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CACCIARE A PALLA 54 ARMI M archio noto per la realiz- zazione di armi di qualità elevata e prezzo acces- sibile, Česká Zbrojovka nasce nel 1936 a Uherský Brod, cittadina della Moravia sud-orientale, come costola di una società delle officine Škoda. L’azienda madre, che aveva ottenuto lusinghieri risultati nei primi tre decenni del Novecento grazie alla produzione di armi (prima come Jihoceská Zbrojovka, poi come Česká Zbrojovka Strakonice), nel 1929 si trovò nella necessità di diversificare la produzione e scelse di concentrarsi nei settori di cicli e motocicli. Un po’ di storia Ma già dopo pochi anni la vocazi- one originaria tornò a farsi sentire insieme ai venti di guerra che spaz- zavano l’Europa e si decise di tornare alla produzione di armi: il 22 luglio 1936 il consiglio comunale di Uher- ský Brod autorizzava la costruzione di un nuovo stabilimento sul proprio territorio, il 28 luglio iniziava la sua costruzione, il 2 gennaio dell’anno successivo partiva ufficialmente la produzione. Con la fine del secondo conflitto bellico, l’azienda segue il destino di tante altre realtà eco- Senza limiti CZ HA 550 Hunter calibro 300 Winch. Mag. nomiche rimaste in orbita sovietica: viene nazionalizzata, seguendo un itinerario industriale che la porterà a cambiare formalmente più volte proprietario, ma rimanendo sempre sotto il controllo del potere politico centrale. La produzione di questi anni, pesantemente condizionata dagli interessi militari dell’alleanza cui la Cecoslovacchia si trova a fare parte, verrà indirizzata su un binario che, da Mosca, manterrà sempre una certa autonomia. Con il collasso del sistema politico e coercitivo che ruotava attorno all’Unione Sovietica, CZ può trasformarsi in un’azienda competitiva, attiva sul mercato glo- bale. Questo avviene il 1 maggio 1992 con la fondazione di Česká Zbrojovka a.s. (PLC), Uherský Brod, una società per azioni. La Cecoslovacchia, dei vari paesi appartenuti al Patto di Varsavia, è sempre stato uno dei più autono- mi, indipendenti, quasi renitenti ad accettare le implicazioni che l’appartenenza al blocco dominato dall’Unione Sovietica comportava. Questa originalità, che porterà a fatti tristemente noti come l’epilogo della cosiddetta Primavera di Praga, permise di mantenere un’industria ben viva e diversificata nonostante l’invadenza del sistema comunista. Il rifiuto dell’omologazione sovi- etica che i cecoslovacchi seppero difendere nonostante tutto, alla caduta del Muro, fu il punto di forza che permise a CZ, unico marchio dell’Est europeo, di imporsi prepo- tentemente sul mercato globale con prodotti originali e di qualità. La produzione attuale Attualmente CZ è attiva con il suo stabilimento europeo, ora in Repub- blica Ceca, e dal 1997 con CZ-USA, un’azienda dislocata negli Stati Uniti, a Kansas City (KS), che cura distribuzione e riparazione delle ar- mi destinate al mercato americano e possiede (dal 2005) il marchio Dan Wesson. Ha un catalogo che include pistole, fucili a canna liscia, carabine semiautomatiche e a ripetizione ordinaria che distribuisce in oltre 100 paesi nel mondo. Estremamente ampia l’offerta di armi da caccia, presentate in un assortimento in grado di coprire tutte le esigenze di carattere venatorio. Nel segmento della canna rigata, l’offerta attuale include carabine a percussione cen- trale ad azione corta (il modello La versione HA Hunter del modello 550 di CZ è pensata per chi abbia la necessità di insidiare la selvaggina sulle più lunghe distanze. L’impostazione classica e un calibro adeguato ne fanno uno strumento micidiale a un prezzo, tutto sommato, estremamente interessante testo di Matteo Brogi foto di Gianluigi Guiotto

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M archio noto per la realiz-zazione di armi di qualità elevata e prezzo acces-

sibile, Česká Zbrojovka nasce nel 1936 a Uherský Brod, cittadina della Moravia sud-orientale, come costola di una società delle officine Škoda. L’azienda madre, che aveva ottenuto lusinghieri risultati nei primi tre decenni del Novecento grazie alla produzione di armi (prima come Jihoceská Zbrojovka, poi come Česká Zbrojovka Strakonice), nel 1929 si trovò nella necessità di diversificare la produzione e scelse di concentrarsi nei settori di cicli e motocicli.

