Innovazione varietale - mdata.it · gli ambienti montani, cultivar quali Modì® CIVG198, Cripps...

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ricerca Innovazione varietale Silvio Pellegrino Walter Guerra www.colturaecultura.it Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l. Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l. I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da agenzie fotografiche. il melo

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Innovazione varietaleSilvio PellegrinoWalter Guerra

www.colturaecultura.itDiritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.

Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l.

I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono

riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono

state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da

agenzie fotografiche.

il melo

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Innovazione varietalePaniere varietaleIl quadro varietale della melicoltura italiana è rappresentato da un nucleo di 3 cultivar (Golden Delicious, Gala, Red Delicious) che superano la “soglia” del 10%, e che insieme rappresentano circa il 70% della superficie. Le accompagna un corollario di va-rietà “minori”. Alcune, con diffusione intorno al 5%, sono sostan-zialmente stabili: Granny Smith, Braeburn, Fuji. Altre potrebbero essere definite “di affezione” nel senso che appartengono a una memoria collettiva, come quelle strettamente legate a un territo-rio (Annurca, Renetta), o sono percepite come varietà storiche o tradizionalmente legate a un uso specifico (Renetta del Canada è considerata per antonomasia mela da cottura). Ci sono poi le varietà “di nicchia”, sia tradizionali quali Stayman, sia nuove quali Pinova. Altre ancora sono in regressione (Morgenduft, Jonagold, Elstar). Infine le start up, le varietà di recente introduzione che ci si aspetta possano divenire protagoniste di un riassetto dell’offerta.

La composizione del paniere varietale si differenzia da regione a regione. Se in Trentino Golden Delicious rappresenta oltre il 72%, il paniere varietale del contiguo Sud Tirolo si basa su 6 varietà: 43% Golden Delicious, 16% Gala, 11% Red Delicious, 9% Braeburn, 6% Granny Smith, 5% Fuji. Nell’arco alpino occidentale, il Pie-monte ha seguito una sua vocazionalità per mele a buccia rossa: le sole Red Delicious e Gala rappresentano il 62%, mentre Golden Delicious è relegata al 30%. Nella Pianura Padana (Emilia-Roma-gna e Veneto), l’assortimento varietale poggia quasi equamente su 5 varietà: Fuji, Golden, Gala, Morgenduft, Red Delicious, in un ran-ge compreso tra il 10 e il 20%. Tale forte impronta regionale non riflette tanto radicate differenze storiche, quanto percorsi evolutivi diversi dettati dalla vocazionalità ambientale dei territori e da scelte

13%

0,1%12%

0,1%

1%2%

0,3%

4%

1%5%5%

Fuji

5%

Annurca

3%4,5%

44%

Imperatore -Rome B.

Granny Smith

Stayman

Golden Delicious

Jonagold

Idared

Braeburn

Red Delicious

Elstar

Renette

Gloster

Gala

Altre varietà

Ripartizione varietale della produzione italiana (media 2005-2007). Fonte: Eurofel

Gala clone Baygent Brookfield®

Elstar Braeburn

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imprenditoriali volte a cogliere opportunità di mercato. Nell’Unio-ne Europea le varietà di riferimento sono oggi Golden Delicious (33%), Jonagold (12%), Gala (13%), Red Delicious (9%), Elstar (6%), Granny Smith (5%), Braeburn (5%). L’evoluzione dell’ultimo decennio ci mostra un riposizionamento di cultivar quali Golden Delicious in calo del 21%, Jonagold, Red Delicious, Cox Orange ed Elstar. Si tratta di cultivar a polpa fondente che lasciano spazio a varietà innovative per consistenza e croccantezza, quali Gala e Pink Lady®. A livello mondiale le varietà di riferimento sono Golden e Red Delicious; queste ultime sono le mele degli Stati Uniti, so-prattutto in Washington e in Oregon, Stati dove è concentrata la melicoltura del Nord-America. Seguono Gala, Fuji e Granny Smith. È interessante seguire l’evoluzione dell’ultimo decennio, con pro-iezioni fino al 2015; in primo luogo il sorpasso di Golden Delicious su Red Delicious, ancora al primo posto nel 1998. Emerge poi che le “grandi” varietà passeranno da due a tre. Gala si posizionerà so-pra i 4 milioni di tonnellate. È indice di una crescente affermazione delle varietà a polpa croccante, quali appunto Gala, ma anche le emergenti Fuji, Braeburn e Pink Lady®. Il fenomeno è da mettere in relazione con i nuovi assetti geopomologici, che prevedono un incremento dei flussi di esportazione internazionali, in particolare dai Paesi dell’emisfero australe (Nuova Zelanda, Cile, Sud-Africa, Australia), che, per 6 mesi, riforniscono i mercati dei Paesi “occi-dentali”. Le varietà a polpa soda, croccante e succosa mantengo-no livelli qualitativi eccellenti anche dopo i trasporti d’oltremare.

Cox Orange

Braeburn

Fuji

Elstar

Gala

Golden Delicious

Pink Lady

Red Delicious

Jonagold/Jonagored

Granny Smith

Altre varietà

5%1%6%2%13%

33%

5% 12%1%

9%

13%

Ripartizione varietale della produzione nell’Europa a 15 (media 2005-2007). Fonte: Eurofel

Fuji

Jazz®

McIntosh

Granny Smith

Pink Lady®

Golden Delicious

Jonagold

Idared

Braeburn

Red Delicious

Elstar

Cameo® 0,2%

Gala Altre varietà

19,0%

17,4%

18,9%

13,7%7,0%

6,2%4,9%

4,1%3,1%1,8%1,8%1,7% 0,2%

0,1%

Ripartizione varietale della produzione mondiale nel 2007 (ad esclusione della Cina) Fonte: Belrose, Inc. - World Apple Review 2008

Evoluzione delle principali cultivar di melo a livello mondiale nel periodo 1998-2015 (dati assestati e proiezioni, ad

esclusione della Cina)

Elstar

t x 1

000

Pink Lady®Braeburn

JonagoldGranny Smith

FujiGala

Red DeliciousGolden Delicious

1998 2007 2010 2015

1000

2000

3000

4000

5000

6000

0

Fonte: Belrose, Inc. - World Apple Review 2008

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Evoluzione in corsoDai grafici seguenti si può intuire che la ripartizione varietale sia a livello nazionale sia a livello dei singoli bacini produttivi, è in co-stante evoluzione: è stata lenta e quasi impercettibile in alcuni pe-riodi, rapida e accelerata in altri. Nel corso dell’ultimo trentennio, il numero complessivo di varietà non è sostanzialmente cambia-to. Tra le cultivar di riferimento sono rimaste in comune Golden e Red Delicious, tra le “minori” Granny Smith, Morgenduft, Annurca e Renetta del Canada. In primo luogo si è osservato un generale ridimensionamento di Golden Delicious. In realtà dietro questo da-

Vista panoramica delle vallate alpine vicino a Merano dove le mele si caratterizzano per la sfaccettatura rosata-aranciata Foto R. Angelini

Evoluzione nell’ultimo decennio delle principali cultivar di melo diffuse in Italia

0

200.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Previsione2007

Fonte: Eurofel

400.000

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800.000

1.000.000

1.200.000To

nnel

late

BraeburnFujiGranny Smith

GalaRed DeliciousGolden Delicious

Golden Delicious è tutt’ora un’importante cultivar di riferimento. Nella foto Leratess Pink Gold®, clone di Golden Delicious

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to si osserva una redistribuzione territoriale non solo della cultivar, ma della stessa specie. Golden Delicious esprime infatti le proprie caratteristiche qua-litative al massimo livello negli ambienti d’altitudine. Se negli anni ’60 era ampiamente diffusa in pianura, segnatamente nel Ferrarese, nei decenni successivi è migrata negli areali melicoli dell’arco alpino, in particolare in Trentino, Sud Tirolo e Valtelli-na. Nelle vallate alpine la sfaccettatura rosata-aranciata imprime una sorta di marchio territoriale a un frutto dalla polpa struttura-ta, croccante e succosa, qualità sostenuta da efficaci azioni pro-mozionali. Anche Red Delicious è stata oggetto di un disloca-

Fuji clone Aztec Zhen®

Jéromine*, clone di Red Delicious

Foto R. Angelini

Fuji e Gala si sono rivelate adatte agli ambienti di pianura tanto da diventare le varietà di riferimento dell’Emilia-Romagna

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mento importante dalla Pianura Padana prevalentemente verso l’altipiano piemontese, dove rappresenta il 34% della superficie (Regione Piemonte). Si tratta di un gruppo varietale oggetto di una serrata evoluzione clonale, che ha trasformato l’ancestra-le bicolore Delicious, individuata negli USA a fine Ottocento, in mutanti clonali sempre più colorati di rosso intenso. L’ambiente pedemontano ha beneficiato di vantaggi estetici, rappresentati da un colore intenso e luminoso, ma soprattutto di una maggior consistenza della polpa, che ne consente una immissione sul mercato secondo un ampio calendario. Il feno-meno che più ha influito sull’evoluzione dell’offerta varietale non solo italiana, è stata l’introduzione negli ultimi due decenni del secolo scorso di varietà a polpa croccante e succosa; Gala, Fuji e Braeburn sono quelle che si sono diffuse, ampliando in modo sostanziale la gamma dei profili qualitativi e rimettendo in gioco gli ambienti di pianura. Gala in un primo tempo e Fuji successi-vamente si sono rivelate adatte agli ambienti di pianura. Fuji è diventata in pochi anni la varietà di riferimento (21%) dell’Emilia-Romagna. Il segmento precoce del mercato è appannaggio del-le produzioni di pianura, le quali cedono il passo, nei mesi inver-nali, alla maggior consistenza della polpa ottenibile in altitudine. In definitiva l’evoluzione dell’assetto varietale ha tenuto conto del territorio seguendo la vocazionalità ambientale.Gli anni attuali vedono un fermento evolutivo, se possibile, più intenso rispetto ai fenomeni sopra descritti. La cifra comune alla diffusione di nuove cultivar sta forse nella scelta mirata di varietà per ambienti circoscritti e per obiettivi commerciali condivisi. Le incertezze o le “migrazioni” sopra descritte non sembrano tocca-re le cultivar che mostrano il maggior potenziale di innovazione.

Gala clone Simmons Buckeye®

Cripps Pink Pink Lady®

Giovane impianto delle nuove cultivar Nicoter Kanzi®

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Se Nicoter Kanzi® e Ambrosia sono fin dall’inizio proposte per gli ambienti montani, cultivar quali Modì® CIVG198, Cripps Pink/Rosy, Glow Pink Lady® presentano profili gustativi ed estetici appositamente studiati per sfruttare al meglio le con-dizioni ambientali tipiche della pianura e più in generale di cli-mi mediterranei.

Patrimonio di biodiversitàL’evoluzione dell’assetto varietale è un processo di “nascita e morte”: si introducono e diffondono nuove cultivar, se ne abban-donano altre; non diversamente da quanto accade per i generi musicali. Il processo non è mai stato lineare: a fasi di espansione del nu-mero di accessioni, sono seguiti momenti di semplificazione degli ordinamenti colturali. Nel Novecento si è in effetti assistito a una fase di contrazione del numero delle varietà di melo in coltura, parte di un fenomeno più complesso che ha interessato tutta l’agricoltura europea. Se nelle indagini varietali degli anni ’70 già si delineava una sempli-ficazione dell’offerta varietale in funzione di produttività, standard qualitativo, idoneità alla conservazione intorno a 4-5 varietà di rife-rimento, focalizzando sulla voce “altre”, si trovava un elenco di una ventina di varietà in regressione. Tra queste si distinguono quelle note per la produttività ma con modesto profilo qualitativo (Com-mercio, Abbondanza, Democrat ecc.): il boom economico sposta-va già l’obiettivo dalla quantità alla qualità dell’alimentazione. Altre eccellenti varietà sotto il profilo gustativo si rivelarono inge-stibili per la logistica distributiva del tempo (Calvilla bianca, Stay-man, Jonathan, Gravensteiner ecc.). Tra le varietà autoctone o di interesse comunque locale sono andate perse in coltura le varietà della fame, buone per sfamare o prolungare la disponibilità di frutti

Calvilla Bianca, eccellente per il gusto ma ingestibile dalla logistica distributiva di un tempo

Jonathan

Renetta del CanadaAltre varietà

Imperatore-Morgenduft

Red Delicious

Golden Delicious

41%

20% 17%

12%

5%5%

Ripartizione varietale della superficie a melo in Italia nel 1977. Fonte: ISTAT

Varietà al passo con i tempi

• Nel corso degli anni si è assistito a un cambiamento di visione anche nel mercato delle mele: passare dall’autoconsumo delle popolazioni rurali a una prospettiva di mercato, volta a cogliere nuove esigenze alimentari e cioè produrre di più per sfamare un continente in boom economico e demografico. Tale processo è andato di pari passo con la diffusione della meccanizzazione, che, per aumentare la produttività e contenere i costi, ha rimodulato forma, dimensioni e accessibilità della maglia poderale, creando appezzamenti di forma e dimensione adeguate a una frutticoltura professionale, ma spazzando via siepi e spazi accessori che prima rivestivano importanti funzioni di supporto alla biodiversità dell’agro-ecosistema

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durante la stagione invernale (conservazione in fruttaio, quando non sotto la neve o in acqua sotto uno strato ghiacciato) ma di scarso profilo organolettico, altre invece veri e propri gioielli del gu-sto (Runsé, Dominici, Carle, Parmena dorata, Rosmarina Bianca, Renetta Ananas ecc.) sono state sacrificate sull’altare della stan-dardizzazione. Di qui il campanello di allarme per il rischio non solo di ecces-siva semplificazione colturale, ma di erosione genetica per la perdita di accessioni preziose vuoi per il gusto, vuoi per caratteri agronomici che avrebbero potuto rivelarsi importanti in futuro. Il lavoro di “messa in sicurezza” della biodiversità del melo è stato svolto con successo a partire dal 1970.

Germoplasma e archeologia pomologicaL’effettiva ampiezza della biodiversità del melo è in fase di stu-dio grazie all’analisi comparata del DNA, che può sgombrare il campo dalle frequenti sinonimie e omonimie. Si otterrà pro-babilmente una semplificazione degli elenchi, individuando le varietà “autentiche”. Sembra comunque evidente che l’Europa, la quale ha diffuso il proprio patrimonio genetico agli altri con-tinenti, sia nel tempo divenuta un centro secondario di diversi-ficazione della specie M. × domestica, ammesso che l’espres-sione possa essere utilizzata per una diversificazione di tipo non naturale ma antropico. Facendo i conti con le descrizioni più attendibili in epoca romana, in particolare con le descrizioni e i resoconti di Plinio il Vecchio, le varietà di melo coltivate nel I sec. d.C. erano nell’ordine di alcune decine. È plausibile, anche se non documentato, che ulteriori apporti siano arrivati al seguito

Salvaguardia della biodiversità

• Il programma “Inventario europeo del melo”, avviato nel 1984, ha consentito di raccogliere presso la Stazione di East Malling (UK) oltre 3500 accessioni di melo, una vera e propria banca europea del germoplasma. In Italia il Progetto del CNR “Difesa delle risorse genetiche delle specie legnose” ha censito e raccolto oltre 2000 accessioni del gen. Malus. Più recentemente il Progetto MiPAAF “Germoplasma frutticolo in Italia” ha pubblicato le schede di 764 accessioni di melo, mentre è stato costituito il Centro nazionale del Germoplasma Frutticolo presso il CRA – Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma, che già oggi conta 2126 accessioni di melo, buona parte delle quali di origine italiana

Impianto di Red Delicious a Ferrara Foto R. Angelini

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delle invasioni barbariche; si tratta di popolazioni stanziate nell’Est europeo in ambienti dove ancor oggi è coltivato il melo. È ragione-vole pensare a contributi successivi in epoca rinascimentale, con il ripristino delle comunicazioni con l’Estremo Oriente. In ogni caso, sia che l’attuale patrimonio varietale derivi sostanzialmente dalla piattaforma genetica presente in epoca pre-medievale, sia che sia stato arricchito da apporti successivi, non disponiamo ancora de-gli strumenti per seguirne l’evoluzione, datare le varietà, attribuire patenti di autoctonia. L’archeologia pomologica è una disciplina non ancora esplorata, mentre rami più classici dell’archeologia, da Schliemann in poi, hanno potuto avvalersi della stratigrafia degli scavi, classificando e datando i reperti. È presumibile che le recenti tecniche di approccio alla filogenesi della specie attraverso l’analisi del DNA offriranno una prospettiva storica dell’evoluzione varietale del melo.

