza, l'acqua per irrigare sono spese che il contadino affronta prima di poter vedere un raccolto rigoglioso. Tutti questi strumenti devono essere forniti proprio dalle istituzioni, a partire dal governo centrale fino agli enti territoriali. La partecipazione dei giovani va conquistata con una "resa unilaterale" da parte delle istituzioni che rappresentano la realtà territoriale: se esse incominceranno a “dare” ai giovani, questi, come è nel loro spirito, inizieranno a loro volta a ricambiare e portare valore aggiunto al territorio stesso. Il Forum Regionale della Gioventù, al fine di facilitare ed indurre questa osmosi, insieme con i Forum Provinciali e Comunali, ha scritto una proposta di legge che articola e razionalizza gli interventi per le nuove generazioni. La partecipazione a questa iniziativa di giovani simpatizzanti di tutti gli schieramenti politici fa si che una delle certezze che ci accompagna è proprio la comprensione e la collaborazione da parte di quello che definiamo il "lato buono" della politica. Il Forum è uno strumento principe di protagonismo giovanile rappresenta la voce dei giovani nel dialogo con le istituzioni. Parlaci della tua esperienza da presidente del forum regionale della Campania e dei vostri progetti futuri. Sono approdato alla massima carica del Forum Regionale della Gioventù dopo un periodo che ho vissuto da vice Presidente. Dall'inizio del mio mandato ho cambiato radicalmente il modo di vedere le cose e, soprattutto, i tempi necessari per perseguire gli obbiettivi. Ogni cosa va fatta all'insegna del poco tempo a disposizione che è previsto nella carica dalla legge. Tutto questo perché non vi è nella realtà non vi è una continuità sia nei programmi che nel modo di realizzarli. La "costituente" rappresentata dalla proposta di legge dovrebbe ovviare proprio a

questo limite: i piani triennali, l'istituzione di una corretta comunicazione fra i vari livelli (da intendersi solo nel senso di territorialità) dei forum regionale, provinciali e comunali nonché una intima collaborazione istituzionalizzata nelle commissioni, nei gruppi di lavoro e nell'assemblea, sicuramente cambieranno il volto dei vari organismi giovanili, facendoli apparire come un'entità unica finalizzata al raggiungimento di obbiettivi a favore dei giovani cittadini campani. I progetti futuri saranno resi possibili solo con queste premesse, e, per il resto, non sono certo le idee che mancano ai giovani!

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Gioventù 2012 In-Formazione... dall'idea all'azione!

ServizioCivileMagazine racconta la giornata di formazione su Gioventù in Azione promossa dal Forum della Gioventù della Regione Campania.

di Giovanna Imperato

PROTAGONISMO GIOVANILE

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IL 14 maggio alle ore 8.30, presso l’auditorium del Palazzo della Giunta Regionale Campana sito a Napoli, si è tenuto un incontro rivolto a circa 300 giovani provenienti da tutta la Campania. L’evento “Giovani In –Formazione”, organizzato del Forum Regionale della Gioventù, è stata la prima giornata seminariale sulla progettazione sociale del Programma comunitario “Gioventù in Azione” che si pone come obiettivo quello di fornire ai giovani partecipanti le giuste competenze per ideare e redigere un progetto finanziabile con i fondi dell’Unione Europea. L’iniziativa, patrocinata dal Settore Politiche Giovanili della Regione Campania e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, ha raccolto il sostegno anche da parte del Presidente del Consiglio Regionale della Campania on. Paolo Romano, che attraverso un messaggio indirizzato al Presidente del Forum Regionale della Gioventù Giovanni Grillo ha espresso il suo apprezzamento affermando che “Coinvolgere e preparare centinaia di giovani all’elaborazione di progetti a valenza sociale, idee finanziabili coi fondi europei, è senz’altro un’iniziativa meritoria, tanto più in tempi di difficoltà come quelli che stiamo vivendo e affrontando”. “E’ un buon segnale, dunque - aggiunge Romano - che testimonia un impegno positivo di tantissimi