Un po’ di storiaMa già dopo pochi anni la vocazi-one originaria tornò a farsi sentire insieme ai venti di guerra che spaz-zavano l’Europa e si decise di tornare alla produzione di armi: il 22 luglio 1936 il consiglio comunale di Uher-ský Brod autorizzava la costruzione di un nuovo stabilimento sul proprio territorio, il 28 luglio iniziava la sua costruzione, il 2 gennaio dell’anno successivo partiva ufficialmente la produzione. Con la fine del secondo conflitto bellico, l’azienda segue il destino di tante altre realtà eco-

Senza limitiCZ HA 550 Hunter calibro 300 Winch. Mag.

nomiche rimaste in orbita sovietica: viene nazionalizzata, seguendo un itinerario industriale che la porterà a cambiare formalmente più volte proprietario, ma rimanendo sempre sotto il controllo del potere politico centrale. La produzione di questi anni, pesantemente condizionata dagli interessi militari dell’alleanza cui la Cecoslovacchia si trova a fare parte, verrà indirizzata su un binario che, da Mosca, manterrà sempre una certa autonomia. Con il collasso del sistema politico e coercitivo che ruotava attorno all’Unione Sovietica, CZ può trasformarsi in un’azienda competitiva, attiva sul mercato glo-bale. Questo avviene il 1 maggio 1992 con la fondazione di Česká Zbrojovka a.s. (PLC), Uherský Brod, una società per azioni.La Cecoslovacchia, dei vari paesi appartenuti al Patto di Varsavia, è sempre stato uno dei più autono-mi, indipendenti, quasi renitenti ad accettare le implicazioni che l’appartenenza al blocco dominato dall’Unione Sovietica comportava. Questa originalità, che porterà a fatti tristemente noti come l’epilogo della cosiddetta Primavera di Praga, permise di mantenere un’industria

ben viva e diversificata nonostante l’invadenza del sistema comunista. Il rifiuto dell’omologazione sovi-etica che i cecoslovacchi seppero difendere nonostante tutto, alla caduta del Muro, fu il punto di forza che permise a CZ, unico marchio dell’Est europeo, di imporsi prepo-tentemente sul mercato globale con prodotti originali e di qualità.

La produzione attualeAttualmente CZ è attiva con il suo stabilimento europeo, ora in Repub-blica Ceca, e dal 1997 con CZ-USA, un’azienda dislocata negli Stati Uniti, a Kansas City (KS), che cura distribuzione e riparazione delle ar-mi destinate al mercato americano e possiede (dal 2005) il marchio Dan Wesson. Ha un catalogo che include pistole, fucili a canna liscia, carabine semiautomatiche e a ripetizione ordinaria che distribuisce in oltre 100 paesi nel mondo. Estremamente ampia l’offerta di armi da caccia, presentate in un assortimento in grado di coprire tutte le esigenze di carattere venatorio. Nel segmento della canna rigata, l’offerta attuale include carabine a percussione cen-trale ad azione corta (il modello

La versione HA Hunter del modello 550 di CZ è pensata per chi abbia la necessità di insidiare la selvaggina sulle più lunghe distanze. L’impostazione classica e un calibro adeguato ne fanno uno strumento micidiale a un prezzo, tutto sommato, estremamente interessante testo di Matteo Brogi

foto di Gianluigi Guiotto

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Senza limitiCZ HA 550 Hunter calibro 300 Winch. Mag.

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variegata che, al momento, include gli allestimenti Standard, Lux e Me-dium Lux, Exclusive, Varmint (an-che in versione con calcio laminato), FS, American, Predator, Magnum Standard e Magnum Lux. In questa varietà di modelli, ciascuno destinato per calibro e allestimento a insidiare prede diverse in differenti contesti venatori, la versione HA Hunter si colloca in quella che gli americani chiamano Long Range Hunting, caccia a distanze che, il nostro ap-proccio etico, ci fa definire estreme. La carabina in questione, infatti, ga-rantisce rosate contenute nel minuto d’angolo fino a 600 yarde (550 metri), tipiche di strumenti pensati più per il tiro bench rest che non per la caccia. Questa caratteristica è en-fatizzata anche a livello estetico da una canna di profilo che potremmo definire semi-bull, con una sezione piuttosto abbondante, che va a ras-tremare verso la volata fino a un dia-metro minimo di 17,5 mm.

