Finestra sul Mazzini - 5 - dicembre 2007

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MAZZINI La Finestra sul Notiziario promozionale del Numero 5 - Dicembre 2007 CONTRATTO DI QUARTIERE II - MAZZINI Q UARTIERE C ORVETTO RISCOPRIRE RISCOPRIRE RISCOPRIRE LE LE LE RELAZION RELAZION RELAZIONI Tutti vorrebbero riallacciare legami Tutti vorrebbero riallacciare legami Tutti vorrebbero riallacciare legami con i vicini. Proviamo a vedere come con i vicini. Proviamo a vedere come con i vicini. Proviamo a vedere come O gni volta che si parla di relazioni tra le persone, si tende sempre più a sottolinearne la difficoltà, facendo spesso un collegamento tra la mancanza di legami, di tempo e di “spazio”, identificando metropoli come il luogo per eccellenza delle relazioni frettolose e frammentate, dove i ritmi non agevolano le chiacchiere e la routine limita le occasioni di socializzazione. Ma la relazione rimane, anche in città grandi come Milano, l’ esperienza umana più importante perché accomuna tutti gli individui ponendoli al centro di una realtà comunitaria che, seppure limitata rispetto alla vita di paese, offre comunque possibilità importanti di contatti ravvicinati e di scambi personali. Per questo noi operatori del Laboratorio di Quartiere Mazzini abbiamo attivato una indagine chiamata “Ricognizione Sociale” che pone al centro la qualità delle relazioni nel quartiere. Abbiamo voluto raccogliere, attraverso interviste ad alcuni gruppi di abitanti e di persone che lavorano nel territorio, delle riflessioni sulla qualità dei rapporti umani che esistono tra coloro che condividono gli stessi luoghi e gli stessi spazi: il cortile e il quartiere”. Ciò che emerge dall’indagine è una consapevole fatica a relazionarsi per paura, pregiudizio e senso di insicurezza che, molto spesso, trascina nell’isolamento soprattutto gli anziani. Affiora dalle interviste il desiderio e il bisogno di ritrovare i legami, ma la fiducia e la reciprocità che spingono le persone a “dare e ricevere” sull’onda del piacere o della necessità, è oggi spesso presente solo nella memoria. Le condizioni della convivenza sono minate dalle quotidiane difficoltà di conciliare diversi stili di vita legati alla differenza generazionale e alla Nostalgia del cortile L e corti le possiedono i sovrani, l’uomo comune soltanto i cortili, luoghi di incontri e di rapporti umani, purtroppo oggi scaduti o quasi ostili. Nei cortili, ricordo, ci univamo per chiacchierare tra di noi inquilini, era questo un reciproco richiamo tra vecchi, gente giovane e bambini. La più informata era la portiera Teneva banco, svelando segreti, e dei suoi privilegi andava fiera, imponendo a tutti i suoi divieti. Presentiamo i dati dell’indagine di “Ricognizione Sociale”. L’evento pubblico del 15 dicembre rappresenta l’inizio di un percorso condotto dal Laboratorio di Quartiere Mazzini, che si svilupperà nei prossimi mesi attraverso la formazione di “tavoli di lavoro” mirati a stimolare proposte per trovare le soluzioni migliori insieme alla comunità.

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il giornalino del laboratorio di quartiere

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MAZZINI La Finestra sul

Notiziario promozionale del

Numero 5 - Dicembre 2007

CONT RAT TO DI QUART IERE II - MAZZINI

QUART IERE CORVETTO

RISCOPRIRE RISCOPRIRE RISCOPRIRE LELELE RELAZIONRELAZIONRELAZIONIII Tutti vorrebbero riallacciare legamiTutti vorrebbero riallacciare legamiTutti vorrebbero riallacciare legami

con i vicini. Proviamo a vedere comecon i vicini. Proviamo a vedere comecon i vicini. Proviamo a vedere come

O gni volta che si parla di relazioni tra le persone, si tende sempre più a

sottolinearne la difficoltà, facendo spesso un collegamento tra la mancanza di legami, di tempo e di “spazio”, identificando metropoli come il luogo per eccellenza delle relazioni frettolose e frammentate, dove i ritmi non agevolano le chiacchiere e la routine limita le occasioni di socializzazione. Ma la relazione rimane, anche in città grandi come Milano, l’esperienza umana più importante perché accomuna tutti gli individui ponendoli al centro di una realtà comunitaria che, seppure limitata rispetto alla vita di paese, offre comunque possibilità importanti di contatti ravvicinati e di scambi personali. Per questo noi operatori

