PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA 1 FEBBRAIO … · - Proiezione del film "Aimee & Jaguar"...

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PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA 1 FEBBRAIO Prime pagine Pag. 2 Taccuino avvenimenti Pag. 4 Provincia di Cagliari Pag. 6 Cronaca e politica regionale Pag. 13 La rassegna stampa è stata ultimata alle ore 7.40. PROVINCIA DI CAGLIARI

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PROVINCIA DE CASTEDDU

RASSEGNA STAMPA 1 FEBBRAIO

Prime pagine Pag. 2Taccuino avvenimenti Pag. 4Provincia di Cagliari Pag. 6Cronaca e politica regionale Pag. 13

La rassegna stampa è stata ultimata alle ore 7.40.

PROVINCIA DI CAGLIARI

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TAC C UINO AV V E N I M E NTI D I OG G I - Assemblea degli azionisti di Abbanoa all'ordine del giorno il piano industriale 2011-2014 e le linee di indirizzo per l'adeguiamento alle normative nazionali (Cagliari - Hotel Mediterraneo - ore 9.30) - Conferenza stampa del sindaco di Cagliari e dell'assessore comunale al Patrimonio in occasione della consegna degli alloggi costruiti dal Comune nell'ambito del programma nazionale "20.000 alloggi in affitto" (Cagliari - via Corsica 22 - ore 9.30) - Conferenza stampa congiunta delle segreterie generali territoriali di Sassari di Cgil, Cisl e Uil per illustrare le prossime iniziative di lotta del sindacato (Sassari - locali Cgil - largo Budapest 9 - ore 10) - Si riunisce il Consiglio regionale. All'esame dell'aula 8 interpellanze, le proposte di legge sulle agevolazioni contributive alle imprese del commercio, sul sistema integrato di interventi a favore di soggetti sottoposti a provvedimenti dell'autorita' giudiziaria e sull'istituzione del garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, e il testo unificato sull'istituzione di un garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta' personale (Cagliari - aula Consiglio regionale - via Roma, 25 - ore 10) - Si riunisce il Consiglio della circoscrizione n. 5 di Cagliari, alla presenza dell'assessore comunale alla Cultura, per denunciare lo stato di degrado e il pericolo crolli del Forte di Sant'Ignazio di Sant'Elia (Cagliari - Forte Sant'Ignazio - Sant'Elia - ore 11) - L'assessore all'Ambiente della Provincia di Sassari incontra pescatori e ristoratori per illustrare i risultati dei controlli effettuati dal Dipartimento prevenzione della Asl di Sassari e dall'istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna in seguito all'inquinamento da olio combustibile nelle acque del Nord Sardegna (Sassari - Uffici Settore Ambiente Provincia - loc. Baldinca - ore 11.30) - "Cagliari e i suoi colli: geomorfologia, storia e paesaggio" e' il titolo del primo incontro del ciclo "Storia dei colli di Cagliari - Monte Claro - San Michle" organizzato dalla Circoscrizione n. 3 di Cagliari (Cagliari - sala consiliare Circoscrizione - via Montevecchio 29 - ore 16) - Si riunisce il Consiglio comunale di Quartu (Quartu - sala consiliare Comune - via Eligio Porcu - ore 18.30) - Si riunisce il Consiglio comunale di Cagliari (Cagliari - sala consiliare Comune - via Roma, 145 - ore 18.30) (AGI) Sol/Cog TACCUINO AVVENIMENTI DI CULTURA E SPETTACOLO - Il Crogiuolo mette in scena lo spettacolo "Testimonianze della Shoah in Italia" nell'ambito del Circuito Fuori Rotta/Teatro a perdifiato organizzato dal Teatro del Sottosuolo (Carbonia - scuola media - via Bresciano - ore 9) - Apre la mostra fotografica "Scorci urbani" allestita nell'ambito della "Settimana della fotografia" organizzata dall'associazione FotoCineClub 2001 (Cagliari - Lazzaretto Sant'Elia - ore 16) - Proiezione del film "Aimee & Jaguar" nell'ambito delle iniziative proposte dal Movimento omosessuale sardo per la Giornata della memoria (Sassari - circolo Borderline - via Rockfeller 16/c - ore 20.30) - Proiezione del film "Dodes 'Ka-Den" nell'ambito della rassegna "Il Giappone di Akira Kurosawa" (Cagliari - salone Societa' Umanitaria - viale Trieste 126 - ore 20.30) - Il Teatro Stabile di Verona Fondazione Alantide-Gat mette in scena lo spettacolo "Il bugiardo" di Carlo Goldoni per la Stagione di prosa del XXXI Circuito teatrale regionale sardo allestito dal Cedac (Ozieri - teatro Oriana Fallaci - ore 21) (AGI) Sol/Cog

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TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI- 09.00 - CARBONIA - Scuola Media, via Bresciano Per la rassegna "Teatro a perdifiato" in scena lo spettacolo "Testimonianze della Shoah in Italia". - 09.30 - CAGLIARI - Via Corsica 22 Conferenza stampa in occasione consegna alloggi costruiti dal Comune nell'ambito del programma "20.000 alloggi in affitto". - 10.00 - CAGLIARI - Consiglio regionale Riunione Consiglio regionale. - 10.00 - SASSARI - Sede Cgil, largo Budapest 9 Conferenza stampa segreterie territoriali Cgil, Cisl e Uil su nuove iniziative di lotta nel territorio. - 11.00 - CAGLIARI - Sede Sel, via Asproni 24 Conferenza stampa Sinistra ecologia e libertà per commento risultato primarie a Cagliari. Parteciperanno i dirigenti del partito e il candidato sindaco della coalizione del centrosinistra Massimo Zedda. - 11.40 - SASSARI - Pala Serradimigni Conferenza stampa giocatore Dinamo Sassari Basket, Alessandro Cittadini. - 16.00 - CAGLIARI - Centro culturale Lazzaretto, S. Elia Inaugurazione della mostra "Scorci Urbani" nell'ambito della 2/a edizione della manifestazione "Settimana della Fotografia". - 18.30 - CAGLIARI - Aula consiliare Comune, via Roma 145 Riunione Consiglio comunale. - 18.30 - QUARTU S.E. - Aula consiliare Comune, via Eligio Porcu Riunione Consiglio comunale. - 20.00 - IGLESIAS - Cineworld Proseguono appuntamenti rassegna cinematografica "Le Giornate del Cinema del Mediterraneo" con la proiezione del film "Il responsabile delle risorse umane" di Eran Riklis. - 20.30 - SASSARI - Circolo Borderline, via Rockefeller 16/c In occasione della Giornata della Memoria" proiezione del film "Aimee & Jaguar". - 21.00 - OZIERI - Teatro comunale Oriana Fallaci Spettacolo teatrale "Il Bugiardo" messo in scena dal Teatro Stabile di Verona Fondazione Atlantide - Gat. (ANSA).

