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104 ARMI E TIRO 02/2014 Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi A nche Ruger ci si è buttata. Parliamo del mer- cato degli Ar15, che negli ultimi cinque-sei anni ha conquistato anche quei produttori tradizionali di armi che, in precedenza, nulla avevano avuto a che fare con il leggendario progetto di Stoner (vedi Smith & Wesson, Para Usa eccetera). Anzi, nel caso specifico di Ruger, l’azienda statuni- tense aveva sempre puntato (e ancora punta) su un proprio progetto, derivato da un’altra leggenda delle armi (il sistema Garand-M14) opportunamente rivi- sto e miniaturizzato per dar vita alle carabine Mini 14 (in .223 Remington) e Mini 30 (in 7,62x39). Sia come sia, Ruger ha optato per la versione più moderna della carabina “alla Stoner”, scegliendo il sistema di funzionamento a recupero di gas con pi- stone a corsa corta. Bisogna anche dire che il sistema scelto da Ruger è, tra i tanti oggi esistenti, uno dei più dolci e adatti alla meccanica originale Ar 15 che, invece, non sempre digerisce perfettamente una qual- siasi deroga dal classico sistema a presa di gas diret- ta fatto proprio (non inventato, sia chiaro) da Stoner. IL CONCETTO La famiglia di Ar 15 Ruger comprende diversi mo- delli, quello contraddistinto dal suffisso “E” è il più economico, il primo prezzo diciamo, ma nonostante ciò vanta una costruzione curata e molto ben conce- pita. Upper e lower sono forgiati in lega leggera di alluminio e sono relativamente ortodossi, con impu- gnatura a pistola con appoggio per il dito medio, calcio collassabile e regolabile multiposizione, co- perchio per la finestra di espulsione con apertura a scatto, comando per la chiusura assistita dell’ottura- tore (forward assist) e deflettore per i bossoli. La canna è lunga 16 pollici e un “zic” (16,12 per i pi- gnoli, pari a 409 millimetri), è realizzata per rotomar- tellatura e dotata di una rigatura a sei principi destror- si con passo di 1:9 pollici (229 millimetri), idoneo teoricamente a stabilizzare palle di peso compreso tra i 62 e i 69 grani. La canna non ha l’anima croma- ta ed è completata da un rompifiamma a tulipano con finestre allungate, avvitato in volata, simile nel design a quello utilizzato su altri modelli di carabine Ruger (per esempio alcune versioni della Mini 14 e persino della 10/22 calibro .22 lr). Evidentemente, si è cer- cato di mantenere un minimo di “parentela” anche tra armi molto diverse, accomunate però dall’essere state partorite dallo stesso produttore. Un altro aspetto interessante della 556E è l’astina copricanna: realizzata in lega leggera, si contraddi- stingue dalla concorrenza per il ridotto diametro e per l’aspetto elegante, determinato dalla presenza di nu- merose feritoie di ventilazione sviluppate in orizzon- tale. L’astina presenta una slitta Picatinny superiore che si raccorda con quella presente sulla sommità dell’upper (dietro) e sulla sommità del gas block (da- Ruger si impone sul mercato degli Ar con un sistema a pistone del tutto originale. Valvola regolabile a quattro posizioni, portaotturatore dedicato anti-usura, receiver forgiati, mire meccaniche di serie e un’astina tonda e snella che è un piacere stringere tra le mani Ruger è un’altra grande e storica azienda americana che ha deciso di buttarsi sugli Ar 15, ma lo ha fatto con un progetto interessante e innovativo. PROVA canna rigata Ruger Sr556E calibro .223 Remington grammi, il peso complessivo euro per portarlo sulla linea di tiro 3.350 1.482 I MAESTRI DEL PISTONE

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Testo di Ruggero Pettinelli, foto di Matteo Galuzzi

