Pink Magazine #2

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sdwwg.it Non chiamateci vecchi, siamo “adottivi digitali” #inchieste #scoop #interviste NATIVA DIGITALE IDENTIKIT DI UNA Sempre sul pezzo! LO SHOPPING IN UN CLIC SDWWG per una campagna in pole position

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Il magazine che presenta le migliori attività dell'agenzia.

Transcript of Pink Magazine #2

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sdwwg.it

Nonchiamateci

vecchi,siamo

“adottividigitali”

#inchieste

#scoop#interviste

NATIVADIGITALE

IDENTIKIT DI UNA

Sempre sul pezzo!

LO SHOPPINGIN UN CLIC

SDWWG per una campagna

in pole position

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L’EDITORIALE DI PAOLO DAGRADA( (

“Small is the new big”.Questa è la nuova parola d’ordine

perché nel nostro mondo tutto cambiaad una velocità incredibile: ciò

che andava bene ieri, oggici sta largo o forse stretto,in ogni caso è cambiato!

È proprio la capacità di reagireal cambiamento che fa la differenzae tutti i giorni cerco di ritagliarmidel tempo per stare al passo con le novità.Dove non arrivo io arriva qualcunaltro la cosa importante è cheall’interno della squadra ci sia sempre

una risposta in grado di soddisfare ognitipo di domanda, anche la più complessa.

Paolo Dagrada

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News

Case HistoryKerakoll Design House

Io, nativa digitaledi Martina Gneis

Lo shopping secondo Internetdi Fiorella Fiorini

C’era una volta l’e-commercedi Davide Simonatto

E-commerce chiavi in manodi Firella Fiorini

Case History: TUTTOFOOD

SDWWG, il nostro ecosistema

Io, adottivo digitaledi Luca Pacchiarini

YouTubers!di Martina Gneis

Sei mobile friendly?di Martina Gneis

E-commerce e Marketing Automation

di Martina Gneis

Perchè alla fine siamo tutti vittime di questo sistema

di Luca Pacchiarini

Case History: Citroën Milano

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Lo shoppingsecondo Internetnumeri, persone,tecnologie...

06Io, nativadigitale

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Strategyis the king!

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newsTHE NETWORKONELa professionalità di SDWWG trova il suo spazio all’interno di una vetrina mondiale. L’agenzia entra a far parte di TheNetworkOne, una delle maggiori reti di communication agencies attive a livello internazionale. Una membership creativa che consentirà a SDWWG di confrontarsi con realtà avanzate ed esperte su quelle che oggi sono considerate le nuove frontiere della comunicazione. SDWWG ha l’occasione di interfacciarsi con altre agenzie e condividere strategie di content marketing, web design e digital PR.

JUNGHEINRICHA TUTTOFOOD Continua a dare ottimi risultati la collaborazione tra SDWWG e Jungheinrich Italiana, azienda specializzata

nell’offerta di prodotti e servizi di gestione logistica. In occasione della partecipazione a TUTTOFOOD(Rho Fiera Milano,dal 3 al 6 maggio), evento inaugurale di Expo 2015, l’agenzia ha realizzato la campagna promozionalee di comunicazione seguendo direttamenteil progetto graficoe strategico.SDWWG ha realizzato contenuti mirati all’evento, esaltando le proprie competenze nel content marketing.

CITROËNMILANO ha scelto SDWWG per la campagna di comunicazione della polizza assicurativa Azzurro. L’agenzia ha impegnato le sue competenze in un’operazione B2C realizzando una landing page dedicata, DEM, materiale informativo, brochure e flyers

e ha organizzato eventi street e attività ambient dedicati alla promozione del servizio.

KERAKOLLDESIGN HOUSEè il nuovo progetto di Kerakoll dedicato al mondo dell’interior design. SDWWG è stata incaricata di realizzare un sito dedicato, secondo gli ultimi canoni di visualizzazione mobile e di user experience, in tempi strettissimi, per essere online dal primo giorno del Salone del Mobile di Milano. Il progetto è stato presentato ufficialmente in occasione dell’inaugurazione del nuovo studio atelier nel cuore del design district milanese. Il nuovo website è caratterizzato da un forte impatto visivo, originale e dinamico, progettato con l’intento di trasmettere la grande novità e

l’entusiasmo che contraddistinguonoil progetto.

Questo lavoro ci ha dato la possibilità di realizzare un sito di design per un cliente internazionale quale Kerakoll. Il risultato, di sicuro effetto e apprezzabile nel mood, riesce a coniugare l’aspetto estetico alle più moderne richieste di fruizione da parte degli utenti.”

LUCAPACCHIARINI, STRATEGIC PLANNER

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newsKerakoll Design House è un progettointegrato di materie innovative – cementi,resine, legni lavorati a mano, microrivestimenti, pitture e smalti – coordinate in un’unicapalette colori.

