Outdoor Magazine n° 11 - 2011

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Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 186 del 20 marzo 2007 Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. [email protected] Anno 4 - Numero 11 / 2011

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The B2B monthly publication of the italian and european outdoor market

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INTERVISTE

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Creatività e stile,la chiodatura secondo noi…

PERSONAGGI

ALLE PAGINE 12 - 13

In bilico tra elogi e critiche, ha ridisegnato l’alpinismo rappresentando il riscatto di un Paese. Dalle parole di Alessandro Gogna il ricordo del grande alpinista italiano.

L’innovazione ATK ha una nuova casa

A PAGINA 22

Il brand ormai diventato un must per i suoi attacchi da sci alpinismo ha inaugurato i nuovi uffici di 300 mq, dotati anche di impianto fotovoltaico.

Analisi, sensazioni, scelta e creazione della linea. Intervista doppia a Mauro Calibani ed Enrico Baistrocchi: i due forticlimber in occasione del San Vito Climbing Festival hanno preparato ben 16 nuove vie.

FOCUS ON

ALLE PAGINE 20 - 21

Bonatti, eroe salvificoredentore dell’azione

EVENTI

A PAGINA 31

COVER STORY I Il 6 ottobre a Bolzano, alla presenza di centinaia di persone,è stato inaugurato l’avveniristico headquarter del Gruppo OberAlp

Salewa World,welcome to the new eraSalewa World,welcome to the new era

ALLE PAGINE 26 - 27

L’IMS cresce e cammina verso la retta via...

UTMB 2011, dietrole quinte con Vibram

ALLE PAGINE 32 - 33

Sportmaker, con un team di 10 persone, ha ripreso notte e giorno gli atleti Vibram.Una splendida esperienza che ha portatoalla realizzazione di un intenso video.

REPORTAGE

IN QUESTO NUMERO ANCHE:

ALLE PAGINE 14, 16, 28-29, 30, 34

• Testimonial del mese: Alessandro Beber

• Action cameras, bluetooth e dintorni

• EOF 2011, un evento da numeri uno

• Rock Junior, piccoli climber crescono

• Focus shop: Maurizio Sport, Condino (TN)

Numeri in aumento per l’International MountainSummit di Bressanone, tra novità e conferme.Riuscite alcune sezioni, migliorabili altri aspetti.

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EDITORIALE

4 |Numero 11 / 2011|

Investimenti, passioni, visioni

EditoreSport Press Srl

Presidente: DANIELE DE NEGRIDirettore responsabile: ANGELO FRIGERIODirettore editoriale: RICCARDO COLLETTI

Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - Tel. 0362.600469 - Fax 0362.600616

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Stampa: Ingraph - Seregno (MB)

Redazione USA: DNF Media, Inc1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050

Tel: 001.408.261.8809 - Email: [email protected] Website: www.outdoorusa.net

Anno 4 - N.11 / 2011Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007.

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Edizioni Turbo S.r.l. - Responsabile dati: Riccardo Colletti.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 novembre 2011

IN PRIMO PIANO

Assosport e Antonveneta oltre la crisi

Importanti colpi di mercatoper Amorini, che ha acquisitola distribuzione di altri duemarchi oltre a quelli che giàtratta (tra i quali Tsl, PrincetonTec, Tatonka, Courant e Vango).Il primo è Mad Rock, brand ca-liforniano con sede a Santa FeSprings. Nato nel 2002, è dasempre impegnato nella crea-zione di scarpette da arrampi-cata innovative, tecniche maanche economicamente ac-cessibili. Dopo anni di espe-rienza e milioni di paia discarpette vendute, i responsa-bili di Mad Rock continuano aessere tra i più attivi del mer-cato, convinti che i miglioriprodotti siano quelli ancora darealizzare. Nella foto sopra adesempio l’ultima rivisitazionedel modello Flash 2.0, nelcorso degli anni oggetto di ot-time recensioni e vincitore dinumerosi riconoscimenti negliUSA (è inoltre la prima scar-petta ad includere un gel ingrado di ridurre l’urto sul tal-lone). A pagina 19 vedi anchela descrizione del modelloDemon 2.0. Ma Mad Rock nonsignifica solo scarpette. Nel2010 è stata creata una lineahardware e accessori in nuo-vi dettagli, colori e opzioni,comprendente moschettoni

(nella foto il Trigger Wire), rin-vii, assicuratori, discensori,imbraghi, crash pad e altriaccessori. A completare il tut-to un team di atleti che con-ta Rob D'Anastasio, Sasha Di-Giulian e Zach Lerner ai qualisi affiancano molti altri clim-ber sponsorizzati. Il secondobrand è Brunngard: fondato daPaul Brunngard nel 1983 congli uffici direzionali a Boras(Svezia), dal 1994 è distribu-tore e produttore indipenden-te di alcuni dei marchi più fa-mosi per la cura delle pellet-terie e degli accessori pelle,calzature e tessuti tecnici.Amorini si occuperà in partico-lare della distribuzione delleIce-Grippers (vedi foto sot-to), testate tra l’altro a bassis-sime temperature direttamen-te dallo staff Amorini, esper-to di esposizione e tenuta deimateriali non lega/ferrosi allebasse temperature. Il risulta-to è stato più che soddisfacen-te e Brunngard si preannunciacome uno dei nuovi marchi piùinteressanti anche per la qua-lità/prezzo offerta (sarà pre-sente anche a Ispo 2012).

INFO: Amorini [email protected]

Nell’ottica di offrire nuoveopportunità alle imprese, As-sosport (Associazione Nazio-nale fra i Produttori di ArticoliSportivi) ha siglato un accordocon Banca Antonveneta(Gruppo Montepaschi) per for-nire alle imprese associateprodotti e servizi d’eccellenzaal fine di affrontare le nuovesfide imposte dal mercato. Traquesti servizi, prodotti finan-ziari, supporto nei processi diinternazionalizzazione e unadiagnostica gestionale gra-tuita. Quest’ultima, in partico-lare, è un’analisi attraverso laquale la Banca e le impresepossono congiuntamente ap-profondire aspetti qualitativi estrategici facendo emergere ifattori gestionali di eccellenzae rilevando al contempo glielementi di criticità per miglio-rare il rating e creare i presup-posti per sostenere le imprese.

“La concorrenza e la crisi deimercati richiedono maggioricompetenze e strumenti finan-ziari a supporto degli impren-ditori che investono per il ri-lancio e la crescita delle nostreaziende. Credo che questo ac-cordo e il relativo servizio por-teranno le nostre imprese adaffrontare le sempre maggiorisfide del mercato con successoe professionalità”, ha dichia-rato Luca Businaro, presidentedi Assosport. Giuseppe Menzi,direttore generale di BancaAntonveneta, ha poi ag-giunto: “Tramite questo ac-cordo abbiamo individuato unnuovo percorso di crescita conle imprese, offrendo un servi-zio di diagnosi gestionale, maanche qualificati prodotti fi-nanziari e un servizio per l’in-ternazionalizzazione che ri-scontra già il gradimento dimolte imprese”.

In data 3 novembre il GruppoAdidas ha ufficializzato l’acquisi-zione totale del marchio di cal-zature outdoor Five Ten, com-preso il capitale azionarioemesso di Five Ten USA. Il costodella transazione, che dovrebbechiudersi nelle prossime setti-mane, ammonta a 25 milioni didollari in contanti alla chiusuradei pagamenti e al consegui-mento di alcuni obiettivi daparte di Five Ten nei prossimitre anni. L’acquisizione rientranel piano strategico del GruppoAdidas, secondo il quale lostesso Gruppo dovrebbe regi-strare una crescita organica delsuo segmento outdoor fino alsuperamento di 500 milioni dieuro in vendite entro il 2015. Aseguito di questa acquisizione cisaranno dei cambiamenti in ter-mini di produzione per Five Ten.Il marchio infatti non solo con-tinuerà a realizzare le scarpetteda roccia e i prodotti Guide Ten-nies e Yosemite Jeans negli StatiUniti, ma cercherà di riportare inAmerica gran parte della suaproduzione.

IL PARERE DEI VERTICI - RolfReinschmidt, senior vice presi-dent di Adidas Outdoor, ha di-chiarato: “Siamo molto entusia-sti di unire le forze con Five Ten,un marchio leader nel mercatotecnico outdoor e all’internodella comunità degli sportd’azione. Five Ten è semprestata in prima linea nell’innova-zione e condivide con Adidas lastessa passione per gli atleti.Rappresenta un’ottima aggiuntaal portafoglio Adidas Outdoor eci consentirà di espanderci insegmenti di mercato comple-mentari”. Questa acquisizionesottolinea il chiaro impegnodell’azienda verso l’outdoor e lasua ambizione a occupare unruolo leader nel settore in fu-turo. Dal canto suo Charles Cole,fondatore e presidente di FiveTen, ha commentato: “L’accordooffre grandi prospettive per FiveTen. Sostenuti dal Gruppo Adi-das, possiamo finalmente rag-giungere il pieno potenziale cheil ‘brand of the brave’ ha da of-frire. Ci piace la filosofia del fon-datore di Adidas Adi Dassler,

con la sua attenzione alla qua-lità del prodotto e nel fare ciòche è necessario per dare al-l’atleta un vero vantaggio”. Adi-das, secondo Charles Cole, sibasa sugli stessi principi chehanno guidato Five Ten per 30anni, ovvero mettere atleti eperformance prima di ognicosa.

DUE PAROLE SUI BRAND - FiveTen è un pioniere nel mercatotecnico dell’outdoor. Nel 1985,anno della sua fondazione, hainfatti creato la mescola Stealthla cui famiglia oggi include di-verse soluzioni pluripremiateche assicurano aderenza in va-rie condizioni. I prodotti FiveTen sono testati dall’Elite Team,composto da alcuni degli atletipiù forti al mondo come DeanPotter (riconosciuto come atletadell’anno 2011 da NationalGeographic), JT Holmes (cam-pione di sci big mountain) eSuz Graham (atleta femminiledi action sport). Adidas non èperò da meno. Ha una lungastoria in prodotti innovativi tracui la celebre Super Trekking, laprima scarpa leggera da trek-king indossata dal leggendarioalpinista Reinhold Messner perla sua prima scalata sull’Eve-rest senza l’aiuto di ossigeno(1978). Il brand ha collaboratocon grandi atleti outdoor comei fratelli Huber, Beat Kammer-lander e Barbara Zangerl maanche con prestigiose organiz-zazioni come l’Alpin Center Zer-matt e i Ragni di Lecco.

Ci sono almeno due buoni motivi che mi portano a scrivere uneditoriale nuovamente “positivo”, dopo che su quello precedenteavevo sottolineato le sorprendenti crescite dell’outdoor in USA e Cina,nonché lo stato di discreta salute del mercato europeo. Il primo è di nuovo un dato oggettivo e di carattere economico: nelle passatestagioni, con particolare riferimento alle ultime due, abbiamo assistitoa un aumento degli investimenti nell’outdoor da parte di grandigruppi internazionali. Qualche esempio? Partiamo proprio dall’ultimoin ordine di tempo: è notizia freschissima l’acquisizione di Five Ten daparte di Adidas per 25 milioni di dollari (vedi news a fianco). Ma il gigante tedesco in realtà già da qualche anno ha ricominciato apuntare forte nel nostro settore ridando nuova linfa alla sua divisioneoutdoor (nata fin dai tempi di Messner ma poi progressivamenteabbandonata) tanto che oggi Adidas è uno dei big player del mercatoe per il 2015 prevede che l’outdoor incida sul suo fatturato per oltre500 milioni di dollari.

Citiamo poi i casi di Asics, che nel 2010 ha acquisito Haglöfs per 128milioni di dollari o la potenza di fuoco del gruppo VF, già proprietario di The North Face, che lo scorso luglio si è comprata un “bocconcino”come Timberland per 2 miliardi di dollari. Nello stesso periodo Jack Wolfskin è passato al fondo Blackstone per 700 milioni di euro.Intanto altri grandi big player stanno alla finestra e “mettono il naso”nell’outdoor con qualche prodotto o linea dedicata, anche per capireche aria tira (vedi per esempio Puma). Ed effettivamente l’aria pareessere buona e salutare. Anche in casa nostra. Non vogliamo certonegare che esistano problematiche più o meno serie anche nel mercatodomestico. Ma ad oggi – incrociando le dita – prevale l’ottimismo, più omeno cauto. Qui veniamo al secondo buon motivo di cui sopra. OutdoorMagazine è protagonista del mercato ormai da 5 anni e a memoria non ricordo un periodo nell’ultimo lustro nel quale avessimo assistito ad un proliferare di “nuove aperture” come in questi mesi del 2011.

Sto parlando di ogni genere di nuova apertura: dai negozi alleaziende, passando per associazioni e palestre di arrampicata, a livelloitaliano ed internazionale. Sullo scorso numero abbiamo documentatoil “varo” del progetto Zamberlan XXL, la spettacolare pareted’arrampicata a fianco della sede del marchio veneto. Ma anche in questo numero ne avete due validi esempi: basta leggere gli articolialle pagine 22 e 26-27 riguardanti rispettivamente l’ampliamentodella sede firmata ATK Race a Fiorano Modenese e l’attesainaugurazione del nuovo avveniristico headquarter Salewa di Bolzano.Senza contare che sul prossimo numero vi presenteremo il nuovo,bellissimo punto vendita Mountain Spirit (che abbiamo oltretuttoincoronato Best Outdoor Shop 2010/11) e vi parleremo dellariapertura della divisione produttiva italiana di Aku dedicata ai modellitop di gamma. Solo alcuni esempi tra i più recenti ed eclatanti. Altri non sono mancati e non mancheranno nei prossimi mesi.

Non si tratta certo di decisioni prese a cuor leggero, poiché gli investimenti sono sempre notevoli e possono essere coperti senzapatemi solo se il business è solido. Ma in queste scelte è facileintravedere qualcosa di più che i pur doverosi calcoli economici o di ritorno sull’investimento a medio o lungo termine. C’è infatti unafortissima passione per il proprio lavoro, che quindi merita una casa il più possibile curata, confortevole e moderna, al passo con i tempi e le nuove sfide del futuro (che coincide sempre più con il presente).Dietro queste scelte c’è quasi sempre una “visione” nel senso piùpositivo del termine, intesa come capacità di prevedere come sievolverà il mondo intorno a sé adeguandosi prima e meglio deglialtri. Una capacità di azione e un’incrollabile fiducia nelle propriecapacità che possa portare a conseguire risultati magari un temponemmeno immaginabili. Proprio come ci ha insegnato un grandeuomo come Walter Bonatti, al quale il nostro nuovo e prestigiosocollaboratore Alessandro Gogna dedica alcune intense riflessioni alle pagine 12-13 di questo numero che – come avrete percepito – è particolarmente pervaso di una poetica e positiva energia.

Il Gruppo Adidas acquisisce Five Ten

Briko nei Paesi d’oltralpe con OberAlpL’azienda italiana Briko, da

25 anni tra i leader nella pro-duzione di articoli sportivi perlo sci alpino e nordico e per ilciclismo, punta a una sostan-ziale crescita nei mercati eu-ropei. E lo fa stringendo un ac-cordo di distribuzione con ilgruppo OberAlp di Bolzano, ti-tolare tra gli altri di Salewa eDynafit. A seguito di questapartnership, le filiali di Austria,Francia e Polonia dell’aziendaaltoatesina metteranno nelproprio catalogo anche i pro-dotti Briko che rappresentanoun’offerta complementare agliarticoli sviluppati per il moun-taineering e lo sci alpinismo.Il primo passo della collabora-zione è avvenuto in occasionedi EuroBike, manifestazionefieristica di Friedrichshafendedicata al mondo del cicli-smo, dove i tecnici di OberAlphanno preso visione della pro-posta Briko PE2012. In gene-rale Briko può contare su un’of-ferta estiva consistente in ca-schi, occhiali e abbigliamento

bike che influisce sul fattura-to annuo per il 35%. Il rima-nente 65% è registrato dalcomparto inverno. L’abbiglia-mento, dallo sci di fondo al ci-clismo, rappresenta oggi soloil 30% dell’intero businessaziendale ma è destinato acrescere anche grazie all’exportnei Paesi dove OberAlp è pre-sente con una propria distribu-zione diretta.

Da sinistra: Gianluca Pellegrinelli(ceo di Briko), Massimo Baratto(ceo di OberAlp/Salewa) e CarloBoroli (presidente di Briko).

Mad Rock e Brunngard per Amorini

di Benedetto Sironi

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Dopo il successo delle precedenti edizioni, tor-nano a dicembre per il quarto anno consecutivoi “La Sportiva Climbing Party”. A calendario 3date in 3 importanti palestre europee: LezeckaAréna a Jablonec nad Nisou (Repubblica Ceca, 3dicembre), Boulderwelt a Monaco (Germania, 7dicembre) e Le Mur de Lyon a Lione (Francia, 15dicembre). In occasione di questi appuntamentigli appassionati d’arrampicata potranno incon-trare gli atleti testimonial del brand. Ma non solo:potranno infatti partecipare anche a boulder con-test con ricchi premi in palio, divertirsi durante glihappy hour e testare in esclusiva gli ultimi mo-delli di scarpette tra cui le Futura con tecnologiaNo-Edge, Speedster, Miura VS Woman e Python.Foto e report di tutte le tappe saranno disponibilisul sito ufficiale La Sportiva e sulla pagina Face-book dell’azienda.

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Al via la quarta edizione dei Climbing Party

Il BC Export Awards premia gli approcci delleaziende esportatrici del British Columbia, inqualunque settore operino e in qualsiasi luogodell’area geografica interessata siano situate.Tra le varie categorie di premiazione troviamoquella dedicata ai “consumer products”, pen-sata per aziende e organizzazioni specializza-te nell’esportazione di prodotti destinati aiconsumatori finali o al circuito dei dettaglianti.Quest’anno il premio in questa categoria èstato assegnato ad Arc’teryx per la crescitasignificativa del business globale grazie all’ex-port, ma anche per l’adozione di strategie diesportazione mirate a promuovere la brandawareness in nuovi mercati internazionali.L’azienda canadese, tutt’oggi impegnata local-mente nella promozione della propria attivitàproduttiva, è famosa nel mondo outdoor perla sua impronta fortemente pionieristica. I capiche produce nel suo stabilimento di Burnaby(Canada) sono distribuiti in oltre 45 Paesi intutto il mondo.

Arc’teryx conquistail BC Export Awards

Da 10 anni il Petzl Roc Trip raduna professio-nisti e dilettanti d'arrampicata in un sito d’ecce-zione. L’edizione 2011, gestita da Erwann Le-lann, è andata in scena dal 26 al 30 ottobrenella cinese Getu Valley, provincia del Guizhou.L’evento ha offerto ai partecipanti 250 tiri ripar-titi su 15 settori in tutta la valle. Sponsor uffi-ciale della manifestazione era La Sportiva, pre-sente in loco con il suo staff e il suo distributorecinese. Proprio questa meravigliosa location,caratterizzata da una natura definita “sconvol-gente” dal team La Sportiva, ha visto pochianni fa la Guida Alpina francese Olivier Balmamuovere i primi passi verso l’arrampicata du-rante alcuni corsi per il Chinese Mountain Deve-lopment Institute. Il crescente interesse versoquesta attività ha spinto Petzl a organizzare ilsuo Roc Trip. Gli atleti La Sportiva hanno anchetrovato il tempo per fare due tiri e assistere alleacrobazie degli altri climber presenti. Tra tutti,spiccano le performance di Dani Andrada cheappeso a 150 metri di statica saliva e scendevatre volte al giorno per provare la via Corazón deEnsueño, che poi ha effettivamente liberato su-perando persino un tetto negativo. Presenti an-che alcuni esponenti italiani come Gabriele Mo-roni, Rolando Larcher e Maurizio Oviglia, oltre aSteve McClure, Lynn Hill, Maya Smith Gobat eCody Roth. Quest’ultimo, insieme ad Arnaud Pe-tit, Stephanie Bodet, Toni Lamiche, Miki Fuseliere Liv Sansoz, è stato protagonista di una ses-sione di autografi al booth La Sportiva. Prima dirientrare in Italia, il team La Sportiva si è rega-lato prima una visita al villaggio Miao e poi unapartecipazione all’imperdibile party animato daiSagagnass Soundsystem.

Lo staff aziendale in Cina al Petzl Roc Trip 2011

Da 10 anni Komperdell investe nella realizza-zione di strumenti di sicurezza e protezione.Grazie alla cooperazione con diversi brand delsettore motociclistico, l’azienda può contare suun importante know-how che le consente direalizzare soluzioni efficaci per attività alpine. Inparticolare negli ultimi anni le protezioniKomperdell sono divenute più sicure, leggere,flessibili e soprattutto comode da indossare.Per la prossima stagione invernalel’azienda ha ulteriormente miglioratola linea Cross, riducendone il peso del40% e incrementandone al contem-po il comfort. Inoltre grazie al sistemamulti-camera, Komperdell ha rag-giunto nuovi traguardi nella flessibilità.Il nuovo Cross2, con cintura rimovibile,consiste in diversi strati di schiuma adoppia densità e si adatta al profilodel corpo grazie a camere cucite adhoc. Protegge al massimo la colonnavertebrale ed è certificato CE1621-2. Vantaun valore residual energy di 4,97 kN e contaprotettori addizionali su coscia e aree soffici(quali l’area della milza). Cross2, venduto a unprezzo consigliato di 199,95 euro, è stato pre-miato da SkiMagazin (Germania) conl’Innovation Price 2012.

L’Innovation Price alleprotezioni Komperdell

Timberland presenta la campagna di comu-nicazione, incentrata sulla headline “RepelsWater Embraces The Earth”, per il lancio delnuovo boot eco-compatibile Earthkeepers Tra-ditional 6” Boot. Rivisitazione in chiave greendel classico 6” Premium Boot, nato nel 1973come scarpa da lavoro e diventato icona delbrand, è sinonimo di comfort, qualità e resi-stenza. È realizzato in pelle premium con unastruttura waterproof a cucitura sigillata. Lasuola esterna scolpita garantisce una miglioretrazione al terreno e la soletta anatomica Anti-Fatigue offre comfort e sostegno. L’impermea-bilità e la massima resistenza sono arricchiti dadettagli eco quali la fodera in PET riciclato al100% e la suola Green Rubber costituita per il42% da gomma riciclata. Lo scarpone fa partedella collezione Earthkeepers nata nel 2007,che punta a ridurre l’impatto ambientale sianella scelta dei materiali (organici e riciclati)

che attraverso l’utilizzo di fonti di energia rin-novabili per la fase di produzione. La nuovacampagna Timberland è stata declinata sustampa, Tv, affissioni outdoor, pubblicazionionline. Dal 17 ottobre sono inoltre allestitevetrine nei punti vendita Timberland. Un pro-getto decorativo speciale coinvolge poi duestazioni di bike sharing BikeMi a Milano. Lacreatività è curata da Leagas Delaney e la pia-nificazione da Vizeum Italia.

Campagna Timberland per il nuovo boot eco-friendly

Es Tresidder è stato nomi-nato primo ambasciatore del-l’European Outdoor Conserva-tion Association (EOCA). Es,sponsorizzato da MountainEquipment, è membro dell’as-sociazione, ha registrato recorddi velocità nel mountain run-ning, ha portato a termine nu-merose arrampicate in invernoe in estate ed è stato l’inglesemigliore nel campionato mon-diale individuale di sci alpini-smo nel 2011. È inoltre stu-dioso di mutazione climatica eproblemi ambientali, sta fre-quentando un dottorato di ri-cerca in architettura ambien-tale. In qualità di ambasciatore

per l’EOCA, sarà portavoce del-l’associazione e condividerà lasua passione per la conserva-zione in ambiente outdoor. Ta-nya Bascombe, joint generalmanager dell’associazione, hadichiarato: “Siamo felici di lavo-rare con Es. La sua conoscenzain materia ecologica e la suapassione per le attività outdoorlo rendono l’ambasciatoreideale”. Richard Woodall, mar-keting manager di MountainEquipment, le fa eco: “È unatleta molto attivo e siamo or-gogliosi di lavorare con lui. Inol-tre il suo amore per l’ambientee la conservazione fa di lui unperfetto portavoce per EOCA”.

L’atleta Es Tresidder è il primo ambasciatore dell’EOCA

RICONOSCIMENTIAPPUNTAMENTI GREEN CORNER

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7|Numero 10 / 2011|

Il 2012 sarà un anno d’eccezione per il Tren-toFilmfestival, visto che dal 26 aprile al 6 mag-gio andrà in scena la sua 60ª edizione. La rasse-gna cinematografica internazionale dedicataalla montagna si prepara all’avvenimento con uncalendario ricco di iniziative e personaggi d’ec-cezione. Tra i film che saranno proiettati ci sa-ranno cortometraggi, documentari e lungome-traggi. Non mancheranno poi i libri, con la 26ªedizione di “MontagnaLibri”. I film-maker ditutto il mondo (quasi 360 quelli che hanno par-tecipato nel 2011) sono quindi chiamati a rac-contare tramite la loro telecamera il mondodella natura d’alta quota. Tutte le pellicole ver-ranno valutate da una giuria internazionale, chesceglierà i vincitori dei prestigiosi premi: GranPremio Città di Trento – Genziana d’oro al migliorfilm che in assoluto corrisponda agli obiettivi cul-turali a cui il festival si ispira; Premio del Club Al-pino Italiano – Genziana d’oro al miglior film di

montagna e alpinismo; Premio della Città diBolzano – Genziana d’oro al miglior film di sportalpino, esplorazione o avventura; Premio dellaGiuria; Premio Luciano Emmer assegnato dal di-rettivo del Sindacato Nazionale Giornalisti Cine-matografici Italiani (SNGCI). A questi si aggiun-gono due premi del pubblico e tre Genzianed’Argento (al miglior contributo tecnico-arti-stico; al miglior mediometraggio; al miglior cor-tometraggio). Gli interessati possono iscrivereentro il 31 gennaio le opere prodotte tra il 2010e il 2011, entro il 29 febbraio per le opere del2012.

www.trentofestival.it

Grande attesa per la 60ª edizione del TrentoFilmfestival

ANNIVERSARI FIERE

La casa editrice milanese Versante Sud pre-senta il volume Psycho Vertical, che ha comeprotagonista l’alpinista Andy Kirkpatrick. Andy èun ragazzo con problemi di dislessia e ha allespalle un’adolescenza travagliata, oltre a una mo-glie e una figlia che gli ricordano delle responsa-bilità dalle quali vuole fuggire. Ossessionato dal-l’alpinismo invernale e dall’idea di scalare, si

caccia continuamente neiguai. Non si vergogna dellapaura e dei dubbi che ac-compagnano ogni sua mossamentre gli obiettivi scorag-gianti che si impone ri-schiano di soffocarlo. Al con-tempo la sua vitalità e il suoentusiasmo per l’arrampicatae i luoghi inaccessibili ren-dono avvincente la lettura.Un'escalation spaventosa maraccontata brillantemente

con un asciutto umorismo inglese, fino al corona-mento di un progetto ambizioso: l'ascensione insolitaria della Reticent Wall su El Capitain in Yo-semite.�Il volume, che conta 280 pagine e 16 ta-vole, è stato insignito nel 2008 del rinomato pre-mio letterario Boardman Tasker.�È distribuito alpubblico a un prezzo consigliato di 19 euro.

Immagini e avvenimenti quanto mai attuali, ac-caduti nella notte del 15 agosto 2010: dopo duegiorni di pioggia incessante, novantamila metricubi di fango si staccano dalMonte Costalta einvadono lafrazione diCampolongo diBaselga di Piné, in provinciadi Trento. Lo spostamento d’aria e un as-sordante boato svegliano di soprassalto gli abi-tanti: ottantasette riescono a fuggire nel buio sottoun’acqua torrenziale, mentre il fiume di fango nel-l’arco di pochi minuti sommerge il paese. A partiredalle cinque del mattino e per sei giorni si mette inmoto una possente macchina di soccorso che eva-cua definitivamente le case e già nelle prime oredel giorno riesce a garantire l’accesso da parte deivigili del fuoco, della Protezione civile e dei mezzinecessari allo sgombero della zona. Per non lasciarenel dimenticatoio tale evento l’amministrazione co-munale ha voluto fissarne la memoria in un vo-lume: Fango. Oltre che documentazione e testimo-nianza diretta dell’accaduto, Fango vuole esserespunto per una meditazione sulle cause della scia-gura, sulla gestione del territorio e sulle eventualimisure preventive da adottare al fine di scongiuraresimili eventi, qui e altrove. La pubblicazione, editada Montura, si compone di un portfolio fotograficoa colori realizzato nelle ore successive alla frana dalfotografo Daniele Lira e di una serie di dittici dellostesso autore, a corredo delle interviste effettuatedalla giornalista Maddalena Di Tolla Deflorian a seimesi di distanza dal fatto. Il tutto preceduto da unanota introduttiva di Franco de Battaglia, storicapenna del territorio alpino.

