Pink Magazine n.1

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Hepburn SPECIALE Audrey C I N Q UA N TA S F U M AT U R E D I R O M A N C E RACCONTI INEDITI SELEZIONATI PER VOI DA PINK ROMANCE romane VACANZE MAGAZINEITALIA P NK © LA POSTA DI PAOLA PICASSO Pink Magazine Italia - Anno 1 - N.1 - Periodico di letteratura - Ottobre 2014 - Velut Luna Press SCRITTURA 02 DIETRO LE QUINTE DI UN ROMANZO LE INTERVISTE DI PINK IGOR DRAGAR QUATTRO PASSI CON L’AUTRICE MARIANGELA CAMOCARDI

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Periodico di letteratura

Transcript of Pink Magazine n.1

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HepburnSPECIALEAudrey

C I N Q U A N T A S F U M A T U R E D I R O M A N C E

RACCONTI INEDITI

SELEZIONATI PER VOI DA PINK ROMANCE

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MAGAZINEITALIA

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LA POSTA DI PAOLA PICASSO

Pink Magazine Italia - Anno 1 - N.1 - Periodico di letteratura - Ottobre 2014 - Velut Luna Press

SCRITTURA 02 DIETRO LE QUINTE DI UN ROMANZO

LE INTERVISTE DI PINK IGOR DRAGARQUATTRO PASSI CON L’AUTRICE MARIANGELA CAMOCARDI

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[email protected]

©

PP NKNKMAGAZINEITALIA

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Carissimi Pink addicted,

nell'autunno romano a cui è dedicato questo

numero brilla il rosa di Pink Magazine!

È con grande emozione che vi annuncio che

omaggeremo LEI, il mito del cinema e

l'icona fashion che tutte le donne sognano di

imitare: Audrey Hepburn!

Una Audrey pubblica e privata che ammire-

rete da "Vacanze Romane" a "Colazione da

Tiffany" fino all'omaggio dell'artista Paolo

De Luca.

Per un numero così speciale abbiamo una

sorpresa che spero gradirete: l'anteprima

del libro 365 giornate indimenticabili da

vivere a Roma di Giulia Fiore Coltellacci.

Grazie a NewtonCompton Editori per la

disponibilità e l'onore. E come guest star è

venuta a trovarci Mariangela Camocardi,

Queen of Romance!

Infine vi segnalo l'intervista in esclusiva al

modello, regista e autore Igor Dragar, le

lezioni di scrittura di Alessandra Penna e le

consuete rubriche: la posta di Paola Picasso,

le recensioni e i racconti.

Cosa aspettate a sfogliare Pink... ma forse lo

state già facendo.

Alessandra Bazardi1

E

Il diretto

re

Editoriale

Pink

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Quattro passi con l’autrice: Mariangela Camocardidi Alessandra Bazardi

Cucina e letteratura: Cheesecakedi Sara Rania

Le interviste di Pink: Igor Dragardi Cinzia Giorgio

RecensioniI love shopping a Hollywood di Sophie Kinsella

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La posta di Paola Picassodi Paola Picasso

I believe in Pinkdi Valentina Valentinuzzi

La redazione

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Audrey Dollsdi Sam Stoner

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Raccontia cura di Alessandra BazardiPer un giorno intero di Virginia ParisiOra la notte non mi fa più paura di Rosaria RussoFesta di compleanno di Mariangela Camocardi

Anteprima Pink 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma

Dietro le quinte di un romanzodi Alessandra Penna

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SOMMARIOOttobre 2014

Pink

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AUDREY HEPBURN Roma come non l’avete mai vista...

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35I BELIEVE N PINKAudrey: una noderna icona di stile

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9DIETRO LE QUINTE

DI UN ROMANCEI segreti per poter

scrivere un romanzo

22AUDREY’S WORLDDivertenti scatti di Audrey Hepburn in formato bambola.

LUI,l’uomo.

36LA POSTA DI PAOLA PICASSOLa famosa scrittrice Paola Picasso, risponde alle lettere delle lettrici.

RACCONTIStorie di donne. Le lettrici di Pink Magazine diventano protagoniste.

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FOOD, ART &LITCibo, arte e letteratura.

Il questo numero Cheesecake, Audrey

Hepburn e New York

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18LE INTERVISTE DI PINKIgor Dragar

31QUATTRO PASSI CON L’AUTRICEIn questo numero Mariangela Camocardi si racconta.

33RECENSIONI Sophie Kinsella.I love shopping a Hollywood

Pink

my love

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213- GIORNATA VACANZE ROMANE - Primo tempo: svago culturaleSulle tracce dei luoghi culturali del film per avere qualcosa in comune con la divina Audrey, fosse anche una giornata a spasso p e r R o m a . « S i a t e a u d a c i , prendetevi una giornata intera! [...] Prendetevi questo svago con me!»

Vedere Vacanze RomaneTr a t t a n d o s i d i u n c l a s s i c o , suppongo che lo abbiano visto praticamente tutti. Chi dovesse colmare questa lacuna, lo faccia

in fretta (e si vergogni pure un po').

Palazzo Barberini.ha sede l'ambasciata dell'ignoto paese d'origine della principessa. Questa è la prigione dorata da cui evade Anna. Voi, per una volta, fate il contrario: evadete dal caos d i v i a Q u a t t r o F o n t a n e e r in tana tev i ne l l a qu ie te de l palazzo. Commissionato nel 1625 da Urbano VIII Barberini a Carlo Maderno, parteciparono alla sua realizzazione anche artisti del calibro di Bernini e Borromini (per dettagli vedi Giornata nei Palazzi-terza parte). Come se questo non valesse già di per sé una visita, al primo piano ha sede

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NEWTON COMPTON

VACANZE VACANZE 213 - GIORNATA213 - GIORNATA

L’autrice Giulia Fiore Coltellacci, in occasione del numero dedicato a Audrey Hepburn, regala a Pink l’anteprima della sua opera 365 giornate eccezionali da vivere a Roma con la giornata numero 213 dedicata al film Vacanze Romane, la cui protagonista è appunto Audrey Hepburn

a cura di Sam Stoner

Pink

ANTEPRIMA

ROMANE ROMANE

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la Galleria Nazionale d'Arte Antica che custodisce capolavori di Caravaggio, Tintoret to , Fi l ippo Lippi , El Greco, Tiziano, Guercino, solo per citarne alcuni, a cui va aggiunto anche il grande affresco di Pietro da Cortona, il vigoroso Trionfo della Divina Provvidenza che decora la volta di uno dei saloni. Menzione a parte per la “principessa” di quest'ambasciata dell'arte antica: la Fornarina di Raffaello. Come la protagonista del nostro film, anche la donna del quadro è “in incognito”. Ancora si dibatte, infatti, sulla sua identità e sulla sua relazione con il pittore. La leggenda, mai storicamente provata, la identifica come Margherita Luti, detta la Fornarina perché figlia di un fornaio di Trastevere. Sarebbe stata la donna amata da Raffaello nonché sua musa ispiratrice. Non c'è niente di provato, ma sarà un caso che il pittore mette la sua firma su un gioiello al braccio della donna,

come a voler dire: “sei mia”? Ma anche questa favola romantica, vera o presunta, non ha avuto un lieto fine: poco dopo la realizzazione del quadro, Raffello morì e Margherita si ritirò in convento. Proprio come in Vacanze romane, il mistero di quest'avventura resta tra i due innamorati e nel sorriso enigmatico della donna che, chiunque sia, è diventata un'icona di misteriosa bellezza ed elegante sensualità. Come Audrey Hepburn.Via delle Quattro Fontane, 1306/4814591galleriabarberini.beniculturali.it

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Pink

Arco di Settimio SeveroÈ qui che avviene il primo incontro tra Anna e Joe Bradley. E luogo più significativo non poteva esserci. Innanzitutto siamo al Foro Romano, il centro della Roma antica, ossia quando Roma era il centro del mondo. Proprio vicino all'arco di Settimio Severo, c'è una costruzione conica in mattoni che indicava que l l uogo come l ' umbi l i cu lus Urb i s , l'ombelico, il centro della città e quindi del mondo intero. E come canta Jovanotti: «Questo è l'ombelico del mondo/ È qui che c'è il pozzo

dell ' immaginazione/ dove convergono le esperienze/ e si trasformano in emozione...»: e qui inizia la nostra immaginaria storia d'amore. E l'inizio dell'emozione è trionfale: con i suoi tre fornici comunicanti e i 20 metri d'altezza, maestoso e armonioso allo stesso tempo,

quello di Settimio Severo è uno dei maggiori archi di trionfo esistenti, eretto agli inizi del III secolo in onore del valoroso imperatore e dei suoi due figli, Ca raca l l a e Ge ta . L ' a r co è interamente decorato, ma la parte più originale sono i quattro pannelli sopra i fornici minori, d o v e s o n o r a f f i g u r a t e l e campagne militari condotte da Settimio Severo. E qui torniamo al cinema, perché questo modo di raccontare per episodi, tipico degli archi di trionfo e delle colonne celebra t ive , r icorda molto il racconto per immagini del cinema e del fumetto. Senza lesinare sulle scene di massa e, anzi, abbondando con moltitudini di comparse in rilievo, sull'arco sono rappresentati tutti i momenti salienti delle campagne militari dell'impe-ratore, tutte le scene

cult, per dirla cinematograficamente. Altra analogia con il mondo di celluloide: quando Caracalla fece uccidere il fratello Geta, pensò bene di scalpellare via il suo nome dall'arco, s o s t i t u e n d o l o c o n a l t r e p a r o l e . U n comportamento degno di una primadonna, roba da Eva contro Eva.Tornando alle nostre Vacanze romane, cogliete l'occasione per concedervi una passeggiata al Foro. La scena dell'incontro avviene di notte e i romani sanno che, complice la luna, le rovine accrescono il loro fascino senza tempo. Vi avverto, però, che generalmente qui si incontrano sempre e solo tanti turisti, qualche centurione e parecchi gatti. Di Gregory Peck o Audrey Hepburn neanche l'ombra!

