if magazine marzo 2011

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supplemento mensile ilfattoonline.com

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FONDATORE ed EDITOREGiuseppe Vincenzo Infusini

marzo2011

Hanno collaboratoMartina Raschillà - Agostino Gullace

Antonella Panetta - Maria Giovanna Mollace Ambra Caserta - Cosimo Commisso

Giuseppina Laura DominiciTiziana Romeo - Marco Rinaudo

Anna Maria Scarfò - Rossella ScherlGiuseppina Carrozza - Cristoforo Demartino

Mario Gullì - Vincenzo SaccàCinzia Docile - Rita Calogero

StampaGrafiche Femia S.r.l.

DiffusioneS.P. Servizi

Registrazioneal tribunale di Locri n°691/08 del 15/10/2008

- supplemento cartaceo di www.ilfattoonline.com -

[email protected]

www.ilfattoonline.comtel&fax 0964.381122

Progetto grafico if magazine

RedazioneChristian Morello

Sara AlvaroFlorinda D’AgostinoRaffaella Rinaldis

AdvertisingGiorgio Verteramo

Rosario IannìNancy Imperitura

Concessionaria di pubblicitàAgenzia pubblicitaria PUBBLICAL

[email protected]

In copertinaRoberto Occhiuto

Le opinioni espresse negli articoli sono da attri-buire ai singoli autori dei quali si intende rispet-tare la libertà di opinione e di pensiero.

Le collaborazioni sono da intendersi gratuite.

Per motivi organizzativi il materiale inviato inredazione (foto, testi e disegni) non verrà resti-tuito.

Il contenuto di IF Magazine è coperto dallenorme sul diritto d’autore. Ne è dunque vietata lariproduzione anche parziale.

Si ringraziano gli inserzionisti per il loro sensibi-le contributo che consente la pubblicazione e ladivulgazione del nostro mensile.

26 COSTITUZIONETutti a Roma per difenderla

28 INCHIESTAI residenti contro il Pup di Via Albalonga

33 IL PENSIERO E L’OPINIONEI diritti umani calpestati

.IF MED

pag. 74

.IF ROMA

65 PSYCHODepressione primaverile

66 CARDIOPrimavera e cuore: istruzioni per l’uso

68 NUTRIZIONISTAProtozoi e metazoi negli alimenti

70 DENTISTAL’importanza del sorriso

54 TRA MITO E TRADIZIONI: Primavera, Il culto della rinascita

56 ARTE: Artemisia Gentileschi, artista e donna coraggiosa

6 ROBERTO OCCHIUTOUn buon esempio per i giovani calabresi

10 POLITICAOrgoglio nazionale e vergogna leghista

12 ESTERITrattati di pace messi alla prova

18 FORUMLocride, prospettive e vecchi problemi

20 POLITICALa primavera della Locride

34 PRIMAVERA ANTIMAFIALibera, per non dimenticare

40 IN THE MIDDLETerremoti: prevenzione o emergenza?

42 IL NUCLEARE Rischi e vantaggi. A chi conviene?

59 ZIA AUSILIALa guerra dei reggiseni

77 LA NOVELLAA tu per tu

SSOOMMMMAARRIIOO

Luisa la ragazzaifdi marzo

.EUROPE DIRECT pag. 48

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Un numero che apre a nuove pro-spettive, nella politica, nella nuovastagione, nelle novità che dalmondo ci fanno pensare a nuoviorizzonti. Un numero dei cambia-

menti, della costruzione e della ricostruzione,in alcuni casi. Anche del nostro progetto edito-riale. Non poteva quindi essere dedicato che al cam-biamento, alla trasformazione il nostro maga-zine che, nel turbinio della produzione online,costituisce un momento in cui la nostra reda-zione si ferma e comincia a riflettere. Ledomande che ci si pone sono molte. Le due ter-ribili catastrofi, naturale una e umanitaria laseconda, ci pongono davanti a valutazionidell'intero essere della nostra società moderna.Da una parte un terremoto che oltre alla gran-de evoluzione della morfologia terrestre haprovocato danni impensabili e ha fermato il

mondo, facendolo rifletteresulla questione del nucleare.Dall'altra parte una catastrofeumanitaria dove nel nord Africa ladegenerazione delle dittature è arrivata adimensioni globali nella risposta all'appellodella popolazione libica alle legittime pretesedi democrazia. In contesti più piccoli, comenella nostra nazione, nella nostra regione, siavvicinano le elezioni amministrative, comu-nali e provinciali dove gli assetti verrannocambiati e nuovi profili politici si svilupperan-no. Per non parlare della stessa nuova stagio-ne che porta ognuno a fare considerazioni sulda farsi, sul già fatto e sui buoni propositi.Cambiamento quindi, in tutti i sensi, cambia-mento, si spera, in positivo. L'importante ècostruire, ogni giorno; il piccolo passo in avan-ti che ci conduca, pian piano, a migliori mete etraguardi dignitosi.

L’editoriale di Raffaella Rinaldis

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L’intervista a un giovane politico arrivato ai massimi vertici istituzionali

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In un numero dedicato alle nuove prospettivesociali e politiche abbiamo voluto dare voce aduna nuova prospettiva del mondo politico regio-nale, senza togliere nulla alle altre numeroseeccellenze della Calabria abbiamo seguito la cre-scita di un giovane politico che ha percorsomolta strada e che, insieme ad altri, può essereconsiderato un elemento portante della nostraevoluzione sociale. Roberto Occhiuto, giovanedeputato dell’Udc ha condiviso con la nostraredazione la valutazione sui tempi e sui giovani,sulla politica e sul sociale.L´esperienza di un giovane, imprenditoreprima, politico dopo. Quali sono le indicazionida dare ai giovani che, in tempi di crisi, hannomolte idee ma pochi strumenti per realizzarle?I giovani hanno alcune qualità che poi si perdo-no un po’ col passare degli anni: l’entusiasmo ela passione innanzitutto. E’ vero che la crisi stacostruendo incertezza e non consente di guarda-

re al futuro col necessarioottimismo, ma questo

non significa che nonsia possibile realizzarele proprie ambizioni.Io appartengo ad unaregione che purtrop-po é strutturalmentein crisi, eppure hosperimentato perso-nalmente che la deter-

minazione e il lavoropossono far superare

anche le difficoltà piúgrandi.Fughe dei cervelli, cometrattenere le nostre gio-

vani menti, allettatenon da condizionieconomiche migliorima da un riconosci-mento più diretto

dei meriti?Mi piacerebbe che tutta la politica comprendessedavvero che l’investimento nei saperi non é soloun dovere verso le intelligenze migliori, ma ésoprattutto la leva principale dello sviluppo. Icervelli che vanno all’estero sono principalmen-te risorse economiche e sociali che l’Italia espor-ta, e che produrranno sviluppo altrove.Per trattenere queste energie non serve un’ini-ziativa soltanto, ma un complesso di politichepubbliche. Intanto bisognerebbe investire di piùin ricerca, e invece il nostro Paese destina allaricerca e all’innovazione soltanto l’1,2% del PIL,cioè molto meno del resto d’Europa e di tutti glialtri paesi sviluppati. I nostri laureati potevanorappresentare un vantaggio competitivo e, inve-ce, stiamo accumulando un pericoloso ritardoanche nei confronti di economie come quellaindiana o cinese.L´Italia è un paese di vecchi, questo indicano idati statistici; se si considera la politica poi, il“tasso di anzianità” diventa più alto, il più altod´Europa. Cosa cambiare, in maniera trasversa-le a tutte le coalizioni, per abbassare l´età “can-didabile?”Bisognerebbe abbassare l’età per essere candida-bile a molte attività, non solo per la politica.In Inghilterra un medico a 35 anni fa il primario,da noi al massimo fa la guardia medica.

I buoni esempi della Calabriadi Raffaella Rinaldis

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Sorrido quando qualcuno, rivolgendosi a me,dice che sono un giovane politico. Io ho 41 anni,in altri Paesi d’Europa alla mia età ci si candidaa primo ministro.Da noi, invece, la classe dirigente é troppo vec-chia. Quanti dirigenti di grandi imprese odirettori di giornali ci sono sotto i 40 anni?Anche qui, come per la fuga dei cervelli, vale lostesso discorso: investire sui giovani migliorinon é un favore che si fa loro, invece é la condi-zione per salvare il Paese dal suo lento declino.Il 90% delle idee che circolano oggi nel mondosono state prodotte negli ultimi dieci anni.Eppure i nostri gruppi dirigenti sono pressochéidentici da 20 anni. Forse sta anche qui la ragio-ne dell’immobilismo del nostro Paese.I Giovani nella politica, cosa serve fare perentrare in modo partecipato e senza venirestrumentalizzati?Per non essere strumentalizzati basta averecoraggio e sale in zucca. I giovani devono saperessere la coscienza critica dei partiti senza cede-re alla polemica stucchevole su tutto e di stampogenerazionale. Devono imparare ad aggregaredimostrando di avere carisma e competenze. I partiti, dal canto loro, devono avere il coraggiodi affidarsi un po’ di più ai giovani, perché nes-suno nasce già esperto ma le leadership sicostruiscono mettendole in pista. Invece, troppospesso viene premiata soltanto la fedeltà. Perquesto ho riconoscenza per Casini, per averscommesso su di me qualche anno fa soltantodopo avermi ascoltato e senza che mi conosces-se da tanto tempo; prima, dal consiglio di circo-scrizione al consiglio regionale, avevo fatto tuttala trafila ma nessuno mi aveva regalato alcun-ché.Fare politica è fare sociale?Cos’altro dovrebbe essere? Fare politica è sicura-mente fare sociale, anche se non sempre quelli aiquali la politica é stata delegata lo sanno...Ma questo, a livello locale, è soprattutto colpadelle organizzazioni sociali (anche di quelle cat-toliche) che ormai da troppi anni non sono piùuna fucina di politici per gli enti locali e per leistituzioni.Al livello del Parlamento, invece, la colpa é prin-cipalmente di una legge elettorale odiosa chetoglie libertà ai cittadini e autorevolezza ai par-lamentari nominati.La disillusione dei giovani per la politica,quale può essere uno strumentoper rendere lapolitica più credibile per i giovani?Non ci sono strumenti. Credo, piuttosto, cheproprio i giovani debbano rendere la politica piùcredibile attraverso il loro impegno diretto, daprotagonisti.

ROBERTO OCCHIUTONato a Cosenza il 13maggio 1969, laureatocon il massimo dei votiin Scienze economichee sociali pressol’Università degli Studidella Calabria, sposatoe padre di due figli,Roberto Occhiuto èstato eletto Deputatoalle elezioni politichedel 2008 nellacircoscrizione XXIII(CALABRIA) nella listaUnione di Centro. E’componente dellaDirezione nazionaledell’UDC

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Il ristorante pizzeria Le Macine è un luogo suggestivo chefonde antico e moderno sia nella bellezza che nei sapori.Dentro questo antico frantoio, un casolare del 1600, immer-so tra le verdi colline geracesi, i giovani Daniele Zucco,Antonio Campanella e Antonio Lacopo hanno investito laloro esperienza, maturata con anni di lavoro in Italia edanche all'estero, per offrire gusto e raffinatezza.In questo ambiente rustico ma nello stesso tempo raffinato,dalla loro creatività nascono piatti della cucina tipica calabre-se, presentati nel migliore dei modi, come solo i migliori chefsanno fare.Le Macine gode di una vista invidiabile: guardando a valle, èpossibile ammirare ben 40 km di costa dei Gelsomini; amonte si vede l'incantevole borgo antico di Gerace, così vici-no che sembra d toccarlo. All'interno, l'antica bellezza degliarchi in pietra si sposa con la cura dei particolari d'arreda-mento. Ma è soprattutto il maestoso caminetto a lasciare let-teralmente incantati.I tre giovani maestri di cucina e di sala vi aspettano, per deli-ziarvi con la loro professionalità.Le Macine offre prodotti di prima qualità, carne argentina,selvaggina e cinghiale locale, olio d'oliva di produzione pro-pria. E' possibile gustare anche la pizza, rigorosamente cottanel forno a legna. Nel menù è stato inserito anche il pesce. LaLe Macine presenta una carta vini ben assortita.C'è posto per tutti: 90 coperti in sala e ben 150 nella verandaesterna, è comunque gradita la prenotazione.

Le Macine, dove l’arteculinaria si sposa con un luogo suggestivo

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Una nuova prospettiva per la poli-tica economica soprattutto nelmeridione sembra prospettarsidagli scenari europei. Una stradache tenda a supportare le regionipiù deboli d'Europa nell'affronta-

re la crisi economica. Una crisi che si esprimesoprattutto attraverso la rigida politica attuatadalle banche che con la riunione a Bruxellesvedono aumentato il cosiddetto stress test. Unnuovo Patto per l'euro, con l'obiettivo di raffor-zare la competitività e la sostenibilità dei contipubblici e del sistema finanziario dei 17 Paesidella moneta unica. S è deciso di ridurre il tassodi interesse sul prestito da 110 miliardi conces-so alla Grecia e di aumentare la capacità finan-ziaria effettiva dell'attuale Fondo salva-Stati,portandola a 440 miliardi di euro.Per il Mezzogiorno Berlusconi ha parlato di«fiscalità di vantaggio e incentivi in deroga allenorme generali» per le aziende. Berlusconi

prima di partecipare al summit dei Paesi dellazona euro aveva sottolineato come per la «ridu-zione del debito pubblico, che dovrebbe esseredi un ventesimo del debito stesso a partire dal2015», si era tutti d'accordo. La «sottolineaturada fare» però, a detta dello stesso premier, erache tra i parametri di valutazioni vi fosse nonsolo il debito pubblico del Paese, ma anche lostato di salute della finanza privata. IlCavaliere cita il caso dell'Italia, «un Paese dirisparmiatori, con un sistema di banche solido,con delle famiglie risparmiatrici».__Unicoaccenno alle questioni interne come il fisco: «Cistiamo lavorando», ha tranquillizzato così igiornalisti Berlusconi prima di congedarsiVia libera dell'Eurogruppo anche alle agevola-zioni fiscali per sostenere le regioni più arretra-te del Vecchio Continente, come il Mezzogiornod'Italia._Una proposta più volte avanzata dalministro dell'Economia, Giulio Tremonti, emessa sul tavolo dal premier Silvio Berlusconi.

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Accordo dei Leader europeidell'Eurozona in un vertice a Bruxelles

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oveva succedere prima o poi chequalcuno venisse allo scoperto, chela poco chiara posizione della Legadovesse arrivare a palesarsi nellevere questioni di suo interesse. È stupefacente come un partito natoquasi per errore, poco consideratonel suo nascere, tenuto in considera-zione quasi sempre come una pre-senza ingombrante ma comunquetollerata a garanzia dello spiritodemocratico del nostro Paese, siadiventato sempre più un grandepartito tanto da determinare le scel-

te di un governo. Un percorso benstudiato, a dispetto delle attribuzio-ni dello spettacolo che alla Legaaddita una non proprio complessaelaborazione mentale. Eppure, nellasua costante visione di un “movi-mento secessionista” ha tenutoduro, ha costruito un percorso lentoma progressivo. Si è allontanata dai moti quasi rivo-luzionari nonché armati per arrivarea sostenere “candidamente” il solofederalismo. Una secessione operataquasi con garbo, tenuta segreta nelle

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di Raffaella Rinaldis

La poco chiara posizione della Lega si è svelata con l'Unità d'Italia

Uno Stato dentro l’altro

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sole rappresentazioni interne al parti-to, nascosta alla popolazione del nordItalia che in realtà non con così grandeconvinzione sostiene la politicaaggressiva tenuta finora nascosta conottimi sotterfugi. Ma i nostri romanticileghisti si sono traditi, non ce l'hannofatta a dissimulare la loro repulsione ariconoscere l'importanza dello Statoitaliano. Da più parti quindi si è pale-sata la vera natura del leghista, uncaso che poteva essere solo italiano.Cittadini italiani che non si sentonotali, che però della loro cittadinanzaprendono ogni bene, tra queste agevo-lazioni anche il diritto dovere di parte-cipare alla vita politica. Raccolgono i consensi, raggiungono lepiù alte cariche politiche e ammini-strative, istituzionali addirittura e poi,con candore, sognano di creare unaltro Stato, non riconoscono quella dacui stanno spremendo ogni bene. Unarivoluzione interna, un colonialismocentripeto. Non è passata inosservata anche lafurba immissione nel governo di mini-stri “accettabili” dall'opinione pubbli-ca, persone distinte che tra Maroni,Tremonti e Castelli hanno dato, è giu-sto dirlo, una parvenza di moderazio-ne. Utile per passare al sostegno dellamaggioranza dell'opinione pubblica.Allora, forse con candore, forse conlogica tranquillità si propone ai sinda-ci, ai consiglieri regionali, comunali,provinciali, ai presidenti di regione, aiministri e a tutte quelle figure leghisteche non riconoscono l'Italia come loropatria, di non affannarsi a sopportareuna tale sofferenza, porta a star male,ne va della salute. Vivete la vostranazionalità, qualunque essa sia e nonoccupate posti che non sentite vostri.Una tale ipocrisia non è tollerabile,non dovete viverla voi leghisti e nondobbiamo sopportarla noi cittadinifieri di far parte di una Patria che ci datanto e che anche se qualcosa ce lo famancare, nel bene e nel male è casanostra. L'invito è stato sostenuto da più parti,non si tollera l'ipocrisia. Questo è undato. E nonostante il fiero portavocedel popolo leghista, Umberto Bossi, haapplaudito in Parlamento al discorsodel presidente della Repubblica, non èpassato inosservato che all'Inno diMameli ha chiacchierato con il “suo”ministro Giulio Tremonti ed allonta-nandosi quasi distratto, forse disturba-to dalla musica. Non disturbatevi, sel'Italia non è il vostro paese non vi for-ziamo.

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Non è passata inosservata anche lafurba immissione nel governo diministri “accettabili” dall'opinionepubblica, persone distinte che traMaroni, Tremonti e Castelli hanno dato,è giusto dirlo, una parvenza dimoderazione. Utile per passare alsostegno della maggioranzadell'opinione pubblica.

È stupefacente come un partito natoquasi per errore, poco considerato nelsuo nascere, tenuto in considerazionequasi sempre come una presenzaingombrante ma comunque tollerata agaranzia dello spirito democratico delnostro Paese, sia diventato sempre piùun grande partito tanto da determinarele scelte di un governo.

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Èsu questa domanda che si basano tuttigli interventi mondiali a difesa dei dirit-ti umani. Quanto conviene schierarsicontro Stati dichiaratamente e datempo riconosciuti come dittature. Soloquando la questione diventa insoppor-

tabile si devono affrontare i propri compiti di tute-la delle popolazioni che pregano, urlano e richie-dono a gran voce interventi che pongano fine adeccidi, alla decimazione di intere popolazioni.Molti errori si possono contare nella Storia, erroridettati dalla paura di mettere a rischio rapportieconomici fruttuosi. Davanti all'evidente intollera-bile situazione che si protrae a dispetto dellagaranzia dei diritti umani, tra i primi la stessa vitaumana, allora non si può che togliere la testa dallasabbia, ingoiare il boccone amaro e fare il propriodovere. È quello che stanno facendo le coalizioniNato per fronteggiare l'eccidio in Libia. Un po' troppo tempo è passato prima di interve-nire ma tant'è, finalmente qualcosa si sta facendo.È innegabile che decisioni di questa portata nonpossono essere prese con leggerezza ma, allo stes-so tempo, non si può star fermi ad aspettare cheuna intera popolazione venga trucidata sena pietà,per mantenere la poltrona di quello che, solo oggi,si riconosce come dittatore. Allo stesso tempo,ancora, non ci si rende conto che in un territorioricco e strategico come il Nord Africa, interventi diquesto genere sono comunque dettati da un inte-resse che va sempre al di là della “mera” tutela deidiritti fondamentali e sempre dettata dalla oppor-tunità politico-strategica della posizione di forza inaree difficili. Se così non fosse sarebbero state risolte con facilitàe altrettanta solerzia le questioni legate alle tiran-nie ancora più crudeli dei paesi del centro africa,dove popolazioni intere non hanno rischiato, masono già state quasi interamente decimate conbuona pace della comunità mondiale che di questi

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I precari equilibri mondiali

Antonella Panetta

problemi ha fatto solo una questione di coscienzacollettiva, di impegno sociale ma non di posizionerigida e interventista della comunità internaziona-le rappresentata dall'Onu. Africa di serie A e Africadi serie B. valutazioni di merito che non si fermanoal valore umano ma alla opportunità politica. Sulla scorta di questo si spera sempre e comunqueche, almeno in Libia, la dittatura finisca il suocorso, la popolazione non debba essere “accompa-gnata” a costruire un modello di democrazia ditipo occidentale ma garantita a far evolvere la pro-pria società verso un proprio modello costruitosulla scorta della evoluzione storica, normativa eculturale tipica della Libia. Certo è ancora un po'presto stabilire cosa accadrà nel frattempo, se laprotezione dei ribelli e della popolazione portataavanti dalla coalizione delle forze Nato permetterà

I trattati di pace messi alla prova. Prima la garanzia dei diritti umani o la tutela degli interessi economici?

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la fuga di Muammar Gheddafi. Mentre scriviamola situazione non è risolta e potrebbe non esserecosì facile fare terra bruciata intorno ad un dittato-re che è stato lasciato libero di creare una grandestruttura militare nella propria nazione, pensandoa quando un giorno come questo lo avrebbe messocon le spalle al muro. L'importante è stato intervenire e pensare ad unamoltitudine di persone che vengono attaccate dalproprio Stato, da colui che si era assunto il ruolo direggente. L'importante è non far finta che questasia l'unica fetta di terra dove i diritti dell'uomo ven-gono calpestati, sarebbe opportuno ascoltare lavoce di altri che gridano di poter essere aiutati.Popolazioni attualmente sparse in tutti i continen-ti.

Non facciamo l'errore, e noi italiani lo sappiamobene, di tapparci le orecchie per non sentire, anchenoi abbiamo le nostre colpe, anche noi avevamodall'altra parte del nostro mare una popolazioneche veniva decimata attraverso la guerra e la puli-zia etnica, abbiamo assistito inerti alla ricostruzio-ne di lager e campi di concentramento in Albania,Kosovo, Bosnja. Senza battere ciglio, aspettandol'intervento Nato e facendo numero insieme aglialtri quando noi per primi dovevamo essere sensi-bili alla tragedia che si stava vivendo. Il denaromuove il mondo, e se non è il denaro lo muovequello che dal denaro viene rappresentato: il pote-re. Lo scettro di una forma di dittatura più subdo-la e meno evidente ma comunque pur sempre esi-stente.

