Red weatherbyvanguardsyntheticserie2 2013

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Weatherby è un produttore relativamente giovane – la sua storia inizia solo

al termine del Secondo conflitto mondiale – ma che ha saputo rita-gliarsi una posizione significativa nel selettivo mercato americano. Un’intu-izione e corrette pratiche industriali hanno reso l’azienda fondata da Roy Weatherby un caso da studiare nel settore armiero; le sue armi, infatti, seppero in brevissimo tempo conqui-starsi una fama al limite del mito no-nostante un prezzo sufficientemente elevato da non renderle appannaggio di tutti ma neppure esclusive. Tutto insisteva sull’azione Mark V ideata dal fondatore e la finitura dei fucili marchiati con la tipica W di Wea-therby. Una W che, da una parte, non doveva confondersi con quella di uno dei tanti blasonati concor-renti, Winchester, dall’altra diventò sinonimo di armi funzionali, caratte-ristica in cui gli americani eccellono, e raffinate, sostantivo che invece è assai più difficile spendere per prodotti d’Oltreoceano. Insomma, presentata la sua azione Mark V, Roy visse di rendita per un quarto di secolo. Poi, si sa che l’americano ha sempre biso-gno di confrontarsi con nuove sfide, lo stesso Roy decise che era giunto il momento di estendere la platea dei suoi estimatori con una nuova gamma di prodotti, che dovevano mantenere le solite caratteristiche di eccellenza della casa ma ad un prezzo sensibil-mente inferiore. Inutile dire che, se siamo qui a parlarne, la sfida fu af-frontata e vinta. Nel 1970, Weather-by presentò al mercato americano la

serie di carabine Vanguard. Non più dotate dell’originalissima azione Mark V a 6 o addirittura 9 tenoni (per i cali-bri magnum), la nuova arma montava un’azione d’ispirazione Mauser con sole due alette, era stata sottoposta ad una generalizzata semplificazione

produttiva che ne riduceva la com-plessità e i costi industriali. Da status symbol dei cacciatori più raffinati (e ricchi) e oggetto dei sogni dei meno abbienti, la W di Weatherby si democraticizzò – come si usa dire – e andò a insidiare quote di mercato in segmenti che precedentemente non le erano propri. E, particolare degno di nota, andò a farlo con A

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MOA gArAntitOLa seconda serie della carabina Vanguard di Weatherby attualizza un modello di grandi pregi balistici e altrettanto grandi successi commerciali. Un nuovo calcio, uno scatto a due tempi migliorato e i pregi dell’azione Vanguard ne fanno uno strumento più che mai attuale e affidabile

testo di Matteo Brogi, foto di Gianluigi Guiotto

A sinistra: il comando della sicura a 3 posizioni è facilmente azionabile con il pollice; sono disponi-bili le posizioni F (fuoco), S (scatto e otturatore bloccati), U (scatto bloc-cato, ottura-tore libero di muoversi)

Sotto: l’appendice di scatto comanda uno scatto a due tempi regolabile mediante un registro posto sotto alla calciatura

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prodotti dalle caratteristiche tecniche e balistiche proprie di armi ben più costose.

I 16 caLIBrI deLLa serIe VanGUardLa nuova serie sarà vista con una certa sufficienza dagli appassionati Weatherby della prima ora, che le rimprovereranno il fatto di non essere fornita in nessuno dei calibri sviluppati da Roy e tanto apprezzati dai cacciatori americani. Questa lacuna sarà colmata nel 1988 da Ed, figlio del fondatore e a lui succeduto alle redini dell’azienda nel 1983. Ed stimolerà la nascita di qualche nuovo calibro (tre, tra 1989 e il 1998, quelli che andranno ad aggiungersi ai 12 ideati da Roy tra il 1945 e il 1968) e investirà energie in questa carabina, che in breve diventerà un best seller in un fiorire di varianti, versioni, allestimenti speciali. A ottobre 2011 quest’evoluzione ha raggiunto il suo apice con la presentazione della Van-guard Series 2 cui appartiene l’arma che abbiamo provato nel poligono a 100 metri del suo importatore italiano, Bignami. Una prima conside-razione, di carattere commerciale,

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Sopra: il comples-so della guardia e della suola del ca-ricatore è realiz-zato in alluminio; in determinati calibri è possibile sostituirlo con uno in polimero che offre la possi-bilità di utilizzare un caricatore amovibile

La canna da 24 pollici presenta la volata incassa-

ta così da proteggerla da eventuali urti; non sono presenti organi di mira

metallici

L’autonomia del vano carica-tore prevede 5 colpi in .308 Winchester; per altri calibri scende a 3 colpi. Il pulsante di sgancio del caricatore è posto in posizione frontale sulla guardia del grilletto

