Scintilla 55 gen 15

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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla La Conferenza nazionale recentemente tenuta dalla nostra Organizzazione, dopo una larga discussione preparatoria, ha riaffermato la nostra unità ideologica e organizzativa, evidenziato lo sviluppo dell’attività politica sulla base dei principi marxisti-leninisti, e preso importanti decisioni riguardo tre questioni: le nostre prospettive e responsabilità nel lavoro di massa, la questione dell’unità dei comunisti e la soluzione di questioni organizzative in relazione ai compiti politici. Dalla nostra fondazione (febbraio 2008) ad oggi sono intervenuti notevoli sviluppi della situazione nazionale e internazionale. In questi anni di crisi capitalistica abbiamo offerto un contributo costante alla riorganizzazione politica del proletariato e alla preparazione del movimento comunista italiano. Ci siamo formati attraverso importanti esperienze e siamo cresciuti teoricamente e politicamente, così come in influenza, rispetto e autorevolezza, che oggi ci vengono riconosciuti da molti operai e lavoratori avanzati. Con l’adesione alla CIPOML ci siamo chiaramente posizionati sul terreno dell’internazionalismo proletario, nella sua espressione più elevata. Ora è giunto il momento di assumerci con coraggio e con piena coscienza le nostre responsabilità politiche di fronte all’intero movimento operaio e comunista. Fra le decisioni prese c’è quella, ormai matura, di aggiungere al nome della nostra organizzazione le parole “per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia”, per esprimere in modo estremamente chiaro qual è la nostra finalità, lo scopo della nostra esistenza e attività politica. Inoltre, è stato approvato un piano di lavoro da realizzarsi in ogni istanza. Con la sua politica il governo Renzi garantisce ai capitalisti l’aumento dello sfruttamento e della oppressione della classe operaia Rafforziamo e uniamo la mobilitazione contro il governo dei padroni per un governo operaio segue a pag. 2 Gennaio 2015 Numero 55 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

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Organo di Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Scintilla

La Conferenza nazionalerecentemente tenuta dalla nostraOrganizzazione, dopo una largadiscussione preparatoria, hariaffermato la nostra unitàideologica e organizzativa,evidenziato lo sviluppo dell’attivitàpolitica sulla base dei principimarxisti-leninisti, e presoimportanti decisioni riguardo trequestioni: le nostre prospettive eresponsabilità nel lavoro di massa,la questione dell’unità deicomunisti e la soluzione diquestioni organizzative in relazioneai compiti politici.Dalla nostra fondazione (febbraio2008) ad oggi sono intervenutinotevoli sviluppi della situazionenazionale e internazionale. In questianni di crisi capitalistica abbiamoofferto un contributo costante allariorganizzazione politica delproletariato e alla preparazione delmovimento comunista italiano. Cisiamo formati attraverso importantiesperienze e siamo cresciutiteoricamente e politicamente, cosìcome in influenza, rispetto eautorevolezza, che oggi ci vengonoriconosciuti da molti operai elavoratori avanzati. Con l’adesionealla CIPOML ci siamo chiaramenteposizionati sul terrenodell’internazionalismo proletario,nella sua espressione più elevata.Ora è giunto il momento diassumerci con coraggio e con pienacoscienza le nostre responsabilitàpolitiche di fronte all’interomovimento operaio e comunista.Fra le decisioni prese c’è quella,ormai matura, di aggiungere alnome della nostra organizzazione leparole “per il Partito Comunista delProletariato d’Italia”, per esprimerein modo estremamente chiaro qualè la nostra finalità, lo scopo dellanostra esistenza e attività politica. Inoltre, è stato approvato un pianodi lavoro da realizzarsi in ogniistanza.

Con la sua politicail governo Renzi garantisce ai capitalistil’aumento dello sfruttamento e dellaoppressione dellaclasse operaia

Rafforziamo e uniamola mobilitazione controil governo dei padroni per un governo operaio

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Gennaio 2015 Numero 55 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

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Dal nostro “Messaggioaugurale per l’anno 2015”.

(...) L’Italia nel regimecapitalista è un paesestoricamente morto, senzafuturo, dominato da forze chehanno cessato di assolvere lapropria funzione storica e nonsono più in grado di faravanzare la società, mentre lemasse lavoratrici, i giovani, nonpossono andare avanti, nonpossono vedere soddisfatte leloro esigenze vitali se le cosenon cambieranno radicalmente. Quale forza potrà far uscire ilnostro paese da questadrammatica situazione? Inutile guardare alle classisuperiori, ai loro governi, ailoro partiti: sono le responsabilidel disastro, capaci solo discaricarne il peso sulle masse,con l’inganno e la violenza. Lasituazione del nostro paesedimostra il loro fallimento, laloro nullità. Nessuna speranza può essereriposta nelle classi medie. Illoro disfacimento costituisceun’espressione tipica dellaattuale crisi capitalistica. Essenon hanno alcun interesse per legrandi questioni da risolvere. Siaccontentano del miserevolestato di cose esistente e persalvaguardare i loro meschiniinteressi e rendite sono pronte apassare dall’indifferentismoall’abbraccio con la reazione. Permettere a queste classisfruttatrici e privilegiate, aqueste classi incapaci e corrotteche non credono più né alla loro

funzione né ai loro capi, dicontinuare a dirigere il paese,credere alle loro vane parole,trascinarci alla loro coda,lasciarle fare disinteressandocidella vita politica, significaandare alla completa rovinaeconomica, sociale e morale,alla perdita dello scarsobenessere conquistatofaticosamente dai lavoratori. Il grido di riscossa può partiresoltanto dal proletariato – laclasse più rivoluzionaria dellasocietà, la sola capace dirisolvere i problemi creati dalcapitalismo, la sola che hafiducia nel futuro e un’indubbiasuperiorità morale, la classe chesi batte con maggiore energia.Perciò dev’essere la classedirigente nella lotta di tutte levittime, di tutti gli oppressi e gliscontenti del capitalismo per ilcompleto rivolgimento dellasocietà. Questa classe con la sua prassirivoluzionaria può e devetornare protagonista, elevarsi aclasse nazionale conquistando ildominio politico, per farla finitacol sistema attuale, tirar fuori ilpaese dal fossato in cui si trova,trasformarlo e rinnovarloprofondamente. Realizzando ilmassimo del possibile in Italiaoffrirà allo stesso tempo unimportante contributo perrisvegliare e avvicinare larivoluzione negli altri paesi.Non vi è altro modo di usciredalla crisi al di fuori dellarivoluzione sociale e delladittatura del proletariato. Ilriformismo ha fallito, si è