SCHEDALa task force internazionale,coordinata dagli Usa ha base aNapoli. Nel Comando interforzedell'Alleanza Atlantica, che ha sedenel quartiere di Bagnoli, sonorappresentate 22 Nazioni, per untotale di circa 2.000 militari. Li guidal'ammiraglio Usa Samuel J.Locklear, dal quale dipendono leoperazioni in Libia. L'Italia ha messo a disposizione ipropri caccia. Di contro Gheddafipare abbia una flotta aerea divecchie glorie meccaniche chepotrebbe non tenere testa alla difesainternazionale. Perché di difesa sitratta: l'intervento militare finora èstato realizzato a difesa dei ribelli edella popolazione civile contro gliattacchi del regime dittatoriale.

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Locride come Napoli?|if magazine marzo2011

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Da qualche settimana la raccolta rifiuti nei comuni della Locride procede arilento. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’impianto di compostaggio diSiderno è al collasso a causa dei rifiuti provenienti dal reggino, dopo lachiusura del sito di Pianopoli. Per strada i rifiuti si stanno ammassandoaccanto ai cassonetti stracolmi. Il profumo che si sente non è certo eau detoilette francese. Alcune aree sono state ripulite, è stato necessariol’intervento di autogru. Ma le operazioni si stanno compiendo a macchiadi leopardo. Quando saremo fuori dall’emergenza?

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Entusiasmo e voglia di fare, sono queste lecaratteristiche principali del neo elettodirettivo Ymca di Siderno, che è in carica dameno di un mese ma sembra avere già leidee ben chiare. Il nuovo consiglio è cosìcomposto: Domenico Leonardo è stato elet-

to presidente; Antonio Diano è il vicepresidente;Domenico Pezzano ricopre la carica di tesoriere; glialtri consiglieri sono Loretta Brullo, CarmelaCondarcuri, Giuseppe Galluzzo, Roberto Gerace,Nicola Nocera, Silvio Fiorenza. Al termine della loro prima riunione abbiamo intervi-stato alcuni di loro. Ci hanno parlato dei loro progetti.L'intento è quello di riportare nell'Associazione la veraconcezione di volontariato. Lo scopo fondamentaledell'Ymca, ci hanno detto i giovani amministratori, èquello di formare i ragazzi, farli crescere dal punto divista sociale, culturale e sportivo. “Noi ci dobbiamo ricordare che c'è un bambino cheattende da noi qualcosa”, hanno detto, precisando che“La vita dell'associazione esiste se essa è partecipata,per questo vogliamo riportare al suo interno il socio,con la sua famiglia”. Il direttivo ha deciso di lavorareadottando una nuova metodologia, creando al suointerno delle commissioni di lavoro definite “miniassessorati”, aperte anche ai soci attivi. In esse sonostate suddivise le varie competenze. La parola d'ordine del nuovo direttivo è trasparenza:coinvolgere i soci sostenitori e tutti gli altri nella vita enella gestione dell'associazione. Il socio Fabio

D'Agostino è stato il primo ad essere coinvolto, inseri-to all'interno di una commissione lavoro.Le commissioni più attive sono senza dubbio quelladei Rapporti internazionali, che si occupa di mantene-re Siderno in rete con le Ymca all'estero, e quellaAttività sociali, che cura i rapporti con il volontariato ele associazioni locali.Dal 1946 l'YMCA di Siderno rivolge la sua azione agiovani che credono nell'aggregazione e nell'amicizia,appassionati di sport, volontariato e scambi interna-zionali. Associarsi è semplice e accessibile a tutti, econsente di partecipare alle numerose attività sportivee ricreative.Tra le sue attività l'Ymca, rispondendo alle indicazioninazionali, cura progetti come Care Italia, è il settoreche si occupa della assistenza e dei programmi di coo-perazione allo sviluppo della Federazione ItalianaYMCA.Si propone di offrire un contributo a persone, ambien-ti e società che si trovano in condizioni di disagio.Con il termine 'disagio' non si intende “che sianoindietro” o che “vivano male”; quante volte infatti cisorprendiamo a vedere immagini di bambinidell'Africa che sorridono con una gioia e con un amoreforse a noi sconosciuti? Ci riferiamo piuttosto alla mancanza di opportunità,degli idonei strumenti necessari, fondamentali pervivere una vita che rendano un uomo degno di esserechiamato uomo.Non crediamo di poter cambiare il mondo, né abbia-

di Christian Morello

Il nuovo direttivo:entusiasmo e voglia di fareLo scopo fondamentale dell'Ymca, è quello di formare i giovani,farli crescere dal punto di vista sociale, culturale e sportivo.

YMCA DI SIDERNO

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mo la presunzione di salvarlo. Nel cuore dellaFederazione Italiana YMCA c'è l'esigenza di osservare“da dentro” una realtà di cui troppo spesso dimenti-chiamo l'esistenza e di stringere la mano a coloro cheinvece, pur sognando a volte di non viverla, sonocostretti a combatterla quotidianamente.Ogni giorno ci auguriamo che la nostra attività possaraggiungere l'obiettivo di contribuire alla crescitadignitosa di quei bambini e quei di giovani che hannobisogno anche di noi per poter sorridere.Un altro progetto nazionale è I Camps, L'esperienza ela filosofia YMCA: La YMCA è stata la prima associa-zione giovanile ad organizzare, oltre un secolo fa, cam-peggi per ragazzi e ad inserirli nei suoi programmieducativi e formativi.Contribuisce alla formazione dei giovani attraverso ilrispetto dei valori Cristiani di libertà, tolleranza, ami-cizia e comprensione.Lo staff altamente qualificato_I Leaders YMCA, cheseguono i ragazzi, sono esclusivamente volontari, cre-sciuti nell' associazione._L' esperienza maturata e glispecifici corsi di formazione garantiscono la prepara-zione e la motivazione dello Staff.Il tempo libero: un' organizzazione intelligente_I pro-grammi YMCA sono organizzati in modo da offrire aciascuno la possibilità di cimentarsi nelle più diverseattività: sport, animazione, escursioni, giochi…_Iltutto sempre sotto la guida dei Leaders YMCA.Ampia possibilità di scelta_Campeggi nazionali,camps internazionali, vacanze-studio, corsi di lingua,

scambi culturali, opportunità di volontariato negliUSA ed in Europa, programmi estivi ed invernali,offrono la possibilità di scegliere l' attività più adattaalle esigenze e ai desideri di ognuno.Una sistemazione comoda e piacevole_Tutte le struttu-re YMCA sono selezionate in virtù delle necessità spe-cifiche di ciascuna attività e nel rispetto dei miglioristandard qualitativi relativamente a vitto, alloggio,igiene e sicurezza.Trasferimenti sicuri e confortevoli_Ciascun viaggioviene organizzato in modo tale da garantire la massi-ma sicurezza, il più alto comfort e il tragitto più diret-to, grazie all' uso di mezzi di linea e/o privati fornitida aziende di provata esperienza e serietà.Il rapporto qualità/prezzo_L'assenza di fini di lucro ele finalità istituzionali proprie della YMCA, assicuranoun servizio altamente qualificato al giusto prezzo (enon oltre!).La vostra migliore garanzia: la soddisfazione di chi èvenuto con noi_Le motivazioni della YMCA risiedononella soddisfazione dei partecipanti e in quella delleloro famiglie._E' per questo che la YMCA si impegna averificarla costantemente al fine di mantenere semprealto il prestigio del suo nome e delle sue tradizioni.Assistenza completa al vostro servizio_La YMCA è aVostra completa disposizione per ogni ulteriore infor-mazione, consiglio e/o chiarimento._Non esitate acontattare le sedi YMCA dove troverete sempre cor-dialità e cortesia.

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In vista delle elezioni nella Locride si comincia aparlare di problemi e nuove prospettive. Ospitinella riedizione del Forum presso la nostraRedazione nuove e vecchie leve della politica, que-sto mese abbiamo cominciato con il sindaco diMarina di Gioiosa Ionica Rocco Femia e con l’aspi-rante sindaco e già primo cittadino di Siderno,Domenico Panetta. Due trale cittadine maggiormenterappresentative delle pro-blematiche affrontate dallaLocride. Sia in termini disviluppo economico basatosul turismo sia come spec-chio delle problematicheche si evolvono nella costaionica reggina. Due cittàche affrontano quotidiana-mente questioni legate alledifficoltà degli enti a reperi-re fondi per ottemperarealle emergenze continueche un ente locale popolo-so, dotato di un bilanciosempre più risicato nonarriva più a fronteggiare. Questi i temi degli incontriavuti con i due politici diopposti schieramenti, dicittà differenti ma che con-dividono le stesse tensioni. In sintesi i problemi piùpregnantiRocco Femia: i problemi sono tanti e purtropporimangono gli stessi da 30 anni. Trasporti, come lastatale 106, la SaRc, la Sanità allo sbando, un terri-torio abbandonato dove i nostri politici non riesco-no o non vogliono attirare l’attenzione per risolve-

re i problemi. Domenico Panetta: i problemi li conosciamo, sonotanti, mobilità, sanità, scuola, formazione. Il proble-ma maggiore però è di non avere una nuova classedirigente, che nasca dalla ricostruzione morale,globale per il futuro ella comunità e come riferi-mento per le nuove generazioni

Sembra che quello dei depu-ratori e della raccolta e smalti-mento dei rifiuti sia un pro-blema molto sentito dallapopolazione.Rocco Femia: quello dei depu-ratori è un problema grave el’amministrazione di Marinadi Gioiosa ha già il suo pro-gramma di proposte. Pensoche sia indispensabile, piutto-sto che avere ogni cittadina undepuratore che non funzioni,che invece si garantisca il fun-zionamento di gruppi didepuratori a servizio di piùenti. Insomma, depuratoricomprensoriali verso i qualisia approntato un decisivointervento per garantirne ilfunzionamento. Non è neces-sario che ogni ente ne abbiauno non funzionante. PerMarina di Gioiosa, da sempreinsignita della Bandiera Blu

europea, il problema diventa ancora più pregnan-te.Domenico Panetta: per la coalizione che si candidaad amministrare la città di Siderno, invece, diventadi prioritaria importanza avviare subito un nuovomodo di affrontare il problema, facendo diventare

FORUM SUL FUTURO DELLA LOCRIDE

Nuove elezioniNuove prospettive

ROCCO FEMIACi sta a cuore, che si capiscache non è più necessarioparlare ma fare, che i nostriproblemi non sonoaddebitabili a Roma ma a noi stessi, dalpolitico più piccolo fino adarrivare alle maggiori cariche.Se non capiamo chedobbiamo risolvere noi inostri problemi nonarriveremo da nessuna parte

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il cittadino partecipe del problema, coinvolgendolonella gestione della raccolta differenziata, garanten-do il servizio di raccolta porta a porta. AncheSiderno ha una forte vocazione turistica e interven-ti mirati non sono necessari ma indispensabili. Conun forte abbattimento delle tariffe legate al servizio. Cos’altro vi sta a cuore nella vostra visione delleprospettive della Locride.Rocco Femia: Che si capisca che non è più necessa-rio parlare ma fare, che i nostri problemi non sonoaddebitabili a Roma ma a noi stessi, dal politico piùpiccolo fino ad arrivare alle maggiori cariche. Senon capiamo che dobbiamo risolvere noi i nostriproblemi non arriveremo da nessuna parte. La miaamministrazione sta provvedendo a fare tutto que-sto, a piccoli passi, essendo in carica da poco tempo.Cura dell’ambiente e sviluppo le turismo sono inostri punti prioritari. Abbiamo passato quote del

bilancio per far si che si pas-sasse da una voce che al turi-smo dedicava poco più di5mila euro fino ad arrivarealla cifra di oltre 50mila euro. Domenico Panetta: noivogliamo lavorare alla nuovaclasse dirigente, come dicevo,per costruire un mito dellapolitica che miri all’irrobusti-mento del particolare, unapolitica come strumento dicrescita collettiva, né di lobby,né di caste. Occorre una scuo-la che formi allo stesso livellodel paese, è necessario soste-nere i giovani nel loro svilup-po. La rassegnazione nondeve prendere il sopravventosu tutto. Il mantenimentodella costa e del lungomaresia di Siderno che delle cittàche si affacciano sul mare èancora una volta da conside-

rare indispensabile. La prospettiva di una nuova amministrazione

provinciale si è aperta con l’indizione delle elezio-ni. Cosa vi aspettate dalla nuova compagineamministrativa reggina?Rocco Femia: mi aspetto che il nuovo Presidente siauna persona che capisca che è diventato il presiden-te di tutta una provincia, che si dimentichi di appar-tenere ad un colore politico e che lavori con ognunodei territori provincialiDomenico Panetta: mi auguro una grande collabo-razione tra i sindaci e il Presidente. Soprattutto nelleproblematiche su cui la provincia ha responsabilità,come quella scolastica, ambientale e la mobilità. Miaspetto il sostegno ad un nuovo filone culturale, cheil nuovo presidente guardi ai territori con l’obiettivodi far risaltare la loro positività.

LR

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DOMENICO PANETTAnoi vogliamo lavorare allanuova classe dirigente, comedicevo, per costruire un mitodella politica che miriall’irrobustimento delparticolare, una politica comestrumento di crescitacollettiva, né di lobby, né dicaste. Occorre una scuola cheformi allo stesso livello delpaese, è necessario sostenere igiovani nel loro sviluppo.

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Primavera, tempo di rinascita. La natura si rigene-ra e stimola il consorzio umano a fare altrettanto.Forse per questo le elezioni di primavera sonocosì attese. Esse rappresentano il presuppostoper una nuova fase della vita pubblica, la speran-

za di un cambiamento che sia per il meglio. Cambiare oconfermare? Sarà questo il dilemma di tutti i cittadini chia-mati alle urne, per rinnovare consigli comunali e provin-ciali. Cambiare, perchè il nuovo che avanza pretende il suospazio, perchè il vecchio era diventato inadeguato, o lo erafin dal principio ma non si poteva che attendere l'electionday per toglierselo di torno. Confermare, perchèno? Se chi ha amministrato lo ha fatto bene,non solo avrà ancora per sé la stima deisuoi concittadini, ma il favore versodi lui potrebbe essere cresciuto.Messe da parte le furbate propa-gandistiche dell'ultima ora, icriteri che guidano la prima-vera politica sono questi.La Calabria è una delleregioni italiane più impe-gnate con le prossimeamministrative. LaProvincia di Reggio dovràavvicendare i propri verticie ben 23 Comuni faranno lostesso. Per molti elettori saràl'occasione per prolungare lapasseggiata domenicale.Giornate più lunghe e climamite potrebbero favorire l'afflussoai seggi.Se la primavera sembra il tempo idealeper andare a votare, il periodo attuale appa-re il peggiore per amministrare un territorio pro-blematico come la Locride. Insieme all'aria di primavera dei primi giorni belli, edall'odore di salsedine delle burrasche negli ultimi periodidi pioggia, si respira un odore che non può essere definitoprofumo: a Napoli la chiamano munnèzz. Non siamo aquei livelli, ma potremmo arrivarci.In molti comuni la situazione economica è delle più tristidella storia. Non è colpa - o almeno non al cento per cento- delle Amministrazioni, ma dei crescenti tagli di trasferi-menti agli Enti locali, operati da centrodestra e centrosini-stra negli ultimi anni. La recente legge denominata “federalismo municipale”

non è che il colpo di grazia per far sprofondare nella mise-ria i Comuni meno abbienti. Le nuove norme lasciano senza copertura anche le spesevive, come gli stipendi dei dipendenti. Sono solo due delle matasse che sindaci, assessori e consi-glieri dovranno sbrogliare.Altre questioni aperte sono quella dei trasporti pubblici edelle vie di comunicazione, poi le scuole a rischio accorpa-mento o chiusura, gli ospedali che il Piano di rientro vor-rebbe ridimensionare, i danni del maltempo, il malfunzio-namento degli impianti di depurazione. L'elenco potrebbe

allungarsi ancora, ma preferiamo fermarci qui.Bisogna ammetterlo: chi si è candidato ha corag-

gio da vendere. Chi accetta la sfida con lavolontà di affrontare una situazione così

difficile, ha davvero fegato. Questavolta ci si mette in gioco due volte.

La prima è solo per un mese - tantodura la campagna elettorale - incompetizione con candidatiantagonisti. La seconda è per 5anni, che si preannunciano divacche magre. Governare,amministrare, comporta sem-pre dei problemi di varia natu-ra, ma anche gloria e “potere”.Senza le risorse economiche,però, sindaci e assessori non

sapranno cosa farsene di gloria epotere, né potranno sperare di

averne a lungo. Il rischio è che unsindaco con la cassa comunale vuota

e i debiti da pagare, sia costretto a lascia-re gli spazi pubblici in abbandono.

Perdendo di popolarità. I disagi rischiano diaumentare: le buche stradali sempre più profonde,

le scuole sempre meno adeguate, i progetti culturali e glispettacoli andranno a zero, o ad un valore poco più alto.Alcuni paesi, ci spiace dirlo, sono stati amministrati davve-ro male negli ultimi tempi e portano i segni di questa cat-tiva politica. Alla luce di tutto questo, tentare di ammini-strare un Comune per il prossimo mandato appare unasfida senza precedenti. I cittadini, con il loro voto, riporranno fiducia in qualcunoe pretenderanno che questa fiducia non venga tradita. Iproblemi di bilancio verranno certamente percepiti comealibi non troppo solidi. C'è la spazzatura da togliere dalle strade, le strade stesse darattoppare o rifare completamente. Le nuove amministra-

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La politica si rigenera. Cosa attende la Locride?Christian Morello

La Calabria èuna delle regioni

italiane più impegnate conle prossime amministrative.

La Provincia di Reggio dovrà avvicendare i

propri vertici e ben 23Comuni faranno lo

stesso.

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zioni si insedieranno a maggio: solo un mese di tempo pergarantire il buon funzionamento dei depuratori in vistadell'apertura della stagione balneare. Forse per questo, isindaci della Locride hanno chiesto un incontro con il pre-sidente Scopelliti, proprioper discutere di depurazio-ne delle acque reflue. Unamateria che riguarda laRegione tanto quanto i con-sorzi di Comuni. L'incontroha avuto luogo qualche gior-no fa, ma non ha sortito irisultati sperati. Gli impiantisoffrono per carenza di risor-se economiche: la crisi deibilanci comunali impedisceagli Enti di versare le rispet-tive quote con puntualità.Senza soldinon si cantamessa. Lamanutenzioneè carente permancanza diricambi, è arischio addirit-tura il contrattodella forniturae l e t t r i c a .Regolarizzare ip a g a m e n t isarebbe possi-bile solo risa-nando le finan-ze comunali,esigendo i tri-buti evasi daicontribuenti,aumentando icanoni annuidi acqua etarsu. Tutteo p e r a z i o n iimpopolari,che nessunsindaco è felice di mettere inpratica perchè comportanola perdita di consensi. Oggiche sta per aprirsi la campa-gna elettorale, disporreaccertamenti tributaripotrebbe rivelarsi un suici-dio politico. Così si chiedeaiuto alla Regione, che ha lesue competenze in materia equalche risorsa finanziariain più. Ma se il federalismomunicipale ha sottrattorisorse agli enti locali, per leRegioni ci ha pensato ilpatto di stabilità, imponendo una serie di vincoli di spesae vietando espressamente determinate voci in bilancio edalcuni storni di conti, oggi indispensabili per affrontare levarie emergenze. Infondo, il patto di stabilità è una vecchia

conoscenza anche per gli stessi sindaci.I nuovi amministratori dovranno dunque fare i conti con idanni lasciati dai loro predecessori e con quelli causati daun governo centrale poco incline a fare concessioni. E che

dire dei guai in cui il governostesso ci ha cacciati? Uno pertutti: la spazzatura. Per aiuta-re la regione Campania, cisiamo presi tonnellate di rifiu-ti che hanno intasato la disca-rica di Pianopoli, nel lameti-no. A distanza di alcuni mesinon abbiamo ancora ritrovatoil nostro già precario equili-brio, il risultato è che i nostripaesi sono diventati tante pic-cole Napoli, senza il meravi-glioso panorama del golfo e

del Vesuvio, solo conla munnezz. Il nuovodecreto che dichiaralo stato di emergenzanon è servito ad otte-nere un solo euro per

affrontare la situazio-ne, né mezzi e perso-nale aggiuntivi. Intutto questo i sindacinon sono innocenti: iconsorzi di raccoltadei rifiuti sono statilasciati in situazionipiù tragiche di quelledei depuratori, senzafondi e senza consigliodi amministrazione.Ecco un altra patatabollente per i futurisindaci. Chi si candidadovrà pensare anche aquesti guai. Le mag-gioranze che si ripro-pongono ai cittadini,invece, dovranno pen-sarci già da oggi, se

vogliono avere qualche spe-ranza. Per quanto riguarda le altrematerie, come i tagli alla scuo-la pubblica ed alla sanità, cisono sindaci che hanno porta-to avanti le loro lotte contro ipoteri centrali e altri chehanno abbassato la testa,dicendo “si padrone”, comegli schiavi in America primadella guerra tra Nord e Sud. Isecondi, a nostro parere,hanno perso di credibilità apochi giorni dalle comunali. Ma tanto, dalle nostre parti, il

consenso non si perde e non si guadagna sul campo. C'èchi vota il parente del compare, l'amico del cugino e cosìvia. Questi voti non si perdono mai.

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GIORNATE DI PRIMAVERA FAI

Anche il FAI celebra i 150 anni dell’Unità

Centocinquanta come i 150 annidell'Unità italiana. Sono quei luo-ghi che, sui 660 aperti in occasionedella Giornata FAI di Primavera2011, sono dedicati al Risorgimentoitaliano per consentire agli italianidi scoprire e riscoprire gli eroi a cuidobbiamo la nascita della nostraPatria. sabato 26 e domenica 27marzo festeggia insieme a noi l'an-niversario dell'Unità d'Italia. levisite sono a contributo libero. Cittadini comuni, persone uniche,indimenticabili eroi. È a loro, ainostri progenitori, ai veri protago-nisti del Risorgimento che tutti noidobbiamo la nascita della nostraPatria come nazione libera e unitache, mai come oggi, ha bisogno delloro esempio per ritrovare un'iden-tità e riconquistare quel ruolo difaro di cultura, stile e civiltà svoltoper secoli per tutto l'Occidente.Donne e uomini che, con grandesenso civile e immenso coraggio, sisono battuti e hanno sacrificato lavita per realizzare il sogno diun'Italia unita. Nell'ambito deifesteggiamenti dei 150 annidell'Unità italiana, il FAI ha decisodi ricordarne le gesta e la loro gran-de lezione nel suo evento piùimportante dell'anno, quellaGiornata FAI di Primavera che,giunta alla sua XIX edizione, hacoinvolto negli anni oltre 6 milionidi italiani.Fra i 660 luoghi che saranno aperti

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sabato 26 e domenica 27 marzo2011 in tutte le Regioni italiane, 150sono dedicati al Risorgimento ita-liano, in un percorso che si dipanain tutta Italia e che permette di ren-dere i cittadini consapevoli e orgo-gliosi del valore storico, culturale ecivile di questo importante anni-versario. Solo per fare qualcheesempio, sarà possibile scoprire aReggio Emilia il luogo dove nacquela bandiera nazionale o visitare aSavona la Fortezza Priamar doveGiuseppe Mazzini, imprigionato,ideò la Giovine Italia. L'edizione2011 della Giornata FAI diPrimavera è realizzata, per il tredi-cesimo anno di seguito, con il con-tributo di Wind: dal 1999 la societàdi telecomunicazioni ha, infatti,scelto di accompagnare l'iniziativadel FAI per far scoprire i piccoli egrandi tesori d'Italia.L'evento è sotto l'Alto Patronato delPresidente della Repubblica, con ilPatrocinio del Ministero per i Beni ele Attività Culturali, del Ministerodell'Istruzione, dell'Università edella Ricerca e con la collaborazio-ne della Presidenza del Consigliodei Ministri - Dipartimento dellaProtezione Civile, con il concorsodi numerose Regioni Italiane e incollaborazione con il GruppoEditoriale L'Espresso. Con ilPatrocinio di RAI SegretariatoSociale e con il contributo diBartolini Corriere Espresso. LaGiornata FAI di Primavera 2011 èinserita all'interno delle celebrazio-ni ufficiali della Presidenza delConsiglio dei Ministri per il 150°anniversario dell'Unità d'Italia”.