Piattaforma di origine delle varietà

• Un aspetto interessante concerne l’ampiezza della piattaforma originaria da cui deriva l’attuale patrimonio di biodiversità. Il melo da frutto è stato introdotto in Europa al seguito delle migrazioni indoeuropee tra il secondo e il primo millennio a.C., anche se gran parte delle varietà di interesse pomologico sono probabilmente giunte da Oriente con il primo caso di globalizzazione quale fu la civiltà ellenistica e di qui al successivo Impero Romano. Nel 56 d.C. comparve a Roma la prima seta, in arrivo dalla Cina attraverso quella che in seguito sarebbe stata chiamata Via della Seta, che transitava proprio attraverso l’area di diffusione primaria della specie Malus sieversii, la specie ancestrale determinante nella genealogia del Malus × domestica. Tale area è collocabile a nord della catena himalayana, ai confini tra la Cina occidentale e le steppe Kazache

Cloni di Fuji alla raccoltaFoto FEM-IASMA

Impianto di Gala

Foto FEM-IASMA

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In tal modo si potrà far luce su stratificazioni successive a partire da varietà davvero antiche come Annurca (Plinio la cita spiegan-done a suo modo l’etimo) e attribuire singole varietà o gruppi va-rietali a determinate epoche. La scarsa bibliografia pomologica attendibile lascia intuire che il patrimonio di cui si esaltano i pregi si sia in gran parte formato in periodi recenti, segnatamente nel Settecento e Ottocento, grazie all’interesse per la botanica e la pomologia dei secoli illuminati, quando uomini mossi da passione hanno contribuito a creare, descrivere, diffondere gran parte di quello che oggi definiamo germoplasma.L’affermazione che le varietà attualmente diffuse presentino un profilo sensoriale inferiore a quelle di altri tempi apparirebbe infondata e preconcetta, nel senso che eventuali confronti do-vrebbero riguardare gli assortimenti varietali di singole epoche. Ogni tempo ha infatti privilegiato tipologie varietali in funzione delle proprie esigenze. Se l’aristocrazia settecentesca faceva a gara nel collezionare nei pomarii frutti dall’estetica rara e insolita, nella stessa epo-ca, nelle vallate dell’arco alpino si ricercavano varietà che si conservassero fino a primavera. La base biochimica utilizzata per una conservazione in fruttaio, o addirittura in acqua sotto uno strato di ghiaccio, si giocava sulla abbondante presenza di sostanze tanniche. Si trattava di un’esigenza vitale, per ga-rantire ad ampi strati di popolazione l’unico apporto vitaminico durante la stagione invernale. Il profilo gustativo di tali varietà è oggi improponibile. Le proprietà antiossidanti delle stesse ti-pologie varietali, talora messe a confronto con le varietà attual-mente diffuse, sono perlopiù ascrivibili proprio alla presenza di tannini, che in realtà decadono con l’evoluzione biochimica della maturazione.Le considerazioni sopra esposte intendono spostare l’attenzione delle ricerche sul reale interesse del germoplasma del melo. Dopo aver messo in salvo tale patrimonio, occorre ora individuare i ca-ratteri di rusticità, tolleranze e resistenze genetiche alle avversità, profili sensoriali dimenticati ma interessanti per innovare l’attuale assetto varietale.

Opportunità dell’innovazione varietaleL’attuale assetto varietale italiano risente di un importante flusso di innovazione che nel decennio 1985-1995 ha visto l’introduzio-ne e l’ampia diffusione di Gala, Fuji e Braeburn. In pochi anni Gala si è imposta come seconda varietà, dopo Golden, ed è tuttora in crescita. Fuji ha occupato uno spazio importante nella melicol-tura di pianura, diventando per esempio la cultivar più diffusa in Emilia-Romagna. Braeburn si è diffusa soprattutto negli ambienti montani. La diffu-sione non riguarda solo l’Italia, al contrario l’Italia ha seguito una tendenza internazionale. La cifra che accomuna queste tre cul-

Antico è buono?

• Le evidenze sperimentali ottenute tramite l’analisi del DNA consentiranno forse di ridimensionare la visione semplicistica della vulgata mediatica, ma non solo, che contrappone le varietà attuali alle “antiche”. Operazioni culturali di “recupero” del tradizionale sono spesso condotte secondo una cifra ideologica. Nel caso della pomologia l’ortodossia ideologica in voga tende a considerare le varietà attuali come povere di qualità gustative, anonime e “industriali”, contrapponendole a un indifferenziato patrimonio di varietà antiche, connotate da rusticità, sapori, proprietà nutrizionali e nutraceutiche. Al contrario, invece, le varietà più recenti hanno un profilo gustativo altrettanto vario e non inferiore alle varietà diffuse nei secoli passati

Fuji clone Aztec Zhen®

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tivar è l’eccellenza gustativa, declinata nel sapore dolce di Gala e Fuji, acidulo di Braeburn. L’innovazione varietale è andata in-contro alle attese del mercato. Gli anni ’80 del secolo scorso so-no stati caratterizzati da un boom economico vissuto all’insegna dell’edonismo: fasce sempre più ampie di consumatori acquista-no la frutta per il puro piacere di gustare qualcosa di piacevole, sia come dessert sia come snack.Un’ondata successiva di nuove varietà sta modificando sensibil-mente l’offerta e l’interesse per ulteriori sviluppi dell’innovazione di prodotto appare elevato.

Attese del consumo e vincoli della distribuzioneIl livello qualitativo dell’attuale assortimento varietale è considera-to elevato, anche in ragione delle favorevoli interazioni genotipo/ambiente proprie delle diverse regioni melicole. Non mancano gli spunti di innovazione forniti dal miglioramento genetico, che ha assunto dimensioni mai raggiunte nella storia della melicoltura. L’innovazione varietale non è però una mera conseguenza di tale disponibilità, al contrario sono le prospettive di mercato a stimo-lare l’innovazione varietale e, a cascata, i programmi di migliora-mento genetico. Da più parti sono state espresse perplessità in merito ad una segmentazione spinta dell’offerta del melo. La considerazione di fondo è che finora gran parte della distribuzione ha scelto di pro-porre un numero limitato di tipologie varietali, non più di quattro-cinque in un espositore tipo, ben distinguibili fin dall’aspetto: giallo (Golden Delicious), rosso (Red Delicious), bicolore (Gala, Fuji o Braeburn), verde (Granny Smith) e un outsider, che in Italia è rappresentato generalmente dalla semi-rugginosa Renetta del

Renetta del Canada

Golden clone B

Gala

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Canada. Tale struttura rigida è motivata non solo da limitazioni spaziali, ma anche da opportunità di affezione: il consumatore deve esser messo in condizione di trovare le tipologie di melo che ben conosce. In questi anni si assiste a un cambiamento delle prospettive della segmentazione. La GDO in generale sta aumentando lo spazio del reparto fresco e, per quanto riguarda le mele, sta pro-gressivamente ampliando il settore espositivo. Si assiste inoltre a dinamiche interne alla distribuzione, accentuate dal fenomeno delle varietà in esclusiva. I gruppi tendono a porsi in concorren-za tra di loro, differenziandosi con una propria offerta varietale originale. Si tratta di una strategia di marketing che fa leva su

Gruppi di varietà-simili

• Un problema che ha toccato i processi di innovazione varietale è stato l’introduzione di varietà-simili a quelle diffuse. Creano una situazione di sconcerto nel consumatore, il quale tende a rifiutarle percependole come una contraffazione. Casi del genere hanno riguardato, in passato, molte delle cultivar di riferimento, ma in particolare Golden Delicious, a partire dalle Golden-simili Blushing Golden, Ed Gould Golden, Mutsu, e più recentemente le stesse Golden-simili resistenti a ticchiolatura, quali Golden Lasa, Golden Mira, Golden Orange, Primiera

• Al contrario le mutazioni, che riguardano aspetti di contorno migliorativi rispetto alla cultivar originaria (le più diffuse sono le mutazioni per il colore), sono ben accette perché percepite come un’accentuazione di caratteri graditi. È questa la situazione che si è venuta a creare per la maggior parte delle cultivar oggi diffuse: Gala, Braeburn, Fuji e Red Delicious. Si sono formati i cosiddetti “gruppi varietali”, che comprendono numerosi cloni ottenuti per mutazione naturale dalla varietà originaria o da sue successive mutazioni. Si verifica un processo evolutivo, in cui nuovi cloni più attraenti declassano e sostituiscono i precedenti

Golden Goldrosio®

Coop 39 Crimson Crisp®

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un’offerta diversificata in esclusiva; il messaggio sotteso può essere grossolanamente espresso in: “da noi trovi una gamma di varietà di melo scelta su misura per te, che non è disponibile presso la catena concorrente dall’altra parte della città: acquista da noi!”.

Percorsi di innovazione varietaleIl processo di innovazione varietale non può derogare da tale passaggio-chiave: la corrispondenza tra aspetto e qualità. Il consumatore non è un pomologo, deve poter identificare con facilità una categoria estetica, cui corrisponda inderogabilmente un preciso profilo sensoriale. L’aspetto non deve necessaria-mente essere attraente, è piuttosto importante che sia originale e distintivo e che rimandi a una tipologia gustativa di assoluta eccellenza. Questa può essere declinata nelle infinite combinazioni delle po-larità: sapore dolce/acidulo, polpa croccante/fondente, aroma intenso/delicato ecc. Se le condizioni per un’efficace innovazione varietale appaio-no oggi chiare, lo si deve a un processo di approssimazione per errore. Guardando ai tentativi di diffusione di nuove cultivar negli ultimi decenni è infatti più lunga la lista delle innovazioni abortite rispetto a quelle di successo. Esaminiamo tre successi paradigmatici: Gala, Fuji, Braeburn. Al momento dell’introdu-zione/diffusione presentavano tutte un aspetto ben individua-bile, non necessariamente attraente (si pensi in particolare a Fuji, che ha trasformato l’aspetto “povero” ma riconoscibile in uno dei suoi punti di forza: “brutta ma buona”); profili gusta-tivi notevoli e innovativi rispetto all’esistente (polpa croccante e succosa, le prime due declinate in un gusto dolce, la terza acidulo).

“Mercato” delle mele nella GDO

• Alcune catene all’estero stanno già allestendo punti vendita che propongono un caleidoscopio, fino a 12, di varietà diverse. In effetti, per perseguire una differenziazione dell’offerta, il melo è il “caso di studio” più a portata di mano. Da un lato si dispone di un’ampia gamma varietale, che può attingere all’intensa attività del miglioramento genetico, dall’altro è possibile lavorare con cultivar che consentono un’immediata corrispondenza tra aspetto e profilo gustativo

Introduzione di nuove cultivar sul mercato

• L’introduzione di nuove cultivar di melo risponde a esigenze di innovazione. Le condizioni per il successo sono: facile identificazione e corrispondenza tra aspetto e profilo gustativo

Albero di Fuji in Cina

Gala clone Annaglo*

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Ariane*

Innovazione varietale e compatibilità agronomicaSe nei processi di innovazione varietale sono oggi determinanti le caratteristiche merceologiche, negli scorsi decenni prevaleva una valutazione agronomica. Una nuova varietà doveva prima di tutto “piacere” al frutticoltore, vale a dire essere costantemente produttiva, sufficientemente “rustica”, non troppo sensibile alle avversità e non eccessivamente esigente in fatto di cure coltu-rali. Le esigenze dei consumatori erano poco influenti, abituati a farsi bastare quel che l’agricoltura produceva. La politica agricola adottata dalla Comunità Europea fino al 1996 rafforzava questa concezione produttivistica, in cui il prezzo era stabilito in base al calcolo dei costi di produzione. Nella situazione attuale il problema dei costi si pone come so-stenibilità economica. Il costo è influenzato dalla produttività e, nel caso del melo che è sensibile all’alternanza di produzione, dalla costanza produttiva. Ogni cultivar presenta un suo equilibrio produttivo, definito intorno agli obiettivi di qualità: è il potenzia-le produttivo in grado di esprimere un’eccellenza qualitativa. In altre specie, segnatamente in viticoltura, qualità e produttività si comportano come fattori inversamente proporzionali. Il fulcro dei disciplinari di produzione viti-vinicoli consiste nello stabilire limiti quantitativi da non superare, pena il decadimento della qualità. Nel melo, tale aspetto è tenuto sotto controllo per evitare o ridurre l’alternanza di produzione. Le indagini più recenti mostrano come per la maggior parte delle cultivar l’equilibrio vegeto-produttivo, ottenuto attraverso un costante diradamento dei frutticini, cor-risponda in larga misura con il livello qualitativo. Le potenzialità produttive indicate nelle schede varietali esprimono il punto di equilibrio intorno al quale è possibile comporre al massimo livello qualità gustativa, distribuzione dei frutti nelle categorie merce-ologiche più elevate, raccolta concentrata e buona induzione a fiore per l’anno successivo. Alcune varietà presentano una sen-sibilità eccessiva all’alternanza di produzione, tale da non poter essere gestita con il diradamento dei frutticini e da provocare seri decadimenti qualitativi. Elstar, Jonagold ecc. sono in via di ab-bandono per tale motivo. Per la stessa Fuji si registrano segni di disaffezione, per ora limitati ad ambienti meno vocati. Dove Fuji è in regressione, viene abbandonata non perché l’alternanza ne aumenti i costi, ma perché ne compromette la qualità, sia negli anni di carico eccessivo, sia nelle annate di “scarica”.

Compatibilità socio-economicaL’aspetto più interessante per la valutazione della compatibilità economica di una nuova cultivar è rappresentato dalla semplicità delle operazioni colturali. Ci si riferisce a quelle che non richiedo-no una manodopera specializzata: interventi di formazione dell’al-bero, potatura invernale, precauzioni per evitare danneggiamenti dei frutti alla raccolta ecc. Se negli scorsi decenni le dimensioni

Panoramica di un campo sperimentale per la valutazione delle nuove cultivar

innovazione varietale

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aziendali e le condizioni socio-economiche consentivano che fos-se lo stesso imprenditore agricolo, coadiuvato da manodopera familiare o da un gruppo di lavoro stabile nel tempo, ad effettuare le operazioni colturali con una competenza artigianale, oggi tali interventi sono affidati a manodopera sempre meno qualificata. Ecco dunque che le cultivar facili da gestire (buona ramificazione, angoli di inserzione aperti, fruttificazione ben distribuita, ampia finestra di raccolta ecc.) pongono le condizioni per una sostenibi-lità socio-economica. Nelle schede di presentazione delle nuove varietà è entrato in uso il termine inglese user friendly, cioè alla portata di tutti gli operatori.

