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3 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009 GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA DELLO SPORT RICERCHE C ARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ, ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE E CONVINZIONI DI AUTOEFFICACIA NELLO SPORT DI ALTO LIVELLO Andrea Greco Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano “Bicocca” Sara Andena Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano “Bicocca” RIASSUNTO Sempre più spesso nella letteratura sportiva viene sottolineata l’importanza della preparazione psicologica come parte integrante delle sedute di allenamento degli atleti; numerose sono le variabili psicologiche considerate antecedenti di performance sportive di successo. Le ricerche sui tratti di personalità suggeriscono l’esistenza di una stretta relazione tra i tratti dell’energia, della coscienziosità e della stabilità emotiva e la performance atletica. Fra gli orientamenti motivazionali quello al successo è maggiormente associato alla riuscita e al miglioramento della prestazione. Inoltre è molto importante il ruolo delle convinzioni di efficacia personale nell’influenzare i processi motivazionali, cognitivi e di gestione emotiva, che regolano e guidano il comportamento umano, e quindi sostengono la motivazione degli atleti, garantendo una performance ottimale. Il presente studio, che ha coinvolto 501 soggetti fra atleti professionisti di basket, calcio, atletica leggera e soggetti non praticanti sport di elevato livello, ha avuto come principali obiettivi quelli di indagare le differenze fra i gruppi di atleti e non-atleti, quelle connesse a variabili socio- demografiche e professionali e di indagare le relazioni tra le caratteristiche di personalità, gli orientamenti motivazionali e le convinzioni di autoefficacia. I risultati mostrano importanti differenze fra gli atleti dei diversi sport e i non atleti nei tratti di personalità e negli orientamenti motivazionali. Oltre alle differenze in questi due costrutti si evidenziano delle differenze, ascrivibili al genere, all’età, all’anzianità di allenamento e alla categoria di gioco, nelle convinzioni di autoefficacia. Inoltre correlazioni significative si evidenziano fra le convinzioni di autoefficacia e i tratti di personalità di energia, coscienziosità e stabilità emotiva, e fra le prime e l’orientamento al successo. PAROLE CHIAVE Tratti di personalità; Motivazione; Autoefficacia percepita ABSTRACT The importance of athletes’ psychological preparation to promote optimal performances is often emphasized in sport’s literature; several variables are considered to be psychological antecedents of successful performances. Researches on personality traits suggest that a close relationship between them (traits of energy, conscientiousness and emotional stability) and performance exists. Achievement motivation is the one that most influences success and performance’s improvement. It is also very important the role of self-efficacy beliefs in influencing motivation, cognitive and emotional processes to regulate and guide human behaviour, and thus support athletes’ motivation, warranting an optimal performance. This study, which involved 501 subjects among basketball, football, athletics professional athletes and non-high-level athletes, had as main goal to investigate those differences between the groups of athletes and non-athletes, to investigate differences linked to socio-demographic variables and to investigate the relationship between the characteristics of personality, motivation and self efficacy beliefs. The results show differences between athletes and non-athletes in personality traits and motivation. Moreover, differences due to sex, age, agonistic seniority, category and self-efficacy beliefs are highlighted. Significant correlations between self-efficacy beliefs and personality traits (energy, conscientiousness and emotional stability) and between self-efficacy beliefs and achievement motivation. KEY WORDS Personality traits; Motivation; Self-efficacy beliefs

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Giornale Italiano di Psicologia dello sport, n°6 http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/gips-il-giornale-italiano-di-psicologia-dello-sport-n-6

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3Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT RICERCHE

CC AARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE DDII PPEERRSSOONNAALLIITTÀÀ,, OORRIIEENNTTAAMMEENNTTOO MMOOTTIIVVAAZZIIOONNAALLEE EE CCOONNVVIINNZZIIOONNII

DDII AAUUTTOOEEFFFFIICCAACCIIAA NNEELLLLOO SSPPOORRTT DDII AALLTTOO LLIIVVEELLLLOOAndrea GrecoDipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano “Bicocca”Sara AndenaDipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Milano “Bicocca”

