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048 I n termini storici, Thompson/Center Arms non può definirsi un marchio antico. Nasce, infatti, nel 1965 per l’incontro di due menti molto brillanti nel settore della produzione industriale e delle armi che, in quell’anno, si trovano ad affrontare esigenze complementari cui dare una risposta. Da una parte c’è Kenneth Thompson, imprenditore atti- vo nel settore delle fusioni a cera persa, che, per affrontare una delle cicliche crisi che colpiscono il mercato, intuisce che è necessario affiancare alla produzione per conto terzi una propria linea di prodotto. La sua azienda (K. W. Thompson Tool), da poco trasferitasi in New Hampshire per sfruttare gli incentivi per l’industria concessi dal locale governo, inizia a pen- sare alla realizzazione di una propria linea di armi, settore nel quale è già attiva con produzioni di componentistica. Dall’altra parte c’è Warren Center, un gun designer che ha sviluppato un’idea interessante e sta cercando un produttore per dare un futuro industriale alla propria intuizione. I due s’incontrano, si piacciono, decidono di unire gli sforzi e, con un significativo sforzo economico, fondano la Thompson/ Center Arms. Due anni dopo arriverà sul mercato statunitense la prima pistola Contender, che riscuote un notevole suc- cesso di vendite e viene declinata in una moltitudine di versioni. Questo successo sarà solo il primo di una felice joint ven- ture che porterà la T/C Arms ad acquisire una leadership indiscussa in settori di nicchia ma molto redditizi. Thompson e Center ne resteranno anima ed ispira- zione fino a quando, a fine 2006, Smith & Wesson Holding Corporation annuncerà l’acquisto per 102 milioni di dollari del marchio e di tutte le strutture così da en- trare in segmenti di mercato (segnatamen- te caccia e avancarica) fino a quel momen- to esclusi dal core business . Con grande sagacia, lo storico – per Smith & Wesson è lecito abusare del termine – marchio ame- ricano lascerà alla ben più piccola azienda acquisita un’ampia libertà operativa che le consente di continuare lo sviluppo di contenuti tecnici innovativi. La carabina Icon racchiude caratteristiche che la rendono uno strumento in grado di svettare – quantomeno per originalità – sul panorama delle classiche carabine ad otturatore a destinazione venatoria. L’abbiamo provata in abbinamento al nuovo calibro .30 TC proprietario che ne esalta doti e performance Concentrato THOMPSON/CENTER ARMS ICON CAL. .30 TC Sulla sinistra dell’azione è riportato il nome del modello, che rappresenta il top della pro- duzione di T/C Arms, prima carabina bolt ac- tion mai prodotta dal marchio americano

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In termini storici, Thompson/Center Arms non può definirsi un marchio antico. Nasce, infatti, nel 1965 per

l’incontro di due menti molto brillanti nel settore della produzione industriale e delle armi che, in quell’anno, si trovano ad affrontare esigenze complementari cui dare una risposta. Da una parte c’è Kenneth Thompson, imprenditore atti-vo nel settore delle fusioni a cera persa, che, per affrontare una delle cicliche crisi che colpiscono il mercato, intuisce che è necessario affiancare alla produzione per conto terzi una propria linea di prodotto. La sua azienda (K. W. Thompson Tool), da poco trasferitasi in New Hampshire per sfruttare gli incentivi per l’industria

concessi dal locale governo, inizia a pen-sare alla realizzazione di una propria linea di armi, settore nel quale è già attiva con produzioni di componentistica. Dall’altra parte c’è Warren Center, un gun designer che ha sviluppato un’idea interessante e sta cercando un produttore per dare un futuro industriale alla propria intuizione. I due s’incontrano, si piacciono, decidono di unire gli sforzi e, con un significativo sforzo economico, fondano la Thompson/Center Arms. Due anni dopo arriverà sul mercato statunitense la prima pistola Contender, che riscuote un notevole suc-cesso di vendite e viene declinata in una moltitudine di versioni. Questo successo sarà solo il primo di una felice joint ven-