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Via MarguttaJoe Bradley abita al numero 51, in una piccola stanza con un'unica ampia finestra, all'interno di uno dei tipici palazzetti con cortili verdeg-gianti, scale e ballatoi che caratterizzano via Margutta. La scelta non è casuale: fin dal Seicento la piccola strada parallela a via del Babuino, è stata un ritrovo per stranieri in visita e soprattutto per artisti di tutto il mondo che venivano a Roma e che qui aprivano botteghe e ateliers. Non è quindi strano che il giornalista americano di stanza a Roma, abiti proprio a via Margutta, una sorta di piccola Montmartre ai piedi di un altro Sacro Cuore, l'istituto annesso alla chiesa francese di Trinità dei Monti. Oggi questa stradina seminascosta che rischia di passare inosservata, consente una brevissima passeggiata fuori dal tempo. Per una volta non si rimpiange, più di tanto, il passato: alla caotica strada che vediamo nel film, si è sosti-tuita una tranquilla via chiusa al traffico, cosa che consente di girare distratti, con il naso per aria, curiosando nei cortili verdeggianti e nei negozi d'arte che sono rimasti. Visto che parlia-mo di cinema e film, è opportuno ricordare che al civico 110 hanno abitato anche Federico Fellini e Giulietta Masina: una simpatica targa in romanesco li ricorda sostenendo che, in quanto a bellezza, questa strada batte tutte le altre “perché è unica e speciale e ner monno nun c'è uguale!”.

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Bocca della VeritàProbabilmente una delle scene più famose del film è quella che si svolge alla Bocca della Verità. Qui Joe racconta ad Anna la celebre leggenda che rende questo faccione circolare una delle mete preferite dai turisti di tutto il modo: chi infila la mano nella Bocca e mente, viene morso oppure, nella versione più splat-ter, gli viene mozzata la mano. Ovviamente è solo una leggenda ma, al momento di mettere la mano nella bocca aperta del fauno barbuto, è facile provare, anche solo per un secondo, un brivido di timore. Il successo della Bocca della Verità è aumentato ulteriormente proprio in seguito al film. La cosa buffa è che, nella famosa scena, Anna fa la figura della credulona ingenua mentre la leggenda è legata ad una donna molto scaltra. Si racconta che in origine la pietra avesse il potere di stabilire se una donna tradisse il marito. Almeno fino a che la moglie di un giovane patrizio e il suo amante, non misero in atto un ingegnoso stratagemma. Quando il marito cornuto stava per sottoporre la sospetta fedifraga alla prova della mano, il giovane amante si fece largo tra la folla per baciare la donna sulla bocca. Così, quando l'adultera scaltra giurò di non aver mai baciato nessuno all'infuori del marito e di quel giovane pazzo, ebbe salva la mano. Si dice che la Bocca, offesa dal raggiro, decise di andare in pensione. È piuttosto raro che un romano, superati i sei anni, si metta in fila con i turisti per fare questa

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sposare il principe Marcantonio Colonna. Colta e raffinata, Isabelle dava grandi ricevi-menti per l'alta società della capitale mentre apriva il suo appartamento solo agli amici più stretti. Impreziosito da opere d'arte, oggi è conservato esattamente come quando la padro-na di casa era in vita. Tutto è rimasto come lei lo aveva disposto: il baldacchino con lo stemma di famiglia, l'orologio notturno dipinto, la consolle decorata e le numerose vedute di Vanvitelli. Ma il fascino di questo luogo è dato soprattutto dalla completa assenza del tempo che sembra essersi fermato all'epoca dei principi e delle principesse che, a pensarci bene, quasi mai sono felici, tranne nei cartoni della Disney. La protagonista del nostro film non fa eccezione, come dimostra l'audace finale, caso rarissimo di unhappy end in una commedia romantica hollywoodiana. Il bianco e nero della pellicola non rende merito alla fastosità barocca di Palazzo Colonna, la cui ricchezza fa da contrasto all'ultima emoziona-te scena del film, quando la macchina da presa accompagna la camminata solitaria di Joe Bradley ormai consapevole che la vacanza romana è davvero finita (lo spettatore non ne è ancora convinto e sotto sotto spera fino all'ultimo che la principessa scelga l'amore). La galleria Colonna è aperta tutti i sabati dalle 9,30 alle 13, 15. L'ingresso è in via della Pilotta.Per tutte le informazioni www.galleriacolonna.it

pantomima, però è una pratica che fa tornare bambini, è un gioco e qui stiamo giocando. Già che ci siete, entrate nella bella chiesa romanica di Santa Maria in Cosmedin, sotto il cui portico è alloggiato il famoso mascherone. Confesso che, ogni volta che passo davanti alla Bocca della Verità e vedo la lunga e paziente fila di turisti in attesa, mi viene il perfido istinto di rivelargli che stanno per mettere la mano nel tombino di una fogna, la Cloaca Massima. Ma poi mi trattengo, perché sarebbe come dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste e non mi permetterei mai di infrangere un sogno, non la voglio questa responsabilità (anche perché, personalmente, dal trauma di Babbo Natale ancora non mi sono ripresa). Vediamola così: Roma è talmente magica o “fregnacciara” che anche un tombino può diventare il simbolo della verità. O che, a volte, la verità è alla fine di una fogna.

Galleria ColonnaLa dolceamara scena finale del film, quella del mancato happy end (non è uno spoiler perché spero abbiate seguito il suggerimento di vedere il film), si svolge in una delle splendide sale della Galleria Colonna. (Per dettagli sulla Galleria e sul Palazzo, vedi Giornata nei Palaz-zi-Terza Parte). Passando da un principessa immaginaria ad una reale, nel palazzo si trova l'appartamento della principessa Isabelle, venuta in Italia dal Libano negli anni Venti per

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FOTO ARCHIVIO LIFE 1955

Dietro le quinte(di un romanzo)

a cura di Alessandra Penna

MAGAZINEITALIA

PP NKNKCosa si nasconde dietro la realizzazione di un romanzo: consigli professionali con glamour

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questo mondo. Potrà sentirsi perso perché l'autore avrà deciso di sottrargli improvvisamente le coordinate, provocando in lui spaesamento e smarrimento, ma quelle coordinate, lo scrittore le avrà a un certo punto fornite.

oncludevo il primo dei nostri appuntamenti dicendo che lo Cscrittore è un creatore di mondi e

che il lettore, per suo tramite, ha il privilegio di scoprirne tanti e diversi. Dicevo anche che questa creazione non può essere priva di regole, non se l'intenzione di uno scrittore è quella di raggiungere un altro da sé che è il lettore. La sera del 5 luglio mi trovavo a Viterbo in occasione di Caffeina e ho avuto modo di ascoltare David Grossman pronunciare queste stesse parole: «Lo scrittore è un creatore di mondi, descrive mondi». Alcune delle cose dette in quello splendido intervento le ritroverete nei nostri prossimi incontri, talmente le ho trovate condivisibili e adatte a questa nostra piccola rubrica. Ma torniamo a noi. Il lettore – dicevo sempre nel primo di questi articoli – dovrà riuscire a muoversi in

02di Alessandra Penna

TI RACCONTOuna storia

02: ESISTONO REGOLE?

Non si impara a, ma si

può diventare senz'altro scrittori migliori.

scrivere

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Pink

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Come è possibile farlo? Cos'è che consente di capire quale sia la via sulla quale lo scrittore vuole che il lettore si incammini? Che cosa gli indica il sentiero? Mi sono convinta, in questi anni, leggendo scrittori affermati e aiutando quelli che non lo erano a emergere, che si tratti della struttura. Quando parlo di struttura penso a uno scheletro. A ciò che potrebbe rimanere di una storia se la scarnificassimo, se lavorando per sottrazione toglies-simo tutto ciò che non è “assoluta-mente essenziale”. Arriveremmo a un'ossatura, a delle fondamenta – se preferite – ovvero al sostrato (quod s u b s t a t ) c h e sorregge tutto il resto. Mi rendo conto che potrebbero ancora sembrare, le mie, parole troppo vaghe: cos'è esattamente questo scheletro/ossatura, sostrato?Potrei rispondere che è l'idea che lo scrittore ha del suo romanzo o, ancora più esplicitamente, la consapevolezza di ciò che intende dire. Parlo di consapevolezza non a caso. Perché credo che un buon romanzo non sia – come spesso si tende a

pensare, soprattutto tra chi si avvicina alla scrittura – frutto di ispirazione momentanea, di accensione dello spirito creativo. Non dico che in alcuni rari e felici casi questo non accada, ma per la maggior parte – anche per i migliori scrittori – penso si tratti di tutt'altro. Troppo spesso – forse per quel pregiudizio di matrice crociana e gentiliana che relega le scienze a pseudoconcetti – siamo portati a credere che la

narrazione sia il r e g n o i n c u i dominino fanta-s i a , i m m a g i -nazione, scintille e accensioni. Ma sono sempre più convinta che, se narrare è tutto ques to , cer ta-mente è anche e s e n z a d u b b i o schema, struttura,

rispetto di alcune geometrie e proporzioni. Numeri, in qualche modo. (Per questo e non per altro un editing su un testo non dovrebbe poter differire diametralmente da un altro: ma su questo torneremo). E allora, tu, scrittore che ti accingi a scrivere, sai che cosa vuoi dire al lettore? Sapresti tracciare una mappa del percorso che lo stai invitando a

Solo se lo scrittore è consapevole della propria storia, il lettore non correrà il rischio di perdersi

Pink

Lo scrittore è un creatore di mondi, descrive mondi.