EcosostenibilitàIl miglioramento genetico ha ottenuto risultati interessanti con le varietà resistenti a ticchiolatura. Mentre prosegue il lavoro per la durevolezza della resistenza, attraverso la piramidizzazione di più geni ad azione complementare, e per la resistenza a più avversi-tà contemporaneamente, sono stati effettuati numerosi tentativi di introduzione di varietà resistenti a ticchiolatura per il gene Vf. Gli insuccessi (Florina Quérina®, Enterprise, Golden Laxa, Golden Mira, Catarina, Delorina Harmonie® ecc.) sono da attribuire a un livello qualitativo inferiore rispetto alle varietà standard. L’atteggiamento della distribuzione è stato quello di assoggettare le nuove varietà resistenti agli stessi rigorosi criteri qualitativi delle varietà standard; la resistenza non è stata considerata come un fattore di marketing ma come una facility alla produzione nel con-seguimento degli obiettivi di sicurezza alimentare. In questo con-testo hanno acquisito una posizione di nicchia varietà interessanti quali Topaz, GoldRush, Golden Orange ecc.

Resistenza alla ticchiolatura e qualità

• Fino a pochi anni fa le varietà resistenti alla ticchiolatura presentavano caratteristiche qualitative inferiori rispetto alle varietà standard. Tant’è vero che per esempio in Alto Adige, dove la produzione biologica del melo si sta assestando sui 1000 ettari, la scelta varietale dei produttori biologici finora coincide più o meno con quella della produzione integrata. La resistenza a un’avversità non può sopperire al gap qualitativo. Oggi, la nuova generazione di varietà resistenti alla ticchiolatura non ha niente da invidiare, anche sotto il profilo della qualità, a quelle standard. L’obiettivo di unire qualità e resistenza può ritenersi raggiunto nelle cultivar più recenti, quali Modì® CIVG198 , Coop 39 Crimson Crisp®, Ariane Les Naturianes® e Dalinette Choupette®

Coop 38* GoldRush

Topaz*

ricerca

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Le ticchiolatura-resistenti più recenti si posizionano, invece, nella stessa fascia di qualità delle normali (Modì® CIVG198, Dalinet-te Choupette®, Coop 39 Crimson Crisp®, Ariane Les Naturianes® ecc.). A questo punto alcuni editori hanno ritenuto che, venuto meno il gap qualitativo, si possa giocare la resistenza come un fattore di marketing, sia in termini di maggior garanzia in fatto di sicurezza alimentare, sia in termini etici, per la diffusione di varie-tà ecologiche, la cui coltivazione riduce l’impatto ambientale. Il messaggio in questo caso è “scegliendo questa nuova varietà di melo, mi prendo cura del mio benessere e aiuto l’ambiente”.

Processo di validazione delle nuove cultivarLa valutazione delle nuove cultivar segna il passaggio tra il miglio-ramento genetico e l’innovazione varietale. Il miglioramento ge-netico già prevede una fase S2, in cui si saggia il comportamen-to delle selezioni avanzate negli ambienti più rappresentativi per la melicoltura prima dell’introduzione commerciale e l’eventuale “brevettazione”. L’Italia partecipa con più Aziende sperimentali alla fase conclusiva di vari programmi di miglioramento genetico internazionali, in modo da indirizzare le scelte dei costitutori su materiali interessanti per gli areali pomicoli nazionali.In seguito alla costituzione, un corretto processo di diffusione varietale segue le tappe di una sperimentazione parcellare (5-10 alberi/parcella) per la valutazione di idoneità, una sperimentazione in azienda (nell’ordine di alcune centinaia di alberi, normalmen-te in un frutteto commerciale), l’inserimento in liste di idoneità. Il processo si conclude con la formulazione di “liste di program-mazione” in cui la filiera sceglie tra le cultivar idonee quelle che rispondono ai propri obiettivi commerciali. L’innovazione varietale

Stayman

Centri di ricerca varietale europei

• A livello europeo è attivo il gruppo EUFRIN – European Fruit Research Institutes Network, che ha avuto il merito di mettere a punto un accordo di sperimentazione condiviso da una larga parte degli editori. EUFRIN attiva inoltre un flusso di informazioni che consente un costante aggiornamento sulle opportunità dell’innovazione varietale del melo

Coop 39 Crimson Crisp®

innovazione varietale

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può rappresentare un efficace strumento competitivo. Per que-sto è determinante il fattore tempestività: ottenere informazioni corrette e attendibili riferite al proprio territorio e ai propri obiettivi merceologici può rappresentare per un gruppo commerciale uno strumento decisivo per anticipare i concorrenti con un prodot-to innovativo. Il fenomeno si è accentuato con la possibilità di costituire gruppi che dispongono in esclusiva di un’innovazione varietale, i cosiddetti club di filiera. Trova piena corrispondenza con lo sviluppo di nuovi prodotti in altri settori agro-alimentari e più in generale industriali. Per un’innovazione tempestiva occorre anticipare l’avvio della sperimentazione: partecipare alla fase S2 del miglioramento ge-netico, stipulare i contratti di sperimentazione, individuare rapi-damente i materiali interessanti per passare alla fase successiva senza frapporre tempi morti. Gli accordi di sperimentazione costituiscono un passaggio delica-to, considerati gli interessi in gioco. L’editore (la figura che detiene i diritti di moltiplicazione della cultivar) ha necessità di tutelarsi dai rischi sia di pirateria varietale, che aumentano proporzionalmente al numero di siti sperimentali, sia di diffusione di informazioni non corrette o fuori tempo rispetto alla programmazione del lancio vi-vaistico. I rapporti tra costitutori/editori e sperimentatori devono dunque essere improntati alla confidenzialità e, considerati gli in-teressi in gioco, sono codificati da contratti di ricerca con valore giuridico.L’attività di validazione varietale è svolta da centri di ricerca spe-cializzati, che hanno dato vita a gruppi di lavoro per uniformare metodologie di indagine e contratti di sperimentazione.

Progetto MiPAAF

• In Italia il processo di validazione delle nuove cultivar passa attraverso il Progetto MiPAAF-Regioni “liste di orientamento varietale dei fruttiferi”, coordinato dal CRA – Centro di Ricerca per la Frutticoltura

• Provvede all’introduzione delle nuove accessioni con contratti di sperimentazione collettivi, ha messo a punto metodologie e schede comuni per i rilievi, svolge una intensa attività divulgativa, organizzando annualmente la presentazione sia su riviste specializzate sia soprattutto attraverso convegni che coinvolgono tutta la filiera italiana

• Il gruppo di lavoro melo è composto da 15 unità operative distribuite sulle più significative aree melicole italiane

• L’obiettivo del Progetto è di esprimere, sulla base di una rigorosa e autorevole attività sperimentale, un giudizio di idoneità per territori omogenei e di validità merceologica

• Un’esigenza che si pone più per il melo che per le altre specie è di approfondire ulteriormente l’idoneità alla conservazione con le diverse tecnologie oggi disponibili, ciò che richiede un’ampia collaborazione tra aziende sperimentali e centri con specifica e interdisciplinare competenza sui processi post-raccolta

Vecchio impianto di Rosa di Caldaro

ricerca

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Protezione della proprietà intellettualeLe vecchie cultivar di melo avevano un nome, a volte banale più spesso suggestivo. Oggi la denominazione varietale è un po’ più complessa, dovendo tener conto di aspetti giuridici relativi alla protezione dei diritti intellettuali e a marchi registrati. In Italia non esiste un registro delle varietà dei fruttiferi, mentre a livel-lo europeo le cultivar possono essere iscritte presso il CPVO (Community Plant Variety Office). Le generalità delle nuove cul-tivar di melo vengono non solo registrate, ma anche brevettate presso lo stesso CPVO. Il brevetto europeo, concesso dopo adeguata istruttoria, protegge la cultivar con la sua denomina-zione varietale per 30 anni su tutto il territorio dell’Unione Euro-pea. L’innovazione più significativa apportata dall’istituzione del brevetto europeo (Reg. CE n. 2100/94 del 27 luglio 1994) è sta-ta l’estensione della protezione fino a coprire il frutto. In questo modo l’editore può monitorare la corretta diffusione della culti-var fino alla fase commerciale. Questa impostazione ha posto le condizioni normative per la costituzione di diritti di commercia-lizzazione in esclusiva, i cosiddetti club di filiera varietale.Il riconoscimento del brevetto consente l’imposizione di una ro-yalty, un compenso commisurato al numero di piante o gemme vendute o a superficie impiantata e/o per quantità di frutti com-mercializzata, che va a ripagare i costi del miglioramento genetico e delle fasi di premoltiplicazione della cultivar (identità varietale, mantenimento dello stato sanitario ecc.). Senza il pagamento del-

Denominazioni varietali e marchio registrato

• Alla denominazione varietale è spesso associato un marchio registrato (®) e un nome di fantasia generalmente coniato in funzione del marketing. In questi ultimi anni la denominazione corrente delle cultivar di melo segue questo modello: denominazione varietale – marchio registrato – ®, ad esempio: Nicoter Kanzi®, Gold Pink Gold Chief®, Modì® CIVG198

• I simboli: * indica una denominazione varietale protetta (brevetto europeo, giugno 2008); ® indica un marchio registrato

Modi® CIVG198

innovazione varietale

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le royalties, le attività di miglioramento genetico e di innovazione varietale si esaurirebbero.

Percorsi di gestione dell’innovazione varietale: i club di filieraI tempi nei quali il singolo frutticoltore aveva la possibilità di sce-gliere arbitrariamente, tra le tante proposte, la varietà che riteneva più promettente sono ormai trascorsi. Breeder, vivaisti, produttori e operatori commerciali si associano per coltivare e commercia-lizzare in esclusiva singole cultivar. Per tutti valgono le medesime regole. La riuscita di tali iniziative comporta investimenti onerosi e impegnativi per promuoverne l’immagine e generarne la doman-da. Il successo di Pink Lady® ha indotto molti editori a intrappren-dere un percorso simile per altre varietà. I conti non torneranno per tutte le cultivar; nel corso del prossimo decennio probabil-

Elenco delle varietà di melo diffuse in Europa con la formula protetta del club

Marchio Denominazione varietaleNumero brevetto

europeoEditore in Europa sito club

Ambrosia® Ambrosia 13616 Unifrutti/Rivoira

Antares® Dalinbel 10186 SNC Elaris

Cameo®/Camela® Caudle / Cauflight 6786 / 20052054* Cameo Europe SAS www.cameo-europe.com

Choupette® Dalinette 17838 SNC Elaris

Diwa®/Junami® Milwa 16779 INOVA Fruit/VariCom www.junami-apple.com

Envy® Scilate 20070546* ENZA

Greenstar® Nicogreen 13323 GKE www.greenstarapple.com

Honeycrunch® Honeycrisp 7797 PomAnjou Selections www.honeycrisp.org

Jazz® Scifresh 16188 ENZA www.jazzapple.com

Kanzi® Nicoter 15369 GKE www.kanziapple.com

Les Naturianes® Ariane 13108 NOVADI www.pomme-ariane.com

Modì® CIVG198 23149 Modì Europa www.modiapple.com

Pacific Rose® Sciros 6607 ENZA

Pink Lady® Cripps Pink / Rosy Glow 1640 / 18127 Pink Lady Europe www.pinklady-europe.com

Rubens® Civni 16186 Consorzio Europeo Rubens www.rubens-apple.com

Sonya® Nevson 13610 Nevis Fruit Company

Sundowner® Cripps Red 3425Association Sundowner

Europewww.sundowner-europe.eu

Tentation® Delblush 1641 Delbard www.pomme-tentation.com

Wellant® CPRO47 INOVA Fruit www.mijn-wellant.nl

* Prove esame brevettuale in corso (giugno 2008)

Club di Filiera

• A livello mondiale sono una ventina i club varietali relativi al melo

• Obiettivo primario è spuntare prezzi più vantaggiosi ad ogni livello della filiera

ricerca

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mente l’uno o l’altro club varietale cadrà nel dimenticatoio. Non tutte le cultivar si addicono alla costituzione di un club. Ad esem-pio Delblush Tentation®, molto simile a Golden Delicious, incon-tra difficoltà ad imporsi – perlomeno negli ambienti tradizionali di coltivazione della Golden – dal momento che le differenze esteti-che sono poco evidenti. Vanno citate altresì forme di club meno restrittive, in cui la singola Organizzazione di Produttori (OP) è li-bera di decidere se aderire o meno a una commercializzazione del prodotto sotto un marchio registrato e pubblicizzato. Un esempio è il Kiku Pool, che sotto il marchio Kiku® commercializza frutti di prima qualità dei mutanti di Fuji Brak e Fubrax (www.kiku-apple.com). È invece in fase di scioglimento il club Red Prince® (www.red-prince.com), che si prefiggeva di commercializzare i frutti del mutante di Red Jonaprince®, mutante di Jonagold.

Dalla pomologia alla descrizione funzionaleLa descrizione delle varietà dei fruttiferi è nata come pomolo-gia, una branca della botanica sistematica volta a classificare e distinguere le varietà esistenti. Le schede pomologiche sono oggi utilizzate per la presentazione delle nuove cultivar al mo-mento della costituzione. Il CPVO, il citato Organismo europeo che esegue le istruttorie per la concessione dei brevetti vegetali, ha adottato una scheda descrittiva per il melo composta da 57 caratteri. Si prendono in considerazione i caratteri distintivi, dal-la disposizione delle cavità carpellari, alla crenatura del margine fogliare, o alla distribuzione delle lenticelle sui germogli. Per la presentazione dei profili varietali che completano il capitolo è stata invece adottata una descrizione funzionale. Si prendono in esame le caratteristiche che interessano i consumatori, i frutti-coltori, i tecnici di campo e di magazzino, gli operatori del mar-keting, insomma i vari attori della filiera.

Profili varietali: il fruttoSi descrive prima l’aspetto badando non tanto al giudizio sul-la attrattività, quanto alla distinguibilità. L’approccio del con-sumatore passa attraverso l’aspetto (forma, colore ecc.) e il marketing gioca buona parte delle proprie carte sull’abbina-mento aspetto-profilo gustativo. Si passa poi alle caratteristi-che gustative, dalla tessitura della polpa (da fine a grossolana), alla consistenza, croccantezza e succosità, infine all’equilibrio dolce/acidulo. La descrizione per aggettivi è sostenuta dai ri-lievi analitici al momento della raccolta e da un sensogramma (grafico del profilo sensoriale elaborato da un panel addestrato di degustatori).

Profili varietali: raccolta e presenza sul mercatoSi forniscono le informazioni sul posizionamento e sulla ampiez-za della finestra di raccolta, nonché sul calendario di presenza

Jonagold

Golden Smoothee®

Foto R. Angelini

Cripps Pink Pink Lady®

innovazione varietale

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Calendario di raccolta delle diverse cultivar presso la Stazione Sperimentale di Laimburg (220 m s.l.m.)

