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72 La Caccia al Cinghiale - N° 81 - Settembre-Ottobre 2014 ISNYun altro mondo Reportage Portiamo la nostra carabina Sauer 303 Black Velvet calibro 308 Winchester, da più di quattro mesi sottoposta a dure prove, ad una ispezione di controllo presso lo stesso produttore, per farla esaminare dopo quasi cinquecento colpi esplosi senza alcuna pulizia e senza inceppamenti. Cronaca della visita agli stabilimenti armieri di Isny, che raggruppano i marchi Sauer, Blaser e Mauser, nella Germania Meridionale. Una realtà completamente diversa da quanto si vede in Italia.

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72 La Caccia al Cinghiale - N° 81 - Settembre-Ottobre 2014

ISNYun altro mondo

Reportage

Portiamo la nostra carabina Sauer 303 Black Velvet calibro 308 Winchester, da più di quattro mesi sottoposta a dure prove, ad una ispezione di controllo presso lo stesso produttore, per farla esaminare dopo quasi cinquecento colpi esplosi senza alcuna pulizia e senza inceppamenti. Cronaca della visita agli stabilimenti armieri di Isny, che raggruppano i marchi Sauer, Blaser e Mauser, nella Germania Meridionale. Una realtà completamente diversa da quanto si vede in Italia.

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Oggi è domenica 22 giugno, sono partito in mattinata per andare l’indomani a visitare gli stabi-

limenti di Sauer, a Isny, nella Germania meridionale, vicino alla frontiera austria-ca. Con me ho portato anche la carabina Sauer 303 Black Velvet che ho ricevuto in prova, ormai sono arrivato a quasi cin-quecento colpi esplosi senza pulirla e senza aver riscontrato alcun tipo di mal-funzionamento, voglio che gli stessi pro-duttori le diano un’occhiata e credo che i miei amici tedeschi siano ancora più curiosi di me. Ho seguito le indicazioni del navigatore che mi fa passare dalla Svizzera mentre io volevo invece fare il

Brennero e l’Austria, e purtroppo sono in coda da Como, devo attraversare tutta la Confederazione Elvetica percorrendo il passo del Piccolo San Bernardino. Insie-me a me, migliaia di turisti tedeschi sulla via del rientro dalle loro vacanze rendono il percorso trafficato, lento, lentissimo, a tratti addirittura bloccato. Stamani, quan-do sono partito intorno alle 10, l’ora di arrivo sul navigatore indicava soltanto le 15,30, ma in realtà in quel momento ero ancora bloccato sui valichi elvetici, arri-vando finalmente a Isny soltanto quando erano oramai le sette di sera.Comunque faceva bel tempo, ed inoltre, ormai sulla via di arrivo, avevo visto un ristorantino con un bel dehor esterno, per cui lasciati i bagagli in albergo sono ritornato un poco indietro verso l’Italia, per mangiare al fresco un buon filetto di maiale al formaggio con gnocchi di pata-te, insalata e due fresche e spumeggianti birre weissen. Mi sono concesso anche se non dovevo una grappa Williams, d’al-tronde qui come in Francia sono mesci-

A fianco, la sede Sauer di Isny, nella Germania meridionale.Qui sopra, Burkhard Bonarius ci mostra uno dei calci selezionati a disposizione del “custom shop” di Sauer. Per la modello 202 sono disponibili calciature in noce selezionato fino a “Grado 11”.

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tori civilizzati, al contrario di noi questo concentrato di gusto e di calore lo ten-gono giustamente in frigo, anche d’inver-no... In ogni caso decido di andare a letto presto, visto che l’indomani mattina mi aspetta Burkhard Bonarius di Sauer, che ha organizzato la mia prova di affidabilità della 303 Black Velvet calibro 308 Win-chester coordinando il tutto con l’impor-tatore italiano Bignami di Ora (Bz) e che vuole sapere fin nei minimi particolari come sta andando il test.Alle 9 del 23 giugno sono finalmente den-tro la famosa e centenaria azienda Sauer: mi aspettavo un vecchio edificio con an-nessi capannoni industriali, paesaggi an-neriti ed inquinati e cataste di container fuori dell’azienda, ma qui siamo ad Isny, in Germania, in un modernissimo polo industriale realizzato completamente ex novo, qui le armi si fanno secondo con-cetti produttivi diversi da quelli italiani e di conseguenza tutto è più razionale,