PROVINCIA DI CATANZAROCatanzaro per l’Unità d’ItaliaPalazzo de Nobili e VillaMargherita* Via GiovanniJannoni, 1Collezione RisorgimentaleMUSMI (Museo StoricoMilitare)* Via Vinicio Cortese, 1 – Parcodell’Agraria

PROVINCIA DI COSENZACOSENZAIl Risorgimento a Cosenza: isegni di un sogno Palazzo delGoverno* Piazza XV Marzo, 15Monumento della Libertà*PiazzaXV MarzoBiblioteca Civica* Piazza XVMarzo, 7 (ingresso da ViaDomenico Mauro)Complesso Monumentale diSant’Agostino* Ara dei FratelliBandiera*Vallone di Rovito SAN MARCO ARGENTANO(CS)Sulle orme di Roberto ilGuiscardo Abbazia di SantaMaria della Matina*Contrada LaMatina, 1Cattedrale di San Nicola da Mira*e Cripta normanna PiazzaCattedraleMuseo Diocesano* PiazzaVincenzo SelvaggiMuseo Civico Morelli* Via RomaTorre normanna Via NelsonJacoviniConvento e Chiesa della Riforma*Piazza della Riforma

PROVINCIADI REGGIO CALABRIAREGGIO CALABRIAMuseo Diocesano “Mons. AurelioSorrentino”*Via T. Campanella, 63 – ingressoper disabili Via CiminoMostra “Reggio, il Risorgimento el’Unità d’Italia”* Palazzo AmministrazioneProvinciale – Piazza VittorioEmanuele IIBOVA (RC)Fratelli d’Italia, gli Ebrei nelRisorgimento Sito Archeologico del ParcoArcheo Deri di Bova Marina*Loc.

San Pasquale - Statale 106, km.3Antiquarium del ParcoArcheologico Archeo Deri di BovaMarina*Loc. San Pasquale -Statale 106, km.3Centro di Documentazione per ilPatrimonio Culturale e l’Ebraismodell’area Grecanica*Loc. San Pasquale - Statale 106 LOCRI (RC)Andiamo alla fonte per attinge-re notizie storiche: l’Archivio diStato di LocriArchivio di Stato di Locri ViaMatteotti, 356 Visita guidata dellaSezione dell’Archivio di Stato diLocripalazzo Nieddu Del RioVia Corso Vittorio Emanuele, 17Mostra di documenti e cimelidel periodo unitarioSANT’EUFEMIA D’ASPRO-MONTE (RC)Sant’Eufemia d’Aspromontenel Risorgimento Piccolo Museodella Civiltà Contadina*Via NucarabellaChiesa Matrice di SS. Maria delRosario* Piazza ConcordiaTAURIANOVA (RC) Palazzo Contestabile ViaMuchellanePROVINCIADI VIBO VALENTIAVIBO VALENTIAChiesa del Rosario e Cappella tre-centesca de’ Sirica-Crispo*Piazza del RosarioPalazzo Gagliardi 150Piazza GaribaldiReal Collegio Vibonese (ConvittoFilangieri – Liceo Ginnasio “M.Morelli”)*Corso Umberto I°Sabato 26, ore 10.00 – 12.00 /17.00 – 19.00; Domenica 27, ore

ELENCO LUOGHI APERTl IN CALABRIAApertura straordinaria di 660 beni in tutte le Regioni.

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In mostra al Vittoriano dal 10 marzo fino aiprimi di luglio, è stata un’artista di gran-de cultura figurativa, abituata a mescolarerimandi all’arte del passato e linguaggifigurativi di varie correnti e radici: cubo-futurismo russo e francese, ritorno all’ordi-

ne italiano, realismo magico tedesco, realismopolacco. Una serie infinita di elementi rielabora-ti in modo geniale fino a creare una linguanuova dai caratteri accattivanti, decorativa,internazionale emoderna, chenasce dalla com-mistione di artidiverse: la foto-grafia di moda, ilmanifesto pub-blicitario, il cine-ma.Il fascino e lastravaganza delpersonaggio, lacomunicativitàdel suo linguag-gio figurativohanno resoTamara deLempicka l’arti-sta più nota eamata del perio-do Déco. l“Portrait deMadame P.” ecinque nudi diRafaëla sonoalcune delle novità della rassegna romana dedi-cata alla pittrice polacca Tamara de Lempicka(fino al 10 luglio al Complesso del Vittoriano),curata da Gioia Mori a cinque anni di distanzada quella allestita al Palazzo Reale di Milano.Icona di sensualità negli anni Déco, Tamaraseduce ancora con il trucco forte, sfacciato, l’in-carnato pallido e lo sguardo bistrato a lutto,come nel suo celebre autoritratto a bordo di una

Bugatti verde, eseguito nel ’29 per la rivistatedesca di moda “Die Dame”.Il mito è sbarcato a Roma grazie a molti aiuti,provenienti da collezioni pubbliche e dalle rac-colte private di un’élite di appassionati, comeWolfgang Joop di Berlino e Donna Karan, la sti-lista di New York che con le star a stelle e strisceJack Nicholson, Angelica Huston, BarbraStreisand e Madonna è tra le più scatenate com-pratrici delle opere di Lempicka. Nel 2009 il

“Portrait deMadame P.” è statoacquistato da uncollezionista ame-ricano per settemilioni di euro.Il vero successodella Lempicka èarrivato nellaseconda metà deglianni Venti, aM i l a n o .Sconosciuta maancora per poco, laspavalda TamaraGorska, che avevamantenuto ilcognome del mari-to russo TadeuszLempicki, da cui siera appena separa-ta, si fa notare albraccio dell’aristo-cratico editore-gal-lerista Emanuele

Castelbarco (sposato con Wally Toscanini, lafiglia di Arturo). E’ lui che le fa muovere i primipassi tra gli artisti e gli scrittori di “Novecento”che gravitavano nel cenacolo meneghino diMargherita Sarfatti. Il conte, che nella sua“Bottega di Poesia” di via Montenapoleone leaveva organizzato la prima personale, avevaavuto buon fiuto.

Al Vittoriano - la diva “della sensualità e delle grandi forme”di Giuseppina Carrozza

TAMARA DE LEMPICKA

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Sabato 12 marzo oltre cento città italiane hanno manife-stato per gridare la loro voglia di cambiamento ad unGoverno “che non vuole ascoltare”. Sono stati definiti “l’altra Italia ”, quella che non si accontenta di subire pas-sivamente le decisioni dello Stato Italiano soprattutto intema di giustizia e riforma scolastica . L’iniziativa di una manifestazione culturale, e non dipartito, così come molti hanno tenuto a precisare, è par-tita da Roma, che ha registrato ben 25 mila presenze tramovimenti culturali, studenti, ex dipendenti di aziendeche stanno subendo sulla loro pelle le conseguenze diuna crisi economica che pare non migliorare. Inoltre,massiccia la presenza di studenti di tutte le età, che agran voce rivendicavano il loro diritto ad una Istruzionepubblica. Tra le prime file non potevano mancare gran-di esponenti politici come cui Pierluigi Bersani, segreta-rio del Pd ad Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, da FabioGranata del Fli a Nichi Vendola, leader del SeL.Convinzione, rabbia e determinazione. Questi i senti-menti dei manifestanti che hanno marciato su Romasenza sentire la fatica, da Piazza della Repubblica fino aPiazza del Popolo, intonando le note dell’inno diMameli e di Bella Ciao. Non sono mancati gli striscioni

provocatori, messaggi diretti di disagio all’attualeGoverno, inviti a prendere coscienza del fatto che l’Italiache sta cambiando.E’ proprio questo il tema centrale della manifestazioneIl Cambiamento Italiano. Ma un cambiamento positivoo negativo? Per i manifestanti si tratta di un cambiamen-to prettamente negativo, che trova le sue radici nell’ap-provata riforma scolastica e nella nuova RiformaCostituzionale della Giustizia, approvata dal consigliodei Ministri lo scorso 10 marzo.Per quanto riguarda i tagli sull’istruzione, si è già parla-to abbondantemente in precedenza. Ma un’ultima pro-vocazione viene lanciata dal Presidente del Consiglionel momento in cui afferma che la scuola pubblica nonda la giusta preparazione, e che ” la famiglia deve incul-care i giusti valori”. Frasi queste che hanno suscitatonon poche reazioni d’indignazione da parte dell’oppo-sizione, genitori e studenti, scesi in piazza per difende-re il diritto costituzionale di un’istruzione pubblica eparitaria.Ma le polemiche più forti nate in questi giorni, e poiripresi dal corteo romano, sono quelle nate in conse-guenza all’approvazione della nuova riforma costitu-

L’Italia in piazza per difendere la Costituzione. Ma da che cosa?

Migliaia le persone scese in piazza contro i tagli sull’istruzione e la riforma sulla Giustizia

Sara Alvaro

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zionale della giustizia. Ma in che cosa consiste tale riforma? In sostanza si parladi Carriere separate tra giudici e pm e doppio Csm, inmaniera tale da mirare ad una “giustizia giusta”, comeha affermato lo stesso Guardasigilli Angelino Alfano. Acambiare sarà innanzitutto l'articolo 104 dellaCostituzione. Viene specificato, nel nuovo testo, che imagistrati si distinguono in giudici e pubblici ministeri.Decisione considerata inevitabile perchè non si crei tra ilgiudice e il pm un rapporto corporativo che possa inqualche modo nuocere alle ragioni della difesa. La leggeassicura la separazione di entrambe le carriere.Non più un solo Csm: se le carriere vengono separate,

anche l'organo di autogoverno deve sdoppiarsi. I nuoviCsm non possono adottare atti di indirizzo politico néesercitare funzioni diverse da quelle previste nellaCostituzione. Consiglio Superiore della Magistraturagiudicante e quello della Magistratura requirente sonopresieduti dal Presidente della Repubblica.I magistrati divengono direttamente responsabili degliatti compiuti in violazione di diritti al pari degli altri fun-zionari pubblici. “Se un medico commette degli erroridurante un’operazione in sala operatoria, sarà lui in

prima persona a dover rispondere di quanto avvenutoe non lo Stato”. Queste le parole di Alfano, durante l’in-tervista al programma televisivo In mezz’ora, condottodalla giornalista Lucia Annunziata, per spiegare laresponsabilità indipendente dei magistrati. Fin da subito tale riforma è stata accusata di essere unalegge ad personam per favorire il Premier Berlusconinei processi in cui è coinvolto. Questo dubbio nascesoprattutto perché è da ben dieci anni che si attende unariforma della Giustizia e a molti è sembrato strano chetale legge fosse proposta proprio in un momento giuri-dicamente delicato per Silvio Berlusconi Ma da questaaccusa lo stesso Alfano si divincola facilmente afferman-do che tale legge non verrà applicata ai processi incorso,in cui è coinvolto il Presidente, bensì ai processifuturi. Una riforma questa che lascia perplessi sia molticittadini, che molti esponenti dell’Opposizione delGoverno. Quest’ultimi soprattutto perchè definisconoalcuni principi presenti nella riforma inconcepibili einaccettabili. Nella fattispecie, il Segretario del Pd PierLuigi Bersani, afferma che ci saranno altre manifestazio-ni, per rendere noto l dissenso di quanti non credono inquesta rotta di cambiamento.

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Da diversi giorni, numerosi cittadini residenti nelquartiere Appio Latino manifestano il loro dis-senso contro i PUP (Parcheggi Urbani aPagamento). La loro protesta è stata supportataanche da parte dei componenti di tutti i comita-

ti della città che in questi ultimi anni si sono costituiti percombattere l’avanzata dei box sotterranei. In particolare l’ultimo progetto contro il quale i cittadinimanifestano ormai da mesi è un parcheggio sotterraneo inVia Albalonga che potrà ospitare 220 posti auto su duepiani, di cui ben 150 box privati al costo di circa 80.000€caduno e 70 a rotazione a pagamento. "Questo parcheggio- ha affermato il presidente del comitato cittadini di via

Agostino Gullace

Albalonga

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NoPUP

al

di via

Cittadiniinsorgonocontro lacostruzione diun parcheggiointerrato

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Albalonga Sergio Tomassi - è una speculazione edilizia.Saranno tolti posti gratuiti di superficie, si creeranno disagi,polvere e rumori per due anni e soprattutto lo scavo mette-rà a serio rischio la stabilità dei palazzi, vista la presenza diuna falda acquifera nel sottosuolo. Inoltre la ditta costruttri-ce non è assicurata per danni che potrebbero manifestarsidopo il collaudo e quindi i proprietari non sarebbero nean-che risarciti".Interpellato l'assessore all'Urbanistica del IX municipioMassimo Pellutri ha annunciato: "Presenteremo un'interro-gazione in consiglio comunale. Nei mesi scorsi abbiamoincontrato l'ex assessore alla Mobilità Marchi e tecnici delComune, ma abbiamo capito che ormai è inutile parlare,dobbiamo passare ai fatti".Il cantiere di Via Albalonga si aggiunge a quelli di ViaImera, Largo Vercelli, Via Magna Grecia, Via Aosta, ViaTaranto, Largo Frassinetti, Via Matera, Piazza Tuscolo-Largo Soana. Ben otto cantieri che, insieme a quello dellaMetro C, comporteranno gravi e pesanti disagi per la viabi-lità e la vivibilità nella zona già interessata da enormi flussidi traffico.Il progetto PUP non è nato ultimamente e non è esclusiva-mente responsabile la giunta comunale attuale, che operasul territorio solo da un anno. Il programma urbano par-cheggi nasce nel 1989 con la legge 122 del Ministro Tognoli.Il piano avrebbe dovuto liberare le strade della città, soffo-cate dalle auto in sosta selvaggia, ma nella sua attuazionesolleva da quindici anni enormi polemiche da parte dei cit-tadini e non ha risolto la situazione. Dopo l’assegnazione dei poteri speciali per il traffico daparte del governo Prodi all’allora Sindaco di Roma WalterVeltroni, il PUP ha subito una forte accelerazione attraversocentinaia di progetti per la realizzazione di box auto priva-ti interrati su terreno pubblico. Le dimissioni di Veltronihanno fermato in parte la realizzazioni di alcuni progettiche sono ripresi successivamente, con alcune sostanzialimodifiche, dall’attuale Sindaco Alemanno. Nel dettaglio,oggi il PUP prevede la realizzazione di 45.000 nuovi postiauto con progetti realizzati da privati su suolo pubblico invirtù di una concessione comunale.Il PUP, affermano i cittadini, non risolve assolutamente iproblemi di parcheggio, anzi li crea: i cantieri deturpano ilpaesaggio cittadino creando seri problemi alla viabilità ealla vivibilità della zone; occultano i punti vendita dei com-mercianti che affermano di avere forti cali nelle vendite eproblemi di carico e scarico; possono danneggiare le fonda-menta dei palazzi e danneggiare reperti archeologici dienorme valore storico di cui il sottosuolo della Capitale èflorido.Una soluzione alternativa al PUP di Via Albalonga è stataproposta dal senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo,segretario della Commissione Affari Europei e dirigente delpartito nella Capitale: “A giorni presenterò un'interrogazio-ne parlamentare per conoscere come la Difesa intende uti-lizzare la caserma Zignani in via Etruria a Roma, in granparte in stato d'abbandono. La Caserma Zignani è uno sta-bile di 60 mila metri quadri e, considerando che è in parteinutilizzata, potrebbe essere sfruttata a beneficio della citta-dinanza: parcheggi , un parco, un centro culturale. IlComune di Roma ha ricevuto una serie di altre caserme dalTesoro ed è bene che queste siano utilizzate per progettisociali e non per opere speculative”.

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Il PUP, affermano icittadini, nonrisolveassolutamente iproblemi diparcheggio, anzi licrea: i cantierideturpano ilpaesaggio cittadinocreando seriproblemi allaviabilità e allavivibilità della zone;occultano i puntivendita deicommercianti cheaffermano di avereforti cali nellevendite e problemidi carico e scarico;possonodanneggiare lefondamenta deipalazzi edanneggiare repertiarcheologici dienorme valorestorico di cui ilsottosuolo dellaCapitale è florido.

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Centocinquant'anni dopo, il giorno cheha visto il Parlamento decretare lanascita del Regno d'Italia è stato cele-brato con un omaggio del presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano,

al Milite ignoto e con la cerimonia dell'alzabandiera.Le celebrazioni per il compleanno d'Italia sono ini-ziate all'Altare della Patria. Nello stesso momento,lo stesso gesto è stato eseguito in tutti i Comuni "peronorare l'Alba dell'Italia". Bandiere italiane ed euro-pee esposte su tutti gli edifici pubblici del Paese. LaFesta nazionale è proseguita poi al Pantheon, doveNapolitano ha deposto una corona d'alloro sullatomba di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Red'Italia. Poi al Gianicolo per l'inaugurazione del

nuovo 'Parco degli Eroi', l'omaggio allaCostituzione della Repubblica Romana incisa sulMuro del Belvedere e quello al restaurato monu-mento nazionale a Giuseppe Garibaldi, mentre iragazzi delle scuole del quartiere hanno scoperto leerme restaurate dei garibaldini. Altra visita ufficialeall'inaugurazione del complesso monumentale diPorta San Pancrazio e del Museo della RepubblicaRomana e della Memoria garibaldina.Le celebrazioni previste per la mattina del 17 marzosi sono concluse con la partecipazione del capodello Stato alla Messa officiata dal presidente dellaConferenza episcopale italiana, cardinale AngeloBagnasco, nella basilica di Santa Maria degli Angeli.L'appuntamento più solenne è stato invece alle 16,quando il capo dello Stato, salutato da un picchetto

Centocinquanta volte auguri

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d'onore, è stato accolto all'ingresso di Montecitorio daipresidenti della Camera e del Senato, Gianfranco Finie Renato Schifani. Prima dell'inizio della sedutacomune, i presidenti hanno visitato una mostra, alle-stita nel Transatlantico, di documenti storici relativi al1861 e al 1948. La Banda militare Interforze ha esegui-to l'Inno d'Italia e, subito dopo, hanno preso la parolail presidente della Camera, il presidente del Senato e ilpresidente della Repubblica che ha tenuto il discorsocelebrativo della Fondazione dello Stato unitario allapresenza di deputati, senatori e altre autorità delloStato. A concludere la cerimonia, trasmessa in direttadalla Rai, gli onori militari a Napolitano in piazzaMontecitorio. In serata, al Teatro dell'Opera le massi-me cariche dello Stato hanno assistito al Nabucco diGiuseppe Verdi, diretto dal maestro Riccardo Muti.

a volte auguri

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Éa tutti noto che le rivoluzioni dei Paesicome la Tunisia, l'Egitto, la Libia e loYemen, hanno fatto riemergere ilproblema dei diritti umani ancora unavolta repressi e calpestati da infami dit-

tatori, che ordinanao addirittura alle loro trup-pe cammellate, cosidette " Lealiste", di sparareed uccidere i loro stessi fratelli. Dittatori crimi-nali affamatori dei loro popoli che nessunanazione osa punire per evitare ulteriori estesiconflitti di guerra. assistiamo quindi ad esodidi massa epocali, che non riservano niente dibuono. Osserviamo che la Carta dei DirittiUmani, scritta nel 1948, viene continuamentecalpestata . Molti igoverni che tendono asopprimere i dirittiinalienabili degliuomini. Amnestyinternational forniscedelle cifre allucinanti etragiche sulle atrocitàcommesse dagli uomi-ni su altri uomini,siano pur essi loro con-nazionali. Alle cifrefornite da Amnestyvanno aggiunti e ricor-dati i 600mila mortidella rivoluzione fran-cese e quelli inerenti laguerra di indipenden-za degli americani. Ancor oggi nel 2011 assistia-moad ingiustizie applicate a milioni di esseriumani, una infinità di persone vengono ucciseed imprigionate calpestanto i loro diritti. La sto-ria di riempie sempre piu' di piccoli grndi uomi-ni e donneche hanno raccontato con il loro san-guele repressioni subite ad operadi suallidi dit-tatori, assatanati dalla loro ossessione di onnipo-tenza. Queste uomini e donne torturate e marto-riate derise nella loro dignità umana pretende-vano soltanto il rispetto di essere , di esistere. Leasssurdità perpretate dai dittatori sono inaccet-tabili per la ragione umana. Le prevaricazioni, inepostismi, le truffe a scapito dei popoli devefinire. Menti illustri, da J.J. Rosseau a JOHN

LOCHE, da VOLTAIRE a KANT e NIETZCHEai loro tempi si dovettero impegnare a fondoper dimostrare quanto di più ovvio si palesavaai loro illuminati cervelli. " LA SOVRANITA'"dei popoli sui propri rappresentanti, sia che essifossero Imperatori, Re, dittatori o Presidenti.L'ipocrisia , la stupidità l'ottusità, l'ignoranzadell'uomo è forse l'unica cosa a non avere con-fini, a cui è stato concesso e permesso di viaggia-re indisturbata per il mondo senza alcun passa-porto. La paura atavica delle diversità, gli inte-ressi economici delle LOBBY, la bramosia delpotere di alcune caste rendono la vita degli esse-ri umani irespirabile. Ancora oggi assistiamo

impotenti come inemici dei " Diritti degliesseri umani vengonocalpestati. Basta appuntoosservare cio' che acca-de in Egitto, in Tunisia,In Libia, ed in gran partedel mondo. La libertà el'uguaglianza di tutti gliesseri umani tantodecantata in moltecostituzioni di alcunipaesi viene mortificata:La libertà come leggeinderogabile dei popoliè scolpita sin dalla nasci-ta del genere umano.tanto palese quanto sco-

nosciuta da dittatori e governanti di ogni epoca.Ci sono voluti migliai di anni, centinaia di guer-re, milioni di morti, prima che qualcuni si sve-gliasse di scrivere le norme di legittimità deipopoli e dei loro Diritti. Fu appunto nel dicem-bre del 1948 che l'assemblea generaledell'ONU ririunaita a Parigi approvò "la Cartadei Diritti Umani". E non possono certo esseredittatori sanguinari e despoti ad eliminarlacome legge Universale delle genti. Tutti i popoli,tutte le comunità , tutte le associazioni debbonofare quadrato e battersi affinchè quanto conqui-stato con il sangue nel 1948 non venga vanifica-to e disperso rendendo valida la follia degliuomini di potere.