RIASSUNTOSempre più spesso nella letteratura sportiva viene sottolineata l’importanza della preparazione psicologica come parte integrante delle sedute di allenamento degli atleti; numerose sono le variabili psicologiche considerate antecedenti di performance sportive di successo. Le ricerche sui tratti di personalità suggerisconol’esistenza di una stretta relazione tra i tratti dell’energia, della coscienziosità e della stabilità emotiva e la performance atletica. Fra gli orientamenti motivazionaliquello al successo è maggiormente associato alla riuscita e al miglioramento della prestazione. Inoltre è molto importante il ruolo delle convinzioni di efficacia personale nell’influenzare i processi motivazionali, cognitivi e di gestione emotiva, cheregolano e guidano il comportamento umano, e quindi sostengono la motivazionedegli atleti, garantendo una performance ottimale. Il presente studio, che ha coinvolto501 soggetti fra atleti professionisti di basket, calcio, atletica leggera e soggetti nonpraticanti sport di elevato livello, ha avuto come principali obiettivi quelli di indagarele differenze fra i gruppi di atleti e non-atleti, quelle connesse a variabili socio-demografiche e professionali e di indagare le relazioni tra le caratteristiche di personalità, gli orientamenti motivazionali e le convinzioni di autoefficacia. I risultati mostrano importanti differenze fra gli atleti dei diversi sport e i non atleti nei tratti di personalità e negli orientamenti motivazionali. Oltre alle differenze in questi due costrutti si evidenziano delle differenze, ascrivibili al genere, all’età, all’anzianità di allenamento e alla categoria di gioco, nelle convinzioni di autoefficacia. Inoltre correlazioni significative si evidenziano fra le convinzioni di autoefficacia e i tratti di personalità di energia, coscienziosità e stabilità emotiva, e fra le prime e l’orientamento al successo.

PAROLE CHIAVETratti di personalità; Motivazione; Autoefficacia percepita

ABSTRACTThe importance of athletes’ psychological preparation to promote optimal performances is often emphasized in sport’s literature; several variables are considered to be psychological antecedents of successful performances. Researcheson personality traits suggest that a close relationship between them (traits of energy,conscientiousness and emotional stability) and performance exists. Achievementmotivation is the one that most influences success and performance’s improvement.It is also very important the role of self-efficacy beliefs in influencing motivation,cognitive and emotional processes to regulate and guide human behaviour, and thussupport athletes’ motivation, warranting an optimal performance. This study, whichinvolved 501 subjects among basketball, football, athletics professional athletes and non-high-level athletes, had as main goal to investigate those differences between the groups of athletes and non-athletes, to investigate differences linked to socio-demographic variables and to investigate the relationship between the characteristics of personality, motivation and self efficacy beliefs. The results showdifferences between athletes and non-athletes in personality traits and motivation.Moreover, differences due to sex, age, agonistic seniority, category and self-efficacybeliefs are highlighted. Significant correlations between self-efficacy beliefs and personality traits (energy, conscientiousness and emotional stability) and between self-efficacy beliefs and achievement motivation.

KEY WORDSPersonality traits; Motivation; Self-efficacy beliefs

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GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORTRICERCHERI

CERC

HE

Barbara RossiCentro Regionale di Psicologia dello Sport

II NNTTEERRPPRREETTAAZZIIOONNEE DDEELLLLEE EESSPPEERRIIEENNZZEE CCRRUUCCIIAALLII EE SSUUCCCCEESSSSOO SSPPOORRTTIIVVOO

RIASSUNTOLo scopo di questa ricerca era di verificare l’esistenza di differenze nelle reazioni, nelle sensazioni e nelle valutazioni cognitive collegatead alcune esperienze cruciali della carriera sportiva tra sportivi d’elite e sportivi tecnicamente ed atleticamente molto dotati ma che non hanno mai raggiunto gli stessi prestigiosi risultati dei primi. Per raggiungerequesto fine sono stati selezionati trenta soggettida inserire in due gruppi da quindici. La ricercasi poneva l’obiettivo di mettere in evidenza alcuni dei fattori che entrano in gioco e fanno ladifferenza nel momento in cui, tra tutti gli atletidotati di capacità atletiche e tecnico-tattiche al di sopra della media, alcuni diventano stabilmente degli sportivi di successo ed altri no.A questo fine sono stati scelti quindici soggettiche, grazie ai propri risultati, potessero essereunanimemente definiti degli sportivi di successo(primo gruppo) e quindici soggetti che hannofinito per collocare la propria carriera su un livello medio pur essendo stati nelle categoriegiovanili al top del proprio sport (secondo gruppo). Ai trenta soggetti in esame, è statochiesto di sottoporsi ad una intervista.L’impostazione dell’intervista, composta da sei domande, è stata di tipo semistrutturato. La teoria di riferimento in base alla quale sonostate formulate le domande è stata quella diJohn Flanagan sulla tecnica degli incidenti critici.

