Periodico Liceo Porporato - -Anno XV, n4 gen. 15 ... · esattamente come i passi,problemi che...

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Periodico del Liceo Porporato, - Anno XV, n.4, gen. 15- ins. resp. J. Gabbio / M. Vassallo La buona scuola? Vi raccontiamo dov’è Nello scorso autunno, molto s’è parlato della buona scuola, ovvero dei desiderata che il governo s’è dichiarato disposto ad ascoltare circa un ambiente educativo valido, da costruire e ricostruire anche grazie alle riforme ministeriali. Staremo a vedere, nell’imminenza delle ventilate novità che potrebbero essere diramate a fine febbraio. In questo numero di Onda, proviamo noi a parlare di buona scuola, nella convinzione, e anche nell’orgoglio, di viverla già hic et nunc al Porporato. Si inizia dai sorrisi della signora Raffaella, icona di una disponibilità seria ed accogliente. Poi lo spettacolo del linguistico che, forte di una tradizione ormai solida, ha lanciato entusiasmi, disegnato professionalità e rinvigorito legami. Ancora: ecco le riflessioni del prof. Giovannini, CT della nazionale paraolimpica, che racconta quando lo sport è cultura e integrazione. Di tutto questo documentiamo nel numero di Onda d’urto che avete tra le mani. E attenzione all’inserto, per ripensare alla recente esperienza dell’autogestione, esempio riuscito di partecipazione condivisa, fresca, ordinata e propositiva. Sì, tutto questo è buona scuola. JG SPECIALMENTE NELLA SOCIETA' ODIERNA, COSI' VIRTUALE, DIVENTA FONDAMENTALE LA PRATICA SPORTIVA PER MANTENERE UN CONCRETO CONTATTO CON LA REALTA', OLTRE CHE PER TUTTO QUANTO GIA' ESPRESSO. SENZA CONTARE IL RUOLO CHE LO SPORT, ANCHE QUELLO NON DI SQUADRA, RIVESTE NEL FAVORIRE LA SOCIALIZZAZIONE, PROPRIO OGGI DOVE ASSISTIAMO A TAVOLATE DI RAGAZZI CHE INVECE DI PARLARSI "DIALOGANO" CON IL PROPRIO CELLULARE, STRINGONO AMICIZIE CON CHI NON INCONTRERANNO MAI O PEGGIO ENTRANO IN CONFIDENZA SOLO TRAMITE INTERNET NON RIUSCENDO POI AD ESPRIMERSI DE VISU. QUESTI VERI E PROPRI PREGIUDIZI CULTURALI SEMBRANO NON CONSIDERARE QUALE RUOLO FONDAMENTALE NEL RECUPERO SOCIALE ED EDUCATIVO PUO' AVERE LO SPORT, DI CUI L'EDUCAZIONE FISICA SCOLASTICA E' CERTAMENTE IL VIATICO CONOSCITIVO PRINCIPALE. ANCHE SE ANCORA OGGI L'EDUCAZIONE FISICA E' QUASI ESCLUSA DALLA SCUOLA ELEMENTARE E NELLE SUPERIORI VIENE TALVOLTA CONSIDERATA UNA SORTA DI RICREAZIONE O DI SALUTARE LIBERAZIONE DALLE TOSSINE, QUESTO INSEGNAMENTO RIMANE, CON VARIE PERCENTUALI RELATIVE AL GRADO DI ISTRUZIONE E QUINDI DI ETA' DEGLI ALUNNI AI QUALI VIENE PROPOSTO,FONDAMENTALE NEL PROCESSO DI CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPO, SIA A LIVELLO DI IGIENE, ALIMENTAZIONE, ANATOMIA, BIOMECCANICA CHE SOTTO IL PROFILO DELLA CREAZIONE DI SANE ABITUDINI E , FONDAMENTALE, DI AVVIAMENTO E CONOSCENZA DELLO SPORT. E' PROPRIO NELLA SCUOLA