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B&T APC9 CAL. 9X21IMI 052 L a svizzera Brügger & Thomet è azienda attenta alle esigenze di mercato e si colloca in una nicchia che, da una parte, guarda al settore mili- tare e law enforcement come suo primario sbocco commerciale ma, dall’altra, non disdegna quello civile. Due anni fa ab- biamo parlato del modello TP9, versio- ne civile del MP9, una pistola mitraglia- trice compatta e leggera in calibro 9 mm che interesse ha suscitato sin dalla sua comparsa, avvenuta nel 2004. Quel dise- gno e quell’architettura sono diventati la base per lo sviluppo di un vero e proprio sistema d’arma che, successivamente, ha portato allo sviluppo di due carabine, i modelli APR (Advanced Precision Rifle 7,62 mm NATO / .308 Winchester e .338 Lapua) e SPR (Special Purpose Rifle, 5,56 mm NATO / .223 Remington, un caricamento che compie un passo signi- ficativo verso la standardizzazione del sistema d’arma delle truppe). Il sistema è completato da un lancia-granate da 40 mm, modello GL06, e dalla Advanced Police Carbine 9 (APC9), annunciata nel 2011 e solo da pochi mesi disponibi- le sul mercato nazionale mediante una versione civile che, evidentemente, è calibrata nel 9x21 mm consentito dalla nostra legislazione ed è priva del sistema di ripetizione automatica. Quest’ultima arma, la più giovane della famiglia, è quella che abbiamo avuto l’occasione di provare nel corso di una delle nostre periodiche visite presso Bignami, l’im- portatore italiano di B&T. Quattro versioni Nell’analizzare la APC9 è necessario pre- mettere che ne esistono 4 versioni. Quella da noi fotografata è la Carbine, che diffe- risce dalla SMG (SubMachine Gun) uni- camente per l’assenza del dispositivo per il tiro selettivo e il calibro; dove consenti- to dalle leggi, anche la Carbine è camerata in 9x19 mm, ma questo è certamente un dettaglio secondario stante la sostanziale Nata per gli im- pieghi militari e di polizia, l’Advanced Police Carbine è ora disponibile anche per il mercato civile, in calibro 9 mm così come in .45 ACP. Strumento di com- promesso tra l’arma da fianco e quelle da spalla, propone un’architettura consolidata in una veste molto ben pensata sotto il profilo ingegneristico e produttivo di Matteo Brogi Ottima via di mezzo La finestra d’e- spulsione; sono visibili le tre viti che, insieme con le altrettante di- sponibili sul lato sinistro dell’arma, bloccano la canna all’upper receiver

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La svizzera Brügger & Thomet è azienda attenta alle esigenze di mercato e si colloca in una nicchia

che, da una parte, guarda al settore mili-tare e law enforcement come suo primario sbocco commerciale ma, dall’altra, non disdegna quello civile. Due anni fa ab-biamo parlato del modello TP9, versio-ne civile del MP9, una pistola mitraglia-trice compatta e leggera in calibro 9 mm che interesse ha suscitato sin dalla sua comparsa, avvenuta nel 2004. Quel dise-gno e quell’architettura sono diventati la base per lo sviluppo di un vero e proprio sistema d’arma che, successivamente, ha portato allo sviluppo di due carabine, i modelli APR (Advanced Precision Rifle 7,62 mm NATO / .308 Winchester e .338 Lapua) e SPR (Special Purpose Rifle, 5,56 mm NATO / .223 Remington, un caricamento che compie un passo signi-ficativo verso la standardizzazione del sistema d’arma delle truppe). Il sistema è completato da un lancia-granate da 40 mm, modello GL06, e dalla Advanced Police Carbine 9 (APC9), annunciata nel 2011 e solo da pochi mesi disponibi-

le sul mercato nazionale mediante una versione civile che, evidentemente, è calibrata nel 9x21 mm consentito dalla nostra legislazione ed è priva del sistema di ripetizione automatica. Quest’ultima arma, la più giovane della famiglia, è quella che abbiamo avuto l’occasione di provare nel corso di una delle nostre periodiche visite presso Bignami, l’im-portatore italiano di B&T.