giovani che hanno voglia di guardarsi intorno, di cogliere tutte le opportunità che l’Europa può offrire loro, e che sanno guardare con lo spirito giusto ad un settore, quello sociale, che soprattutto nel Mezzogiorno e in Campania ha bisogno di crescere e di dare risposte a chi ha meno occasioni, a chi è meno fortunato”. Molto significativi sono stati gli interventi informativi del Presidente del Forum Regionale e di Enrico Elefante, dell’Ufficio di Presidenza che hanno spronato i giovani a farsi portavoce nel dialogo con le istituzioni, ad ideare progetti atti a valorizzare il territorio campano al fine di migliorare la vita politico-sociale dei cittadini campani. Come ha ben affermato Elefante "Pretendere è lecito, ma attivarsi è doveroso", e il Forum Regionale della Gioventù è già pronto per i prossimi workshop, previsti per giugno, che affronteranno nello specifico una ad una tutte le Azioni del Programma Gioventù in Azione.

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A Roma si guarda al futuro con il Forum Nazionale dei giovani

PROTAGONISMO GIOVANILE

In queste ore si sta svolgendo a Roma, alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti, presso il Centro Congressi Roma Eventi, “Guardo al futuro - Stati Generali delle Politiche Giovanili in Italia”.

di Katia Tulipano Si tratta del primo incontro nazionale di tutte le organizzazioni giovanili provenienti dalle varie realtà sociali, professionali, religiose, sindacali, politiche, culturali, e sportive, dei Forum locali dei giovani, dei Giovani Amministratori e delle Istituzioni attive nel settore, organizzato dal Forum Nazionale dei Giovani. Alla presenza del Presidente del Consiglio, si discuterà dello stato di salute delle politiche giovanili in Italia e della qualità degli interventi che le istituzioni intendono porre in essere o che già stanno attuando; del tema della partecipazione giovanile e degli strumenti che la favoriscono; nonché della preoccupante situazione dell’occupazione giovanile. Tutte tematiche strettamente interconnesse tra loro che riguardano lo sviluppo della personalità dei giovani e la loro effettiva partecipazione alla organizzazione politica, economica e sociale. Ai fini dell’effettività ed efficacia di questo incontro/dibattito, il Forum Nazionale dei Giovani ha invitato a prendervi parte tutti gli assessori o consiglieri regionali, provinciali e comunali delegati alle attività giovanili e i rappresentanti delle maggiori organizzazioni del III Settore che rivolgono quotidianamente la propria attività verso il mondo giovanile in Italia ed in Europa. L’evento si aprirà con la presentazione dei risultati dell'indagine Cittalia- Anci "I giovani tra partecipazione politica e governo locale", che mette in luce il contributo significativo offerto dagli under 35 nelle amministrazioni locali e l'interesse dei giovani italiani alla partecipazione attiva alla vita politica del proprio territorio. Altro obiettivo dell’incontro: accendere i riflettori sul protagonismo giovanile a livello locale e territoriale.

Dopo i saluti istituzionali dell'assessore ai giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo; del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e del coordinatore di Anci Giovane, Giacomo D'Arrigo, saranno presentate le attività più innovative intraprese dai Forum giovanili locali e condivise le migliori prassi di partecipazione ed impegno giovanile in favore del proprio territorio, che raramente vengono rese fruibili ai giovani che desiderano dar vita a queste esperienze aggregative all’interno della propria comunità. I giovani come centro gravitazionale dell’incontro quindi: attori principali e destinatari dello stesso. Ed è questa la vera novità di oggi. Nei giorni scorsi è stato, infatti, pubblicato sul sito del FNG un questionario per rendere i giovani di ogni parte d’Italia partecipi delle consultazioni promosse dal Forum. I risultati che emergeranno dal questionario rappresenteranno il punto di partenza della discussione e dell’evento. “Guardo al Futuro è la conclusione di un percorso di ascolto delle istanze delle associazioni giovanili e dei forum giovanili locali su tutto il territorio italiano – spiega il Portavoce del Forum Nazionale dei Giovani, Antonio De Napoli, a Servizio Civile Magazine - Le varie tappe di Guardo al Futuro avevano l'obiettivo di condividere le nostre progettualità con la dimensione locale e ascoltare quali fossero le esigenze dei ragazzi che abbiamo incontrato: la partecipazione dei ragazzi alla cosa pubblica si costruisce pezzo dopo pezzo, ma è una sfida quotidiana che vale la pena di fare“. Segui i lavori di “Guardo al Futuro – Stati generali delle politiche giovanili” (@guardoalfuturo) su twitter con l’hashtag #gaf2012.