David Grossman

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«Quando ho sentito parlare per la prima volta dell'arpa d'erba? Molto tempo prima di quell'autunno in cui andammo ad abitare sul sicomoro. In un autunno molto remoto, dunque; e certo fu Dolly a parlarmene, perché nessun altro avrebbe pensato a quel nome: arpa d'erba.» Truman Capote, L'arpa d'erba, Garzanti 2001.

In ogni appuntamento vorrei proporvi un passo di

un romanzo o di un racconto, che trovo

semplicemente bello. Senza dilungarmi a spiegarvi il

perché. Sperando sia evidente!

intraprendere? Sei consapevole, partendo da A, di come arrivare a B, C, D…? La tua idea può rimanere nella tua testa, può sentire l'urgenza di tradursi in uno schema grafico che la rappresenti. In entrambi i casi, però, se ti viene sottoposta la domanda: cosa stai scrivendo?, io credo che dovresti essere in grado di rispondere utilizzando tre frasi. Dieci righe se preferisci. Solo se lo scrittore è consapevole della propria storia, il lettore non correrà il rischio di perdersi (che, tradotto in altre parole, vuol dire stancarsi di un libro, trovarlo noioso, privo di quella ragione che ci spinge a continuarne la lettura). L'idea forte, una struttura collaudata sono ciò che permette al lettore di non mettere un piede nel vuoto. Deve sprofondare se lo scrittore lo vuole, ma non perché lo scrittore ha lasciato inavvertitamente un vuoto. Un personaggio in questa storia si è perso? Se il motivo è calcolato e risponde a un'esigenza della storia, il lettore non se ne accorgerà nemmeno. Altrimenti, invece, lo

02sentirà, si porrà la domanda e se non troverà una risposta rimarrà insoddisfatto. Su questa struttura – pensate ai rami di un albero, se l'immagine è più evocativa – cresceranno microstorie, si creeranno ponti, proprio come le fronde, le gemme e i fiori di una pianta, senza i quali il romanzo non potrebbe vivere. Non sarebbe quel romanzo. Ma quei rami sono la sua natura principale, ciò che rende quel romanzo unico e irripetibile. Nel consueto box, trovate questa volta l'incipit di L'arpa d'erba, di Capote. Se avrete voglia di leggerlo per intero, capirete che in quelle tre righe c'è l'idea e la struttura del romanzo. Non lo sapete, come non lo sapevo io all'inizio. Ma quell'idea vi guiderà nella lettura. E, giunti alla fine, ricorderete che l'autore vi aveva detto qualcosa di importante, proprio in quell'inizio. Adesso non ci resta che articolarla, questa struttura. Ma questo, se vorrete, cominceremo a farlo la prossima volta. A presto!

AL PROSSIMO NUMERO!

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I rapporti umani sono disgregati. Parlo in particolare di quelli tra u o m i n i e d o n n e . Rinchiusi in gabbie mentali intelligenti, ci sono ma non si fanno v e d e r e d a n d o l'illusione della libertà. Avete mai provato a fermare una donna in strada? No, non parlo di quelle ai lati delle strade di periferia in vestiti succinti, ma di quelle che incontrate in contesti quotidiani, un Mc Donald 's , una l i b r e r i a , u n supermercato (i cari vecchi supermercati c h e u n a v o l t a offrivano, nelle ore opportune, numerose o c c a s i o n i d i c o n o s c e n z a ) . S e ancora non lo avete fatto vi sconsiglio di p rovarc i , pot reste rischiare una denuncia per molestie. Ebbene s ì , a n c h e l a p i ù disinibita delle donne quella che il sabato sera si concede nei bagni d e l l o c a l e d o p o l ' e n n e s i m o d r i n k , reagirebbe con sdegno di fronte un approccio d i u r n o . T u t t a v i a , potreste tentare con il computer, quella stessa d o n n a i n f a t t i , s e contattata su un social network nel modo giusto, potrebbe darvi accesso alle sue foto o s é . A q u a l s i a s i Benvenuti nel l 'era digitale. Ebbene sì, anche la più disinibita delle donne quella che

Pink|F&Lit

HEPBURN HEPBURNAUDREYAUDREY

A colazione da Tiffany conun dolce mitico: il New York

Cheesecake

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Hepburn si portava nel sangue quell'affascinante mix di culture che da sempre caratterizza alcune grandi metropoli degli USA, come New York. Ed è proprio tra le grandi avenue che va in scena il suo tran-tran quotidiano di party e piccole manie osservato dal vicino aspirante scrittore.Un'agglomerato che vive ancora oggi a diversi livelli, incrostando su una base altamente evocativa e croccante tutto un tessuto distinto che si alimenta nel melting pot così ben descritto da Truman Capote nel più fortunato dei suoi romanzi. E così come le diverse comunità che compongono New York, il Cheesecake è un dolce ricco, ma semplice, facile da realizzare in casa con pochi fondamentali ingredienti (grazie alla nostra ricetta). Un simbolo democratico insomma, esportato ben oltre i confini della città e diventato un vero e proprio stendardo gastronomico con la sua morbida composizione. Icona urbana per eccellenza, da gustare nei caffè dall'allure post-industrial chic, il Cheesecake si fa strada e ritrova i sentieri della cioccolata all'arancia della famosa 'Colazione da Tiffany'. Tra il profumo fragrante delle sfoglie intrise di burro dei croissant e l'aroma del caffè, da sorseggiare rigorosamente in piedi camminando tra le strade del centro come amano fare gran

olly Golightly si sarebbe sicuramente deliziata affondando la sua forchetta in Hun morbido e ricco Cheesecake, e

avrebbe probabilmente fatto lo stesso anche Audrey Hepburn che le ha prestato i tratti nel leggendario adattamento sul grande schermo del 1961 firmato (regia di Blake Edwards). Il suo corpo minuto che aveva sofferto in gioventù delle restrizioni alimentari imposte dal secondo conflitto mondiale in Europa, avrebbe amato quel dolce a strati che è diventato il simbolo del la Grande Mela r iproducendo la stratificazione sociale sulla quale si basa la struttura stessa della città e anche la storia della famosa attrice dalla precoce passione per la danza. Nata a Bruxelles da una ricca baronessa olandese e da un benestante irlandese, ma formatasi ai costumi popolari della working class attraverso un periodo trascorso in compagnia di una famiglia di minatori inglesi, la

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di Sara Rania

Holly Golightly si sarebbe sicuramente deliziata affondando la sua forchetta in un morbido e ricco Cheesecake

Pink

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E al fascino vintage e croccante dello strato di biscotti appena descritto si aggiunge lo spirito terribilmente attuale della figura di Audrey Hepburn che resta inciso sui nostri abiti e nelle maniere ricercate e raffinate di certe damine. Perché a sognare ancora oggi copricapi a falda larga e luoghi guanti scuri (con i dovuti correttivi odierni) siamo in tante, come dimostra 'Volevo essere Audrey Hepburn' l'ultimo libro firmato Vanessa Valentinuzzi nel quale Viola, una delle trentenni protagoniste, riesce a vincere la sua proverbiale timidezza animando un singolare salotto letterario contemporaneo della capitale e lanciandosi nel sogno di scrivere sceneggiatrice di commedie romantiche grazie alla rubrica Il cappello di Audrey Hepburn inserita nella spregiudicata trasmissione televisiva A letto con Zazie

Per godere appieno dell'atmosfera newyorkese tanto decantata nella celebre 'Colazione da Tiffany' vi invitiamo a fare un salto al sito dei poemi liberamente pubblicati da cittadini della metropoli statunitense

365 condensati urbani in rima (e non naturalmente).E per finire, dulcis in fundo, eccovi il coulis di decorazione. Quel mix dolce, quasi sempre a base di frutti rossi, che corona la crema con il suo bel contrasto violaceo e che in questo caso coincide con la ricetta ispirata a quella trovata al link

http://www.newtoncompton.com/ebook/1701/volevo-essere-audrey-hepburn

http://www.poemsbynewyorkers.com/

http://www.foodnetwork.ca/recipe/classic-new-y o r k -cheesecake/12530/#23OZWKM4XrJd8pSz.99

parte degli abitanti e dei nuovi arrivati in città per integrarsi, spuntano candide volute di crema al formaggio.Un mito degno della favola moderna, che resta intatto e continua a perpetuarsi anche attraverso alcune opere recenti.Le occasioni per ripetere i gesti di questo mitico inizio di giornata sono ormai tante, come suggerisce 'Colazioni da Tiffany’http://www.newtoncompton.com/ebook/1639/colazioni-da-tiffanyl'ebook di Isa Grasso che rappresenta un vero e proprio vademecum essenziale per inoltrarsi alla scoperta dei luoghi dove riprodurre la magia di un primo pasto senza pari nella nostra bella Italia. Rotta su Roma, Milano, Cremona, Bologna, Venezia, Napoli ... per inebriarsi tra assaggi gourmet e canapè addentati raffinatissimi addentati in poltrona, conquistando tutti i presenti sempre con una tazza in mano e un bel pasticcino in punta di forchetta senza tradire la contemporaneità dell'insieme.

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Paolo De Luca è un talentuoso e giovanissimo disegnatore napoletano. La sua passione per il pastello da vita a creazioni originali che sposano molto spesso il ritratto e si realizzano pienamente sia in punta di matita che dietro l'obiettivo. Ideazioni puntualmente condivise sui social network che godono di una popolarità crescente e riflettono una fresca visione dell'esistenza.Attualmente in formazione presso un liceo classico del napoletano, ama concedersi virate da globe-trotter che ne hanno ampliato notevolmente il bagaglio estetico. Da tener d'occhio! Ulteriori info alla paginahttps://www.facebook.com/myart12345678910?fref=ts

Testo Sara Rania. Tutti i diritti riservati.Si ringrazia per le immagini Paolo De Luca.