In alto, Burkhard Bonarius ci mostra la nuova Modello 101 Forest, con mire adatte alla caccia in battuta, che sarà disponibile a partire dai mesi di settembre-ottobre 2014. Qui sopra, alcune apparecchiature necessarie al controllo della qualità delle diverse componenti delle carabine Sauer, realizzate da fornitori esterni. Solo le canne vengono prodotte da un’azienda del gruppo, la Blaser.

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pulito ed asettico, all’esterno non vi è modo di capire che tipo di attività si svol-ga dentro i complessi industriali. Ad Isny sono concentrati tre giganti dell’industria armiera come Sauer, Blaser e Mauser, ma da fuori nulla fa intuire l’attività svolta da queste aziende e soprattutto quanto im-portante sia il giro di affari generato da questi marchi. Ad accogliermi trovo Burkhard Bonari-us, che mi fa fare subito un giro dentro gli impianti Sauer: quello che mi colpi-sce subito è che, pur entrando nel cuore dell’azienda, non vi è traccia né odore di olio lubrificante, prima indicazione che caratterizza le italiche officine armiere, testimone della presenza delle macchi-ne utensili, del lavoro semi artigianale e dell’aggiustaggio con la lima fine e la tela abrasiva. Qui, non vi è dubbio, siamo to-talmente su un altro pianeta, qui le strate-gie aziendali e lo sguardo strategico sono puntati al futuro e non al passato, ormai forse superato. A Isny, nel gruppo Sauer, Blaser e Mauser, si ragiona in maniera ef-ficiente e pragmatica, ma comunque nel pieno rispetto delle tradizioni teutoniche (garantendo quindi prodotti di qualità e prestigio indiscussi) e con l’obiettivo, or-mai raggiunto, della totale razionalizza-zione di tutti i processi produttivi.L’edificio della Sauer è talmente compat-to che tutto il complesso mi sta dentro la visuale dell’obiettivo della reflex ed alla mia specifica domanda Burkhard mi in-forma che Sauer conta soltanto una cin-quantina di dipendenti. Mica male, per uno dei giganti mondiali nel panorama delle carabine da caccia di alta gamma!Ma quello che mi sorprende di più è il modo in cui le famose carabine vengono realizzate. Sauer riceve le canne, sottopo-ste a strettissimi controlli di qualità e re-alizzate da modernissime martellatrici a freddo, dalla consorella Blaser. Questa è l’unica componente realizzata all’interno del gruppo, mentre le altre parti arrivano da fornitori esterni, per cui Sauer prov-vede al solo assemblaggio delle diverse carabine, realizzate con componenti che non vengono prodotti in proprio ma sono realizzati fuori: dunque non c’è una vera

In alto, una vista dell’officina di montaggio Sauer: impiegati ed operai lavorano a stretto contatto. Qui sopra, un operaio specializzato procede al

montaggio dello scatto “Black Magic Trigger” di un modello 303. Ogni operaio prende in carico una scatola contenente tutte le componenti e

provvede al montaggio fino a che l’arma ultimata funzioni perfettamente.