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CONTINUITA' TERRITORIALE: PROVINCIA CAGLIARI, REGIONE MIOPE (AGI) - Cagliari, 31 gen. - "Tassa di soggiorno, licenziamento dei dipendenti Meridiana, aumento delle tariffe navali e ora ecco la nuova 'continuita'' territoriale: sembra che non passi giorno senza che la Sardegna riceva sonori schiaffi volti a limitare il movimento delle persone e delle merci, ma soprattutto a colpirla nell'unica industria rimasta in attivita', il turismo". E' quanto afferma l'assessore al Turismo della Provincia di Cagliari, Piero Comandini, che punta cosi' l'indice sui "pasticci continui che la Regione Sardegna sta combinando per via di una politica miope e di mancato coinvolgimento degli enti locali che, invece, su queste materie avrebbero molto da suggerire". Per Comandini, "gia' da tempo si sapeva che la continuita' territoriale sarebbe stata rivista e riformulata nelle sue linee generali, ma la Regione e il Presidente Cappellacci hanno preferito aspettare il danno anziche' prevenirlo". Aziende turistiche, societa' aeroportuali, associazioni degli emigrati, amministrazioni locali e semplici cittadini: in queste ore tutti si stanno accorgendo di quanto l'insularita' sia diventata un serissimo problema. Per questo, l'assessore provinciale al turismo nel ribadire che la Provincia di Cagliari e' pronta ad avviare una concreta azione per far rispettare i diritti alla mobilita' dei cittadini, chiede alla Regione che venga convocato entro, 48 ore, "un tavolo tecnico per mettere in campo tutte le risorse, competenze ed intelligenze in materia, evitando cosi' tracollo economico dell'isola". "Spero vivamente - conclude Comandini - che la Regione sappia ribellarsi ad un cosiddetto Governo 'amico' che mostra sempre meno attenzione ai bisogni non piu' comprimibili dei sardi, complice una maggioranza regionale di centrodestra che negli ultimi anni si e' sistematicamente e silenziosamente piegata alle volonta' di Roma". (AGI) Red/Cog

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Continuità, il ministro pronto a trattare Matteoli apre a possibili modifiche. Pili: il decreto va fermato Mauro Pili annuncia una prossima mobilitazione per fermare il decreto sulla nuova continuità territoriale. Con il deputato del Pdl, ci sono le associazioni degli emigrati sardi e le industrie del turismo, alleati di ferro in questa battaglia perché venga imposta alle compagnie aeree che collegano la Sardegna al resto d'Italia una tariffa unica. Senza distinzioni fra residenti e non, «senza discriminazioni», dice il deputato, «seguendo la risoluzione della Camera, dove si indicavano tutti i cittadini europei - in transito da aeroporti italiani da e per la Sardegna - come beneficiari della tariffa agevolata». Una spinta agli arrivi, nuove porte verso l'Isola, questo il principio della battaglia politica del parlamentare sardo.Ieri Pili ha messo sotto accusa le compagnie aeree («comportamento scorretto»), chiedendo ufficialmente con un'interpellanza alla Camera che il decreto venga fermato. Le azioni da fare sono importanti e urgenti: «revoca del decreto; estensione della tariffa unica ai non residenti; revisione delle tariffe; riavviare l'istruttoria con la Regione; proroga del regime attuale di continuità in attesa di ridefinirne una nuova». Altrimenti «metteremo in atto una mobilitazione nazionale», dice Pili, «per rivendicare i diritti dei sardi e della Sardegna». PREZZI VECCHI E NUOVI La piazza cagliaritana sembra quella che pagherà di più la nuova continuità. Cagliari - Milano per non residenti costerà 168,81 euro, oggi se ne pagano in media 111. Per i residenti, il prezzo scenderà da 77,81 (in media) a 74,81 euro. Cagliari - Roma per i non residenti costerà 30 euro in più circa (oggi viene offerto a circa 101 euro), calerà di 3 euro il prezzo per i residenti (costerà circa 64 euro). IL MINISTRO Altero Matteoli ha diffuso una nota che apre a una possibile modifica delle cifre. «I decreti sulla continuità territoriale aerea con la Sardegna sono frutto della proposta fatta e approvata dalla Conferenza dei servizi presieduta dal presidente della Regione, di cui il ministero ha preso atto», dice il ministro, «se, comunque, la Regione intendesse approfondire ulteriormente la materia, nulla osta». Matteoli aspetta un cenno ufficiale dalla Regione che insiste per arrivare allo stesso obiettivo. L'OPPOSIZIONE Il Pd non molla la presa, sui trasporti aerei. È ancora il capogruppo Mario Bruno ad accusare la Regione: «Il ministro dei Trasporti non fa altro che confermare quanto avevamo affermato: il decreto sulla continuità è frutto della proposta della Regione e non tiene conto degli annunci propagandistici sull'uguaglianza dei cittadini residenti, degli emigrati e di tutti gli altri che volessero recarsi in Sardegna». Secondo Bruno «è pericoloso perché tutto ciò avviene a meno di 60 giorni dall'inizio della stagione turistica».L'ASSESSORE AL TURISMO «Tassa di soggiorno, licenziamento dei dipendenti Meridiana, aumento delle tariffe navali e ora ecco la nuova continuità: non passa giorno senza che la Sardegna riceva sonori schiaffi volti a limitare il movimento delle persone e delle merci, ma soprattutto a colpirla nell'unica industria rimasta in attività, il turismo», dice l'assessore al Turismo della Provincia di Cagliari, Piero Comandini. LA CONFINDUSTRIA Gli industriali sardi contestano la nuova continuità territoriale e i possibili effetti sul turismo: «L'anno scorso avevamo ribadito la necessità di assicurare a tutti, residenti e non, la possibilità di poter contare su tariffe convenienti e un adeguato numero di tratte per spostarsi da e per la Sardegna. Adesso ci troviamo di fronte a un generalizzato aumento delle tariffe che rischia di sortire un effetto devastante per l'industria turistica». Secondo Confindustria «non si può pensare di assistere passivamente, mentre le imprese dell'industria turistica sarda vengono messe fuori mercato da provvedimenti avulsi dal contesto economico. Fra pochi mesi tutte le strutture alberghiere della Sardegna apriranno per l'avvio della stagione estiva e devono poter contare su una vera continuità territoriale che favorisca l'arrivo dei turisti».ENRICO PILIA

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TURISMO: GUIDA PASSPORT PER PROMUOVERE CAGLIARI CAGLIARI (ANSA) - CAGLIARI, 31 GEN - Si chiama Passport la nuova guida gratuita della città. Si tratta di 96 pagine che raccontano in immagini e parole Cagliari. Rivolta a turisti, crocieristi, uomini di affari e visitatori occasionali, l'iniziativa, patrocinata dall'Agenzia governativa regionale della Sardegna si prefigge come obiettivo la promozione turistica del capoluogo sardo, come hanno spiegato questa mattina al Business center, area partenze dell'aeroporto cagliaritano Fabrizio Meloni, responsabile della Ml comunicazione che ha editato e prodotto il volume, Alessio Grazietti, direttore della Sogaer, Piero Comandini, assessore provinciale al turismo e Valeria Mangiarotti, responsabile marketing dell'Autorità portuale. Il testo, con cadenza quadrimestrale, sarà diffuso gratuitamente in almeno 50 mila copie attraverso l'infopoint dell'aeroporto, l'accoglienza dei crocieristi del porto, ma anche negozi, ristoranti, alberghi. "Sono cinque gli itinerari tematici che abbiamo individuato - ha spiegato Meloni - cultura, enogastronomia, shopping, mare e svago. Il testo redatto in italiano e inglese e agevole illustra ogni singolo monumento, opera o sito naturalistico indicando anche come arrivarci e quanto tempo possa durare una visita. Ma fornisce anche indirizzi utili di ristoranti, negozi, alberghi, luoghi di interesse culturale e artistico ed è corredato di fotografie e mappe. Dedica anche uno spazio anche al golf". La Provincia di Cagliari ha dato il suo supporto: "Non bastano sole e mare per acchiappare i turisti - ha detto l'assessore Comandini - occorrono strumenti di promozione, e questa bella guida ne è un esempio". L'infopoint dell'aeroporto ha 100 mila contatti l'anno, come ha affermato Grazietti: "questa guida ci consente di migliorare il nostro servizio di promozione". (ANSA)