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Io, nativa digitaleSono nata nel 1990. Era il periododelle tessere telefoniche, e non dei cellulari.Del GameBoy, e non delle sfide a Candy Crush Saga su Facebook. Della macchina fotografica usa e getta Kodak, e non delle fotocamere digitali megapixel, ultraleggere e colorate. I bambini giocavano con il Sapientino o il Tamagotchi, mica con l’iPad. I telefoni avevano ancorail filo e il “neonato” Nokia 3310 grazie al fenomeno Snake era l’oggetto più desiderato dagli adolescenti,dopo il motorino e il walkman…

Anni Novanta, un decennio cruciale. Sono arrivata giusto in tempo per godermi un periodo denso di cambiamenti. Si sviluppava Internet, la telefonia mobile e il mondo stava diventando punto com. È cambiato tutto così velocemente che faccio fatica a ricordarmi come si stava prima. A volte, in ufficio, sul tram, durante una passeggiata in centro, provo a immaginarmi un mondo senza email, senza app: un mondo disconnesso. Un’apocalisse, potrebbero pensare i miei coetanei. Eppure prima era davvero così e la vita scorreva liscia comunque. O almeno, così mi dicono “quelli più grandi”… Sono gli adottivi digitali (@LucaPacchiarini), che oggi usano Twitter senza sapere a cosa servono gli hashtag, che scattano foto sfuocate con lo smartphone di ultima generazione e che sbagliano tutte le parole quando scrivono sulle tastiere touch screen.

Per me nativa digitale oggi è naturale condividere in rete le mie avventure quotidiane. Mi viene spontaneo fotografare il cielo durante una bella giornata di sole e far vedere in tempo reale ai miei amici virtuali questo spettacolo della natura! Non posso pensare di andare a lavoro la mattina presto senza ascoltare la playlist del buongiorno preparata per me da Spotify. Mi piace guardare un programma in tv e stimolare un dibattito in rete a colpi di hashtag.E poi, non mi sono mai comprata una cartina della città, nemmeno quando a 19 anni mi sono trasferita nella grande Milano da un piccolo paesino di provincia: perché avrei dovuto? Con Google Mapssi vede persino la luna!

Io, nativa digitale, sono fortunata perché ho testato sulle mie esperienze i frutti di questa rivoluzione, anche se non ho mai preso in mano un LP (a quanto pare, l’unica tra i colleghi dell’agenzia a essermi persa questo must della cultura musicale!).Io, nativa digitale, sono doppiamente fortunata perché

*MartinaGneisnativadigitale

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sono sempre stata abituata al cambiamento veloce, repentino, immediato ed è proprio per questo che comprendo e anzi, ne sono convinta,che il meglio debba ancora venire.

Ma io, proprio io, nativa digitale, sono fortunata al cubo perché ogni giorno, mentre lavoro in agenzia, divido gli spazi con colleghi che mi ricordano che il mondo è stato anche “tecnologicamente diverso” ma comunque “socialmente funzionante”, anche prima delle app e di Spotify. Ed è proprio così, grazie a questo confronto, che ho scoperto che in fondo le differenze di punti di vista, di approcci, di culture e di esperienze non possono fare altro che aggiungere valore nella vita, nei rapporti e anche nel lavoro…

E allora ho imparato che anche se gli adottivi digitali non sanno ancora usare il touch screen, riescono comunque a insegnare qualcosa anche in un mondo pieno di hashtag!

WeArePackagingFans,il racconto socialal #FuoriSalonedi MilanoPartecipare. È stata questa la parola d’ordine dell’Istituto Italiano dell’Imballaggio in occasione dell’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano. In uno stand nel cuore della Milano creativa, il Brera District, tutti gli amici di WeArePackagingFans si sono ritrovati per confrontarsi sulla loro passione!Il packaging è diventato motivo di incontro, condivisione, informazione e soprattutto retweet, like, post e tag! Eh sì, perché la maratona dei sette giorni espositivi è stata raccontata live dai profili social di WeArePackagingFans che hanno raccolto selfie, fotografie e commenti in cui intenditori o semplici visitatori hanno condiviso in rete la loro opinione sull’imballaggio perfetto. Per la prima volta, infatti, l’Istituto presentava la #CartaEticaDelPackaging con le dieci caratteristiche immancabili del buon pack.Quale tra quelle in classifica è la più importante?Lo abbiamo chiesto a tutti gli amici che sono passati dallo stand e l’evento, da tradizionale mostra statica e unidirezionale, è diventato un vero e proprio contest a colpi di hashtag! Con un semplice cancelletto # è stato possibile esprimere in modo divertente e immediato la propria opinione su un tema ampio ed estremamente attuale.Un dibattito che ha stimolato un dialogo virtuale e ha agevolato uno stimolante scambio di opinioni tra professionisti del settore, studenti, appassionati, visitatori o semplici curiosi che si sono fatti sentire attraverso l’immediatezza del linguaggio visivo, con immagini e anche brevi clip video. Una postazione social allestita all’interno dello stand mostrava in tempo reale il risultato degli scatti sulla pagina ufficiale di Facebook, in una gallery costantemente aggiornata dalle opinioni dei PackagingFans!Per i fan più esigenti, il profilo Instagram di mister_pack ha raccolto le immagini più “artistiche” della manifestazione: composizioni, pacchetti, decorazioni colorate che hanno mostrato nel dettaglio tutte le caratteristiche dello spazio espositivo e delle opere presentate. Il potere dei social!

“A volte provo aimmaginarmi

un mondodisconnesso...”