CHE L'EDUCAZIONE AL MOVIMENTO HA UN RUOLO FONDAMENTALE, TRAMITE L'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE FISICA ; QUESTA HA UN RUOLO BEN CHIARO: TRASMETTERE LA CULTURA SPORTIVA E AVVICINARE I GIOVANI ALLO SPORT, DEL RESTO IN DUE ORE CURRICOLARI NON POTREBBE CERTO SOSTITUIRSI ALLO SPORT STESSO, ( CHE RICHIEDE UNA PRATICA DI MINIMO TRE GIORNI A SETTIMANA), NE TANTOMENO RIDURSI AD UNA RICREAZIONE SENZA SCOPO FORMATIVO. APPARE DUNQUE EVIDENTE CHE LA PRATICA SPORTIVA SIA QUINDI UNA FORMA DI CULTURA, LA CULTURA DEL CONFRONTO, DEL RISPETTO, DELLA SALUTE, CONTRO L'ISOLAMENTO, LA PREVARICAZIONE, LA DROGA . CRESCITA, FORMAZIONE, EDUCAZIONE, RISPETTO PER LE REGOLE, EDUCAZIONE AL CONFRONTO, APPRENDIMENTO DI UNA METODOLOGIA FINALIZZATA AD UNA PERFORMANCE, SOCIALIZZAZIONE: SI PUO' SI PUO' FARE A MENO DELLA PRATICA SPORTIVA? MAI COME IN QUESTO MOMENTO IL DETTO MENS SANA IN CORPORE SANO RISULTA ATTUALE.. Fabio Giovannini Insegnante, Maestro di Scherma Federale ,CT della Nazionale di Scherma Paralimpica Laureato in Scienze Motorie e in Pedagogia. Nel 2012 si trasferisce a Pinerolo e fonda il Club Scherma Pinerolo Olimpica, unica Societa' nel Pinerolese aperta in modo integrato a schermitori in piedi (olimpici)ed in carrozzina ( paralimpici) Raffaella e i suoi sorrisi Due chiacchiere con Raffaella, la signora che si trova al piano terra in portineria. Lei si è subito dimostrata disponibile e felice di fare l’intervista. Raffaella lavora nella scuola e passa la maggior parte del tempo a rispondere al telefono,mentre verso le ultime ore si occupa della pulizia degli uffici. Sembrano lavoretti da poco, ma vi immaginate passare un giorno intero a rispondere alle telefonate, forse anche di persone non molto gentili? Per me sarebbe un incubo. A Raffaella il suo lavoro piace, soprattutto perchè ogni giorno vede i bellissimi visi dei giovani ragazzi passare nella scuola. Ma le piace anche per il fatto che non è ripetitivo e che stimola. Prima di venire qua lavorava con i disabili a Luserna. Aiutare queste persone le piaceva davvero tanto, infatti le è dispiaciuto molto lasciare questo lavoro. Ha dovuto smettere perché doveva crescere 2 splendidi bambini che adesso hanno già 20 anni. Curare e aiutare i disabili per un certo periodo di tempo è una bella esperienza che bisognerebbe fare tutti. Una domanda che ha lasciato più perplessa la signora Raffaella è se lei nota delle differenze tra gli alunni del suo tempo e quelli di adesso… secondo la sua opinione i ragazzi del tempo erano più riservati e molto meno confidenziali con i professori e il personale. Ora alcuni ragazzi si ritengono superiori rispetto agli adulti, perché pensano di esserlo già anche loro. Ecco chi è Raffaella,una signora che d’ora in poi conosceranno e dovranno salutare tutti. Sara Dipietro e Francesca Bianciotto