Un invito a un utilizzo corretto A costo di apparire pedanti, ci preme sottolineare che questa pre-cisione degna di un’arma da tiro non dovrebbe essere considerata un invito a insidiare prede a dis-tanze siderali (quali ci sembrano 550 metri) quanto, piuttosto, una sicurezza all’abbattimento pulito a distanze oneste ed etiche (i 300 metri già ci sembrano eccedere dal limite accettabile). Se è difficile pi-azzare un buon colpo a 300 metri, infatti, quando si arrivi a raddop-piare questa distanza entrano in gioco variabili molto complesse, che soltanto un tiratore molto esperto in condizioni meteorologiche e morfologiche del terreno ben con-osciute è in grado di dominare con consapevolezza. La Hunter, nonos-tante la canna pesante, presenta un profilo filante molto ben riuscito, asciutto. La canna tende a renderlo appena più goffo del normale, ma

527 nelle sue varianti), media (modelli 550 e 557) e magnum (an-cora il modello 550). Nel confron-tarsi con un mercato sempre più glo-bale, CZ ha avuto la capacità di scrol-larsi di dosso la nomea di produttore efficiente ma grossolano, che è ancora spesso associata alle realtà dell’Europa Orientale, riuscendo, al tempo stesso, a mantenere prezzi concorrenziali. Questo, grazie alla realizzazione di stabilimenti estrema-mente moderni dotati di macchine a controllo numerico che riescono a mantenere alti sia i ritmi di produzi-one sia la qualità del prodotto.

Il modello 550 HA HunterL’ultima carabina che abbiamo avuto l’opportunità di provare è il mod-ello 550 HA Hunter, conosciuto sul mercato americano come Ultimate Hunting Rifle. Arma sviluppata at-torno al disegno 550, pesantemente tributario del progetto Mauser K98, appartiene a una linea di carabine

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lo stile CZ non ci sembra soffrirne particolarmente. Quel che ne sof-fre, semmai, è il peso che, con i suoi 3.950 grammi, eccede di oltre 6 etti quello dell’allestimento Standard che, per inciso, non è proposto nel 300 Winchester Magnum della Hunter. L’arma provata va quindi a inserirsi in un contesto venatorio molto specifico, dove le proprietà balistiche del calibro Winchester so-no necessarie, se non indispensabili, e si presta più a un uso in appoggio, magari da altana, che non alla cac-cia vagante, dove anche pochi etti possono fare la differenza per il go-dimento pieno di una giornata per boschi e monti.

La meccanicaLa meccanica, si diceva, ricalca quella della carabina Mauser, ap-pena rivisitata per porsi al passo con il progresso tecnologico. Si basa quindi su un otturatore con due alette in testa di generose dimen-sioni, una delle quali funge anche da estrattore; un’ulteriore chiusura è attuata posteriormente dal manu-brio dell’otturatore, che impegna la meccanica dell’arma. La parte inferiore dell’otturatore prevede uno scasso in grado di consentire lo sfogo degli eventuali gas che doves-sero sprigionarsi a causa di una rottura del fondello o dell’innesco; nell’occorrenza di questo malaugu-

1.

La CZ 550 HA Hunter è dotata di scatto registrabile con stecher alla francese; spingendo in avanti il grilletto si riduce a 800 grammi la pressione di sgancio2.

Il serbatoio, non estraibile, contiene 4 colpi; vi si accede premendo il pulsante posto davanti al ponticello, così da far basculare il fondello in avanti3.

La canna presenta un profilo semi-bull rastremato con una sezione di 17,5 mm alla volata; la volata è incassata per proteggere la parte terminale della rigatura da eventuali urti

rato evento, i gas si disperderebbero verso il basso, attraverso il vano del caricatore, proteggendo il viso del cacciatore. L’otturatore monta il percussore, la cui coda protrude dalla sua parte posteriore quando armato; questo dettaglio offre un’indicazione sia visiva sia tattile di un’arma pronta a fare fuoco. Il corpo dell’otturatore è costituito da due parti: quella posteriore, bruni-ta, ingloba il manubrio e può essere smontata per accedere al percussore e alla sua molla mediante pressione su un bottone posto sul suo lato sin-istro; a sinistra è posizionata anche

la leva che ne permette lo svincolo dall’azione. La parte anteriore dell’otturatore è invece finita a bas-toncino, con un contrasto piacevole con il resto dell’arma, cui dona un elemento di ricercatezza. Tutto l’importante componente è realiz-zato per asportazione da un blocco d’acciaio forgiato mediante macchi-ne a controllo numerico. Alla destra dell’otturatore è posto il comando della sicura a due le posizioni (su richiesta è disponibile una versione a tre posizioni); la sicura, secondo lo schema più classico, blocca sia la catena di scatto sia l’otturatore.

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Pacchetto di scatto e cannaPer quanto riguarda lo scatto,

coerentemente con la destinazione dell’arma, quello della HA 550 Hunter è regolabile (per peso, corsa del grilletto, collasso di retroscatto), munito di stecher alla francese; lo si attiva spingendo in avanti il grilletto e riducendo, in questo modo, la pressione di sgancio da circa 2.000 a 800 grammi. Ancora un valore piut-tosto elevato, se paragonato a quello di altre armi dotate del dispositivo, ma sufficiente contenuto per i tiri meditati. Caratteristica peculiare della Hunter, come anticipato, è la canna. Ottenuta per martellatura, è lunga 600 mm, presenta una sezi-one ad andamento tronco-conico, ha una rigatura con passo di 10 pollici e non offre alcuna dotazione di mire metalliche. L’acquisizione del bersaglio è quindi demandata

4.

