La Finestra, Numero 17

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Periodico del comune di Personico La Finestra • Settembre 2010 • n.17 Mal d’Africa: ritorno in Ghana 8 Tre anni a Singapore 11 Grazie “Sonie”! 14 Municipio: progetti presenti e futuri 4

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Periodico del comune di Personico, numero 17, settembre 2010

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Periodico del comune di Personico

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Mal d’Africa: ritorno in Ghana8

Tre anni a Singapore11

Grazie “Sonie”!14

Municipio: progetti presenti e futuri4

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in breve

Lo scorso 14 giugno si è tenuta la prima seduta ordinaria 2010 del Consiglio comunale. Il legislativo ha approvato i conti consuntivi 2009 del Comune e dell’Azienda Acqua Potabile, oltre allo statuto del nuovo Ente regionale di sviluppo Bellin-zonese e Valli.Il Consiglio comunale ha pure accolto le dimissioni del Consigliere Rino Bonta-delli per subingresso in Municipio. I conti del 2009 del Comune hanno chiuso con un leggero disavanzo di CHF. 3’300.13 a fronte di un un disavanzo d’esercizio a preventivo di CHF. 787.85. I conti dell’Azienda chiudono con un risultato negativo di CHF. 9’741.20. Tale disavanzo è dovuto a spese di manutenzione straordinaria delle infrastrutture dell’acquedotto comunale.

Consiglio comunale

Ci congratuliamo con …

Il Municipio e la redazione si congratulano con: • i ragazzi Tamara Odermatt e Wong Citino per i brillanti risultati

ottenuti nel conseguimento della licenza di scuola media, rispettiva-mente la prima e la terza miglior media!

• al maestro Ariano Belli per il brillante risultato ottenuto presso l’Alta Scuola Pedagogica: miglior media finale!

Novità in Cancelleria

Con piacere informiamo la popolazione che dal primo settembre 2010 è stata assunta la signorina Veronica Sciaranetti in qualità di appren-dista di commercio presso la Cancelleria comunale. A Veronica, che nella sua formazione frequenterà i corsi per l’otteni-mento della maturità integrata, formuliamo i migliori auguri per l’inizio della sua nuova attività.

Il Municipio si congratula con la segretaria Daniela Bernardini per aver frequentato il corso di tecnico comunale presso la SUPSI, conseguendo il relativo diploma cantonale lo scorso mese di giugno.

Andrea Clerici e Alan Calabresi hanno concluso lo scorso giugno la quinta elementare. La redazione augura loro una buona riuscita nel primo anno di scuola media a Giornico.

Passaggio in prima media

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editoriale

La finestra è un’apertura su un mondo. Lo è quella fisica, che, inca-stonata nei muri delle case, permette di guardare   oltre l’ambiente domestico. Allo stesso modo la Finestra, il periodico che avete fra le mani è giunto ormai al diciassettesimo numero, vuole essere un’aper-tura sulla realtà di paese, ma anche su mondi lontani, dove i nostri compaesani si recano per aiutare i meno fortunati o si trasferiscono a vivere. Fedeli a questa concezione, in questo numero vi proponia-mo il racconto del ritorno di Simona Pesenti in Ghana, dove –  per la terza volta –  si è recata per prestare assistenza sanitaria presso il Comboni Centre di Sogakofe. Al ritorno, nel suo bagaglio, ha ripor-tato un’esperienza indimenticabile e un’altra fetta di mal d’Africa.

Ci siamo poi lasciati trasportare dal vento fino in oriente, atterrando a Singapore, dove Andrea Guzzi ha trascorso tre anni della sua vita con la propria famiglia. Nel suo racconto, la testimonianza diretta del fascino di un continente ancora, per certi versi, sconosciuto da noi.

In questi mesi estivi il vento ha però portato numerose novità anche in paese. In questo numero parleremo dunque dei cambiamenti avvenuti nel breve volgere di un’estate presso le scuole comunali, con la par-tenza – con relativa festa – delle due “Sonie” (ci scuseranno le dirette interessate per la libertà che ci prendiamo, ma così le ricordano – con simpatia – le tante generazioni di personichesi che hanno contribuito a crescere), vale a dire la maestra di scuola dell’infanzia Sonia Minotti e la maestra di scuola elementare Sonia Notari. Al loro posto, da settem-bre, sono arrivati Ariano Belli, nuovo responsabile dell’istituto scolasti-co comunale e insegnante nella pentaclasse elementare. Potrà con-tare sull’aiuto della docente d’appoggio Paola Camponovo. La nuova insegnante alle scuole dell’infanzia è invece Lisa Marchetti, di Piotta.

La redazione

sommario

4 Municipio: progetti presenti e futuri & rustici 7 usp e le sagre in paese 8 reportage: Mal d’africa

11 personichesi all’estero: 3 anni a singapore

14 tra i Banchi: intervista alle due “sonie”

17 ceriMonia di chiusura dell’istituto scolastico 2009-2010 18 patriziato: discarica inerti in Bassa

19 l coMe: ... di erina forni

20 pensieri nell’aria

ImpressumTiraTura 300 esemplari

La redazione

Giuseppe BontàLuca BontàLuca BertiCristina CeresaRoberta GuidottiMassimina PesentiSimona Pesenti

STampa

Dazzi SA tipografia6747 Chironicowww.dazzi.ch

indirizzi per La conSegna deL maTeriaLe da pubbLicare

Comune di Personico6744 Personicoe-mail: [email protected]: 091 873 20 60 Fax: 091 873 20 79

FoTo coperTina

Una bambina del villaggio Comboni Centre(Simona Pesenti)

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dal municipio

NOVITÀprOGeTTI preseNTI e FuTurIInizio nuovo anno scolasticoLo scorso 30 agosto 2010 è iniziato il nuovo anno sco-lastico 2010/2011: quale importante novità informiamo che l’insegnamento nella Scuola Elementare è affidato al maestro Ariano Belli di Personico che sarà anche il nuovo responsabile dell’Istituto scolastico comunale. La sezione potrà contare anche quest’anno sulla docente d’appoggio Paola Camponovo che affiancherà il mae-stro per il 40% delle unità didattiche di insegnamento.

Per quando riguarda la Scuola dell’Infanzia comunichia-mo che la nuova responsabile è la maestra Lisa Marchet-ti di Piotta. Quest’anno la sezione sarà frequentata da 14 allievi.