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Il catalogo Vanguard conta nume-rose varianti. Accanto alla carabina Synthetic standard che abbiamo fotografato, esistono le versioni Stainless, Youth, Combo (fornita con ottica pre-tarata), Carbine, Varmint Special, Sporter, Deluxe, DBM (con caricatore amovibile, disponibile sia in allestimento Synthetic sia Sporter), RC (Range Certified, anche in allesti-mento Varmint). Questa disponibilità

va fatta sull’offerta di calibri della Vanguard; i 16 attualmente a catalogo – dal .223 Remington al .338 Win-chester Magnum – coprono pratica-mente tutte le destinazioni venatorie europee, rendendo quest’arma un vero passepartout per il cacciatore italiano contemporaneo. Tre anche i calibri proprietari Weatherby (.240 WM, .257 WM, .300 WM) in grado di soddisfare gli appassionati più esigenti.

fa sì che la Vanguard S2 si ponga in diretta concorrenza con altre carabi-ne molto blasonate (Remington 700 SPS e Browning X-Bolt, tanto per fare due nomi) mantenendo una posizione privilegiata per finiture e prestazioni balistiche. Caratteristica degna di nota è la capacità di tutte le armi della serie Vanguard – sparando munizioni Weatherby o cartucce top di gamma di altri produttori – di mantenersi alla distanza delle 100 yard entro il MOA (minuto d’angolo), che possiamo tranquillamente approssimare in un pollice (2,54 centimetri). Per le ca-rabine RC – Range Certified questa peculiarità è testata nel poligono del produttore e certificata mediante un’incisione e la consegna all’acqui-rente del bersaglio di prova firmato da Ed Weatherby in persona.

MeccanIca rodataLa meccanica della carabina in esame si basa sull’azione ideata da Roy nel 1970, a sua volta ispirata al disegno Mauser: due tenoni contrapposti consentono di manovrare l’ottura-tore con un movimento rotatorio di 90°. Sull’otturatore, monolitico, sono presenti scanalature longitudi-nali per ridurne il peso e facilitare lo scorrimento e tre fori per lo smal-timento di eventuali gas sviluppatisi per un’eventuale rottura del bossolo. Sono previsti un estrattore ad unghia ed un espulsore elastico. L’otturatore va a sovrammettersi al fondello della cartuccia, inglobando quindi la culatta e formando, insieme alla scatola di culatta, quella struttura a “tre anelli” concentrici che conferisce massi-ma resistenza al sistema. Su questa azione si sono andate ad innestare le migliorie che hanno portato alla se-conda serie della carabina Vanguard. Anzitutto la calciatura in polimero Griptonite, che presenta inserti in gomma morbida su astina e pistola per facilitare la presa in condizioni di umidità e basse temperature. La pala del calcio è di tipo Montecarlo e termina con un calciolo in gomma morbida molto confortevole. La se-conda caratteristica più rilevante

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roy Wheatherby ha creato la sua azienda attorno a un’intuizione che, negli anni Quaranta, rappresentava una scelta in controtendenza: la sua filosofia venatoria, infatti, privilegiava la combinazione di palle leggere spinte ad altissime velocità anziché quella all’epoca imperante (pesanti palle spinte a velocità assai più basse). Nell’assoluto deserto di soluzioni balisticamente accettabili per raggiungere il suo scopo, Roy partì dallo sviluppo di nuovi calibri Magnum ad altissime prestazioni: dal .220 Rocket Magnum introdotto nel 1945 ai calibri .257 / .270 / .300 (1945), .228 / 7 mm / .357 (1947), .378 (1956), .460 (1959), .340 (1963), .224 (1964), .240 (1968), .416 (1989), .30-278 (1996) .338-378 (1998)

Weatherby Magnum. In questa fase iniziale della sua carriera, mr Wheatherby s’impegnò a ricamerare per le sue cartucce carabine di altri produttori e a produrre i suoi fucili sfruttando azioni Mauser; solo nel 1957 presenterà la sua azione che diventerà famosa nel mondo come Mark V. Dotata di 6 alette per i calibri standard e addirittura 9 per quelli Magnum, la Mark V è tuttora considerata tra le azioni più robuste disponibili sul mercato, sufficientemente originale in un settore dove è difficile inventare qualcosa di nuovo. Nel 1970, per accedere a un mercato più vasto, svilupperà anche l’azione Vanguard, che della Mark V conserva molti punti di forza ma consente di attuare dei risparmi considerevoli in fase di produzione; i puristi non la considereranno una vera carabina

Weatherby fino al 1988, quando con l’introduzione dei .270 WM e .300 WM furono adottati i primi calibri proprietari Weatherby. Negli anni l’offerta Weatherby si è progressivamente allargata e ora include una linea completa di fucili semiautomatici e a pompa a canna liscia. La comunicazione con l’esterno dell’azienda di Paso Robles, Califonia, è affidata alla Weatherby Collectors Association, che riunisce la comunità di collezionisti del marchio, e alla Wheatherby Foundation International, il cui scopo è informare i non cacciatori sul ruolo della caccia etica in un contesto di conservazione ambientale.