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Distribuita in aeroporto, ai crocieristi, negli alberghi e nei negozi Nasce Passport, guida bilingue della città Si chiama Passport la nuova guida gratuita della città. Si tratta di 96 pagine che raccontano in immagini e parole Cagliari. Rivolta a turisti, crocieristi, uomini di affari e visitatori occasionali, l'iniziativa, patrocinata dall'Agenzia governativa regionale della Sardegna si prefigge come obiettivo la promozione turistica del capoluogo sardo, come hanno spiegato questa mattina al Business center, area partenze dell'aeroporto cagliaritano, Fabrizio Meloni, responsabile della Ml comunicazione che ha editato e prodotto il volume, Alessio Grazietti, direttore della Sogaer, Piero Comandini, assessore provinciale al turismo e Valeria Mangiarotti, responsabile marketing dell'Autorità portuale.Il testo, con cadenza quadrimestrale, sarà diffuso gratuitamente in almeno 50 mila copie attraverso l'infopoint dell'aeroporto, l'accoglienza dei crocieristi del porto, ma anche negozi, ristoranti, alberghi. «Sono cinque gli itinerari tematici che abbiamo individuato - ha spiegato Meloni - cultura, enogastronomia, shopping, mare e svago. Il testo redatto in italiano e inglese illustra ogni singolo monumento, opera o sito naturalistico indicando anche come arrivarci e quanto tempo possa durare una visita. Ma fornisce anche indirizzi utili di ristoranti, negozi, alberghi, luoghi di interesse culturale e artistico ed è corredato di fotografie e mappe. Dedica anche uno spazio al golf».La Provincia di Cagliari ha dato il suo supporto: «Non bastano sole e mare per acchiappare i turisti - ha detto l'assessore Comandini - occorrono strumenti di promozione, e questa bella guida ne è un esempio». (f.fu.)

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“Cagliari Passport”, la nuova guida turistica gratuita La pubblicazione pensata anche per crocieristi e uomini d’affari disponibile in porto e aeroporto

Cinque gli itinerari: enogastronomia, svago negozi, mare, cultura

CAGLIARI. “Cagliari Passport” è il nome della nuova guida turistica che il Comune distribuirà ai visitatori da oggi. È stata presentata ieri dalla direttrice regionale per il Turismo, Ada Lai, e dall’assessore al Turismo della Provincia, Piero Comandini. La pubblicazione è composta da 96 pagine dedicata a raccontare la città in immagini. Rivolta a turisti, crocieristi, uomini di affari e visitatori occasionali, l’iniziativa, patrocinata dall’Agenzia governativa regionale della Sardegna si prefigge come obiettivo la promozione turistica del capoluogo, come hanno spiegato ieri al Business center - area partenze dell’aeroporto - Fabrizio Meloni, responsabile della “Ml comunicazione” che ha editato e prodotto il volume, Alessio Grazietti, direttore della Sogaer, Valeria Mangiarotti, responsabile marketing dell’Autorità portuale, assieme a Comandini e ad Ada Lai. Il testo, con cadenza quadrimestrale, sarà diffuso gratuitamente in almeno 50 mila copie attraverso l’infopoint dell’aeroporto, l’accoglienza dei crocieristi del porto, ma anche negozi, ristoranti, alberghi. «Sono cinque gli itinerari tematici che abbiamo individuato - ha spiegato Meloni - cultura, enogastronomia, shopping, mare e svago. Il testo redatto in italiano e inglese agevole illustra ogni singolo monumento, opera o sito naturalistico indicando anche come arrivarci e quanto tempo possa durare una visita. Ma fornisce anche indirizzi utili di ristoranti, negozi, alberghi, luoghi di interesse culturale e artistico ed è corredato di fotografie e mappe. Dedica anche uno spazio anche al golf». «Non bastano sole e mare per acchiappare i turisti - ha detto Comandini - occorrono strumenti di promozione, e questa guida ne è un esempio». L’infopoint dell’aeroporto ha 100 mila contatti l’anno, ha sottolineato Grazietti.

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Stefano Lai, nato a Escalaplano, cagliaritano d’adozione con la vocazione del pastore riacquisisce i terreni dei nonni e fonda una coop Dall’università all’ovile, andata e ritorno Allevatore e apicoltore, vende miele in Giappone e produce un pecorino aromatizzato all’olio di lentischio «Chi perde il cuore non può produrre un formaggio buono» PIERLUIGI CARTA CAGLIARI. Tra i bacini di Flumineddu e Mulargia, nelle campagne di Escalaplano, pascolano le 200 pecore di Stefano Lai, 38 anni, escalaplanese di nascita, cagliaritano di adozione, che ha preferito seguire la vocazione dei nonni, piuttosto che scegliere la più comoda via della terziarizzazione. La sua cooperativa, o “comunella”, come preferisce chiamarla, viaggia in ottime acque e “incredibilmente” non ha debiti. Una mosca bianca in questa buia epoca del settore agropastorale. Stefano Lai ha seguito i genitori verso la città quando aveva 10 anni, a 16 anni ha tentato una sortita verso la sua vera passione: la pastorizia. Ma le spinte familiari per un po’ hanno prevalso. Il padre bancario e la madre insegnante, l’hanno indirizzato verso la carriera universitaria, in scienze politiche. - Esperienza bellissima - racconta Stefano - ma sapevo che sarei tornato qui -. Infatti negli ultimi anni ’90 è riuscito a riacquisire le terre vendute dai genitori, un tempo appartenute ai nonni, entrambi pastori, in parte comprandole e in parte grazie all’intervento dell’Ersat, e ha avviato la sua attività di allevamento e apicoltura. Lui infatti si definisce pastore di pecore e api (erbegaxu) e adotta la transumanza per entrambe; ed è grazie alla vendita di miele - con acquirenti anche in Giappone - che è riuscito a finanziare macchinari e locali per l’allevamento, mungitura e trasformazione. Dagli anni ’90 si è dedicato all’attività con un’idea precisa: puntare alla qualità del prodotto, alla diversificazione e alla sua unicità. Ovvero quella che lui chiama “l’impronta del territorio”. È convinto infatti che «se le pecore mangiano il fieno, il mirto e il lentischio di questa particolare zona, il formaggio avrà per forza un sapore diverso da un pecorino romano prodotto in Romania». L’Ersat (oggi Laore) gli aveva affidato le terre in uso, salvo “disastrosa gestione”. Ma la gestione è tutt’altro che disastrosa e la cura con la quale agisce sul territorio ne è la prova. Stefano Lai è già dubbioso sul nome del prodotto pecorino romano, e gli pare «incomprensibile che il nostro principale prodotto abbia quel nome. È normale poi che subiamo questa forte crisi identitaria - conclude. pecorino romano significa monocoltura; e mangimi, silomais e polverizzazione del latte non fanno formaggi saporiti». Suo nonno aveva un detto: «anti forrogau sa luna», rivolto agli industriali del latte, e chi «forroga sa luna perdi su coru». Chi perde il cuore, la passione per il mestiere, che Stefano considera degno di un Hidalgo o di un capitano coraggioso, non riesce a fare un buon formaggio. La sua coop, composta da 9 pastori, fa parte di una coop più grande, quella di Nurri, che conta quasi 900 allevatori. Il consorzio destina il latte alla produzione di pecorino romano, ma Stefano preferisce utilizzare il prodotto delle sue 200 pecore per la trasformazione in pecorino sardo, effettuata direttamente nel suo ovile. Tranne il latte delle tre capre beniamine, elevate al rango di “balie” dei suoi due figli. Un esempio di diversificazione è senza dubbio il suo pecorino: aromatizzato all’olio di lentischio, di sua produzione, e cappato di argilla, presente nei suoi terreni. Stefano precisa che la lavorazione viene effettuata con pasta cruda e assicura che l’esperienza tramandata dai suoi avi scagiona da qualsivoglia pericolo batteriologico. «I batteri vengono debellati dopo qualche mese di stagionatura - racconta - e il prodotto parla da solo: se si gonfia, vuol dire che c’è qualche elemento dannoso». Stefano Lai è anche Delegato all’Agricoltura della Provincia di Cagliari, e ha già un’idea da sviluppare per la valorizzazione del suo settore, che consisterebbe in una sinergia di varie Op (organizzazioni di produzione); ovvero nel creare piccole unità aziendali di allevatori, seguite professionalmente nel percorso produttivo, per incentivare la trasformazione autonoma del latte e per aumentare la qualità del lavorato. Si tratta di un progetto pilota per verificare se “l’impronta locale” del prodotto sia un modello perseguibile in altre zone della provincia o della regione.

