Pagine da scuola dello sport 96

9
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXII n.96 “Sin dagli albori del mondo sportivo moderno il desiderio e la necessità costanti dei tecnici, degli allenatori, dei medici e degli atleti delle diverse discipline sportive sono stati quelli di studiare ed ottimizzare il gesto tecnico e l’eventuale attrezzo da gara, rendere oggettive le esperienze maturate sul campo e analizzare gli avversari più forti.” Marcello Faina Dipartimento di Scienza dello Sport dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni Il presente articolo vuole essere un bilancio consuntivo delle varie attività svolte dal Dipartimento di Scienza dello sport dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni in favore delle Federazioni sportive nazionali nel quadriennio precedente i Giochi olimpici di Londra 2012. Quindi più che un singolo progetto, viene presentato il quadro complessivo delle attività tecnico scientifiche svolte nei tre settori di lavoro del Dipartimento e più precisamente quelli di Fisiologia, Biomeccanica e Tecnologia. L’intento è quello di far trasparire il grande valore aggiunto costituito, nello sport moderno, dal lavoro interdisciplinare. Solo così è possibile mettere l’atleta, che è sempre il cardine centrale della prestazione, nelle migliori condizioni possibili per esprimere il suo potenziale. Gran parte di questo articolo è tratta dalla relazione presentata dal prof. Faina al Seminario su “La ricerca scientifica applicata allo sport” organizzato dalla Scuola dello sport del Coni nell’ambito delle celebrazioni per i 30 anni di questa rivista. Tale Seminario si è tenuto a Roma il 21 novembre 2012, appena una settimana prima dell’improvvisa e prematura scomparsa del prof. Faina. Si è pensato di trascrivere e pubblicare questo Suo ultimo intervento per rendergli omaggio, memori delle sue qualità umane e professionali, della sua incessante ed apprezzata attività di formatore e divulgatore scientifico, e grati per gli insegnamenti che ci ha trasmesso in questi anni di lavoro durante i quali ha diretto il Dipartimento di Scienza dello sport dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni. Oltre a chi ha collaborato nell’esecuzione dei test e dei progetti oggetto del presente articolo, è doveroso ringraziare Atleti, Tecnici, Allenatori e Ricercatori delle diverse Federazioni sportive nazionali, del gruppo Coni-Ferrari, dell’INSEAN e della Direzione Sport e Preparazione olimpica del Coni senza i quali questo lavoro non sarebbe stato possibile. 3 La RICERCA SCIENTIFICA APPLICATA allo SPORT Il supporto scientifico alla prestazione sportiva SCIENZA DELLO SPORT NUOVE PISCINE STRUMENTATE DEL CENTRO DI PREPARAZIONE OLIMPICA DELL'ACQUACEOSA, CONI, ROMA – FOTO ING. DARIO BUGLI

description

In anteprima i contenuti del numero 96 di SDS Scuola dello Sport! http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/sds-scuola-dello-sport-n-96

Transcript of Pagine da scuola dello sport 96

Page 1: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

“Sin dagli albori del mondo sportivomoderno il desiderio e la necessità costanti dei tecnici, degli allenatori, dei medici e degli atleti delle diverse discipline sportive sono stati quelli di studiare ed ottimizzare il gesto tecnico e l’eventuale attrezzo da gara, rendere oggettive le esperienze maturate sul campo e analizzare gli avversari più forti.”

† Marcello FainaDipartimento di Scienzadello Sport dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni

Il presente articolo vuole essere un bilancio consuntivo delle varie attività svoltedal Dipartimento di Scienza dello sport dell’Istituto di Medicina e Scienza dello sport del Coni in favore delle Federazioni sportive nazionali nel quadriennioprecedente i Giochi olimpici di Londra 2012. Quindi più che un singolo progetto,viene presentato il quadro complessivo delle attività tecnico scientifiche svoltenei tre settori di lavoro del Dipartimento e più precisamente quelli di Fisiologia,Biomeccanica e Tecnologia. L’intento è quello di far trasparire il grande valoreaggiunto costituito, nello sport moderno, dal lavoro interdisciplinare. Solo così è possibile mettere l’atleta, che è sempre il cardine centrale della prestazione,nelle migliori condizioni possibili per esprimere il suo potenziale. Gran parte di questo articolo è tratta dalla relazione presentata dal prof. Faina al Seminariosu “La ricerca scientifica applicata allo sport” organizzato dalla Scuola dellosport del Coni nell’ambito delle celebrazioni per i 30 anni di questa rivista. Tale Seminario si è tenuto a Roma il 21 novembre 2012, appena una settimanaprima dell’improvvisa e prematura scomparsa del prof. Faina. Si è pensato di trascrivere e pubblicare questo Suo ultimo intervento per rendergli omaggio,memori delle sue qualità umane e professionali, della sua incessante ed apprezzata attività di formatore e divulgatore scientifico, e grati per gli insegnamenti che ci ha trasmesso in questi anni di lavoro durante i quali hadiretto il Dipartimento di Scienza dello sport dell’Istituto di Medicina e Scienzadello sport del Coni. Oltre a chi ha collaborato nell’esecuzione dei test e dei progetti oggetto del presente articolo, è doveroso ringraziare Atleti, Tecnici,Allenatori e Ricercatori delle diverse Federazioni sportive nazionali, del gruppoConi-Ferrari, dell’INSEAN e della Direzione Sport e Preparazione olimpica del Coni senza i quali questo lavoro non sarebbe stato possibile.

33La RICERCA SCIENTIFICA APPLICATA allo SPORTIl supporto scientifico alla prestazione sportiva

SCIENZA DELLO SPORT

NUOVE PISCINE STRUMENTATE DEL CENTRO DI PREPARAZIONE OLIMPICA DELL'ACQUACEOSA, CONI, ROMA – FOTO ING. DARIO BUGLI

Page 2: Pagine da scuola dello sport 96

I due principali problemi della ricerca sul superallenamento sono rappresentatidalla mancanza di uniformità nell’utilizzazione della terminologia e dal permanere dell’incertezza nella definizione di criteri utilizzabili per la diagnosi. La ricerca finora effettuata sui sintomi delle variazioni critiche dei parametri utilizzabili come segnali precoci d’allarme nel controllo dell’allenamento non ha dato i risultatisperati. Si espongono, quindi, le difficoltà e le carenze attualmente esistenti nella ricerca e si forniscono indicazioni su quali dovranno essere i futuri settori d’indagine sulla tematica del superallenamento. Oltre all’intensificazione della ricerca scientifica sull’allenamento è necessarioche si conosca ciò che si può ricavare dall’azione pratica. Per questa ragione,anche se gli elementi che possono essereutilizzati e realizzati come supporto al controllo dell’allenamento sono scarsi,come conclusione sotto forma di raccomandazioni pratiche si fornisce un quadro di ciò che sappiamo attualmente e di quali siano le possibilità di una sua applicazione.

PASSATO e FUTURO della RICERCA

sul SUPERALLENAMENTO

Stato attuale del problema, difficoltà, carenze e futuri settori di ricerca

Thomas BossmanIstituto di sport e scienza del movimento, Università di Stoccarda

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

1133

TEORIA DELL’ALLENAMENTO

Page 3: Pagine da scuola dello sport 96

DONNA e ALLENAMENTO della FORZA: ALCUNE CONSIDERAZIONI

La specificità femminile nell’allenamento

della forza con particolare

riferimentoall’età evolutiva

Dopo avere illustrato le differenze tra i generi nella capacità di forza, si pone l’accento sulla necessità chequesta capacità sia sviluppata già nella prepubertà e nella pubertàanche attraverso un allenamentointegrativo neuromuscolare. Si trattano poi le differenze muscolari e di forza tra i due generisia in soggetti non allenati sia insoggetti allenati, in particolare perquanto riguarda sia gli arti superiori sia gli arti inferiori.Prendendo le mosse da osservazionisulla specificità ormonali, in particolare, del testosterone, si trattano gli effetti dell’allenamento della forza nella donna, soprattutto nelle adolescenti, le loro caratteristicheneuromuscolari e gli aspetti preventivi, in particolare l’allenamento specifico per la prevenzione dei traumi del legamento crociato anteriore,molto frequente nelle atlete e in particolare nelle giovani atlete. Si espongono infine alcune conclusioni applicative econsiderazioni sulla necessità di allenare la forza nelle donne giàin età precoci considerata l’elevataallenabilità di questa capacità sia sul piano trofico sia su quelloneuromuscolare.