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Gli ultimi dati mostrano come il comparto e-commerce sia divenuto nel tempo una scelta obbligata e un canale necessario e cruciale per le imprese che vogliano fare business sia nel nostro Paese sia su scala globale.

“Il 43,5% degli utenti di Internet in Italia, cioè dei cittadini che dispongono di un qualche tipo di collegamento,fa acquisti sul web”. ( )

+ 15%CRESCITA 2015

Prosegue la costante crescita a doppia cifra che caratterizza l’e-commerce in Italia a partire dal 2010: dopo aver ottenuto un incremento del 16% nel 2014, l’e-commerce registrerà per il 2015 un’ulteriore crescita del 15% che porterà il mercato a superare i 15 miliardi di euro. I comparti maggiormente in crescita rispetto al 2014 sono: l’Informatica (+26%), l’Abbigliamento (+23%), l’Editoria (+21%), il Grocery (+22%), e il Turismo (+9%). In crescita del 18% l’export per un valore totale di oltre 3 miliardi di euro. ( )

In concreto sono 15 milioni di persone, principalmente attrattedalle opportunità di risparmio(37,1%9), dalla praticità (32,8%) e semplicità d’acquisto (19,8%), e dalla possibilità di farli restando seduti sul divano di casa. Per il 7% del campione lo shopping onlineè semplicemente “più divertente”, ma una non trascurabile fetta(12,8 %) vi si avvicina per la maggiore efficacia di vendita rispetto ai negozitradizionali, cioè dalla possibilitàdi informarsi e confrontare prezzie dettagli. ( )

LO SHOPPING SECONDO INTERNET:NUMERI, PERSONE, TECNOLOGIE...

15MILIONI DI PERSONE

Il 2014 si chiude con la crescita delle vendite da smartphone a quota 1.087 milioni di euro, mentre nel 2015 si prevede un’ulteriore crescita del 68% che porterà il canale vicino ai 2 miliardi di euro. Nel 2015 gli acquisti effettuati tramite smartphone e tablet raggiungeranno il 25% del totale e-commerce. ( )

+68%ULTERIORE CRESCITA

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In Italiala penetrazione

dell’e-commercesta crescendo

e passa dal 3,6 al 4% nell’ultimo anno.

Per l’Italia, conosciuta nel mondo per abbigliamento, calzature,

accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti eno-gastronomici di qualità, oggi c’è un vastissimo mer-cato potenziale: una platea di oltre 1 miliardo di consumatori online, affascinati dal Made in Italy in tutte

le sue sfaccettature, e di 4,2 miliardi di individui che quotidianamente

sono su Internet. ( )

L’Arredamento raggiunge quota 350 milioni di euro (+75% rispetto al 2014) e il Food&Wine sfiora i 260 milioni di euro (+ 30% rispetto al 2014). La vendita di prodotti nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite online da siti italiani. Il Turismo con il +9% si conferma il comparto principale con un valore di quasi 5,5 miliardi di euro (37% del mercato). L’Abbigliamento passa dal 14 al 15% del mercato, e l’Informatica ed elettronica di consumo dal 12 al 13%; seguono l’Editoria con una quota del 3% e il Grocery con l’1%.

Turismo e Abbigliamento si confermano i due comparti che spingono maggiormente l’export dell’e-commerce italiano portandolo a crescere del 18% nel 2015 e a raggiungere una quota superiore ai 3 miliardi di euro. ( )

“L’economiagenerata dall’e-commerce ha prodottodirettamentee indirettamente circa 2,5 milionidi posti di lavoro in Europa.”( )

In tutto il Mondo le vendite complessivedi beni e servizi online si attesteranno sui 2.100

miliardi di dollari a fine 2015 (erano 1.840 miliardi a fine 2014), ovvero il 5% sul totale complessivo

delle vendite retail. Sono in media il 75%gli utenti che nel mondo accedono al web tramite

dispositivi mobili. ( )

In Europa le previsioniper il 2015 stimano a 470 miliardi

di euro il fatturato di benie servizi acquistati tramite e-commerce.In Europa la popolazione di e-shopper

supera i 230 milioni e sono circa2,5 milioni i posti di lavoro generati.Nel corso del 2014 i 3 Paesi europeiin cima alla classifica delle venditeonline (con il 60% del totale) sono

UK, Germania e Francia. ( )

Arredamento

350 milioni

Food&Wine

260 milioni

> Turismo

5,5 miliardi

( ) Fonte dati Osservatorio eCommerce b2c Netcomm - Politecnico di Milano( ) Fonte dati E-commerce Foundation( ) Fonte dati 12esimo rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione

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C’era una voltal’e commerce...

Ma dove vai se l’app non ce l’hai? Un leit motiv diffuso ma incredibilmente realistico che sta prendendo piede soprattutto nel settore degli acquisti online…

La tecnologia ci ha abituati a passaggi repentini, tanto che dopo il boom delle piattaforme di e-commerce che continuano a far registrare numeri elevatissimi se paragonati ai tradizionali canali retail, nel mondo mobile è scoppiata una nuova tendenza nota come m-shopping! Quello che potrebbe essere definito il fratello minore dell’e-commerce (e qui il condizionale è d’obbligo…), è un mercato in crescita costante grazie alla rapida diffusione di device che fanno

della mobilità il loro punto di forza. Dati alla mano, il mercato dell’m-commerce nell’ultimo anno ha registrato un aumento del fatturato del 105% in Europa e del

66% in Italia*.