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Palazzo regioRassegna musicale

CAGLIARI. Inizia domani 2 febbraio la rassegna musicale e canora “Febbraio a Palazzo Regio”. L’evento, promosso dalla Provincia, è organizzato dall’assessorato alle Politiche Culturali, con la direzione artistica di Giorgio Murtas e Francesca Sassu. Si part a alle 20.30, nella sala consiliare di Palazzo Vice Regio, con Ensemble Studium Canticum, diretto da Stefania Pineider. b.c.

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pag. 2 Zedda: «Sono pronto a sfidare i poteri che sembrano forti» Sogno che questa città si svegli da quel letargo che la imprigiona da decenni Giovani e meno giovani insieme possiamo farcela CAGLIARI. Cita Giulio Cesare (De bello gallico), conosce a memoria ciascun risultato elettorale comunale, con tutti gli incroci possibili, degli ultimi dieci anni, ha una rete di relazioni amicali diffusa sul territorio e tra le diverse tipologie di elettorato. Politico di professione? «Non mi sono laureato perchè ho dovuto lavorare, e da quando sono consigliere regionale mi dedico totalmente a questo incarico. Sono un uomo delle istituzioni, ma non sono un politicante». Il giorno dopo la vittoria su Antonello Cabras e su quello che rimane del Pd cittadino, per Massimo Zedda è tempo di esami e verifiche. La campagna elettorale sarà lunga e ricca di colpi bassi, ma a Zedda non manca l’entusiasmo. Lo stesso che sta contagiando i suoi. Liceo classico, giurisprudenza quasi completata, precario nello spettacolo e nel turismo, e poi una passionaccia per la politica ereditata dal padre Paolo, dirigente del vecchio Pci tanto stimato dalla base quanto avversato dall’apparato. Chi si aspetta il rivoluzionario scavezzacollo, uso alle kefiah e alle vecchie logiche rimarrà deluso. Zedda si presenta bene la cravatta non è per lui un cilicio. Sogna una città normale, pulita, ordinata e a misura di tutti, e non di pochi. Un Vendola in sedicesimo, ma senza gli eccessi lirici del suo segretario. «Sono moderato, ma non amo il moderatismo. Amo le sfide, sogno che la città si svegli dal letargo che la imprigiona; per questo mi rivolgo a tutti, ai giovani e ai meno giovani: insieme possiamo farcela». Il trentacinque Zedda usa parole come speranza, cambiamento, bisogni reali, e non ha paura di confrontarsi con il suo avversario più accreditato, Massimo Fantola. «Un riformatore che non ha mai riformato alcunché. È un cagliaritano doc? E io sono un cagliaritano e basta, che conosce questa città dal profondo, quartiere per quartiere, e non ha paura di sfidare i poteri che sembrano forti. Dalla nostra abbiamo una risorsa unica: l’entusiasmo. E con quella possiamo realizzare sogni sino a ieri impossibili». - Si aspettava questo risultato? «Sì. Abbiamo lavorato a fondo, con una squadra di giovani volontari e volenterosi. E quando vedi perfetti sconosciuti che si avvicinano e ti chiedono notizie sul programma e sono curiosi sulla tua persona, beh, allora qualcosa sta per succedere. E il meccanismo che si è innestato ha portato al risultato finale. Non è Cabras ad aver perso, siamo noi, tutti noi, ad aver indicato una volontà di cambiamento, dentro al centrosinistra e nella città». - La partecipazione a questa tornata di primarie non è stata elevata. Il Pd stesso si aspettava tra 8 e 10mila votanti. La sua non è una vittoria dimezzata? «Se si guarda alle primarie che si sono svolte negli ultimi anni, quando la coalizione di centrosinistra era composta da partiti più numerosi e più corposi, vediamo che il dato di domenica è superiore alle aspettative. Cagliari è una città dove il primo partito di gran lunga è l’astensionismo, dove due residenti su tre dicono che non andranno a votare. Quasi seimila persone che escono una domenica da casa per esprimere la loro preferenza sul candidato sindaco non sono pochi. Semmai sono la dimostrazione che questa città vuole cambiare, a dispetto degli elefanti della politica, dei soliti nomi e di apparati di partiti autoreferenziali. Quando si andrà a vedere la composizione sociale e anagrafica dei partecipanti alle primarie, si scoprirà che l’equazione banale, “i giovani hanno votato Zedda, i meno giovani Cabras” non regge, ed è falsa. Il voto a chi ha vinto è stato trasversale; un ulteriore elemento che ci fa ben sperare. Non sono stato scelto da una sola parte dell’elettorato del centrosinistra». - Vince il candidato di Sel, perde il big del Pd. Si aspetta un sostegno convinto e diffuso dal maggiore partito del centro-sinistra? «La dichiarazione di Cabras a scrutinio concluso è inequivocabile. Non mi aspetto sgambetti da nessuno dei partiti della coalizione. So che saranno leali come lo saremmo stati noi se avesse vinto Cabras. Si vince o si perde tutti insieme, e noi vogliamo vincere. Su questo nessun dubbio».

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- Una campagna elettorale, la vostra, in salita. Il centrosinistra, e ancora più la sinistra, a Cagliari è sempre stato debole. Vi accuseranno di essere radicali e massimalisti, di non saper interpretare l’anima moderata e conservatrice della città. «Se lo credono, meglio così. I numeri, se uno li sa leggere, dicono che a Cagliari dal 2004 a oggi il centrosinistra non ha mai perso per più di tremila voti rispetto al centrodestra. Vogliono un esempio? Nel 2005 alle provinciali, in città, il senatore Delogu, sindaco per nove anni, non ha conquistato un voto in più dell’allora sindaco di Quartu Sant’Elena Milia. Alle ultime politiche e alle regionali del 2009 i due schieramenti si sono in pratica equivalsi. Noi, come loro, per vincere, dobbiamo conquistare gli elettori che non vogliono andare a votare e che per farlo devono ricevere una motivazione in più, una speranza, una visione della città forte e originale. Noi l’abbiamo. Loro, a prescindere dal candidato, no, a meno che non vogliamo fermarci agli slogan come “Cagliari capitale del Mediterraneo”». - I primi punti qualificanti del vostro programma. «Siamo convinti che gli enti locali, anche se il governo Berlusconi sta strozzando i loro bilanci, possono ancora incidere nel sistema della produzione, possono essere volano per creare posti di lavoro. È questo il vero tema, a cui si accompagnano esigenze vere: perché dobbiamo pagare la Tarsu più degli altri? Perché l’appalto per la differenziata è una telenovela senza fine? Perchè non si riesce a ridurre l’impatto delle auto in centro? Queste non sono domande ideologiche, e le risposte non hanno colore. Aggiustare i marciapiedi nelle periferie e non solo in centro non è una risposta ideologica a un problema normale, è una risposta di buon senso e doverosa per coloro che abitano nelle aree dimenticate da questa amministrazione». - Cosa vi manca ancora per vincere? - Le primarie non sono le elezioni vere. Adesso la partita è vera, e in campo oltre alla passione e alla forza dei programmi bisogna mettere tante energie. Il centrosinistra è pronto: conosciamo i nostri avversari, che rispettiamo totalmente, sappiamo quali sono le loro debolezze, sappiamo che sono convinti di vincere. Lo credano pure: vincere da perdenti è il miglior risultato. Per dare nuovamente speranza a questa città dobbiamo fare ancora di più: dobbiamo presentarci con candidature inappuntabili, accompagnate da una partecipazione sincera e da una coesione sentiti dei partiti della coalizione, e soprattutto dobbiamo far sentire la voce dei tanti cagliaritani che vivono e lavorano qui e che non sono rappresentati da chi li governa». - Quanto spenderete per questa campagna? «Il meno possibile. È di cattivo gusto parlare di soldi per una competizione elettorale, soprattutto ora. Sarebbe uno schiaffo agli elettori».