A docenti ed allievi il Municipio augura un proficuo anno scolastico!

Opere pubblicheLe opere pubbliche programmate per l’anno corrente sono state tutte ultimate ad inizio settembre.Nel corso della primavera è stata dapprima terminata la quinta tappa di rifacimento delle canalizzazioni lungo la tratta Ristorante Personico - Casa comunale.Successivamente è stata eseguita la sistemazione del canale in campagna con la realizzazione di un biotopo.

A metà giugno ha invece preso avvio la prima tappa di un’importante opera suddivisa su più anni e destinata a realizzare gli adeguamenti necessari degli accessi alle infrastrutture comunali per i disabili. La modifica di legge dell’articolo 30 della Legge edilizia

cantonale del 1° febbraio 2005 impone agli enti pubbli-ci di concretizzare le misure necessarie atte a garantire l’accesso ai disabili delle strutture destinate al pubblico. Il nuovo articolo 55 prevede poi che le condizioni fissa-te dall’art. 30 debbano essere adempiute entro 7 anni dall’entrata in vigore della norma, ossia entro il 1 ° feb-braio 2012.

Per procedere con cognizione di causa, nel 2008, il Mu-nicipio ha coinvolto l’architetto Bertoni della FTIA (Fede-razione ticinese integrazione handicap) il quale ha offer-to una consulenza gratuita relativa agli interventi minimi previsti dalla Legge Edilizia cantonale.

lisa Marchetti con i BaMBini della scuola dell’infanzia

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ariano Belli e paola caMponovo con gli allievi di scuola eleMentare

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Gli interventi suggeriti dall’architetto Bertoni consisteva-no nel supplire alla mancanza di rampe di accesso e ser-vizi igienici per disabili nella Casa comunale, al cimitero e presso il Centro Sportivo.Il Municipio ha quindi optato per raggruppare in un uni-co progetto le caratteristiche tecniche ed i costi di inter-vento per poi procedere alla loro realizzazione pratica, diluendo gli investimenti nell’arco di tre anni, tenendo conto dei termini di legge. Nel mese di ottobre dello scorso anno lo Studio Reali & Guscetti di Ambrì ha presentato al Municipio il progetto definitivo, di cui l’architetto Bertoni ha approvato le so-luzioni tecniche, così come l’esecuzione in singole tappe.

L’intervento realizzato nel corso dell’estate ha privile-giato l’adeguamento dell’accessibilità degli spazi ammi-nistrativi situati al piano terreno della Casa comunale. L’adeguamento esterno dell’edificio ha visto la costru-zione di una rampa d’accesso al porticato che giunge alla quota del pavimento interno dell’edificio principale. All’interno della casa comunale è inoltre stato adattato il servizio igienico situato a pianterreno, tramite l’elimi-nazione della parete interna divisoria che ha permesso di ricavare un unico spazio più agevole. Per quanto riguarda la sistemazione degli accessi nell’area del cimitero si è provveduto al livellamento del pavimento della camera mortuaria. Nel contempo è stato eliminato il lavabo e sono state ritoccate le pareti del locale.Il prossimo anno verranno invece realizzate due nuo-ve rampe all’interno degli attuali percorsi pedonali del cimitero: una doppia rampa darà accesso alla camera mortuaria ed una seconda tripla rampa permetterà di raggiungere l’ala più vecchia.Infine, per il centro sportivo, l’accessibilità è pensata per la buvette ed i servizi igienici in quanto la struttura spor-tiva non è comunque attrezzata per lo svolgimento di attività sportive per disabili. Sarà pertanto costruita una rampa per l’accesso alla bu-vette e una rampa minore per l’accesso al servizio donne che diventerà contemporaneamente anche servizio per disabili. Questi interventi sono programmati per il 2012.Il costo complessivo dell’opera è preventivato in CHF. 264’000.-. Tale importo è stato oggetto di una richiesta di credito quadro approvata dal Legislativo co-munale lo scorso dicembre.

Il Municipio ha però sul tavolo ulteriori importanti pro-getti e relativi investimenti, tra i quali, per l’Azienda Ac-qua Potabile, il progetto di risanamento degli impianti ubicati presso la sorgente Pont da Picol. Le attuali strut-ture necessitano infatti, entro il medio termine, di impor-tanti interventi di miglioria.Di questo importante progetto verrà dato ampio spazio in occasione di una prossima edizione del periodico.

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La documentazione che sarà prossimamente messa a di-sposizione comprenderà:

a) il rapporto di pianificazione.b) le norme di attuazione (NAPUC-PEIP);c) le rappresentazioni grafiche suddivise in: - Cartografia riassuntiva, in scala 1:150´000, concer- nente la suddivisione del territorio in 22 comparti nonché la rappresentazione riassuntiva, complessiva per tutto il Cantone, dei perimetri dei paesaggi con edifici e impianti protetti; - 23 tavole comprensoriali, in scala 1:25’000, concer- nenti le rappresentazioni dei perimetri dei paesaggi con edifici ed impianti protetti per ogni singolo com- prensorio.

L’incarto sarà a disposizione degli interessati duran-te la fase di pubblicazione prevista dal 20 settembre 2010 al 19 ottobre 2010. Ricordiamo inoltre che i cit-tadini ed ogni altra persona o ente che dimostrassero un interesse degno di protezione sono legittimati a ri-correre al Tribunale cantonale amministrativo contro il PUC-PEIP.

Di seguito riassumiamo alcuni punti essenziali:

Rappresentazioni graficheDelimitano il perimetro di protezione del territorio fuori dalle zone edificabili, laddove costituisca una componen-te essenziale del paesaggio tradizionale locale.

Criteri di esclusioneAll’interno del perimetro non sono considerati:a) il bosco ai sensi della legislazione forestale;b) le superfici per l’avvicendamento colturale SAC;c) le aree per attrezzature, impianti o funzioni di interes- se nazionale, cantonale o regionale;d) le aree soggette a forti pericoli naturali accertati.I criteri di esclusione valgono in tutti i casi!

Solo mediante la procedura di autorizzazione edilizia sarà possibile sancire l’effettiva possibilità di trasfor-mare, con cambiamento di destinazione, gli edifici cen-siti quali meritevoli di conservazione negli inventari co-munali degli edifici situati fuori dalla zona edificabile e appartenenti al paesaggio delimitato dal PUC-PEIP.