Wheatherby, la storia

Dall’archivio Weatherby: Roy Wheather-by, fondatore dell’azienda, con John Wayne

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della Series 2 è la presenza di un nuovo pacchetto di scatto tipo Match a due tempi, con componenti in lega leggera; scelta poco praticata nel settore venatorio, si rivela estre-mamente vantaggiosa, a parere di chi scrive, anche a caccia. In fin dei conti, il tiro tipico che si effettua con un’arma di questa categoria è sempre e necessariamente meditato e pre-senta notevoli punti di contatto con quello sportivo, accademico e non. La pressione di sgancio è registrabile tra un limite inferiore di 2,5 libbre e uno superiore di 5 (1.150 – 2.300 grammi circa): un intervallo suffi-cientemente ampio per soddisfare le preferenze di un’ampia schiera di caccia-tori. Per procedere con la regolazione è necessario rimuovere il calcio. A sentire chi ha provato la Vanguard prima serie, il nuovo scatto ha migliorato sensibilmen-te l’azione di sgancio.

sIcUra perfezIonataAccanto a questa miglioria è stato necessario introdurre qualche modifica anche alla sicura manuale, che ora presenta tre posizioni con quella intermedia (non presente in precedenza) che va a bloccare lo scatto ma non l’otturatore, che può quindi essere azionato per camerare o estrarre una cartuccia dalla came-ra (le altre posizioni sono, evidente-mente, quella di sparo e quella che

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A sinistra: il calcio presenta delle inserzioni in gomma che ne facilitano la presa e aumentano il comfort; un calciolo morbido incrementa il comfort di tiro

L’otturatore presenta numerose vie di fuga dei gas che dovessero sfuggire posteriormente nella malaugurata ipotesi di un cedimento del bossolo o dell’innesco; la sicurezza è massima. Lungo il corpo monolitico dell’otturatore sono ricavate delle scanalature che lo alleggeriscono e facilitano lo scorrimento

La faccia dell'otturatore presenta due alette; sono presenti un estrattore ad un-

ghia e un espulsore caricato elasticamente

WeAtherby VAnguArd Synthetic SerieS 2 cAl. .308 WincheSter

costruttore: Weatherby, www.weatherby.com Importatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: Vanguard – Series 2tipo: carabina bolt action a ripetizione manualecalibro: .308 Winchestercaricatore: 5 colpisistema di scatto: a due tempi regolabile

organi di mira: fori filettati per l’applicazione degli attacchisicurezze: cursore manuale a 3 posizioniLunghezza canna: 610 mmLunghezza totale: 1.118 mmMateriali: acciaio, calciatura in polimerofinitura: ossidazione opacapeso: 3.290 grammi

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blocca sia scatto che otturatore). L’otturatore, per inciso, può essere rimosso agendo su una leva laterale, dove nell’azione Mark V è invece sufficiente agire sul grilletto. La can-na montata è forgiata e martellata a freddo e, per tutti i calibri, lunga 24 pollici, così da soddisfare le esigenze dei calibri Magnum e, a maggior

ragione, di quelli meno prestanti; tra i calibri variano i passi di rigatura che prevedono un giro in 9,5 pollici (7 mm – 08 R e 7 mm RM), in 10” (il gruppo più corposo, dal .240 WM al .338 WinMag), in 12” (.223 R, .308

Win) o in 14” (il solo .22-250 R). Il contatto tra canna e calciatura è limitato a un unico punto, così da la-sciarla libera di vibrare e raffreddarsi più velocemente. Non sono pre-senti organi di mira ma i necessari fori filettati per l’aggancio di slitte e attacchi. Sono comunque disponibili anche canne da 20 e 22 pollici. La volata risulta incassata per proteg-gere da urti e deformazioni la parte terminale della rigatura. Il complesso canna-scatola di culatta è disponibile anche in versione inox. L’autonomia dell’arma è garantita da un serbatoio in grado di contenere 3 o 5 colpi, a seconda del calibro. La sua suoletta è realizzata in alluminio così come la guardia del grilletto. Sulla versione Synthetic DBM e Sporter è invece presente una struttura in polimero in grado di ospitare un caricatore rimovibile da 3 colpi che consente di risparmiare circa 115 grammi sul peso complessivo dell’arma; il Detachable Box Magazine (DBM) è disponibile anche come kit da acqui-stare separatamente (ma solo nei calibri .25-06 R, .270 Win e .30-06 S) per aggiornare carabine Vanguard che ne siano sprovviste, eventual-mente anche della prima serie. Il pulsante di sgancio della suoletta (o del caricatore) è posizionata sulla guardia del grilletto.

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Sotto: lato sinistro della carabina Synthetic Vanguard Series 2

Abbiamo montato sulla carabina un cannocchiale variabile 4-12

Meopro di Meopta

La faccia dell'otturatore presenta due alette; sono presenti un estrattore ad un-

ghia e un espulsore caricato elasticamente

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