Renato Manno Istituto di Medicina e di Scienzadello sport, ConiServizi, Roma

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

1199

METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO

FOTO

ARCH

IVIO

FIPE

Page 4: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

2277

ADOLESCENZA e SPORT

La maturazione sessuale delle ragazze e il suo ruolo

nella preparazione sportiva delle donne

Larissa G. Shakhlina, Lev. V. LitisevitchUniversità nazionale di educazione fisica e sportdell’Ucraina, Kiev

Si trattano i cambiamenti morfofunzionali che si producono nelcorpo delle giovani atlete nel periodo puberale e il loro ruolo nella loro preparazione sportiva con particolare riferimento allasituazione ormonale, all’articolazione in stadi della maturazionesessuale, alle differenze tra età cronologica e età biologica, al ritardo della maturazione sessuale, ai processi aerobici e allecapacità condizionali. Sulla base di quanto esposto si può arrivarealla conclusione che gli indici a riposo dello stato funzionale deiragazzi e delle ragazze e le loro variazioni durante carichi fisicipossono essere confrontati solo se si tiene conto dell’età biologicae non di quella cronologica. Si deve riflettere, inoltre, sul fatto che il periodo della crescita in cui avviene il passaggio dal bambino all’adolescente rappresenta una delle fasi più critichedella vita. In esso, infatti, avvengono la maturazione sessuale, lo sviluppo delle funzioni del sistema endocrino, si accentuano la crescita e lo sviluppo di organi e sistemi dell’organismo, aumenta l’intensità dei processi metabolici, si trasforma e siristruttura la regolazione nervosa e ormonale delle funzioni somatiche e vegetative. Eccessivi carichi fisici e psichici sull’organismo dei soggetti in via di sviluppo possono rappresentare, quindi, la causa di alterazione della regolazionedelle funzioni vegetative che, poi, modificano l’economia dell’attività di tutti i sistemi dell’organismo.

TEORIA E SCIENZA DELLO SPORT

Page 5: Pagine da scuola dello sport 96

A cura di Mario Gulinelli

“La promozione dei valori etici e la difesa della salute nello sport e permezzo dello sport rappresentano gli obiettivi primari del movimentosportivo.” Così Pierre Eduard Sottas, Neil Robinson, Martial Saugy delLaboratorio svizzero di analisi antidoping di Losanna e il canadeseOliver Rabin dell’Agenzia mondiale antidoping iniziano il loro articolosul passaporto biologico dell’atleta (Sottas P. E., Robinson N., Rabin O.,Saugy M. The Athlete Biological Passport, Clinical Chemestry, 57,2011, 969-976). In questo contesto, secondo loro, la minaccia piùseria all’integrità dello sport moderno è rappresentata dall’abuso disostanze doping. Il Codice mondiale antidoping dell’Agenzia mondialeantidoping (World Antidoping Agency, WADA) il documento di riferi-mento che fornisce il quadro generale entro il quale si cerca di armo-nizzare le regole fondamentali della lotta al doping nelle organizzazio-

ni sportive, è stato scritto proprio per preservare i valori essenzialidella naturalezza della performance, della protezione della salute edello spirito sportivo. Ed è la violazione di almeno due di tali valori ilcriterio per stabilire se prendere in considerazione il divieto di unasostanza o un metodo. Finora, ricordano Sottas et al. lo strumentoprincipale utilizzato dalle autorità sportive per garantire un sport libe-ro dal doping è stata la detezione delle sostanza vietate nei fluidi bio-logici dell’atleta – urine e sangue. Questo paradigma di test farmaco-logici diretto a determinare la presenza o meno di una sostanza o unfarmaco e dei loro metaboliti, fu introdotto nel 1960 (tabella 1) conrisultati notevoli per quanto riguarda la scoperta di numerose sostan-ze che non sono prodotte naturalmente dal corpo umano, come sti-molanti, narcotici, beta 2 agonisti e diuretici.