Edifici classificati come meritevoli di conservazione ne-gli inventari comunali, ma ubicati fuori dal perimetro, non potranno più essere trasformati!

dal municipio

rusTIcI

val Marcri

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cassinone

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Lo scorso 10 maggio 2010 il Gran Consiglio ha approvato il Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti (PUC-PEIP), ai sensi della scheda P3 del Piano direttore cantonale che regola la trasformazione dei rustici meritevoli di conservazione situati al di fuori delle zone edificabili. L’attuale fase prevede che il Dipartimento del Territorio proceda alla pubblicazione del piano presso le Cancelle-rie dei comuni interessati, per un periodo di trenta giorni. Questo è infatti quanto prevede l’articolo 48 della Legge cantonale d’applicazione della Legge federale sulla piani-ficazione del territorio.

Pubblicazione del Piano di utilizzazione cantonale dei Paesaggi con edifici e imPianti Protetti (Puc-PeiP)

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pro personico & parrocchia7

Mancava dagli appuntamenti fissi del villagio ormai da qualche anno e finalmente è tornata. Il 30 luglio si è te-nuta nella suggestiva cornice dei grotti personichesi la sagra di San Nazèi, in onore del santo Patrono, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Orga-nizzata dalla Pro Personico in collaborazione con il Grot-to Val d’Ambra, la festa si è aperta alle diciotto con l’ini-zio dell’intrattenimento musicale e i primi brindisi. Nel frattempo in cucina si provvedeva a rifinire la cottura

delle costine e a dare colore a colli di maiale, bratwurst e formaggini. Intanto i tavoli si riempivano e i grotti pri-vati aprivano le loro porte ai loro proprietari, che si sono goduti la cena ai tavolini di sasso antistanti le costruzioni di pietra. Le torte che hanno chiuso il pasto sono state preparate dal Grotto Val d’Ambra. La festa è poi prose-guita in musica e in allegria fino alla mezzanotte.

us personico

Cari Amici,come di consuetudine anche quest’anno ci tenevo a farvi il mio saluto personale. Sembra ieri, ma è quasi trascorso un anno dagli ultimi festeggiamenti del 30esimo dell’Unione Sprotiva Perso-nico. Anche per l’US Personico Seniori è iniziato un nuo-vo campionato, con dei cambiamenti all’interno della gestione squadra.A condurre l’US Personico oltre a me Presidente, c’è un buon comitato e al suo fianco l’allenatore della squadra Seniori, Tommaso Chicchia, con Federico Di Tullio quale vice allenatore, già entrambi giocatori della scorsa sta-gione, e naturalmente in campo un bel gruppo di ragaz

zi, con tanta voglia di giocare, ma soprattutto trascorre-re del tempo assieme all’insegna del divertimento e del buon gioco in campo.Non dimentichiamo che l’US Personico vanta di avere anche la squadra di allievi C del raggruppamento alto ticino, ai quali auguro un buon campionato.Tengo inoltre a fare un saluto e un ringraziamento parti-colare a tutti quelli che con il lavoro e con il loro contri-buto consentono a questa società di proseguire.Sportivi saluti e buon campionato a tutti.

Armando Cremini

uN saluTO dal presIdeNTe

san nazèi torna a Personico

festa della madonna della cintura

Appuntamento ormai fisso nel calendario personichese è invece la Festa della Madonna della cintura, che di re-gola si tiene la seconda domenica di settembre. Così il 12 settembre, alle 9 la sagra è iniziata con il banco del dolce organizzato dalla parrocchia. Alle 10.30 è inizia-ta la celebrazione della Santa Messa, che è terminata con la tradizionale processione per le vie del paese. Al termine della celebrazione, il gruppo parrocchiale ha

offerto ai presenti un aperitivo. La festa è poi prosegui-ta sul piazzale adiacente alla casa comunale, dove la Pro Personcio ha preparato il pranzo per un centinaio di persone: polenta e spezzatino, polenta e formaggio o polenta e latte per tutti. La giornata si è conclusa con tre giri di tombola targati „Pro“ e con l’estrazione della lotteria parrocchiale.

le saGre7

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reportage

di simona pesenti

mal d’aFrIcail ritorno al comboni centre in ghana ha il saPore di dejà Vu. ma le storie che s’intrecciano attorno all’osPedale missionario sono semPre nuoVe

Rieccomi atterrata di nuovo ad Accra, capitale del Gha-na…

L’odore che si respira fuori dall’aereoporto è un odore già noto nei miei ricordi, una strana sensazione invade il mio corpo,…sembra di esser tornati a casa, una seconda casa. Sarà questo il «Mal d’Africa» ?

Il viaggio che mi aspetta sono sempre le due orette di strada dissestata, trafficata e caotica,…

Rivedendo i sorrisi dei Ghanesi, i loro paesini, i bambini che giocano in strada, gli animali che girano liberi, mi riaffiorano alla mente dolci ricordi della mia esperienza passata, ogni singola cellula del mio corpo sembra im-pazzita, non vedo letteralmente l’ora di arrivare al Cen-tro Comboniano di Padre Riccardo.

Dopo una breve notte di sonno tra afa e zanzare ci si alza di buon mattino con tanta voglia di rincontrare quella gente che ha reso indimenticabile l’esperienza

precedente.L’arrivo in ospedale è commovente, sembra che il tempo si sia fermato, tutto è rimasto uguale, come se in realtà non fossi mai partita.

Siamo appena arrivati, il nostro corpo non si è ancora abi-tuato al grande caldo tropicale e all’umidità del 95 -98%, eppure siamo già tutti quanti all’opera, si cerca di fare ed aiutare più gente possibile durante il nostro breve sog-giorno di volontariato.

Ogni paziente arriva dai tanti villaggi sparsi per il Vol-ta Region, chi a piedi, chi con un trotro1, chi in vusan-gawuwu2. Arrivano, si annunciano ad uno sportellino che funge da reception e si accomoda all’esterno sotto il sole cocente in attesa del proprio turno. Non una lamentela, non un litigio, nessuno stress, sanno che prima o poi sarà il loro turno. Li guardo e li ammiro. Ognuno di loro ha una grande storia di vita.

In OPD 3 si presentano pazienti con problemi di iperten-sione, c’è chi arriva con dei gozzi incredibilmente giganti, chi ha delle ernie, chi l’elefantiasi e soprattutto arrivano giovani pazienti colpiti da malaria  : purtroppo ancora una delle principali malattie tropicali che stronca nume-rose vite di bambini e neonati.

