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078 SMITH&WESSON 986 PRO SERIES CAL. 9X21IMI gestibilità lagata al calibro, sia per la precisione offerta dalla canna da 5 pollici. Partiamo dal cuore del 986: il telaio “L”, lo stesso del 686 in calibro .357 Magnum. Telaio robusto e compatto Il nuovo 986, insieme con il 686, appartiene a una delle famiglie più giovani e meno nutrite della gamma di S&W. Per inten- derci, quella del telaio “L”, nata nel 1980 a soddisfare due esigenze contrastanti: la capacità di sopportare caricamenti S i deve all’ostinazione dell’im- portatore italiano del marchio statunitense – la Bignami di Ora (BZ) – la nascita di questo bel revolver camerato nel calibro centerfire più ama- to dagli italiani, il 9x21IMI. Le insisten- ze di Bignami, infatti, hanno indotto la Smith&Wesson a produrre 350 esem- plari del 986, che, per giunta, acquista in questo modo anche un valore collezio- nistico per quegli italiani che riusciran- no a metterlo nella cassaforte di casa. Lo abbiamo provato nella linea di tiro di Bignami, ricavandone un giudizio pienamente positivo, sia per la maggior corposi come il .357 Magnum, che dall’esordio del calibro con il modello 27 erano stati dirottati sul telaio all’e- poca più prestante (N), e dimensioni per quanto possibili compatte, quelle proprie del telaio K che però aveva dimostrato di non saper resistere a una dieta e- sclusiva di cartucce magnum. Alla sua introduzione, quindi, il telaio “L” andava a colmare un bisogno espresso dal mercato e un divario concorrenziale con altri produttori, tra cui Colt e la sua Python. Nel tempo sono state apportate numerose mi- gliorie ai revolver con telaio “L”: una diversa combinazione di mire (nel 1992 è stato abbando- nato il mirino registrabile), un Esclusiva italiana Da Smith&Wesson un revolver camerato nel calibro centerfire preferito dagli italiani, il 9x21IMI: è il 986, e ha il telaio “L” usato per il più cattivo .357 Magnum. È destinato al tiro in poligono e a quello sportivo nell’Ipsc (International Practical Shooting Confederation) testo e foto di Gianluigi Guiotto L’ottima impu- gnatura è una Hogue Mono- grip in neoprene L’estrattore a stella facilita la rimozione dei bossoli spenti

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gestibilità lagata al calibro, sia per la precisione offerta dalla canna da 5 pollici. Partiamo dal cuore del 986: il telaio “L”, lo stesso del 686 in calibro .357 Magnum.

Telaio robusto e compattoIl nuovo 986, insieme con il 686, appartiene a una delle famiglie più giovani e meno nutrite della gamma di S&W. Per inten-derci, quella del telaio “L”, nata nel 1980 a soddisfare due esigenze contrastanti: la capacità di sopportare caricamenti

Si deve all’ostinazione dell’im-portatore italiano del marchio statunitense – la Bignami di Ora

(BZ) – la nascita di questo bel revolver camerato nel calibro centerfire più ama-to dagli italiani, il 9x21IMI. Le insisten-ze di Bignami, infatti, hanno indotto la Smith&Wesson a produrre 350 esem-plari del 986, che, per giunta, acquista in questo modo anche un valore collezio-nistico per quegli italiani che riusciran-no a metterlo nella cassaforte di casa. Lo abbiamo provato nella linea di tiro di Bignami, ricavandone un giudizio pienamente positivo, sia per la maggior

corposi come il .357 Magnum, che dall’esordio del calibro con il modello 27 erano stati dirottati sul telaio all’e-poca più prestante (N), e dimensioni

per quanto possibili compatte, quelle proprie del telaio K che però aveva dimostrato di non saper resistere a una dieta e-sclusiva di cartucce magnum. Alla sua introduzione, quindi, il telaio “L” andava a colmare un bisogno espresso dal mercato e un divario concorrenziale con altri produttori, tra cui Colt e la sua Python. Nel tempo sono state apportate numerose mi-gliorie ai revolver con telaio “L”: una diversa combinazione di mire (nel 1992 è stato abbando-nato il mirino registrabile), un