EDITORIAPsycho Vertical EDIZIONE VERSANTE SUD

FangoEDIZIONE MONTURA

Outdoor Retailer sempre più aperto agli action sport

Si conferma in crescita la partecipazione deimarchi boardsport e action sport lifestyle allafiera Outdoor Retailer Winter Market. Così all’edi-zione 2012, in programma a Salt Lake City dal 19al 22 gennaio con un All Mountain Demo il 18gennaio, prenderà parte per la prima volta BurtonSnowboards, che presenterà la sua linea inverna-le 2012/13 declinata in abbigliamento, accessorie snowboard. Kenji Haroutunian, direttore dellafiera, ha commentato: “Burton beneficerà dellapresenza di operatori del mercato active outdoore al contempo attirerà alla manifestazione retai-ler attivi nel business giovanile e action sport”.Oltre a Burton, esporranno alla fiera altri marchiaction sport tra cui Dakine, Hurley, O'Neill,Quiksilver e Von Zipper.

www.outdoorretailer.com

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8 |Numero 11 / 2011|

É stato recentemente installato a quota 2835mt il nuovo bivacco Gervasutti. L’innovativastruttura high tech di 30 mq è posta sopra unosperone roccioso sul ghiacciaio del Freboudze,di fronte alla spettacolare parete Est delleGrandes Jorasses del Monte Bianco. Il bivacco,commissionato dal CAI Torino e voluto dallaScuola e dalla Sottosezione SUCAI, è stato pro-gettato dagli architetti Luca Gentilcore eStefano Testa e presenta un’estrema sintesi dicomfort, sicurezza e rispetto dell’ambiente.Realizzato in materiale composito (sandwichvetroresina e pvc ad alta densità) con una scoc-ca modulare di trenta metri quadri, il bivacco èalimentato con pannelli fotovoltaici e rappre-senta già modello pilota per altri siti ipertecno-logici ed ecosostenibili. Al suo interno è attivoun sistema dedicato di autodiagnosi e di rile-vamento di dati ambientali interni ed esterni,oltre che di un punto di chiamata di soccorso.Un sistema di connessione via internet con-

sentirà al Bivacco di essere costantemente col-legato con il mondo per fornire informazioni intempo reale sulle condizioni meteo, gestirel’organizzazione delle presenze e attivare unacomunità di frequentatori in grado di scam-biarsi notizie sul “libro del rifugio” virtuale. Lastruttura è stata realizzata grazie ancheall’importante supporto di Gore, della RegioneValle D’Aosta, della Fondazione CRT e di EDFENR Solare.

Il bivacco Gervasutti installato sul ghiacciaio Freboudze

Montura presenta un nuovo monomarcaAlpstation. Dopo le aperture di Cles, Brunico,Bassano del Grappa, Salzburg, Isera, Tarvisio,Dolzago (LC), Milano e Aosta, l’azienda siappresta a inaugurare un punto vendita aSarzana (SP). L’apertura ufficiale del negozioera prevista lo scorso 29 ottobre ma, a segui-to della drastica alluvione che ha colpito lospezzino il 25 ottobre, per rispetto dellapopolazione è stata spostata al 19 novembre.Il negozio, situato in via Variante Aurelia 7, siestenderà per 650 mq e tratterà sci, sci alpi-nismo freeride, alpinismo, trekking, arrampi-cata, tempo libero e viaggio. Impiegherà 7persone tra cui uno ski man per il laboratoriodi sci. In occasione dell’apertura saranno pre-

visti sconti del 20% su tutto l’abbigliamento.Non mancheranno eventi di importanzanazionale a corredo tra cui incontri con testi-monial e atleti Montura. Da segnalare ancheche a fine ottobre il punto vendita Alpstationdi Milano ha festeggiato i suoi primi 2 anni diattività con un aperitivo aperto al pubblico econ scontistiche particolari sull’abbigliamentoe le attrezzature invernali. Sempre nel mesedi ottobre questo punto vendita ha propostoun corso sull’utilizzo del GPS (Global PositionSystem) in vari appuntamenti. Il corso èstrutturato in due lezioni teorico-pratichetenute dal geologo e guida alpina LucaBiagini con un’escursione guidata in un parcodell’area milanese.

Il 19 novembre aprirà il nuovo Alpstation di Sarzana

TCX, marchio del gruppoNovation, si dedica all’abbiglia-mento e alle calzature permotociclismo, sviluppando so-luzioni tecniche volte adaumentare il comfort e la sicu-rezza dei suoi prodotti.L’azienda ha recentemente sti-pulato una partnership conDryarn per studiare due linee diabbigliamento underwear: TCXBase Layer Summer e TCX BaseLayer Winter, dotate di grandicontenuti tecnici. Anche nelmondo del motociclismo siricercano fibre intelligenti cheoffrano comfort e migliorino leprestazioni nel rispetto dellanatura. In quest’ottica Dryarnpuò rappresentare la fibra idea-le per realizzare capi underwe-ar traspiranti, termoregolatori,anallergici, easycare, batterio-

statici, confortevoli e pratici.TCX Base Layer Winter è statastudiata approfonditamenteper mantenere la pelle asciuttae calda in inverno, impedendoal sudore di ristagnare e di pro-durre freddo, conservando latemperatura del corpo costan-temente confortevole anche incaso di escursioni termichemolto forti. La collezione TCXBase Layer Summer è invecel’ideale per il periodo più caldodell’anno, quando il corpo è piùsoggetto a sudorazione ediventa fondamentale la ter-moregolabilità del capo che siindossa. In tutti i capi TCX BaseLayer la tecnologia Seamlessgarantisce un fit perfetto apelle che segue la morfologiadel corpo e customizza lo stes-so senza condizionamenti.

NUOVE APERTURECOLLABORAZIONI

Lo scorso 1° ottobre a Norimberga, nella cen-trale Kaiserstraße 35, è stato inaugurato ilprimo store europeo di Marmot. Andy Schi-meck, managing director di Marmot MountainEurope, ha dichiarato: “Con il nuovo negozio vo-gliamo creare una piattaforma che consentaagli amanti della montagna di incontrarsi congli appassionati di outdoor”. L’offerta del puntovendita, che si estende per 500 mq divisi sudue piani, comprende l’intera collezione Mar-mot con tutti i modelli e tutte le variazioni co-lore. In particolare sono a scaffale capi di abbi-gliamento tecnico per uomo e donna, prodotticasual, abbigliamento funzionale da bambino,guanti, sacchi letto, tende, zaini e altri accessoriper sport da montagna. In occasione dell’aper-tura, poi, Marmot ha presentato le NürnbergMarmot Store Shirts al 100% in cotone organico,dedicate a donne, uomini e bambini e realiz-zate in edizione limitata (foto sotto a sinistra).Saranno disponibili solo nel negozio di Norim-berga e per ogni vendita Marmot donerà 5euro a SOS Kinderdorf Nürnberg e Bluepingu

e.V. Da segnalare che il negozio riflette l’inte-resse del brand nella natura e nella sostenibi-lità. Pertanto è stato costruito con materialieco-friendly e il sistema di illuminazione, pro-gettato da Zumbtobel, garantisce la massimaefficienza energetica. Lo store, che impiega 7appassionati outdoor tra cui anche la managerJulia Weyh, è moderno e caratterizzato da fac-ciata in vetro, scala centrale e gallerie per unavisuale completa dell’edificio. Al primo piano,una zona lounge invita i visitatori a bere uncaffè di Christoph Feichtinger - Café de Guate-mala o un drink della eco-birreria NeumärkterLammsbräu. Il negozio non vuole dunque es-sere solo un’area di vendita ma anche un puntod’incontro tra fanatisti outdoor e sempliciamanti della montagna. L’ampio Event Spaceospiterà infatti eventi che spazieranno da seratedi lettura a sfilate di moda, racconti di viaggioe corsi culinari (nell’ultima foto, la cucina alle-stita all’interno dell’area).

www.marmot.eu

Marmot inaugura a Norimberga il suo 1° store europeo

La fibra Dryarn nei prodotti underwear firmati TCX

Negli ultimi anni tra l'Associazione Maestri SciItaliani (A.M.S.I.) e il Collegio Nazionale MaestriSci (Col.Naz) era emersa una certa difficoltà dicondivisione e soluzione delle problematichelegate al mondo dell’insegnamento sulla neve.Una situazione non facile, accentuata dalla crisieconomica che ha coinvolto anche il turismoinvernale. Così il 14 ottobre a Modena le dueassociazioni si sono messe al tavolo per riallac-ciare i rapporti e porre le basi per il rilancio dellacategoria. Al via dei lavori i presidenti MaurizioBonelli (A.M.S.I.) e Luciano Magnani (Col.Naz.)hanno esposto le motivazioni dell’incontro edelineato i punti su cui si svilupperà il lavorocongiunto delle due entità. Tra i più significativisi è deciso di delineare la distinzione dei ruoli,un maggiore collegamento con le scuole e diret-

tori, il ruolo di sindacato dell’Associazione, l’im-portanza del lavoro di squadra, attività in ambi-to internazionale e la sede comune dei maestriitaliani. Successivamente la parola è passata aiConsiglieri, dai quali è partito un vivace e lungoscambio di opinioni e suggerimenti. Tra le altrecose è stata sottolineata anche la funzione dellaFederazione Italiana Sport Invernali (F.I.S.I.)nella componente tecnica dei maestri italiani ela necessità si comporre un Comitato d’intesa traA.M.S.I., Col.Naz. e F.I.S.I. I presidenti Amsi eCollegio hanno inoltre segnalato la volontà diorganizzare un Congresso Direttori Scuola versola fine di novembre. Positivi i feedback avuti dadue presidenti, che alla fine della giornatahanno espresso soddisfazione per l’inizio diquesto nuovo legame.

A.M.S.I. e Collegio Nazionale uniti per tracciare il futuro

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Durante gli ultimi vent’anni Polartec ha sostenuto cen-tinaia di spedizioni in ogni angolo del mondo. È questala missione del Polartec Challenge, programma interna-zionale di sponsorizzazione creato per incoraggiare l’av-ventura outdoor. Per l’edizione 2012 di questa iniziativa,Polartec è in cerca di spedizioni a basso impatto ambien-tale, rispettose delle culture locali, eco‐sostenibili e ingrado di fungere da modello per la comunità outdoorinternazionale. Le domande di sponsorizzazione, chepossono essere inviate entro il 31 dicembre, sono valu-tate in base alla visione dell’avventura outdoor che sonoin grado di esprimere, al loro impegno sul versante dellatutela ambientale, ai valori educativi e culturali di cui

sono portatrici e non alla natura competitiva del proget-to. Tra i vincitori delle precedenti edizioni figurano fra glialtri Conrad Anker, Jimmy Chin, Steve House, MarkoPrezelj, Andrew McLean, Greg Hill e John Shipton. Tra ipiù recenti vincitori vanno invece ricordati Jon Turk e ErikBoomer (che da poco hanno completato la prima cir-cumnavigazione dell’isola Ellesmere, una delle spedizio-ne artiche più notevoli degli ultimi anni) e Kate Harris eMelissa Yule (che al momento stanno viaggiando in bici-cletta dall’Europa all’Asia per esplorare lo stato dellaconservazione ambientale).

www.polartec.com

Casio Italia ha lanciato un nuovo forum all’interno delsito dedicato alla linea di orologi sportivi Pro Trek(www.protrek.it) che vuole rivolgersi a tutti gliamanti della montagna e delle attività outdoor.Il forum vedrà protagonista l’alpinista italia-na Nives Meroi, che vanta la conquista diben 11 Ottomila. Così, in questa sezione delsito, sarà possibile trasmettere e condivide-re con Nives l’amore e la passione per l’av-ventura in montagna, che sia arrampicata osemplice hiking. L’intento di Casio è quello diesprimere uno dei valori fondamentali dellaserie Pro Trek: l’autenticità. La stessa alpinistaitaliana è stata la prima a inaugurare il forum secondoquesto valore, condividendo i racconti e le immagini dialcune tra le sue imprese più emozionanti e avvincenti.L’ultima realizzazione della linea Pro Trek è il Pro Trek

PRW-2500. Dotato di triplo sensore, è in grado di misu-rare il rilevamento alla bussola e i valori dell’altitudinenecessari per scalare le montagne. Non solo visualizza

l’altitudine corrente fino a 10.000 metri, maanche l’ora corrente e il cambiamento recente dialtitudine alla stessa ora. Questo si rivela utileper monitorare, ad esempio, il ritmo di una sali-ta in montagna. Il design è essenziale: presentauna struttura LCD a doppio strato, mentre lagrossa lunetta della bussola e i pulsanti assicura-

no un funzionamento corretto e sicuro. Tra le carat-teristiche tecniche più interessanti, il PRW-2500impiega la tecnologia radio controllata per la cali-

brazione automatica dell’ora, che utilizza segnali stan-dard da sei trasmettitori in tutto il mondo, e vantaanche l’affidabilità di una misurazione con alimentazio-ne a energia solare.

Polartec Challenge 2012 in cerca di avventure da sponsorizzare

L’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazio-ne con l’Institute Of Mountain Emergency Medicine,ha realizzato un Master Internazionale in Medicina diMontagna. Tale master vuole focalizzare il campodella medicina di montagna, che in Italia è ancorapoco conosciuto e valorizzato. In un periodo in cui ilturismo estivo e invernale tende a riscoprire la mon-tagna, diventa fondamentale valorizzare il fattoresicurezza nella prevenzione e nell’eventuale tratta-mento medico in incidenti occorsi durante l’escursioni-smo o la pratica alpinistica. In questo senso il medicodi spedizione o anche solo operante nell’ambientealpino deve quindi essere preparato adeguatamenteper intervenire. Il Master Internazionale, approvatodalle organizzazioni internazionali UIAA, ICAR e ISMM,sarà perciò indirizzato a medici italiani ed esteri. Leiscrizioni sono aperte a un massimo di 20 partecipan-

ti. Il corso, per un totale di 550 ore tra lezioni, tirocinie pratica sul campo, avrà inizio nel gennaio 2012 e siarticolerà durante l’anno a cicli di settimane fino aottobre 2012. Le lezioni si svolgeranno all’Universitàdegli Studi dell’Insubria a Varese e presso la sedeEURAC dell’Institute of Mountain Emergency Medicinedi Bolzano. La parte pratica sul campo sarà seguita dascuole di Alpinismo del CAI e dai Ragni di Lecco coa-diuvati da alcuni tra i maggiori alpinisti del momento.Il costo d’iscrizione è di 3.500 euro. La frequenza èobbligatoria per almeno l’85% delle lezioni e dei tiro-cini. È previsto un esame finale con test a rispostamultipla e la presentazione di tesi precedentementeconcordate. Al termine verrà consegnato un diploma.

[email protected]

L’alpinista italiana Nives Meroi sul forum di Casio Pro Trek

Lo scorso 25 ottobre la Liguria èstata teatro di una disastrosa allu-vione. Diversi i paesi distrutti dallafuria dell’acqua e numerosi i borghiancora oggi evacuati. In questo sce-nario, si sono movimentate nume-rose associazioni di volontariato chestanno aiutando la popolazionelocale a ripristinare una situazionedi “normalità”. Tra queste associa-zioni spicca Mangia Trekking che hasede proprio nel borgo medievale diMangia, nello spezzino, completa-mente evacuato a seguito dell’allu-vione e della conseguente frana.Sotto il coordinamento del comunedi Sesta Godano, i membri dell’asso-ciazione, due ditte private conmezzi meccanici, l’encomiabileCroce Rossa di Sesta Godano, leaziende acqua, gas ed elettricità,alcuni liberi professionisti esperti di

edilizia e geologia stanno mettendoin atto gli interventi necessari. Ivolontari dell’associazione, la cuisede non ha subito danni e rimaneaperta, stanno aiutando a spalare,liberare carruggi e cantine, spostare

auto che intralciano il procedere deilavori. Al momento le ruspe stannoripristinando la geometria delleacque e asportando il materialedepositato. Stanno inoltre costruen-do una via alternativa per facilitarei lavori necessari alla sicurezza delpaese. Da segnalare che Aku, con laquale l’associazione Mangia Trekkingcollabora, ha contattato il Comune diSesta Godano per dar vita a unacampagna a favore del borgo dellaVal di Vara. Per restituire al più pre-sto questa perla ai propri abitanti e atutti gli appassionati del trekking,l’azienda invita a contribuire con unadonazione alla raccolta fondi delcomune di Sesta Godano con un ver-samento al conto corrente numero:IT32F0603049850000046311392(Causale: Evento calamitoso 25 otto-bre Mangia).

Aku e Mangia Trekking in aiuto al popolo ligure colpito dall’alluvione

Presentato il Master Internazionale in Medicina di Montagna

INIZIATIVE

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Hansjörg Auer - Il climber au-striaco del Global Team diatleti The North Face HansjörgAuer ha aperto una nuova viasulla parete Sud della Mar-molada. Dopo aver aperto laparte superiore della via du-rante la sua prima ascesa in li-bera, l’atleta ha completatola salita nell’area del PilastroDorso d’Elefante della Mar-molada. Hansjörg ha dedicatoil successo al fratello VitusAuer, che lo ha supportato du-

rante l’impresa, chiamando la via “Bruderliebe”ovvero “Amore Fraterno”. Salendo 19 tiri conchiodi e viti solo dove necessario, l’atleta ha per-corso un tracciato di grado 8b/8b+ con una presaverticale sulla roccia di 800 mt. Dopo aver scalatola sezione bassa su un terreno leggermente astrapiombo in 8 giorni, i due fratelli hanno rag-giunto un terreno quasi alpino negli ultimi tiri.

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Patagonia apre sempre di più le porte allosnowboard, ampliando il suo team diambassador. Di recente ha infatti dato ilbenvenuto a Josh Dirksen, Ryland Bell eForrest Shearer. Questi atleti, che hanno allespalle una lunga carriera dedicata allo snow-board, collaboreranno fianco a fianco con idesigner della società per supportare ogniaspetto della performance e design di pro-dotto. L’impegno ecologico e l’etica ambien-tale nel design di Patagonia hanno giocatoun ruolo chiave nella decisione degli atleti dientrare a far parte del team di ambassadordel marchio, che già annovera tra le sue filanel surf i fratelli Malloy e Gerry Lopez, i clim-ber Tommy Caldwell, Sonny Trotter e altrifamosi atleti.

Nuovi atleti nel teamsnowboard Patagonia

Moro, Urubko, Richards - The North Face annunciaper il 26 dicembre 2011 la partenza degli alpinistiSimone Moro, Denis Urubko e Cory Richards (in foto)per una spedizione alla volta del primo tentativo diascesa invernale della cima Nanga Parbat (8.125mt) sull’Himalaya, in Pakistan. Il successo dell’im-presa, in puro stile alpino, dipenderà dalla pre-senza delle condizioni atmosferiche minime tra lafine di gennaio e marzo 2012. Gli alpinisti della spe-dizione sono portavoce di tre continenti: SimoneMoro per l’Italia, Denis Urubko per il Kazakistan eCory Richards per gli Stati Uniti. Sono famosi peraver compiuto la prima ascesa invernale degli 8.025mt del Gasherbrum II a Karakoram, in Pakistan, nelfebbraio 2011. Capo della spedizione sarà SimoneMoro che ha oltre 40 spedizioni alle spalle di cui 11invernali. Il kazako Denis Urubko ha accompagnatoMoro in diverse spedizioni e ha raggiunto la vettadi quattordici 8.000 senza ossigeno. Chiuderà la spe-dizione lo scalatore e fotografo americano Cory Ri-chards, già temprato dall’esperienza sul GII.

Iker ed Eneko Pou - I fratelli Iker ed Eneko Pou,climber spagnoli parte del Global Team di atleti TheNorth Face, hanno scalato per la prima volta in li-bera e in un’unica spedizione due dei simboli delBrasile: il Corcovado che porta alla statua di CristoRedentore e il Pan di Zucchero. Hanno scalato il Pandi Zucchero dalla via “Totem” (8a+, 250 mt) situatanel distretto dell’Urca. Dopo un giorno di pausa, i tresi sono dedicati al Corcovado che Cortés aveva giàsalito in precedenza fino alla seconda sezione 8a+.Hanno affrontato la via “Atalio del Diablo” (8a+,300 mt) per raggiungere i piedi del Cristo Reden-tore. “Iker ha terminato la seconda sezione 8a+ indue tentativi. La terza sezione era fantastica perchèstrapiombante e atletica. La quarta sezione è pra-ticamente un giardino verticale, considerando lafitta vegetazione. La quinta infine è davvero diffi-cile, con un livello di grip a 7c”, ha aggiunto Eneko.A causa della difficoltà di questa impresa, i trehanno dovuto allestire un bivacco tra le ultime duesezioni, rese tra l’altro ancor più difficili da salire dalclima rigido. Questa impresa ha chiuso un’estate disuccesso per i due fratelli, che all’inizio della bellastagione hanno aperto una nuova via sul MonteBianco chiamata “Classic Modern” e situata sulversante italiano.

L’European Outdoor Group (EOG) ha elettoMathias Basedow nuovo responsabile marketinge comunicazione. “La decisione di assumere unprofessionista della comunicazione a tempopieno è il risultato di un forte incremento del ca-rico di lavoro”, ha dichiarato Mark Held, segre-tario generale dell’EOG. “L’ingresso di Mathias ciconsentirà di mantenere aggiornati sia i mem-bri della nostra associazione che il settore in ge-nerale”. Mathias, 28enne originario dell’Austriae appassionato di mountain bike e sci alpinismo,ha lavorato per Oakley come coordinatore dellacomunicazione a livello Europeo. Ha iniziato a la-vorare con l’EOG lo scorso settembre, sosti-tuendo la precedente consulente di comunica-zione Vanessa Knowles che continuerà alavorare nel team EOG gestendo marginalmentela comunicazione e iniziando ad essere coinvoltain nuovi progetti tra cui la ristrutturazione del Su-stainability Working Group.

Patagonia piange la scomparsa di HolgerBismann, general manager Europe e appassio-nato ciclista. La notizia è stata diffusa dal ceodell’azienda Casey Sheahan che ha dichiarato:“Anche se molti di voi non ne erano a cono-scenza, per il modo in cui l’eccezionale atteggia-mento positivo di Holger è riuscito a prevaleresui suoi recenti problemi di salute, era malatoda tempo”. Holger è entrato a far parte delteam nel dicembre 2008 come GeneralManager di Patagonia Europe. Fin dal primogiorno, la sua gioia per la vita e la passione perPatagonia sono state un binomio perfetto per icolleghi di Annecy. “Il suo spirito straordinario ela sua vitalità palpitavano in ogni persona cheincontrava, rendendolo uno dei nostri più ener-gici brand ambassador. Ricorderò e custodiròquella sua capacità eccezionale di prendersicura degli altri come un tesoro e sono sicuro chelo farete anche voi”, ha aggiunto Sheahan. Aseguito di questa scomparsa Andrea Tomasini,md di Patagonia Italia, ricoprirà ad interim ilruolo di general manager, affiancato negli uffi-ci di Patagonia Europe da Jonathan Petty,European marketing manager.

L’ultimo saluto di Patagoniaal gm Eu Holger Bismann

Il 16 ottobre in Spagnaè andato in scena il Gar-min Barcelona Triathlonal quale hanno parteci-pato circa 1.000 persone.Sulla linea di partenzaanche alcuni giornalistiitaliani facenti parte delDream Team, che hannogareggiato nella distanzasprint per 750 mt dinuoto, 20 km di ciclismoe 5 km di corsa a piedi.Nella gara femminile assoluta ha vinto la co-masca Micol Ramundo (nella foto sopra du-rante un cambio) della testata Runner's World,che si è lasciata alle spalle l’inglese SarahStreet e la spagnola Cristina Lluis. Sul frontemaschile Alessandro Turci, giornalista della ri-vista Ciclismo, ha conquistato il secondo gra-dino del podio dietro allo spagnolo Jordi Font-bote Albal e davanti al piemontese AlbertoFumi, caporedattore di Triathlon. Fumi, a pre-miazioni concluse, si è visto scavalcato nellaclassifica ufficiale dallo spagnolo Toni PerezGuillen. Da segnalare la performance di Fabiod'Annunzio di Triathlete che ha chiuso al 15°

posto mentre Carlo Brena, responsabile del-l’ufficio stampa LDL COMunicazione, ha chiusoal 38° posto. Il team italiano ha conquistato ilprimo posto nella classifica per nazioni consoddisfazione di Stefano Viganò, responsabiledella divisione Sport e Outdoor di Garmin Ita-lia, a Barcellona in qualità di accompagnatoredel media team italiano, supportato da MatteoBortesi, product specialist dell’area fitness. I 40rappresentati della carta stampata europeapresenti a Barcellona hanno indossato inesclusiva il Forerunner 910XT, GPS da polso svi-luppato per gli appassionati del multisport edelle discipline endurance.

Il Dream Team italiano al Garmin Barcelona Triathlon

L’atleta Salomon Kilian Jornet Burgada vince laSkyrunner SuperCup e conclude la sua personalesfida lanciata a inizio anno e denominata Kilian’sQuest vincendo la corsa Mount KinabaluInternational Climbathon in Malesia. Questa gara(21 km a più di 4.000 mt di altitudine) è l’ultimadelle cinque vittorie conquistate dall’atleta in cin-que diversi continenti. Kilian ha infatti alle spallevittorie in Sudafrica, Australia, Usa ed Europadove ha partecipato all’Ultra Trail du Mont Blanc.In terra asiatica Kilian ha chiuso la gara in 2 oree 37 minuti precedendo di soli 44 secondi l’ita-liano Marco De Gasperi. www.skyrunning.com

Con la vittoria in Malesia, Jornet conquista 5 continenti

ON TOP WITH

PEOPLE & ATHLETES

Dopo la ristrutturazione dello scorso agostodel team di marketing, Black Diamond ufficia-lizza nuove assunzioni nel segmento abbiglia-mento. Peter Metcalf, presidente e ceo del-l’azienda, ha dichiarato: “Continuiamo a inve-stire in persone e processi necessari per incen-tivare il nostro business e raggiungere gliobiettivi strategici che ci siamo preposti”. Inparticolare entra in azienda Cheryl Knopp,nuova design leader per l’abbigliamento.L’esperienza di Knopp include lavori come free-lance designer per Mountain Hardwear eSimms Fishing Products, oltre a collaborazionidi consulenza per W.L. Gore & Associates.Knopp, che è stata anche vice presidente dellosviluppo prodotto per Arc'teryx Equipment,gestirà un team di designer composto fra glialtri da Damien Kelly, Jenny Grad e Teri Davis.Entra in Black Diamond anche Ajay Badiga, che

rivestirà il ruolo di direttore dell’approvvigiona-mento e dello sviluppo per l’abbigliamento.Badiga ha alle spalle 20 anni di esperienza nelsegmento apparel. Ha lavorato per 15 anni inThe Sports Authority, dove negli ultimi 10 anniha ricoperto il ruolo di direttore dell’approvvi-gionamento e dello sviluppo per outerwear,sportswear e abbigliamento atletico. Da ulti-mo, Jeff Nash è stato eletto vice presidente neiservizi di supporto di ingegneria. Nash era inprecedenza direttore dello sviluppo materialeper The North Face e ha lavorato come vicedirettore per American Society per il comitatotest e materiali in ambito softgood da campeg-gio. Ha inoltre collaborato con l’OutdoorIndustry Association Eco Working Group. InfineNash è stato un elemento chiave nell’adozionedella certificazione bluesign nella catena diproduzione The North Face.

Un nuovo apparel team nell’organico di Black Diamond

Antje von Dewitz, ceo di Vaude SportGmbH & Co. KG, è stata premiata conuna medaglia al business per il suoencomiabile operato nel settore out-door nella regione di Baden-Württemberg (Germania). Tale riconosci-mento le è stato dato da Daniel Rousta, capodel dipartimento del ministero della finanza edell’economia di Baden-Württemberg. In parti-colare ad Antje vengono riconosciuti gli obiet-tivi di business raggiunti e la professionalità,oltre al servizio reso all’economia statale. Lesono stati inoltre riconosciuti l’impegno socialea livello locale e globale e il ruolo nella promo-zione di uguali opportunità di lavoro tra donnee uomini riconciliando la vita lavorativa e fami-liare. Il riconoscimento, consistente in unamedaglia, è stato attribuito al dr. Nils Schmid ea 11 tra uomini e donne presso il castelloNeuen Schloss di Stoccarda. Ad Antje il mini-stro ha dichiarato: “Lei è stata una delle prime

a riconoscere l’importanza della preservazionedell’ambiente naturale. Per questo nel 2008Vaude è stata la prima azienda nel settore out-door a ricevere la certificazione EMAS cherispetta le condizioni stability dall’EU Eco-Management and Audit Scheme”. Vaude haanche conseguito il premio “Libertà e respon-sabilità”, il premio ambientale di Baden-Württemberg e il sigillo di qualità “Certificatefor career & family audit”.

