Scintilla giu 13

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista [email protected] www.piattaformacomunista.com Giugno 2013 n. 41 1 euro Scintilla li avremo solo con un governo operaio Secondo un recente studio sui salari presentato dalla Fisac-Cgil, il 47% della ricchezza nazionale è nelle mani del 10% delle famiglie. Il resto (il 53%) è suddiviso tra il rimanente 90% dei nuclei familiari. Nel 2012 il rapporto fra il salario medio di un lavoratore dipendente e la retribuzione di un manager è stato di 1:64 nel settore del credito, e di 1: 163 nel resto del campo economico. Nel 1970 tale rapporto era di 1:20. L'impoverimento relativo ed assoluto dei proletari è sempre più evidente. La parte che spetta agli operai e agli altri lavoratori sfruttati nella società capitalistica è sempre più piccola, poiché in modo sempre più rapido si arricchiscono i capitalisti, i miliardari. Concentrazione ad un polo della società di ricchezze immense, del lusso, del parassitismo, degli sprechi, mentre all’altro polo si intensificano sempre più lo sfruttamento e l’oppressione, aumenta la miseria e la fame dei produttori di tutta la ricchezza. La forbice della disuguaglianza sociale negli ultimi anni si è allargata come conseguenza della profonda crisi capitalistica e della applicazione delle ricette volte ad abbassare i salari, a tagliare la spesa pubblica per salvare profitti, interessi e rendite. Lo Stato borghese invece di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3 della Costituzione) ne ha creati di nuovi e sempre più alti. Questa realtà conferma la teoria marxista della tendenza all'immiserimento degli sfruttati SEGUE A PAGINA 2 Conquistiamolo attuando il fronte unico di lotta proletaria

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Organo di Piattaforma Comunista

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PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma [email protected] www.piattaformacomunista.com

Giugno 2013 n. 41

1 euro

Scintilla

li avremo solo con un governo operaioSecondo un recente studio suisalari presentato dalla Fisac-Cgil,il 47% della ricchezza nazionaleè nelle mani del 10% dellefamiglie. Il resto (il 53%) èsuddiviso tra il rimanente 90%dei nuclei familiari.Nel 2012 il rapporto fra il salariomedio di un lavoratoredipendente e la retribuzione di unmanager è stato di 1:64 nelsettore del credito, e di 1: 163 nelresto del campo economico. Nel1970 tale rapporto era di 1:20.L'impoverimento relativo edassoluto dei proletari è semprepiù evidente. La parte che spettaagli operai e agli altri lavoratorisfruttati nella società capitalisticaè sempre più piccola, poiché inmodo sempre più rapido siarricchiscono i capitalisti, imiliardari. Concentrazione ad un polo dellasocietà di ricchezze immense, dellusso, del parassitismo, deglisprechi, mentre all’altro polo siintensificano sempre più losfruttamento e l’oppressione,aumenta la miseria e la fame deiproduttori di tutta la ricchezza.La forbice della disuguaglianzasociale negli ultimi anni si èallargata come conseguenza dellaprofonda crisi capitalistica e dellaapplicazione delle ricette volte adabbassare i salari, a tagliare laspesa pubblica per salvareprofitti, interessi e rendite.Lo Stato borghese invece di“rimuovere gli ostacoli di ordineeconomico e sociale, che,limitando di fatto la libertà el'eguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppodella persona umana” (art. 3 dellaCostituzione) ne ha creati dinuovi e sempre più alti.Questa realtà conferma la teoriamarxista della tendenzaall'immiserimento degli sfruttati

SEGUE A PAGINA 2

Conquistiamolo attuando ilfronte unico di lotta proletaria

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2 giugno 2013

Letta-Alfano: al servizio esclusivo dei monopoli Dopo le elezioni la prioritàdell’oligarchia finanziaria è stataquella di assicurare a tutti i costila prosecuzione della politica diausterità e salvare i privilegi deigruppi dominanti. Il “nuovo” presidente dellarepubblica, che è sempreNapolitano, e il “nuovo”governo Letta-Alfano, che è laprosecuzione di quello di Monti,ora garantiscono ciò.Letta è uomo del gruppoBilderberg e della Trilateral, haun forte sostegno dagli USA. Alfano è lo scudo di Berlusconi,il quale ha manovrato percondizionare la nascita delgoverno e salvare le sue sorti.Vi è riuscito grazie al PD, che hatradito le aspirazioni di vastisettori popolari, dopo averassicurato per anni che nonsarebbe mai andato al governocon la destra berlusconiana. Qual è il programma del governoreazionario Letta-Alfano,imposto dal capitale finanziario?Le premesse macroeconomichesono quelle della Banca CentraleEuropea.

Rispetto impegni e regole UEin materia di finanza pubblica(Fiscal compact, austerity, etc.).

Uscire dalla procedura didisavanzo eccessivo e perrecuperare margini di manovraall’interno dei vincoli europei.

Accelerare la riformadell’unione economica emonetaria UE, vantaggiosa per imonopoli capitalistici.

Riduzione spesa pubblica eriforma strutturale del welfare: lamascheratura è “un welfare piùuniversalistico e menocorporativo”. Da dove si

prenderanno questi fondi?Sempre dai lavoratori. Adesempio mandandoli in pensionecon rendimenti ridotti.

Estensione del precariato edell’apprendistato (lavorosottopagato) per sfruttare almassimo le giovani generazioni.

Altre decine di milioni di euroai padroni e alle banche, alleaziende capitaliste impegnate“nell’arena globale”,

Favorire la concentrazione e lacentralizzazione dei capitali,supportare i monopoli con fondistatali per la ricerca in alcunisettori chiave.

Assecondare le strategie dellegrandi imprese del settoreenergetico, creando un croceviasud-europeo del gas emeccanismi di formazione deiprezzi scaricati sui consumatori.

Rilancio dell’export e recupero“immagine” italiana nel mondo(Expo 2015).

Proseguimento delleliberalizzazioni e delleprivatizzazioni.

Stimolare la partecipazione deilavoratori all’azionariato delleimprese, cioèneocorporativismo.

