Notiziario Pegaso 2011

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1 IL PEGASO Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata - - - Edizioni Musicali” Edizioni Musicali” Edizioni Musicali” Edizioni Musicali” Direttore Responsabile: Gaetano Alicata STUDIOMUSICALICATA Edizioni Musicali di Alicata Gaetano C.da San Giovanni Lardia 96017 Noto(Sr) Tel: 328.4650606 Fax: 09311846143 e-mail [email protected] web site www.studiomusicalicata.it Giovanni Venuti Giancarlo Aleppo Michele Pupillo Luigi Fiorentini Antonio Tiralongo Gianfranco Brundo Francesca Ortolan Registrazione: Tribunale di Siracusa n.° 16 del 23.12.2008 IN REDAZIONE FRANCESCO D’ ISA (capo redattore) ROSSANA CAMPISI CINZIA SPADOLA ANNO 3° - NUOVA SERIE 1°, 2° e 3° trimestre gennaio - settembre anno 2011 Pag. 1 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 10 Pag. 11 Pag. 12 Pag. 13 Pag. 14 Pag. 15 Pag. 15 Pag. 16 Pag. 17 Pag. 18 Pag. 18 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 21 SOMMARIO HANNO COLLABORATO NOTO, 15 OTTOBRE 2011 Direzione, Redazione, Grafica, Impaginazione, Stampa e Distribuzione Copertina A cura dell’editore Gianni Venuti, l’organo vocale Giancarlo Aleppo, lineamenti storici... Michele Pupillo, sonata n.12 op.26 La banda alla conquista della cultura Pasion de bassoon Federico Parisi Fondazione Teatro Lirico Siciliano Il balletto di Mosca Banda musicale Città di Ceriana Quartetto di sassofoni Arcadia Il mio amico Reitano di A.Tiralongo Un cuore grande… una canzone… Uomini liberi di M. Mirano “Dove ho messo il violino” di E. Ferro “La Relazione” di C. Calvo Neoanacronismi d’autore... Le “maledizioni” dei poeti Siciliani Polanski : Carnage di F. D’Isa This Must Be The Place di F. D’Isa Associazione “Notoriamente” 1° Istituto “Archimede” di Rosolini Pagine pubblicitarie e svago

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IL PEGASO Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata Organo Ufficiale Della Casa Editrice “Studiomusicalicata ---- Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”Edizioni Musicali”

Direttore Responsabile: Gaetano Alicata

STUDIOMUSICALICATA

Edizioni Musicali di Alicata Gaetano

C.da San Giovanni Lardia

96017 Noto(Sr)

Tel: 328.4650606 Fax: 09311846143

e-mail

[email protected]

web site

www.studiomusicalicata.it

Giovanni Venuti

Giancarlo Aleppo

Michele Pupillo

Luigi Fiorentini

Antonio Tiralongo

Gianfranco Brundo

Francesca Ortolan

Registrazione: Tribunale di Siracusa n.° 16 del 23.12.2008

IN REDAZIONE

FRANCESCO D’ ISA (capo redattore)

ROSSANA CAMPISI

CINZIA SPADOLA

ANNO 3° - NUOVA SERIE

1°, 2° e 3° trimestre

gennaio - settembre

anno 2011

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SOMMARIO

HANNO COLLABORATO

NOTO, 15 OTTOBRE 2011

Direzione, Redazione, Grafica, Impaginazione,

Stampa e Distribuzione

Copertina

A cura dell’editore

Gianni Venuti, l’organo vocale

Giancarlo Aleppo, lineamenti storici...

Michele Pupillo, sonata n.12 op.26

La banda alla conquista della cultura

Pasion de bassoon

Federico Parisi

Fondazione Teatro Lirico Siciliano

Il balletto di Mosca

Banda musicale Città di Ceriana

Quartetto di sassofoni Arcadia

Il mio amico Reitano di A.Tiralongo

Un cuore grande… una canzone…

Uomini liberi di M. Mirano

“Dove ho messo il violino” di E. Ferro

“La Relazione” di C. Calvo

Neoanacronismi d’autore...

Le “maledizioni” dei poeti Siciliani

Polanski : Carnage di F. D’Isa

This Must Be The Place di F. D’Isa

Associazione “Notoriamente”

1° Istituto “Archimede” di Rosolini

Pagine pubblicitarie e svago

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A CURA DELL’EDITORE

*************************

Gaetano Alicata

La casa editrice Studiomusicalicata –edizioni

musicali di Noto è stata fondata nel 2002 dal sot-toscritto ed opera nel campo dell’editoria musica-

le. Grazie alla collaborazione di validi maestri compositori, affronta tutti i generi ed il repertorio proposto tutte le difficoltà: dal facile al difficilissi-mo, da complessi o solisti con discreta tecnica a

complessi o solisti di ottima levatura. Per quanto riguarda la didattica, i trattati, semplici nella forma e nella struttura, avviano gradualmente l’ allievo allo studio della musica e dello strumento. Grazie

all’esperienza acquisita, ed alla qualità, affidabilità e professionalità di cui si avvale, dispone nel campo dei brani originali e/o degli arrangiamenti di una soluzione adeguata a tutte le esigenze ri-

chieste e per qualsiasi gruppo strumentale e cora-le: dall’ensemble all’orchestra spettacolo e musi-ca leggera, dalla junior band all’orchestra da ca-mera, dal coro a concerti per strumento solista,

dalla banda sinfonica od orchestra di fiati all’orchestra sinfonica. Si propone quale trampoli-no di lancio per giovani e nuovi compositori e all’affermazione di compositori di chiara fama.

Propone il Pegaso, periodico con scadenza tri-mestrale distribuito in ambito nazionale e soprat-tutto ad enti, provincie, comuni, conservatori, licei ed istituti musicali e associazioni culturali e musi-cali, non tralasciando tutti i simpatizzanti della

musica ed agli interessati, quale mezzo per co-municazioni, eventi, rubriche, intrattenimento, fo-rum, convegni, appuntamenti, foto bande e perso-naggi, e quant’altro parli di musica e di umanità. Il

mio motto: “realizzare i sogni ma guardare verso il futuro”. Per coloro che intendono pubblicare le proprie opere, la casa editrice è ben lieta di rice-vere e valutarne il contenuto.

**************************************

Da oggi studiomusicalicata è anche su facebook. Sul

portale, periodicamente, informerò maestri, musici-

sti e simpatizzanti delle attività svolte e delle opere

in lavorazione. Sul sito è invece attivo il blog di stu-

diomusicalicata e la web tv.

Scuola elementare ed istituti superiori sono i gradi

di istruzione che pagano il prezzo più pesante del-

la scure dei tagli caduta sul comparto della scuola

a livello nazionale. Tale configurazione è talmente

drammatica che compromette notevolmente il de-

stino di migliaia di insegnanti precari che, con

l’ondata di esuberi in organico di ruolo, vedono

tramontare le poche speranze di strappare una

“timida” supplenza annuale. A questo punto, a tagli

di cattedre e lotta dei docenti precari, che già da

quest’anno si ritrovano senza incarichi, si aggiun-

ge anche la “ciliegina” dei professori di ruolo per-

denti posto e scaraventati (dopo anni di insegna-

mento ed onorato servizio nella stessa istituzione)

in sedi anche disagiate. Non c’è dubbio che i tagli

daranno il colpo mortale alla qualità della scuola

pubblica (il ministro Gelmini ancora una volta vie-

ne smentita dalla realtà dei fatti) e non solo, ma in

qualsiasi istituzione ne fanno le spese il personale

ATA, i collaboratori scolastici ed amministrativi con

gravi conseguenze all’interno delle strutture edu-

cative. Di seguito, cosa emergerà con questi dati a

mio modesto parere:

• in tutte le strutture scolastiche si creeranno classi ancora più numerose;

• nella scuola dell’infanzia diminuiranno i posti in organico di diritto;

• nella secondaria di 1° grado non sarà possibile effettuare la richiesta di tempo pieno e tempo lungo e scomparirà la forma di compresenza per i progetti e per l’accoglienza;

• nella scuola secondaria di 2° grado ci saranno meno laboratori, meno insegnanti tecno pratici, meno assistenti tecnici di laboratorio, meno sicurezza e meno servizi di pulizia;

In pratica, si andrà contro quanto già sentenziato dalla

Corte Costituzionale che ha ribadito più volte:

“… il diritto allo studio, un diritto di rango costi-

tuzionale, non può essere compresso per mere

esigenze di bilancio…”.

SCUOLA: RIDUZIONE DELLE CATTEDRE

“ UNA MANNAIA PER TUTTI”

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GIANNI VENUTI , l’organo vocale

Artista lirico, inizia la carriera in qualità di solista e attore di prosa nel 1958 con la compagnia "Ruggero Ruggeri" e successivamente con "La scena sici-liana". 1979 - Titolare della Cattedra di Canto

-presso il Conservatorio F. Cilea di RC.

1980 -81 - Comitato di valutazione arti-stica (docenti primo incarico Con-servatorio) di Rc.

1982 - Costituzione "Centro L. Caloge-ro" - settore musica di Rc. 1985 - Organizzazione generale "Cavalleria Rusticana" Conservatorio F. Cilea. 1986- Docente collaboratore del "Corso Perfezionamento Canto Liri-co" del Centro Lorenzo Calogero e Docente collaboratore - Corso Dizione tenuto dal M° Diotaiuti di Roma - Cen-tro Lorenzo Calogero. 1987 - Direttore artistico - Progetto Arte - " L'elisir d'amore " - ciclo di recite, di notevole successo e antesignano per la realizzazione operistica a Messina con la formazione di orchestra coro, e artisti locali. 1988 - C.A.M.S. Direttore artistico per la realizzazione dell'opera" Il filosofo di campagna " di Galuppi . Componente Giuria "Premio Internazionale Arte e Cultura" assegnato al Baritono Renato Bruson- Centro L. Calogero. Dal 2004, critico musicale per la rubrica “Alla Ribalta” Radiocorriere Tv Rai Roma e Collaboratore Enciclopedia dei Comuni “Pubbliedi” Roma. Collabora-tore Inviato Radiocorriere TV Rai Ro-ma : “I Comuni d’Italia “. “Poesie” raccolte: Vespero - Bivac-co. Pubblicazioni: “Liriche e vocalizzi” ed. studiomusicalicata di Noto. Palcoscenico: “sommario dramma-turgia” ed. ali. Partecipazione riprese televisive: Rai Tre-Telespazio e Reggio TV. Per il teatro lirico ha interpretato ruoli nelle seguenti opere: Traviata, Trovatore, Rigoletto, Pagliacci, Luci-a, Boheme e Butterfly.

ORGANO VOCALE : CONFORMAZIONE Il M° Gianni Venuti ha sempre dichiarato: ”... ogni allievo della classe di canto do-vrebbe avere una conoscenza, anche sommaria, dell'organo vocale, della sua con-formazione, delle patologie e delle terapie "” Nella sua didattica ha spesso ripe-tuto: “...Il cantante deve conoscere se stesso, le sue reazioni, ed il suo strumento: l' apparato vocale.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ì L'organo vocale è complesso, i suoi elementi sono: l’ elemento motorio, l’ ele-mento vibrante e l’ elemento risuonatore. ELEMENTO MOTORIO: è l'apparato respiratorio composto dai polmoni, dalla trachea e dai bronchi. I polmoni sono contenuti nella cavità toracica, sono protetti da un rivestimento parietale pleura. La capienza respiratoria media dopo una normale inspirazione è di 1600 cc per l'uomo e 1300 cc per la donna. Il polmone destro è diviso in tre lobi mentre quello sinistro in due lobi. I polmoni hanno una depressione od im-pressio cardiaca dove trova alloggiamento il cuore. I polmoni nella loro struttu-ra ricordano due grosse spugne, con delle piccole celle simili agli alveari detti alveoli (circa trecento milioni). Il compito degli alveoli è quello di distribuire l'os-sigeno a tutti gli organi. Il peso dei polmoni è di circa 1300 grammi ed entrambi hanno una autonomia respiratoria indipendente. Per cui, se un polmone si am-mala, può essere asportato senza che la respirazione sia compromessa. La trachea è un tubo costituito da anelli cartilaginei, (di un numero di quindici/venti) che si biforca nei bronchi, destro e sinistro, che dopo un breve percorso nel mediastino entrano nei polmoni. La trachea si affianca ad un altro tubo, l’esofago. Nel momento della deglutizione dei cibi o delle bevande, l’epiglottide(cartilagine che ha una forma lanceolata di foglia) ruotando sull'osso ioide chiude il passaggio del cibo verso la trachea, il bolo così scorre nell'esofago e raggiunge lo stomaco. ELEMENTI VIBRANTI: il diaframma, la laringe, la faringe ed il naso. Il Diaframma è un muscolo respiratorio involontario (secondo alcune teorie, nel canto guidato, diventa volontario. Insieme alla laringe viene considerato l'elemento vi-brante). Divide la cavità toracica da quella addominale, nella sua parte superiore, viene rivestito dalla pleura mentre nella parte inferiore dal peritoneo esercita un lavoro di compressione nella parte basale dei polmoni, durante il canto. La Laringe contiene le corde vocali e fa parte dell'apparato respiratorio, (si loca-lizza in particolar modo nell'uomo, all'altezza del "pomo d'adamo") che si divide in due grandi settori : vie aeree superiori (faringe, naso, cavità orale), vie aeree in-feriori (laringe, trachea, bronchi). La faringe è costituita da un condotto che comunica in alto con le fosse nasali al centro con la cavità orale in basso con la laringe. Il naso nella sua parte inferiore, presenta due fori narici dentro le quali sono im-piantati dei peli vibrisse che hanno il compito di filtrare l'aria e di umidificarla durante la respirazione. ELEMENTI RISUONATORI: cavità orale, cavità del morgagni, seni mascellari e seni paranasali Cavità orale, nella sua parte interna centrale, in fondo, confina con un prolun-gamento carnoso detto ugola, mentre nella sua parte esterna confina con la ma-scella (arcata dentaria superiore) e la mandibola (arcata dentaria inferiore). Cavità del morgagni, piccole cavità situate proprio vicino alle corde vocali; Seni mascellari, vuoti all'altezza del setto nasale di forma ovale chiamate coane. Seni frontali, piccole cavità di risonanza localizzate nella fronte, dove con una tecnica s'indirizzano i suoni più ardui, ovvero, i suoni di testa.

continua nel prossimo numero con patologie e terapie dell'apparato vocale

ARTE

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GIANCARLO ALEPPO , … la banda musicale...

LA BANDA MUSICALE

lineamenti e profili storici ( 4^ parte) L’introduzione dei Clarinetti nella Banda Militare è dovuta agli Alemanni di Norimber-

ga, quella del corno agli Annoverasi. J. J. Rousseau ( 1712-1778 ) nei suoi saggi sulla

musica marziale, identifica l’organico degli strumenti musicali che devono essere impie-

gati dalla Banda Musicale nella marcia in oboi, clarinetti, corni e fagotti. Nella seconda

metà del XVIII secolo si ha la possibilità di conoscere anche la Banda Musicale Turca,

formata in prevalenza da strumenti a percussione : tamburi, piatti, triangoli, ecc.., le cui

caratteristiche sonore influiranno in seguito sulle formazioni bandistiche occidentali

principalmente nell’attribuzione di una maggiore presenza e funzione delle percussioni

nel’ organico strumentale. In seguito le Bande turche si uniformarono, come organico, a

quelle occidentali, chiamando a dirigerle anche maestri italiani (per molti anni nella pri-

ma metà dell’Ottocento la Banda del Sultano fu diretta da Giuseppe Donizetti, fratello

del grande Gaetano). L’organizzazione bandistica militare francese inizia con la forma-

zione del Corpo Musicale Francese (poi Banda Repubblicana) intorno al 1738, per con-

solidarsi all' epoca della Rivoluzione francese, i cui principi fondamentali coincidevano

con il rapporto diretto che la Banda musicale ha con il popolo, e prosegue durante l' era

napoleonica. Le Bande musicali francesi di quell’epoca diedero un importante contribu-

to, in termini di formazione dell'organico, di qualità di esecuzione e di composizioni

specifiche, all’evoluzione artistica e sociale della categoria. Quella inglese incomincia

verso il 1763 con la Banda del Reale Reggimento di Artiglieria, la spagnola sempre nel-

la seconda metà del ‘700 con la Banda dell’Arma di Cavalleria. Nascono in seguito le

scuole di musica bandistica (la prima fu fondata in Francia nel 1790). In Italia uno dei

primi musicisti che si occupò della musica bandistica fu Domenico Cimarosa (1749-

1801) che diresse una Banda Musicale, componendo anche un inno patriottico dedicato

alla neonata Repubblica Partenopea, che tuttavia gli costò successivamente, con il ritor-

no di Ferdinando re delle Due Sicilie, il carcere e l’esilio. Iniziarono a formarsi anche

Bande Civili, il cui organico comprendeva di norma due oboi, due clarinetti, due corni e

due fagotti, che eseguivano concerti pubblici. Un grande impulso alla evoluzione della

Banda Musicale fu dato, come si è detto, dai complessi francesi all’epoca della Rivolu-

zione Francese e successivamente all’epoca Napoleonica. Il reggimento di Fanteria

dell’era napoleonica presenta una Banda Musicale formata da : un ottavino, un clarinetto

piccolo in Mib, sedici clarinetti soprani, quattro fagotti, due serpentoni (con funzioni di

controfagotto), due trombe, una tromba bassa, quattro corni, tre tromboni, due rullanti,

un grancassa, due paia di piatti e due timpani. Da questa formazione si svilupparono

raggruppamenti strumentali con poche varianti in tutta Europa e in America. L’ inven-

zione del Saxofono a opera del costruttore belga Adolf Sax nel 1842, subito adottato

dalle Bande Musicali, modificò ulteriormente gli organici, e, apportando una novità

sonora, permise di consolidare qualitativamente quel progressivo processo strumentale

evolutivo che, con il continuo perfezionamento degli strumenti musicali, dura ancora

oggi. Nell’Ottocento tutte le nazioni occidentali organizzano le loro bande musicali clas-

sificando il numero di esecutori e lo strumentale ciascuna secondo le proprie convinzioni

culturali ed espressive, le cui varianti non sono più soltanto determinate dalle caratteri-

stiche zonali o storiche ma specificatamente dal criterio dei maestri direttori. Infatti è

nell’Ottocento che al maestro di Banda Militare gli viene riconosciuto il grado di ufficia-

le, che agli strumentisti è richiesta una preparazione culturale specifica e viene ricono-

sciuta loro dignità contrattuale; le divise diventano uguali e strumenti musicali di buona

fattura e di intonazione uniforme. Nell’Ottocento anche numerosi grandi compositori

hanno composto per Banda, quali: Mozart, Cherubini, Beethoven, Weber, Berlioz, Men-

delsshon, Rossini, Wagner, ecc... Le Bande militari italiane, non avendo vissuto

l’esperienza bellica degli eserciti dei grandi stati europei, conoscono la classificazione

riformatrice peculiare dell’espressione strumentale bandistica nazionale dopo l’unità

d’Italia con Alessandro Vessella (1860-1929) che, oltre a uniformare e definire gli orga-

nici e le categorie delle Bande italiane che fino ad allora imitavano quelle tedesche,

quindi prive di un riferimento culturale nazionale specifico, razionalizza le famiglie stru-

mentali (ance, ottoni, percussioni) ed equilibrò l’aspetto timbrico, donando dignità arti-

stica alla categoria. Egli stesso diresse concerti bandistici con la Banda Comunale di

Roma, per dimostrare l’alto livello qualitativo che le Bande Musicali possono esprimere.

Milanese di nascita, ha studiato

pianoforte, canto corale, stru-

mentazione per banda, composi-

zione e direzione d’orchestra,

diplomandosi al Conservatorio

di Milano in Musica Corale e

direzione di Coro; al Conserva-

torio d’ Alessandria in Strumen-

tazione per Banda ; al Conserva-

torio di Torino in Composizio-

ne. Direttore di importanti com-

plessi cameristici, orchestrali e

bandistici, nazionali ed esteri, si

è particolarmente distinto nella

direzione di opere liriche e con-

certi, con particolare riguardo

nella preparazione e accompa-

gnamento di solisti e cantanti e

strumentisti di fama internazio-

nale. Esperienza pluridecennale

di Commissario in Concorsi

Nazionali ed Internazionali di

Composizione, Esecuzione e

Direzione, dove viene chiamato

spesso a svolgere le funzioni di

Presidente. Svolge un’intensa

attività di didatta(docente di

numerosi Corsi per Maestri Di-

rettori svolti su tutto il territorio

nazionale); Conferenziere

(partecipa a molteplici Seminari

di studio su Direzione, Compo-

sizione, Strumentazione, etc..);

Compositori(vincitore di con-

corsi nazionali ed internaziona-

li). Le sue composizioni, edite

dalle migliori case editrici italia-

ne ed estere, pur manifestando

spiccate tendenze al superamen-

to della tonalità e della forma,

rimangono inequivocabilmente

ancorate alla memoria della cul-

tura musicale italiana.

Page 5: Notiziario Pegaso 2011

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MICHELE PUPILLO: LA SONATA N° 12 OP. 26 di BEETHOVEN

Dedicata al Principe Carlo von Lichnowsky, fu composta nel 1801.

STRUTTURA Andante L’opera 26 in Lab è in ritmo anacrusico ed esce dai cano-ni sonatistici per entrare in quelli della forma ternaria(a-b-a) precisamente di Lied. La parte A molto cantabile è formata da 8 misure ripetute leggermente variate nei rit-mi(inizio e fine periodo). La parte B(mis. 17) viene intro-dotta in progressione e dopo 10 misure riaggancia la par-te A(mis. 27) riprendendo integralmente il tema e con-cludendo l’andante. Variazioni In numero di 5 vengono espresse secondo i canoni della variazione e cioè va-riando il tema originario con tutti gli artifici musicali-artistici(contrappunto, ritmi, armonie diverse etc…) che il compositore ritiene più opportuno utilizzare, mantenendo sempre qualche caratteristica tematica(ritmo, armonia, melodia etc…). In queste variazioni(1), comunque, si nota in Beethoven più un fraseg-giare che un’applicazione della tecnica della variazione.

(1) il tema viene trattato soprattutto nei ritmi, cellule tematiche variate, sincopi, terzine di semicrome, contrattempo, etc…)

Page 6: Notiziario Pegaso 2011

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Se mi avessero detto che la banda avrebbe

raggiunto un livello tanto alto da sfidare

anche la supremazia dell’orchestra, molto

probabilmente avrei avuto qualche perples-

sità! Il dato importante è che tale ascesa verso il più inaspettato perfezionamento è

avvenuto solo negl’ultimi vent’anni! Nonostante la progressiva

crescita di questo complesso, instabile e multiforme – tanto dal

punto di vista dell’organico, quanto del repertorio impiegato –

non va trascurato che tale processo evolutivo è stato molto lento

e, addirittura, per periodi di tempo piuttosto distesi e prolungati,

si è anche arenato dando l’impressione di volersene stare in di-

sparte, sguazzando nell’ozio e nell’apatia, abbandonando le a-

spettative di quella grande massa popolare che ha sempre visto

nella banda musicale un pratico strumento che fungesse da

“manuale d’informazione” in grado di trasmettere il cammino effettuato dalla musica nel corso del tempo e dalle diverse aree

geografiche di provenienza: chi meglio della banda avrebbe por-

tato sulle piazze i capolavori dell’opera lirica italiana o le com-

posizioni marziali che hanno tracciato un’identità che affonda le

radici in un contesto storico e sociale che ci appartiene totalmen-

te? Se da una parte ci sentiamo in dovere di riservarle tanti meri-

ti, dall’altra è pur vero che bisogna richiamarla fermamente: fino

al Dopoguerra si è limitata ad eseguire esclusivamente trascri-

zioni ed elaborazioni di brani composti originariamente per altre

formazioni, sia vocali che strumentali, e – come è già stato detto

– di opere melodrammatiche! Grazie ai primi tentativi di grandi pionieri della musica strumentale, come Hindemith, Milhaud e

Schoenberg, che hanno cominciato a produrre brani originali per

banda, la cultura si è allargata permettendo a molti esperti

(direttori, compositori e arrangiatori) di seguire questa nuova

tendenza, stimolando loro la creatività, la ricerca di linguaggi

inediti e la sperimentazione di nuovi impasti timbrici, ottenuti

per mezzo dell’impiego di strumenti musicali prima non ancora

in uso presso la banda ma, di certo, già appartenenti solo

all’orchestra. A tal proposito, nasce la Simphonic Band che pre-

senta un organico sempre più rassomigliante a quello orchestra-

le: non troviamo più la famiglia dei flicorni al completo, ma ridotta al solo flicorno basso e, in qualche caso, al soprano;

scompaiono i sassofoni dalla tessitura estrema, quali il soprano e

il basso e vengono inseriti – anche se in via eccezionale e non

negli organici stabili ma in quelli costituiti per l’occasione – il

pianoforte, l’organo e le voci umane. Sin dalla metà del XX sec.

le bande erano composte dalla stragrande maggioranza di stru-

mentisti dilettanti, però successivamente si sono ampliate grazie

all’inserimento di studenti dei Conservatori o, comunque, di

giovani che danno ampio spazio alla dedizione per la musica in

genere, sia provenienti dall’area del jazz che della pop e questo

dettaglio potrebbe spiegare, inoltre, l’abbandono di certi stru-menti e l’introduzione di altri; sarebbe il caso, perciò, di dar

merito a molti di questi ultimi – tagliati in suoni reali – se adesso

si può scrivere liberamente nelle varie tonalità e non più in quel-

le bemollizzate, che limitavano tanto lo sviluppo della tecnica

quanto quello relativo alle percezioni uditive! Fra i molteplici

lavori innovativi da esporre, meriterebbero di essere citate: Eu-

phoria di Daniele Carnevali, come puro esempio di melo-

armonia politonale – quasi da big band dukellingtoniana – e

Prelude for band di Roberto Di Marino, in cui una cascata ini-

ziale di semicrome giunge e si sofferma ad un lungo trillo sospe-

so che fa da cornice ad una cellula ritmica sincopata, eseguita dagli strumenti dal timbro virile, sia tenorile che baritonale. Se

mi è concesso, vorrei far cenno anche al mio Tantum Ergo (per

organo, coro e simphonic band) in cui il connubio tra il “sacro e

profano” crea un delicato sodalizio, a tratti intimista e ironico.

Ha contribuito allo sviluppo della moderna banda sinfonica,

recentemente denominata anche ‘orchestra di fiati’, la formazio-

ne dei direttori che, potendo usufruire di master e corsi di perfe-zionamento disseminati in diverse località italiane ed estere,

hanno modo di affinare la tecnica della direzione e della concer-

tazione. Allo scopo che la banda mantenga costante l’alto livello

raggiunto, si spera che molti di questi artisti di ultima generazio-

ne abbandonino l’uso di gesticolare vistosamente, come se do-

vessero dirigere il traffico cittadino o vendere il pesce al merca-

to, e si sforzino di trovare le strategie adeguate per poter instau-

rare un’intesa con gli esecutori, una sottile complicità che do-

vrebbe avere i suoi embrioni già durante la fase delle prove.

Analogo destino è toccato anche ai compositori, spingendoli

nella “scalata” verso un progressivo sviluppo e potenziamento delle conoscenze relative alla scoperta delle nuove possibilità

coloristiche e tecniche dei vari strumenti – dai flatterzunge agli

armonici – favorendo l’apertura verso nuovi orizzonti stilistici,

passando dal tradizionale sistema tonale, ad altri linguaggi di

ben più ampio orientamento: modale, atonale, politonale. Altro

elemento di primaria importanza, che serve tanto ai compositori

quanto ai trascrittori, è da considerarsi il frequente utilizzo di

apparecchiature elettroniche e di mezzi informatici e multime-

diali che facilitano il lavoro, offrendo loro in maniera più imme-

diata la conoscenza di impasti sonori insoliti e l’ascolto di un

tessuto armonico completo senza dover ricorrere alla tanto sof-ferta attesa della prova settimanale, come avveniva fino a poco

più di qualche ventennio fa! Vero e proprio “trampolino di lan-

cio” per pochi e opportunità di confronto per tanti altri autori,

sono i numerosi concorsi di Composizione per Banda che si

organizzano quasi tutti gli anni, al fine di aggiungere nuovi ta-

lenti alla lunga lista già esistente. Analizzando – o per meglio

dire “visionando” qua e là – partiture di vari musicisti, ho notato

un sostanziale accostamento all’orchestra e questo dimostra co-

me il valore artistico si sia trasferito mirabilmente anche nella

letteratura bandistica. Vorrei “puntare il dito”, però, al fatto che

se si vuole trattare la banda nello stesso modo in cui si tratta l’orchestra, sarebbe necessario scrivere più parti indipendenti

possibili, evitando – entro i limiti del fattibile e facendone un

uso sobrio e logico – l’abuso nel raddoppiare le voci; sarebbe

imperdonabile se tale modalità fosse giustificata dal dire, o dal

pensare, che lo si fa pi travagliàri ‘cchiù picca (come diciamo

noi siciliani) o, pè laurà püse poc, come si dice nella bassa ber-

gamasca, dove vivo ormai da molti anni! Non vorrei apparire

ulteriormente polemico se non condivido la scelta di tanti com-

positori che, alla vecchia maniera dei maestri di banda di paese,

scrivono colossali lavori sinfonici – a volte anche indiscutibili,

dal punto di vista musicale – ma questo Sturm und Drang in essi contenuto, viene talvolta dedicato alla propria innamorata e

spesso il componimento in questione ne porta perfino il nome! Il

titolo di un brano deve avere rigorosa attinenza con il resto

dell’opera e non può prescindere da ciò che essa si prefigge di

comunicare! Se l’intento è quello di mostrarsi romantici e

“sdolcinati”, è consigliabile – a parer mio, ovviamente – com-

porre un notturno per pianoforte, così da non correre il rischio di

mortificare l’intimità di un sentimento! Escludendo le opinioni

personali, poiché restano ancorate nel pensiero di chi le esprime

– e non sono poi per nulla “assolute”, – aggiungerei che tutte le

novità sono benaccette solo se contribuiscono al miglioramento, quindi, per farmi perdonare, concluderei con la celebre frase

machiavelliana: “il fine giustifica i mezzi”!

LA BANDA ALLA CONQUISTA DELLA CULTURA di Luigi Fiorentini

Page 7: Notiziario Pegaso 2011

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“PASION DE BASSOON” il nuovo CD di Antonino Cicero

Pasion de Bassoon è un piccolo originale vi-aggio musicale all'interno della musicalità latina e piazzolliana condotto attraverso l’ inedita so-norità del fagotto. Il lavoro, risultato di un anno di concerti con il Sestetto Armonia e collabora-zioni con musicisti di rango, propone l’esecuzione di brani di Piazzolla(la celebre Tri-logia del Angel) e musiche latine in genere at-traverso l'esecuzione, prima in Europa, di in u-na formazione cameristica per fagotto solista e quintetto d’ archi. Accanto al brani del sestetto il lavoro di arricchisce anche di brani eseguiti per duetti. Sono piccoli divertissements latini ese-guiti per duo di fagotti, per duo di fagotto e pia-noforte, e duo fagotto e flauto. L'evento, da rea-lizzarsi gratuitamente, prevede un concerto per

duo Fagotto e Pianoforte di brani estratti dal cd.

ANTONINO CICERO si è diplo-

mato in fagotto con il massimo

dei voti presso l’Istituto musicale

“Vincenzo Bellini ”di Catania.

Ha seguito da allievo effettivo

vari corsi di perfezionamento e

musica da camera tenuti da:

Claudio Gonella, Roberto Giaccaglia, Karl Leister, i

solisti del teatro alla Scala di Milano e Francesco

Bossone. Ha partecipato ai corsi di formazione orche-

strale di Lanciano e ha fatto parte dell’ Orchestra Gio-

vanile Italiana. Collabora con varie orchestre quali:

l’orchestra sinfonica di Savona, orchestra del teatro

Vittorio Emanuele di Messina, l’ orchestra del Teatro

lirico di Cagliari, l’orchestra della filarmonica di Oviedo

(Spagna), l’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia,

l’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

di Roma. E’ primo fagotto dell’Accademia musicale

Euterpe con la quale ha preso parte alla registrazione

di un CD per la Scomegna di Torino ed ha conseguito

numerosi primi premi Nazionali ed Internazionali. Svol-

ge un’intensa attività concertistica solistica e cameristi-

ca per Associazioni e Istituzioni Musicali. Ultimamente

ha tenuto un recital per l’auditorium RAI di Palermo

che ha riscosso consensi dalla critica. É stato premiato

in vari concorsi musicali nazionali ed internazionali

come solista e in formazione cameristica. É compo-

nente del Quintetto Ibleo con il quale a quale svolge

un’intensa attività cameristica. Tiene annualmente cor-

si di perfezionamento e master class estivi. Da qual-

che anno si è dedicato alla didattica pubblicando un

metodo basilare per piccoli allievi.

FEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionaleFEDERICO PARISI di Taormina s' impone all'attenzione nazionale La partecipazione del giovane taorminese Federico Parisi alla Tra-

smissione Ti lascio una canzone, ha suscitato grande entusiasmo

di pubblico e di critica. La sua vocalità vellutata e corposa è stata

giudicata pronta per manifestazioni più impegnative. La giovane età,

la determinazione e le capacità interpretative unitamente ad uno

spessore vocale notevole, fanno prevedere un futuro radioso nel pa-

norama della musica lirica. Un percorso di studi costante, una preparazione vocale e musica-

le, faranno di questo talento un artista che sicuramente calcherà le tavole dei grandi palco-

scenici. Federico inizia, imponendosi all’attenzione di organizzatori e talent-scout che lo invi-

tano a partecipare a spettacoli e concorsi. Manifestazioni che vince con assoluta superiorità:

Targa d'argento S. Tecla di Acireale, Primo premio Giardini Naxos, Borsa di studio Ca-

salaina Novara Sicilia, Primo premio Kiwanis Reggio Calabria. Studia da circa un anno

con il M° Gianni Venuti, che ha sempre avuto una particolare capacità nel valorizzare i suoi

allievi. Alla sua scuola si sono formati artisti che attualmente operano come solisti e come co-

risti nei grandi teatri d’Italia. (foto: Fabrizio Parisi con il M° De Amicis )

Gaetano AlicataGaetano AlicataGaetano AlicataGaetano Alicata

Page 8: Notiziario Pegaso 2011

8

Il Russian Ballet Moscow “La Corona del Balletto Russo", nasce nel 1997 e fino ad oggi è ancora uno dei migliori

balletti Internazionali. Il repertorio include soprattutto i classici del patrimonio artistico-musicale dei paesi dell’est:

Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Cenerentola, Biancaneve, Giselle, Don Chisciotte,

Carmen e Coppelia. La compagnia del Teatro si esibisce con notevoli successi su ogni palcoscenico del mondo.

Le rappresentazioni sono state seguite da milioni di spettatori soprattutto in Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Spa-

gna, Repubblica Sudafricana, Romania, Taiwan e Giappone. Basandosi sulle grandi tradizioni del balletto russo,

intende evocare le rappresentazioni più ammirate dallo spettatore moderno. Così il fine del Russian Ballet Moscow

è di far vibrare le corde dell’ anima, per renderla sempre più sensibile a un tipo di arte che ha la peculiarità di com-

muovere in un epoca che ha reso l’uomo un oggetto privo di modelli.

FONDAZIONE TEATRO LIRICO SICILIANO

RUSSIAN BALLET MOSCOW

Musiche di: P.I. Tchaikovsky

Coreografie: M. Petipa

Solisti:

Anatoly Emilianov , Anastasia Kachaeva

Il lago dei cigni, oggi forse il balletto

più famoso del mondo, continua a man-

tenere intatto tutto il suo fascino per

l´atmosfera lunare che accompagna

l´apparizione di Odette, per il doppio

ruolo di Odette-Odile, cigno bianco e

cigno nero, per l´eterna lotta fra il Bene

e il Male. La trama, decisamente ro-

mantica, racconta la storia della princi-

pessa Odette che un perfido sortilegio

del malefico mago Rothbart, a cui la

principessa ha negato il suo amore,

costringe a trascorrere le ore del giorno

sotto le sembianze di un cigno bianco.

La maledizione potrà essere sconfitta

soltanto da un giuramento d'amore. Il

principe Sigfrid si imbatte nottetempo

di Odette, se ne innamora e promette di

salvarla. Ad una festa nella reggia di

Sigfrid il mago presenta sua figlia che

ha assunto le sembianze di Odette al

principe che, convinto di trovarsi al

cospetto della sua amata, le giura eter-

no amore. A quel punto Il mago rivela

la vera identità della fanciulla e Odette,

destinata alla morte, scompare nelle

acque del lago. Sigfrid, disperato, deci-

de di seguirla: è proprio questo suo

gesto a rompere l'incantesimo consen-

tendo ai due giovani innamorati di vi-

vere per sempre felici. Un fiore

all’occhiello per il Russian Ballet Mo-

scow con le favolose e incantate musi-

che di P.I. TCajkovskij e su coreografie

di Marius Petipa.

Musiche di: P.I. Tchaikovsky

Coreografie: M. Petipa

Solisti:

Aleksander Butrimovich , Anastasia Kachaeva

Tra i Capolavori Ballettistici dell’ Otto-

cento, La Bella Addormentata rappre-

senta il massimo dell’ espressione clas-

sica, in un clima di astrazione teatrale,

con più risalto alla danza pura rispetto

alle vicende narrative. Un fiore

all’occhiello per il Russian Ballet Mo-

scow con le favolose e incantate sceno-

grafie e costumi e le stupende musiche

di P.I. TCajkovskij e su coreografie di

Marius Petipa, La bella addormentata

nel bosco è considerato uno dei più

grandi balletti della Russia imperiale.

This thrilling production is by Birmin-

gham Royal Ballet's former director Sir

Peter Wright, creator of the Company's

popular production of The Nutcracker .

Questa produzione è entusiasmante del

Russian Ballet Moscow, With its ro-

mantic finale packed with every fairyta-

le character imaginable, The Sleeping

Beauty is as engaging now as when she

first fell asleep, over a hundred years

ago.Con il suo finale romantico imballa-

to con tutti i personaggi delle fiabe che

si possa immaginare, La Bella Addor-

mentata adesso è impegnata in un futu-

ro meraviglioso, ora come prima, quan-

do si addormentò, più di cento anni fa.

The ballet is based on the classic French

fairytale by Charles Perrault: a beautiful

princess is cursed by an evil fairy, and

doomed to sleep for a hundred years --

only to be awakened by the kiss of the

handsome prince who loves her.

Musiche di: S. Prokofiev Coreografie: A. Emilianov

Solisti:

Anatoly Emilianov , Anastasia Kachaeva

Il mitico amore tra Cenerentola e il

Principe; il nascere e il fiorire dei

sentimenti umani, gli ostacoli e la

realizzazione del loro sogno. Nella

musica di Prokofiev si possono perce-

pire tutti i caratteri della dolce sogna-

trice Cenerentola, del suo timido pa-

dre, della cavillosa matrigna, delle

capricciose sorellastre, del fervido

giovane Principe, in una maniera che

lo spettatore non rimane indifferente

alle loro gioie e ai loro dolori. La dan-

za è gioiosa, vivace, frizzante, poetica

e il Balletto di Mosca ci presenta una

Cenerentola sempre più dolce e so-

gnatrice: la scarpetta scompare; al suo

posto il Principe va alla ricerca di una

fanciulla dal piede puro - che a ben

guardare è anche il punto di forza del

danzatore, dal quale trae forza, equili-

brio ed elevazione. La fanciulla, gui-

data dal ricordo della madre, intra-

prende la propria strada alla ricerca

della sua identità e dell’amore.

Cenerentola non è solamente un per-

sonaggio delle favole -diceva

Prokof’ev- E’ soprattutto una creatu-

ra che palpita, inducendo alla com-

mozione, alla tenerezza. Tutto inte-

pretato perfettamente dal famoso

“Ba l l e t t o d i Mo s ca” c r e a

un’atmosfera in cui si culla nel sogno

esoterico di una scenografia da “

Mille e una notte”….

Page 9: Notiziario Pegaso 2011

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IL BALLETTO DI MOSCA

TOUR STAGIONE INVERNALE 2011

Ha conseguito il diploma di Trombone presso il Conservatorio di Musica “F.Cilea”sotto la guida dei prof . Ge-

ria Carmelo, Michele de Luca. Nel 1997 frequenta il Corso Annuale di Perfezionamento di Trombone tenuto dal

docente Prof. Jacques Mauger a Catania. Nel 1999 frequenta a Provo (Utah) presso la Brigam Young University

la classe di trombone con il docente prof. Eugene Watts. Dopo aver partecipato a vari Stage e Master class ha

frequentato il corso di Tecnica degli ottoni presso l’Accademia di musica di Giardini Naxos, soffermandosi ai

problemi respiratori che riguardano gli ottoni. Ha partecipato al Campus Internazionale di Musica a Gallodoro

(ME) come allievo del corso di Trombone e Musica d’insieme con i docenti De Luca e Manuli. Nell’Agosto 2001 ha frequentato il

corso di perfezionamento di Trombone a Monreale (PA) sponsorizzato dalla Besson (London e il corso annuale di Tecnica degli

ottoni tenuto dal Prof. Michele De Luca ad Acireale). Tra le sue attività svolte all’estero si ricorda la partecipazione al World Music

Contest nel Luglio 1997 presso Kerkrade (Olanda), ottenendo il primo premio e medaglia d’oro al concorso mondiale di giova-ni musicisti. In Spagna partecipa al Certamen Internacional de Bandas de Musica 2001 presso la città di Valentia (Espana). E’ stato

docente ai corsi di Trombone,Tecnica degli ottoni e Principi di Alexander presso le sedi dell’ Fondazione Teatro Lirico Siciliano. Ha

studiato trombone basso a Palermo con Gianluca Gagliardi (Trombone basso del teatro Massimo di Palermo) partecipando con lo

stesso al corso e concorso del Festival Internazionale degli ottoni estate 2003. Ha suonato con l’orchestra sinfonica internazionale

giovanile “Fedele Fenaroli”, con l’ Orchestra e Coro dello Stato Ucraino, con la Symphony Orchestra Dneprpetrovsk Academic The-

atre of Opera and Ballet e con l’orchestra del Teatro dell’ Opera di Poltava, ricoprendo il ruolo di trombone basso. Ha collaborato

con l’Orchestra della Brigam Young University, l’Orchestra e Coro del Tabernacolo di Salt Lake City( Utah) USA. Attualmente è

procuratore di diverse orchestre dell’ est Europa come l’Orchestra da Camera Bielorussa di Brest, l’Orchestra da Camera Bulgara di

Gabrovo e Razgrad, l’Orchestra Sinfonica di Poltava ed altre formazioni, con le quali svolge tournee in Italia e all’estero.

ARMANDO RANDAZZO, Procuratore della “FONDAZIONE TEATRO LIRICO SICILIANO”

NOVEMBRE

20 - FERRARA - CENERENTOLA - Teatro Nuovo Ferrara

21 - PERUGIA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Morlacchi

22 - ANCONA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro delle Muse

23 - FORLI' - IL LAGO DEI CIGNI - Teatro Fabbri

24 - SAN BENEDETTO DEL TRONTO - IL LAGO DEI CIGNI - Palariviera

25 - CESENA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Bonci

27 - CONEGLIANO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Accademia

28 - FERRARA - ROMEO E GIULIETTA - Teatro Nuovo Ferrara

DICEMBRE

1 - MESTRE - ROMEO E GIULIETTA - Teatro Corso Mestre

2 - CASALMAGGIORE - LA BELLA ADDORMENTATA -

3 - SAVONA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Chiabrera

5 - PALERMO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Golden

6 - SIRACUSA - CENERENTOLA - Teatro Vasquez

7 - RAGUSA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Duemila

8 - CATANIA - LA BELLA ADDORMENTATA - Metropolitan

9 - COSENZA - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Garden Rende

11 - LIVORNO - LA BELLA ADDORMENTATA - Teatro Goldoni

Page 10: Notiziario Pegaso 2011

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BANDA MUSICALE DI CERIANA

La storia della Banda

Musicale di Ceriana

inizia con un Decreto

Regio del 1879 firmato

da Re Umberto I, che

attribuiva ad ogni pae-

se del giovane Regno

d'Italia la facoltà di

organizzare una pro-

pria banda musicale

allo scopo di diffondere la conoscenza della musica e della

teoria anche tra gli strati più bassi della popolazione, favo-

rendo pure la rapida divulgazione di canti celebrativi della

Casa Reale e di melodie unitarie. A Ceriana, nel 1882, fu

inviato il maestro Luigi Canepa di Casale Monferrato che

in circa tre anni, così come fece nei tre anni precedenti a

Pietrabruna, costituì il nuovo Corpo Bandistico di Ceriana,

che nel 1885 diventò Società Filarmonica “Federico

Verrando”, in onore di uno dei più importanti benefattori

e musicisti che ha avuto il paese negli ultimi anni del di-

ciannovesimo secolo. Il maestro Canepa si rivolse soprat-

tutto ai giovani, ottenendo ben presto, un ottimo risultato;

egli percepiva dallo Stato un compenso assai modesto,

tuttavia il calore umano del paese e la generosità dei suoi

allievi gli facilitarono la permanenza, anzi gliela resero

particolarmente felice; essendo egli persona amabilissima,

ogni allievo si prodigava per lui, offrendogli prodotti agri-

coli, primizie stagionali, una camera per dormire gratuita

ed un pasto caldo per la sera. Non è dato a sapere in quale

località si recò dopo la sosta cerianese, ma si sa con cer-

tezza che lasciò Ceriana malvolentieri ed in provincia di

Porto Maurizio molti erano i comuni che lo attendevano; si

sa che ritornò ancora qualche volta in paese, per risentire

la sua Banda. Alla partenza del Canepa, com’è detto in

precedenza, il complesso musicale di Ceriana trovò in Fe-

derico Verrando il suo naturale successore: persona sensi-

bile ed appassionata che amava la musica ed aveva possi-

bilità finanziarie tali da poter aiutare i musicisti cerianesi a

crescere professionalmente e tecnicamente; così dedicò la

sua vita a questa missione; aiutò i giovani allievi non solo

attraverso i suoi corsi di pratica e teoria musicale, ma an-

che con generosi investimenti di denaro per l’acquisto de-

gli strumenti musicali, spese che lo portarono alla rovina.

Alla fine del secolo, ormai ridotto in povertà, lasciò il pae-

se di Ceriana per la città di Genova, affidando a validi suc-

cessori, i suoi allievi che mai hanno smesso di mostrargli

riconoscenza. La Banda Musicale di Ceriana, magari a fasi

alterne, è giunta ormai al suo terzo secolo di vita ed è bello

ricordare a distanza di anni l’uomo che ha reso possibile la

sua fondazione e la sua crescita: Canepa, un piemontese

che a Ceriana ha contribuito alla formazione di tanti bravi

musicisti, ma anche di conoscere i sacrifici e le fatiche che

un uomo appassionato di musica, Verrando, ha sostenuto a

favore della maturazione e dell'affermazione della giovane

Banda Musicale; per lungo tempo essa ha portato proprio

il suo nome a testimonianza della sua generosità e capacità

professionale. A conclusione del secondo conflitto mon-

diale, Ceriana, come tutti gli altri paesi dell'entroterra ligu-

re, avvia la ricostruzione, un processo duro di sacrifici e di

lavoro, appesantito dalla perdita di molte giovani vite e

dalle condizioni precarie in cui versava il paese, in conse-

guenza dell'esplosione della galleria sulla strada provincia-

le. Anche la Banda Musicale riprende la sua normale atti-

vità, diventando uno dei simboli più concreti della rinasci-

ta del paese: Ceriana ha ritrovato finalmente la sua banda e

la banda ha ritrovato un paese ferito, ma per niente rasse-

gnato al suo difficile presente. Nell’immediato dopoguerra

si sono succeduti sul podio diversi direttori: Gio Batta

Martini, Francesco Crespi, Giovanni Battista Rebaudo ed il Prof. Salvatore Scordari, Prima Tromba del Teatro

“Carlo Felice” di Genova. Dal 1952 al 1989 è direttore

della Banda Musicale di Ceriana Giovanni Ferrari, mae-

stro di musica, ma anche organista, nonché fondatore della

Schola Cantorum Parrocchiale, uno degli uomini che ha

fornito un contributo essenziale per l'affermazione del

complesso musicale e per la formazione dei nuovi compo-

nenti; la competenza e la professionalità di questo musici-

sta sono dimostrate da più elementi: la grande sensibilità,

la preparazione teorica, l'attenzione e la valorizzazione dei

giovani. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1989, il

complesso bandistico ha scelto come direttore Antonio

Crespi, Primo Clarinetto ed anch’egli valido insegnante e

valorizzatore di giovani talenti. Dal dicembre del 1992

sino alla fine del 2008 il complesso bandistico, composto

da 25 elementi, è stato diretto dal prof. Lorenzo Lupi che,

lasciando l’incarico, ha designato come suo successore

l’attuale direttore prof. Angelo Caviglia. Il nuovo Maestro

ha saputo, nello spazio di pochi mesi, accattivarsi la sim-

patia di tutti i componenti, grazie alla sua professionalità,

all'entusiasmo ed al carisma, che li ha pienamente coinvol-

ti. Frequenti sono le occasioni nelle quali è possibile ascol-

tare il complesso cerianese, che prende parte a tutte le

principali ricorrenze civili e religiose, rendendo ogni festa

più allegra e spensierata. Nelle serate del 29 giugno e

dell’8 settembre di ogni anno propone due interessantissi-

mi concerti in Piazza Marconi, durante i quali è possibile

apprezzare il vasto repertorio della banda ed applaudire le

capacità dei suoi solisti. La forza di questo importante

complesso risiede in parte nella validità di tutti gli elemen-

ti e, in parte, dall'incredibile coesione dell'insieme che na-

sce anche dal forte legame che unisce i più giovani ed ine-

sperti ai componenti più maturi. La lunga tradizione della

Banda Musicale di Ceriana è alimentata dall'arrivo di nuo-

vi esecutori e dalla presenza di un "vivaio" sempre ricco e

prolifico, perché il ricambio generazionale è in effetti ga-

rantito dai giovani e dalla loro capacità di assimilare i pre-

ziosi consigli dei loro insegnanti, bandisti come loro. Il

repertorio tocca gli autori e gli stili più disparati, riuscendo

così a conquistare l'interesse di un pubblico variegato per

età e cultura; i tradizionali pezzi bandistici sono alternati a

brani del repertorio lirico e sinfonico, ai canti popolari ma

anche a fantasie musicali ispirate ad autori della musica

leggera contemporanea: è una proposta varia ed intrigante

in grado di appassionare ogni ascoltatore.

Page 11: Notiziario Pegaso 2011

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QUARTETTO DI SASSOFONI ARCADIA

Il Quartetto di Sassofoni ARCADIA, composto da: Gianfranco Brundo – sax soprano, Corrado La Marca – sax alto, Salvatore Cutrò – sax tenore e Carmelo Ricciardi – sax baritono nasce nel 95. Nel gruppo con-fluiscono le diverse esperienze didattiche ed artistiche dei quattro sassofonisti che lo com-pongono, ovvero: studi con sassofonisti di chiara fama mondiale (D. Deffayet, J.M. Londeix, I. Roth, A. Bornkamp, J. Y. Four-meau); esibizioni in importanti manifestazio-ni musicali (I Masterclass Mondiale del Sassofono- Svezia ’ 9 2, X Festival Mon-diale del Sassofono- Pesaro ’ 92); collabo-razioni con importanti orchestre ed istituzioni musicali (“Teatro San Carlo ” di Napoli, “Teatro Massimo Bellini ” di Palermo, Or-chestra Sinfonica dell ’ Ente Lirico “G. P. da Palestrina ” di Cagliari, Teatro Massi-mo “Bellini ” di Catania) sotto la guida di direttori quali M. Rostropovich, G. Pretre, G.Ferro, Y. Talmi, C. Pascal, W. Barkymer, G. Garbarino, M. Rota, N. Carthy , D. Gar-forth. Con questo ricco bagaglio di esperien-ze individuali, il Quartetto Arcadia ha intra-preso un ’ intensa attività concertistica che lo ha portato ad esibirsi in diverse città italiane e straniere (Siracusa, Palermo, Napoli, Mi-

lano, Messina, Cagliari, Cosenza, Caltanis-setta, Sassari, Milano, Catania, Taormina, Ragusa, Sorrento, Ravello, Trapani, Enna, Stresa, Valencia, Montreal), in prestigiosi teatri e per importanti associazioni musicali quali l ’ Associazione Siciliana Amici della Musica di Palermo, l’ A utunno Musicale di Taormina, i Concerti del Teatro Massimo di Palermo, l ’ Associazione Spazio-Musica di Cagliari, il Centro di musica antica Pietà de ’ Turchini di Napoli, il Festival di Sor-rento. Premiato in concorsi di esecuzione ca-meristica e di musica contemporanea nazio-nali ed internazionali, il gruppo ha rappresen-tato l ’ Italia all ’ XI ,XII e XIV Festival Mon-diale del Sassofono tenutisi rispettivamente a Valencia (Spagna) e a Montreal (Canada) e a Lubiana (Slovenia). Dedicatario di composi-zioni di compositori quali Franco Oppo, De-rek Healey, Luca Signorini, Giuseppe Rat-ti, Davide Summaria, Giacomo Vitale, Ser-gio Pallante, Patrizio Marrone, Marcello Pusceddu, Gabriele Verdinelli, Antonello Doro, Gianfranco Gioia. Nel 2006 il Quartet-to ha inciso un CD di musica contemporanea “XXI-Italian Works from the 21st cen-tury ” per l ’ etichetta “SpazioMusica ” di Cagliari. Dal 2007 il Quartetto organizza il fe-stival di musica sacra “In domum Domini ibi-mus ” dedicato alla Cattedrale di Noto, e giunto quest ’ anno alla sua terza edizione. E ’ inoltre ideatore e organizzatore del I Concorso di Composizione “In domum Domi-ni ibimus ” che dal prossimo anno vedrà ci-mentarsi giovani compositori nel-la produzione di nuova musica sacra espres-samente dedicata alla Cattedrale di Noto.

Page 12: Notiziario Pegaso 2011

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IL MIO AMICO MINO REITANO di Antonio Tiralongo

...IL MIO AMICO MINO REITANO CANTAVA CON I BEATLES E NON LO SAPEVA...

Quando ho contattato l’amico Anto-

nio per chiedere se voleva inserire

sul notiziario un articolo che ricor-

dasse ed onorasse la memoria del

grande Mino Reitano, non pensavo

mi avrebbe inviato un libro con te-

sti, citazioni, memorie e soprattutto

foto che avrebbero sancito la sua grande amicia col cantante.

Antonio è un sovrintendente della polizia di stato in pensione.

Conobbe “Mino” nel 1968 quando si trasferì con la famiglia a

San Damiano (paesino attiguo a Monza). Ha lavorato col can-

tante calabrese come tecnico del suono e delle luci. Ha parteci-

pato a concorsi letterari conseguendo successi di pubblico e di

critica e con “Città di San Gaudenzio” la menzione d’onore.”

***********************

Le testimonianze di Antonio: “...Ho girato con Mino buona

parte dell’ Italia e alcune città all’estero per cinque anni circa,

avendo avuto, così, modo di conoscere parecchi artisti tra cui

il paroliere Luciano Beretta, autore di tanti successi di Celen-

tano, Toni Santagata, Paolo Mengoli, e suc-

cessivamente Enrico Musiani, Maurizio

Vandelli, Luciano Virgili, Mario Tessuto e

Gianni Morandi. Nel maggio 2007 l’amico

Gegè Reitano mi comunicava che il fratello

Mino stava molto male ed era stato operato

a causa di un tumore allo stomaco. Io inco-

raggiai Mino con le mie telefonate, proprio

come lui aveva fatto con me. Poi a settembre

incominciò la chemioterapia che lo spezzava

in due provocandogli una forte debolezza fisica e mancanza di

appetito. Nel marzo 2008 sono andato a fargli visita a casa. Ci

siamo abbracciati e ci siamo scambiati alcune confidenze del

nostro passato. Gli mostrai le bozze del mio nuovo libro I miei

amici artisti dove a lui avevo dedicato cinque pagine con delle

foto. Dopo averlo sfogliato trattenendosi qua e là a leggere

qualche brano, mi rilasciò una sua testimonianza che è servita

da introduzione al libro. Questo fu il nostro ultimo incontro. La

notizia della morte di Mino mi pervenne da suo fratello Gegè

verso le ore 21,30 del 27 gennaio 2009. L’indomani sera sono

partito da Catania Fontanarossa diretto a Milano Linate, per

dare l’ultimo saluto all’amico Mino e partecipare al suo fune-

rale. Quel triste pomeriggio del 29 gennaio la chiesa di

Sant’Eusebio ad Agrate Brianza era gremita di gente e di per-

sonaggi famosi del mondo dello spettacolo, mentre l’intero

paese nella piazza antistante tributava affranto per la prema-

tura scomparsa del suo celebre e tanto amato cantante un com-

mosso omaggio…” “... Ho conosciuto Mino nel 1968. In Italia

si era affermato l’anno precedente al Festival di Sanremo con

la canzone “Non prego per me” di Lucio Battisti. In Germania

aveva cantato con il gruppo The Quarrymen divenuti in futuro

i Beatles, allora non ancora affermati. Solo dopo la loro affer-

mazione Mino si è reso conto di aver cantato con il famosissi-

mo complesso. Al Cantagiro del

’68 vinse nel girone B con “Avevo

un cuore che ti amava tanto”. Ho

visto nascere un personaggio con

le sue prime canzoni di successo,

presente ai primi posti delle classi-

fiche discografiche con “Una chi-

tarra cento illusioni”. Ha partecipato

a otto edizioni di Canzonissima. In una

delle tante serate cantò “Gente di Fiu-

mara”, canzone scritta da Reitano e

dal nostro comune amico il paroliere

Luciano Beretta che ha collaborato

con Mino a “Il tempo delle mo-

re” (canzone vincitrice al Disco per l’estate del 1971), “Canne

al vento”, “Una ragione di più” e tante altre ancora. E’ bello

ricordare il passato di quegli anni d’oro, gli anni 60 e 70, con

l’amico Beniamino e la sua famiglia. Allora io ero un ragazzi-

no adottato per modo di dire dalla famiglia Reitano di cui face-

va parte Valentino, fratello di Mino, quasi mio coetaneo e com-

pagno nei momenti di svago. Era il tempo quando giravamo in

lungo e in largo per l’Italia e qualche volta ci si recava anche

all’estero…” “... Durante le tournée: quando Mino si trovava

in camerino prima dello spettacolo e gli occorreva qualcosa da

prendere al bar o altro, mi chiamava e con particolare finezza

mi diceva che cosa desiderava. Era nella sua natura dimostra-

re grande delicatezza. Curava molto la sua persona e prima

dello spettacolo non aveva un capello fuori posto. Preparava

anche la sua voce con dei vocalizzi molto acuti: “cchi! cchi!

cchi! occhey! occhey! ssi! ssi“... Nel novembre 1973 mi trova-

vo a Bologna per seguire un corso di specializzazione di polizi-

a ferroviaria della durata di sei mesi quando ricevetti una tele-

fonata da parte di Gegè, fratello di Mino, il quale mi comuni-

cava che alla fine di quella settimana doveva accompagnare

suo fratello a Roma per la registrazione televisiva di una pun-

tata di Canzonissima. Dopo un attimo di esitazione, mi disse:

“Visto che tu sei a Bologna , perché non vieni a trovarci a Ro-

ma?”. Ne parlai con il comandante della scuola che mi diede

un permesso di quarantott’ore, a condizione però che al mio

ritorno gli avrei portato un disco di Mino con la dedica. Parlai

di questa richiesta a Mino e così ho potuto portare al capitano

il 45 giri che aveva per titolo “Stasera non si ride e non si bal-

la”. Veniamo al viaggio. Partito dalla stazione centrale di Bo-

logna di notte, sono arrivato a Roma in mattinata. Ho preso un

taxi che mi portò davanti al Teatro delle Vittorie. All’ingresso

c’era una guardia giurata. Ho chiesto di chiamare il signor

Gegè Reitano, che poco dopo mi veniva incontro accompa-

gnandomi in Studio. Ho fatto in tempo ad assistere a tutte le

prove dei cantanti in gara. Ricordo che c’erano Peppino di

Capri, Gigliola Cinguetti, Gilda Giuliani e altri. Verso le 14

siamo andati tutti, compreso il presentatore Pippo Baudo,

Giancarlo Guardabassi e il regista Romolo Siena, al ristoran-

te che si trovava a fianco del teatro. La sera mi sono seduto in

sala con il pubblico per assistere alla registrazione della tra-

smissione che sarebbe stata trasmessa domenica sera. Termi-

nato tutto, ho salutato i miei amici recandomi alla stazione

Termini ed ho viaggiato tutta la notte per Bologna. Ho avuto

poi modo in caserma di vedere il programma in televisione. Un

ricordo di altri bei momenti trascorsi accanto al mio amico

fraterno Reitano. Un altro bel ricordo mi porta a Saint-Vincent

durante lo svolgimento di “Un disco per l’estate” in cui Mino

partecipò con la canzone “Cento colpi

alla tua porta”…” “... Era il 1970. Una

ventina di giorni prima del matrimonio

Mino mi chiamò a casa sua perché aveva

una proposta da farmi. “Antonio, - mi

Page 13: Notiziario Pegaso 2011

13

...UN CUORE GRANDE - UNA CANZONE DA SEMPRE...

disse – ho pensato una cosa. Visto che tu fai

parte degli agenti della pubblica sicurezza, chi

meglio di te può organizzare un servizio

d’ordine per il giorno del mio matrimonio? Ho

già scelto dieci persone di mia fiducia e tu da-

rai le direttive per la sicurezza mia e di Patri-

zia. Poi mi consegnò una fascia gialla da in-

dossare sul braccio sinistro con la scritta

“servizio organizzativo”. Nello stesso tempo mi consegnò la

sua partecipazione di nozze. Arrivato il 9 marzo, giorno tanto

atteso da tutti, alcuni negozi hanno abbassato le serrande; le

scuole erano presenti come per una festa patronale del paese.

Agrate Brianza era gremita di gente e tutta la zona era blocca-

ta. Il servizio organizzato per la sicurezza degli sposi funzionò

perfettamente sia in chiesa che al ristorante della Mini Italia a

Capriate, dove tutti gli invitati erano arrivati con il pullman

messo a disposizione dalla famiglia Reitano. Tutti i convenuti

erano muniti di pass per accedere nelle sale di ricevimento. Sui

tavolini vi erano delle bandierine italiane. Qualche giorno

dopo, Mino e Patrizia sono partiti per il viaggio di nozze in

Australia da Milano Linate. Quel giorno ad accompagnarli

c’ero anch’io assieme al fratello Gegè, il papà di Patrizia, il

signor Vergola. Lì io conoscevo

tutti i miei colleghi poliziotti a cui

chiesi se potevamo entrare fin

sotto l’aereo. La richiesta venne

accettata. Dentro lo scalo c’era

Vincenzino Farsaperla, il fotogra-

fo che lavorava per un giornale,

fotografo personale di Adriano

Celentano. Decollato l’aereo sia-

mo ritornati a Agrate Brianza…” “... Ricordo di avere trascor-

so l’ultimo giorno dell’anno 1981 a casa di Mino. Ero andato

con mia moglie Cettina e mia figlia Catia. Abbiamo trascorso

una bella nottata assieme a tutta la famiglia Reitano. Poi a

luglio è arrivato il trasferimento e non c’è stata altra occasio-

ne come questa…” “... Passavano gli anni, io a Noto e Mino

ad Agrate Brianza. Io ogni giorno mi recavo alla stazione fer-

roviaria di Siracusa e Mino sempre più impegnato man mano

che cresceva il suo successo. Mi venivano in mente frequente-

mente i momenti trascorsi assieme quando registravamo la

trasmissione per Radio Brugherio. Ci scrivevamo, ci telefona-

vamo, ma mi mancava la sua presenza fisica…” “...

L’occasione però si presentò il 21 maggio 2002 quando ci sia-

mo incontrati a Catania, lui con la sua splendida famiglia, io

con mia figlia Catia che non ha più dimenticato quella sera.

Ricordo che Mino parlò di me in trasmissione. Quando ci rive-

demmo dietro le quinte nel suo camerino mi disse che aveva

citato il mio nome rivolgendosi al pubblico…” “... Mino, come

tutti sanno, era un altruista. Lavorava sempre con l’idea di far

lavorare soprattutto i suoi dipendenti. Non voleva lasciare a

casa nessuno, perché diceva che dovevano sostenere la fami-

glia…” “... Ricordo, quando lavoravo per lui nel 1972, le sue

parole: “Antonio, ti do lo stesso

consiglio che ho dato ai miei fra-

telli di trovarti un posto sicuro.

Poi quando hai del tempo libero

puoi venire con me, perché se io

dovessi smettere di cantare, tu

cosa fai?”. Poco dopo mi arruolai

in polizia e fui destinato alla scuo-

la allievi di Vicenza. Quando mi

sono di nuovo incontrato con Mi-

no, mi disse: “Ti avevo detto di

trovarti un posto sicuro, ma tu ti

sei trovato un lavoro che

t’impegna 24 ore su 24 che non ti permetterà di poter venire

con me nei miei concerti”….” “... Tornando alla malattia, il

mio grandissimo amico Mino era molto speranzoso per la sua

guarigione. Quando ci siamo sentiti, mi pare alla fine d’agosto

o ai primi di settembre 2008, mi disse per telefono:”Caro An-

tonio, mi trovo al policlinico di Monza ed ho fatto gli esami. I

dottori tramite i risultati decideranno se intervenire o meno”.

Io gli risposi: “Mino, poi ci sentiamo fra una settimana, così

mi aggiornerai sui risultati delle analisi”. Lui replicò dicendo:

“Antonio, non ti preoccupare, io ho molta fiducia nei medici

che mi stanno seguendo, sono molto bravi e risolveranno tutto.

Stai tranquillo”. Io gli risposi: “Mino, auguri e buona fortuna!

Ci risentiamo presto…”

********************

Beniamino Reitano, noto come Mino, nasce a Fiumara(rc) il

07.12.44 e si spegne ad Agate Brianza il 27.12.2009. Cantauto-

re, compositore e attore, è stato conosciuto soprattutto per la

sua debordante vitalità e per la simpatica esuberanza delle sue

esibizioni. Icona della musica nazional-popolare italiana, le sue

canzoni hanno avuto come tema portante l’amore, il meridione

e l’emigrante. Il libro di Antonio Tiralongo, da cui sono tratte

le testimonianze e le foto è edito dal “Cenacolo Accademico

Europeo - Poeti nella Società” .

Prendendo spunto dal testo in-

viatomi dallo scrittore, ho cerca-

to di inserire le sue testimonian-

ze più rilevanti che hanno carat-

terizzato l’amicizia profonda e

sincera non solo tra l’autore ed il

cantante, ma anche tra le fami-

glie dei singoli. Una amicizia

forte e duratura che ha avuto un

peso importante anche nelle loro vite.

FOTO Pag.12, 1^ colonna: Mino, Antonio e Patrizia;

Pag.12, 1^ colonna: Antonio e Mino;

Pag.12, 1^ colonna: Antonio e Mino;

Pag.12, 2^ colonna: il complesso Reitano;

Pag.12, 2^ colonna: Mino e Antonio nello studio;

Pag.13, 1^colonna:Mino Reitano;

Pag.13, 1^ colonna: Mino, Antonio e Patrizia nel giorno delle nozze;

Pag.13, 1^ colonna: Mino e Mike Bongiorno;

Pag.13, 2^ colonna: gli sposi partono in viaggio di nozze;

Pag.13, 2^ colonna: Antonio e Mino;

Pag.13, 2^ colonna: Antonio e Mino

DA RICORDARE Al funerale sono intervenuti personalità del mondo dello spettacolo, si

citano: Memo Remigi, Paolo Mengoli,

Gianni Morandi, Adriano Celentano con

la moglie Claudia, Mario Lavezzi, Little

Tony, Mario Tessuto, Nicola Di Bari,

Luisa Corna, Roby Facchinetti dei Pooh,

Shell Shapiro dei Rokes, Mario Luzzato

Fegiz, Mike Bongiorno, Valerio Merola..

...poi d'improvviso un miracolo tante persone mi applaudono i fari sul palco si accendono...

Page 14: Notiziario Pegaso 2011

14

“UOMINI LIBERI” di Maria Giovanna Mirano

Edito dalla casa editrice Ibi-

skos di Alessandra Ulivieri,

è Il primo romanzo in Italia

ad avere come sfondo della

narrazione il dramma

dell'immigrazione clande-

stina.

Tra la gente che incontriamo

durante i nostri percorsi giornalieri, tanti volti

appartengono a mondi diversi. Ci siamo mai

chiesti cosa c’è dietro quei mesti sguardi? Pur-

troppo no@! Non sempre lo facciamo. Maria

Giovanna MIRANO, nel suo romanzo Uomini

Liberi, ha provato a spiegare il dramma di colo-

ro che affidano ad una banda d’efferati traffi-

canti il proprio sogno: vivere una vita da

“Uomini Liberi”. Un sogno, però, che inizia ad

infrangersi già tra le onde del mare durante la

loro traversata, conclusasi con un naufragio. Il

tempestivo intervento dei carabinieri, guidati dal

capitano Francesco Rallo, salva la vita a molti

clandestini. Tra i quali il piccolo Yusuf e Farid.

Iniziano da lì, le indagini della squadra dei cara-

binieri impegnati nell’operazione Uomini Liberi”,

che mira a debellare una vasta organizzazione

malavitosa che, oltre al traffico di clandestini,

gestisce altri affari illeciti. Un intreccio di storie

che coinvolgerà Yusuf, Farid, Noa, Alì, Marta e

Francesco, principali protagonisti del romanzo,

che hanno in comune lo stesso desiderio: rea-

lizzare ciascuno il proprio sogno. Nella vita, pe-

rò, non tutti i sogni riescono ad avverarsi. Poco

importa. L’importante è non arrendersi. Come

dice Marta @se smettiamo di sognare abbiamo

già finito di vivere. Sono i sogni che ci danno la

forza di andare avanti. Quando si infrangono

contro il muro dell’amara realtà, non dobbiamo

scoraggiarci. In quel caso, bisogna ricorrere a

quello di riserva. Io mi ripeto sempre, che alla

fine dovremo pur riuscire a realizzarne almeno

uno! Le onde del mare s’infrangono una dietro

l’altra, eppure il mare non si esaurisce mai! I

sogni svaniscono uno dietro l’altro, ma il cuore

non smette mai di sognare! Questo romanzo

travolgente sin dalle prime pagine, pervaso da

una profonda tensione sociale, scritto con gran-

de sensibilità, timidezza e delicatezza dei senti-

menti umani, fa emergere l’immagine

dell’immigrato come un fenomeno difficile e

complesso, che richiede forza e decisione

nell’essere affrontato.

*************************** Maria Giovanna Mirano, nata a

Noto, ha studiato presso l’ uni-

versità di Palermo. Autrice di

grande spessore, sensibile ed

altruista, le sue opere sono pub-

blicate anche dalla casa editrice

“Dario Flaccovio Editore”.

Maria Giovanna Mirano (figlia del mio grandissimo amico Salvatore, scomparso circa un an-

no fa), opera soprattutto a Noto dove svolge attività letterarie e artistiche. Le sue opere, adotta-

te in istituti secondari di 1° e 2° grado, vengono presentate dalla stessa autrice in forma di con-

ferenza. Dopo aver letto tutto d’un fiato, come raramente mi capita, la sua opera Uomini Libe-

ri, posso dire che il saggio non è scritto in modo approssimativo, ma, al contrario, riesce ad es-

sere avvincente e appassionante. L’Opera, non solo è sapientemente scritta, ma è stata anche

una piacevole sorpresa sotto tanti e diversi punti di vista. Ne consiglio caldamente la lettura, e

spero che abbia una distribuzione più ampia nelle librerie, come merita. Gaetano Alicata EditoreGaetano Alicata EditoreGaetano Alicata EditoreGaetano Alicata Editore

A CURA DEL DIRETTORE RESPONSABILE

CULTURA

Page 15: Notiziario Pegaso 2011

15

“DOVE HO MESSO IL VIOLINO” di Enzo Ferro

2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del 2° Premio alla 1^ Edizione del

Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale Premio Letterario Internazionale

“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”“Città di Martinsicuro”

Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-Breve romanzo dal sapore adolescenziale, intri-so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo so di venature intimistiche e tratteggiate dallo

scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-scorrere delle pagine di un diario, Dove ho messo il violi-no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico no riesce a farci partecipi delle intense emozioni del critico momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin momento di vita attraversato dalla protagonista. Fin dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-dall’inizio l’autore, Vincenzo Ferro, ci fa entrare nel dram-ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di ma di Nicoletta, ragazzina oppressa da un oscuro senso di colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-colpa, da una contorta rabbia, da un sordo e lacerante do-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-lore, la cui natura verrà a chiarirsi solo nel corso del rac-conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e conto. “Parlerei di mia mamma, della sua forza ostinata e delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui delle sue nascoste lacrime; di mio padre e del giorno in cui è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-è andato via, un minuscolo punto di un tempo quasi infi-nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, nito che riesce a sovrastarmi e a condizionarmi.” Nicoletta, liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come liceale giovane e intelligente ma egoista e viziata, o, come si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, si definisce lei stessa, “eterna egoista, capricciosa monella”, dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di dovrà crescere, aprirsi al mondo passando per il cambio di scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, scuola, l’incontro con nuovi e sinceri amici, l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter l’innamoramento e la riscoperta della madre, per poter affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-affrontare quel fantasma che la tormenta e quella mutila-zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, zione che è tanto nel fisico quanto nell’anima. L’autore, con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-con una scrittura caratterizzata da vivide pennellate di u-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-manità, sa delineare chiaramente i personaggi, realizzando-

li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno li in profili che trasudano vitalità. Attorno alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti alla protagonista emergono importanti figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-figure: la madre, toccante donna che af-fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli fronta i dolori in silenzio, donandosi agli altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione altri ma sapendo distinguere con decisione le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso le situazioni; il padre, che, qual doloroso ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad ricordo, aleggia nell’aria come un mito, per poi tornare ad essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-essere umano e ricompreso alla luce dei suoi errori; i com-pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e pagni di scuola, prima tra tutti Veronica, amica autentica e generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico generosa; e Roberto, che, a partire da un primo magnetico incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-incontro, rivela a Nicoletta la potenza dell’amore, in quan-to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione to dono e desiderio. Non da ultimo il violino, espressione della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-della virtù di Nicoletta ma altresì del suo rimorso: un violi-no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e no che è reso muto, ma poi viene riscoperto alla vita e riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-riprende a diffondere la propria voce di soprano. La pro-tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza tagonista saprà crescere grazie a una presa di coscienza sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto sempre più profonda, grazie a uno sguardo rivolto all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-all’esterno in maniera sempre più limpida e matura. Riu-scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, scirà a instaurare un dialogo con il mondo che la circonda, fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà fuggendo dal silenzio annichilente della sofferenza; potrà così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, così dire “Nicoletta nasce dalla cenere. Una nuova fenice”, imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché imparando a leggere il lato positivo dell’esistenza, “perché in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la in ogni situazione ci sarà sempre qualcosa che ti darà la spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.spinta per andare avanti e poter sorridere, prima o poi”.

Francesca OrtolanFrancesca OrtolanFrancesca OrtolanFrancesca Ortolan

“LA RELAZIONE” di Corrado Calvo

“...Un’opera in cui si va talmente in profondità nell’io del protagonista e nel mondo che lo circonda, che davvero

non occorre fare nessuno sforzo d’immaginazione, ma soltanto lasciarsi prendere dal ritmo del racconto”…

(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)(Roselina Salemi giornalista e scrittrice)

Titolo: Scelto per la sua natura polisemica, il titolo “La relazione” si presta bene a interpretare una storia semplice nel suo svolgimento, ma policroma nei diversi piani di lettura di cui è caricata. Quindi è da intendere nelle diverse accezioni: come rapporto sentimentale più o meno lecito fra due persone, come rapporto interpersonale allargato a una moltitudine di soggetti, e come resoconto di una storia, di accadimenti e di fatti politici e sociali, relazionati fra di loro, così come incidono sull’esistenza individuale e collettiva. Pertanto risulta onnicomprensivo delle aspet-tative del nostro tempo, delle conoscenze e delle speranze di un soggetto e di una generazione, dell’ansia e delle

risposte che una società elabora all’interno delle proprie dinamiche. Tempo e Luogo Dell’azione: La Sicilia orientale alla fine degli anni sessanta, quando nel nostro Paese si verificano fermenti socio-culturali e politici significativi, destinati a cambiare il volto della società italiana e non solo isolana. Riferimenti ai fatti di Avola, alla con-testazione universitaria, alla strage di Piazza Fontana, ai moti di Reggio: una cornice storicamente reale vissuta attraverso le maglie della “Relazione”.

PROFILO DELL’AUTORE

Corrado Calvo, docente di storia e filosofia, autore di racconti, saggi critici, recensioni, prefazioni e reportages, è stato

l’ideatore e il presidente delle quattro edizioni del Premio letterario “Il Racconto”, che ha fatto

conoscere al grande pubblico un’agguerrita schiera di giovani scrittori e ha richiamato nella

città di Rosolini presidenti di Giuria come Adele Cambria, Mario Petrina, Vincenzo Consolo e

Silvana La Spina. Ha collaborato con Il Corriere dei due mari, Il Corriere Elorino, Buone notizie,

La Sicilia, Il Gazzettino del SudEst, occupandosi in genere della terza pagina con servizi e studi

su autori come Brancati, Moravia, Giuseppe Fava, Roselina Salemi, Umberto Eco, Patricia Hi-

ghsmith, D. H. Lawrence. Vive ed insegna a Rosolini (SR). “La relazione” è la sua ultima opera.

Page 16: Notiziario Pegaso 2011

16

Neoanacronismi d'autore a' fimminina di Francesco D’Isa

Il mito della donna resi-

stente resiste da più di

sessant'anni, in Italia,

collegandosi al più vasto

fenomeno della Resisten-

za partigiana. Negli anni

Settanta il mito ha avuto

un notevole rinforzo an-

corandosi a movimenti

oltranzisti di protesta emancipativa femminile, ancora una

volta connettibili ai movimenti di più ampia diffusione

politica, spesso devianti - o anche deviati ad arte - verso

forme di protesta eversiva, finanche terroristica. Fra queste

due svolte epocali, in cui come detto la situazione-donna si

innestava in canali di più ampia manifestazione di disagio

sociale e speranza di liberazione di tipologia più meramen-

te intersessista - anzi, per certi aspetti, cavalcandone gli

sviluppi storici - e diffusamente "umana", gli anni Cin-

quanta e Sessanta, prima, gli anni Ottanta, Novanta e i pri-

mi scampoli del Duemila, poi, ne hanno in qualche modo

attenuato solo apparentemente la forza. Probabilmente,

invece, sono stati proprio questi anni di apparente o forse

provato disimpegno che hanno fortificato l'istanza femmi-

nile a un movimento che prescindesse da una protesta

strutturata generalmente come una sorta di dogmaticità,

convertendola a più linee comportamentali e concettuali

manifestanti un proposito liberatorio a tutto campo e non

solo politico. Per certi aspetti sembra che gli anni dell'im-

mediato dopoguerra abbiano visto funzionalizzarsi un es-

sere umano, specie nella dimensione italiana e più in gene-

rale di quei paesi usciti con le ossa rotte dal conflitto mon-

diale, in particolare un essere donna che sapesse attiva-

mente contribuire alla ricostruzione sociale e politica dei

paesi in questione, attingendo fondamentalmente alla pro-

pria femminilità a tutto campo. Ferma restando una note-

vole dose di tragica autoironia - il cui modello è ben ravvi-

sabile nell'Anna Magnani di "Roma città aperta" ma an-

che, per rimanere nella dimensione cinematografica neore-

alistica e postneorealistica italiana, nelle donne, anzi nelle

"femmine", di Fellini o Lattuada o nella Mangano di "Riso

amaro" di Giuseppe De Santis, come nelle prime versioni

della donna concettuale emergente dalle pellicole esor-

dienti di Michelangelo Antonioni, in particolare nei ritratti

di Monica Vitti e Lucia Bosé, con l'Alida Valli strepitosa

interprete del viscontiano "Senso" a fare da tragicomico

trait d'union -, che fosse tragica, tragicomica, o già comi-

camente anticipatrice dello straripante riproporsi comico

della stessa Vitti dei primi anni Settanta e della Mariangela

Melato degli stessi anni, la donna riusciva a perdere in

quegli anni lo stereotipo della sensualità fine a sé stessa,

cui l'aveva sottoposta la com-

media classica prebellica, per

riproporre una sensualità più

complessa, matura, ironica e

non iconica. Compresi i paral-

leli tentativi di reimposizione

degli stilemi classici, ormai

volgarizzati, che riconducevano il ruolo della donna a

quello della "femmina", ma senza il senso di straniamento

di cui s'è tentato di dire finora, del cinema e di tutta una

sottocultura di genere dei medesimi anni della lotta fem-

minista. Questi tentativi di subordinazione sembravano

non essere altro che la conferma, come per contraltare, di

quanto appunto affermato. Sono proprio questi gli anni in

cui la donna, come dimostra il manifesto dell'evento "a'

fimminina", svoltosi a Lentini ("Villa Gorgia"), l'8 settem-

bre scorso, grazie all'ideazione e all'ottimo sviluppo di un

progetto dell'Associazione "Talè", afferma la propria avve-

nuta femminilizzazione, cavalcando l'onda liberatoria del

cosiddetto "boom" economico e riuscendo ad essere ad un

tempo vittima e carnefice dello sviluppo industriale. La

donna come l'uomo maturando nuovi gusti estetici e lata-

mente etici rimanevano comunque confinati dentro i ri-

spettivi ruoli, ma ne venivano nello stesso tempo allonta-

nati per mescolarsi in un comune senso di sessualità mi-

scelata. La donna e l'uomo cominciavano a invertire i pro-

pri ruoli, pur rimanen-

do ancorati rigidamente

a convenzioni preindu-

strializzate. La donna

va, sì, sulla vespa, ma

non la cavalca come

l'uomo, bensì a' fimmi-

nina, molto simile

all'andare a dorso di

mulo della donna pre-

bellica e prenovecente-

sca. La donna come l'uomo svolgevano le stesse funzioni,

seppure in maniera esteticamente, e di conseguenza lata-

mente etica, differente. Per gli anni successivi alla deriva

femminista degli anni Settanta, confinante con i cosiddetti

"anni di piombo", i ruoli divergenti del femminile e del

maschile tendevano a ricomporsi senza però, spesso, rico-

noscersi reciprocamente. L'evento in programma ha teso a

dissimulare la carica eversiva dei movimenti post-

femministi più oltranzisti, ormai decisamente demodé, per

riaffermare un ironico essere donna come essere umano a

tutto tondo e prescindente da forzate e anacronistiche dif-

ferenziazioni. La donna è differente dall'uomo, ma soprat-

tutto ogni donna è differente dall'altra e dalla sé stessa di

un attimo prima. Una certa ironia sta dietro a questa moda-

lità d'uso dell'essere donna, che poi è un essere femmina,

anzi per dirla in modo nostrano "fimmina". Quello che si

cela dietro gli interventi, parlati, musicati, recitati e visiva-

mente rappresentati, è un non-ruolo femminile, in quanto

eversivo o sottomesso, ed in questo non avere il ruolo la

donna, le singole donne, varie e varianti la propria oggetti-

va e libera partecipazione ad ogni tipo di sviluppo e, per-

ché no, anche a volte di regresso, sia anche soggettivamen-

te implicata ad essere partecipe di un proprio destino neou-

manistico, riscoprendo in ciò anche il proprio onore di

essere "cacciatrice d'uomini", nel duplice senso di dare la

caccia e cacciare dai ruoli noiosamente stereotipati l'altera

pars dell'umanità.

Page 17: Notiziario Pegaso 2011

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Le "maledizioni" dei poeti Siciliani di Francesco D’Isa

Federico secondo di Svevia, stupor mundi, avviò una serie di riforme che non lasciarono nulla d'intentato ai fini di un risanamento morale, politico, economico, sociale e letterario del suo regno di Sicilia, fulcro del più ampio progetto imperiale, già in atto ma an-che messo in crisi dalla lontananza della Germania, madrepatria, della

quale l'isola mediterranea tendeva a sostituire la cen-tralità in modo inversamente proporzionale alla coe-sione dell'Impero: tanto più la Sicilia era il centro della corte quanto più la corte stessa si frazionava finendo con l'esaltare la sua nazionalità relativa rispetto all'as-solutezza del potere federiciano. In altre parole, Fe-derico, nella sua riforma dell'Impero, seppe compren-dere, anticipandola, la direzione che avrebbe preso la storia moderna d'Europa due secoli dopo, con la for-mazione degli Stati nazionali sulle ceneri degli ormai sgretolati poteri sovra-statali, Impero e Papato. Tanto più quanto proprio il pontificato romano si intromette-va geograficamente nella già debole coesione territo-riale fra la Sicilia e la madrepatria tedesca. Questo forse comportò l'esasperata ricerca di un'identità lin-guistica cui Federico diede luogo e che pareva oltre-passare i consueti confini della letterarietà per confi-gurarsi come una vera e propria progettualità politica. Dietro la poesia siciliana del Duecento si cela una fortissima, appunto quasi esasperata, ricerca della novità e della radicalità di una lingua che la rappre-sentasse e che ad un tempo sapesse altresì rappre-sentare la presenza aggregatrice di più istanze politi-che, all'apparenza disomogenee e disarticolate. Quin-di dietro questa ricerca più che letteraria si nasconde-va ancor più la ricerca di un'identità politica statale che continuasse a dissimulare la centralità tedesca e di conseguenza la potenza imperiale, ormai - era un dato di fatto - vacillante. I poeti della scuola siciliana finirono col veicolare un progetto politico ed in ciò fu plausibile configurarli come appartenenti ad un movi-mento letterario, che di fatto non ci fu mai, ma che ben dissimulava a sua volta l'idea di una intenzionali-tà comune - a volte consistente anche nella preterin-tenzionalità - se non nelle cause, certamente negli effetti. E questa può essere intesa come una sorta di prima "maledizione" che cadde su questi poeti, asser-viti ad un progetto comune ed assorbiti da esso, che li rese organici ad una temperie culturale e storica, in cui rischiarono di perdersi i tratti spontanei e indivi-duali, per annegarli tutti dentro una presunzione di scolasticità che altro non fosse che l'adesione anche involontaria alle necessità del dominus. Collegabile a questa è la seconda e determinante "maledizione" che rimane aderente ad un fatto più squisitamente artistico, linguistico e letterario: la traduzione toscana che ne favorì la tradizione nella misura in cui ne spense l'originalità della trasmissione e, più erano accattivanti le liriche tradotte, più la loro trasmissione

ne tradiva il testo originale rivestendosi di un toscano che grazie al siciliano rifatto si faceva illustre e conse-gnava sé stesso a futuri destini prestigiosi. Lo "stil novo" è figlio di questa tradizione siciliana non soltan-to nei contenuti (dei quali la matrice comune risale all'arte trobadorica provenzale) ma soprattutto nelle forme che imprigionò, violentò, lasciò a una posterità presto dimenticatasi del siciliano "illustre". Uno stu-prum mundi dunque avvenne nei confronti di tutta una tradizione (da cui andarono esenti pochissimi commoventi testi, resisi, dunque, uniche imprescindi-bili e preziosissime testimonianze di una lingua lette-raria unica e irripetibile). Lo scopo politico di Federico fu in parte raggiunto ma il contrappasso della perdita di un'identificazione linguistica e letteraria, lo "stupro" di un mondo linguistico e figurativo immenso e unico, fu l'inevitabile contraltare. Se la prima "maledizione" è di tipo storico (l'asservimento anche involontario e preterintenzionale di una ricerca linguistica e tematica originali ad un progetto politico) e la seconda di tipo artistico (la sostituzione di una lingua da parte di un'altra che ne prese il posto predestinandosi allo stesso ruolo egemone nei destini della letteratura na-zionale), la terza "maledizione" è di tipo meramente filosofico: la necessità di cantare l'amor "fino" (raffinato, astratto, insensibile, assoluto) sulla scorta di una necessaria imitazione dei provenzali ma rafforzata dalla contingenza di un'annessione lingui-stica, quella toscana di cui si è detto, che ingenerava l'idea di una poesia artificiosa e incapace di relativiz-zarsi alle modificate condizioni sociali dei poeti stessi e della corte che li circondava. La poesia siciliana rifatta dai toscani sembrava esemplificare il modello di derivazione trobadorica e indugiare oltremisura verso forme di astrazione platonica, che anticipavano decisamente e unilateralmente la successiva stagio-ne stilnovistica, nella misura in cui la lettura di quel poco che ci è pervenuto in originale siciliano lasce-rebbe intendere una più congrua e perspicace com-mistione di platonismo e aristotelismo (la cui tradizio-ne era forte in Sicilia grazie all'inevitabile forte pre-senza araba), determinata anche dall’aderenza lingui-stica totale al contesto originario, che farebbe di que-sta poesia siciliana addirittura una degna anticipazio-ne di temi petrarchisti e quindi della futura tradizione poetica italiana dominante per almeno altri due secoli e mezzo. La maledizione di una lettura unitariamente platonizzante (che già di per sé era intendibile come una "maledizione" almeno parallela e convertibile in quella opposta di una lettura unicamente sensuale e aristotelica della stessa, quindi dirittamente "maledetta") si assommava alla perdita di un'identità composita ed equilibrata della stessa, che sapesse contemperare l'idealismo asessuato e il realismo car-nale nella stessa dimensione poetica, quella dei sici-liani, ridati alla loro vera e pregnante essenza lettera-ria e non solo.

Page 18: Notiziario Pegaso 2011

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POLANSKI: CARNAGE di Francesco D’Isa

“ Carnage ” “ Carnage ” “ Carnage ” “ Carnage ” rappresenta quattro forme di nevrosi eterogenee, che si incrocia-no, si dissociano, si aggregano e disgre-gano, trovando improvvise coesioni e repentini scarti degenerativi ( in un ri-

spetto integrale dell ’ unità di spazio e di tempo) , incorniciate dall ’ immagine provocatoria della New York proibita a Polanski e provocatoriamente ripre-sa nella sua sorniona tranquillità diurna. La città del fantastico “ Rosemary’ s Baby ” ( anche lì due coppie incastrate e incastonate in una storia alluci-nata di proiezioni fantasmatiche tese al concepi-mento satanico, che il sottotitolo italiano, “ Nastro rosso a New York ” , una volta tanto rende bene, in un film per molti versi bellissimo e maledetto, consi-derando l ’ atroce fine che dopo poco tempo farà Sharon Tate, allora moglie di Polanski, in parte pre-figurata dalla vittimizzazione settaria ai danni di Mia Farrow, e che il cupo condominio newyorkese in cui,

con un certo rispetto anche qui dell ’ unità di spazio, avviene la vicenda è lo stesso in cui verrà assassi-nato John Lennon ) torna in questo film minimale che il regista polacco trae da una pièce di Yasmina Reza, ripristinandone le tensioni psicoborghesi, ca-nalizzate però non verso un crescendo orrorifico, seppur sotterraneo e taciuto subliminalmente fra umorismo, ambiguità e cinismo beffardo, più che polanskiano, ma introdotte nelle vene del testimone voyeur di una crisi totale e irrimediabile della middle-class, spettatore e potenziale attore di tale deriva ormai in essere e non descrivibile né analizzabile se non attraverso la visione speculare di sé stessi: i quattro protagonisti vedono riflessi in modo recipro-co i propri tic e a loro volta riflettono le stesse orren-de tensioni quotidiane degli attori in platea, messi in croce dalla visione apocalitticamente e dolcemente derisoria del regista e della sua ispiratrice e co-sceneggiatrice, la stessa Reza.

THIS MUST BE THE PLACE di Francesco D’Isa

“This Must Be the Place” è la rapsodia storica e filosofica di Cheyenne, un altro “uomo in più”

dell’universo onirico, pseudosurreale, di Paolo Sorrentino. L’ultracinquantenne ex rockstar, im-

personata da un commosso e commovente Sean Penn, resta bambina (non ha mai fumato, perché

fumare rappresenta la curiosità di perdere le illusioni e nella disillusione provare l’età preadulta)

e così filtra le paranoie in un’autosservazione estremamente razionale e fanciullesca (che gli permette di

sondare l’archetipo umano che gli appartiene e di sembrare credibile nell’irreale mascheramento, non

soltanto del corpo, residuo dell’essere stato star, ma dell’animo, che è restato embrionale, non traducen-

dosi mai in alterazione psicotica, per cui la psiche viaggia parallela al corpo: e qui comincia un altro

film). Ad un certo punto si interseca, alla storia filosofica di Cheyenne e del suo non-mondo, un’altra

situazione filmica ad altissima tensione macrostorica: la ricerca dell’altro ora non approda più sul sé

stesso e sulla rimozione dei complessi di colpa (fra gli altri quello per due ragazzini suicidi presumibil-

mente, e la presunzione è per lui tetra e macabra certezza, per la depressione provocata dai testi e dalla

musica di Cheyenne) ma nientedimeno su un ex torturatore nazista, che incrocia la sua vita tramite il

padre appena defunto. Qui subentra un road-movie, dal ritmo ora frenetico ora blando, accompagnato

da un continuum musicale tipicamente americano, anzi scorsesiano, che porta alla definizione finalmen-

te adulta di Cheyenne e delle sue micronevrosi: l’ultima immagine ce lo riconsegna riconciliato ad una

dimensione almeno iconograficamente etica e paleoborghese, ma la storia parrebbe ricominciare e

l’afflato religioso (tangente alla figura dell’ex mito per tutto il film e diremmo per tutta la sua storia de-

clinante) pare configurarsi verso una soluzione esistenzialisticamente scandalosa.