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Dopo il tracollo di domenica si apre tra molte difficoltà un dibattito ai vertici del partito Pd, sconfitta senza responsabili Lai: «Cabras scelto da tutti». E accusa la scarsa partecipazione CAGLIARI. La sconfitta del Pd alle primarie di Cagliari è di quelle pesanti. Il gruppo dirigente aveva schierato uno dei big, Antonello Cabras, 61 anni, ingegnere, un curriculum politico davvero importante, (senatore, ex presidente della Regione, segretario del Psi, poi dei Ds e del Pd), ma il popolo delle primarie ha preferito Massimo Zedda, consigliere regionale di Sel che ha appena compiuto 35 anni. Una sorpresa per tutti a cominciare dallo stesso gruppo dirigente del Pd: «L’errore è stato dare per scontato l’esito della partita», afferma il segretario Silvio Lai. Il giorno dopo la vittoria del candidato di Vendola si è accesa nel Pd la discussione interna che culminerà lunedì 7 febbraio nella riunione delle direzione regionale: la prima occasione ufficiale per uno scambio di vedute che potrebbe lasciare strascichi e nuovi veleni sul piano regionale. La difesa messa in campo ieri in un’affrettata conferenza stampa dal segretario Silvio Lai, la presidente Valentina Sanna e i responsabili cittadini, si è basata su due punti: 1) la candidatura di Antonello Cabras era la migliore e soprattutto era stata decisa all’unanimità da tutto il gruppo dirigente; 2) la causa della sconfitta è racchiusa nei dati sulla bassissima partecipazione al voto, (5.629 votanti, poco più degli elettori delle primarie di Carbonia, 4.908, la metà dei precedenti partecipanti alla competizione dell’ottobre 2009). «Esiste un caso Cagliari», spiega Silvio Lai, «ma non un caso Pd perché a Capoterra, Monserrato e Carbonia non abbiamo avuto problemi e la partecipazione al voto è raddoppiata. Siamo invece molto delusi per Cagliari e dobbiamo riflettere: ora la parola e i passi successivi saranno decisi dalla coalizione». Una frase che lascia presagire che sul nome di Zedda, nonostante l’esito delle primarie, si possa aprire una nuova fase di riflessione. A coloro che parlano di possibili dimissioni, Lai precisa: «Il mandato di tutti è sempre a disposizione ma vi ricordo che la scelta di Cabras è stata unanime. Se c’è stata una lettura sbagliata della classe dirigente del partito che per tre votazioni aveva espresso il nome di Cabras, sarà la prossima direzione a decidere sul da farsi». Decisione non solo condivisa da tutti e cioè anche dalla componente di Renato Soru, ma anche benedetta dalla segreteria nazionale. La riflessione interna s’è iniziata subito perché non è stata considerata accettabile la tesi ribadita dal segretario cagliaritano Yuri Marcialis per il quale «i nostri elettori sapevano che il Pd aveva un solo candidato e perciò hanno ritenuto che non fosse indispensabile recarsi alle urne». Dalla base sono stati sollevati due problemi: il Pd a Cagliari ha 800 iscritti e non sembra possibile che il gruppo dirigente non abbia percepito il loro umore. La candidatura di Cabras, ex acerrimo nemico di Soru dai tempi delle lotte per il controllo della segreteria del partito, è avvenuta grazie alla ricomposizione della pace al vertice effettuata dai big; una pace che però non ha mai convinto del tutto la base del Pd. Eppure sarebbe bastato controllare i social network per vedere che il consenso di cui godeva personalmente l’ex presidente Soru non era «esportabile» su altri candidati nonostante ci fosse stato l’assenso dello stesso Soru. Insomma sul nome di Cabras stava riemergendo la spaccatura del Pd sardo. C’è stato fuoco amico? Silvio Lai stronca ogni polemica: «Non scherziamo»! Non esiste che ci siano stati tradimenti». Ma il Pd oggi sembra più una somma di idee e di linee che un’unità progettuale. «C’è un problema complessivo di tenuta del partito e di linea politica», afferma Francesca Barracciu di Area Democratica, «è evidente che ci sono delle responsabilità importanti che vanno analizzate e mi auguro si faccia al più presto. Valter Veltroni nel febbraio 2009, quando il centrosinistra uscì sconfitto nelle regionali sarde, non esitò a dimettersi». Nella riflessione avviata, c’è anche chi pone il problema delle primarie che all’inizio erano uno strumento non di scelta ma di mobilitazione e di legittimazione popolare: basti pensare ai quattro milioni di italiani che nel 2005 votarono per Prodi, in realtà candidato unico. Il ruolo di queste consultazioni è mutato perché - a vedere bene gli ultimi casi nelle altre regioni - sono usate per

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abbattere oligarchie e dare una scossa interna. «Le primarie a Cagliari hanno una valenza regionale e nazionale. È una sconfitta pesantissima», sostiene Giampaolo Diana, consiglie regionale del Pd, «ridurre le responsabilità alla sfera cittadina mi sembra riduttivo, ma i diversi livelli che hanno giocato un ruolo importante devono essere gli stessi ad assumersi la responsabilità di aprire una discussione vera». L’impressione è che comunque vada a finire la partita per la candidatura a sindaco di Cagliari, si apra nel centrosinistra sardo una fase nuova. Il Pd deve metabolizzare la sconfitta che potrebbe sancire un’altra spaccatura con la componente dell’ex Margherita. E sul candidato di Vendola: «Dobbiamo essere coerenti e appoggiare il vincitore», assicura Silvio Lai che aggiunge: «La palla torna alla coalizione comunale; lì ci saranno i passaggi successivi: alle primarie non hanno partecipato Idv e Federazione delle sinistre».

«Il test non è stato significativo» Palomba: puntare su un altro nome CAGLIARI. «Le primarie del centrosinistra a Cagliari non sono state un test significativo». Lo dice in un documento diffuso ieri Federico Palomba per la segreteria regionale dell’Italia dei Valori commentando le consultazioni della coalizione che hanno visto la vittoria del candidato di Sel Massimo Zedda. «Idv non può dirsi soddisfatta dell’esito delle primarie né rassicurata per il futuro. Consideriamo il risultato delle primarie, al di là di qualsiasi giudizio personale sul candidato risultato vincitore, non significativo, né rappresentativo della ricca e articolata realtà cittadina, che non andando a votare non ha riconosciuto questa competizione. È una ricchezza che ancora può far vincere le forze progressiste se opportunamente coinvolta, perché con l’affluenza del 4% degli elettori cagliaritani, la più bassa in Italia, e l’1,88% effettivo dei voti riportato dal candidato vincente non si può certo parlare di test rassicurante». Idv aveva deciso di non partecipare alla competizione interna del centrosinistra: «Resta così avvalorata - sostiene Federico Palomba - la scelta di non partecipare a queste primarie. Per favorire l’unità della coalizione e temendone la lacerazione avevamo chiesto agli alleati la decisione collegiale sul programma e sul candidato avvertendo che la città aveva bisogno di una scossa, e offrendo una candidatura di rottura. La strada interrotta andrà riaperta. Idv col suo dieci per cento ottenuto nelle scorse provinciali - sono le conclusioni del documento - lavorerà per recuperare il rapporto e la partecipazione dei moltissimi cittadini che non si sono riconosciuti in queste primarie».