Ingredientiper la base500 gr di biscotti (tipo digestive); 2 cucchiai di zucchero di canna; ¼ di tazza di burro fuso per la crema; 4 tazze di formaggio fresco spalmabile a temperatura ambiente; ¼ di tazza + 2 cucchiai di zucchero semolato 3 cucchiai di maizena; 2 cucchiaini di estratto di vaniglia; 2 cucchiaini di scorza di limone; 3 uova grandi + 1 albume; ½ tazza di panna acida; 2 cucchiaini di succo di limone

Rivestire uno stampo a cerniera di carta forno e preriscaldare il forno a 180°C. Polverizzare i biscotti, mescolarli con il burro fuso e lo zucchero di canna e schiacciare il composto con un cucchiaio sul fondo dello stampo realizzando una base compatta. Cuocere per dieci minuti e lasciar raffreddare in seguito. Una volta freddo imburrare leggermente i lati dello stampo e passare alla preparazione del composto centrale. Alzare la temperatura del forno a 200°C, montare il formaggio con le fruste per renderlo morbido e aggiungervi poco a poco lo zucchero. Unire la maizena, la vaniglia e la scorzetta di limone. Continuare a montare aggiungendo a bassa velocità un uovo alla volta e i ¾ della panna acida. Versare l'impasto sulla base e lasciar cuocere a 200°C per dieci minuti, abbassare la temperatura a 100°C e cuocere per altri 25 minuti. Spegnere il forno e lasciarvi il dolce per ancora un'ora, avendo cura di aprire la porta dopo trenta minuti. Dedicarsi alla preparazione del topping di base mescolando il resto della panna acida con due cucchiai di zucchero semolato e il succo di limone. Spalmare sul dessert appena uscito dal forno e lasciar raffreddare completamente a temperatura ambiente, quindi far scorrere una spatola lungo la parete per staccare delicatamente i bordi. Lasciar raffreddare in frigorifero per almeno sei ore (meglio ancora se l'intera notte) prima di sformare, affettare e servire. Si conserva al fresco per massimo quattro giorni.

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La ricetta del Cheesecake in versione Pink

A pagina 16 e apag 17immagini di Paolo De luca

Pink

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n I t a l i a è c o n o s c i u t o c o m e testimonial di noti brand made in IItaly, come Nutella, Cucine Berloni,

Actimel, Fiat Freemont. Stiamo parlando di Igor Dragar, regista, modello e attore sloveno. Igor è nato in Slovenia nel 1970. A 19 anni ha fondato un gruppo di teatro, il Betontanc e ha cominciato con le performances del cosiddetto physical theatre, una sperimentazione artistica, che alcuni fanno risalire a Brecht e a Ibsen, e che consiste nel raccontare una storia attraverso il corpo dell'attore. Per dieci anni ha recitato, firmato coreografie e girato in tutto il mondo, fino a quando nel

Modello,

attore,

regista:

le mille

sfumature di

Igor Dragar

di Cinzia Giorgio

IGORIGOR

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Pink|Interviste

DRAGARDRAGARLa disciplina della felicità

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cerco di coltivare il più possibile, e quelle negative. Quando, per cause di forza maggiore, sono attorniato dalla negatività il primo passo che faccio è di muovermi, di capire come poter contrastare la zona oscura e ritornare a essere felice, il più in fretta possibile. Perché più si rimane nella negatività più è difficile uscirne. Per quanto riguarda l'amore… la parola "Amore" riguarda un'ampia sfera di emozioni positive e implica che si lavori molto per raggiungere un equilibrio armonico. Bisogna essere in un certo qual modo disciplinati se si vuole mantenere la felicità e non bisognerebbe mai confondere l'amore con l'innamoramento. Credo che il più grande errore in cui si possa cadere sia di essere convinti che l'amore, quando arriva, resterà immutato per sempre. Non è così. Bisogna faticare per essere sempre degni dell'amore anche perché è la vera essenza della vita. Qual è la fonte di ispirazione nel tuo lavoro di regista, di attore e di sceneggiatore? Se ami il tuo lavoro i tuoi canali della percezione sono aperti e le idee arrivano quasi da sole. Se poi riesci a conciliare l'amore per il lavoro, l'entusiasmo e l'arrivo delle idee con

2008, ha cominciato proprio in Italia la sua carriera di modello. Grazie al suo passato di attore teatrale viene spesso chiamato come testimonial per gli spot televisivi, soprattutto nel nostro Paese. Igor non si è fermato all'apparenza nella sua vita raminga: si è infatti laureato in legge presso la University of Ljubljana, per poi cominciare a scrivere e dirigere film andando in giro per tutto il mondo. La vita lo ha portato a fare scelte non sempre facili e popolari, per via delle sue forti convinzioni e dei suoi saldi ideali. Racconta a PINK quanto l'amore, la gioia di vivere e il sentimento siano fondamentali per ognuno di noi.Quanto è importante l'amore nella tua vita?Dal momento che la vita è già di per sé complicata, ho la tendenza a semplificare tutto ciò che posso. Credo che il mondo dei sentimenti sia l'unico che si debba realmente coltivare e nutrire con cura. Perché? Be', la sfera affettiva è l'essenza della nostra vita terrena, sono i sentimenti a renderci felici o infelici. Fatta questa premessa, io ho deciso di dividere le mie emozioni in due categorie. Quelle positive, che mi rendono felice e che

Nelle foto,Igor Dragar

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Potrebbe sembrare una generalizzazione, ma avverto nel profondo che gli italiani sanno come godersi la vita. Buon cibo, arte e bellezza sono l'essenza della vita e portano gioia e felicità nonostante lo stress della vita di oggi. Ho la forte impressione che tutti gli italiani siano ottimi cuochi… se siete mai stai in Inghilterra o in Belgio sapete bene a cosa mi riferisco (ride).Qual è la cosa che ti dà più soddisfazione nella vita?Uno degli aspetti fondamentale della vita è

una buona dose di curiosità (che tutti abbiamo ma che tendiamo a perdere quando divent iamo adulti) allora non ci sono limiti alla creatività. Certo, prima di tutto bisogna trovarsi in uno stato di serenità psicologica per essere creativi al massimo livello. Spesso leggo di poeti che, n o n o s t a n t e v i v e s s e r o i n condizioni precarie e miserabili, riuscivano a creare capolavori assoluti. Per me non è così e mai lo sarà. In Italia sei noto per via della tua partecipazione a molti spot pubblicitari. Ti piace lavorare in Italia? Cosa ti piace del nostro Paese? M i p i a c e l a v o r a r e c o n i professionisti. I migliori lavori vengono dalla collaborazione di tutti e dal credere fermamente in ciò che si fa. Quando poi ci crede anche chi lavora attorno a te si lavora al meglio. Ci si può concentrare ognuno nel proprio campo e il risultato è garantito. Sono stato molto fortunato nei progetti a cui ho lavorato in Italia. Perché ho lavorato con g r a n d i s s i m i p r o f e s s i o n i s t i .

innegabilmente la società che ci circonda. Io credo fermamente che ci si debba creare una microsocietà attorno, una sorta di mini fortezza, per potersi sentire al sicuro e per poter vivere sereni. Bisogna avere un partner che ci supporti e degli amici a cui voler bene. Q u e s t e , p e r m e , s o n o l e p r e m e s s e fondamentali senza le quali non ci può essere la felicità. Nessun compromesso, dunque. Se hai costruito una fortezza di affetti intorno a te, riuscirai anche ad affrontare le battaglie che la vita ti impone di combattere. Riguardo ai piaceri della vita… le mie preferenze sono quelle di base. Buon cibo, ottimo sesso, molto sport, e l'opportunità di essere creativo. Non necessariamente in quest'ordine. Ovvio.Che libri ti piace leggere e perché? C'è un libro che ti ha colpito particolarmente, un libro del cuore a cui sei affezionato? La vita senza la lettura sarebbe noiosa e spenta. Quando ero bambino e dovevo andare

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bisogna trovarsi in uno stato di serenità psicologica per essere creativi al massimo livello

Pink|Interviste

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a dormire, mi piaceva leggere di nascosto sotto le coperte con una torcia elettrica in una mano e un buon libro nell'altra. L'arrivo del Kindle è stata una benedizione! Ora non viaggio mai senza il mio Kindle e non devo pagare una fortuna per l'eccessivo peso del mio bagaglio (di solito pieno di libri). Posso leggere al buio, cercare sul dizionario le parole… tutto questo solo con un click. Il paradiso per i fanatici della lettura come me! Inoltre, è splendido quando io e la mia ragazza leggiamo lo stesso libro e ci confrontiamo lanciandoci in appassionate conversazioni. La lettura aiuta a mantenere saldo un rapporto, ne sono certo. Per quanto riguarda il genere letterario… fin da bambino sono sempre stato un lettore appassionato di romanzi di fantascienza e lo sono tuttora. Mi piace anche leggere altro, come per esempio libri sulle neuroscienze. Mi piace leggere sei-sette libri allo stesso tempo e a seconda del mio umore. Ora, per esempio, sto leggendo contemporaneamente la saga fantascientifica "House of the suns" di Alastair Reynolds, "Martian" di Andy Weir (SF), "Hitler" di Ian Kershaw (una biografia), "A Billion Wicked Thoughts" di Ogi Ogas, "The Tell-Tale Brain" di V.S. Ramachandran...La tua carriera è cominciata con il lavoro di fotomodello e modello. Quanto è importante per te mantenere la forma fisica?Mi piace paragonare il corpo umano a una macchina, che trasporta un prezioso carico, che è la nostra anima. Sebbene il corpo sia “solo” un contenitore dell'anima ce ne dobbiamo prendere cura. Sembra scontato, certo, ma molte persone non badano a se stesse quanto alla loro auto! Triste ma vero. Per quanto mi riguarda, più invecchio e più sto attento a ciò che mangio, a come mi muovo e agli sport che pratico. Come ho già detto, cerco di mantenermi sempre nella sfera delle emozioni positive. Essere fisicamente attivi e reattivi è un must per me, così pratico molti sport: lo sci, la vela, la boxe e ultimamente il tennis.