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

3344

Info

rmaz

ioni

Il PASSAPORTO BIOLOGICO

Page 6: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

3399

I Giochi olimpici e paralimpici di Londra erano stati annunciati comeuno degli eventi più sostenibili della storia, ma è stato possibile avereuna ratifica ufficiale di tutto ciò solo al termine della kermesse a cinque cerchi. Tale conferma è arrivata quando la Commission for a Sustainable London 2012, la Commissione per una Londra sostenibile,l’organismo indipendente costituito nel gennaio 2007 per controllare e garantire la sostenibilità dei Giochi, ha pubblicato nel mese di novembre dello scorso anno, la sua relazione finale dal titolo London2012. From Vision to Reality. Il Report è un documento denso di indicatori da cui si evince che gli obiettivi di sostenibilità sono statiin gran parte raggiunti, ma soprattutto che le modalità e le pratichecon cui sono stati conseguiti potrebbero divenire un esempio perl’organizzazione di altri eventi di così ampia portata, cosi come avvienenel caso di Torino che nel 2006 diffuse una serie di indicazioni per la promozione della sostenibilità ambientale nei grandi eventi sportivi.

LONDRA 2012: “DALLA VISION ALLA REALTÀ”Le Olimpiadi della Sostenibilità si misurano

Giovanni Esposito, Scuola dello sport, Roma

OLIMPIADI

Page 7: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

4444

Come da tradizione il primo numero di Leistung-ssport dell’anno successivo ai Giochi olimpici estivi diLondra 2012 e immediatamente precedente aiGiochi olimpici invernali di Soci 2013 è interamentededicato a una valutazione delle Olimpiadi diLondra. Il numero si apre con una loro valutazione generaledal punto di vista della Deutscher OlympischerSportbund (Dosb, Federazione tedesca degli sportolimpici), ricca di dati e fatti sulla storia dei Giochiolimpici e contenente sia un bilancio delle Nazioniche attualmente si trovano ai vertici dello sportinternazionale, sia del comportamento della squadraolimpica tedesca, dal quale si traggono indicazionidalla cui applicazione dipende la possibilità che essariesca a mantenere, se non migliorare in futuro, ilivelli raggiunti a Londra 2012. Il numero contiene,inoltre, articoli dedicati all’assistenza medico-sporti-va, fisioterapeutica e psicologica della squadra tede-sca; a una riflessione sui limiti nazionali confrontaticon i successi dello sport britannico, il grande prota-gonista dei Giochi, del quale viene esposta la strate-gia che ne ha guidato la preparazione; a una analisidei risultati delle altre Nazioni di lingua tedesca: laSvizzera e l’Austria; ai programmi futuri – in pro-spettiva Rio 2016 – della Stiftung DeutscheSporthilfe (la Fondazione tedesca di sostegno agliatleti di alto livello) e una intervista a Markus Weise,allenatore della squadra femminile tedesca di hockeysu prato, che nel 2012 ha ripetuto la medaglia d’oroottenuta a Pechino 2008, e che spiega la filosofia delsuo lavoro. Il tutto è completato da un’analisi delletendenze di sviluppo degli sport di resistenza, che acausa del posto che essi occupano nel programmadei Giochi hanno notevole rilevanza sul risultatocomplessivo di una squadra olimpica, e da una anali-si in undici posizioni o tesi delle tendenze interna-zionali e nazionali dell’evoluzione dello sport di mas-sima prestazione dal punto di vista dell’Institut fürAngewandte Trainingswissenschaft di Lipsia (Iat,Istituto per la scienza applicata dell’allenamento)dell’Institut für Forschung und Entwicklung vonSportgeräten di Berlino (Fes, Istituto per la ricerca elo sviluppo degli attrezzi sportivi) (Pfützner A.,Internationale und nationale – Tendenzen derLeistungssportentwicklung auf der Grundlage derErgebnisse der Olympischen Spiele in London 2012.11 Positionen aus der Sicht von IAT und FES,Leistungssport, 31, 1, 2013), che sarà oggetto diquesto Trainer’s Digest in quanto i suoi contenuti silegano, anche se indirettamente, agli argomentitrattati nel primo articolo con il quale si apre questonumero di Sds-Scuola dello sport.Come detto nel titolo l’articolo, firmato addiritturadal Direttore dello Iat, è strutturato in undici posi-zioni o tesi che qui riassumeremo una per una.