Quattro versioniNell’analizzare la APC9 è necessario pre-mettere che ne esistono 4 versioni. Quella da noi fotografata è la Carbine, che diffe-risce dalla SMG (SubMachine Gun) uni-camente per l’assenza del dispositivo per il tiro selettivo e il calibro; dove consenti-to dalle leggi, anche la Carbine è camerata in 9x19 mm, ma questo è certamente un dettaglio secondario stante la sostanziale

Nata per gli im-pieghi militari e di polizia, l’Advanced Police Carbine è ora disponibile

anche per il mercato civile, in calibro 9 mm così come in .45 ACP. Strumento di com-promesso tra l’arma da fianco e quelle da spalla, propone un’architettura consolidata in una veste molto ben pensata sotto il profilo ingegneristico e produttivo

di Matteo Brogi

Ottima via di mezzo

La finestra d’e-spulsione; sono visibili le tre viti che, insieme con le altrettante di-sponibili sul lato sinistro dell’arma, bloccano la canna all’upper receiver

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La B&P APC9 in cali-bro 9x21IMI; APC sta per Advanced Police Carbine. L’impugnatu-ra verticale a sgancio rapido B&T si aggan-cia alla slitta inferiore; il suo impiego facilita l’uso dell’arma e ne aumenta la precisione

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sovrapponibilità delle prestazioni balistiche dei due calibri. Terza versione dell’arma è la Sporting Carbine, con can-na da 410 mm anziché da 175 mm come nella standard; questa, come il quarto allestimento (ACP9-P Carbine con canna

che popolano la categoria, a tutto vantag-gio della portabilità. Rappresenta un ide-ale trait d’union tra due tipologie di stru-menti con destinazioni operative molto differenti. Altra caratteristica saliente dell’APC9 è il calibro adottato, il 9 milli-metri di cui si è già detto. Anche in questo caso, B&T ha fatto la scelta di utilizzare un munizionamento “standard” in ambi-to Nato (ma non solo) così da semplifica-re la logistica di approvvigionamento di quei reparti che intendano adottare i suoi prodotti. E ha implicitamente scelto un calibro più adatto ad un impiego urbano densamente abitato, do-ve le migliori prestazio-ni balistiche terminali del 5,56 mm sono per lo più sovrabbondanti

da 240 mm), non è attual-mente distribuita in Italia. È inoltre necessario segnalare che l’arma, nonostante porti il nome di Carbine, carabina non è, bensì una pistola, con

tutto quello che ne consegue in termini di detenzione e impiego. L’APC9 si colloca in una nicchia com-merciale non molto frequentata. Le sue dimensioni, infatti, sono decisamente superiori a quelli di un’arma corta indivi-

duale e ben inferiori rispetto ad un tipico fucile da 5,56 mm. Rientra propriamente nel segmento delle pistole mitragliatrici con quote, però, leggermente più conte-nute rispetto ad altri modelli

Il mirino flip up, quando non utilizzato, scompare all’in-terno di un recesso opportunamente ricavato nella parte anteriore della slitta superiore; è bloccato all’arma me-diante una spina elastica

I caricatori da 10 e 15 colpi forniti a corredo; in totale, nella dotazione ne sono presenti 3. Sono realizzati in po-limero semi-trasparente per facilitare l’individuazione dell’autonomia residua dell’arma

Vista della parte posteriore della slitta superiore, dove si trovano il punto rosso di Aimpoint e, anch’essa incas-sata quando non in uso, la diottra registrabile

Sul lato destro del lower receiver sono collocati i comandi di sgancio del ca-ricatore, dell’otturatore e la sicura. La collocazione degli stessi ricalca quella della piattaforma M16

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procedure di produzione, ridurre i costi e invogliare gli addetti amministrativi e alla logistica di eserciti e agenzie di polizia ad acquistare tutti i prodotti della Casa. La base del sistema è quanto di meno creativo si possa forse immaginare... Anche l’APC presenta, infatti, una struttura che molto ricorda quella della piattaforma M16 / AR15, con due receiver che contengono tutta la meccanica dell’arma. Il tributo all’ormai storico fucile d’assalto americano si concretizza in qualcosa di più che una semplice somiglianza: nell’arma che abbia-mo provato, il pacchetto di scatto era un prodotto after market di Timney Triggers specifico per l’AR15. A questa componen-te, che potremmo definire “tradizionale”, si affiancano soluzioni ingegneristiche di pri-mo piano e procedure produttive “svizze-re”, in linea quindi sia con le aspettative che è legittimo riporre nei prodotti B&T che con l’accuratezza meccanica solitamente associabile ai manufatti elvetici, in un mix molto interessante. La base della piattafor-ma ha dalla sua una notevole flessibilità che ha permesso di arrivare anche all’APC con una certa coerenza di pensiero.