Vengono visitati dai medici e poi smistati nei vari dipar-

1 furgoncino mal messo usato come taxi, viene caricato di persone finché c’è posto2 vecchia bicicletta a volte senza freni3 out patient departement: paragonabile al nostro pronto soccorso

ogni Paziente arriVa dai tanti Villaggi sParsi Per il Volta

region, chi a Piedi, chi con un trotro, chi in VusangaWuWu

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timenti  : c’è la ginecologia/maternità, c’è la pediatria, l’oftalmologia e il reparto di medicina per uomini e per donne. Durante alcune mattine infine si procede a varie operazioni chirurgiche grazie all’aiuto di medici chirur-ghi anche loro in missione.

Ecco che la mattina seguente nel reparto di pediatria troviamo Derrik, un ragazzino di circa 10 anni, si ritrova con delle ustioni di secondo grado sulla gamba destra. Viene visitato da un medico in missione con noi, biso-gna tenerlo ricoverato e medicargli le ustioni quotidia-namente per farlo guarire ed evitare che esse possano infettarsi. Il materiale a disposizione per queste medica-zioni è davvero di «fortuna», qualche benda di garza e della vaselina per evitare che queste si attacchino alla cute ferita. È un ragazzino simpatico, gli piace ridere e scherzare, ma appena capisce che é il momento della medicazione si dispera per un momento ma poi conscio che non può obiettare, serra denti e pugni e si lascia cu-rare con coraggio.

Il giorno seguente quattro di noi si staccano dal Policlini-co per andare a far visita a dei ragazzi in un Orfanotrofio vicino ad Hoo, un paesino lontano 4 ore di viaggio da Sogakope.

Avvisiamo «Mami» del nostro arrivo, una signora che ne-gli anni ha portato a casa bambini e ragazzi di ogni età senza genitori o con genitori etilisti. Arriviamo con una bella scorta di vestiti, materiale scolastico, riso, pomo-dori, frutta, spezie, grano ecc…

Questi ragazzi ci accolgono a braccia aperte, non ho mai visto tanto entusiasmo, c’è chi ride, chi canta e chi balla.Sanno che sarà una giornata di festa e che faranno un ricco pranzo a base di riso al pomodoro.

Vorrei poter fare di più per loro, tutti noi vorremmo fare di più ma sappiamo che ciò che abbiamo portato li aiu-terà a stare bene per almeno 2 mesi. Trascorriamo l’inte-ra giornata a giocare con loro, ad ascoltare le loro storie e le loro avventure.

Verso le 16 salutiamo «Mami» e i fantastici ragazzi. Il sole sta calando e ci aspetta ancora un viaggio lungo. Dobbiamo rientrare a Sogakope al Centro.

Al nostro arrivo il resto del gruppo ci aspetta, vogliono sapere tutti i dettagli della nostra spedizione ad Hoo, noi raccontiamo tutto già con molta nostalgia.La domanda che continuo a farmi è : «Chissà che ne sarà di loro… chissà cosa faranno domani, e dopo domani e così via…».

Il mattino seguente appena arrivo in Ospedale una in-fermiera del posto-miss Rejoice-mi dice che in reparto c’è un ragazzino di 13 anni che è ritornato in ospedale. Soffre di insufficienza renale cronica; è da parecchi anni

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personichesi all’estero

che è colpito da questo disturbo e purtroppo i mezzi per curarlo non sono più a sufficienza. Necessiterebbe di dialisi, purtroppo un’utopia.

Dopo esser stato visitato dal nostro medico, con l’aiuto di una mia collega cerchiamo di confortarlo al meglio, lo aiutiamo ad idratarsi e a sopportare il dolore con dei medicamenti. Gli stiamo vicini, semplicemente. I suoi occhi sono spenti, sul suo viso vediamo solo tristezza e sofferenza. Dopo 3 giorni Michael ci lascia. Si é spento come una candelina assistito dall’amore di suo padre e della sua famiglia.

Alla sera quando si finisce di lavorare mi siedo in riva al Volta*, guardo il tramonto e penso a quante emozioni si possono vivere in una giornata in questo pezzetto di mondo.

Penso ai paesaggi che ti lasciano senza fiato, dove il cal-do, il vero caldo non ti pesa, dove il paesaggio è formato solo da due colori, quello rosso dalla terra e il verde degli alberi. Penso ai vari villaggi fatti di capanne di argilla e paglia ed ai loro abitanti con i loro abiti variopinti dai forti colori che rispecchiano la loro personalità allegra.

Si avvicina il giorno del rientro, ho passato giorni indi-menticabili con questa gente, tutti noi siamo provati,

tutti noi vorremmo poterci fermare ancora qualche gior-no, ma sappiamo che non saranno mai abbastanza.

Mentre sono in aereo penso che i sentimenti che provo, questo misto tra nostalgia e tristezza non sia nient’altro che il famoso male di cui si parla tanto solo dove puoi sentirne l’odore, puoi assaporarne la natura, puoi capir-ne i problemi e dove il richiamo è forte, come un buco nero, verso il quale chi si avvicina troppo ne viene risuc-chiato. Mal d’Africa … certo! Perché alla fine è un dolore, un male che colpisce chi torna nel proprio Paese, alle proprie abitudini, al lusso, all’eccesso, ad una società che si commuove di fronte ad un documentario sulla povertà ma poi spegne il televisore e sale sulla Bmw per andare a comprare l’ultima versione dell’ultimo modello di te-lefonino!

Nella mia mente fantastico già la prossima partenza, poiché sapete… Alla fine poi non se ne può più fare a meno, è un male da cui…. non si può più guarire…

Per altre informazioni sul centro Comboniano di Padre Ric-cardo a Sogakope Ghana ; www.combonicentre.com

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Nel 2007 la banca per la quale lavoro da oltre un de-cennio, il Credit Suisse, mi ha offerto la possibilità di trasferirmi per un periodo di alcuni anni a Singapore. Il settore bancario è laggiù in forte espansione ed il mio datore di lavoro sta investendo ingenti risorse per rita-gliarsi una fetta di mercato in questa importante piazza finanziaria asiatica. L’occasione era chiaramente da non perdere e così con mia moglie decidemmo di accettare la sfida. Nei seguenti paragrafi descriverò il luogo, non-ché le nostre esperienze ed impressioni. Singapore è una città stato situata all’estremità meri-dionale dell’Indocina. L’isola su cui sorge la città è divisa dalla Malesia (che si trova a nord) da un canale largo circa 1 km ed è collegata ad essa da due ponti. La su-perficie di questo paese è di poco superiore ai 600 km2 (inferiore quindi a quella del Cantone Ticino) ma la sua popolazione si avvicina ai 5 milioni di anime. La città, architettonicamente molto interessante con grattacieli supermoderni affiancati a edifici d’epoca, non appare comunque sovraffollata.