PRIMA POSIZIONE. I Giochi olimpici di Londra 2012hanno confermato quale sia il fascino che i grandiavvenimenti sportivi esercitano sul grande pubblico.L’interesse mondiale verso i grandi risultati deiGiochi olimpici influenza lo sviluppo dei programmi,la risonanza sui mass media, il valore pubblicitario ecommerciale, ma anche lo sviluppo delle prestazioninegli sport olimpici e nelle loro discipline. Il numerototale dei Paesi partecipanti (2004: 201 Nazioni;2008: 204 Nazioni; 2012: 204) e degli atleti e atlete(2004: 10500; 2008: 11000; 2012: 10973) si è stabi-lizzato ad un livello elevato e se si guarda alle pariopportunità, il numero delle gare femminili èaumentato ulteriormente arrivando a 132 rispettoalle 162 gare maschili e alle 8 discipline miste.All’incremento del numero delle gare ha fattoriscontro l’incremento delle atlete partecipanti aiGiochi che è passato dal 40,7% del 2004, al 42,4%del 2008, e infine al 44,4% del 2012. Contempo-

raneamente, per la prima volta, tutte le Nazioni par-tecipanti hanno inviato atlete ai Giochi olimpici.Il piazzamento nella classifica per medaglie dei sin-goli sport olimpici ha messo in evidenza che le seiNazioni guida, Cina, Usa, Gran Bretagna, Russia,Corea del Sud e Germania:

• sono ben piazzate negli sport principali dei Giochi– atletica leggera, nuoto, ginnastica artistica.Fanno eccezione Gran Bretagna e Germania nelnuoto, e Sud Corea e Cina nell’atletica leggera);

• nell’insieme hanno ottenuto il primo posto nellaclassifica per Nazioni in 24 dei 28 sport olimpici;

• mantengono una posizione dominante negli sportnazionali tradizionali.

Se si considerano i piazzamenti dal primo all’ottavoposto, il maggiore tasso di incremento è stato quellodel Paese organizzatore, la Gran Bretagna con il40%, seguita dall’Ungheria con il 20%, il Giapponecon il 17% e poi la Germania con il 12%. I regressimaggiori tra le Nazioni più importanti hanno carat-terizzato l’Australia (-18%), la Francia (-14%), laCina (-13%). Come già a Pechino 55 Paesi (scesi a 54a seguito della squalifica di Rashid Ramsi nei 1500m) hanno annoverato un vincitore olimpico tra i loroatleti, mentre atleti e atlete di 85 Paesi hanno otte-nuto medaglie: a Pechino erano 86. Si conferma,quindi, che, a livello internazionale, il prestigionazionale di un Paese si identifica con lo sport e isuoi risultati nei Giochi olimpici. L’interesse verso isuccessi nello sport di alto livello ha fatto sì che sisviluppasse una stretta e diversificata rete di rappor-ti tra organizzazioni sportive e altri settori dellasocietà. In generale si può costatare, che in tutto ilmondo resta e in alcuni Paesi di rafforza, la disponi-bilità dei governi e dell’economia a investire sommeelevate nello sviluppo dello sport nazionale d’altolivello.