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Servizio Civile e 2 giugno: monta la polemica

In vista delle celebrazioni per la Festa della Repubblica ritorna la polemica sulla partecipazione dei volontari alla parata ai fori imperiali. Quest’anno colpo di scena: ritorna il passo militare.

di Francesco Enrico Gentile

SERVIZIO CIVILE

MAGGIO 2012 PAGINA 7

Come ogni anno la partecipazione di una delegazione dei giovani in Servizio Civile alla parata in programma ai Fori Imperiali per celebrare la Festa della Repubblica è foriera di polemiche. Da molti anni, infatti, veder sfilare i giovani in Servizio Civile tra i corpi militari del Paese ha prodotto distinguo, prese di distanza e reazioni negative. D’altra parte la stessa scelta di celebrare la Festa della Repubblica con la sfilata militare non ha mai raccolto ampio consenso. Basti ricordare l’ex Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che decise di indossare, seppur nelle vesti istituzionali, una spilla pacifista pur comparendo nel palco d’onore dei Fori Imperiali. Quest’anno, tuttavia, la polemica si arricchisce di una nuova puntata. Sul profilo Facebook dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, infatti, è stata pubblicata una foto delle prove a cui sono stati sottoposti i giovani partecipanti alla delegazione. Nulla di strano, a prima vista. La solennità dell’evento, la presenza del Capo dello Stato richiedono ovviamente una preparazione e una cura dei dettagli. Tuttavia prestando la necessaria attenzione si nota un particolare non da poco: i giovani sono intenti a marciare con passo militare. Assistiti da soldati, infatti, i volontari sono intenti ad esercitarsi nella marcia, passo cadenzato e braccio destro a ritmo. Immediate le reazioni. Fania Alemanno, rappresentante dei volontari, si scatena sulla Rete,

affermando: ”Vergogna. L'accordo tra ufficio nazionale e rappresentanza riportava la necessità di individuare un passo "cadenzato" che desse ordine ai ragazzi in sfilata. La richiesta esplicita era di non farli marciare -- non farli marciare -- richiesta accolta alla presenza del capo dell'UNSC. Ora la marcia, il braccio destro penzolante e l'attenti dei volontari. Dove è finita la dignità della difesa non armata?”. Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci e Portavoce dell’Associazione Obiettori Non Violenti, in una nota diffusa afferma: “Apprendiamo dalla Rete con stupore che in vista della parata del 2 giugno per le celebrazioni della Festa della Repubblica ai giovani del Servizio Civile sia stato chiesto di marciare con passo militare. La partecipazione dei volontari alla parata per la Festa della Repubblica ha senso se si consente al mondo del SCN di esprimere il valore civile e civico dell’impegno dei giovani. Irreggimentarli come fossero soldati rischia di richiamare un approccio culturale oramai superato dalla coscienza civile del Paese. Ci auguriamo che l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile voglia rimediare subito a quello che ci appare come un’iniziativa incomprensibile”.

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ATTUALITA’

Dispersione scolastica: Italia al 19%; Napoli maglia nera. Invertire la tendenza

Ogni individuo ha diritto all'istruzione, gratuita e obbligatoria almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali e accessibile a tutti sulla base del merito per le classi superiori. Lo recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (art.26), nel quadro globale di una piena libertà, eguaglianza e dignità degli uomini (art.1). Ma all'affermazione ideale troppo spesso corrisponde una negazione reale.