Grazie ad un intelligente lavoro di pianificazione del territorio, parecchie aree verdi (parchi e riserve natura-li) sono state preservate. Il bellissimo giardino botanico è un ottimo esempio di un’area di svago verde a ridosso del centro città. Essendo a poche centinaia di chilometri dall’equatore, Singapore ha un clima tropicale umido. La temperatura oscilla attorno ai 30°C (anche di not-te) mentre l’umidità dell’aria è sempre altissima. Una vera sauna insomma, dove scarpe o indumenti posso-no velocemente ammuffirti negli armadi. Sebbene tra dicembre e marzo faccia leggermente meno caldo, il clima afoso è piuttosto monotono. Gli edifici sono si-stematicamente muniti di sistemi di climatizzazione che spesso erogano un’aria gelida. Paradossalmente è sempre meglio avere un giacchetto per girare in città se si vogliono evitare fastidiosi raffreddori. Piove di fre-quente ed i temporali possono essere molto intensi ma fortunatamente non durano a lungo. Singapore ha 4 lin-gue ufficiali: l’inglese, il cinese, il bahasa (lingua parlata in Malesia ed Indonesia) ed il tamil. Questo rispecchia la composizione etnica della popolazione, comunque in maggioranza di origine cinese. Persone con usi, costumi e culture molto diversi vivono pacificamente ed a stret-

personichesi all’estero

Tre aNNI a sINGapOreandrea guzzi con famiglia al seguito ha Vissuto Per tre anni a singaPore

di andrea guzzi

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to contatto. Anche per noi l’integrazione è stata molto semplice. La società è piacevolmente cosmopolita e ciò dà un carattere molto speciale al luogo. Singapore non è una vera democrazia; Il „People Action Party” guida il paese dall’indipendenza ottenuta negli anni sessanta. Lee Kuan Yew, fondatore della patria ed ex uomo forte, è il padre dell’attuale primo ministro. I partiti di opposizio-ne sono mal tollerati e la stampa, rigorosamente pro-go-verno, è sottoposta ad una severa censura. Il PAP rima-ne comunque genuinamente popolare anche perché la sua politica, liberale in campo economico e socialmente conservatrice, ha garantito un fulmineo sviluppo econo-mico ed ha portato un benessere senza paragone per la regione. Gli innumerevoli divieti tra i quali quello delle gomme da masticare (perché sporcano se gettate in terra) fanno spesso sorridere, ma la pena di morte com-minata con frequenza anche per reati non violenti (com-mercio di stupefacenti in primis) pare veramente troppo severa. Ad ogni modo queste leggi draconiane hanno contribuito alla quasi estirpazione della piccola crimina-

lità e questo dà un confortevole ed apprezzato senso di sicurezza alla gente. Furti, rapine, scippi od aggressioni sono eventi molto rari. Il divieto di sporcare, combinato ad un esercito di personale dedicato hanno reso famosa Singapore per la sua pulizia. Il reddito pro capite è cir-ca la metà di quello svizzero ma il potere d’acquisto è molto elevato. Mangiare al ristorante (pietanze di ogni parte del mondo) o prendere un taxi sono gesti di asso-luta quotidianità anche per i ceti sociali meno abbienti. La quasi assenza di uno stato sociale, la politica dell’al-loggio è praticamente il solo vero strumento di redistri-buzione della ricchezza, ha creato un abisso tra ricchi e meno benestanti. A Singapore anche i più poveri hanno comunque un’abi-tazione, di che sfamarsi e un’assistenza sanitaria di base. Ma chi non ha fatto fortuna e risparmiato abbastanza durante la propria vita non può contare sullo stato per

avere una pensione agiata. Molti anziani devono conti-nuare a lavorare in settori come le pulizie o la sorveglianza. La comunità svizzera conta circa 3000 persone che soli-tamente non hanno troppa malinconia di casa. Ci sono alcuni ristoranti svizzeri dove si possono trovare raclette e fondue. Comunque al super mercato si trova di tutto, perfino l’Aromat. Inoltre la macelleria svizzera è una vera istituzione: bratwurst e cervelas come se ci trovasse alla Migros. In dicembre, per la gioia dei bambini svizze-ri,  il San Nicolao scende fino a Singapore per regalare mandarini, spagnolette e cioccolato. Nostra figlia Alice ha frequentato l’asilo alla Scuola Svizzera, un posto in-cantato immerso nel verde e visitato di tanto in tanto da una colonia di scimmiette selvatiche. Sicuramente ser-berà un magnifico ricordo di questo luogo, delle maestre e dei compagni. La Swiss Association, della quale face-vamo parte, organizza regolarmente attività per esplo-rare il luogo e per promuovere i contatti tra cittadini svizzeri. Quando si vive all’estero fa piacere incontrare di tanto in tanto altri compatrioti ed in particolare ticinesi.