trasformato in un nemico deilavoratori e nella ciambella disalvataggio del capitalismo. Ilpopulismo e il fascismo sonoriserve della classe dominante. Nella drammatica situazioneattuale, i comunisti (marxisti-leninisti) proclamanol’affermazione di un Governooperaio basato sugli organismirappresentativi che le masse giàoggi hanno la tendenza acostituire, di una Repubblicapopolare basata sui Consigli difabbrica e di quartiere, iComitati e le Assembleepopolari. Nuove istituzioni chesorgeranno sulle rovine delleattuali, forgiate dal movimentorivoluzionario che mira adabolire la proprietà privataborghese, a socializzare i mezzidi produzione e di scambio, acostruire un’economia senzapiù sfruttamento, ad affermarela democrazia e la sovranitàpopolare, per instaurare unnuovo ordinamento sociale,volto al crescente benesseremateriale e culturale delle

masse lavoratrici, alla lorolibertà e felicità. Rendere il proletariatolucidamente consapevole deipropri interessi e della propriafunzione storico-universale,spingerlo alla direttapartecipazione nella vitapolitica, unire le sue forze eorganizzarlo nella lotta per ilpotere politico, dotarlo di unprogramma che prepari ildomani, farlo diventare ildirigente politico delle masselavoratrici della città e dellacampagna: ecco il compito e laresponsabilità degli autenticicomunisti. Per concretizzarli èindispensabile che essi siuniscano assieme agli elementimigliori, più combattivi, dellaclasse proletaria, per formare unforte e combattivo PartitoComunista, che abbia comebussola il marxismo-leninismoe pratichi l’internazionalismoproletario.

NB: il testo integrale èdisponibile sul nostro sito web.

L’Italia di oggi e quella di domani2 Gennaio 2015

Gli ultimi discorsi di “re”Giorgio Napolitano sono staticaratterizzati da un pateticosforzo di infondere fiducia a unpopolo violentato dalla crisicapitalistica, dall’austerità, dallacorruzione, e da un’ulteriorespinta all’involuzione autoritariadella democrazia borghese. Nel discorso del 16 dicembre haavallato completamente l'operatodel governo padronale di Renzi,chiedendo perentoriamente aisindacati di «rispettare leprerogative di decisione delGoverno». Ha anche ammonito«quanti vogliano mantenere e farregistrare dissensi su questariforma a non farlo conspregiudicate tatticheemendative». Inoltre, haaggiunto: «Non possiamo essere

ancora...il Paese attraversato dadiscussioni che chiamereiipotetiche: se, quando e come sipossa o si voglia puntare suelezioni anticipate.....o se soffinoventi di scissione in questa oquella formazione politica».Finora non era mai accaduto cheun Capo dello Stato si arrogasse ildiritto di interferire nella vita deipartiti politici, per sventarepossibili scissioni in questo oquel partito. Così come èintollerabile che venga contestatoil diritto dei membri delParlamento di presentare tutti gliemendamenti che vogliono aiprogetti di controriformaistituzionali, economici e sociali. I discorsi di Napolitano sonosintomi della crescentetrasformazione reazionaria dello

Stato borghese italiano, in cui siesprime il dominio del capitalemonopolistico. Un processo che avanza conl’osceno patto Renzi-Berlusconie che continuerà con il prossimo“Presidente di garanzia”dell’oligarchia finanziaria, chesarà chiamato a completare lecontroriforme antipopolari. E' necessario che leorganizzazioni comuniste delnostro paese diano vitaunitariamente a una campagna dimobilitazione politica. Non soloper denunciare questi progetti,ma per far crescere nella classeoperaia la consapevolezza dellanecessità di liberarsi dalle marceistituzioni borghesi e di battersiper una rivoluzione proletaria checrei nuovi organi del potere.

Uno Stato sempre più reazionarioTra gli aspetti di questo lavorodaremo la massima importanzaal processo di raggruppamento,selezione e accumulazione diforze rivoluzionarie per ilPartito, specialmente deglielementi migliori delproletariato. Tale sviluppo quantitativo faràsi che in un determinatomomento si produrrà il saltodialettico e si passerà un nuovostadio organizzativo, peraffrontare in miglioricondizioni la lottarivoluzionaria per il socialismo.Compagni, operai, aderite allanostra Organizzazione m-l!Avanti per il Partito Comunistadel Proletariato d’Italia!

segue dalla prima pagina

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3Gennaio 2015

La risposta della classe operaiae delle masse popolariall’offensiva dell’oligarchiafinanziaria e del governo Renzinegli ultimi mesi si è fatta piùconsistente e continua. Ha assunto diverse forme, chedimostrano come il baricentrodello scontro politico e socialesia sempre più fuori dalParlamento e dagli altri teatrinidella politica, sempre più dentrole piazze, le fabbriche, gli altriluoghi di lavoro, di studio, etc.Il corso della mobilitazione havisto momenti alti di lotta. Ladura vertenza degli operai ASTdi Terni contro i licenziamenti,la grande manifestazione del 25ottobre, gli scioperi deimetalmeccanici, la battaglia deilavoratori della logistica, lo“sciopero sociale” del 14novembre, l’indomabileribellione della Valsusa, le millealtre manifestazioni di protesta,testimoniano il livello crescentedi ripresa della mobilitazione,che procede a ondate. Le rivendicazioni espresse, purnon assumendo la caratteristicadi una vera e propria piattaformadi classe, hanno raccoltoesigenze importanti della classeoperaia e di settori vittimedell’offensiva capitalista. E’ darimarcare il fatto che anche le

rivendicazioni di carattereimmediato, nella situazioneattuale di profonda crisicapitalistica, assumono uncarattere politico, e possonoessere fattore di mobilitazione divaste masse. Sotto la crescente pressionedella base, da un lato, edell’arroganza renziana,dall’altro, i vertici di CGIL eUIL sono stati costretti aproclamare uno scioperogenerale il 12 dicembre. Uno sciopero proclamatoappositamente in ritardo, perpermettere il varo parlamentaredel Jobs Act e spezzare lacontinuità del processo dimobilitazione; uno scioperoimpostato su contenutidebolissimi (il “così non va”),senza nemmeno dichiarare diessere “contro il governoRenzi”. Anche i percorsi deicortei e le dimensioni dellepiazze sono stati studiati perdisincentivare la partecipazionedi massa dei lavoratori e farvedere al governo che non c’eravolontà di disturbarlo più ditanto.Il collaborazionismo dei verticisindacali è evidente e mette anudo il loro ruolo di supportosociale del capitale. Il lorointento è frenare la lotta operaia