del Laboratorio di Quartiere Mazzini abbiamo attivato una indagine chiamata “Ricognizione Sociale” che pone al centro la qualità delle relazioni nel quartiere. Abbiamo voluto raccogl ier e, attraverso interviste ad alcuni gruppi di abitanti e di persone che lavorano nel territorio, delle riflessioni sulla qualità dei rapporti umani che esistono tra coloro che condividono gli stessi luoghi e gli stessi spazi: il “cortile” e il “quartiere”. Ciò che emerge dall’indagine è una

consapevole fatica a relazionarsi per paura, pregiudizio e senso di insicurezza che, molto spesso, trascina nell’isolamento soprattutto gli anziani. Affiora dalle interviste il desiderio e il bisogno di ritrovare i legami, ma la fiducia e la reciprocità che spingono le persone a “dare e ricevere” sull’onda del piacere o della necessità, è oggi spesso presente solo nella memoria. Le condizioni della convivenza sono minate dalle quotidiane difficoltà di conciliare diversi stili di vita legati alla differenza generazionale e alla

Nostalgia del cortile

L e corti le possiedono i sovrani, l’uomo comune soltanto i cortili,

luoghi di incontri e di rapporti umani, purtroppo oggi scaduti o quasi ostili.

Nei cortili, ricordo, ci univamo per chiacchierare tra di noi inquilini,

era questo un reciproco richiamo tra vecchi, gente giovane e bambini.

La più informata era la portiera Teneva banco, svelando segreti, e dei suoi privilegi andava fiera, imponendo a tutti i suoi divieti.

Presentiamo i dati dell’indagine di “Ricognizione Sociale”. L’evento pubblico del 15 dicembre rappresenta l’inizio di un percorso condotto dal Laboratorio di Quartiere Mazzini, che si svilupperà nei prossimi mesi attraverso la formazione di “tavoli di lavoro” mirati a stimolare proposte per trovare le soluzioni migliori insieme alla comunità.

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distribuita ai partecipanti dei singoli gruppi, durante un primo momento di “restituzio-ne” del lavoro svolto fino a quel punto.

I l termine “ricognizione sociale” non vuole

indicare una ricerca scientifica, bensì un’attività basata sulla partecipazione, caratterizzata da diverse finalità:

coinvolgere un numero significativo di gruppi di persone; creare occasioni di

discussione e confronto; raccogliere le percezioni che

i gruppi intervistati hanno rispetto alla qualità delle loro relazioni umane e della convivenza in quartiere; identificare situazioni di

conflitto che possono richiedere un intervento di mediazione.

L a “ricognizione sociale” è un progetto creato

e condotto dal Laboratorio di Quartiere Mazzini, diretto dalla MartiniAssociati, che nasce dalla consapevolezza dell’importanza e della centralità che le relazioni hanno nella vita di ciascuno. In quest’ottica, attraverso l’indagine e con il contributo di chi abita e lavora in quartiere, il Laboratorio ha fotografato la qualità dei rapporti che caratterizzano questa comunità facendo emergere percezioni e punti di vista diversi tra loro. «La ricognizione ha permesso alle persone coinvolte di confrontarsi - spiegano gli operatori del Laboratorio di Quartiere -. Conoscendo le opinioni e i vissuti degli altri, tutti hanno avuto così l’occasione di accrescere la propria consapevolezza rispetto alla qualità della vita in quartiere. Le persone coinvolte in questo lavoro - proseguono gli operatori - hanno potuto inoltre incamminarsi verso un percorso di responsabilizzazione attraverso spazi di riflessione, di scambio e di confronto». L’indagine è incominciata nel marzo scorso e ha utilizzato lo strumento delle interviste di

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L a realizzazione della “rico-gnizione sociale” si

è svolta in diverse fasi: nella prima si sono individuati i gruppi da coinvolgere e i mediatori, ovvero le figure chiave di ogni gruppo, che hanno aiutato il L a bo ra tori o di Q uar tie r e prende ndosi l ’ incarico di contattare le persone (per esempio i portieri per il gruppo inquilini cortili, oppure un insegnante per il gruppo Scuola media Martinengo), proponendo loro di partecipare all’indagine. Nel la seconda fase sono i nco mi nc i a ti g l i i nc o ntr i caratterizzati dalle interviste che hanno coinvolto 120 persone suddivise in quindici gruppi. Ad ogni gruppo sono state quindi sottoposte cinque domande (le stesse per tutti) e, poiché la regola dell’indagine non presupponevano risposte “giuste o sbagliate”, è stato trascritto tutto ciò che è stato detto dagli intervistati. Parola per parola. «Con il materiale raccolto - spiegano gli operatori del Laboratorio di Quartiere Mazzini - abbiamo realizzato una prima pubblicazione che è stata

