2012 Maggio

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Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo - N°47 - 6 Maggio 2012 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». (Gv 15,1-8) In una famosa pagina del profeta Ezechiele, il profeta descrive il legno della vite. Che pregi ha? Nessuno. Il legno della vite è l’unico legno tra gli alberi della campagna con il quale non si può fare nulla; non ci si può fare un oggetto, un attrezzo utile. Il legno della vite è buono soltanto per far passare la linfa vitale ai tralci e produrre frutta. Quindi il legno della vite è il legno inservibile, se non per portare frutto. Ed è a questa immagine del Profeta Ezechiele che Gesù si riallaccia nel famoso discorso della vite e dei tralci, contenuto nel capitolo 15 del Vangelo di Giovanni. Gesù, ancora una volta, rivendica la pienezza della condizione divina. Quando Gesù dice “Io sono”, questo rappresenta la pienezza della condizione divina, perché “Io sono” è il nome di Dio. Nella cultura d’Israele la vite era immagine del popolo, del popolo di Israele. C’è il famoso cantico d’amore del Signore per la sua vigna, contenuto nel capitolo 5 del Profeta Isaia; anche il Profeta Geremia parla di Israele come di una vite. Bene Gesù dichiara di essere “la vera vite”, quindi ci sono delle false viti. Gesù continua quel processo di sostituzione con le realtà di Israele con la propria persona: - non la manna dal cielo, ma lui è il vero pane che da vita al popolo; - lui è la vera luce al contrario della legge; - lui è la vera vite, lui è il vero popolo piantato dal Signore. E il Padre “è l’agricoltore”. Allora ci sono dei ruoli ben distinti: Gesù è la vite, dove scorre la linfa vitale, il Padre è l’agricoltore. Qual è l’interesse dell’agricoltore? Che la vigna porti sempre più frutto e infatti, scrive l’evangelista, “ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie”. Qual è il significato di questa espressione? L’evangelista sta parlando della comunità cristiana dove c’è un amore che viene comunicato dal Signore, un amore ricevuto dal Signore, e questo amore si deve trasformare in amore dimostrato agli altri. E questo è caratteristico dell’Eucaristia. Nell’Eucaristia si accoglie un Gesù che si fa pane, fonte di vita, per poi essere disposti a farsi pane, fonte di vita per gli altri. Ci può essere il rischio che nella comunità ci sia una persona che assorba questa linfa vitale, assorba questa energia, assorba questo amore, assorba questo pane, ma poi non si faccia pane per gli altri, non trasformi l’amore che riceve in amore per gli altri. E’ un elemento passivo, che pensa soltanto al proprio interesse, a se stesso, e quindi non comunica vita. Ebbene, non gli altri tralci, e neanche Gesù, ma il Padre, prende e lo toglie, perché è un tralcio che è inutile. “Ma ogni tralcio che porta frutto”, cioè il tralcio che succhiando questa linfa vitale, quindi nell’Eucaristia il tralcio che ricevendo Gesù come pane si fa poi pane per gli altri, porta frutto. Dispiace vedere che ancora i traduttori rendono il termine con ‘potare’ che non è quello adoperato dall’evangelista. Il verbo adoperato da Giovanni è ‘purificare’, non ‘potare’. Sono due cose completamente diverse. Cosa significa purificare? Il Padre che ha a cuore che il tralcio porti più frutto sa individuare quegli elementi nocivi, quelle impurità, quei difetti che ci sono nel tralcio e lui provvede a eliminarli. Segue a pagina 6(...) Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o - N ° 4 7 - 6 M a g g i o 2 0 1 2

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». (Gv 15,1-8)In una famosa pagina del profeta Ezechiele, il profeta descrive il legno della vite. Che pregi ha? Nessuno. Il legno della vite è l’unico legno tra gli alberi della campagna con il quale non si può fare nulla; non ci si può fare un oggetto, un attrezzo utile. Il legno della vite è buono soltanto per far passare la linfa vitale ai tralci e produrre frutta. Quindi il legno della vite è il legno inservibile, se non per portare frutto. Ed è a questa immagine del Profeta Ezechiele che Gesù si riallaccia nel famoso discorso della vite e dei tralci, contenuto nel capitolo 15 del Vangelo di Giovanni.Gesù, ancora una volta, rivendica la pienezza della condizione divina. Quando Gesù dice “Io sono”, questo rappresenta la pienezza della condizione divina, perché “Io sono”