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I diritti umani calpestatiMarco Rinaudo

IL PENSIERO E L’OPINIONE

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La primavera della rinascitasociale contro le mafie

Il21 marzo, primo giorno di primavera, dasedici anni Giornata della Memoria edell'Impegno in ricordo di tutte le vittimedelle mafie, promossa da Libera e AvvisoPubblico. In centinaia

di piazze, scuole, consigli comunali, sedi di associa-zione domani si sono riunite migliaia di persone perleggere l'elenco delle oltre 900 nomi di vittime dellemafie. Anche la Fiom Cgil sarà impegnata con le pro-prie strutture territoriali e le RSU a sviluppare inizia-tive nei luoghi di lavoro su que-sti temi nella giornata del 21marzo scelta, come ogni anno,da Libera in ricordo delle vitti-me delle mafie.Sono stati circa 80 mila i parteci-panti alla 16/a Giornata dellememoria in ricordo delle vitti-me delle mafie, che si è svolta aPotenza. Il corteo è stato apertoda Filomena Iemma e GildoClaps - la madre e il fratello diElisa, la studentessa potentinadi 16 anni scomparsa il 12 set-tembre 1993, il cui cadavere e'stato trovato il 17 marzo 2010nel sottotetto di una chiesa. Alloro fianco c'erano don LuigiCiotti e il referente dellaBasilicata di Libera, don Marcello Cozzi. Subito dopoi parenti delle 900 vittime delle mafie, i cui nomi sonostati elencati ieri sera in una veglia di preghiera ericordati anche oggi al termine del corteo, dalpalco.__Proprio don Ciotti ha definito 'un'emozionegli occhi e lo sguardo dei familiari delle vittime, giun-

ti a Potenza da ogni parte d'Italia e d'Europa. E' ancheimportante - ha aggiunto - che vi sia un giorno all'an-no in cui ricordiamo tutte le vittime delle mafie. Cosi'come e' importante - ha concluso - che l'impegno siadi tutti i giorni perché la speranza e la libertà devonoessere un impegno quotidiano'.__E' stato il chirurgoGino Strada, fondatore di Emergency, a cominciare lalettura dei nomi delle 900 vittime delle mafie, al ter-mine del corteo.'E' stato un grandissimo onore - hadetto Strada - perché questa e' una bellissima partedell'Italia'. Ai cronisti che gli chiedevano un commen-

to sul valore simbolico dellaGiornata della memoria e suiriflessi della riforma della giusti-zia sulla lotta alla mafia, Stradaha risposto che 'in realtà ci vor-rebbe giustizia perché in questomomento non ce n'è proprio'.Dopo Strada, parte dei nomisono stati letti anche dai magi-strati Giancarlo Caselli eAntonino Ingroia. 'Non si puòparlare di riforma ma bisognaparlare di sequestro della giusti-zia'- ha detto, riferendosi al pro-getto di riforma della giustiziadeciso dal Governo, don LuigiCiotti. 'Questo progetto - haaggiunto - indebolisce l'autono-

mia della magistratura. Non e' possibile sottometterel'indipendenza dei pubblici ministeri al potere politi-co. Dobbiamo dire 'no' alla cancellazione dell'articolo101 della Costituzione che deve rimanere uno deicapisaldi del nostro ordinamento. Dobbiamo difen-dere l'indipendenza della magistratura e l'uguaglian-

di Christian Morello

LIBERA PER NON DIMENTICARE

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za dei cittadini davanti alla legge'. In un altro passag-gio del suo discorso, riferendosi alle intercettazioni,don Ciotti ha detto che 'senza le intercettazioni, magi-strati come Caselli e Ingroia non sarebbero qui'.'La veraforza della mafia e' fuori dalle mafie e la corruzione e'il vero volto della mafia in Italia' ha proseguito donLuigi Ciotti. Al termine del suo intervento, don Ciottiha salutato le migliaia di persone presenti tenendo permano don Marcello Cozzi, referente lucano di Libera, eFilomena Iemma, madre di Elisa Claps: 'E' una vergo-gna - ha aggiunto don Ciotti - che l'Italia non abbiainserito nel codice penale i contenuti del Trattato diStrasburgo del 1999 contro la corruzione. In Italia - haconcluso - si perdono 60 miliardi di euro per la corru-zione, i soldi ci sono ma bisogna prenderli ai corrotti'.Don Luigi Ciotti, si è recato il giorno prima nel cimite-ro di Casal di Principe per pregare sulla tomba di donGiuseppe Diana, il parroco ammazzato dalla camorrail 19 marzo del 1994. Un impegno mantenuto, annun-ciato dallo stesso don Ciotti, a conclusione della mani-festazione della giornata della memoria e dell'impe-gno, che si è svolta sabato 19 marzo a Potenza. Subitodopo, il fondatore di Libera si è recato a casa deglianziani genitori di don Diana, in via Garibaldi, che inquesti giorni hanno anche ricevuto la visita di decine dipersone arrivate a Casale da tutt'Italia proprio perricordare il sacerdote ucciso. Il papà e la mamma didon Diana nei giorni scorsi hanno anche ricevuto indono le prime "mozzarelle della legalità", prodottenelle terre confiscate alla camorra, proprio dalla coope-rativa sociale che porta il nome di don Peppe. Sabatosera, intanto, don Diana è stato ricordato con unamessa solenne nella parrocchia di San Nicola di Bari,dove fu ammazzato, a cui hanno partecipato centinaiadi persone.

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Un elenco lungo da Potenza aSiderno dove il 21 marzo, èstata celebrata la XVI giornatadella memoria e dell'impegnoin ricordo delle vittime inno-centi delle mafie.Alle 17.00 i familiari delle vitti-me innocenti si sono incontra-ti presso il Monumento alleVittime delle mafie, dove fubarbaramente uccisoGianluca Congiusta. Alle18,30, nella Sala del ConsiglioComunale di Siderno,sonostate ricordate tutte le vittimedelle mafiePresenti i familiari di GianlucaCongiusta come i parenti divittime accertate e presuntetali della 'ndrangheta. I familia-ri di persone scomparse, pro-babili vittime di lupara bianca.I giovani delle scuole, le asso-ciazioni locali e i cittadini chesono stanchi di subire anghe-rie continue. Un elenco sem-pre più lungo, e un Paesedalla memoria corta. Così donLuigi Ciotti alla partenza delcorteo con il quale si è apertaa Potenza la 16esimaGiornata della Memoria, orga-nizzata dall'associazioneLibera per ricordare le vittimedella criminalità organizzata."Il nostro Paese si è dimenti-cato troppo in fretta di tantinomi di persone uccise dallemafie - ha detto il sacerdote,responsabile nazionale del-l'associazione - per questo,ogni anno vogliamo leggerequello che, purtroppo, è unelenco sempre più lungo. Cosìcome è importante che l'impe-gno sia di tutti i giorni perchéla speranza e la libertà devonoessere un impegno quotidia-no".

Anche a Siderno la XVI Giornata dellaMemoria e dell'impegno

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Cucinare è un'arte. E l'Italia è famosa sia per le sue opere d'arte che per la buona tavola.Ma anche mangiar bene è un'arte, quella del buongustaio. Cibi raffinati, tramandati da molte generazioni per conservare una lunga tradizione disaperi e di sapori, che nel tempo restano immutati, per offrire al palato le stesse sensa-zioni. Altri piatti provengono invece dalla gustosa innovazione dei migliori chef mondiali,che sanno sempre come far sposare i sapori di mille e mille ingredienti. La scelta degliaromi giusti, la freschezza, i piccoli segreti nella preparazione. Questi sono i trucchi deicuochi italiani. Nei ristoranti italiani il gusto si sposa con l'estetica. La raffinatezza dei piat-ti viene letteralmente incorniciata dalla bellezza dei luoghi. Da quelli rustici ed antichi, figlidi una storia ricca d'arte e suggestione, a quelli moderni, concepiti con il massimo dellaclasse e della raffinatezza. In Italia mangiare non è solo un bisogno: è soprattutto un pia-cere. E se tutto questo diventa l'occasione per pranzare o cenare in buona compagnia,non abbiamo altro da suggerire: andate al ristorante.

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Adistanza di 150 anni dal-l'unificazione italiana, èstato deciso di festeggia-re questa occasione attra-verso un giorno della

memoria. Il 17 Marzo, giorno in cuinel 1861 venne proclamato ufficial-mente il Parlamento italiano e si toccòl'apice del processo di unificazionedopo la presa militare da parte deipiemontesi del Regno delle DueSicilie tramite la Spedizione dei Mille,e di alcuni territori dello StatoPontificio. In quel momento venivaproclamato l'unico re d'Italia, VittorioEmanuele II di Savoia, leggendaria-mente denominato dalla storiografiacon l'appellativo 'Padre della Patria'.Ma nonostante le bandiere tricoloriissate per le strade delle città, le para-te e le manifestazioni organizzate perl'occasione, molti nodi ancora devo-no essere sciolti e chiarezza deve esse-re fatta sul periodo risorgimentale epostunitario. A distanza di un secoloe mezzo è bene fare un bilancio di ciòche è oggi l'Italia alla luce di un'unifi-cazione che per molti versi ha porta-to ad alimentare le diversità territo-riali piuttosto che ad unirle. Perché lacontroversia sulla questione unitariaè oggi più che mai aperta, special-mente se si considera l'evidente squi-librio Nord-Sud che pare non vogliacessare il suo corso storico. Sebbene laformazione della nazione italiana èstata un evento epocale che inevita-bilmente si sarebbe dovuto concretiz-zare prima o poi, molti dubbi oggialeggiano sulla gestione di questavicenda storica. Infatti l'Italia, nono-stante un periodo medioevale e postmedioevale caratterizzato da territoriin frequente lotta tra loro, è storica-

mente unitaria nel suo Dna. Partendodall'impero romano e passando daquella Lega Italica che già nel 1455unì, attraverso un importante seppurtemporaneo accordo di alleanza, ilDucato di Milano, la Repubblica diVenezia, il regime mediceo diFirenze, lo Stato ecclesiastico e ilRegno di Napoli; fino ad arrivare alprogramma unitario proposto daMachiavelli nel Principe, il qualeovviamente non venne accolto per-chè nessuna forza politica del tempoaveva interesse ad opporsi alle poten-ze straniere che si disputavano ildominio d'Italia. Oltre al legame geo-grafico delineato definitivamentedopo la II Guerra Mondiale, il territo-rio italiano è evidentemente legato dacomuni radici storiche, culturali e lin-guistiche, seppurcon le permanentidifferenziazioniterritoriali propriedi molte altrenazioni e culture.E' per questaragione che non sicapiscono bene lepolemiche dellaLega Padana, cheopponendosi sep-pur con velatozelo ai festeggia-menti in occasio-ne dell' Unità d'Italia, è come se voles-se dimenticare il proprio ruolo all'in-terno del processo di unificazione.Eppure furono proprio loro, i pie-montesi, ad imbracciare le armi ed aportare termine lo scopo risorgimen-tale. Nei libri di storia è proprio il tori-nese Camillo Benso conte di Cavourad essere l'iniziatore dell'esecuzione

di Maria Giovanna Mollace

L'unità d'Italia e il buio

postunitario

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unitaria insieme a tutti gli altri'Padri della Patria'. E si sa, la storiada sempre è scritta dai vincitori, edi vincitori in questo processo risul-tarono loro. E' un dato di fatto evi-dente oggi più che mai, ma toccachiedersi come e perché. Tra tuttigli stati preunitari, anche se convarie problematiche, il Sud primeg-giava in molti ambiti ed erano pre-senti alcuni importanti stabilimentiindustriali come ad esempio le offi-cine metallurgiche di Pietrarsa, aPortici (Napoli), con oltre 1000impiegati prima dell'unificazione epoi ridotti a 100 nel 1875, nonchéquelle calabresi di Mongiana. Ilregno delle due Sicilie prima del-l'unita era terra di ospitalità edimmigrazione enon di emigra-zione, soprattut-to da Nord.Rimanevanoc e r t a m e n t emolti elementidi diseguaglian-za, se si consi-dera il fiorentesviluppo capita-listico nel restod'Europa diquel periodo, sicapisce che losviluppo econo-mico a queitempi era limi-tato sia a Nordche a Sud.Prima dell'unitàsi scatenarono imoti Lombardie Siciliani per larivendicazionedell'autonomiadelle terre con-tadine usurpate illegittimamentedai proprietari terrieri, a Nordcome a Sud! Ma forse non è cosìnoto che in seguito all'unificazionefin da subito e in vari modi, il Sudvenne zittito in maniera per moltiversi violenta. Non tutti sanno cheper i primi quindici anni di storiaunitaria le scuole al Sud venneroabolite. Come se si fosse tentato dicancellare la memoria storica diun'intera fascia geografica, la stessache moltissimi anni prima era stataterra di fermento e promozione cul-turale. Inoltre, è da ricordare ilvasto moto dei contadini meridio-nali tra 1860 e 1865 definito 'grandebrigantaggio'. Sfruttato politica-mente dal partito borbonico e poi

represso nel sangue dall'esercitounitario. La questione del brigan-taggio postunitario è l'esempio piùlampante di come il Mezzoggiornod' Italia tentò di opporsi alle politi-che, soprattutto economiche, delnovello stato italiano. Specialmentei braccianti agricoli, si ritrovarono adover fronteggiare un nuovo regi-me fiscale per loro insostenibile euna regolamentazione del mercatoagricolo svantaggiosa sotto ogniaspetto. Per non parlare della pri-vatizzazione delle terre demaniali avantaggio dei vecchi e nuovi pro-prietari terrieri, che così ampliaro-no legalmente i loro possedimentiin cambio di un maggior controllodel territorio e della fedeltà al

nuovo governo.Che l'arretratez-za economicadel sud sia statain buona partecausata dal pro-cesso unitarioormai è un'ideasostenuta daillustri ricerche.E' il caso dell'ul-timo studio pub-blicato dallaBanca d' Italiaattraverso i'Quaderni diS t o r i aEconomica diBankitalia' (n. 4,luglio 2010),redatto daglie c o n o m i s t iS t e f a n oFenoaltea eCarlo Ciccarelli,che attestanocon dati statistici

e argomentazioni scientifiche, ilconfronto tra il livello di sviluppoNord-Sud pre e postunitario. Aquesto punto della storia, in unmomento in cui si è realizzata confatica un Europa unita, è il casosolamente di fare chiarezza in rela-zione all'esperienza nazionale ita-liana, ma senza lasciare spazio aspinte secessionistiche o rivendica-zioni nazionalistiche inutili e ana-cronistiche. Sarebbe invece il casodi provare a bilanciare seriamentegli squilibri meridionali rispetto aquelli settentrionali, ma si sà che lecose non cadono dal cielo e unabuona dose di 'mea culpa'da partedei meridionali dovrebbe essered'obbligo.

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A distanza di 150anni dall'unificazioneitaliana, è stato decisodi festeggiare questaoccasione attraverso

un giorno dellamemoria. Il 17

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Parlamento italiano esi toccò l'apice del

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Nel film Attila flagello di Dio il protagonista sipresenta come “A come atrocità, doppia Tcome terremoto e traggedia, I come ira di Dio, Lcome lago di sancue, e A come adesso vengo e

ti sfascio le corna!” Questa frase che tutti gli appassionatidi Abatantuomo ricordano, mostra nella sua ironia, che ilterremoto ha sempre rappresentato nell'immaginario col-lettivo un qualcosa di molto potente e distruttivo. La cosache sicuramente desta maggiore timore nei riguardi delterremoto è sicuramente il suo lato misterioso, il suo mani-festarsi senza alcun evidente sintomo. Si pensi ad esempioalle alluvioni le quali si manifestano anch'esse con un'enor-me forza distruttiva ma in seguito ad un forte eventometeorico iniziato diversi giorni prima. Un sisma invece sipuò manifestare apparente-mente in un qualsiasi istantee luogo.Prima delle recenti scopertescientifiche la prevedibilitàdei terremoti era affidata asegnali che con questi spessonulla avevano in comune,come le comete, da semprecredute foriere di disgrazie.Oggi le conoscenze scientifi-che sono andate nettamentein avanti, riuscendo a com-prendere i meccanismi chegenerano un terremoto.Grazie alla teoria della tetto-nica a placche è noto che ilmovimento delle zolle o placche, in cui è frantumata la cro-sta terrestre, e le spinte e gli attriti che ne conseguono, sonola causa principale dei terremoti. Un'altra causa sono leeruzioni vulcaniche.La domanda che tutti ci siamo sempre posti è: possiamoprevedere i terremoti? Bisogna dire che in tal senso la ricer-ca si è mossa fortemente con risultati spesso scadenti.Molti sismologi ritengono che sarà impossibile riuscire aprevedere un sisma in senso deterministico, cioè fornendodata, ora e intensità, dato l'enorme numero di variabili cheentrano in gioco. Anche potendo prevedere con un certomargine di incertezza un terremoto il dato sarebbe inutilepoiché chi si assumerebbe la responsabilità di evacuareun'area non avendo la certezza che il terremoto si manife-sti? Immaginate il Tg: oggi alle 16:00 terremoto a Locri!

Tutti scapperebbero ma se poi il terremoto non vi fosse efosse magari dopo una settimana? Il problema si è risoltocercando di avere un risultato in termini probabilistici for-nendo l'intensità sismica massima attesa sul sito che si staanalizzando in un determinato periodo in cui si ritiene chel'edificio che si edificherà opererà. Oggi esistono delle cartedel nostro territorio nazionale, dette di pericolosità sismi-ca, sulle quali si può controllare l'intensità massima attesasul sito. Queste mappe sono facilmente consultabili sul sitodell'I.N.G.V (www.ingv.it). In questo modo ogni cittadinopuò controllare l'azione massima attesa e rendersi contodel grado di sismicità del territorio in cui si trova.I terremoti hanno inoltre la caratteristica di non fare grossidanni alla natura ma solo a ciò che è stato costruito dall'uo-

mo, salvo casi particolari difrane sismo indotte o delloTsunami. Se dopo un terremotosi fa una passeggiata in unbosco e in un ambiente urbano,si avranno visioni completa-mente diverse. Nel primo casosi vedrà un paesaggio quasi pernulla mutato mentre nel secon-do edifici crollati, incendi etc.Quindi il terremoto in sé nonuccide, ma sono gli edifici auccidere. Non potendo preve-dere il momento in cui accadràil terremoto ma solo la suaintensità massima, gli edificidevono essere realizzati in

modo che non “uccidano” per una data intensità sismica.Gli edifici vanno analizzati classificandoli in esistenti enuovi. La prima normativa antisismica è del 1975, dunquetutti gli edifici costruiti in cemento armato prima di quelladata sono mal progettati a resistere all'azione sismica ehanno quindi bisogno di una significativa revisione. Gliedifici nuovi invece devono essere realizzati secondo leultime normative. L'approccio progettuale attuale risolve ilproblema sismico fondamentalmente in due modi. Ilprimo approccio può essere definito “mi piego ma non mispezzo”. Questo metodo consiste nel progettare edifici chedurante l'evento sismico si danneggiano, anche fortemen-te, ma non crollano, diversamente da quanto accade inmolti casi in cui gli edifici collassano prima di danneggiar-si. Il secondo approccio, è quello più moderno, e consiste

Previsione e prevenzione o casualità ed emergenza?di Cristoforo Demartino*

TERREMOTI

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nell'utilizzo delle tecniche di protezione sismica cosiddettepassive che consistono nella sconnessione dell'edificio dalterreno attraverso appositi apparecchi, detti isolatori, cheisolano la struttura dalle forti accelerazioni imposte dalsisma.Non potendo predire il “quando” ma benissimo il “dove”accadrà il terremoto, diventa essenziale, oltre che unmiglioramento tecnico nella realizzazione degli edifici,una forte sensibilizzazione della popolazione che vive interritori caratterizzati da elevata sismicità. La cultura anti-sismica deve far parte anche delle competenze del com-mittente di un qualsiasi edificio. Se chi investe i propricapitali nella realizzazione di un qualsiasi manufatto noncomprende l'importanza di investire nella prevenzioneantisismica, nessuno avrà un reale interesse nell'occuparsidel problema.L'ultimo evento sismico in Giappone confrontato conquello dell'Aquila ha reso evidente la differenza culturaletra i due paesi interessati. In Abbruzzo le case del centrostorico aquilano non hanno mai avuto nessuna verificapreliminare circa la loro capacità antisismica. La popola-zione non è stata informata circa il rischio che correva, né è

stata preparata a fronteggiare tecnicamente il peggio. Nonsono state eseguite esercitazioni. In Giappone hanno atte-so una pausa tra le scosse principali; sono usciti dagli edi-fici senza fenomeni d'isteria collettiva, con tranquillità,ordinatamente; hanno raggiunto aree all'aperto lontanedal raggio d'azione di eventuali crolli avendo esattamentecoscienza di cosa stava succedendo e sapendo esattamen-te cosa fare, con disciplina. Questo, unitamente a una cul-tura del terremoto che seleziona le tecniche edilizie piùadatte, ha fatto sì che un sisma che ha avuto una magnitu-do momento di 8.9 abbia provocato pochissimi crolli strut-turali. Un terremoto della stessa intensità in Italia avrebbeprobabilmente raso al suolo quasi tutto. È importante osservare che la maggior parte dei danni in

Giappone sono statigenerati dallo Tsunamicioè dall'imponenteonda che si è abbattutasulla costa alta fino a 23m. Anche nel 1908 nelloStretto di Messina inseguito al famoso terre-moto ve ne fu uno.Questo maremoto fu diviolenza straordinaria elasciò in desolazioneentrambe le coste dellostretto. Il maremoto furilevato da 5 a 10 minu-ti dopo il terremoto. Leonde arrivarono conun'altezza anche di 8 me aggravarono enorme-mente le distruzioni

causate dal terremoto facendo molte vittime tra le personescampate ai crolli, che ignorando il pericolo che veniva dalmare si erano rifugiate sulle spiagge.Contro questo fenomeno naturale l'unica prevenzionerimangono i sistemi di allarme, l'evacuazione dei centriabitati, il distacco delle centrali energetiche e l'interruzionedelle linee di trasporto. Le istituzioni in tal senso si sonomosse ancora poco. Non vi è ancora un'efficace rete inte-grata per avvisare i cittadini in caso di Tsunami. Ma qualisono, pertanto, tolte le sirene, gli sms e gli allarmi, ancoralungi dall'essere operativi, le possibilità di prevenzione chepossiamo adottare?Innanzitutto l'immediata reazione all'evento. Deve esserecompreso che, lo abbiamo visto drammaticamente in que-sti giorni, per scampare all'onda assassina occorre salire diquota e pertanto, o allontanarsi dai litorali o salire nei pianialti degli edifici. È importante per vincere questa “guerra” contro i terremo-ti una forte collaborazione tra stato e cittadini per una edu-cazione collettiva al terremoto e di gestione delle emergen-ze, per la realizzazione di edifici costruiti con criteri antisi-smici e l'adeguamento quelli esistenti. Le nostre ammini-strazioni devono comprendere la necessità di investire inpianificazione territoriale volta a garantire la sicurezza deicittadini nella fase pre e post-emergenza sismica, per fron-teggiare questi eventi finalmente con previsione e preven-zione e non come casualità ed emergenza.

ing. Cristoforo Demartino

L'ultimo eventosismico inGiapponeconfrontato conquello dell'Aquilaha reso evidente ladifferenzaculturale tra i duepaesi interessati.