RICOGNIZIONE SOCIALE I risultati dell’indagine

Il quartiere c

I GRUPPI INTERVISTATI Polo Ferrara Arcipelago Mazzini

Associazione San Vincenzo

Redazione della “Finestra sul Mazzini”

Portieri Aler S. Egidio

Gruppo La Strada Consiglio di Zona

Centro Anziani Polizia Locale

Panigarola 8 Scuola Media Martinengo Mompiani 5 Gruppo Giovani Galdus

Mompiani 4

Questo incontro ha permesso la diffusione e la condivisione dei dati raccolti, ed ha anche simbolicamente rappresentato la

LABORATORIO Uno degli incontri svolti nel Laboratorio di Quartiere.

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Pa g ina 3 La Finestra sul MAZZINI

consegna nelle mani delle persone, di un lavoro concreto che li aveva visti protagonisti».

I dati dell’indagine

C ome è descritto dalle domande riportate in

questa pagina, l’indagine avviata con la ricognizione sociale è stata principalmente mirata alla dimensione del “cortile” e a quella del “quar-tiere”. «Tutte le r isposte hanno sottolineato che esiste una grossa differenza tra ciò che questi due spazi rappresentano nel nostro

ideale, e ciò che sono invece nella realtà - riprendono al Laboratorio di Quartiere -. Il cortile, per l’immaginario della maggior parte delle persone, è descritto come un luogo di aggregazione, di gioco e di ritrovo che evoca ricordi del passato e che, grazie alla sua superficie raccolta e conosciuta, ha una connotazione familiare e protettiva. Questo aspetto rassicurante e positivo viene però immediatamente ridimensionato non appena si parla di relazioni e di sentimenti che prevalgono nel q u o t i d i a n o » . I n q u e s t a prospettiva, solo in alcuni casi il Segue a pagina 4

cortile mantiene per gli abitanti intervistati l’aspetto solidale e collaborativo perché, per molti inquilini, diventa luogo di timori, di difficoltà e a volte di isolamento soprattutto in quelle realtà dove esistono problemi di spaccio, di mancanza di regole e di rispetto, e dove lo scontro generazionale (adolescenti e anziani) sembra senza soluzione. Diffidenza e indifferenza nei confronti dell’altro soprattutto se è “diverso”, incoraggiano comportamenti di chiusura: chi ci

LE 5 DOMANDE RIVOLTE AD OGNI GRUPPO:

Che cosa vi fa venire in mente la parola “cortile”?

Pensando alle relazioni che ci sono tra le persone e le famiglie che abitano nello stesso cortile, quali aspetti volete evidenziare?

Che cosa vi fa venire in mente la parola “quartiere”?

Pensando alle relazioni che ci sono tra le persone e le famiglie che abitano nel quartiere, quali sono gli aspetti che volete evidenziare?

Cosa potrebbero fare Vigili di quartiere per migliorare la convivenza e far sentire le persone più sicure?

compiuta con la collaborazione dei gruppi che vivono e operano nel territorio

he VORREMMO avere Dalle interviste emerge la necessità di prendersi cura delle relazioni tra generazioni, fra italiani e immigrati e tra i vicini di casa

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vive accanto diventa “lo sconosciuto”: lo ignoriamo anche se lo incontriamo tutti i giorni in cortile o per le scale. Viceversa, pur ritenendo di stare bene da soli, resta dentro di molti abitanti i l desiderio di r i trovare quell’antico clima di fiducia e di sostegno presente nella memoria. «È evidente come in questi caseggiati convivano situazioni di buon vicinato e di reciproco soccorso, con episodi, riconosciuti e denunciati da molte persone, di forte contrasto e di aperto conflitto in cui chi è direttamente coinvolto si sente impotente e rassegnato» sottolineano gli operatori del Laboratorio.

Il quartiere-risorsa

I l quartiere è visto complessivamente come

una risorsa efficiente, ricca di servizi (negozi , mezzi di trasporto) e opportunità. I diversi centri di aggregazione dove bambini, ragazzi e anziani poss o no s volg ere a t ti vi tà educative o ludiche, aggiungono valore alla funzionalità di questo territorio che è particolarmente apprezzato e vissuto durante il giorno. Tutto però cambia dopo il tramonto. Quando scende la sera, invece,il quartiere assume una valenza decisamente negativa. Nei gruppi intervistati si ripetono parole come “ghetto”, “degrado” e “paura” rivolta in particolare agli

stranieri, agli zingari e alle bande o gruppi di giovani che, s o pr a t tu t to d i s e r a , s i impossessano del quartiere generando un senso di insicurezza e abbandono, condiviso sia dagli abitanti che da chi opera in quartiere. L’elemento dominante diventa allora la “fatica” di dover convivere in un luogo dove è difficile comunicare e dove le persone appaiono lontane, con il rischio di cadere nell’isolamento.