Anche Ruger ci si è buttata. Parliamo del mer-cato degli Ar15, che negli ultimi cinque-sei anni ha conquistato anche quei produttori tradizionali di armi che, in precedenza, nulla

avevano avuto a che fare con il leggendario progetto di Stoner (vedi Smith & Wesson, Para Usa eccetera). Anzi, nel caso specifico di Ruger, l’azienda statuni-tense aveva sempre puntato (e ancora punta) su un proprio progetto, derivato da un’altra leggenda delle armi (il sistema Garand-M14) opportunamente rivi-sto e miniaturizzato per dar vita alle carabine Mini 14 (in .223 Remington) e Mini 30 (in 7,62x39). Sia come sia, Ruger ha optato per la versione più moderna della carabina “alla Stoner”, scegliendo il sistema di funzionamento a recupero di gas con pi-stone a corsa corta. Bisogna anche dire che il sistema scelto da Ruger è, tra i tanti oggi esistenti, uno dei più dolci e adatti alla meccanica originale Ar 15 che, invece, non sempre digerisce perfettamente una qual-siasi deroga dal classico sistema a presa di gas diret-ta fatto proprio (non inventato, sia chiaro) da Stoner.

Il conceTToLa famiglia di Ar 15 Ruger comprende diversi mo-delli, quello contraddistinto dal suffisso “E” è il più economico, il primo prezzo diciamo, ma nonostante ciò vanta una costruzione curata e molto ben conce-

pita. Upper e lower sono forgiati in lega leggera di alluminio e sono relativamente ortodossi, con impu-gnatura a pistola con appoggio per il dito medio, calcio collassabile e regolabile multiposizione, co-perchio per la finestra di espulsione con apertura a scatto, comando per la chiusura assistita dell’ottura-tore (forward assist) e deflettore per i bossoli. La canna è lunga 16 pollici e un “zic” (16,12 per i pi-gnoli, pari a 409 millimetri), è realizzata per rotomar-tellatura e dotata di una rigatura a sei principi destror-si con passo di 1:9 pollici (229 millimetri), idoneo teoricamente a stabilizzare palle di peso compreso tra i 62 e i 69 grani. La canna non ha l’anima croma-ta ed è completata da un rompifiamma a tulipano con finestre allungate, avvitato in volata, simile nel design a quello utilizzato su altri modelli di carabine Ruger (per esempio alcune versioni della Mini 14 e persino della 10/22 calibro .22 lr). Evidentemente, si è cer-cato di mantenere un minimo di “parentela” anche tra armi molto diverse, accomunate però dall’essere state partorite dallo stesso produttore. Un altro aspetto interessante della 556E è l’astina copricanna: realizzata in lega leggera, si contraddi-stingue dalla concorrenza per il ridotto diametro e per l’aspetto elegante, determinato dalla presenza di nu-merose feritoie di ventilazione sviluppate in orizzon-tale. L’astina presenta una slitta Picatinny superiore che si raccorda con quella presente sulla sommità dell’upper (dietro) e sulla sommità del gas block (da-

Ruger si impone sul mercato degli Ar con un sistema a pistone del tutto originale. Valvola regolabile a quattro posizioni, portaotturatore dedicato anti-usura, receiver forgiati, mire meccaniche di serie e un’astina tonda e snella che è un piacere stringere tra le mani

Ruger è un’altra grande e storica azienda americana che ha deciso di buttarsi sugli Ar 15, ma lo ha fatto con un progetto interessante e innovativo.

PROVA canna rigata Ruger Sr556E calibro .223 Remington

grammi, il peso complessivo

euro per portarlo sulla linea di tiro3.350 1.482

I mAestrI del pistone

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Per chi vuole comPrarlaA chi è indirizzata: a chi desidera un clone Ar 15 moderno, tecnicamente aggiornato, convenienteCosa richiede: in fatto di accessori, la piattaforma Ar 15 è un invito alla creativitàPerché comprarla: prezzo basso, alta tecnologia, buone finitureCon chi si confronta: con lo Smith & Wesson M&P15 nella versione con pistone e con il Sig 516.