Quali sono i tuoi progetti futuri?Se sei curioso e ti interessi un po' a tutto, non hai alcun ostacolo nella vita. quindi… mi guardo in giro. Devo dire che da un po' di tempo a questa parte sto scrivendo molto. La scrittura è il mio primo amore, che coltivo fin da quando ero un adolescente e scrivevo poesie. Avevo accantonato la scrittura ma ora è tornata a impegnare una buona parte della mia vita. Visto che sono attivo però nel campo la regia di film, la sceneggiatura e la stesura di copioni mi viene naturale. In Europa, ultimamente, i creativi non se la passano molto bene, così tra i miei progetti futuri c'è anche l'idea di andare via per qualche tempo… magari in un luogo più caldo, in un luogo in cui si senta solo il suono delle onde che si abbattono sugli scogli… so che sembra uno stereotipo, ma vi assicuro che posti del genere esistono eccome! Seguitemi…

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Pink|Lui

a cura di Sam Stoner

je t’aime

Audrey’sworld

Audrey’s

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Il mito di Audrey Hepburn vive anche nell’incantato mondo delle bambole. Le sole, forse, a saper riproporre il suo fascino...

Bambole e foto di Susanna Bruni Mozzoni

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PP NKNK

a cura di Alessandra Bazardi

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FOTO ARCHIVIO LIFE 1955

LE DONNE

MAGAZINEITALIA

Racconti che parlano di donne, di emozioni, di amori persi e ritrovati, di sogni

Per un giorno intero di Virginia Parisi

La notte non mi fa più pauradi Rosaria Russo

Festa di compleanno di Mariangela Camocardi

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«Che stai facendo?» Lorenzo abbozza un sorriso, la bocca incur-vata, il braccio nudo alzato a pro-teggersi il volto.«Una foto. Sta' fermo, Capitano. Giù il braccio.»«Sto ancora dormendo.» Tenta di coprirsi la faccia con il lenzuolo, ma sta ridendo. «Spegni quell'affare.» Chiara intercetta il lenzuolo. Lo sposta. Solleva il braccio di Loren-zo e s'infila al sicuro nell'incavo della sua spalla. «Nemmeno per sogno. Ora guardami.» Lui apre un occhio, fissando la loro immagine sul display del cel-lulare. «Cosa ti sei messa?» Chiara indossa la sua camicia rossa. Il col-letto le solletica uno zigomo pro-nunciato. Le labbra sono piene, ancora gonfie dei baci che si sono scambiati per tutta la notte. La pelle è rosea e levigata. Gli occhi celesti dal taglio particolare splen-dono di un calore che si accende non appena incontrano i suoi. «Ti spiace?» gli chiede. «Solo perché sei vestita.» I denti bianchissimi si aprono a illuminarle il volto. Un sorriso che lo lascia senza fiato per un istante.

Non gli è mai accaduto. Il cuore si muove per conto proprio. Non sa nemmeno che ore sono. Non gli importa saperlo. Forse è la prima volta che gli accade di non prestare attenzione alle lancette dell'orologio. Esiste lei. E solo lei. E quel letto. La stanza immersa nella prima luce dell'alba. La loro prima notte insieme. Click. La fotocamera afferra l'attimo. Lo confina nei limiti di qualche m e g a p i x e l . L o rende indelebile. «A questo rimediamo subito.» Chiara abbandona i l ce l lu lare da qualche parte. Si mette seduta e afferra il primo b o t t o n e . N o n smette di sorridere. Ma gli occhi ora sembrano più scuri. «Conosco quei bottoni.» Lorenzo raggiunge le sue dita, le accompagna con lentezza, sfiorando la pelle che poco per volta si rivela in mezzo a tutto quel rosso. «Questo colore ti dona.»

«Davvero?» «Anche se nuda sei ancora più bella.» Si china a baciarle il collo. Il profumo della sua pelle è un misto di limone, camelia e sapone. Ma c'è anche un pizzico di sale. Lo sente sotto la punta della lingua. Prosegue fino a sfiorarle un orecchio, mordicchiandole il lobo. Le dita fanno scorrere la seta della camicia oltre le spalle. Ne rivelano l'ossatura minuta, perfetta, la linea morbida della clavicola, la pelle vellutata delle braccia ora libere dall'indumento. Le accarezza con i palmi aperti. Incontra i suoi polsi, le mani che lo allacciano dietro al collo, sfiorandogli i capelli. Finalmente la sua bocca, sotto la p r o p r i a . I l s u o s a p o r e meraviglioso. Una fitta ai lombi, repentina, non appena la stringe, i suoi seni contro il proprio petto,

ogni millimetro della sua pelle bollente sulla sua. Si china su di lei, f i n o a f a r l a stendere fra le lenzuola. «Capitano, non ti ho mai visto con la barba» mormora sulla sua bocca. «La sento che mi pizzica la pelle.» Lorenzo si

solleva appena, una mano sul suo seno. La accarezza piano. «Nudo e barbuto?» «Il mio Capitano del RIS.» Lei ridacchia e si inarca sotto la dolcezza del suo tocco. «Ti terrò in questo letto per altre ventiquattro ore.»

PER UN GIORNO

INTERO

di Virginia Parisi

La fotocamera afferra l'attimo. Lo confina nei limiti di qualche megapixel

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«Di noi» le soffia sulla bocca, baciandole le labbra. Lorenzo si muove, lento. Esce appena ed entra. Ancora e ancora. Impone il ritmo e poi rallenta, scaricando onde di puro piacere su ogni fibra del suo corpo. Cerca il nocciola brunito dei suoi occhi, li tiene inchiodati ai propri. Incatenati a un soffio dall'estasi. Fino a che entrambi sono avvolti da un'ultima intesa fiammata. Il cuore forse si è fermato da qualche parte. Non vuole saperne di tornare al suo posto. Lorenzo circonda Chiara con le braccia. Rotola di schiena con lei sopra. Il suo viso sul suo petto, il suo respiro in cerca del suo cuore. Lei sa dove trovarlo. «Rimani qui» gli mormora sulla pelle «Fermo dove sei.» «È un ordine?» «Sì, Capitano.» La sente ridere. «Sissignora.» «Potrei chiederti di ripeterlo.» «Ti amo.» La sente fremere. Poi si quieta. Lo avvolge con la forza delle sue braccia. Le braccia che hanno saputo aspettarlo. «Anche questo.» «Domani» le ripete mentre lei si solleva con il mento sotto le dita intrecciate sul suo petto. «Te lo dirò ancora domani.» Chiara lo accarezza con un sorriso che gli rivela tutto. Gli occhi brillano. Tutta la luce della stanza è nel suo sguardo. In tutto ciò che non gli ha ancora detto. Tutto ciò che il cuore di Lorenzo percepisce mentre sente battere quello di lei. A un soffio dal suo.

«Solo per vedere la mia mascella ruvida?» Fa scorrere il palmo sulla sua gamba che lo circonda, attirandolo ancora di più a sé. Rimangono un attimo senza fiato. In attesa. «Avrò la certezza che sei stato mio. Solo mio per un intero giorno.» «Lo sono.» «Non ancora.» Gli cattura la bocca in un bacio appassionato e urgente. La sua lingua lo scalda, rinsalda il suo desiderio. Sente il suo corpo fremere sotto di lui. Lei è calda, umida pronta ad accoglierlo. Una spinta decisa e il tempo si ferma. «Ora lo sei.» Lorenzo reprime il desiderio di muoversi. Rimane fermo, così dentro di lei. È un tormento squisito, uniti come sono. «Solo mia per un intero giorno.» Chiara sorride, le sfugge un gemito soffocato. Le sue dita si aggrappano a lui. La fronte contro il suo mento. Lo stringe ancora di più, decisa, impavida. «Chissà se rimarrà qualcosa di me, dopo.»

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VIRGINIA PARISINasce nella suggestiva Piazza Armerina e vive da oltre un trentennio tra le b e l l e c o l l i n e d e l Monferrato. Sposata, madre di una bimba, si

divide tra la famiglia, il lavoro di fotografa e la sua passione per la scrittura.

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© Monica Ferzi

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Odio la notte, non la sopporto, perché tutto quello che al mattino appare semplice e limpido diventa terrificante all'imbrunire. Ma quella volta ero ancor più tesa del solito. Stavo guardando fuori della finestra, erano ormai passate le undici e le uniche luci che si scorgevano appartenevano alle automobili oppure agli appartamenti nei palazzi adiacenti; avrei voluto stendermi sul divano e guardare la televisione, ma non potevo, gli occhi di Rob, giganti, indifesi e bisognosi di attenzione, mi obbligavano ad altri progetti. Era un cane piccolo e peloso, un incrocio tra due razze, e aveva un assoluto bisogno di uscire. Un regalo di Natale dei miei genitori. «Ti farà compagnia vedrai, e soprattutto ti difenderà» era stato il commento di mia madre. Lei ne era convinta. Fosse stato un pastore tedesco, lo avrei capito, ma un cucciolotto peloso.... eppure lei era fatta così!