Medaglia al lavoro per Antje von Dewitz, ceo di Vaude

Ph credits: D

amiano Levati

Mathias Basedownel marketing dell’EOG

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Lo avevamo annunciato lo scorso maggio inun’intervista a Christian Finell. In quell’occasione ilgeneral manager EMEA di Columbia ci aveva an-ticipato che entro la fine dell’autunno l’aziendaavrebbe esteso il mercato dell’e-commerce per ibrand Columbia e Sorel in Canada e in altri 8 Paesistrategici dell’area europea, ovvero Gran Bretagna,Francia, Spagna, Germania, Italia, Austria, Belgio

e Paesi Bassi. Nelrispetto dei piani,lo scorso 12 otto-bre è stato an-nunciato il lancioufficiale di piatta-forme nuove.Sommando que-sti nuovi siti aquelli già esi-stenti in Usa, Co-rea e Giappone,si raggiunge unapresenza digitaledi ben 24 e-com-merce locali cheoperano in 12

Paesi. L’azienda, inoltre, fornisce un supporto cen-tralizzato per i siti non-e-commerce dei brand Co-lumbia (in 28 Paesi) e Sorel (in 20 Paesi). I siti, chepresentano capi disponibili, prezzo, valuta, gradi-mento e metodi di pagamento, sono stati proget-tati per rafforzare il legame tra i consumatori e ibrand, fornendo un facile accesso alle informazionisu prodotti, tecnologie, innovazioni e contenutimarketing. I rivenditori che hanno e-commerce epunti vendita beneficeranno inoltre dell’accesso auna libreria di risorse digitali da usare all’internodei propri siti e marketing media. L’elenco dei sitidi e-commerce è disponibile sui portali dei duebrand. In foto l’homepage del sito italiano.

www.columbia.com - www.sorel.com

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Columbia e Sorel: nuovepiattaforme di e-commerce

Aku presenta il suo nuovo sito internet,inaugurandolo con la mostra fotografica digita-le “La montagna disincantata” di CorradoPiccoli, che si apre con un pop up nella home.Sono proprio le immagini e le visioni delmondo montano i protagonisti indiscussi delnuovo sito, veicolo di emozioni ed esperienzefra le vette. Il nuovo portale rappresenta unafinestra non solo sul mondo Aku, ma più ingenerale sull’universo “montagna” comeluogo di vita e scenario di storie di umanità. Ilsito racconta esperienze legate all’ambientealpino, descrive la lunga tradizione dell’azien-da, i suoi prodotti, le iniziative promosse e ilproprio impegno green per ridurre l’impattoambientale. Il portale consente un’intuitivanavigazione grazie all’indicazione in homepage di tre macro aree: Alps, Heritage e Green.Alps racchiude il tributo alle Alpi di Aku perpromuovere una cultura della montagna;Heritage racconta la storia di una produzioneartigianale tramandata scrupolosamente;Green presenta le iniziative di stampo istituzio-nale e di Responsabilità Sociale, frutto dell’im-pegno dell’azienda per abbattere l’impattoambientale della propria attività e promuove-re un modello di business eco-sostenibile. Ilsito è anche una vetrina dei prodotti presenta-ti nella loro totalità. Disponibili anche indica-zioni sui rivenditori più vicini e le coordinatedegli shops online.

www.aku.it

Online il nuovo sito Aku,una finestra sulla montagna

L’azienda GM lancia il suo nuovo sito inter-net, uno spazio dinamico pensato per pre-sentare al meglio l'azienda e i suoi prodotti.Il portale, che vuole anche essere un punto diincontro tra GM e gli appassionati degli sportoutdoor, è caratterizzato da notevoli innova-zioni riguardanti i contenuti, la gestione e lagrafica.

STRUTTURA DEL SITO - Presente una sezionestorica che ripercorre le principali tappe del-l’azienda fondata da Giorgio Montagni aTrento nel 1960 e che illustra la missione e lastrategia di GM corredate da interessantiimmagini storiche. A questa sezione siaggiunge quella “Fashion Show”, con imma-gini dei servizi fotografici realizzati per lecampagne pubblicitarie di GM sport. Da ulti-mo non manca una sezione dedicata ai mate-riali POP per i rivenditori.

PRESENTAZIONE PRODOTTI - I navigatori tro-veranno poi altre tre sezioni dedicate alla col-lezione estiva, a quella invernale e all'under-wear sportivo e accessori. La continua ricercadella perfezione, l’utilizzo di materiali inno-vativi e l’attenzione al particolare da sempreispirano la filosofia di GM. Le calze propostedall’azienda nascono da 50 anni di esperien-za e ogni modello della collezione è proget-

tato per garantire le migliori performancesenza dimenticare i gusti, le esigenze e lostile di ogni sportivo.

ATTENZIONE GREEN - L’azienda si dice convin-ta che la qualità non possa prescindere dallaresponsabilità ambientale. A questo aspetto,chiamato “love the planet”, viene dedicatauna pagina specifica sia per condividere lastrategia aziendale di produzione eco-frien-dly sia per suggerire agli utenti come si possarisparmiare, riciclare e rispettare di più il pia-neta. Dal canto suo, GM presta attenzione ascelte di produzione che tengano conto delminor impatto ambientale. Per questo la pro-duzione avviene interamente in Italia utiliz-zando fibre naturali. Il prodotto finito vienepoi confezionato con cartone riciclato stam-pato con inchiostri a base vegetale.

UN OCCHIO ALLA CULTURA - Infine nel sito èdisponibile una sezione “GM cultura” dovel’azienda si impegna nella diffusione e pro-mozione della cultura della montagna e del-l’outdoor. In questa sezione gli utenti trove-ranno video-interviste a personaggi delmondo dell’alpinismo, dello sport e dellatutela dell’ambiente.

www.gmsport.net

GM sul web tra storia, prodotti, ambiente e cultura

WEB NEWS

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Da questo numero inauguriamo un’importan-te collaborazione con Alessandro Gogna. Permolti non ha bisogno di presentazioni, essendouna delle figure chiave dell’alpinismo italiano.Per gli altri ricordiamo che è nato nel 1946 eoltre a essere alpinista di fama internazionale, èanche storico dell’alpinismo, guida alpina e opi-nion maker sulla problematica turistico-ambien-tale della montagna. Ha pubblicato una cin-quantina di libri e si dedica anche al giornalismoe all’organizzazione di serate dedicate all’alpini-smo. In questo primo appuntamento sul nostromagazine le sue profonde ed evocatrici parole ciricordano Walter Bonatti, uno dei più grandi alpi-nisti di ogni tempo scomparso lo scorso 14 set-tembre all’età di 81 anni.

Le sue imprese, e ancor più la marmoreafedeltà alle proprie idee nel realizzarle, ne fannouna figura di spicco assoluto nella storia dell’al-pinismo mondiale del Dopoguerra. Dino Buzzatiscrisse che se Bonatti fosse vissuto ai tempi diOmero le sue imprese sarebbero state racconta-te con un grande poema. Certamente uomo dal-l'infanzia difficile, con un'adolescenza vissuta intempo di guerra, Walter Bonatti comincia giova-

nissimo ad arrampicare in Grignetta, sognando ilMonte Bianco e le Dolomiti. A dispetto delledimensioni delle torri della Grigna, il terreno èassai adatto a forgiare delle personalità: bastapensare a quella di Riccardo Cassin. Infatti, benpresto il giovane Walter dimostra di avere den-tro di sé una forza e una volontà del tutto sco-nosciute ad altri sia pur forti arrampicatori.

L’ALPINISTA CALCOLATORESono soprattutto la determinazione, la tenacia

fuori del comune, la pazienza nelle attese, uni-tamente a una calma glaciale e un'istintualecapacità di calcolo, che gli permettono di avereancora prima di partire una completa visionegenerale del problema da affrontare, così decli-nata nei singoli dettagli da poter affrontareanche gli imprevisti. Lo dicono già le sue primeimprese, tipiche di un giovane che non è maiveramente soddisfatto di ciò che ha appena rea-lizzato, perché i suoi programmi sono ben supe-riori alla realtà appena vissuta. Chi lo conoscevapoteva vedere, dietro a quello sguardo un po’glaciale e penetrante, dietro a quel sorriso stret-to, l'immensa arsura della sua anima, così fer-mamente tesa al futuro da non potersi concede-re alcuna gioia duratura nel presente. Comearrampicatore è stato giudicato "freddo, calmo,forse un po’ lento". Indubbiamente al suo tempovi erano alpinisti forse più brillanti e perfino piùdotati di lui, sia in Italia che in Europa. Ma nes-suno era così calmo e così costante, nessunoaveva la forza interiore della locomotiva Bonatti.Di certo, dove altri erano passati, passava anchelui, anche se magari impiegando qualche ora inpiù. Non è altrettanto certo il contrario…

LA RICERCA DELL’IMPOSSIBILEDopo neppure due anni Bonatti è pronto a tra-

valicare quei limiti che nessuno aveva neppureancora concepito. Il suo concetto di possibile ha in-cluso progetti che per l'élite di allora erano ancoracompresi nel campo dell'impossibile. Come sullaEst del Grand Capucin o sul Petit Dru, sul pilastroche, prima di crollare nel 2005, portava il suonome. Entra nell'avventura del mai osato con unautocontrollo che non può che essere imitato.Perché lucida freddezza e piena coscienza delproprio esatto valore non si possono impararecome una qualunque tecnica: bisogna nascercicosì. Mentre pensa alle imprese alpine, si allena

sistematicamente, è certamente ambizioso e per-fezionista. E come tutti i perfezionisti stenta a con-siderarsi davvero soddisfatto di un risultato. Inpratica riunisce la grande capacità realizzativa diun Riccardo Cassin con l'individualismo sogna-tore di un Giusto Gervasutti. Ed è alla ricerca del-l'avventura perfetta: forse per ottenere quel ri-scatto, agognato da tutti i suoi contemporanei,italiani colpiti nel loro orgoglio, ferito in un per-duto conflitto mondiale e anche smarrito in unaguerra civile. In una parola Bonatti diventa eroesalvifico, redentore dell'azione, per ridare il va-lore all'uomo.

TRA ELOGI E ATTACCHIIn questa missione, grande è il suo fastidio per

le regole e per le restrizioni. È probabilmentequesto il motivo che spinse il capospedizione delK2, Ardito Desio, a non includerlo nella cordatascelta per l'attacco finale alla vetta. La grande ri-cerca di Bonatti è sempre stata volta al miglio-ramento dell'uomo, con una grandiosità taled'intenti da escludere con sicurezza che il suoprimo obiettivo fosse l'ingigantimento della suafigura. Questo era più una conseguenza che unacausa. Purtroppo tutto ciò non è stato compresodai più, in un diluvio di critiche, di invidie e di ca-lunnie. La stampa per prima non si rende contoche lo sta deificando, attribuendogli caratteristi-che da superuomo. Pronta però a farlo caderedalle stelle alle stalle al primo incidente di per-corso. E del resto così sono sempre stati trattatii provocatori, coloro che sono in grado con la lorocreatività di dare scossoni positivi a un'umanitàdormiente, ma che alla fine della parabola, sonogiudicati scomodi e negativi. Da imprigionare emagari sopprimere. Le tragedie del Natale 1956e del luglio 1961, entrambe sul Monte Bianco,sono le rampe di lancio del lungo scontro, quasicinquantennale, tra Bonatti e la stampa. Un sor-dido gioco al massacro, nel quale tanto più la fi-gura dell'alpinista veniva esaltata, tanto più siaggrediva e si malgiudicava l'umano che neces-sariamente era il protagonista delle imprese.Da una parte Bonatti per le masse è unico e ir-raggiungibile: "Tutti cadono e muoiono, ma Bo-

natti non muore", sintetizza amaramente GianPiero Motti. Dall'altra si scatenano così contro dilui gli editoriali dei benpensanti del boom eco-nomico degli anni '60, dei moralisti, degli scri-bacchini che razzolano nel torbido e nella facilesensazione. A ogni attacco segue una nuova im-presa, a ogni nuova impresa seguono le lodiunitamente a nuovi attacchi. Non c'è dunque dastupirsi se Bonatti, per non cadere egli stessonella schizofrenia dell'informazione, decide dilasciare, chiudendo in bellezza con l'ultima stu-pefacente impresa sul Cervino. Prima di esserevittima definitiva di un circolo vizioso che primao poi lo avrebbe ucciso, Bonatti spiazza tutti conil suo memorabile abbandono.

UN ESEMPIO DI VITAPer me Walter Bonatti ha rappresentato (e

rappresenta tuttora) il maestro che ha forgiato,con le sue imprese e i suoi libri, la mia nascen-te e giovanile voglia d'avventura, incanalandolasulle montagne. Tramite i suoi racconti ho capi-to come si possa essere liberi di creare in pienalibertà rispettando solo poche ed elementariregole di etica. Tutta la sua vita alpinistica èstata un grande e unico esempio, dalle piùaudaci solitarie e invernali alle prime di enormelevatura, da imprese quasi ineguagliate comequella al Gasherbrum IV alla pazzesca avventuraumana del K2. Un uomo segnato tanto da suc-cessi senza precedenti nel mondo mediaticoquanto da tragedie con il seguito di decennalipolemiche (è rimasto memorabile nel 2004 ilrifiuto del titolo di Cavaliere di Gran Croce, dopoaver saputo che il presidente Ciampi avrebbedato la stessa onorificenza anche ad AchilleCompagnoni!). Un nome noto in tutto il mondo,limpido, cristallino come le sue montagne. Unnome che conferma a un'Italia, in questomomento assai dubbiosa dei propri valori, quan-to invece sia ricca di individui di fama planetariache l'hanno fatta grande. E Dio solo sa quantoabbiamo bisogno ogni tanto di ricordarcelo.

Alessandro Gognawww.alessandrogogna.com

Sempre in bilico tra elogi e critiche, ha ridisegnatoi confini dell’alpinismo raggiungendo l’impossibilee rappresentando il riscatto di un Paese intero.

Personaggi Dalle parole di Alessandro Gogna il ricordo del grandealpinista italiano scomparso lo scorso settembre

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1958 – Piazza Dante, Trento. Fiaccolata in onore dei conquistatori del Gasherbrum IV. Da sinistra RiccardoCassin (capo-spedizione), Walter Bonatti e Carlo Mauri.

Alessandro Gogna in Albigna.

Walter Bonatti, eroe salvificoe redentore dell'azione

Walter Bonatti in azione in due foto d’epoca.

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22 GIUGNO 1930 – Nasce a BergamoWalter Bonatti. Trasferitosi a Monza,cresce alpinisticamente nel localegruppo dei “Pel e Oss” (Pelle eossa).

1949 – Appena diciannovenne ri-pete la parete Nord-est del PizzoBadile, la Ovest dell’Aiguille Noirede Peutérey e la via Cassin sullaNord dello Sperone Walker alleGrandes Jorasses.

1951 – Balza alla ribalta con unascalata che spinge all'estremo ilconcetto di arrampicata artificiale,tecnica fino a quel momento in usopiù che altro sul calcare delle AlpiOrientali e delle Dolomiti: assiemea Luciano Ghigo, la trasferisce sulgranito e vince così la parete est delGrand Capucin.

1953 – Mentre Ardito Desio comin-cia a selezionare la squadra di alpi-nisti destinati a tentare la primaascensione del K2 (8611 mt), Bo-natti scala con Carlo Mauri (per al-cuni anni i due sono ritenuti la cop-pia più forte del mondo) la Norddella Cima Ovest di Lavaredo inprima invernale. Subito dopo com-pie (con Roberto Bignami) un’altraprima invernale aprendo la direttadella Cresta Furggen sul Cervino.

1954 – A 24 anni, partecipa allaspedizione italiana diretta dalloscienziato Ardito Desio sulla se-conda montagna più alta delmondo, il K2. Una spedizione desti-nata al successo, con l'epica salita invetta di Achille Compagnoni e LinoLacedelli. Il giorno prima, Bonatti, ilpiù giovane della spedizione, scesoal campo inferiore per recuperarealtre bombole di ossigeno, risalecon il portatore hunza Amir Mahdi.Giunti a quota 8100 mt circa i duescoprono che Lacedelli e Compa-

gnoni non hanno allestito l'ultimocampo, il IX, nel luogo concordato,bensì oltre una fascia rocciosa che,nella notte incipiente, si rivela unostacolo insormontabile per la cor-data di appoggio. Il vento ostacolale comunicazioni, ma Compagnonie Lacedelli si limitano a suggerireda lontano di lasciare l'ossigeno etornare indietro. Vista l'impossibilitàdi scendere a quell'ora, Bonatti eMahdi trascorrono la notte a tem-perature polari, senza alcun riparo.Sopravvivono – all’epoca si credevafosse impossibile – e scendono alleprime luci, mentre Compagnoni eLacedelli, recuperate le bombole,salgono fino in vetta. Mahdi, se-miassiderato, subisce l'amputazionedi numerose dita.

La spedizione al K2 del 1954 la-scia una traccia amara e indelebilenella vita di Bonatti. Per equivoco oper scelta (polemiche e discussioni

si sono trascinate per anni, anchenei tribunali) Compagnoni e Lace-delli si sono macchiati di omissionedi soccorso. Soltanto nel 2004 lacommissione d'inchiesta del ClubAlpino Italiano riconosce la versionedi Bonatti. «A 53 anni dalla conqui-sta del K2 - scriverà Bonatti - sonostate finalmente ripudiate le falsitàe le scorrettezze contenute neipunti cruciali della versione uffi-ciale del capospedizione Ardito De-sio. Si è così ristabilita, in tutta lasua totalità, la vera storia dell'acca-duto in quell'impresa nei giornidella vittoria».

1955 – Un Bonatti più determinatoche mai affronta così la stagionesuccessiva: la lotta solitaria duratasei giorni sul Petit Dru lancia il suonome anche al di fuori dell’am-biente alpinistico. A Natale dellostesso anno affronta con SilvanoGheser la scalata invernale delloSperone Moore, sul Monte Bianco.Al bivacco della Fourche i due in-contrano i giovani scalatori JeanVincendon e François Henry, un

francese e un belga. Nella bufera ledue cordate si uniscono ed esconoinsieme sulla calotta sommitale.Bonatti, che ha il compagno Ghesersfinito, invita Vincendon e Henry aseguirli subito al rifugio Vallot, mai due si fermano per rifocillarsi e alVallot non arriveranno mai. Ghesere Bonatti sono recuperati da unasquadra italiana. Vincendon edHenry, nonostante un’operazione disoccorso francese, straordinariaquanto caotica, muoiono dopo 8giorni e i cadaveri sono recuperatisoltanto il 19 marzo. Bonatti è, in-giustamente, accusato di non averprestato sufficiente aiuto ai due col-leghi.

1958 – Compone la cordata di puntainsieme a Carlo Mauri nella spedi-zione guidata da Riccardo Cassin alGasherbrum IV (7929 mt), unadelle più difficili vette del Karako-rum, e ne compie la prima ascen-

sione assoluta. Alterna quindi l’atti-vità sul Monte Bianco (Grand Pilierd’Angle, Pilastro Rosso di Brouillardcon Andrea Oggioni) con le spedi-zioni extraeuropee (Patagonia eAnde Peruviane) fino a quando, nelluglio del 1961, si ritrova al centrodi una nuova ondata di polemiche.

1961 – All’inizio di luglio, due cor-date tentano la prima ascensionedel Pilone Centrale del Frêney(Monte Bianco): Bonatti con AndreaOggioni e Roberto Gallieni; il fran-cese Pierre Mazeaud con Pierre Ko-hlmann, Robert Guillaume e An-toine Vieille. A soli 120 metri dallafine delle grandi difficoltà, tutti de-vono desistere per una tormentaviolentissima. Dopo giorni di bivac-chi al gelo cercano scampo scen-dendo alla capanna Gamba. SoloBonatti, Gallieni e Mazeaud ci rie-scono. Accorsero a Courmayeur igiornalisti e vi fu un grande dispie-gamento di media, attratti dalle fo-sche tinte della tragedia. La difesadi Mazeaud, che spiega come Bo-natti fosse riuscito comunque a por-tare in salvo due dei sei compagni,non basta a tenere l’italiano al ri-paro dalle critiche. Ma la Francia loinsignisce della Legion d’Onore.

1963 – Assieme a Cosimo Zappelli,compie la prima invernale delloSperone Walker.

1964 – Con Michel Vaucher, unanuova via su un altro sperone(Whymper) delle Jorasses.

1965 – Il capolavoro che ne chiudein pratica la carriera alpinistica d’altolivello: una via nuova, diretta, inver-nale e solitaria, sulla Nord del Cer-vino.

Inizia la seconda vita di WalterBonatti, quella di reporter nei luo-ghi più selvaggi della terra. NandoSampietro, allora direttore del set-timanale Epoca, era affascinato dal-l'idea che qualcuno potesse incar-nare, nel secolo XX, la mitica figuradi viaggiatore ed esploratore diHenry Stanley, una specie di mo-derno Ulisse. Bonatti accetta lasfida, interpretando a suo modoquest'idea e rifiutando gli aiutiesterni: da Capo Nord all’isola diPasqua; dentro le viscere infuocatedel vulcano Nyragongo o sull’isoladi Mas a Tierra da novello RobinsonCrusoe; attraverso il deserto dellaNamibia o il ghiacciaio di San Va-lentin; tra i pigmei dell’Ituri e gliaborigeni dell’Orinoco. Le sorgentidel Rio delle Amazzoni sono l'og-getto di ricerca di due diverse spe-dizioni, a Sumatra studia il compor-tamento della tigre al cospettodell'uomo. Nelle isole Marchesi èsui percorsi delle avventure raccon-tate in Typee e Omoo, i romanzidove Herman Melville racconta diessere scappato dalla balenieraAcushnet sulla quale era arruolatoper finire prigioniero dei cannibali efuggire ancora fortunosamente. Bo-natti tenta di dimostrare la veridi-cità di tale storia.

ANNI SETTANTA – Compie alcune spe-dizioni in solitaria a Capo Horn,lungo 500 km di fiordi della Patago-nia, lungo il corso del fiume SantaCruz, in Congo, in Guyana, in Alaskae in Antartide. Sono parecchie de-cine i suoi viaggi, prima raccontatisu Epoca, poi anche su Airone.Scrive anche una quindicina di libriautobiografici.

13 SETTEMBRE 2011 – Muore di can-cro al pancreas a Roma.

I PRINCIPALI AVVENIMENTI DELLA VITA DI WALTER BONATTI

Walter Bonatti davanti a una delle suemontagne simbolo, il Cervino.

18 aprile 1962 – Schio - Da sinistra: Gino Soldà, Walter Bonatti e Severino Casara.

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Testimonial del mese ALESSANDRO BEBER

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Un tour spettacolare alla scoperta della sto-ria verticale delle Dolomiti. La giovane guidaalpina di Trento Alessandro Beber ha recente-mente realizzato il progetto “DoloMitiche,Opere d’arte a cielo aperto”, ripercorrendo damaggio a settembre una ventina di vie stori-che, tra le più simboliche e affascinanti delGruppo del Brenta, del Catinaccio, delle Pale diS. Martino, del Gruppo Sella-Pordoi e dellaMarmolada. L’obiettivo alla base del progettopromosso da Trentino era di svelare e valoriz-zare una piccola parte della storia alpinisticadelle Dolomiti, privilegiando nella selezionepercorsi meno noti e capolavori semi-dimenti-cati da riportare alla luce, ricercando allo stes-so tempo le pareti migliori per invogliare glieventuali ripetitori. Un compito decisamenteimpegnativo ma svolto con grande passioneda Alessandro, che ha dedicato tutta l’estateandando a ripercorrere e relazionare gli itine-rari, intervistando parallelamente i protagoni-sti delle prime salite di queste vere e proprie“Opere d’arte a cielo aperto”. Ciò che ne èvenuto fuori è una raccolta di relazioni tecni-che, un compendio pratico e utile, una guidaaudio-visiva di alto valore culturale e sportivo.Abbiamo intervistato Alessandro per fargli unpo’ di domande a riguardo.

Prima di parlare del progetto DoloMitiche,parlaci un po’ di te. Quando e perchè haicominciato ad arrampicare? Cosa ti ha spin-to alla ricerca della verticalità?

Credo che la vita in qualche modo ti portidove devi andare... non saprei dire perchè hocominciato, non ho nessuna tradizione alpini-stica in famiglia. Forse è stata colpa di qualchelibro di troppo: quando mi è capitato tra lemani “Arrampicare è il mio mestiere” diCesare Maestri, è stato un colpo di fulmine.Ci sono altri sport outdoor che ti piace pra-ticare?

Naturalmente. Il mio primo grande amore èstato (ed è tuttora) lo sci. Prima le gare, poi loscialpinismo, passando per lo sci ripido e iltelemark. Da adolescente comunque ho prova-to un po' di tutto, ma in montagna ho trovatola possibilità di dare libero sfogo alla mia indo-le in tutte le stagioni.Andiamo ora al progetto: quando e perchèè nata l’idea? Qual’è lo scopo delleDoloMitiche?

Ho sempre avuto una passione per la storiadell'alpinismo e in particolare per i retroscenache accompagnano ogni impresa. Così ho pen-sato che sarebbe stato bello dare un volto aigrandi protagonisti, che altrimenti nella mag-gior parte dei casi rimangono nell'ombra. Aquesto si è aggiunta la volontà di portareanche un pubblico non specializzato a guarda-re le pareti con gli occhi degli alpinisti, che vidisegnano le proprie invisibili opere d'arte.Secondo quali criteri hai scelto le vie daaffrontare?

Ho cercato di andare a toccare le pareti piùbelle e importanti dei vari massicci delleDolomiti Trentine, coinvolgendo ogni voltaalpinisti diversi, in rappresentanza sia di epo-che sia di stili di apertura differenti, al di là del

mio giudizio personale.Delle venti vie che hai ripercorso, quale ti èpiaciuta di più e quale è risultata più impe-gnativa?

Impossibile scegliere la più bella: ognuna èstata un'avventura a sé stante. Invece la piùimpegnativa è stata probabilmente “Caries”,una realizzazione di Adam Holzknecht sulDente del Sassolungo.Quali avevi già affrontato in precedenza?

Soltanto la “Via dei 5 muri” in Vallaccia, acausa di un cambio di programma dell'ulti-m'ora. Ovviamente come stimolo personale hocercato di scegliere vie che non conoscevo.Con chi ti sei trovato più a tuo agio fra i tuoicompagni di parete?

Direi con tutti. Oltre a essere amici e ottimialpinisti, sono stati anche molto pazienti a sop-portare le esigenze documentarie del sotto-scritto, con rallentamenti e complicazioniannesse.Ci sono particolari imprevisti o aneddoti piùo meno divertenti da raccontare?

Ce ne sarebbero per scrivere un libro...Soprattutto per quanto riguarda la mia trava-gliata gavetta di cameraman: ad esempio hofatto parlare qualche povero alpinista per 40min a microfono spento!In che modo i tuoi sponsor ti hanno suppor-tato in questa iniziativa?

Trentino Spa, promotore principale del pro-getto, mi ha messo a disposizione una notevo-le bacheca virtuale (www.visittrentino.it/dolo-mitiche) dove archiviare gradualmente ilmateriale raccolto. Gli sponsor tecnici (Millet eScarpa) mi hanno invece messo a disposizioneabbigliamento e materiale di assoluta qualità.Dopo un’estate passata su ventuno meravi-gliose vie delle Dolomiti, hai già in mentela prossima sfida che vuoi affrontare? Cipuoi anticipare qualcosa?

Le idee non mancano, ma mi sembra giustolasciare un po’ di suspense.

Zaino tecnico da 30 lt per tutte le discipline di montagna.Estremamente versatile, ultraleggero ed ergonomico, è perfetto per leescursioni ad alto ritmo e per lo scialpinismo moderno. Presentascomparto principale estendibile, schienale ergonomico, porta piccoz-ze, cinghie porta sci, spallacci ergonomici con fischietto, net-pocketslaterali, cintura ergonomica e compatibile con imbracatura. Pesa0,99 kg.Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitichePunti di forza: LeggerezzaIn cosa può essere migliorato: Inserendo un piccolo rinforzo all'anel-lo di aggancio della parte alta, per appenderlo in pareteConsigli per un utilizzo ottimale: Escursioni (arrampicata o scialpinismo) di una giornata

Nuova calzatura da approach firmata Scarpa. Ideale su sentieri, sterrati, ghiaioni e erba in condizioni diasciutto e umido, Magiko offre sensibilità estrema e grande comfort. La calzata è eccezionale, come unvero e proprio guanto, mentre il sistema di allacciatura consente una facile personalizzazione in base allamorfologia del piede. La struttura del collare ottimizza la chiusura alla caviglia, impedendo a pietre e altrimateriali di penetrare all’interno. La suola Vertical è estremamente stabi-le, con ottimo grip. Presenta tomaia in suede e microfibra, foderaVelveteen. Pesa 375 gr (42 - 1/2 paio). Prezzo consigliato: 139 euro.Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitiche Quando dà il meglio di sè: Terreno tecnico (ferrate o avvicinamento allepareti)Punti di forza: Precisione e leggerezza

I FEEDBACK DI ALESSANDRO SUI PRODOTTI UTILIZZATI

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a cura di SIMONE BERTI

Anni: 25 Nato a: TrentoVive a: Valle dei Laghi - TrentinoProfessione: Guida Alpina full-timeSponsor ufficiali: Millet, ScarpaTitoli di studio: Laureato in GeografiaPrincipali spedizioni compiute: Mali,Algeria, Groenlandia, CanadaLa tua impresa più difficile: Fare ilpapà!Quella di cui sei più orgoglioso: La miaguida “Lagorai - Scialpinismo - scialpi-nismo d'avventura”La tua prossima spedizione: Mi sento unpo' sempre in spedizione... comunquenon ho ancora definito nullaL’impresa che prima o poi vorresti com-piere: Passare un lungo periodo sullemontagne di casa, facendo dell'alpini-smo, senza mai scendere a valle: unpo' sul modello della traversata delleAlpi di Patrick BerhaultObiettivi per il 2012: Sempre troppi...ma vedremo di realizzarne qualcuno!