di Francesco Cannone

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In Italia, dopo oltre 40 anni, risuonano ancora troppo forti e attuali la voce di don Lorenzo Milani e la lezione della sua scuola di Barbiana, che con la celeberrima “Lettera ad una professoressa”, edita nel non lontano 1967, contestarono i meccanismi della “scuola di Stato”, palesemente discriminatoria, selettiva e classista, istituzione dominante nel mantenimento della stratificazione sociale che spinge i più svantaggiati socialmente e culturalmente alla dispersione scolastica, ancora oggi troppo alta nonostante i notevoli progressi fatti nella direzione dell'inclusione sociale. La maglia nera spetta a Napoli, dove – come s'evince da una recente ricerca promossa dalla Fondazione Adone Zoli di Napoli e dall'Istituto San Pio V di Roma, i cui risultati sono pubblicati nel volume “Il fenomeno della dispersione scolastica e il degrado socio-economico come fattore discriminante nell'Italia Meridionale: il caso Napoli” - i dati sono davvero allarmanti: l'abbandono scolastico riguarda oltre il 10% dei 15.383 studenti iscritti al 1° anno di scuole superiori ed è alto anche il tasso di bocciature che, sempre al primo anno, riguarda almeno 1 studente su 5, il 22,6%. Altrettanto preoccupante è il tasso di abbandono scolastico negli anni successivi, circa il 5%, e sempre alto resta il numero di bocciature, il 15% circa. Picchi di abbandono scolastico si registrano soprattutto nei quartieri della periferia est e nord: Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio, Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Piscinola, Marianella, Chiaiano e Scampia. Ma il fenomeno non risparmia il cuore del capoluogo partenopeo e le centralissime aree di Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe e Porto. Nel complesso, in base ad un altro recente studio condotto dal Censis nell'ambito del progetto Di.Sco.Bull, la fuga dai banchi napoletani, concentrata soprattutto negli istituti professionali e tecnici, raggiunge l'inaccettabile percentuale del 35 %, a fronte del 29 di Caserta, del 24 di Salerno, del 17 di Benevento e del 15 di Avellino. In Campania il 23 % dei ragazzi tra i 18 e i 24 hanno al massimo la licenza media. La situazione deve cambiare: “ Anche un’unica persona che lascia la scuola è una persona di troppo”, affermò lo scorso 19 gennaio, presso l'Istituto d’Istruzione Superiore “Sannino-Petriccione” di Ponticelli, il Commissario Europeo per la Politica regionale Johannes Hahn, annunciando misure imponenti in termini di fondi da parte dell’Ue per ridurre il fenomeno: 1miliardo di € (in particolare per migliorare le strutture, l'equipaggiamento tecnologico, l'efficienza energetica, il collegamento scuola-lavoro, l'apprendimento delle lingue straniere e

la formazione) sui 3 totali previsti dal piano d'azione per la coesione, inviato in dettaglio a Bruxelles dall'Italia lo scorso 15 dicembre. Uno degli obiettivi strategici dell’Ue è sicuramente quello di ridurre la dispersione scolastica: le politiche strategiche denominate “Europa 2020” puntano a ridurre il tasso di abbandono a meno del 10%, con almeno il 40% dei giovani laureati o diplomati. Ma per ora il dato italiano sulla dispersione resta del 19%. Grazie alla riprogrammazione di fondi già iscritti a bilancio per un valore totale di 2,343 miliardi effettuata dal Governo Monti e annunciata il 12 maggio, sono in arrivo altri 102 milioni di € per combattere insieme abbandono prematuro della scuola e criminalità giovanile, perché le cause sono le stesse: povertà ed emarginazione. I ministeri dell'Istruzione e dell'Interno uniranno forze e fondi per finanziare progetti pilota in cento quartieri difficili del Mezzogiorno, dallo Zen di Palermo a San Giovanni a Teduccio a Napoli. Gli interventi dureranno due anni e sosterranno ragazzi e famiglie dentro e fuori le classi: orientamento, aiuto ai genitori, una seconda opportunità per chi ha lasciato, ma anche realizzazione di impianti sportivi, laboratori artistici e altri spazi di socializzazione. Luca Mullanu, coordinatore provinciale napoletano della Fgci, evidenzia che il fenomeno riguarda soprattutto zone periferiche ad alta densità di attività camorristiche, sostenendo che “ ci vogliono politiche di welfare che garantiscano i servizi essenziali alle famiglie disagiate. Bisogna investire (e non tagliare) sul piano nazionale nell'istruzione pubblica, si deve abbattere il caro libri usufruendo del comodato d'uso e istituire una tariffa che vada verso l'idea di gratuità del trasporto pubblico per agevolare gli studenti e le studentesse che utilizzato tale servizio. Servono piani di riqualificazione del territorio e progetti scolastici alternativi (teatro, musica, danza e sport) “. La dispersione scolastica è una “Barbiana negata”. Rappresenta tutto ciò che combatteva don Lorenzo Milani. Egli, nel segno della Costituzione, non chiedeva - e avrebbe continuato a chiedere - che più istruzione: l'istruzione del doposcuola, del tempo pieno, una scuola per tutti orientata alla presa di coscienza civile e sociale, in cui essere protagonisti e partecipi, liberi e consapevoli.