Controriforme politico-istituzionali: rafforzare il potereesecutivo; superare ilbicameralismo paritario, persnellire il processo decisionaleed evitare ingorghi istituzionalicome quello post-elettorale,affidando ad una sola Camera ilcompito di conferire o revocarela fiducia al Governo; cambiarela forma di governo, adottando ilsemipresidenzialismo; cambiarela legge elettorale per assicurarela formazione di maggioranze

sufficientemente ampie e coese,in grado di garantire governistabili. In questo modo si prepara ilpassaggio alla Terza repubblicapresidenzialista e reazionaria.E’ un programma antipopolare inpiena continuità con ilberlusconismo e il montismo,che gode dell’appoggio di UE,USA, Confindustria, Vaticano.Al suo interno non c’è nulla adifesa del lavoro, per lo sviluppodell’occupazione, nessunamisura per far pagare laminoranza ricca. C’è invece l’“impegno per ilconsolidamento dell’ordineinternazionale”, ovvero lemissioni di guerra NATO e UEin Asia, Africa, Medioriente.... Il governo Letta-Alfano, divisoal suo internonato senza ampioconsenso popolare (l’altoastensionismo anche allecomunali ne è la riprova), puòessere spazzati via con la lottagenerale e unitaria, dunquepolitica, di tutti gli sfruttati e glioppressi che subiscono la crisi,con alla testa la classe operaia. Di fronte alla decomposizioneeconomica e politica del sistemaborghese è necessario avanzareun’alternativa di rottura con lostato di cose esistente, lottandoper un governo che sorga dallalotta delle masse e prendaprovvedimenti spietati contro ilcapitale finanziario. Ci vuole una soluzione politicarivoluzionaria. Perciò èindispensabile assicurare allelotte operaie e popolari unaguida forte e autorevole: quelladi un vero Partito comunista chenasca dall’unione del marxismo-leninismo con il movimentooperaio.

dal capitale, e di conseguenzadell’accentuazione degliantagonismi di classe fra ilproletariato e le masse popolarida un lato e la borghesiadall’altro.I fatti si sono incaricati diseppellire la tesi riformista esocialdemocratica dellaredistribuzione della ricchezza. Come spiegava Marx lanecessaria lotta quotidiana che ilproletariato conduce sul pianorivendicativo per la difesa dellesue fondamentali condizioni divita e di lavoro applica soltantodei palliativi, ma non cura la

malattia. Ecco perché gli sfruttatidevono scrivere sulla lorobandiera la parola d’ordinerivoluzionaria "soppressione delsistema del lavoro salariato",cioè rivoluzione proletaria,espropriazione dei capitalisti,demolizione del loro apparatostatale, costruzione delsocialismo. Solo così si potrà mettere fineall’arricchimento dei parassitiborghesi ed all’impoverimentodelle masse lavoratrici.Di qui la necessità vitale dicostruire il Partito comunista delproletariato d’Italia.

La situazione all’ILVA diTaranto sta arrivando ad unpunto cruciale. Dopo ilsequestro di 8,1 miliardi il Cdasi è dimesso. Riva e gli altri padronicontinuano con la loro politicadi ricatti per salvare i profitti.Le parole di allarme digoverno, istituzioni e verticisindacali collaborazionisti (chefino ad oggi hanno tutelato gliinteressi dell’azienda) sono unaburla, come le opere di bonificamai eseguite dell’azienda. La chiusura definitiva è alleporte e 40.000 lavoratoririschiano concretamente ilposto di lavoro.Solo la lotta operaia e popolaresempre più estesa eradicalizzata può impedire lachiusura dell’ILVA e un futurodi miseria e disoccupazione.Siamo con gli operai cherivendicano l’esproprioimmediato, il risanamentoambientale con i soldi deipadroni, salario e lavorogarantiti per tutti. E’ ora di far compiere un balzoin avanti alla mobilitazione edall’organizzazione di classe atutti gli operai ILVA,costruendo e rafforzandoorganismi come i Consigli e iComitati di lotta, restituendopotere decisionale alleassemblee ed utilizzando ogniforma di lotta necessaria,compresa l’occupazione degliimpianti. Unifichiamo le lotte operaie edegli strati popolari vittime delcapitalismo assassino!

All’Ilva è l’ora della verità

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Sulla manifestazione del 18 maggiogiugno 2013

Centomila operai metalmeccanicisono scesi in piazza a Roma sabato18 maggio con la Fiom. Una manifestazione che da un lato,quello operaio, ha continuato amandare segnali di disponibilitàalla lotta e di critica alla politica del“patto sociale” e dellaconcertazione, esprimendosidirettamente contro il governoLetta-Alfano-Napolitano. Ma dall’altro lato, quello dellaburocrazia sindacale, ha mostratotutti i limiti e gli errori dellastrategia e della tatticasocialdemocratica e riformista. Non è un caso che in soli tre anni laFiom sia passata da unamanifestazione di mezzo milione dioperai e lavoratori (quella del16.10.2010) a una “passeggiata” (ea una passerella di politicanti dellasinistra borghese) che ne contavacirca un quinto.Non è stata la crisi e la cassaintegrazione a fiaccare la piazza.Sono state le responsabilità deidirigenti socialdemocratici eriformisti della Fiom, colpevoli dinon essersi messi alla testa delmovimento di lotta al momentodella controriforma dell’art. 18, diaver scelto una linea politica arimorchio della Camusso, di aversostituito la via della lotta di classecon la fallimentare via giudiziale. Ciò ha prodotto arretramento,sfilacciamento, perdita dellacapacità di aggregare attorno a unsettore fondamentale del

proletariato gli altri settori sociali egiovanili vittime dell’offensivacapitalista. Landini ha affermato che lamanifestazione non era contro ilgoverno. Dal palco ha aggiunto che"noi siamo qui perché nonrinunciamo ad un'idea di fondo,quella di cambiare questo paese". Ma come si può cambiare la societàsenza individuare e denunciare inemici degli operai e gli attoripolitici del saccheggio sociale?Come si può pensare che Letta eAlfano cambino strada e sianodisposti a modificare l’essenza delloro programma antioperaio? O sivuole ancora spacciare l’illusionedel “dialogo sociale” mentre siliquidano le componenti classiste? Gli operai e gli altri sfruttati nonsono certo incoraggiati apartecipare a manifestazioni contronessuno, come se non ci fosseroresponsabili della politica diausterità e di guerra, dellosmantellamento dei diritti, deicontratti, del mantenimento deiprivilegi di una minoranza disfruttatori. E sono sempre piùrefrattari alle chiacchiere sulcambiamento delle politiche daparte di governi borghesi che vannospazzati via con la lotta di classe. E che dire della “incomprensione”del segretario Fiom riguardo lamancata adesione del Pd allamanifestazione? In realtà Landini e il gruppodirigente Fiom mentre si guardano