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impact e summit, maschere “da ripresa”

Fanno parte della Linee Impact Series e Sum-mit Series le nuove maschere Digital CameraGoggles firmate Liquid Image e commercializ-zate da SofTeam, distributore di prodotti di elet-tronica di consumo e informatica. Queste ma-schere da sci/snowboard (Summit) e damotocross/offroad (Impact), sono dotate di unafotocamera e videocamera integrata che con-sente di acquisire foto e filmati in alta defini-zione per rivedere e condividere con amici leproprie esperienze sulla neve o con gli appas-sionati di motocross. Leggere e comode si adat-tano perfettamente alla forma del viso, ve-stendo comodamente e assicurando un’ottimaprotezione. Sulla montatura dispongono di duetasti, uno per attivare e disattivare la videoca-mera e l’altro per scattare foto. Con le ma-schere Digital Camera Goggles, che suppor-tano SD card fino a 32 GB, si possono realizzarefilmati in H.264 a 30 frame per secondo e si pos-sono registrare fino a 16 ore di video a 720p.Inoltre si possono scattare oltre 18mila imma-gini jpg da 5Mpixel con scheda di memoria da16 GB. Tantissimi gli accessori disponibili: quat-tro tipi di lenti pensati per le maschere da nevee da cross a filtri e batterie di ricambio. Inoltre,la versione da cross è dotata di un dispositivoa strappo per il cambio rapido delle pellicole co-pri lenti, per eliminare i problemi di visibilità. Infoto un modello Summit Series da neve, vendutoa un prezzo consigliato di 229 euro.

TECNOLOGIES IN ACTION

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inFo: 039.207891 - [email protected]: 0185.264754 [email protected] inFo: 0444.892149 - [email protected] inFo: 0522.509411 - www.midlandradio.eu

le maschere tecnologicheFirmate Briko

L’innovativa maschera Veloce, realizzata daBriko in collaborazione con la canadese ReconInstruments, è predisposta all’alloggio del kitGPS MOD con visore Micro LCD widescreen acolori, che consente di registrare la traccia delpercorso o della pista da sci, mostrando alcuneinformazioni base quali velocità, distanza, altitu-dine, cronometro, temperature, velocità ascen-sionale. Al termine della giornata i dati contenutiall’interno del GPS potranno essere scaricati tra-mite connessione USB, così da poterli rivederesul proprio computer grazie a un software dedi-cato, con la possibilità di analizzare anche i salti(tempo in aria, drop e altezza). La maschera ècompatibile anche con la versione pro del GPSsviluppato da Recon: il kit MOD Live. Questo si-stema aggiunge alle caratteristiche sopra citatela possibilità di visualizzare in tempo reale il trac-ciato che si sta percorrendo, evidenziando laposizione di amici che indossano lo stesso dispo-sitivo. Inoltre dispone di una videocamera in HDposizionabile a lato della maschera, per filmaretutte le evoluzioni sulla neve. Il kit MOD Live puòessere connesso a un dispositivo smartphone econsente di telefonare scorrendo la rubrica conil remote controller. La maschera dispone di spu-gna a 3 livelli di densità, lenti toriche con tratta-mento antifog ed è disponibile nei colori silver,black, gunmetal, white, al prezzo di 125 euro. Il si-stema GPS è venduto separatamente a partireda 149 euro direttamente dall’area shop nel sitodell’azienda Recon Instruments.

sempre in moVimento con garmin app Fit

Garmin ha annunciatol’arrivo dell’App Fit periPhone (0,99 dollari) e Android(0,79 euro). Si tratta della prima applicazione checonsente agli utenti di tenere traccia di dati qualivelocità, passo, distanza, tempo, calorie durantel’attività sportiva. “L’App Fit di Garmin è la solu-zione ideale per tutti gli utenti che per la primavolta si avvicinano al fitness e agli strumenti permonitorare i propri esercizi, ma anche per coloroche vogliono estendere il raggio d'azione del pro-prio cellulare”, ha commentato Stefano Viganò,MarComm manager recreation di Garmin Italia.Facile da installare e da utilizzare, visualizza iltempo, la distanza percorsa,l’andatura e anche le caloriebruciate durante la sessionedi allenamento, senza impe-dire le funzioni Mp3, tele-fono e sms. Garmin ha pre-sentato anche AdaptorANT+ (39 euro) per iPhone,che consente ai possessoridello smartphone firmatoApple di utilizzarlo come un vero e proprio GPSGarmin per il fitness, consentendo di associareaccessori Garmin come la fascia cardio e il footpod. Al termine dell’attività fisica, gli utenti hannola possibilità di inserire delle note personali circal’allenamento. I dati potranno essere inviati aGarmin Connect, dove è possibile visionare tra-mite grafici, illustrazioni, mappe, foto, topografi-che e altro i dati registrati di tempo, velocità, al-titudine e frequenza cardiaca. L’App Fit di Garminconserva uno storico dei dati fino a 30 giorni pre-cedenti.

comunicare anche in pista con Bt ski

È il più piccolo e pratico dispositivo bluetoothdedicato alle comunicazioni e all’intrattenimentonelle attività sportive e ricreative invernali. Per-mette di parlare al cellulare, di conversare in mo-dalità Intercom con un altro dispositivo MidlandBT Ski in un raggio di 200 mt e di ascoltare mu-sica. È facile da usare e compatibile con tutti i cel-lulari di ultima generazione con bluetooth inte-grato. È dotato di ampi pulsanti riconoscibili altatto e di Plug per la connessione a filo con uniPod/Mp3 player o con i ricetrasmettitori PMR446Midland G8 BT per le comunicazioni di gruppocon più utenti fino a una distanza di 12 km. Que-sta connessione si effettua grazie a un kit dispo-nibile in due versioni, con connettore a 1Pin oconnettore a 2Pin a seconda del ricetrasmetti-tore. Lo strumento risulta pertanto ideale per at-tività sportive, sci, sci di fondo, snowboard, trek-king, mountain bike ma anche per i maestri di scidurante le lezioni. È tra l’altro associabile all’ac-cessorio BT Ski Action Kit per l’installazione delBT Ski su casco da bici/arrampicata o per utiliz-zare il Bt Ski senza casco. Può essere trasferitodal casco da sci e dallo scalda-orecchie a tutti itipi di caschi da moto grazie al “kit accessorio op-zionale” Midland BT Moto Audio Kit. È disponibileanche nella versione Cri-stal con SwarovskyElements. Sia laversione origi-nale che quellacon Swarovskisono proposte indue varianti: conscalda-orecchie oMidland BT Ski UniversalHelmet, compatibile contutte le tipologie di casco.

Filmati in high deFinition con driFt hd

Videocamera waterproof Full HD 1080p conriprese a 60/50fps per tutti gli sport. Consentela realizzazione di video in alta qualità “slow-motion” grazie alla sua impostazione 60fps a720p, utile per rivedere e perfezionare i propriesercizi. Può inoltre riprendere video in qualitàFull HD a 1080p, 720p o WVGA, oppure foto a 5Megapixel con un obiettivo grandangolare di170 gradi intercambiabile. Ha una lente di rota-zione di 300 gradi per permettere il montaggiodella telecamera in qualsiasi angolo e il jackper microfono esterno. Come la Drift HD170stealth, la Drift HD è stata ridotta di dimen-sioni di 2,5 cm. Ha un display per la riprodu-zione dei video e l’anteprima video utile per ilposizionamento della stessa nella ricerca del-l’inquadratura. Il telecomando a radiofre-quenza permette di risparmiare le batterie emodificare il tempo. Il telecomando RF avviatranquillamente e ferma la registrazione, senzalottare con la telecamera in movimento. Sonodisponibili numerosi supporti. Una volta fis-sata la videocamera, è possibile ruotarel’obiettivo per avere un quadro verticale. Latelecamera, resistente a schizzi d’acqua eneve, pesa 138 gr e misura 95x50x33 mm. Hauna memoria interna di 32 MB ma supportamemory card fino a 32 GB. La batteria dura 2,5ore a 1110mAh e 4 ore a 1700mAh.

DRIFT

L’azienda italiana O-Range ha disegnato e svi-luppato diverse serie di prodotti che unisconodesign accattivante e componenti tecnologiche.Tra questi la borsa Thin U-04 e lo zaino da spedi-zione Thin S-09. La prima rappresenta, come le al-tre della collezione, un nuovo concetto di borsaper portare cose di poco volume in totale comfort,grazie anche alla costruzione Special Glued Con-struction e ai materiali hi-tech elastici e in poliu-retano con trattamento waterproof assemblati

seamless. Lo zaino invece è co-struito con parti componibili,che lo rendono perfettoper attività multisport.Oltre al design unico,questi prodotti dispon-gono di un innovativo e

pulito sistema tecnologico: O-Range Solar Charge System.Tale sistema integrato convertel’energia solare in elettricità

tramite dei pannelli solari,consentendodi ricaricare

e far funzionare di-versi dispositivi elet-

tonici lontano da ognipresa elettrica.

Doppiamente potenterispetto all’originale Go-Pro, la nuova camera HDHero2 permette di cattu-rare e diffondere imomenti più ecci-tanti tramite videoa risoluzione 1080pHD e foto a 11 MP. È disponi-bile da Athena Evolution a un prezzo consigliatodi 349,99 euro. Grazie al suo sistema di fissaggi,alla sua resistenza e alle dimensioni compatte, ri-sulta essere la telecamera più versatile al mondo.Con l'arrivo del nuovo Wi-Fi BacPac e Wi-Fi Re-mote Control, per i quali è prevista l’uscita questoinverno, la HD Hero2 abilita il controllo remoto vi-deo tramite Wi-Fi a distanza su smartphone, di-spositivi tablet e computer, permettendo la tra-smissione video in diretta da ovunque ci si trovivia Wi-Fi o tramite hotspot mobile. Il modello pre-senta nuova interfaccia LCD semplificata, doppialente professionale in vetro, uscita mini-HDMI enuovo sensore immagine due volte più veloce,segnalatore di surriscaldamento batteria, mag-giore durata della batteria in condizioni di bassetemperature, Led su ogni lato della camera, en-trata 3.5 mm microfono esterno. Supporta schedeSD fino a 32 GB. Con queste caratteristiche, lostrumento consente performance professionalein situazioni di scarsa luminosità. È disponibile intre configurazioni: Outdoor Edition (in foto), Mo-torsport Edition e Surf Edition. È compatibile contutti i supporti e gli accessori GoPro.

Le videocamere Midland Xtreme Action Ca-mera sono delle grandangolo piccole, compatte edi immediato utilizzo, ideali per tutti coloro che de-siderano immortalare e rivivere le proprie im-prese. Prodotti che possono essere utilizzati pra-ticamente ovunque e in qualsiasi condizione. Sullepiste da sci e in spiaggia, sul manubrio della bicie della moto, in strada o in vacanza. Perfette perregistrare ogni piccolo dettaglio. I tre modelli Mi-dland XTC100, XTC 200 HD e XTC300 Full HD sonodotati di un unico comando (Off/Record) che con-sente di registrare con estrema facilità i videocon audio direttamente su una micro SD memorycard removibile. L’immediatezza dei comandi ri-duce al minimo le distrazioni: valore aggiunto perle attività sportive dove la fluidità e la libertà neimovimenti sono condizioni necessarie. Il modelloXTC300 Full HD (in foto) in particolare rappresentala novità assoluta proposta da Midland. La tecno-logia Full HD garantisce un’altissima risoluzionedelle immagini girate, che si traduce in un sensi-bile aumento del dettaglio e della tridimensiona-lità del filmato. Il prodotto può essere montatoagilmente su moto, bici e caschi. Ogniconfezione è dotata diuna custodia water-proof resistente al-l’acqua per ripresefino a una profonditàdi 30 mt.

LIQUID IMAGE

MIDLAND

È una delle tendenze dell’inverno, ma non solo. La tecnologia in realtà già da alcune stagioni è arri-vata all’interno dei prodotti sportivi, ma il nuovo trend è quello che riguarda riprese e audio. Capofiladi questa tendenza è stato certamente Go Pro, brand americano produttore delle omonime telecame-re in grado di riprendere varie attività sportive grazie a una qualità dell’immagine notevole e alla pos-sibilità di applicare la camera davvero dappertutto. Nell’ultimo periodo tuttavia sono sbarcati sul mer-cato altri competitor, tra cui Midland e Softeam. Ma non mancano anche altre proposte all’insegnadella tecnologia e in questa pagina vi proponiamo una prima selezione dei prodotti attualmente incommercio, in attesa di svelarvene altri sui prossimi numeri.

inFo: 02.390366.1 - [email protected]

inFo: 02.36576411 - [email protected]

i prodotti o-range che sFruttano l’energia solare

riprese “eroiche” con gopro hd hero2

Videocamere “estreme” di alta qualità

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Prodotti FW 2011/12 In vetrina i modelli delle collezioni FW 2011/12di alcuni tra i top brand del settore

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Questa giacca firmata Adidas è realizzatacon Primaloft Sport 60 gr, 100% poliam-midica, in grado di riscaldare anche incaso di forte umidità. Il capo pesa 350 gr,è estremamente comprimibile e presentatecnologia Formotion per un maggiorcomfort durante il movimento. Disponibilenelle taglie 40-50 e nei colori sharp red esharp blue.

DISTRIBUITO DA:Adidas Italy039.27151 - [email protected]

DISTRIBUITO DA:Patagonia Italia0474.555396 - [email protected]

DISTRIBUITO DA:Hagan [email protected]

DISTRIBUITO DA:C.A.M.P.

0341.890117 - [email protected]

DISTRIBUITO DA:Regatta Italia0423.615404 - [email protected]

Il rampone più leggero del mondo (solo 294gr), nuovo riferimento per le competizioni disci alpinismo. Grazie all’innovativo sistemadi aggancio posteriore Clip-in (brevettoC.A.M.P.) il rampone si agganciaperfettamente al centro del tallone degliscarponi da sci alpinismo dotati di insertometallico. Il sistema di regolazione dellalunghezza in fettuccia Dyneema consente diridurre ulteriormente il peso. Questo sistemapermette inoltre di piegare il rampone su sestesso rendendolo così estremamentecompatto. Il modello presenta inoltre astinadi regolazione in lega di alluminio estruttura a dieci punte in lega di alluminio7075 T6. Colorazione diversa tra ramponedestro e sinistro per un’immediataidentificazione.

Avveniristica giacca softshell per lui e perlei. Realizzata con il tecno tessuto PolartecPower Shield Pro con caldo interno high-loft.Eccezionalmente traspirante, idrorepellente,elasticizzata. Cuciture sigillate a ultrasuoni.Zero ingombro, grandi performance inmontagna. Prezzo consigliato: 310 euro.

PATAGONIANORTHWALL JACKET

Il nuovo sci X-Ultra di Hagan èstato ulteriormente migliorato ealleggerito di 120 gr rispetto alvecchio modello. Così ora pesasolo 1000 gr e offre performanceancor più elevate, rendendo piùagevole l’escursione backcountry.Perfetto per lunghi e impegnativitour, garantisce ottimeprestazioni anche in discesa. L’X-Ultra combina la sciancratura 111-71-101 mm con una sofisticatacostruzione sandwich. Questo sci,lungo 163 cm, è perfetto per chivuole arrivare lontano.

HAGANX-ULTRA

DISTRIBUITO DA:Asolo S.p.A.0422.8866 - [email protected]

Il modello Sunstone GV di Asolo è costituitoda una tomaia in pelle scamosciataidrorepellente 1,6-1,8 mm, è foderato inGore-Tex performance comfort footwear epresenta sottopiede di montaggio Asoflexlight e sottopiede anatomico Sporting. Lasuola è in Vibram Off Road gomma-eva.Pesa 540 gr, ed è disponibile nei colorigrafite/blue navy e wool/testa moro.

ASOLOSUNSTONE GV

Il Forerunner 910XT è il nuovo dispositivo GPSda polso all-in-one che trova riscontro in tuttele discipline endurance all’aria aperta. Creatoper il triathlon, è in grado di fornire in modopreciso i dati sulla distanza percorsa nelnuoto in acque libere e piscina, oltre amettere a disposizione le informazioni suvelocità, distanza, cadenza, frequenza,cardiaca, potenza durante la corsa o lafrazione in bicicletta. Ma non solo: il Forunnercalcola anche il valore di SWOLF, ovvero lasomma tra il tempo, la distanza e il numerodelle bracciate compiute per percorrere unavasca, mentre in acque libere tiene tracciadel percorso fatto, in modo da poterlorivedere e analizzare su una mappa quandoverrà scaricato su Garmin Connect. Robusto efacile da usare, è impermeabile fino a 50 mt.Inoltre fornisce dati di altitudine, sullapendenza da affrontare e la velocitàascensionale, dimostrandosi perfetto ancheper le attività outdoor endurance. Dispone poi

delle funzioni Training Effect,con cui ogni atleta può valutare l’intensitàdei propri allenamenti e i miglioramenti chequesti portano alla preparazione fisica, eVirtual Racer, che permette di importare sulForerunner 910XT la prova di un altro utentee di sfidarlo sullo stesso tracciato. Grazie allatecnologia ANT+ potrà essere utilizzato con ilFoot Pod Garmin, con la fascia cardio, con ilsensore velocità e cadenza e conl’innovativo sensore di potenza a pedaleVector. Le dimensioni del suo display lorendono uno strumento di facile eimmediata lettura grazie alla durata dellabatteria di circa 20 ore il Forerunner 910XTsarà utile per le prove più lunghe e dure.Prezzo al pubblico a partire da 399 euro.

GARMINFORERUNNER 910XT

ADIDASSPORT PERFORMANCE

CAMPRACE 290

Scarpone da telemark freeride chegarantisce performance indiscutibili. Laricerca dello spigolo in sciata è immediatagrazie al rivoluzionario utilizzo del carbonioall’interno della scocca. Carbon Power Insolee Carbon Power Support sono duetecnologie brevettate da Crispi e dedicate altarget di esigenti pro rider. Il modello ècaratterizzato da flessione rigida, scafo inPebax e carbonio, gambetto con sistemaPower Extention Cuff Evolution, quattro levemicrometriche regolabili in alluminio evelcro con funzione di quinta leva, sistemaWalk posteriore per un veloce passaggiodalla modalità Ski a Walk, suola CrispiKogatz e scarpetta Dynamic Liner. Ècompatibile con attacchi 75 mm. Pesa 1980gr ed è disponibile nelle misure 24,5-30,5 enel colore green-ice.

Il Kibo è il più versatile skyver di tutta lacollezione firmata Mountain Skyver. Con la suaparticolare forcella di sospensione e gli specialiammortizzatori offre il massimo divertimento indiscesa o a passeggio in città. Kibo ha unaruota anteriore di 50,8 cm mentre quellaposteriore è di di 40,6 cm, ribassata e conbassissima resistenza al rollio, così si risparmiamolto tempo durante la discesa. La novità è ilKibo Carbon con il suo telaio ultraleggero perun comfort garantito. La forcella di sospensionepermette di divertirsi evitando i pericolisul percorso.

www.mountainskyver.com

DISTRIBUITO DA:Garmin Italia

02.36576411 - [email protected]

Giacca da donna realizzatacon tessuto traspirante eimpermeabile e cuciturenastrate. Presentacappuccio nascostocon regolazione,cerniera diventilazione sottoascella, internostaccabile in pileanti-pelucchi ebordo regolabilecon elasticorinforzato.Prezzo alpubblico: 100 euro.

REGATTAELIANA

DISTRIBUITO DA:Panorama 0472.201114 - [email protected]

Chi si prepara alle avven-ture di alta montagnanon vuole portare neppu-

re un grammo in più,come accade con laJorasses Jacket, unaresistente giaccatristrato conambizioni eco-logichesecondo iseveri stan-dard bluesignper procedi-menti produt-tivi e materia-li. La membra-na Sympatexsenza pori ed

elastica garantisce ottime performance nelleavventure alpine grazie a valori eccezionalidi traspirabilità, caratteristiche antivento eimpermeabilità. Il modello pesa solo 465 gr.

MOUNTAIN SKYVERKIBO ALU/CARBON

CRISPIXR

DISTRIBUITO DA:Crispi Sport

0423.524211 - [email protected]

VAUDEJORASSES JACKET

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19 |Numero 11 / 2011|

DISTRIBUITO DA:[email protected] DA:

Calzaturificio Scarpa0423.5284 - [email protected]

Pantalone da uomo dellalinea Alpine in tessutoelasticizzato e leggero.Dispone di vita con elastico,tasche con zip, tasca lateralecon zip e tassello di snodoall’inguine.

GREAT ESCAPESNEW HELIUM

Colore, colore, colore: è il leitmotiv di Nomos. Perprendere l’inverno con leggerezza e con tutti i plus

della tecnologia piùavanzata. Altezza allacaviglia, sistema diallacciatura pratico erapido, fit perfetto. Iltemperamento diNomos abbraccia laquotidianità cittadina(dall’ufficio al teatro),le escursioni, i viaggi.Una funzionalitàpoliedrica. Presentamorbida tomaia incamoscio e suolaCaptive per un gripsuperiore. Disponibile

nei colori red, purple, turquoise, shark, pine, black,cigar, splash, moss, cocoa, river. Prezzo consigliato:165 euro.

SCARPANOMOS

DISTRIBUITO DA:Amorini075.691193 - [email protected]

Per coloro che credono chelo strumento indispensabile perscalare in maniera performante sia lascarpetta, Mad Rock ha introdotto lanuova e perfezionata Demon 2.0. Unascarpa da alte prestazioni, da sempre con lapunta rivolta verso il basso, la Demon 2.0 è ingrado di affrontare qualsiasi sfida, dalle paretiverticali ai difficili strapiombi. Completamenterinnovata per il 2012 e implementata con le nuovemescole ad alta aderenza, la Demon è realizzataper i percorsi che richiedono un gioco di gambe bendelineato e allenato. Dalle micro fessure ai “piedini”per palestre, questa scarpa aggancierà qualsiasicosa lungo il percorso che ci si è prefissi diraggiungere.

Incorpora la tecnologia Dry.Q Active per offriretraspirabilità superiore, totale impermeabilità,leggerezza e proprietà stretch. Ideale per il running etutte le attività aerobiche, si avvale della costruzione“bodymapped” per minimizzare l’ingombro emassimizzare la libertà di movimento. Questa giaccapresenta anche tasca con zip sul retro, logoluminescente, fit atletico, costruzione termo nastrataidrorepellente, trattamento DWR, cappuccio dal fiteccellente. Il tessuto è Dry.Q Active Solution 3LJersey. Disponibile in versione donna e uomo.Prezzo consigliato: 200 euro.

DISTRIBUITO DA:Columbia Sportswear Italy0423.648756 - www.columbiapressroom.com

COLUMBIAHIGH SUMMIT SCREEN JKT

DISTRIBUITO DA:La Sportiva0462.571800 - www.lasportiva.com

Sideral è lo scarpone da sci alpinismo all-aroundpensato per l’escursionista esigente. É dotato diuno scafo interamente in Grilamid e digambaletto in Poliamide PA12 con supportoergonomico nella parte posteriore. Il sistema diallacciatura Fast Lock System (patent pending),formato dalla robusta ed ergonomica vertebrastrutturale Vertebra Technology e dall’innovativachiusura Cam ClosureSystem, permette ilpassaggio dallamodalità ski aquella walk in ununico velocissimomovimento egarantisce alcontempoun’ottimaleregolazione deivolumi.L’escursione dimovimento èeccezionalmente ampia grazie allo snodo EZ Flexpresente sulla linguella in Pebax. La rullata èfacilitata dal profilo ergonomico dello scafo chemigliora il comfort e agevola sia la camminatache la trasmissione della potenza sugli sci. Lasoletta WarmSole interna estraibile crea unabarriera isolante con l’esterno. Finalmente unprodotto tecnico anche per sci alpinisti di mediolivello. Uscita sul mercato: febbraio 2012.

LA SPORTIVASIDERAL

DISTRIBUITO DA:Outback '97035.361103 - [email protected]

MAD ROCKDEMON 2.0

Diversamente da qualsiasi scarpa da runningpresente oggi sul mercato, la Bikila è un prodottoinnovativo che favorisce una più naturale, sana edefficiente presa dell'avampiede. La Bikila è il primomodello Fivefingers progettato specificatamente perun'esperienza più naturale della corsa. Costruita suuna piattaforma completamente nuova, dispone diun sottopiede in poliuretano di 3 mm (thickest underthe ball) coperto da Dri-lex e una suola pod di 4 mmdal design anatomico che offre una protezione piùfasciante e distribuisce l'impatto sull’avampiede,senza compromettere l’importante feedback delterreno, essenziale per una corretta prestazione dirunning. Un collare e una linea dorsale più atletici e

imbottiti, una chiusura hook and loop, superficiriflettenti 3M, e protezioni per le dita in TPU,

resistenti alle abrasioni,puntano a rifinire questodesign davverorivoluzionario. Il modelloBikila è ideale per corsa efitness.

VIBRAM FIVEFINGERSBIKILA

MOUNTAIN HARDWEAREFFUSION HOODED JACKET

DISTRIBUITO DA:Vibram Fivefingers

02.89420549 [email protected]

Questa giacca è dotata di strato esterno al 100% innylon twill, mentre la fodera interna è al 100% inpoliestere. È dotata di tecnologia Omni-Heat, chegrazie all’innovativa fodera a punti argentatipermette al tessuto di traspirare aiutando latermoregolazione e aumentando la ritenzione delcalore in media del 20%. Il capo dispone inoltre dicuciture termosaldate nei punti critici impermeabilie traspiranti in Omni-Tech, cappuccio antipioggiarimovibile e regolabile, tasche impermeabili conchiusura a zip, ghetta antineve regolabile conchiusura con bottoni a pressione, tasca disicurezza interna e porta ski-pass. Prezzo alpubblico: 180 euro.

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A cura diBENEDETTO SIRONI

Era l’occasione ideale per incontrare e vedereall’opera due dei principali esponenti dell’arram-picata nostrana non tanto in veste di climberquanto nel ruolo di chiodatori. E proprio da unaserie di chiacchierate con i due personaggi inquestione prima e dopo l’evento è nato lo spuntoper una bella intervista doppia modello “Iene”.L’evento in questione è il S. Vito Climbing Festi-val (vedi box dedicato nella pagina seguente) ei due “loschi” figuri sono Mauro Calibani ed En-rico Baistrocchi (per un loro breve profilo vedifoto e dida a fianco).

Come nasce questa esperienza di chiodatu-ra e preparazione itinerari per il Festival?MC - Alla fine della scorsa edizione, collo-

quiando con Massimo Cappuccio, DanieleArena e Peppe Gallo, i 3 principali organizzato-ri del San Vito Climbing Festival, ho propostod’interessarmi alla chiodatura di nuovi settori oitinerari, per mettere tutti sullo stesso piano,proponendo tracciati sconosciuti a tutti. La miaproposta è stata ben accolta dagli amici sicilia-ni, così l’esperienza è partita.

Tecnicamente dove inizia la creazione dellalinea e dove finisce?MC - Il discorso è molto delicato. Sono un

creativo, nella vita e nei pensieri di tutti gliistanti. Per questo la roccia è il mio principalemezzo espressivo e vivo ogni mia aperturacome qualcosa di molto intimo e profondo.Nella sua staticità, apparente, può risultareliscia o impossibile. Io sono il mezzo che le daimportanza e le dona la vita, che per lei avràsempre un pensiero speciale. In tutto questoprocesso, dall’idea fino alla salita in libera, gioi-sco, soffro, ma mi sento felice. La roccia è latela e la via di salita è l’opera creativa chenasce. Una volta salita la via, il ciclo di quel-l’esperienza è terminato, anche se ogni lineami resta viva dentro. Anzi a volte gioco, provan-do a ricordarmele tutte e per ognuna emanoun’energia breve ma intensa. Devo dire chenon riesco mai a ricordarle tutte, è quasiimpossibile…

EB - Dal mio punto di vista tutto nasce dall’in-dividuazione di una linea estetica che colpisca aprima vista. Dopodiché inizia l’approccio classicoper individuare la linea logica di appigli di salita,l’eventuale ricognizione dall’alto migliora anchela determinazione dei punti di sicurezza e conse-guente piazzamento degli spit, infine si passaalla pulizia e messa in sicurezza della roccia.Penso che per ogni chiodatore la chiusura delcerchio sia la prima salita della nuova “creatura”anche se devo ammettere che è molto bello epiacevole regalare anche ai propri amici e colle-ghi una propria creazione e riceverne poi impres-sioni e pareri. O più semplicemente vederne ilsorriso stampato in faccia!

Quali sono state le difficoltà principali in que-sta esperienza?MC - Nessuna in particolare, a parte evitare di

farci cadere addosso sassi sparsi lungo le calatedall’alto.EB - Devo ammettere che grossi problemi non

ce ne sono stati anche grazie all’ottimo supportodei ragazzi di San Vito capitanati da Daniele,abbiamo sempre avuto a disposizione ottimomateriale e soprattutto le aree che ci hanno chie-sto di “sviluppare e chiodare” erano estrema-mente belle e particolari. Devo ammettere anziche ho imparato parecchi trucchi dai miei trecompagni (Mauro, Sbisi e Daniele) di merende acui va un mio grosso ringraziamento. Inoltre hoavuto anche la fortuna di essere impegnatoaltrove quando si è palesata la necessità di par-tire dal basso per andare a piazzare qualchesosta… scampata. In questo caso Sbisi (GabrieleGorobey) è stato un drago.

Voi e poi i vari climber siete rimasti soddisfat-ti del lavoro effettuato a S. Vito? Qual è ingenerale il vostro feedback dell’evento?MC - Direi di sì. Ho lavorato per la prima volta

a un evento in cui in pochi giorni dovevanonascere una decina di vie nuove, con l’incognitadi non avere neppure visionato le porzioni di roc-cia su cui attrezzarle. Proprio questo è stato lo sti-molo nuovo e poco ci è voluto a “vedere” ilmeglio. In questo progetto sono intervenuti,dopo il mio invito, anche Enrico Baistrocchi, cheda qualche anno si è intrippato nel viaggio della

chiodatura, assieme a Sbisi, un altro giovaneamico e forte scalatore triestino, già espertochiodatore. Sono nati itinerari interessanti eanche difficili. Abbiamo tirato fuori 16 vie nuovedi cui 9 nella nuova Grotta dei Santi, un gioielli-no con vie decisamente “boulderose”, che èstato molto apprezzato dai fortiscalatori venuti alla manifestazio-ne. Ho visto brillare gli occhi diGiupponi e di Larcher e per mequesto è abbastanza. EB - Personalmente le linee

chiodate da me e soprattutto daMauro e Sbisi nella Grotta deiSanti sono piaciute moltissimo, uncondensato di tecnica, forza esoprattutto sezioni “boulderose”con bei movimenti e di non sem-plice interpretazione. Sfortunatamente non sonopotuto rimanere sino alla manifestazione perchéero impegnato nella tracciatura della Coppa ItaliaBoulder a Brescia ma Mauro mi ha detto che c’èstata comunque parecchia soddisfazione daparte dei partecipanti per le vie ed il fantasticocontesto.

Quali sono i vostri attrezzi del mestiere e ivostri trucchi e segreti in fase di chiodatura?”MC - Gli attrezzi del mestiere sono il trapano,

il martello, una o due ancorette quando ricordodi portarle, la chiave inglese, una spazzola,corda imbrago, ecc. Insomma le solite cose.L’arma più preziosa in tutto questo gioco restala mia fantasia…EB - Come ho anticipato prima ho imparato

parecchi trucchi dai miei soci soprattutto nel-l’utilizzo di ancorette. Daniele mi ha fatto un“master” su come mettere le soste anche esoprattutto perché il genere di vie e roccia chenormalmente chiodo, il granito, fino a ora nonmi avevano richiesto parecchie nozioni in talsenso: il genere di via che mi piace è spesso sugrossi massi strapiombanti su cui non piazzopraticamente mai la sosta e quindi si esce sle-gandosi. Tornando al materiale abbiamo utiliz-zato Fix e Piastrine Kong e come trapano houtilizzato come sempre un Bosh 36Volt anchese devo dire che mi ha ben impressionato unDeWalt dell’onnipresente Dani.

Che differenza c’è tra chiodatura dal basso edall’alto?”MC - Sono due stili totalmente differenti, che

arrivano entrambi allo stesso obiettivo finale,

la chiodatura dell’itinerario. Tendenzialmentein falesia si attrezza dall’alto e in montagna dalbasso, poiché si devono salire molti tiri di cordauno dietro all’altro, essendo la parete moltoalta, individuando con il proprio istinto lamigliore linea di salita, ovvero il punto debole

della parete in cui s’intendeavventurarsi. Tendenzialmentechiodare su grandi pareti è piùfaticoso e se “si spinge” con lachiodatura, ovvero si distanzia-no le protezioni di molto,affrontando lunghi tratti nonprotetti anche difficili, ecco quiche la componente psicologicadiventa protagonista dellanostra avventura..EB - In sostanza c’è una net-

tissima differenza: la prima è assolutamentepiù impegnativa dal punto di vista psicologi-co e fisico e richiede inoltre grandi doti diintuizione e coraggio. Dall’alto tutto è piùsemplice, immediato, consente una migliorericognizione e, prendendosi i giusti tempi,evita qualche “castroneria”.

Personalmente quale delle due preferite eperché?MC - Amo chiodare dall’alto bei tiri in falesia,

per confrontarmi con la mia capacità d’immagi-nazione, cercando tratti di roccia apparentemen-te impossibili, su cui nessuno aveva scommessonulla. In montagna e sulle grandi pareti le mieesperienze d’apertura si riducono ma credo concertezza che potrà divenire uno dei miei nuoviterreni futuri.EB - Io non ho nessuna esperienza dal basso.

Le volte che son salito dal basso proteggendomil’ho fatto per raggiungere un punto per piazzareuna sosta e poi calarmi per visionare una lineache intendevo chiodare. Penso inoltre che lo stileche utilizzi dipenda chiaramente anche dal gene-re di via e difficoltà che intendi chiodare. Se ciaggiungi che per una progressione artificiale nonso neanche da che parte si cominci capisci per-ché principalmente chiodo dall’alto. In futurocomunque mi piacerebbe provare ad aprire dalbasso e penso che il terreno d’elezione siano legrandi pareti. Dovrò quindi andare a lezione daqualche “mostro” sacro…

Come si caratterizza il vostro stile di chiodatu-ra? Ci sono sostanziali differenze?MC - Credo che in falesia lo stile “giusto” sia

In occasione del S. Vito Climbing Festival in Siciliai due forti climber hanno preparato ben 16 nuovevie, di cui 9 nella suggestiva Grotta dei Santi.

Interviste Analisi, sensazioni, scelta e creazione della linea.Intervista doppia a Mauro Calibani ed Enrico Baistrocchi

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Creatività e stile, la chiodaturasecondo noi…

MAURO CALIBANI: storico esponente dell'arram-picata italiana, vincitore Coppa Italia Lead 1997 eCampione del Mondo bouldering 2001. Scalatorepolivalente con all'attivo salite di assoluto rilievo trale quali: Tonino78 (primo blocco italiano 8c), It is notalways Pasqua E9 (7a trad), Pesce Fritto (8c trad),Rosso Piceno Superiore e 12 (entrambe attornoall’8c+). Sponsorizzato Camp e La Sportiva, è titola-re dell'eclettico marchio E9. Foto: Klaus Dell'Orto.

ENRICO BAISTROCCHI: arrampicatore sportivo consalite fino all'8c+, boulderista e sempre alla ricercadi vie dalle geometrie e movimenti che regalinoun’emozione. Laureato in Scienze Motorie e Traccia-tore Nazionale, è responsabile tecnico del Centro Fit-ness & Arrampicata Way Out di Milano. Alcune delllesue vie significative: Solo Stile (8a), Deadline (8b+),Onyx (8c) e Shadowfax (8b-blocco). Sponsor: Clim-best, E9, Kong, La Sportiva, Smith Optics.

Mauro Calibani su Segesta (8a) e Terra Media, due delle vie chiodate e poi aperte a S. Vito. Foto: Klaus Dell’Orto.

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quello di chiodare bene senza far ammazzarenessuno… A volte però, dove si può, mi piacedistanziare le protezioni, per dare alla via unvalore aggiunto legato anche alla componentepsicologica nell’affrontare tratti di roccia in cui sipuò scalare senza moschettonare, con il vuotosotto, godendo con il corpo e la mente che si fon-dono in una sorta di trans. Non amo la chiodatu-ra cosiddetta seriale e tutta uguale, ogni via haun suo carattere che attraverso noi e la chiodatu-ra può essere interpretato, ma per fare questobisogna confrontarsi con i vari stili di chiodaturae soprattutto con gli altri per cambiare idee. Dalleparti mie ad Ascoli, alcuni chiodatori con moltotempo libero stanno fagocitando la poca roccia adisposizione di tutti, uniformando le piccole fale-sie a un uso commerciale e monotono, con i chio-di molto ravvicinati e con la motivazione che cosìla gente non si fa male. Non credo che questa siala strada giusta. Queste persone non hanno mai

visto Finale Ligure, Ceuce e altri posti in cui lachiodatura aumenta la bellezza delle vie facendoemozionare.EB - Tolto lo stile d’apertura (alto o basso)

penso che la differenza sostanziale tra i chioda-tori sia dove essi “vedano” la linea e come inter-pretino l’andamento della roccia. Questo mi piaceperché coinvolge sostanzialmente la creativitàrendendo ognuno diverso dall’altro. Non a casouna via che abbiamo chiodato si chiama “Via laDiscordia” per uno scambio di vedute tra me eMauro. Comunque posso dire che entrambiapprezziamo le vie con sezioni intense e “tricket-tose”. In una parola: boulderose.

Sappiamo che siete assolutamente contro chimanipola la roccia. Tuttavia può capitare perun chiodatore di dover anche solo parzial-mente intervenire sulla roccia? Qual è il confi-ne tra la manipolazione e la messa in sicurez-za? Voi come vi comportate in questi casi?MC - Cerco di manipolare il meno possibile

l’elemento per cui ho vissuto fino a oggi, la roc-cia. Mi capita di staccare massi pericolanti, sca-gliette rotte, togliere aghetti appuntiti su appigliche altrimenti taglierebbero la carne dei polpa-strelli, insomma il minimo indispensabile. Mi ècapitato di dover consolidare qualche appigliocon la resina, ma purtroppo, quando mi succededi doverlo fare, la via passa subito nella mia clas-

sifica di serie “B”, poiché la serie “A” è perfetta,basta buttare su le protezioni e salire.EB - Io su questo punto, e non solo, sono abba-

stanza radicale: la roccia non si tocca, non siscava e non si consolida. Si tolgono le parti insta-bili e questo vale anche per le prese, faccio unesempio personale: sto provando un progettomolto duro con una presa che potrebbe essere arischio, ho fatto il singolo 2 o 3 volte e da alloranon l’ho più tirata temendo che si rompa easpettando di arrivarci in continuità; per me que-sto tiro è molto importante ma se si dovesserompere questa presa non ne farei un dramma,significherebbe che la roccia non era in grado disostenermi e mi metterei a cercare un nuovometodo o aspetterò tra qualche anno che passiun fuoriclasse a mostrarmi i nuovi limiti. Nonbisogna essere egoisti, la roccia è di tutti e nonbisogna piegarla al proprio volere, bisognalasciarla libera di essere quello che è.

Nella vostra attività chiodate regolarmente?Quante chiodature vi capita di effettuareall’incirca in un anno?MC - Chiodo frequentemente, anche perché la

roccia non smetterà mai di stupirmi per le biz-zarre forme e colori, per cui ogni volta che vedoun muro, mi parte l’immaginazione e non hopace fino a che non sperimento qualcosa dinuovo, anche attraverso la chiodatura. In termi-ni numerici non so dire quante con esattezza,anche se punto tendenzialmente più sulla quali-tà che sulla quantità.EB - Diciamo che siccome amo chiodare solo

linee che mi piacciono e mi interessano a oggiho realizzato una quindicina di vie (ho iniziatoun paio d’anni fa). Comunque nell’ultimo perio-do scalo ad alto livello solo sulle “mie” vie eripeto giusto qualche tiro qua e là quando capi-ta. Sono abbastanza focalizzato sul mio ultimoprogetto.

Qual è stata la chiodatura più impegnativache avete portato a termine e quale quellapiù bella in termini di linea?MC - Tra le mie follie c’è pure la classifica delle

top 10 fra le linee che ho chiodato. Ma non sapreidirti qual’è più bella fra tutte, forse perché “Ogniscarafone è bello a mamma sua”! Di certo le viepiù faticose sono state quelle strapiombanti incui non avevo le ancorette e mi sono sfondato le

braccia per trapanare… Alla fine del lavoro erodevastato fisicamente. Ma qualche giorno dopomi sentivo in forma eccezionale.EB - Solo Stile penso in assoluto sia la linea più

bella che abbia chiodato, rappresenta totalmen-te il mio stile: pilastro di granito nero strapiom-bante, 2 sezioni boulder, 3 spit in 15/18 metri erimontata in cima al sasso slegandosi.

Come scegliete una linea, cosa vi colpisceguardandola?MC - Forma, colore, esposizione, ambiente cir-

costante e mio stato d’animo. Non per forza tuttequeste caratteristiche devono compartecipareperché io debba chiodare una nuova via di salita,chiaramente quando tutto è bello e funziona è ilmassimo. EB - In una parola: geometria. Tutto il resto

viene di conseguenza.

Prossimi progetti e/o eventi che vi vedrannocoinvolti?MC - Pianificare per me è diventato impossibi-

le, per carattere e per la crescita d’impegni nellamia vita e nel lavoro con E9. Per cui spero di riu-scire a incontrarmi nuovamente con Enrico e Sbisiper un'altra avventura simile a questa delFestival di San Vito, male che vada se gli organiz-zatori sono stati contenti del nostro lavoro, sare-mo ancora lì per la prossima edizione.EB - Il progetto di cui parlavo prima penso che

mi vedrà invecchiare lì sotto. Per il resto unocchio sempre puntato a qualche linea nuova e aqualche bel massone isolato che non aspettaaltro che essere “attenzionato”. E poi gli imman-

cabili due viaggetti all’anno possibilmente incompagnia della family. Per quanto riguarda glieventi spero in qualche bella tracciatura l’annoprossimo per vedere all’opera i fenomeni dellenuove generazioni e soprattutto non vedo l’ora ditornare a San Vito.

Giochino finale: maggior pregio e difettol’uno dell’altro…MC - Enrico è una persona molto simpatica,

scherzosa, aperta alla scoperta del nuovo.Quando comincia a scherzare spara un saccodi str… che mi fanno ridere fino al mal di pan-cia. Vi dico solo che quest’anno in mezzo albellissimo mare di San Vito, per il bagnettoserale dopo la chiodatura, si è tirato giù ilcostume e ha iniziato a fare il capodoglio colculo per aria al crepuscolo tra le onde… Io eDaniele, che nuotavamo poco distanti da lui,abbiamo rischiato di morire affogati dalle risa-te! Il suo difetto? Parla un casino e non staquasi mai zitto!EB - Il pregio di Mauro è di sicuro la sua crea-

tività che sprizza da ogni poro: dal concepire uncapo d’abbigliamento a chiodare e intuire unalinea pazzesca, dallo scrivere e disegnare unnome alla base di una via arrivando ai suoipensieri in libertà. Per non parlare di quandoarrampicando “esplode” in un movimento libe-ratorio. È creatività allo stato puro! Il difetto èche abita troppo lontano: è una vita che lo invi-to a provare le mie linee per stare insieme ascalare e goderci bei momenti ma come al soli-to, accampando mille scuse, non alza mai lechiappe! Eddai Marè… ti aspetto!

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Una manifestazione imperdibile per gliamanti dell’arrampicata. La terza edizionedel San Vito Climbing Festival, tenutasi dal6 al 9 ottobre, ha portato diverse centinaiadi climber da tutta Europa sulle suggestivefalesie di San Vito Lo Capo, in provincia diTrapani. Quattro giorni intensi, tutti dediti alclimbing, vissuti in un clima di festa nono-stante il tempo non fosse sempre favore-vole (fatto che ha portato a una lieve dimi-nuzione di presenze rispetto allo scorsoanno). Molto ricco il programma tra compe-tizioni ed eventi: oltre alla già collaudata epopolare Open Marathon a coppie sulle fa-lesia di Salinella, cui hanno partecipatoquasi 200 squadre, integrata quest’annocon una competizione dedicata a top clim-bers, si è svolta anche una gara DWS, ar-rampicata in free solo sulle scogliere apicco sul mare che ha regalato forti emo-zioni a tutti i partecipanti. Numerosi altrieventi, collaterali alle gare, hanno caratte-rizzato il San Vito Climbing Festival: confe-renze con alpinisti di punta della scena na-zionale, proiezione di filmati incollaborazione con il Vancouver Mountain

Film Festival, test-lab delle aziende presentie gli immancabili party in spiaggia con mu-sica dal vivo, birra e buon cibo. Tra gli ap-puntamenti più interessanti e di rilievo: laconferenza “30 anni di arrampicata a SanVito lo Capo”, con la partecipazione di al-cuni alpinisti tra cui Alessandro Gogna, gliincontri con Rolando Larcher e Ben Hea-son, le proiezioni dei film “Life Cycles” (pre-miato al festival canadese) e “What Happe-ned on Pam Island”, alla presenza dei dueprotagonisti Eliza Kubarska e David Kasli-kowsky. Senza dimenticare la proiezione difoto di Massimo Faletti sulle pareti rocciosedi 5 continenti. Un evento positivo per ilclima festoso che lo contraddistingue, cuihanno fornito un supporto decisivo diverseaziende specializzate: Black Diamond,Camp, E9, Millet, Petzl, Scarpa e Vibram.Ora non resta che attendere la quarta edi-zione, a ottobre 2012, per una nuova ses-sione di roccia e divertimento in uno deglispot più belli del sud Italia.

www.sanvitoclimbingfestival.itPh credits: Klaus Dell'Orto.

SAN VITO CLIMBING FESTIVAL – 6/9 OTTOBRE – TERZA EDIZIONE

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Enrico Baistrocchi - Uno due euro tre tre euro (7c, 8a). A destra: su Cardo Mannaro (7c). Altre due tra le viechiodate e aperte a San Vito Lo Capo dai tre climber. Foto: Mauro Calibani.

GABRIELE GOROBEY: esponente della nuova generazione ditalenti triestini, arrampicatore con all'attivo diversi tiri finoall'8c+, ottimo boulder e attivo chiodatore nonchè facente partedel Soccorso Alpino Triestino, a destra impegnato nella sceltadel materiale appropriato prima della salita dal basso per lachiodatura di un nuovo itinerario a S. Vito. Sponsor: E9 e Scarpa.

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Dal nostro inviatoBENEDETTO SIRONI

Visto il background di grande specializzazionein un segmento molto tecnico ma differente daquello dello sci alpinismo, solo alcuni anni fanessuno forse avrebbe potuto scommetterci.Gimec Group infatti è un azienda emiliana conalle spalle un’esperienza trentennale nell’ambi-to delle lavorazioni meccaniche applicate allepiù innovative tecniche di produzione.

ATK RACENel 2007 la famiglia Indulti decide di dare

vita anche al marchio ATK Race, che oggi èuno dei brand grandi protagonisti a livello ita-liano ed internazionale nello sci alpinismo. Unmondo nel quale la tecnicità la fa da padronee la vera innovazione è il metro reale con ilquale si decreta il successo di un prodotto o diun marchio. Insomma, i bluff non esistono ose ci sono hanno vita breve. Oggi la gammaATK Race, con particolare riferimento agliattacchi, è un vero punto di riferimento per gliamanti della disciplina di tutto il mondo. Ilmodello NX World Cup ha permesso a moltiatleti di conquistare i podi più prestigiosi.

La punta di diamante di ATK Race è l’attacco dagara SL World Cup (in sopra), che con l’incredi-bile peso di 110 gr è l’attacco da sci alpinismopiù leggero al mondo. Ma ATK non significa sologare: nel 2010 nasce infatti ATK Race RT, unarivoluzionaria sinergia tra gara e Touring volta asoddisfare gli amatori più esigenti. La filosofiaATK viene poi applicata anche alle altre attrez-zature utilizzate dagli atleti, quali pale, sonde ebastoni, oltre che agli accessori come per esem-pio il rampante e l’innovativo ski-stop funzio-nante sia in salita che in discesa. Una realtà cre-sciuta anno dopo anno fino a rendere necessa-rio l’ampliamento della sede aziendale, inaugu-rata in grande stile lo scorso 1° ottobre alla pre-senza di molti ospiti d’eccezione e di alcunimedia, tra cui Outdoor Magazine.

L’INAUGURAZIONEHanno preso parte alla festa di inaugurazione

250 invitati tra cui anche svariate personalità disettore e non. Erano ad esempio presenti il gurutecnico dello sci alpinismo Diego Amplatz, FranzNicolini e Omar Oprandi, tester ATK Race, insie-me a numerosi atleti del team aziendale. Dasegnalare inoltre la presenza di importantiaziende del settore come Scarpa, rappresentatada Massimo Pellizzer (product manager) eDavide Parisotto (proprietario), e La Sportiva,presente nella persona di Lorenzo Delladio(amministratore delegato). Prestigiosa anche la

partecipazione “politica” con un parterre com-posto da Emilio Sabattini (presidente della pro-vincia di Modena), Vasco Errani (presidentedella regione Emilia Romagna) e Claudio Pistoni(sindaco di Fiorano Modenese).

I NUOVI UFFICIIl nuovo headquarter dell’azienda fondata da

Giovanni Indulti sostituisce la vecchia sede,completamente rivoluzionata in tempo recordin soli 90 giorni. I nuovi uffici sorgono a Fiorano,in provincia di Modena, e si estendono su oltre300 mq suddivisi tra amministrazione, com-merciale e uffici tecnici. I due piani del nuovostabilimento sono in grado di accogliere il dop-pio dell’organico attuale, che conta circa 15dipendenti. Da segnalare che i vertici aziendalicredono fortemente nell’attività che svolgono,investendo il 100% delle proprie energie esoprattutto dei propri ricavi in innovazione.“Non è un atteggiamento scontato nel periododi forte crisi che stiamo attraversando”, hadichiarato a proposito Giovanni.

UN OCCHIO AL RINNOVABILEA dimostrazione dei continui investimenti di

ATK Race in termini di innovazione ma anchedell’attenzione riservata dall’azienda all’ambien-te, la nuova sede può contare su un impiantofotovoltaico da 50 KW/h in grado di fornire tuttal’energia necessaria ad ATK Race per far funzio-nare qualsiasi strumento elettronico, dai mac-chinari ai computer. A questo impianto si affian-ca un sistema di illuminazione naturale chesfrutta solamente la luce solare attraverso 15installazioni di specchi dislocati in tutta l’areaproduttiva. Da ultimo, lo staff ATK Race ha acqui-stato un prezioso e innovativo macchinario dilavorazione CNC che ha permesso all’azienda ditriplicare la sua capacità produttiva. Nella nuovasede si potranno potenzialmente realizzaremigliaia di pezzi a stagione. “Tengo a sottolinea-re che tutti i nostri attacchi e i nostri accessori –ha concluso Giovanni – sono prodotti solo edesclusivamente in Italia. Il 95% della nostra pro-duzione avviene all’interno della nostra aziendaper mezzo di macchinari ultramoderni di lavora-zione meccanica a controllo numerico con preci-sioni che sfiorano il millesimo di millimetro”. Perun viaggio più approfondito all’interno dellasede ATK Race e per la spiegazione dei vari pro-cedimenti produttivi e dei test, l’appuntamentoè su uno dei primi numeri del 2012 di OutdoorMagazine.

Via della Fisica 36/38/4041042 Fiorano (Mo) Italy tel.+39.0536.071831 [email protected]

L’innovazione ATK Race ha una nuova casaUna superficie di 300 mq con impianto fotovoltaico,sistema di illuminazione naturale, esclusiva areatest e macchine in grado di triplicare la produzione.

Focus on 22 |Numero 11 / 2011|

L’interno dell’azienda con i macchinari e la sala esposizione dell’area produttiva.

La facciata principale della sede Gimec Group, di cui ATK fa parte. A destra l’impianto fotovoltaico da 50 KW/h.

Macchina per test di resistenza agli urti: sempre esclusiva ATK Race, permette di verificare la resistenzaagli urti delle talloniere. A destra: macchina per controllo taratura di sgancio.

Macchina per test di durata: creata da ATK Race, simula le fasi di camminata in salita e di sciata in discesa condecine di migliaia di cicli al giorno, al fine di verificare l’usura dovuta all’utilizzo ultra-intensivo del prodotto.

Taglio del nastro. Da sinistra: Giovanni Indulti, Claudio Pistoni (sindaco di Fiorano), Vasco Errani (presidentedella regione Emilia Romagna) ed Emilio Sabattini (presidente provincia di Modena).

Inaugurati il 1° ottobre a Fiorano Modenese i rinnovatiuffici del brand, ormai diventato un must nello ski alp

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A cura diSIMONE BERTI

Parole d’ordine: powder e divertimento. BladeRunner Adventures rappresenta in Italia alcunedelle migliori organizzazioni di heliski in Canadae Alaska, selezionate in base all’esperienza e se-rietà, con cui operano localmente ormai da 25anni: TLH Heliskiing, Last Frontier, Great Cana-dian, Klondike, Mike Wiegele, R. K. Panorama,Selkirk Tangiers, Chugach Powder Guides, AlaskaBackcountry, Out of Bounds, Monashee PowderAdventure, Retallack Alpine Adventures. Per pra-ticare l’heliski o l’heliboarding non è necessarioessere sciatori o snowboarder esperti. Graziealla suddivisione in classi d’abilità e alla possibi-lità di utilizzare gli sci larghi per neve fresca(FAT), chiunque può provare l’emozione adattaalle proprie capacità, in totale sicurezza e accom-pagnato da esperte guide alpine certificateUIAGM, maestri di sci, snowboard e telemark. Unbriefing sulle norme di sicurezza intorno aglielicotteri è di norma la prima attività della gior-nata, seguita immediatamente da un’esercita-zione sull’utilizzo dell’Arva. Il dislivello giorna-liero varia dai 4,5 ai 6 km al giorno e le disceseda un minimo di 4 a un massimo di 10. Di se-guito il resoconto di due settimane (inverno2011) passate ad “annegare” nella neve frescadalle vive parole di Sergio Camolese (foto qui afianco), responsabile Blade Runner Adventure.

TACCUINO DI VIAGGIO - Dopo aver passato molti,forse troppi anni a parlare di powder senza ne-anche vederla da vicino, abbiamo deciso di fareun “piccolo viaggio” di 2 settimane tra il Canadae l’Alaska, per visitare i nostri partners e toccarecon sci e tavole le novità per la prossima sta-gione. La “Niña” nel 2011 ha portato tante e talitempeste di neve da toccare i 4 mt e mezzo dicandido manto nevoso. Non resta che recarci al-lora nella British Columbia.

1 - GREAT CANADIAN HELISKI - Una quantità dineve imbarazzante (vedi foto sotto) e unamezza giornata di heliski da guinness, con 9runs in 4 ore per 5,5 km di dislivello, hanno ca-ratterizzato questa prima incredibile tappa. Allafaccia di chi dice che le organizzazioni che pro-pongono dislivello illimitato cercano di volareil minimo sindacale. Great Canadian Heliski(GCH) si conferma una destinazione per chiama dislivello, boschi e pendenze serie e im-pegnative. Il tutto condito da massima sicu-rezza, grande professionalità e un ambientesimpatico e informale.

2 - MONASHEE POWDER SNOWCATS - Il viaggioper raggiungere il Monashee Powder Lodge èa dire poco affascinante. La tipologia di auto-stoppisti che s’incontrano è un po’ “ingom-brante” (vedi foto a fianco), ma la combina-zione di bus+snowcat+motoslitte rende il lodgeun gioiello tanto irraggiungibile quanto pre-zioso. Anche qui la quantità di neve è letteral-mente “mai vista prima” (in telemark arrivavaalla vita) e le pendenze sempre notevoli. Unagiornata con 13 discese e 4 km di dislivelloquasi esclusivamente negli splendidi boschi.Un rapporto qualità prezzo decisamente ele-vato, senza contare che, mentre noi “cavalca-vamo le onde di questo oceano bianco”, le or-ganizzazioni di heliski erano ferme per viadell’ennesima tempesta di neve. Il lodge, com-pletamente rinnovato, è molto confortevole eaccogliente, lo staff e l’atmosfera davvero rilas-santi e divertenti. In sostanza una vera e pro-pria mecca per chi vuole provare un powder dasogno senza spendere un occhio della testa.

3 - LAST FRONTIER HELISKI - Dopo un paio divoli su Vancouver e Smithers, abbiamo lasciatoil cuore della British Columbia per fare rottaverso nord, ai confini con Yukon e Alaska, perincontrare il nostro principale partner, la puntadi diamante per l’heliski. Non che ce ne fossebisogno, ma i due giorni trascorsi al LodgeBell2 ci hanno ricordato perchè non c’è nulladi meglio sul pianeta per fare heliski. Duegiorni di heliboarding “a manetta”, 15 km didislivello totali e circa 12 run al giorno, in sce-nari e discese che nulla hanno da invidiare al-l’Alaska (vedi foto sopra e qui a sinistra).