è il nome di Dio.Nella cultura d’Israele la vite era immagine del popolo, del popolo di Israele. C’è il famoso cantico d’amore del Signore per la sua vigna, contenuto nel capitolo 5 del Profeta Isaia; anche il Profeta Geremia parla di Israele come di una vite. Bene Gesù dichiara di essere “la vera vite”, quindi ci sono delle false viti. Gesù continua quel processo di sostituzione con le realtà di Israele con la propria persona:- non la manna dal cielo, ma lui è il vero pane che da vita al popolo;- lui è la vera luce al contrario della legge;- lui è la vera vite, lui è il vero popolo piantato dal Signore.E il Padre “è l’agricoltore”. Allora ci sono dei ruoli ben distinti: Gesù è la vite, dove scorre la linfa vitale, il Padre è l’agricoltore. Qual è l’interesse dell’agricoltore? Che la vigna porti sempre più frutto e infatti, scrive l’evangelista, “ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie”. Qual è il significato di questa espressione? L’evangelista sta parlando della comunità cristiana dove c’è un amore che viene comunicato dal Signore, un amore ricevuto dal Signore, e questo amore si deve trasformare in amore dimostrato agli altri. E questo è caratteristico dell’Eucaristia. Nell’Eucaristia si accoglie un Gesù che si fa pane, fonte di vita, per poi essere disposti a farsi pane, fonte

di vita per gli altri. Ci può essere il rischio che nella comunità ci sia una persona che assorba questa linfa vitale, assorba questa energia, assorba questo amore, assorba questo pane, ma poi non si faccia pane per gli altri, non trasformi l’amore che riceve in amore per gli altri. E’ un elemento passivo, che pensa soltanto al proprio interesse, a se stesso, e quindi non comunica vita. Ebbene, non gli altri tralci, e neanche Gesù, ma il Padre, prende e lo toglie, perché è un tralcio che è inutile. “Ma ogni tralcio che porta frutto”, cioè il tralcio che succhiando questa linfa vitale, quindi nell’Eucaristia il tralcio che ricevendo Gesù come pane si fa poi pane per gli altri, porta frutto. Dispiace vedere che ancora i traduttori rendono il termine con ‘potare’ che non è quello adoperato dall’evangelista. Il verbo adoperato da Giovanni è ‘purificare’, non ‘potare’. Sono due cose completamente diverse. Cosa significa purificare? Il Padre che ha a cuore che il tralcio porti più frutto sa individuare quegli elementi nocivi, quelle impurità, quei difetti che ci sono nel tralcio e lui provvede a eliminarli. Segue a pagina 6(...)

Chi rimane in me e io in lui por ta molto frutto

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 2

- La voce dei giovani -

I n t e r v i s t a d o p p i aIdeata e realizzata da Monica Denti

Maschio-maschio, femmina-femmina…questa volta 1 maschio e 1 femmina, Luca e Chiara, classe 1995...il collante tra i più grandi e i più piccoli del gruppo delle superiori…saranno all’altezza dei loro amici già intervistati???…Leggete e lo scoprirete!!!!

VSChiara Romei Luca Denti

NOME?Chiara: ChiaraLuca: Luca

COGNOME?C: RomeiL: Denti

ETA’ ANAGRAFICA?C: 17L: 17

ETA’ MENTALE C: non lo so!!L: Mi dicono prossima agli 80

COSA FAI NELLA VITAC: studio (troppo!!) e mi diverto con gli amici!!!!L: tante, forse troppe cose

SPORT PRATICATO C: ho fatto danza classica e contemporanea fino all’anno scorso (da quando avevo tre anni!!) e da quest’anno vado in palestra con la Silvia!!!L: Nuoto

PER LA GIOIA DI MATTE GALLINGANI: IL TUO NOME AL CONTRARIO.. C: AraihcL: Acul

CHI E’ PIU’ ALTO/A ?C: Ma che domanda è?!?! Ovviamente lui!!! L: in ginocchio io….e in piedi, sempre io!! =)

CHI E’ PIU’ BIONDO/A?C: io!!L: assolutamente lei

CHI E’ PIU’ SORRIDENTE ?