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POLITICHE GIOVANILI

Politiche giovanili: Amesci e Centro Servizi per il Volontariato Napoli formano facilitatori

Stipulato un protocollo di intesa per l’organizzazione di corsi di formazioni gratuiti per facilitatori di processi di partecipazione giovanile, nell’ambito della Campagna “Cittadini 2.0”.

di Francesco Enrico Gentile

PAGINA 9 MAGGIO 2012

La Regione più giovane d’Europa, la Campania, si propone ancora una volta come laboratorio di innovazione e di sperimentazione sui temi delle politiche giovanili e del Terzo settore. Per la prima volta in Italia, infatti, si pianifica un ciclo di corsi di formazione, gratuiti, per facilitatori di processi di partecipazione giovanile. I corsi, rivolti a giovani, gruppi informali, associazioni, forum giovanili, saranno organizzati a partire dal mese di giugno in virtù di un protocollo di intesa stipulato tra Amesci e il Centro Servizi per il Volontariato di Napoli. Obiettivo dei corsi è formare giovani in grado di promuovere e gestire le dinamiche e i processi di protagonismo e di partecipazione, a partire dal Dialogo Strutturato Europeo. Proprio l’Amesci, che nel mese di marzo, ha tenuto ad Eboli una giornata di Dialogo Strutturato che ha visto la partecipazione di centinaia di giovani, gestirà la parte formativa dei corsi, forte della sua decennale esperienza in materia di politiche giovanili. “La collaborazione tra Amesci e il CSV di Napoli, presieduto ottimamente da Giuseppe De Stefano, nasce dalla volontà di offrire alle giovani generazioni napoletane gli strumenti per

contribuire, nel migliore dei modi, allo sviluppo dei nostri territori” afferma Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci. “In tempi di sfiducia nelle Istituzioni noi chiediamo ai giovani di non rifugiarsi in un comodo cinismo individualista ma di concorrere ad allargare e promuovere i luoghi della partecipazione e del protagonismo, conclude Borrelli. A breve quindi le prime giornate formative. Per informazioni: [email protected].

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A Napoli beni confiscati in rovina: la denuncia di Ciro Corona, portavoce dell’Associazione (R) esistenza Anticamorra

POLITICHE GIOVANILI

A Chiaiano, estrema periferia a nord di Napoli, c'è un bene confiscato di 14 ettari di vigneto, pescheto e ciliegeto. Confiscato 14 anni fa è da sempre abbandonato. Ciro Corona ci racconta cosa sta accadendo, nel silenzio del mondo dell’impegno anticamorra.

di Francesco Enrico Gentile

PAGINA 10 MAGGIO 2012

Ciro Corona, portavoce dell’Associazione (R)esistenza Anticamorra. Da tempo avete lanciato l’allarme circa la destinazione di un bene confiscato a Chiaiano. Che succede? L'allarme è stato lanciato ad inizio anno con il sequestro dell'area confiscata che,abbandonata da un decennio, era coltivata abusivamente. Ad oggi la situazione è molto ingarbugliata ed è diventata di carattere prettamente politico. Il bene è affidato alla VIII Municipalità con una destinazione d'uso di tipo istituzionale, decisa dal sindaco precedente. Ovviamente le istituzioni, la municipalità in questo caso, non ha soldi e risorse per trasformare quel bene confiscato in parco pubblico, ne' logisticamente sarebbe un investimento pubblico apprezzabile dal momento che il luogo, in collina, non è raggiungibile con facilità e non ci sono mezzi pubblici che vi arrivano. L'unica soluzione è affidarlo ad associazioni del territorio per attività sociali e produttive ma la destinazione d'uso istituzionale non lo prevede. Una modifica può determinarla solo il Comune di Napoli . Il problema è che l’intenzione è quella di affidare il bene con bando pubblico il che vuol dire tra non meno di un anno... e intanto? Il vigneto, il pescheto e il ciliegeto sono già fermi da 4 mesi e rischiano di depauperarsi in modo irreversibile senza le necessarie cure (potatura, disinfestanti, semine e raccolte, ecc). Le guerre e i meriti politici non possono ostacolare produzione e sviluppo di un territorio. Il presidente della municipalità ha proposto ad associazioni di categoria interventi immediati per una probabile affidamento del bene ma nessuno sembra essere disponibile. Come intendete muovervi? A noi, in base ad una nostra richiesta di mesi fa, hanno proposta un affidamento temporaneo del bene fino a soluzione definitiva. Il problema è che prendersi il bene in affidamento significa fare un investimento di risorse