Cosa si nasconde dietro a questo successo?Necessità, comodità, praticità e soprattutto l’esigenza dell’utente di sentirsi sempre connesso, sempre in grado di poter trovare quello che cerca, ovunque si trovi e in qualsiasi momento. Come da tradizione, in tema di shopping è il gentil sesso a farla da padrone:le app di moda, abbigliamento e accessori sono quelle più diffuse e utilizzate.Sono disponibili persino delle applicazioni che consentono di scambiarsi consigli tra fashion victim e paragonare i propri look con quelli delle star! Una moda che ha attraversato diversi canali: partita dai blog, poi è transitata sui social di fotografia come Instagram e ora ha trovato una nuova (e sicuramente più redditizia) collocazione.

Con l’avvento dell’m-shopping lo smartphone o il tablet diventano una Lampadadi Aladino 3.0, che accontenta i desideri di ogni suo possessore. Ma se il protagonista dell’omonima fiaba doveva accontentarsi solamente di tre richieste, in epoca digitalei desideri non hanno limiti, almeno fino a quando carta di credito lo consenta…

*Zanox, Mobile Performance BarometerDAVIDE SIMONATTOANALISTA, PROGRAMMATORE WEBE E-COMMERCE ADDICTEDSDWWG

[

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L’e-commercechiavi in manoper SaipemIl progetto è iniziatonel 2011, quando Saipemci ha chiesto di realizzareun e-commerce dei prodotti di merchandising per l’azienda.

Obiettivo:far crescere nel

mondo dei lavoratori Saipem il senso

di appartenenza a una squadra vincente.

L’idea di partenza era creare una linea di prodotti brandizzati Saipem di elevata qualità, a un prezzo vantaggioso per i dipendenti dell’azienda, e da vendere worldwide attraverso un e-commerce. Obiettivo: far crescere nel mondo dei lavoratori Saipem il senso di appartenenza a una squadra vincente.

Il progetto, sviluppato in base alle richieste del cliente,ha dato all’agenzia il compito di gestire l’intera filiera delle attività, per la consegna e gestione di un prodotto “chiavi in mano”.

Siamo partiti con l’ideazione della creativitàdel nuovo brand da realizzare secondo i requisiti corporate e abbiamo proseguito col lavoro di scouting, selezione e produzione dei prodotti da

inserire in linee personalizzate (polo in puro cotone, felpe, trolley, orologi, shopper, etc…).

Abbiamo quindi seguito lo sviluppo della piattaforma e-commerce Saipem Store, ideato l’intero progetto grafico del sito e curato la sua messa online.Una volta attivo, abbiamo organizzato e coordinato tutte le operazioni logistiche (magazzino e spedizioni), identificando i migliori partner e gestendo le relazioni sia con i fornitori che con la clientela.

Last, but not least, la comunicazione del sito, con la pianificazione periodica di iniziative promozionali dedicate (newsletter/dem) per fare push sulle vendite.

SAIPEM STORE:

USER

PASSWORD

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La tecnologia tedescaporta in tavolala tradizione italiana.Carrelli, prodotti e soluzioni avanzate per la gestione del magazzino e del tuo business.Per far sì che ogni giorno, grazie a Jungheinrich, la bontà sia sulla tavola degli italiani.

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3/6 maggio 2015Ingresso padiglione 1-3

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SDWWG,il nostro ecosistemaSDWWG è una communication agency di Milano attiva dal 1983 caratterizzata da un approccio multidisciplinare, crossmedialee strategico. Le competenze dell’agenzia variano dal web design all’advertising, dal digital marketing alla marketing automation,dal content marketing allo sviluppo di piattaforme di e-commerce.

L’attività di SDWWG arriva oltre i confini nazionali grazie alla partnership con TheNetworkOne nodo strategicodi una rete di agenzie distribuite in 106 Paesi di tutto il mondo che condivide esperienze, skills e contenuti crossmediali.

SDWWG nell’entertainment insieme a The Best Blend, società di produzione video che deve il suo successo soprattutto al format web Cotto&Frullato, vero e proprio fenomeno virtuale e significativo esempio dell’attuale tendenza di social video marketing.

CI TROVATEQUI!

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MONDAYWEEKLY CONTENT POINT

QUICK DEBRIEF

sdwwg.it

WE STAY PINKAND FOOLISH“ “

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Ho cominciato a lavorare usando un oggetto chiamato fax perchè, ci crediate o no, era l’unico mezzo per inviare ai clienti proposte, presentazioni e contratti. Passavo le giornate a organizzare la mia agenda, rigorosamente cartacea, e a catalogare lettere e appunti. Ho assistito poi alla moltiplicazione dei byte e ho visto modem 14/4 trasformarsi, quasi per miracolo, in 28/8 fino a diventare fibra!