M a, come nel prologo di un noto film di Woody

Allen che, dopo avere elencato tutti i difetti di Manhattan (droga, sporcizia, prostituzione, caos, maleducazione ed altro ancora), conclude: "Amo New York. È la

LA PROPOSTA

Notiziario promozionale del Laboratorio di Quartiere Mazzini

Hanno collaborato: Dagmar Mann per il quadro, Francesco Spera per la poesia, il signor Slimane Boufellah per il supporto fotografico. Ringraziamo i quattro abitanti per le interviste. Un particolare ringraziamento ai Portieri Aler

In redazione: Rosa Maria Moresco, Armando Antonelli, Roberto Poli, Giovanna Dalmasso, Carla Pansecchi, Idro, Lorenzo Buzzi, Costanza Maspero e Fulvio Fenzo.

La Finestra sul MAZZINI

C ome dare continuità al lavoro svolto finora? Il Laboratorio di Quartiere ha concluso la prima parte di questo lavoro

con l’evento pubblico tenuto il 15 dicembre durante il quale è stata presentata alla comunità (abitanti e istituzioni) il risultato dell’indagine. Ma la ricognizione sociale, oltre alla funzione di raccogliere la percezione e i sentimenti delle persone, si pone l’obiettivo di attivare delle risorse e trovare nuove energie mirate alla costruzione di tavoli di lavoro per sviluppare e progettare, insieme alla comunità, soluzioni adatte ed efficaci ai problemi individuati nel corso della ricerca. Dalle risposte degli intervistati abbiamo potu-

to definire tre aree ritenute prioritarie: relazioni intergenerazionali; relazioni fra italiani e immigrati; relazioni di vicinato.

Questi tre tavoli tematici, che partiranno con l’inizio del 2008, saranno aperti a tutti e avranno la finalità di sviluppare idee, riflessioni e progetti in favore di un quartiere che non vuole solo rinnovarsi dal punto di vista architettonico, ma ricostruire il suo quotidiano per recuperare là dove è possibile “la relazione”.

Tre tavoli aperti a tutti Conclusa la prima fase, ora troviamo insieme le soluzioni

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diversi delle presenza nelle guardiole, i lunghi tempi di attesa prima di avere una risposta alle richieste inoltrate all’IACP, le pratiche burocratiche alle quali le Autogestioni dovevano attenersi, le critiche a volte assurde e ingiuste degli assegnatari nei confronti dei Comitati di gestione e, non ultimo, le convocazioni delle assemblee annuali che le autogestioni dovevano indire s e nz a a ve r e uno s paz i o

d i s p o n i b i l e . Tutti questi fattori furono de te r m i na nt i p e r l o s c i o g l i m e n to d e l l e A u t o g e s t i o n i che non vennero più rinnovate.

Con la trasformazione dell’IACP in ALER, gli assegnatari si aspettarono un miglioramento nell’erogazione dei servizi, ma così non fu. Le portinerie chiuse rimasero tali e i servizi sempre carenti. Attualmente un cospicuo numero di alloggi è disabitato, in attesa di ristrutturazione o occupato abusivamente. Mi chiedo perché Aler, che gestisce l’edilizia popolare, non metta a conoscenza

Pa g ina 5 La Finestra sul MAZZINI

A seguito dell ’infelice scelta di eliminare le

portinerie, gli stabili dell’ex IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) vennero abbandonati a se stessi con tutte le conseguenze del caso. Con il provvidenziale D.P.R. venne data agli assegnatari la faco ltà di c ost i tuirsi in autogestione per i servizi di portierato: custodia, cura del verde, riscaldamento, piccole manutenzioni e quanto necessario per mantenere gli immobili nel dovuto decoro. Il provvedimento fu valido per tutti gli IACP del territorio nazionale. Nel quartiere Mazzini, il nostro quartiere composto di 30 stabili, per un totale circa di 2.400 alloggi, le possibilità offerte dalle autogestioni vennero recepite da 14 stabili che, ad autogestioni funzionanti, si costituirono nel Comitato di Quartiere Mazzini coordinato dal S.U.N.I .A. (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari). Questo comitato si riuniva per discutere le problematiche del quartiere e curava la pubblicazione e stampa del notiziario “Il Mazzini” che v e n i v a d i s t r i b u i t o a g l i assegnatari. A riprova della coesione di quel comitato, alla consultazione comunale del 1991 uno dei componenti venne eletto del Consiglio di Zona 14. Oltre agli stabili in Autogestione, altri sette avevano la custodia affidata a persone che erano alle dirette dipendenze dell’IACP, ma i rimanenti nove condomini erano sprovvisti di custodi. Le differenze dei servizi prestati all’inquilinato, tra i custodi IACP e quelli delle Autogestioni si rivelarono notevoli e a sfavore delle Autogestioni: gli orari