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La nostra vita a Singapore era molto tranquilla ed agia-ta. Abitavamo in un condominio lussuoso dotato di otti-me infrastrutture (piscina, tennis, palestra) ed avevamo un aiuto domestico. Una ragazza filippina abitava con noi e si occupava della casa e, quando necessario, di cucinare e sorvegliare i bambini. I vicini di casa, un mi-sto di indigeni ed espatriati erano persone aperte con le quali avevamo un bel rapporto. Il nostro condominio era un po` come un piccolo villaggio. Il bagno in pisci-na, con il caldo che faceva, era un rito quasi quotidia-no, mentre durante i fine settimana cercavamo sempre di esplorare o visitare qualcosa di nuovo. Nonostante Singapore sia un posto piuttosto piccolo, ci sono diversi luoghi dove portare i bambini: il magnifico zoo, il parco con gli uccelli, il centro scientifico, la spiaggia sull’isola di Sentosa, China Town erano tra le nostre mete preferi-te. Uscivamo spesso a mangiare specialità locali, cinesi, giapponesi, indiane oppure anche una pizza „da Paolo”, un ristorante italiano vicino a casa nostra. Essendo il cibo ed i ristoranti puliti e molto a buon mercato (si può man-giare a partire da 2 franchi), i singaporeani non cucina-no quasi mai a casa. Singapore, grazie alla sua posizione centrale, é un punto di partenza ideale per visitare l’Asia. La Tailandia, Bali e persino l’Australia sono a poche ore di volo. Partendo da Singapore abbiamo avuto la possi-bilità di visitare questi altrimenti lontani paesi. Anche la Corea del Sud, paese d’origine di mia moglie, resta più vicina  in particolare perché c’è poca differenza di fuso orario. Ne abbiamo quindi approfittato per trascorrere vacanze spensierate con nonni, zii, cugini ed amici. A Singapore si usa l’aereo con naturalezza. Infatti, que-sto è praticamente l’unico mezzo di trasporto per uscire dall’isola. Un volo di due ore non necessita di particolare preparazione. Trascorrere un fine settimana a Bali o a Hong Kong è un po’ come per uno svizzero tedesco scen- dere in Ticino. È certamente con sentimenti molto contrastanti che ab-biamo deciso di rientrare in patria. Questi 3 anni in Asia sono stati molto arricchenti sia dal profilo professiona-le che da quello umano. Abbiamo comunque valutato che per crescere i nostri due figli la Svizzera è il posto ideale. Alice quest’anno va in prima elementare e Da-niele, nato laggiù, ha bisogno di correre all’aria fresca, cosa piuttosto difficile in una città dal clima così caldo. La porta dell’Asia resta ad ogni modo sempre aperta. Ora sappiamo che anche laggiù possiamo vivere bene, tra gente gentile ed ospitale. In un periodo stressante di profonda crisi economica ho lavorato a stretto con-tato con cinesi, indiani, americani, musulmani, cristiani e buddisti. I miei figli hanno frequentato e stretto ami-cizie con bambini di ogni parte del mondo imparan-do ad apprezzare ancor più che tollerare le differen-ze. Alla fine, le persone, anche se di culture e religioni molto diverse, possono sempre convivere, crescere e prosperare gli uni di fianco agli altri. Ciò che ci unisce come esseri umani in questo „villaggio globale” che è il mondo, è molto più profondo di ciò che può dividerci.

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sONIa & sONIa

Sonia è il nome della cugina di Andrea e di Kevin, è an-che quello della mamma di Martino, così si chiama pure la prozia di Anja e Lena e un’amica della mamma di Alan, …Ho scoperto che il nome Sonia è un diminutivo di So-fia, che ha origini greche e significa “sapienza”, nome quindi perfetto per una docente, anzi per due docenti: Sonia Minotti (scuola d’infanzia) e Sonia Notari (scuola elementare). Sono però convinta che il loro nome signi-fichi soprattutto “pazienza”, che hanno dimostrato nei lunghi anni d’insegnamento nelle nostre scuole di paese.

Sapienza, pazienza, creatività … per aiutare a crescere, per istruire, per dar fiducia ed entusiasmo a tutti i nostri figli, per rassicurare i genitori.Il 30 agosto scorso però “Sonia & Sonia”, dopo circa 40 anni di attività nelle scuole di Personico, non erano lì sotto il porticato per accogliere con un sorriso i bambini all’apertura del nuovo anno scolastico; no, non ci c’erano perché è giunto il momento del meritato pensionamen-to. I loro ultimi allievi si sono calati nelle vesti di gior-nalisti per un’intervista. Una raffica di domande che ho faticato a contenere in pochi temi.

“ Fare la maestra ?”No, da piccola non ci pensavo proprio. Questa scelta l’ho maturata più tardi.Mi ricordo però che già alle elementari mi piaceva aiutare i compagni che erano in difficoltà; suggerivo loro le soluzioni.E mi prendevo delle belle “ramanzine” dai maestri.

PRImA dELL’INSEgNAmENTO • Gli allievi vorrebbero avere informazioni riguardanti la vostra vita prima di diventare docenti. • Dove abitavate da bambine?(Aylin) • Cosa giocavate da piccole? (Zaccaria) • Come vi vestivate? (Aylin) • Già da piccole volevate fare le maestre? (Melora e Marta) • Vi sono sempre piaciuti i bambini? (Tiago)

SONIA NOTARISONIA mINOTTI

Abitavo nella casa in cui abiti tu Aylin. Il mio desiderio è sempre stato quello di fare la mae-stra d’asilo.Mi sono sempre piaciuti i bambini, infatti, da ragazza, dopo la scuola ne curavo alcuni.

a cura di massimina pesenti

tra i banchi

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IL LAvORO dI dOCENTEParlateci dei vostri anni di insegnamento: entusiasmi, delusioni, … qualche aneddoto particolare.

• A quanti anni avete iniziato a insegnare? (Melora, Lena, Marta e Jule) • Per quanti anni avete fatto le maestre? (Tiago, Marta e Lena) • Cosa vi piace di più insegnare, cosa invece di meno? (Lena, Marta e Jule) • Vi sono piaciuti questi anni come docenti? (Marta) • Qual è stata l’uscita scolastica in tutti questi anni che ricordate particolarmente? (Melora) • In quale anno avete avuto più allievi e quanti? Quando ne avete avuti di meno? (Marta, Melora, Lena e Jule) • A quanti allievi di nazionalità diverse avete insegnato? (Jule e Marta) • Ricordate allievi più bravi del normale, più svelti, che capiscono prima degli altri le cose? Se sì, chi? (Marta e

Lena) • Sonia Notari, hai già avuto un allievo che non ha mai sbagliato l’h del verbo avere? (Jule)

SONIA NOTARIMelora: ho iniziato a insegnare all’età di 20 anni. Adesso ne ho 64. A te il calcolo.Se sono rimasta a Personico così tanto è perché mi ha dato tanto. Grazie.Entusiasmo?Durante questa marea d’ anni d’insegnamento non ho mai smesso di essere motivata.Anche perché non ho mai smesso di aggiornarmi. De-lusioni?Certamente, fanno parte della vita di ogni mestiere. Cosa mi piace insegnare?Insegnare tutto perché per me insegnare significa so-prattutto stabilire con gli allievi rapporti di rispetto reci-proco, di fiducia e di amicizia.Emozione: quando ti trovi sulla scrivania bigliettini con dediche inaspettate e emozionanti.A Marta e Lena: “ Fuoriclasse”: ne ho avuti diversi; ma tutti i miei allievi mi hanno dato molte soddisfazioni.Jule, non preoccuparti troppo! È impossibile non sbaglia-re mai!

SONIA mINOTTIHo fatto la maestra per quasi 40 anni, sempre con molto entusiasmo e disponibilità.Tutti questi anni come docente per me sono stati mera-vigliosi anche perché ho coronato il mio desiderio. Non nascondo che alcuni anni sono stati più duri di altri, ma penso che questo faccia parte della professione.Tutte le attività che svolgevo alla SI mi piacevano e cer-cavo di dare un tocco di allegria e colore. Quello che for-se mi piaceva di meno erano le attività in palestra.L’uscita scolastica che ricordo particolarmente è stata la visita allo zoo di Magliaso e pic-nic sul lungo lago a Ca-slano. Era un anno in cui avevo tanti bambini ma molto disciplinati e interessati. Comunque considerato il mio lungo periodo d’insegnamento, ricordo con piacere an-che molte altre uscite effettuate in svariati luoghi della nostra bella regione.Non ricordo esattamente la data ma nei primi anni del mio insegnamento ho avuto fino a 24 bambini. L’anno in cui ne ho avuto di meno è stato l’anno scolastico 1987-88 con 8 bambini.

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SONIA NOTARISono contenta di andare in pensione.E poi, e poi... mi mancherete tanto, o meglio vi ricorderò tanto, come non ho mai dimenticato gli allievi prece-denti.Che cosa farò?Tra il mestiere di “ nonna a tempo pieno “, di casalinga, di ausiliaria con gli anziani, desidererei tanto, pensate un po’, ritornare sui banchi di scuola!!! E spero di diver-tirmi un sacco!Ciao, vi voglio molto bene. Auguri a voi e alle vostre fa-miglie.

E POI? Cosa vi resterà nel cuore dell’esperienza scolastica?

• Vi mancheremo? (Melora) • Siete contente di andare in pensione? (Lena) • Vi dispiace lasciarci? (Allison) • Cosa farete quando sarete in pensione? (Jule) • Dove andrete? (Aylin) • Ci verrete ancora a trovare? (Jule, Marta, Melora e Lena)

SONIA mINOTTIMi dispiace moltissimo, però si arriva ad un certo mo-mento della vita che comunque bisogna prendere delle decisioni e per me è arrivato questo momento.Ho tanta tristezza, ma porterò nel cuore tanti bei ricordi e tutti i miei moltissimi allievi che hanno frequentato la nostra scuola d’infanzia.Quando sarò in pensione mi dedicherò ad alcuni miei hobby, fra i quali la lettura, le passeggiate in montagna e il bricolage.

Durante questi lunghi anni d’insegnamento le nostre “Sonie” avranno sicuramente rinunciato a realizzare qualche sogno perché l’impegno lavorativo, se portato avanti seriamente, com’è stato nel loro caso, avrà assorbito gran parte delle loro energie e del tempo libero. Ora però con il pensionamento è il momento di recuperare quei sogni nel cassetto, di lasciarli uscire, inseguirli e realizzarli.Grazie di cuore “Sonie” e auguri per un sacco di sogni da concretizzare!

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tra i banchi

cerimonia di chiusura

«“Insegnare è come toccare una vita per sempre” diceva qualcuno.Il buon maestro vorrebbe toccare la vita di ogni bambino, vorrebbe rimanere insieme a loro non solo nelle foto, ma anche nei loro ricordi più importanti. In ciò, care Sonie sie-te certamente riuscite.»

Parole del professor Elvezio Sartore, ispettore scolastico.

gli allievi preparati dai docenti speciali offrono canti, danze e regali alle due “sonie” che lasciano l’insegna-Mento per il pensionaMento.

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le faMiglie, grazie alle iniziative di un gruppetto di MaMMe, traMite gli allievi ringraziano le docenti con una Breve ceriMonia Molto speciale. i BaMBini regalano una ghirlan-da di piccoli oggetti, accoMpagnati da siMpatici coMMenti: una goMMa “per cancellare le cose Brutte”, una fotogra-fia della scuola “per non diMenticare”, …

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di nazzaro belli

patriziato

dIscarIca INerTI IN Bassa

La discarica inerti situata in zona Bassa, giurisdizione del Comune di Personico, è di proprietà promiscua dei Pa-triziati di Personico e Pollegio i quali nel novembre 2006 hanno stipulato una convenzione per la gestione della discarica con il Consorzio Ferrari SA e Sciaranetti SA.

Il sedime in questione è di circa 9’000 mq, ora in disuso, negli anni passati era adibito all’estrazione del grani-to. Gli enti patriziali hanno deciso di dare in gestione il terreno con lo scopo di riportarlo alla propria funzione originale antecedente i lavori di estrazione, mediante la creazione di una discarica per detriti edili e di scavo. La capienza della discarica è di circa 150’000 m3 e una volta terminato il riempimento, il terreno ricavato sarà seminato e sulle scarpate saranno messe a dimora pian-te fruttifere, mele, noci e altro. Si prevede che per la primavera 2011 saranno terminati i lavori della prima parte e in seguito il terreno ricavato sarà messo a concorso e dato in gestione a un agricol-tore il quale per il mantenimento dovrà sottostare alle direttive della Sezione agricoltura. Per i Patriziati l’introito finanziario è molto importante, infatti per ogni m3 depositato ogni ente percepisce fr. 1.--, alla fine del 2009 l’incasso totale ammonta a fr. 140’259.00.

planiMetria del-la discarica una volta sisteMata

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recensione

l cOme:

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leggereluciferolamPadaleggero

di erina Forni belli

Leggere è un’avventura solitaria e per lasciarsi andare al diletto della lettura si deve fare silenzio dentro e fuori di sè (e non è poco, in un’epoca di grandi e continui fra-stornamenti).Spesso mi si domanda come comportarsi per fare amare la lettura. Rispondo, semplicemente, che si deve amarla. I genitori dovrebbero far circolare i libri per casa, leggerli e regalarli, spartire con i figli le emozioni e le scoperte legate alla lettura.La scuola, poi, deve fare la sua parte. Per predisporre buone condizioni di lettura occorrono:

• modelli di identificazione (docenti che leggono, che sono informati e portano novità stimolanti)

• strutture necessarie: una biblioteca che presenti novità e collane che piacciono e che sia anche un punto di incontro, di scambio.