ture che porterà la T/C Arms ad acquisire una leadership indiscussa in settori di nicchia ma molto redditizi. Thompson e Center ne resteranno anima ed ispira-zione fino a quando, a fine 2006, Smith & Wesson Holding Corporation annuncerà l’acquisto per 102 milioni di dollari del marchio e di tutte le strutture così da en-trare in segmenti di mercato (segnatamen-te caccia e avancarica) fino a quel momen-to esclusi dal core business. Con grande sagacia, lo storico – per Smith & Wesson è lecito abusare del termine – marchio ame-ricano lascerà alla ben più piccola azienda acquisita un’ampia libertà operativa che le consente di continuare lo sviluppo di contenuti tecnici innovativi.

La carabina Icon racchiude caratteristiche che la rendono uno strumento in grado di svettare – quantomeno per originalità – sul panorama delle classiche carabine

ad otturatore a destinazione venatoria. L’abbiamo provata in abbinamento al nuovo calibro .30 TC proprietario che ne esalta doti e performance

Concentrato

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sulla sinistra dell’azione è riportato il nome del modello, che rappresenta il top della pro-duzione di T/C Arms, prima carabina bolt ac-tion mai prodotta dal marchio americano

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d’innovazionedi matteo Brogi

per la prova della Icon abbia-mo scelto un cannocchiale va-riabile Zeiss Duralyt 3-12x50

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Nonostante sia rappresentato in Italia da Bignami ormai da molti anni, T/C Arms non è un produttore tra i più affermati sul mercato nazionale. Questo principalmente in quanto i suoi prodot-ti-icona, in primis la pistola Contender, non possono essere utilizzati alle nostre latitudini per gli scopi cui sono origina-riamente destinati, la caccia. Secondaria-mente, la produzione ad avancarica, che è il fiore all’occhiello del marchio, non ha trovato un felice terreno di coltura nel Paese di Pedersoli, Pietta, Uberti, che del segmento sono leader italiani ma non solo. Ci voleva quindi qualcos’altro perché T/C Arms s’inserisse tra i nomi importanti e la soluzione fu annunciata il 26 febbraio 2007: si chiamava Icon ed era la prima carabina bolt action mai rea-lizzata dal marchio americano.

la prima volta di T/CLa Icon in questi sei anni di strada ne ha fatta parecchia e alla prima versione (disponibile in .22-250 R, .243 W, .308 W e nell’allora inedito .30 TC) si sono affiancati nuovi calibri e diversi allesti-menti. La concezione dell’arma però non è cambiata e presenta numerosi punti di originalità che andremo ad affrontare parlando dell’esemplare che abbiamo provato presso l’importatore. La carabina Icon presenta forme piuttosto tradiziona-li e una linea filante, slanciata e pulita. A una prima ricognizio-ne estetica spiccano il bel calcio in noce con zigrinature effettuate a macchina ma non per questo meno efficaci o belle da vedere. La

la volata è incassata all’interno del pro-filo della canna così da proteggere il ter-mine della rigatura da eventuali danni

rimosso l’ottu-ratore, mediante uno strumento fornito a corredo, è possibile variare la pressione di sgan-cio del cane da 3,5 libbre (valore im-postato in fabbri-ca) ad un massimo di 5,5 libbre

l’otturatore si smonta facilmente utilizzando l’attrezzo in pla-stica visibile nell’angolo alto, a destra, di questa immagine. sua funzione è quella di vincere la tensione della molla del manu-brio così da poterlo estrarre e procedere con lo smontaggio

la sicura a due posizioni è coadiuvata da un secondo co-mando che provvede al blocco dell’otturatore. la foto mostra l’arma pronta a fare fuoco

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brunitura è opaca per l’azione e lucida, ben realizzata, per la canna.I veri punti di forza sono però nascosti e necessitano di qualche parola in più per essere compresi e comunicati. La Icon è una classica carabina a ripetizione manuale semplice fornita di otturatore girevole-scorrevole. La caduta del cane è

consentita da un’azione di scatto abba-stanza tradizionale il cui peso di sgancio, tarato in fabbrica a 3,5 libbre (poco meno di 1.600 grammi), è liberamente rego-labile da questo valore fino all’estremo superiore di 5 libbre (2.270 grammi).

Bedding brevettatoLa prima vera peculiarità dell’arma è costituita dall’azione. Questa, realizzata

in solido acciaio per asportazione di ma-teriale da macchine a controllo numerico, presenta sul lato in-feriore 3 sedi filettate che ne consentono il vincolo meccanico alla calciatura, mediante altrettante viti, attra-

verso un bedding brevettato in allumi-nio (IBS – Interlok Bedding System). Il legame, grazie a questo sistema, risulta particolarmente rigido e stabile con evi-denti benefici in termini di precisione; è opportuno segnalare come l’Interlok costituisca l’unico punto di contatto tra l’azione e la calciatura, con la canna floa-ted che è libera di vibrare. La parte supe-

riore dell’azione presenta invece due basi integra-te tipo Weaver (denominate Integra Base) per l’aggancio degli anelli porta-ottica o di altri dispositivi di puntamento necessari all’acqui-sizione del bersaglio. Una soluzione che, evidentemente, realizza una piattaforma molto stabile e rigida (non è un caso se utilizziamo gli stessi aggettivi già spesi in precedenza) che va a eliminare una delle variabili del montaggio dell’ottica.

Otturatore con tre tenoniAltre caratteristiche distintive della cara-bina Icon si riscontrano nell’otturatore. Premesso che è realizzato, anch’esso, da una solida barra d’acciaio e ha un profilo ben dimensionato, presenta tre tenoni disposti a 60°, cosa che ne permette una rotazione piuttosto contenuta per effet-tuare tutte le funzioni che a questo im-portante componente sono deman-

Il calibro .30 TC

Sviluppato in collaborazione tra T/C Arms e Hornady, il .30 TC è stato utilizzato per la prima volta proprio sulla carabina fotografata in queste pagine. Costituisce un calibro adatto ad azioni medie realizzato sul bossolo del .308 Winchester ma ridimensionato in lunghezza (1,920” contro 2,015”). Molto interessanti le caratteristiche balistiche: i dati riportati confrontano le prestazioni di questo calibro con quelle del .30-06 Springfield, cui il .30 TC si avvicina; il confronto è stato eseguito utilizzando caricamenti dello stesso produttore (cartuccia Hornady Superformance con palla Intelock da 150 grani SST). Per quanto riguarda la velocità, le tabelle Hornady fanno registrare per il .30 TC una V0 di 914 m/s (rispetto a 887 m/s del .30-06 S), una V200 di 779 m/s (754 m/s) e, a 500 yard, velocità di 598 m/s (577 m/s). Interessante anche il confronto delle Energie sviluppate; E0 di 4.063 J (vs 3.823), E200 di 2.946 J (2.762) e E500 di 1.739 J (1.617). Per quanto riguarda la caduta della palla, con arma tarata a 200 yarde, si registra un guadagno di 3,8 cm a 100 yard (4,3), una caduta di 17,3 (19,6) cm a 300 yard e di 103,3 (111,0) cm a 500 yard. Da notare che queste prestazioni sono ottenute con un 25% di polvere in meno cui corrisponde un rinculo del 15% meno sostenuto. I caricamenti del .30 TC impiegano una nuova polvere sviluppata da Hornady, elemento che in parte falsa il confronto tra i due calibri e non rende immediatamente disponibili questi risultati ai ricaricatori, non essendo questo propellente ancora disponibile per la vendita al minuto. Hornady ha a catalogo tre caricamenti Superformance distinti: due con palla da 150 grani (SST con nucleo in piombo e GMX monolitica) e uno con palla da 165 grani SST.

la testa dell’ottu-ratore presenta tre tenoni disposti a 60°; integrato ad uno dei tre è l’estrattore a “T”. l’espulsore è di tipo elastico. Tutte le soluzioni adot-tate privilegiano la massima resisten-za del sistema

nella dotazione è in-clusa una basetta che, inserita nel caricatore, permette l’uso a colpo singolo dell’arma; il caricatore, rimovibile, può ospitare 3 cartucce

sul fondo dell’arma è presente un calciolo in gomma dura cui scopo è quello di smorzare il già accettabile rinculo dell’arma

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date. L’estrattore è integrale a una delle tre alette dell’otturatore, realizzato in maniera tale da non indebolirla e permetterle di sigillare la culatta con la massima efficacia. L’espulsore è un semplice comando a bottone caricato elasticamente da una molla. L’otturato-re si smonta mediante uno strumento fornito a corredo dell’arma; le operazio-ni più comuni possono essere realizzate con grande rapidità così da avere acces-so al percussore e alla sua molla e poter eventualmente sostituire il manubrio dello stesso (brevetto Switch Bolt): ac-canto alla variante con disegno Butter knife fotografata sull’arma oggetto di queste considerazioni, sono disponibili le versioni Classic knobbed style e We-ather Shield knurled, eventualmente acquistabili a parte.

Canne a 5 rigatureLa Icon monta canne 5R Rifling dotate di 5 principi di rigatura invece dei 6 tradizionali. Il sistema, ideato in Russia, presenta un’inclinazione dei princi-pi di 65° anziché di 90° che favorisce la pulizia della canna e preserva da un’eccessiva deformazione il proiettile. Questa minor deformazione favorisce una maggior coesione tra mantello e nucleo della palla quando questa rag-giunga la preda e una maggior stabilità della stessa durante la traiettoria. Tutte le caratteristiche di cui abbiamo parlato, sia quelle meccaniche sia quelle relative all’accoppiamento tra azione e calcia-tura, conferiscono un notevole grado di precisione alla carabina, con il produttore tanto fiducioso da spendere la certificazione di precisione MOA di rosate con-

tenute nel minuto d’angolo (1 pollice alla distanza di 100 yard). Un valore che consente d’ingaggiare con sufficiente sicurezza psicologica qualsiasi selvatico alle distanze con-sentite dai vari calibri disponibili. Tutte le armi vengono vendute con un bersaglio che ne attesta le pre-

stazioni; quella che abbiamo visionato riportava una dispersione di 0,86 pollici (21,8 mm) ottenuta con cartucce Hor-nady con palla SST da 150 grani. Il ber-saglio è stampato in quanto T/C Arms utilizza un sistema di rilevazione delle rosate elettronico basato sull’acustica. L’azione di scatto della Icon presenta una sicura a due posizioni, posta sul lato destro del calcio. Le due posizioni corrispondono ad arma in sicura e pronta a fare fuoco. Un ulteriore dispo-sitivo indipendente (Bolt Lok), aziona-bile mediante una leva posta davanti al comando della sicura, consente di bloc-care anche l’otturatore che quindi, a scelta dell’utente, può essere azionato o meno a sicura inserita. Questa soluzio-

Il comando di sblocco dell’otturatore, in acciaio inox. per procedere allo smontaggio dell’arma è indispensa-bile azionarlo in modo da svincolare l’otturatore

Di fattura molto semplice, il gril-letto della Icon comanda un’azio-ne di scatto pulita ed efficace

la carabina provata disponeva di calcia-tura brevettata s&K Ultra Wood, dove tre strati di legno di noce sono laminati tra di loro, intervallati da due strati di fibra di carbonio; ben realizzati gli zigrini

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ne permette di caricare l’arma a sicura inserita e di bloccare l’otturatore anche ad arma carica, nell’uso operativo. Da segnalare che, quando si porti la sicura nella posizione di arma pronta al fuo-co, automaticamente si svincola anche l’otturatore. Sulla coda dell’otturatore è inoltre presente un indicatore di per-cussore armato che contribuisce alla sicurezza di maneggio dell’arma.

Calibri e calciaturaLa versione standard della Icon è at-tualmente disponibile in una varietà di 5 calibri (si è recentemente aggiunto il 6,5 mm Creedmore) con caricato-re da 3 colpi; quest’ultimo è del tipo prismatico rimovibile, è realizzato in polimero e s’inserisce nell’azione grazie all’alloggiamento solidale alla guardia del grilletto, in alluminio. La calciatura è disponibile nell’allestimento fotografato Ultra-Wood, costituito da una struttura

laminata di 3 strati di legno di noce intervallati da 2 strati di fibra di

carbonio, che in questo modo non risultano visivamente

disturbanti ma garantisco-no una maggiore rigidità al sistema, e in quello in legno monolitico più tradizionale (Field grade walnut). Alla versione standard sono state successivamente affiancate la Classic con

calcio in legno per calibri che necessitino di azione

lunga (.270 W, .280 R, .30-06 S, .300 WM, 7 mm RM e .338

WM), la Precision Hunter con calcio ventilato Convection En-

hancement System e canna

pesante fluted con precisione certificata sub MOA (.204 Ruger, .223 R, .22-250 R, .243 W e .308 W) e la Weather Shield con parti metalliche sottoposte al tratta-mento Water Shield super resistente alla corrosione e calciatura Hogue sintetica (disponibile sia in versione nera sia camouflage Realtree AP); quest’ultima versione dell’arma è disponibile sia con azione media sia lunga nei calibri .22-250 R, .243 W, .308 W, 6,5 mm Vr, .30 TC, .270 W, .30-06 S, .300 WM. Per com-pletezza d’informazione è utile segnalare che esiste un allestimento Warlord non pensato per l’impiego venatorio ma tat-tico; realizzato nel solo calibro .308 W, presenta la calciatura registrabile tipica dei fucili per impieghi militari.

Il test a fuoco La prova in poligono ha dimostrato che è molto facile familiarizzare con la Icon. Lo scatto ci è piaciuto così come registrato in fabbrica; secco, senza pre-corsa, presenta qualche grattamento comunque compatibile con la categoria dell’arma. Ci è molto piaciuta la slitta porta-ottica integrata, che sicuramente rappresenta un vantaggio per il cacciato-re, così come la funzionalità della sicura. La rosata, per concludere, non lascia adi-to a dubbi sulla qualità della Icon.

Gn

Costruttore: T/C ArmsImportatore: Bignamitel. 0471 803.000, www.bignami.itmodello: Icon Ultra WoodTipo: carabina bolt action a ripetizione manualeCalibro: .30 TCCaricatore: 3 colpiSistema di scatto: azione singola regolabile per pressione di sgancioOrgani di mira: mire metalliche assenti, slitta Weaver integrataSicurezze: leva manuale a 2 posizioni, leva Bolt Loklunghezza canna: 610 mmmateriali: acciaio, guardia in alluminio, calciatura in noceFinitura: brunitura opaca per l’azione, brunitura lucida per la cannaPeso: 3.405 gPrezzo indicativo: 1.230 euro

Thompson/Center Arms Icon cal. .30 TC

rosata ottenuta a 100 metri in appoggio utilizzando muni-zionamento hornady con palla ssT Interlock da 165 grani

sulla canna è evidenziato il calibro dell’arma, il nuovo .30 TC sviluppato da Thompson/Center Arms in collabora-zione con hornady, e la presenza del si-stema di rigatura 5r rifling a 5 principi

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