Blade Runner,THE GREAT POWDER TRIPIn viaggio con le più professionali organizzazioniheliski del Nord America, rappresentate nel nostropaese dalla società piemontese di Sergio Camolese.

Reportage Adventures tour 2011, due fantastiche settimane all’insegna del powder tra Canada e Alaska

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Sergio Camolese insieme alla moglie Claudia dopo un’intensa giornata di heliski in Canada.

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Tra i vari pacchetti disponibili in questa stagione offerti daBlade Runner Adventures spicca una proposta davvero spe-ciale decisamente interessante anche per le aziende. Si trattadel pacchetto Whistler + TLH Heliski dal 23 al 30 gennaio 2012.

Una possibilità eccezionale per vivere la magia di Whistler, una delle stazioni sciistiche nordamericane più celebri, e sco-prire il volto selvaggio del Canada con una fra le migliori espe-rienze possibili di sci e snowboard sulla neve polverosa conTLH Heliskiing, per un totale di 3 giorni con gli impianti aWhistler/2 giorni di Heliski a TLH/1 notte a Vancouver. Di segui-to l’itinerario completo:

1º - 4º GIORNO- 1º giorno - Arrivo all’aeroporto internazionale di Vancouver,trasferimento a Whistler con SUV privato, sistemazione incamera doppia al Fairmont Chateau. Arrivo a TLH alle 15:45 eBriefing- 2º - 4º giorno - Sci/Snowboard a Whistler

5º – 8º GIORNO- 5º giorno - Trasferimento a TLH Heliskiing alle 11:30 - 6º e 7º giorno (sabato/domenica) - Heliski/Helisnowboard conTLH- 7º giorno (domenica 29 gennaio) -Trasferimento in pullman a Vancouver alle 17:45 - Alloggio al Fairmont Pacific RimVancouver- 8º giorno (lunedi 30 gennaio) - Partenza dall’aeroportoInternazionale di Vancouver. Volo di rientro in Italia con arrivomartedì

IL PACCHETTO COMPRENDE:• 2 giorni di heliski con DISLIVELLO ILLIMITATO• Trasferimento in SUV privato da Vancouver a Whistler• Trasferimenti da Whistler a TLH e da TLH a Vancouver• Vitto e alloggio al Tyax Lodge (sede di TLH Heliskiing)• 4 notti al Fairmont Chateau Whistler• 1 notte al Fairmont Pacific Rim Vancouver• 3 skipass per Whistler/Blackcomb• Servizio guide professionale a TLH Heliskiing• Uso attrezzatura sicurezza (ARVA, zainetto ABS) a TLH• Utilizzo degli sci da fuoripista K2 e bastoncini• Utilizzo di tutte le attrezzature al Tyax Lodge (SPA, racchetteda neve, motoslitte, pattini da ghiaccio, sci di fondo)

Il tutto con elicotteri da 5 clienti e solo 3 gruppiper elicottero, che ci hanno permesso di seguireun ritmo davvero impressionante: nessuna attesa,solo salite e discese. E una volta ritornati al lodge,il massimo dei servizi che si possano desiderarein una cornice senza pari. Aggiungiamo un paiodi “licenze poetiche” del pilota per sorvolare 2 alcie un orso avvistati durante il rientro al lodge e sicompleta la tappa più entusiasmante del tour. Pa-rola d’ordine: quando si torna? Dopo Last FrontierHeliski, così vicina all’Alaska, potevamo forse tor-nare indietro? Certo che no, e quindi…

4 - CHUGACH POWDER GUIDES - ALASKA - Po-trebbero bastare le foto, ma in realtà c’è moltoda dire su un’organizzazione perfetta e piena divalide alternative in caso di maltempo. I primi 3giorni non ha fatto altro che nevicare (dopo una

prima parte di stagione incredibilmente secca),situazione che normalmente porterebbe all’esa-sperazione, ma qui i gatti sono un divertimentodavvero inaspettato anche per il sottoscritto.Pendenze, pillows, rolls (slang locale per indi-care cambi di pendenza e salti in genere): tuttociò che ci si sogna in una giornata di fresca. Inol-tre i gatti sono dotati di impianto stereo e ca-vetto per collegare iPod, iPhone e palm vari, cosìche puoi cambiare dj a ogni giro. Un manicomiodi musica e risate, condito da discese che nullahanno da invidiare al catskiing in Canada. Dopo3 giorni di tempesta di neve ecco finalmente ilsole, che ci ha permesso di realizzare 12 runs insci e tavola per 8 km di dislivello, con rientro alle19 in hotel. Non saprei cosa aggiungere. Ilgiorno successivo, altra tormenta di neve e altraserie di discese col gatto (a volte alla cieca) inun delirio bianco, con “tortelle” e “annega-menti” da parte di quasi tutti i 10 pazzi presenti.Solo mezz’ora di pausa-pranzo in un bivacco nelbosco, sperduto ma confortevole, e via di nuovofino alle 18.30. Per l’ultimo giorno un regalo ina-spettato, con un’altra giornata indimenticabile. Aquesto punto si conclude il tour 2011, ma que-sta ultima tappa ci lascia ancora più convinti cheChugach Powder Guides sia la migliore solu-zione per l’heliski in Alaska. Si respira aria di si-curezza e professionalità, inoltre in un giorno digatto si fanno almeno 4 km di dislivello e nevengono “caricati” solo 2,5 sul conto del pac-chetto: un vero affare.

WHISTLER + TLH HELISKI: UN’OFFERTA ESCLUSIVA PENSATA DA BLADE RUNNER PER LE AZIENDE

In questa pagina alcuni splendidi scatti realizzati durante l’ultima tappa in Alaska.

[email protected]/fax +39 0118113420cell . +39 3356083800

www.heliskiworld.com

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(gruppo minimo 10 persone)*

*Prezzo per persona in camera doppia. Tasse incluse. Volo da e per l’Italia escluso

Immagini dello splendido Tyax Lodge, sede dell’heliski.

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Dai nostri inviati a BolzanoBENEDETTO SIRONI, MONIca vIgaNò E SIMONE BERTI

A Salewa piace fare le cose in grande. Ne ave-vamo già avuta prova durante l’inaugurazionedella palestra d’arrampicata Salewa Cube, loscorso 13 maggio. La conferma è arrivata daquella che, da pochi mesi, è la nuova sede diBolzano del gruppo Oberalp/Salewa, inauguratail 6 ottobre alla presenza di centinaia d’invitati fracollaboratori, partner, clienti, amministratori pub-blici e rappresentanti dei media. Un evento deci-samente significativo per la storia dell’aziendaaltoatesina, proprietaria dei marchi Salewa,Dynafit, Silvretta e Pomoca, che nel 2010 hafesteggiato i 75 anni, con 340 collaboratori intutto il mondo, 165 milioni di euro di fatturato euna presenza in quasi 40 paesi. Il nuovo head-quarter, costato oltre 30 milioni di euro, è un veroe proprio gioiello dell’edilizia, un’avveniristicastruttura all’avanguardia che si rapporta armo-niosamente con la natura circostante. Tanto daricevere la certificazione Work & Life assegnatadall'agenzia KlimaHaus, che si basa su criteritecnici e strategici per quanto concerne i treambiti della sostenibilità: natura ed ecologia,attività socio-culturale e trasparenza economi-ca. All’inaugurazione non potevamo certamen-te mancare.

LA CONFERENZA STAMPA - Un momento cosìimportante per Oberalp non poteva che essereguidato, in maniera brillante a nostro avviso, daHeiner Oberrauch, presidente e fondatore delgruppo, vero mattatore della giornata. Heiner hadapprima dato il benvenuto ai media durante laconferenza stampa che si è tenuta nel primopomeriggio, ricordando il valore simbolico delnuovo headquarters non solo per l’azienda, maanche per il territorio: “Abbiamo costruito un edi-ficio che ha caratteristiche uniche e che è specu-lare a ciò che la nostra storia e i nostri marchirappresentano, partendo dalla nostra terra, l’AltoAdige, e costruendo una struttura che si integranel paesaggio circostante ma con la caratteristicadi essere un landmark nel territorio”. Durante laconferenza stampa di presentazione sono inter-venuti anche Massimo Baratto, CEO di Oberalp,Gianluca Coneglian, general manager di SalewaItalia, e Reiner Gerstner, group brand & marke-ting director di Salewa, mentre la descrizione

strutturale dell'edificio è spettata di diritto agliautori del progetto, gli architetti Cino Zucchi eFilippo Pagliani. Molto interessante il commentoportato da Massimo Baratto, che ha sottolineatocome la nuova sede non solo ospita le principaliattività dell’azienda, ma è anche il luogo dovecoltivare e sviluppare tutti i brand in portafoglio,compresi quelli in distribuzione sul territorionazionale come Speedo e Rip Curl. “Più che unedificio ci piace pensarlo come una piattaformadi vita dei nostri marchi”. Non solo un luogo doveprodurre, ma un contenitore di esperienze dilavoro, di attività. In coda alla conferenza c’èstata l'occasione per la consegna ufficiale dellatarga con la certificazione Work & Life diretta-mente nelle mani di Heiner Oberrauch.

TOUR E PARTY - Concluso il momento ufficialecon la stampa, è partito il tour guidato dellastruttura con una guida d’eccezione: lo stessoHeiner. Il quale, preso in mano un megafono, hacondotto i giornalisti presenti in visita ai localidell’enorme struttura, dai magazzini agli uffici,dal negozio Salewa World alla vastissima distesadi pannelli solari presenti sul tetto (per maggioriinfo sulla struttura vedi box a fianco/nella pagi-na successiva). Grande stupore ha destato l’arealogistica e il magazzino automatico dove ungigantesco sistema robotizzato consente la movi-mentazione di oltre 45.000 articoli al giorno, dalmoschettone alla tavola da surf. Giunti ormai altramonto è stato dato il via all’aperitivo con buf-fet nel piazzale antistante l’ingresso dell’edificio,un modo ristoratore per condurre tutti gli invitatiall’esterno, dove di lì a poco si è svolta la presen-tazione al pubblico alla presenza di alcune auto-rità locali, tra le quali l'assessore della provinciadi Bolzano, Thomas Widmann, e il sindaco diBolzano Luigi Spagnoli. Il taglio del nastro nonpoteva che avvenire in maniera spettacolare,grazie al gruppo di ballerini Sky Dancer che, lega-ti a una corda, si sono esibiti in evoluzioni atempo di musica lungo la parete nord della torredi 50 mt. Nel gran finale dello show lo stessoHeiner Oberrauch si è poi calato dalla parete perportare il nastro che Widmann, Spagnolli e HansBerger, vicepresidente della provincia di Bolzano,hanno tagliato, dando ufficialmente il via aifesteggiamenti a base di musica e specialità culi-narie dell’Alto Adige.

OBERALP HEADQUARTER - Il nuovo quartiergenerale, firmato dal lavoro congiunto degli studimilanesi Cino Zucchi Architetti e Park Associati,

ha fin da subito destato un notevole interesse,tanto che, come ha affermato il numero uno diOberalp, “abbiamo avuto la visita di ben 1.200tra ingegneri e architetti da tutta Europa”. La sil-houette dell’edificio s’inserisce con naturalezzanel paesaggio montuoso circostante grazie allaforma che richiama un massiccio di montagna es’ispira in modo evidente al cristallo di rocca,impressione cui fa seguito la tipologia di mate-riali adottati, dalla vetrata sul lato nord all’allumi-nio nel resto della copertura. L’incontro perfettotra tecnologia e ambiente. “L’architettura delnuovo complesso Salewa risponde con un gestosintetico alle richieste del programma iniziale,alle questioni ambientali, alla comunicazioneaziendale e all’inserimento nel paesaggio dellavalle”, ha affermato Cino Zucchi. Di estremaimportanza l’attenzione all’aspetto sostenibile el’impegno verso il territorio, evidenziata in parti-colar modo dall’impianto fotovoltaico installatosul tetto, che rende l’intero edificio autonomo dalpunto di vista energetico e consente una drasti-ca riduzione di emissioni di CO2. Senza contarepoi che il 90% dei fornitori durante la costruzio-ne erano locali, quindi a km zero. Il nuovo head-quarter però non vuole essere un luogo unica-mente deputato allo sviluppo aziendale, maanche uno spazio alla persona, un luogo dovelavorare e vivere, come ben testimoniano lapalestra Salewa Cube, il bistro Bivac, il negozioSalewa World, il centro fitness e l’asilo, tutti ele-

menti di carattere pubblico e al servizio deldipendente, in grado anche di accogliere appas-sionati di montagna o semplici cittadini. Un con-testo fondamentale che rientra nel piano CSR(Corporate Social Responsability) di responsabili-tà sociale. “Tutto ciò perché crediamo fortemen-te che al centro delle nostre attenzioni debbarestare sempre la persona, sia interna che ester-na alla struttura Oberalp/Salewa”, sottolinea ilCEO Massimo Baratto, “e vogliamo offrire allastessa persona la possibilità di relazionarsi con inostri marchi, non solo di proprietà ma anchequelli in distribuzione, in più dimensioni”. È que-sta, in estrema sintesi, la struttura avveniristicache vuole raccogliere le sfide del prossimo futu-ro: un edificio di valore e ricco di valori, dove l’uo-mo resta il baricentro intorno al quale ruotal’azienda.

INTANTO NEGLI USA - Ma le novità in casaOberalp non si fermano al vecchio continente.Salewa e Dynafit North America hanno infattiannunciato il trasferimento nei nuovi head-quarter di Boulder, Colorado. Le nuove sedioffriranno il 150% in più di spazio lavorativo,conseguenza dell’enorme crescita avuta a par-tire dal 2007, hanno in cui la filiale si è stabili-ta in Nord America: più del 500%. I nuovi spazigarantiranno perciò un ulteriore aiuto allo svi-luppo dei brand, facilitando le relazioni con ilpubblico e i clienti.

Salewa World,welcome tothe new era...Un nuovo, importante capitolo nella storia delGruppo OberAlp. Dopo l’innovativa palestra Cubeecco la presentazione dell’intera sede aziendale.

Eventi Il 6 ottobre a Bolzano, alla presenza di centinaia di persone,è stato inaugurato l’avveniristico headquarter

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Il nuovo headquarter illuminato in occasione della festa d’inaugurazione.

Due evoluzioni dei ballerini Sky Dancer.Veduta generale della sede Salewa in tutta la sua ampiezza.

Heiner Oberrauch, Massimo Baratto, l'arch. Cino Zucchi,Gianluca Coneglian, l'arch. Filippo Pagliani e Reiner Gerstner.

Un’altra fase della festa. A destra un particolare della torta a tema e i testimonial Salewa sul palco.

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SALEWA WORLD E SALEWA CUBE

LO STOREIl nuovo punto vendita Salewa

World si propone l’obiettivo di crea-re un nuovo concetto d’interazionecon il consumatore finale. In questosenso lo store vuole essere un luogoin grado di esprimere il concept del-l’azienda, schiudendo i propri marchial mondo: Salewa, Dynafit, Silvrettae Pomoca. Un’area lounge, toteminformativi, iPad, libri, service centree tanto altro sono a disposizione delconsumatore, in modo da coinvol-gerlo nel mondo Salewa e condurloa una nuova esperienza d’acquisto.Ma non solo, perché le spiegazionitecniche sono fornite anche tramitepiccoli monitor posizionati vicini aiprodotti, così da facilitare la cono-scenza degli stessi prodotti. “In que-sto modo vogliamo far percepire alvisitatore l’atmosfera moderna e tec-nologica, ma allo stesso coinvolgen-te, della nostra azienda”, ha com-mentato Gianluca Coneglian, generalmanager di Salewa Italia, “perché inquesto luogo tutto parla di montagnae di passione per la montagna”.Così, grazie alle possibilità interatti-ve offerte dal punto vendita, il clien-te viene maggiormente coinvoltodalle spiegazioni tecniche dei pro-dotti e materiali durante l’acquisto epuò rilassarsi leggendo un libro osfogliando una rivista di montagna.“Non vuole essere un semplicenegozio, poiché Salewa Worlddiventa il contenitore delle nostreattenzioni e dei nostri servizi per il

cliente, oltre al punto d’incontrodelle nostre passioni”, ha sottolinea-to Reiner Gerstner, group brand &marketing director di Salewa, “esarà una piattaforma in continuaevoluzione rispecchiando le caratte-ristiche del nostro mercato e deinostri marchi”. Tra i servizi offerti èpresente anche un laboratorio inter-no per installazioni, piccole ripara-zioni e manutenzioni, mentre a fineanno verrà installato uno specchiointerattivo. Il luogo, infine, si presta anumerose iniziative rivolte sia ainegozianti, che possono in questomodo vedere realizzato il conceptdell’azienda, sia all’utente finaleattraverso clinic tecnici, incontri contestimonial, eventi e serate di appro-fondimento. “Vogliamo che sul pia-neta Salewa World atterrino tutti gliappassionati di montagna”, conclu-de Reiner Gerstner, “e per questoabbiamo già avviato contatti per col-laborazioni con le associazioni dimontagna offrendo il negozio comebase di incontro per le loro attività”.

LA PALESTRA

Da sempre il movimento “verticale”è radicato nel DNA di Salewa e la rea-lizzazione di una palestra di arrampi-cata a Bolzano è stata una naturaleconseguenza di questo inscindibilelegame. Dopo 15 mesi di lavori lastruttura, finanziata per due terzi daSalewa e per un terzo dall’amministra-zione pubblica, è stata inaugurata benprima dell’intera sede (13 maggio), purfacendone parte. L’intenzione di basenella progettazione della palestra eraquella di creare una struttura innovati-va dai grandi spazi aperti. Perciò èstata creata una grande porta diingresso alta quanto l’intera palestra ecompletamente apribile. In questomodo coloro che sono impegnati sullepareti hanno la sensazione di trovarsiall’aria aperta pur rimanendo al riparodagli agenti atmosferici. “Climbingindoor, feel outdoor” è proprio il mottodella palestra Salewa Cube. La strut-tura è liberamente fruibile da tutti,anche da coloro che lavorano nellevicinanze e vogliono trascorrere imomenti di pausa in mezzo alla natu-ra, ma può essere sfruttata anche percompetizioni di livello nazionale einternazionale. La gestione della stes-sa è affidata a Martin Knapp, presi-dente onorario dell’AVS Bolzano. Larealizzazione della palestra è stataaffidata alla cura dell’ingegnere RalfPreindl (Ingenieurburo Ralf Preindl). Ipannelli di arrampicata sono in com-pensato di betulla sintetico resinato su

strutture in acciaio, mentre la pareteest è in fibra di vetro rinforzata (unareplica di una parete di rocciareale).Tra le diverse pareti presentiimpressiona quella alta 18 metri, men-tre per i climber che si vogliono spe-cializzare nella disciplina speed sonodisponibili anche alcuni percorsi velo-ci che si snodano in tre direzioni diffe-renti sino a 15 metri di altezza. Da ulti-mo, la palestra prevede uno spaziobouldering con varie difficoltà.Esternamente è stata addirittura alle-stita una via ferrata, studiata per iprincipianti, che prevede per loro unaccesso facilitato. Non manca infineuna parete esterna di dry-toolinglungo la quale ci si potrà allenare conla picozza e testare in loco le attrezza-ture Salewa.

• 1.855 mq di arrampicata interna• 200 mq di arrampicata esterna• 250 mq il boulder interno• 200 mq il boulder esterno• 18 mt l’altezza massima delle pareti• 15 mt l’altezza delle vie speed• 9,5 mt il dislivello• 25 mt di larghezza e 14 mt di altezzal’arrampicata sul lato sud• 180 i tracciati d’arrampicata proposti• 1.100 i rinvii• 11.000 le prese di arrampicata in 35 colorazioni differenti per un totale di 13 produttori• Da 4 a 8c i gradi di difficoltà di arrampicata• Da A a E i gradi di difficoltà boulder

La nuova sede costituisce un punto d’incontro trapiù dimensioni: fisiche, sociali e comunicative.L’azienda Oberalp ha fortemente voluto che l’innovativoheadquarter fosse sito proprio a Bolzano, per realiz-zare un punto di aggregazione per la città. In tal modol’edificio si pone come una nuova porta della città, unlandmark visibile ai 20 milioni di automobilisti che ognianno transitano sull’Autostrada del Brennero.

L’IMPIANTO GENERALEUn edificio produttivo vive di due realtà strettamente

correlate: quella di “macchina” funzionale e quella diluogo di lavoro conviviale. A queste se ne aggiungeuna terza, quella di essere immagine e luogo di rela-zione con il pubblico, oltre che condensatore fisicodell’immagine dell’azienda. Questa dimensione, privatae pubblica allo stesso tempo, è leggibile nella stessaorganizzazione planimetrica dell’organismo architetto-nico, dove la sequenza di spazi aperti pubblici e privatiorganizza i volumi edilizi. Così a nord trovano luogo ilvolume delle torri con gli uffici e lo showroom, a est lapalestra di roccia, a sud i magazzini (sotto una foto). Letorri si affacciano verso l’autostrada a ovest, creandoun tutt’uno con la struttura dei magazzini grazie allepannellature forate che ricoprono gran parte dell’edifi-cio, mentre il lato nord si presenta completamente ve-trato e crea una sorta di continuità tra la hall, lo sho-wroom e gli uffici. Le facciate rivolte a sud e ovestsono schermate da pannellature metalliche che na-scondono gli elementi di risalita e le vetrate degli ufficichiusi.

MATERIALI E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALECosciente della sua dimensione “topografica”, l’edi-

ficio è stato realizzato con pochi e semplici materialiche alludono alla forte sensibilità nei confronti dellanatura e dell’ambiente che caratterizza la filosofia Sa-lewa. Tutte le pareti dei volumi sono rivestite con pan-nelli di allumino forato con spessore di 3 mm in diversesfumature di colori freddi, che richiamano il mondodella montagna e dei paesaggi alpini. La colorazionedell’alluminio avviene tramite un processo naturale dielettrocolorazione per interferenza. I pannelli sono fo-rati da una maglia regolare di buchi di diverso diametroe svolgono anche la funzione di brise-soleil. La grandeestensione della copertura è caratterizzata dall’uso dipannelli fotovoltaici sul tetto dei magazzini per uno svi-luppo complessivo di 4000 mq (foto sotto).

PRINCIPI ENERGETICIPer assicurare l’opportuno comfort all’interno di una

edificio si consuma energia, la cui produzione ha deicosti sia in termini economici che di risorse. Per que-sto motivo è fondamentale l’ottimizzazione e la raziona-lizzazione dell’apporto energetico tramite particolari edevolute soluzioni tecniche, nella scelta delle quali ri-

sulta assolutamente vincolante considerare le specifi-che condizioni climatiche del sito: temperature estive,temperature invernali, venti prevalenti, irraggiamento einclinazioni solari. Da questa interpolazioni di dati al-lora nasce la disposizione ottimale dell’edificio. Non acaso quindi l’headquarter s’affaccia a nord e a est conuna superficie totalmente trasparente mentre sischerma verso ovest e verso sud con una superficiequasi totalmente opaca. Questa soluzione infatti otti-mizza consumi energetici, investimenti gestionali alungo termine e comfort termo-igromentrico. La sceltadi porre le superfici trasparenti a nord e a est, e quelleopache su tutto il resto dell’edificio, serve a limitare ilpiù possibile l’irraggiamento solare che nel periodoestivo a Bolzano sfiora dei regimi critici soprattuttonelle parti dell’edificio esposte a sud e a ovest. Di con-seguenza la struttira può schermarsi dagli apporti so-lari e limitare al minimo ogni produzione d’energia chedovrebbe essere prodotta per raffrescare gli interni.Per lo stesso motivo le parti opache a sud e a ovestdell’edificio sono rivestite da una pelle formata da pan-nelli d’alluminio che hanno la principale funzione dicatturare l’energia solare, prima che essa possa tra-sferire energia alle parti dure, contribuendo a un ve-loce e rilevante aumento delle temperature interne equindi del proporzionale incremento dell’eventualeenergia di raffrescamento. Questi pannelli catturanol’energia attraverso la loro faccia esterna e la liberanonell’intercapedine formata tra i pannelli stessi e le partidure dell’edificio. In questa intercapedine, per alte dif-ferenze di temperature, si forma una corrente che a

sua volta libera l’energia verso l’esterno attraverso gliappositi fori del rivestimento. La pelle d’alluminio pre-senta infatti dei fori di quattro diversi diametri (70, 50,30 e 10 mm) associati a quattro pannelli diversi, tuttidalle stesse dimensioni (1200 mm x 600 mm). I fori rag-giungono la massima dimensione in corrispondenzadei serramenti degli uffici. Tra l’altro gli agenti atmosfe-rici che entrano a contatto con questa “pelle” e perco-lano nel terreno verso la falda non sono inquinati, poi-ché il processo di elettrocolorazione è totalmentenaturale e non presenta nessun prodotto inquinante. Alcuore di tutto il concetto energetico della struttura c’èovviamente il grande impianto fotovoltaico installatosulla copertura dei magazzini, capace di sviluppareuna potenza pari a 450 kWel e 520.000 kWh di energiaelettrica all’anno, evitando 335 tonnellate di CO2 inemissioni. Il controllo e la scrupolosa riduzione deiconsumi tramite lo sfruttamento di sistemi passivi,unito all’impianto fotovoltaico, porta alla quasi totaleeliminazioni di emissioni CO2, oltre che, ovviamente, al-l’autarchia energetica.

TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

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Dai nostri inviati DaNIELE DE NEgRI E BENEDETTO SIRONI

Ancora una volta Annecy si è trasformato incentro nevralgico del mondo outdoor. L’occa-sione è stata la seconda edizione dell’EuropeanOutdoor Forum, andato in scena l’11 e il 12 ot-tobre al cospetto di oltre 230 key player prove-nienti da tutta Europa. Obiettivo della due-giorniera quello di incontrare esperti del settore, discu-tere del mercato in un ambiente rilassato e ac-quisire informazioni utili a prendere decisioni ea plasmare il futuro dell’outdoor. Organizzatodall’Outdoor Sports Valley in partnership con l’Eu-ropean Outdoor Group, l’EOF ha potuto contareanche sul supporto di Sport Achat, ISPO, SGI Eu-rope-The Compass, aWorkbook, Sympatex, Poly-giene, Outdoor Show, ERAI e CIM. Da segnalareinoltre la partecipazione di Outdoor Magazine eOutdoor Magazine USA (il nostro omologo ame-ricano) in qualità di media partner dell’iniziativae presenti in forze anche all’evento.

FINALITÀ DELL’EVENTO - L’evento è stato pensatoper creare relazioni durature tra i principali attoridel mercato europeo ed è già diventato un puntofisso del calendario outdoor. Lo conferma ancheDavid Udberg, presidente dell’EOG e managingdirector di Lowe Alpine: “Per molti anni il settoreoutdoor europeo ha cercato di creare un forumche consentisse di analizzare i temi che influen-zano la sua evoluzione. Lo scorso anno l’EOG hasupportato l’Outdoor Sports Valley nell’organizza-zione della prima edizione dell’European OutdoorForum di Annecy. Che ha registrato un indiscussosuccesso e feedback decisamente positivi. Sitratta di un evento destinato a crescere e daparte nostra cercheremo di ampliare le prospet-tive per abbracciare sempre più tematiche”.

AZIENDE PARTECIPANTI - Tra le aziende parteci-panti alla seconda edizione dell’appuntamentospiccano: 1% For The Planet, 8264.Com, Aku, AmerSports, Arc’teryx, As Adventure Group, Aspom, As-sosport, Astrum Brands, Bailo, Camp, Cascade De-signs, China Outdoor Retailer Association, Coali-sion, Coleman, Deuter, Diffusion, Eagle Creek, Edel-rid, Eider, Escape Lane, Ethical Trading, Ferrino &C Spa, Fifas, Filiere Sport, Fjällräven, Genfoot, Glo-betrotter, Greensport, Groupe H, Hark Solutions,Honesty, Innovaski, Invista, Italian Outdoor Group,Jonathan & Fletcher, Julbo, Kamik, Katoen Natie,Keen, Klingheim Sowk, La Compagnie Du Bain, LaSportiva, The Lifestyle Company, Lowa, Lowe Al-pine, Mammut, Marmot, Millet, Montagne Tv,Mountain Equipment Co-Op, Nic-Impex, Nikwax,Editions Niveales, Nordica, Oberalp Group, Odlo,

Outdoor Industry Association, Outdoor Experts, Out-doori, Outdoor Italia, Outdoor USA, Patagonia,Petzl, Picture Organic Clothing, Recco, Rossignol,Salomon, Sanfo, Savoie Hexapole, ScandinavianOutdoor Group, Scarpa, Scott, Sintef, Social Accoun-tability International, Sport Guide, Sport Pul-sion, Sports Recruitment, Supply Chain Council,Switch Consulting, Tatonka, Tecnica Group, The Li-festyle Company, The North Face, The OIA, Ther-more, Timberland, TSL Outdoor, Vaude, Vibram,Viking Footwear, Vuarnet, WL Gore e WWW Inc.