Occorre: • coltivare il senso dell’umiltà, che è il sentimento che

ci dà la misura dei nostri limiti, che ci dice che non possiamo sapere tutto, ma dobbiamo essere curiosi, scartabellare, informarci

• far capire che leggere è un modo per conoscere l’immaginario (nostro e degli altri), per capire meglio la realtà

• rendersi conto che i libri danno anche la dimensione della sofferenza, del non riuscito in un mondo dove il modello imperante è il successo.

In un libro tutto è possibile. Si passa in tempi brevissimi dalla gioia alla sofferenza, alla disillusione, allo spaven-to.

“Leggere crea un incanto di silenziosa operosità”.

LuciferoPer me, i diavoli non corrispondono al Caronte dantesco che, “con occhi di bragia” batte con il remo i peccatori renitenti che non vogliono entrare all’inferno. Li vivo, i diavoli, piuttosto come la grande teologa Adriana Zar-ri, ella non si dimentica che sono degli angeli decaduti. Nell’inferno si annoiano perché non hanno molto daffa-re vista la misericordia del Signore. Uno, in particolare, guarda spesso verso l’alto, nella speranza che arrivi fino a lui una piuma d’angelo. L’aspetta e sa già che la rac-coglierà con reverenza e la poserà nel posto più bello e pulito dell’inferno.

LampadaIl nostro (nostro perché ticinese) Alberto Nessi parago-na la poesia a una fata che ci mostra il cammino con una lampada accesa. È un cammino affascinante. Così vi consiglio, prima di entrare nel sonno della notte di non pensare a Abd al-Qader Alì che ha ucciso a coltellate la figlia Rand rea d’aver scambiato sguardi e parole con il soldato inglese Peter, ma di lasciarvi cullare dai versi di Aurelio Buletti

“Vorrei fare, con te,quello che la primaverafa con i ciliegi.”

Vi auguro, grazie alla lettura, di raggiungere con passi leggeri, la vostra anima segreta.

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peNsIerI Nell’arIadi massimina pesenti

Sono finita in una specie di casa anziani, forse però dopo questo mio racconto, qualcuno mi trasferirà, forse …Come nelle case di riposo anche a me viene offerto un po’ di svago. Tre o quattro volte per settimana arrivano le animatrici: ridono, chiacchierano, si raccontano un po’ di tutto, a volte urlano e minacciano, quando qualche maschietto un po’ troppo esuberante irrompe, magari in mutande, tanto per stuzzicarle e provocarle un po’.Utile in fondo lo sono ancora; i pazienti nelle case an-ziani occupano il tempo con lavoretti, piegano stracci colorati, … io faccio da poggiaschiena e soprattutto da attaccapanni, reggendo sacchetti, giacche, gonne e pantaloni quando le bambine vanno in palestra.E pensare a quanto ero importante parecchi anni fa, in-dispensabile ausilio didattico del docente. Certo non ero posteggiata come ora in uno spogliatoio femminile, ero sistemata nell’aula scolastica, vicino alla cattedra.Grazie a me il docente poteva chiarire concetti, illustrare racconti, esemplificare calcoli, …Quanti gessi (e quante unghie) consumati su di me per scrivere numeri e parole, per disegnare figure geome-triche! La mia era una presenza indispensabile insieme alle poche cose utili come quaderni, matite, penna e ca-lamaio.Ricordo la sicurezza, la chiarezza, la competenza di chi mi usava per insegnare, ma anche la gioia o il timore di chi veniva chiamato per dimostrare di aver capito. C’era-no allievi preparati e ben contenti di mettere in mostra le loro capacità, completando abilmente calcoli e frasi sulla mia ardesia. Capitavano invece quei poveri diavoli

che non avevano capito un bel niente, perché avevano prestato scarsa attenzione o perché per loro era tutto troppo difficile. Oggi si parla di disturbi di iperattività, si parla di dislessia, … ai miei tempi i bambini che non riuscivano a capire erano lì davanti a me, imbarazzati, intimoriti e a volte finivano con una zuccata su di me, perché il docente spazientito me li spingeva contro, come se in quel modo potessero assorbire tutta la cultu-ra attraverso le scritte di gesso.La mia anima di sasso soffriva con loro, impotente. Ri-uscivo invece a proteggere i più agitati che finivano in castigo alle mie spalle; li tenevo ben nascosti, mentre qualche lacrima amara scorreva giù per le loro guance. La maggior parte degli allievi però mi raggiungeva ed eseguiva le consegne del maestro senza traumi partico-lari. Qualche ragazzina affezionata rinunciava perfino alla ricreazione per decorarmi con disegnini o per pu-lirmi a dovere.Ma torniamo al presente: eccomi qui sistemata in uno spogliatoio, rimpiazzata in aula da una giovane tavola nera e dall’incalzare dei computer.Come per tutte le persone anziane le rughe non mi man-cano: due grosse crepe testimoniano la mia età. Eppure so di avere ancora il mio fascino, infatti mi è giunta voce che qualcuno voleva portarmi a casa sua. Mi sento mol-to onorata, ma vorrei tanto rimanere nell’ambiente dove sono vissuta, però … ma sì ve lo confido, desidererei mol-tissimo finire i miei giorni in un altro locale.Nella sala del Consiglio comunale, ecco, è lì che mi pia-cerebbe traslocare! Potrei essere tenuta al corrente e condividere la vita del paese in occasione delle sedute municipali e del Consiglio comunale. Potrei osservare le espressioni dei votanti che accorrono alle urne, potrei ri-vedere ancora alcuni di quei ragazzi che anni fa, gesso alla mano, scrivevano e calcolavano sotto l’occhio vigile dei docenti, potrei scoprire se i più timidi e impacciati sono rimasti tali o se invece sono diventati adulti sicuri (… ma come avranno mai fatto senza psicoterapia e lo-gopedia, senza il sostegno pedagogico?).Sarei immensamente felice se nel cuore dei visitatori, vedendomi, scorgendo la vecchia lavagna, si accendesse quel lumicino del ricordo della loro infanzia, come una scintilla che si ravviva dalla brace, grazie a un soffio di ricordi.

La vecchia lavagna scolastica

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