Red bruggerethometmp9 2013
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SUB MACHINE GUN
Brügger &Thömet MP9
Bella da morire, e questo non è solo un eufemismo ma un
modo e�cace di descrivere quest’ottima arma funziona
proprio come un’orologio svizzero, terra da cui proviene.
La TMP (Taktische Maschinen-Pistole) viene sviluppata nel
1992 dalla Steyr-Mannlicher A.G. per sostituire nel
suo catalogo la MPi-81, un’arma di derivazione
UZI, con un modello di SMG (Sub Machine Gun)
più moderno e versatile, che possa venire incon-
tro tanto alle necessità delle Forze Armate,
quanto a quelle delle forze di Polizia e di si-
curezza. A�nché il nuovo modello risultasse
il non plus ultra dell’epoca, i progettisti Steyr
seguirono pressoché alla lettera le direttive dello
JSSAP (United States Joint-Service Small Arms Program),
che muoveva all’epoca i primi passi (era attivo da meno di
otto anni), e che aveva da poco portato allo sviluppo di alcu-
ni prototipi basati sulla Heckler & Koch MP5 (SMG-I ed SMG-
II) nonché all’adozione uni�cata della pistola Beretta M92-FS
presso le FF.AA. Statunitensi.
Il progetto ebbe dunque come
risultato la realizzazione di una
PM estremamente compatta (era
priva di calcio, ma equipaggiata
con un’impugnatura anteriore in-
tegrale) caratterizzata da un peso
incredibilmente basso per la sua cate-
goria, un’eccellente controllabilità nel tiro
a ra�ca nonostante il rateo di fuoco elevato
e per l’appunto la mancanza di una calciatura ed
un’ottima compatibilità con puntatori ed altre dota-
zioni opzionali, oltre che per le sue elevatissime doti di
resistenza a qualsiasi genere di condizione ambientale av-
versa. Non si trattava di un’arma da “direct action”, quanto
di uno strumento per la protezione ravvicinata di personale
VIP e per la difesa individuale di operatori sul campo,
e nel corso della sua commercializzazione riscosse un
certo successo tra alcune unità d’intervento rapido, tra cui
gli Eko-Cobra della Polizia austriaca e il Gruppo d’Interven-
to Speciale (GIS) dell’Arma dei Carabinieri. Nonostante ciò,
l’operazione venne considerata di scarso successo facen-
do decidere la fuoriuscita dell’arma
dal catalogo della casa madre ma la
Brügger & Thömet A.G. di Thun non
era dello stesso parere. Nel 2003/2004
propose in diversi Expo anche una
versione denominata TMP-46 came-
rata per la munizione calibro 4,6 x30
mm HK, che impiegava caricatori ri-
curvi da trenta colpi in polimero tra-
slucido ed era munita di un calciolino
retrattile in metallo leggero, e che
però rimase solo un prototipo. La fase
di ripensamento e rielaborazione del
progetto originale continuò �no al
2006, quando �nalmente la Brügger
& Thömet ne lanciò la versione de�ni-
tiva, che oggi conosciamo come MP9.
Canna Rototraslante
Tecnicamente, la MP9 è una pistola-
mitragliatrice funzionante tramite
sfruttamento del rinculo, con ciclo di
fuoco ad otturatore chiuso ma il re-
cupero dell’energia per il riarmo av-
viene tramite un sistema di chiusura
geometrica de�nito “Canna Rototra-
slante”, concepito nella prima parte
del secolo scorso, ma che oggi co-
stituisce il cuore pulsante della serie
Cougar e Px4 Storm della Beretta. In
questo sistema la canna è vincolata in
posizione da tre tenoni, posti subito
davanti alla camera di scoppio; i due
superiori la vincolano all’otturatore,
mentre il terzo inferiore, maggiorato,
è installato in modo da scorrere in
una guida elicoidale nel fusto, subito
di fronte allo scatto, ed agisce come
camma, sulla quale va a scaricarsi la
maggior parte dell’energia del rincu-
lo al momento dello sparo. La scocca
esterna della Brügger & Thömet MP9
è realizzata in un polimero denomi-
nato DCEF 1313, il medesimo mate-
riale in cui sono costruite le calciature
dei fucili Steyr AUG. La MP9 impiega
caricatori di plastica traslucida da
quindici o trenta colpi, e gode di un
brandeggio totalmente ambidestro
grazie alla completa specularità dei
comandi: pulsante di sgancio del cari-
catore, elettore del tiro a tre posizioni
per sicura, colpi singoli o tiro a ra�ca,
installato poco più in alto; comando
dell’Hold-Open; e, sotto il Dust Co-
ver, il comando per lo smontaggio,
disegnato in stile Glock. La manetta
d’armamento dell’otturatore è invece
situata sulla culatta dell’arma ed è in
stile AR-15. Le mire sono integrali al
castello in polimero, e sono realizzate
nel medesimo materiale: la tacca an-
teriore è �ssa, quella posteriore è di
tipo Ghost Ring, ed è totalmente re-
golabile per elevazione e deriva. L’in-
tero castello superiore è attraversato
da una rotaia di tipo Picatinny, per l’in-
stallazione di ottiche. Slitte opzionali
per accessori possono inoltre essere
installate ai lati della scocca, per l’uti-
lizzo di accessori tattici. La B&T MP9,
in�ne, è dotata di serie di un calciolino
pieghevole con fermo a molla, realiz-
zato nello stesso polimero del guscio,
che quando è chiuso riposa sul lato
destro dell’arma e che può fungere
anche da seconda impugnatura. La
sicurezza dell’arma è garantita da una
La B&T MP9 vista da
tre quarti, munita
di ottica Aimpoint
COMP-M2 installata
su rotaia Picatinny
La Brügger & Thömet MP9: compat-
ta e maneggevole per la protezione
personale e di VIP
La B&T MP9 nella fondina tattica in polimero rigido per l’impiego operativo
Pierangelo Tendas - Copyright © Armi Magazine
COMBAT ARMS 59COMBAT ARMS58
Brügger & Thömet
Bignami
MP9
Pistola Semiautomatica
9 mm x19 (Parabellum)
Caricatori prismatici bi�lari a presentazione
singola, in polimero traslucido, della capacità
di 15, 20, 25 o 30 colpi
Tre
anteriore �ssa, posteriore totalmente rego-
labile tipo Ghost Ring, scina MIL-STD-1913
Picatinny per ottiche opzionali
Lunga 150 mm, rigatura sinusoidale a 6 righe destrorse
Totale: 523 mm a calciolo esteso, 303 mm a
calciolo ripiegato
1400 gr
Acciaio, Polimero
Brunite, Nero
SCHEDA TECNICA
Produttore
Distribuito da
Modello
Tipo
Calibro
Alimentazione
Sicure
Mire
Canna
Lunghezza
Peso a vuoto
Materiali
Finiture
“tripletta” di sicure: oltre a quella manuale al selettore, che
interviene sulla catena di scatto, il grilletto è fornito di una
sicura tipo Glock, in forma di un contro-grilletto che non gli
consente di giungere a �ne corsa se l’arma non è impugna-
ta ed esso non è correttamente premuto; in�ne, una sicura
automatica anti-urto ed anti-caduta impedisce lo sgancio
accidentale del percussore sulla camera di scoppio in caso
di shock.
La B & T MP9 al tiro
La principale caratteristica per cui la piattaforma Steyr TMP
acquisì un certo grado di notorietà per l’eccellente control-
labilità nel tiro automatico. Il principio di funzionamento a
canna rototraslante ha certamente il suo ruolo nel ridurre
rinculo e rilevamento entro limiti più che accettabili. Lo
schema TMP non prevede dunque la presenza di una po-
sizione di limitazione della ra�ca controllata sul selettore
(ra�ca da due o tre colpi, presente in molte SMG moderne),
in quanto di fatto non necessaria. Un operatore su�ciente-
mente addestrato potrà rapidamente acquisire padronan-
za su�ciente con la sensibilità del grilletto da poter manda-
re a bersaglio scariche da dieci o quindi colpi con una certa
facilità. Nella B&T MP9, la precisione è ancora migliorata
dalla presenza di un calciolo, che nella TMP originale esi-
steva solo come optional; la Brügger & Thömet dichiara per
l’arma una precisione standard di 2,5 MOA (deviazione di
19 mm su un bersaglio a 25 mt), più che buona per un’arma
ideata speci�camente per la difesa personale e l’ingaggio
a distanze brevissime, dato che la stessa azienda produttri-
ce ne raccomanda l’impiego ad un range massimo di 100
metri.
La MP9 rappresenta senz’altro un punto d’eccellenza nel
panorama delle Sub-Machine Gun, nonché forse una delle
poche armi “per tutte le occasioni” che il combattente mo-
derno e l’operatore delle Forze di sicurezza. Precisa e stabi-
le tanto al tiro semi-automatico quanto a ra�ca, leggera e
facile da portare manifesta o occulta, è una vera Personal
Defense Weapon in quanto questa è la sua principale vo-
cazione operativa. La MP9 risponde alla necessità di una
PDW moderna risolvendo questi due grandi problemi:
la munizione per cui è camerata è la 9 x 19 mm Standard
NATO, per la quale ormai esistono
caricamenti ad alto potenziale lesivo
ed AP in grado di fare e�cacemente
le veci di 5,7 x 28 mm, 4,6 x 30 mm
e quant’altro; la sua impostazione
tecnica è in larga parte quella di una
pistola semi-automatica, con pochis-
simo addestramento opzionale ne-
cessario per il maneggio dei comandi
di diverso tipo (fatta salva la manetta
d’armamento in sti-
le AR-15, che non creerà problemi alla maggior parte degli
operatori); il suo uso è semplice ed istintivo. Sul teatro ope-
rativo afgano, essa è già stata distribuita al contingente por-
toghese inquadrato all’interno della missione ISAF, che si è
così dotato di un’arma da �anco multifunzione moderna ed
e�cace, in grado di sostituire e�cacemente il “parco pisto-
le” �nora in dotazione all’esercito lusitano, ad oggi piuttosto
obsoleto. In un panorama in cui da anni si cerca un adegua-
to sostituto ad alto volume di fuoco per l’arma d’ordinanza
del personale combattente e di Special Forces, forse la MP9
rappresenta una delle migliori scelte possibili, più pratica e
“credibile” di molte blasonate stranezze oggi in commercio.
La MP9 nella sua valigetta di polimero rotomodellato con
imbottitura in schiuma
Marines USA in esercitazione d’abbordaggio ed ispezione di naviglio sospetto: le armi impugnate sono le Brügger &
Thömet MP9-FX da simulazione
B&T MP9 in con!gurazione “per opera-
zioni coperte”: silenziatore, caccia-bosso-
li, ottica a punto rosso ed illuminatore di
bersaglio
La B&T MP9 vista
dal lato sinistro, a
calciolo aperto
Agente di Polizia belga armato di pistola-mitragliatrice
Brügger & Thömet MP9
MateMate
Fini
Tipo
Cali
Alim
Sicu
Mire
d’armamento in sti-
Mire
Canna
Lunghezz
Peso a v
anetta
Alim
SicuSicuSicuSicu
Mire
Cann
Lung
PesoPeso
sti
B&T MP9 in versione Desert
Tan, con rotaie opzionali e
rompi!amma aggiuntivo che
funge da punto d’aggancio per
Laser o torce tattiche
“tripl a” di sic ltr ell ale
SUB MACHINE GUN
COMBAT ARMS 61