E nel tempo libero? Sono passato dal vinile alla cassetta, dal CD alla magia del laserdisc, e poi il minidisc, il dvd e il download: nel giro di pochi anni (voi eravate appena nati, forse) eravamo tutti dei rivoluzionari figli di Napster. Ho visto cose… ho visto gadget cinematografici usati in Star Trek o 007 diventare oggetti di uso quotidiano.

Noi adottivi digitali, uomini e donne di mezza età o poco più, siamo carichi di un’esperienza di vita difficile da comunicare a voi che non sapete nemmeno cosa è un LP, a voi che conoscete solo il WiFi, (e che senza vi sentireste persi perché la vostra selezione musicale su Spotify non funzionerebbe), a voi che oggi

al massimo regalate una playlist o un buono per download gratuito. Voi avete YouTube e una cultura usa-e-getta, noi

abbiamo avuto “TopGun” “PrettyWoman” “Dirty Dancing”, “Grease” che, certo, non saranno

pietre miliari del cinema, ma ci hanno dato una mano, per lo meno le

care “olgettine” hanno avuto l’ispirazione

direttamente da Julia

Sono un “adottivo digitale”e ho visto cose che voi “natividigitali” non potete nemmenoimmaginare…

Adottivo digitale

Roberts sul cosa fare “da grandi”.

Ognuno è figlio dei suoi tempi e cresce con gli stimoli che lo circondano. Temo però che i nativi digitali (o millennials) di stimoli ne abbiano avuto qualcuno in meno.A noi adottivi affrontare il nuovo che avanzava ci ha insegnato ad avere un giudizio critico diverso, generalmente più analitico. I nativi non hanno dovuto adattarsi (in un periodo di poco più di 10 anni) al passaggio da analogico a digitale, da straordinario a quotidiano. Il nativo digitale nasce con tutto già pronto, vive quasi in una condizione di “aggiornamento” del sistema, come nei software così nella sua vita, non è parte di un movimento rivoluzionario, ma ne subisce il fascino, ne segue la moda. Voi passate continuamente da 2.0 a 2.1, a 2.2… il vostro sistema operativo nasce obsoleto! :-)

Noi adottivi abbiamo dovuto necessariamente superare la difficile soglia d’ingresso e passare da un telefono a rotella a uno smartphone. Questo ci rende pronti al cambiamento (sembra paradossale) verso le nuove tendenze, alle quali spesso non diamo il giusto peso perché per esperienza le vediamo volatili, passeggere. È vero, a volte non sappiamo qual è la differenza tra un # o una @, però conosciamo il modo migliore per far interagire

Classe

1971:

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sensazioni positive e memorabili. Questo si chiama Comunicazione.

Il contenuto della comunicazione non si può improvvisare. Un buon risultato si ottiene con anni di studio, lavoro ed esperienza, e mettere a frutto questa esperienza ci aiuterà a ritrovare il senso della nostra creatività e italianità. Basta nascondersi dietro a termini come content e storytelling perché la cultura è la base della strategia, non è e non sarà mai un neologismo anglofono a “fare” la comunicazione! Noi adottivi e nativi digitali italiani, siamo quelli che possono insegnare al mondo lo stile. Don Draper e Peggy Olson di

Mad Man ci fanno una pippa, ehm… hanno solo da imparare!

In questi anni ho visto nascere e morire mode e mondi, li ho visti cambiare, evolvere, involvere e ritornare… tra adottivi e nativi la cosa migliore è lavorare come in una grande famiglia. E in SDWWG tutti facciamo la nostra parte!

Luca PacchiariniMarketing Manager 3.0

diverse informazioni. Sappiamo gestire quella che voi chiamate comunicazione “old style” (e noi comunicazione “classica”), ovvero quella che porta al centro la strategia, quella che fa la differenza.

Il social, che voi nativi tanto amate, è semplicemente un mezzo, una scatola vuota e non un fine. E ciò succede perché attribuite troppo valore al contenitore dimenticando il contenuto. Ipotizziamo un’automobile, bellissima, comoda e sportiva, la bellezza del viaggio non è data dal mezzo, ma dall’itinerario. L’itinerario è cultura, è capacità di trasmettere, grazie alla conoscenza,

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E non solo per ciò che concerne l’entertainment, anzi. I video sono caratterizzati da una potenzialità comunicativa eccezionale e un forte impatto emotivo anche in ambito commerciale, Carosello docet. Clip e spot, indipendentemente dalla loro durata, sono essenziali per rendere una campagna di brand awareness attrattiva, coinvolgente e incisiva e diventano fondamentali anche nel processo di lead generation.

E mentre i social addicted più incalliti diventano famosi sfoderando l’arma dell’ironia e da semplici maniaci della rete diventano delle vere e proprie star tanto da guadagnarsi persino un neologismo tutto loro (vedi youtubers), chi invece questa attività la fa di mestiere ha bisogno di una strategia, un progetto che guidi frame by frame la propria campagna di social video marketing.

Sì, ho detto social video marketing perché oggi non basta fare un video, montarlo e aggiungerci una colonna sonora che crei la giusta atmosfera.I marketing manager hanno un dovere in più: renderlo virale. Per farlo bisogna partire dai contenuti: immediati, diretti, freschi e dinamici. Un filmato ben progettato deve saper adattare la sua struttura al canale sul quale viene veicolato per riuscire a catturare l’attenzione del pubblico e conquistarlo per originalità e creatività.