Cultivar

Resi

-st

ente Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre

1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2

Collina •

Gravensteiner

Galmac

Summerred

Initial •

Gala

Elstar

Rubens® Civni

Antares® Dalinbel •

Jonathan

Sonya® Nevson

Rubinette® Rafzubin

Diwa®/Junami® Milwa

Red Delicious Standard

Red Boy® Frureru

Red Delicious Spur

Roblos® Elise

Ariwa •

Jonagold

Greenstar® Nicogreen

Pinova

Mairac® La Flamboyante

Golden Delicious

Autento® Delcoros

Modi® CIVG198 •

Kanzi® Nicoter

Pilot

Topaz •

Golden Orange •

Ambrosia

Querina® Florina •

Tentation® Delblush

Harmonie® Delorina •

Idared

Luna •

Meran

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Cultivar

Resi

sten

te Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre

1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2

Cameo® Caudle

Gold Chief® Gold Pink

Braeburn

Delfloki •

Granny Smith

Choupette® Dalinette •

Pacific Rose® Sciros

Staymanred

Morgenduft Dallago

Catarina •

Fuji

Morgenduft Standard

Gold Rush® Coop 38 •

Pink Lady® Cripps Pink

Sundowner® Cripps Red

Questione di gusti

• Le indagini più recenti, quali quelle svolte dal progetto europeo ISAFRUIT, pongono in evidenza un fenomeno singolare: nella popolazione di consumatori si individuano due distinte categorie del gusto. La prima, prevalente, ha una propensione per le mele dolci, la seconda per quelle acidule. Il rapporto varia in funzione delle fasce di età, della latitudine ecc.

sul mercato. L’epoca di raccolta varia in funzione dell’ambiente e dell’annata: invece di fornire un valore assoluto come la data, si è preferito indicare i giorni di differenza rispetto alla cultivar di riferimento Golden Delicious, valore più costante e affidabile. La presenza sul mercato tiene conto dell’attuale tecnologia di conservazione.

Profili varietali: il percorso qualitàLe caratteristiche dell’albero, le indicazioni per le pratiche agro-nomiche e per il post-raccolta sono letti alla luce di un “itinera-rio qualità”, che inizia nel meleto, passa attraverso gli impianti agro-alimentari costituiti dalle sale di lavorazione per il condizio-namento dei frutti, per concludersi al punto vendita. Si tratta di informazioni integrate, che consentono di “costruire” la qualità e mantenerla fino al momento del consumo. Per il passaggio in frutteto si evidenziano il punto di equilibrio tra produttività e qualità, la sensibilità alle avversità, la finestra di raccolta ecc.; in magazzino e al punto vendita le attitudini alla conservazione e la vita di scaffale.

Profili varietaliLe cultivar descritte nelle schede seguenti sono da un lato le varie-tà di riferimento per la melicoltura italiana, dall’altro quelle in fase di diffusione che, al momento della stesura del volume, appaiono come le più promettenti per l’innovazione del paniere varietale.

innovazione varietale

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Ambrosia*

Origine genetica. Semenzale di origine casuale (probabile incrocio naturale Red Delicious × Golden Delicious) individuato da W. Men-nell nei pressi di Keremeos, in British Columbia, Canada, 1980.

Editore. PICO - Okanagan Plant Improvement Company, Sum-merland – B.C., Canada.Varietà club diffusa in Europa dal gruppo Unifrutti-Rivoira. I primi impianti commerciali sono stati realizzati in Piemonte a partire dal 2004.

Frutto. È una varietà bicolore di immediata riconoscibilità. Presenta forma tronco conico oblunga con umboni simili a quelli di Red Delicious. La colorazione rosa aranciata luminosa sul 50-60% della buccia dona un aspetto originale, con effetto attraente. La nota gustativa di rilievo è l’intensa dolcezza (14-15 °Brix), appena contrastata da una modesta acidità, pari a quella di Gala. La polpa è fine, mediamente soda e croccante, succosa.

Raccolta e presenza sul mercato. Si raccoglie 8 giorni dopo Golden Delicious. Può essere commercializzata dalla raccolta per un periodo di 6 mesi.

Percorso qualità. La produttività è medio-elevata e poco alter-nante. La riuscita dell’impollinazione ha evidenti effetti positivi sulla forma: simmetria e accentuazione dei rapporti diametrici. Fiorisce nell’epoca tra Gala e Golden; gli impollinatori che hanno mostrato compatibilità e copertura costante del periodo di fio-ritura sono Granny Smith, Braeburn e Gala. L’albero è di medio vigore e fogliazione rada che consente una buona permeabilità alla radiazione luminosa. Gli interventi di potatura richiedono ma-ni esperte per distribuire regolarmente la fruttificazione. Il punto delicato ai fini dell’ottenimento di una qualità durevole è la stretta finestra di raccolta abbinata a una maturazione scalare. Occorre monitorare adeguatamente l’evoluzione della maturazione, se-condo i parametri indicati in tabella, per effettuare una raccolta tempestiva in almeno due stacchi. Si segnala la sensibilità ai colpi di sole. La coltivazione deve essere limitata ad ambienti di altitu-dine, per accentuare l’attrattività del colore e ottenere una buona struttura della polpa.Dai risultati sperimentali si è passati alle prime esperienze commer-ciali. La conservazione in ULO fornisce buoni risultati per almeno 6 mesi. Il ricorso all’1MCP consente di superare il problema della limitata shelf life, prolungandola agevolmente fino a 18-20 giorni.

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400

Annurca

Origine. Non nota. È forse più facile ricostruirne l’origine storica. È un’antica cultivar campana – Nurcula – descritta nel ‘500 da Gian Battista della Porta nel Suae Villae Pomarium (le mele che si pro-ducono a Pozzuoli sono volgarmente dette orcole). Da qui i nomi Anorcola e Annorcola utilizzati successivamente fino a giungere al 1876 quando il nome “Annurca” compare ufficialmente nel Ma-nuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale. Potrebbe davvero corri-spondere alla Mala Orcula descritta da Plinio il Vecchio, in quanto coltivata intorno al lago Averno (Pozzuoli, NA), le cui acque era-no considerate l’ingresso del mondo sotterraneo (Orco, gli Inferi). Frutti di forma simile sono identificabili negli affreschi della “Casa dei Cervi” a Ercolano. È ancor oggi la varietà più diffusa in Cam-pania e presenta interesse per altre regioni meridionali. La cultivar originaria è in parte sostituita dalla mutazione naturale “Annurca Rossa del Sud”, individuata da Francesco Limongelli dall’allora Istituto Sperimentale per la Frutticoltura del MiPAAF – Sezione di Caserta nel 1979, dalla colorazione più estesa e vivace.

Frutto. È di forma rotonda più o meno compressa ai poli. Il so-vraccolore è appena accennato alla raccolta, almeno nella varie-tà originaria, mentre si estende a ricoprire l’intera superficie della buccia al termine dell’affinamento della maturazione in fruttaio. La polpa è soda, croccante ma poco succosa, con elevato contenu-to in zuccheri e acidi organici e gusto equilibrato.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta si effettua da 10 a 20 gg dopo Golden Delicious. La maturazione richiede un affina-mento in fruttaio. Un tempo le varietà come Annurca erano defini-te “da conservazione”, perché la struttura della polpa le rendeva idonee a una conservazione naturale fino alla tarda primavera.

Percorso qualità. Ha un potenziale produttivo elevato, ma è alter-nante. L’albero è vigoroso; richiede perizia nella potatura, sia per evi-tare l’alternanza, sia per distribuire la fruttificazione equamente su brindilli e lamburde, evitando l’accecamento delle gemme nella par-te basale delle branche. La raccolta va posizionata non a maturazio-ne fisiologica, ma prima della cascola pre-raccolta. La maturazione fisiologica è completata su letti di paglia in melai. Oltre alla diffusione del sovraccolore, considerato come indice di completamento della maturazione, nel post-raccolta si completa la trasformazione del-l’amido e la degradazione enzimatica dei tannini. A quel punto l’este-tica del frutto corrisponde alla pienezza del gusto. La conservazione può poi proseguire in celle refrigerate a temperature elevate (+4 °C) per prolungarne la disponibilità commerciale. Per quanto riguarda il melo, è l’unico caso di IGP riconosciuta ad una singola cultivar, in ragione del prezioso legame con la storia e il territorio di origine.

Foto P. Rega

Foto P. Rega

Foto P. Rega

innovazione varietale

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Ariane*

Origine genetica. Incrocio complesso tra semenzali del program-ma di miglioramento genetico INRA.

Costitutore. INRA, Angers, Francia. Un prodotto francese al 100%: Ariane è una promettente cultivar resistente alla ticchio-latura diffusa dal gruppo SARL Novadi che riunisce 16 vivaisti francesi. Viene per ora prodotta e commercializzata soltanto in Francia sotto il marchio Les Naturianes®.

Frutto. Frutto bicolore di un rosso brillante con lenticelle molto marcate che rendono Ariane facilmente distinguibile dalle altre cultivar bicolori. Il calibro è piccolo, non è quindi adatta alle zone di montagna. Le buone qualità organolettiche e la polpa compat-ta, succosa e croccante sono i suoi punti forti.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura alcuni giorni prima di Golden Delicious. Raccolta a settembre, è presentabile sul mer-cato fino a maggio.

Percorso qualità. L’epoca di fioritura si colloca 3 giorni dopo Golden Delicious. L’albero è vigoroso con portamento eretto, pro-duttivo e poco propenso all’alternanza. È resistente alla ticchio-latura e moderatamente suscettibile all’oidio. Un punto debole è rappresentato dalle difficoltà che si presentano nell’effettuazione del diradamento. Questo è anche uno dei motivi per cui, seppur resistente alla ticchiolatura, questa cultivar ha trovato finora una limitata diffusione nelle aziende a coltivazione biologica. I frutti si presentano molto omogenei sia per calibro sia per forma e sovrac-colore. Sono necessari al massimo due stacchi. Tranne una mode-rata suscettibilità al riscaldo, non si registrano problemi significativi in conservazione.

Sensogramma di Ariane*

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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Gruppo Braeburn

Origine genetica. Lady Hamilton liberamente impollinata (proba-bilmente × Cox Orange).

Luogo di costituzione. Waiwhero, Nelson, Nuova Zelanda 1950.Insieme a Gala, è la seconda varietà di origine neozelandese che si è diffusa in tutto il mondo. In Europa i primi alberi sono stati piantati negli anni ’80. La presenza di materiale infetto da virosi, che compromettevano le performance vegetative e qua-litative, ha però frenato il primo flusso di impianti. Negli anni ’90, la disponibilità di materiale virus-esente ha rilanciato que-sta cultivar che è apprezzata soprattutto sui mercati del Centro e Nord Europa.

Frutto. I frutti sono di pezzatura leggermente inferiore a Golden Delicious, hanno un peso specifico molto elevato. La colorazione dei frutti, non sempre sufficiente, varia da 40 a 80% con una tipolo-gia di colore rosso talvolta brunastro su fondo verde-giallo. La pol-pa è particolarmente compatta con un alto contenuto in zuccheri e acidità.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura una settimana pri-ma di Granny Smith ed è una varietà idonea alla lunga conser-vazione.

Percorso qualità. Mostra una vigoria mediamente debole, un habitus compatto e ben ramificato. La fioritura è medio-precoce, contemporanea a Red Delicious; per questo è utilizzata come buon impollinatore per Red Delicious, Granny Smith, Gala, Gol-den Delicious e Fuji. L’entrata in produzione è precoce e la produttività è regolare; per raggiungere rese elevate sono necessarie alte densità d’impian-to. I frutti sono sensibili alla butteratura amara superficiale, che richiede specifici trattamenti fogliari con sali di calcio. È inoltre piuttosto suscettibile alla ticchiolatura e all’oidio. La filloptosi è molto tardiva, fatto che aumenta il rischio di danni da gelate precoci.

Dalla centrale di condizionamento alla distribuzioneL’atmosfera controllata va attivata solamente 2-3 settimane do-po la raccolta. Per raggiungere le ottimali qualità organolettiche, i frutti di Braeburn devono essere conservati per almeno 2 me-si. La conservabilità è molto buona per un periodo di 7-8 mesi. Occorre evitare che il colore di fondo viri al giallo: frutti troppo maturi perdono consistenza e tendono all’imbrunimento interno e alla farinosità. Se i livelli di CO2 sono elevati, si assiste alla for-mazione di caverne e imbrunimenti della polpa.

Sensogramma di Braeburn

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

403

Evoluzione clonale. Il primo clone virus-esente diffuso in Eu-ropa è stato Braeburn Schneider. Insieme agli altri cloni stan-dard, deve essere raccolto in 3 o più stacchi; la sua colora-zione è insufficiente per le attuali esigenze del mercato. Sono quindi stati introdotti negli ultimi anni mutanti con una migliore colorazione, che nella maggior parte dei casi sono stati sco-perti nella terra di origine di questa cultivar. È opportuno citare Hidala Hillwell®, mutazione gemmaria di Braeburn individuata nell’azienda di Mister Hill in Nuova Zelanda. Presenta un so-vraccolore rosso intenso, diffuso e striato, esteso su oltre il 75% della superficie. La presenza di chimere indica una su-scettibilità a regressioni, che risulta però di entità tollerabile. La polpa è tendenzialmente meno acidula, la finestra di raccolta è più ristretta rispetto al clone standard. Lochbuie Red Braeburn, Braecest Braesun® e Joburn Aurora® colorano tendenzialmen-te meglio di Hidala; il mutante Joburn è più striato, ma tende ad un rosso brunastro. Il clone Mariri Red Aporo® ha una co-lorazione nettamente migliore rispetto ai mutanti sopra citati; l’unica riserva permane nel caso di coltivazione in montagna per il colore eccessivamente scuro, atipico per Braeburn. Con-siderazioni simili valgono per Royal Braeburn, un clone con striature più marcate.Fenwicks Braeburn anticipa la maturazione di 2-3 settimane, ma presenta una colorazione prossima al vecchio standard ed una conservabilità limitata.

Braeburn è una varietà che, in Italia, ha trovato la massima diffusione in Alto AdigeFoto R. Angelini

Braeburn clone Mariri Red Aporo®

ricerca

404

Caudle Cameo®/Camela®

Origine genetica. Semenzale casuale, probabilmente Golden Delicious × Red Delicious.

Costitutore. D. Caudle, Washington State, USA, 1980.Caudle si è dapprima diffusa negli Stati Uniti e successivamente in Francia (Francia settentrionale, Valle della Loira, Alta Valle del Rodano e in altitudine come nell’alta valle della Durance), in In-ghilterra e in Germania nella regione del lago di Costanza. Simile nell’aspetto a una Red Delicious standard, si distingue per le no-tevoli qualità organolettiche e l’ottima shelf life. Diffusa e commer-cializzata sotto forma di club con il marchio Cameo®; in Italia – per ragioni legali – tale marchio è stato sostituito con la denominazio-ne Camela®.

Frutto. È di calibro medio-grosso e forma tronco-conica allungata. In pianura la colorazione è scadente, mentre è più estesa, lumino-sa e attraente negli ambienti montani, dove il sovraccolore rosso intenso può raggiungere valori superiori al 40%, come richiesto dal club. Su un colore di fondo giallo-verde sono presenti nume-rose striature molto marcate. La polpa croccante, molto densa e succosa, insieme al tasso zuccherino molto alto, sono i punti forti di Caudle. Presenta elevato contenuto zuccherino (13-14 °Brix), con acidità medio-elevata alla raccolta.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura 2 settimane dopo Golden Delicious. Raccolte tardive, obbligate per la stentata colo-razione in zone a clima caldo, inducono untuosità dei frutti. Il pe-riodo ottimale di immissione al consumo è invernale e primaverile: croccantezza e succosità della polpa si mantengono inalterate e il rapporto zuccheri/acidità è di ampio gradimento.

Percorso qualità. La fioritura è contemporanea a Gala. L’albe-ro mediamente vigoroso ha un portamento di tipo II-III. L’angolo d’inserzione dei rami è stretto ed è quindi importante aprire i rami legandoli nella fase giovanile. Il vigore è medio-elevato. Il frutto è sensibile a ticchiolatura come Red Delicious, mentre l’albero è poco sensibile all’oidio. La propensione all’alternanza richiede un’attenta regolazione del carico di produzione. I frutti sono sen-sibili alle scottature da sole. Caudle è adatta per la lunga conser-vazione, da sottolineare l’ottima shelf life.

Evoluzione clonale. Il primo materiale introdotto in Europa ha mostrato problemi di regressione del colore. Si è pertanto avviata un’intensa ricerca di mutazioni più colorate e stabili. Il mutante in-glese Cauflight è già stato ufficialmente integrato nel club, mentre sono ancora in fase di valutazione altri cloni, tra cui Caured.

Sensogramma di Camela®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

405

Dalinette Choupette®

Origine genetica. Selezioni INRA X4598 × X3174.

Costitutore. SNC ELARIS e INRA, Francia, 1984.Varietà resistente a ticchiolatura, di recente diffusione. Può es-sere commercializzata con la denominazione varietale (Dalinette) da frutticoltori biologici, o su mercati locali. Il marchio registrato Choupette® è riservato nell’ambito del club.

Frutto. I frutti sono tondeggianti, leggermente compressi ai po-li. Il sovraccolore è rosso vinoso su oltre l’80% dell’epicarpo. La polpa è soda, fine e succosa. La tipologia gustativa è acidula alla raccolta, anche se il contenuto zuccherino è elevato. Al consumo il gusto è equilibrato, il sapore eccellente e l’aroma intenso.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura circa tre settimane dopo Golden Delicious. È disponibile per 8-10 mesi.

Percorso qualità. Ha una produttività elevata e costante. L’albero è di vigore contenuto, con portamento aperto, buona ramificazio-ne. È resistente a ticchiolatura (Vf). Il fabbisogno in interventi tec-nici qualificati è davvero limitato. Una certa attenzione dev’essere riservata alla scelta del momento ottimale di raccolta, per evitare problemi di riscaldo in conservazione.Le prime esperienze indicano una buona conservabilità in sempli-ci celle refrigerate (fino a 5-6 mesi), aspetto interessante per filiere corte biologiche o vendita “in cascina”. In AC si conserva 8-10 mesi, con l’avvertenza di non anticipare la raccolta per evitare problemi di riscaldo.

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406

Coop 39 Crimson Crisp®

Origine genetica. PCFW2-134 (selezione del Progetto New Jer-sey; tra i genitori utilizzati nei backcross figurano Rome Beauty, Melba, Golden Delicious e Edgewood) × PRI 669-205 (tra i genito-ri: Rome Beauty, Golden Delicious, Cranadall), selezionata come Coop 39 nel 1979.

Costitutore. J. Janick, J.C. Goffreda, S.S. Korban, Progetto PRI, 2006.Cultivar resistente a ticchiolatura ottenuta nell’ambito del Pro-getto PRI (acronimo delle Università americane Purdue, Rut-gers, Illinois). Le notevoli caratteristiche qualitative, di pari livello rispetto alle cultivar standard, hanno indotto a effettuare impianti commerciali pilota in Piemonte e in Francia. I riscontri positivi ne fanno intravvedere una diffusione almeno nell’ambito della melicoltura biologica.

Frutto. L’aspetto si presta a una buona riconoscibilità: la forma è sferica, simmetrica, la buccia liscia con sovraccolore rosso lumi-noso appariscente. La polpa è fine, soda, croccante e succosa. Il sapore è equilibrato; l’aroma intenso. Il profilo gustativo è nel complesso notevole.

Raccolta e presenza sul mercato. Si raccoglie poco prima (4 giorni) di Golden Delicious. Finora è stata commercializzata con successo dalla raccolta fino a tutto aprile.

Percorso qualità. Ha una produttività medio-elevata, poco sog-getta all’alternanza. L’albero è di medio vigore, con habitus pro-duttivo di tipo III, tendente con gli anni al IV. La fruttificazione è ben distribuita. La fogliazione rada favorisce la permeabilità alla luce. È resistente a ticchiolatura (Vf) e poco sensibile all’oidio. Il carattere che desta maggior interesse è l’allegagione di uno – due frutti per corimbo, che consente di ridurre drasticamente il fabbisogno in diradamento dei frutticini. Mettendo insieme l’ha-bitus produttivo, la resistenza a importanti avversità e la facilità dell’allegagione mono-corimbo si ottiene una cultivar di agevole gestione agronomica.Le prime esperienze evidenziano un buon potenziale di conserva-zione, sia nel mantenimento del livello qualitativo, con particola-re riferimento alla consistenza e al gusto, sia nella tolleranza alle principali fisiopatie.

Sensogramma di Coop 39 Crimson Crisp®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

407

Gruppo Elstar

Origine genetica. Ingrid Marie × Golden Delicious.

Costitutore. CPRO Wageningen, Olanda, 1955.Insieme a Jonagold è tuttora la cultivar principale coltivata in Nord Europa. In altre aree melicole del mondo a clima caldo non si è mai diffusa in modo altrettanto significativo.

Frutto. Presenta un frutto di pezzatura inferiore a Golden Deli-cious, più appiattito, con colorazione di fondo giallo e sovracco-lore rosso vivo su un terzo della superficie. I frutti ombreggiati hanno problemi di colorazione. La polpa non é molto soda. Con temperature molto elevate prima della maturazione, la consisten-za lascia a desiderare. Il gusto è ottimo, presenta elevate concen-trazioni di zuccheri e acidi; il sapore è tendenzialmente acidulo.

Raccolta e presenza sul mercato. Il frutto matura 7 giorni dopo Gala, la raccolta è da eseguire in più stacchi per la scalarità di maturazione e colorazione.

Percorso qualità. L’albero è vigoroso e ben ramificato, sensi-bile all’oidio e ai freddi invernali a causa della tardiva matura-zione del legno. Le potature estive possono aumentare i danni da scottature solari. L’aspetto critico è l’estrema tendenza al-l’alternanza, complicata dal fatto che il diradamento chimico dà risultati aleatori.A causa della limitata conservabilità, il periodo di commercializza-zione non dovrebbe protrarsi oltre 7 mesi dalla raccolta.

Evoluzione clonale. Anche per questa varietà bicolore sono stati individuati negli anni numerose mutazioni naturali. In generale, la diffusione di cloni a colorazione più intensa comporta il rischio di raccogliere frutti che fisiologicamente non sono ancora maturi. Inoltre alcuni cloni mostrano un colore di tonalità troppo scura, atipica per la varietà, oppure presentano buccia rugosa. Red El-star è un mutante dal comportamento vegetativo identico a Elstar, colorazione dei frutti più intensa, striature ben marcate ed elevata presenza di frutti chimerici, indice di instabilità genetica. Elshoff è invece un mutante senza striature, colore diffuso uniformemen-te, un po’ atipico per Elstar. Elanared, individuata in Alto Adige, presenta colorazione rosso viva con striatura appena visibile sul 60-90% della superficie.

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408

Gruppo Fuji

Origine genetica. Ralls’s Janet × Red Delicious.

Costitutore. National Fruit Research Station, Morioka, Giappone 1939.Fino agli anni ’70 è rimasta “dormiente” nello stesso Giappone, quando è stata riscoperta per la rispondenza ai sofisticati gusti dell’Estremo Oriente, dove anche la vitrescenza della polpa è con-siderata un pregio. Nei micro-frutteti giapponesi, l’applicazione di accurate tecniche artigianali (diradamento manuale, insacchetta-mento dei singoli frutti) consente di ottenere frutti di aspetto attra-ente. Le qualità della polpa unite a un elevato potenziale di con-servazione hanno in seguito destato interesse a livello mondiale: Brasile, USA, Nuova Zelanda. In Europa si è diffusa a metà degli anni ’90. È diventata una varietà di riferimento per la melicoltura di pianura e per l’epoca di maturazione tardiva.

Frutto. È una cultivar bicolore finora rimasta tale; il sovraccolore rosso chiaro con riflessi violacei può essere striato o sfumato. La forma è cilindrica, più o meno compressa. L’aspetto è nell’insieme “povero”, ma proprio a questo deve la immediata riconoscibilità che la collega alle particolari qualità gustative: croccantezza e succosità, sapore marcatamente dolce (14-16 °Brix), aroma de-licato. Il punto critico per la qualità è rappresentato dall’ampia di-stribuzione dei valori del tenore zuccherino: una percentuale sep-pur minima di frutti non raggiunge la soglia di gradimento (11 °Brix). Privi di un contenuto zuccherino adeguato questi frutti sono del tutto insapori. Lo sconcerto del consumatore è accen-Fuji è diventata una varietà di riferimento

per la melicoltura di pianura: azienda “Le Gallare” di Ferrara Foto R. Angelini

Fuji clone Raku Raku

innovazione varietale

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tuato dall’impossibilità di riconoscerli. Per questo è urgente l’ap-plicazione in linea di metodi di analisi non distruttivi.

Raccolta e presenza sul mercato. La maturazione è tardiva: 18-22 giorni dopo Golden Delicious; negli ambienti dell’Italia set-tentrionale la raccolta si posiziona tra la prima e la seconda deca-de di ottobre. È presente sul mercato dalla raccolta fino all’inizio dell’estate successiva.

Percorso qualità. Ha un elevato potenziale produttivo (55 t/ha). La criticità è rappresentata dall’alternanza di produzione, contenibile a stento anche con l’adozione di specifiche tecniche di diradamen-to. Il portamento dell’albero (acrotono e vigoroso, fruttificazione mal distribuita su brindilli e lamburde) non ne facilita la gestione. La qualità organolettica ne risente, sia negli anni di eccessivo carico (riduzione del tenore zuccherino), sia negli anni di scarica associati a fisiopatie (butteratura amara, imbrunimenti interni). È soggetta a “colpi di sole” e, particolarmente in altitudine, ad imbrunimenti del colore causati dalla combinazione di irradiazione/temperature elevate. Il test dell’amido non è affidabile per individuare il mo-mento ottimale di raccolta. Occorre piuttosto monitorare la disce-sa dell’acidità titolabile e della consistenza della polpa. La raccolta va collocata in corrispondenza di una consistenza di 6,5-7,5 kg ed un’acidità di circa 4 meq/100 ml. La maturazione non è concen-trata; per raccogliere frutti allo stadio ottimale di qualità occorre effettuare almeno 2 stacchi su alberi adulti.La polpa è sensibile alla vitrescenza, apprezzata in Giappone (la porzione centrale di polpa vitrescente è gustata come una gelatina di frutta particolarmente dolce), mentre è considerata un difetto nel resto del mondo. Con una corretta gestione delle condizioni di conservazione, la vitrescenza si riassorbe quasi del tutto. La polpa mantiene consistenza elevata fino ad 8 mesi, mentre il problema è dato dalla riduzione eccessiva (< 3,5 meq/100 ml) dell’acidità; ve-nendo meno il già modesto contrasto, la polpa assume un sapore caramelloso che compromette il gradimento.

Evoluzione clonale. Dalla cultivar iniziale (è ancora in vita a Mo-rioka l’ormai settantenne semenzale originario!) sono stati selezio-nati in Giappone decine di cloni per una colorazione più intensa e brillante. Alcuni si differenziano anche per l’anticipo di maturazio-ne (September Wonder Fiero®, Auvil Fuji, Yataka, Heisei Fuji Beni Shogun®). La pur intensa selezione clonale non ha prodotto finora un’evoluzione dell’aspetto pari a quanto accaduto nei casi di Gala, Red Delicious e Braeburn. Nell’ambito della tipologia striata, i cloni di riferimento sono oggi Raku Raku e Fubrax, quest’ultimo com-mercializzabile attraverso il club Kiku®. Tra i cloni di colorazione uniforme si differenzia nettamente Aztec Zhen® che raggiunge una colorazione relativamente intensa anche in pianura.

Fuji clone Aztec Zhen®

Fuji clone Raku Raku

Fuji clone Aztec Zhen®

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Gruppo Gala

Origine genetica. Kidds Orange Red (Cox’s Orange Pippin × Red Delicious) × Golden Delicious.

Costitutore. J.H. Kidds, Nuova Zelanda, 1939.La varietà Gala domina il mercato mondiale all’interno delle va-rietà estive. L’immissione sul mercato avviene dal momento della raccolta fino ai sei mesi successivi: in definitiva è disponibile sul mercato da agosto a febbraio. L’interesse per il gruppo varietale ha fatto nascere una complementarietà tra i due emisferi, che as-sicurano una presenza continua al punto vendita.

Frutto. La presentazione è tipica nella forma, tronco-conica; la colorazione è evoluta rispetto alla varietà originale, passando per cloni bicolori, fino ad arrivare ai cloni quasi-monocolore rossi attualmente diffusi. In ogni caso risulta facilmente identi-ficabile agli occhi dei consumatori, che ne associano l’aspetto alle caratteristiche gustative. La polpa è soda, di tessitura fine, croccante e succosa. Il sapore è dolce, delicatamente aroma-tico.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta si posiziona 15 -25 giorni prima di Golden Delicious; negli ambienti dell’Italia set-tentrionale tra la prima decade di agosto e la prima di settembre. La raccolta è scalare: su alberi adulti sono necessari 3 stacchi.

Percorso qualità. Ha un elevato potenziale produttivo (60 t/ha), con scarsa propensione all’alternanza. La qualità dipende in lar-ga misura dal controllo del carico produttivo, attraverso l’effica-ce diradamento dei frutticini. L’albero ha vigore medio-elevato, portamento aperto di tipo III, buon rivestimento: gli interventi di potatura sono alla portata di una manodopera sufficientemente addestrata.Per i programmi di protezione fitosanitaria, occorre tener conto della sensibilità a ticchiolatura, più elevata di Golden Delicious. È inoltre soggetta ai cancri da nectria e al colpo di fuoco bat-terico.È sensibile ai colpi di sole che ne danneggiano l’aspetto; le reti antigrandine nere oggi utilizzabili per i cloni più intensamente co-lorati riducono l’impatto della fisiopatia.L’impiego di 1MCP ha mostrato effetti positivi non tanto sul pro-lungamento della conservazione, quanto sulla qualità del prodot-to in uscita dalle celle (in particolare brillantezza del colore e con-sistenza della polpa) e sulla shelf life. La programmazione della durata della conservazione va effettuata in ragione della qualità del prodotto in entrata. Un’umidità troppo alta in conservazione può indurre a spaccature.