TEMI CHIAVE - Tra i topic dell’edizione 2011, itrend dei mercati europeo, cinese e nord ameri-cano. Si è poi discusso di social media, corporatesocial responsibility, sostenibilità, proprietà intel-lettuale, catena di distribuzione e mercato giova-nile. L’atmosfera internazionale dell’evento èstata ulteriormente alimentata dall’interventodi speaker provenienti non solo dall’Europa maanche dal Nord America e dalla Cina. Inoltre ipranzi firmati SGI Europe-The Compass e aWork-book e la cena offerta da ISPO hanno agevolatola creazione di nuovi rapporti di business.

PROGRAMMA 2011 - I lavori si sono aperti conun discorso di introduzione di David Udberg (pre-sidente dell’EOG) e Jean-Luc Diard (presidentedell’Outdoor Sports Valley). Sono stati poi previ-sti 9 seminari dei quali potete trovare un appro-fondimento nella pagina a fianco. Oltre a questimeeting, numerose le altre iniziative da segna-lare. Innanzitutto il primo giorno si è chiuso conla presentazione del Forum Gift da parte di Jac-ques Fath (direttore di 1% for the Planet in Fran-cia) e Benjamin Marias (Outdoor Sports Valleyhead of sustainability). Quest’anno il regalo spon-sorizzato da Sympatex consisteva in un CD scari-cabile con musiche di 1% for the Planet. La stessasera si è svolta la cena ISPO Forum Dinner abordo della MS Libellule, che ha attraversato illago di Annecy fino a mezzanotte. Hanno parte-cipato alla cena oltre 160 operatori del settore.Ospite d’onore Heiner Oberrauch, presidente delGruppo OberAlp/Salewa, che ha tenuto un di-scorso con indosso una lampada frontale Petzlpresentatagli direttamente da Paul Petzl, speakerdella cena nel 2010. Il giorno seguente si è svoltoil primo Global Retail Best Practices Panel per esa-minare lo stato dell’arte del retail e le migliori pra-tiche di vendita. Il meeting è stato gestito da Eu-genio Di Maria (fondatore e ceo di SGI Europe) edha visto la partecipazione di Heng Zhang (fonda-tore e ceo di Sanfo), David Labistour (ceo diMountain Equipment Co-op del Canada), FredericHufkens (ceo di AS Adventure) e Thompas Lipke(managing director di Globetrotters).

In occasione dell’European Outdoor Forum, la crème del mondo outdoor si è riunita nel paese franceseper discutere del mercato e definirne i profili futuri. Nove gli interessanti seminari a programma.

Focus on L’11 e il 12 ottobre ad Annecy si è svolta la seconda edizione dell’appuntamento

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L’IMPEGNO DEGLI ORGANIZZATORI• Minimizzare le emissioni di gas tossici • Limitare il consumo di risorse naturali qualiacqua ed energia e soddisfare la domanda inbase alla disponibilità di risorse locali• Evitare, ove possibile, la creazione di rifiuti.In caso contrario, provvedere a un loro rici-clo. Proteggere la biodiversità, l’acqua, l’ariae le risorse della terra • Causare il minimo danno ambientale duran-te la preparazione del forum. La comunitàlocale ne beneficia economicamente, social-mente e persino a livello ambientale siadurante che dopo l’evento• La selezione della sede e dei mezzi di tra-sporto è un parametro importante per mini-mizzare l’impatto sull’effetto serra e migliora-re l’accessibilità al forum per persone conmobilità ridotta• Incrementare la consapevolezza dei parte-cipanti, dei fornitori di servizi e della comu-nità locale in riferimento a temi sostenibilitramite la comunicazione di obiettivi e solu-zioni green • Coinvolgere gli ospiti, le autorità, gli spon-sor, i gruppi cittadini, le associazioni no-pro-fit e gli esperti tecnici e di business nell’ado-zione di un atteggiamento eco-compatibileper rispettare gli impegni sopra elencati

IL PIANO DI AZIONE - Il piano di azione si applicaagli organizzatori, alle conferenze, alle cenee persino ai pranzi. Tale piano abbraccia tuttigli aspetti organizzativi del forum e in parti-colare trasporti, alloggio, gestione in loco(cibo, bevande, energia, acqua, rifiuti), sede,marketing e comunicazione, consapevolezzaed educazione.

LE ATTIVITÀ - “Se non sai da cosa partire, piantaun albero. Solo una persona ottimistica è ingrado di farlo”. Queste le parole di Yvon Choui-nard, patron di Patagonia. L’European OutdoorForum condivide questo spirito green fin dallaprima edizione, quando gli organizzatori hannosottoscritto un programma di gestione sosteni-bile per ridurre l’impatto dell’evento e non venirmeno alle proprie responsabilità sociali. Il pro-gramma, seguito anche quest’anno e integral-mente proposto sul sito dell’iniziativa, è statodefinito e gestito da Azimut, un’agenzia eco-in-novativa con sede ad Annecy. Queste azionisono solo il primo passo verso la realizzazionedi un evento al 100% sostenibile. Gli organizza-tori hanno infatti intenzione di migliorare il loroimpegno di anno in anno, anche tramite l’inviodi questionari ai partecipanti che consentano divalutare l’effettivo impatto ambientale del forume le eventuali soluzioni da integrare.

Gli organizzatori del forum sono guidati da una visione comune e intendono promuovere imigliori standard di sostenibilità oltre che cercare nuove pratiche di business che tutelinol’ambiente, la forza lavoro e la società. Per questo l’European Outdoor Forum, insieme ai suoipartner, si impegna in un programma di gestione sostenibile dell’evento.

UN FORUM ECO-COMPATIBILE

Heiner Oberrauch durante la cena sulla MS Libellule.

David Udberg, presidente EOG. Jean-Luc Diard, presidente OSV.

Da sinistra: Sandro Parisotto (Scarpa), Giulia Delladio(La Sportiva) e Riccardo Milani (Scarpa) con il regalo“ecologico” consegnato all’edizione 2010.

Il folto pubblico presente alle conferenze. Il panel debate dedicato al futuro del retail.

EOF 2011,evento danumeri uno

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Il discorso d’apertura tenuto da David Ud-berg e Jean-Luc Diard ha dato il via ai 9 se-minari in programma. Interessanti i temi trat-tati ma ancor più rilevanti i dati resi noti dairelatori. Di seguito un breve riassunto di tuttigli appuntamenti.

1. CINA, LA NUOVA FRONTIERA Roger Zeng, presidente e fondatore di CORAIl relatore ha fornito ai presenti una accurataoverview del mercato outdoor cinese e dei 10principali trend che i brand dovrebbero tenerein considerazione in caso di business in questoPaese. Roger ha anche spiegato come fun-ziona il settore outdoor per retailer, brand eproduttori. Tra i dati da lui resi noti spicca la cre-scita dell’economia dagli occhi a mandorla chesi attesta al 9-10% annuo. L’outdoor sta addi-rittura crescendo del 30%, trainato da un forteaumento della middle class (nel 2010 ben125 milioni di cinesi sul totale di 1,3 miliardiavevano una media o alta capacità di spesa).

2 & 3.RESPONSABILITÀ SOCIALE, MEGLIO AL SICUROCHE DISPIACIUTIEdwin Koster, ceo di Max Value, & Julia Hawkins di Ethical Trading Entrambi i relatori hanno trattato lo stesso temama da prospettive diverse. Hanno evidenziatol’importanza della responsabilità sociale in Eu-ropa così come in ogni altra parte del mondo.Per questo i marchi devono prestare attenzionenon solo al prodotto ma anche alla moralità ealle persone con cui entrano in contatto per il

proprio business. Le società devono dunque as-sicurare al pubblico la difesa dei diritti dei pro-pri dipendenti e di quelli dei collaboratori.

4. LA GESTIONE DELLA CATENA DI DISTRIBUZIONE -LA PIANIFICAZIONE PRIMA DI TUTTODouglas Kent, consigliere della catena di distribuzione Kent ha spiegato come prevedere una ridu-zione di rischio nella catena di distribuzione.Per fare ciò ha presentato uno schema di unsoggetto complesso che è stato in grado di at-tirare l’attenzione dei presenti in sala. La glo-balizzazione, la complessità del mercato mo-derno e l’outsourcing hanno incrementato ilpotenziale di disservizio nella catena di distri-buzione. Da un punto di vista finanziario, poi,si è sempre meno tolleranti e al contrario sem-pre più attenti ai rischi che si possono correree al conseguente potenziale impatto sulle ope-razioni di business. Il seminario ha esaminatole risposte di centinaia di aziende che hannopartecipato a una recente ricerca. Ha svelatoinoltre i rischi delle principali aziende, il loro li-vello di esposizione e l’impatto che quest’ul-tima potrebbe avere sull’abilità della Cina e ditutti gli altri Paesi asiatici divenuti fornitori peril mercato europeo.

5. MODERNE STRATEGIE DI MARKETING: GOSSIP,CELEBRITÀ E L’ARTE DELLA SEDUZIONEWalter Naeslund, ceo di Honesty Stockholm SwedenIl relatore ha accompagnato i presenti in unadivertente analisi su come sfruttare i social

media per il proprio business. Le social com-munities dei new media sono infatti una gi-gantografia dei più ridotti gruppi di amici e ali-mentano il gossip. Naeslund ha così presentatoun modello in grado di rendere il gossip un ca-posaldo delle campagne di marketing.

6. IL PROFILO DELL’OUTDOOR IN EUROPAMark Held, segretario generale dell’European Outdoor GroupPer la prima volta l’EOG ha promosso una ri-cerca europea con il supporto di brand del set-tore operativi nel Vecchio Continente. L’obiet-tivo era quello di creare uno studio che potesseessere un punto di riferimento per le realtàoutdoor. Held ha presentato i dati raccolti daquesta prima ricerca europea sul settore, inter-pretandoli secondo la sua personale espe-rienza. Stando alla ricerca, l’Europa vive unbuon momento nonostante le difficoltà econo-miche. L’outdoor nel nostro Continente risultadunque essere una solida realtà in tutti i prin-cipali Paesi europei e il trend positivo è desti-nato a proseguire.

7. COME CATTURARE IL MERCATO GIOVANILEAlex Striler, consulente e autore di “X Play Nation”Il seminario ha analizzato quanto gli actionsport hanno attirato i giovani consumatori ecome la strategia di marketing dei brand diquesto settore è stata adattata ai nuovi trendper attirare nuovi potenziali clienti ancheverso sport più tradizionali. Un esempio delsuccesso di questo nuovo approccio è rappre-

sentato dal freeski, che ha influenzato il mer-cato dello sci alpino.

8. PROPRIETÀ INDIVIDUALE, UNA SFIDA CRESCENTEAnne Laurent, general IP counsel Europe per Amer SportsLa Laurent ha esaminato i problemi correlati allaproprietà intellettuale (IP). L’aumento di viola-zioni di queste proprietà ha un enorme im-patto sul settore outdoor. I moderni metodi dicomunicazione aumentano potenzialmente il ri-schio di importazione di materiale contraffattodal Far East da parte di privati, retailer e orga-nizzazioni criminali. In questo seminario sonostate analizzate le ultime soluzioni adottate daimarchi per ridurre questo rischio. La Laurent haanche presentato alcune iniziative poste in es-sere da svariate associazioni per aiutare il set-tore outdoor a combattere questo problema.

9. I TREND DEL MERCATO NORD AMERICANOFrank Hugelmeyer, presidente e ceo dell’OIADurante la sua presentazione, il relatore hafatto alzare in piedi i vari delegati per testarela loro conoscenza del mercato nord ameri-cano. Interessante notare come le afferma-zioni più corrette siano state fatte da ZhangHeng di Sanfo. Hugelmeyer ha poi reso noti idati raccolti dall’OIA negli ultimi 12 mesi, daiquali è emerso che negli USA l’economia ge-nerale cresce del 2% circa ma l’outdoor lo faaddirittura 4 volte tanto. Metà degli americanipratica una o più attività all’aria aperta e anchei giovani sono sempre più coinvolti.

I NOVE SEMINARI DELL’EOF

8 – Anne Laurent 1 – Roger Zeng2 & 3 – Julia Hawkins

& Edwin Koster 4 – Douglas Kent 5 – Walter Naeslund 6 – Mark Held 7 – Alex Striler 9 – Frank Hugelmeyer

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A cura diSIMONE BERTI

La bellezza di 562 giovani e rampanti climbersha letteralmente invaso la decima edizione delRock Junior, evento noto anche come EuropeanYouth Climbing Days e valido per l’assegnazionedell’Under 14 Cup. Le centinaia di talenti in erbadell’arrampicata, provenienti da 20 differentinazioni, si sono così sfidate l’1 e 2 ottobre all’in-terno del Climbing Stadium di Arco, il medesimodove si sono svolti i mondiali IFSC, in gare diboulder, lead e speed. Adam Ondra, David Lama,Angela Eiter, Johanna Ernst, tutti climbers difama mondiale, hanno iniziato la propria espe-rienza sportiva in quel di Arco, e con tutta pro-babilità i loro eredi sono saliti in parete proprioa inizio ottobre nella stessa cornice del Rock Ju-nior. L’anno scorso la vittoria dell’Under 14 Cupera andata all’austriaco Christopher Stelzmuellere alla serba Stasa Gejo nella categoria A, aglisloveni Luka Drolc e Janja Garnbret nella catego-ria B, a Joe Goodacre (USA) e Celina Schoibl(AUT) tra i giovanissimi della C. Un bronzo (Sig-mund Moritz cat. B) e due argenti (Giorgio Ben-dazzoli cat. B, Tito Traversa cat. C) sono invecestati conquistati dai piccoli atleti nostrani, ma bi-sogna anticipare che l’edizione 2011 è andatamolto meglio per i colori italici. Il Rock Junior2011, organizzato dall’associazione Rock Ma-ster, ha potuto usufruire del supporto della so-cietà Arco Climbing, del Soccorso Alpino dellaGuardia di Finanza, del Centro Addestramentodella Polizia di Moena e degli Accompagnatori dialpinismo giovanile della SAT.

GARE E ALTROI ragazzi in competizione erano divisi per cate-

gorie a seconda dell’età: la categoria A riguarda-va i nati nel 1998 e 1999, la B quelli nel 2000 e2001 e infine la C i più piccoli, classe 2002, 2003e 2004. I climbers si sono dovuti cimentare lungole due giornate in sei problemi boulder, unaprova unica di velocità e due manche per il lead.Al termine di tutte le competizioni è stata stilatauna speciale classifica combinata finale, che hadecretato i nuovi campioncini internazionali diarrampicata. Le gare agonistiche non sono stateperò le uniche protagoniste del Rock Junior, per-ché numerosi eventi collaterali sono stati orga-nizzati durante i due giorni ai piccoli climber ealle loro famiglie. I Family Rock e Kid’s Rock ad

esempio proponevano un mix di gare d’abilitàdedicati ai piccoli climbers di tutti i livelli e ai lorofamiliari. Nel primo i bambini e i ragazzi, suddi-visi in 5 categorie (A, B, C, D, più quella Atleti peri partecipanti alla Coppa Under 14), hanno datovita insieme a mamme e papà a una staffetta acoppie (tra i partecipanti anche il presidente IFSCMarco Scolaris insieme alla figlia Ilaria), mentre ilKid’s Rock presentava un approccio diverso e piùgiocoso al mondo dell’arrampicata attraverso unaserie di gare di abilità (arrampicata bendati,senza mani, boulder) e velocità. Infine, l’ultimogiorno ha visto numerosi piccoli climbers parteci-pare al Cuccagna Climbing, un albero della cucca-gna in versione arrampicata. Inoltre, durante levarie competizioni, alcuni blocchi erano stati alle-stiti a fianco delle aree di gara, una sorta di sport-camp tutto gioco e divertimento aperto a tutti.

PRIMO GIORNO, BOULDER E SPEEDOltre 200 atleti sono saliti nella giornata di

sabato sulle pareti del Climbing Stadium prontiad affrontare le prove speed e boulder valide perl’Under 14 Cup. Nel parterre erano presentinumerose celebrità del climbing nazionale, apartire dall’azzurra dello speed Sara Morandi, cheha svolto alla perfezione il ruolo di madrina dellecompetizioni speed. A fare il tifo per la nuovagenerazione di climbers c’erano gli atleti MartinoIschia e Sara Avoscan, oltre al presidente IFSCMarco Scolaris. Fin dalle prime prove i ragazzihanno mostrato grandi abilità, destrezza e forza,mettendo in luce un talento che in alcuni di loroesploderà certamente nel corso degli anni, por-tando alla luce nuove stelle nel panorama mon-

diale. In particolare nel boulder hanno brillato laslovena Janja Garnbert e l’austriaco BernhardKrenmayr nella categoria A, la slovena LanaSkusek e l’azzurro Filip Schenk nella B, l’unghere-se Blanka Rubint e lo svizzero Tim Bucher nella C.Bernhard Krenmayr e Tim Bucher hanno poi fattoil “bis di primi” anche nella gara di speed dellerispettive categorie, conquistata anche dall’au-striaca Franziska Sterrer (cat. A), dal bulgaroPetar Ivanov e dalla slovena Alja Zalar (cat. B),oltre che dall’italiana Anna Aldè (cat. C). Nelcomplesso, in questa prima giornata di gare i pic-coli atleti italiani si sono dati molto da fare, riu-scendo a centrare ben 14 piazzamenti sul podio.

ULTIMO GIORNO, LA COPPA UNDER 14La seconda e conclusiva giornata del Rock

Junior è stata una vera e grande festa. Il rossodelle quasi 600 magliette indossate dai parteci-panti dominava il Climbing Stadium. L’eventoclou è stata la prova lead, che ha permesso dicompletare definitivamente la classifica combi-nata finale. Ed è stata una sorta di rivincita italia-na rispetto al recente digiuno dei Mondiali. In pri-mis è da segnalare il bel 1° posto della giovaneAlice Gianelli, dodicenne di Ravenna in gara nellacat. A, che ha sbaragliato le altre concorrenti gra-zie alla vittoria nel lead conseguente a due otti-mi secondi posti nelle prove boulder e speed.Sempre per quanto riguarda la cat. A, è statol’astro nascente austriaco Bernhard Krenmayr aconquistare il primo posto. Scendendo di una

categoria, e quindi di qualche anno di età, ritro-viamo sventolare le bandiere tricolori grazie al 1°posto dell’altoatesino Filip Schenk, già 2° nel2009. Filip ha sempre ottenuto il podio durantela manifestazione, con l’argento nello speed el’oro nelle altre due prove. Quarta e quinta piaz-za per gli italiani Sigmund Moritz e Tito ClaudioTraversa. Nella B femminile invece nulla ha potu-ta la nostra Giorgia Tesio, che si è dovuta arren-dere al talento della slovena Lana Skusec. Lacategoria dei più piccoli, la C, ha visto il dominiodell’ungherese Blanka Rubint e dello svizzeroTim Bucher, l’unico climber ad aver vinto tutte etre le prove. Un ottimo argento è stato ottenutoda Anna Aldè, mentre Jacopo Stefani eAlessandro Eitel Pucci Manildo nulla hanno potu-to contro il fenomeno svizzero, piazzandosisecondo e terzo.

“Chiunque sia passato per Arco e per lo stadioha potuto vedere di persona la grande festa delRock Junior, e constatare quanto il Mondiale e, ingenerale, l’arrampicata abbiano portato allanostra città, in termini di presenze turistiche eimmagine. Il bilancio non può che essere positi-vo, per il Rock Junior abbiamo avuto un boom di600 partecipanti e questo è un dato che parla dasolo”, ha commentato a fine giornata AlbinoMarchi, presidente del comitato organizzatoredei Campionati del Mondo Arco 2011 e membrodel comitato organizzatore del Rock Junior, ovve-ro l’associazione sportiva Rock Master.

Rock Junior,piccoli climbercrescono in fretta

Eventi Dall’1 al 2 ottobre al Climbing Stadium di Arco di Trento la decima edizione

30 |Numero 11 / 2011|

Gli atleti internazionali più talentuosi presenti agliEuropean Youth Climbing Days. Suddivisi in 3 categorie,hanno affrontato gare di boulder, speed e lead.

CATEGORIA A1) Krenmayr Bernhard (AUT)2) Carnati Stefano (ITA)3) Sharkov Todor (BUL)

1) Gianelli Alice (ITA)2) Garnbert Janja (SLO)3) Sterrer Franziska (AUT)

CATEGORIA B1) Schenk Filip (ITA)2) Bogolin Maks (SLO)3) Ivanov Petar (BUL)4) Moritz Sigmund (ITA)5) Traversa Tito Claudio (ITA)

1) Skusek Lana (SLO)2) Tesio Giorgia (ITA)3) Zalar Alja (SLO)4) Rogora Laura (ITA)

CATEGORIA C1) Bucher Tim (SUI)2) Stefani Jacopo (ITA)3) Pucci Manildo Alessandro Eitel (ITA)

1) Rubint Blanka (HUN)2) Aldè Anna (ITA)3) Waltz Helena (GER)4) Randi Giulia (ITA)

CLASSIFICA COMBINATA FINALE UNDER 14 CUP

Alice Gianelli

Filip Schenk

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Reportage International Mountain Summit, la terzaedizione in scena dal 21 al 30 ottobre

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Dalla nostra inviata a BressanoneMONIca vIgaNò

Alla sua terza edizione l’IMS era certamen-te chiamato a una prova di maturità, dopodue anni nei quali la manifestazione avevadimostrato certamente spunti positivi ma alcontempo alcune zone d’ombra. Come adesempio il fatto di aver coinvolto inizialmenteun pubblico troppo ristretto e locale, nono-stante le grandi risorse economiche a disposi-zione. Siamo stati in prima persona aBressanone per verificare se siano stati fattipassi avanti e dobbiamo dire che l’IMS sem-bra finalmente avviato sulla retta via, anchese può ulteriormente migliorare coinvolgendomaggiormente le masse di appassionati enon. Tra gli aspetti più positivi il coinvolgi-mento dei grandi nomi dell’alpinismo mon-diale e le iniziative come gli IMS Walk, i cuibiglietti sono andati letteralmente a ruba benprima dell’inaugurazione, o gli Arc’teryxClimbing Days, novità assoluta all’IMS 2011.Due sotto-eventi che hanno offerto l’opportu-nità ai partecipanti di testare prodotti e mate-riali per trekking e climbing, dagli imbrachiArc’teryx alle calzature Aku. In ogni caso, allafine della manifestazione, sono stati registrati12.000 visitatori totali (di cui 1.200 dall’este-ro), 2.000 in più del 2010: scalatori, slackliner,alpinisti, esperti di settore, scienziati, associa-zioni alpine e amanti della montagna, che sisono presentati a Bressanone, dal 21 al 30ottobre, per partecipare a questa kermesse direspiro internazionale.

I NUMERI DEL 2011 - Talk, Discussion, Media,Congress, Walk, Arc’teryx Climbing Days,Slackline, Film e AVS Boulder Festival. Un maredi attività e momenti d’incontro, dislocati indiversi spazi di Bressanone: dalla Piazza Duomo,dove 2.700 persone si sono entusiasmate per laseconda finale dei Mondiali di Slackline, allapalestra di pallamano, luogo deputato all’AVSBoulder Festival cui ha assistito un pubblico di2.900 appassionati. Ma è stato il Forum diBressanone a raccogliere il numero maggiore divisitatori, 6.300, tutti accorsi al ricchissimo pro-gramma di congressi, incontri e discussione. Frai media invece sono stati accreditati 118 giorna-listi, provenienti da 9 paesi differenti.

FORUM - Tra i diversi eventi di spicco delMountain Summit vi sono stati certamente gliIMS Talk, dove alcuni fra i migliori alpinisti eclimber del mondo hanno avuto l’occasione di

raccontarsi e raccontare della loro passione. Ilpalco del Forum ha così ospitato ben 12 fra imigliori atleti e climber della scena mondiale:Chris Sharma e Stefan Glowacz il 22/10, InesPapert e Josune Bereziartu il 23, Roger Schäli eSimon Gietl il 24, Marko Prezelj il 25, ThoomasHeber il 26, Beat Kammerlander il 27, DeanPotter il 28 e, a gran chiusura, Adam Ondra eAlexander Huber il 29. Una parata di personag-gi eccezionali, coinvolgenti, che hanno permes-so al pubblico di guardare da più prospettivealle molteplici sfaccettature del mondo della

montagna. Oltre al format dei Talk vi sono statidiversi altri momenti di spicco, a partire dalladiscussione inaugurale del 21 ottobre “Tragediedi montagna”, che ha mostrato l’altra faccia del-l’alpinismo, ossia quella tragica degli incidentimortali, e dal congresso “Arrampicata e salute”.Al centro della discussione “Spiritualità e mon-tagna”, di domenica 23 ottobre, c’era invecel’eterna forza d’attrazione esercitata dalle mon-tagne sull’uomo e sulla sua spiritualità. Venerdì28 è stato particolarmente pieno, con il con-gresso “Sport e bosco quali limiti?” che ha trat-

tato il rapporto tra sport outdoor, ecologia edeconomia del bosco, e con quello che forse èstato l’evento più importante del Forum: ladiscussione “Quando l’alpinismo fa spettacolo”.tra i protagonisti Reinhold Messner, StephanGlowacz, Adam Ondra, David Lama, oltre a gior-nalisti, fotografi e rappresentanti dell’industria.

NON SOLO FORUM - In realtà l’intera città diBressanone è stata invasa dall’atmosfera dimontagna durante tutto il Summit. La Piazza delDuomo ha mostrato la sua faccia più versatile,

trasformandosi in un suggestivo cinema all’aper-to per l’IMS Film, facendo da palcoscenico allaseconda edizione dei Mondiali di Slackline, chehanno visto il trionfo dell’americano MichaelPayton, oltre che da spazio espositivo per lamostra fotografica del Photo Contest 2011 byKIKU. Nella palestra di pallamano di BressanoneSud sono andati in scena l’AVS-Boulder Festivale l’IMS Cup 11, vinta da Adam Ondra e AnnaStöhr. Due appuntamenti imperdibili per tutti gliamanti del boulder.

TITOLI DI CODA - Durante la conferenza conclu-siva dell’IMS, Albert Purgstaller, sindaco diBressanone, ha voluto evidenziare il valore chela manifestazione ha assunto per la città diBressanone: “L’International Mountain Summitrappresenta un valore aggiunto non solo per gliospiti di Bressanone, ma anche per i suoi citta-dini. Un valore espresso in contenuti e ospitirichiamati in città, ma soprattutto in introitiriversati sull’economia locale”. Alle belle paro-le del sindaco si è voluto aggiungere ancheMarkus Huber, presidente dell’AssociazioneTuristica di Bressanone, che ha dichiarato: “Dalpunto di vista del turismo, l’IMS ha un valoreimpagabile, in quanto trasporta il marchio diBressanone in modo positivo e sostenibile intutto il mondo. Vorrei, per questo, fare i mieicomplimenti ai responsabili della politica e agliorganizzatori dell’evento. L’Associazione turisti-ca e l’intera economia turistica sostengono al100% l’IMS”. Soddisfazione è stata espressaanche da Gislar Sulzenbacher, rappresentantelegale del Sudtiroler Alpenverein: “Siamomolto lieti di poter fare da padroni di casa einvitare le associazioni alpine da tutto ilmondo, come anche tutti gli appassionati dellamontagna. L’AVS-Boulder Festival ha avutogrande successo, come anche il congressoArrampicata e salute, durante il quale si èdiscusso sull’evoluzione e il futuro dell’arrampi-cata; sono emerse tesi che promettono futuridibattiti, come ad esempio il tema dell’arram-picata connesso agli handicap”.

L’IMS cresce ecammina versola retta viaNumeri in aumento per il festival di Bressanone,tra novità e conferme. Molto ben riuscite alcunesezioni, ulteriormente migliorabili altri aspetti. Un momento della discussione “Quando l’alpinismo fa spettacolo”. In evidenza Reinhold Messner,

Stephan Glowacz, Adam Ondra e David Lama.

Ovviamente i Talk non sono stati gli unici momenti in cui poter godere della presenza di talicelebrità della montagna. Per gli IMS Walk, ad esempio, sono state organizzate 6 escursioninei dintorni di Bressanone guidate da Reinhold Messner, Dean Potter, Adam Ondra, BeatKammerlander, Stefan Glowacz, Josune Bereziartu, Roger Schäli, Simon Gietl, Marko Prezelj,Thomas e Alexander Huber, che hanno registrato il tutto esaurito. “La domanda per i bigliet-ti è stata, anche quest’anno, molto grande e tutti i Walk erano ben occupati; ciò ci rendemolto felici”, hanno commentato gli organizzatori dell’IMS Markus Gaiser e Alex Ploner. Leattività Walk hanno potuto godere dell’importante supporto di Gore e Aku. Quest’ultima inparticolare ha offerto l’opportunità ai partecipanti alle escursioni di testare alcuni modellidotati di membrana Gore-Tex: Cresta GTX, La Stria GTX e Arriba GTX. “Quest’anno abbiamovoluto contribuire agli IMS Walk proprio perché incarnano la nostra idea di scoprire in primapersona la montagna, stimolando il confronto con gli esperti e testando sul campo le calza-ture Aku e siamo molto felici dei positivi riscontri che abbiamo ottenuto”, ha commentatoVittorio Forato, marketing manager di Aku. Un’altra occasione di condivisione con gli atleti èstata offerta dagli Arc’teryx Climbing Days, sabato 22 e domenica 23 ottobre. Atleti del cali-bro di Ines Papert, Josune Bereziartu (in basso a destra), Rikar Otegui, Jvan Tresch, MichiTresch e Toni Lamprecht si sono prodigati nel regalare consigli a tutti i partecipanti, chehanno anche potuto testare imbraghi e abbigliamento firmati Arc’teryx.