Tra Iacp e Aler non è cambiato

quasi nulla

CONDOMINIO Con i Comitati di gestione si potevano risolvere molti problemi

Autogestioni, così è stata TRADITA una speranza

Via Pomposa, serve più civiltà Come è oggi via Pomposa mi piace. Hanno fatto un buon lavoro. Non più macchine posteggiate in seconda fila in modo, come dire, un po’ fantasioso. Sono stati creati spazi che, in un prossimo futuro, diverranno aiuole con fiori e verde. In attesa di quel giorno, ci accontentiamo oggi di vedere i consueti escrementi canini e rifiuti di ordinaria quotidianità a cui si aggiungono: resti di vecchi televisori, telai di biciclette e quel che restava di un passeggino per bambini, fortunatamente vuoto. Insomma, per farla corta, un vero campionario d’inciviltà. Alla prossima!

Rosa Maria Moresco

L’OPINIONE

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Tutti i CANTIERI in

La mappa degli interventi iniziati in autunno oppure previsti Al Laboratorio di Quartiere c’è uno sportello per informare gli

N el mese di ottobre sono stati aperti tre cantieri: in

via Comacchio 4 (scale E, F, G, H); in via Panigarola 1 (scala A, B, C, D,E) dove è stata effettuata nei mesi precedenti la mobilità, gli e d i f i c i s u b i r a n n o u n a ristrutturazione completa; in via Panigarola 2, oltre all’inserimento delle colonne degli ascensori, sarà effettuato anche il recupero dei sottotetti e la manutenzione straordinaria di alloggi e parti comuni. Entro la fine dell’anno, poi, sarà avviato un quarto cantiere in via dei Cinquecento 4 (scala B, C) e via Mompiani 10 (scala D) dove è previsto l’inserimento della colonna degli ascensori. Per saperne di più è sempre attivo l’INFOCANTIERE: un’iniziativa promossa dal Laboratorio di Quartiere per informare gli abitanti sull’esecuzione dei lavori del progetto di riqualificazione previsto dal Contratto di Quartiere M a z z i n i . L o s p o r t e l l o INFOCANTIERE ha lo scopo di spiegare i progetti previsti, le loro diverse fasi e la tempistica degli interventi in atto e, nello stesso tempo, ha una funzione di ascolto per raccogliere le osservazioni e le criticità riportate dagli abitanti. Il Laboratorio di quartiere è aperto nei seguenti giorni: il martedì dalle ore 10 alle 12, il mercoledì dalle 15 alle 17, e il

I PROGETTI DEL CONTRATTO DI QUARTIERE

Pa g ina 6 Numer o 5 - Dicembre 2007

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arrivo

nei prossimi mesi. abitanti del Mazzini

La Finestra sul MAZZINI

CANTIERI La mappa

degli interventi già avviati

oppure previsti nei prossimi

mesi. Qui in alto e in basso

due immagini dei cantieri già aperti

in quartiere da ALER

in via Comacchio

e via Panigarola

Pa g ina 7

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Pa g ina 8 Numer o 5 - Dicembre 2007

QUARTIERE Le palazzine di via Mompiani 1 e via

CORTILI IstruLa convivenza non è sempre facilissima,

M an mano che proseguono le opere

di riqualificazione edilizia, gli edifici nuovi si stanno popolando e i cortili animando, i nuovi inquilini incominciano a salutarsi, riconoscersi per strada e scambiare quattro chiacchiere nei cortili. Ma questi spazi comuni, un tempo luogo di incontro frequentato soprattutto da giovani e anziani, è diventato oggi motivo di dissapori e liti condominiali. Da una recente indagine del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) risulta infatti che, negli ultimi cinque anni, le cause civili tra inquilini sono aumentate quasi del 50 per cento ed è emerso che i luoghi attorno ai quali si disputano queste infinite controversie sono le scale, i pianerottoli, gli androni e cortili. Tutti si riconoscono la “proprietà” dello spazio comune, ma solo alcuni si sentono responsabili della cura e del rispetto di questi luoghi. Ci sono ragazzi che giocano senza rispettare gli orari di condominio, c’è chi lascia la bicicletta dove non è consentito, chi scorrazza con il motorino… Ma cosa pensano gli abitanti che si sono appena trasferiti vicino ad un nuovo cortile e, soprattutto, questa opportunità di vivere in uno stabile appena ristrutturato crea un desiderio maggiore di conservare al meglio gli spazi comuni condividendo le norme che favoriscono dei sani rapporti di vicinato?