Esclusiva italiana

Da Smith&Wesson un revolver camerato nel calibro centerfire preferito dagli italiani, il 9x21IMI: è il 986, e ha il telaio “L” usato per il più cattivo .357 Magnum. È destinato al tiro in poligono e a quello sportivo nell’Ipsc (International Practical Shooting Confederation)

testo e foto di Gianluigi

Guiotto

L’ott ima impu-g n a t u ra è u n a H o g u e M o n o -grip in neoprene

L’estrattore a stella facilita la rimozione dei bossoli spenti

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Lo Smith&Wesson 986 è prodotto in 350 esemplari dall’a-zienda americana su richiesta dell’importatore Bignami

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il percussore unicamente a seguito di una deliberata azione sul grilletto. Il fatto che Bignami abbia deciso di puntare su questo telaio per il calibro 9x21 è senz’altro indice di un attento studio delle abitudini dei con-sumatori e delle tendenze di mercato.

nuovo sistema di sicurezza attuato da chiave introdotto in tutti i revolver del produttore, e la rimozione del per-cussore solidale al cane a favore di un più consono percussore inerziale con contestuale introduzione di un safety bar che consente al cane di percuotere

In questo particolare momento storico, infatti, i dati dimostrano come il revol-ver segni il passo nei confronti della se-

La volata del revolver è incassata nel gene-roso profilo della canna per proteggere la parte terminale della stessa e le rigature

La tacca di mira è regolabile in alzo e deriva; poggia su una bindella rigata e brunita per essere antiriflesso; notare la zigrinatura della parte superiore del cane. Il pulsante di sgancio costituisce uno dei due punti di vincolo del tamburo

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miautomatica quando si parla di difesa personale o impieghi operativi (ambiti nei quali il 9x21 primeggia), e, al contra-rio, mantenga un forte interesse tra gli appassionati di tiro di precisione. Perché dunque non unire le due tendenze con un unico prodotto che rappresenti un oggetto desiderabile per quanti hanno già maturato una certa famigliarità con il 9x21 grazie alle semiautomatiche e al-la ricarica, e vogliono cimentarsi nell’u-so del revolver?

Il 986 nel dettaglioIl 986 si presenta meccanicamente co-me un classico della produzione Smith & Wesson anche se la derivazione Pro Series lo avvicina più alla produzione del Performance Center che a quella industriale: la serie è stata introdotta da pochi anni proprio per avvicinare gli estremi costituiti dalla semplicità della

produzione ordinaria e dall’eccellenza (cui corrisponde un prezzo adeguato) delle creazioni del Performance Center Smith & Wesson. La meccanica è semplice e si basa su un sistema di scatto ad azione singola e doppia. La sicurezza di maneggio è affidata al safety bar che impedisce al cane d’impattare il percussore quando non sia stato correttamente premuto il grilletto, mettendo l’operatore al sicu-ro dalla partenza del colpo in caso di caduta critica dell’arma. Per ottenere questa architettura è stato necessario rimuovere il percussore dal cane, opera-zione peraltro praticata ormai da quasi tutti i fabbricanti. È impossibile inoltre aprire il tamburo a cane armato e, vice-versa, l’armamento del cane a tamburo non perfettamente chiuso. La sicurezza dell’arma è in ultima analisi deman-data al sistema a chiave ormai adottato

da tutte le armi di Springfield, quel dispositivo a due posizioni in grado di bloccare il cane che tante critiche ha sollevato tra i puristi, che si sono sentiti offesi dall’introduzione di questa forma di tutela: ruotando la chiave in senso antiorario si blocca la pistola facendo fuoriuscire dal telaio, in prossimità del cane, una bandierina che riporta la scritta locked (bloccato); in senso antio-rario la si riattiva.

Tamburo e lunetteSu indicazione di Bignami, il tamburo da sei colpi è del tipo “unfluted”, vale a dire senza scanalature di alleggerimento, ed è più corto di quello destinato al .357 Magnum (è lungo 35 mm): la palla, una volta lasciato il bossolo, avrebbe dovu-to percorrere un tratto troppo lungo all’interno del tamburo, pregiudicando la precisione del revolver. Come negli altri modelli, il tamburo è bloccato da due chiusure: posteriormente da quella manuale cui corrisponde il pulsante di sgancio posto sulla sinistra del fusto, an-teriormente da un pistone elastico che va a ingaggiare un apposito recesso rica-vato sull’asta del tamburo. Asta che, per inciso, comanda anche l’estrattore