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Democratici, dopo la batosta il caos Lai: «Non mi dimetto, nel partito c'è un problema Cagliari» Potessero parlare, le pareti di via Emilia direbbero che una tensione così non la ricordano dalla sconfitta alle Regionali 2009. La sede cagliaritana del Pd, il giorno dopo le primarie, diventa il teatro di uno psicodramma in più atti. Titolo: la legnata. La sconfitta di Antonello Cabras ad opera di Massimo Zedda, non preventivata, getta i democratici in una profonda confusione. Alle 10 e 30 viene annullata la conferenza stampa di commento dei risultati, convocata (dal pomeriggio di domenica) per le 11. Alle 11 viene riconvocata per mezzogiorno. Intanto un altro giro di telefonate cancella la riunione della direzione regionale, prevista nel pomeriggio. Anche qui, non senza titubanze. E la serata si consuma in vertici improvvisati, riunioni luttuose, telefonate roventi. Un giorno di ordinaria follia.L'AUTODIFESA Il segretario regionale Silvio Lai, quanto meno, combatte: «Non esiste un caso Pd, esiste un caso Cagliari», dice affrontando i giornalisti. «A Carbonia, Capoterra e Monserrato hanno vinto tesserati democratici», magari senza le indicazioni del gruppo dirigente, che per altro in alcuni casi neppure c'erano.Il punto, sottolinea Lai, è la bassa partecipazione al voto: 5.629 elettori a Cagliari, poco più dei 4.908 di Carbonia. A Capoterra sono 3.193, a Monserrato 2.249: ovunque, tranne che nel capoluogo regionale, è record rispetto sia alle primarie interne al Pd, sia a quelle per Prodi premier del 2005 (in quell'occasione a Cagliari votarono quasi 15mila persone). «Siamo molto delusi», ammette il segretario, «dobbiamo aprire il tema della città. Deve riflettere tutto il centrosinistra, e certamente il Pd».Con Lai ci sono i segretari territoriali (Thomas Castangia, provinciale, e Yuri Marcialis, cittadino), la presidente dell'assemblea regionale Valentina Sanna, il presidente della circoscrizione 1 Gianfranco Carboni. A testimoniare una responsabilità collettiva: altro che dimissioni del leader regionale. «Tutti gli incarichi sono sempre a disposizione», dice lui, «ma gli organismi di partito, a tutti i livelli, hanno designato senza un solo voto contrario Antonello Cabras, che ringrazio ancora: sarebbe stato un ottimo nome per battere la destra». A chi chiede se non si possa vincere anche con Zedda, Lai risponde con una lunga pausa eloquente. E poi: «Correremo con lui alle Comunali, gli metteremo a disposizione tutto l'impegno possibile».BERSANI Come dichiarazione di sostegno, potevano essercene di più nette. Tanto che, complice un'altra affermazione del segretario («alcuni alleati si sono sottratti alle primarie, ora la coalizione dovrà affrontare il dato della bassa partecipazione»), in serata qualcuno ipotizza che le perplessità di Idv, Upc e Federazione della sinistra possano mettere in discussione la candidatura di Zedda. Ma poi sono gli stessi vertici del Pd a negare uno scenario che potrebbe persino far saltare i rapporti con Sel a livello nazionale.A proposito del nazionale, si fa sentire anche Pier Luigi Bersani, con una telefonata a Silvio Lai in cui si dice «molto dispiaciuto» per la sorte di Cabras: «Dobbiamo capire se ha pesato di più l'astensione dei nostri, o se ha fatto più presa il candidato dei vendoliani».I DIRIGENTI Le analisi non mancheranno, a partire dalla direzione regionale che è riconvocata per lunedì prossimo. Il gruppo dirigente sembra non mettere per ora in discussione Silvio Lai: «Anzi, è apprezzabile che abbia assunto responsabilità non sue», nota il deputato Siro Marrocu. «C'è un problema enorme del partito a Cagliari, e poi emerge un fatto: i nostri elettori si mobilitano di più quando c'è uno scontro interno, stavolta che eravamo uniti hanno sottovalutato l'appuntamento».Meno assolutoria Francesca Barracciu, che sfidò Lai alle primarie per la segreteria: «C'è un problema complessivo di tenuta del partito e di linea politica», dichiara all'Ansa, «e ci sono responsabilità importanti da analizzare». Un affondo contro Lai? «Veltroni - ricorda Barracciu, neanche tanto sibillina - nel febbraio 2009, quando perdemmo le Regionali, non esitò a dimettersi».GIUSEPPE MELONI

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Il leader di Sel: giornata importante per l'Italia. Ma sinistra e Idv contestano le primarie: affluenza troppo bassa. Piras (Upc): mai con Zedda Vendola esulta, molti dubbi tra gli alleati Questione di punti di vista: a guardarli da Roma (o dalla Puglia), i 5mila votanti delle primarie cagliaritane hanno dato vita a «una giornata importante per la democrazia in Italia», parole di Nichi Vendola. Vista da vicino, invece, la gara suscita molta meno emozione, almeno nei partiti del centrosinistra che non vi hanno partecipato. I vertici regionali di Rifondazione, Pdci, Italia dei valori e Unione popolare cristiana sottolineano tutti la bassa partecipazione, a conferma dei loro dubbi sul metodo. E qualcuno annuncia: non sosterremo Massimo Zedda.SEL Chissà se questo potrà far riaprire il dibattito nell'intera coalizione: certo sarebbe complicatissimo, per il Pd, dire che era tutto uno scherzo. Si andrebbe verso una spaccatura nazionale, specie dopo che è lo stesso Vendola, leader di Sinistra ecologia e libertà, a dare un significato nazionale alle primarie di domenica. «È stata una giornata importante, non solo per Cagliari e la Sardegna», dice il governatore pugliese: «È stata una giornata importante per tutta l'Italia. Ogni volta che nel nostro Paese assistiamo a forme di democrazia partecipata, reale, diretta, genuina, viviamo una nuova tappa di avvicinamento a quel cambiamento che cerchiamo». Detto questo, «complimenti e auguri a Massimo Zedda, alla città di Cagliari e a coloro che in queste primarie si sono impegnati».LA SINISTRA Ci sono però anche quelli che si sono disimpegnati, e non a tradimento ma esplicitamente e dall'inizio. Come la Federazione della sinistra, ossia il tandem Prc-Pdci: per i segretari regionali dei due partiti, Gianni Fresu e Alessandro Corona, «il dato della partecipazione alle primarie di Cagliari preoccupa e dimostra la fallibilità di questo strumento quando, come in questo caso, è usato per risolvere problemi interni ai partiti». Un'affluenza così bassa «indebolisce la coalizione».Fresu e Corona, nel loro comunicato congiunto, auspicano ora «un lavoro politico» sul programma, da parte dei partiti «e del futuro candidato sindaco»: una precisazione che elimina il dubbio di una contestazione dell'investitura di Zedda. «Avevamo detto che, pur non partecipando alle primarie, ne avremmo riconosciuto il risultato», ribadisce al telefono Gianni Fresu. Il segretario Prc però è ancor più convinto che «sarebbe stato meglio definire insieme un candidato di coalizione».I CENTRISTI Chi invece non sosterrà Massimo Zedda è l'Upc, da sempre contro le primarie: «Se ancora è possibile - spiega il segretario Enrico Piras - i nostri responsabili territoriali lavoreranno per individuare un candidato davvero capace di governare la città. Di certo, noi che siamo l'unico partito veramente centrista dell'alleanza, non sosterremo un candidato di estrema sinistra». Antonello Cabras poteva andare bene «perché è una sinistra moderata: a Cagliari bisogna puntare su un nome che sia il più moderato possibile». Al limite «l'Upc potrà trovare al proprio interno un nome con queste caratteristiche».I DIPIETRISTI E poi c'è l'Italia dei valori, che si è tenuta fuori dalla competizione Cabras-Zedda e più. Non senza tensioni interne tra i vertici regionali, che contestano le primarie, e quelli territoriali che invece ne riconoscono la validità. A urne chiuse, la segreteria regionale valuta «non significativo, né rappresentativo della ricca e articolata realtà cittadina» il risultato: anche perché, rispetto all'elettorato cagliaritano, il vincitore ha ottenuto «l'1.88% effettivo».Insomma, «resta avvalorata la scelta dell'Idv di non partecipare alle primarie». Adesso il partito, «col suo determinante 10%», cercherà «un serrato confronto programmatico e organizzativo per dare rappresentanza a un vasto mondo democratico presente nella società civile». Dopodiché, prosegue la segreteria, «prenderemo le decisioni nell'esclusivo interesse dei cittadini di Cagliari e per battere la destra»: una formula che lascia aperte parecchie strade. (g. m.)