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vanti), mentre sui lati e inferiormente presenta una serie di fori filettati per l’installazione di eventuali slitte Picatinny optional. Il diametro dell’astina da un lato all’altro è, quindi, senza slitte Picatinny aggiun-tive installate, di soli 40 millimetri, mentre la larghez-za sul piano verticale, dalla sommità della Picatinny all’estremità inferiore, è di 56 millimetri. Il cuore del sistema è, però, rappresentato senz’altro dal sistema di presa gas, del tutto originale e innovativo. Il gas viene spillato dal solito foro sulla canna e convoglia-to attraverso una valvola regolabile a quattro posizio-ni. La valvola ha ugelli di diametro crescente e l’e-stremità frontale è zigrinata e forata (per usare una cartuccia o una chiave Allen come utensile in caso di sporco intenso) per consentire la rotazione manuale. Quando la valvola è in posizione “0”, la presa di gas è cieca e l’arma funziona a ripetizione manuale; in posizione “1”, “2” e “3”, la valvola si apre su ugelli via via più grandi, aumentando progressivamente l’afflusso di gas al pistone e consentendo, così, di tarare il ciclo di sparo in funzione della cartuccia utilizzata. Ruotando, infine, la valvola in modo da far coincidere la freccetta con la linea di fede sulla som-mità della slitta Picatinny, è in posizione di smontag-

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gio: basta far scorrere il perno orizzontale posto dietro la valvola, e si sfila direttamente quest’ultima insieme al pistone di presa gas. Dell’asta di arma-mento (quella che materialmente spinge sul portaot-turatore), con la propria molla di recupero, non è invece prevista la rimozione. Una volta tolta la val-vola e il pistone, la sede di quest’ultimo può essere agevolmente pulita con uno scovolo. Concentrica alla valvola di presa gas c’è una molletta a lamina, che ha lo scopo di mantenere la valvola nella posi-zione prescelta, inserendosi in apposite tacche circo-lari. Inizialmente questo ritegno a molla è piuttosto duro, ma con un minimo di rodaggio (monta, smon-ta, gira che ti rigira e così via) si raggiunge il giusto grado di frizione, né troppo né troppo poco. La rego-lazione della presa gas è intuitiva: si comincia con la posizione “2” e si spara qualche colpo, se l’ali-mentazione è fiacca e l’espulsione dei bossoli av-viene marcatamente all’indietro, si passa al livello “3”; se il funzionamento è brusco e si riscontra un’espulsione in avanti, invece, si passa al livello “1”. Semplice, no? Lo scopo di tutto ciò è garantire la perfetta fluidità di funzionamento, senza ecces-sivo stress per le parti e senza sollecitare oltre il

La canna ha passo di rigatura di un giro in 9 pollici, pari a 229 millimetri

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1. e 2. La valvola ha quattro posizioni (contrassegnate da “0” a “3”), più una quinta per lo smontaggio. In quest’ultima posizione, la parte piatta della valvola combacia con la propaggine del gas block e, sfilando il perno orizzontale, si può rimuovere il tutto.

3. La chiave del sistema è la presa di gas con pistone a corsa corta e valvola regolabile, per consentire l’aggiustamento “di fino” del ciclo di sparo sulla munizione impiegata.

4. La valvola estratta dalla sua sede con il corto pistone di presa gas. L’asta di armamento con la molla di recupero non è accessibile e non ne è prevista la rimozione.