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è effettivamente del tutto curata a mano, poiché viene montata in ogni sua com-ponente da un solo operaio super spe-cializzato, che ne controlla la qualità e l’affidabilità sotto ogni aspetto e non la abbandona fino alla sua perfetta e fina-le messa a punto effettuata nel poligono interno. Tutta questa procedura apparen-temente semplice ma in realtà assai de-licata può realizzarsi soltanto grazie alla grande razionalità progettuale delle cara-bine Sauer, che permette una tale sempli-ficazione produttiva che consente di rea-lizzare carabine che, per la loro elevata qualità, precisione ed affidabilità posso essere realizzate economicamente, ma che al tempo stesso, grazie all’intervento dell’aggiustatore specializzato, sono de-stinate per le prestazioni che garantiscono alla fascia elevata del mercato. Una tale procedura costruttiva in grado di generare elevati guadagni può realizzarsi soltanto se il progetto è assolutamente semplice e razionale, se la professionalità degli ope-rai specializzati è ai massimi livelli e solo se ogni fornitore, da quello delle viti del-la calciatura a quello dell’otturatore, del pacchetto di scatto o della canna, rispetti totalmente le specifiche. Ovviamente non vi è nessun problema per la qualità e la precisione assoluta del-le canne, che vengono realizzate come già detto da Blaser che fa parte dello stes-so gruppo industriale di Sauer, ma tutto il resto delle componenti, tra cui gli ot-turatori ed i gruppi scatto, elementi sicu-ramente critici di ogni carabina, vengo-no prodotti da affidabili fornitori esterni e semplicemente assemblati dagli operai specializzati dell’azienda. Insomma, una apparentemente semplice procedura pro-duttiva che, se sembra funzionare benis-simo nella organizzatissima Germania nel gruppo Sauer, Blaser e Mauser, da noi in Italia creerebbe molto probabilmente tantissimi problemi per la generale flut-tuante affidabilità dei fornitori esterni.Dopo un primo giro nell’azienda accom-pagnati da Burkhard ci raggiunge per un saluto ed un breve incontro anche Mathias Klotz, general manager di Sauer, con cui parliamo della genesi della cara-

e propria officina meccanica, dentro il complesso di Sauer non viene in realtà lavorato nulla, non vi è un solo tornio o una fresa, ci sono soltanto delle organiz-zate e pulitissime stazioni di montaggio condotte da operai altamente specializ-zati, dove vige uno strettissimo controllo della qualità di ogni singola componente e le carabine vengono assemblate e tarate con cura per realizzare infine un prodotto che, anche grazie ad un eccellente opera-to di marketing, ha elevata qualità e indi-scusso prestigio e che è destinato ad una clientela sofisticata. Sembra un controsenso dopo quanto det-to, ma ogni carabina prodotta da Sauer

Isny: un altro mondo

Qui sopra, siamo ormai giunti alla fine del montaggio di una carabina Sauer 303: l’operaio specializzato, che ha curato ogni fase del montaggio, procede infine al controllo del peso di scatto di un “Black Magic Trigger”.

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bina semiautomatica Sauer 303. Mathias è particolarmente interessato al nostro test, poiché la semiauto della sua azien-da è senza dubbio il prodotto più discus-so della gamma proposta dal marchio Sauer, razionalmente basata su soli tre modelli che tuttavia, grazie alle innume-revoli versioni disponibili, sono in grado di coprire la totalità delle aspettative del mercato. Vediamo quali sono le armi realizzate da Sauer: la 101, bolt action destinata alla fascia media del mercato presentata nel 2013; la 202, bolt action che mira alla fascia medio-alta uscita sul mercato nel 1993; la 303, in produzione dal 2006, carabina semiautomatica di alto livel-lo non solo adatta alla caccia in battu-ta ma anche, grazie allo speciale scatto alleggerito “Black Magic Trigger” da soli 950 grammi ed alla precisione intrinse-ca, alla pirsch (ovvero la caccia vagante o alla cerca) o, anche, entro certi limi-ti, alla caccia di selezione, ovviamente accoppiata ad un’ottica idonea ed utiliz-zata entro distanze ragionevoli, comun-que inferiori a quelle ipotizzabili per una