PAROLE CHIAVEEsperienze cruciali; valutazioni cognitive;emozioni

ABSTRACTThe purpose of this research was to examinethe existence of differences in reaction, perceptions and cognitive evaluations linked to some crucial experiences in sports careerbetween a sample of elite athletes and anothersample of technically very talented athletes who have never reached the same prestigiousresults as the first ones. To this aim, 30 selectedparticipants, divided in two groups of elite and talented athletes, were interviewed using a semi-structured interview. The interview questions were in line with the John Flanagan’stheory regarding the critical incidentstechnique.iefs and achievement motivation.

KEY WORDSCrucial experience in sport; cognitive evaluations; emotions

INTRODUZIONE

Lo scopo di questa ricerca era di verificare l’esistenza di differenze nelle reazioni, nelle sensa-zioni e nelle valutazioni cognitive, collegate ad alcune esperienze cruciali della carriera sporti-va, tra sportivi d’elite e sportivi tecnicamente ed atleticamente molto dotati ma che non hannomai raggiunto gli stessi prestigiosi risultati dei primi. Per raggiungere questo fine sono statiselezionati trenta soggetti da inserire in due gruppi da quindici, il primo composto dai cosid-detti “campioni”, il secondo composto da sportivi la cui carriera si collocava su un livellomedio (campioni “potenziali”). I problemi affrontati nell’impostazione della ricerca sono statiquelli riscontrati nella determinazione dei criteri in base ai quali scegliere gli sport da prende-re in considerazione e di quelli in base ai quali poter selezionare gli atleti che dovessero esse-re inclusi nei due gruppi. Per quanto riguarda la scelta degli sport, essa è ricaduta su tutti quel-li olimpici, individuali o di squadra, quelli che lo sono per tradizione e quelli che sono stati inse-riti nelle ultime edizioni delle Olimpiadi anche solo a livello dimostrativo, perché si è ritenutoche la varietà e l’importanza delle specialità considerate tra quelle olimpiche siano sufficien-temente rappresentative di tutto il panorama sportivo.Scegliere il criterio, invece, in base al quale un atleta dovesse appartenere al primo od alsecondo gruppo, è stato più difficile. Il problema maggiore è stato quello di determinare uncriterio che consentisse di mettere in evidenza tra tutti gli atleti di medio livello quelli che pos-sedessero delle doti atletiche e tecnico-tattiche superiori rispetto ai risultati raggiunti in carrie-ra. Dopo attente riflessioni si è pensato che un criterio discriminante degli atleti del primogruppo nei confronti di quelli del secondo e di quest’ ultimi nei confronti di tutti gli altri che sisarebbero potuti intervistare potesse essere l’appartenere o l’aver appartenuto ad una sele-

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18 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORTSTRUMENTIST

RUM

ENTI

INTRODUZIONE

La psicologia di comunità nel corso degli anni ha sviluppato diversestrategie per la promozione del benessere psicofisico degli individuie dei gruppi. Tutto ciò è avvenuto in diversi modi: attraverso l’utilizzodei mass-media come agenti educativi ed informativi in grado digarantire lo sviluppo di competenze e di conoscenze, per affrontarein modo adeguato situazioni stressanti; attraverso la diffusione dimanuali di self-help per l’apprendimento di tecniche idonee a produr-re il cambiamento di comportamenti e atteggiamenti; infine, attra-verso lo sviluppo di vere e proprie conoscenze, competenze, abilità,così che l’individuo diventi l’artefice ed il promotore del proprio cam-biamento. Le strategie formative utilizzate sono state rivolte princi-palmente ad adolescenti, per mezzo di sperimentazioni didattiche