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necessario il tiratore, assicurando così la massima controllabilità. In estrema sintesi, allo sparo una parte dei gas viene spillata dal foro nella canna e convogliata alla valvola, fino a spingere violente-mente all’indietro il pistone; quest’ultimo spinge a sua volta l’asta di armamento che trasmette il proprio moto al portaotturatore. Quest’ultimo, grazie a un profilo a camme, fa ruotare la testina otturatrice disimpegnando le sue alette di chiusura dalle rispet-tive sedi nel prolungamento della culatta, quindi la trascina all’indietro estraendo ed espellendo il bos-solo. La distensione della molla di recupero riporta in avanti in complesso, sfilando un colpo dal cari-catore e camerandolo. Tutte le componenti chiave del sistema (interno della presa di gas, pistone, portaotturatore e otturatore) sono cromate. Inoltre, la parte posteriore del portaotturatore è leggermen-te sovradimensionata e arrotondata, allo scopo di minimizzare l’usura derivante dallo scorrimento nella sede del lower che sfocia nella sede del mol-lone di recupero. Questo perché nei sistemi a pisto-ne, la spinta retrograda data al portaotturatore ha anche una componente che si trasmette verso il basso, che può far insorgere un’usura precoce nella

zona posteriore del lower all’imbocco del buffer tube. Con il portaotturatore Ruger, questo aspetto è appositamente controbilanciato e minimizzato dal profilo arrotondato del portaotturatore, a vantaggio della miglior durata.

Mire e scattoNonostante il “primo prezzo”, la carabina Ruger è dotata di serie di mire meccaniche abbattibili. Hanno marchio Ruger anche se ricordano molto da vicino prodotti analoghi realizzati da aziende specializzate (Magpul Mbus in testa), sono fissate alla slittona Pi-catinny superiore per mezzo di viti Allen e sono re-golabili. La diottra a “L”, protetta da alette, prevede due fogliette con foro di dimensioni differenti (più largo per la breve distanza, più stretto per il tiro “in lungo”) e può essere regolata in derivazione agendo sull’apposita ghiera. Il mirino invece, anch’esso pro-tetto da alette, può essere regolato in elevazione fa-cendolo ruotare sul suo stesso asse. Nel complesso si tratta di organi di mira più che dignitosi, fermo restando che la lunga slitta Picatinny superiore “in-vita” all’applicazione di dispositivi di mira ottici o elettronici. Per quanto riguarda lo scatto, è un single

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1. Piuttosto ortodossa la testina rotante dell’otturatore, con le sette alette di chiusura.

2. Portaotturatore e otturatore sono cromati. Nella parte superiore del portaotturatore si nota la piastra che riceve l’urto dell’asta di armamento.

3. La parte posteriore del portaotturatore è arrotondata e dimensionata appositamente per evitare un’usura precoce della parte antistante il tubo della receiver extension, problema piuttosto comune negli ar con funzionamento a pistone.

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stage più che onesto, non particolarmente leggero ma ben sfruttabile.

La nostra provaLa prova a fuoco si è svolta, come di consueto, nel balipedio interno dell’importatore Bignami. Abbiamo realizzato alcune serie di tiro rapido in appoggio an-teriore alla distanza di 50 metri, utilizzando le mire metalliche in dotazione. Sul nostro banco, due mu-nizioni di buona qualità, le Federal Gold medal cari-cate con palla Sierra matchking di 69 grani e le Ruag Swiss match con palla Fmjbt di 63 grani. Come da manuale, abbiamo iniziato il ciclo di sparo sul “2” e con entrambe le cartucce abbiamo riscontrato grande

dolcezza di funzionamento ed espulsione praticamen-te perpendicolare all’arma, quindi non abbiamo rite-nuto di variare la posizione della valvola. Lo smon-taggio di quest’ultima e del pistone per la pulizia è del tutto agevole, inizialmente è stato un pochino più ostico il rimontaggio perché la molletta a lamina di ritegno è vincolata a un collare concentrico alla val-vola medesima e, finché quest’ultima non è a posto, tende a oscillare perdendo la posizione. Con un mi-nimo di pratica, l’ostacolo si supera e tutto fila liscio. Buone le finiture generali, un plauso particolare me-rita, a nostro avviso, l’astina, che si afferra davvero con efficacia grazie al ridotto diametro e, in virtù delle nervature orizzontali, offre un buon grip. Pur

PROVA canna rigata Ruger Sr556E calibro .223 Remington

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1. La parte inferiore dell’upper, con l’estremità posteriore dell’asta di armamento.