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di Martina Raschillà

Ilterremoto e lo tsunami che hanno col-pito il Giappone ed il conseguentedisastro nucleare di Fukushimarischiano di assestare un colpo letale

alla produzione mondiale di energia tramitel’utilizzo di centrali atomiche.All’indomani dell’apocalisse nel Paese del“sol levante”, (ancora oggi si contano i morti esi cercano i dispersi), i leaders mondiali sonostati costretti a rivedere drasticamente le poli-tiche di approvvigionamento energetico tra-mite gli impianti nucleari. In Germania il cancelliere Agela Merkel siaccinge a chiudere le centrali nucleari piùdatate mettendo in dubbio la sicurezza anchedi tutte quelle esistenti. L’opinione pubblica del pianeta è stata pro-fondamente scossa dalla tragedia nipponica eattende delle risposte. Wikileaks, sito internetdivenuto baluardo della libera informazione,ha pubblicato una notizia inquietante:l’Agenzia Internazionale per l’EnergiaAtomica (Aiea), aveva avvertito già 2 anni fa ilgoverno di Tokyo che nel caso di una scossa

molto forte alcune centrali, come quella diFukushima, non avrebbero retto. Il governo italiano, che della nuclearizzazionenel “Paese del Sole” ne ha fatto uno dei puntifondamentali del proprio programma (a talpunto da tagliare, con il decreto Romani del 3marzo 2011, gli incentivi previsti per chi deci-de investire nel fotovoltaico gettando nelpanico tutti i lavoratori impiegati nel settore),ha vissuto un riluttante ritorno alla realtà per-ché l’Italia, come il Giappone, è un territorioparticolarmente soggetto a terremoti, frane edalluvioni, con le coste urbanizzate ed espostead erosione. Conviene investire nel nucleareconsiderando anche tutti i rischi e le conse-guenze che questa tecnologia comporta?L’uranio costa 50 o 200 euro al chilo e le sueriserve sono esauribili nel breve periodo, inol-tre, bisogna considerare l’insicurezza, la peri-colosità ed i costi monetari, umani e politici“dell’affare” nucleare: acquisto all’estero del-l’uranio ed il suo arricchimento; preparazionedegli elementi di combustibile; i conflitti conle popolazioni locali dei siti individuati per la

L’energia nucleare,CONVIENE?

in the middle

PIEMONTE1. La zona lungo il Po, da Trino a norddi Chivasso (Vercelli); 2. La zona intor-no alla Dora Baltea a sud di Ivrea(Biella); LOMBARDIA3. La zona a nord di Voghera lungo ilPo (Pavia); 4. La zona a sud diMantova lungo il Po; 5. La zona a suddi Cremona lungo il Po; VENETO6. La zona a sud di Legnago fra Adigee Po (Rovigo); 7. La zona del delta delPo (Rovigo); 8. La zona della foce delPiave (Venezia); 9. La zona costiera al

confine con il Friuli (Venezia); FRIULI VENEZIA GIULIA10. La zona costiera al confine con ilVeneto (Udine); 11. La zona lungo ilTagliamento tra Spilimbergo eLatisana (Udine-Pordenone); EMILIA ROMAGNA12. La zona costiera a nord (Ferrara eRavenna) e la meridionale fino aRimini; 13. La zona a nord di Fidenzafra Taro e Po (Parma); TOSCANA14. Isola di Pianosa (Livorno); 15. Lazona costiera a nord di Piombino finoa Cecina (Livorno); 16. La zona a sud

di Piombino fino a Follonica(Grosseto); 17. La zona costiera diGrosseto e la zona a nord e a sud delMonte Argentario (Grosseto); LAZIO18. La zona costiera di Montalto diCastro (Viterbo); 19. L’area di confluen-za tra Nera e Tevere tra MaglianoSabina e Orte (Viterbo); 20. L’areacostiera di Borgo Sabotino (Latina); CAMPANIA21. Foce del Garigliano (Caserta); 22.

Foce del Sele (Salerno); CALABRIA23. Area costiera di Sibari (Cosenza);

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LA LISTA

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costruzione degli impianti delle centrali edello smaltimento delle scorie. Tensioni inevitabili che il governo italiano hadeciso di superare, con un provvedimento ad

hoc, attraverso l’impiego dell’esercito ecoprendo le attività nucleari con l’apposizionedel segreto di Stato. Nonostante la conformazione del territorioitaliano sia nota a tutti e non esista alcun postoin Italia in cui possa essere installata una cen-trale nucleare o un deposito di scorie, il gover-no non solo si affanna a rassicurare l’opinionepubblica con stucchevoli: “andiamo avantisenza allarmismi” (Ministro Prestigiacomo),ma addirittura ha già individuato i probabili

siti dove saranno costruitele centrali atomiche e stoc-cate le scorie radioattive.I parlamentari del Pd, silegge sul blog del popoloviola, hanno reso pubblicauna lista di 45 luoghi incui potranno sorgere lecentrali nucleari ed i sitidel deposito nazionaledelle scorie radioattive:sono quelli individuati dalCnen nel 1979.A tal proposito

l’On.Realacci (Pd) ricorda di aver presentatoun’interrogazione il 12 gennaio del 2010 in cuiil governo non ha negato la validità dellamappa e rispondendo all’interrogazione, ilsottosegretario Stefano Saglia ha confermatol’esistenza dell’elenco anche se lo ha definitouna “bozza preliminare”. Questi sembrano essere i possibili luoghi doveil governo vorrebbe costruire quattro centralinucleari francesi della “terza generazione”che la Finlandia e la stessa Francia non riesco-no a completare e che risultano essere partico-larmente costose. Adesso provate a dare unarisposta alla domanda iniziale aggiungendo:“A chi?”

marzo2011

24. La zona costiera tra il fiume Nicà ela città di Cosenza; 25. La zona costieraionica vicino alla foce del Neto(Crotone) a nord di Crotone (Marinadi Strongoli, Torre Melissa, ContradaCangemi, Tronca); 26. la zona costieraionica in corrispondenza di SellaMarina, tra il fiume Simeri e il fiumeAlli (Catanzaro); MOLISE27. La zona costiera meridionale allafoce del Biferno (Termoli); PUGLIA28. Zona costiera al confine con laBasilicata (Taranto); 29. Zona costiera anord del promontorio del Gargano in

prossimità di Lesina (Foggia); 30. Zonacostiera del Golfo di Manfredonia(Foggia); 31. La zona costiera ionica anord di Porto Cesareo (Lecce); 32. Lazona costiera ionica a sud di Gallipoli(Lecce); 33. La zona costiera adriatica anord di Otranto (Lecce) vincoli natura-listici; 34. La zona costiera a sud diBrindisi (Lecce) vincoli naturalistici; 35.La zona costiera in corrispondenza diOstuni (Brindisi); BASILICATA36. Tutta la costa ionica della regione; SARDEGNA37. Foce del Flumendosa (Cagliari); 38.

Costa orientale a sud del Golfo diOrosei (Nuoro); 39. Costa orientale anord del Golfo di Orosei (Nuoro); 40.Zona costiera sud tra Pula e SantaMargherita di Pula (Cagliari); 41. Costaoccidentale zona costiera a nord e suddel Golfo di Oristano (Oristano); SICILIA42. Zona costiera intorno al comune diLicata (Agrigento); 43. La zona costieratra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo(Ragusa); 44. La zona costiera intorno aGela (Caltanissetta); 45. La zona costie-ra a sud di Mazara del Vallo (Trapani).

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Sono attive dallo scorso 15 marzo leprocedure telematiche per l’iscrizio-ne tra i soggetti beneficiari del c.d.5x1000. Infatti, anche per il 2011,tutti contribuenti potranno destina-re una quota pari al 5 per mille

dell’Irpef a finalità di interesse sociale, effet-tuando la scelta con la propria firma nell’ap-posito riquadro della dichiarazione dei red-diti per l’anno 2010. Gli enti che potrannoaccedere al beneficio, le modalità di iscrizio-ne e i criteri di ammissione al riparto per lediverse tipologie di soggetti sono già statestabilite con il DPCM del 23 aprile 2010 esono identiche appunto a quelle dell’anno2010.Ma vediamo nel dettaglio i soggetti ammissi-bili al beneficio, nonché le modalità di iscri-zione.Soggetti ammessi al beneficioPer l’anno finanziario 2011, il 5 per mille èdestinato alle seguenti finalità:sostegno degli enti del volontariato: enti delvolontariato di cui alla legge 266 del 1991;Onlus di cui all’art. 10 del Dlgs 460/1997;associazioni di promozione sociale iscrittenei registri nazionale, regionali e provincialidi cui all’art. 7,commi da 1 a 4. legge383/2000; associazioni riconosciute e fonda-zioni riconosciute che operano nei settoriindicati dall’art. 10, comma 1, lettera a) delDlgs 460/1997;

finanziamento agli enti della ricerca scien-tifica e dell’università;finanziamento agli enti della ricerca sanita-ria;sostegno delle attività sociali svolte dalComune di residenza del contribuente;sostegno alle associazioni sportive dilettan-tistiche riconosciute ai fini sportivi dalConi a norma di legge che svolgono unarilevante attività di interesse sociale.Modalità e termini di presentazione delledomande d’iscrizione:Gli enti interessati al beneficio possono pre-sentare la domanda d’iscrizione all’Agenziadelle Entrate, a partire dal 15 marzo 2011 uti-lizzando appositi modelli e software scarica-bili dal sito ufficiale dell’Agenzia delleEntrate. La domanda va trasmessa in viatelematica direttamente dai soggetti interes-sati, se abilitati ai servizi Entratel oFisconline, oppure tramite gli intermediariabilitati a Entratel (professionisti, associazio-ni di categoria, Caf, ecc.).L’iscrizione deve essere inviata, a pena didecadenza, entro il 7 maggio 2011. All’atto dell’iscrizione il sistema rilasceràuna ricevuta attestante l’avvenuta ricezionenonché il riepilogo dei dati inseriti nelladomandaTra i soggetti che possono partecipare albeneficio particolare attenzione va riservataalle associazioni sportive dilettantistiche; in

di Vincenzo Sacca*

|if fisco

Al via il 5x mille2011

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particolare, possono accedere al beneficioquelle associazioni nella cui organizzazioneè presente il settore giovanile e che sono affi-liate a una Federazione sportiva nazionale oa una disciplina sportiva associata o a unEnte di promozione sportiva riconosciuti dalConi.Inoltre le associazioni devono svolgere pre-valentemente una delle seguenti attività:avviamento e formazione allo sport deigiovani di età inferiore a 18 anni; avvia-mento alla pratica sportiva in favoredi persone di età non inferiore a 60anni; avviamento alla praticasportiva nei confronti di soggettisvantaggiati in ragione delle con-dizioni fisiche, psichiche, economi-che, sociali o familiari. Adempimenti successivi: Entro il30 giugno 2011 i legali rappresen-tanti degli enti di volontariatodovranno spedire amezzo raccomandataa/r alla DirezioneR e g i o n a l edell’Agenzia delleEntrate una dichiarazio-ne sostitutiva di notorietàai sensi dell’articolo 45 delDpr n. 445/2000, che attesta lapersistenza dei requisiti chedanno diritto all’iscrizione. Analogad i c h i a r a z i o n edovranno pre-sentare i legalirappresentantidelle associa-zioni sportivedilettantisti-che iscritte inelenco, da spe-dire peròall’Ufficio del Coni nel cuiambito territoriale si trova la sede legale del-l’associazione interessata. Il mancato rispetto del termine del 30 giugno2011 e il mancato invio, in allegato, del docu-mento di identità alla dichiarazione sostituti-va costituiscono causa di decadenza dalbeneficio.Pubblicazione degli elenchi:Entro il 14maggio 2011 l’Agenzia delle Entrate pubbli-cherà sul proprio sito tutti gli elenchi degli

enti iscritti, anche quelli gestiti dalle altreamministrazioni, distinti per categoria. Entroil 20 maggio 2011 gli enti del volontariato e leassociazioni sportive dilettantistiche potran-no richiedere la correzione di errori di iscri-zione presenti negli elenchi pubblicati entroil 14 maggio. Verificati gli eventuali errori,l’Agenzia pubblicherà, entro il 25 maggio

successivo, una versioneaggiornata dell’elenco

degli enti del volontaria-to e delle associazioni

sportive dilettanti-stiche. La forma-zione degli elen-chi delle associa-zioni sportivedilettantisticheammesse edescluse dal benefi-cio è invece,demandata alConi; mentre saràil Ministerod e l l ’ I s t r u z i o n edell’Università edella Ricerca prov-vede alla formazio-ne degli elenchidegli enti dellaricerca scientifica e

dell’universitàa m m e s s i

e d

esclusi dalbeneficio e alla trasmissione

all’Agenzia delle Entrate per la pubblicazio-ne.Si evidenzia, infine che, chi vorrà accedereal beneficio del 5 per mille per il 2011,dovrà comunque presentare la domandanelle modalità sopra descritte, anche nelleipotesi in cui fosse stato già ammesso pergli anni precedenti.

*Dottore Commercialista

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“Nutre oggidì l’Italia una gioventù studiosa, costu-mata, generosa, insofferente dell’interno dispoti-smo, fremente della straniera dominazione. Madre mai sempre di svegliatissimi ingegni e diprofondi pensatori, rammenta tuttora alle nazionidell’universo, che in ogni modo del civil vivere,nelle scienze e nelle arti fu ad esse lume, guida,maestra. Ricca di un suolo di ogni frutto abbonde-vole, può agli altri popoli di ogni produzione fardono, e dalle altrui, volendo, pressoché tutte farsenza. Dall’Alpi e dai mari circondata non ha stimolo aconquista per ricercare forti naturali confini, néabbisogna di grosse permanenti soldatesche, dellecivili libertà in ogni tempo distruggitrici, per serba-re il territorio suodifeso ed inviolato”. Questi versi sonotratti da un progettodi costituzione perl’Italia fatta liberaed indipendentedell’anno 1835. Aredigere tale proget-to, un patriota chepartecipò ai motidel 1831, almenosecondo quantoriportato nel volu-me “Le costituzioniitaliane” pubblicatonel 1958 da Edizioni di Comunità di Milano.Che bello poter attingere dal passato, dallanostra storia, l’entusiasmo di chi già prima del1861, prima dell’Unità d’Italia, riusciva a guar-dare alla Nazione con occhi appassionati,innamorati, con sincera e palpabile ammira-zione.È il caso in cui, guardare indietro, alla nostramemoria, non è un pretesto per lamentarsi delpresente, ma una provocazione a domandarsi,come cittadini, come figli di una sola Patria,quanto amiamo questa e quanto il nostroamore sia capace di tradursi in responsabilitàed impegno per il bene comune, così come èstato per gli uomini e le donne che ci hannopreceduti, che hanno speso la loro vita per unideale importante, che hanno affrontato le dif-ficoltà e le sfide a testa alta, schiena diritta,capaci di futuro. Come il Presidente della Repubblica Giorgio

Napolitano ha ricordato in Parlamento il 17marzo scorso: “La memoria degli eventi che con-dussero alla nascita dello Stato nazionale unitario ela riflessione sul lungo percorso successivamentecompiuto, possono risultare preziose nella difficilefase che l’Italia sta attraversando, in un’epoca diprofondo ed incessante cambiamento della realtàmondiale. (…) Orgoglio e fiducia, coscienza criticadei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide daaffrontare; senso della missione e dell’unità nazio-nale. Non temiamo di trarre questa lezione dallevicende risorgimentali! Non lasciamoci paralizzaredall’orrore della retorica: per evitarla è sufficienteaffidarsi alla luminosa evidenza dei fatti”.Non dobbiamo cadere nella tentazione di cre-

dere che la storia siastata fatta una voltaper tutte 150 anni fa.La storia continua,la storia siamo noi.La storia non è maiaffare di qualcunaltro. La storia non è fattadi eventi sui qualipossiamo esprimeresolo e soltanto ungiudizio positivo onegativo, come sequesti eventi, poi,non facessero parte

anche della nostra storia. Sarebbe bello se, in questo anniversariodell’Unità d’Italia, ognuno di noi, lasciando daparte la retorica, come ricordava il PresidenteNapolitano, si domandasse: «Quale valore hodato al tempo che ho visto scorrere sotto i mieiocchi? Quale valore ho dato alla Storia? Qualiazioni ho compiuto per contribuire a faredell’Italia un Paese migliore? Quale futuro miattende? Quale storia saprò costruire?» La festa di questi giorni, invitandoci a tenerefisso lo sguardo sul presente, ci ricorda chenon c’è tempo per i revisionismi storici, possi-bili alibi per chi non ha proposte serie per ilfuturo; non c’è tempo per le lamentele, se que-ste non sono denunce chiare, volte ad un chia-ro riscatto di tutta la società. Il cambiamento inpositivo dell’attuale realtà sociale inizia da noi. Questo non è il tempo delle deleghe. E’ iltempo della partecipazione.

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Il cambiamento inizia da noidi Cinzia Docile

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duato 25 grossi ostacoli in cui siimbattono gli Europei nella vitapratica di tutti i giorni. Le propo-ste odierne sono anche la conse-guenza logica dell’accordo rag-giunto rapidamente lo scorsoanno su uno strumento legislativodell'UE che determini la leggeapplicabile ai divorzi internazio-nali (IP/10/347 eMEMO/10/695). “La morte delconiuge o un divorzio sono già diper sé situazioni dolorose e diffici-li. Non si dovrebbero gravare ulte-riormente i cittadini con procedi-menti amministrativi o giudiziaricomplicati, lunghi e costosi”, hadichiarato la VicepresidenteViviane Reding, commissaria perla Giustizia. “Sono sempre di più icittadini che si innamorano e poisi sposano o si legano con unioneregistrata all’estero; sono pertantonecessarie norme chiare per stabi-lire come si dividano i beni di pro-prietà comune in caso di divorzioo morte del partner. Le proposteodierne contribuiscono alla chia-rezza giuridica e semplificano ilcomplicato processo di divisionedei beni comuni indipendente-mente da dove si trovino inEuropa. È una buona notizia perle coppie internazionali e per leloro tasche: le nuove norme per-metteranno infatti risparmi incosti supplementari per circa 400

milioni di euro l’anno”.I cittadini vogliono regole chiareper determinare quale autoritàgiurisdizionale tratterà il loro casoe quale legge si applicherà ai lorobeni. Con le proposte di oggi laCommissione intende apportarecertezza giuridica alla vita quoti-diana delle coppie internazionali.Dopo le nuove leggi UE varatel’anno scorso, che consentono allecoppie internazionali di sceglierela legge applicabile al loro divor-zio, il passo successivo chiarisce lenorme che disciplinano i diritti diproprietà delle coppie internazio-nali. La Commissione proponequindi due regolamenti distinti:uno relativo alle norme applicabi-li alle coppie sposate (“regimipatrimoniali tra coniugi”) e l’altrorelativo alle norme applicabili alleunioni registrate (“effetti patrimo-niali delle unioni registrate”). Ilmatrimonio è un istituto giuridicoriconosciuto da tutti e 27 gli Statimembri. In cinque paesi può esse-re contratto sia da coppie di sessodiverso sia da coppie dello stessosesso (nei Paesi Bassi dal 2001, inBelgio dal 2003, in Spagna dal2005, in Svezia dal 2009 e inPortogallo dal 2010). L’unioneregistrata è un istituto giuridicopiù recente riconosciuto in 14 Statimembri (Austria, Belgio,Danimarca, Finlandia, Francia,

europe direct

Cosa fare della casa comune quando una coppiadivorzia e i coniugi hanno cittadinanze diverse? E delconto corrente comune, in caso di decesso di uno deipartner? Cosa succede poi se in questi stessi casi i coniugi,pur avendo la stessa cittadinanza, hanno beni o un contocorrente all’estero? In Europa sono circa 16 milioni lecoppie internazionali e almeno 650 000 ogni anno sipongono queste domande di fronte alla fine del loromatrimonio o della loro unione.

Calabria & Europa

Icittadini perdono tempo edenaro a cercare di capirequale legge si applichi al caso

loro e quale sia l'autorità giuri-sdizionale competente. Le diffe-renze tra gli ordinamenti giuri-dici dei 27 Stati membridell'Unione europea spingono ascelte opportunistiche, incorag-giano cioè la pratica per cui unconiuge, di solito il più abbien-te, si affretta a rivolgersi all’au-torità giurisdizionale dello Statoin cui pensa di ottenere l’esitogiudiziario più favorevole. Afronte di ciò, la Commissioneeuropea propone norme appli-cabili in tutta l'Unione che fac-ciano chiarezza sui diritti diproprietà delle coppie interna-zionali sposate o legate da unio-ne registrata. I due regolamentiproposti permetteranno dideterminare la legge applicabileai diritti di proprietà della cop-pia e l’autorità giurisdizionalecompetente, e disporrannoregole per il riconoscimento el’esecuzione delle decisioni giu-diziarie in questa materia intutti gli Stati membri e conun'unica procedura. Le due pro-poste sono i primi frutti dellarelazione 2010 dellaCommissione sulla cittadinanzadell'Unione (IP/10/1390 eMEMO/10/525) che ha indivi-

Chiarezza della Commissione UE su coppie internazionali e diritti

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Germania, Irlanda, Lussemburgo,Paesi Bassi, Regno Unito,Repubblica ceca, Slovenia, Svezia1

e Ungheria). In tutti questi 14 paesiè ammessa l’unione registrata dicoppie dello stesso sesso, mentrequella di coppie di sesso opposto èammessa solo in Belgio, Francia,Lussemburgo e Paesi Bassi.Le due proposte odierne sono neu-tre sotto il profilo del genere e del-l’orientamento sessuale. Ciò signi-fica, ad esempio, che un matrimo-nio tra persone dello stesso sessoautorizzato dal diritto portoghesesarà trattato alla stregua di unmatrimonio tra persone di sessodiverso. Analogamente, un’unio-ne tra partner di sesso diversopotrà essere registrata in Franciaalle stesse condizioni di un’unionetra persone dello stesso sesso, edentrambe le unioni rientrerannonel campo di applicazione dellaproposta sulle unioni registrate.Le due proposte non armonizzanoné modificano il diritto sostanzialedegli Stati membri in materia dimatrimonio o unioni registrate. Illoro obiettivo è aiutare le coppieche si trasferiscono in un altroStato membro o che hanno cittadi-nanze diverse e beni all’estero arisolvere le questioni inerenti aidiritti di proprietà.“Oggi vogliamo gettare ponti tra idiversi ordinamenti giuridicidell’UE, e facilitare la vita dellecoppie internazionali; non è nostraintenzione uniformare istituti che,per tradizioni sociali e giuridiche,sono e saranno ancora moltodiversi in un prossimo futuro”, hadichiarato la Commissaria per laGiustizia Vivian Reding nel pre-sentare le proposte a Bruxelles.“Sono sempre più numerosi gliordinamenti giuridici che ricono-scono le unioni registrate. È perquesto che la Commissione hadeciso oggi di trattare gli aspetti didiritto internazionale privato dellecoppie spostate ma anche diaumentare la certezza del dirittoper le unioni registrate con caratte-re transnazionale, presentando laprima proposta di regolamentoUE sulle unioni registrate”.