economiche, fisiche e logistiche per riparare i danni di questi mesi di abbandono e per far diventare produttivo il bene. Investire migliaia di euro per vedersi sottrarre il bene dal Comune magari fra un anno? Intendiamo accettare comunque la proposta previe garanzie del Comune di Napoli per insediarvi una cooperativa di inserimento lavorativo per le classi svantaggiate, in modo particolare minori "a rischio", ex camorristi ed ex detenuti oggi convertiti a nuova vita. Speriamo che il Comune riesca a trovare soluzioni immediate ed uscire dal vortice politico-burocratico affinché non si continui a dire che li la camorra garantiva lavoro e produttività mentre lo Stato quando interviene blocca tutto. In che modo le associazioni antimafia che hanno fatto della vicenda dei beni confiscati una loro bandiera si stanno approcciando con l’appello della vostra associazione? Questo di Chiaiano è il primo bene agricolo del Comune. Le associazioni che si occupano dei beni confiscati a Napoli non hanno interessi reali. Mesi fa gli fu presentata la situazione rivoluzionaria per la Città, interessi di equilibri istituzionali hanno avuto la meglio sul reale approccio al bene. Con noi fin dall'inizio in questa battaglia abbiamo avuto solo il Comitato Don Peppe Diana che opera sui beni confiscati del casertano da Casal di Principe fino ad Aversa. Che soluzione proponete? La soluzione è un accordo ufficiale col Sindaco e l'assessore competente affinchè quel luogo diventi luogo di lavoro, sviluppo, legalità. Noi lo faremo comunque, se non potremo creare lavoro per i vincoli politici-burocratici allora faremo diventare quel luogo un presidio di legalità a partire dai campi di volontariato estivi,. Ma le armi vincenti restano due: da una parte creare lavoro e sviluppo per un quartiere che conta il 75% di disoccupazione e agire "con le istituzioni", insieme si vincono le battaglie e questa potrebbe essere una guerra vinta per la meravigliosa Città di Napoli.

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Essere mamma? Il Niger il posto peggiore, la Norvegia il migliore

In occasione della Festa della mamma, che ricorre domenica, Save the Children diffonde i dati del suo tredicesimo Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo. All’ultimo posto c’è il Niger, al primo la Norvegia mentre l’Italia si classifica ventunesima, subito dopo la Grecia.