A bbiamo puntato la nostra attenzione sulle

palazzine di via Mompiani 1 e via Polesine 2 che hanno in comune un bellissimo cortile, e abbiamo messo a confronto quattro famiglie di generazioni e culture diverse per capire quali sono i loro desideri e le loro aspettative rispetto a questo luogo che è parte del

LA FAMIGLIA NUMEROSA

Questi spazi sono parte della casa e si fa amicizia con i vicini

«D a quando io e la mia numerosa famiglia siamo venuti ad abitare in questo cortile la nostra vita è veramente

cambiata in meglio. La palazzina nuova è sicuramente un motivo di benessere per tutti i nuovi inquilini, e in particolare nel nostro caso, dato che vivevamo in una situazione di sovraffollamento. Ma non è solo per l’appartamento che mi sento più serena: lo spazio verde e le panchine hanno creato la giusta atmosfera per intrecciare delle amicizie. Sebbene abitassi nello stesso quartiere, non mi era mai capitato di intrattenermi con i miei precedenti vicini. Anzi, spesso mi sono sentita isolata. Ora, invece, fermarmi in cortile a parlare è un piacere perché mi permette sia di conoscere le persone che condividono il mio stabile, sia di sentirmi più sicura. Infatti, per la prima volta, ho permesso ai miei figli di giocare in cortile, e sempre per la prima volta quest’estate ho partecipato con altri abitanti all’abbellimento di una parte del prato aumentando la vegetazione con nuove piantine. Il cortile è una parte importante della casa e credo che il fatto di vederlo ordinato e pulito invogli le persone a mantenerlo tale, e a creare dei momenti di condivisione con feste o iniziative per stare

LA STRANIERA

Dalla finestra mi fa stare meglio «S ono certo molto contenta di aver cambiato casa, ma anche

cortile. Nel mio stabile non esisteva il servizio di portineria e gli spazi comuni erano oltre che molto vecchi davvero

sporchi. Ma per me il nuovo cortile è ancora solo un punto di passaggio perché sono straniera e, purtroppo, non parlo molto bene l’italiano. Però il solo fatto di aprire la finestra e vedere questo spazio così grande e ben ordinato mi fa sentire bene. A parte qualche portoncino d’entrata già rotto, io mi sento molto più sicura rispetto a dove abitavo prima e mi piacerebbe pensare che tra qualche anno i miei bambini, ora ancora piccoli, potranno andare in cortile a giocare in tutta serenità».

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LA PROPOSTA

Collaboriamo insieme per costruire un gazebo

Pa g ina 9 La Finestra sul MAZZINI

QPolesine 2 hanno in comune uno spazio all’aperto. Ecco cosa dice la gente zioni per vivere bene e c’è chi tratta come “suo” un luogo che è di tutta la comunità

L’ANZIANO

Regolamenti? Basta l’educazione

«S ono anziano e solo. Non ho il desiderio di vivere il cortile, ma senza

dubbio vorrei che questa casa mi portasse un po’ di serenità. Il fatto stesso di avere finalmente la portiera mi ha dato subito un senso di sicurezza, poiché dove abitavo prima ho subìto una brutta aggressione e questa esperienza mi ha segnato a lungo. Ma certo questo non basta perché, oltre al pericolo della criminalità, ci sono tanti problemi legati alla convivenza: sono le persone che creano l’atmosfera dello stabile. Per quanto riguarda la mia scala mi sento fortunato perché ho trovato dei vicini di casa accoglienti con i quali vado d’accordo, ma nel cortile sento la mancanza di regole. Per esempio ritengo sia giusto che i bambini godano di questo spazio per giocare, ma occorrerebbe definire anche i momenti di tranquillità. Purtroppo non credo sia una ques tio ne di regolame nto