per recuperare la perdutaconcertazione, ritrovare un“dialogo sociale” con ungoverno che però rifiutaqualsiasi trattativa. Se pureaffermano a parole un’ipocritaopposizione alla politicaantioperaia a antisindacale diRenzi, poi accettano in fabbricae negli accordi che siglano con ipadroni la sostanza della stessapolitica. Purtroppo anche settori delsindacalismo di baseconfermano la loro miopia,continuando ad esserecaratterizzati da una politicadivisionista e economicista, cheimpedisce loro di legarsi allemasse che vogliono lottare e diconnotarsi come una realealternativa di classe a CGIL-CISL-UIL. Malgrado queste evidentidebolezze, malgrado gli attacchigovernativi e il peso economicodella crisi, più di un milione emezzo di operai, lavoratori,precari, giovani, è sceso ariempire le piazze. L’adesionemedia allo sciopero è stata dicirca il 60%, con percentualidell’80 e del 100% in fabbrichee settori ad alta intensità disfruttamento, colpiti dai piani diristrutturazione padronali. Fortela partecipazione nel settore dei

trasporti, dopo la precettazionedel ministro Lupi. Sono staticontestati in piazza l‘ex premierD’Alema e la ministra Madia. AMilano, Torino, Bologna eRoma la polizia ha represso laprotesta studentesca. Nei corteisi è udito di nuovo il cantodell’Internazionale e diBandiera Rossa. Questo significa che settoriimportanti del proletariato estrati popolari continuano eresistere all’offensivacapitalista, danno forti segnali didisponibilità alla lotta,utilizzando ogni occasione perscioperare e scendere in piazza;significa che le masse che hannopartecipato allo scioperogenerale sono più avanzate deiloro indegni capi riformisti eopportunisti. E’ stato questo atteggiamentodelle masse a preoccupareRenzi, che dopo settimane difrasi sprezzanti e offensive, haimprovvisamente rispolverato il“rispetto per i sindacati”.Ovviamente il governo noncambierà linea e andrà avantisulle controriforme, ma ciò devefar capire che solo proseguendoe intensificando la mobilitazionepotremo sbarazzarci del bullettodell’oligarchia.

La mobilitazione non va fermata!

Art. 18: a chi si ispira il governo Renzi?Il Jobs Act, voluto a tutti i costidal governo Renzi, ha abolito lapossibilità della reintegra dellavoratore per i licenziamentiingiusti, prevedendo solo unrisibile indennizzo economico. Inpratica è un via libera ai padroniper cacciare lavoratori“scomodi” e combattivi, perestendere precarietà e ricatti, eper godere di sconti fiscali con ilgiochino assumo-licenzio. Si tratta di una trasformazionereazionaria del diritto del lavoro,che cancella un’importanteconquista democratica delmovimento operaio e sindacale,per tornare al passato remoto. Non è difficile capire da qualeregime prende ispirazione ilgoverno reazionario di Renzi,l’erede politico di Berlusconi. Nella Carta del Lavoro approvatanel 1927 dal fascismo diMussolini si legge: “Nelleimprese a lavoro continuo il

lavoratore ha diritto, in caso dicessazione dei rapporti di lavoroper licenziamento senza suacolpa, ad una indennitàproporzionata agli anni diservizio.“ E’ la stessa logica che ha portatoalla cancellazione dell’art. 18! Come è noto il governo Renzi harapidamente varato due decretiattuativi del Jobs Act. Il ministroPoletti (quello delle cene con idelinquenti come Buzzi) dopoaver ripetuto che “non c’ètrattativa”, ha impostato tuttosulla monetizzazione crescente. I padroni, dopo aver incassatoquesto ennesimo regalo, sonodiventati ancor più famelici. Il Jobs Act farà male agli operai.Aprirà le porte ai licenziamentiarbitrari, alle divisioni fralavoratori, al demansionamento,ai controlli a distanza,all’ampliamento dei “mini-jobs”. Servirà a indebolire il potere

contrattuale delle organizzazionidei lavoratori, a riscrivere tutte lenorme sui rapporti di lavoro perrafforzare il dominio padronale.Con il Jobs Act verràintensificato lo sfruttamento,verranno demoliti i diritti operai,senza determinare investimenti

per creare nuovi posti di lavoro. Il governo Renzi con questalegge ha chiarito a tutti da cheparte sta: con il Capitale, contro ilLavoro. Proseguiamo la lotta percacciarlo via! Devono pagare ipadroni, i ricchi, i corotti, iprivilegiati!

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Gennaio 20154

Un programma di lavoro e di lottaIn questo quadro, leresponsabilità e i compiti deicomunisti (marxisti-leninisti) edegli elementi più combattividel proletariato sono chiari.

Occorre lavorare perestendere la partecipazione, lamobilitazione el’organizzazione delle masse,specie dei settori inferiori delproletariato, quelli più sfruttati eattaccati. Il protagonismo dellemasse è un fattore decisivo, cheassume una crescente rilevanzanella situazione attuale. Perciòva dato impulso dal basso a unamaggiore partecipazione attivae unitaria alle lotte, agliscioperi, alle dimostrazionicontro i licenziamenti e lemisure governative, per illavoro, i contratti e i diritti, perfar cadere Renzi. Un aspettofondamentale di questo lavorosta nel promuovere econtribuire alla costruzione diorgani di fronte unico proletario(siano essi Consigli, Comitati diagitazione e di sciopero,Commissioni, Coordinamenti didelegati operai, Assemblee,etc.) che raccolgano iscritti enon iscritti ai sindacati, cheattuino la democrazia proletariae prendano in manol’organizzazione delle lottecontro il regime capitalistico.La creazione di un combattivosegmento di opposizionesindacale di classe, che agiscadentro e fuori i sindacaticonfederali, è un aspetto diquesto processo diriorganizzazione politica delproletariato e di conquista dellemasse. Il fronte unico proletarioe, sulla sua base, un ampiofronte popolare che raccolgatutte le realtà popolari e disinistra che si oppongono allapolitica antioperaia, reazionariae guerrafondaia del capitale, èin grado di respingerel’offensiva dell’oligarchia e diaccelerare la fine del sistema disfruttamento capitalista.

E’ necessario avanzarenell’unificazione dei fronti dilotta sulla base di unprogramma di classe, volto arespingere l’offensivacapitalista, la reazione politica ele minacce di guerraimperialista, a rovesciare lacrisi sulla testa dei capitalisti,dei ricchi, dei privilegiati, dei

corrotti. Un programma che vaimperniato sulle rivendicazioniimmediate e urgenti delproletariato, per la difesaintransigente degli interessi diclasse. Aspetti significativi diquesto programma sono ilblocco dei licenziamenti,l’abolizione del precariato, larottura con l’UE dei monopoli econ la gabbia “irrevocabile”dell’euro, il rifiuto del debito inmano al capitale finanziario.