1Quando la Svezia ha riconosciu-to il matrimonio di persone dello

stesso sesso, nel maggio 2009,sono state abolite le unioni regi-

strate; rimangono valide quelleconcluse prima del maggio 2009.

marzo2011

• consentiranno alle coppie internazionali sposate di sce-gliere la legge applicabile ai loro beni comuni in caso dimorte di un coniuge o divorzio;• aumenteranno la certezza del diritto per le unioni regi-strate con carattere internazionale assoggettando, comeregola generale, i beni delle coppie legate da un’unioneregistrata alla legge del paese in cui l’unione è stata regi-strata; • aumenteranno la certezza del diritto per le coppie inter-nazionali (sposate o legate da unione registrata) istituendoun insieme di norme coerenti per determinare l’autoritàgiurisdizionale competente e la legge applicabile in base auna gerarchia di criteri di collegamento oggettivi; • miglioreranno la prevedibilità per le coppie internazio-nali semplificando la procedura per riconoscere le decisio-ni e gli atti in tutta l’UE. Le coppie risparmieranno tempoe denaro – in media tra i 2 000 e i 3 000 euro per causa.Questi risparmi deriveranno dalla possibilità per i cittadi-ni di proporre dinanzi a un’unica autorità giurisdizionalevarie domande giudiziali. Ad esempio, • la domanda relativa ai diritti di proprietà potrà essereproposta alla stessa autorità giurisdizionale competenteper il divorzio o la separazione.

Poiché sono sempre più numerosi gli europei che vivono al di fuoridel proprio paese d'origine, attualmente le coppie internazionalinell’UE sono circa 16 milioni. Nel 2007, su 2,4 milioni di nuovi

matrimoni il 13% (310 000) presentava un elemento internazionale. InItalia in quell'anno vi sono stati oltre 34.000 matrimoni internazionali,pari all'11% del totale. Nello stesso anno, su 211 000 unioni registratenell’UE 41 000 riguardavano coppie internazionali.Molte di queste coppie internazionali hanno beni – immobili o conti cor-renti – in più di un paese. Al momento di dividerli, in seguito a divorzio,separazione personale o morte del partner, queste coppie devono farfronte a incertezze giuridiche e costi supplementari. Attualmente èmolto difficile per le coppie internazionali sapere qual è l'autorità giuri-sdizionale competente e quale la legge applicabile alla loro situazione eai loro beni. Le norme variano notevolmente da un paese all’altro e tal-volta portano a situazioni conflittuali. I costi indotti da procedimenti giu-diziari paralleli in paesi diversi, dalla complessità delle cause e dalle con-seguenti spese giudiziali sono stimati a 1,1 miliardi di euro all’anno. Sele proposte odierne saranno approvate, potrà essere abbattuto circa unterzo di questi costi.Le proposte richiedono l’approvazione unanime del Consiglio dei mini-stri previa consultazione del Parlamento europeo.

LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE:

CONTESTO

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L'etica della comprensione. La risoluzione dei conflitti

Ne è stato un maestro EdgarMorin, precursore del pensierofilosofico adattato alla comples-sità del divenire sociale. In unamodernità veloce e dilagantenel suo divenire, in un abbatti-mento di confini ed in una glo-

balità di culture, usanze, scambi, evoluzioni socia-li e commerciali, l'uomo può trovarsi ad affrontarecon ansia la propria collocazione nel mondo e neldivenire personale. La cultura, ormai, non solo èframmentata in parti staccate, ma anche spezzatain due blocchi": da una parte la cultura umanistica"che affronta la riflessione sui fondamentali pro-blemi umani, stimola la riflessione sul sapere efavorisce l'integrazione personale delle conoscen-ze", dall'altra, la cultura scientifica che "separa icampi della conoscenza, suscita straordinarie sco-perte, geniali teorie, ma non una riflessione suldestino umano e sul divenire della scienza stessa".A ciò va aggiunta la sfida sociologica: "l'informa-

zione è una materia prima che la conoscenza devepadroneggiare e integrare", una conoscenza"costantemente rivisitata e riveduta dal pensiero",il quale a sua volta "è oggi più che mai il capitalepiù prezioso per l'individuo e la società".L'indebolimento di una percezione globale condu-ce all'indebolimento del senso della responsabilità,poiché ciascuno tende a essere responsabile solodel proprio compito specializzato, così come all'in-debolimento della solidarietà, poiché ciascunopercepisce solo il legame con la propria città: "laconoscenza tecnica è riservata agli esperti" e "men-tre l'esperto perde la capacità di concepire il globa-le e il fondamentale, il cittadino perde il diritto allaconoscenza". Nozioni che si sviluppano lungo unpensiero che porta al doversi aprire ad un mondoin piena fase di evoluzione e la sensibilità alla tra-sformazione della nostra società globale devediventare tanto più forte quanto più veloce è que-sto cambiamento. Nella scorsa edizione, del mesedi febbraio, avevo affrontato la questione dell'etica

di Raffaella Rinaldis

|if etica e politica

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e. La risoluzione dei conflittilegata alla tutela dei diritti fondamentali e al ruoloche le fasce di popolazioni più garantite in questidiritti devono farsi carico dei diritti non garantiti apopolazioni distrutte nella loro costruzione socia-le e che non vedono garantiti i più elementari dirit-ti umani. Si deve passare così da un'etica del com-portamento condiviso, soprattutto nelle garanzie,ad un'etica della comprensione, laddove il livellodi comprensione deve essere più alto quanto piùdifficile è lo scambio, tra popolazioni o tra culture.La condivisione, la comprensione, la lettura dell'al-tro in se stessi è un percorso necessario che puòportare alla valorizzazione dello scambio fino adarrivare a termini di dialogo che, in una utopisticavisione del mondo, potrebbe portare alla risoluzio-ne dei conflitti. Di ogni genere di conflitto, sia essomilitare, politico, economico, commerciale, divalutazione culturale o addirittura religioso. Cosìcome le tecniche colonialiste miravano ad alimen-tare i conflitti al fine di meglio gestire le nuovepopolazioni sottomesse, un esempio per tutti la

guerre mai pensate e mai volute in India ma(ormai storicamente accertato) alimentate dalRegno Unito, così, al contrario, occorre contenere iconflitti in strutture di evoluzione del dialogo. Lastessa Vandana Shiva racconta nei suoi libri che lepopolazioni indiane non avrebbero mai pensatoad alimentare le guerre tra loro, questioni effettivenon ve n'erano, nemmeno nelle diversità culturalie religiose avevano mai visto una fonte di contra-sto, a questo furono portate pian piano, con l'ali-mentazione del conflitto che nella questione delloSri lanka ha trovato il suo culmine. La questionereligiosa fu la leva dalla quale far nascere il contra-sto, le aree di preghiera comune divennero i terre-ni di scontri epocali. Così come, quindi, si svilup-pa un conflitto “programmato”, altrettanto si puòprogrammare una pace e un dialogo costruttivo.Ecco quindi il valore della comprensione, dell'av-vicinarsi alle tensioni e necessità dell'altro, sia que-sto un popolo, una persona, una comunità religio-sa, una realtà sociale.

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La Locride è considerata per lo più una terraandrocentrica e maschilista. L'immaginario col-lettivo dipinge la donna calabrese come unaschiava del marito geloso e oppressivo, senzalibertà, che non può e non deve lavorare, studia-re, brutta, trascurata, vestita di nero con i capelliraccolti ecc. La realtà, per fortuna, è ben diversa,o per lo meno èvera solo in parte,perché esisteanche un'altradonna locridea,che ha vissuto lastessa evoluzionesociale di tutte ledonne d'Italia, mache possiede unamarcia in più chele deriva dal suonobile passato eche le permette,volendo di deter-minare il futuro.Spesso si dimenti-cano, o non si è aconoscenza, delleorigini legate alla fondazione di una delle piùimportanti colonie della Magna Grecia, ovveroLocri Epizefirii. Nella madrepatria esistevaun'antica aristocrazia femminile ereditaria e tito-lare di proprietà terriere ('Cento Case'), che ebbeun ruolo determinante sia nella fondazione della

polis (inizio VII secolo a.C.) sia nell'esercizio dispecifiche funzioni cultuali, quali i culti religiosivotati alle divinità femminili. Come testimonia-no prima Aristotele poi Polibio, le donne delle'Cento Case' si unirono a uomini di rango servi-le, rendendo così possibile in virtù dell'incremen-to demografico, la fondazione della colonia di

Locri Epizefirii. Secondouna tradizione narratacida Aristotele, infatti,“nella Locride, regionedella Grecia centrale, ungruppo di uomini dicondizione servile si eraunito a signore della piùalta aristocrazia mentre imariti o padri di questeerano impegnati inguerra a favore di parta.Quando la guerra stavaper terminare, temendola punizione dei reduci, iservi fuggirono con ledonne e giunsero inCalabria dove fondaro-no Locri Epizefirii". Alla

luce di quanto detto sin ora, è possibile afferma-re che le donne della Locride, da sempre, conser-varono il prestigio delle loro nobili antenate e lasuperiorità di rango rispetto agli uomini.Purtroppo, spesso, questo ruolo forte e impor-tante che ha assunto la donna in passato rimane

IL CAMBIAMENTO DI RUOLO DELLA DONNA NELLA LOCRIDE

di Rita Calogero

L'immaginario collettivo dipinge la donna calabrese comeuna schiava del marito geloso e oppressivo, senza libertà,che non può e non deve lavorare, studiare, brutta,trascurata, vestita di nero con i capelli raccolti ecc.

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solo un fievole ricordo. Per lungo tempo ladonna è stata succube e schiava dell'uomo, mari-to-padre padrone, che l'ha relegata in casa nel-l'ignoranza e lontana dalla vita sociale. Oggi ladonna calabrese non è più solo una “genuinacasalinga tutta mamma e moglie”: culturalmen-te attiva, studia, lavora e occupa anche posizionidi rilievo a livelloprofessionale, poli-tico e sociale. Daldossier Svimez “IlSud e la condizionedelle donne” diLuca Bianchi eG i u s e p p eProvenzano emer-ge che “le donnemeridionali sonostate protagonistedi una grande rivo-luzione culturale.In rapporto allapopolazione, leragazze del Suddiplomate sonopassate dall'85,1%del 2000 al 94% del 2009, circa un punto percen-tuale in più rispetto al Centro-Nord. Ancorameglio sul fronte dell'iscrizione all'Università:dal 2004 al 2009 la quota delle diplomate del Sudche si sono iscritte all'Università sono passate dal45,6% al 51,3%, superando così sia gli uomini

(35,5%) che le ragazze del Centro-Nord (41%)”. Ilsuo ruolo è cambiato persino nella 'ndrangheta,dove, in assenza dei mariti, dei padri o dei figli,latitanti o rinchiusi in carcere, gestiscono comedelle manager a capo di multinazionali gli affaridella criminalità organizzata, mantenendo i rap-porti e gli equilibri di un impero dalla portata

globale. Le stessedonne della Locride,però, possono ancheessere le protagonistedella realizzazione fatti-va di un nuovo futuro,diverso e migliore perla nostra terra e per ilsuo cambiamento, inquanto sono loro che,come madri e moglidella Locride che “sof-fre per alcuni mali anti-chi e gravi, dai qualinon riesce a venirfuori”, possono incide-re positivamente nellaformazione dellecoscienze degli uomini

ai quali stanno accanto. Sono le donne dellaLocride a dover ricordare per prime quale postohanno occupato nella storia, per capire qualeposto occupano oggi nella società e deciderequindi quale direzione far prendere al futurodella nostra terra, la Calabria

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di Tiziana Romeo

La primavera ed il culto della “Rinascita”

|if tra mito leggenda e tradizione

L’Equinozio di primavera, come quellod’autunno, è uno dei due momenti del-l’anno in cui giorno e notte sono in per-fetto equilibrio (la parola equinozio deri-va dal latino “aequus nox”, notte uguale).

L’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metàoscura dell’anno e quello di primavera l’esatto oppo-sto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore diluce superano le ore di buio. E’ il primo giorno dellaprimavera, la stagione della rinascita, associata invarie culture a concetti come fertilità, resurrezione,inizio. Le antiche tradizioni ci mostra-no infatti molteplici miti legati alla pri-mavera; esse hanno sempre al loro cen-tro l’idea di un sacrificio a cui succedeuna rinascita. Ad esempio, dopol’Equinozio, si svolgevano nel mondoellenico (come nella nostra Locri arcai-ca) le Adonìe, feste della resurrezione diAdone, bellissimo giovane amato dalladea Afrodite che venne ucciso da uncinghiale (forse il dio Ares ingelosito).Adone era in realtà il dio assiro-babilo-nese Tammuz, a cui i fedeli si rivolge-vano chiamandolo “Adon” (Signore).Egli dimorava sei mesi all’anno negliinferi, come il sole quando si trova al disotto dell’equatore celeste (autunno einverno). Si festeggiava a primavera lasua risalita alla luce quando appunto siricongiungeva alla dea Ishtar, l’equiva-lente dell’Afrodite greca. Allo stessomodo anticamente si festeggiavaPersefone, che ritornava nel mondo dopo aver trascor-so sei mesi nel regno dei morti. Tutti questi miti cimostrano dunque l’unione di un simbolismo celeste(il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo terre-stre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il temadel matrimonio fra una divinità maschile, celeste osolare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna.La primavera era infatti la stagione degli accoppia-menti rituali, delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea(impersonificati spesso da un sacerdote e da una

sacerdotessa) si accoppiavano per propiziare la ferti-lità. Venivano accesi dei fuochi sacri sulle colline e,secondo la tradizione, che peraltro è rimasta ancoraoggi nel folklore europeo, più a lungo rimanevanoaccesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. Questi ritiavevano un particolare valore soprattutto nei cultipagani dell’area mediterranea, dove l’equinozio,l’av-vento della bella stagione ed il rinnovarsi della natu-ra, era ed è tutt’ora particolarmente evidente. Per ipopoli nordici, come i Celti, la ricorrenza primaverilepiù importante era “Beltane” che si celebrava nella

notte tra il 30 aprile e il 1° maggio.Tuttavia nel corso del tempo,comemolte delle antiche festività pagane,anche l’Equinozio di Primavera fu cri-stianizzato; la prima domenica dopo laprima luna piena che seguel’Equinozio, i cristiani celebrano laPasqua commemorando la resurrezio-ne di Cristo. Ma nei simboli e nelle tra-dizioni collegate a questa festa sonoevidenti i ricordi di altre e ben piùantiche festività poi cancellate dalCristianesimo con una vera e propriaopera di sincretismo. Il termine“Easter” con cui in inglese si designa laPasqua ci riporta ad una antica divini-tà pagana dei popoli nordici, la deaEostre, assimilabile a Venere, Afroditee Ishtar, la quale presiedeva ad antichiculti legati al sopraggiungere della pri-mavera e alla fertilità dei campi. Ipopoli Celti denominavano l’equino-

zio di Primavera “Eostur-Monath” e successivamen-te “Ostara”. Il nome sembrerebbe provenire da aus oaes e cioè Est, e infatti si tratta di una divinità legata alsole nascente e al suo calore. Ad Eostre era sacra lalepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tra-dizioni; anche i Britanni associavano la lepre alle divi-nità della luna e della caccia e i Celti la considerava-no un animale divinatorio. La lepre di Eostre, chedeponeva l'uovo della nuova vita per annunciare larinascita dell'anno, è diventata l'odierno coniglio di

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Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo difertilità.Così le uova pasquali si ricollegano alle tradi-zioni pagane in cui si celebrava il ritorno della deaandando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero rite-nuto “magico” del villaggio, usanza che collegaEostre alle divinità arboree della fertilità. E l'uovo nonè scelto a caso ma è da sempre simbolo di vita, dicreazione, di rinascita. E la nascita del mondo da unuovo cosmico era un’ideauniversalmente diffusa cheveniva celebrata pressomolte civiltà alla festa equi-noziale di primavera, nelmomento in cui la naturarisorgeva. Tuttavia,fra tuttiquesti meravigliosi miti chenarrano del passaggio dallastagione invernale a quelladella luce e del risveglio dellanatura, quello che mi ha dasempre maggiormente affa-scinato è sicuramente il mitodi Demetra-Proserpina. Intutto il mondo ellenico e dun-que anche nell’antica Locri,venivano celebrate leTesmoforie che si svolgevanodurante il periodo dell’aratu-ra e comprendevano variecerimonie. Durante una diqueste, della carne putrefattadi maiale, che era stata conservata nel pozzo sacro diDemetra presso il suo stesso tempio, veniva mescola-ta con il grano della semina come auspicio per il rac-colto. La festa durava in totale tre giorni, il primo deiquali un corteo di donne vergini portava al santuariodella dea delle paste e forma di genitali, simbolo difecondità; il secondo giorno era dedicato al digiuno enel terzo venivano praticate danze e sacrifici in onoredi Demetra e Persefone. Tanti i materiali votivi in ter-racotta, ritrovati negli anni dagli archeologi in parec-chie località della Grecia, Sicilia, Calabria, nonchépresso la stessa Locri: essi attestano in maniera evi-

dente l’onnipresenza di questo culto nelMediterraneo e la sua continuità e assimilazione nelcorso dei secoli da parte di molte feste della religionecristiana. Ad esempio, l’antica abitudine durante leTesmoforie di buttare della carne putrefatta di maialenei campi per favorire il raccolto, si rinveniva fino anon molto tempo fa durante la festa di S.Giorgio aRagusa dove, assieme al santo, venivano portati in

processione due enormi paniche alla fine della festa veniva-no sminuzzati e distribuiti agliagricoltori, affinchè ognuno diessi buttasse il proprio pezzet-to nei campi seminati, propi-ziando così il buon raccolto. Inparecchie località delMediterraneo, in particolarmodo nel sud Italia e Sicilia, sipossono riscontrare tutt’oggiparecchie analogie con l’anticoculto della divinità della terra;forse ancora oggi,vagando inalcune campagne dell’entro-terra siciliano, ci potrà capitaredi imbatterci in alberi di melo-grano ai cui rami sono legatedelle particolari erbe, appesecon la convinzione che questopossa favorire la fecondazionedei fiori e de terreno. Eccoquindi un altro elemento di

contatto con il culto di Demetra: non fu infatti pro-prio un chicco di melograno che legò definitivamen-te Persefone, la figlia di Demetra, a Plutone, signoredegli inferi? E’ dunque strano ma allo stesso tempomeraviglioso notare, come le nostre radici e l’essenzadel nostro passato storico e culturale non ci abbianomai completamente abbandonato ; ed è oltremodobello pensare che le nostre abitudini attuali, anche lepiù insignificanti, siano retaggio di un passato chetarda tutt’oggi, soprattutto nel nostro Sud, a lasciareil passo al progresso ed alla modernizzazione, perchéforte è il senso delle nostre antiche e nobili radici!

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Protesta, per mettere in primo piano idiritti delle donne e restituire lorodignità, e rispetto. Questo dovrebbeessere l'insegnamento che tutte noidovremmo seguire ripensando alleoperaie morte nel lontano 1908,

quando, con enorme forza di volontà e ribellione,considerando anche il tempo sto-rico in cui vissero, combatteronoper rivendicare i loro diritti. L'8marzo il nostro pensiero va aquel tragico episodio, e alledonne di oggi, vittime, adessocome all'ora, d'interminabili vio-lenze fisiche e psicologiche; maanche a quelle che hanno la forzadi rialzarsi, di portarsi dentrotutte le ferite, e andare avantiugualmente, con interminabilidifficoltà. La nostra società, perfortuna, è fatta anche di donneche sanno dire NO alla violenza,che si ribellano, che si consolano e si danno forzae sostegno tra di loro, anche se non sarà mai abba-stanza da fermare questa spaventosa carneficina. Di donne pittrici nel corso della Storia dell'Arte,non si conoscono molte. Era difficile raggiungere

questo o qualunque altro status sociale; le ragazzenon potevano frequentare scuole di formazione,veniva anche negato loro il lavoro. In occasionedell'8 Marzo, parliamo di un'artista, che cometante, subisce una vita difficile, complicata e viola-ta: Artemisia Gentileschi (Roma 1593- Napoli1652/53). Figlia del famoso pittore toscano Orazio

Gentileschi, e PrudenzaMontone, quest'ultima mortaquando la giovane aveva soltan-to dodici anni. Fu proprio nellabottega paterna, insieme ai fratel-li, che iniziò il suo apprendistatoartistico seguendo la scia delpadre, esponente di primo pianodel caravaggismo romano. La prima opera che le è stataattribuita è “Susanna e iVecchioni”, realizzata a solidiciassette anni, e che mostral'elevata abilità artistica diArtemisia. Proprio questo qua-

dro ritrae, probabilmente, due figure di notevoleimpatto nella vita della giovane: uno, il padreOrazio, l'altro, giovane e con la barba, AgostinoTassi, il pittore che la violentò nel 1611.Quest'ultimo collaborò con il genitore della giova-ne nella decorazione del Casino delle Rose a

Artemisia Gentileschi

di Giuseppina Laura Dominici

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|if arte

Di donne pittrici nelcorso della Storiadell'Arte, non si

conoscono molte. Eradifficile raggiungerequesto o qualunquealtro status sociale

UNA DONNA CORAGGIOSA

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Palazzo Pallavicini Rospigliosi a Roma.Denunciato per violenza, punito tra l'altro peressere già sposato e coinvolto in una relazioneincestuosa con la sorella della moglie, l'artista fucondannato; cruda fu la testimonianza della gio-vane, che in seguito a questo episodio fu data inmoglie a Pierantonio Stiattesi, artista fiorentino, il29 novembre 1612. Inizia da qui laripresa artistica di Artemisia, conl'accesso nel 1616 all'Accademiadelle Arti del Disegno, e la stimad'importanti figure dell'epocacome Cosimo II de Medici, GalileoGalilei, Michelangelo Buonarroti ilGiovane e molti altri. Ritorna aRoma nel 1621, e tra il 1627-1630 sitrasferisce a Venezia, in seguito aNapoli e nel 1638 raggiunge ilpadre a Londra, diventato pittorepresso la corte di Carlo I.Pochissimo si sa dei suoi sposta-menti successivi, ma da tutto ciòpossiamo trarre sicuramente il profilo di unadonna coraggiosa, entusiasta del suo lavoro, e conuna grande forza di volontà nell'apprendere inuovi progressi nel mondo dell'arte. Nel 1944 lamoglie del critico Roberto Longhi, le dedica unromanzo, intitolato “Artemisia”. Alei è stato dedi-

cato anche il film “Artemisia. Passione estrema” diAgnes Merlet, Con Michel Serrault, ValentinaCervi, Miki Manojlovic, Claudia Giannotti, AnnaLelio. Vogliamo ricordare un'opera di questa stra-ordinaria pittrice, di notevole bellezza e impattoscenico: l'Autoritratto come Martire, olio su tavo-la, collezione privata.