C: entrambi!!L: tutti e due

CHI E’ PIU’ VECCHIO/A ?C: In realtà io (di 16 giorni!), ma in pratica lui!! Non a caso lo soprannominiamo NONNO LUCA!!L: modestamente lei… anche se di poco

DI COSA VAI FIERO/A C: della mia famiglia e dei miei amici!!!!L: dei capelli a spazzola

DI COSA L’ALTRO/A DOVREBBE ANDARE FIERO/A C: della sua bellissima collezione di treni!!!L: del suo carattere

QUALI PAROLE ELIMINERESTI DAL VOCABOLARIO (3)C: zuzzerellone, verdura, e cipresso L: forse, verifica, interrogazione

PIZZA O GELATO? C: Gelato!L: Sarebbero meglio lasagne e tortelli...comunque direi pizza

I PREGI DI AVERE UNA SORELLA (attenti a cosa rispondete => ) C: è una persona di cui puoi fidarti, che ti sa ascoltare e che c’è sempre quando hai bisogno!L: che mi fa anche i massaggi =)

FRA QUALCHE DOMENICA CI SARANNO LE CRESIME, DATE QUALCHE BUON MOTIVO AI RAGAZZI DI 2° MEDIA PER AGGREGARSI AL GRUPPO GIOVANI..(siate convincenti !!!) C: Finalmente dopo tanti anni di duro catechismo approdate al gruppo giovani!! Abbiamo tante iniziative e voglia di fare cose interessanti…non vi pentirete di continuare!!! L: sicuramente non è un punto di arrivo, ma da lì comincerete una nuova strada e noi vi aspettiamo nel nostro gruppo giovani

..SE FOSSI...1 PERSONAGGIO DI ZELIG ?C: premetto che non seguo molto Zelig ma il mio personaggio è KATIA!!! “BRAVA BRAVA BRAVA !!!” L: Giacobazzi

..SE FOSSI...1 DOLCE ?C: ma io sono già dolce!! Ahahhahah comunque

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 3

- La voce dei giovani -tiramisù!!! L: bignè alla crema o una qualche torta delle nonne

..SE FOSSI...1 PAIO DI SCARPE ?C:Ovviamente le mie mitiche tagliatelle che ha scelto proprio Luca (tacchi)!!! L:sandali

..SE FOSSI...1 FRASE FAMOSA?C: Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. (Martin Luther King)L: marcmand fa mòten

IL PERIODO PIU’ BELLO DELL’ANNO C: Le vacanze estive e Natale! L: la vacanza estiva che stranamente sembra sempre accorciarsi

DI COSA L’ALTRO/A NON PUO’ FARE A MENO C: della sua bicicletta e del succo alla pera..L: del trucco

COSA LASCI A CASA PRIMA DI PARTIRE PER IL CAMPEGGIO C: i libri di scuola!!! L: mi scordo sempre i soldi

COSA INVECE NON PUOI ASSOLUTAMENTE DIMENTICARE C: la voglia di divertirmi e di stare in compagnia…L: orologio e mutande

FAI PUBBLICITA’ AL CAMPO ESTIVO DI LUGLIO C: Se due settimane spettacolari vuoi passare allo Spirito Santo’s Camp devi andare!!! Vi aspettiamo numerosi bimbi!!!!L: vedi info all’interno di questo numero del giornalino…bimbi vi aspettiamo le prime due settimane di luglio e non potete mancare!!!!

SALUTA I GENITORI DEI BIMBI DELL’ORATORIO C: Salveee!! Vado subito a cercare suo figlio!! L: signore e signori, anche nonne e nonni, lasciate sereni i vostri bimbi all’oratorio e se torneranno a casa macchiati di pittura…l’importante che si siano divertiti!!

SALUTA IL-NUOVO-ARRIVATO-FILIPPO-BELTRAMI C: ciaooo fillooo! Sei proprio bellissimo!!! Ben arrivato nella parrocchia migliore del mondo!!!L: ciao bel biondo!!!

SALUTA IL TUO GRUPPO C: Ciao magnifici 12 in generale!! Cosa facciamo sabato sera?! L: ciao bella gente

Amore veroTesto proposto da Valerio Benassi

Erano circa le 8.30 di una mattinata intensa quando un anziano signore ottantenne è arrivato per far rimuovere i punti dal suo pollice. Disse subito che era di fretta perché aveva un appuntamento alle 9.00.

Presi nota dei suoi dati e lo invitai a prendere posto. Sapevo che ci sarebbe voluto più di un’ora prima che qualcuno potesse occuparsi di lui. Lo vidi controllare l’orologio ansiosamente per tutto il tempo e poi decisi di valutare io stesso la sua ferita dal momento che non ero occupato con altri pazienti.