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Dietro il crollo l'ombra delle divisioni Soru sconfessato dai suoi seguaci. Poco impegno degli altri big? Il colpo è stato pesante. E il Pd cagliaritano non si rialzerà tanto presto. Soprattutto perché a essere sconfessato non è stato solo un personaggio del peso di Antonello Cabras ma un'intera strategia. L'idea di riunire tutto e tutti si è mostrata suicida e non resterà senza conseguenze.I RETROSCENA Chi conosce bene il senatore di Sant'Antioco sa che ha vissuto la candidatura come un sacrificio e che avrebbe fatto volentieri a meno di correre per il Comune. A fare il suo nome è stato il segretario regionale Silvio Lai, che ha forse pensato di risolvere un problema di non poco conto: l'assenza di un candidato forte a Cagliari. Il risultato delle primarie ha invece dimostrato che la situazione del Pd cittadino è drammatica: tutti i candidati potenziali si sono via via ritirati (Espa e Porcu su tutti) e altri (che si erano proposti, seppur timidamente) sono stati testati, con risultati desolanti.LA SCELTA Alla fine (sondaggi alla mano) rimanevano due nomi: Renato Soru e Antonello Cabras. Il primo si è autoescluso, per la vicenda giudiziaria che lo riguarda. A quel punto non rimaneva che il secondo, al quale tutti i dirigenti regionali (ma anche Bersani, Veltroni e Chiamparino) hanno chiesto di spendersi, per il bene del partito. La decisione arrivò nella famosa riunione di via Emilia quando, alla presenza dello stato maggiore locale, è stato deciso all'unanimità che Cabras dovesse correre per la carica di sindaco. Ci fu qualcuno (il consigliere comunale Claudio Cugusi) che disse: «Chi non è d'accordo lo dica adesso, perché quando si uscirà da quella porta Antonello Cabras sarà il candidato di tutti noi». Nessuno parlò. In via Emilia si dice che Soru ha fatto quello che ha potuto. Anche lui è uno dei grandi sconfitti, perché i seguaci hanno sconfessato il suo sostegno a quello che viene ancora percepito come il più feroce dei nemici interni. Segno evidente, si fa notare sempre dall'interno del partito, che il patron di Tiscali non controlla più nulla. Il presidente della Provincia Milia ha trascorso l'ultima settimana tra Bruxelles e il Marocco e secondo qualcuno anche Paolo Fadda ed Emanuele Sanna non si sarebbero impegnati a fondo, per ragioni diverse: ex democristiani ed ex comunisti hanno sempre qualche conto in sospeso con gli ex socialisti, anche se non craxiani.L'ANALISI Tutti sapevano che Zedda poteva contare su uno zoccolo duro di circa 2500 voti e il dato è stato puntualmente confermato. Il Pd, sulla carta, aveva un potenziale tra i 4 e i 5 mila voti. Persone che in grande parte sono state contattate telefonicamente e hanno detto che avrebbero votato per il Pd. Gli ultimi sondaggi di Ipr Marketing stimavano a Cagliari un'affluenza di circa 10 mila votanti: Cabras era avanti con il 50 per cento e Zedda fermo al 25. Le urne hanno detto una cosa diversa. IL DUBBIO Cabras non era certamente gradito dalla base. Ma è credibile che parlamentari, consiglieri regionali, comunali, circoscrizionali e circoli cittadini, con un mese di lavoro, abbiano portato a casa soltanto un terzo dei voti che erano in grado di controllare? Il senatore, anche se non lo ammetterà mai, in queste ore statunitensi si sta convincendo del fatto che molti maggiorenti si sono tirati indietro e lo hanno lasciato da solo. La domanda è una sola: è credibile, come dice Silvio Lai, che la colpa del tracollo sia tutta della dirigenza locale? O è il partito, più in generale, a essere in situazione comatosa, ucciso dalle liti e dalle spaccature (mai risolte) che si porta dietro dai tempi della giunta Soru?ANTHONY MURONI

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L'intervista. Massimo Zedda studia da candidato della coalizione: «Sento di poter diventare sindaco» «Saprò rappresentare le istanze di tutti» Ha passato la notte a festeggiare, com'era giusto che fosse. Inebriato dall'entusiasmo dei suoi sostenitori, in gran parte giovani, che lo hanno via via convinto che il miracolo sarebbe stato possibile. Ora, però, Massimo Zedda ha deciso che non è più tempo di brindisi e pacche sulle spalle. C'è una campagna elettorale da programmare, cercando di capire se le ferite riportate dal partito di maggioranza relativa possano indebolire l'intera coalizione.Diplomazia a parte, come si è potuti arrivare a un risultato così gratificante e forse inatteso?«Con il lavoro quotidiano di tanti, che si sono avvicinati in maniera volontaria alla nostra sede. E che ci chiedevano di poterci aiutare a portare avanti la campagna elettorale. Persone che venivano addirittura a recuperare il materiale per poter fare campagna elettorale nel proprio palazzo. Un entusiasmo incredibile».C'è l'impressione che il Pd, al di là delle dichiarazioni ufficiali, la temesse. Si spiega così il tentativo di evitare le primarie?«Non so se sia stato proprio così. Devo dire che mi limito a commentare i fatti: le primarie si sono fatte, in maniera serena e leale. A preoccupare è il fatto che il centrodestra ritenga superfluo farle, coinvolgendo la base. È una questione di approccio completamente differente con la politica».Sinceramente, quante possibilità ha Massimo Zedda di rappresentare le istanze di tutta la coalizione?«Faccio politica da tanti anni e conosco i meccanismi che regolano le ragioni del nostro stare insieme e della nostra alleanza. Al centro ci sono le istanze che arrivano dai cittadini e dalla nostra base, il ruolo dei partiti è quello di mediare queste proposte ed elaborarle in un programma che rappresenti una sintesi efficace».Quali saranno i suoi primi passi?«I passi li faremo tutti assieme, in perfetta armonia con gli alleati. Occorrerà far passare questi giorni e far assorbire a tutti il risultato. Subito dopo inizieremo a organizzare la campagna elettorale. Sia chiaro che non ci candidiamo contro qualcosa o qualcuno ma solo per governare, meglio di chi ci ha preceduto, la città. Per risolvere i problemi reali della gente, creando opportunità di lavoro e dando una casa alle giovani generazioni. Con una pubblica amministrazione attenta ai bisogni di tutti e non di pochi».I punti-chiave della campagna elettorale?«Il programma lo costruiremo attraverso il confronto. Ma partiremo dai contributi che sono emersi nel corso della campagna elettorale per le primarie. Metteremo assieme le proposte che sono già arrivate con le altre che arriveranno in questi mesi».Capitolo alleanze. Come giudica l'atteggiamento dell'Idv? C'è la possibilità di recuperare il rapporto?«Di questo sono convinto, lavoreremo per ricostituire l'alleanza. Si deve fare convintamente, anche perché dovremo sconfiggere la piaga dell'astensionismo. Ogni singolo elettore che si riconosca nelle nostre idee dovrà essere portato a votare».È proprio convinto che tutto il Pd la seguirà sino in fondo?«Ne sono certo, il partito di maggioranza relativa è perno di tutta l'alleanza ed è composto da persone serie. Il confronto è stato sereno e leale. E sono certo che lavoreremo uniti. Io per primo avrei lavorato per Cabras se il nostro elettorato avesse scelto lui. Il nostro vero avversario è il centrodestra».Qual è il suo stato d'animo dopo la vittoria?«Correre per diventare sindaco della propria città è un sogno che ogni appassionato di politica coltiva per una vita. L'idea di poter incidere sul futuro della comunità che sento mia è affascinante. Mi impegnerò al massimo». ( a. mur. )