Gala Schniga è un mutante di Royal Gala

Foto R. Angelini

innovazione varietale

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Evoluzione clonale. La diffusione del gruppo Gala è iniziata con la disponibilità delle mutazioni naturali Tenroy Royal Gala® e Mitchgla Mondial Gala® nella seconda metà degli anni ’80. Si trattava di cloni con sovraccolore striato tipicamente bicolori. Un punto di svolta per la qualità estetica è stata la diffusione di Galaxy e Obrogala Delbard® Gala. Oggi l’assetto clonale è prevalentemente basato su Baigent Brookfield®, che presenta striature ampie e marcate, e Sim-mons Buckeye® con colorazione prevalentemente uniforme. In entrambi i casi l’estensione del sovraccolore supera il 90% della superficie della buccia, trasformando nei fatti la presen-tazione di Gala da una bicolore ad una rossa. L’evoluzione è tuttora in corso: presso le aziende sperimentali si stanno valutando nuove mutazioni, sia per una colorazione più luminosa rispetto a quella di Baigent Brookfield®, sia per un’ulteriore estensione del sovraccolore. Le mutazioni naturali finora reperite hanno riguardato il colore, senza incidere in alcun modo sulle caratteristiche qualitative o sul calibro dei frutti. La recente Dalitoga è invece la prima che presenta un anticipo di maturazione di 10-15 giorni; sfortunatamente colorazione e qualità gustativa inferiori ai cloni attualmente diffusi non ne lasciano intravvedere un’ampia diffusione. Il fenomeno dell’in-stabilità genetica è tendenzialmente più accentuato nei cloni striati.

Le reti antigrandine nere consentono di ridurre l’impatto del colpo di sole, fisiopatia a cui sono fortemente soggetti i cloni di Gala più intensamente colorati, FerraraFoto R. Angelini

Gala clone Simmons Buckeye®

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Gold Pink Gold Chief®

Origine genetica. Starkrimson × Golden Delicious.

Costitutore. S. Sansavini, CMVF – DCA, Università di Bologna, Italia, 1981.È la più interessante varietà recentemente ottenuta dal breeding pubblico italiano. I primi impianti, realizzati a partire dal 2002, han-no destato interesse per la qualità espressa in ambienti montani, in particolare Trentino e Valtellina, dove l’aspetto insieme attraen-te e innovativo connota una gradevole tipologia gustativa medi-terranea: polpa soda e succosa, dal gusto dolce. Forma e colore delle mele sono unici e rendono la varietà facilmente riconoscibile e diversa dalle mele Golden simili.

Frutto. La forma tronco-conica è caratterizzata dall’accentuato rapporto altezza/larghezza, dalla sezione trasversale costoluta e da umboni pronunciati, tipici delle Red Delicious. Il colore è più vicino a Golden Delicious, con fondo verde chiaro, giallo a maturazione. La mela è bicolore con estesa sfaccettatura rosa-arancio sul 20-30% della superficie, esente da rugginosità. In ambienti e annate favorevoli l’arrossamento può superare il 40%. La polpa è compatta e succosa, dal gusto gradevole e sapore dolce-acidulo-aromatico, non inferiore a Golden Delicious.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta si posiziona intor-no a 12-15 giorni dopo Golden Delicious. Si conserva bene in AC; il periodo ottimale per l’immissione sul mercato è di 6 mesi se di produzione montana (in pianura solo 4 mesi).

Percorso qualità. L’albero è di medio vigore, di tipo semi-spur con moderata basitonia e portamento aperto. La fruttificazione è ben distribuita, il fabbisogno in diradamento contenuto. Nel complesso è una cultivar user friendly. La produt-tività è elevata e soprattutto costante. La rada densità del fogliame rende la chioma permeabile alla luce, a tutto vantaggio della colorazione dei frutti, peraltro non sensibili ai colpi di sole. La lenta evoluzione della maturazione determina un’ampia fine-stra di raccolta.Possiede un buon potenziale di conservazione nel medio perio-do. Non è sensibile a particolari fisiopatie del post-raccolta. Se la conservazione non è protratta oltre il periodo indicato, la shelf life consente di mantenere a lungo buone caratteristiche organo-lettiche. La mela non raggrinzisce, grazie ad una leggera cerosità della buccia, dopo conservazione.

Sensogramma di Gold Pink Gold Chief®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

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Coop 38* Gold Rush

Origine genetica. Coop 17 × Golden Delicious.

Costitutore. Programma cooperativo di breeding PRI tra Purdue University, Rutgers University e University of Illinois, USA, 1972.GoldRush è una delle cultivar più interessanti ottenute dallo sto-rico programma di miglioramento genetico iniziato nel lontano 1945 negli Stati Uniti. Tale iniziativa ha perseguito l’obiettivo di combinare la resistenza alla ticchiolatura, derivata da Malus flo-ribunda 821, con le caratteristiche merceologiche di varietà di pregio, per dar vita a nuove cultivar che uniscano resistenza a ticchiolatura ed eccellenza qualitativa. La qualità pomologica è stata raggiunta solo in parte e per poche selezioni; in ogni caso il programma ha avuto il merito di mettere a disposizione i materiali genetici che costituiscono la base di tutti gli attuali programmi di miglioramento genetico.

Frutto. Presenta un aspetto simile a Golden Delicious, con la par-ticolarità delle lenticelle evidenti e rugginose. La forma è regolare, la pezzatura mediamente inferiore a Golden Delicious. La polpa è molto compatta, croccante, succosa, con profilo gu-stativo prevalentemente acidulo nel periodo invernale, in equilibrio con l’elevato tenore zuccherino nel periodo primaverile, quando il sapore acquista corpo e si arricchisce di aromi.

Raccolta e presenza sul mercato. La maturazione è molto tardi-va, concentrata in un solo stacco, da effettuarsi 30-35 giorni dopo Golden Delicious. Un problema per la determinazione dell’epoca di raccolta è il viraggio del colore dal verde chiaro al giallo oro, che impreziosisce l’aspetto del frutto. Tale viraggio non avviene tutti gli anni di pari passo con l’evoluzione della maturazione della polpa, monitorata con i test dell’amido e della durezza.

Percorso qualità. L’epoca di fioritura è medio-precoce. L’albero è di scarso vigore; la vegetazione è rada e le foglie sono piccole. Presenta comunque un buon rivestimento di rami. La fruttificazione è simile a Golden Delicious, distribuita prevalen-temente su brindilli. La produttività è elevata, in alcuni casi si può verificare alternanza di produzione. Non è soggetta a cascola pre-raccolta. La cultivar è resistente alla ticchiolatura e sensibile all’oidio. Quan-do si alternano periodi umidi a giornate secche i frutti tendono a screpolarsi nella zona calicina.Mantiene le ottime caratteristiche gustative anche per un periodo di conservazione prolungato.

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Golden Delicious

Origine genetica. Semenzale di origine casuale.

Costitutore. H.A. Mullins, West Virginia (USA), 1890.Golden Delicious è l’unica rappresentante di rilievo della tipologia di mele a buccia gialla; a oggi non ci sono in tale segmento cul-tivar di interesse, né se ne intravedono tra quelle in sperimenta-zione. Nel primo dopoguerra la nuova varietà americana stentò a diffondersi in Europa per l’elevata rugginosità causata dagli agro-farmaci allora in uso. Grazie alle successive strategie di difesa meno aggressive, ha conosciuto crescente diffusione. La superfi-cie coltivata è in declino da parecchi anni, ma si sta stabilizzando nelle aree più vocate, ovvero quelle collinari e di montagna.

Frutto. Il colore è giallo intenso, con lenticelle pronunciate. Gior-nate soleggiate e intense escursioni termiche tra giorno e notte prima della raccolta favoriscono lo sviluppo di una sfaccettatura rosa molto apprezzata. È sensibile alla rugginosità e alle ammac-cature. La polpa è croccante e succosa, il gusto tendenzialmente dolce.

Raccolta e presenza sul mercato. Negli ambienti pedemontani italiani la raccolta inizia da metà settembre; la naturale serbevo-lezza ne consente una disponibilità commerciale fino alla tarda estate.

Percorso qualità. I fiori sono abbastanza resistenti alle gela-te. Molto suscettibile alla ticchiolatura, si dimostra invece poco sensibile all’oidio. La pianta è di medio vigore, ha un portamento espanso e ben ramificato ed è sensibile alla filloptosi. La resa per

Sensogramma di Golden Delicious

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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Leratess Pink Gold®

innovazione varietale

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unità di superficie la pone ai vertici della classifica delle cultivar più produttive.I frutti sono conservabili fino a 10 mesi. Frutti provenienti da zone calde perdono più rapidamente consistenza.

Evoluzione clonale. La selezione clonale ha perseguito l’obiet-tivo della riduzione della rugginosità e l’aumento della sfaccet-tatura. Golden Delicious clone B è meno rugginoso rispetto al clone standard, ha una maggiore vigoria, un colore di fondo gial-lo, lenticelle marcate; sviluppa la sfaccettatura solo in condizioni favorevoli. Nel fondovalle invece la qualità dei frutti del clone B è compromessa dalla sensibilità alla rugginosità e da una minore consistenza della polpa. La coltivazione di mutanti a buccia non rugginosa aumenta la percentuale di frutti di categoria superiore. Per questo Golden Smoothee e Golden Reinders hanno permes-so di ottenere Golden Delicious poco rugginose anche negli am-bienti di fondovalle. Golden Reinders® è un clone olandese con caratteristiche agronomiche non dissimili da quelle di clone B, ma è nettamente meno sensibile alla rugginosità e presenta un co-lore di fondo più verde, maturazione più rapida con rapido calo dei valori penetrometrici e finestra di raccolta più stretta. Golden Delicious Smoothee® è leggermente meno produttiva ma più tol-lerante alla rugginosità rispetto al B. La francese Golden Leratess Pink Gold® è mediamente soggetta alla rugginosità e tende ad un colore di fondo giallo. Offre il vantaggio di un’alta percentuale di frutti sfaccettati in rosso, che però possono imbrunire in annate sfavorevoli. Considerazioni simili valgono anche per il clone alto-atesino 1400 KE Goldrosio®.

Golden Smoothe

Golden Delicious ha trovato la migliore vocazione nelle aree collinari e di montagna, come la Val Venosta (BZ)Foto R. Angelini

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Granny Smith

Origine genetica. Semenzale casuale.

Costitutore. M.A. Smith, New South Wales, Australia, 1868.Granny Smith è probabilmente una delle varietà commerciali più distinguibili per la singolare colorazione verde. Il sapore acidulo e il basso contenuto in zuccheri hanno con-tribuito alla sua immagine di mela dietetica. È coltivata nelle zone calde dell’emisfero meridionale e in Sud Europa.

Frutto. È di grosso calibro, a forma sferoidale con colorazione della buccia verde intensa. L’esposizione al sole può causare scottature, mentre elevate differenze di temperatura tra giorno e notte possono indurre sfaccettature rosate non gradite. La buccia è spessa, la polpa dura, succosa e molto acidula.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura circa 3 settimane dopo Golden Delicious. I mercati richiedono frutti verdi con un colore di fondo possi-bilmente non ingiallito, di conseguenza si rischia di raccogliere troppo precocemente con lo svantaggio di commercializzare frutti fisiologicamente immaturi o di immagazzinare merce più soggetta al riscaldo.

Percorso qualità. L’albero mostra una vigoria da media a for-te, con un tipico habitus assurgente. L’entrata in produzione è relativamente lenta, ma negli anni la produzione si assesta su un livello molto elevato e costante.La conservabilità in termini di parametri fisico-chimici è buo-na, la shelf life ottima. Granny Smith è particolarmente sensibile al riscaldo. Tale fe-nomeno può essere ridotto con l’impiego di 1MCP o con l’ap-plicazione della DCA (Dynamically Controlled Atmosphere). Il regime di CO2 va tenuto comunque il più basso possibile. Frutti raccolti a un valore di amido superiore a 6 non sono con-servabili a lungo termine per un ingiallimento troppo marcato del frutto in cella frigorifera.

Evoluzione clonale. Il clone francese Dalivair Challenger® ha un comportamento molto simile al clone standard. Si differenzia unicamente per le lenticelle più marcate.

Foto R. Angelini

innovazione varietale

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Scifresh Jazz®

Origine genetica. Braeburn × Gala Tenroy.

Costitutore. A. White, HortResearch Havelock North, Nuova Ze-landa, 1984.Dopo il successo di Gala e Braeburn, la Nuova Zelanda pre-senta un nuovo prodotto al mondo melicolo: la cultivar Jazz®. A differenza dei suoi parentali, viene gestita sotto forma di un club molto restrittivo, che prevede un unico operatore com-merciale, l’ENZA. Finora la strategia di limitare fortemente le superfici coltivate (circa 2000 ha messi a dimora prevalentemente in Nuova Ze-landa, USA, Australia e Francia) ha garantito ai produttori un risultato economico molto interessante.

Frutto. Ha un aspetto simile a Braeburn, con forma legger-mente allungata. I frutti sono mediamente più piccoli di Gala, uno svantaggio limitato ai mercati che richiedono frutti di pezzatura grossa. Non sono mai stati riscontrati problemi di rugginosità. La pol-pa è molto compatta, succosa e croccante. Jazz® ha un contenuto di zuccheri e acidi molto elevato ed equilibrato, accompagnato da un’aromaticità molto gradita dal consumatore.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura circa 10 giorni do-po Golden Delicious; la colorazione scalare fa sì che siano necessari almeno 3 stacchi in piena produzione, per garantire un prodotto omogeneo con il minimo del 40% di colore di co-pertura richiesto dalle direttive del club.

Percorso qualità. Non è una cultivar di facile gestione. Si no-ta una certa tendenza al blind wood e in alcuni casi a necrosi fogliari, le cui cause sono tuttora sconosciute. La produttività è nettamente inferiore a Gala. È indispensabile l’utilizzo di prodotti a base di calcio per pre-venire la comparsa della butteratura amara.La compattezza del frutto si mantiene per lunghissimi tempi ed è pertanto presentabile sul mercato per 10 mesi e oltre. Gli stacchi tardivi sono molto suscettibili a danni da freddo (soft scald): si raccomanda di ridurre scalarmente la tempera-tura in atmosfera controllata.

Sensogramma di Scifresh Jazz®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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ricerca

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Gruppo Jonagold

Origine genetica. Golden Delicious × Jonathan.

Costitutore. New York State Agricultural Experiment Station Ge-neva, USA, 1953.Questa varietà americana ha avuto maggiore successo in Europa e Giappone rispetto al Paese d’origine. Le superfici coltivate sono oggi in declino e si concentrano soprattutto nel Nord Europa.

Frutto. Il frutto è di grosso calibro, addirittura eccessivo in zone climatiche calde, presenta forma globosa, colore di fondo verde giallo con colore di copertura rosso vivo sul 30-60% della super-ficie. La polpa è morbida, croccante e succosa, dal gusto ben equili-brato e aromatico.

Raccolta e presenza sul mercato. Si raccoglie circa 10 giorni prima di Golden Delicious, può essere conservata anche fino a otto mesi.