SECONDA POSIZIONE. Dalle riflessioni contenutenella seconda posizione, dedicata al bilancio, nelcomplesso non soddisfacente, della Germania (siconferma il trend al regresso iniziato nel 1992 econfermatosi nei successivi Giochi olimpici) appaio-

no interessanti le riflessioni sulla mancanza o il rista-gno dei risultati di sport che assegnano un numeroelevato di medaglie quali le discipline di corsa/mar-cia dell’atletica leggera, il nuoto, i tuffi, gli sport ditiro, il sollevamento pesi, la vela, la lotta e la boxe.Rispetto al 2008, il numero degli sport nei quali laGermania non ha ottenuto medaglie è aumentatodel 58%, mentre non è riuscita a qualificarsi per loOlimpiadi in molti giochi sportivi. Le cause di taliregressi vanno visti in un complesso di carenze nelsistema di allenamento parzialmente non individua-te, esistenti già da due-tre cicli olimpici. Vi sarebberopoi una serie di cause (la loro analisi può essere este-sa anche ad altri Paesi), che spiegano i fallimenti dialcuni sport o alcune discipline nel momento dellagara dei Giochi olimpici, che agiscono come un siste-ma complesso e mettono in luce errori immanenti alsistema stesso e che dal punto di vista della scienzadell’allenamento hanno al loro centro:

• il fatto che il massimo della prestazione non vieneottenuto al momento giusto, ad esempio a causadi errori sia nella struttura annuale o pluriennaledell’allenamento, sia nel sistema delle competizio-ni (partecipazione alle gare non razionale) sianella preparazione immediata alla gara olimpica;

• errori e carenze nella costruzione a lungo terminedella prestazione (dovuti, ad esempio, a carenzenel passaggio dalle categorie giovanili a quellesenior);

• il livello di risultati fondamentalmente troppobasso, spesso già nel settore giovanile, dovuto, aesempio, a insufficienze in un controllo sistemati-co dell’allenamento realizzato attraverso parame-tri del carico consolidati da anni o nell’allenamen-to dei presupposti futuri della prestazione.

Negli sport nei quali la squadra olimpica tedesca su ècaratterizzati per una costanza di successi e di risul-tati e che, in parte, hanno mostrato una crescita deirisultati come la canoa, la canoa slalom, il ciclismo, lediscipline tecniche dell’atletia leggera, la ginnasticaartistica, il judo, l’hockey prato, l’analisi della Iat/Fesmette in risalto alcuni fattori di successo – una anali-si che anche essa è estensibile ad altri Paesi - cheaprono prospettive dal punto di vista della scienzadello sport:

• i criteri che guidano l’allenamento e le prestazioniche si vogliono ottenere si pongono come obietti-vo quello di raggiungere i vertici mondiali;

• si individuano tempestivamente le tendenze di svi-luppo internazionale e si precisano e si adeguano imodelli di prestazione (la struttura della prestazio-ne);

• esistono una valutazione e un aggiornamentocontinuo delle strutture dell’allenamento e delletecnologie;

• esiste un continuo miglioramento di programmiefficaci di allenamento e si applicano carichi ele-vati di allenamento associati ad adeguate misuredi rigenerazione;

• esiste uno sviluppo sistematico dei presuppostispecifici della prestazione e vengono esaminaticontinuamente associandoli alla tecnica specifica;

• esiste una sintonia tra periodizzazione, imposta-zione sistematica dell’allenamento e attività com-petitiva (partecipazione alle gare);

• il processo di allenamento è diretto da allenatoriqualificati, che lavorano da molti anni, motivati, inpossesso di notevoli esperienze nello sport di altolivello;

• nella costruzione a lungo termine della prestazio-ne l’obiettivo è quello di ottenere il successo nelsettore dei vertici internazionali e si orienta sulleesigenze del settore di vertice;

LE TENDENZE DI SVILUPPO DELLO SPORT

INTERNAZIONALE DOPOLONDRA 2012

Trainer’sDigesta cura di Mario Gulinelli

Page 8: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

5555

ALLENAMENTO della FORZA DINAMICA e UTILIZZO del BITE Gli effetti dell’utilizzazione di un bite nell’allenamento della forza dinamica degli arti superiori e inferiori