«S icuramente il cortile è un ottimo spazio di aggregazione, ma finora

non sono riuscita a viverlo come vorrei. Servirebbero iniziative che promuovessero la socializzazione, perché mi sono trasferita da poco e, non conoscendo ancora nessuno, vivo un senso di estraneità. Ma, prima di parlare di una possibile

festa di cortile, le persone d o v r e b b e r o r i f l e t t e r e sull’importanza del rispetto degli spazi comuni . Quando ho traslocato, il nuovo cortile era già trascurato e pieno di cartacce. Solo con l’arrivo della portiera è stato ripulito: questo dà la misura di quanto sia importante il suo lavoro, ma anche quanto si dia

poco valore ad un luogo che, proprio perché è di tutti, va curato e mantenuto. Sarebbe bellissimo, come hanno suggerito alcuni inquilini, costruire un gazebo per ritrovarsi nella bella stagione per una chiacchierata o una partita a carte. Per me e mio marito sarebbe un modo per trascorrere del tempo all’ aperto e in

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Pa g ina 10 Numer o 5 - Dicembre 2007

L’ attività tradizionale della San Vincenzo è l’aiuto

portato ai poveri attraverso un rapporto personale e diretto attuato recandosi nelle abitazioni o nelle strutture (case di riposo, ospedali, ecc.), dove vivono le persone che vivono una situazione di disagio o di povertà. Si tratta di un aiuto che spazia dal sostegno economico a quello morale, con la finalità di alleviare le sofferenze, ma anche di rimuovere le cause della povertà e del disagio e ridare dignità e integrità all’uomo. Il quartiere dove opera la Conferenza della San Vincenzo (così sono chiamati i nostri gruppi) è uno tra i più degradati della città, con un’altissima componente straniera e ad alto rischio di esclusione sociale, soprattutto per i ragazzi in età adolescenziale. «Già due anni fa avevamo tentato di portare avanti un progetto di doposcuola - spiegano alla San Vincenzo -, avvalendoci della collaborazione dei ragazzi della Conferenza giovani le dello Zaccaria (una scuola privata in via C o m m e n d a ) , i ns e r e n d o c i attivamente nei progetti per i “Patti locali per la Sicurezza” nell’ambito dei Contratti di Quartiere. Ma, purtroppo non c’è stato seguito». Ma alla San Vincenzo non si sono

IL PROGETTO Una decina di giovani italiani e stranieri frequentano regolarmente le attività.

Un DOPOSCUOLA per aiutare

L’impegno della San Vincenzo per dare un sostegno scolastico agli

s vo l g i m e n to de i c o m pi t i giornalieri: rimaneva il problema di coprire quella fascia di età adolescenziale dei ragazzi che frequentano le scuole superiori e che passano la maggior parte del loro tempo sulla strada». Don Andrea, il nuovo direttore dell’oratorio, ha quindi proposto alla San Vincenzo di aiutarlo ad avviare un “doposcuola” dove i raga zzi potesser o tr o vare accoglienza e aiuto per un

recupero nelle materie scolastiche che causano maggiori difficoltà. Le difficoltà che i ragazzi incontrano nello studio possono essere conseguenza di un d i sa gi o f am il i a re , sociale, culturale o e c o n o m i c o , m a soprattutto si tratta di m a n c a n z a d i motivazione verso lo studio. «Per questo motivo si è pr e f e r i to c e r c a r e volontari adulti o universi tari che

dati per vinti: «Nel ripensare questo progetto in modo da portarlo avanti autonomamente, cioè senza il finanziamento dei Patti locali che quest’anno non sono stati riproposti, ci siamo anche resi conto che i ragazzi del liceo erano troppo giovani per un incarico così impegnativo, in quanto i ragazzi che frequentano il doposcuola sono appunto “adolescenti a rischio”. Abbiamo seguito allora un altro approccio - prosegue il gruppo della chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita -. Accanto alla nostra parrocchia esiste l’associazione “La Strada” che ha educatori che seguono i ragazzi delle scuole medie e l i aiutano nello

Per contattare la San Vincenzo

rivolgersi a don Andrea,

presso la parrocchia

di San Michele arcangelo

e Santa Rita, tel. 02 57409313

A bbiamo presentato nei numeri scorsi l’attività della nostra parrocchia di

San Michele Arcangelo e Santa Rita. Questa volta vogliamo parlare più in dettaglio di quello che fa ogni giorno, e in particolare di un gruppo che è nato con la dedizione verso le povertà e il disagio sociale: la “San Vincenzo”.