Percorso qualità. È una cultivar triploide ad elevata vigoria con forte ramificazione laterale, rapida messa a frutto. La produttività è elevata ma alternante. È molto sensibile a oidio e butteratura amara.La conservabilità è generalmente buona. Frutti ottenuti in ambienti caldi, non vocati alla varietà, sono però suscettibili a imbrunimenti interni e untuosità dell’epicarpo, due ragioni fra le tante per cui Jonagold è stata presa in scarsa con-siderazione in Italia. I frutti raccolti nella parte ombreggiata della chioma sono sensibili alle ammaccature. In generale i frutti sono caratterizzati da una breve shelf life.

Evoluzione clonale. Anche nel caso di Jonagold sembra più op-portuno parlare di un gruppo policlonale, considerato il numero elevato di mutazioni selezionate. Ci si limita a presentare quelle che attualmente rivestono una certa importanza. Novajo, una mutazione gemmaria di Jonagold standard, presenta un’estensione del sovraccolore molto più elevata dello standard (65%), colore chiaro uniforme e lenticelle poco marcate. Jonagored, con una colorazione rosso scura, striata e con len-ticelle marcate, ha invece una colorazione che si estende sul 70-100% della superficie. Infine Red Jonaprince Red Prince® dà frutti di un rosso slavato su oltre il 90% della superficie.

Morren‘s Jonagored®

Jonagold

innovazione varietale

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Milwa Junami®/Diwa®

Origine genetica. (Idared × Maigold) × Elstar.

Costitutore. Markus Kellerhals, Agroscope Wädenswil, Svizzera, 1982.Milwa è una varietà svizzera che in Olanda viene gestita all’interno del club Junami®. Negli ultimi anni sono state messe a dimora su-perfici significative. In Nord Europa è considerata una delle cultivar in grado di occupare gli spazi di mercato lasciati liberi dalle crisi di mercato di Jonagold ed Elstar, ritenute da più parti imminenti. In Svizzera il marchio commerciale registrato è invece Diwa®.

Frutto. Il calibro è leggermente inferiore a quello di Gala. La co-lorazione di copertura, che si manifesta precocemente, è rosso brillante. La colorazione di fondo, verde gialla, determina un con-trasto cromatico particolarmente attraente. Le lenticelle sono nu-merose, chiare e di dimensioni ridotte. La forma del frutto è da arrotondata a mediamente arrotondata. Tipica è la presenza di una rugginosità stellata nella cavità peduncolare e il picciolo par-ticolarmente corto. Il frutto è dolce e molto saporito.

Raccolta e presenza sul mercato. Lo stacco principale si effet-tua 7-10 giorni prima di Golden Delicious. La finestra di raccolta è superiore a 14 giorni. Alla raccolta la compattezza della polpa risulta superiore a 7,5 kg/cm2, il valore di acidità è di 6 g/l e il gra-do zuccherino si avvicina ai 13 °Brix.

Percorso qualità. La fioritura ha inizio pochi giorni dopo quella di Golden Delicious. La costruzione e il mantenimento dell’architettura della pianta sui rami leggermente pendenti risultano di facile attua-zione, la vigoria è medio-elevata. Il grado di sensibilità nei confronti della ticchiolatura è medio, alta invece la suscettibilità all’oidio. Il diradamento chimico ha un’importanza fondamentale per la varie-tà, dal momento che il diradamento manuale è reso difficoltoso dal picciolo corto.I frutti sono soggetti a una notevole perdita di compattezza del-la polpa durante il periodo di conservazione e di shelf life. Nel caso di mele raccolte precocemente e conservate in atmosfera controllata, invece, il mantenimento della consistenza del frutto è risultato ottimale. Nonostante in quel preciso momento il valore rifrattometrico sia basso, il contenuto zuccherino delle mele rac-colte precocemente raggiunge, in fase di conservazione, un valore fino a 15 °Brix, che caratterizza la frutta raccolta più tardivamen-te. Un’ulteriore peculiarità di Milwa è rappresentata da un elevato contenuto in acidità, che facilita, anche in post-conservazione, il mantenimento di un buon rapporto zuccheri/acidi.

Sensogramma di Milwa Junami®/Diwa®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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ricerca

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Nicoter Kanzi®

Origine genetica. Gala Must × Braeburn Hillwell.

Costitutore. J. Nicolai, Belgio, 1992.Varietà club di recente introduzione, i primi impianti commerciali sono stati messi a dimora dal 2002 in poi, soprattutto in Olanda, Regno Unito, Germania, Belgio e Alto Adige.

Frutto. È una varietà bicolore con forma sferico-conica e con buccia liscia. La polpa è soda, ad alto peso specifico, molto croc-cante e succosa. Il sapore è leggermente acidulo.

Raccolta e presenza sul mercato. Il primo stacco si effettua in-torno all’epoca di Golden Delicious. Per i problemi di colorazione questa cultivar non risulta idonea alle zone calde di pianura. La buona conservabilità permette un periodo di commercializza-zione fino ai 10 mesi.

Percorso qualità. Ha una produttività elevata e costante, simile a Golden Delicious. L’albero presenta habitus vegetativo aperto con tendenza al procombente, vigore medio e buon rivestimento, anche se si nota una certa tendenza al blind wood. È sensibile alla carenza di magnesio, cui occorre ovviare con un programma mirato di apporti per via fogliare. Nel Nord Europa infezioni di Phytophthora spp. sugli alberi rap-presentano un notevole problema.Le prime esperienze mostrano che la varietà possiede un valido potenziale per la conservazione sul lungo periodo. Sembra che soprattutto la compattezza del frutto si mantenga molto bene.

Sensogramma di Nicoter Kanzi®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

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La Flamboyante Mairac®

Origine genetica. Gala × Maigold.

Costitutore. Charly Rapillard, presso il Centre des Fougères, Agroscope Changins, Svizzera, 1986. È stata oggetto di una prima diffusione nel Paese di origine nell’or-dine di alcune decine di ettari. Impianti di prova sono presenti dal 2003 nelle più importanti aree melicole europee. Desta interesse la capacità di mantenere a lungo un eccellente profilo gustativo.

Frutto. La presentazione è attraente, anche se non particolar-mente distinguibile nell’attuale panorama di bicolori. Il sovracco-lore (60%) è rosso aranciato luminoso; la forma è sferica. La polpa è molto soda, croccante e succosa. L’elevata acidità alla raccolta favorisce il mantenimento di un buon equilibrio dolce/acidulo an-che dopo conservazione prolungata e shelf life. Il punto critico è la sensibilità a vitrescenza, che in annate sfavorevoli e in zone calde è visibile addirittura dall’esterno.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura insieme a Golden De-licious. Richiede un periodo di affinamento: l’immissione in com-mercio inizia a gennaio e si può protrarre fino alla piena estate.

Percorso qualità. Presenta un buon livello produttivo, anche se inferiore a Gala ed è leggermente soggetta ad alternanza. L’habi-tus vegetativo è aperto, con buon rivestimento; la fruttificazione è ben distribuita. Nel complesso è di agevole gestione. Tra i punti critici, la sensibilità ai colpi di sole. L’adozione di procedure stan-dard lungo il post-raccolta ha confermato un’eccellente conserva-bilità per periodi prolungati, seguiti dal mantenimento di eccellente qualità della polpa (compattezza, croccantezza, lenta riduzione dell’acidità) e della colorazione anche in shelf life.

Sensogramma di La Flamboyante Mairac®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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Modì® CIVG198

Origine genetica. Gala × Liberty.

Costitutore. CIV – Consorzio Italiano Vivaisti, Ferrara, Italia.Varietà club di recente introduzione, i primi impianti commerciali sono stati messi a dimora a partire dal 2006, in Emilia-Romagna.

Frutto. È di aspetto attraente e facilmente riconoscibile. Presenta forma tronco-conico, allungata, simmetrica e regolare; sovracco-lore rosso intenso, luminoso sulla quasi totalità della superficie della buccia. La polpa è molto consistente, croccante e succosa, con sapore dolce-acidulo equilibrato.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura 4-6 giorni prima di Golden Delicious. È dotata di un’eccellente conservabilità e shelf life, tanto da essere commercializzata nell’arco di 10 mesi.

Percorso qualità. Ha una produttività elevata e costante. L’al-bero è di portamento aperto, buona ramificazione, di vigore con-tenuto, facile da gestire. È resistente a ticchiolatura (Vf) e poco sensibile all’oidio. La colorazione è estesa anche in ambienti di pianura, dove anzi appare più luminosa e attraente. La matura-zione è concentrata; la raccolta può essere effettuata in uno o due stacchi.Ha dimostrato un notevole potenziale di conservazione, mante-nendo un’elevata consistenza e un’eccellente struttura della pol-pa. Notevole la shelf life, anche dopo un periodo prolungato di frigoconservazione.

Sensogramma di Modì® CIVG198

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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Foto R. Angelini

innovazione varietale

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Morgenduft (Imperatore)

Origine genetica. Mutazione di Rome Beauty.

Costitutore. H.N. Gilet, Ohio (USA), 1816.Questa cultivar molto produttiva ha vissuto i suoi momenti di glo-ria negli anni ’70 e si è poi ridimensionata a una varietà di nicchia, con ottima attitudine alla trasformazione industriale.

Frutto. Il frutto, con colorazione da rossa non intensa a rosso scura su tutta la superficie, è striato. La forma varia da arrotondata ad appiattita, presenta dimensioni da medie a grandi. Il frutto ha una polpa fondente con aroma dolce-acidulo. Complessivamente le caratteristiche gustative sono mediocri.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta si colloca 25 gior-ni dopo Golden Delicious. La stagione di immissione sul mercato arriva fino a giugno.

Percorso qualità. L’albero è mediamente vigoroso con porta-mento espanso. La produttività è elevata e regolare. È partico-larmente sensibile a ticchiolatura. In generale la conservabilità è buona, anche se il frutto tende a sfarinare. Da segnalare una forte sensibilità al riscaldo.

Evoluzione clonale. Morgenduft Dallago è una mutazione con frutti di colorazione rosso scura estesa sull’intera superficie, parzialmente striati e con lenticelle marcate. Questo clone tende alla regressione colorimetrica. È possibile anticipare la raccolta di 5 giorni, la finestra di raccolta è però più ristretta di quella di Morgenduft, i frutti sono meno compatti e la serbevolezza è inferiore.

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Cripps Pink/Rosy Glow Pink Lady®

Origine genetica. Lady Williams (Granny Smith × Rokewood) × Golden Delicious.

Costitutore. John E.L. Cripps, Stoneville Department of Agri-culture, Western Australia, 1973. È stato il primo caso di club di filiera che ha ottenuto pieno successo. L’Associazione Pink Lady® Europa gestisce la cul-tivar in esclusiva. Le decisioni sono assunte da tre collegi che rappresentano equamente la filiera: editore-vivaista, frutticol-tori, operatori commerciali. In questo modo si controlla l’equilibrio domanda/offerta, si uniformano le tecniche colturali per ottenere un prodotto di qualità costante e si impostano le azioni promozionali. La su-perficie attuale è di 11.000 ha.

Frutto. Il successo è almeno in parte legato alla presentazione innovativa del frutto: forma cilindrica allungata e colorazione rosa pastello luminosa identificano immediatamente la culti-var agli occhi del consumatore più distratto. La polpa è soda, croccante e succosa; il sapore è intenso, dato da un elevato tenore zuccherino in equilibrio con una notevole componente acidula; l’aroma è delicato e originale.

Raccolta e presenza sul mercato. La finestra di maturazione è compresa tra 30 e 50 giorni dopo Golden Delicious nella Pianura Padana; l’intervallo si riduce a 15 giorni negli ambienti pedemontani. Per uniformare la qualità la raccolta va effettuata in due stac-chi. La predisposizione a mantenere un elevato livello qualitativo in conservazione consente di programmare un’immissione sul mercato lungo i mesi invernali fino alla piena estate.

Percorso qualità. Ha un elevato potenziale produttivo (60 tonnellate/ha), con scarsa o nulla propensione all’alternanza. La fruttificazione è ben distribuita su brindilli coronati. Il por-tamento dell’albero è di tipo III, con buon rivestimento di rami inseriti orizzontalmente. La gestione agronomica è alla portata di una manodopera adeguatamente addestrata. Una delle poche criticità è rap-presentata dalla fioritura molto precoce, che impone la scelta di adeguati impollinatori, soprattutto in relazione alla concor-danza dell’epoca di fioritura.Sotto il profilo della difesa fitosanitaria, Pink Lady® è sensibile a ticchiolatura, oidio e colpo di fuoco batterico (soprattutto per la lunga durata della fioritura).

Sensogramma di Cripps Pink/Rosy Glow Pink Lady®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

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L’andamento stagionale, con periodi caldi e afosi al momento della formazione del sovraccolore, può determinare la com-parsa di colpi di sole che ne danneggiano il bell’aspetto.La cultivar presenta una serbevolezza “naturale”, ereditata probabilmente dal progenitore Rokewood, una antica varietà da conservazione in fruttaio. Le condizioni per la conservazione devono comunque attener-si alle indicazioni riportate in tabella ed aggiornate dal team tecnico del club sulla base di una costante attività di ricerca, per mantenere inalterato il potenziale qualitativo.

Evoluzione clonale. La cultivar originaria Cripps Pink non ha finora mostrato una propensione alle mutazioni naturali com-parabile ad altre varietà bicolori. Recentemente è stato lanciato il clone Rosy Glow, che rag-giunge la colorazione ottimale con un leggero anticipo, carat-tere favorevole a gestire con maggior sicurezza la raccolta. In Europa a partire dal 2007 è stato diffuso dal club per sosti-tuire completamente la cultivar originaria.

L’utilizzo di reti antigrandine permette anche di ridurre la comparsa di colpi di soleFoto R. Angelini

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426

Pinova*

Origine genetica. Clivia × Golden Delicious.

Costitutore. C. + M. Fischer, J. Schmadlack, H. Murawski, Ger-mania, 1965.Uno degli incroci più interessanti selezionati presso l’Istituto di mi-glioramento genetico di Dresda. I primi impianti sono stati messi a dimora negli anni ’90; allo stato attuale la varietà è presente in modo significativo in Renania, Val Venosta e negli Stati Uniti.

Frutto. Calibro tendenzialmente più piccolo di Golden Deli-cious. La forma è tronco-conica. Il colore di copertura rosso arancio varia dal 40 al 75% su fondo giallo verde e rende il frutto molto attraente. È sensibile alla rugginosità come Golden Delicious clone B. La polpa è molto soda e compatta, un po’ grossolana ma succosa. Il sapore è buono e ben equilibrato.

Raccolta e presenza sul mercato. In alcune annate tende a rifio-rire, esponendosi al colpo di fuoco batterico. La stessa lunghezza del periodo di fioritura si traduce in una scalarità alla maturazio-ne. Matura alcuni giorni prima di Golden Delicious, con una certa scalarità che rende necessari due o più stacchi alla raccolta.

Percorso qualità. L’albero, mediamente vigoroso, ha una pro-duttività regolare ed elevata, con buona ramificazione tipo Golden Delicious. È poco suscettibile a ticchiolatura, mentre la sensibilità all’oidio è simile a Golden Delicious. La buona conservabilità si combina con un’ottima shelf life. Occorre prestare attenzione alla suscettibilità, al raggrinzimento e alle infezioni da Gloeosporium spp.

Evoluzione clonale. I mutanti brevettati sono RoHo3615 Eveli-na®, Dalirail* e Dalinip*.