bene dal pubblicare le adesioni allamanifestazione dei comunisti(marxisti-leninisti), si lamentanodell’assenza del PD perché loconsiderano ancora un referentepolitico credibile e insostituibile pergli operai. In questo modorimuovono la sua funzione diappoggio al capitale e alle misureapprovate dai governi come quellodi Monti (vedi art. 18, pensioni,etc.) e infine la scelta di governareassieme al PdL di Berlusconi. La manifestazione ci ha mostratoche i capi socialdemocratici nonpossono offrire alcuna validarisposta all’offensiva del capitale. Da questo nodo deriva la debolezzapolitica del movimento operaio.La socialdemocrazia è unaideologia borghese. I capisocialdemocratici e riformisti,anche se provengono dalla casseoperaia (più spesso dall’aristocraziaoperaia), sono i rappresentantipolitici della borghesia, i suoi

agenti nel movimento operaio, isuoi attivisti sociali.Gli operai comunisti devonosempre aver ben chiaro ciò estabilire una precisa linea didemarcazione nei confronti deipartiti e dei capi socialdemocraticisulle questioni fondamentali dellarivoluzione proletaria, per liquidarel’ideologia socialdemocratica eriformista nel movimento operaio.Allo stesso tempo, i comunisti e glioperai avanzati devono lavorarenegli organismi di massa, come isindacati, per conquistare gli operaiche si trovano sotto l’influenza deisocialdemocratici e delle altrecorrenti borghesi, devono lottareassieme a tutti gli operai chevogliono opporsi ai disegni deicapitalisti, unirsi con loro in unaazione comune nella lottaquotidiana per difendere gliinteressi economici e politici dellaclasse operaia. Il fronte unico dilotta dal basso è la via da seguire!

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No al patto sociale! Questo è l’accordo dei padroni!Riceviamo e pubblichiamo ampistralciSotto l'egida del governo di largheintese, Cgil Cisl Uil e padronato siavviano a concludere un nuovopatto sociale su rappresentanza edemocrazia. Cgil Cisl e Uil si sono presentate altavolo con Confindustria - senzaalcun mandato dei lavoratori - conun documento unitario (quello del30 aprile) che è il prodotto di unaccordo esclusivamente tra vertici,raggiunto senza alcunatrasparenza, discussione né tantomeno partecipazione all'internodella nostra organizzazione. Quel documento si richiama intutto al precedente accordo unitariodel 28 giugno 2011, allorafortemente criticato da tutta laFiom - è bene ricordarlo! - perchèlegittimava, tra le altre cose, lederoghe ai contratti nazionali e la

limitazione del diritto di scioperoper le Rsu. Sul documento del 30aprile c'è ad oggi un giudiziopositivo anche della Fiom, perchèintrodurrebbe la "consultazionecertificata dei lavoratori" nelladefinizione di un contrattonazionale sottoscritto dallamaggioranza dei sindacati. Noitemiamo però che la"consultazione certificata" (non acaso non si usa la parola"referendum") non sia affattoindicata come obbligatoria masoltanto auspicata, come dire che ilavoratori possono esprimere illoro giudizio finale ma nonimpedire nuovi accordi separati....... In cambio di questo impianto -in cui il voto dei lavoratori rischiadi essere soltanto una vanapromessa - la Confindustria chiedeesplicitamente l'esigibilità deicontratti, cioè meccanismi che

vincolino il potere delle Rsu dicontrastare un accordopeggiorativo delle condizioni dilavoro, persino limitandone ildiritto di sciopero. Come Rsu Fiom della Piaggio diPontedera e della Same diTreviglio esprimiamo un giudiziofortemente critico nei confronti diquesta ipotesi, in primo luogo perla totale mancanza di trasparenzacon la quale la Cgil si è seduta altavolo, prima con Cisl e Uil, poicon Confindustria. ....Questo patto lo vogliono i padroni!Vogliono definire regole - comequelle che ha già ottenutoMarchionne con la complicità diFim e Uilm - per imporre le lorocontinue richieste dipeggioramento dei contratti e dellecondizioni salariali e di lavoro.Vogliono ottenere l'obbedienza e laresa anche delle organizzazioni e

delle Rsu che ancora non voglionopiegare la testa. Noi non ci stiamo.Pensiamo che la Fiom debba direno a questo patto, anche perchè, giàoggi, esso recepisce totalmentel'accordo del 28 giugno 2011, contutto ciò che questo comporta, inparticolare sulle deroghe. Per noi èancora attuale la scelta fatta tre annifa a Pomigliano e Mirafiori di noncedere al ricatto di Marchionne equesta linea non si pratica con ipatti tra sindacati e padroni.Invitiamo anche le altre Rsu aopporsi e i lavoratori e le lavoratricialla massima mobilitazione.Dichiariamo sin da subito che nonci sentiremo vincolati a rispettareun accordo con questi contenuti eche saremo impegnati acontrastarne l'approvazione el'applicazione. Rsu Fiom Piaggio (Pontedera) -Rsu Fiom Same (Treviglio)

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«Lo Stato rappresentativomoderno è lo strumento per losfruttamento del lavorosalariato da parte del capitale.[…] La più alta forma di Stato,la repubblica democratica, chenelle condizioni della nostrasocietà moderna, diventasempre più una necessitàinevitabile, è la forma di Statoin cui soltanto può esserecombattuta l'ultima lottadecisiva tra borghesia eproletariato.In essa la ricchezza esercita il

suo potere indirettamente, ma inmaniera tanto più sicura. Dauna parte nella forma dellacorruzione diretta deifunzionari, della qualel'America è il modello classico,dall'altra nella formadell'alleanza tra governo eBorsa, alleanza che tanto piùfacilmente si compie quantomaggiormente salgono i debitipubblici, e quanto più le societàper azioni concentrano nelleloro mani non solo i trasporti,ma anche la stessa produzione etrovano a loro volta il lorocentro nella Borsa.[…] Infine, la classe possidentedomina direttamente per mezzodel suffragio universale. Finché

la classe oppressa, ilproletariato, non sarà maturaper la propria emancipazione,sino ad allora, nella suamaggioranza, essa riconosceràl'ordinamento sociale esistentecome il solo possibile e, dalpunto di vista politico, sarà lacoda della classe capitalistica,la sua estrema ala sinistra. Ma,nella misura in cui essa maturaverso la propriaemancipazione, nella stessamisura essa si costituisce inpartito particolare ed elegge ipropri rappresentanti e nonquelli dei capitalisti. Il suffragiouniversale è dunque la misuradella maturità della classeoperaia. Di più non può népotrà mai essere nello Statoodierno, ma ciò è sufficiente. Ilgiorno in cui il termometro delsuffragio universale segneràper gli operai il punto diebollizione, essi sapranno, e losapranno anche i capitalisti,quel che dovranno fare » (F.ENGELS, L'origine dellafamiglia, della proprietà privatae dello Stato, 1891).Questa pagina, benché scrittapiù di centoventi anni or sono, èancora ricca di insegnamentiper il proletariato italiano di

oggi, oppresso e sfruttato daivari governi del capitale inalleanza con la Borsa e con igrandi potentati della finanzainternazionale.«L'ultima lotta decisiva» di cuiparla Engels è quella che siconclude col «rovesciamentoviolento della borghesia» daparte del proletariato(Manifesto del Partitocomunista). E, quando giungeràquel momento, gli operaisapranno «quel che dovrannofare».Da tempo stanno maturando lecondizioni oggettive per unaconquista rivoluzionaria delpotere politico da parte dellemasse proletarie. Ma mancatuttora quell'elementosoggettivo che solo puòassicurare la loro vittoria sullaborghesia. Sul piano economicoe rivendicativo i proletariitaliani lottano con crescentedecisione per la difesa delle lorofondamentali esigenze di vita,per il lavoro, contro ilicenziamenti e ladisoccupazione, contro lamiseria e l'oppressione sociale,e si mobilitano in ampiemanifestazioni di protesta. Ma,«dal punto di vista politico»,

molti sono ancora i proletari chenon sanno scrollarsi di dosso laloro subalternità al sistema deivari partiti della borghesia. Solodelle piccole minoranzerivoluzionarie, in seno alproletariato, si sono veramenteliberate dai miti del «modernoStato rappresentativo»borghese, con la sua falsademocrazia, la sua burocraziacorrotta, il suo anacronisticoparlamentarismo soggetto aldominio del denaro.Che fare, dunque, per superarequesta situazione e aprire lastrada a futuri sbocchirivoluzionari? C'è un primopasso, decisivo, da compierecon estrema urgenza: glielementi più avanzati ecoscienti del proletariatodebbono unirsi ai marxisti-leninisti per costruire insiemequel «partito particolare» dellaclasse operaia di cui parlavaEngels: il Partito comunista,che, lottando contro i vari partitiborghesi, liberali,socialdemocratici, populisti,fascisti, guidi gli operai e tuttigli sfruttati alla vittoria dellarivoluzione proletaria, perl'edificazione di un nuovo tipodi Stato, lo Stato operaio.

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Scrollarsi di dosso la subalternità ai partiti borghesi e riformisti

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Dal varo del governoreazionario Letta-Alfano-Napolitano i segnali di unasvolta autoritaria e repressivasono numerosi e inquietanti: • Cariche agli operai, aglistudenti, ai militanti sindacali epolitici per impedirel’espressione del dissenso inoccasione di manifestazionipubbliche.• Accuse di terrorismo per chimanifesta contro la TAV.• Accuse di tentato omicidio perl’incendio di un compressore(sic!).• Tentativo istituzionale dicensurare e silenziare le critichepolitiche. • Uso dei reati del Codicefascista Rocco per impedire lecritiche al Capo dello Stato.• Continui attacchi mediatici epolitici per creare allarmismosociale.

• Intimidazioni dei giornalistidemocratici.• Proposte di legge per renderepiù pesanti le pene per chioccupa case o terreni.• Condanne per imbrattamento achi affigge manifesti didenuncia politica.• Sgomberi violenti di centrisociali.• Razzismo e xenofobia a tuttocampo per indirizzare la rabbiae il il malcontento popolarecontro i migranti.• Arresti e perquisizioni contropresunti attivisti di Anonymousin coincidenza con gli allarmicontro l' "eccessiva libertà inRete” e le richieste di"controllo" e "leggi checolpiscano i reati".• Rilancio della campagnaanticomunista, in sintonia conquanto avviene negli altri paesidell’UE.

Questo clima repressivo è forseun sintomo di forza del governoLetta-Alfano.Napolitano e dellaclasse che lo sostiene?No, è il sintomo della debolezzadi un governo senza vasticonsensi popolari, diviso a suointerno, sorretto da partiticorrotti che vogliono rimanereeal potere nel nome della“coesione e della pacificazionenazionale”, per proseguire nellapolitica di austerità, di guerra edi difesa ad oltranza deiprivilegi di ricchi e padroni.E’ la gravità della crisieconomica ed il tentativo disalvare ad ogni costo gliinteressi delle classi proprietarieche obbliga la borghesia aentrare in conflitto diretto con ilmovimento operaio e popolare,a restringere le libertà e i dirittidella classe operaia (ad es. ildiritto di sciopero), ad impedire

la libertà di espressionepopolare su questionifondamentali (ad es.l’appartenenza all’UE e allaNATO, il Fiscal compact, etc.),ad andare avanti con lecontroriforme istituzionaliverso una “Terza repubblica”che veda rafforzato il dominiodel capitale finanziario. Di fronte a questa politicareazionaria, non bisognalasciarci intimidire, madifendere con le unghie e con identi le libertà democraticheconquistate dalla classe operaia,praticare la solidarietàproletaria e sviluppare le lotte dimassa per far cadere nellepiazze e nelle fabbriche questogoverno reazionario. E’ dentroqueste battaglie che va costruital’organizzazione politicaindipendente e rivoluzionariadel proletariato!

Opponiamoci alla criminalizzazione del dissenso e della protesta sociale

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5giugno 2013

Una proposta di lavoro per l’unità dei comunisti (marxisti-leninisti)Il convegno realizzato inoccasione del 60° anniversariodella morte del compagno Stalinè stato un piccolo, masignificativo esempio di come sipuò agire in controtendenza allaframmentazione e alladispersione del movimentocomunista, collaborando sullabase di giusti principi. Ciò ci spinge ad andare avantisu questa strada.La proposta che ora avanziamoper l’unità di azione deicomunisti muove da alcunepremesse.In primo luogo, riteniamo che lacrisi economica di lunga duratadel capitalismo, ladecomposizione del sistemapolitico e istituzionale, le gravidifficoltà politiche eorganizzative del riformismo edella socialdemocrazia, apronopossibilità e spazi di lavoroimportanti per i comunisti.In secondo luogo, vi sonopressanti ragioni storiche esociali, profonde cause, fra cuila stessa offensiva capitalista,che creano le basi dell’unità deicomunisti, facendone unanecessità tattica e strategica, piùche un’opzione fra le tante. Mentre le condizioni obiettivesono favorevoli allo sviluppodel nostro lavoro, nel nostropaese il fattore soggettivorimane molto debole, nonpermettendo così di accresceresignificativamente i legami conil movimento operaio,accumulare forze ed esperienzerivoluzionarie. Le ragioni sono numerose, fradi esse: la pesante eredità delrevisionismo, il permanere diconcezioni e pratiche erronee, laframmentazione, il localismo, ilsettarismo, etc. Bisogna dunque compiere deipassi per ridurre la forbice fracondizioni oggettive e fattoresoggettivo, avanzando versol’unità organica dei comunisti,verso un unico partitocomunista del proletariato. Chiaramente un partito di tipoleninista non si inventa, nonsorge in una notte. Si forgia all’interno di unprocesso determinato daglisviluppi della lotta di classe sulpiano nazionale einternazionale, man mano che sipongono all’ordine del giorno le

questioni fondamentali. Prendeforma nel dibattito e nel lavoroin comune fra i marxisti-leninisti e i migliori elementidel proletariato, attraverso unabattaglia sul terreno teorico,politico e organizzativo, in cuisi determinano spostamenti eaggregazioni, si affermanoconcezioni e praticherispondenti ai compiti strategicie tattici che il proletariato deveaffrontare nella situazioneconcreta.Secondo la nostra opinione, perprocedere su questa strada èoggi possibile e necessario darvita a un “Comitato di UnitàMarxista-Leninista” compostodai rappresentanti dei partiti,organizzazioni, gruppi,associazioni, redazioni, etc. chene vorranno far parte.

Esso dovrà basarsi su alcuniprincipi fondamentali, cheabbiamo definito nell’appello enell’introduzione comune delConvegno, a cui rimandiamo. Stabiliti questi punti dipartenza, a cosa dovrebbeservire l’organismo di lavoropolitico che proponiamo? A nostro avviso, in una primafase: a) a creare un quadro stabile diconsultazione, scambio diesperienze e di informazioni; b) a realizzare l’unità di azionedei comunisti nella classeoperaia e nelle masse popolari,dando vita a iniziative einterventi unitari all’internodelle lotte politiche, sindacali esociali, nelle ricorrenze delmovimento comunista edoperaio, a livello nazionale elocale, sulla base di analisi eproposte condivise. I compiti dell’organismo che

proponiamo si basano sullecondizioni oggettive oggiesistenti e rispondono a unanecessità: l’unificazione e lariorganizzazione dei comunistisi concretizzano nel vivo delloscontro di classe, nellamobilitazione della classeoperaia e delle masse popolari,legando i nostri scopi strategicialle lotte quotidiane. Allo stesso tempo questoorganismo di lavoro avrà ilcompito di esprimerecoscientemente la necessitàdell’unità e dell’organizzazionenella lotta del proletariato per laconquista del potere politico ela costruzione del socialismo. Ciò significa che la nostra unitàviene a costituirsi su una precisabase di classe. Il Comitato che prospettiamodovrà esplicitamente misurarsicon la necessità dell’unione deicomunisti in un unico e fortePartito comunista su salde basimarxiste-leniniste. Perciò nello sviluppo della suaattività andranno chiarite eprecisate le premesseideologiche, organizzative eprogrammatiche del futuropartito, spingendo alla rotturaideologica, politica eorganizzativa con i partiti e igruppi revisionisti eopportunisti, favorendol’aggregazione delle realtàcomuniste e degli elementi

avanzati della classe operaia percostruirlo. La nostra proposta è aperta aldibattito e all’aggregazione dipiù forze, allo sviluppo di unvero e proprio movimentomarxista-leninista organizzato,a condizione che le realtà chevogliono aderire non abbianonel loro programma posizionicontrarie o divergenti dalla baseideologica che ci siamo dati enon pratichino una politica incontrasto con i nostri principi.In che modo si potrannoassumere decisioni? Con lacollegialità, la discussionerispettosa delle diverseposizioni, cercando diraggiungere l’unanimità e soloin ultima analisi applicando ilprincipio guida dellamaggioranza e della minoranza. In questa fase riteniamo che chinon si troverà d’accordo sutalune decisioni avrà il diritto dinon applicarle, poiché ilComitato non èun’organizzazione politicaunica. In altre parole, i partiti ei gruppi aderenti sino alraggiungimento dell’unitàorganica continueranno amantenere la propriaindipendenza e autonomia,vincolandosi unicamente alleiniziative e alle azioni unitarieassunte.Chiamiamo le realtà marxiste-leniniste ad esprimersi!

:: non versare una quota delleimposte ai padroni, allo Stato o al Vaticano.Sostieni la stampa comunista!Sul Cud, 730 e modello unico firma nelriquadro “Sostegno del volontariato e delleorganizzazioni non lucrative di utilità sociale” e scrivi il codice fiscale 976 637 805 89di Scintilla Onlus

Atti del Convegno “ConStalin per il Socialismo!Sul nostro sito sonodisponibili gli “Atti delConvegno” con tutte lerelazioni, gli interventi e isaluti. Scaricateli e studiateli!Invitiamo i nostri lettori arichiederci un cd che oltreagli “Atti” contiene discorsi eopere di Stalin, poster, foto,cori e inni dell’UnioneSovietica, etc. (prezzo 5 europiù spese di spedizione).

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Il piano inclinato del capitalismo italiano

giugno 2013

La crisi di sovraccumulazionedel capitalismo non è risolta. Sel’area dell’euro è attualmentel’area imperialista con il minortasso di crescita economica,l’Italia è il paese imperialistadell’eurozona con la crisi piùgrave e acuta.Sei anni di crisi hanno messo anudo le tare strutturali e ladebolezza economica efinanziaria dei gruppimonopolisti italiani e dellepiccole imprese. Prosegue perciò senza soste ildeclino italiano, che vedepeggiorare le sue difficoltà eperde posizioni rispetto tutti iconcorrenti. Infatti, nella classifica perproduzione manifatturieral'Italia con una quota che scendedal 4,5 al 3,3% dal 2007 al2011, passa dalla quintaall'ottava posizione (in soli treanni), superata da India, Brasilee Corea del Sud.Mentre procede la perdita diposizioni del capitalismoitaliano, procede lo shoppingstraniero in settori strategici(trasporti, telecomunicazioni,energia, acciaio e metallurgia dipunta), e in particolari fasce dimercato (grande distribuzione,distribuzione gas e petrolio,t u r i s t i c o - a l b e r g h i e r o ,acquisizione marchi), anchegrazie alla debolezza finanziariadei padroni italiani.Dallo scoppio della crisi ad oggiil PIL italiano è calato circadell’8,5%. Il secondo trimestre2013 è l’ottavo trimestreconsecutivo (due anni) nelquale il Pil italiano è in calo.Una contrazione cosìprolungata nel tempo non si eramai verificata prima. Duerecessioni a distanza di due – treanni sono un fenomenoabbastanza raro. Neldopoguerra in Italia non si eramai registrato.Da osservare che al 1996 adoggi il PIL ha superato il 2%solo in due anni (nel 2000 e nel2006). Tra il 2001 e il 2013 iltasso di sviluppo è stato ottovolte inferiore all’1% e non hamai superato il 2%. La produzione industrialerimane bassa e in discesa (circa

a metà del ciclodiscendente del 2009,70 punti sotto illivello precrisi); amarzo 2013 è scesadel 5,2 % rispetto ilmarzo 2012. Glii n v e s t i m e n t id i m i n u i s c o n orapidamente. Di fatto l’economiaitaliana è ferma dapiù di quindici anni eNon si vede alcunsegnale di ripresa a brevetermine. La produttività è bassa estagnante, sempre più lontanadagli altri paesi imperialisti piùforti, perché i capitalisti dadecenni non investono sulcapitale fisso, su ricerca esviluppo (la spesa in R&S delleimprese italiane è, in rapporto alPIL, più bassa del 50% rispettoalla media europea), noninnovano l’apparto industriale etecnologico (ma evadonomassicciamente fisco econtributi), perché il sistemascolastico e universitariopubblico è aldisastro.

Emergono enormi difficoltà difinanziamento per le impresepiccole e medie.La borghesia si rende conto chenon può più raggiungereFrancia e Germania, che ledistanze non possono esserenemmeno ridotte e sceglie diconcorrere con le potenzeemergenti che la stannosuperando. Vuole renderel’Italia un paese dove altriimperialismi possonodelocalizzare a basso costo esenza rischi (vedi dichiarazioniMonti in Asia). Punta a unmodello basato sull’export,senza sviluppo della domandainterna. L’adesione all’euroblocca la svalutazionecompetitiva, quindi: ribassisalariali e liquidazione di diritti.Vediamo i dati occupazionali.Su una popolazione di circa60,5 milioni di residenti, sonooccupati 22,9 milioni dilavoratori. Tasso di occupazione: su 100persone fra i 15 e 64 anni hannoun’occupazione solo 56. Persi

2,6 punti dal 2008. Dal 2008 al 2012 ben 1,3milioni di disoccupati in più.Il tasso di disoccupazione nellafascia di età 15-24 anni è circaal 40%, il livello più altoregistrato dal 1992. Attualmente vi sono circaseicentomila lavoratori in cassaintegrazione a zero ore. Hannoperso in media 2.600 euro atesta. Molti, circa un terzo, nonrientreranno più in fabbrica.9 milioni di proletari sono indifficoltà, fra disoccupati,cassaintegrati, precari etc. Il70% in più rispetto il livellopre-crisiLa bassa occupazione italiana, ibassi salari, le misure diausterità, hanno fatto sì che conla recessione e l’aumento delladisoccupazione la miseriacresce rapidamente.Le statistiche dicono chel’11,1% delle famiglie èrelativamente povero (8,1milioni di persone) e il 5,2% loè in termini assoluti (3,4milioni). Al sud una famiglia suquattro è povera. Per costoro c’èsolo la prospettiva della miseria.Nove milioni di persone sonocostretti a rinunciare ai servizisanitari. Il 40% delle famiglienon ce la fa ad arrivare alla finedel mese.Dalla metà del 2011 i consumihanno segnatocomplessivamente un calo dioltre il 5 per cento, quasi ildoppio di quanto registrato nelcorso della recessione delbiennio 2008-09.Nel solo primo trimestre 2013sono calati del 4,2% su baseannua. Sono tornati ai livelli di13 anni fa.Se alla debolezza delladomanda delle famiglie

aggiungiamo la riduzione dellaspesa pubblica (il Fiscalcompact pesa!) è evidente chenon vi può essere ripresaeconomica in queste condizioni.E’ possibile che entro l’anno ilgoverno avrà difficoltà perpagare stipendi, pensioni, cassaintegrazione. Senza ripresa ildebito crescerà ancora e ilrischio di bancarotta diverràreale, nonostante ledichiarazioni tranquillizzanti Su queste basi procede ladecomposizione delleistituzioni e dei partiti borghesi,in crisi di egemonia e diconsenso. All’instabilitàeconomica si accompagnaquella politica, avanza la crisidella democrazia borghese, cheviene gradualmente liquidata. L’Italia non può crescere, dareoccupazione, svilupporimanendo nel capitalismo.La classe dominante,parassitaria e disomogenea, cheè la responsabile del declino,del degrado e del marasmaitaliano, può solo peggiorare lasituazione. Per uscire dal tunnelc’è una sola soluzione: larivoluzione socialista.

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

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Dallo scoppio della crisi ad oggi il PIL italianoè calato circa dell’8,5%. E non si vede nessun segno di ripresa abreve termine.

L’Italia è un paese imperialista

debole e in rapido declino

C’è unasola via diuscita: ilsocialismo!

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giugno 2013

E’ in aumento all’interno dellaUE la repressione contro imovimenti sociali e politici chesi oppongono alle misure dellaTroika, contro le organizzazionicomuniste e di sinistra, contro leorganizzazioni che guidano iprocessi di autodeterminazionedei popoli e delle nazionalità. La gravità della crisi economicaobbliga la borghesia imperialistaa entrare in conflitto diretto conil movimento operaio, sindacalee popolare.Si restringono le libertà e i dirittidella classe operaia, si attacca ildiritto di sciopero e dimanifestazione, i parlamentivengono esautorati delle loroprerogative, le Costituzioniborghesi apertamente violate. Si impedisce la libertà diespressione popolare suquestioni fondamentali, comel’appartenenza all’UE e glieurotrattati. Parallelamente prosegue lacampagna anticomunista. Due anni fa i ministri degliesteri della Bulgaria, Lettonia,Lituania, Ungheria, Romania eRepubblica Ceca hanno chiestoall'Unione europea di istigarealla persecuzione legale coloroche all'interno dell'Unioneeuropea non riconoscono ipresunti crimini del comunismo.Poi la presidenza polaccadell’UE ha organizzato a

Varsavia la prima conferenza perla “celebrazione” del 23 agostoche l’UE ha proclamato come“giorno per il ricordo dellevittime dei regimi totalitari”equiparando il fascismo alcomunismo.In Polonia dal 2009, inUngheria, in Moldavia dal 2012sono vietati i simboli comunisti.Nella Repubblica Ceca vi sonotentativi di mettere fuorileggeorganizzazioni comuniste.Nell’Ungheria ultrareazionariasono vietate denominazionilegate al socialismo e alcomunismo. Il P.C.L.U. è statocostretto a cambiare nome esono stati arrestati compagni cheportavano la spilla con la stellarossa il 1° maggio.Proseguono dappertutto lemistificazioni e le denigrazioni,il tentativo di equipararesocialismo e nazismo. L’UE sta creando i presupposti ele condizioni politiche perché igoverni borghesi scateninodivieti, persecuzioni e misurerepressive per colpirel’ideologia comunista, i partitiche conservano il loro carattererivoluzionario, il movimentooperaio e popolare organizzato,come già accade in alcuni statimembri dell’UE.La messa al bando dei simbolicomunisti in alcuni paesi UEmostra che governi e apparati

statali temono una nuovaoffensiva da parte delmovimento comunista e operaio.L'anti-comunismo va di paripasso con gli attacchi ailavoratori chiamati a pagare leconseguenze della crisi delcapitalismo, che stannosperimentando sulla loro pellel'abolizione dei loro dirittilavorativi e politici, l'aumentodella disoccupazione e dei senzacasa, la privatizzazione delleimprese di proprietà dello Stato,del sistema educativo esanitario, ecc.Gli imperialisti cercano dicancellare le conquiste delsocialismo dalla coscienza deipopoli europei in generale,mentre proteggono e finanzianole organizzazioni fasciste.La socialdemocrazia in questosenso svolge una funzioneessenziale di supporto socialedel capitalismo e delle suepolitiche aggressive e di guerra.La UE è un’arma dei monopoli edegli stati borghesi per sfruttare ilavoratori e i popoli europei, perl’espansione economica epolitica, per ampliare le lorosfere di influenza, e competerecon i loro rivali. Allo stesso tempo l’UE, assiemealla NATO, è un’arma perprevenire e reprimere larivoluzione in Europa. Bisogna uscirne subito!

Il governo Obama ha deciso iltrasferimento di altri 500marines nella base USA diSigonella in Sicilia.L'imperialismo nordamericano,per la difesa dei suoi interessieconomici e strategici in Africa enel Medio Oriente, vuol tenere

sotto controllo, anche dal puntodi vista militare, la sponda suddel Mediterraneo, e si serve perquesto delle basi che ha sulnostro territorio.Si preparano nuovi interventi inLibia, in Siria e altrove per“completare il lavoro iniziato”. Allo stesso tempo avanza lamilitarizzazione del territorio inSicilia, isola sempre piùutilizzata come una gigantescaportaerei, base radar, etc.nonostante le forti proteste dellapopolazione. La decisione del trasferimentodei 500 marines dalla basespagnola di Moron a quellasiciliana ha dimostrato, ancorauna volta, la totale subalternità

dell'imperialismo italianorispetto a quello statunitense, maanche la scarsa o nullaconsiderazione in cui è tenuto ilgoverno Letta-Alfano-Napolitano da parte dei suoi"alleati" americani (sarebbemeglio chiamarli “padroni”).Infatti, il trasferimento deimilitari era stato comunicatoall'Italia a livello tecnico, ma ilMinistro della Difesa MarioMauro e il Ministro degli EsteriEmma Bonino non sapevano cheil portavoce del Pentagonoavrebbe reso pubblica la notiziasenza neanche consultarli.Naturalmente, anche ilparlamento italiano è statotenuto, fino ad oggi, all'oscuro di

tutta la faccenda. Che vergogna!Chiusura di tutte le basi USA eNATO in Italia! Fuori l'Italiadalla NATO, braccio armatodell’imperialismo, e da ogni altraalleanza bellicista.

UE antioperaia e anticomunista

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Via i marines e le basi USA dal nostro paese! Fuori dalla NATO!