La fanciulla, riconosciuta neitratti somatici è probabilmenteArtemisia, mentre osserva lospettatore, orientata sulladestra. La giovane ha un visodelicato e rosato, le guancepiene e gli occhi molto espressi-vi. Il turbante blu e un abito sal-mone e bianco fermato sullaspalla sinistra, conferiscono aldipinto un colore elegante.Nella mano destra tiene emostra la palma del martirio,ma non sappiamo quale fossela destinazione originale del-

l'opera. Oggi, probabilmente, questa immagine è saggia eattuale: un pensiero di solidarietà va a tutte ledonne, vittime, come Artemisia, di ogni tipo diviolenza; questo pensiero va a voi, tante martiriferite nell'anima.

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Aquei tempi leragazze non

potevanofrequentare scuole

di formazione,veniva anche

negato loro il lavoro.

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na storia che si inserisce benenell'anno di celebrazionedell'Unità d'Italia perché dellasua storia e delle vicende anchedi altri Stati questo libro ne ha losfondo, i protagonisti, gli acca-dimenti. Tutti veri i personaggi,

realmente esistiti, personaggi storici ereali, tutti tranne il prota-gonista. Un uomo dalladubbia moralità, dallacostruzione mentale parti-colarmente complessa edalle convinzioni discuti-bili. Protagonista degliavvenimenti risorgimen-tali e precursore dei pen-sieri terribili che portaro-no al principio nazista.Ricorda addirittura perso-naggi reali contempora-nei, tuttora esistenti, tutto-ra forti nelle loro idee. Unpersonaggio negativo cheriesce ad influenzare per-sino la storia in cui vive,compresa la scomparsa diIppolito Nievo. Come unromanzo d'altri tempiviene arricchito da numerose stampe chedescrivono momenti della storia, perso-naggi che abbiamo già immaginato. Unosguardo cinico ma quasi reale dei protago-nisti della nostra storia. Una ricostruzioneattenta e dettagliata. Quello che riescemaggiormente nel nuovo libro diUmberto Eco è la capacità di renderequasi reali, come se ci fosse vissuto, lecostruzioni delle idee e dei pensieri che

all'epoca potevano formarsi sia tra le filadella classe dirigente che nei bar e neiritrovi. Rende quasi candidi i pensieri deiprotagonisti delle ribellioni varie,dall'Italia alla Francia, candidi perché sog-getti anche alle macchinazioni esterne, dichi, nell'ombra, manovra e porta ai risul-tati ottenuti ignare pedine convinte di

essere protagoniste dellaStoria. Un personaggio, ilprotagonista, che parte dalPiemonte, influenzatodalla figura negativa delnonno senza recepire leidee liberali e romantichedel padre. Quasi un passaggio dallavisione pulita del mondoche all'inizio dell'Ottocentosi era sviluppato nelle arti enella politica per passare alcinismo tipico del secolosuccessivo, che ancora èrimasto nel ventesimosecolo. Una valutazione difondo che con attenzioneporta all'epilogo della sto-ria. Una storia cominciatacon due personaggi che si

rincorrono, che cercano di capire l'unoqualcosa dell'altro. Due personaggi antite-tici ma con qualcosa di incredibile incomune, sullo sfondo delle loro storiedistinte una figura femminile, contorta,difficile, persa negli sfumati ricordi dientrambi. Una donna la cui storia contri-buirà a fare chiarezza su entrambi, in unmodo che nessuno dei due poteva imma-ginare.

Una storia sullo sfondo dell'Unificazione italiana

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La recensione

di Antonella Panetta

Il cimitero di Praga

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La notizia mi ha colpito:Intimissimi se ne esce con unrivoluzionario reggiseno chepromette, senza “ritocchi”,

una taglia in più. …Be italian (comedice la colonna sonora dello spot)Ma sul web girano le immagini del“Clap off Bra”: un reggiseno checade giù al solo battito di mani.Comodo, no? Soprattutto per gli ine-sperti adolescenti, con gli ormoni amille, alle prese con i gancetti deireggiseni e, pensandoci bene,anche per i più attempati signori acui le mani tremano un po' troppo,non per l'emozione, no, ma per l'inci-piente Parkinson. Ma a quell'età noninterviene “la pace dei sensi”? Fattosta che a me, più che guerra di reg-giseni, pare guerra di tette. Ormai ledonne le devono avere “appetitose”non importa se vere o finte, si' giova-ni, quello si' -due anni in più due anniin meno non importa, quello è undettaglio. E sull'onda della nuova“tettocrazia” mi vengono in mente leparole della nuova canzone dellaCantantessa, A.A.A. Cercasi: “dece-duta il giorno prima basta che siabona”. Un po' mi viene da ridere per-ché ai miei tempi si diceva: BASTACHE RESPIRI… Ah! Uomini…E direche un po' la scienza li assolve: datre metri di distanza, un uomo nonriesce a distinguere la bellezza degliocchi di una donna o il suo profumo.Da un punto di vista evolutivo, egli èsolo in grado di calcolare a colpod'occhio il rapporto tra la circonfe-renza del suo girovita e quella deifianchi. Bé, mentre voi poggiate laclava, io vado a mescolare il sugo.

VOSTRA ZIA AUSILIA

La guerra dei reggiseniE sull'onda della nuova“tettocrazia” mi vengono inmente le parole della nuovacanzone della Cantantessa,A.A.A. Cercasi: “deceduta ilgiorno prima basta che sia bona”.

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Ilmaestro d'ascia non è un personaggio delSignore degli anelli né di un altro film fanta-sy. È comunque una figura vagamente mito-logica: pare che i migliori al mondo sianostati i mitici vichinghi, ma i mastri della

Grecia antica non dovevano avere nulla da invidiareai colleghi del Circolo Polare Artico. Il maestrod'ascia è un artigiano che costruisce le barche inlegno. Ed è l'antico mestiere del quale ci occupiamoin questo mese.È un falegname specializzato, è esperto in tutti i tipidi legname e ne conosce le caratteristiche e gli utiliz-zi, con particolare riferimento alla realizzazione diparti delle barche. Utilizza una particolare ascia(sembra quasi una zappa) per sagomare i ceppi dilegno ed ottenere le forme necessarie, che è abilissi-mo ad assemblare. Un mestiere antichissimo, da quando l'uomo navigaesiste qualcuno che costruisce le imbarcazioni. La tecnica principale per la costruzione di barche inlegno è quella dei mastri siciliani. È diffusa in tutto ilmondo. Ad essa sioppone unicamentequella scozzese.Secondo la prima, lacostruzione avvienetramite la creazionedi uno scheletro, for-mato dalle “ordina-te”, sul quale vienepoi posato il “fascia-me”. Questa tecnicatrae le sue origini dal"garbo" del quale siparla ampiamentenel "maestri d'asciasiciliani". La tecnicascozzese, prevedeinvece lunghi corsidi fiancata che per-mettono un movimento di torsione dell'imbarcazio-ne. È la tecnica dei vichinghi.Gli strumenti elettrici hanno sostituito l'ascia e le bar-che in legno sono quasi fuori produzione. Le imbar-cazioni vengono costruite nei cantieri navali. Dopomillenni di gloria, questo mestiere sembra destinatoa perire. Non siamo riusciti a rintracciarne neppureuno. Però abbiamo scoperto che il maestro d'ascia è

un mestiere ancora molto ricercato. A Venezia esisteun consorzio della cantieristica navale minore, cheracchiude molte botteghe artigiane del settore: i mae-stri d'ascia. Immaginate che tragedia sarebbe se nes-suno fosse più in grado di costruire le gondole o diripararle. Qualche anno addietro è stato indetto uncorso professionale gratuito per imparare a fare que-sto lavoro. L'anno scorso la Capitaneria di Porto diReggio Calabria ha pubblicato un bando per il conse-guimento dei titoli professionali marittimi: capobar-

ca, motorista, marinaio, e mastrod'ascia. Per sostenere l'esame sipaga una tassa di 1,29€ e bisognaaver frequentato un tirocinio di 36mesi. Antichissimo, introvabile, questomestiere rimane comunque utilee vivo. Dovunque esistono arti-giani abili nelle riparazioni. NellaLocride, le barche si aggiustano aMarina di Gioiosa. Abbiamo sco-perto che si trovano i mastrid'ascia a Cariati, hanno imparatol'arte dagli amalfitani. I turisti

stranieri restano incantati dal loro lavoro. Sono famo-si quelli di Catania. Anche gli operai e progettisti dei grandi cantieriamano essere definiti maestri d'ascia. Non utilizzanopiù gli arnesi manuali, ma la bravura del mestiereresta intatta. È singolare che un architetto o un inge-gnere, che lavora come progettista navale, vogliaessere chiamato “mastro” piuttosto che dottore.

di Christian Morello

Il maestro d’asciaAntichi mestieri

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La nuova primavera cinematografica accoglie due tra i più attesi e discus-si film dell'anno: in arrivo nelle sale nostrane l'”Habemus Papam” diNanni Moretti e il film della sgangheratissima serie tv “Boris”. Due novi-tà che trascinano con sé, già dallo scorso anno, un'ondata di polemiche e

supposizioni, accompagnata da un'attesa quasispasmodica.Un'attesa che, nel caso di Boris, non può chenascere dal successo della sitcom, trasmessa dal2007 dal canale satellitare Fox: dalla grottescarappresentazione del backstage televisivo sipassa, con Boris-il film, al dietro le quinte cine-matografico. Un salto di qualità che la troupeguidata dal regista televisivo René Ferretti (inter-pretato da Francesco Pandolfino), tenta nella spe-ranza di ricompensare tutti i sacrifici e le “bruttu-re” dell'universo che ruota intorno alla fiction. Il regista si riversa sul film d'autore, destinandoal bello dell'arte il compito di superare il confor-mismo e la commercializzazione dei prodottitelevisivi. Ma tra il piccolo e il grande schermo ladifferenza non è poi così marcata: tra sceneggia-

tori miliardari e oziosi, dive eccentriche e isteriche, e un cinepanettoneimperante, il retroscena cinematografico si rivelerà ancora più marcio delprecedente. In uscita il prossimo 1 aprile, Boris-il film, diretto e co-sceneg-giato da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, riunirà,

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di Ambra Caserta

soon ...ComingIn arrivo nelle sale nostrane l'”Habemus Papam”diNanni Moretti e il film della sgangheratissima serie tv“Boris”. Due novità che trascinano con sé, già dalloscorso anno, un'ondata di polemiche e supposizioni,accompagnata da un'attesa quasi spasmodica.

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sempre sulle note di Elio e le storie tese, lo stesso “strampalato” castdella serie: Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti,Alessandro Tiberi, Carolina Crescentini, Paolo Calabresi, NinniBruschetta, Roberta Fiorentini, Alberto Di Stasio, Antonio Catania,Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti.E dall'ironia spassosa di Boris alla “commedia dolorosa” di NanniMoretti, in uscita il 15 aprile. Già dato per certo al Festival di Cannes,“Habemus Papam” mette in scena le incertezze di un pontefice deigiorni nostri, che mette in crisi il suo ruolo di guida spirituale permilioni di fedeli, dubbioso delle sue capacità. Ispirato alla figura diCelestino V. che nel 1924 abdicò dopo quattro mesi di pontificato, il

film vede come protagonista lo stesso Moretti che interpreta il pro-fessor Brezzi, lo psicanalista chiamato direttamente dal Vaticano a

sostegno del Papa, interpretato invece da Michel Piccoli. Ma le ango-sce e le inquietudini del cardinale Melville sono talmente forti da

indurlo a fuggire, così il compito dello psicologo sarà ancora più arduo.Una storia estremamente forte, dunque, per un film costoso (circa 8

milioni di euro) e impegnato di cui, trama a parte, si sa ben poco, visto ilriservo mantenuto dal grande regista per tutta la fase di lavorazione.Così, tra le discussioni legate a quest'ultima pellicola di Moretti e le aspet-tative verso il Boris-film, non resta che incontrarci tutti in sala per unabuona visione!

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GIOVANNI MORETTI detto Nanni (Brunico, 19agosto 1953) è un regista,attore e produttorecinematografico italiano.Le sue opere sonocaratterizzate inizialmente dauna visione, in chiave ironicae sarcastica, dei luoghicomuni e delle problematichedel mondo giovanile deltempo, per poi indirizzarsiverso una critica piùsostanziale della societàitaliana e dei suoi costumi.

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Cambio di stagioneAnche quest'anno ci avviciniamo alla fine

dell'inverno, e come l'anno scorso utiliz-zerò queste righe per alcune riflessioni suquesto passaggio.

L'inizio della primavera viene spesso collegato, siasimbolicamente che praticamente, con la trasforma-zione, il cambiamento, la natura che rinasce, e conessa anche emotivamente spesso si avverte un cam-biamento; per dirla conBattisti “ i giardini dimarzo si vestono dinuovi colori, e le giovanidonne in questo mesevivono nuovi amori”,nel ciclo della vita la pri-mavera si può collegarealla rinascita, al risveglio,in questo periodo, però,a volte si fanno anche iconti, ci si rende contoche forse non ci sonostati quei cambiamentiauspicati, che si è sem-pre allo stesso punto, cheancora c'è molto da fare.Quando i miei pazientimi verbalizzano senti-menti di questo tipo, avolte. gli dico che forse siè sempre allo stessopunto, ma nel frattemposi sono fatte tante altrecose!Il sentimento di insoddi-sfazione, di dovere faresempre di più e tipicodella società attuale, edin primavera si ha un'impennata di questo modusvivendi; si comincia ad andare (o si aumenta la fre-quenza) in palestra o fare jogging o passeggiate inbicicletta, del resto la prova costume incombe, ci siripropongono i soliti buoni propositi (quasi pun-tualmente disattesi).

Spesso con il cambio di stagione (vale per tutti icambi di stagione), si hanno dei piccoli disturbi diadattamento, come insonnia, disforia o cali dell'at-tenzione e della energia.Ovviamente ci sono anche molti aspetti positivi, l'al-lungarsi della durata delle giornate provoca ancheuna sensazione di benessere e serenità, come ancheil vedere la natura risvegliarsi, se si riesce a godere

delle piccole cose questo èun ottimo periodo, leprime rondini, il cinguettiomattutino degli uccelli, iprati fioriti o le primiziepossono dare delle emo-zioni brevi ma intense,basta saperle apprezzare, enon soffrire di allergie alpolline!Anche a livello bio-chimi-co l'aumento della duratadelle giornate ha effettipositivi favorendo la pro-duzione endorfine. Inoltrealcuni disturbi psichiatricimigliorano in questoperiodo come alcunedepressioni o disturbibipolari definiti stagionali(in questo caso vi è però ilrischio di un viraggiomaniacale), per inciso inquesti casi viene propostacome terapia l'esposizionequotidiana a una fonteluminosa.

In conclusione con l'av-vicinarsi della primavera

si avvertono dei cambiamenti, sia dentro che fuoridi noi, la cui gestione può essere faticosa ma comun-que possono essere sfruttati per un percorso di cre-scita personale mantenendo un equilibrio sempreauspicabile, ed una voglia di andare sempre avanti.

*psicologo

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di Mario Gullì*

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di Cosimo Commisso*

Primavera: indicazioni per l’uso.Attività motoria, viaggi in aereoed allergie. Ormai la primavera Ëalle porte, le giornate tendono adallungarsi e la nostra voglia difare dell’attività allíaperto divienesempre maggiore. Il numero di

persone che decide di dedicarsi al walking oalla corsa è in forte crescita. Se arrivate da uninverno passato in poltrona e fisicamente nonsiete molto allenati, iniziate con calma. Si partecon 20 minuti di cammino a passo sostenuto esi incrementa a ogni uscita di 2 minuti. Soltantoquando sarete in grado dicamminare per 60 minuticonsecutivi a passo sveltopotrete iniziare a inseriredei tratti di corsa. Il consi-glio, almeno per le primequattro settimane, è dialternare tratti di camminoa tratti di corsa, incremen-tando questi ultimi. Periniziare, 3 volte a settimanasono sufficienti, meglio sea giorni alterni; ciò garanti-sce allíorganismo il giustoadattamento allíesercizio.Dopo il primo mese, i piùvolenterosi potrannoincrementare le sedute diallenamento portandole a 4 per settimana.La dolce brezza primaverile, il profumo deicampi fioriti annunciano líarrivo della bellastagione che, purtroppo, è un periodo criticoper il popolo degli allergici. La ragione risiede nelle cosiddette “allergie dafieno”, a causa dell’impollinazione molte per-sone cominciano a soffrire di rinite, congiunti-vite e asma.Le allergie ai pollini interessano principalmen-

te l’apparato respiratorio e i sintomi, general-mente appaiono assieme: il naso è intasato eprude, gli occhi diventano irritati e rossi, sigonfiano e si riempiono di lacrime, gli starnutisi fanno più frequenti e la gola spesso è irritata.Aquesti sintomi possono aggiungersi una sen-sazione di stanchezza e mal di testa, che daran-no líimpressione di essere ancora più ammala-to.L’immunoterapia rappresenta la forma di pro-filassi più efficace, specie se utilizzata in etàpediatrica, nelle forme di allergia stagionale equando l’allergia è scatenata da un unico anti-

gene. Si esegue per iniezio-ne sottocutanea o per viaorale (con gocce o compres-se da sciogliere sotto la lin-gua).I farmaci più utilizzati peralleviare i sintomi di riniti econgiuntiviti allergichesono gli antistaminici, utiliperchè bloccano l’azionedell’istamina liberata daimastociti in seguito al con-tatto con gli allergeni ed è laprincipale causa dei distur-bi.Quelli di nuova generazio-ne possono essere sommi-nistrati per via orale o attra-

verso spray nasali e colliri, sono più efficaci esicuri rispetto agli antistaminici di vecchiagenerazione.Gli spray nasali devono essere impiegati conmoderazione per non correre il rischio di inne-scare una sensibilizzazione della mucosa nasa-le (l’ideale è non superare 1-2 inalazioni pernarice per 3-4 volte al giorno, per un massimodi una settimana). Sono sconsigliati a chi soffre di ipertensione emalattie cardiache. Hanno un ruolo essenzial-

“De motu cordis”

Il numero di persone chedecide di dedicarsi al

walking o alla corsa è inforte crescita. Se arrivateda un inverno passato in

poltrona e fisicamentenon siete molto allenati,

iniziate con calma.

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mente sintomatico. Ed infine, se pensate di fareun bel viaggio in aereo e siete cardiopatici, è beneprendere alcune precauzioni, specie se anziani.In viaggio portate una documentazione dellapropria malattia e l’ECG più recente; dovrebbe-ro anche avere una documentazione delle carat-teristiche del pacemaker se presente. Opportunotenere nel bagaglio a mano i farmaci abituali e glieventuali medicinali di emergenza. La presenzadi pacemaker o di defibrillatori impiantabili noncontroindica il volo; tali dispositivi non dovreb-bero risentire delle onde elettromagnetiche gene-rate dagli apparecchi elettronici presenti sullíae-reo o dai metal detector fissi o portatili in usonegli aeroporti; tuttavia è prudente, in caso dicontrolli, chiedere di essere perquisiti "a mano"anzichè con i detector portatili. Se sono presenti rischi di malattie tromboembo-liche (precedenti trombosi o embolie, vene vari-

cose) devono essere prese misure preventive:assumere una adeguata quantità di liquidi; effet-tuare regolarmente opportuni esercizi di stret-ching alle gambe; indossare calze elastichedurante il volo. I soggetti a rischio maggioredovrebbero essere trattati con una bassa dose diaspirina (se non sussistono controindicazioni) ocon eparina a basso peso molecolare prima dellapartenza. Chi ha subito un infarto deve fareattenzione, ma a tre-quattro settimane dall'even-to, se il flusso sanguigno è stato ristabilito ade-guatamente attraverso l'angioplastica o la trom-bolisi, non esiste una controindicazione assoluta.Il viaggio in aereo è controindicato in soggetticon ipertensione mal controllata, angina instabi-le, scompenso cardiaco, gravi aritmie o che nellequattro settimane antecedenti abbiano avutouna trombosi venosa profonda (TVP).

*cardiologo

La dolce brezzaprimaverile, ilprofumo dei campifioriti annuncianolíarrivo della bellastagione che,purtroppo, è unperiodo critico per ilpopolo degliallergici. La ragionerisiede nellecosiddette “allergieda fieno”, a causadell’impollinazionemolte personecominciano asoffrire di rinite,congiuntivite easma.