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Periodico del Liceo Porporato, - Anno XV, n.4, gen. 15- ins. resp. J. Gabbio / M. Vassallo

La buona scuola? Vi

raccontiamo dov’è Nello scorso autunno, molto s’è

parlato della buona scuola,

ovvero dei desiderata che il

governo s’è dichiarato disposto

ad ascoltare circa un ambiente

educativo valido, da costruire e

ricostruire anche grazie alle

riforme ministeriali. Staremo a

vedere, nell’imminenza delle

ventilate novità che potrebbero

essere diramate a fine febbraio.

In questo numero di Onda,

proviamo noi a parlare di buona scuola, nella convinzione, e

anche nell’orgoglio, di viverla

già hic et nunc al Porporato. Si

inizia dai sorrisi della signora

Raffaella, icona di una

disponibilità seria ed

accogliente. Poi lo spettacolo

del linguistico che, forte di una

tradizione ormai solida, ha

lanciato entusiasmi, disegnato

professionalità e rinvigorito

legami. Ancora: ecco le

riflessioni del prof. Giovannini,

CT della nazionale

paraolimpica, che racconta

quando lo sport è cultura e

integrazione. Di tutto questo

documentiamo nel numero di

Onda d’urto che avete tra le

mani. E attenzione all’inserto,

per ripensare alla recente

esperienza dell’autogestione,

esempio riuscito di

partecipazione condivisa, fresca,

ordinata e propositiva. Sì, tutto

questo è buona scuola.

JG

SPECIALMENTE NELLA SOCIETA' ODIERNA, COSI' VIRTUALE, DIVENTA FONDAMENTALE LA PRATICA SPORTIVA PER MANTENERE UN CONCRETO CONTATTO CON LA REALTA', OLTRE CHE PER TUTTO QUANTO GIA' ESPRESSO. SENZA CONTARE IL RUOLO CHE LO SPORT, ANCHE QUELLO NON DI SQUADRA, RIVESTE NEL FAVORIRE LA SOCIALIZZAZIONE, PROPRIO OGGI DOVE ASSISTIAMO A TAVOLATE DI RAGAZZI CHE INVECE DI PARLARSI "DIALOGANO" CON IL PROPRIO CELLULARE, STRINGONO AMICIZIE CON CHI NON INCONTRERANNO MAI O PEGGIO ENTRANO IN CONFIDENZA SOLO TRAMITE INTERNET NON RIUSCENDO POI AD ESPRIMERSI DE VISU.

QUESTI VERI E PROPRI PREGIUDIZI CULTURALI SEMBRANO NON CONSIDERARE QUALE RUOLO FONDAMENTALE NEL RECUPERO SOCIALE ED EDUCATIVO PUO' AVERE LO SPORT, DI CUI L'EDUCAZIONE FISICA SCOLASTICA E' CERTAMENTE IL VIATICO CONOSCITIVO PRINCIPALE. ANCHE SE ANCORA OGGI L'EDUCAZIONE FISICA E' QUASI ESCLUSA DALLA SCUOLA ELEMENTARE E NELLE SUPERIORI VIENE TALVOLTA CONSIDERATA UNA SORTA DI RICREAZIONE O DI SALUTARE LIBERAZIONE DALLE TOSSINE, QUESTO INSEGNAMENTO RIMANE, CON VARIE PERCENTUALI RELATIVE AL GRADO DI ISTRUZIONE E QUINDI DI ETA' DEGLI ALUNNI AI QUALI VIENE PROPOSTO,FONDAMENTALE NEL PROCESSO DI CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPO, SIA A LIVELLO DI IGIENE, ALIMENTAZIONE, ANATOMIA, BIOMECCANICA CHE SOTTO IL PROFILO DELLA CREAZIONE DI SANE ABITUDINI E , FONDAMENTALE, DI AVVIAMENTO E CONOSCENZA DELLO SPORT. E' PROPRIO NELLA SCUOLA CHE L'EDUCAZIONE AL MOVIMENTO HA UN RUOLO FONDAMENTALE, TRAMITE L'INSEGNAMENTO DELL'EDUCAZIONE FISICA ; QUESTA HA UN RUOLO BEN CHIARO: TRASMETTERE LA CULTURA SPORTIVA E AVVICINARE I GIOVANI ALLO SPORT, DEL RESTO IN DUE ORE CURRICOLARI NON POTREBBE CERTO SOSTITUIRSI ALLO SPORT STESSO, ( CHE RICHIEDE UNA PRATICA DI MINIMO TRE GIORNI A SETTIMANA), NE TANTOMENO RIDURSI AD UNA RICREAZIONE SENZA SCOPO FORMATIVO. APPARE DUNQUE EVIDENTE CHE LA PRATICA SPORTIVA SIA QUINDI UNA FORMA DI CULTURA, LA CULTURA DEL CONFRONTO, DEL RISPETTO, DELLA SALUTE, CONTRO L'ISOLAMENTO, LA PREVARICAZIONE, LA DROGA . CRESCITA, FORMAZIONE, EDUCAZIONE, RISPETTO PER LE REGOLE, EDUCAZIONE AL CONFRONTO, APPRENDIMENTO DI UNA METODOLOGIA FINALIZZATA AD UNA PERFORMANCE, SOCIALIZZAZIONE: SI PUO' SI PUO' FARE A MENO DELLA PRATICA SPORTIVA? MAI COME IN QUESTO MOMENTO IL DETTO MENS SANA IN CORPORE SANO RISULTA ATTUALE..