Va seguita una coerentepolitica di unità nella lotta delmovimento operaio e sindacale,combattendo la dispersione el’isolamento delle vertenze, illocalismo in cui vengonocostrette, sviluppando almassimo l’appoggio e lasolidarietà attiva di classecontro il comune nemico, alivello nazionale einternazionale. Bisognaappoggiare la tendenza aunificare le diverse vertenze inuna sola grande battaglia diclasse, che sappia raccogliereanche le rivendicazioni di altrisettori sociali colpiti dalla crisie dall’attacco del governo, perstringerli attorno alla classeoperaia e contro la borghesia.

E’ necessario preparare e darvita a forme di lotta più dure eavanzate, indipendenti dairiformisti e dai dirigentisindacali collaborazionisti,dirette in prima persona daelementi proletari combattivi.Lo stesso sciopero generale, chepure rimane un’armaimportante di lotta, mostra isuoi limiti se rimane isolato,senza continuità. La situazioneevolve chiaramente verso unamobilitazione prolungata eunitaria del movimentosindacale, sociale, politico,verso lo sciopero politico per lacaduta del governo Renzi,premessa di nuove battaglie diclasse.

E’ indispensabile affermareuna chiara prospettiva politicarivoluzionaria. La formula del“Governo operaio e degli altrilavoratori sfruttati” costituiscela sola, reale alternativa dipotere per sconfiggeredefinitivamente la borghesia, laprospettiva strategica cui legarele lotte dell’oggi. Questogoverno non può che sorgeredal movimento rivoluzionario

delle masse sfruttate e oppresse,dai loro organismi; non può cheessere lo sbocco politico diun’ampia sollevazione di massaoperaia e popolare contro ildominio dell’oligarchiafinanziaria e dei suoi partiti, laconclusione del fronte unico dilotta del proletariato e il puntodi partenza di lotte risolutiveper trasformare la società insenso socialista.

Ci vuole una direzione politicarivoluzionaria e di classe!

Bisogna certamente continuarela lotta, ma per avanzare civuole una radicale svolta diclasse e rivoluzionaria, nelleforme di lotta e diorganizzazione, nel programmae nelle parole d’ordine,nell’azione politica e nellealleanze che corrispondono allecondizioni concrete della lottadi classe, nell’educazione deiproletari nello spirito della lottarivoluzionaria per il potere, perpoter affrontare il periodo diburrascosi conflitti di classe cheè davanti a noi. Lavorare per questo obiettivorende sempre più indispensabilela costruzione di una direzionepolitica adeguata, un Partitorivoluzionario della classeoperaia, guidato nella suaazione dal marxismo-leninismo. La sua formazione è il compitofondamentale e urgente deisinceri comunisti, dei militantioperai, degli elementi avanzatidelle classi popolari. Permarciare su questa stradaoccorre rafforzare la nostraOrganizzazione comunista conelementi proletari coscienti, instretto legame con lo sviluppodella lotta di classe.

Riceviamo e pubblichiamoAzione Antifascista Teramoesprime tutta la suasoddisfazione per la propriapartecipazione all'AssembleaNazionale contro laRepressione organizzata il 20dicembre scorso a Teramo apartire dagli spunti del nostrofratello Davide Rosci e delcompagno Mauro Gentile. La partecipazione di tanterealtà da tutta Italia l'ha resa unmomento di sviluppo econfronto formativi ai finidell'organizzazione delle lotteche sempre più si rendononecessarie in questo momentocritico per il movimentopopolare nel nostro Paese.Riteniamo che incontrarsi siafondamentale per accrescere lanostra conoscenza delleproblematiche politiche,ambientali e sociali cheaffliggono le persone, e perrestaurare una coscienza diclasse, concetto sparito dalvocabolario attuale.Diciamo così perché inumerosi interventi succedutisinel corso dell'incontro nonhanno fatto altro che rimarcareuna verità che deve entrarenell'ordine del giorno di tutticoloro i quali hanno realmenteintenzione di cambiare loschifoso stato di cose attuale:Si può trattare della Val Susa edel T.A.V. come di Bagnoli edell'Italsider, di Taranto edell'Ilva come di Teramo e del15 ottobre; si può trattaredell'Aquila e del processo allaCommissione Grandi Rischicome di Ferguson negli StatiUniti e della polizia assassina,di Casale Monferrato e lastrage dell'Eternit come diBussi e del vergognososversamento impunito, ma uncosa sola emerge chiara, laGiustizia non è uguale per tutti,è una questione di classe.Il padronato e il suo Stato nonpagano mai per i loro criminicontro l'umanità, realizzati peril profitto e per il denaro,mentre i compagni e la poveragente pagano sempre contodoppio per le azioni portateavanti per costruire un mondomigliore. Questa è la realtà echiunque, volente o nolente,deve farci i conti.Da qui si deve andare avanti,ricostituire un'identità politicachiara del proletariato, perportare finalmente l'assalto alcielo.LUNGA VITA AI RIBELLI!Azione Antifascista Teramo

segue da pag. 3 Assemblea Naz.le contro la repressione

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La gravissima vicenda di“Mafia capitale” è rapidamentesparita dall’attenzione deimedia borghesi. Non c’è dameravigliarsi: ciò dimostra chela borghesia ha tutto l’interessea nascondere la decomposizionedel suo sistema, la corruzionedilagante, il rapporto mafia-politica-imprenditoria. Il “Mondo di mezzo” dellabanda del fascista Carminati edel filo-PD Buzzi èevidentemente organico al“mondo di sopra”, cioè alla“rispettabile” societàdell’oligarchia finanziaria, aisuoi affari, alla sua politica, aisuoi governi centrali e locali, aisuoi partiti di destra e di“sinistra”.Come è impossibile distinguerefra “capitalismo sano” e“capitalismo malato”, così nonsi può alzare una muraglia frapoliticanti borghesi “onesti” epoliticanti borghesi corrotti.Sono tutti coinvolti nelraggiungimento del massimoprofitto (che non ha colore néodore) e nella salvaguardia contutti i mezzi dei privilegi di vastistrati di parassiti. La logica delcapitalismo li genera e la difesadel vecchio mondo li unisce.Criminalità organizzata,banditismo economico e settorip o l i t i c o - a m m i n i s t r a t i v i

bipartisan si sono fusi in unasola holding che grava come unmacigno sulle masse lavoratrici. La trimurti mafia-affari-politicadimostra di esserel’associazione padronalevincente nell’ambienteeconomico-sociale creato dalneoliberismo: grandedisponibilità di capitale liquidoda investire senza controlli,appoggi nelle istituzioniborghesi, assenza di regole,flessibilità totale, precarietàassoluta, soprusi e violenzareazionaria contro i lavoratorisono le sue caratteristiche,perfettamente in linea con ilmodello imposto dal capitalemonopolistico finanziario.Assieme a “Mafia capitale” sidovrebbe parlare di “Capitalemafioso”!Si illude chi pensa che lasituazione possa esserecambiata con le inchieste dellamagistratura e le condannemorali. Basti pensare che daTangentopoli ad oggi lacorruzione è straripata, che icapi di questa banda, nonostantefossero noti fascisti e criminali,erano liberi di scorazzare,assoldare politicanti eamministratori corrotti, riceverele soffiate da amici poliziotti,per ingrassarsi sulle spalle dellapovera gente e dei migranti.