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di Anna Maria Scarfò*

Formati da una sola cellula (microrgani-smi unicellulari), hanno dimensionimedie di 10 – 20 micron, sono dotati diciglia vibratili e flagelli, utili per i movi-menti continui che essi hanno nell'am-biente liquido (nel caso di protozoi

parassiti, può essere una secrezione intestinale ovaginale o il sangue...) nel quale vivono. Sono iprotozoi ( forme semplici e primitive di vita ani-male) e sono causa di serie patologie. La malaria èla più frequente malattia tropicale (zone caldo –umide), è insidiosa e a volte mortale se non dia-gnosticata in tempo. È detta malaria perché fino alsecolo scorso si credeva fosse causata dall'aria mal-sana delle paludi, invece questa malattia infettivaè causata da quattro specie di protozoi del genereplasmodio. Si trasmette mediante il morso di unaparticolare specie di zanzara “anofele” la cui fem-mina ha bisogno del sangue dei mammiferi per farmaturare le uova e quando punge un uomoammalato con un successivo morso trasmette ilmicrobo ad un uomo sano. Il plasmodio dellamalaria fu scoperto dal francese AlphonseLaveran, ma l'italianoG i o v a n n iBattista

Grassi nel 1898 dimostrò cheil microbo era trasmesso dallazanzara della specieAnopheles. Mentre la comunezanzara delle nostre case, chiama-ta Culex pipiens, pur succhiandoanch'essa sangue, non è adatta allariproduzione del plasmodio e nonpuò trasmettere pertanto la malaria.Nel mondo muoiono di malaria duemilioni di individui ogni anno, di cui lametà bambini. La malattia è in costanteaumento sia per la resistenza agli insetticidi,sia per la resistenza del plasmodio ai farmaci(notizia recente dal mondo della ricerca: pare siastato messo a punto un fungo geneticamente

modificato il quale penetrando nellazanzara impedirebbe la ripro-

duzione del plasmodio èpotrebbe essere appli-

cato ad altri insettiche provocano

patolo-gie). Oggiin Italia lamalaria colpi-sce ogni annocirca 500 personecon in media cinque casiannui ad esito mortale. Non deve asso-lutamente dimenticare la profilassiantimalarica e le precauzionimai troppe chi, per varimotivi va nei paesit r o p i c a l i

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Nelle acque, negli alimenti, ...protozoi, metazoi

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(India, Tailandia, Seichelles, Kenia,...).Il Toxoplasma gondii è pure un proto-zoo e provoca la toxoplasmosi, vivenegli intestini degli animali, special-mente dei gatti, ma anche di bovini esuini. Il contatto con i gatti e il con-sumo di carne cruda o poco cotta è lacausa dell'infezione. Nella donna ingravidanza il toxoplasma superan-do la placenta può infettare il nasci-turo provocando serie lesioni alcervello o anche aborto spontaneo;all'inizio della gravidanza è beneeseguire il toxotest ancor meglio ilTorch (test per: toxoplasmosi,rosolia, citomegalovirus, herpes

simplex), questi quattromicrobi pro-v o c a n o

aborto e malformazioni fetali. Attenzione a lavarebene ortaggi e frutta per non incapparenell'Ameba (Entamoeba histolytica) o nellaGiardia (Giardia lamblia) sono anche loro dei pro-tozoi che causano disturbi intestinali che è meglioevitare. I metazoi sono organismi pluricellulari (compostida più cellule), visibili ad occhio nudo, come acaridella scabbia, acari della polvere, acari vari, pidoc-chi, cimici, pulci, piattole, classificate zoologica-mente ( zoologia: branca della biologia relativa allostudio degli animali ) come artropodi ( insettiparassiti della pelle ) o ectoparassiti (parassitiesterni ). Sono insetti che pungono l'uomo e vivo-no permanentemente sul corpo umano come l'aca-ro della scabbia (volgarmente chiamata rogna), ilpidocchio del capo, la piattola; occasionalmentesempre sul corpo umano vivono pulce e cimice;nell'erba e occasionalmente vivono e si attaccanoalla pelle la zecca (per staccarla è bene soffocarlacon un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, dibenzina o di olio per farle mollare la presa e nonlasciare il rostro attaccato alla pelle), la trombicola(cimice rossa). I vermi sono parassiti interni, inte-stinali, come la tenia (verme solitario), gli ascaridi(vermi di maggiore dimensioni lunghi 10 – 15 cm)vivono aggrovigliati nell'intestino e gli ossiuri(vermetti biancastri, lunghi 2 – 3 mm. La trichinel-la (Trichinella spiralis) è un piccolo verme che s'in-cista nei muscoli del maiale, del cinghiale, ci siinfetta mangiando queste carni poco cotte o prepa-rate come insaccati crudi, attenzione alle salsiccefresche, al carpaccio, alla carne “al sangue “ anche

se, il controllo delle carni macellate in Italia èassiduo da parte degli organi preposti. In

generale questi insetti parassiti pre-feriscono climi temperati e

caldo - umidi. *nutrizionista

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di Giorgio Ruso*

Nella società moderna un sorri-so armonioso e luminoso puòaiutare a superare barriere eostacoli talvolta insuperabi-li… Pensiamo ad esempio adun colloquio di lavoro omagari ad un appuntamento

galante o alle tante situazioni della vita. Per questo l'odontoiatria moderna è soprattuttoodontoiatria estetica, allaricerca dell' integrazione edell' armonia tra l'esteticadel viso e del sorriso. Sonosempre di più le persone chesi rivolgono dal proprio den-tista di fiducia per una con-sulenza estetica e soprattuttoper migliorare l'aspetto delproprio sorriso e di conse-guenza quello del proprioviso.Non è un caso, quindi, ilsempre maggior interesseper le tecniche di medicina echirurgia estetica a comple-tare e ottimizzare i piani ditrattamento, ora non piùsolo dentali.Il volto è il tramite privile-giato dei rapporti umani. Lasua mimica esprime il pen-siero quanto le parole e lasua bellezza è più importan-te di quella di ogni altraparte del corpo.Ma cosa ne determina la bellezza o la bruttezza?Esistono dei fattori importanti ai quali riferirsi.Il primo è l'armonia delle forme: il tutto devenon allontanarsi dalla cosiddetta “ proporzionedivina” a cui si sono ispirati artisti di ogni epocanelle loro rappresentazioni ovvero alla propor-zionalita tra le forme e le dimensioni..Il secondo fattore di bellezza è l'aspetto della suasuperficie cutanea: liscia, uniforme e vellutata…Altro elemento che riveste notevole importanza

è la qualità espressiva del viso: alcuni tratti sim-boleggiano un 'idea o un sentimento e rendonoassolutamente uniche e irripetibili le nostreespressioni e perché no, anche le nostre emozio-ni.Di fondamentale importanza inoltre l'aspetto, ilcolore e la forma dei nostri denti.Entrando nello specifico del campo odontoiatricogli attuali progressi dell'odontoiatria cosmeticaconsentono di riportare il colore dei denti al bian-

co e alla luminosità di untempo: si può perfino arrivaread ottenere un bianco un po'“innaturale”..In primis peròesiste un semplice concettoche se rispettato aiuta notevol-mente: avere denti perfetta-mente puliti e mantenuti tali;occhio quindi all'igiene oralequotidiana! Non dobbiamoperò dimenticare che il coloredei denti è personale, un po'come il colore della pelle, enon è mai un bianco puro.Inoltre il “bianco naturale” deidenti incorpora lievi sfumatu-re sui toni del giallo e del gri-gio, che aumentano d'intensitàdal bordo libero al collettogengivale di ogni singolodente. I canini, tra l'altro, hanno diregola un colore più caricodegli altri…Il dentista ha diverse possibili-

tà operative per migliorare il sorriso dei propripazienti: tecniche conservative, ortodonzia, pro-tesi in porcellana ecc. Ma il trattamento che da ilmassimo risultato in poco tempo è sicuramentelo sbiancamento dei denti. Per concludere i trat-tamenti per ottenere un bel sorriso sono sicuri edefficaci, purché effettuati secondo le prescrizionidel dentista, con le loro tecniche e sotto la lorosupervisione.

*dentista

L' IMPORTANZADELSORRISOE DELL'ESTETICADENTALE

febbraio 2011

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ARIETE dal 25 marzo al 24 aprile

Marte amico vi strizza l’occhio!Fortunati quadrupedi! vi doneràgrande intraprendenza e voglia di amareo combattere per il vostro sentimento.

Inaspettatamente romantici il vostro par-tner vi guarderà con meraviglia! Preparate

richieste perché non vi capterà di nuovo nel corsodell’anno! Il lavoro segue la fortunata scia ma atten-zione! I bagordi festiol-romantici si faranno sentiresulla salute … mettetevi a dieta!

TOROAhi Ahi Ahi …problemini all’orizzonte cari

amici corno-dotati! Soprattutto nella sferasentimentale; la maggior parte dei piane-ti sono con voi ma in una dimensione taleche non vi soffiano addsso buoni venti.

Attenti a quelli che si professano amici.Moooolto attenti! potrebbero lasciarvi

intontiti e traballanti. Come dopo una corrida!pericoloso! soprattutto se a vincere è il torero! nellavoro invece è come stare a Pamplona ... comanda-te voi e ... incornate chi vi va! nessuna pietà.

GEMELLIIl mese non si mostrerà vostro alleato edanzi, non vi agevolerà in nessun modo.Sfiga temuta? Ma non i lamentate!Quest’anno per voi è una passeggiata! Un

po’ di problemini ci vogliono, no? Lavostra principale caratteristica in que-

sto mese, sarà l’intolleranza quindi, se siete in cop-pia, cercherete di fuggire dal partner.

CANCROIl mese scorso non è stato comeve lo sareste immaginati, percui le vostre aspettative si sonoabbassate ed invece in questo

momento è il caso di spingere! Ipianeti tornano in posizione

favorevole per voi e quindi se avete dovuto pati-re qualche delusione o qualche triste avvenimentoin campo sentimentale, queste giornate saranno innetta ascesa!

LEONEMese dispettoso questo per voinati sotto il segno del Leone!Purtroppo qualche pianeta cimetterà lo zampino e non vi

farà godere le potenzialità di unrapporto o una nuova conoscen-

za. Tempistiche sbagliate,appuntamenti saltati e rimandati, vi mette-ranno sul “chi va là”, ed inizierete a dubitare ancheladdove non ve ne sia affatto bisogno!

VERGINEFinalmente vivrete degli attimidi stabilità in questo mese,insomma siete più tranquilli enon romperete gli “imballaggi”

a nessuno!. Potrete ora concen-trarvi ad essere felici e a godervi i

vostri rapporti, senza paranoie e senza ostacoli daparte di terzi. Avete capito che, mettendo lecose in chiaro da subito, potete ottenere dipiù e risparmiarvi un po’ di ansie!

LL’’OROSCOPOdi Stella Divinatoria

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BILANCIAVisto che il mese appena trascorsonon è proprio stato dei migliori, que-sto andrà meglio, il peggio è passatoamici soppesati!. Adesso avete più

chiari i vostri sentimenti, quindisoffrirete di meno e farete soffrire di meno

le persone che vi sono vicino e che hanno patito convoi questi momenti di poca lucidità!

SCORPIONEMese ambiguo ma piuttosto positivo ilprossimo, per voi nati sotto il segnodel pungolato animaletto. Nonostantei problemi di comunicazione infatti,riuscirete comunque a fare in

modo che il partner non risenta diquesto momento di incomprensione e

darete a tutti la sensazione che procediate per ilmeglio. Sapete come fare… con il vostro sex appel!!!

SAGITTARIOIl mese sarà per molti di voi nati sotto il

segno del Sagittario, un mese di rifles-sione, poiché molte cose accadrannoe vi daranno lo spunto per riesamina-re comportamenti, relazioni, discus-

sioni e storie passate. Ovviamentesarà anche un mese che vi porterà

tanto emozioni e questo sarà inevitabile, soprat-tutto in quei casi in cui ci sarà il ritorno di un ex.

CAPRICORNOTutte le paure e le ansie che vi

siete creati nei mesi passati,scompariranno magicamentein questo mese, anche pervoi torna il sereno, ha

smesso di piovere. Pulcinibagnati! Il vostro umore sarà più

disteso e riuscirete a capire cosa volete, senza trop-po riflettere. Maggiore sicurezza vi aiuterà in qual-siasi tipo di rapporto e otterrete maggior riscontroanche tra chi non vi conosce!

ACQUARIOIn questo mese, la vostra

situazione sentimentalenon potrà dirsi nettamen-te migliorata, tuttavia qual-che passo in avanti lo farete,grazie anche alla comprensione

delle persone che vi voglionobene. Visto che non è tutta farina

del vostro sacco, dovreste almeno ringraziare per lagentile concessione che questi vi fanno!

PESCIIn questo mese sarete partico-

larmente fortunati dal puntodi vista affettivo, poiché trove-rete intorno a voi persone chevi regaleranno amore incondi-

z i o n a t a m e n t e .Evidentemente si sono

accorti di quanto voi siate in riser-va e hanno pensato bene di rimediare, senza pre-tendere nulla in cambio, nulla che voi non siatedisposti a concedere!

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Le passioni

Luisa la ragazzaifdi marzo

Luisa è giovanissima. E’nata inGermania, a Gottingen, un

paesino pieno di verde, e vive aRoma da quando aveva nove

anni. I suoi genitori sono italiani eanche lei si sente italiana al 100%.

Frequenta il liceo linguistico e saparlare correttamente ben 5

lingue! Ama la natura e gli animali,ha un cagnolino: un chiwawa. Lepiace sciare, andare in moto. La

sua passione è viaggiare e scattareun sacco di fotografie. Il suo sogno

è diventare una modella. Ma lepiace molto studiare e vuole

frequentare Psicologia. LeggeFreud perché “Conoscendo sé

stessi si impara a conoscere glialtri”. E’alta 1,68, misure da

modella, occhi e capelli marrone ,numero di scarpa: 39.

IIIInnnn pppprrrriiiimmmmiiiissss,,,,vvvviiiiaaaaggggggggiiiiaaaarrrreeee,,,, mmmmaaaaggggaaaarrrriiii

iiiinnnn mmmmoooottttoooo,,,, ppppeeeerrrraaaannnnddddaaaarrrreeee aaaa sssscccciiiiaaaarrrreeee

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se

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LLLLeeeeggggggggeeeerrrreeee iiii lllliiiibbbbrrrriiii ddddiiiippppssssiiiiccccoooollllooooggggiiiiaaaa eeee ssssoooonnnnoooo

ppppaaaazzzzzzzzaaaa ddddeeeeiiii ffffiiiillllmmmm ddddiiiiCCCChhhhrrrriiiissssttttiiiiaaaannnn DDDDeeee SSSSiiiiccccaaaa

Il sogno

SSSSffffiiiillllaaaarrrreeee ssssuuuulllllllleeeeppppaaaasssssssseeeerrrreeeelllllllleeee ddddiiii aaaallllttttaaaammmmooooddddaaaa,,,, mmmmaaaa sssseeeennnnzzzzaaaa

ttttrrrraaaallllaaaasssscccciiiiaaaarrrreeee gggglllliiii ssssttttuuuuddddiiii

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E smettila di fissarmi come se non mi rico-noscessi, sono io, io, quella da semprenascosta dietro un sorriso di circostanza,una parola perbene al posto di un vaffa….Stavo per soffocare, ancora qualche mese,no qualche giorno, anzi qualche minuto esarei finita per sempre, fagocitata dal tuo

volermi come non sono…e non voltarmi le spalle, non c’èniente che tu debba fare che non possa aspettare. Sono anni cheaspetto costretta all’angolo, che vegeto passivamente schiac-ciata dal tuo modus giudicandi. Sono una pentola a pressioneche sta per esplodere, con quali conseguenze non posso preve-dere, e neanche tu e allora, almeno per una volta, fa quello cheti chiedo: ascoltami, ma non come fai di solito, solo con le orec-chie, ascoltami con attenzione, con la partecipazione consape-vole di chi vuole capire. Ci riesci? Non è poi così difficile ti saràcapitato di farlo qualche volta. Di certo non con me, ma conFifì, Cicì, Cocò ti sarà pure capitato.

Guardami!...E guardami!... IO sono IO e te lo voglio grida-re ad un palmo dal naso con tutta la rabbia che ho in corpo, contutta la violenza psicologica che momento dopo momento, miauguro inconsapevolmente, mi hai gocciolato addosso, lenta-mente, con ritmica costanza tra gnignignì e gnagnagnà, regali-

ni, bacini e carezzine. Ah l’ho detto! Finalmente! L’ho detto. Mi sento più leggera.Hai paura? E perché? Perché non mi hai mai visto così?

Lascia stare il cellulare, non sono pericolosa. Piangi? Sto pian-gendo anch’io. Quante volte mi hai visto farlo. Quante volte mihai chiesto perché. Ti ho sempre mentito, non era il lavoro, nonera la febbre di Luca o i dentini di Andrea, la litigata con Mauroperché non aveva avvisato che non sarebbe tornato a cena, lalampo della gonna che non si chiudeva, il parassita sul geranioappena fiorito, la solita telefonata di un qualche call center nel-l’attimo in cui stavo per scolare gli spaghetti…vado avanti? Lacausa eri sempre e solo tu. Te lo voglio urlare: CERTE VOLTETI ODIO… forse è troppo… non ti sopporto… sì è meglio…Non ti sopporto, non riesco neanche a spiegare a me stessa per-ché. Vivo sensi di colpa terribili, accidenti a me. Sei disponibi-le, mi riempi di attenzioni, sei la persona che ad osservatoredistratto tutti desidererebbero avere accanto. Io, il mio io, quel-lo profondo, quello che quando si fa sentire censuro perché neprovo orrore, desidererebbe che tu non esistessi…mi sembraesagerato… desidererebbe che tu fossi fuori dalla mia vita…Siediti. E siediti! Preveniamo eventuali malori distogli atten-zione dall’obiettivo, stavolta sono veramente decisa, voglioandare fino in fondo. Non ti mollo. Inutile che controlli il polso.È un po’ accelerato? Embè come dici tu quella rara volta chenon riesco a nascondere un malessere “Fai qualche respiro pro-fondo e va tutto a posto”. Fai, fai qualche respiro profondo…Posso continuare? Ok. Ti manderei a fanculo quando mi chie-di consulenza sul nuovo acciacco dell’ultim’ora, per non parla-re di quando mi mostri l’ultimo problemino di pelle come se ioavessi le competenze di un dermatologo. Non sono un medi-co e neanche uno specialista… Oddio, veramente, malgradonon sia neanche laureata, grazie a te, in qualcosa specialistasono diventata: nell’ingoiare rospi, ma come senti, a furia dibuttarne giù, per il troppo pieno, stanno tornando su. Una bellaeruzione di rospi grossi e bitorzoluti dall’effetto paralizzante, senon altro per la lingua, la tua: non hai detto una parola. In gene-re trovi sempre quella giusta per spegnere ogni mio entusia-smo. A parte che mi chiedo come tu faccia ad essere costante-mente informata sulle cose che mi riguardano e di cui non hoalcuna voglia e tanto meno obbligo di parlarti. Hai dissemina-to la mia casa di cimici? Ho il telefono sotto controllo?Interroghi i bambini? La donna ad ore mentre sono in ufficio?Fatto sta che non perdi occasione per pronunciare quell’ odio-sissimo passato prossimo: “Ho saputo …” che nasce con tonocircospetto da membro di una società segreta che neanche sottotortura rivelerebbe la fonte dell’informazione, per caricarsi,strada facendo verso la rivelazione, di chiari accenti di disap-provazione, rafforzati da un’espressione tra la sufficienza e ildisgusto che esprimi sollevando tutto il sollevabile della parte

A TU PER TUdi Rossella Scherl

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sinistra del tuo viso: spigolo delle labbra, narice, zigomo esopracciglio. Ed io, là, davanti a te, come una ragazzina scoper-ta con le mani nella marmellata, che cerco di giustificarmi…Hai l’abilità di farmi sentire in colpa anche se mi sono trattenu-ta al telefono qualche minuto in più e tu hai trovato occupato edovevi urgentemente comunicarmi che la prossima settimanaavresti avuto a cena non so quale Pinco Palla, e non hai anco-ra trovato il taglio giusto di carne, e bla bla bla, e il vino, quel-lo buono, è finito e non c’è il tempo per ordinarlo perché blabla bla… Allora mi si genera, più o meno all’altezza del secon-do chakra, un urlo, tra disperazione e richiesta d’aiuto, che dal-l’intestino risale tutti i metri necessari per arrivare allo stoma-co, raggiunge l’esofago, arriva alla faringe, sta per conquistareil cavo orale… tu intanto devi aver percepito qualcosa e mispari un “Ma mi stai ascoltando?”. L’urlo subisce una miraco-losa trasformazione e dalle labbra esce un “Sì”, però non un sìqualunque, ma quello che piace a te, dolce e partecipe del graveproblema di cui, con tanta dovizia di particolari, mi stai metten-do a parte.

E basta! Non ne posso più! Sono venuta a dirti che la tuapaziente, educata, di poche parole sopportatrice di rotture varieè caput, dopo vent’anni è ora di cambiare registro. Oh!

Pensa pure che sono una grande stronza, o forse le parolac-ce tu non riesci neanche a pensarle? Caz…scusa, scusa…cavoli tuoi. Fattene una ragione e comincia a trattarmi alla pari,da persona adulta, tra poco entro nella terza età.

Ma guarda…”Deficiente, le frecce ce l’hai come optional?…E tu, che ti strombazzi, non vedi che quello non sa dove devegirare?”

Dunque, tutto chiaro, parto diretta: mi devi ascoltare… IOsono IO… non ti sopporto… ingoio rospi… non si trova unparcheggio neanche a pagarlo. È la terza volta che faccio il girodell’isolato. Forse ci siamo: <<Scusi sta uscendo?>>.

<<Sono appena arrivato>>.Delle due una: o continuo a girare o mi fermo in divieto di

sosta.??? Divieto di sosta! Mica i vigili sono sempre in zonaaspettando di fare la multa proprio a me.

Ecco fatto! Ora chiudo la macchina… sarà il caso di portaredei dolci? Alla pasticceria sull’angolo potrei prendere quei can-noli che le piacciono tanto… ma sì! Entro.

Bene, non manca niente: posso citofonare.<<Chi è?>>.<<Luda sono Laura>>.<<Signora non c’è, vuoi salire?>>.<<No, grazie>>.<<Quando torna, dico qualcosa? Se non torna prima che

vado, lascio biglietto. Io quasi finito cucina…>>.<<Luda…>><<Poi pulisco bagni…>><<LUDA…>> ora mi tiene un’ora al citofono.<<Innaffio piante… scusa, suona telefonino>>.Ci mancava solo la telefonata. Che faccio, me ne vado?<<Signora Laura sono tornata… allora che dico?>> <<Niente. Ero nei paraggi, volevo farle un salutino>>.<<Sempre giovedì tu fare salutino quando signora va da

amica Anna giocare a carte. Mi dispiace>>. <<Non importa. Ciao>>. Ogni volta che mi decido, mi preparo, mi carico, capita sem-

pre di giovedì. Ma com’è? È dal giurassico che il giovedì,cascasse il mondo, è impegnata con la canasta, e non me nericordo. Che ne faccio di questi cannoli, a casa la ricotta non lamangia nessuno. Dovrò mangiarli io, posso mica buttarli…dieci euro.

Dove ho messo le chiavi?... sì, in tasca… ma che c’è sul para-brezza… Mannaggia, un’altra multa. È la terza in questo mesee manca ancora un giovedì. Niente, devo rinunziare all’effettosorpresa, quando decido di parlarle, mi devo assicurare che siain casa. Caso mai le telefono il giorno prima e le dico: <<Carasuocera, avrei qualcosa di cui discutere con te. Io porto i dolci,tu prepara il caffè>>. Il prossimo mercoledì la chiamo

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