Don Andrea

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Pa g ina 11 La Finestra sul MAZZINI

accompagneranno i ragazzi, li motiveranno allo studio e li aiuteranno ad acquisire un metodo - riprendono alla San Vincenzo -. Le persone che hanno risposto al nostro appello sono pensionati con buone competenze scolastiche, ma soprattutto con la voglia di creare una relazione con questi ragazzi». Insieme a questo gruppetto “con i capelli grigi” si è aggregata anche una giovane laureata che, in attesa di trovare lavoro, aiuta i volontari in questo servizio. Già una decina di ragazzi, italiani e stranieri, frequentano con r e g ol a ri tà i l do pos c uol a . «Speriamo di aumentare il numero dei “docenti” per poter accogliere ancora più giovani - conclude la San Vincenzo -. Ci permettiamo quindi, attraverso queste pagine, di lanciare un appello a tutte quelle persone che hanno a disposizione qualche ora di tempo ed hanno voglia di dedicarla a questa causa. Non è un vero e proprio doposcuola, ma un accompagnamento scolastico, ed è per questo che il numero dei ragazzi affidati ad un adulto deve

CMa ora servono altri volontari

i ragazzi

studenti delle superiori

T erminati i primi lavori del quartiere, eccomi a parlare di via Pomposa. I lavori stradali giunti alla fine, salvo qualche

particolare che verrà eseguito quanto prima, ne hanno migliorato l’estetica, determinando i posti macchina più ordinati ed istituito il senso unico alla strada. Inoltre sono stati messi a dimora gli alberi previsti, create tre belle aiuole con relativi lampioncini davanti al numero civico 2, e pavimentati i parcheggi con piastrelline rosse che rendono ancora più visibile la trasformazione e il miglioramento della nostra strada. Ciò che manca, forse, è qualche cestino per la raccolta dei rifiuti in più, onde non dar modo ai “soliti ignoti” di liberarsi della la spazzatura abbandonandola per terra. La strada dovrebbe rispecchiare la nostra educazione e questa, alle volte, ci viene suggerita da qualche bambino che cerca i contenitori dove buttare la carta. Cerchiamo di amare il nostro quartiere perché è il luogo in cui viviamo: più sarà pulito più saremo soddisfatti. Ritengo comunque che questa ristrutturazione sia un primo passo importante per dare “ordine” a questo quartiere che è spesso in balìa della maleducazione e del disinteresse nei confronti del prossimo. Infine vorrei aggiungere un commento riguardo alla tempistica degli interventi: rispetto al programma che era stato illustrato all’inizio, i lavori sono cominciati dopo la data prevista e, di conseguenza, si sono protratti oltre il termine indicato. C’è davvero da augurarsi che ciò non diventi una consuetudine per le altre vie che nei prossimi mesi saranno interessate dagli stessi interventi di riqualificazione urbana.

Strade più ordinate dopo gli interventi

Con qualche altro cestino resteranno anche pulite

PARCHEGGI Con i lavori posti auto sono stati pavimentati e riordinati

Page 12: Finestra sul Mazzini - 5 - dicembre 2007

LABORATORIO DI QUARTIERE MAZZINI

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Orari dello Sportello : martedì dalle ore 10 alle 12, mercoledì dalle ore 15 alle 17, giovedì dalle 10 alle 12

RICOGNIZIONE SOCIALE Il quartiere che vorremmo avere Tre tavoli aperti a tutti

da pagina 2 a pagina 4

CONDOMINIO Autogestioni, così è stata tradita una speranza

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IL PROGETTO San Vincenzo Un doposcuola per aiutare i ragazzi

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L’OPINIONE Strade più ordinate dopo gli interventi

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CONTRATTO DI QUARTIERE Tutti i cantieri in arrivo

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INCHIESTA Cortili Istruzioni per vivere bene

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A bita da molto tempo nel nostro quartiere, ma abbiamo avuto la fortuna di incontrarla solo

pochi mesi fa: è la pittrice Dagmar Mann. Un’artista tedesca di origine, ma che ha vissuto e lavorato in diverse città europee come Asburgo, Oslo, Stoccolma, Copenaghen, Venezia e Napoli, per stabilirsi infine a Milano. Non è stato facile scegliere quale opera pubblicare in questo numero; cogliendo l’occasione delle festività, abbiamo deciso di proporvi “Il Natale”,

una tela dipinta nel 1999, dove emerge tutto il suo amore per gli animali e la sua poetica immaginazione. Scrive di lei il critico d’arte Franco Russoli: “Nelle favole pittoriche di Dagmar Mann evocazione e fantasia si fondono in un sentimento di ironica tenerezza. Negli spazi iridescenti dei cieli di sogno di Alice, di Peter Pan, di Andersen, e di Mary Poppins, si muovono i personaggi di una penetrante commedia umana sotto le luci di uno squisito théatre des

IL NATALE

Un quadro di Dagmar Mann

La Redazione de “La Finestra sul Mazzini” e il Laboratorio di Quartiere augurano a tutti i lettori un Buon Natale e un Felice 2008

IN QUESTO NUMERO: