ÖKK Magazine 4/2010

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N. 4 Dicembre 2010 Magazine Con il dossier per le imprese Pagine 19 – 22 PRIMO PIANO: MAI MALATI Assicurati negli esercizi stagionali _ Un cliente forte: Toggenburger Unternehmungen

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ÖKK Magazine 4/2010

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N. 4 Dicembre 2010

Magazine

Conildossier

perleimpresePagine 19 – 22

PRIMO PIANO: MAIMALATIAssicurati negli esercizi stagionali _ Un cliente forte: Toggenburger Unternehmungen

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Pronto in tavola.Che si tratti di selvaggina o altre prelibatezze: presso il Landgasthof Sommerfeld scegliamo ingredienti

freschi e naturali dalla Prettigovia. Sapori che fanno la differenza: Gault Millau 2011 ha premiato la nostra cucina con 14 punti. Buon appetito.

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 06 PRIMOPIANO Mai malati _

Consigli dalle località più in salute

16 ÖKK Club bianco come

la neve _ Concorso di scrittura _ Alimentazione dei bambini

30 FAMIGLIA Con un clown

nell ’ospedale pediatrico

38 RITRATTOCLIENTE Toggenburger

Unternehmungen, rifl ettere anziché solo scavare

Indice Editoriale 03

IMPRESSUM ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per gli assicurati ÖKK _ Anno 22 _ 4/2010  TIRATURA 84’000  EDITORE ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _ [email protected]  CAPOREDATTORE Peter Werder  RESPONSABILECOORDINAMENTO Manja Liesch  REDAZIONE Brand Affairs AG _ Christoph Kohler _ Bernhard Widmer  COLLABORAZIONEREDAZIONALE Fadrina Arpagaus _ Michael Krobath _ Virginia Nolan _Florian Leu  FOTO Flurina Rothenberger _ Gian Marco Castelberg _ Markus Forte  DIREZIONEARTISTICA Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker  TRADUZIONEEREVISIONE Luisiana Luzii _ Philip Stalder  STAMPA gdz AG

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Mai malati. Ma solidali

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Naturalmente ci auguriamo di essere in salute e di rimanerci. Da una parte, siamo noi ad essere responsabili della nostra salute, dall ’altra dipen-diamo dal destino. Possiamo aiutarci a restare sani con sport e movimento. O compromettere le nostre condizioni di salute con fumo, alcol o stress. È questione di scelte personali. Nessuno ci costrin-ge a vivere in modo responsabile. Le assicurazioni malattie pagano anche quando ci comportiamo in modo nocivo per la nostra salute e non siamo responsabili. In questo modo sfruttiamo la solida-rietà di quelli che si sforzano di rimanere in salute e, di rif lesso, generare costi più contenuti. Loro pagano pertanto le conseguenze del nostro com-portamento nocivo. La responsabilità è una cosa; il resto è destino. Ci sono malattie e infortuni che capitano e basta. Il destino può riservarci situazioni davvero inso-stenibili e solo in quel caso tastiamo con mano il valore della solidarietà nella sanità. Le assicura-zioni malattie provvedono sostanzialmente al lato finanziario. Per garantire tale sicurezza anche in futuro in modo adeguato dobbiamo mantenere sot-to controllo i costi della sanità. Ciò significa anche che il principio della solidarietà verrà compreso e la responsabilità garantita. Quindi facciamo bene a generare meno costi possibili vivendo in maniera sana e non sfruttando la generosità del nostro siste-ma sanitario. Contemporaneamente, non dobbiamo perdere d’occhio quelle persone che, senza alcuna colpa, hanno bisogno del nostro aiuto, ovvero della nostra solidarietà. Non sappiamo se un giorno po-tremo essere una di loro.

Peter Werder

Pronto in tavola.Che si tratti di selvaggina o altre prelibatezze: presso il Landgasthof Sommerfeld scegliamo ingredienti

freschi e naturali dalla Prettigovia. Sapori che fanno la differenza: Gault Millau 2011 ha premiato la nostra cucina con 14 punti. Buon appetito.

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Appena sfornate ÖKK Magazine

APPENASCOPERTO_ _ Ecco «s Zäni!», o meglio «Szäni», il piccolo marchio svizzero con la sua collezione di abiti per bambini, piccoli mobili e accessori prodotti con mate-riali pregiati che garantisce l ’ordine – ma in modo molto ludico – all ’interno del mondo dei bambini. Le graziose t-shirt raffiguranti gli angioletti ci aiutano a dimenticare immediatamente che, a volte, i gra-ziosi pargoli possono essere anche dei piccoli diavoli. Le collezioni sono talmente adatte ai bambini, che molti di loro si chiederanno se valga davvero la pena crescere. Infatti, perché voler imparare a camminare se la passeggiata con il passeggino di legno è così divertente? È un peccato che la collezione Szäni non sia conce-pita anche per gli adulti.

> www.szaeni.ch

APPENAASSASSINATO _ _ Jürg Mücke, parroco in una seguitissima serie televisiva, viene assassinato brutalmente

nella sua galleria d’arte a Zurigo. Il commissario Imboden interrompe subito la sua luna di miele, convoca la sua recal-

citrante squadra e inizia le indagini. Chi è l’assassino, qual è il suo movente? Trasferitisi dai Grigioni ad Adliswil ZH, il

pastore Achim Kuhn e sua moglie Regina Schellpeper Kuhn hanno scelto per questo avvincente giallo una trama tratta dall’at-

tuale cronaca nera. Condito di molto humor e di una buona dose di suspense, il romanzo poliziesco lambisce temi quali ingegneria ge-

netica e arte, amore e odio, impossibilità di avere figli, manipolazione genetica e citologia. E addirittura la storia di un bambino dalle doti artistiche fuori dal comune, vittima di una particolare forma d’invec-chiamento precoce. Libro assolutamente consigliato!

> Sorteggeremo tre copie del romanzo poliziesco «Hohe Kunst und eine Leiche» (Edizioni Jordan 2010) di Achim Kuhn e Regina Schellpeper nel nostro cruciverba sulla salute a pagina 23. In bocca al lupo!

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APPENAISOLATO _ _ Un ampio studio effettuato negli Stati Uniti ha evidenziato che le persone sole muoiono prima perché più spesso ammalate. Ciò non vale solo per gli anziani. «I rapporti interpersona-

li sono importanti a tutte le età e migliorano lo stato di salute», afferma una delle responsabili dello studio. Secondo i ricercatori, una delle ragioni principali sta nella mancanza di responsabilità – e quindi di un «motivo esterno» – da parte delle persone sole a vivere una vita salutare. Inoltre, non sono soggette a giudizi e non approfittano dei consigli amichevoli degli altri, aspetto che si ripercuote negativamente sulla loro salute. Lo studio propone poi un paragone molto bizzarro: a livello puramente statistico, la

solitudine nuoce alla salute come fumare 15 sigarette al giorno!

 www.oekk.ch/magazine

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APPENALAVORATOAMAGLIA _ _ I classici regali di Natale come una sciarpa o un paio di calze spesso non suscitano grande entusiasmano nel destinatario. Ora, però, la nonna si è messa al passo coi tempi e lavora a maglia la morbida sciarpa o le pantofole felpate secondo i più recenti dettami della moda. Per evitare di disperdere sapere ed esperienza dei nostri nonni, i due designer Debora Biffi e Benjamin Moser hanno creato la «Senior Design Factory». Con l’aiuto di «manodopera» della terza età producono articoli di maglieria, oggetti di varia utilità e ricette come facevano le nonne, il tutto però in un design molto attuale. La «Senior Design Factory» è un progetto esemplare e intergenerazio-nale, oltre che un luogo perfetto per trovare il regalo di Natale giusto!

> www.senior-design.ch

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Nei loro 188 anni di vita, gli Inauen si sono recati in ospedale sette volte. Ah, già: hanno sei figli.

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Un’immagineutopica:unmondosenzamalattie,soloindividuisani.Èpossibile?Einoltre:sarebbeauspicabile?Oppurelamalattiafapartedellavita?Unosguardodall’AppenzelloInternoalfuturo.

TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Flurina Rothenberger

Mai malati

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Malato? Non si può certo asserire che Johann Inauen abbia avuto una vita da nababbo. Da ragazzo si guada-gnava da vivere cacciando rane e vendendo le loro cosce. Poi ha coltivato assieme alla moglie un podere di nove ettari. Grazie a guadagni extra e lavori a domicilio riu-sciva a garantire alla famiglia composta da otto persone due pasti a base di carne a settimana. Un trattore, però, non se lo è mai potuto permettere. E quante volte è stato malato nella sua vita? No, l ’oggi 94enne non si ricorda di essere stato mai malato una sola volta. Sì, si sarà recato una mezza dozzina di volte in ospedale, ma per andare a prendere sua moglie dopo i vari parti. Una volta gli si era leggermente anchilosato il ginocchio, ma poiché farsi curare avrebbe generato una perdita di guadagno, ha stretto i denti fino a quando il dolore è «sparito» da solo. Conosciamo tutti questo tipo di persone che (appa-rentemente) non si ammalano mai. Se ne trovano in maggior concentrazione nel Canton Appenzello In-terno. Vogliamo mettere in difficoltà un appenzellese? Sono sufficienti un paio di domande di un certo tipo. Al contadino Sepp Neff (45), intento nella sua fattoria a Enggenhütten a foraggiare le sue mucche, chiediamo quand’è che si è ammalato l ’ultima volta. Neff interrom-pe il suo lavoro, si appoggia al forcone e assume l’aria di chi deve rif lettere parecchio prima di dare una risposta. «Dunque…» – esita – «dev’essere stato sei o sette anni fa, quando mi è venuta l ’inf luenza». Per confondere com-pletamente Neff, facendolo annegare nella nebbia dei suoi ricordi, ecco una seconda domanda: quand’è che si è recato l ’ultima volta dal medico? Per farla breve: c’erano ancora i Consiglieri federali Cotti e Koller, l ’ul-tima volta che il contadino ha visto uno studio medico dall ’interno, causa di una grave otite media.

GLISVIZZERIPIÙSANI?

In nessun’altra parte della Svizzera le prestazioni lorde corrisposte pro capite dagli assicuratori per l ’assicura-zione obbligatoria di base sono tanto esigue quanto in Appenzello Interno: nel 2009, per ogni assicurato sono state versate in media prestazioni per un ammontare di 2083 franchi, meno della metà rispetto a quelle rim-borsate ad un assicurato residente a Basilea Città (4’269

franchi) e 1’000 franchi in meno a quanto viene corri-sposto in media a uno svizzero (3’069 franchi). Questo è da attribuire non solo, ma sicuramente anche, a persone come Neff e Inauen. Josefina Inauen è stata in ospedale certamente più volte rispetto al marito, non solo per partorire, ma anche per un’appendicite. «È stato...» – segue anche qui una lunga pausa di rif lessione – «…nel 1942». Certo, ha

avuto qualche volta mal di testa: ma per questa cosa di poco conto bisogna incomodarsi ad andare dal medico? Molto costoso, molto lontano e assolutamente super-f luo. «Quelli che si ammalano» – Josefina Inauen ne è sicura – «sono soprattutto quelli che vivono in città e corrono dal dottore per ogni fesseria». Un cliché, senza dubbio. Chi non si ricorda delle belle guance rosse di Heidi e di Clara, la pallida bimba di città condannata sulla sedia a rotelle? Ci sono tuttavia numerose stati-stiche che supportano il cliché dei «cittadini malati»: da nessun’altra parte in Svizzera i costi sanitari pro ca-pite sono più elevati di quelli dei cantoni con grossi agglomerati urbani come Basilea e Ginevra. Così come in nessun altro luogo sono tanto bassi come quelli dei cantoni rurali come Obvaldo e Nidvaldo, Appenzello Esterno, Uri e, appunto, Appenzello Interno. Gli ap-penzellesi sono pertanto gli svizzeri più sani?

COSASIGNIFICAESSEREMALATI?

Non per forza! La malattia è un concetto relativo, che manca di una vera definizione. In base alla definizione legale, ai sensi dell ’articolo 3 della Legge federale sul-la parte generale del diritto delle assicurazioni sociali

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«Oggi è diventato quasi difficile morire.»JOHANN INAUEN, 94, APPENZELLO

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Un Consigliere federale si chiamava Koller, quando Sepp Neff si è recato l’ultima volta dal medico.

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(LPGA), «è considerata malattia qualsiasi danno alla salute fisica, mentale o psichica che non sia la conse-guenza di un infortunio e che richieda un esame o una cura medica oppure provochi un’incapacità al lavoro». Ma cosa significa «danno alla salute»? Quando sono davvero necessarie una visita medica o una cura? E quando una persona è considerata incapace al lavoro? Non c’è alcun dubbio che oggi qualsiasi medico avrebbe fatto controllare da uno specialista il menisco rovinato di Johann Inauen, con tanto di terapia e prescrizione di restare a casa per malattia. E mentre i cittadini moderni in un caso simile assolderebbero probabilmente un’ar-mata intera di ortopedici, allora Inauen ha affidato il suo menisco a Dio, al rosario e all ’autoguarigione. Per cui, forse, non è che gli appenzellesi siano più sani degli altri svizzeri: semplicemente sono quelli che vanno più raramente dal medico.

CONFARFAROEPAPAVERO È un fatto comunque che gli appenzellesi, quelli del Cantone Appenzello Interno, assumano la metà dei far-maci consumati dai, ad esempio, residenti di Basilea Campagna. Il motivo ce lo svelano le parole del medico cantonale dott. Renzo Saxer: «Una fede forte nell ’auto-medicazione e nel sapere, tramandatosi di generazione in generazione, in materia di erbe curative e rimedi ca-salinghi». Un vero monumento a questo credo lo si trova proprio in quello che è considerato il centro di Appen-zello: la drogheria Löwen, collocata in una sfarzosa e ti-pica casa appenzellese, ricca di affreschi che ritraggono piante officinali, dal farfaro al papavero. Su una parete spicca la frase che non dà adito a dubbi di sorta: «Vieler-lei Kraut gegen Leibesnot, aber kein einziges wider den Tod» [n.d.t.: Tante erbe contro i mali del corpo, nessuna contro la morte]. Nella drogheria, i coniugi Stark ven-dono ad esempio le tanto attualmente apprezzate gocce contro il raffreddore, fatte in casa con echinacea, eleute-rococco e canapa acquatica. «Qui si preferisce assumere preventivamente qualcosa di naturale, anziché correre ammalati dal medico», spiega Monika Stark. Ma se gli appenzellesi sono proprio obbligati a recar-cisi dal medico, l ’offerta in questo settore è ridimensio-

nata e conveniente: gli specialisti costosi sono lontani (San Gallo) e i valori del punto dei medici dell ’Appen-zello Interno sono il 5 percento, più bassi di quelli di Berna ad esempio. «Ciò che oggi i politici della sanità e le associazioni mantello stanno cercando di realizzare per ridurre i costi sanitari – il modello del medico di famiglia – per noi rappresenta una prassi già da molto tempo», afferma il medico cantonale Saxer. Si potrebbe obiettare che, a causa dell ’esigua densità dei medici in Appenzello Interno, non vi sia possibilità di scelta. E quindi nemmeno concorrenza. Ed è per questo che qui s’instaura un vero e proprio rapporto di fiducia con il

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Gli appenzellesi sono gli svizzeri più sani?

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medico di famiglia. E la fiducia – questo lo sa qualsiasi medico – non è un aspetto irrilevante per la guarigione.

MAIMALATI–UNAVISIONE

L’esempio di Appenzello Interno dimostra soprattutto che le malattie rappresentano anche un’esperienza sog-gettiva e dalle quali non sempre si evince come bisogna reagire. Due persone con la stessa diagnosi scelgono terapie diverse e generano perciò costi differenti. E per rimanere negli stereotipi: mentre il «topo di città» cor-

re dal medico al primo raffreddore, si fa mette-re in malattia e assume medicinali, il «topo di campagna» va a dormire con la gola fasciata da un impacco alle cipolle e la mattina si porta al lavo-ro un termos di tè. En-trambi sono egualmente malati, ma i costi sanitari sono molto diversi. «Mai malati» rimane tuttavia una visione, al-meno al momento. La

strada verso una società senza malattia sarebbe una strada a due corsie. Da una parte ci saremmo sempre noi, persone dotate di responsabilità verso la nostra sa-lute. Infatti, sebbene mai prima d’ora se ne sia saputo di più in merito a un sano stile di vita, capita che sot-toponiamo la nostra salute a rischio abbandonandoci a un’alimentazione scorretta e allo stress, praticando poco movimento o addirittura facendo uso di stupefacenti e di beni voluttuari. Eppure, anche se viviamo secondo i canoni più salutari, possiamo comunque ammalarci, semplicemente perché così vuole il destino. Il nostro destino: cioè i nostri geni. E sfortuna vuole che un’unica mutazione stabilisca nel nostro patrimonio genetico di cosa un giorno ci ammaleremo.

LAMBICCARSIILCERVELLOSULPATRIMONIOGENETICO

Per questo è necessaria una seconda corsia per arrivare a una società senza malattie: per capirla, dobbiamo guar-dare alla biologia molecolare, ovvero a ciò che alcuni scienziati già definiscono «età del genoma». Il genoma

è la totalità delle informazioni ereditarie contenuta in una cellula. Esso definisce non soltanto il colore dei nostri occhi, l ’altezza e circa l ’80 percento del nostro quoziente intellettivo, bensì anche la nostra predispo-sizione ad alcune malattie. Nel 2001 due ricercatori americani riuscirono simultaneamente a decifrare il ge-noma umano. Craig Venter, uno dei due, paragonò la sua impresa all ’allunaggio e manifestò la speranza che i trattamenti di cura delle malattie sarebbero divenuti ben presto superf lui: «Perché non appena scopriremo di essere in grado di sfuggire alle malattie o impedire il loro manifestarsi mediante un cambiamento dello stile di vita o direttamente tramite una riparazione dei geni, le malattie non esisterebbero più». Questo sarebbe effet-tivamente un cambiamento sostanziale in medicina, che si allontana dalla cura delle persone malate e va verso l ’impedimento delle malattie tramite una terapia ap-plicata sulle persone sane. In questo modo ci avvicine-remmo molto alla visione di una società completamente priva di malattie.

NIENTEPIÙCHEPROBABILITÀ

Oggi, dieci anni più tardi, è chiaro quanto i ricercatori abbiano allora sottovalutato le complesse interazioni dei nostri geni. Lo stesso Venter fece, come primo essere

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«Mai malati non esisterà mai.»CLAUDIA SCHMITT, PORTAVOCE ROCHE

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umano, decifrare il suo intero genoma e scoprì, tra le altre cose, un elevato rischio di ammalarsi del morbo di Alzheimer. Ma avrebbe potuto anche avere innumere-voli varianti di geni che avrebbero combattuto il gene mutato. Tali esiti equivoci sono la regola. Solo in pochi casi può essere stabilita una mutazione genetica iden-tificabile che, nel corso dell ’intera vita, porti in modo certo a una malattia pericolosa. A tal proposito è utile fare l ’esempio del carcinoma della tiroide, che a volte può essere ricondotto a un’unica mutazione genetica. In tal caso la terapia preventiva è semplice: si aspor-ta la tiroide. Eppure casi tanto evidenti sono tutt’oggi talmente rari che lo stesso Venter di recente ha valutato l ’utilità del progetto del genoma «quasi uguale a zero». Di conseguenza, per il momento va per la maggiore il mercato delle probabilità. Al giorno d’oggi, giovani imprese biotech e dot-com offrono, per meno di 500 franchi, mini-analisi del genoma che pronosticano ri-schi relativi a circa 100 malattie. Si spedisce un po’ di saliva in America e tre settimane dopo si riceve una lista delle probabilità. E per chi tale lista diventa un modus vivendi, tirerà avanti come il futurologo americano con 19 lauree ad honorem, Ray Kurzweil, che tutti i giorni ingoia 150 compresse tra vitamine, antiossidanti e inte-gratori alimentari per arrivare sano fino al 2045. Allora, al più tardi, almeno secondo il 62enne Kurzweil, l ’uma-nità sarebbe esente da malattie, sofferenze e morte.

VITALUNGA,MORTERAPIDA

Tuttavia, il progetto del genoma umano è ben lungi dal dover essere considerato fallito. «Ci troviamo ancora all ’inizio», dice Claudia Schmitt, portavoce di Roche. Lei se ne intende di patrimonio genetico, poiché anche l’industria farmaceutica ripone molta speranza nonché denaro nella ricerca genetica. La farmaceutica non tratta tuttavia la terapia di persone sane, ma di quelle malate e, per la maggior parte, gravemente malate. «Usiamo la stessa tecnologia come gli offerenti dell ’analisi del geno-ma, la sequenziazione del DNA, ma per altri motivi: vo-gliamo una medicina personalizzata», afferma Schmitt. In altre parole: sebbene già dieci anni fa si ventilasse la visione di una società senza malattie, l ’industria farma-

ceutica continua a credere in una società con malati che, tuttavia, si lasciano curare sempre meglio. In tal senso, l ’industria farmaceutica approfitta anche dell ’analisi del genoma. «In nessun’altra branca della medicina la comprensione genetica e molecolare per le malattie è così grande come nella ricerca per combattere il can-cro», dice Schmitt. Una buona parte dei 10 miliardi di franchi, Roche li destina ogni anno alla ricerca e allo sviluppo, mirando pertanto a diventare punto di sutura tra diagnostica e medicazione. Più esatta e molecolare è la diagnosi, meglio si riesce ad individuare se il paziente reagisce bene al farmaco. Così si evitano anche effetti collaterali indesiderati. Forse in futuro sarà addirittura possibile, afferma Schmitt, disattivare i geni portatori della malattia grazie al cosiddetto «gene silencing».

ALLAFINESAREMOQUASITUTTIGRAVEMENTEMALATI

Il progresso medico, pertanto, allungherà ulteriormente l ’attesa di vita: non perché ci ammaleremo meno, ma perché le nostre malattie saranno curate meglio. Se que-sto ridurrà i costi sanitari, è tutto da vedere. Inoltre do-vremmo diventare più sani oppure – previsione macabra – morire, a malattia sopraggiunta, prima e rapidamente. Ma non è questo ciò che vogliamo. Ciò a cui miriamo è diventare più longevi possibile. «Ipotesi di compres-sione della malattia» l ’ha definita il futurologo Horst Christian Vollmar: vivere a lungo e alla fine morire rapidamente e senza dolore. «Mai malati non esisterà mai», dice Claudia Schmitt. Anche senza incorrere in incidenti e con una vita in piena salute, alla fine – volenti o nolenti – moriremo tutti a causa di una malattia.

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«Da noi ci sono pochi specialisti cari»: Renzo Saxer, medico cantonale ad Appenzello Interno.

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Nostalgitis estiva Una malattia che da noi non esiste.

Pillole di saggezza dagli angoli più sani della terra

È una domanda che si rivolge spesso soprattutto a persone di una certa età dall’aspetto più che vigoroso: cosa fa per essere ancora così in forma? Da dieci anni, demografi e giornalisti cercano di sistematizzare i risultati, avendo iden-tificato in tutto il mondo le cosiddette «blue zones», le zone blu, ovvero aree in cui il tasso percentuale della popolazione longeva in buona salute si colloca oltremodo sopra la media. In una seconda fase sono state analizzate le abitudini pre-ventive che condividono gli abitanti delle zone blu, come ad esempio il fatto di praticare regolarmente molto movimento. Le «blue zones» da manuale sono i villaggi di montagna della Sardegna, l’isola giapponese Okinawa e Loma Linda, una città avventista nello Stato federato americano della California (informazioni dettagliate, solo in inglese, su www.bluezones.com).

MOVIMENTOOpti per uno stile di vita che renda indispensabile il movi-mento. In molte zone blu, il mezzo di trasporto principale sono i piedi. Una passeggiata al giorno fatta di gusto è più sana di due allenamenti settimanali in palestra per chi prati-ca una vita sedentaria. 

SIGNIFICATODELLAVITAÈ importante che la propria vita abbia un senso. Gli studi dimostrano che, in media, i prepensionati sono meno sani rispetto a chi lavora fino alla pensione o ancora dopo l’età pensionabile. Anche gli incarichi di volontariato possono dare un senso alla vita. 

STRESSGli abitanti delle zone blu sono raramente stressati. È im-portante che nella nostra vita frenetica riusciamo a trovare il modo di rilassarci. È fondamentale trovare del tempo per se stessi, per meditare o per fare una passeggiata o un bagno rilassante. 

ALIMENTAZIONESiamo abituati a mangiare tanto fino a che ci sentiamo sazi. Gli abitanti delle zone blu smettono di mangiare quando si sentono sazi all’80 per cento. Uno studio ha dimostrato che la grelina, l’ormone della fame, aiuta anche contro stress e depressione. 

VERDURAGli abitanti delle zone blu consumano molte verdure colti-vate sul posto e poche proteine d’origine animale. Bevono 

molta acqua o – come sull’isola greca Icaria – molto tè alle erbe. Grazie a una dieta equilibrata soffrono raramente di ipertensione e malattie cardiache. 

AMICIZIANelle zone blu rurali la struttura sociale è intatta. Di contro, sondaggi dimostrano che, negli ultimi 15 anni, in America il numero dei «veri amici» si è ridotto in media da tre a due. Eppure oggi, online, siamo certamente «linkati» come mai prima d’ora ... Le vere amicizie sono tuttavia più impegnative e presuppongono maggiori responsabilità reciproche. 

SPIRITUALITÀEFEDEUna delle società più longeve e sane in tutto di mondo è la comunità avventista cristiana in California. A Okinawa in Giappone, dove vive il più alto tasso percentuale di ultra-centenari, gli abitanti buddisti praticano regolarmente la meditazione. «Gli spirituali e in genere coloro che conside-rano la loro vita come parte di un grande progetto hanno un sistema immunitario migliore, una pressione sanguigna più bassa e un rischio ridimensionato di contrarre il cancro o essere vittima d’infarto», afferma il professore di medicina Harold König.

FAMIGLIAGli abitanti delle zone blu curano i legami famigliari. I mem-bri di una famiglia affinano il proprio senso di responsabilità, anche per quanto riguarda la salute. Alla fin fine bisogna essere qui per qualcun altro, e questo è più facile se si è sani piuttosto che malati. 

LOMA LINDA,CALIFORNIA

SARDEGNA,ITALIA

OKINAWA,GIAPPONE

Cibi integrali

Isolamento culturale

Fede & spiritualità

Poco alcol

Donne forti

Sole

Giardinaggio

Famiglia

Nonfumatori

Verdura&legumi

Movimento

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Finalmenteèarrivatol’inverno!Chebelloritornareacasaconleguancebellerosse,conlescarpepienedineveeognitantoancheconqualchedoloremuscolareallegambedopounagiornatadisportall’aperto!Pernonparlarepoidiunrilassanteidromassaggioinuncaldobagnotermale,mentrefuoriilpaesaggioèinteramenteavvoltonelghiaccio.ÖKKClubleoffredodicifantastichepossibilitàpergodersil’invernointuttelesuesfaccettature.Troveràmaggioriinformazionicomesemprenellecartedelquartetto.Ilcarnetcongliscontisitrovainveceapagina15dellarivista.Perchéaspettareallora,tuttiinpistasullaneve!

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Page 17: ÖKK Magazine 4/2010

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Clienti ÖKK Magazine 18

Due vecchie amiche si ritrovano per caso, dopo parecchi anni, all’ingresso di un ospedale. «Ciao Genoveffa! Che piacere rivederti! Hai tempo per bere un caffè e fare due chiacchiere con la tua vecchia amica Sigismunda?», saluta la donna – visibilmente smagrita, calva e allacciata alla f lebo – la sua amica, di bell’aspetto e pienamente in salu-te. Colta di sorpresa, Genoveffa ci mette qualche istante a riconoscere finalmente la sua vecchia e malata amica: «Ah, sei tu Sigismunda?! Per poco non ti riconoscevo. Da quello che vedo, la vita non ti ha sorriso ultimamen-te…» Silenzio. Genoveffa prosegue: «Berrei volentieri un caffè assieme a te, ma ho appena fatto visita a mio padre, anch’egli ricoverato qui all’ospedale. Ho dovuto portar-gli la biancheria intima pulita, che mi è costata ben 30 franchi. Devo occuparmi di tutto. Pensa che i miei fratelli non muovono un dito.» Genoveffa scruta nervosamente l’orologio: «Dio mio, tra 20 minuti ho l’appuntamento per la manicure, devo proprio scappare. E dopo devo imme-diatamente tornare al lavoro. Se sapessi che aria tira in ufficio! I giovani non hanno più alcun rispetto: si danno malati e io devo sobbarcarmi un sacco di straordinari. Piacerebbe anche a me passare qualche giorno a letto, purtroppo però non sono mai malata!»

Sigismunda l’ascolta, senza parole, con la f lebo at-taccata al braccio. Genoveffa si congeda in modo molto brusco: «Scusami Sigismunda, stammi bene e… volen-tieri un’altra volta!»

Ladina Marugg (30), Domat / Ems

ÖKK si congratula con Ladina Marugg che ha vinto il concorso di scrittura di ÖKK! Al contempo ringraziamo  tutti i partecipanti per i racconti pieni di fantasia inviatici. Una soluzione dei testi può essere consultata su  www.oekk.ch/magazine

Nuovo concorso di scrittura: «Fratelli e sorelle»

«Fratelli e sorelle» è il tema del primo numero di ÖKK Magazine del 2011, e quindi del prossimo concorso di scrittura. Non esiti a raccontarci di una qualsiasi esperienza vissuta assieme alla sua amica o al suo amico del cuore. Oppure dia la penna ai suoi figli e li lasci sbizzarrirsi. Spedisca il suo racconto (al max. 1’500 caratteri) indicando come oggetto «Concorso di scrittura», nonché età e indirizzo, a [email protected] entro il 15 febbraio 2011. Il testo vincitore sarà pubblicato nel numero seguente di ÖKK Magazine, tutti gli altri invece al sito www.oekk.ch/magazin.

Premio principale per l’autrice o l’autore del prossi-mo concorso di scrittura ÖKK:1 x iPad Wi-Fi 16 GB del valore di 649 franchi.

Tra tutti gli altri partecipanti, ÖKK estrarrà a sorte:3 x 1 buoni cinema della ProCinema per due  persone, riscattabili in tutti i cinema svizzeri  (categoria migliore).

Concorso di scrittura ÖKK – il testo vincintore

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Page 19: ÖKK Magazine 4/2010

Benvenuti presso ÖKK  La famiglia ÖKK è cresciuta: l’intero portafo-

glio clienti dell’assicurazione obbligatoria del-le cure medico-sanitarie di HOTELA passa a ÖKK. Pertanto, per il 1°gennaio 2011, ÖKK accoglierà circa 300 nuovi clienti aziendali per lo più attivi nel settore alberghiero e gastronomico in tutta la Svizzera. Ad essi si aggiungono i circa 6000 clienti dell’assicu-razione di base obbligatoria (LAMal). Grazie agli assicurati già esistenti, ÖKK vanta così una considerevole quota di mercato nel set-tore alberghiero e della gastronomia ed è un partner di riferimento competente e affidabile per i propri affiliati. Ora ci impegneremo per convincere gli ex assicurati HOTELA dei nostri servizi. A tutti i nuovi assicurati il nostro più caloroso benvenuto!

Assicurati negli esercizi stagionali

  Gli esercizi stagionali sono spesso re-sponsabili della tutela assicurativa dei loro collaboratori. In questi casi, il dispendio amministrativo è notevole. Per ridurlo, ÖKK offre una soluzione ottimale: l’assicu-razione d’incasso collettivo per spese di cura di ÖKK consente al datore di lavoro di conteggiare i premi con il salario dei dipendenti. Il vantaggio: invece di avere 40 singoli conteggi dei premi sulla scrivania sisalda tutto con una sola fattura. Inoltre, così gli esercizi stagionali garantiscono, in modo semplice, che i collaboratori adempiano ai propri obblighi assicurativi in Svizzera. Sono già circa 1500 gli esercizi stagionali che si affidano a ÖKK.

Sostenibilità: un concetto alla moda«Sostenibilità» è una parola che ormai fa parecchia tendenza. Difficile trovare un’azienda che non se ne adorni. E, tanto per essere chiari, so-stenibilità è un parola molto importante anche per ÖKK. Ma non certo una moda. Basti pensare alla struttura dei premi, stimato cliente aziendale, per capire meglio dove si concretizza la sostenibilità presso ÖKK. Natural-mente, anche ÖKK è tenuta a differenziare il premio in base al profilo di rischio, a seconda del cliente, e anche noi adeguiamo i premi a medio termine, se si verificano dei costi. Tuttavia, non perdiamo mai di vista il valore statistico medio. Non vogliamo che un cliente aziendale senza motivo paghi il doppio rispetto all’anno precedente per la sua assicura-zione infortuni o perdita di guadagno, ma nemmeno la metà. Vogliamo ridurre ai minimi termini le oscillazioni dei premi, così che siano equi e preventivabili per i nostri clienti. Il contrario di una strategia aziendale sostenibile è il dumping. I prezzi dumping sono al di sotto dei costi di produzione, e quindi non costituiscono un modello commerciale sostenibile. Ciononostante, an-che nel settore assicurativo, alcuni offerenti sono disposti ad accettare disavanzi commerciali a breve termine pur di assicurarsi nuove quote di mercato. Gli assicurati approfittano solo per un breve periodo di questi «premi esca» così bassi, i quali per ragio-ni d’economia aziendale balzeranno poi alle stelle alla prossima occasione utile. In questi casi, continuità e sostenibilità sono parole usate davvero a sproposito. Piuttosto, sa come può ridurre durevol-mente il livello dei premi? Con la preven-zione: meno assenze significano meno co-sti per noi, e naturalmente premi più bassi per i nostri assicurati. Nelle pagine seguen-ti troverà gli approfondimenti del caso.

Reto GiovanoliResponsabile Clienti aziendali

Editoriale 19Attualità

DOSSIERP E R  A Z I E N D E

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Page 20: ÖKK Magazine 4/2010

Prevenire è meglio che curare

Il caso ÖKK Dossier

Conl’avventodell’invernoiniziaanchelastagionedegliinfortuni.ÖKKoffreconsiglipraticialleimpresesucomesensibilizzareicollabora-toriallaprevenzione.

TESTO: Virginia Nolan

Uno scontro sulle piste da sci o uno scivolone sulle stra-de ghiacciate: l’inverno è il periodo degli infortuni. Nei mesi più freddi, molte aziende registrano un tasso delle assenze maggiore, sovente più per cause d’infortunio che di malattia. Infortuni che solo raramente hanno luogo nelle officine o negli uffici delle aziende stesse. Pertanto, non rientrano nell’ambito di responsabilità dell’impresa. Tuttavia, un infortunio è sempre un infortunio, ovvero causa di un’assenza. Va da sé quindi che il benessere dei collaboratori è nell’interesse di ogni azienda. Sulla base di semplici consigli, ÖKK spiega in che modo il datore di lavoro può promuovere la salute dei suoi collaboratori.

MIGLIORARELACAPACITÀDIREAZIONE

L’attività fisica, quindi lo sport, è la migliore preven-zione contro gli infortuni. Per chi è poco avvezzo alla palestra, possono essere molto utili semplici esercizi di coordinazione. Migliorare la capacità di reazione del cor-po vuol dire prepararlo a ogni evenienza: chi possiede un buon equilibrio cade anche meno. I destrimani possono promuovere le proprie capacità di coordinazione anche solo lavandosi i denti al mattino saltuariamente con la mano sinistra, azione che non dovrebbe risultare difficile nemmeno a coloro che di sport non vogliono nemmeno sentir parlare. ÖKK sostiene le aziende nella loro azione di promozione della salute e prevenzione degli infortuni

con questo genere di consigli. A tariffe moderate, specia-listi del settore offrono la propria consulenza alle PMI su come sensibilizzare le proprie maestranze a un compor-tamento salutare.

CORSIVANTAGGIOSI

Fondamentalmente vale quanto segue: se una PMI ha a cuore la salute dei propri collaboratori, non è necessario che investa ingenti quantità di denaro. Manifesti raf-figuranti alcuni semplici esercizi di coordinazione non costano molto, raggiungono però un ampio pubblico se collocati nei locali di lavoro o in quelli adibiti alle pause. Molte imprese stanno già facendo ottime esperienze con alcuni gruppi di lavoro incentrati sul tema sport e salute. I collaboratori interessati hanno la possibilità di parte-cipare al gruppo di lavoro, organizzare eventi sportivi senza impegno o anche indire un giorno all’insegna del-la frutta. Infatti, un’alimentazione sana contribuisce alla salute del corpo. A prescindere se un’impresa decide di affrontare la prevenzione delle malattie e degli infortuni in modo semplice o impegnativo, l’importante è comun-que non trascurare il tema.

>  Il reparto Gestione della salute ÖKK informa sul tema   della prevenzione delle malattie e degli infortuni su    058 456 12 33.

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Page 21: ÖKK Magazine 4/2010

Il concorso ÖKK porta le PMI in dirittura d’arrivo

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«Pubblicità»erailtemanellarivistaperclientiaziendali«ÖKKDossier»dinovembre2009.Inquell’edizioneÖKKmiseinpaliounaconsulenzaperlacomunicazionepressol’agenziapubblicitariaAdvicoYoung&Rubicam.Perivincitori,iconiugiBertolidiJenazGR,ilpre-mioèstatoutileperriorganizzareilloroalbergo.

TESTO: Virginia Nolan

Quando ci pensa, a Bruno Bertoli viene da ridere. Nel 1996, a 26 anni, ha rilevato dal padre la gestione del ristorante Landgasthof Sommerfeld in Prettigovia, ed era intenzionato a cambiare il mondo. Da allora il nuo-vo padrone di casa e la moglie Anita sono riusciti a realizzare una notevole fusione tra tempio della gastro-nomia e locanda semplice a conduzione famigliare. Per le 20 camere che la coppia offre a prezzi convenienti gli ospiti non mancano di certo, e il ristorante, in cui lo chef Bruno Bertoli impugna il mestolo, nel 2010 è stato nuovamente premiato con 14 punti dalla guida «Gault- Millau». Per i Bertoli la buona pubblicità non è fatta di parole o di immagini a effetto, preferiscono lasciar parlare i fatti.

Tuttavia l’azienda ha capito l’occasione favorevole che le si presentava, quando l’anno scorso ÖKK ha sorteggia-to una consulenza di comunicazione del valore di 3000 franchi, presso i professionisti pubblicitari di Advico Young & Rubicam di Zurigo. Perché successo non si-gnifica fermarsi: già da qualche tempo Anita e Bruno Bertoli accarezzavano l’idea di ampliare la loro offerta. All’attuale locanda doveva aggiungersi un edificio fra-tello nel segmento di prezzo superiore. La coppia aveva trascorso parecchie ore a elaborare un progetto per un albergo quattro stelle, che appassionasse in egual misura persone in cerca tranquillità, sportivi e buongustai. Idee ce n’erano a sufficienza, la difficoltà stava nel metterle sulla carta. Così i Bertoli hanno partecipato al concor-so per la consulenza gratuita di comunicazione e hanno vinto!

Mettere ordine nel caos creativo è il pane quotidiano dei pubblicitari di Advico. Ma basta un’unica consu-lenza per raggiungere l ’obiettivo? «Quando un’azienda ha già fatto il lavoro preliminare» spiega il consulente

Pablo Koerfer, «in poche ore possiamo ottenere molto.» Il fatto che i Bertoli per mesi avessero riempito il cestino della carta straccia con idee scartate, ora tornava utile. In collaborazione con il gruppo di creativi intorno a Koerfer, la coppia di albergatori è riuscita a tirare fuori dalla moltitudine di valori e visioni il cuore essenziale del Landgasthof Sommerfeld: una singolare combina-zione di hotel gourmet, che offre al tempo stesso un luogo di ritiro e un campo base per chi ama praticare sport. E questo è stato anche il cuore dei nuovi opuscoli, che più tardi i Bertoli hanno presentato al revisore dei conti. Oggi, quasi un anno dopo la visita a Zurigo, il primo colpo di piccone per il nuovo albergo è ormai vicino. «Speriamo di poter accogliere i primi ospiti nel 2013» si rallegra Bruno Bertoli.

>  PS: a pagina 2 trova un’inserzione del   Landgasthof Sommerfeld, creata durante la consulenza    di comunicazione.

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Cinque domande ÖKK Dossier

Mantenere i rapporti con il collaboratore

Che tipo di aiuto possono aspettarsi le aziende da ÖKK?ÖKK organizza workshop per sensibilizzare i superiori per i sintomi dei problemi di salute più frequenti. Diamo consigli pratici su come possono mantenere i rapporti con il personale nonostante le risorse più scarse in ter-mini di tempo. Inoltre elaboriamo insieme all ’azienda linee guida per la gestione delle assenze. Talvolta con le assenze è difficile valutare quando è necessario un colloquio o, piuttosto, quando fare domande è inoppor-tuno. In generale consiglio di reagire prontamente se si nota qualcosa di strano.

Ma così un collaboratore potrebbe sentirsi disturbato nella sua sfera privata.Tastare il polso al collaboratore non significa assillar-lo. Se qualcuno è malato di frequente, il superiore non deve conoscere la diagnosi, però dovrebbe sapere come può andare incontro al collaboratore nei momenti dif-ficili. Colloqui regolari e informali sono positivi per il clima. Talvolta è sufficiente scambiare qualche battuta alla macchina del caffè. Chiedere non deve essere una misura di controllo, ma un sincero interesse per l ’altra persona.

Ci sono aziende che ricompensano i collaboratori con regali, se non si ammalano. È sensato?L’importante è che tali metodi non abbiano un effettocontroproducente, inducendo i collaboratori a trascinar-si al lavoro nonostante l ’inf luenza. Non deve formar-si una cultura dell ’ansia. Essere ammalati è legittimo. Piuttosto esprimerei il riconoscimento per il collabora-tore in un colloquio, invece che con regali.

Signora Mattmann, uno studio indica che gli impiegati sviz-zeri si assentano dal lavoro per malattia quasi dieci giorni all’anno. La metà di tali assenze, stando allo studio, potrebbe essere evitata con una buona gestione delle assenze. Le aziende cosa possono fare di meglio?Oggigiorno le aziende per la verità sanno cosa può nuo-cere al benessere psicofisico dei loro collaboratori: sfi-nimento da superlavoro, lavorare sotto pressione oppure mobbing per esempio. I responsabili, però, spesso non sanno che si può contribuire attivamente alla salute del proprio personale e quindi ridurre le assenze. Noi diamo una mano in questo: sosteniamo le aziende nel lavoro di prevenzione.

Per cosa si distingue una buona gestione delle assenze?Per il fatto che promuove la salute dei dipendenti! Il clima aziendale incide tantissimo. L’apprezzamento è importante per il collaboratore. Saperlo comunicare è compito dei superiori, come pure essere informati dello stato d’animo del lavoratore, per riconoscere per tempo i segni di problemi di salute.

SusanneMattmann,espertaÖKKpergestionedellasalute,consigliaalleaziendecomepossonopromuoverelasalutedeilorocollaboratorieridurreleassenzeinazienda.

INTERVISTA: Virginia Nolan 

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Il cruciverba della salute ÖKK Magazine 23

Congratulazioniaivincitoridelloscorsocruciverbadellasalute.

Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo [email protected] o per posta a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart, parola chiave «Cruciverba». Tra coloro che invieranno la soluzione esatta, 3 lettori vinceranno una copia auto-grafata del romanzo giallo «Hohe Kunst und eine Leiche» (v. pag. 4). Termine ultimo per l'invio: 15 febbraio 2011.

1 2 3 4 5 6 7

ORIZZONTALI  2  Una pianta medicinale 7  Non tenuti in considerazione  8  Est 11  Priva di coraggio 14  Li riceve il festeggiato 16  Non maturo 17  Scritto da mano ignota 19  Sono venti quelli di latte 20  Lo cambia chi segue la moda

VERTICALI  1  La voce che ritorna  3  Atterra verticalmente  4  Farmaco miracoloso  5  Venuto al mondo 6  Prudenza, accortezza 9  Circonda l’isola 10  Parte dell’orecchio 11  Un segno positivo 12  Può finire con molti feriti 13  Un minimo di bevuta 14  Nè questo, nè quello 15  Lo prolungano gli ostacoli 18  Si ficca... per curiosità

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Per favore, non firmi!

Aziende ÖKK Magazine

Nell’ultimo numero di «ÖKK Magazine» abbiamo raccontato delle pra-tiche di intermediari molto ambigui. In seguito a quell’articolo abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte di clienti. Tali indicazioni sono molto preziose per noi per permetterci di porre un freno ad affaristi poco seri travestiti da agenti intermediari. Sostanzialmente non abbiamo nulla contro gli intermediari, infatti anche noi collaboriamo con loro. Siamo quindi a favore della concorrenza e del mercato libero. Tuttavia, affinché funzioni, devono essere rispettate le regole del gioco: ai sensi della tra-sparenza, un agente intermediario deve identificarsi e dichiarare per chi lavora. Non può assolutamente utilizzare marchi o loghi di società con le quali non vanta un rapporto contrattuale.

Il problema comunque non riguarda solo ÖKK. I nostri concorrenti hanno confermato di aver fatto le stesse esperienze con simili agenti, in particolare con quelli della ditta Maklerzentrum AG.

Di comune accordo, abbiamo deciso quindi di rivolgerci ai me-dia, e quindi all’opinione pubblica. Facciamo leva soprat-

tutto su una decisione del Tribunale federale contro la ditta Maklerzentrum.

Non esiti a rivolgersi alla sua agenzia ÖKK se non ha la certezza di aver ricevuto una con-

sulenza seria e professionale da parte di un agente intermediario. Siamo volentieri a sua disposizione per

qualsiasi chiarimento.

Distinguere gli  agenti intermediari seri  da quelli equivoci

Anchegrazieallesuesegnalazioni,ovverodellanostraclientela,abbiamoottenutounprimosuccessocontrol’operatodiintermediariequivoci.

TESTO: Iris Blättler, ÖKK

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«Non ho fame!», «Non mi piace!», «Voglio le patatine fritte!»: nei genitori, queste frasi risveglieranno certamente numerosi ricordi a tavola durante il pranzo. Ciò che per alcune famiglie si svolge in modo armonico, per altre costituisce invece una sfida quotidiana. Cosa fare infatti se i figli si rifiutano di mangiare oppure non mangiano determinati alimenti come la verdura? Si tratta di momenti molto frustranti soprattutto per quei genitori che si impegnano affinché i figli abbiano una dieta sana ed equilibrata. Nei prossimi tre mesi, durante i consulti con il pediatra sul tema dell’alimentazione, gli specialisti di Medgate dispenseranno utili consigli su come risolvere questo genere di problemi. Inoltre, può approfittare di una consulenza su temi quali l ’alimentazione dei lattanti e il nutrimento supplementare, la bulimia o il problema dei fast food. Gli specialisti di Medgate sono a sua dispo-sizione 24 ore su 24 e la consigliano anche in caso di domande di carattere generale sulla salute o in casi d’emergenza.

Medgate offre il servizio di consultazioni mediche per i bambini e la consulenza speciale su temi chiave su base trimestrale ed esclusivamente per i clienti di ÖKK. Per porre le proprie  domande a uno specialista, può prendere un appuntamento per il consulto medico per i  bambini telefonando al numero 0844 655 655. In caso di problemi acuti, il medico la richiama immediatamente per una consulenza telefonica. Ulteriori informazioni su  www.oekk.ch/parere-medico-24

25

Consulto telefonico  con il pediatra: sotto la lente l’alimentazione

mhhh

Tutti gli anni i sondaggi sulla soddisfazione dei clientiA noi di ÖKK il rapporto con lei, nostro cliente, sta a cuore. Al fine di poterla consigliare al meglio e venire incontro ai suoi desideri, vogliamo conoscere le sue esi-genze, che accertiamo con i sondaggi annuali sulla soddi-sfazione dei clienti. Mediante queste indagini possiamo riconoscere i punti deboli e migliorarci continuamente. Naturalmente anche nel contatto diretto con il cliente riceviamo molte reazioni preziose e possiamo apprendere le esigenze individuali.

ÖKK: GRANDE SODDISFAZIONE DEI CLIENTI __ Siamo lieti che, secondo i nostri attuali risultati, nel confronto con i 15 maggiori assicuratori malattie la soddisfazione dei nostri clienti è superiore alla media. I nostri clienti trovano i nostri collaboratori cortesi, facilmente raggiun-

gibili al telefono. I tempi di attesa al telefono sono indica-ti come brevi. Anche la rapidità dei rimborsi è apprezzata, al pari delle pronte reazioni in caso di domande. I nostri clienti con ÖKK si sentono in buone mani.

> «Ktipp»:ricerchepocoprecise  Altri istituti, come a esempio il servizio internet di confronto 

Comparis.ch, conducono regolarmente sondaggi. Anche con Comparis.ch ÖKK occupa uno dei primi posti. Diver-samente dal sondaggio di «Ktipp». I risultati di quest’ultimo sono dubbi e il metodo non è trasparente. Inoltre ÖKK viene identificata con Sympany. Assolutamente falso. ÖKK e Sympany sono imprese indipendenti. ÖKK ha avviato provvedimenti legali contro «Ktipp».

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Aziende ÖKK Magazine 26 Discesitis inarrestabilisUna malattia che da noi non esiste.

Sosteniamo la settimana bianca delle scuole d’infanzia nel Cantone dei Grigioni. In tal modo promuoviamo

la sicurezza dei più piccoli sulle piste. www.oekk.ch

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Una serata di variopinta allegria: Linard Bardill dal vivo Avere, per una volta nella vita, una star della musica tutta per sé. Non è stato forse il sogno di tutti noi, soprattutto da bambini e adolescenti? Per Cosima, sette anni, ques-to desiderio si è realizzato un sabato sera dell’autunno 2010. Linard Bardill, la grande star dei bambini, ha pre-so su chitarra, l’amico Bruno Brandenberg con relativo contrabbasso, un sacco pieno di canzoni e di buonumore ed è andato a fare visita a Cosima per un concerto in casa. La bambina, che frequenta la scuola elementare, si è guadagnata il concerto con la sua arte pittorica. Infatti è stata la vincitrice della gara di disegno organizzata all’inizio dell’estate da ÖKK insieme a Linard Bardill. E siccome condividere le esperienze con gli amici è ancora più bello, Cosima senza esitazione ha invitato tutta la sua classe e altri amici ad assistere al concerto.

La gara 

La pièce 

All’inizio dell’estate 2010, ÖKK e Linard Bardill hanno cercato il più bel disegno fatto da bambini per illustrare l’ultimo spettacolo teatrale del cantautore grigionese, «Nid so schnell, Wilhelm Tell». 33 bambini hanno inviato i loro disegni; su una pagina web il pubblico di internet poteva votare il disegno più bello. Il premio in palio era un esclusivo concerto privato di Linard Bardill.

La fortunata vincitrice: Cosima (7), sopra con Linard Bardill e a destra con i compagni di scuola.

Linard Bardill nel suo ultimo singspiel «Nid so schnell, Wilhelm Tell» racconta una versione non convenzionale della storia del nostro eroe nazionale. ÖKK è partner dell’opera teatrale. Il CD può essere ordinato su www.bardill.ch

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Discesitis inarrestabilisUna malattia che da noi non esiste.

Sosteniamo la settimana bianca delle scuole d’infanzia nel Cantone dei Grigioni. In tal modo promuoviamo

la sicurezza dei più piccoli sulle piste. www.oekk.ch

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Sapere & salute ÖKK Magazine

Lo scorso agosto, in tutta la Svizzera sono stati affissi manifesti sui quali comparivano persone apparentemente di cattivo umore e dai pregiu-dizi molto radicati nei confronti degli assicura-tori malattie: «Casse malati, carissime!», «Cas-se malati, tutte uguali!» o «Casse malati, che ipocrisia!». In modo molto irritato, i passanti si sono chiesti chi fosse il mittente di questa cam-pagna molto provocante. La curiosità suscitata è poi stata soddisfatta in una seconda fase: au-tori della campagna si sono rivelati essere quelli che inizialmente dovevano esserne gli obiettivi: le assicurazioni malattie svizzere. Tramite do-mande retoriche che centravano subito il punto, rispondevano ai pregiudizi: «Ma: chi paga in caso di malattia?», «Ma: chi si batte affinché possiate scegliere liberamente?», o «Ma: chi controlla 15 milioni di fatture all ’anno?».

GRANDELACUNAINFORMATIVA

La campagna si situa nel contesto dell ’obbligo di informazione legale da parte delle assicurazioni malattie. Le quali hanno appunto l’obbligo di informare approfonditamente gli assicurati. Il fatto che in questo ambito ci sia ancora molto da fare si evince chiaramente proprio dal son-daggio «sondage santé» di quest’anno: le lacu-ne informative della popolazione circa l ’attività delle assicurazioni malattie sono notevoli. Ad esempio, solo poco più della metà (53 percento) dei cittadini sa che gli assicuratori hanno l’ob-bligo di non realizzare utili nel settore dell ’as-sicurazione di base. Oppure, solo 4 assicurati su dieci sanno che le assicurazioni malattie sono tenute a stipulare contratti con tutti i medi-ci, a prescindere dalla qualità del loro lavoro (il cosiddetto obbligo contrattuale). Solo il 48 percento invece è consapevole dell ’inesattezza di questa affermazione: «L’assicurazione di base copre ogni prestazione medico-sanitaria su tut-

Solo il 7 percento va alle assicurazioni malattieMoltisvizzerisonodavveropocoinformatisulnostrosistemasanitarioesulruolodelleassi-curazionimalattie.Questoèquantoemergedalsondaggio«sondagesanté»,realizzatoperl’otta-vavoltaall’iniziodell’estatescorsa.Conloscopodicolmarelelacuneinfattodiconoscenzadellamateria,santésuisse,l’associazionedicategoriadelleassicurazionimalattiesvizzere,hapromos-solacampagnainformativa«sempreconvoi».

TESTO: Bernhard Widmer

Eppure…

sempre-con-voi.chGli assicuratori malattia svizzeriGli assicuratori malattia svizzeri

chi si batte per ottenere i medicamenti

a prezzi più bassi?

Casse-malati, allo sfascio!

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to il territorio svizzero». (Quando invece l ’assi-curazione di base si assume solo le prestazioni definite dalla legge federale sull ’assicurazione malattie (LAMal) ed erogate nel Cantone di domicilio dell ’assicurato, ad eccezione di inter-venti complessi come il trapianto di organi o casi d’emergenza).

AGLI ASSICURATORI VA SOLO IL 7 PERCENTO

Particolarmente grave è la risposta che gli as-sicurati svizzeri danno alla domanda su come venga impiegato il denaro, versato sotto forma di premi alle assicurazioni malattie mese dopo mese: la media degli intervistati stima infatti che quasi un terzo (32,8 percento) dei premi fi-nisca in spese amministrative delle assicurazio-ni. In realtà, i costi amministrativi si traducono in una percentuale minima del 6-8 percento. Ciò significa che oltre il 90 percento del dena-ro proveniente dai premi viene utilizzato per

finanziare le prestazioni mediche dell ’assicura-zione di base. Durante l ’anno in corso saranno in totale oltre 20 miliardi di franchi.

Piattaforma informativa onlineIn parallelo alla campagna con i manifesti provocanti, santésuisse ha allestito su internet la piattaforma informativa www.sempre-con-voi.ch. Questa piattaforma offre un aiuto per orientarsi nel campo delle assicurazioni malat-tie e fornisce in modo chiaro e completo i dati più importanti sul sistema sanitario e d’assicu-razione in Svizzera.

www.sempre-con-voi.ch

Eppure…

sempre-con-voi.chGli assicuratori malattia svizzeriGli assicuratori malattia svizzeri

chi paga in caso di malattia?

Casse-malati, carissime!

Eppure…

sempre-con-voi.chGli assicuratori malattia svizzeriGli assicuratori malattia svizzeri

Chi non ha diritto di fare utili?

Casse-malati, truffa terminata!

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La sua borsa di medico contiene soprattutto burle: il dottor U.Fröhlich della Fondazione Theodora.

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Famiglia ÖKK Magazine 31

Regalare un sorriso ai bimbi malati

Conpazienza,burleetrucchiconlecarte,ildottorU.Fröhlich,dellaFondazioneTheodora,faapparirecomeperincantoilsorrisosulvoltodeibambinimalati.

TESTO: Florian Leu _ _ FOTO: Flurina Rothenberger

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All’inizio batte la testa sulla porta. Poi, sorridendo sotto il nasone rosso e con un fiore di legno nella tasca della camicia, s’intrufola nella stanza. Due bimbi giacciono supini nel loro letto. Il primo ha perso i capelli per la chemioterapia, l ’altro entra ed esce dall ’ospedale da anni a causa del suo cuore malato. Il dottor U. Fröhlich, rimasto un po’ piccolo di statura, proprio come un bam-bino, avanza barcollando e saluta i due. Questi lo guar-dano sbalorditi, rimanendo in silenzio. Il dottor U. Fröhlich, in realtà, si chiama Tommy Müller. Ha frequentato la Scuola Teatro Dimitri a Ver-scio, in Ticino, mentre la sua ragazza seguiva il corso per diventare infermiera. Terminata la scuola viene assunto dal Circo Balloni, per cui lavora ancora oggi. Una volta alla settimana però, s’infila un camice e in tre minuti circa riesce a far sorridere i bambini. Oggi, quelli rico-verati presso l ’ospedale cantonale di Aarau; la settimana prossima quelli di Zurigo e la volta successiva quelli di Coira. Queste le sue parole: «Sul palcoscenico fare il clown fa crescere il tuo ego; in ospedale si è più vicini allo ’spettatore’ e si può fare veramente del bene».

COMEUNFARMACOSENZAEFFETTICOLLATERALI

Fuori splende il sole; dentro la stanza risuona il mi-suratore di pressione da polso. Il dottor U. Fröhlich si colloca nella stanza dei due ragazzi, tira fuori il mazzo di carte e improvvisa quel noto gioco con cui individui

non propriamente onesti gabbano i turisti più ingenui nelle grandi città . Tira tre carte, le mischia e le ribalta e poi sfida i bimbi a dirgli dove si trova l ’asso. È un trucco che più semplice non si può. Poi si mette a rac-contar barzellette, raramente più lunghe di due frasi ognuna. Alterna anche momenti di silenzio, in cui si muovono solo i tratti del suo viso. Ed ecco che, piano piano, il bimbo viene assalito inaspettatamente da una gran voglia di giocare. Ride e s’impossessa del mazzo di carte. Il dottor Fröhlich non fa molto, ma quel poco che fa agisce come un farmaco senza effetti collaterali. Il datore di lavoro di Tommy Müller è la Fondazione Theodora. L’automobile della ditta è stata dipinta dal clown Dimitri. Ogni anno si candidano circa 150 per-sone per riuscire a far sorridere i bambini ricoverati in ospedale. La fondazione può tuttavia assumerne e for-marne circa dieci. Dapprima vengono formati i candi-dati a diventare clown per ragazzi, i quali frequentano la scuola per quattro settimane e, solo allora, concludono la formazione di clown da ospedale. Tommy Müller e gli altri 160 clown della fondazione s’impegnano, alme-no due volte al mese, a infilarsi il camice rattoppato di pezze colorate e a trasformare le camere d’ospedale in palcoscenici dell ’allegria. Il dottor U. Fröhlich picchia di nuovo la testa sulla porta e straluna gli occhi turbato. È il suo marchio di fabbrica, il suo rituale d’ingresso. Quando urta la porta, ai bimbi sorge subito il dubbio che si tratti di un dottore alquanto curioso. Stavolta i due spettatori sono un bim-

bo di quattro anni che ha appena vinto la sua battaglia contro il cancro e un altro di tre anni che non è mai stato comple-tamente sano a causa di svariate malattie. I loro occhi sono cerchiati da occhiaie profonde, tanto da lasciar pensare che la fiacchezza non li abbandonerà mai. Il dottor U. Fröhlich barcolla come sempre all ’interno della stanza e tira fuori il fiore di legno. I piccoli lo guardano, la fronte piena di rughe di bimbo.

UNSORRISOANCHEPERIGENITORI

Che ridere faccia bene lo sanno tutti, per esperienza. In India ci sono addirittura

Famiglia ÖKK Magazine

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centri in cui si pratica lo yoga della risata (Hasya Yoga). I corsisti ritengono che grazie a tale terapia le possibilità di ammalarsi si riducono, la circolazio-ne sanguigna migliora, la pressione mantiene valori bassi e le difese immunita-rie ne risultano fortificate. I dirigenti della Fonda-zione Theodora tengono a precisare tuttavia che i loro clown non sono terapisti. Lo stesso Tommy Müller afferma che il suo lavoro consiste esclusivamente nel riuscire a offrire ai pic-coli una valvola di sfogo da elettrocardiogramma e narcosi. Non di rado i clown in ospedale si ritro-vano a dover incoraggiare anche genitori preoccupa-ti… il che a volte è più difficile che far ridere i piccoli ammalati. Un rimpianto Tommy Müller però ce l’ha: una volta, dopo aver battuto come di consueto la testa sulla porta, entrò in una delle stanze dell’ospedale e vide che il bimbo malato dormiva. Accanto a lui c’era la sua mam-ma, stanchissima per la notte insonne e con occhi privi di luce. Si astenne subito dall’impersonare l’ubriacone barcollante. Strisciò piano piano vicino al letto, trasformò il pallone che aveva in un fiore e lo appoggiò sul cuscino del piccolo paziente. Quindi sgusciò via, senza parlare e senza incastrare le dita nella porta, il suo rituale di saluto. «Sarei dovuto rimanere accanto alla mamma e riuscire a far sorridere lei!», si rimprovera Müller. Al termine della sua giornata lavorativa come clown, il dottor U. Fröhlich entra in una camera dove ci sono due ragazzi di quindici anni. Loro lo conoscono già e questo gli fa piacere: lo prendono in giro e gli dicono che ormai conoscono tutti i suoi trucchi. «Allora faccio di nuovo il trucco con le carte», dice ostinatamente. Un vero e proprio tira e molla. Almeno in quest’occasione i due adolescenti possono essere impertinenti e ostinati, diversamente dal solito, quando sono tenuti a obbedire

a infermieri, medici e ai capricci della loro malattia. Il dottor U. Fröhlich mischia le carte, fa sparire oggetti e li ripesca dalle sue tasche. E passano subito dieci minuti. Poi sparisce di nuovo, incastrando in un lampo le dita nella porta e volatilizzandosi.

33

La Fondazione TheodoraFondata nel 1993, la Fondazione Theodora invia ogni settimana i suoi artisti negli ospedali per lenire le sofferenze dei più piccoli regalando loro un sorriso. Al momento sono attivi più di 160 clown in Svizzera e in altri otto Paesi. Ciò si traduce in 250’000 visite l’anno. La Fondazione è riconosciuta dal 1995 come ente di pubblica utilità. Ulteriori informazioni, anche sulle possi-bilità di donazione si trovano su 

> www.theodora.chConto corrente di solidarietà: UBS IBAN CH66 0024 3243 G054 9454 0 _ Clearing 243  o conto corrente postale 10-61645-5

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KATHRIN  BUHOLZER:  Importan-te è che lei spieghi a sua figlia ciò che l’attende. Come si svolge il ri-covero in ospedale? A quali visite sarà sottoposta? Dove mangerà e dormirà? Perché mamma e papà non possono dormire in ospedale? Quante volte le andranno a far vi-

sita? Per rispondere a tutte queste domande ci sono dei libri appositi con immagini. L’importante è spiegare tut-to con un linguaggio comprensibile per l’età di sua figlia: per esempio, le spieghi che la narcosi non le farà asso-lutamente male e che è solo un sonno lungo e profondo. L’importante è, in linea di massima, prendere sul serio le paure di sua figlia. Se ha paura, le dica che la capisce. E cosa si può fare contro la paura? Certamente l’aiute-ranno le frequenti visite di mamma e papà, ma anche gli infermieri saranno gentilissimi, come i parenti più cari. E sicuramente potrà portare con sé il suo peluche o il giocattolo preferito in ospedale. Forse c’è anche la possibilità di visitare con lei l’ospe-dale prima del ricovero, in modo tale che sua figlia pos-

sa farsi un’idea. Di aiuto può essere anche il gioco dei ruoli con situazioni del tipo il prelievo del sangue o la misurazione del polso. Lei può fare dapprima la parte della dottoressa, spiegando a sua figlia cosa sta facendo e perché. E poi, via con lo scambio dei ruoli. Più sua figlia è informata e più è al corrente di cosa l’aspetta, meno paura avrà. I bambini temono soprattutto l’ignoto. Tale preparazione non deve però far diventare il ricovero in ospedale un tema onnipotente e onnipresen-te. Deve cioè fare attenzione che non si parli unicamente dell’operazione. Va garantita la proporzionalità, il pro-blema non va ingigantito. Altrimenti c’è il rischio che fratelli o sorelle si sentano leggermente trascurati.

 Trova il link della piattaforma internet Pianeta genitori di Kathrin Buholzer con altre risposte su questioni educati-ve su www.oekk.ch/magazine

Miafiglia(5)prossimamentedovràessereoperataetrascorrereperquestomotivounasettimanainospedale.Pocotempofacisiamorecatidalmedi-coperunprelievodisangueehacominciatoastrillarecomeun’ossessa.Orasonopreoccupata:cosasuccederàinospedale?Comepossopreparar-laalmeglio?Comepossofarlepassarelapaura?

Signora P. di S.

Pianeta genitori ÖKK Magazine

Paura dell’ospedale

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35La cifra ÖKK Magazine

Errori della medicina popolare

3,3sono leattività sportivepraticate inmediadagli svizzeri. Laparolad’ordineè«muoversi»!L’attivitàpiùcomuneècertamentelabicicletta(omountainbike),praticatadal35%dellapopolazione,seguitadallecamminateodalwalking(33,7%)edalnuoto(25,4%).Altrochecalcio!Nonsorprenderànessunoilfattochenegliultimi10anniattivitàqualiilfitness,loyogaeiltaichisianodiventatemoltopopolari.È invecemolto interessante rimarcarechesportmolto invoganeglianniNovantacomel’inlineskating, losnowboarde il joggingabbianogiàtoccatol’apiceeregistrinoormaiunaparaboladiscendente.Lungavitaquindialtriathlonelvetico:ciclismo,corsaenuoto!

> www.baspo.admin.ch

I medici prestano il  giuramento di Ippocrate 

Ippocrate (ca. 460 – 370 a. C.), il medico più famoso dell ’antichità, oltre a essere stato uno dei primi a prati-care l ’arte della scienza e della medicina, era anche un filosofo. Non stupisce quindi che i principi etici, da lui elaborati, che regolavano il comportamento dei medici verso i loro pazienti e l ’arte medica siano stati assunti a fondamento della medicina e ancora oggi esercitino la loro inf luenza. Certo, quello che oggi i medici prestano non è più il famoso «giuramento di Ippocrate» e se si dà un’occhiata al testo originale si capisce subito perché: «Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a te-stimoni, regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. Non opererò coloro che soffro-no del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività. In qualsiasi casa andrò, io mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l ’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne

e degli uomini, liberi e schiavi». Bisogna ammetterlo: il giuramento di Ippocrate suona un tantino stantio e non più del tutto attuale. In Svizzera vige attualmente per tutti i medici con ti-tolo FMH il «codice deontologico», approvato dalla Ca-mera medica svizzera nel 1996 e rivendicabile di fronte al tribunale. Tra i vari obblighi che il codice pone a fon-damento dell ’attività medica vi è quello di «proteggere la vita dell ’essere umano, guarire le malattie e assistere i moribondi» e di non «abusare di questa situazione sul piano emozionale, sessuale o materiale». Inoltre, «la po-sizione sociale del paziente, le sue convinzioni religiose e politiche, l ’appartenenza razziale e la sua situazione economica» non possono incidere in alcun modo sulla prestazione del medico. Risulta evidente che, nonostan-te il giuramento di Ippocrate nella sua traduzione lette-rale appaia un po’ antiquato, nei contenuti esso continua a essere il modello del codice cui oggi i medici devono attenersi. A prescindere dal tenore del giuramento di Ippocrate, decisamente più solenne del «codice deonto-logico».

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Escursione in famiglia Escursione in famiglia ÖKK Magazine Magazine

Leggere: un vero lusso per i genitori. E poiché ci si può concedere a malapena il tempo di farlo, è ancora più bello quando leggendo ci s’imbatte in perle di saggezza di vita. Per esempio, l’ex operatore di borsa Nassim Ni-cholas Taleb nel suo libro «Il cigno nero» suggerisce che gli uomini farebbero meglio a evitare i campi a rischio come il mercato azionario. Tra i campi a rischio si annoverano oggi anche molte zone sciistiche, almeno per le famiglie: imbottigliamenti nel traffico, battaglia di materiale, skipass costosi, lun-ghe code, patatine fritte unte e bisunte, baruffe coniu-gali: per gli abitanti delle pianure una giornata di sci in piena regola non solo è la più faticosa e costosa di tutte le gite in famiglia, è anche un vero atto di masochismo. Ma per fortuna le alternative esistono. Wolzenalp-Krummenau nel Toggenburg, per esempio. La piccola zona sciistica rappresenta un rifiuto radicale delle piste moderne. Non solo gl’impianti rievocano Bernhard Rus-si e gli anni Settanta, anche i prezzi; il giornaliero per

tutta la famiglia qui costa ottanta franchi: incredibile. I cinque skilift bastano e avanzano se si hanno bambini piccoli; l ’atmosfera tranquilla e la vista panoramica sul Churfirsten e il Säntis sono un vero toccasana per il sistema nervoso della famiglia. E chi vuole ancora più quiete, può mettersi le racchette da neve ai piedi e fare una camminata nel bosco innevato della torbiera alta. Il perfetto coronamento di questo viaggio della nostalgia è una corsa in slitta sulla Schneitstrasse chiusa al traffico, nel vicino comune di Nesslau. Su alla partenza si tro-va una stalla sistemata alla buona dove, in un’atmosfera d’altri tempi alla luce di lampade a petrolio, viene servito «Burechoscht». Dopo una gita invernale così riuscita, i bambini si addormentano subito senza fare storie. E finalmente i genitori arrivano di nuovo a leggere, per una sera.

>  Informazioni su: www.wolzen.ch

Il piacere dell’inverno, come negli anni SettantaTEST0 & FOTO: Michael Krobath

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Movimento & relax 37

TuttigliannitornaanascereilBambinGesù…econessolostressdelNatale.Eppurepotrebbeanchefilaretuttoliscio.Unpaiodiconsigliaffin-chéquestoaccada.

TESTO: Fadrina Arpagaus

Quando il Natale diventa uno stress

INDIVIDUALISMONon c’è un modo «giusto» di festeggiare il Na-tale, benché si tenda a farli assomigliare tutti a quelli proposti da pubblicità e televisione. Rif letta assieme ai suoi cari su ciò che è dav-vero importante per voi a Natale e su come lo si vuole festeggiare. In tale frangente si posso-no stabilire anche i regali o addirittura se non farne affatto.

REGALI

Non si occupi dei regali di Natale

all’ultimo minuto.

TEMPONon faccia mille programmi. Abbini agli acquisti natalizi più impegnativi un momento rilassante. Dopo la ricerca del regalo per il suocero si ricom-pensi con una sauna o si legga qualche pagina del suo libro preferito.

MENUDINATALEISe ha molti ospiti, non si rompa la testa sul menu di Natale. Che ne pensa di un festoso buffet composto da piatti portati dagli stessi ospiti? Così la Notte Santa si trasforma davvero nella festa di tutti. A pro-posito: questo consiglio vale anche per il cenone di Capodanno.

MENUDINATALEIIEviti cibi grassi e ipocalorici. Provocano gonfiore e bruciore di stomaco e con vini rossi ad alta gradazione fanno venire sonno. Con portate leggere la festa è più allegra! E per lo stesso motivo una buona idea sarebbe servire di quando in quando del tè alle erbe.

MOVIMENTONon dimentichi di muoversi durante le feste natalizie! Una passeggiata all’aperto fa miracoli a volte, soprattutto quando l’aria di casa diventa viziata.

PERFEZIONISMO

Non esageri con il perfezionismo. Non è neces-sario decorare a mano ogni pallina dell’albero e trasformare ogni portata in piatti gourmet. Troppo perfezionismo la stresserebbe e creerebbe un’atmosfera formale.

ARMONIASi tolga dalla testa che durante la festa dell’amore per eccellenza tutto debba essere all’insegna dell’armonia. Sarebbe bello se fosse così: ma a volte, quando si vogliono assolutamente evitare diverbi, ecco che si creano maggiori possibilità che ciò avvenga!

SINGLEUn consiglio per i single: pensare in anticipo come e dove si vuole trascorrere i giorni del Natale. Con altri single? Teatro? Oppure un bel viaggetto?

ÖKKleaugurafelicifestività

natalizie!

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Da tre generazioni, i Toggenburger guardano le cave di ghiaia dall’alto verso il basso.

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Ritratto cliente ÖKK Magazine 39

Ruspe, gru, camion: esistono ingredienti migliori per audaci sogni da birbante? Soltanto il piccolo Truls Tog-genburger non sembrava portare enorme rispetto per i pesanti mezzi di costruzione dell’azienda del padre. E nemmeno si dava delle arie davanti agli amici quando da ragazzo andava in giro per Winterthur a bordo di ruspe e gru con la vistosa scritta «Toggenburger». No, a buon diritto si potrebbe dire che al piccolo Truls mancava all’epoca un legame affettivo con l’azienda di famiglia. E anche in seguito, allorché terminò brillantemente gli studi di economia all’Università di Zurigo, non seguì la voce del padre, ma quella della coscienza: fece domanda presso la Croce Rossa e partì in qualità di delegato del CICR alla volta dell’ex-Jugoslavia e di Timor Est, uno stato insulare dell’Asia sud-orientale.

DALLACAVADIGHIAIAALL’IMPRESADICOSTRUZIONI

In realtà, a prima vista le aziende Toggenburger non ap-paiono come un luogo di lavoro adatto a un cosmopolita. A iniziare già dal luogo di nascita dell’azienda, una cava di ghiaia che il bisnonno di Truls, un astuto contadino, iniziò a sfruttare come attività secondaria. Tuttavia l’at-tività era così redditizia che nel 1927 riuscì a compra-re assieme al figlio Emil un camion Saurer e, un anno dopo, con l’apertura di un nuovo impianto di lavaggio ghiaia a Winterthur-Hegi, fondò ufficialmente le azien-de Toggenburger. Nei decenni successivi si susseguirono ulteriori cave di ghiaia, l’amministrazione del crescente parco macchine, l’apertura di stabilimenti di calcestruz-zo dagli anni Settanta in poi, come pure la creazione dell’area commerciale delle tecnologie ambientali dagli anni Novanta in poi.

«QUALCOSADATOCCARECONMANO»

E poi fu la volta di Truls Toggenburger. Nel 2003, all’età di 35 anni, rilevò la direzione da suo padre. Non fu un obbligo a spingerlo a fare questo passo, ma piuttosto la semplice comprensione di quanto potesse essere impe-gnativa e interessante la direzione di una PMI da 250 di-pendenti. I margini sono limitati, la concorrenza è gran-de: importantissimi sono quindi la ricerca continua di nicchie, la creazione di mercati, il contatto personale con i clienti. Diversamente dalla politica internazionale, che oggi Truls Toggenburger definisce come il suo hobby, le aziende Toggenburger sono per lui «qualcosa da toccare con mano», e affermando ciò non si riferisce soltanto alle icone del suo parco macchine – come per esempio la gru cingolata CC-2500 di 260 tonnellate – ma anche a ogni singolo collaboratore per cui è responsabile. Essere responsabile significa essere soprattutto innovativo in un mercato dalla forte concorrenza. Per esempio tramite lo sviluppo di un nuovo sistema di calcestruzzo isolante, battezzato «calcestruzzo Misapor» (KDS), che con soli 45 centimetri di spessore soddisfa gli standard Minergie. Il primo test di questo nuovo materiale è stato condotto, tra l’altro, sulla casa estiva di Toggenburger sulle rive del Lago di Costanza. Il capo sperimenta per primo.

Nel suo ufficio, Truls Toggenburger ha appeso alcuni disegni di ruspe che degli scolaretti gli hanno consegna-to dopo alcuni giorni di visita in ditta. Lui invece non ha mai disegnato una ruspa. Ciononostante porta avanti l’eredità della famiglia, pesante tonnellate, con spirito molto raffinato.

>  Toggenburger Unternehmungen è   un cliente aziendale di ÖKK. 

Assumereilcontrollodell’aziendadifamigliasubitodopoaverfinitoglistudi?TroppofacileperTrulsToggenburger.LasuastradaloportafinoaTimorEstprimadiassumereladirezionedelleaziendeToggenburger.

TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco Castelberg

Tutto iniziò con una cava  di ghiaia …

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