La meccanica Si basa su un sistema a chiusura labile operato da un otturatore molto leggero, in grado di garantire – nella versione militare dell’arma – una cadenza di tiro dichiarata di 1.080 colpi al minuto. Il disegno dell’ot-turatore è semplice, così da facilitarne la produzione e ridurre i costi, ma non nega la raffinatezza di una manetta d’armamen-to reversibile, in grado quindi di acconten-tare tutti i possibili tiratori. L’assorbimento del rinculo è demandato, oltre che alla massa dell’otturatore, alla resistenza della molla di ritorno e da un ammortizzatore idraulico solidale al calciolo. L’otturatore rimane in posizione di apertura una vol-ta esploso l’ultimo colpo contenuto nel caricatore. Se, rispetto alla versione SMG, l’otturatore non cambia, quello che cam-bia è il selettore di tiro, che presenta solo le due posizioni di arma pronta a sparare e in sicura. La sicura si aziona a cane armato. Da quello che si è appreso dalla letteratura disponibile, la versione militare dell’arma presenta una leva che agisce su una serie di fessure ricavate lungo la canna, un ten-tativo ingegnoso di smaltire le pressioni in eccesso in mancanza di munizionamento subsonico nel caso dell’impiego di un

e spesso causa di indesiderati effetti col-laterali. Per gli appassionati della potenza a tutti i costi, B&T produce la stessa ar-ma in calibro .45 ACP (APC45, curiosa somiglianza di acronimi), anch’essa già disponibile in Italia seppure con un so-vrapprezzo di oltre 400 euro.

Basata sull’MP9Si è scritto che l’APC appartiene a un siste-ma d’arma, quello inaugurato dal modello MP9. Alla base di questo progetto c’è la volontà di creare una famiglia di stru-menti che condivida alcuni componenti e numerosi princìpi, così da semplificare le

L a t o s i n i s t r o dell’arma con, in evidenza, la ma-netta d’armamen-to dell’otturatore, reversibile

L’arma prova-ta montava un dispositivo di scatto Timney Triggers da 3 libbre pensato per la piattafor-ma AR

Sul lato sinistro è posto il pulsante che permette l’abbattimento del calcio

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silenziatore, per cui l’APC è predispo-sta. Questo sistema, oltre a semplificare ancora una volta il lavoro di chi si occupa dell’approvvigionamento per le truppe, si fa molto apprezzare in quei contesti in cui sia effettivamente improbabile reperire cartucce subsoniche.L’arma è realizzata mediante l’accoppia-mento di due gusci. Il lower receiver è in polimero, con il calcio a pistola integrale; la cavità interna di quest’ultimo è chiusa da uno sportellino così da ricavare un piccolo vano per il trasporto di piccoli attrezzi e materiali per la manutenzione. In posizione coerente con la disposizione tipica della piattaforma M16 sono dispo-sti il comando della sicura, il pulsante di sgancio del caricatore e quello di sgancio dell’otturatore; è interessante notare che tutti i comandi sono presenti su entrambi i lati. Il vano del caricatore presenta un pro-filo tale da facilitare l’inserimento del com-ponente: nella dotazione dell’arma sono disponibili tre caricatori in polimero, da 10 e 15 colpi, semi-trasparenti; la versione militare dell’arma usa anche caricatori da 20 – 25 e 30 colpi. Opportune asole rinfor-zate vanno a ospitare i perni passanti che vincolano questo componente all’upper receiver. Quest’ultimo è realizzato in robu-sta lega d’alluminio e presenta una finitura

satinata conse-guente al processo di anodizzazione cui è sottoposto. Vi è ricavata la finestra d’espulsione sul lato destro e presenta due gruppi di viti con testa Torx (3 per lato) che vanno a bloccare la canna al castello. La parte posteriore del blocco dei due receiver si raccorda con il calciolo, abbat-tibile; anch’esso realizzato in polimero,

presenta vari punti d’ancoraggio per le cinghie di trasporto. La versione SMG dell’arma è disponibile anche con calciolo Helmet Stock, disegnato in maniera tale da non intralciare l’uso dell’arma da parte dell’operatore che vesta elmetto balistico e giubbotto anti-proiettile.