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “NOTOriAMENTE” di NOTO

Si è costituita a No-

to il 14 giugno 2011

l’associazione cultu-

rale NOTOriaMEN-

TE, che ha scelto il

proprio presidente

nella persona di De-

bora Cottone. Van-

no a completare il

direttivo del sodalizio Maria Concetta Pane, Tiziana Merla-

to, Patrizia Tedeschi e Silvia Cottone. L’amicizia che ci tie-

ne unite è frutto di un rapporto quotidiano che si traduce da

oggi in un’attività di cittadinanza attiva condotta giorno per

giorno al servizio del cittadino, nella consapevolezza di co-

struire poco per volta una città più vivibile ed una comunità

migliore. Desideriamo puntare in particolar modo sui temi

della sostenibilità ambientale, della valorizzazione del nostro

patrimonio culturale, del rilancio del tessuto produttivo, del

sostegno ai più deboli, della sinergia con il tessuto associativo

del territorio. Di seguito alcune delle iniziative che hanno

visto protagonista l’Associazione in poco più di 3 mesi dalla

costituzione. Realizzata il 14 luglio 2011, alla presenza del

Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico e

del neo Sindaco Corrado Bonfanti, la prima Conferenza-

dibattito “UNIVERSO DONNA: brillare di luce propria!” ha

dato voce alle donne impegnate in prima linea nel commercio,

nella cultura, nel sociale, nell’istruzione, a dimostrazione di

quante donne eccellenti siano presenti in città creando una

cinghia di trasmissione proficua tra questi talenti e le istituzio-

ni pubbliche locali. Ma il vero successo, ottenuto

dall’Associazione tutta al femminile, è stato l’abbattimento

delle barriere architettoniche dell’ex Convitto di Ragusa

(location in cui si è tenuto l’evento), dove si è ottenuto, segui-

to della grande sollecitazione di Notoriamente, la realizzazio-

ne in tempi record di una pedana in legno per rendere fruibile

l’acceso anche ai diversabili.

Sempre sul piano della difesa

dei diritti dei cittadini,

l’impegno di cittadinanza attiva

dell’associazione si è tradotto

in sopralluoghi sulle zone anco-

ra prive di fognatura della città

di Noto. L’Associazione NOTOriaMENTE ha posto

l’attenzione anche sui servizi nelle zone marine ponendo

l’attenzione degli organi competenti su marciapiedi che garan-

tiscano ai pedoni di transitare per raggiungere le spiagge; ser-

vizi igienici nelle adiacenze delle spiagge, inglobati in struttu-

re in legno che li rendano armoniosi con il paesaggio; regola-

mentazione e valorizzazione del commercio su area pubblica

proponendo l’istituzione di Bandi per

l’attribuzione di spazi “Vetrine di arti-

gianato”. L’associazione si è anche

distinta per alcune proposte squisita-

mente politiche, come la chiusura dei

consorzi di funzione tra gli enti locali per la riduzione della

spesa pubblica vista la crisi economica strisciante. In linea

con le proprie politiche di sostenibilità ambientale NOTOria-

MENTE interviene sia per estendere l’isola pedonale del

centro storico netino, ponendo anche l’accento sulla tolleranza

molto elevata verso le irregolarità, gli abusi e il mancato ri-

spetto della ZTL e chiedendone maggiore rispetto, sia per la

mancanza a Noto di strisce pedonali, marciapiedi e scivoli,

dossi rallentatori in prossimità di supermercati ed Istituti sco-

lastici, pulizia delle strade e parcheggi ben regolamentati. Il

sogno di NOTOriaMENTE nonché uno degli obiettivi che si

propone di contribuire a raggiungere e di cui giorno 8/9/2011

ha lanciato la proposta è candidare Noto all’Access City A-

ward. In collaborazione con l’atleta netino Corrado Mortilla-

ro, affermatosi in ambito nazionale, ha organizzato giorno 21

agosto lungo il Viale Lido di Noto marina la Staffetta

dell’Amicizia, improntata nell’ottica sociale della solidarietà

e dell’amicizia, che ha regi-

strato oltre che alla presenza

degli atleti netini anche una

grande partecipazione di bam-

bini e diversamente abili, non

solo come mero sforzo agoni-

stico ma soprattutto come stru-

mento di promozione sociale,

di aggregazione tra cittadini e di trasmissione di valori positivi

come l’amicizia, l’amore per i luoghi della propria terra e il

rispetto reciproco. Grande soddisfazione per la partecipazione

e l’impegno profuso da NOTOriaMENTE anche in occasione

della raccolta firme per l’abrogazione della Legge

“Porcellum”, in occasione della quale l’Associazione ha con-

tribuito raccogliendo oltre 700 firme che neanche il comitato

referendario provinciale è riuscito ad eguagliare nella stessa

Noto. Altra battaglia in cui NOTOriaMENTE si espone è

quella per la salvaguardia dell’ospedale “Trigona”, indicendo

una petizione popolare da inviare al Ministero alla Salute, alla

Corte dei Conti e alla Corte di Giustizia europea di Strasburgo

per evitare che i cittadini della zona sud di Siracusa si vedano

espropriare d’imperio del loro più sacrosanto diritto: quello

alla salute! Sono stati quattro mesi di grande passione civile e

di sano entusiasmo con importanti traguardi raggiunti e col

desiderio che sempre più concittadini collaborino nelle attività

e nelle iniziative che vedranno protagonista l’associazione.

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1° ISTITUTO SUPERIORE “ARCHIMEDE” DI ROSOLINI(SR)

Sito in via Sipione, 147 a Rosolini, comprende il LICEO , l’ ITIS e l’ ITIS SERALE con i relativi Labora-

tori in dotazione. Diretto dal Dirigente prof. Corrado Baglieri, è stato istituito nell’a.s. 1961 come unica

sede in provincia staccata del Liceo Corbino di Siracusa e come prima scuola superiore a Rosolini; ini-

zialmente è stato ubicato presso locali provvisori, presi in affitto da privati. Per un periodo relativamente

lungo è stato l’unico liceo scientifico operante nel territorio per cui è cresciuto come sezione e come nu-

mero di studenti, provenienti anche dai centri vicini conseguendo pertanto la piena autonomia nel 1967.

In seguito sono state istituite sedi staccate nei comuni di Avola, Noto e Pachino che a loro volta sono

diventati autonomi. La nostra scuola ha segnato profondamente la vita della città, facendo progredire le

idee e intellettualmente e socialmente: fra i banchi si sono susseguiti tanti alunni, molti dei quali oggi

rivestono un ruolo importante nella società, come professionisti, intellettuali, imprenditori ecc@ Pertanto

rappresenta il simbolo della vita culturale cittadina e punto di riferimento per i cittadini. La sua storia ha

coinciso con la tormentato storia della scuola e della società italiana degli ultimi trenta anni per cui ci

sono stati dei momenti anche difficili. Se oggi può vantare uno degli edifici più efficienti della provincia,

molto merito va dato anche alla coscienza civica degli studenti. La storia dell’edificio di per sé sintetizza

e spiega come la burocrazia in Italia sia stata farraginosa e giurassica. A far superare ostacoli, oltre a

politici ed amministratori responsabili è stata anche la determinazione degli studenti e docenti che han-

no organizzato scioperi e manifestazioni fino al punto di ottenere una sede che si può considerare la più

moderna della provincia e rispondente alle esigenze di una scuola a livello europeo. Nell’a.s. 2000-2001

in seguito al dimensionamento degli istituti superiori, voluto dalla riforma Berlinguer, c’è stata la fusione

con l’Itis, sez. staccata dell’Itis “Bartolo” di Pachino e di conseguenza la nascita del Primo Istituto supe-

riore di Rosolini. L’I.T.I.S, è presente a Rosolini dal 1989, è ubicato attualmente in un locale in affitto,

sufficientemente attrezzato e rispondente alle esigenze didattiche, ma è stato approvato

dall’amministrazione provinciale l’incarico di elaborare il progetto di un istituto polivalente, che probabil-

mente fra pochi anni sarà costruito e costituirà una sede più attrezzata e più adatta. Pur avendo una

storia più breve, l’istituto ha diplomato in questi anni validi tecnici, che si sono inseriti nel mondo del la-

voro, parecchi con ruoli di responsabilità, mentre altri hanno continuato gli studi presso le università.

Page 21: Notiziario Pegaso 2011

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Page 22: Notiziario Pegaso 2011

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CRUCISTRUMENTALE di Luigi Fiorentini

ORIZZONTALI VERTICALI

1. Esegue sempre la stessa melodia. 1. Emette solo il La centrale.

7. Il Sassofono più diffuso. 2. Alberi…per i Violini.

10. E’ simile al Clarinetto. 3. Compositore Ortolani (iniz.).

11. Iniz. di Calvino. 4. Le vocali delle pive.

12. Con Tizio e Sempronio. 5. Antico strumento…e vecchia moneta!

13. Alla destra del Do…sul Pianoforte. 6. Strumentino di terracotta.

14. Lo si dice al virtuoso. 7. La “Scala” senza consonanti.

17. Le prime d’Italia. 8. Strumento simbolo del Rinascimento.

18. Strumenti prediletti da Mozart. 9. La città di Alfredo Casella (sigla).

20. Chitarra indiana. 12. Ne ha forma il bocchino del Corno.

22. Andati. 14. Bolero e Macao senza vocali.

23. Il colore degli Ottoni. 15. Lo sono, in realtà, i “piroli”!

24. Fischi prodotti dai Legni. 16. Giusto, violinista pop degli anni ‘80.

27. Vi si mette l’ancia doppia. 18. Lo fu l’”ermo colle” a Leopardi!.

28. Strofina le corde della Viola. 19. Lo formano: Violino, Violoncello e Pianoforte.

21. La notazione per Chitarra (abbr.).

25. Al centro della foce.

26. Jesus Rex.

SVAGO

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SELEZIONE DAL CATALOGO GENERALE 2011

GARFAGNANA

GAETANO

PIANO CANNE

PASSIONE E ARDORE

TETE’

VENT’ANNI DOPO

NENA

LA BANDA IN PARATA

SECOLO

INNO A SANTA CECILIA

SPIRITOSELLA

MIGUEL

FORZA ALFIO

BARBERA IN GIUBILO

AL BUON VINO

PARATA DEI PUPI

LUNA PARK

VALENCIA

STEFANIA

SUPERGA

EMANUELE

PIETRO

PEPPE

LOREDANA

PIERLUIGI

IL PRESIDENTE

TUFANINA

NEA

SICILIANA

SUITE MEDITERRANEA

PULCINELLA

INTERMEZZO

MEDITERRANEO

ECHI SICILIANI

180mo

VELODROMO

FESTIVAL

L’OPERISTA

IMPRESSIONI MOMENTANE

TANTUM ERGO

PIRANDELLIANA

VENI CREATOR SPIRITUS

ESCAMILLO

IMAGE

PASSIONE

Giancarlo Aleppo

Giancarlo Aleppo

Michele B. Finocchiaro

Gaetano Alicata

Giovanni Barone

Giovanni Barone

Vito Giammarinaro

Vito Giammarinaro

Dario Colombo

Dario Colombo

Francesco Dipietro

Francesco Dipietro

Matteo Finocchiaro

Matteo Finocchiaro

Luigi Fiorentini

Luigi Fiorentini

Sebastiano Grasso

Sebastiano Grasso

Nino Ippolito

Nino Ippolito

Salvatore Mallia

Salvatore Mallia

Michele Pupillo

Mauro Sabatini

Luigi Sabatini

Alessandro Sapienza

Alessandro Sapienza

REPERTORIO MARCIABILE REPERTORIO ORIGINALE

Giancarlo Aleppo

Giancarlo Aleppo

Giancarlo Aleppo

Giancarlo Aleppo

Gaetano Alicata

Gaetano Alicata

Gaetano Alicata

Dario Colombo

Francesco Dipietro

Francesco Dipietro

Francesco Dipietro

Francesco Dipietro

Luigi Fiorentini

Luigi Fiorentini

Luigi Fiorentini

Sebastiano Grasso

Davide Scarcella

D. Vineis - M. Folli

REPERTORIO SINFONICO

REPERTORIO ENSEMBLE

AMORE PER LA MUSICA

BELVEDERE

ISIDE

MEDITERRANEO

FASCINO LATINO

BRONTOLANDO

AMICI DELL’ARTE

FLORIDIA IN FIORE

PATERNO’ IN FESTA

3 FEBBRAIO

MARY

Sebastiano Grasso

Sebastiano Grasso

Giancarlo Aleppo

Giovanni Barone

Giovanni Barone

Nino Ippolito

Nino Ippolito

Matteo Finocchiaro

Matteo Finocchiaro

Alessandro Sapienza

Michele Pupillo

AMALGAMA

VOCUM SUAVITAS

CONCERTINO

WITTY RAG

QUINTETTO

HELIOS

IO SONO LA VIA

ARCHIMISTICI

ADAGIO E SCHERZO

ANDANTE E FUGA

Giancarlo Aleppo

Giancarlo Aleppo

Gaetano Alicata

Concezio Leonzi

Rosario Fronte

Maria Sicari

Matteo Finocchiaro

Francesco Dipietro

Michele Pupillo

Michele Pupillo

REPERTORIO FUNEBRE

REPERTORIO DIDATTICO

I.N.R.I SS. CROCIFISSO SUL CALVARIO

15 APRILE 1912

WOJTYLA

AI CADUTI DEL ‘43

MARCIA FUNEBRE

OMBRA

Giovanni Barone

Giovanni Barone

Gaetano Alicata

Gaetano Alicata

Michele B. Finocchiaro

Michele Pupillo

Sebastiano Grasso

MOMENT’S IMPRESSION’S

TEMPRIS

PREGHIERA PER TROMBA

ARIE

VOCALIZZI DA CONCERTO

TEMINO IN FA E GAVOTTA

TRE PEZZI

3 PICCOLI PEZZI ...

Francesco Dipietro

Francesco Dipietro

Michele Pupillo

Giovanni Venuti

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Fabrizio Puglisi

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Antonio Casagrande

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