All’esame la ferita risultava ben guarita. Parlai con uno dei medici per ottenere il materiale per rimuovere i punti di sutura

e lo feci, ma mentre mi stavo prendendo cura di lui è iniziata una conversazione. Gli domandai se avesse un altro appuntamento medico in seguito, se era per questo che aveva così tanta fretta.Il signore mi disse di no e rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.

Mi informai della sua salute. Mi disse che era nella casa di cura da tempo, essendo una vittima del morbo di Alzheimer. Sondai ulteriormente la questione chiedendo se la moglie si sarebbe molto alterata per il suo ritardo. Mi rispose che la donna non sapeva più chi lui fosse, non era in grado di riconoscerlo da cinque anni.

Sorpreso gli chiesi: “E va ancora ogni m a t t i n a , anche se lei non sa chi sei?”L’uomo sorrise e batté la mano e disse: “Mia moglie non mi conosce, ma io so ancora chi lei è.”

Ho dovuto trattenere le lacrime mentre se ne andava.Ho avuto la pelle d’oca sul braccio, e ho pensato “Questo è il tipo di amore che voglio nella mia vita.”

Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 4

- La voce dei giovani -

Big Kahuna. Il monologoTesto proposto da Giovanni Benassi

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.

Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.

Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.

E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte

e che aspetto magnifico avevi!

Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.

Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa’ una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.

Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.

La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.

Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d’amore,

butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.

Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.

I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,

quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.

Forse avrai figli o forse no.

Forse divorzierai a quarant’anni.

Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.

Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,

ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,

come quelle di chiunque altro.

(...)

Balla!

Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.

Non leggere le riviste di bellezza:

ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,

non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.

Tratta bene i tuoi fratelli,

sono il miglior legame con il passato

e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,

ma alcuni, i più preziosi,

rimarranno.

Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,

perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.

Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant’anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell’accettare consigli,

ma sii paziente con chi li dispensa.

I consigli sono una forma di nostalgia.

Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,

ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte

e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.

(Testo estratto dal film “The Big Kahuna”)

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 5

Nella messa del giovedì Santo il diacono Roberto Bonomo ha ripetuto il gesto che Gesù fece agli apostoli durante l’ultima cena. I “discepoli“ della serata sono stati individuati tra i ragazzi del gruppo giovani.

L’esperienza che i primi discepoli hanno fatto di Gesù risorto è stata accompagnata da dubbi e paure. I racconti evangelici concordano su questo aspetto. Condizionati dalla loro mentalità, secondo la quale la morte pone fine alla vita dell’individuo, i discepoli sono stati incapaci di percepire la novità dell’insegnamento di Gesù e di aprirsi agli effetti vivificanti della sua parola. Gli evangelisti Luca e Giovanni presentano il Cristo risorto mostrando i segni della passione e conservando i suoi tratti umani; in questo modo intendono affermare che la morte in croce di Gesù non è stato un fallimento né la fine di quanto egli aveva insegnato o operato, ma la sua vera vittoria.Non basta la testimonianza dei discepoli di Emmaus che avevano riconosciuto Gesù risorto nello spezzare il pane, per convincere il resto del gruppo della realtà della risurrezione.

Bisogna che ciascuno di essi esperimenti la presenza del Risorto nella propria vita e nell’ambito della comunità. A questo traguardo si arriva progressivamente, fino al punto che esso diventerà sempre più chiaro agli «occhi» dei discepoli. Il «realismo» con cui si descrive il Signore risorto ha lo scopo di indicare come quel Gesù, che essi hanno conosciuto, ora è il Vivente in mezzo a loro; la morte non solo non ha cancellato i suoi tratti, che lo rendevano riconoscibile, né ha diminuito la sua umanità, ma l’ha reso ancora più vitale, capace di diffondere un amore che apre la mente dei discepoli alla comprensione del suo insegnamento.I discepoli faranno l’esperienza del Risorto contemplando i segni della passione e ascoltando la sua voce. La loro fede nella risurrezione si fonda sull’ascolto delle parole che il Signore risorto rivolge loro, un augurio di felicità piena (Pace

a voi!), e sulla constatazione dei segni concreti del suo amore incondizionato. Sono questi i gesti che permettono ai credenti di ogni tempo di fare anche loro esperienza del Risorto, il dono di un amore incondizionato e la comunione fraterna che esso produce. Incarnare questo amore nella propria vita, creando comunione, fa superare ogni paura, dubbio o illusione che si possa avere sulla morte e il suo superamento. Non solo, ciò permette di comprendere sempre meglio il disegno di Dio e di poterlo annunciare. L’itinerario dei discepoli non finisce con il passaggio dall’incredulità alla fede, occorre proclamare la verità di questa esperienza.