messe a punto da esperti nell’ambito dell’educazione alla salute eall’uso corretto dell’attività sportiva.Il rischio psicofisico è un concetto che si inserisce nell’ambito dellapromozione dello stato di salute globale dell’individuo ed è potenzial-mente collegato ad un’azione che può comportare un danno futurosullo stato di benessere fisico e psichico della persona. Tali azionipossono essere prodotte dal sistema sociale in cui si è inseriti oessere determinate dalla propria volontà.Fra gli strumenti idonei a rilevare la percezione del rischio psicofi-sico cui potenzialmente si può incorrere nello svolgimento di attivi-tà indoor ed outdoor, si è deciso di tradurre e adattare in un conte-sto italiano il Physical Risk Assessment Inventory (PRAI) diLlewellyn (2002). Il PRAI (Fig. 1) si presenta come uno strumento lecui caratteristiche psicometriche, nella originale versione inglese,

II LL PPHHYYSSIICCAALL RRIISSKK AASSSSEESSSSMMEENNTT IINNVVEENNTTOORRYY:: UUNNOO SSTTRRUUMMEENNTTOO DDII MMIISSUURRAA DDEELLLLAA PPEERRCCEEZZIIOONNEE DDEELL RRIISSCCHHIIOO

PPSSIICCOOFFIISSIICCOO NNEELLLL’’AADDOOLLEESSCCEENNZZAA

Monica MandalàProfessore a contratto di Psicologia Sociale, Facoltà di Scienze Motorie, Università degli Studi di PalermoGioacchino LavancoProfessore ordinario di Psicologia di comunità, Facoltà di Scienze della Formazione, Università degli Studi di Palermo

RIASSUNTOIl rischio psicofisico è un concetto potenzialmente collegato ad un’azione che puòcomportare un danno futuro sullo stato di benessere fisico e psichico della persona.In tal senso, il PRAI-Physical Risk Assessment Inventory (Llewellyn, 2002), è statoutilizzato allo scopo di approfondire i vari aspetti dello studio sulla percezione delrischio psicofisico nella fase di sviluppo dell’adolescenza. Il presente studio ha lo scopo di verificare la struttura fattoriale, l’attendibilità e la validità della versioneitaliana dello strumento. La scala è stata tradotta in italiano e somministrata, insieme ad altre misure di “ricerca di sensazioni” e di “locus of control”, ad un campione rappresentativo della popolazione di adolescenti di età compresa tra i 12 e i 21 anni(n = 551) studenti di istituti superiori di secondo grado. Per lo studio delle proprietàpsicometriche dello strumento, in riferimento al campione coinvolto è stata condottaun’analisi fattoriale separatamente per maschi e femmine, in relazione al controllodella differenza tra i sessi. Dai risultati emerge un modello a due fattori (Health Riske Sport Risk) che sembra corrispondere al principio di parsimonia finale. Rispetto alla versione originale la scala mantiene la sua composizione fattoriale, ma cambia il numero di variabili in essa contenute.

PAROLE CHIAVERischio; adolescenza; benessere psico-fisico

ABSTRACTThe “psychophysical risk” is a concept potentially linked to an action that may causedamages in the physical and psychic wellbeing conditions in a person. The PhysicalRisk Assessment Inventory has been used with the aim to expand the knowledge onthe perception of the psychophysical risks in the adolescence phase. The presentstudy aims to examine the factorial structure, reliability and validity of the Italian version of this instrument. The scale has been translated into the Italian languageand then dministered, together with other measures of “research of sensations” and “locus of control”, to a representative sample of the population of adolescentstudents ranging in age from 12 and 21 years of high schools and second gradeschools. For the study of the psychometric properties of the instrument, a factor analysis has been conducted separately for boys and girls. Findings yielded a twofactor model (Health Risk e Sport Risk) that seems to correspond to the principleof final parsimony. As regards the original version, the scale maintained its factorialcomposition although the number of variables changed.