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Comunali. Anche Cappellacci oggi a Roma per i vertici in Senato e in via dell'Umiltà Pdl, al via la trattativa sulle alleanze I rapporti tesi con Udc e Fli il vero ostacolo all'ipotesi-Fantola La vittoria di Zedda alle primarie del centrosinistra ha rafforzato il terzo polo.DAL NOSTRO INVIATOANTHONY MURONIROMA La sensazione è che questa volta non si potrà fare come in occasione delle ultime elezioni provinciali. Non solo perché non si vogliono ripetere le divisioni interne (e, di conseguenza, la sconfitta) ma perché non si potrà arrivare alla presentazione delle liste con incertezze sul nome del candidato. Ora che il centrosinistra ha individuato il suo leader in vista delle comunali, Pdl e alleati non possono fare a meno di rompere gli indugi.IL PARTITO Per questo oggi a Roma ci saranno tutti quelli che all'interno dell'organizzazione regionale del partito contano qualcosa: alle 11, in Senato, con la regia di Romano Comincioli, si incontreranno i parlamentari dell'area cagliaritana (Cicu, Massidda, Pili), il vice coordinatore regionale Settimo Nizzi, il presidente della Regione Ugo Cappellacci, il sindaco di Cagliari Emilio Floris e l'assessore comunale Giuseppe Farris. Assente giustificato il coordinatore regionale Mariano Delogu, che raggiungerà Roma solo nel pomeriggio, per un vertice con i tre segretari nazionali del Pdl Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini. IL CONFRONTO Sul tavolo la delicata questione delle alleanze e del candidato sindaco. Sfumata l'ipotesi di ricorrere alle elezioni primarie, il Popolo della libertà deve decidere se convergere sul leader riformatore Massimo Fantola (sostenuto anche da Udc, sardisti, Uds e Fli) o se proporre alla coalizione un candidato tutto suo. I papabili sono i soliti: l'assessore regionale Giorgio La Spisa, il senatore Piergiorgio Massidda, l'assessore comunale Giuseppe Farris e, rientro dell'ultima ora, l'ex dirigente dell'Area dei servizi al cittadino del Comune Ada Lai, che da oggi ha assunto il suo nuovo incarico nella struttura dell'assessorato regionale del Turismo. LE ALLEANZE Quali saranno i temi di discussione? Uno lo rivela il coordinatore Mariano Delogu: «Vorrei che il partito nazionale ci desse un'indicazione chiara sul tema delle alleanze - chiarisce - a noi serve capire se nelle prossime amministrative le forze politiche che sostengono lealmente il governo Berlusconi possono e devono stringere alleanze con Udc e Fli, che invece si stanno arroccando su una dura opposizione, arrivando a prendere in considerazione l'ipotesi di accordo con Pd, Idv e Sel. Io non avrei certo problemi a valutare un'alleanza che, peraltro, riproporrebbe il quadro politico che offre la Giunta regionale. Ma per prendere una decisione di questo tipo serve un avallo del partito, nelle sue massime espressioni».LO SCENARIO La questione sollevata da Delogu è quella veramente centrale: non sono in pochi a ritenere che la vittoria di Massimo Zedda nelle primarie del centrosinistra potrebbe invogliare qualcuno, all'interno del Pdl, a forzare la mano. Con il retropensiero dell'autosufficienza e della possibilità di arrivare comunque a ottenere il risultato, confidando sul peso elettorale del partito e sulle liste civiche (potenzialmente “Lavoro&Quartieri”, “Centro Giovani” e “Cagliari con Emilio Floris”). Una valutazione che potrebbe essere fallace, anche per molti all'interno del Pdl. Perché la vittoria di Zedda sembra avere, in un certo senso, rafforzato la posizione di Fantola. Il suo terzo polo, in caso di corsa autonoma del partito di maggioranza relativa, sarebbe centrale nel panorama politico. In caso di ballottaggio il Popolo della libertà rischierebbe di trovarsi irrimediabilmente solo, condannato alla sconfitta, a vantaggio di Zedda o di Fantola stesso. Questo significherebbe non solo perdere il sindaco ma anche un buon numero di assessori, oltre che tutti i posti di sottogoverno. Per questo chi, dentro il partito, conta davvero è certo che alla rottura non si arriverà. E nel corso della riunione di oggi dovranno essere gettate le basi per riannodare i fili della trattativa.

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Teatro lirico, debito spalmato in trent’anni: la parola alle banche

CAGLIARI. Silurato il sovrintendente Maurizio Pietrantonio, il consigliere di amministrazione Oscar Serci - delegato dal presidente Emilio Floris alla verifica dei conti - ha concluso il suo lavoro: il debito patrimoniale complessivo del teatro lirico è di venti milioni, di cui 14 ereditati dalla gestione Meli. Una cifra enorme che produce interessi passivi crescenti. Due le soluzioni prospettate da Serci all’organo amministrativo: la prima è un mega-prestito bancario da restituire in trent’anni. Sono stati interpellati quattro istituti di credito che sono impegnati in queste ore all’esame dello stato finanziario del lirico per valutare la possibilità di concederlo. Serci lavora anche all’ipotesi che il Comune offra in garanzia del mutuo un immobile: è una scelta attuata in altre città. C’è poi la seconda soluzione: un piano straordinario della Regione, in sostanza una corposa iniezione di denaro nelle casse del teatro che consenta di uscire dalle secche in cui la maggiore fabbrica di cultura dell’isola è finita. Una cosa è certa: con un apporto immediato di venti milioni l’attività del lirico potrebbe riprendere a tutta velocità. Ma per arrivare al traguardo i tempi potrebbero non essere brevi. In settimana sono attesi gli stipendi arretrati, che erano legati alla pubblicazione della legge finanziaria nel Buras. Per ora non ci sono segnali positivi dalla Regione, quindi l’impegno assunto da Floris coi sindacati ha il sapore della speranza. Con l’arrivo di 9 milioni il cda potrà coprire i costi dei prossimi due mesi. (m.l)