Ricardo Perez Marquez

L a f e d e n e l l a R i s u r r e z i o n e

L a v a n d a d e i p i e d i

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 6

Chi rimane in me e io in lui por ta molto fruttoSegue da pagina 1 (...)Questo è importante, l’azione è del Padre; non deve essere il tralcio a centrarsi su sé stesso, ad individuare i propri difetti e cercare di eliminarli, perché centrandosi su sé stesso farà un danno irreversibile. L’uomo si realizza non quando pensa a se stesso, alla propria perfezione spirituale, che può essere tanto illusoria e lontana quanto è grande la propria ambizione; l’uomo deve centrarsi sul dono totale di sé, che è immediato. Allora, in ognuno di noi ci sono dei limiti, ci sono dei difetti, ci sono delle brutte tendenze. Ebbene noi non ci dobbiamo preoccupare. Sarà il Padre che, se vede che questi limiti, questi difetti, queste tendenze sono di impedimento al portare più frutto, lui penserà ad eliminarli, non noi. Perché facendolo noi possiamo andare a toccare quelli che sono i fili portanti della nostra struttura e fare dei danni tremendi. Allora “Il Padre lo purifica”. Questo da piena serenità; l’unica preoccupazione del tralcio è portare frutto, tutti gli impedimenti a frutti abbondanti ci penserà il Padre, non gli altri tralci, neanche la vite, ma il Padre. Perché? “Perché porti più frutto”.E dichiara Gesù “Voi siete già puri”, ecco vedete, quando i traduttori traducono il verbo con ‘potare’ anziché ‘purificare’, non rendono questo gioco di parole che l’evangelista fa tra il verbo ‘purificare’ e l’aggettivo ‘puri’. Quindi prima Gesù ha detto “Lo purifica”, e poi dice “voi siete già puri”. Perché? “A causa della parola che vi ho annunziato”. La parola di Gesù è un amore che si fa servizio. Ciò che purifica l’uomo non è il fatto che gli lava i piedi, ma la disponibilità poi di lavare a sua volta i piedi agli altri. Quindi questa parola, il messaggio di Gesù, un amore che si fa servizio,

rende pura la persona. Secondo la concezione dell’epoca Dio era nella sfera della santità, della purezza e soltanto chi era puro poteva entrarci pienamente in contatto. Ebbene, l’amore che si traduce in servizio è la garanzia di essere in pieno contatto con il Signore. E Gesù ripete e dice “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me.” Quindi Gesù torna di nuovo a insistere che questo amore da lui ricevuto si deve trasformare in amore comunicato, altrimenti si è inutili. Ritorna Gesù a rivendicare il suo titolo, la condizione divina: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui”, in questo processo dinamico di fusione di Dio – Dio chiede soltanto di essere accolto nella vita del credente, per dilatarne l’esistenza - “porta molto frutto”. Si da la vita agli altri, più si da e più si riceve. Si ha soltanto quello che si è donato, più il dono della vita agli altri è grande, è illimitato, più la risposta di Dio sarà illimitata.Poi Gesù avverte: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca”. Questa espressione che abbiamo tradotto con ‘secca’, letteralmente ‘inaridisce’, l’evangelista la prende dal Profeta Ezechiele, quando vede la situazione del popolo, come una vallata piena di ossa secche, nel capitolo 37, indicando il popolo senza Spirito. Ebbene, chi non rimane in Gesù, chi ricevendo questo amore non lo comunica agli altri, si inaridisce, perché, ripeto, si possiede soltanto quello che si dona agli altri. E poi, ecco la garanzia di Gesù, che purtroppo noi nel linguaggio popolare abbiamo un po’ ridimensionato. Tutti quanti conosciamo l’espressione “Chiedete quello che volete e vi