La canna entra per quasi 1 cm nel vano che o-spita il tamburo

Il mirino di tipo Patridge è indicato nel tiro mirato; è spinato, quindi sostituibile

La chiave di bloccaggio fornita da Smith & Wesson su tutti i suoi modelli a partire dalla fine degli anni 90 va a bloccare il cane, rendendo l’arma di fatto inoperativa

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a stella che facilita l’estrazione dei bossoli. La canna è in realtà un po’ più lunga dei 5 pollici nominali: misura infatti 131 mm, e sporge all’interno del vano che ospita il tamburo. Ha un profilo esterno squadrato sui lati, con il contrappeso rastremato in prossimità della volataL’alimentazione del tamburo deve essere eseguita con le full moon clip, le lunette realizzate da Tk custom: sono molto diffuse nell’uso sportivo dei revolver perché consentono di ricaricare molto velocemente l’arma. Nel caso del 986 è un obbligo legato alla conformazione delle munizioni 9x21 che notoriamente è rimless e, quindi, priva della sporgenza alla base cui si aggancia l’estrattore a stella per espellere il bossolo: solo la clip, dunque, consente il corretto headspace.

Mire e impugnaturaLa tacca di mira è la tipica Smith&Wesson: poggia sulla corta bin-della brunita e rigata in senso orizzon-tale (per evitare riflessi), ed è regolabile

Sul telaio, sotto al giogo del tamburo, è indicato il nome del modello

Vista laterale destra del revolver Smith&Wesson 986 Pro Series cal. 9x21IMI

Sopra:rosata ottenuta a 15 metri a mano libera sparando munizionamento commer-ciale Magtech

A sinistra: l’autore durante la prova alla linea di tiro di Bignami

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in alzo e deriva a click. Il mirino di tipo Patridge è indicato per il tiro mirato, ed essendo spinato, può eventualmente essere sostituito con uno dotato di fibra ottica che facilita la collimazione in

condizioni d’illuminazione difficile. La presa dell’arma è notevolmente faci-litata da un’impugnatura in neoprene Hogue Monogrip, così come in tutti gli esemplari dell’arma prodotti a partire

dal 1994; l’impugnatura ha incavi di presa che la rendono molto efficace, an-che sparando in doppia azione, quando il dito indice si piega a uncino.

La prova a fuocoSulla linea di tiro la 986 ci ha piace-volmente colpito per il riuscito mix tra maneggevolezza e precisione di tiro, grazie all’adozione della canna da 5 pollici, alleg-gerita lungo i fianchi: ben centrata, non affatica nemmeno dopo una prolungata sessione di tiro, con una reazione allo spa-ro morbida e poco rilevata. Lo scatto del 986 non ha riservato sorprese, nel senso che è quello tipico delle Smith&Wesson: la doppia azione è robusta, con un peso regolare lungo tutta la corsa del grilletto e

uno sgancio netto, mentre la sin-gola azione è corta e netta, con un ridottissimo collasso di retro-scatto. Quanto all’estrazione dei bossoli dalle lunette, è un’opera-zione relativamente semplice, da effettuarsi con una semplice biro o con l’attrezzino apposito.

Il 986 appartiene alla famiglia delle Pro Series; il miri-no è scavato nella parte posteriore

CM

Smith & Wesson 986 cal. 9x21IMI Pro Series

¤ PREZZO IndIcaTIvO 1.240 euro

Produttore: Smith & Wesson, Springfield, Usa, www.smith-wesson.comImportatore: Bignami, Ora (BZ), tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: 986Tipo: pistola a rotazione con telaio chiuso e tamburo ribaltabile lateralmenteMateriali: acciaio inossidabilecalibro: 9x21 IMIcanna: lunga 127 mm (5”); anima

rigata a 5 princìpi destrorsiSistema di percussione: indiretto, a mezzo cane esterno su percussore flottantealimentazione: cilindro ruotante in senso antiorario, 6 camereMeccanismo di scatto: singola e doppia azionecongegno di estrazione: estrattore/espulsore a stella, comandato da astinaSistema di mira: mirino a tronco, tacca di mira

regolabile a clic nei due sensiMeccanismi di sicurezza: incorporati nello scatto, manuale a chiave amovibile che blocca lo scatto Impugnatura: Hogue Monogrip di neopreneLunghezza totale: 268 mmPeso: 1.090 g

Vista laterale sinistra del revolver Smith&Wesson 986

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