E questa sembra essere una strategia che funziona davvero. A dimostrarlo sono i numeri come quellidel web serial Cotto&Frullato che ha raggiunto

9 milioni e mezzo di visualizzazioni su Youtube. Dunque, anche la competenza strategica di SDWWG si orienta verso l’entertainment annunciando una partnership proprio con The Best Blend, giovane realtà contraddistinta per creatività e talento artistico, impegnata nell’ideazione e produzione di video e format online, tra i quali spicca proprio Cotto&Frullato. Paolo Cellammare,CEO e producer di Cotto&Frullato, racconta così i segreti di questo successo!

Oggi, tra i giovani spopola il fenomeno Youtube. Basta un telefonino e tutti possono avere il loro canale sul web e farsi conoscere. Qual è la tua opinione su questa tendenza?

“Siamo nel pieno di una rivoluzione nel campo della comunicazione, è sotto gli occhi di tutti. Internet ha dato voce alla massa, ma mentre inizialmente questa era limitata da testo ed immagini, YouTube ha ampliato l’arsenale di chiunque abbia qualcosa da dire o da mostrare. Come i blog sono negli anni diventati un competitor per riviste e quotidiani, i video su web sono diventati adesso un serio rivale dei network televisivi tradizionali. A conti fatti, quello che viene conteso è il tempo libero delle persone, e sappiamo bene quanto questo sia limitato. Abbiamo un universo di professionisti che si scontra con la voce di un’infinità di publisher individuali. Tra questi ci sono persone comuni ma anche altre che hanno esperienza nel settore del video, ma che non hanno mai avuto il supporto per distribuire un proprio prodotto. In questo mare magnum di produzioni video quello che emerge e che diventa popolare alla fine è quello che piace di più al pubblico. Pura meritocrazia creativa, non sempre tecnicamente ineccepibile, o culturalmente edificante, ma sicuramente capace di intrattenere o interessare il pubblico. Oggi chiunque ha la libertà di poter comunicare con un video possedendo un cellulare ed una connessione ad Internet, come qualunque bambino sudamericano ha la libertà di giocare a calcio avendo solo un pallone. Io credo che questa

BENVENUTINELL’EPOCA delSOciaL VIdEO mARkEtINGCarta e penna? Addio! Oggi gli strumenti del marketing manager perfetto sono ben altri: per realizzare un contenuto di successo basta della sana creatività (quella nel nostro mestiere non guasta mai…) in aggiunta a un semplice smartphone.Eh sì, perché i contenuti video semplici, immediati, diretti e naturali sono balzati in vetta alle preferenze del pubblico a dispetto di immagini sempre più spesso finte e ritoccate o lunghe pagine di testi.

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libertà ci darà, e ci sta già dando, l’opportunità di veder nascere tanti nuovi campioni della comunicazione.”

Come un video diventa virale?

“Un video diventa virale perché piace tanto da volerlo condividere con amici e conoscenti,e renderlo parte del nostro comune ambiente culturale e comunicativo, commentarlo insieme e parlarne. Questo è un dato di fatto. Questo meccanismo, però non è così facilmente prevedibile. Anche seguendo delle fantomatiche “regole del video virale” non c’è niente di garantito. Io credo che basare un progetto sulla creazione di un “video virale” sia un po’ come giocare un biglietto della lotteria. Non c’è niente di scientifico e nessuna garanzia sull’investimento. Quello su cui credo che invece si debba investire è sulla creazione di un pubblico stabile e fedele. YouTube dà degli strumenti per lavorare in questo modo, e conoscendo il proprio pubblico si possono avere delle garanzie di risultato concrete e tangibili.”

I tre aggettivi di un video di successo?

“Originalità, Condivisibilità e Longevità.Un contenuto originale rimane impresso nella mente

dello spettatore, lo sorprende, e difficilmente verrà dimenticato. Se, inoltre, si lega ad esperienze comuni o sfrutta dei meccanismi comunicativi che lo rendano altamente condivisibile aumenterà esponenzialmente la sua diffusione. La longevità è un elemento chiave. Un video sul web non ha una data di scadenza, rimane visibile per anni. Un video che viene visto e rivisto, e che non invecchia, diventa un investimento a lungo termine, e raggiungerà nel tempo una massa di pubblico imprevedibile. Quest’ultimo è un elemento da tenere sicuramente in considerazione.”

“Questo gemellaggio ci darà lustroe vantaggio competitivo da subito con un sicuro riscontro da parte del mercato. Una fuoriserie come la nostra agenzia, alimentata da una miscela esplosiva come The Best Blend non può far altro che essere avanti 3 semafori!” – commenta Luca Pacchiarini, marketing manager di SDWWG.

Un video diventa virale perché piace tanto da volerlo condividere con amici e conoscenti, e renderlo parte del nostro comune ambiente culturale e comunicativo, commentarlo insiemee parlarne.

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Inutile continuarecon la strategia

dell’indifferenza,ormai siamo nel pieno

del cambiamento. Una rivoluzione

portata allo scoperto dal colosso Google,

ma che in realtàcovava da tempo tra i circuiti virtuali del

mondo digital.È il #MobileGeddon,

ovvero la supremazia ormai indiscussa

del settore mobilein un mondo sempre

più connessoe sempre più social.

Ti sei maichiesto se il tuo

friendly?mobile

sito èdavvero

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Il primo importante segnale in questa direzione arriva da Mountain View: Google, forte di un significativo aumento delle ricerca da mobile, ha cambiato i parametri di ranking penalizzando nei criteri di indicizzazione tutti i siti non ottimizzati per la navigazione in mobilità. Tra le piattaforme online, a spuntarla ora sono solo quelle mobile friendly. Ma non solo a parole, anzi. Big G ha inserito un tool per capire in modo automatico quanto il proprio sito risponda davvero ai nuovi criteri di classificazione e sia quindi allineato con i principi del nuovo algoritmo. Dunque, chi si affida a Google per attirare visitatori o chi gestisce piattaforme e-commerce e utilizza il motore di ricerca come esca per pescare nuovi acquirenti in rete, non dovrebbe sottovalutare il proprio grado di consumer experience via smartphone e tablet.

Continuare a perseguire la strategia dell’indifferenza significa scegliere un percorso fallimentare e controproducente per il proprio business e, se i diretti interessati non intervengono, si arriverà a una vera e propria apocalisse virtuale, dove le realtà più piccole ma concretamente più avanzate fagocitano i grandi siti attivi da più tempo ma tecnologicamente più deboli. Secondo una ricerca della società Portent, più del 40% dei siti di tutto il mondo non sarebbe ancora conforme ai nuovi criteri di usabilità e se si stringe il cerchio sull’Italia i risultati non cambiano: stando ai dati pubblicati da FIND, almeno il 62% delle aziende quotate in Borsa non presenta ancora gli standard tipici del mobile friendliness, tra queste anche piattaforme istituzionali, siti governativi o di grandi brand nazionali.

Una soluzione c’è e si chiama responsive web design.Si tratta di una tecnica di digital marketing per la realizzazione di siti in grado di adeguarsi graficamente e in modo automatico al dispositivo attraverso il quale vengono consultati. Se è vero che attualmente i contenuti sono i protagonisti assoluti della scena (“content is the king”), non si può di certo tralasciare l’importanza del device, lo strumento che influisce e determina l’esperienza di fruizione dell’utente finale. Ecco perché i siti responsive, grazie alla possibilità di adattare l’impaginazione alle diverse dimensioni e risoluzioni degli schermi, oggi sono la soluzione ricercata dai professionisti che desiderano accontentare sempreil loro pubblico.

Dunque, lasciateda parte l’indifferenza

e cercate piuttosto la vostra strategia per fare la differenza.

Pink mobile, pink different.Noi ve lo diciamo

da un po’…19

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CONOSCERE,ACCONTENTARE, FIDELIZZARE: L’E-COMMERCE AI TEMPI DELLA MARKETING AUTOMATIONMarketing Automation. Segnatevi questo nome, perché presto potrebbe tornarvi utile, qualsiasi sia il settore dellavostra attività. Con l’avvento di Internet e dell’informatizzazione digitale, chi fa business si trova quotidianamente a contatto con una mole ingente di dati e informazioni da interpretare: tutto ciò implica uno sforzo eun dispendio cospicuodi risorse, tempo e denaro a fronte di risultati comunquepoco soddisfacenti.

Cambiare rotta è possibile e finalmente anche l’Italia ha allargato i suoi orizzonti verso la demand

generation, una nuova fase del marketing in cui per fare la differenza bisogna saper riconoscere le differenze. Come ottimizzare la propria attività?Con la marketing automation.La marketing automation ha decisamente cambiato il modo di fare marketing e di comunicare con il pubblico di riferimento. Una piattaforma digitale che studia i comportamenti dell’utente, analizza le sue preferenze e trova sempre la strategia migliore per soddisfarle. Il software accompagna ogni contatto nel suo percorso di crescita attraverso contenuti di valore fatti su misura per lui (personalizzati ma in

modo automatizzato) per passarlo al reparto sales solo quando realmente pronto all’acquisto e farlo diventare un cliente effettivo. Un percorso dinamico e multidisciplinare per convertire una strategia tradizionalmente push in un workflow crossmediale, interattivo e attrattivo. E infine, ottenere un report certo sui risultati delle campagne attuate, capirne le criticità e migliorarle. Perché? Per soddisfare sempre le richieste dell’interlocutore.Per avere successo oggi è necessario conoscere i propri interlocutori, dare un nome e un cognome a numeri e statistiche per poi attuare una strategia

di comunicazione mirata e aumentare il livello di engagement, quindi di interesse, per ogni singolo contatto. Con la marketing automation è possibile tracciare i comportamenti degli utenti in rete, riconoscerli e profilarli su una scala di valori emozionali e adattare gli strumenti del marketing tradizionale alle esigenze dell’utente (vi piacerebbe utilizzare l’email marketing come strumento strategico ed evitare di trovare il vostro brand incagliato nella blacklist dello spam?). Marketing Automation e e-commerce: cosa cambia? Il risultato finale.Seguire i movimenti e le fasi di acquisto dell’utente

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su una piattaforma di e-commerce, analizzare il suo carrello e guidarlo nelle scelte d’acquisto future. Questo El Dorado del retail online esiste grazie al sodalizio tra la marketing automation e una piattaforma di e-commerce. Attualmente i tassi di conversione di un sito di e-commerce B2C sono intorno all’1%, che tradotto significa che su100 visitatori solo 1 completa l’acquisto (fonte WIXAB): la tentazione di passare ad altre piattaforme, prendere informazioni dalla rete, distrarsi e proiettare la propria attenzione su altri contenuti è troppo grande. Così, clic dopo clic, ogni sito di e-commerce

colleziona un numero sempre maggiore di carrelli abbandonati. Una corretta strategia non dovrebbe dunque concentrarsi sulla generazione di traffico, ma piuttosto sulla conversione dei visitatori in clienti effettivi. Con un sistema di marketing automation applicato ad una piattaforma di e-commerce i comportanti del singolo visitatore vengono tracciati, analizzati, studiati e monitorati per approfondire la conoscenza di gusti, preferenze e abitudini al fine di alimentare i workflow delle campagne future.

Come nel retail tradizionale, se un commesso conosce bene il cliente aumenta

le proprie potenzialità di vendita, è in grado di proporre il servizio più adatto alle sue richieste e, se è davvero preparato, suggerisce un prodotto ancor prima che l’utente ne manifesti la necessità. Dove? Dall’America all’Italia. Finalmente.Sembra fantascienza e invece è possibile. Già nel 2011 ben il 54% dei marketers americani ha dichiarato di avere iniziato a utilizzare soluzioni di marketing automation e un ulteriore 17% ha confermato di averne in programma l’adozione (fonte WIXAB). Anche l’Italia sembra essersi svegliata dal torpore del marketing tradizionale: le

communication agencies più innovative dirottano le loro strategie su questi sistemi automatizzati per soddisfare le esigenze dei clienti con precisione, puntualità, immediatezzae affidabilità.

Perché oggi saper comunicare non basta più: bisogna essere in grado di creare valore e interesse, stimolare la curiosità e attrarre puntando su contenuti di qualità che, come un puzzle, si incastrano perfettamente ai bisogni dell’utente usando come ponte di collegamento piattaforme sicure e strutturate come la marketing automation.

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La democrazia online, è ormai evidente, non ha fatto altro che dare la possibilità a tutti, ma proprio a tutti, la possibilità di diventare sì protagonisti dei propri canali, ma allo stesso tempo fruitori di un eccesso di informazioni, che a volte ci lascia inebetiti.

Ma il mondo virtuale non può e non deve superare il mondo reale e delle relazioni!

Fare comunicazione significa essere in grado di ritrovare l’attenzione “attenta” e partecipe del nostro target sia online

che offline. Comunicare, fare audience development, è sempre più materia da professionisti, questo perché i competitor non sono più i soliti 4 editori, bensì 3 miliardi di canali liberi. Qualcuno direbbe che se la cantano e se la suonano per conto

loro, qualcun altro che sono la comunicazione del futuro.

La verità è che più cercheremo modi diversi di comunicare, estremizzando la virtualità tipica dei social network, e più torneremo ad avere un necessario e naturale bisogno di incontrare le persone in modo reale, ad avere bisogno di vivere le emozioni e “incontrare” di persona il nostro brand preferito.

Voi sarete pronti al nuovo “Umanesimo”?La comunicazione è fluida, le barriere non esistono, i confini sono labili.

Ultimamente quando prendo la metropolitana, quello che vedo è gente immersa in una “relazione di amorosi sensi”con i propri dispositivi mobile. Persone che non si salutano, non chiedono permesso, mi scusi o semplicemente sorridono a chi le cede il passo.

L’OPINIONE

“Perché alla finesiamo tutti vittimedi questo sistema”

Strategyis the king!

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#ambient #gadget Definizione e organizzazione di

eventi in città e centri commerciali

#pop #flyers #bruchureDefinizione grafica,

copy e printing

#spotradio #pianificazione mediaRealizzazione spot, gestione e

pianificazione media

#website #SocialMediaMarketingCreazione e sviluppo

landing page full responsive,interazione e content

CITROËNSCEGLIEL’agenzia ha realizzato l’attività di sviluppo creativo e strategico del progetto Azzurro, la nuova campagna di Citroën Milano in collaborazione con UnipolSai e IdentiCar. Il mix delle competenze ha realizzato una strategia di comunicazione a 360 gradi in 36 ore, dall’ideazione del concept alla realizzazione dell’attività on e offline.

#cipensazzurro

SDWWG!LUCA P.

STRATEGIC PLANNER

MAURO C.PROJECTLEADER

FEDERICA M.ART

DIRECTOR

CLAUDIO S.WEB

DEVELOPER

MARTINA G.COPY

ELEONORA S.PRODUCTION

DEPT.

PAOLO D.CREATIVE DIRECTOR

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STAY PINKSTAY FOOLISHAmiamo il nostro lavoro e per farlo sempremeglio lavoriamo, studiamo, evolviamo.Il nostro unico obiettivo?La soddisfazione dei nostri clienti.

sdwwg.it