Chiediamoci: possibile che ilVaticano e il governo Renzi (ilprotettore del delinquenteBerlusconi) non si sono accortidi quello che accadeva a Roma? E il ministro Poletti, presidentedi LegaCoop nonché fautore delJobs Act, davvero non sapevachi erano e cosa facevano i suoicommensali nella “cena diringraziamento” offerta daBuzzi per i politicanti amici eper appoggiare le controriformedel governo di Renzi? Bisogna che si sviluppi ancorpiù la denuncia e la protestapopolare, dei lavoratori, deidisoccupati, dei senza casa, deimigranti, contro gli infami

affari realizzati sulla poveragente, per dire stop alleprivatizzazioni, esigerel’internalizzazione dei servizisociali e di accoglienza deimigranti appaltati, la cacciataimmediata dei corrotti, ilcastigo della canaglia fascio-mafiosa e le dimissioni di Renzie Poletti. Ma non basta.Nello strato politicamente attivodel proletariato deve crescere laconsapevolezza che percambiare veramente, per farepiazza pulita della criminalitàantipopolare ci vuole larivoluzione sociale el’instaurazione della dittaturadel proletariato.

Avanza la decomposizione del sistema borghese

Gennaio 2015 5

Basta con la politica di guerra! Via dalla NATO!Mentre il governo Renzicontinua a battere i piedi e aversare le solite lacrime dicoccodrillo per i due marò, conl’altra faccia, quella tanto servilequanto guerrafondaia, ha decisodi inviare 525 militari,principalmente nella zona diErbil, nel Kurdistan iracheno. Obiettivo ufficiale: evitare la“catastrofe umanitaria”. In realtàcontribuire alla missione a guidaUSA “Inherent Resolve” inMedio Oriente, con funzioni diaddestramento, assistenza, etc. atruppe irachene e curde alleate.Negli ultimi mesi gli USAhanno aumentato la presenza inIraq e Siria per contenere glijihadisti dell’Isis, una lorocreatura ultrareazionaria utile asilurare la lotta dei popoli arabi.In questo scenario, il compito

dei soldati inviatidall’imperialismo italiano èquello di sostenere le milizieagli ordini del governo regionalecurdo di Erbil, guidato daBarzani, un’entità incompetizione con quello diBaghdad e strettamente legata aWashington, intenzionata aespandere il proprio territorio.Non è escluso l’invio di forzespeciali richieste dagli USA.Non dimentichiamo che inAfghanistan, a Herat, resterannofino ad agosto 2015 circa 800militari con elicotteri d’attacco,oltre alle truppe in Libano,Balcani, Somalia, etc.Nemmeno possiamosottovalutare l’aggressivapolitica di NATO e UE ad est. Il governo Renzi sta cosìdecidendo l’invio di una

ulteriore consistente missionemilitare all’estero e con ciò ilcoinvolgimento dell’Italianell’ennesima guerra regionale,senza nemmeno uno straccio didibattito in un Parlamento ormaisvuotato dei suoi poteri. Le conseguenze di questadecisione - che peserà per altri150 milioni annui sulle spalledei lavoratori - possono esseregravissime, specie in caso diun’invasione della Siria. Diciamo basta con la politica diguerra al servizio di USA e UE!Ritiro immediato di tutte letruppe inviate all’estero! Per unapolitica di pace bisogna usciredalla NATO! Drastica riduzionedelle spese militari a favore diquelle sociali e per i disoccupati!Solidarietà alle lotteantimperialiste dei popoli!

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Mensile. Editrice Scintilla OnlusDir. resp. E. Massimino

Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012Redaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Chiuso il 6.1.2015 - stampinprop.

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Il revisionismo al carro dei BRICS Si è tenuta a Roma, il 20dicembre scorso, l’assembleacostitutiva dell’Associazione“Per la ricostruzione del Partitocomunista nel quadro largo dellasinistra di classe”, che fa capoalla rivista “Marx XXI”. Ad oggi fanno parte di questoprogetto principalmente ilP”C”dI e settori di Rifondazione“Comunista”, intellettuali emilitanti senza partito che siaggirano attorno alle maceriedel neorevisionismo italiano. In merito all’appello chelanciava questa iniziativa siamogià intervenuti nel numero diScintilla dello scorso novembre.L’assemblea svoltasi ci offrel’occasione per ritornare sullaquestione, poiché essa haulteriormente chiarito quel chebolle in pentola.Gli interventi hanno infattimostrato l’abbandono dellecategorie fondamentalimarxiste, tipico degliopportunisti e dei revisionisti,oltre a una grandissimaconfusione e approssimazione,condita da ampie dosi diriformismo e economicismo.In economia, la crisi sarebbe unacrisi “strutturale e sistemica”, o,in alternativa, una crisi disottoconsumo. La ricetta peir rilistsolverlasarebbe il minestrone riscaldatokeynesiano, di moda nellemense dei “restauratori” eperfettamente funzionale alsistema capitalista. Si passa cosìdal ruolo pubbliconell’economia, alla rottura delsistema di gestione, senza maitoccare la sacra proprietà privatacapitalistica. Insomma ilprogramma è il modello delcapitalismo monopolistico diStato.L’orizzonte strategico rimaneinterno alla Costituzioned e m o c r a t i c o - b o r g h e s e .Prospettive come la rivoluzioneproletaria, la dittatura delproletariato e la costruzione delsocialismo sono ovviamentefastidioso fumo negli occhi deinostri “rifondatori” al cubo. Tradi loro va di modal’anticapitalismo el’antimperialismo di facciata,oppure si affoga il socialismonella melassa “cretino-parlamentare”.L’obiettivo politico è laricomposizione della diasporacon una “cultura politica affine”,