Fabio Giovannini Insegnante, Maestro di Scherma Federale ,CT della Nazionale di Scherma Paralimpica

Laureato in Scienze Motorie e in Pedagogia.

Nel 2012 si trasferisce a Pinerolo e fonda il Club Scherma Pinerolo Olimpica, unica Societa' nel Pinerolese aperta in modo integrato a schermitori in piedi (olimpici)ed in carrozzina ( paralimpici)

Raffaella e i suoi sorrisi

Due chiacchiere con Raffaella, la signora che

si trova al piano terra in portineria. Lei si è

subito dimostrata disponibile e felice di fare

l’intervista.

Raffaella lavora nella scuola e passa la

maggior parte del tempo a rispondere al

telefono,mentre verso le ultime ore si occupa

della pulizia degli uffici. Sembrano lavoretti

da poco, ma vi immaginate passare un giorno

intero a rispondere alle telefonate, forse anche

di persone non molto gentili? Per me sarebbe

un incubo.

A Raffaella il suo lavoro piace, soprattutto

perchè ogni giorno vede i bellissimi visi dei

giovani ragazzi passare nella scuola. Ma le

piace anche per il fatto che non è ripetitivo e

che stimola.

Prima di venire qua lavorava con i disabili a

Luserna. Aiutare queste persone le piaceva

davvero tanto, infatti le è dispiaciuto molto

lasciare questo lavoro. Ha dovuto smettere

perché doveva crescere 2 splendidi bambini

che adesso hanno già 20 anni. Curare e

aiutare i disabili per un certo periodo di tempo

è una bella esperienza che bisognerebbe fare

tutti.

Una domanda che ha lasciato più perplessa la

signora Raffaella è se lei nota delle differenze

tra gli alunni del suo tempo e quelli di

adesso… secondo la sua opinione i ragazzi

del tempo erano più riservati e molto meno

confidenziali con i professori e il personale.

Ora alcuni ragazzi si ritengono superiori

rispetto agli adulti, perché pensano di esserlo

già anche loro.

Ecco chi è Raffaella,una signora che d’ora in

poi conosceranno e dovranno salutare tutti.

Sara Dipietro e Francesca Bianciotto

È vero: è stato uno spettacolo

''Facendo lo spettacolo teatrale e le prove

abbiamo scoperto nuove qualitá della nostra

classe e di ogni singolo individuo che vi é

all'interno. Inizialmente molti di noi avevano

dubbi sull'attività e alcuni erano addirittura

contrari, ma collaborando e usando la fantasia

siamo riusciti in tempo per la recita a mettere

insieme un vero e proprio spettacolino che

credo abbia soddisfatto tutti quanti, anche se

ovviamente non é uno spettacolo di

professionisti. E’ stato molto importante

l'aiuto di Castiglia, anche se non su tutto

eravamo d’accordo con lui. La cosa che credo

sia importante é che ognuno di noi ha trovato

un posto , divertendosi e superando alcune

paure e pigrizie. Un nostro compagno ad

esempio che inizialmente non voleva

partecipare, alla fine ha fatto una parte

meravigliosa che ha fatto sorridere tutti noi!

É anche stato bello osservare come alcune

persone che di solito appaiono piuttosto

timide, sul palco si sono trasformate.

Le lingue straniere in cui abbiamo recitato

non sono state un ostacolo, ma anzi un modo

per metterci alla prova e concentraci piú sul

modo di parlare e sull'espressivitá della

nostra voce.

Ci sono stati alcuni momenti in cui nessuno

aveva piú voglia di continuare, ma sulla fine

credo che nessuno rimpianga di aver

partecipato e tutti noi se avessimo la

possibilitá rifaremmo questo progetto anche

un'altra volta. La nostra classe si é unita, ci

siamo conosciuti meglio sotto altri aspetti e le

nostre amicizie si sono rafforzate. In poche

parole, é stata un'esperienza faticosa, ma

nonostante tutto stupenda!''