Un marchio giovane

Giovane azienda nel settore delle armi, Brügger & Thomet (ora B&T) ha saputo costruirsi una solida reputazione in po-chissimi anni. Fondata nel 1991 da Karl Brügger e Heinrich Thomet a Thun, in Svizzera, si è inizialmente concentrata nella distribuzione sul territorio elvetico di armi e accessori d’importazione (HK, Aimpoint, Surefire tra gli altri) e nella produzione di componenti per armi militari; silenziatori, attacchi per ottiche destinate ad impieghi tattici, rail furono i primi prodotti sviluppati e commercializzati in proprio. Successivamente, tecnici e ingegneri svizzeri s’impegnaro-no nell’ottimizzazione di sistemi d’arma di altri produttori, forti di una collezione di 500 diverse armi d’impostazione prettamente militare che furono e continuano a essere utilizzate come modello e fonte d’ispirazione. L’abbandono dell’avventura imprenditoriale da parte di Thomet non ha scoraggiato l’altro fondatore dell’azienda, attualmente unico proprietario, a tentare nuove strade, che nel 2004 si sono concretizzate nel lancio dei primi modelli di una completa linea di armi. Prima realizzazione di questo nuovo corso fu la pistola mitragliatrice MP9 (TP9 in versione civile) ispirata alla TMP 9 mm di Steyr; a essa seguiranno la carabina sni-per modello APR nelle sue varie versioni, la carabina SPR (Special Purpose Rifle), il lancia-granate da 40 mm modello GL06 e la pistola mitragliatrice APC, questa in calibro 9 mil-limetri e .45 ACP. Tutte armi di evidente destinazione milita-re, innovative per il principio di modularità che sta alla base dei progetti che le ispirano.

Smontaggio da campagna del-la ACP9

Vista frontale dell’otturatore; la sua concezione è semplice ma ef-ficace e concorre a rendere la APC uno strumento semplice da manu-tenere e da produrre

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Accessori a volontàLa parte anteriore del blocco presenta la bellezza di 4 slitte Picatinny NAR (Nato Accessory Rail). La superiore e l’inferiore sono solidali all’upper receiver, pertanto d’alluminio, mentre le due laterali sono vincolate a questo mediante due viti cia-scuna e sono realizzate in plastica; la scelta è evidentemente condizionata dalla logica di risparmiare peso e contenere i costi e non è incoerente se si pensa che le due slit-te più importanti, quelle destinate a ospi-tare i sistemi di puntamento, sono proprio la superiore e l’inferiore, con le laterali generalmente sfruttate per l’aggancio di sistemi d’illuminazione o altri accessori che non richiedono azzeramento. La slitta inferiore può anche essere utilizzata per o-spitare un’impugnatura verticale a sgancio rapido. Da segnalare che la APC monta di serie un punto rosso Mil-spec Aimpoint TL con punto da 4 MOA; si tratta di uno strumento di grande qualità, imperme-abile fino a 25 metri, del peso di soli 105 grammi, alimentato da una batteria tipo

CR2032 al litio che garantisce 50.000 ore d’uso (quasi 6 anni d’accensione continua). Perfettamente incassate nella slitta superiore, così da preservarne l’az-zeramento, sono presenti mire metalliche tipo flip up, con una diottra registrabile in deriva e alzo. Di prim’ordine la dotazione che include – oltre al punto rosso e ai 3

caricatori – un’impugnatura verticale, la cinghia per il trasporto e un kit di pulizia e manutenzione.

il test in poligonoLa prova a fuoco ha dimostrato le qua-lità che l’ACP9 faceva presagire durante il maneggio; l’arma ha dimostrato di essere perfettamente brandeggiabile e docile grazie agli efficaci sistemi di assor-bimento del rinculo di cui è dotata. La conformazione con calcio e impugnatura anteriore verticale hanno consentito di ottenere rosate molto concentrate, cui ha probabilmente contribuito anche lo scat-to Timney da 3 libbre.

costruttore: Brügger & Thomet AG, Thun, Svizzera, www.brugger-thomet.chimportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: APC9tipo: pistola semiautomatica a chiusura labilecalibro: 9x21IMIAlimentazione: caricatore da 10-15 colpicongegno di scatto: azione singolaorgani di mira: mire metalliche flip up, punto rosso Aimpoint Micro TL (4 MOA)Sicurezze: sicura automatica al percussore, sicura manuale ambidestraimpugnatura: in polimero solidale al lower receiver, calciolo amovibile collassabileLunghezza canna: 175 mmDimensioni: lunghezza 379/597 mmPeso: 2.500 gMateriali: alluminio per l’upper receiver, polimero per il lowerFinitura: brunitura opacaPrezzo: 2.510 euro

B&t APc 9

LM

Rosata di 5 colpi ottenuta a 15 metri, a mano libera, con munizionamento com-merciale Geco FMJ da 125 grani

Lato sinistro dell’ACP9

L’autore dell’articolo in un momento della prova a fuoco

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