Sensogramma di Pinova*

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

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Civni Rubens®

Origine genetica. Gala × Elstar.

Costitutore. CIV – Consorzio Italiano Vivaisti, Ferrara, Italia 1984.Varietà club diffusa a partire dal 2003 soprattutto in Sud Tirolo, Austria, Svizzera, Olanda, Belgio, Germania, Danimarca e Inghil-terra. È in corso di diffusione la nuova mutazione a frutto più in-tensamente colorato di rosso Civnired-S.

Frutto. Aspetto attraente e distinguibile, forma tronco conica. Sovraccolore rosso-aranciato, distribuito a larghe strisce su fon-do verde chiaro, giallo a maturazione. Anche le irregolarità della buccia contribuiscono alla tipicità dell’aspetto. Polpa croccante e succosa, con elevati livelli di zuccheri e di acidi, ben equilibrati; qualità gustativa eccellente e un intenso aroma.

Raccolta e presenza sul mercato. Matura circa 8 giorni dopo Gala. La buona conservabilità permette un periodo di commer-cializzazione fino alla tarda primavera.

Percorso qualità. Produttività elevata e costante, simile a Gala. Varietà rustica, tollerante al gelo primaverile. L’albero ramifica facilmente con portamento aperto e accentuata basitonia. La fruttificazione è regolarmente distribuita. La densità del fogliame consiglia un intervento di potatura verde per illuminare adegua-tamente l’intera chioma. Una colorazione e una struttura della polpa adeguata agli standard individuati dal club si ottengono in ambienti pedemontani e montani. La maturazione è scalare, la raccolta dev’essere effettuata in due-tre stacchi. La finestra di raccolta è limitata; occorre effettuare stacchi tempestivi per otti-mizzare l’uniformità dei frutti da avviare alla conservazione. Una buona gestione dell’AC consente di distribuire l’immissione lungo un periodo di 6-8 mesi.

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Gruppo Red Delicious

Origine genetica. Semenzale di origine casuale (la vulgata rife-risce di un ricaccio da un portinnesto franco) individuato in Iowa, USA, 1879.Anche se in origine era una bicolore, Red Delicious è da decenni il gruppo di cultivar rosse per antonomasia. Il venir meno dell’in-teresse per la polpa fondente ne ha ridotto l’importanza a livel-lo mondiale, mentre mantiene una posizione di rilievo negli Stati nord-occidentali degli USA e in alcune regioni d’altitudine in Eu-ropa. Parte del suo spazio di mercato è stato insidiato dal gruppo Ga-la, dolce ma croccante, almeno nel segmento precoce. I mercati d’elezione sono i Paesi mediterranei che ne apprezzano la dol-cezza e la peculiarità dell’aroma, oltre al mondo arabo e all’estre-mo oriente, i quali, oltre che dalla sensazione dolce, sono attratti da un aspetto estetico impeccabile nella forma e nel colore.

Frutto. L’identificazione è immediata per forma e colore. La forma è tronco-conico oblunga, simmetrica e regolare. Il colore è rosso intenso vinoso, che interessa la quasi totalità della buccia sia nei cloni uniformi sia in quelli striati (le striature dei cloni più recenti sono costituite da bande di colore più scuro intervallate da un rosso meno intenso). La polpa è fondente, fine, con rischio di farinosità se non sono ri-spettate le condizioni dettate per la raccolta e la conservazione. Il sapore è dolce, subacido. Il gusto si differenzia tra i cloni standard e quelli spur. Questi ultimi, seppur più diffusi perché si prestano meglio alla conservazione, sono di qualità gustativa inferiore ri-spetto a quelli standard, generalmente più dolci e aromatici. Tale differenza si traduce in una diversificazione di mercato: destina-zioni oltremare per i primi; mercato interno ed Europa mediterra-nea per i secondi.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta si colloca 8-12 giorni prima di Golden Delicious, con un leggero anticipo per le cultivar di tipo standard. La maturazione è concentrata: un unico stacco consente comun-que una buona uniformità di maturazione. Le Red Delicious han-no bisogno di un periodo di affinamento per completare i processi di maturazione in cella refrigerata. L’immissione sul mercato può essere programmata da fine ottobre a tutto aprile per i frutti otte-nuti in ambienti pedemontani e montani.

Percorso qualità. Il potenziale produttivo è medio: si colloca intorno a 40-45 t/ha. È poco sensibile all’alternanza. Il dira-damento dei frutticini ai fini della qualità costituisce uno dei passaggi critici perché le cultivar del gruppo non reagiscono al

Jéromine*

Sandidge Superchief®

Sensogramma di Hapke e Red Chief

Red Del. STANDARD (Hapke)Red Del. SPUR (Red Chief)®

Durezza

Dolcezza

CroccantezzaAroma

SuccositàAcidità

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innovazione varietale

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NAD e all’ANA, che anzi inducono la formazione di frutti nani. Alternative promettenti si intravedono nell’impiego della Ben-zil-Adenina (BA). Ai fini sia della produttività sia dell’estetica del frutto (simmetria e rapporti diametrici) è fondamentale curare l’impollinazione, con particolare riferimento all’intensificazione e alla disposizione delle cultivar impollinatrici (si è rivelata ec-cellente la combinazione di Granny Smith e Gala, che insieme ne coprono costantemente l’arco di fioritura).Potatura e scelta del portainnesto divergono in funzione del tipo. Per le cultivar standard la potatura di formazione e di produ-zione non è dissimile da quella adottata su Gala e si utilizzano portinnesti in grado di contenerne il vigore (M9 clone T337). Per i tipi spur la scelta del portainnesto risente della scarsità di soggetti di vigore medio (l’M106 è sensibile a Phytophthora spp. e in terreni fertili imprime un eccessivo vigore; interessan-ti i risultati sperimentali con M116 e con Pi80 Supporter4®), mentre la potatura può seguire indirizzi diversi ma dai risultati equivalenti, con il vincolo di preservare la dominanza dell’asse centrale e ampliare gli angoli di inserzione delle branche. Le Red Delicious sono sensibili alla butteratura amara, conteni-bile solo nell’ambito di un equilibrato carico produttivo. È inoltre più sensibile della media a ticchiolatura e oidio, oltre ai cancri da nectria.L’adozione di regimi di conservazione a ridotto contenuto di os-sigeno, tipo ULO, hanno risolto la maggior parte dei problemi di conservabilità delle cultivar del gruppo. L’impiego di 1MCP ha mostrato effetti positivi sulla qualità del prodotto in uscita dalle celle (in particolare brillantezza del colore e consistenza della polpa) e rende più sicura la durata della vita di scaffale.

Evoluzione clonale. Nella storia ultracentenaria di Red Delicious, sono stati individuati e diffusi oltre 200 cloni. La varietà ha accompagnato la storia dei vivai Stark, che hanno dato nome ai più noti cloni storici: Stark Delicious, Starking, Star-krimson ecc. La svolta per i cloni spur è avvenuta con l’introduzione di Cam-spur Red Chief®, individuata negli USA nel 1967 ma diffusa in Eu-ropa solo all’inizio degli anni ’80. Il clone di riferimento per la tipologia spur è oggi Sandidge Super-chief®, il quale presenta una distribuzione del sovraccolore striata, ma così estesa e stabile da surclassare anche le più recenti mu-tazioni solide. Nell’ambito dei tipi standard, Jéromine* (mutazione di Erovan Ear-ly Red One®) presenta forse il miglior compromesso tra qualità gustativa, produttività ed estensione del colore (di tipo uniforme, più esteso e luminoso della cultivar madre).

Sandidge Superchief®

Impianto fitto di Red Chief® su M9 con sesto di impianto 2,5 × 0,4 m (10.000 piante per ettaro)

Foto R. Angelini

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Renetta del Canada

Origine. Le Renette rappresentano una categoria pomologica in cui sono comprese, oltre la Renetta del Canada, le Reines des Reinettes, la Reinette de Champagne ecc. I primi cenni alla Rei-nette du Canada compaiono nelle pomologie dell’Ottocento, con ampia sinonimia (Renetta d’Inghilterra, Renetta mostruosa del Ca-nada ecc.). I riferimenti territoriali (Inghilterra, Canada, che era a fine settecento colonia sia francese sia inglese) fanno pensare a un’origine d’oltremare, considerate le decine di Renette delle più remote regioni francesi. È diffusa in Italia soprattutto nella tipologia semi-rugginosa in am-bienti montani, soprattutto in Trentino e segnatamente in Val di Non. In Val d’Aosta prevale invece il clone rugginoso (Renetta del Canada grigia). È in ogni caso una varietà da ambienti vallivi e montani.

Frutto. È inconfondibile per l’aspetto e la forma: appiattita e co-stoluto; la buccia è verde chiaro – gialla a maturazione – con una rugginosità diffusa sul 20-40% nel tipo semi-rugginoso, fino a ricoprire l’intera superficie nella tipologia rugginosa. Tra le ca-ratteristiche distintive, il peduncolo corto, che appena fuoriesce dalla cavità peduncolare. La polpa è fondente, poco succosa, di sapore acidulo, intensamente aromatica. La struttura della polpa, densa di fibre e pectine, “tiene” la cottura: tra le varietà oggi diffuse è la più utilizzata per gran parte delle preparazioni gastronomiche.

Gli ambienti vallivi sono ideali per la coltivazione della Renetta del Canada

Foto R. Angelini

innovazione varietale

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Raccolta e presenza sul mercato. Si raccoglie una decina di giorni prima di Golden Delicious. La sensibilità alle fisiopatie del post-raccolta ne consigliano una conservazione di 6-8 mesi.

Percorso qualità. La produttività è media, per giunta molto sen-sibile all’alternanza. L’habitus di fruttificazione è di tipo II; produce prevalentemente su lamburde. Occorre indirizzare la produzione su branche fruttifere aperte, da rinnovare periodicamente. L’albero è vigoroso, poco rivestito. Nel complesso richiede una gestione agronomica di livello, da affidare a manodopera specializzata. La cultivar è triploide: si deve prevedere l’inserimento nell’impianto di due cultivar impollinatrici. È sensibile all’oidio, ma i problemi fitopatologici più impegnativi sono la butteratura amara e la monilia dei frutti. La prima è con-tenibile solo in un contesto di equilibrio vegetativo, che riduca la competizione per il Ca++ tra frutti e apici vegetativi; la seconda è legata alle screpolature, quando non al cracking nel clone ruggino-so, che può essere contenuto con apporti di Boro in un contesto di regolare accrescimento dei frutti. Da ultimo, la cascola pre-raccol-ta, connessa alla dimensione del peduncolo, richiede una raccolta anticipata rispetto alla maturazione fisiologica.I problemi di fisiopatologia della polpa, che iniziano in campo, si accentuano in fase di conservazione. In particolare la butteratura amara rischia di compromettere la conservabilità in annate sfavo-revoli. La trasformazione della struttura della polpa da fondente a farinosa richiede infine una gestione accorta della conservazione e in ogni caso limita la shelf life.

Foto R. Angelini

La Val di Non in Trentino è l’ambiente ideale per la tipologia semi-rugginosa

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Stayman (Winesap)

Origine genetica. Semenzale di origine casuale.

Costitutore. New Jersey (USA), circa 1800.Un altro buon esempio di una cultivar relativamente importante in passato che si è ridimensionata a un prodotto di nicchia, tut-tora apprezzato nelle regioni del Centro Italia. Il sapore particolare viene accettato solo da un segmento ristret-to di consumatori.

Frutto. Il frutto è grosso, a forma tronco-conica breve, si presenta con un colore di fondo verde giallastro. Il colore di copertura è un rosso vinoso, spesso accompagnato con rugginosità soprattutto nella cavità peduncolare. La buccia è molto spessa. La polpa è fine, fondente e poco croccante. Il sapore è prevalen-temente acidulo, con aroma intenso.

Raccolta e presenza sul mercato. La raccolta avviene circa 20 giorni dopo Golden Delicious.

Percorso qualità. L’epoca di fioritura è medio-tardiva. La culti-var è triploide, quindi non può essere utilizzata come impollina-trice. L’albero è vigoroso, tendenzialmente espanso, ha un habitus di tipo IV con fruttificazione prevalentemente su lamburde. La messa a frutto è rapida, garantisce produzioni elevate anche se è soggetto ad alternanza. Si osserva spesso cascola pre-raccolta.È molto sensibile alle spaccature dell’epidermide e quindi anche ad attacchi fungini quali per esempio la moniliosi. Si riscontra altresì una certa sensibilità al riscaldo. I frutti non sono sensibili alle manipolazioni.

Evoluzione clonale. Superstayman è una mutazione che presen-ta una minore sensibilità alle spaccature dell’epidermide. La maturazione è leggermente più tardiva e si registra una scarsa cascola pre-raccolta. Il colore rosso intenso uniforme si estende sul 70-90% della su-perficie. Il clone Stayman Winesap Lb® 78/1 mostra invece un colore uni-forme sull’85% della superficie, con striatura appena accennata.

innovazione varietale

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Topaz*

Origine genetica. Rubin × Vanda.

Costitutore. J. Tupy, Istituto Botanico Praga, Repubblica Ceca, 1984.È tuttora una delle poche cultivar ticchiolatura-resistenti, dotate di aspetto e qualità gustative distinguibili; elementi che avrebbero giustificato una diffusione in esclusiva quale cultivar-filiera riserva-ta eventualmente al circuito biologico. Le zone vocate si trovano in ambienti in quota.

Frutto. L’aspetto è tipicamente rustico e distinguibile: la forma è appiattita, quanto o più di Renetta del Canada; negli ambienti d’altitudine il colore assume tonalità rosso brillanti-aranciate sul 60-80% della superficie, con striature su fondo verde chiaro. In pianura l’estensione e la luminosità del colore stentano a rag-giungere livelli soddisfacenti. Il mutante Red Topaz ha più sovrac-colore, che però si presenta slavato. Presenta una caratteristica rugginosità dorata disposta a stella intorno alla cavità peduncolare. La polpa è gialla, fine, soda, croccante e succosa alla raccolta. Il sapore è prevalentemente acidulo, con un importante e tipico sviluppo aromatico. Tale peculiarità polarizza i consumatori, ovvero si registra da un lato una forte affezione e in altri casi un rifiuto del gusto molto particolare.

Raccolta e presenza sul mercato. L’epoca di maturazione è scalare, a partire da 5 giorni dopo Golden Delicious. Visti i limiti nella conservazione, l’immissione sul mercato deve essere pro-grammata entro 5 mesi.

Percorso qualità. L’epoca di fioritura è precoce. L’albero è mediamente vigoroso e molto sensibile al marciume del collet-to. Tale problema può essere ridotto con innesti intermedi (per esempio Summerred). Presenta basitonia e branche assurgenti. Il portamento è simile a una cultivar di tipo spur, mentre le branche si rivestono di corti brindilli. La produttività è elevata e costante. È resistente alla ticchiolatura (Vf) e moderatamente sensibile all’oidio. La conservabilità limitata rappresenta il punto critico di questa varietà. È sensibile al riscaldo e si osserva una consistente perdita in durezza, fino al disfacimento farinoso della polpa. Le raccolte tardive predispongono all’untuosità dei frutti.

* Denominazione varietale protetta (Brevetto Europeo, giugno 2008). Aggiornamenti: www.cpvo.eu