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    PERIODICO DELLA PARROCCHIA S. STEFANO IN VIMERCATE - ANNO 85°

    APRILE 2015

  • 2 Parola Amica

    Parola AmicaVimercateAPRILE

    sommario• Calendario - Vita Parrocchiale• La Pasqua, ora difficile e ardita• Settimana Santa• Pasqua di Risurrezione• Nella Pasqua cerchiamo il Pane

    Vero• Appuntamenti Comunità Pastorale• Comunità Pastorale e sogni• Elezioni per il Consiglio Pastorale• Festa degli Anniversari• Le Canossiane e le Missioni• Due giorni I Media• Il sapore della vita• Esperienze estive• Nella Teca espositiva• “Destiniamo” l’8 e il 5 x 1000• La Festa Decanale a Mezzago• ACLI e Veglia Lavoratori - Defunti• Il Nido del Gabbiano• Per noi era un gioco• Offerte

    Sottoscrizione annua- Ordinaria e 20- Promozionale e 25

    Periodico della Parrocchia S. Stefano in VimercateRedazione e Amministrazione:Centro Paolo VI - via De Castillia, 2 - VimercateDirettore responsabile: Don Giuseppe PonziniTribunale di Monza n. 540 del 15-3-86

    In copertina: Marc Chagall,Resurrezione

    Indirizzi utiliCentro di Ascolto CaritasVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6612179Centro Aiuto alla Vita - CAVVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6084605Consultorio Familiare - CEAFVia Mazzini, 33 - Tel. 039.666464

    Sacerdoti con incarichi pastoraliDon Mirko BelloraResponsabile Comunità PastoraleVia S. Marta, 24 - Tel. 039.669169

    Don Roberto ValeriVicario Comunità PastoraleVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6612094

    Don Marco FusiVicario Comunità PastoraleVia Valcamonica, 25 - Cell. 349.1764.070

    Don Davide MarzoVicario Comunità PastoraleVia Valcamonica, 23 - Tel. 039.667718

    Mons. Giuseppe PonziniResidente con incarichi pastoraliVia Valcamonica, 23 - Tel. 039.668635

    Don Silvio VillaResidente con incarichi pastoraliVia De Castillia, 2 - Tel. 039.6082404

    Don Alfio MottaRettore OspedaleVia Ospedale, 8 - Tel. 039.6654630

    Sacerdoti residenti

    Don Gianni RadiceVia Terraggio Molgora, 11 - Tel. 039.6083129

    Don Peppino PeregoVia S. Marta, 3 - Tel. 039.6080817

    Segreteria parrocchialeVia de Castillia, 2 - Tel. 039.668122mail:[email protected] lunedì a sabato, eccetto festivi,ore 9 - 12 - per battesimo: venerdì,ore 17,30 - 20,00

    Orario delle ss. messe

    GIORNI FESTIVI:Ore 8,30 • 10,00 • 11,30 • 18,00Vigiliare: Ore 18,00GIORNI FERIALI:Ore 7,30 • 8,30 • 18,00

  • 1 M s. Ugo vescovo

    2 G In Coena Domini

    3 V Passione del Signore

    4 S Sabato Santo

    5 D PASQUA DI RISURREZIONE 6 L DELL’ANGELO7 M s. Giovanni Battista della Salle

    8 M s. Walter Gualtiero abate

    9 G s. Tancredi monaco

    10 V s. Pompeo martire

    11 S s. Gemma Galgani

    12 D SECONDA DI PASQUA 13 L s. Martino I papa

    14 M s. Lamberto vescovo

    15 M s. Damiano de Veuster

    16 G s. Bernardetta Soubirous

    17 V s. Elio

    18 S s. Galdino vescovo

    19 D TERZA DI PASQUA 20 L s. Agnese di Montepulciano

    21 M s. Anselmo d’Aosta

    22 M s. Teodoro

    23 G s. Giorgio martire

    24 V s. Fedele da Sigmaringen

    25 S s. Marco evangelista

    26 D QUARTA DI PASQUA 27 L bb. Caterina e Giuliana

    28 M s. Gianna Beretta Molla

    29 M s. Caterina da Siena

    30 G s. Pio V papa

    APRILEcalendario liturgico vita parrocchiale

    Parola Amica 3

    Perchè gli uomini imparino a rispettare il creatoe a custodirlo quale dono di Dio.

    Perchè ogni Chiesa particolare si impegni ad essere presente dove maggiormente mancano laluce e la vita del Risorto.

    Apostolato della preghiera

    2 GIOVEDI SANTO

    Ore 9.30 S. Messa Crismale in Duomo

    Ore 16,30 S. Messa nella Cena del Signore

    per Ragazzi e Anziani

    Ore 21,00 S. Messa in Coena Domini

    della Comunità Pastorale.

    3 VENERDI SANTO

    Ore 15,00 Liturgia della Passione del Signore

    Ore 21,00 Liturgia della Deposizione del Signore

    4 SABATO SANTO

    Ore 21,00 Veglia Pasquale con Battesimi

    5 DOMENICA DI PASQUA

    Ore 11,30 S. Messa Solenne

    6 Lunedì nell’Ottava di Pasqua

    Orario festivo

    10 Ore 21,00 S. Messa Contemplativa

    12 FESTA DECANALE A MEZZAGO

    14 Ore 21.00 Lectio Divina in Santuario

    15 Ore 21,00 Preparazione dei Gruppi d’Ascolto

    18 Ore 16,00 Preparazione Anniversari Matrimonio

    19 ELEZIONI PER IL CONSIGLIO PASTORALE

    Ore 11,30 S. Messa Anniversari Matrimonio

    Ore 15,00 Memoria del Battesimo

    25 Ore 11,30 S. Messa per i Caduti

    26 Ore 16,00 Celebrazione del Battesimo

    28 Ore 20,45 Veglia Lavoratori a Lecco

  • È l'ora del dubbio disperante, l’ora della fede nuda, l’ora della speranza folle, l’oradell’audacia inaudita … quando il silenzio si mischia al grido, quando le domandesembrano senza risposta, quando il buio confina con la luce, quando l’attesa di unapromessa si dilata, quando la paura ti schiaccia, quando Dio non sembra più Dio,quando la vita si fa di nuovo strada… è l’ora della Pasqua!È l'ora di inginocchiarci ai piedi della Croce, se vogliamo conoscere davvero chi èDio, con il suo amore smisurato e folle per l'umanità.È l'ora di incamminarci verso un sepolcro che si rivelerà vuoto, se vogliamo cono-scere davvero chi è l’uomo e a quale inaudita speranza è chiamato.È un’ora difficile e ardita, bella e tremenda. Come le ore della nostra vita segnatedal dolore, quando ogni via d’uscita sembra chiudersi e le lacrime impediscono divedere, come le ore segnate dall’amore, quando tutto si illumina di nuovo e gliabbracci riaprono il cuore.

    Così è il sabato santo, il giorno che amo di più, perché è il giorno cheassomiglia di più alla vita e agli uomini: giorno di solitudine e attesa. Ilsilenzio del sepolcro invade tutto e rischia di tradire ogni speranza nataattorno a quell’uomo che diceva di essere il figlio di Dio. Ma persino Luiha deluso. Ha fallito. L’attesa è dentro di noi, niente potrà strapparla via.Potremo forse ignorarla, ma non sopprimerla, restiamo inquieti: l’unicacosa che vogliamo sapere è se quell’uomo è risorto e quella resurrezio-ne c’entra con me ora, in questo istante in cui scrivo. Questa è l’unicacosa che attendiamo, se quell’uomo risorge e c’entra con me …(Alessandro D’Avenia)

    LA PASQUA, ORADIFFICILE E ARDITA

  • Il cuore dei Vangeli ci porta lì, alla Pasqua, a quel sepolcro vuoto, al giardino doveMaria e le altre donne hanno incontrato Gesù risorto.

    Custodite la parola “Resurrezione”!Non scambiatela con nessun’altra!

    Non con “sopravvivenza”, con “immortalità”,con “trasformazione”, “progresso”, “riforma”,

    neppure con “rivoluzione”.Custodite la parola “Resurrezione”,

    anche se supera, come supera,ogni vostra capacità di immaginazionee persino le vostre più ardite speranze.

    Custodite la parola “Resurrezione”E il segreto che essa racchiude.

    Perché la Resurrezione è un segreto …Un segreto non da nascondere, certo,

    ma neppure da sbandierarecome se fosse nostro anziché di Dio.

    Piuttosto siamo chiamati a vivere questo segretoCome potenza di cose nuove nella storia.