sarà dato”, però dimentichiamo le due condizioni che Gesù pone:- se rimanete in me, quindi se c’è questo amore da lui ricevuto che si trasforma in amore comunicato agli altri- se le mie parole rimangono in voi, quindi rimangono come indirizzo dell’orientamento della vita, dell’esistenza un amore che si fa servizio per gli altriA questo punto, solo a questo punto, preceduto da queste due condizioni, Gesù dice “Chiedete quello che volete e vi sarà dato”. Quindi, quando si vive in sintonia con il Signore, quando la vita dell’uomo si fonde con quella di Dio fino a diventare una sola cosa, l’unico che si chiederà sarà il dono dello Spirito, una capacità ancora più grande d’amare. Perché al resto il Padre ci pensa. Il Padre non risponde ai bisogni e alle necessità dei suoi figli, ma li precede. Questo dà tanta sicurezza.Ed ecco il finale: “In questo è glorificato il Padre mio”. C’era l’immagine che Dio dovesse essere glorificato attraverso opere straordinarie, magnificenze gloriose, no, l’unica maniera per manifestare la gloria di Dio, la rivelazione del suo amore, è un amore che gli assomiglia, “Che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.L’unica maniera per dar gloria a Dio è manifestare nella nostra vita un perdono, una misericordia, una condivisione che in qualche maniera gli assomiglino.

Commento di P. Alberto MaggiPER VEDERE LA VIDEO-OMELIA VAI SU: http://www.studibiblici.it/videoomelie.html#vid-24

Cresimadei ragazzi dello Spirito Santo, Domenica 27 Maggio ore 10:45

Comunionedei ragazzi dello Spirito Santo, Domenica 13 Maggio ore 10:45

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 7

F o t o d e l p r e s e p e d i P a s q u aAlcune foto del presepe di Pasqua creato dal gruppo delle Giovani Coppie e dai loro bambini

PER CHI VOLESSE RICEVERE IL GIORNALINO IN FORMATO ELETTRONICO, CON LA POSSIBILITÀ DI VEDERE LE FOTO A COLORI, O VOLESSE SCRIVERE ALLA REDAZIONE INVIARE UNA E-MAIL ALL’INDIRIZZO: [email protected]

Sagra ParrocchialeDomenica 27 maggio, si terrà la sagra presso i locali della parrocchia.

Vi aspettiamo numerosi!!!!!!

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N°47, Maggio 2012 Spirito e parola 8

C a l e n d a r i oD o m e n i c a 6 M a g g i o 2 0 1 2V DOMENICA DI PASQUA

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]A te la mia lode, Signore, nella grande assembleaLiturgia: At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8

D o m e n i c a 1 3 M a g g i o 2 0 1 2VI DOMENICA DI PASQUA

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustiziaLiturgia: At 10,25-26.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17

D o m e n i c a 2 0 M a g g i o 2 0 1 2ASCENSIONE

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ascende il Signore tra canti di gioiaLiturgia: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

D o m e n i c a 2 7 M a g g i o 2 0 1 2PENTECOSTE

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terraLiturgia: At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15

M e s s eOgni sera: Rosario e santa messa ore 20:45 [Chiesa Spirito Santo] - MESE MARIANOVenerdì la messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]

A l t r e D a t eCasa di carità: Mercoledì 9 e Giovedì 24 MaggioCatechismo ai bimbi e “Oratorio“: Ogni sabato ore 14.30Prime Comunionii: Domenica 13 MaggioCresime: Domenica 27 MAggioSagra Parrocchiale: Domenica 27 MaggioMatrimonio di Rosi Brugnano e Greco Giuseppe: Sabato 26 Maggio, ore 11.00Battesimo di Filippo Beltrami: Nel pomeriggio di Sabato 26 MAggio

B u o n C o m p l e a n n o a . . .Elisabetta Martinelli - Martedì 1° MaggioIlaria Gallingani - Mercoledì 2 MaggioRoberto Ferrari - Giovedì 3 MaggioSilvia Carletti - Lunedì 7 MaggioMariachiara Pederzoli - Domenica 13 MaggioGiorgia Beltrami - Venerdì 18 MaggioDavide Ghizzoni - Sabato 19 MaggioMaria Volpe - Lunedì 21 MaggioRosy Brugnano - Martedì 22 MaggioElena Volpe - Martedì 29 MaggioMilena Virgili - Mercoledì 30 MaggioCristina Storchi - Martedì 5 GiugnoAspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno

A u g u r i a . . .6° Anniversario della morte di Ida Benedetti - Sabato 12 MaggioPino e Maria Volpe - Domenica 3 Giugno, felicitazioni per il 40°anniversario di matrimonio