Abbiamo provato la carabina CZ in abbinamento a un cannocchiale prodotto da Meopta, il Meostar R1 4-16x44. Le torrette alte consentono la regolazione del punto d’impatto a passi di un quarto di MOA. La carabina garantisce una precisione sub MOA fino a 600 yarde5.

Sulla destra dell’arma è posto il comando a due posizioni della sicura che blocca, quando attivata, molla di scatto e otturatore. Quando armato, dalla coda dell’otturatore protrude la parte terminale del percussore6.

L’otturatore di tipica derivazione Mauser monta due alette di generose dimensioni, una delle quali funge anche da estrattore. Una terza chiusura è garantita dal manubrio. La finitura prevede brunitura e un trattamento a bastoncino per la parte anteriore del componente7.

L’autore della prova impegnato in poligono8.

Rosata di tre colpi ottenuta in appoggio a 100 metri con munizionamento commerciale Nosler Accubond con palla da 180 grani

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a un cannocchiale di puntamento applicabile alla culatta mediante la scina da 19 mm su questa macchina-ta in due sezioni a cavallo della fin-estra dell’otturatore. Ai due ponti si può applicare una base monopezzo in lega, con attacchi alti integrali, di produzione CZ. Il vincolo con l’arma è garantito da 4 viti tipo Torx e, sul punte posteriore, da un incas-tro che impedisce agli attacchi di scivolare a seguito del corposo rin-culo del .300 Winchester Magnum. Sulla Hunter che abbiamo provato presso il poligono dell’importatore italiano, Bignami, era montato un cannocchiale variabile Meopta Meo-star R1 4-16x44, anch’esso di fabbri-cazione ceca, una buona ottica per tiri fino a lunghe distanze. La volata è lievemente incassata per preserva-re la rigatura da danni conseguenti ad eventuali urti. Il caricatore è del tipo fisso a serbatoio e ha la capacità di 4 cartucce, con il fondello bascu-lante incernierato al suo estremo anteriore, oltre la guardia del gril-letto. Interessante la calciatura, in noce, fornita di poggia-guancia in stile bavarese e calciolo in gomma morbida. Presenta zigrinature al la-ser con un disegno a foglie stilizzate piuttosto moderno nell’estetica; il t SO

profilo dell’astina è schiacciato per migliorare la stabilità nel tiro in appoggio. Sui lati della calciatura sono presenti due perni passanti, contraddistinti da teste a croce, che permettono di distribuire l’energia del rinculo in maniera ottimale, preservando il legno da sollecitazio-ni troppo intense.

La prova a fuoco Abbiamo provato la 550 HA Hunter alla distanza di 100 metri, in po-ligono, in appoggio, con muniz-ionamento commerciale Nosler con palla Accubond Spitzer da 180 grani, una buona soluzione per la caccia agli ungulati più grandi (Nosler produce il caricamento con palle di peso compreso tra 125 e 220 grani). La carabina ha offerto performance eccellenti, con rosate strettissime dei primi due colpi, ma soffrendo leggermente il terzo, si-curamente a causa del riscaldamen-to della canna e al fenomeno della migrazione termica. Comunque sia, le rosate ottenute sono state superlative, confermando come l’allestimento Hunter possa essere identificato come uno tra i più precisi di tutta la gamma 550. Il rin-culo, nonostante il calibro, è stato

comunque sopportabile, lo scatto eccellente per pulizia e prevedibil-ità sia se usato diretto sia impiegan-do lo stecher: le prove a 100 metri non hanno permesso di apprezzare differenze sostanziali in termini di rosata, confermando che la catena di scatto è molto ben congegnata e ancor meglio realizzata. Questa carabina si pone di diritto tra le migliori del segmento e può com-petere senza complessi d’inferiorità con armi di produzione europea o ben più costose.

Per informazioni: www.bignami.it

Costruttore: CZImportatore: BignamiModello: HA 550 HunterTipo: carabina bolt action a ripetizione manualeCalibro: 300 Winchester magnumCaricatore: 4 colpiSistema di scatto: scatto diretto regolabile, stecher alla franceseOrgani di mira: basi per il montaggio dell’otticaSicurezze: cursore manuale a 2 posizioniLunghezza canna: 600 mmLunghezza totale: 1.135 mmMateriali: acciaio, calciatura in legno di noceFinitura: brunitura lucida per le parti d’acciaioPeso: 3.950 grammiPrezzo: 1.684 euro (indicativo)

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