cioè revisionista. In pratica unPartito che ripercorra le stessedeviazioni degli ultimi decenni,con le stesse posizionisocialdemocratiche, gli stessierrori di fondo. Chiaramente“senza veti o abiure”, per nonescludere nessuno, nemmeno irinnegati traditori ed iresponsabili delle pesantisconfitte del movimentocomunista e operaio nel nostropaese. L’assise ha cosìriconfermato la totale negazionedel Partito secondo la teoria e lapratica leninista.Insomma, niente di nuovo sottoil grigio cielo revisionista. Maun intervento è stato più“illuminante” degli altri.Dobbiamo essere grati alcossuttiano Sorini (coautore,con Diliberto e Giacchè, dellibro “Ricostruire il partitocomunista”, da noi criticato suTeoria e Prassi n. 23) per averillustrato quali sono le effettive“coordinate” ideologiche estrategiche della nuovaammucchiata revisionista. Sorini, ha affermato che: 1.Gramsci e Togliatti (a luiinteressa il secondo, quello delle“riforme di struttura”) sono isoli dirigenti italiani chepossono entrare nel pantheondel movimento comunistamondiale a fianco di Garibaldi(sic!); 2. la Cina si avvia adaffermare una prospettivasocialista (sic!). Poi, con sfoggio di raraeloquenza, ha tuonato: “IBRICS rappresentano la piùgrande risorsa control’imperialismo nella nostraepoca... Chi non capisce il ruolodei BRICS e della alleanzastrategica fra Russia e Cina nonha capito una beneamataminchia”. Che rr-rivoluzionario!A queste “perle” aggiungiamol’articolo di Catone sulla rivista“Marx XXI” titolato: “Un fronteunito di popoli e paesi perl’alternativa alla globalizzazioneimperialista e alla guerra”, in cuisi legge: “Ad essa (laglobalizzazione, n.d.r.) sioppone un fronte in formazionedi popoli e paesi – dalla Cinaalla Russia, a diversi paesilatino-americani – che indicanoun diverso autonomo modo disviluppo e contrastanol’unipolarismo guerrafondaiodegli USA. A livello mondiale èquesta la contraddizione

principale della nostraepoca…”. Il quadro è chiaro. I revisionistipuntano a formare un nuovopartito di caratteres o c i a l d e m o c r a t i c o ,organicamente legato alcapitalismo emergente deiBRICS e al polo imperialistaCina-Russia, come contrappesoall’imperialismo di USA, UE eGiappone. Queste non sono certo posizioninuove, in quanto ben diffuse daesponenti opportunisti a livellointernazionale, allo scopo diprovocare confusione fra ilproletariato e i popoli. In particolare le tesi secondo cuibisogna appoggiarsi su unimperialismo per combatterneun altro sono un tuffo nelpantano dell’opportunismo e delrevisionismo più triti.Scopo di queste tesi antileninisteè abbellire l’imperialismo,seppellire l’obiettivo delrovesciamento del dominiocapitalistico e del socialismo ,ingannare la classe operaia conmicidali illusioni, metterla arimorchio del blocco (tutt’altroche omogeneo) dei paesicapitalisti “emergenti” chedisputano l’egemonia USA,particolarmente sotto ladirezione dell’imperialismorusso e cinese. Un progetto, questo, a cuipossono guardare con interesse(leggi affari) settori di grande emedia borghesia italiana. Dunque, l’associazione “Per laricostruzione etc.” non è altroche l’ennesimo tentativo diaggregazione del revisionismoin crisi e frantumato, per tornarea galla dopo il crac diRifondazione. A livelloelettorale seguirà esperienzedisastrose come l’Arcobaleno e“Rivoluzione civile” di Ingroia,flirtando con il keynesismosocialdemocratico di Tsipras e

Podemos, senza però romperecon la casa madre del PD.Oltre a questo tentativo, sono incantiere altri progetti da partedella “sinistra borghese” delnostro paese. Si vocifera di un “partitolaburista” che comprenderebbesettori di SEL, della FIOM, diRifondazione e pezzi delle“opposizioni PD”. Sononumerosi i terapeuti per ununico malato terminale: ilcapitalismo, che i riformistivogliono salvare a tutti i costi.La scarsa levatura di questeammucchiate non deve farcisottovalutare la pericolositàdelle “operazione di rilancio”.La crisi profonda dei partitiriformisti e socialdemocratici,le future dinamiche delloscontro di classe (a livellonazionale e internazionale)potrebbero dare ossigeno adoperazioni del genere erappresentare nuovi ostacolisulla strada della ricostruzionedi un autentico Partito marxista-leninista.Compito dei marxisti-leninisti,dei proletari d’avanguardia, deisinceri rivoluzionari èsmascherare, denunciare,combattere queste insidiosem a n i f e s t a z i o n idell’opportunismo, delrevisionismo, dellasocialdemocrazia, e lavorareseriamente alla costruzione diun forte Partito comunista,basato sui principi delmarxismo-leninismo ed e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario. Il rafforzamento di PiattaformaComunista, il saldarsi al suointerno delle migliori energiecomuniste, proletarie erivoluzionarie, così come laconcentrazione delle realtà m-lnel CONUML: ecco il modomigliore per avanzare sullastrada che ci porterà al Partito.

6 Gennaio 2015

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7Gennaio 2015

Cuba: fallimento della politica USA

Negli USA gli assassinii di giovani di colore da parte della polizia,hanno scatenato numerose proteste e manifestazioni contro questicrimini razzisti e contro l'atteggiamento delle autorità che hannosottovalutato i casi e protetto i poliziotti. Dopo la tiepida esortazione alla “giustizia” di Barak Obama e gliattacchi della destra e della lobby delle armi, la protesta è salita.Per soffocarla le autorità hanno represso con la forza imanifestanti, arrestandone decine. Il razzismo negli USA è parte integrante del sistema disfruttamento e si mantiene nonostante il governo nordamericanoaffermi che quello è il paese della libertà e della democrazia. I fattidimostrano il contrario: la permanenza del razzismo edell’oppressione nazionale dei neri, dei nativi, etc., chiamano allalotta per spezzare queste infami catene. E’ compito dei comunisti denunciare in tutti i paesi imperialisti ecapitalisti la costante violazione dell’eguaglianza e dei diritti dellenazionalità oppresse e delle minoranze sociali, per la loro pienauguaglianza politica e sociale, per il diritto all’autodeterminazionedove sono maggioranza, per un fronte comune di lotta di classerivoluzionaria contro la borghesia. Solo il sistema socialista è ingrado di assicurare una vera uguaglianza alle nazionalità e aisettori sociali minoritari e discriminati!

Razzismo e oppressionenazionale negli States

100 anni di occupazione 100 anni di Resistenza. Tutto ilnostro appoggio al popolo di Haiti!