Ormai era quasi un anno che avevo deciso di vivere da sola: era il momento giusto, a 27 anni, un lavoro di pubblicitaria che mi gratificava, non potevo continuare a stare in casa con i miei, era giunta l'ora di spiccare il volo. Tuttavia fin da piccola avevo il terrore di dormire da sola. Per questa ragione quando ero venuta a d a b i t a r e i n q u e s t o appartamentino, al terzo piano di un palazzo molto tranquillo,

dormivo con la luce accesa. Lenta-mente mi ero abituata. Poi mia madre aveva pensato bene di regalarmi Rob. «E va bene, ti porto a fare il giro, ma sia chiaro non ci allontaneremo molto.» Sembrava che mi capisse. Gli volevo un gran bene, così scendemmo di corsa i tre piani e poi ci avviammo lungo la strada. In una decina di minuti arrivammo a destinazione e poi vi avviammo

LA NOTTE NON MIFA PIU’ PAURA

di Rosaria Russo

Fin da piccola avevo il terrore di dormire da sola

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Ramieri.» Ma certo, che stupida, a pensarci bene avevo già visto quel ragazzo, era successo una mattina mentre scaricava scatoloni e lo avevo scambiato per un fattorino. Invece era un nuovo condomino! Dopo aver parlato un po' salimmo in ascensore insieme. «Abiti con il tuo fidanzato?» mi chiese. Domanda retorica, pensai, forse gli interessavo. «No, non sono fidanzata, abito sola da circa un anno e per avere un po' di compagnia i miei hanno pensato di regalarmi questo adorabile cagnolino. Scusa, non ti ho nemmeno chiesto se ti desse fastidio entrare in ascensore con lui.» «Figurati non dirlo nemmeno per scherzo, io adoro i cani.» Arrivammo al terzo piano, ma si vedeva che lui non voleva congedarsi da me. «Stavo pensando una cosa, dato che sei una ragazza sola e non è proprio l'ideale uscire di sera, qualche volta potrei accompagnarti io.» Che carino, mi stava invitando a uscire insieme, ma avendo paura di un rifiuto usava il cane, come scusa. Era proprio tenero. «Certo perché no, soprattutto quando sono tesa, volendo potrei venire a bussarti e potremmo scendere insieme.» «Non se ne parla, da vero gentiluomo, se ti andasse di portare il cagnolino a fare un giro e volessi la mia presenza potresti farmi uno squillo e io scenderei a prenderti.» «Sarebbe carino» dissi, «ma per farlo dovrei avere il tuo numero. «Certo, che stupido.» Estrasse dal taschino un biglietto da visita, e me lo porse. Ci salutammo e poi entrai in casa, ero un po' stranita e guardai il cartoncino che avevo tra le man. Si chiamava Anto-nio Santi ed era un pediatra. Sono passati due anni da quella sera e da un anno viviamo nello stesso appartamento. Ora la notte non mi fa più paura.

verso casa. A un certo punto però sentii una presenza, non riuscivo a capire cosa fosse o di chi si trattasse, eppure avvertivo di non essere sola anche se a quell'ora di persone che giravano ce n'erano poche. Camminavo a passo svelto, nonostante Rob facesse di tutto per costringermi a rallentare, non voleva tornare a casa e si capiva chiaramente. Io però iniziai ad agitarmi perché avevo avvistato un'ombra. La scorsi con la coda dell'occhio, la vidi muoversi attraverso il muro, andava nella mia stessa direzione, ma non avevo il coraggio di girarmi per scoprire di chi si trattasse. Avevo una paura enorme, e poi, come se non bastasse, non c'era nessuno in giro, nemmeno un'auto che per errore percorresse quella strada. Abitavo in una zona periferica, per cui era normale, arrivati all'ora di chiusura dei negozi, non incontrare nessuno. Continuavo a percorrere il tratto anche se mi sembrava che fosse infinito, il mio palazzo mi pareva lontanissimo. La cosa più strana era che l'ombra continuava a seguirmi, ma non faceva nulla, insomma se avesse voluto aggredirmi avrebbe potuto farlo tranquillamente, e invece camminava lentamente, non sapevo se lo stesse facendo di proposito o no. Aveva un'andatura così strana, sembrava zoppicare. Stavo giungendo a casa e, mentre da un lato ne ero più tranquilla, dall'altro, pensai che era proprio quello che lui stava aspettando: farmi credere di essere al sicuro e magari colpirmi alle spalle. Tremavo e, non appena arrivai al portone, come un classico dei film dell'orrore, mi caddero le chiavi. Rob abbaiava e l'uomo mi raggiunse. Io ero sicura che la mia vita stesse per giungere alla fine, invece mi disse: «Non si preoccupi signorina, ecco le chiavi, apro con le mie il portone». Cosa? Quell'uomo abitava nel mio palazzo? Mi girai per ringraziarlo e lo vidi, era sulla trentina, aveva due occhi verdi e luminosi, insomma uno di quegli tipi che farebbero perdere la testa a chiunque. «Sa, mi sono slogato una caviglia giocando a calcio, così zoppico e faccio quasi paura per come cammino male; qualcosa mi dice che l'ho spaventata, avrei voluto dirle chi ero ma poi non sapevo come avvicinarmi, ogni volta che acceleravo, lei sembrava quasi correre per evitarmi. Comunque io sono Antonio.» Mi porse la mano e io gliela strinsi cercando di non far vedere come stesse ancora tremando. «Mi deve scusare, le sarò sembrata una paranoica, ma non ricordo proprio di averla mai vista in questo palaz-zo.» «Infatti è così, sono arrivato da una settimana, abito al quarto piano, dove prima abitava la signora

ROSARIA RUSSORosaria Russo è nata nel 1986. Collabora con diverse testate e blog. Dal 2012 è giornalista pubblicista. E' sposata e ha un bambino di 7 mesi.

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rischiava di rovinarsi.«Ma niente affatto, dannazione! Prosegui e costringile a tirarsi da parte. Sono loro a intralciare me e la mia vettura, non viceversa.» Edwin scrollò la corta mantellina dell'elegante soprabito e rientrò nell'abitacolo. Jack e altri amici lo aspettavano per giocare a carte e presentarsi oltre l'orario fissato non era nel suo stile. Il veicolo ripartì procedendo a una discreta andatura per un breve tratto, susci-tando una scia di acute proteste femminili per la spericolata mano-vra. Gideon tirò dritto come gli era stato ordinato. Sfortunatamente transitarono su un'enorme pozzan-ghera, schizzando fango e acqua sporca sulle petulanti signore dirette alla reale residenza di

dwin Sloane, conte di Here-ford, inarcò un sopracciglio Ee si sporse fuori dal finestri-

no della carrozza. «Perché ci siamo fermati?» chiese al cocchie-re. «Sono atteso al mio club e dete-sto giungere in ritardo.» «La strada è bloccata da un corteo di manifestanti, sir. Sono... ehm, quelle suffragette che imperversa-no da qualche tempo» lo informò l'uomo.«Di nuovo?» Edwin strinse le dita sul bastone da passeggio e smontò per dare un'occhiata. Il cielo era sol-cato da nubi plumbee e la pioggia si era intensificata, ma non era un deterrente atto a scoraggiare le scal-manate che marciavano risolute su Buckingham Palace con quei loro cartelli a lettere cubitali che riven-dicavano pari diritti con gli uomi-ni. «Assurdo!» borbottò irritato. Gli uomini erano uomini e le donne un'altra cosa. Non bastava loro un marito e dei figli, come scopo nella vita?«Torniamo indietro, sir?» La bom-betta di Gideon grondava acqua e anche il suo elegante cilindro

FESTA DI

COMPLEANNO

di Mariangela Camocardi

Un vero gentiluomo cede sempre il passo al gentil sesso

Queen Vittoria. Echeggiarono strilli d'indignazione che fecero sogghignare Edwin e indussero Gideon a rallentare, e poi a fermar-si del tutto. A quel punto qualcuno spalancò lo sportello e prima che il suo occu-pante potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo, una giova-ne donna con in testa un cappellino bagnato e ormai floscio, i ricci cor-vini gocciolanti e gli abiti inzac-c h e r a t i , i n f i l ò i l b u s t o nell'abitacolo, lo squadrò furente e lo colpì a più riprese con l'ombrello, infradiciando anche lui.«Screanzato!» lo insultò la scono-sciuta. «Un vero gentiluomo cede sempre il passo al gentil sesso. Mi avete inzuppato da cima a fondo poco fa, e non vi siete nemmeno preso il disturbo di scusarvi!»Lui era troppo sbalordito per avere la prontezza di reagire e rispondere qualcosa. Nell'istante in cui provò a farlo, l'erinni si ritrasse e gli sbat-té lo sportello in faccia. Gideon stava intanto incitando i cavalli, innervositi dal trambusto, e final-mente la carrozza si rimise in