KEY WORDSRisk; adolescence; physical and psychic wellbeing

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INTRODUZIONE

Come ben sappiamo, l’età evolutiva rappresenta in ogni cultura ed inogni contesto un momento della vita carico di aspettative e insicu-rezze che si situa in un luogo ponte fra la condizione di bambino equella di adulto. In questo delicato momento della crescita la fami-glia, la scuola ed i modelli di riferimento televisivi occupano un ruolofondamentale e possono offrire una chiave di lettura che permettedi attuare una più efficace prevenzione attraverso una raccolta diinformazioni che scevre da ogni giudizio hanno avuto il solo scopo difotografare una situazione e mostrarcene il volto reale. Tutto questocon l’obiettivo di costruire percorsi di crescita sempre più idonei allasocietà del terzo millennio e di offrire risposte mirate a favorire unadimensione di attiva e responsabile partecipazione di tutti gli organi-smi presenti nel territorio.Il Comune di Rapolano Terme si è fatto pioniere nell’accogliere e pro-porre un tipo di indagine innovativa che ci ha permesso di inquadra-re in un contesto ben preciso alcuni aspetti fondamentali nel cammi-no di crescita dei ragazzi di oggi per elaborare un percorso di preven-zione primaria efficace e rispettoso della fascia di età a cui si propo-ne con gli strumenti dell’arte e dello sport. La prevenzione primaria èuno dei punti cardine della società futura e da qualche anno si usaquesto termine in maniera sempre più attiva anche ai fini della ricer-ca scientifica.Nella nostra cultura siamo stati maggiormente abituati al termine ria-bilitazione, all’intervento cioè quando il male o la malattia, sia essa dinatura fisica o psichica, era già declamata e diagnosticata, attual-

mente si tende, invece, a proporre metodi e strategie che permetto-no di intervenire anticipatamente in maniera induttiva. Sulla base didati esistenti che in passato hanno favorito situazioni di disagio si vaa fotografare la realtà al fine di rilevare tutte le variabili intervenientiche possono aver favorito l’insorgere del disagio stesso e slatentiz-zato un meccanismo o un modo di vivere che ha generato fenome-ni di disagio al fine di andare a modificare uno o più variabili ed ela-borare percorsi sempre più efficaci.A questo fine l’indagine non solo ha avuto importanza fondamentaleper i fini conoscitivi, ma anche per una riflessione critica, per un coin-volgimento diretto degli Enti e delle Istituzioni operanti nel territorio,per un confronto ed un potenziamento delle politiche di promozionedegli interventi a favore dei giovani. La realizzazione dell’indagine harichiesto il coinvolgimento e la collaborazione oltre al Comune diRapolano Terme (SI) di altri organismi che operano nel territorio comela ASL 7 – Dipartimento per le Dipendenze, l’Istituzione Scolastica –“Istituto Comprensivo Sandro Pertini” di Asciano e naturalmente lafamiglie che hanno permesso di somministrare capillarmente prima iltest di indagine e poi il test di verifica ai ragazzi della Scuola MediaStatale di Rapolano Terme.Come operatore del Comune di Rapolano Terme, essendo anche natain questo Comune, in qualità di Psicologo Psicoterapeuta ho elabora-to i Test rendendoli accessibili alla fascia di età a cui venivano propo-sti ed al contesto nel quale venivano proposti ed ho inoltre impostatola ricerca su basi scientifiche, occupandomi dell’aspetto inerente gliaspetti educativi e l’età evolutiva, mentre il SeRT – ASL 7 si è occupa-to dell’informazione nel territorio su operatori socio-sanitari.

21Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT ESPERIENZE

CCOOMMPPRREENNDDEERREE PPEERR PPRREEVVEENNIIRREE:: RRIISSUULLTTAATTII DDII UUNN’’IINNDDAAGGIINNEE

Paola DeiConsulente in Psicologia dello Sport (Psymedisport), Presidente del Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive

RIASSUNTODopo una accurata indagine territoriale all’interno delle dinamiche familiari e relazionali di ciascun ragazzo attraverso il Test FRT siamo andati ad osservare successivamente con il Test di verifica SEDS tutti i correlati che potevano fornirci dati utili per valutare il livello di aggressività ed estrapolarne risultati importati ai fini del lavoro di prevenzione da effettuarecon gli strumenti dell’Arte Terapia e della Psicomotricità. Molto importante in tutte le fasi del lavoro è stato il coinvolgimento delle Istituzioni operanti nel territorio: ASL, Istituzione Scolastica, Comune. Il lavoro ha permesso di valutare più livelli; da quelli intrapsichici a quelli relazionali fino a quelli cognitivi nonché di estrapolare tratti caratteriali all’interno del gruppoclasse sui quali impostare i percorsi di lavoro che risultassero efficaci e stimolassero ognuno a partecipare.