L'annuncio congiunto Obama-Castro sul ristabilimento dellerelazioni diplomatiche tra gliUSA e Cuba segna anzitutto lasconfitta della politica adottataper 53 anni dall'imperialismoUSA e seguita dagli elementireazionari delle c.d. democrazieoccidentali. Questa politica aggressiva eguerrafondaia, che si èconcretizzata nei tentativi diinvasione, nel blocco economico,nel terrorismo, etc., aveva comescopo quello di far cadere ilgoverno e di soggiogare di nuovoil popolo cubano. Ma non haavuto successo, anzi, ha acuito lacrisi di egemonia degli USA.Dunque, salutiamo il popolo e ilgoverno di Cuba, per questavittoria contro l’imperialismoUSA e ci rallegriamo per il rientroa casa di tutti e 5 gli eroi cubani.Il ristabilimento delle relazionidiplomatiche apre la possibilità ditogliere il blocco punitivo. Obama evidentemente non hapreso questa decisione perconsiderazioni democratiche. Dalsuo punto di vista imperialista, èuna scelta pragmatica che segnaun cambio di politica per mirareallo stesso obiettivo. Come hadetto, ora si punterà a sovvertire ilpaese dell'interno, sviluppando "idiritti dell'uomo e l'economia dimercato", in combutta con ilVaticano e la gerarchia dellachiesa cattolica. La "normalizzazione" che vuole

l'imperialismo è la pienaapplicazione delle infami leggidel capitalismo, di cui vediamo letragiche conseguenze per ilavoratori e i popoli. Obama spera che questadecisione gli faccia guadagnareconsenso tra i i numerosi latinos,e serva a riprendere il pienocontrollo del “cortile di casa”ribelle, oggi conteso da potenzerivali come la Cina. Il suo slogan "siamo tuttiamericani", non può certo farcidimenticare il dominioeconomico, le ingerenze, leaggressioni e i golpe attuati dagliUSA nei paesi del continenteamericano e nel mondo. Ora a Cuba si apre una nuovafase, in cui la lotta per la difesadella esperienza della rivoluzionecubana, dei progressi sociali,della sovranità edell’indipendenza nazionale, è altempo stesso più necessaria e piùirta di pericoli. La vigilanzapopolare dovrà essere senzadubbio rafforzata. Lo sviluppo dello spirito edell’azione rivoluzionaria eantimperialista del popolo cubanoè la condizione per difendere larivoluzione, farla avanzare versoil socialismo proletario econtinuare a godere dell'appoggiodel movimento internazionale disolidarietà, che non è maimancato, ma che va a sua voltasviluppato per aiutare questaprospettiva.

Da 10 anni le truppe dellaMissione delle Nazioni Unite perla Stabilizzazione di Haiti - laMINUSTAH - occupano Haiti surichiesta di potenze come USA,Francia e Canada. Il Consiglio diSicurezza ha approvato nel mesedi ottobre una nuova estensionedel suo mandato, riducendo glieffettivi militari, ma riaffermandola sua tutela almeno fino al 2016. La crisi politico-sociale che oggisubisce il popolo haitianosmentisce tutti gli argomentiavanzati per giustificare lacontinuità di questa presenza.Ogni giorno si moltiplicano leprove che la MINUSTAH, con ilsubappalto dell'occupazionemilitare principalmente a truppelatinoamericane, lascia pienalibertà a queste truppe perconcentrarsi sull'occupazionepolitica ed economica. Con gli USA in testa, questepotenze assicurano un’ingerenzacontinua negli affari interni diHaiti, avvalendosi di unpresidente – scaturito da elezionicontrollate dalla stessaMINUSTAH e ampiamentedenunciate per le loro procedurefraudolente - che minaccia digovernare per decreto di frontealla decadenza provocata delParlamento. Viene ugualmente assicurata daqueste potenze la crescentericolonizzazione del paese,puntando all'esplorazionepetrolifera e alla mega-miniera,all'espansione del turismo dilusso, all'agroindustria perl’export e alle zone franche,sloggiando intere comunità delleloro terre, mantenendo i salari piùbassi dell'emisfero e concedendomano libera alla forza repressivaofferta dalla MINUSTAH e dallapolizia haitiana dalla stessaaddestrata. Tutto a prezzo di undebito crescente, tanto a livellofinanziario quanto sociale,ecologico, di genere e politico. Non c’è da meravigliarsi allorase, in vista del 100° anniversariodella prima occupazionestatunitense di Haiti – dal 1915 al1934 - numerose organizzazionipopolari haitiane denunciano lacontinuità di quell'occupazioneattraverso la MINUSTAH. Con questo spirito protesteranno

per i 100 anni di occupazione e lacrescente ingerenza degli USA, inoccasione dell’annunciata visitadel Sottosegretario di Stato JohnKerry. E, ricordando il centesimoanniversario del furto delleriserve di oro haitiane, portate il17 dicembre del 1914 dai marinesnei forzieri di Wall Street, inquella che è oggi Citibank,reclameranno la restituzione delleriserve rubate e la riparazione pertutti i crimini delle occupazioni,compreso il colera. In quanto reti e coordinamentiregionali, organizzazioni emovimenti popolari,solidarizziamo col popolohaitiano e appoggiamopienamente la sua lotta perrecuperare la sua sovranità,esercitare la suaautodeterminazione e porre finealla svendita e al saccheggio dellesue vite e dei suoi beni naturali. Chiamiamo i responsabili,specialmente i governidell'America Latina e leistituzioni implicate, a ritiraresubito le truppe che occupanoHaiti e a mettere fine allaMINUSTAH e a ogni altra formadi intervento in Haiti. Assumiamocome nostre, le richieste direstituzione delle riserve d’ororubate e di riparazione dei criminidel colonialismo e di tutte leoccupazioni, e ci impegniamo adampliare e rafforzare la nostraazione di solidarietà assieme alleorganizzazioni e ai movimentipopolari di Haiti. Per la sovranità el’autodeterminazione del popolohaitiano! Basta con l’intervento e laricolonizzazione! Ritiro immdiato delle truppe dioccupazione e fine dellaMINUSTAH! Restituzione delle riserve rubate eriparazione dei crimini commessidurante le occupazioni! Giustizia e riparazioni per levittime del colera, le loro famigliee comunità! America Latina e Caribe, 15dicembre 2014Jubileo Sur/Américas, MarchaMundial de las Mujeres, RegiónAméricas, e centinaia di altreorganizzazioni e personalità.