di Ornella Esposito

SOCIALE

Il Niger è il posto peggiore in cui essere madri, la Norvegia il migliore. A dirlo è Save the Children che, nel suo ultimo Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo, ha preso in esame 165 Paesi tenendo conto di fattori come la salute, l’istruzione, lo stato economico e sociale delle madri e l’alimentazione. Ne esce fuori che Il Niger ha sottratto il triste primato all’Afghanistan, e che lo Stivale si posiziona a metà nella classifica dei paesi industrializzati, dopo il Portogallo, la Spagna e finanche la Grecia. Secondo il Rapporto, negli ultimi 10 paesi della classifica 1 bambino su 7 muore prima dei 5 anni mentre 1 su 3 soffre di malnutrizione. In Norvegia, il posto migliore dove essere mamma, una donna riceve in media ben 18 anni di istruzione scolastica contro i 4 del Niger, dove a livello politico solo il 14% dei seggi in parlamento sono occupati da donne contro il 40% dell’assemblea norvegese. Solo il 5% delle donne nigerine utilizza i moderni metodi contraccettivi mentre sono ben 4 su 5 quelle che li utilizzano in Norvegia, per non parlare dell’assistenza medica durante il parto: in Norvegia il 100% delle donne riceve l’assistenza di personale medico specializzato, contro una su tre in Niger. Il Rapporto analizza, in particolare, la correlazione tra la malnutrizione e la mortalità infantile: il 25% delle morti materne, e più di un terzo di quelle infantili nel mondo,sono dovute proprio alla malnutrizione. “Dobbiamo ormai fare i conti con un vero e proprio circolo vizioso – ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia­ – in cui le madri, spesso già affette loro stesse da malnutrizione durante l’infanzia, danno luce a neonati sottopeso perché non nutriti adeguatamente nel loro grembo durante la gestazione”. Il circolo vizioso si spezza solo quando si interviene in tempo nei primi due anni di vita di un bambino. E come si può intervenire? Secondo Save the Children le soluzioni esistono, e sono anche a

basso costo. “Basti pensare – continua Valerio Neri – che con una maggiore diffusione della pratica di allattamento al seno, che è parte integrante dei nostri interventi, si potrebbero salvare un milione di bambini in più all’anno, lo testimoniano i successi raggiunti da un paese pur a basso reddito come il Madagascar. Ancora oggi, invece, meno del 40% di tutti i neonati nei paesi in via di sviluppo riceve i pieni benefici di questa pratica e in Niger, ultimo paese nella nostra classifica, solo il 27% riceve un allattamento esclusivo al seno nei primi 6 mesi”. Se all’allattamento al seno si aggiungessero altri pochi rimedi, come Ferro Folato, Vitamina A, Zinco, norme igieniche di base, nutrizione integrativa ed assistenza di personale sanitario qualificato, i risultati in termini di bambini strappati alla morte salirebbero di un milione all’anno.

E l’Italia come è messa? Colpiscono, naturalmente in negativo, i dati relativi alla condizione della donna e al suo ruolo o riconoscimento sociale nel nostro Paese. In parlamento solo il 21% dei seggi è occupato da donne, percentuale inferiore rispetto a quella di paesi come l’Afganistan (28%), l’Angola (38%) o il Mozambico (39%). Lo stipendio medio delle donne non supera il 49% di quello degli uomini a parità di mansioni, tra i paesi sviluppati fanno peggio solo l’Austria (40%), il Giappone e Malta (45%). Solo il 41% delle donne italiane utilizza i moderni metodi contraccettivi, una percentuale inferiore a quella di paesi come Botswana (42%), Zimbabwe (58%), ma anche Egitto (58%) e Tunisia (52%). I dati non necessitano di commenti. L’Italia non è decisamente un paese per donne, ma questa, purtroppo, non è una novità.

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Facce da cosplay

CULTURA

Al Comicon tra supereroi, manga e anime.

di Alessandro Etzi

Tra tutte le tendenze giovanili quella del Cosplay è sicuramente la più colorata e creativa, come testimoniano le foto che abbiamo scattato al Salone Internazionale del Fumetto di Napoli, uno dei maggiori appuntamenti per gli appassionati. Fumetti, film, cartoni animati, videogiochi ma soprattutto tantissimi cosplayer che impersonano il loro personaggio preferito. Così, è stato possibile conoscere una graziosa Ariel, un soldato spartano, tanti Batman e Lara Croft, sicuramente tra i personaggi più amati. Un mondo composto da giovani e meno giovani, tutti coinvolti nella preparazione del proprio costume e con qualche fido amico pronto a lucidare l’armatura o sistemare una componente del travestimento, per poterlo poi interpretare al meglio. Proprio l’interpretazione è uno degli aspetti più divertenti del Cosplay: basta osservare lo sguardo del nostro Eric Draven e confrontarlo con quello del compianto Brandon Lee per rendersi conto dell’impegno nell’interpretare il ruolo de Il Corvo, lo stesso dicasi per l’occhio truce di Bruce Wayne o le pose ammiccanti della sua rivale, Catwoman. Originalità, creatività e tanta voglia di divertirsi: riusciranno i cosplayer a salvare il mondo??? Visita la gallery

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