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moto, allontanandosi rapidamente dalla confu-sione creata dal corteo. Appena svoltarono l'angolo e seccato per l'accaduto, Edwin si esortò a calmarsi. Convenne, anche se contro-voglia, che lei non aveva tutti i torti, e che la responsabilità per il piccolo incidente era esclusivamente sua. Comunque non poteva recarsi al club in un simile stato: il cilindro era miseramente appiattito e il vestiario era ridotto peggio. Infine, Edwin Sloan era un gentleman. Sospirando esasperato, batté il bastone contro il soffitto e Gideon arrestò immediatamente la pariglia. «Torno indietro a recuperare quella bisbetica e la portiamo a destinazione noi.»«Certamente, sir.» Il largo sorriso di approva-zione del cocchiere disegnò un reticolo di rughe sul volto bonario di lui. Non camminò molto prima che la bellicosa suf-fragetta si materializzasse davanti al suo sguar-do. Evidentemente aveva abbandonato le socie e le rimostranze sociali per andare a togliersi gli indumenti zuppi. Lei sollevò il naso all'insù con inaudita impertinenza, squadrandolo con il torvo sdegno di una duchessa oltraggiata. Edwin notò che aveva gli occhi più blu che lui avesse mai visto.«Chiedo venia per l'accaduto» esordì compito, «ma non si è trattato di un gesto intenzionale. Sono Edwin Sloane e vorrei riaccompagnarvi a casa con la mia carrozza, se me lo consentite.»«Vi rimorde la coscienza, eh?» lo provocò astiosa. «Vi assicuro che non è stato un boicottaggio contro di voi, miss...?»«Avevo un appuntamento importante e guarda-te in che pessime condizioni sono a causa vostra, accidenti!» Il tono di lei era acido.Lui strinse i denti sentendola imprecare. «Pos-so risarcirvi il danno.»«Ma come vi permettete?» La voce, oltre a una strana pronuncia, era aspra. «Non so che far-mene della vostra miserabile elemosina!» E per la seconda volta gli sferrò un'energica ombrel-lata sul già malconcio cilindro. Poi ruotò sui tac-chi e si eclissò con sussiego lungo il marciapie-de, incurante di Edwin e degli allibiti passanti che avevano assistito alla scena.«Edwin mio caro, alla festa di questa sera par-teciperà una mia compagna di collegio. Fiam-metta Brandi è a Londra da un paio di settimane ospite di sua zia Giuseppina, che risiede nella zona di Green Park.»«Le porte del numero sei di Bloomsbury Squa-re sono sempre aperte alle amichette della mia sorellina Henrietta, lo sai.»

«Oh, Edwin, ti voglio così bene! E Fiammetta ti piacerà. Non è nobile ma la zia di lei ha sposato il barone Colin Harley e, in qualità di madrina, ha provveduto alla retta della scuola che abbia-mo frequentato insieme.»«Sarò più che lieto di conoscerla» annuì lui. «Scusa se ora ti lascio, tesoro, ma attendo l'amministratore con i resoconti delle rendite annuali.»Fiammetta si sventolò le guance accaldate. Si stava davvero divertendo al ballo in costume di Henrietta. Il fratello di lei, sir Edwin, era asso-lutamente l'uomo più affascinante che avesse incontrato. La maschera gli nascondeva la parte superiore del viso, ma i capelli scuri e la bocca generosa rendevano insignificanti tutti i giovanotti della buona società che erano inter-venuti. Sir Edwin era stato preso d'assalto da un nugolo di ragazze da marito che se lo contende-vano per una contraddanza o per un valzer. Ovviamente l'oggetto di quell'adulazione era imparziale nel concedersi loro. Henrietta stravedeva per il fratello. «Gli casca-no nel letto quasi tutte» le aveva confidato men-tre erano al tavolo del sontuoso buffet. «Che fa uno così, le manda via?» Fiammetta richiuse il ventaglio. Grazie al cielo sir Edwin non si era accorto di come lei lo stes-se fissando. Lui calamitava talmente la sua attenzione da svuotarle la mente da ogni pen-siero, inclusi quelli relativi all' indisponente ari-stocratico che tre giorni prima l'aveva ricoperta di fango da capo a piedi. Sollevando l'orlo dell'abito rinascimentale alla Lucrezia Borgia, decise di esplorare il magnifico giardino della dimora londinese degli Hereford.Con sua sorpresa, cinque minuti dopo si ritrovò

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Il largo sorriso di approvazione del cocchiere disegnò un reticolo di rughe sul volto bonario di lui

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a fianco proprio il conte, che a quanto sembrava aveva bisogno di una boccata d'aria pure lui.«Vi piace la festa, signorina Fiam-metta?»«Naturalmente» gli rispose con un sorriso intimidito. Lui la emozio-nava al parossismo e il cuore batte-va frenetico mentre si inoltravano nel parco. «Vorrei sbarazzarmi della masche-ra, e voi?»«Grazie, non la sopportavo più, e d'altronde Henrietta non ha voluto sentire ragioni: “la maschera è di rigore”, mi ha detto perentoria. «Se posso osare, siete incantevole, e se tanto mi dà tanto...» Edwin rise e scagliò lontano il rettangolo di velluto, prima di girarsi a guardar-la.Ammutolirono entrambi, ricono-scendosi.«Dannazione, siete la scatenata suf-fragetta che mi ha preso a ombrel-late!»«Non avrei mai immaginato che il fratello di Henrietta fosse un vil-lanzone capace di offendere una signora» ritorse lei, sfidandolo a contraddirla con un'occhiata batta-gliera. Dopodiché gli snocciolò nelle orecchie tutta una serie di e n f a t i c h e r i m o s t r a n z e sull'emancipazione delle donne e sui diritti loro negati, agitandogli

Lei lo fissò in silenzio per alcuni momenti, l'espressione dibattuta. Poi emise un sospiro...

per giunta il dito sotto il naso.Lui per un po' restò ad ascoltarla accigliato, senza poter intervenire. Così, per ridurla in qualche modo al silenzio, non trovò altro sistema che attirarla bruscamente a sé e baciarla. Quando la lasciò andare arretrò di un passo, forse temendo che Fiammetta lo schiaffeggiasse. Lei lo fissò in silenzio per alcuni momenti, l'espressione dibattuta. Poi emise un sospiro, gli cinse la nuca con le braccia e stavolta fu lei a cercargli la bocca con un bacio appassionato.

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Sopra,Edoardo Tofano, Donna con ventaglio (part.), collezione privata

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l’autrice romance di punta Mn e l l ’ o d i e r n o p a n o r a m a letterario italiano. Nata a Verbania, vive e lavora a Intra. Ha pubblicato per grandi case editrici, tra cui Harlequin Mondadori e Leggereditore. Che cosa rappresenta per te la scrittura?Rispondo con una frase celebre di Coco Chanel: Sarà il cuore o sarà la testa ma so che è dentro di me. Io sono lei e lei è me, un dono che lentamente è emerso affinché ne prendessi consapevolezza. Una persona che ama scrivere lo fa quasi con abnegazione e lo fa anche se non riesce a pubblicare. Diventa dipendenza come un vizio, senza però effetti collaterali. Quali sono i tre romanzi che hanno segnato la tua carriera?Tempesta d'amore, Sogni di vetro, La vita che ho sognato. Se posso osare, ne aggiungo un quarto: Il talismano della dea.A cosa stai lavorando ora?Ai due prossimi romanzi di genere molto diverso tra loro, ma mi diverte molto misurarmi in questo tipo di cose. Forse l'ho già detto, ma per me le sfide sono assolutamente irresistibili. Cosa consigli a una giovane scrittrice che vorrebbe seguire le tue orme?Leggere, leggere e leggere. E rileggere anche quando il testo appare perfetto. Il computer sembra possedere il gusto diabolico di celare ai nostri occhi gli errori di battitura, perciò stampo ciò che scrivo e

a r i a n g e l a C a m o c a r d i è

controllo sul cartaceo. Ovviamente occorre scrivere senza stancarsi di affinare espressività e stile. È implicito che l'umiltà e la capacità di mettersi in discussione sono prerogative indispensabili. Se le case editrici rifiutano il vostro manoscritto, un'obiettiva autocritica può fare solo bene. Il segreto per raggiungere i sogni e trasformarli in realtà non è piangersi addosso ma credere in se stessi. Bisogna perseguire gli scopi che ci siamo prefissi con perseveranza, disciplina e passione per un mestiere costellato di ostacoli. Poi nulla eguaglia la gioia che si prova nel momento in cui abbiamo tra le mani il nostro libro finalmente pubblicato.

di Alessandra Bazardi

Quattro passi con l’autrice

MARIANGELA CAMOCARDI

Mariangela

Camocardi

PinkPink|L’autrice

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MAGAZINEITALIAPP NKNK

a cura della Redazione

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FOTO ARCHIVIO LIFE 1955

RECENSIONI

Uno sguardo alle nuove uscite, ai classici e al mondo digitale delle letteratura al femminile

Sophie Kinsella

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I love Shopping a HollywoodSophie KinsellaMondadori

Recensione a cura di Corinne Savarese

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Pink|Classic

Torna Sophie Kinsella e torna Becky Bloomwood e lo fanno in maniera esplosiva! I love shopping a Hollywood, il nuovo libro della serie I love shopping, vede una Becky che non sta più nella pelle, appena trasferita con la piccola Minnie nientemeno che a Hollywood, per stare al fianco del marito Luke che ha una nuova importante cliente, Sage Sey-mour, l'attrice del momento, di cui lui curerà carriera e immagine. Per Becky è un sogno che si trasforma in realtà, ed è più che comprensibile che sia molto gasata: è convinta infatti che d'ora in poi potrà dare una svolta decisiva al suo lavoro di personal shopper per diventare invece la personal stylist di Sage… e