Il Comitato di Coordinamentodella Conferenza Internazionaledi Partiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti trasmette aAnnahj Addimocrati (ViaDemocratica) del Maroccosentite condoglianze per lascomparsa del compagnoChbari Abdelmoumem. Il compagno Chbari è stato unmilitante comunista esemplarefina dalla sua gioventù, semprein prima fila nella lotta per lademocrazia e la giustizia socialein Marocco. In quanto responsabile dellerelazioni internazionali diAnnahj Addimocrati, halavorato sempre perl'internazionalismo e l'amiciziatra i popoli e le organizzazionirivoluzionarie dell'Africa e delmondo. Conserveremo sempreun ricordo fraterno e di lotta conlui. Onore e gloria al compagnoChbari! Avanti nell’internazionalismoproletario e nella solidarietà tra ipopoli e le loro organizzazionirivoluzionarie! Comitato di Coordinamentodella CIPOML 24 maggio 2013

Onore e gloria alcompagno Chbari

Basi USAe NATO

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Noi, le organizzazioni chehanno convocato questoincontro, consideriamo che lasituazione richiede l'unità dellasinistra di fronte al blocco dipotere. Ed abbiamo scelto ilmotto "di fronte alla crisi, unitàdi classe", perché ci rendiamoconto che le organizzazioni disinistra, i suoi dirigenti emilitanti hanno il dovere diassumere davanti alla classe laresponsabilità di avanzare inun'uscita alla crisi che puòottenersi solo se ci poniamocome obiettivo il superamentodi un quadro politico ristretto econtrollato da un'infimaminoranza di banchieri, grandiimpresari e speculatori. Negli ultimi mesi un fiume dimobilitazioni ha inondato diragioni democratiche le nostrestrade e le nostre piazze. IlGoverno dei tagli si è screditatodavanti ai cittadini che cercanoun'uscita alla situazioneangosciosa che vivono milionidi famiglie; un'uscita che solopuò venire dalla rottura con unordine di cose che non può, e

non deve, prolungarsi ancora. Non è possibile nessun accordo,nessun consenso con chic'impone la sofferenza, con chisi rifiuta di placare gli effettidelle sue politiche, con chi sirifiuta di ascoltare unamaggioranza sociale che è ilfrutto della storia. Nonpossiamo sostenere nessunaccordo che non sia quello dellanostra classe, quello dei nostriinteressi, quello del nostrofuturo. Siamo anche consapevoli chenon possiamo ripetere allastesso modo esperienzestoriche, per positive che sianostate, perché le circostanzecambiano; abbiamo davanti lasfida di accumulare forze, diaggregare tutti i settori chesoffrono la crisi, tutti coloro chesi mobilitano contro le politichedi austerità, tutti coloro chevogliono superare questosistema oppressore. Perciò, esempi come quello di“Alternativa Galega diSinistra”, che ha saputo unire levolontà della sinistra spagnola

con quella nazionalista,c'incoraggiano a proseguire nelcompito. Si tenta di compiereun passo avanti nel cammino. Anche nell'ambitointernazionale a noi più vicinosorgono iniziative promettenti:in Francia il Front di Gauche, inGrecia Syriza ed in Tunisia ilFronte Popolare, sono altrettantiesempi di come è possibile chela sinistra s’intenda e condividagli obiettivi fondamentali dilotta di fronte al neoliberismorampante, all'imperialismo, alladestra reazionaria ed alfascismo. Questo evento non è un punto diarrivo; al contrario, è l'inizio diuna strada che dobbiamopercorrere assieme alle forze ealle persone che sono disposteal compito di piegare il sistema.Conquistare l'unità presupponeche tutte le organizzazionipronte ad affrontare la sfidafacciano concessioni secondarieper condividere l'obiettivofondamentale di costruireun'alternativa che possaorganizzare la risposta delleclassi lavoratrici di fronteall'ondata di attacchi di unaminoranza che minaccia ilnostro futuro e quello dei nostrifigli, che elimina le conquistecostate tanti sacrifici allegenerazioni che ci hannopreceduto. Siamo la maggioranza, siamoquelli che scendono in piazzaper rifiutare i piani di questogoverno illegittimo; siamo

quelli che nei sindacati, neiposti di lavoro, nelle universitàe nelle scuole, nelle mareecittadine, carichi di speranza,gridano: insieme possiamo! Il programma, le misureconcrete che possono tirarcifuori dal fosso di una crisi chenon abbiamo provocato noi,sono condivisi. Non rimane cheraggrupparci, confluireorganizzativamente inun'alternativa unitaria, in unblocco politico, sociale epopolare che serva ad avanzareverso il futuro. Adesso viene il difficile:aggregare e continuare adaggregare, confluire,convergere in bloccoalternativo, organizzare larisposta per sconfiggere ilsistema. Faremo altre dimostrazioni eincontri per affrontare iprossimi passi e vi invitiamo apartecipare in questa impresaemozionante. Insieme possiamo!!! Per l'unità, per laRepubblica!!! Avanti nella lotta del PopoloLavoratore!!!

Partito Comunista diSpagna, Republicanos,Giunta StataleRepubblicana (JER),Partito Comunista diSpagna (marxista-leninista)

Madrid, 18 maggio 2013

8 giugno 2013

Spagna: “Appello per l’unità di fronte alla crisi”

Ecuador: Solidarietà con Mery Zamora

In Ecuador la prof. MeryZamora, già presidentessadella “Unión Nacional deEducadores” e attuale vice-presidente del “MovimientoPopular Democratico” (MPD),è stata dichiarata colpevole deldelitto di “sabotaggio eterrorismo”.La sentenza contro MeryZamora è il culmine di unacampagna sistematica divessazioni e persecuzioniorchestrata dal governo delsocialdemocratico Correacontro la sinistrarivoluzionaria. Questo processo era stato

archiviato per mancanza diprove, ma a seguito di unarichiesta presidenziale è statoriaperto ed ora, sempre senzaprove, è stata condannata lacompagna Mery Zamora. La sentenza è espressionedell’odio politico contro idirigenti popolari, e riflette ladiscriminazione contro lecoraggiose donne che levano laloro voce contro gli abusi delregime correista, autoritario eprepotente, che non si pieganoagli interessi dominanti elottano per un futuro diverso emigliore. Come nel caso di MarceloRivera e dei 10 di Luluncoto,manifestiamo la nostra totalesolidarietà e il nostro appoggioa Mery Zamora e a tutti imilitanti popolari e indigeni, airivoluzionari, ai comunistiprigionieri in Ecuador. Esigiamo perciò il loroproscioglimento e la lorolibertà immediata. Gridiamolo ancora una volta:“Non sono terroristi malottatori popolari!”.

Messico: Libertàper ManuelRamirez Jiménezarrestato nellamarcia del 1°Maggio a Oaxaca