    (Paolo Ricca)

    La resurrezione di Gesù è stata senz’altro il segreto decisivo della vita del pastoree teologo protestante Dietrich Bonhoeffer - di cui mi sento alunno infinitamentedebitore e che cito spesso nelle mie omelie - che così scriveva nel suo Resistenza eresa: “È dalla resurrezione di Cristo che può spirare nel mondo presente un nuovovento purificatore. Qui c’è la risposta al “datemi un punto d’appoggio e solleveròil mondo”. Se un po’ di persone lo credessero veramente e si lasciassero guidareda questo nel loro agire terreno, molte cose cambierebbero. Vivere partendo dallaResurrezione: questo significa Pasqua”. È questo segreto che gli ha permesso dilottare contro il nazismo, di vivere e di morire nella più grande, intima e indistrut-tibile speranza. 70 anni fa, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guer-ra, Bonhoeffer veniva impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg perordine di Hitler. Dieci anni più tardi Bethge, il medico del lager scrisse così:

    Attraverso la porta semiaperta della baracca vidi che il pastoreBonhoeffer, prima di svestire gli abiti del prigioniero, si inginocchiò inprofonda preghiera col suo Signore. La preghiera così devota e fiducio-sa di quell’uomo straordinariamente simpatico mi ha scosso profonda-mente. Anche al luogo del supplizio egli fece una breve preghiera, quin-di salì coraggioso e rassegnato alla scala del patibolo. La morte giunse

  • dopo pochi secondi. Nella mia attività medica di quasi cinquant’anni nonho mai visto un uomo morire con tanta fiducia in Dio. Poco prima avevapronunciato queste parole: “È la fine, per me l’inizio della vita”.

    Credere nella risurrezione e rimandarla al futuro non basta. La speranza non è nelpassato o nel futuro, è qui e ora. La Pasqua di Gesù ci consegna oggi vitalità, ener-gia, forza, creatività per combattere il male, le ingiustizie… è stato il segreto diBonhoeffer, è stato ed è il segreto di tanti cristiani, può diventare anche il nostrosegreto.

    Un missionario viveva da tantissimi anni in Cina, paese dalla culturamillenaria e profondamente religioso. Non aveva battezzato nessuno(non era lì a convertire...), ma era riuscito in qualche modo a stabilireuna bellissima relazione con un vecchiettino cinese, con cui passava leore e le giornate a chiacchierare del più e del meno, e a discutere dellecose di Dio. Era stupendo per entrambi potersi scambiare le proprieesperienze di fede, così diverse eppure così simili. Era bello poter scopri-re, grazie all'altro, un altro volto di Dio, un altro colore del suo arcoba-leno, un altro raggio della sua luce. Un giorno il missionario arrivò aparlare della risurrezione... Come spiegare al suo amico il mistero dellarisurrezione di Gesù? Era facile raccontargli della vita di Gesù, del beneche aveva fatto, di come la gente semplice lo ricordasse proprio come unuomo buono che aveva fatto tanto bene. Ma come spiegargli la risurre-zione? Provò, e riprovò, cercò esempi, metafore... ma il suo grandeamico non riusciva a comprendere tale stupefacente mistero. Finché ungiorno il vecchio cinese disse al suo amico missionario: "Ascolta, datanti giorni ti sforzi di spiegarmi quello che io non posso capire. Credoci sia un unico modo perché io possa capire cos'è la risurrezione di Gesù:mostrami la tua risurrezione!".

    Ogni anno a primavera si ripete puntualmente il miracolo della rinascita.Guardando le gemme che nuovamente rispuntano siamo afferrati da meraviglia estupore... C'è un giardino dove possiamo ammirare i miracoli che il credere allaresurrezione di Gesù può compiere: è il cuore dell'uomo, il nostro cuore. Lì si anni-da la speranza, la vita che fiorisce, la fede e la carità che ci chiamano a una vita darisorti, una vita bella e giusta per tutti.

    “L’unica cosa che vogliamo sapere è se quell’uomo è risorto e quella resurrezionec’entra con me ora”… Quella resurrezione c’entra davvero con me, con la mia vitadi ogni giorno. Ho pianto e ho creduto. E continuo a credere.

    DON MIRKO BELLORAwww.donmirkobellora.it

  • 8 Parola Amica

    PASQUA DI RISURREZIONE

    Tra i personaggi più interessanti deiromanzi di L. N. Tolstoj, c’è un taleNechljudov, indiscutibile controfigu-ra, personaggio ideale a cui l’autoreda sempre affida l’incarnazione dellegrandi scelte che nella vita si devonoaffrontare. Nel suo celebre e ultimoromanzo: Resurrezione (1899),Nechljudov è un giovane ufficiale chedai salotti della buona società mosco-vita giunge fino in Siberia al seguitodella Maslova, una donna che, dopoaver sedotto, vorrebbe sposare e redi-mere. Eppure, ciò che avviene ha del-l’inaspettato: tra i dissensi delle auledi tribunale, frequentate da magistratiridicoli e avvocati giovani e inesperti,passando per inchieste sommarie efalse condanne, colei che ha inseguitoin ogni dove giunge alla propriaredenzione. In maniera, però, alquan-to differente da quanto il principeNechljudov si aspettava, la Maslovasceglierà l’amore di un compagno diprigionia, rifiutando l’agio e la tran-quillità di una vita comoda e aristo-cratica. Solo allora, quando la sua vitapare rassegnata alla delusione e al fal-limento, Nechljudov apre gli occhi evede la miseria spirituale del mondo,scopre la fallacia della giustiziaumana, vede chiaramente quanta pre-sunzione si trova nella volontà degliuomini di estirpare i mali del mondo egli orrori dei tempi, e lasciandosiafferrare dalla fede, trova in Cristo lapropria resurrezione. Passerà una

    notte intera sfogliando le pagine delVangelo che si ritrova nelle tasche epiù legge e più si rallegra del suo mes-saggio, stupendosi di quanto sia sem-plice, al punto da risultargli familiaree dal sentirsene intimamente persua-so. Tra le ultime battute si dirà: «Daquella notte, ebbe inizio perNechljudov una vita tutta nuova, nontanto perché egli affrontasse nuovecondizioni di vita, quanto perché tuttociò che gli accadde da allora in poi,veniva ad assumere ai suoi occhi unsignificato del tutto diverso daprima».Credo che questa vicenda abbia laforza di esprimere anche per ciascunodi noi la verità della Pasqua che cele-briamo. Una delle parole decisivedella Quaresima è conversione, ebbe-ne nel suo significato immediato sug-gerisce l'immagine di una personache, accorgendosi di camminare suuna strada sbagliata, decide di tornaresui suoi passi e di incamminarsi inuna direzione diversa. Si decide dicambiare il corso della propria vita,orientando i propri atteggiamenti ecomportamenti secondo criteri diversida quelli seguiti fino a quel momento.Se così fosse, basterebbe del buonsenso, unito alla forza di volontà e aun lavoro onesto e costante sulle pro-prie inclinazioni e potremmo esseresoddisfatti. La Quaresima equivarreb-be a uno sprone sulle nostre condotteimperfette e la Pasqua avrebbe di

  • Parola Amica 9

    vicende tristi di un’umanità smarrita einfelice. «Per quanto gli uomini, rac-cogliendosi su un breve spazio inparecchie centinaia di migliaia, sisforzassero di snaturare quel tratto diterra su cui s’accalcavano; per quan-to avessero ricacciato sotto le pietrela terra, affinché nulla ci crescessesopra, e rinettassero qualsiasi erba nespuntasse fuori, e affumicassero tuttodi carbone e di petrolio, e mozzasserogli alberi, e allontanassero tutte lebestie e gli uccelli, la primavera eraprimavera anche in città. Il sole scal-dava, l’erba, tornata a vita, saliva everdeggiava dovunque non fosse statasarchiata, non solo nelle aiuole deiviali, ma perfino fra le lastre dellestrade…» (Resurrezione, incipit). Se ècosì per la primavera, quanto più veroè per l’opera della grazia che Cristoeffonde dall’alto della croce per la sal-vezza di tutta l’umanità! BuonaPasqua di risurrezione!

    Don Davide Marzo

    anno in anno l’indicazione morale diuna vita esemplare, per quanto diffici-le da seguire. Ma come riconoscerenel morire e nel risorgere di Cristo ilmio morire e il mio risorgere? Il gridodi Gesù sulla croce contiene tutte lenotti, tutte le morti, tutte le grida del-l’uomo peccatore, dei giusti oppressio sconfitti, tutte le invocazioni, tuttal’angoscia, l’impotenza, la sfiduciadell’umanità. Così, nella risurrezionedi Cristo, Dio si manifesta come ilvero riparatore della storia umana, delmale fatto dall’uomo; si è rivelatocome colui che è la fonte della vita edomina la morte, come colui del qualeci si può fidare sempre, anche quandotutte le possibilità umane sono croci-fisse. Esaltando Gesù, Dio Padrerivolge agli uomini un messaggio divera speranza: la storia è nelle Suemani. Non siamo noi che cambiamostrada, ma è Lui che percorre la nostrae ci viene incontro. Non siamo neppu-re noi quelli che possono redimere le

  • 10 Parola Amica

    Nella Pasqua cerchiamo “ancora diquesto pane” (Giovanni 6,35)

    Lo splendore della Pasqua, la circo-stanza di Expo, ci riportano alla que-stione di chi sia il pane del nostrocammino. Cosa nutre in realtà lavita dell’uomo?

    Veramente il Signore nutre la nostravita? Oppure è un alimento di cuisentiamo volentieri di farne a menoperché lo giudichiamo dannoso o piùsemplicemente superfluo?Cristo si propone nel capitolo sesto diGiovanni come Colui che sfama, mauna fame che non corrisponde al solobisogno biologico, una fame ulterio-re, la fame di Verità che non sarà maicompletamente saziata se non nellacontemplazione del Volto di Coluiche fa nuove tutte le cose (Ap 19)Il rischio di una esistenza priva diquesta fame lo vediamo ogni giorno,anche fra credenti, una vita senzaetica fondata in Cristo, incapace diguardare l’altro come persona, unavita senza circostanze capaci di edu-care ma fatta solo di aspetti, scaden-ze, programmi, funzioni.Come è diversa la vita di chi atten-

    de da Cristo la manna per continua-re il cammino, come è diversa la rela-zione di chi appartiene alla compa-gnia del Figlio di Dio.Si può anche scappare daGerusalemme ma bisogna fare iconti con la nostalgia: Cleopa e ilsuo comapagno ce lo ricordano nellasplendida cornice del vangelo diLuca (Lc 24): il pane che sfama in

    verità è l’Eucarestia. Noi lo abbiamosperimentato, ma come fare a rac-contarlo ad altri? Come mettere inevidenza che il Pane del cammino

    è quel “motore immobile” che ci

    attrae e cambia il nostro giudizio?

    Come mettere in evidenza “quelpezzo di cielo che risplende nei tuoiocchi ma non è tuo”? (C.Pavese).Forse occorre prendere sul serio edin modo approfondito la nostra espe-rienza cristiana. L’esperienza dellaPasqua.Come la Pasqua ci nutre? Di cosa sinutre la nostra quotidianità? Come ilpane della vita cambia il punto divista sulla realtà? Questi sono i segninei quali la nostra umanità si

    mostra come “buona bella e vera”

    per usare le tre grandi categorie deidottori medievali attraverso le qualigiudicavano la vita.Ma a ben vedere è la stessa vita checi richiama alla necessità di esserenutriti dal Pane vero, la vita stessaper sé reclama la Pasqua, laResurrezione; la vita non desiderache essere corrisposta dal buono, dalbello e dal vero, per non cadere nelrischio della frammentarietà. Quantegiornate frammentate, progetti,sguardi a causa del nostro “io” nonunificato dal pane vero.“Occorre rinascere dall’alto” (Gv3,3) per cogliere tutte le potenzialitàinsite nella realtà che abbiamo difronte, fatta di quotidianità che ci

  • Parola Amica 11

    educa costantemente al bisogno delpane vero, quello che nutre la nostravita, che la rende univoca e vince ladissipazione dell’Io, la sua schizo-frenia. Scriveva Benedetto XVI nellaLettera enciclica Deus Caritas est: ainumeri 12 e 13“« Dio è amore » (1Gv 4, 8). È lì che questa verità puòessere contemplata. E partendo da lìdeve ora definirsi che cosa sia l'amo-re. A partire da questo sguardo il cri-stiano trova la strada del suo vivere edel suo amare.A questo atto di offerta Gesù ha datouna presenza duratura attraversol'istituzione dell'Eucaristia, durantel'Ultima Cena. Egli anticipa la suamorte e resurrezione donando già inquell'ora ai suoi discepoli nel pane enel vino se stesso, il suo corpo e ilsuo sangue come nuova manna (cfrGv 6, 31-33). Se il mondo anticoaveva sognato che, in fondo, verocibo dell'uomo — ciò di cui egli comeuomo vive — fosse il Logos, lasapienza eterna, adesso questoLogos è diventato veramente per noi

    nutrimento — come amore.L'Eucaristia ci attira nell'atto oblati-vo di Gesù. Noi non riceviamo sol-tanto in modo statico il Logos incar-nato, ma veniamo coinvolti nelladinamica della sua donazione.L'immagine del matrimonio tra Dio eIsraele diventa realtà in un modoprima inconcepibile: ciò che era lostare di fronte a Dio diventa ora,attraverso la partecipazione alladonazione di Gesù, partecipazione alsuo corpo e al suo sangue, diventaunione. La « mistica » delSacramento che si fonda nell'abbas-samento di Dio verso di noi è di benaltra portata e conduce ben più inalto di quanto qualsiasi misticoinnalzamento dell'uomo potrebberealizzare”.Sentiamo di desiderare profonda-mente questo Pane Vivo e di trovarenell’Eucarestia la risposta alladomanda iniziale: cosa nutre vera-mente l’uomo?Buon cammino in compagnia diCristo Pane Vero

    Don Roberto

    APPUNTAMENTI COMUNITÀPASTORALE

    venerdì 10 aprile ore 21 in santuario

    S. MESSA CONTEMPLATIVA preparata da Burago

    martedì 14 aprile ore 21 in santuario

    LECTIO DIVINA Guida: don Luca Raimondi

  • 12 Parola Amica

    Le liste con i candidati alle elezionidel consiglio pastorale dovrannoessere presentate alle comunità ilgiorno Domenica 12 Aprile(Domenica in "Albis Depositis").

    Le liste saranno impostate per fasciadi età, come già avvenuto nelle ele-zioni del 2011, che saranno leseguenti: Prima fascia: dai 18 ai 35 anni.

    COMUNITÀ PASTORALE E SOGNIELEZIONI DEL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE

    COME AVVERRANNO LE ELEZIONIPER IL CONSIGLIO PASTORALE

    Vi sembrerà strano, ma scelgo dicominciare il mio intervento sulleelezioni del nuovo consiglio pastora-le della comunità con una citazione dipapa Francesco sulla famiglia:Non è possibile una famiglia senza ilsogno. Quando in una famiglia siperde la capacità di sognare, i bam-bini non crescono e l’amore non cre-sce, la vita si affievolisce e si spegne.Per questo vi raccomando che lasera, quando fate l’esame di coscien-za, ci sia anche questa domanda:oggi ho sognato il futuro dei mieifigli? Oggi ho sognato l’amore delmio sposo, della mia sposa? Oggi hosognato i miei genitori, i miei nonniche hanno portato avanti la storiafino a me?Sono convinto che valga la stessacosa per la nostra comunità pastorale:non bisogna mai perdere la capacitàdi sognare, di sognare alto, di sogna-re secondo il Vangelo, secondo ilConcilio, secondo papa Francesco…perché è una meraviglia essere laici

    cristiani oggi, insieme e insieme aipropri preti.Per le prossime elezioni, cercasi lai-che e laici cristiani appassionati, com-petenti in umanità, dal cuore aperto emisericordioso, capaci di fare squa-dra, di fare rete, ricchi di fantasia e didesiderio. Consapevoli di essere chia-mati non solo a essere collaboratori,ma piuttosto corresponsabili: un col-laboratore si ferma al compito affida-to senza sentirsi parte di un intero. Uncollaboratore è uno che si occupa diun singolo e piccolo pezzetto di unprocesso. Un corresponsabile è coluial quale sta a cuore il tutto, è chi hauna visuale a largo raggio, è chi sioccupa non solo del qui e dell’ora, maanche del domani. Un corresponsabi-le non è solo chi fa le cose insieme adaltri ma prova a progettarle, acostruirle insieme …Non è possibile una comunità pasto-rale senza il sogno. Allora sogniamoinsieme!DON MIRKO

  • Parola Amica 13

    Seconda fascia: dai 36 ai 60 anni. Terza fascia: oltre i 60 anni.

    Tutta la documentazione atta alla pre-sentazione delle liste, composta da car-telloni riportanti i nominativi e le foto-grafie dei candidati, divisi per lista, edei pieghevoli riportanti le stesseinformazioni, che i fedeli potrannoprendere e portare a casa, dovrà esseretassativamente pronta per questa data.Il periodo per la loro preparazione èquindi limitato alle due settimanecomprese tra il 29 Marzo e il 12 Aprile.

    Le elezioni, quindi si svolgeranno,come già detto, Domenica 19 Aprile,durante le Sante Messe, a partire daquella vigiliare. Saranno ammessi alvoto tutti i fedeli della parrocchia, cosìcome le persone che, anche se nonabitanti nella parrocchia, vi frequenta-no abitualmente la Santa Messa, pur-ché abbiano tutti compiuto il18esimoanno di età.

    Il consiglio pastorale dovrà essere cosìcomposto: Membri di diritto 15: gli 11 attuali

    membri della diaconia, 3 membri inrappresentanza delle comunità di vitaconsacrata (Suore Prez. Sangue, SuoreCanossiane, Frati Cappuccini), presi-dente di Azione Cattolica. Membri eletti 20: 7 per la parrocchiadi Santo Stefano, 3 per la parrocchia diOreno, 3 per la parrocchia di SanMaurizio, 3 per la parrocchia diBurago, 2 per la parrocchia diRuginello, 2 per la parrocchia diVelasca. Membri nominati dal parroco: 10.

    Per un totale di 45 membri.

    La costituzione e la prima riunione delconsiglio pastorale dovranno avveni-re, secondo la diocesi, entroDomenica 31 Maggio (Santa Trinità),data nella quale il nuovo consigliopastorale dovrà essere presentato allacomunità.

    Secondo il calendario già fissato per ilnostro consiglio pastorale, è previstauna seduta per Martedì 5 Maggio, chesarà, verosimilmente, la data delprimo incontro del nuovo consiglio.

    FESTA DEGLI ANNIVERSARIDI MATRIMONIO

    sabato 18/4 ore 16ritiro al Centro Paolo VI via De Castilia 2guida: don Mirkodomenica 19/4 ore 11.30 S. Messa in santuario

    Iscrizioni entro l’11 aprilein Segreteria Parrocchialetel 039.66.81.22 ore 9-12 nei giorni feriali

    arrabbiarsi senzasmettere di amare

  • 14 Parola Amica

    Le Figlie della Carità Canossianee la loro attività missionaria

    con centro a Pavia

    “Attendo ancora da voi quello chechiedo a tutti i membri della Chiesa:uscire da se stessi per andare nelleperiferie esistenziali. “Andate intutto il mondo”fu l'ultima parola cheGesù rivolse ai suoi e che continuaoggi a rivolgere a tutti noi. C'èun'umanità intera che aspetta: per-sone che hanno perduto ogni speran-za, famiglie in difficoltà, bambiniabbandonati, giovani ai quali è pre-cluso ogni futuro, ammalati e vecchiabbandonati, ricchi sazi di beni e conil vuoto nel cuore, uomini e donne incerca del senso della vita, assetati didivino...” (Papa Francesco, lett.Apostolica a tutti i Consacrati).Leggendo queste parole di papaFrancesco, rivolte ai consacrati, nonposso far a meno di pensare che giànel XIX secolo un'anima contempla-tiva, Maddalena dei marchesi diCanossa, aveva vissuto in prima per-sona questo anelito e aveva lasciatouno dei più bei palazzi di Verona perandare a vivere in uno dei quartieripiù miserabili – periferia appunto –

    della stessa città: San Zeno.A soli 25 anni dalla sua morte, un'al-tra anima inviava, da Pavia, a ben piùlontane periferie, un drappello di seisorelle alle quali ben si addicevaquello che scrisse la Fondatrice di sée delle sue figlie: “Siamo quattropovere donniciole, senza lettere esenza lustro, chiamate serve deipoveri perché non ancora degne diessere chiamate serve di Dio...”.Povere donniciole, sì, ma che, con lagrazia di Dio, seppero “far conosceree amare il Signore” in quasi ogniparte del mondo. Penso che se si scri-vessero le vite di tutte le Canossianeche, a partire dal 1860, lasciaronol'Italia per la missione, dove moltemorirono giovanissime, altre costrui-rono scuole, ospedali, lebbrosari,dispensari, altre ancora vissero, in unsilenzio fecondo di bene, i loro gior-ni e tutte contribuirono a edificare“La Chiesa nascente” (IginioGiordani, Ho visto la Chiesanascente, ed. Città Nuova, Roma,1960), ne sortirebbe un florilegiomeraviglioso.La prima “fucina” delle missionarieCanossiane fu Pavia. Quando Mons.Angelo Ramazzotti, fondatore delPIME (Pontificio Istituto MissioniEstere), nel 1850 divenne vescovo diPavia, notò nell'organizzazione dellacomunità cristiana una grave lacuna:

  • Parola Amica 15

    nessuna istituzione si occupava del-l'educazione e della formazione cri-stiana delle donne del popolo. AMilano aveva avuto modo di cono-scere le Canossiane e a loro si rivol-se. Il 29 settembre del 1852 un drap-pello di sette Canossiane raggiunge-va Pavia: Superiora della nuova fon-dazione era M. Luigia Grassi,donna eccezionale e anima ardente dizelo per le anime, che, nella sua gio-vinezza, aveva avuto la fortuna diincontrare la Fondatrice e che avevadimostrato di quale tempra fossequando, nel 1848 durante le famose“cinque giornate di Milano”, aperseCasa, cuore… e cucina a donne,bambini e vecchi, che spaventati einermi bussavano al convento.Le suore iniziarono subito a Pavia,le opere di carità propriedell'Istituto: scuole, catechesi, visiteagli ammalati, ecc.Il primo appello per la missione AdGentes venne dall'India. Nel 1858Mons. A. Ramazzotti venne nomina-to Patriarca di Venezia, ma quandoun missionario del suo Istituto glichiese di mandargli delle suore, per-ché si occupassero delle fanciulle,poiché le costumanze locali non pre-

    vedevono altrimenti, ancora unavolta si rivolse alle Canossiane nonpiù di Milano, ma di Pavia. M. Grassine fu entusiasta. Lei ben conosceval'anelito di Maddalena “Oh potessi-mo andare fino ai confini del mondo,ove il nome di Gesù Cristo non èconosciuto” e ancora: “Lo spiritodell'Istituto è di essere staccati datutto e da tutti, pronti ad andare inqualsiasi più remoto paese”. (dagliscritti di Maddalena) M. Luigia pre-sentò alle sorelle della sua comunitàla proposta: tutte si dichiararonopronte a partire. Purtroppo questaprima proposta, per motivi vari, nonebbe esito positivo.Ben presto ci fu un secondo appello,questa volta da Hong Kong. M.Grassi che aveva ancora la piagaaperta nel cuore, per aver perdutol'occasione per l'India, non si lasciòsfuggire questa seconda occasione.L'Istituto non era ancora unito sottoun'unica Madre Generale, ma leSuperiore delle varie case erano uniteda vincoli di carità. Madre Luigia leinterpellò tutte e, ad eccezione diuna, tutte si dichiararono concordi e,finalmente, un drappello di quattroMadri partirono da Pavia per

  • 16 Parola Amica

    candidate missionarie alla vita di fati-che e di privazioni che le attende...”L'erezione ufficiale del NoviziatoMissioni Estere in Vimercate vienesiglata il 1° giugno 1914 e la suaapertura ufficiale il 15 maggio del1915, anche se i due centri formativi– Pavia e Vimercate - coesisterannofino al 1929 con completa reciprocaautonomia. Dopodiché Vimercatecontinuò ad essere la “fucina” delleMissionarie Canossiane fino al 1984quando, il cammino ecclesiale,d'Istituto ed epocale, portò ad unanuova concezione di Missionarietà efu ritenuto opportuno che la prepara-zione iniziale delle aspiranti alleMissioni avvenisse con tutte le aspi-ranti alla vita Religiosa e la prepara-zione specifica in un secondo tempo.Nel frattempo, a partire cioé da quellontano 1860, le Missioni Canossianehanno continuato, tra alterne vicen-de, ad espandersi: da Hong Kongall'interno della Cina, a Timor, inIndia, a Singapore e Malacca, inAmerica Latina, in America delNord, in Africa, in Australia, nelleFilippine e Papua Nuova Guinea,Nyamar... sempre al servizio deipoveri, degli ultimi, degli “SCAR-TI”, dei piccoli, delle donne, di quel-li che vivono alle periferie, “… per-ché Dio sia conosciuto e amato...eall'uomo restituita la sua dignità difiglio di Dio”.E non va trascurato il grande con-tributo dato dalle missionarieVIMERCATESI alle quali va ilnostro sentito GRAZIE!

    Madre Anna Maria Fusar Bassini

    Venezia, dove altre due consorelle diVenezia, si aggiunsero al gruppetto.Scrive Mons. Ramazzotti: “Nellamattinata di lunedì, 27 febbraio1860, accompagnate dal missionariodon Giuseppe Burghignoli, sei Figliedella Carità hanno, con la benedizio-ne del Signore e con straordinariailarità di spirito, intrapreso il viaggioalla loro destinazione – Hong Kong”.La grande impresa ha preso vita e daquel lontano giorno le Canossianecontinuarono a partire. Da Pavia, dal1860 all'11 novembre 1888, giornodella morte di M. Grassi, furono rea-lizzate ben 18 spedizioni missionarie.IL PROBLEMA DELLA FOR-

    MAZIONE:

    Ogni partenza richiedeva preparazio-ne spirituale, culturale, pratica. Lesorelle dovevano apprendere almenouna lingua, conoscere la cultura delPaese al quale erano destinate e pre-sto si sentì il bisogno di una prepara-zione specifica per chi partiva.Precisava infatti la Grassi: “Lo spiri-to è uno solo – quello della Figliadella Carità – ma con uno slanciospeciale”, il che richiede “fin dal-l'inizio, una formazione specifica …spirituale e morale per prepararsialla nobilissima opera dell'evange-lizzazione”. (vedi AG, 25-26).Nel 1879 viene formalmente stabilitoa Pavia il noviziato per le MissioniEstere. Ma la Casa di Pavia ospitamolte opere, mentre sembrerebbeopportuno che un'unica Casa accolgale aspiranti alle missioni canossianeViene proposto Vimercate per “l'ariapiù salubre, che meglio disporrebbe le

  • Parola Amica 17

    Il 14 e 15 marzo i ragazzi di I media(presenti Santo Stefano, Ruginello eVelasca) hanno colto la grandeopportunità di vivere l'amore diGesù nel segno del divertimento edella condivisione, avendo comesfondo il bellissimo paesaggio delPian dei Resinelli. Insieme ai ragaz-zi, al don e alle catechiste, noi edu-catori ci siamo lasciati circondare daquesto Amore, un amore verso l'uo-mo che ci viene DONATO GRA-TUITAMENTE, sia quando com-piamo il bene, sia quando smarria-mo la retta via, che abbiamo scoper-to a partire dal brano di Vangelo chenarra del cieco nato.Il primo giorno, nel pomeriggio, cisiamo voluti immergere nella naturae, con una camminata, siamo arriva-ti ad un belvedere dal quale si pote-va osservare tutta la valle; anchequesta passeggiata, capitanata dalnostro Don Marco, è stata piena dimomenti intensi, come il gioco suidoni dello Spirito Santo, e di

    momenti più distesi come i giochicon la neve; tutto ciò è servito performare ancora di più un vero e pro-prio gruppo e ci è stato utile soprat-tutto per capire davvero come que-ste bellissime esperienze siano pos-sibili perché Lui c'è e ci ama.Al ritorno della camminata, perentrare sempre più con il cuore econ la mente nel brano del Vangeloabbiamo messo in scena per i ragaz-zi una vera e propria drammatizza-zione del Vangelo, con tanto dicostumi: quale modo migliore percomprendere il Vangelo se nonvedendo l'azione vera e propriadavanti ai propri occhi?Dopo avere assistito in prima perso-na alla scena, ci siamo divisi ingruppi per riflettere e comprendereal meglio ciò che i ragazzi avevanovisto, perché il miracolo del cieconato ha un significato più profondoche va oltre il “solo” miracolo percui una persona cieca dalla nascitatorna a vederci. Al centro della

    DUE GIORNI PIAN DEI RESINELLII MEDIA

  • 18 Parola Amica

    riflessione una domanda: “Non èforse che anche a noi, che purevediamo con gli occhi, sfugge qual-cosa? Qualcosa che forse va oltre larealtà?” Tutte le riflessioni e glispunti emersi da questo momento diriflessione sono stati poi esposti avoce da alcuni rappresentanti delgruppo tramite frasi, simboli e dise-gni durante l'Omelia della Messa ilgiorno seguente, in modo tale che cipotesse essere un'ulteriore condivi-sione delle idee di ogni persona. Inparticolare abbiamo chiesto a Gesùdi “donare la vista anche a noi”,quella vista che ci permetterebbe divedere anche le cose che con gliocchi ci sfuggono perché siamo

    troppo superficiali, e di donarcianche la capacità di dire con fermez-za “Io credo in te, Signore”, propriocome è stato capace di fare il cieco.Insomma, per descrivere questaesperienza ci vorrebbero davverotante parole ma possiamo dire,anche a nome dei nostri ragazzi, cheabbiamo vissuto momenti bellissimie divertenti in una cornice naturaledavvero fantastica... in questi duegiorni abbiamo avuto l'opportunitàdi guardarci dentro, di metterci ingioco e capire quanto Gesù ci amagratuitamente e di immaginare comesarebbe bello se anche noi, qualchevolta in più, sapessimo amare gra-tuitamente come fa lui.

    Gli educatori della I media

    IL SAPORE DELLA VITA

    Mi risuona nella mente e nel cuorequella bella parola del Vangelo chepapa Francesco ha ribadito più voltenell’udienza della settimana dopoPasqua lo scorso anno in piazza sanPietro a Roma. C’ero anch’io ederano presenti i nostri ragazzi del2000 insieme a tutta la diocesi diMilano. “Perché cercate tra i morti Colui cheè vivo?”… troppo spesso ci affan-niamo a cercare la vita tra realtàmorte che non possono dare soddi-sfazione ai nostri sogni più grandi ealle domande più vere..Una serie infinita di contatti (nume-rosi come la sabbia del mare pen-sando alla benedizione di Abramo)

    con amici e conoscenti trawhatsApp e tweet, un disperatobisogno di apparire davanti agli altriper inseguire l’impresa di farsiaccettare, una moltiplicazione disor-dinata di emozioni ed esperienzecome dovessimo riempire una famo-sa lista “Tsunami”.. realtà mortenelle quali cerchiamo troppo qual-cuno che non possiamo trovare..unsenso che solo un ascolto profondodella vita ci può consegnare.Il sapore intenso della vita sta altro-ve. È possibile oggi incontrare Coluiche è vivo! Nel silenziodell’Eucarestia dove ci imbattiamoin un corpo donato per amore; negliocchi del povero (come Remo,

  • Parola Amica 19

    Salvatore o le altre migliaia di per-sone che a Milano vivono per stra-da) che ci chiede di condividere lasua fatica; nella Parola del Vangeloche in questa Quaresima abbiamoscritto su una striscia così che potes-se vivere con noi a casa, a scuola,per strada e accompagnarci in unaamicizia con il Signore; nel malato(Umberto, Carolina..) che abita

    nella nostra Parrocchia e sul qualepossiamo sorprendere il volto diGesù; nel perdono ritrovato capacedi dare nuova fiducia a noi stessi..Quel Gesù che ha lavato i piedi aisuoi amici, si è consegnato sullacroce, ha vissuto tra noi nella cari-tà… ora è vivente tra noi! BuonaPasqua!!

    Don Marco

    ESPERIENZE ESTIVE: •CAMPEGGI IN VALSAVARANCHE (AO):informazioni ed iscrizioni presso la segreteria dellʼoratorioCristo Re (apertura tutti i giorni dalle 16,30 alle 18,30)

    Da domenica 5 a domenica 12 luglio: bambini dalla 3a alla 5a elementareDa domenica 12 a domenica 19 luglio: ragazzi 1-2 mediaDa domenica 19 a martedì 28 luglio: ragazzi dalla 3 media alla 3 superioreDa martedì 28 luglio a venerdì 31 luglio: ragazzi 4-5 superiore e giovaniDa sabato 1 a sabato 8 agosto: turno famiglie

    • SETTIMANA IN MONTAGNA a SCHILPARIO (BG)dal 20 al 28 luglio per ragazzi dalla 5 elementare alla 2 mediain casa autogestita: informazioni presso lʼoratorio di Burago

    • CAMPO INTERNAZIONALE CARITASper i giovani (da 18 ai 30 anni) dal 2 al 16 agosto a CIPRO: unabella esperienza di servizio a contatto con le realtà dei migrantie degli anziani dellʼisola mediterranea

    • VIAGGIO A GIBILTERRA E MAROCCO “Ai confini delmondo” per i giovani (da 18 ai 30 anni) nel mese di agosto conUeikap

  • 20 Parola Amica

    Aprile, maggio e giugno nellateca espositiva

    Ad aprile, in occasione della Pasqua,nella teca verranno presentati un “tro-netto “per l’ esposizione eucaristica edun “ostensorio“, in stile neogotico,della fine del XIX – inizio XX secolo. Il tronetto è costituito da una struttu-ra in legno formata da un parallelepi-pedo di 27 cm. di larghezza, 15 diprofondità e 20 di altezza, a cui siaggiunge, solo nella parte centrale, unblocco sagomato che porta l’altezzamassima del manufatto a 35 cm. e ter-mina superiormente con una basequadrata di 15 cm. di lato. Una lami-na di ottone lavorata a sbalzo rivestetutta la parte frontale e quella supe-riore del tronetto, dove viene appog-giato l’ostensorio.La lavorazione a bassorilievo mette inevidenza, nella parte inferiore, la sud-divisione in tre nicchie di misurediverse: le due laterali più strette eaffiancate ciascuna da due colonninetortili sormontate da cuspidi triangola-ri; quella centrale più ampia, accogliela figura di un angelo, in metalloargentato, rappresentato eretto, ad aliripiegate, nel gesto classico della pre-ghiera con le mani giunte. Una sorta difestoni, composti da archetti ogivali,completano la parte alta del tronetto .L’ostensorio “ambrosiano“, in ottone,è caratterizzato da un piedistallo abase polilobata con lavorazione agiorno. Il vano del tempietto, doveviene posta l’ostia consacrata, è sud-diviso da sei colonnine tortili che ter-

    minano con pinnacoli. Il coperchioche chiude il tempietto, di forma pira-midale, porta sull’apice una piccolasfera ed una statuetta raffigurante il “Redentore“. Sul pilastro verrà sistemata una“Resurrezione“, dipinto ad olio sucompensato .A maggio nella teca verrà collocatauna riproduzione fotografica, di cm.98 x 63, dell’ancona con la statuadella Beata Vergine del Rosario,posta sopra l’altare maggiore delnostro Santuario. Tra i tanti riti suc-cedutisi nel tempo, legati all’espres-sione della “pietà popolare“ nel rap-porto tra il simbolo religioso e idevoti, vi era quello della diffusionedi stampe o riproduzioni in miniatu-ra delle statue, che venivano poidistribuite tra i fedeli nel corso dialcune festività. Nel 1920 il prevostoMons. Filippo De Giorgi riprenden-do tale consuetudine volle che, dallafoto esposta, venisse tratta una“immaginetta – ricordo”, donata dalparroco agli sposi in occasione dellenozze.. Per il mese di giugno, contraddistin-to soprattutto dalla festa del “CorpusDomini“, nella teca verrà espostauna “tunicella“, fondo cremisi, partedi un paramento pontificale comple-to, realizzato dal ricamatore milane-se Girolamo Lodi nel 1740 utilizzan-do i “filati d’argento di Francia“, ipiù alti all’epoca dal punto di vista

  • Parola Amica 21

    della qualità ed i più costosi. Il Lodieseguì il ricamo a “fiori rilevati,frutti e cornucopie tutti d’argentocon le sue ombreggiature, fiocchi efrange“, per un compenso di L. 2000imperiali, come indicato in un docu-mento del 12 gennaio 1740 conser-vato nell’Archivio Plebano diVimercate.

    Carlo Mauri

    Come fare del benecon una penna?

    "Destinando" l'8 e il 5 permille

    Come è noto la legislazione italiana riserva l'8 per mille del gettito comples-sivo dell'lRPEF a sostegno delle attività religiose e sociali delle denominazio-

    ni religiose che si sono fatte riconoscere dallo Stato.

    Vi raccomandiamo perciò di firmare per la destinazione alla Chiesa Cattolicasui modelli della dichiarazione dei redditi e sull'apposita scheda del CUD,quest'ultima può essere consegnata alla Segreteria Parrocchiale, che ne

    curerà l'inoltro.

    È anche possibile destinare il 5 per mille del gettito IRPEF a sostegno dell'at-tività degli Enti di volontariato e ONLUS. Ve ne indichiamo alcuni del nostro

    territorio.

    - Centro Aiuto alla Vita: CF 94006190154- Casa Famiglia S. Giuseppe ONLUS: CF 87000410156

    - UNITALSI: CF 04900180581- Consultorio Familiare CEAF: CF 94000540156

    - Caritas Ambrosiana: CF 01704670155- ACLI Milano: CF 80053230589

  • 22 Parola Amica

  • Parola Amica 23

    12 Aprile 2015

    FAMIGLIE E STILI DI VITALa Festa Decanale a Mezzago

    È stato serrato in questi mesi il lavoro dipreparazione della grande FestaDecanale che si svolgerà a Mezzagodomenica 12 Aprile p.v. per introdurcialle tematiche di Expo 2015, sotto il tito-lo: "Con-dividere per moltiplicare.Famiglie e stili di vita". Come avevamo anticipato sul numero difebbraio, la Festa si propone di riunire epresentare le realtà associative e le espe-rienze che sul nostro territorio offronobuone prassi e proposte positive neicampi dell'abitare, del lavorare, delconsumare, del prendersi cura, così daconfigurare e promuovere nuovi stili divita specialmente a livello familiare. Negli ampi spazi che circondano laChiesa di Mezzago e sono compresi nelsuo Oratorio, saranno più di cinquanta leAssociazioni e i Gruppi che si presente-ranno attraverso i loro stand e le testimo-nianze che i loro volontari offriranno alpubblico. Infatti la presenza di questeAssociazioni e Gruppi non avrà unavalenza solo espositiva e di documenta-zione, ma vuole interagire con il pubbli-co diventando proposta di una rinnovatacultura del vivere, del lavorare, del con-sumare, ecc. Inoltre le stesse Associazioni e Gruppipartecipanti si propongono di continuarein futuro un rapporto e una collaborazio-ne fra loro, di cui sarà una prima tappal'evento unitario ufficiale che si terrà inExpo il 4 ottobre p.v., nel quale sarannosinteticamente presentati gli orientamen-

    ti e le esperienze emersi nelle circa ventianaloghe Feste che si terranno nel pros-simo aprile in tutta la nostra Diocesi. Alla folta partecipazione delleAssociazioni dovrà dunque corrisponde-re una numerosa partecipazione del pub-blico da tutte le nostre Parrocchie e pos-sibilmente lungo tutto l'arco della gior-nata. E confidiamo che le esperienze chesi potranno conoscere e confrontare aMezzago provochino nelle nostre comu-nità e nelle nostre famiglie una riflessio-ne attenta sulle grandi questioni sociali epolitiche che la modernità ci pone, qualil'urbanizzazione, l'energia sostenibile, lamobilità, l'accesso al lavoro e al cibo, glistili di vita, la custodia del creato. La Festa del 12 aprile ci aspetta a

    Mezzago a partire dalle ore 10,00;

    negli spazi attorno alla Chiesadell'Assunta e sui campi dell'Oratoriosaranno ad attenderci gli stand colorati efantasiosi dei Gruppi partecipanti, con irispettivi volontari che racconteranno leloro attività e risponderanno alle nostredomande. Ma ci saranno anche "Lavoriin corso" per i bambini che colorerannole grandi lettere della scritta che primadella Messa sarà collocata sulla cancella-ta dell'Oratorio, mentre altri "Laboratori"vedranno la confezione e cottura deipanini che saranno offerti a pranzo. Ementre i bambini "lavoreranno" comepanettieri e floricoltori, gli adulti, chelavorano tutti i santi giorni, si prenderan-no un po' di giusto riposo, passeggiando,

  • 24 Parola Amica

    visitando e chiaccherando. Poi suonerà la campana della domenicae alle 11,15 ci si radunerà, ben pigiati,nella Chiesa dell'Assunta per la S.Messa, che sarà celebrata da Don Mirkoe accompagnata dal Coretto di Mezzago.Dopo la S. Messa nella c.d. "Arca" eanche all'aperto se ci sarà il sole, si pran-zerà insieme: polenta con prodotti delterritorio, torte salate tiepide e quant'altroogni famiglia avrà portato e vorrà "con-dividere": sarà l'attuazione del tema dellaFesta, consegnato anche in una tova-glietta-ricordo che ogni famiglia si porte-rà a casa. Nel pomeriggio l'animazione di bambi-ni, ragazzi e genitori sarà curata dagliadolescenti della Comunità Pastorale S.Maria Maddalena, mentre dalle ore15,30, il Gruppo Famiglie Progetto

    Mowgli offrirà lo spettacolo "In cammi-no verso il mare"; alle ore 16,30 per i piùpiccoli, nel vicino Asilo Ferrario, verràmesso in scena dai genitori: “Ti raccontouna storia”. Alle ore 18,00 la chiusuraufficiale della Festa con … sorpresa.Ci auguriamo che la giornata sia allieta-ta da uno splendido sole, comunque glispazi e le attività sono predisposti ancheper il cattivo tempo. Saranno però lefamiglie con i loro bambini e tutti i par-tecipanti che daranno calore e gioia a unaFesta preparata con passione e resa pos-sibile dalla generosa risposta di tanteAssociazioni e Gruppi e dalla disponibi-lità della Parrocchia, dell'Ammi-nistrazione comunale e di tutta laComunità di Mezzago, che vogliamo giàora ringraziare.

    A cura di Don Giuseppe Ponzini

  • Parola Amica 25

    Circolo A.C.L.I.Passato il sabato, Maria diMagdala e le altre donne, compra-rono olii aromatici per andare aungerlo. Di buon mattino, il primogiorno della settimana, vennero alsepolcro al levare del sole… Èrisorto, non è qui.

    Auguriamo che la potente luce dellaResurrezione possa riaccendere lasperanza di una vita migliore anchenei cuori più provati. Gesù è risorto e tutto il mondo gioi-sce per lui. Buona Pasqua, con l'augurio che que-sta gioia possa accompagnarvi persempre.

    Veglia dei lavoratori.Ricordiamo a tutti l’appuntamento con la preghiera per il lavoro che si svolge

    tutti gli anni il 30 aprile. Vi invitiamo a partecipare per rendere ancora più

    corale la nostra preghiera e numerosa la partecipazione della nostra comuni-

    tà che in questi anni di crisi è stata particolarmente provata.

    w Sono tornati alla casa del PadrePassoni Egidio di anni 80 – Galbiati Giuseppina ved. Dossi di anni 93 –Verderio Ivan di anni 63 – Viganotti Angelo di anni 100 – Ricci ValeriaFernanda ved. Santacroce di anni 74 – Larinti Alberto di anni 77 – Bonfanti Inesin Beretta di anni 77 – Ruga Cesarina ved. Mandelli di anni 89 – PezzettaRomano di anni 73 – Ronchi Fiorina ved. Gariani di anni 83 – FerrariniGiuseppe di anni 92 – Ravasi Franco di anni 91 –Bottazzi Anna ved. Corbettadi anni 77 – Buratti Angelo Giovanni di anni 84 – Nava Rita di anni 89

  • 26 Parola Amica

    Il nido del Gabbiano.

    Giulio ScarpatiTi ricordi la casa rossa?

    Domenica 15 marzo la Caritas di Monza ha organizzato un incontro perparlare della difficoltà che le famiglie incontrano nel gestire i genitorianziani che improvvisamente perdono la loro autosufficienza.Oltre ad alcune testimonianze affidate ad un filmato e all’intervento diun’assistente sociale che all’interno di Caritas cerca di indirizzare lefamiglie verso i luoghi e le associazioni che le possano aiutare, hannoinvitato un attore che attraverso un libro ha raccontato la storia degliultimi anni di vita di sua madre.Questi anni sono stati caratterizzati dall’insorgere dell’Alzheimer,

    malattia che fa perdere inesorabilmente la memoria.Così, l’autore ha confidato i suoi sentimenti, le sue paure, la sua impotenza nei confronti di unavversario che non ammette sconfitte.Il libro ripercorre questi anni dove, se da una parte la madre perde gradatamente la sua memo-ria e la conseguente capacità di riconoscere il significato delle parole, dall’altra i figli, perchél’autore non è solo, cercano di mantenerla viva, attraverso dei riferimenti precisi: in questo casola casa delle vacanze, il mito di una madre che purtroppo non è più.Nel racconto fa scoprire le differenze dei suoi genitori, da una parte questa mamma energica,insegnante di inglese che pretende dai figli l’utilizzo di questa lingua anche nell’ambiente fami-gliare e dall’altra un padre che è sempre stato il “comico” che sdrammatizza sulle imposizionidella moglie.La casa rossa, era una casa di vacanza nel Cilento. La madre una convinta ecologista ha contri-buito a far sì che quel territorio diventasse un parco naturale sia boschivo che marino.Mi chiedevo come fosse possibile che mia madre non fosse più lei; non volevo accettare che nonpotesse in qualche modo recuperare. Invece non è stato così. Negli ultimi tempi quando andavo a trovare mia madre, dopo la visita sentivo il dover bisogno dientrare in un bar o in un locale dove ci fosse rumore, vita, confusione. Volevo cancellare il ricor-do di una persona che non corrispondeva più ai miei ricordi.Calda e commovente è la narrazione di un attore intelligente che riesce a raccontare una storiain cui tutti ci riconosciamo, perché il ricordo è ciò che pensavamo di avere dimenticato.

    Ti ricordi la casa rossa? di Giulio Scarpati – Casa editrice Mondadori

  • Parola Amica 27

    MOVIMENTO TERZA ETÀ

    Per noi era soltanto un gioco...Un giorno d’estate del 1944. Sequestrato dai

    Repubblichini... Salvato dalla fuga. “testimonianza“

    La celebrazione del settantesimo anniversario della fucilazione dei giovani par-tigiani Vimercatesi durante la lotta di Resistenza, svoltasi domenica 1° febbraio,nonché il prossimo anniversario della Liberazione (25 Aprile 1945), mi portano aricordare due episodi di fine estate 1944 - per fortuna non cruenti (tra molti altri dif-ficili e cruciali) - che potevano causare serie conseguenze per la mia famiglia.Scenario - Vigeva il particolare difficile e drammatico periodo della storia italiana,durante il quale incombeva, per tante persone, la minaccia della deportazione; conil pericolo di una denuncia anonima del "vicino di casa" o di essere coinvolti ancheaccidentalmente nelle rappresaglie con cui i nazi-fascisti cercavano di stroncareogni sospetto di appartenenza a movimenti clandestini od a cellule partigiane. Siviveva tra coprifuoco, proibizioni, permessi e restrizioni; con la fila e le tessere percomperare un po' di pane nero o latte in polvere; sempre con il terrore dei bombar-damenti; con la visione dei palazzi distrutti e dei morti per le strade; dei mitraglia-menti, effettuati dai micidiali e veloci caccia Spitfire inglesi; ecc. In quegli anni abitavo con la mia famiglia, in uno degli appartamenti della Villadei Marchesi Di Breme. Una villa nobiliare settecentesca di Cinisello Balsamo, oraabilmente ristrutturata e posta a supporto del Nucleo Universitario di Milano-Bicocca.Ragazzino dodicenne, il punto di riferimento per i miei svaghi e giochi estivi eral'Oratorio di Balsamo, confinante con la Parrocchia omonima, presso la quale (loseppi dopo l'insurrezione del 25 Aprile 1945) si erano rifugiati in clandestinità exgiovani militari contrari alla Repubblica Sociale Italiana di Salò (RSI) creata daMussolini il 18 settembre 1943. E tra i giochi che in quei mesi mi avevano stupitoed incuriosito era quello di creare dei piccoli razzi (per "imitare" le famose V1 e V2tedesche) infilando nei "pedriœ" - piccoli imbuti fatti di carta - delle micce simili aspaghetti, contenute nei bossoli delle mitragliatrici pesanti e dei cannoncini.Come procurare gli "spaghetti"? Un passaparola, tra i ragazzi oratoriani diBalsamo con quelli più grandicelli di Cinisello, sussurrava che presso il Presidiomilitare "Repubblichino" insediato presso le baracche poste ai margini dell'aeropor-to militare di Bresso-Cinisello (raso al suolo nel bombardamento del 30 aprile1944), c'era la possibilità di prelevare il materiale necessario, "asportando" i grossibossoli, contenenti gli "spaghetti", dalle postazioni delle mitragliere poste in vici-nanza a dette baracche. Ed alcuni amici più grandi di età sussurravano nascostamen-

  • 28 Parola Amica

    te che gli esecutori di tali ruberie appartenessero a cellule partigiane locali. E chevolesse dire "partigiano", noi ragazzini non ne avevamo colto il vero significato edil pericolo dietro cui si celava.Le baracche dei militari "Repubblichini" erano sorte sulle piattaforme delle bat-terie contraeree, a suo tempo smantellate dai tedeschi, sull'area ove oggi è stato rea-lizzato il grande Ospedale Bassini; vale a dire in adiacenza allo spondale elevatodell'autostrada Milano-Bergamo. Pertanto ben visibili dall'alto dell'autostrada stes-sa, che in quegli anni era ad una sola carreggiata e chiusa da tempo al traffico.In un pomeriggio di fine estate del 1944, con quattro o cinque amici coetanei,uscendo dall' oratorio, ci siamo spensieratamente ed imprudentemente portati all'al-tezza di quelle baracche, ad una distanza di circa un centinaio di metri dalle stesse,spinti solo da pura curiosità.Seduti sul bordo dell'autostrada, mentre stavamo osservando e confabulando sulcome avessero fatto gli "ignoti ladri" ad impossessarsi dei bossoli, ecco in lontanan-za apparire due militari "repubblichini" che, facendo segno con le braccia, ci invi-tavano ad andare da loro. Senza esitazione alcuna, con la speranza che ci offrisseroqualcosa da mangiare, ci siamo innocentemente tutti avvicinati alle baracche, tenen-doci prudentemente ed istintivamente a debita distanza, in attesa che proferisseroparola… Con un sorriso che sembrava dovesse tranquillizzare i nostri giustificati timori, idue militari, nel chiederci (senza alcuna perifrasi) se conoscevamo gli autori deifurti, si sono lentamente avvicinati al nostro gruppo e, con una mossa fulminea, riu-scivano ad afferrare un braccio del sottoscritto che, a strattoni, è stato subito condot-to e rinchiuso a chiave in una rustica stanzetta di una delle baracche.Terrorizzato, mi sono subito apparsi alla mente, mia madre e mio padre che mi sta-vano aspettando a casa; due delle tre mie sorelle ed i miei quattro fratelli (di cui treex militari "rifugiatisi" presso lontani parenti dopo lo storico armistizio dell'8 set-tembre 1943). Non ricordo cos'altro ancora : solo brividi e tanta paura... La stan-zetta era attrezzata per lavori di manutenzione, ed aveva, sul lato opposto allaporta di ingresso, una finestra che in quel momento risultava socchiusa e dava sulcampo retrostante. Fuori - nel contempo - sentivo un confabulare ed un vociare, cheman mano si stava allontanando, ed uno dei miei compagni urlare stupidamente chesarei fuggito dalla finestra...Ma già lo stavo facendo...Mentre con un salto degno di un felino - poiché la soglia della finestra era soprae-levata di circa due metri dal terreno circostante - stavo ancora a mezz'aria per rag-giungere il suolo, ecco sbucare velocemente sul retro della baracca, uno dei "repub-blichini". Lotta impari, pensavo... Lui alto, calzoni alla "zuava", in maniche dicamicia nera, scarponi ai piedi, passo doppio del mio. Io, il più piccoletto del grup-po, calzoncini corti sopra le ginocchia, camiciola, piedi scalzi come si usava allorain estate, dotato però di uno sprint veloce. Risollevatomi subito da terra…via dicorsa…!

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    Fermati...! Urlava il "repubblichino". Solo cinque o sei metri mi distanziavanoda lui. Il terrore per essere ripreso mi impediva di esprimere tutta la mia potenziali-tà in una delle mie doti preferite: la corsa a piedi. Il terreno era molto accidenta-to: non sentivo il pungere degli sterpi e delle pietruzze sparse sulle orme del sentie-ro che portava al piede della scarpata autostradale. Correvo forsennatamente, sin-ghiozzando dal terrore di non potercela fare.Fermati...! Urlava con voce perentoria il militare. Dei miei compagni era scompar-sa ogni traccia. Ero rimasto solo con l'inseguitore di cui sentivo il fiatone. Con losguardo proiettato in avanti, vedevo avvicinarsi la scarpata che, con la mia agili-tà, mi avrebbe forse potuto salvare dalle "grinfie" del "repubblichino", che nel frat-tempo si era avvicinato. Un salto, e poi a carponi sulla scarpata, afferrando comepresa i cespugli d'erba per darmi più spinta….Ma quel dosso sembrava non finire.Con un groppo in gola che mi attanagliava il respiro e spaventatissimo, feci un ulti-mo sforzo salendo in diagonale, sino a raggiungere la piattaforma pavimentata del-l'autostrada. Superato quindi il ripido pendio, vidi che la distanza tra i due "con-tendenti" era aumentata di circa una dozzina di metri. Notando, con la coda dell'oc-chio, che il militare, sbuffando non poco, si era fermato, ho rallentato la corsa poi-ché non poteva più raggiungermi.Fermati...vieni qui...non ti faccio nulla...! Continuava ad urlare. E notato chenon aveva la fondina alla cintura e nessuna arma in mano, ho pensato: Ingenuo loero già stato, ma grullo, no...! E velocemente, prendendo altre direzioni per raggiun-gere casa, mi sono allontanato.L'ho scampata bella...ho subito pensato. Che brividi al pensiero che avrei potutonuocere alla mia famiglia, in particolare ai fratelli, sotto la pressione di un eventua-le interrogatorio. E l'insistenza e lo sforzo con i quali il militare ha posto per agguan-tarmi, lasciava intendere la volontà di farlo. Quale furbizia poteva avere un ragaz-zino dodicenne…? I "repubblichini" erano tremendamente vendicativi… Eravamoancora in guerra, sottoposti al loro volere-potere.Ma il terrore non era ancora terminato. Qualche giorno più avanti, un rastrella-mento improvviso veniva effettuato da pattuglie tedesche e repubblichine proprionella via dove abitavo. Una mitragliata squarciava la tranquillità del rione.L'avevano indirizzata contro un giovane che stava fuggendo attraverso il parco dellaVilla Di Breme, ove risiedevo. Qualcuno aveva fatto la spia?Una morsa di angoscia aveva pervaso mia madre e mio padre, le due sorelle ed ilsottoscritto, allorquando il più giovane dei miei quattro fratelli (19anni), nel sentiregli spari e le urla dei "repubblichini", si era rifugiato sopra il tetto della grande villa,nascondendosi dietro un grosso camino angolare. Pensavamo che i colpi di mitrafossero anche a lui diretti. Razzia... razzia...! Sentivamo l'urlare dei tedeschi che entrati nel cortile stavanosetacciando ogni angolo della villa. Qualche ulteriore sparo, forse intimidatorio, epoi un rumore di scarponi chiodati salire lo scalone, ed un battere di colpi con il cal-

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    Pubblicano 90 anni 100UNITALSI in occasione della Giornata Mondiale del malato 100In occasione della reliquia Beato Montini l’Unitalsi offre 100Per una panca 50N.N. in memoria di Bottazzi Anna 100

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    Offerte libere mese di MARZO 2015

    cio del mitra contro la porta dove abitavo. Un militare tedesco entrando, effettuavauna rapida perquisizione, per poi andarsene velocemente senza nulla proferire,uscendo poi dalla villa con tutto il resto dei commilitoni. Ancora impietriti per lasorte incerta del fratello, un forte sospiro di sollievo - liberatorio della grande ansia- subentrò poco dopo nel vederlo rientrare sano e salvo.

    Qualcuno dal cielo aveva protetto la

    nostra famiglia…? Certamente

    Si…!

    In questo scenario di grande travaglio,non posso non annoverare un eventotriste e cruciale accaduto alla sorellamaggiore Suor Maria Luisa, infermie-ra di guerra. Nell' ottobre 1943, a soli

    28 anni, ha sacrificato la sua giovane vita nell'assistere, presso l'OspedaleMaggiore di Bari, i militari italiani (reduci dalla tragica, cruenta e rovinosa guer-ra contro la Grecia) colpiti da gravi malattie infettive, di cui fu vittima innocente.La notizia della sua morte ci pervenne alla fine del conflitto: ne fummo addoloratie costernati! Il mio pensiero e le mie preghiere, ancora oggi, le rivolgo a lei peravere protetto dal cielo i fratelli e tutta la famiglia da sorti infauste.

    Aprile 2015 - Armando D'Alessio Grassi

    Villa di Breme: pattuglia tedesca in “razzia”

    Somme raccolte alla data 2 febbraio 2015 e 41.015,00Dal 2 febbraio al 2 marzo 2015 (38 buste) e 440,00

    Totale e 41.455,00La Commissione Amministrativa

    Raccolta Fondi Per gli Interventi sugli Stabili Parrocchiali

    La Redazione di Parola Amica è disponibile a pubblicare qualche altro“ricordo” significativo dei tempi della guerra. Si possono consegnare gliscritti, con nome dell’Autore e recapito telefonico, in Segreteria parrocchiale

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