2. abbastanza normale il lower, unica deroga il ponticello, di tipo maggiorato.

3. L’astina copricanna è tonda e sottile, molto piacevole al tatto ed eccellente per una presa salda.

4. L’arma è dotata di calcio collassabile e, come optional, oltre alla lunga slitta picatinny superiore, è possibile agganciarne altre tre sui lati e sotto l’astina.

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Munizioni commercialiMarca Tipo palla Peso palla (grs) V0 (m/sec) E0 (joule) E0 (kgm)Federal Sierra Matchking 69 899 1.807 184,2

Swiss match Fmjbt 63 905 1.672 170,4

Nota: dati ufficiali comunicati dalle aziende.

Scheda tecnica tabella baliStica

risultato può agevolmente dimezzarsi. Ruger ha rea-lizzato qualcosa di diverso dal solito Ar 15 e, con il proprio sistema a pistone, ha dimostrato di entrare nel mondo della meccanica Stoner con il necessario bagaglio culturale e con le idee molto chiare. L’idea di offrire una versione entry level, giusta in assoluto, è addirittura fondamentale in un momento storico come questo, caratterizzato da una drammatica in-certezza economica. Le finiture sono più che digni-tose, i receiver sono forgiati e il funzionamento è non solo impeccabile, ma anche personalizzabile. Non c’è molto altro che si possa chiedere a un Ar...

Produttore: Ruger, www.ruger.comDistributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.itModello: Sr556ETipo: carabina semiautomaticaCalibro: .223 RemingtonFunzionamento: a recupero di gas con pistone a corsa corta e valvola regolabile, otturatore a testina rotanteAlimentazione: caricatori bifilari tipo StanagNumero colpi: 29 (5 dopo il decreto 121/13)Canna: lunga 16,12 pollici (409 mm), rotomartellata, rigatura a sei principi destrorsi con passo di un giro in 9 pollici (229 mm)Lunghezza totale: da 832 a 914 mmScatto: singolo stadio, a specifiche militariPercussione: cane internoSicura: manuale a due posizioni sul lato sinistro del fustoMire: mirino pieghevole regolabile in altezza, diottra a “L” pieghevole regolabile in derivazione, slitta Picatinny a tutta lunghezza a “ore 12” per l’installazione di ottiche o red dot, ulteriori slitte Picatinny a ore “3”, “6” e “9” disponibili a richiestaMateriali: lega leggera di alluminio, canna e otturatore in acciaio al carbonio, calciatura e impugnatura in polimeroFiniture: anodizzazione nera opaca; pistone, interno del blocco di presa gas, otturatore e portaotturatore cromatiPeso: 3.350 grammiAccessori di serie: custodia morbidaPrezzo: 1.482 euro, Iva inclusa

avendo mani piuttosto grandi, spesso non ci troviamo del tutto a nostro agio con le astine tipo A2 in poli-mero e le ormai dilaganti multirail in molte circostan-ze sono piuttosto pungenti. Ecco, quindi, che un’a-stina metallica poco spigolosa e del giusto diametro, sa far subito la differenza! Le rosate sono risultate grosso modo sovrapponibili: quattro colpi in 25 mil-limetri con le Federal Gold medal, quattro colpi in 30 millimetri con le Ruag. In entrambi i casi, com-plice la poca confidenza con lo scatto, il quinto colpo è andato a prendersi un caffè al bar. Ovviamente, con l’installazione di un’ottica anche solo passabile, il

Rosata di quattro colpi in 25 mm ottenuta a 50 metri con le mire metalliche in dotazione, utilizzando munizioni Federal Gold medal 69 grs.

Quattro colpi in 30 mm con le Ruag Swiss match con palla Fmjbt di 63 grs.

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L’arma è dotata di serie di mire meccaniche pieghevoli, ispirate alle Magpul Mbus e similari, ma con logo Ruger ben in evidenza.

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