Massimiliano Gollin Dipartimento di ortodonzia, PhD School, Dental School, Università di Torino; Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche; Centro di ricerche in scienze motorie, Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di TorinoMaria Grazia Piancino Dipartimento di ortodonzia, PhD School, Dental School, Università di TorinoAlberto Rainoldi Dipartimento di Scienze mediche; Centro di ricerche in scienze motorie, Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di TorinoPietro Bracco Dipartimento di ortodonzia, PhD School, Dental School,Università di Torino

L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di valutare la variazione della forza dinamica, sia degli arti superiori che inferiori del corpo, con e senza l’utilizzo di un bite, durante esercizi effettuati con i sovraccarichi in un periodo di ottosettimane in un gruppo di sollevatori di pesi.Oggetto dello studio sono stati ventiquattro atletipraticanti allenamento con sovraccarichi. Il gruppo che ha utilizzato il bite (GW) era composto da tredici atleti di sesso maschile (media ±DS; età 27±5 anni, peso 78±7 kg, statura 176±4 cm). Il gruppo di controllo (GC) era composto da undici atleti di sesso maschile(media±DS, età 28±6 anni, peso 78±11 kg e altezza 175±6 cm). Tutti i soggetti si allenavano mediamente da cinque anni, tre volte la settimana.I bite sono stati realizzati tramite registrazioneaxiografica per verificare il movimento articolare temporomandibolare con il CADIAX® Compactstrumento diagnostico (Gamma Dental, Austria) e montati in occlusione centrica (naturale posizionedi chiusura della mandibola). Il contatto dei denti èstato monitorato tramite il T-Scan III (Tekscan,USA). Le prove di forza non hanno richiesto fase di addestramento in quanto normalmente utilizzatinelle routine degli atleti. Gli atleti sono stati valutati prima e dopo un periodo di otto settimanedi allenamento. Nessuna variazione in acuto è statatrovata all'inizio dello studio tra GW e GWO (senza bite) (Wilcoxon test) e anche tra GW e GC eGWO (senza bite) e GC (Mann-Whitney U-test). Al contrario, 8 settimane dopo, la forza è risultata significativa (Wilcoxon test), dove GW ha mostratola maggiore variazione della performance (44%, p<0,001). Gli altri incrementi percentualimedi sono stati: 37% nel GWO (senza bite)(P<0,001) e 31% in GC (p<0,001). I risultati permettono di concludere che l'uso del bite non ha introdotto variazioni della forza in acuto, ma ha creato variazioni della performance se utilizzato a lungo termine.

METODOLOGIA DELLO SPORTFO

TOVA

NDA

BIFF

ANI–

ARC

HIV

IOFI

PE

Page 9: Pagine da scuola dello sport 96

SdS/

Scuo

la d

ello

Spo

rt A

nno

XXXI

I n.9

6

6633

Lo SPORT all’ARIA APERTA

L’aumento dello stress ossidativo rappresenta un problemaper la pratica delle attività fisiche e dello sport all’aria aperta.Dopo avere definito ciò che si intende per stress ossidativo,rappresentato dall’aumentata presenza di radicali liberi dell’ossigeno nell’aria, si trattano le fonti endogene(metabolismo cellulare e sistema immunitario ed esogene)(inquinanti atmosferici e ozono) della loro produzione; si fornisce un quadro dei danni che essi producono. Descrittii meccanismi – antiossidanti alimentari e antiossidanti endogeni e sistemi di difesa antiossidativa - dei quali dispone

l’organismo per contrastare lo stress ossidativo si espongonoquali siano le conseguenze per l’atleta. I mezzi attraverso i quali può contrastare lo stress ossidativo sono l’incrementodelle capacità e dei meccanismi di difesa antiossidativi attraverso l’allenamento e l’assunzione di una quantità sufficiente di vitamine, l’adozione di un comportamento igienico – astensione dal fumo, uso moderato di alcool e farmaci – e cercare di proteggersi dall’esposizione ai radicali liberi. Si descrivono infine i problemi legati all’ozono e alla sua concentrazione.

Il problema dello stress ossidativo

Jurgen Weineck

BIOLOGIA DELLO SPORT

FOTO CALZETTI & MARIUCCI EDITORI