IMS WALK E ARC’TERYX CLIMBING DAYS

Chris Sharma e Beat Kammerlander tra i protagonisti agli IMS Talk.

Alex Ploner durante la conferenza d’apertura.

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Dal nostro inviato a ChamonixBENEDETTO SIRONI

Della The North face Ultra Trail du Mont Blanc2011 sapete ormai tutto. Sono passati quasi 3mesi dalla gara e i vari media, specializzati enon, hanno ampiamente vivisezionato l’eventocon dovizia di particolari e considerazioni annes-se, a partire dalla terza vittoria consecutiva diKilian Jornet (2008, 2009 e 2011, nel 2010 lagara è stata sospesa a causa del maltempo). Ilmotivo per cui noi ne parliamo solo adesso è ladiversa chiave di lettura che vogliamo offrirvi,visto che quest’anno l’UTMB l’abbiamo vissuta inprima persona sotto un’angolatura particolare,molto intensa ed emozionante (per un riassuntotelegrafico della gara vedi il box a destra).

IL TEAM VIBRAM - Breve premessa: come viavevamo annunciato sul numero 9 di OutdoorMagazine, Vibram - già sponsor ufficiale del-l’evento negli ultimi quattro anni - ha deciso dipartecipare all’UTMB 2011 con un proprio team.Partendo da 150 candidature provenienti da 12nazioni sono stati selezionati 5 atleti che potes-sero rappresentare al meglio lo spirito del brande che rispondessero al claim “Ordinary peoplebeing extraordinary”, ovvero persone “normali”in grado di compiere imprese eccezionali (sot-tointeso, grazie anche al brand dell’ottagonogiallo, visto che hanno utilizzato modelli La-fuma, Saucony, Hi-Tec e New Balance con suolaVibram). È nato così il Team Vibram UTMB, condue atleti italiani, uno svizzero e due francesi, ingrado di rappresentare tutti e tre i paesi attra-versati. Nella pagina a fianco trovate le intervi-ste ai 4 atleti (il quinto, lo svizzero Candide Ga-bioud, non ha potuto partecipare causainfortunio). Menzione a parte merita JeromeBernard, responsabile marketing Vibram, chenon ha partecipato all’UTMB ma ha dato ottimaprova di sé nell’altrettanto impegnativa CCC (92

km – 5.100 mt di dislivello positivo) piazzandosioltretutto in ottima posizione.

DIETRO LA TELECAMERA - Al fine di documen-tare al meglio questa straordinaria esperienza,ogni atleta Vibram è stato seguito nel corsodella gara dalle telecamere di Sportmaker,azienda milanese specializzata in servizi per leaziende tra i quali proprio la produzione video.La troupe di Sportmaker aveva già realizzato ilvideo di presentazione del team Vibram e perl’UTMB si è fatta letteralmente “in quattro”: os-sia ha seguito notte e giorno la gara con ben 10persone suddivise in quattro team, uno per la lo-gistica e tre dedicati unicamente alle ripresevideo, al fine di poter documentare i passaggi ditutti e quattro gli atleti in svariate posizioni delpercorso. Il tutto con il supporto di Ferrino (cheha fornito il materiale), sotto la supervisione tec-nica di Alessandro Beltrame (esperto operatorecon svariate esperienze tra documentari e out-door in qualsiasi condizione e frangente) e laprecisa regia di Luca Santini (vero e proprioguru della logistica e general manager di Mapsrl, società italiana di formazione aziendale spe-cializzata in outdoor training).

DUE GIORNI INTENSI - Abbiamo avuto il piaceredi unirci al team Sportmaker e di vivere quindisul campo l’evolversi della gara. Innanzitutto lecondizioni meteo quest’anno sono state davve-ro impegnative per gli atleti. Pioggia battente,neve in quota e basse temperature hannocostretto gli organizzatori a posticipare la par-tenza alle 23.30 (anziché alle 18.30) e a modi-ficare il percorso (169 km al posto di 166 km).Tutto ciò ha reso l’edizione 2011 la più sfiancan-te della storia dell’UTMB, come testimoniaanche l’elevato numero di abbandoni (circa lametà). Seguire dal vivo molte fasi della gara,accogliere gli atleti esausti e affamati ai ristori,scorgere nei loro occhi le più variegate e inten-se emozioni. E ancora: aspettarli in cima a uncolle dopo un’interminabile salita di 1.000 metridi dislivello alla luce di una lampada frontale oincrociare il loro sguardo perso tra la voglia diabbandonare e l’incrollabile volontà di arrivarefino alla fine per sé, per la propria famiglia, pertutti coloro che li hanno sostenuti. Un viaggioverso i confini dei propri limiti, tante scene di ununico film che le telecamere di Sportmakerhanno cercato di immortalare in un epico maquanto mai umano racconto corale.

LA FORZA DEL TEAM - Al di là dei risultati rag-giunti, comunque ottimi (vedi interviste a fianco),l’esperienza del team Vibram è stata anche l’oc-casione per un coinvolgimento di parte dellostaff aziendale. Oltre a essere presenti con unostand nel villaggio espositivo di Chamonix, cometutti gli altri sponsor, Vibram ha infatti messo incampo un secondo team composto da alcuni deisuoi dipendenti e collaboratori, chiamati a se-guire e assistere gli atleti lungo il percorso. Tra iquali Nicola Faccinetto (team coordinator), Cor-rado Giambalvo (maratoneta e membro del Vi-bram FiveFingers Test Team), Annalaura Gatto(marketing) e il già citato Jerome Bernard. Per-fino l’amministratore delegato Adriano Zuccala hadato prova del suo “attaccamento alla maglia”nonché della sua ottima forma fisica correndo peralcuni tratti del percorso con i vari atleti...

BUONA VISIONE - Questa bellissima esperienzaha dato vita a “The Extraordinary Story”, film-documentario di 40 minuti dedicato appunto alteam Vibram ma anche all’UTMB in generale,con tutto il suo incredibile bagaglio di emozioni.Ci piace per questo chiudere proprio citandoun’altra delle frasi racchiuse in questo film, oltrea quella che trovate sotto la foto in apertura:

“Nature factor - Sentire il caldo abbraccio dell’in-finito, condividere gli umori della terra. Natura. inqueste cangianti distese, tra spazi lucenti eincontaminati, ritrovo te, materna compagna diviaggio. Un’ombra minuscola mi corre a fianco,tra cime imponenti e maestose. Ripenso alleparole di Walter Bonatti. Come un instancabileesploratore, proteso verso nuove sfide, sconfina-ti orizzonti. Ma la più grande avventura è sempredentro noi stessi”.

Il film Vibram realizzato da Sportmaker sarà di-stribuito tramite DVD attraverso molteplici canali.È candidato inoltre a parte-cipare ad alcuni tra i piùimportanti festival di ci-nema e montagna in Italiae a livello internazionale.Un riassunto del filmato èstato inserito nel DVD uffi-ciale dell’UTMB. In attesadi una visione completapotete gustarvi il trailer in-quadrando il codice QR o visitando il nostro sitonella sezione video (www.outdoormag.it)

Foto: Ettore Cavalli - www.sportmaker.it

Dietro le quintedell’UTMB 2011con VibramUn team di 10 persone ha ripreso notte e giorno gli atleti Vibram. Una splendida esperienza cheha portato alla realizzazione di un intenso video.

Reportage Dal 22 al 28 agosto la nona edizione, particolarmente selettiva, con oltre la metà dei ritiri su 2.500 atleti

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169 km dell’edizione 2011

9.700 mt di dislivello positivo in semi-autonomia

46 ore massime per finire la gara

2.554 iscritti

2.369 i concorrenti sulla linea di partenza

186 donne (7,85%) �

1.133 finishers (il 47,83% contro il 60,5% nel

2009) tra cui 72 donne

1.237 numero di abbandoni (52,25%)

1.700 volontari

3 paesi attraversati (Francia, Svizzera, Italia)

15 comuni attraversati

71 ghiacciai lungo il percorso

400 vette attorno al percorso

33 punti ristoro

5.500 sacchi da gestire

48 punti di controllo

100 personale medico (30 medici, 70 infermieri)

150 punti soccorso

48.000 TUC

20.000 barrette ai cereali

7.500 banane

400 kg di salame

2.600 kg di formaggio

8.500 litri di minestra

10.000 litri di Coca-Cola

4.800 lattine di birra

96 ore d’animazione

Podio femminile:25h02m00s Elisabeth Hawker (GB)

27h55m34s Néré Martinez Urruzola (ESP)

28h30m28s Darcy Piceu Africa (USA)

Podio maschile:20h36m43s Kilian Jornet Burgada (ESP)

20h45m30s Iker Karrera Aranburu (ESP)

20h55m41s Sébastien Chaigneau (FR)

UTMB 2011 IN PILLOLE

Una delle frasi del video Vibram: “Start Factor - Tensioni, speranze, paure, certezze. Il sapore dolce-amarodell’inquietudine. Riesco quasi a sentirli: centinaia di cuori palpitanti d’attesa, migliaia di battiti sempre piùforti. Come granelli di questa umana, immensa clessidra, scandiamo l’attesa della partenza”.

Foto davanti allo stand Vibram per alcuni atleti e staff aziendale. Il campo base del team Sportmaker, autore delle riprese del video Vibram. A destra il team Sportmaker al completo.

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Jerome Bernard, direttore marketingdi Vibram, è sceso in campo all’Ultra-Trail du Mont-Blanc gareggiando nellaCCC, maratona di 93 km e 5.300 mt didislivello. Passione e costanza allabase di un risultato sorprendente.

Hai chiuso 292° allaCCC, un ottimo piazza-mento per un atletaneofita. In cosa ti ha aiu-tato sentirti una “ordina-ry person” e cosa c’è di“extraordinary” nellatua esperienza all’Ultra-Trail du Mont-Blanc?

Ho partecipato alla CCCcon molta umiltà e conmille riserve. Avevo dueobiettivi: quello dichiara-to di terminare la gara equello “nascosto” di pro-vare a tagliare il traguardo in un massi-mo di 20 ore. Ed è stato davvero straor-dinario riuscirci in 16 ore!Come ha inciso sulla tua prestazione

il doppio ruolo di atleta sul campo edirettore marketing Vibram?

Vibram è un marchio così forte dacomportare un grosso carico di aspetta-tive nel momento in cui decidi di gareg-giare con i suoi colori. Questo ha signifi-cato per me una sorta di pressionedurante tutta la corsa. Ma il rovesciodella medaglia è stata la forte carica ela spinta ad andare avanti derivate dalvedere gli spettatori associare immedia-tamente il mio nome a quello di unbrand così prestigioso. Vivere la garaanche da atleta mi ha permesso inoltredi guardare l’intero evento UTMB da unaprospettiva diversa, un punto di vistaprivilegiato che ti fa scoprire quantolavoro c’è dietro al “palcoscenico” diogni singola gara in programma.Cosa ti ha spinto a non mollare fino

al traguardo finale?Una grande motivazione legata a un

anno intero di sacrifici e allenamenti. LaCCC era un obiettivo personale, unasfida con me stesso. Ora posso dire cheè stata una fatica ben spesa, visto chesono riuscito a percorrere di corsa tutti itratti in piano e in discesa, e a mantene-re un ritmo quasi invariato a partire dal

20 km di gara. Qual è il ricordo più

bello che conservi ditutta la gara?

Gli ultimi 7 km primadell’arrivo. Li ho vissuticon uno stato di graziache non provavo da tan-tissimo tempo. Legambe andavano bene,avevo l’impressione divolare, un’emozione dav-vero indimenticabile!Anche tu, come

Marco Zanchi, gareggia-vi con le Saucony Xodus 2.0, con suolaVibram Xodus. Qual è il tuo giudizio suquesta calzatura?

Questa scarpa, così come tutti i pro-dotti Saucony, ha la corsa nel suo dna. Ècomoda e precisa, con una suola perfet-tamente in grado di assicurare grip etenuta in tutte le condizioni, anche sulbagnato. Con tutta la pioggia che abbia-mo preso, posso garantire che la perfor-mance della suola è stata incredibile. Seindossi Saucony Xodus 2.0, praticamen-te ti dimentichi di averla al piede e que-sto credo sia il complimento più grandeche si possa fare a una scarpa. In realtàl’intero equipaggiamento di gara, com-presi gli articoli forniti dai nostri partnertecnici (Petzl, Montura, Camelbak,Julbo), si è dimostrato all’altezza delleaspettative riposte.Possiamo allora tradurre il tuo entu-

siasmo in una promessa di partecipa-zione alla prossima edizione?

Ogni sfida che si rispetti, come la CCC,ha bisogno di tempi e valutazioni.Staremo a vedere.

JEROME BERNARD: “ALL’ARRIVO MI SENTIVO DI VOLARE!” GIUSEPPE MARAZZI: “L’UTMB PER ESPLORARE I PROPRI LIMITI”Dopo l’interruzione forzata dell’edizione 2010,

Beppe Marazzi questa volta è arrivato fino al traguar-do finale dell’UTMB. Ecco la sua cartolina dal Monte-Bianco.

Arrivare 49° all’UTMB a tre anni dal-l’ingresso ufficiale nel circuito del trailrunning è davvero un ottimo risultato.Cosa ti ha aiutato in questa impresapersonale?

Di sicuro ha giocato un ruolo fonda-mentale mantenere la testa sulle spalle econservare sempre un certo equilibrio.Perdere il controllo nei tanti momenti diabbattimento avrebbe di sicuro pregiudi-cato l’esito della gara. Ho chiuso con untempo di 30h17m51s.L’anno scorso hai vissuto solo l’esperienza della

partenza a causa dell’interruzione forzata dellagara dovuta al maltempo. Come hai vissuto questaseconda partecipazione all’UTMB?

Per certi versi come una continuazione della prece-dente. Le condizioni del tempo alla partenza eranomolto simili a quelle dell’anno scorso e temevo unanuova interruzione. Poi tutto è migliorato e ho potu-to finalmente vivere le emozioni della corsa fino allafine.Cosa ti ha colpito di più della gara?Di sicuro il tratto che va dal 30° km (più o meno

dove l’anno scorso c’era stata l’interruzione) fino aCourmayeur. Paesaggi mozzafiato e sconosciuti cheho attraversato con il morale alto e il fisico riposato.Dovendo racchiudere l’esperienza dell’UTMB in una

massima, direi che questa gara ti aiuta aesplorare i tuoi limiti per capire fin dovepuoi spingerti col corpo e con la mente, ecome sia possibile sfruttare in fondotutte le tue capacità e abilità.È stato importante il supporto dei

tuoi sostenitori?Direi fondamentale. Soprattutto nei mo-

menti di crisi e di scoraggiamento, la diffe-renza la faceva la grossa spinta morale deiragazzi del Vibram Tester Team e dell’inte-ra troupe che ci seguiva. Sapere che c’è unfotografo che resta sveglio di notte nel

bosco per scattarti una foto ti aiuta ad andare avantiperché sai che qualcuno ti sta aspettando e che è lì pervalorizzare la tua impresa.Hai gareggiato con scarpe Lafuma Speed Trail con

suola Vibram Vitesse. Un tuo parere su queste cal-zature?

Sono perfette per grip, leggerezza e traspirazione.Assicurano tenuta e perfomance anche nelle condi-zioni di maggiore disagio, come nella corsa sulla roc-cia e sul fango.Pronto a partire per l’UTMB 2012?È davvero un grande impegno, ma direi di sì.

JOHAN SÉRAZIN: “L’IMPORTANZA DELL’UMILTÀ CONTRO LE AVVERSITÀ”Francese di 41 anni, lavora nella logistica. Corridore

di lunga esperienza, atleta di triathlon dal 1987 al1995, ha partecipato all’UTMB nel 2006classificandosi 12°.

La tua precedente partecipazione al-l’UTMB, nel 2006, è stata un vero successoe si è conclusa con un 12° posto. Sfortuna-tamente quest’anno hai dovuto abbando-nare la gara al 50° km. Cosa è successo?

Non ero al massimo della mia condizio-ne fisica. Il meglio della mia stagione èstato molto tempo prima dell’UTMB. Dopoun ottimo periodo tra maggio e luglio, c’èstato un lento declino che mi ricorda di essere un uomoe non una macchina.Qual è l’esperienza più entusiasmante che questo

tipo di gara regala a un atleta, anche quando nonarriva a tagliare il traguardo?

L’emozione della partenza. Dopo mesi di preparazio-ne, il momento finalmente arriva e ti sale l’adrenalinainsieme alla paura. È necessario conservare una buonadose di umiltà per confrontarsi con l’oscurità della

notte, le avversità del tempo e la fatica fisica.In che modo il Vibram Tester Team ti ha aiutato

durante la gara?È importante sapere che condividerai le

emozioni della gara con altre persone, conil Vibram Tester Team, con la famiglia, congli amici. Questo mi incoraggiava e midava la giusta motivazione per andareavanti.Hai usato le scarpe Lafuma Speed Trail

con suola Vibram Vitesse. Qual è il tuogiudizio su questa calzatura dopo unagara così faticosa?

Amo queste scarpe per la loro leggerez-za, flessibilità e dinamicità. In più, il loro grip è davve-ro eccezionale. Quando il terreno si fa difficile e le con-dizioni climatiche critiche, le suole Vibram mi dannosicurezza e questo è un fattore fondamentale. Sfiderai di nuovo il Monte Bianco partecipando

all’edizione 2012 dell’UTMB?Non sono così sicuro per il 2012, ma di certo un gior-

no tornerò perché non sopporterei di legare il mio ulti-mo ricordo della gara a un ritiro.

MARCO ZANCHI: “ASPETTATEMI AL PROSSIMO CHECK-POINT!”Emozioni e ricordi dalla gara. Marco Zanchi quest’an-

no ha partecipato per la prima volta all’UTMB e questo,come lui stesso ha dichiarato, “è un sogno che si con-cretizza”. Giunto 32°, ci racconta la sua impresa.

Arrivare 32° alla gara regina del trailrunning è davvero un’esperienza “extra-ordinary” per un atleta che ha cominciatoa correre in montagna “solo” dal 2002.Cosa ti ha aiutato a raggiungere un talerisultato?

La mia fortuna è stata avere dei maestridi prim’ordine, atleti di prestigio nazionaleche mi hanno accompagnato negli allena-menti durante tutti questi anni. La forza divolontà e la costante voglia di migliorarehanno fatto il resto. Sono arrivato primo tragli atleti italiani iscritti, con un tempo di 28h37m14s.Qual è lo spirito con cui hai affrontato l’UTMB?Mi ritengo una “ordinary person”, non un grande

atleta. Non sognavo di arrivare primo ma di raggiunge-re un obiettivo personale, quello di terminare la gara.Le incognite da affrontare sono state davvero tante: ilfreddo, il buio, la pioggia. Lo scoraggiamento è sempredietro l’angolo.Cosa ti ha spinto ad andare avanti?Continui perché sei lì, trascinato dagli altri atleti

e supportato dalle persone che sono sul posto perassisterti, in primis i colleghi del Vibram TesterTeam che non hanno mai smesso di fare il tifo perme. Al 90° km, dopo un’ora d’arresto dovuta a unaforte contrattura, mi sono trovato davanti a unbivio e ho deciso di ripartire con la voglia di dire ai

ragazzi “aspettatemi al prossimo check-point”. Ed ècosì che ce l’ho fatta.In cosa differisce l’UTMB dalle altre gare?L’Ultra-Trail du Mont-Blanc è una vera e propria sfida

personale, una battaglia con se stessi cheimpegna la mente almeno quanto il fisico.Quando sei sfinito e le gambe sembranonon reggere più, sono solo la motivazione,la voglia di finire a tutti i costi e la carica dichi fa il tifo per te a convincerti a continua-re. È come se a un certo punto scattasseuna scintilla che ti fa superare la stanchez-za fisica.Che giudizio dai alle calzature utilizza-

te nella gara, le Saucony Xodus 2.0 consuola Vibram Xodus?

Sono le scarpe ideali per la corsa sullelunghe distanze. La resistenza al tempo e all’usura siadella tomaia che della suola Vibram le rende perfetteper una prova di endurance come l’UTMB.

Francese di 39 anni, è un impiegatodotato di grande motivazione e fortepotenziale. Definisce l’UTMB, che hachiuso al 101° posto in33h13m26s, “la corsa la piùprestigiosa al mondo”.

Sei passato dal 52° postoalla CCC del 2010 al 101°dell’UTMB nel 2011. Un im-portante passo avanti, no?

Certamente. Aggiungereianche il 72° posto all’Argen-tière, ma lì ho perso terrenoperché sono rimasto sullastrada e alla fine i piedihanno cominciato a farmi molto male.Sono arrivato al traguardo camminando.Quali sono le differenze tra la CCC e

l’UTMB in termini di performance e diemozioni vissute?

Dal punto di vista emotivo, le duegare sono identiche. In entrambi i casi misono ritrovato ad attraversare territorisconosciuti come all’interno di una veraavventura. In termini di performance,ero più preparato per l’UTMB. Conoscevouna parte del percorso grazie alla prece-dente esperienza della CCC e al lavoro diricognizione fatto a luglio col Team Vi-bram. Mi ero anche allenato molto dipiù, sia in termini di distanze coperteche di intensità. Nessun aspetto dellagara doveva essere lasciato all’improvvi-sazione, dalla gestione del cibo ai tempidi permanenza nelle stazioni di ristoro.Qual è il più bel ricordo che ti sei

portato dietro dall’UTMB?Di sicuro la partenza, perché ero an-

sioso di iniziare la gara. Già solo comin-ciare è stata una vittoria. E il sorgere del

sole dietro l’innevata Croix du Bon-homme è stato magnifico! Il passo delmonte Seign con la neve e le raffiche di

vento non sono stati cosìpiacevoli, ma hanno per-messo ai partecipanti di di-mostrare la loro determina-zione a finire la garanonostante le avversità cli-matiche.Il sostegno del Vibram

Tester Team ti ha aiutato?Non credevo che avrei

avuto assistenza durante lagara, quindi la presenza delteam Vibram è stata una

vera sorpresa. Nonostante la mia “ti-mida” partenza, erano sempre lì adaspettarmi nelle stazioni di ristoro per in-coraggiarmi e assistermi. Anche grazie aloro, tagliare il traguardo non è stato poicosì duro.Hai corso l’UTMB con scarpe Saucony

Xodus 2.0, con suola Vibram Xodus.Qual è il tuo giudizio su queste calza-ture dopo una gara così faticosa?

Hanno un grip davvero eccezionale e,nonostante il look non particolarmenteaccattivante, una volta indossate sonoleggere e dinamiche. Il sistema di sup-porto, con i rinforzi gialli che dalla scarpaarrivano alle stringhe, assicura un’ecce-zionale stabilità in discesa.Parteciperai all’edizione 2012 del-

l’UTMB?C’è sempre qualcosa da imparare in

una gara così faticosa. Ora so dove bi-sogna migliorare. Quindi sì, sarò dispo-nibile per la prossima edizione. Laparte più dura sarà il sorteggio di gen-naio 2012.

RAPHAËL BODIGUEL: “PARTIRE È GIÀ LA PRIMA CONQUISTA”

ORDINARY PEOPLE BEING EXTRAORDINARY – LE INTERVISTE DEGLI ATLETI VIBRAM CHE HANNO PARTECIPATO ALL’UTMB 2011

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A cura diMONIca vIgaNò

Affonda le sue origini nel 1984 e dopo 27 annidi attività si ritrova a essere uno dei punti di ri-ferimento per gli amanti della montagna dellaprovincia di Trento. Si tratta di Maurizio Sport chedeve il suo nome proprio al titolare e fondatoreMaurizio Tolettini. È proprio lui a spiegarci lagenesi del suo punto vendita: “Ho scelto di in-traprendere questa avventura dando ascolto allamia passione per lo sport. Da giovane infatti hoiniziato una carriera agonistica nella corsa sustrada e negli anni ho partecipato a svariatemaratone conquistando ottimi risultati. Ho anchealle spalle 4 anni di triathlon e infine sono ap-prodato alle gare di corsa in montagna. Corro an-cora oggi che ho 48 anni”.

DA PUNTO VENDITA A PUNTO DI RIFERIMENTOIl negozio, che si estende su una superficie di

250 mq, propone a scaffale alcuni tra i più im-portanti marchi del settore outdoor dedicati aclimbing (anche su ghiaccio), trekking, alpini-smo, nordic walking, ciaspole, sci alpinismo esci. Ma anche e soprattutto running in tutte lesue forme. Negli anni è cresciuto fino a divenireun vero e proprio meeting point per atleti eamatori locali. “Spesso mi trasformo in consu-lente e dispenso consigli su come allenarsi o sucome usare le attrezzature”, ammette Maurizio.Che in negozio è aiutato dalla moglie Mirka To-gni, alla quale ha trasmesso la passione perl’agonismo e la corsa. A testimonianza della cre-scita del giro d’affari, Maurizio ha deciso di tra-sferire il punto vendita dalla storica sede di viaRoma n°49 a una nuova superficie in via Ac-quaiolo n°38, sempre a Condino in provincia di

Trento. “L’estivo è andato decisamente bene”,ha commentato Maurizio. “Stiamo già pensandodi ampliare ulteriormente la superficie espositivanel prossimo futuro”.

LE COLLABORAZIONI Grazie alla competenza e alla disponibilità di

Maurizio e sua moglie, il negozio ha conquistatocol tempo uno status di opinion leader. Questoha concesso ai gestori di avvicinare alcune GuideAlpine con le quali oggi collaborano per la partetecnica: “Le Guide mettono la loro competenzaa servizio dei nostri clienti. A volte partecipanoa giornate informative che organizziamo diret-tamente in negozio oppure organizzano viaggianche all'estero con il supporto di MaurizioSport. Tra tutte le Guide, quella che più assidua-mente collabora con noi è Antonio Prestini”.

EVENTI E APPUNTAMENTIOltre a questo, Maurizio Sport vanta una se-

rie di rapporti con svariati operatori del settorecome ci conferma il titolare: “Spesso lavoriamocongiuntamente con le aziende del settore or-ganizzando insieme a loro dei test prodotti. Ul-timamente ad esempio ne abbiamo creato unoinsieme a Dynafit. Spesso poi organizziamodelle giornate informative durante le quali leaziende del settore presentano le loro novità. Aquesti appuntamenti presenziano solitamenteanche personaggi del mondo outdoor. Di re-cente ci ha fatto visita il noto maratoneta Migi-dio Buriffa, che ha presentato la nuova linea X-Bionic”. Ora naturalmente l’attenzione èconcentrata sull’inverno, che si spera abbon-dante di neve, conclude Maurizio, “per poter or-ganizzare al meglio le uscite sci alpinistichecon i nostri clienti”.

Focus shop 34 |Numero 11 / 2011|

Nato 27 anni fa il negozio è diventato un meetingpoint per atleti e amatori specializzato in outdoore running, anche grazie all’esperienza sul campo.

SCHEDA TECNICAINDIRIZZOLOCALITÀTELEFONO/FAXEMAILSITO WEBTITOLAREANNO DI NASCITANUMERO PERSONALEMQ TOTALIMQ ABBIGLIAMENTOMQ ATTREZZATURANUMERO VETRINEDISCIPLINE TRATTATE

NOLEGGIO ATTREZZATURAMARCHI ATTREZZATURA

MARCHI CALZATURE

MARCHI ABBIGLIAMENTO

VIA ACQUAIOLO N°38CONDINO (TN)0465.621724 [email protected] MAURIZIO19842250 MQ150 MQ100 MQ9ARRAMPICATA, TREKKING, ALPINISMO,NORDIC WALKING, RUNNING, ICE CLIMBING, SCI ALPINISMO, SCI,RACCHETTE DA NEVE

NOCAMP, CRAZY, CT. TECHNOLOGY,DYNAFIT, HAGAN, KONG, SCARPA, SKITRABASICS, BROOKS, DYNAFIT, SALEWA,SALOMON, SCARPABAILO, CRAZY, HAGLÖFS, MAMMUT,MELLO’S, MILLET, MONTURA, NORDICA,ODLO, SHERPA

Parla Maurizio Tolettini, titolare del negozio di Condino (TN),recentemente trasferitosi in una nuova sede di 250 mq

Maurizio Sport,dalla venditaalla consulenza

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