perché no, la stilista più acclamata e ricercata da tutte le star. E poi ci sono così tante cose da fare e da vedere! Per fortuna arriva a darle una mano Suze, la sua fedele amica di sempre, che decide di raggiungerla con Tarquin, il marito. Tra location alla moda, red carpet, centri di meditazione e yoga per multimilionari e set cinematografici, Becky non vuole perdersi niente, d'altra parte non esiste solo lo shopping, ma spinta da troppo entusiasmo finisce per complicarsi la vita alleandosi con la grande rivale di Sage. Luke non lo sa, naturalmente, e Hollywood non perdona. Ben presto Becky scopre che le cose non sono affatto come sembrano. Riuscirà ancora una volta a tirarsi fuori dai guai grossi nei quali si è cacciata? E non finisce qui, perché la Kinsella in questo libro, a mio parere superiore agli altri in stile e trama, riesce a tenere sul filo più storie contemporaneamente. Non sarà più solo lo shopping compulsivo di Becky il fulcro della vicenda, ma anche il suo forte desiderio di arrivare. La frenesia di entrare a far parte di un mondo che da fuori sembra tutto di stelle e arcobaleni, e allora la vedremo cadere nelle scene più imbarazzanti a cui Sophie Kinsella ci ha abituati e che noi amiamo per la loro ironia e paradosso. Vedremo un ritorno inaspettato e senza dubbio infelice, quello di Alicia la stronza dalle gambe lunghe - la ex assistente di Luke, che aveva provato a fargli le scarpe – con un'immagine tutta nuova e redenta. Sarà vera? Degna di fiducia? E di nuovo, vedremo un Tarquin in piena crisi d'identità che sembrerà rinascere a Hollywood e perdersi completamente, facendoci temere per Suze e la sua famiglia. E non tralasciamo il piccolo dettaglio del padre di Becky. Quello che all'inizio sembra un nonnulla, con l'incedere della storia, prenderà sempre di più, fino a divorare il lettore dalla curiosità di scoprire l'arcano che ha portato il padre di Becky ad abbandonare la moglie e correre a Hollywood, in cerca di un vecchio amico di gioventù. E così anche lui si perderà nei vortici di Hollywood. Questo posto, che sembra fagocitare chiunque arrivi, conquisterà il lettore con la sua magia, i suoi sogni, il suo sfarzo e i sotterfugi. Ultimo piccolo dettaglio… non lo svelerò per non rovinarvi la sorpresa, ma fate molta attenzione al finale, vi lascerà decisamente a bocca aperta!

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«I believe in pink». Credo nel rosa, ha detto in un'intervista Audrey Hepburn, aggiungendo poi: «Credo che ridere sia il modo migliore per perdere calorie. Credo nel baciare, baciare molto. Credo nell'essere forti quando tutto sembra andare per il verso sbagliato. Credo che le ragazze allegre siano le più carine. Credo che domani è un altro giorno e credo nei miracoli». In quest'affermazione dell'attrice icona di stile sia racchiuso il mistero del suo charme, semplice ma sofisticato, che continua a stregare le nuove generazioni, sconfiggendo lo scorrere inesorabile del tempo. In quest'epoca di eccessi, ostentazione della ricchezza e del proprio corpo, Audrey rappresenta ancora la Vera Diva che non si comporta da diva: elegantissima, un filo di eyeliner sugli occhi da cerbiatta, stile da vendere. Insomma, Coco Chanel incontra Hollywood. E non è un caso che in uno dei film che l'hanno consacrata alla storia del cinema, Colazione da Tiffany, Audrey indossi un little black dress (invenzione di Chanel) e un cappello a falda larga (Chanel iniziò creando cappelli). Audrey Hepburn è un modello di donna moderna – indipendente, intelligente, forte, sensibile (era ambasciatrice Unicef), professionale nel suo lavoro e talentuosa – al quale milioni di donne vorrebbero assomigliare. Una donna esile e (solo) all'apparenza vulnerabile, che suscita istinto di protezione negli uomini e ammirazione ed emulazione nelle donne. Ora, la domanda che vi starete ponendo è: Ma come ha fatto A.H. a diventare un'icona? Be', il fascino è inspiegabile – nella sua natura misteriosa risiede il suo potere seduttivo – ma proviamo ugualmente a capirlo attraverso qualche dato biografico. Nata in Belgio nel 1929, cresciuta fra Inghilterra e Paesi Bassi, l'attrice ha conosciuto gli orrori dell'occupazione nazista, vivendo di stenti per anni. Porterà sempre dentro di sé i segni di quel periodo, ma reagirà affrontando con forza le difficoltà. Dopo la guerra, grazie a un'organizzazione umanitaria che salva la sua famiglia, studierà danza e teatro e inizierà a fare i primi provini. Dietro ogni suo sorriso c'è la celebrazione della vita nonostante il dolore. E così la sobrietà, cifra del suo stile, il viso innocente e lo sguardo vispo conquisteranno Hollywood che nel 1953 la premia come miglior attrice con un Oscar per Vacanze romane. Ecco perché Audrey è un'icona di stile, perché dietro quell'eleganza, in ogni sua foto, il suo sguardo ci ricorda che dobbiamo «Essere forti quando tutto sembra andare per il verso sbagliato».

BELIEVE IN PINK

Audrey Hepburn: una moderna icona di stile

di Vanessa Valentinuzzi

2 Pink|Classic

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Teresa, LecceR E S I S T E R E O C E D E R E A L L A TENTAZIONE?Gentile Paola, confido in lei per una risposta. Sto da un paio di mesi con un Fabio. È un ragazzo dolcissimo e pieno di attenzioni, mi rispetta al tal punto che quando siamo da soli per fare qualsiasi cosa mi chiede il permesso. Io sono sempre stata reputata molto seria, forse troppo. Ho sempre scaricato i ragazzi che miravano solo al rapporto sessuale, anche se mascherato da amore. Con Fabio, anche se siamo diversi caratterialmente si è creata una forte complicità. Il punto è che quan-do mi tocca mi sembra di essere in paradiso! È la prima volta che mi capita una cosa del genere (siamo sempre vestiti!). Non so però come compor-tarmi, da una parte sento un forte trasporto fisico ma io non voglio fare tutto e subito. Per fare l'amore infatti voglio aspettare minimo sette o otto mesi per avere la conferma di quello che si è creato tra di noi finora. Come devo comportarmi?

Mia cara Teresa, apprezzo la tua serietà e il desiderio di realizzare un rapporto che coinvolga corpo, cuore e mente, ma il tuo proposito di aspet-tare sei-sette mesi per realizzarlo mi lascia per-plessa. Se tra voi è nato l'amore e tu provi un forte trasporto fisico per lui, il momento magico si presenterà da solo, a prescindere dal calendario. Ma in tutto questo lui come si comporta? Aspetta timidamente che sia tu a fare la prima mossa? Non cerca l'intimità? Anche una persona timida, se nutre un profondo interesse per l'altro, sa creare dei momenti magici che favoriscano l'abbandono. Li desidera come li desideri tu. Non permettergli di accollare a te la responsabilità della scelta sia del momento che del luogo. Sono decisioni che vanno prese in due e che se il vostro rapporto è profondo, non tengono conto dei giorni, o dei mesi.

Patrizia, PerugiaAMICI / NEMICI?Paola spero tu sappia darmi una risposta che io proprio non riesco a trovare. Ho frequentato per anni un uomo che potrei definire un “caro amico” anche se con il tempo si è trasformato in qualcosa di più importante. Abbiamo sempre parlato di tutto, siamo usciti molte volte e ci siamo sempre sentiti per telefono, conversando per ore. Pochi giorni fa mi ha detto che sta per sposarsi! Si tratta di una donna di cui mi aveva parlato tanti anni fa e che poi era scomparsa dalle nostre conversazioni. In realtà ha continuato a vederla di nascosto, nessuno ne sapeva nulla. Perché ha fatto una cosa del genere? Mi sento usata e delusa.

Cara Patrizia, dalla tua lettera non capisco se il tuo rapporto con quest'uomo si sia mai completato, o se sia rimasto a uno stadio platonico. Se è come presumo, a mio avviso significa che lui ti ha sempre e solo considerata un'amica con cui conversare piacevolmente, tenendo per sé le emozioni più profonde. Così facendo, non ha tradito un amore che non ti ha mai manifestato apertamente. Ha nascosto quello vero, forse intuendo che dicendoti la verità, ti avrebbe ferita e probabilmente persa. Temo che tu ti sia illusa e che non abbia mai avuto il coraggio di andare a fondo nel vostro rapporto. Un' amicizia, perché sia vera, richiede una sincerità maggiore. Purtroppo molti uomini e molte donne sono pusillanimi ed egoisti. Vogliono avere sia le scarpe che le pantofole perché fanno comodo entrambe.

la posta diPaola

Picasso

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Rita, AlbengaCHE CONFUSIONE... SARA’ PERCHE’ LO AMO?Cara Paola, sono davvero confusa. Ho conosciuto un uomo molto affascinante, mi scrive spesso via sms, siamo già usciti un paio di volte. Purtroppo per motivi personali non sono potuta uscire le ultime volte. C'è stata una discussione nella quale mi ha detto che con me sta bene e gli piaccio ma non è riuscito a sbloccare quel sentimento importante che desiderava e che gli dispiace per me. Poi qualche giorno fa mi ha chiesto di uscire ancora. Cosa vuol dire? Io vorrei vederlo, mi piace ma sinceramente non ci capisco nulla.

Cara Rita, nemmeno io capisco bene il comporta-mento di quest'uomo. Dopo alcuni messaggini, contatti aridi quanto la sabbia del deserto, e un paio di uscite insieme, si aspettava di sbloccare… che cosa? Un grande Amore incatenato a un palo? E dice anche che gli dispiace per te? Ma che piangesse per se stesso e per la sua mente ottusa! È lui che perde molto, non tu. Un uomo con scarsissima sensibilità, grande presunzione, poche idee e tutte tanto confu-se non sarà mai un buon compagno. Spero che tu gli abbia risposto che hai altri impegni con persone che non pretendono che tu vada in giro armata di cesoie per spaccare i lucchetti di uomini imbranati.

Paola PicassoScrittrice, saggista, traduttrice. Ha pubblicato oltre 200 romanzi con Mondadori, Penguin, Starbooks. Vive e lavora a Roma.Sul suo sito le ultime novità editoriali:www.paolapicasso.altervista.com

Potete scrivere le vostre lettere a

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Pink Magazine ItaliaAnno 1 - n.1 - OTTOBRE 2014

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