“bolt action” (secondo noi non oltre i 200 metri, meglio 150).Mathias Klotz mi parla della nascita del-la modello 303, che ha seguito da vici-no. Nel 2006 usciva il primo modello, prodotto in calibro 300 Winchester Ma-gnum, che però manifestò alcuni proble-mi, soprattutto di alimentazione. Fu così affrontato il problema ridisegnando il ca-ricatore ed inoltre venne deciso, dall’in-gegner Bastian Rothe che coordinava il progetto di “resyling” della 303, di passa-re dall’otturatore a quattro alette di chiu-sura con angolo di apertura di 90° a quel-lo, più razionale, pratico e veloce a sei alette di chiusura, con angolo di apertura di 60°. Nasceva così nel 2009 la seconda generazione della Sauer 303 e da allora i malfunzionamenti sono stati, a detta del produttore, del tutto eliminati. Così almeno sembra per quanto riguarda la 303 Black Velvet in mio possesso, che finora, a quasi cinquecento colpi esplosi senza pulirla, non si è mai inceppata.Ormai mi sono dilungato troppo, per cui mi rendo conto, amici lettori che conti-nuate a seguire la mia prova della Sauer

Una Sauer 202 in serie limitata, con carcassa

in acciaio, incisioni manuali e legni ultra

selezionati.

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Isny: un altro mondo

In alto, una fase delle prove di tiro effettuate presso gli stabilimenti Sauer con la modello 303 che analizziamo da alcui mesi. Finora abbiamo sparato quattrocentoottanta colpi senza registrare inceppamenti o malfunzionamenti e senza pulire l’arma.

Qui sopra, le due rosate con cartucce RWS Silver Seletion effettuate all’inizio della prova, a canna nuova: a sinistra, venti colpi a 50 metri con arma in appoggio e visore Zeiss Compact Point; a destra, otto colpi a cento metri, sempre con arma in appoggio,

realizzata montando l’ottica da battuta Zeiss Victory HT 1,1-4 x 24 con ingrandimento 4. Due colpi strappati in alto.Nell’altra pagina, il sistema ad aria compressa utilizzato da Sauer per raffreddare le canne durante le prove.

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303, di potervi parlare poco diffusamente della mia visita alla Blaser ed alla Mauser effettuata il 23 giugno, con la promessa di ritornare a parlare di queste due azien-de nei prossimi numeri.Ora, prima di concludere, devo darvi conto dei colpi esplosi, arrivati come detto a 480 senza alcun inceppamento, senza pulizia e senza la minima lubrifi-cazione.Ci eravamo fermati a 160 lo scorso nu-mero, sparando venti RWS Silver Selec-tion, venti Geco Teilmantell, venti RWS Evo Green e cento Norma JagdMatch.Durante la nuova sessione di prove, che ha comportato l’esplosione di 320 car-tucce, abbiamo utilizzato, per mettere a dura prova la nostra Sauer 303, cen-to cartucce MFS Full Metal Jacket da 150 grs, molto economiche (dieci euro a scatola) e destinate solo a far muovere il cinematismo e sporcare il sistema di recupero dei gas, altre ottanta RWS Evo Green ed altre ottanta Geco Teilmantell.Le ultime sessanta cartucce le abbiamo sparate a Isny, nei poligoni della Sauer, sotto lo sguardo attento di Burkhard Bo-narius. In questa ultima sessione abbia-

mo sparato sessanta Brenneke TUG con palla da 11,7 grs (180 grs). Anche in que-sto caso nessun malfunzionamento e pre-cisione, visto che sparavamo dal banco con la morsa da tiro, eccellente.Insomma, finora tutto bene, attendiamo le prossime prove (in programma cartucce Sako e Remington) che svolgeremo que-sto agosto, prima della stagione venatoria. Dopo avervi dato conto di quanto sparato fino ad oggi vi devo mostrare finalmen-te le rosate iniziali, realizzate a 50 metri con punto rosso Zeiss Compact Point ed a 100 metri con ottica Zeiss Victory HT 1,1-4 x 24 utilizzando cartucce RWS Sil-ver Selection calibro 308 Winchester con palla EVO da 184 grs grani che potete ve-dere pubblicate qui a fianco.Per finire questa volta devo inoltre risol-vere il mistero di cui parlavo nello scor-so numero: la Sauer 303 si inceppa se si spara con la carabina inclinata a destra o sinistra? La nostra sicuramente no, e credo che questa sia soltanto una leggenda che questa carabina, chissà perché, si porta addosso.

a.c.

Per raffreddare le cannedurante le prove di tiro

si pompa aria compressanella camera di scoppio.