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Solidarietà con l’insurrezione popolarein Burkina Faso Considerato che giovedì 30ottobre 2014 il popolo e lagioventù popolare con unostorico movimentoinsurrezionale hannodeterminato la caduta e la fugadell'autocrate Blaise Compaoré edella sua cricca tenuta in piedicon l’aiuto dell’imperialismofrancese e del Reggimento dellaSicurezza Presidenziale; Considerato che questainsurrezione è il risultato dilungo processo di lotte popolarisull’intero territorio nazionale,fin dall'inizio e dallo sviluppo diun movimento popolare e dellacrisi rivoluzionaria che seguìl'assassinio del giornalistaNorbert Zongo nel dicembre1988; Considerato che dopo questacrisi, nonostante la barbararepressione del regime della IVRepubblica, le lotte non si sonomai fermate, ma sono cresciutepasso dopo passo, esprimendo ladeterminazione e la combattivitàdelle diverse componenti delpopolo e della gioventù, la lorosete di vera democrazia, giustiziae progresso sociale; Considerando l’instancabilelavoro di mobilitazione eorganizzazione delle grandi lottepopolari sviluppato in duedecenni dal Partito Comunista

Rivoluzionario Voltaico(PCRV), dalle diverseorganizzazioni del Movimentorivoluzionario e democratico,dalla Coalizione contro ilCarovita, la Frode e l'Impunità; Considerato il colpo di statocontrorivoluzionario del31.10.2014 perpetrato da diversiclan dell'esercito neo-colonialista allo scopo disoffocare il processorivoluzionario e salvare ilsistema neo-colonialista infallimento; Considerate le trame e lemanovre delle potenzeimperialiste (Francia, Stati Uniti)e dei regimi reazionari africani,attraverso l'Unione Africana e laComunità degli Stati Africanidell'Ovest, per imporre ungoverno di transizione conl’obiettivo di strangolare ilprocesso rivoluzionario e rubarela vittoria al popolo;Considerata la determinazionedel popolo e della gioventùpopolare nel perseguire la lottaper le rivendicazionidemocratiche e sociali, perl'approfondimento del processorivoluzionario, in vista di unvero cambiamento a loro favoreattraverso la liberazionenazionale e sociale;Considerando, in questa

situazione, i rischi reali direpressione violenta e diinterventi imperialisti contro ilmovimento democratico erivoluzionario, la ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML) riunita inTurchia nel mese di novembre: - Saluta l'insurrezione popolaredel 13 ottobre che confermal'energia rivoluzionaria, lospirito di sacrificio, lacombattività e l’eroismo delpopolo e della gioventù; - Rende omaggio ai caduti sullebarricate e ai numerosi feritidurante l'insurrezione; - Invia saluti rivoluzionari agliinsorti popolari che hannorisvegliato la speranza dei popolioppressi in Africa e nel mondo

intero nella loro lotta perrovesciare i regimi dioppressione e sfruttamento dellaborghesia reazionaria e dellepotenze imperialiste;- Denuncia tutte le manovre e gliinterventi delle potenzeimperialiste e i loro compliciafricani allo scopo di soffocare ilprocesso rivoluzionario in corsonel Burkina Faso;- Esprime solidarietà e appoggiomilitante al proletariato, alpopolo e alla gioventù nella lottaper il rafforzamento el’approfondimento delmovimento rivoluzionario per laliberazione nazionale e sociale. Conferenza Internazionale diPartiti e OrganizzazioniMarxisti-Leninisti (CIPOML)

Gennaio 2015

Tunisia: un colpo al progetto islamistaDopo le elezioni legislative,nelle quali il Fronte Popolare harafforzato la sua posizione, loscorso 21 dicembre, il popolotunisino è stato chiamato adeleggere il Presidente dellarepubblica. Lo scenario erainedito, in quanto dall’adozionedella Costituzione del 1959, laTunisia non ha mai conosciutoelezioni presidenziali libere,democratiche e trasparenti. Nella prima fase, tenutasi innovembre scorso, si eranopresentati 27 candidati, inmaggior parte di questa o quellafazione della borghesia. Di fronte a loro e contro di lorosi presentava il compagnoHamma Hammami comerappresentante delle classipopolari e portatore delle lorosperanze nella realizzazionedegli obiettivi rivoluzionari.Hamma è giunto al terzo posto.Il ballottaggio ha opposto due

candidati reazionari : quello di«Nidaa Tounes», Essebsi,vecchio ministro di Bourguiba edi Ben Ali, e il candidato nondichiarato del partito islamista,il presidente provvisorioMarzouki. I media borghesihanno tentato di presentarlicome portabandiera di dueprogetti opposti: uno dellamodernità, della democrazia edello stato laico ; l’altro come ildifensore dell’identità e dellostato religioso. In realtà ciòserviva a nascondere il verocarattere di classe borghese deidue progetti che essirappresentano. Infatti, i partiti «Nidaa Tounes»e «Ennahdha» sono espressionipolitiche e organizzative dellagrande borghesia compradora, equali siano le differenze fra diessi, la loro essenza resta lastessa, come dimostrano i loroprogrammi economici e sociali

neoliberisti e antipolari. Al secondo turno una grandemaggioranza di cittadini cheavevano votato per « NidaaTounes » alle legislative, soloper sbarrare la strada al partitoislamista «Ennahdha» si èritrovata nella stessa situazione:votare Essebsi per impedire aMarzouki di ritornare al palazzopresidenziale. In molti hanno compiuto questascelta per farla finita una voltaper tutte con le istituzioni uscitedallo scrutinio del 23 ottobre2011, che aveva dato pienipoteri al partito islamista,responsabile di un’ondata diviolenze di carattere fascista. Si è trattato dunque di un voto-sanzione piuttosto che di unvoto di adesione a unprogramma. Il Fronte Popolare, giudicandoche né l’uno né l’altro candidatoerano emanazione della

rivoluzione, che non voglionodifendere i suoi obiettivi, etenuto conto della gestionecaotica degli affari del paese daparte del governo della troika edel suo presidente, candidatoreale ma non dichiarato delpartito islamista, ha chiamato asbarrargli la strada, lasciandocompletamente libera la sceltaai suoi elettori di votare o nonvotare per il suo avversario. I risultati ufficiali annunciatihanno confermato la vittoria diEssebsi con il 55,68%. Vi è stataun’astensione di massa da partesoprattutto dei giovani. Ora un gran lavoro aspetta ilFronte popolare e tutte le forzeprogressiste del paese per lequali si apre un nuovo periododi lotte. Noi saremo come sempre alfianco del Partito dei Lavoratoridi Tunisia e del FrontePopolare.

Sul nostro sito web è disponibile il documento CIPOML “La situazione internazionale e i compiti dei rivoluzionari proletari”