A cura di Johanna Lazier, II EL

SI SCRIVE SPORT, SI LEGGE CULTURA LA CONSIDERAZIONE CHE LO SPORT E , PIU' IN GENERALE, L'ATTIVITA' MOTORIA, OTTENGONO NELLA COSIDDETTA SFERA CULTURALE SI LEGA QUASI ESCLUSIVAMENTE ALLA PREDISPOSIZIONE DEI SINGOLI. NEMMENO LA CULTURA SCOLASTICA FA ECCEZIONE, INFATTI L'EDUCAZIONE FISICA IN MOLTE SCUOLE TROVA UN PO' DI BENEVOLENZA GENERALMENTE SOLO GRAZIE AD UN PRINCIPIO DI TOLLERANZA LEGATA AL " VIVI E LASCIA VIVERE" , PIUTTOSTO CHE AD UNA SERIA CONSIDERAZIONE DELL'IMPORTANZA CHE L'ATTIVITA' MOTORIA RIVESTE IN AMBITO FORMATIVO, SIA NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO CHE DI CRESCITA PSICO- FISICA. VORREI FAR RIFLETTERE SU QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE IL RUOLO DELL'EDUCAZIONE FISICA O SCIENZE MOTORIE NELLA SCUOLA. SE NELLA PRIMA INFANZIA L'ATTIVITA' FISICA GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE AI FINI DELL'APPRENDIMENTO E DEL SUPERAMENTO E PREVENZIONE DI PROBLEMI LEGATI ALLA SCARSA COORDINAZIONE SPAZIO -TEMPORALE( DISLESSIA, DISGRAFIA...), VISTO CHE LE LETTERE SI SUSSEGUONO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO ESATTAMENTE COME I PASSI,PROBLEMI CHE VENGONO POI SBRIGATIVAMENTE CONSIDERATI CON UN " NON E' PORTATO PER"..., LO SPORT PRATICATO DURANTE L'ADOLESCENZA RIVESTE UN RUOLO FORSE ANCORA PIU' IMPORTANTE, DIREI FONDAMENTALE, NELLA COSTRUZIONE DELLA PERSONA, NON SOLO FISICAMENTE MA SOPRATTUTTO MENTALMENTE.

EPPURE GLI INSEGNANTI DI EDUCAZIONE FISICA TALVOLTA VENGONO ANCORA CONSIDERATI" PROFESSORI ...DI ZOMPI", PUR AVENDO UNA CULTURA ACCADEMICA SIA UMANISTICA CHE SCIENTIFICA E DISPONENDO DI METODI E TECNICHE OPERATIVE FONDAMENTALI IN QUALSIASI PROCESSO EDUCATIVO... EPPURE ASSISTIAMO SPESSO AD ATTEGGIAMENTI CHE DENOTANO ANCORA PREVENZIONE DA PARTE DI MOLTI DOCENTI NEI CONFRONTI DI CHI PRATICA SPORT, SPECIE SE A LIVELLO AGONISTICO: QUEST'ULTIMI CHE , INVECE DI PERDERE TEMPO IMPARANO AD ORGANIZZARSI ED A INVESTIRE ENERGIE NELL'IMPARARE A CONFRONTARSI, A VERIFICARE E CERCARE DI MIGLIORARE LE PROPRIE ABILITA', FORMANDO IN MODO OGGETTIVO IL PROPRIO CARATTERE ,( LA PROPRIA FORZA DI VOLONTA', SPIRITO DI SACRIFICIO, ACCETTAZIONE DI SE E DEGLI ALTRI), VENGONO A VOLTE PENALIZZATI ANCHE IN MODO SISTEMATICO E NON CASUALE ( INTERROGAZIONI IL GIORNO DOPO DELLA GARA...) COME SORTA DI PUNIZIONE PER LA PRATICA SPORTIVA. EPPURE VIENE SPONTANEA LA SIMILITUDINE CON LO STUDIO: QUANTI, PUR AVENDO STUDIATO, NON RIESCONO A MIGLIORARE UNA PERFORMANCE NEGATIVA PERCHE' NON SI METTONO IN DISCUSSIONE ? LO SPORT NON TE LO PERMETTE E CHI LO PRATICA LO SA BENE.