PAROLE CHIAVEArte terapia; psicomotricità

ABSTRACTAfter having conducted a territorial survey into the family and relationaldynamics of the boys through the FRT Test, we have examined with the SEDS Test all correlates to estimate the level of aggressiveness and to extrapolate some indications for prevention through the Art Therapyand Psychomotor activities. A very important aspect was the involvement of the operating Institutions in the territory such as the ALS and schools. The intervention was conducted at intra-psychical, relational, and cognitivelevels.

KEY WORDSArt therapy; psychomotor activities

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RIASSUNTOIl presente lavoro ha come oggetto la psicoriabilitazione attraverso lo sport e l’attivitàmotoria nell’ottica del modello strutturale integrato di G. Ariano. Viene presentato il modello di lavorocon cui si è strutturato il Laboratorio di Nuoto con i pazienti psichiatrici. Tale laboratorio è nato con un duplice scopo: a) coinvolgere i pazienti psichiatrici in una attività sportiva/psicoriabilitativa; b) inserire i pazienti psichiatrici nel contesto sociale di appartenenza. L’efficacia delle attività motorie e dello sport nel percorso psicoriabilitativo delpaziente psichiatrico si è evidenziata sia come possibilità di lavorare sul vissuto intrapsichico (corporeo, emotivo, fantastico e razionale) e sullemodalità relazionali individuali dei pazienti, sia perpoter partecipare ad eventi sportivi organizzati, sul territorio di Napoli, dal Coni. Dare la fiducia ai pazienti e sostenerli nel potersi sperimentare, in base alle proprie capacità, nel nuoto, ha permesso loro di fare un’esperienza positiva in e con l’acqua. I pazienti si sono confrontati con i propri vissuti intrapsichici, con quelli dei compagni e con la soddisfazione di sperimentarsi in un’attività agonistica, con le difficoltà che la stessa comporta (confronto/scontro con i propri limiti e con gli “avversari”).

PAROLE CHIAVEPsicoriabilitazione; paziente psichiatrico; nuoto

ABSTRACTThe present work deals with psycho-rehabilitationtrough sport and motor activity, in the light of the“Modello Strutturale Integrato” by Giovanni Ariano.We present the work model of the SwimmingLaboratory with psychiatric patients. The laboratorywas born with a double aim: a) to involve psychiatricpatients in a sport/psycho-rehabilitative activity; b) to include psychiatric patients in their own socialcontest. The efficacy of motor activity and sport inthe psycho-rehabilitative pathway of the psychiatricpatient, highlighted both as a chance to work on theintra-psychic experience, and to participate in sportevents, organized by the Coni of Naples. Giving confidence to the patients e supporting them in the possibility to experience themselves, on thestrength of their capabilities, allowed them to have a positive experience with water. Patients confrontedthemselves with their intra-psychic experience, their friends and satisfaction to experience agonisticactivity and the related difficulties.

KEY WORDSPsychorehabilitation; psychiatric patients; swimming

INTRODUZIONE

Il presente lavoro ha come oggetto l’utilizzo dello sport e dell’attività motoria nella praticapsicoriabilitativa secondo il modello strutturale integrato di G. Ariano (1987, 2000, 2005).Tale modello spiega il comportamento soggettivo ed intersoggettivo dell’uomo. È statocostruito dal dr. Giovanni Ariano nel suo lavoro trentennale con pazienti psicotici acuti ecronici, ed è stato applicato in diversi settori dai suoi collaboratori (tra cui lo sport e la psi-coriabilitazione).L’attività motoria è intesa come mantenimento dell’equilibrio funzionale al benessere e allasalute dell’individuo e può essere fine a se stessa o propedeutica all’avviamento allosport. Non c’è quindi competizione, non si trascendono limiti, non ci si misura con sé ocon altri, non c’è agonismo.Lo sport, nel modello strutturale integrato di G. Ariano, è un’attività formata dalleseguenti parti: il corpo (delle persone), la presenza di regole (spazio/tempo) e di un pre-mio-riconoscimento, caratterizzata dall’agonismo ovvero dal confronto/scontro con ipropri limiti e quelli dell’avversario al fine di trascenderli, all’interno di un sistema condi-viso di regole (sport specifiche, e generali, come ad esempio: no doping, non violenza,fair-play, ecc).

25Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORT ESPERIENZE

Giovanna OlivadesePsicologa, Psicoterapeuta SIPI, Responsabile settore Psicoriabilitazione di SipiSport

PPEERRCCHHÉÉ LLOO SSPPOORRTT PPEERR II PPAAZZIIEENNTTII PPSSIICCHHIIAATTRRIICCII??

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28 Giornale Italiano di PSICOLOGIA DELLO SPORT Numero 6 – 2009

GIORNALE ITALIANO

DI PSICOLOGIA DELLO SPORTOPINIONIOP

INIO

NI

INTRODUZIONE

Se con il termine didattica si intende l’arte dell’insegnamento, con il termine didattica dello sportsi fa riferimento alle tecniche utilizzate per l’insegnamento motorio e sportivo. La didattica dellosport ha come obiettivo la costruzione di itinerari didattici personalizzati, sulla base dei bisogni edelle potenzialità dei singoli alunni. Fare questo significa ripensare le condizioni di un insegnamen-to motorio autenticamente educativo. In questa linea, la didattica dello sport deve tener conto:

» delle energie personali dell’allievo;» del contesto organizzativo;» delle pregresse esperienze motorie dell’allievo.

Le abilità motorie, inoltre, non sono trasmesse, ma scoperte e assimilate. Organizzare il settingmotorio significa aiutare il bambino ad imparare, mettendolo davanti ad opportuni materiali con-creti, in una situazione che favorisca lo sviluppo motorio. In genere, nelle accezioni più ampie, ladidattica dello sport assegna indicazioni prescrittive, per fare in modo che nulla sia lasciato alcaso e all’improvvisazione. Affinché essa raggiunga esiti positivi è fondamentale che il docentepunti su strategie e metodi di insegnamento che si collocano nell’area della “metaconoscenzaper fini motori”. Con tale definizione, si intende riferirsi alla consapevolezza che ciascun individuopossiede, relativamente ai processi psicofisici, messi in atto per compiere una determinata atti-vità motoria. Ovviamente tale consapevolezza include, altresì, la capacità da parte del soggettoin apprendimento, di valutare il grado di difficoltà dell’attività motoria stessa.Improntare, quindi, una progettazione didattica motoria che tenga conto di fornire ai discentidegli strumenti metacognitivi significa offrire ai discenti la capacità di conoscere se stessi men-tre apprendono un determinato compito motorio. Se da una parte la psicologia dello sport è indi-rizzata verso una logica della massima prestazione, dall’altra è la didattica che deve rinvenire unospazio, all’interno della istituzione scolastica, per raggiungere il fine dell’apprendimento motorio.Tali finalità vanno raggiunte prendendo in considerazione: l’organizzazione del curricolo, le variefasi dell’apprendimento motorio ed i traguardi per lo sviluppo delle competenze motorie, al ter-mine della scuola primaria.

LL AA DDIIDDAATTTTIICCAA DDEELLLLOO SSPPOORRTT NNEELL CCIICCLLOO PPRRIIMMAARRIIOOTTRRAA NNOORRMMAALLIITTÀÀ EE PPAATTOOLLOOGGIIAA

Maria Anna FormisanoPsicopedagogista RIASSUNTO

Se con il termine didattica si intende l’arte dell’insegnamento, con il termine didattica dellosport si fa riferimento alle tecniche utilizzate per l’apprendimento dell’educazione motoria. La didattica dello sport ha come obiettivo la costruzione di itinerari didattici personalizzati, sulla base dei bisogni e delle potenzialità dei singoli alunni. In questa linea, la didattica dello sport deve tener conto: delle energie personali dell’allievo; del contesto organizzativo;delle pregresse esperienze motorie dell’allievo.

PAROLE CHIAVEDidattica; sport; scuola

ABSTRACTThe didactics of sport should consider the personalenergies of the student, the organizational context,and the motor experiences of the student. Theobjective is the development of individualized experiences to enable each student express his or her own motor potentialities.

KEY WORDSDidactics; sport; school

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