Continua nella pag. seguente

... NON CHIAMATEMI STELLA!

Nel mese di gennaio è brillato nel

firmamento un corpo celeste che

tutti erroneamente chiamano stella

cometa. Se per caso avete alzato

lo sguardo e aguzzato la vista,

avete scorto scorgere a sud-est

della costellazione di Orione un

leggero bagliore verde.

INVASIONE ALIENA? Certo

che no!

Si tratta infatti della famosissima

cometa Lovejoy che, a differenza

di altre, oltre adf avere il codice

C2014 Q2 del quadrante del

reticolo celeste nel quale è stata

avvistata, è conosciuta anche con

il nome dell'astronomo australiano

suo scopritore.

Corpo celeste di ghiaccio e

polvere di stelle attraversa i nostri

cieli deliziandoci con la sua

presenza solo ogni 10.000 anni.

Come se non fosse già abbastanza

restìa a mostrarsi, è

profondamente irritata dal fatto

che da secoli viene chiamata stella

cometa. Non emanando luce

propria questa definizione la

infastidisce : infatti dopo la lunga

conversazione telefonica di ieri

sera, ha chiuso la

chiamata dicendo :"... e mi

raccomando! Non chiamatemi

stella".

IV A ginnasio

Speciale autogestione

Rappresentare davveroCi avevano avvertite: fare il rappresentante

possono considerare tradizione della scuola, sonogiornate in cui si cambia schema e si crea unabella alternativa alle classiche lezioni frontali.Credo che con quello che succede nel mondo nonsi possa pensare che la scuola non faccia la

consapevolezza ed è giusto, anzi doverosodedicarci del tempo. Si sperimenta, si rischia, sisbaglia e si impara, ma quel che resta dopo una

domande che non riescono a trovare spazio in

perché ogni studente può trovare quello spazio edesserne il protagonista fino in fondo.Ascoltando qualche feed-back della giornata sonotornata a casa piuttosto soddisfatta, nonostantealcuni imprevisti, abbiamo raccolto commentipositivi di professori e alunni contenti di quel chehanno vissuto e imparato.Certamente abbiamo imparato molto anche noi ela premessa più importante è che si può semprefare di meglio e per questo ci impegneremo.É vero essere rappresentanti è faticoso, spesso siagisce in silenzio, ma non è il riconoscimento ilnostro obiettivo. Grazie all'appoggio di chi lavora ascuola e di altri studenti pieni di energia (come lostraordinario organo esecutivo) disposti acondividere la fatica con noi, tutto diventa piùfacile e la conferma che ciò che facciamo insiemeriesce a raggiungere l'interesse e ad accenderel'entusiasmo dei ragazzi già solo basta a ripagare inostri sforzi. Ci impegniamo a tenervi informati suinostri progetti ma ci piacerebbe ricevere ognivostro parere, dalla critica al suggerimento, perchéè l'unico modo in cui possiamo rappresentaredavvero tutti il meglio possibile!

Debora Faure

UNA VITA INSIEME ALLA MAFIAQuest' anno alla Giornata Autogestita è stato come al solito possibile tra le varieattività di laboratorio anche la visione di alcuni film, tra cui "La mafia uccide solod'estate".La storia, ambientata nella Palermo del secolo scorso, narra le vicende di Arturo, unragazzo a cui la mafia ha cambiato la vita giorno dopo giorno a partire dal suoconcepimento (tralascio i dettagli sulla descrizione della cosa...). Arturo, da sempreinnamorato di Flora fin da bambino, cerca per tutta la vita di conquistarla, ma vedespesso i suoi piani fallire per opera della mafia che, seppur involontariamente, nonfa che intralciargli la strada con i suoi "affari". Poi la bambina deve partire con igenitori per la Svizzera. Deciso a non perderla Antonio organizza un ultimotentativo per persuaderla e, inesorabilmente, anche questo fallisce grazie alla mafia.Partita Flora, Arturo si arrende all'idea di non rivederla più. Ormai adulto e deciso aseguire il suo grande sogno di diventare giornalista, trova lavoro nella TV locale, incui ricopre il ruolo di pianista, sperando in futuro di riuscire ad acquisire un ruolomaggiore. Alla fine, riesce in entrambi i suoi intenti: rivede Flora, che è tornata inItalia come assistente del politico Lima, e lei gli offre un lavoro come giornalistadurante la campagna elettorale. i due però litigano poco dopo, e sembra nondebbano vedersi mai più.Vengono intanto uccisi Falcone e Borsellino. Palermo è in rivolta contro i mafiosi.Durante una manifestazione funeraria Flora e Arturo si rivedono e questa volta,dopo che lei ha capito di aver sbagliato con lui, riescono finalmente a stare insieme.Il film termina con Arturo che una volta diventato padre si rende conto che è suodovere far in modo che suo figlio conosca la realtà in cui vive, portandolo a visitaretutti quei posti in cui la mafia aveva ucciso i politici, magistrati, poliziotti ecc. chelui durante la sua vita aveva visto morire, sperando così di prepararlo al suo futuro aPalermo.

Alessia Canale

La scuola ai ragazziNiente appello lunedì 19gennaio. Corridoiinsolitamente popolati,aule destinate a qualcosadi diverso rispettoalle regolari lezioni,attività edapprofondimenti suargomenti di ampiorespiro. Qualcosa didiverso dalla " scuola" ,ma che è scuola nelsenso più pieno deltermine. Un laboratoriodi idee in gioco. Questo èstata, a parere di chiscrive, la giornataautogestita, durante laquale gran parte deiragazzi ha dimostrato diessere interessata adargomenti di grandeimpegno e di urgenteattualità .Il 19 gennaio la scuolal'hanno fatta loro: iragazzi, gli alunni.Quelli che ognigiorno la odiano e laamano. insomma quelliche la vivono.

V.M.

Continua dalla pag. precedenteOrmai una ragazza su tre non partecipa alla vita scolastica perché non ritiene di essereabbastanza bella, una ragazza su cinque non si presenta al colloquio di lavoro perché inquel giorno non si ritiene particolarmente bella, sei ragazze su dieci decidono di noncompiere un determinato hobby o sport perché si considerano non belle e purtroppo dieci

fenomeno colpisce principalmente gli adolescenti ma ha dei riscontri anche nelle donneadulte che per sentirsi accettate ricorrono a siringhe di botulino o plastiche al seno, perassomigliare il più possibile alle star della tv o delle riviste; ma alla fine sono tuttesoggette a photo shop e altri trattamenti; una modella disse che si sentiva terribilmente

professionisti del trucco e stilisti, quella sulla copertina non era più lei. Non dobbiamosmettere di truccarci o vestirci sempre alla moda, ma dobbiamo cercare di sfruttare innostri difetti, perché ci rendono unici e diversi da qualsiasi altra persona, e non coprirli

Claudia Baccolo

SONO ORGOGLIOSA DI ESSERE ME STESSA/STESSOLa società fa credere ogni giorno a milioni di persone di essere inadeguati per i

canoni assurdi di bellezza che ci propone, alla tv noi vediamo donne magre, alte econ il volto rifatto oppure uomini tonici e abbronzanti con bicipiti, quadricipiti,

incominciamo a cambiare la nostra alimentazione, il nostro modo di vestire, il nostro

di bellezza proposto nelle riviste o in tv mettendo in grave pericolo la nostra salutefisica e mentale.

Continua nella pag. seguente

CROCE ROSSAIl laboratorio di croce rossa,gestito comegli anni precedenti dai giovani volontaridell'ente,ha trattato temi di grandedibattito. Abbiamo ragionato tutti insiemesu argomenti quali il bullismo,il razzismo,il pregiudizio nei confronti del diverso.Tutti hanno potuto esprimere la loroopinione,i volontari ci hanno infatti subitotranquillizzati dicendoci che non c'era unarisposta giusta o sbagliata, ma ognunodoveva poter manifestare le proprie idee.L'atmosfera era molto rilassata escherzosa,soprattutto grazie ai simpaticigiochi d'intrattenimento che abbiamosvolto all'inizio del laboratorio, in questomodo siamo riusciti a scioglierci ed adessere più spontanei durante i momenti didibattito. Bisogna infatti ricordare che laCroce Rossa non è un'organizzazione soloa livello sanitario,ma si occupa anche delpiano sociale,molti volontari svolgonoservizi quali aiutare i bambini di casafamiglia a fare i compiti,fare la spesa perle persone anziane oppure fornireassistenza sanitaria durante concerti odincontri sportivi.

Francesca Beltramo

Diritti e DisabilitàCiò che rende una persona disabile è certamenteil suo handicap, ma la società spesso contribuiscea ingigantire questo problema fisico o mentaleche una persona può avere; molte volte inormodotati si trovano a prendere scelte al postodei disabili, scelte che possono essere giuste osbagliate, ma non è la decisione della personainteressata, che magari si troverà ad affrontare leconseguenze di questa scelta per una vita,sapendo che non è stato lui a scegliere, maqualcun altro. Inoltre la società non provvedeogni volta ad abbattere le barriere architettonicheche aumentano la percezione dei disabili asentirsi ancora più diversi e in dipendenza da

un uomo in sedia a rotelle riesca a prendere untreno da solo, perché per salire sono tutti dotati discalini, oppure le rampe troppo in pendenza o isemafori senza il segnale acustico o gli ascensoritroppo piccoli. Tutti provvedimenti che lo statoavrebbe dovuto prendere dal 2009, quando il

legge in Italia. Ad una persona con disabilitàNON serve avere diritti speciali, basta AVEREUGUALI DIRITTI.

Claudia Baccolo

articolo.Infatti il 19 gennaio, giorno della giornata autogestita, moltissimi studenti del liceo

particolare il rapporto che vi è tra la chiesa e l'omosessualità. Si sono sentiti molti pareridiversi, alcuni dei quali condannavano ogni rapporto sessuale che non fosse unicamentequello tra un uomo e una donna, altri che invece erano comunque tolleranti nei confrontidei rapporti omosessuali, mentre altri ancora si battevano fermamente per sostenere i dirittidi gay, lesbiche e bisex. Si sono sentiti i pareri di omosessuali, che chiedevano alla chiesadomande legittime sul perchèp quest'ultima li avesse spesso rifiutati. I preti presenti hannoespresso la loro opinione riguardo a tali argomenti, senza tuttavia mai sbilanciarsi troppo suun frangente anziché su un altro.Sono sorte diverse polemiche, con tanto di frecciatine ben mirate e colpi bassi da fareinvidia a Chuck Norris.L'incontro è stato tuttavia molto interessante, e alla fine di esso è sopraggiunta a molti

Lascio che siate voi, da soli, a darvi una risposta.Greta Gabrieli, VBG

Il 19 gennaio,nella giornata autogestita, ho deciso di partecipare al

La loro tappa è stata a Cristianòpolis, una delle città più piccole del Brasile.Questi ragazzi sono stati un mese lì e hanno raccontato tutto ciò che hanno fatto peraiutare le famiglie, con video (fatti da loro) , articoli di giornale e interviste.In questi video ho visto scene terrificanti, come per esempio bambini che muoionosenza motivo, madri disperate, mancanza di cibo, favelas, sparatorie.. la maggior partedei bambini, per aiutare la famiglia, entrano nel mondo della droga e finiscono con

ovvero delle capanne fatte di fango e pietra dove vive la maggioranza dellapopolazione; qui si scambia la droga,vengono uccisi milioni di bambini e diconseguenza si distruggono famiglie intere.Oltre a queste crudeltà e ingiustizie ho visto anche scene che ti riempiono il cuore e cheti fanno venire voglia di essere lì. Tutti i video girati nelle favelas ritraevano bambiniche sorridono, che ti prendono per mano e che fanno capire che ti ringraziano per ilfatto di aiutarli e di essere lì con loro.Questa è stata una delle cose che mi ha colpito di più, perché mi ha insegnato che

stiano accanto. Se ci pensiamo,questi bambini non hanno nulla in confronto a noi, non

presenza di qualcuno che gli voglia bene. Una suora, la quale insegna in una piccola

Dopo tutto ciò che ho sentito e visto, mi è venuto il sogno di andare a fare volontariato

Sara Dipietro 1al