Notiziario Cimop Febbraio 2010

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Anno VIII numero 1/2 - bimestrale - febbraio 2010 www.cimop.it Il nuovo patto tra Governo e Regioni. Il peso dell’ospedalità privata. L’accordo-ponte sul contratto. Le elezioni di fine marzo. E una professione sempre più difficile da svolgere. Ecco il 2010 che ci aspetta.

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Anno VIII numero 1/2 - bimestrale - febbraio 2010

www.cimop.it

Il nuovo patto tra Governo e Regioni. Il peso dell’ospedalitàprivata. L’accordo-ponte sul contratto. Le elezioni di finemarzo. E una professione sempre più difficile da svolgere.Ecco il 2010 che ci aspetta.

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L’eseCut ivo NaZioNaLe CiMoP

pRESId En TE o n o RARIod ott. BIAn c o SpERAn zAVia S. maria Assunta, 28-c24022 Alzano l ombardo (BG)Tel. 06 5004063email: [email protected]

pRESId En TE n AzIo n Al Ed ott. u mBERTo pIGn ATIEl l o d ImATTEoVia m.ri di c efalonia, 424121 Bergamo Tel. 333 8483356email: [email protected]

SEGRETARIo n AzIo n Al Ed ott. FAu STo c AmpAn o zzI

Via c ardinale mimmi, 15-A70124 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

V. SEGRETARIo n o Rd ITAl IAd ott. mARc o Al IBERTIc .so principe o ddone, 110121 To RIn oemail: [email protected]. 338 4027440

V. SEGRETARIo c En TRo ITAl IAd ott. STEFAn o n ERIVia c esare pavese, 360 - Ro mAtel. 338 2634975

00153 Ro mAemail: [email protected]

V. SEGRETARIo Su d ITAl IAd ott. GIAc o mo c Ru d El EVia G. Gucci, 6 pal. Supino84014 n o c ERA In FERIo RETEl 3281015682email: [email protected]

SEGRETARIo AmmIn ISTRATIVod ott. l u c A pu TIGn An oVia principe Amedeo, 770121 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

SezIOne Mar CheSegretario protempore: dott. Al BERTo GIATTIn IVia Verdi, 22 – 62017 po RTo REc An ATIE-mail: [email protected]

SezIOne l azIOSegretario Regionale: dott. STEFAno nERIVia c esare pavese, 360 - 00153 Ro mATel. 338/2634975 – E-mail: [email protected]

SezIOne a Br uzzOSegretario Regionale: dott. Al BERTo c ERASo l IV.le nettuno, 200 – 66023 FRAnc AVIl l A Al mARE (c H)Tel. 085.815420 – E-mail: [email protected]

SezIOne MOl ISeSegretario Regionale: dott. pAo l o BEl l An To n Iol argo Selvaggi, 7 – 86027 (S.mASSImo ) c Ampo BASSoTel. 3496480156 - E-mail: [email protected]

SezIOne Ca MPa nIaSegretario Regionale: dott. p IETRo o TTo mAn oVia p. Giannone, 33/a – 80141 n Apo l ITel. 081 294488 – E-mail: [email protected]

SezIOne Pug l IaSegretario Regionale: dott. SAVERIo c ARABEl l ESEVia l ippolis, 19 – 70050 BARI-Santo SpiritoTel. 080.5303589 – E-mail: [email protected]

SezIOne Ca l a Br IaSegretario Regionale: dott. FRAn c ESc o mARIn oVia Vetticello, 334 – 87020 BEl VEd ERE mARIT. (c S)Tel. 0985. 82861 – E-mail: [email protected]

SezIOne SICIl IaSegretario Regionale: dott. c ARmEl o mAIoVia palermo, 435 – 98121 mESSIn ATel.328 8476638 – E-mail: [email protected]

SezIOne Sa r deg nac oordinatore regionale: dott. GIu SEppE pIl oVia maria 56- 07100 SASSARI - Tel. 338.6606343

L’or GaNiZZaZioNe r eGioNaLe CiMoP Nominativi, indirizzi e numeri telefonici dei Segretari regionali della CIMOP, ai quali i medici interessati possono fare riferimento:

SezIOne PIeMOnTeSegretario Regionale: dott. RIc c ARd o Iu l IAn Ic/o ospedale c ottolengo, 9 – 10126 To RIn oTel. 348 5247010 – E-mail: [email protected]

SezIOne l Igur IaSegretario Regionale: dott. l o REnzo pAITAc/o Fondazione don Gnocchi, v. c isa, 9 – 19038 SARzAnA(Sp) - Tel. 335 7745985 – E-mail: [email protected]

SezIOne l OMBar dIaSegr. Reg.: dott.c ARmEl A d E RAn GoVia Val di Fassa, 20 – 25123 BRESc IATel. 368 3937798 – E-mail: [email protected]

SezIOne VeneTOSegretario Regionale: dott. An To n Io mAESTRIVia martiri di l ibertà, 299 - 30030 FAVARo VEnETo (VE)Tel. 06.5004063 – E-mail: [email protected]

SezIOne Fr Iul I VenezIa g Iul IaSegretario Regionale: dott. pETRo S pApAn Ik o l AuVia delle Ginestre, 12 – 33077 SAc Il E (pn )Tel. 0434 70946 – E-mail: [email protected]

SezIOne eMIl Ia r OMa g naSegretario Regionale: dott. GIo Rd An o AmBIVERIc /o c asa di c ura S. Giacomo – Via San Bono, 5629028 po n TE d El l ’o l Io (pc )Tel. 0523.875117 – E-mail: [email protected]

SezIOne TOSCa naSegretario Regionale: dott. GIuSEppE Bo nGIo VAnn IVia San Salvi, 33 – 50126 FIREnzETel. 055.6811900 – E-mail: [email protected]

SezIOne uMBr IaSegretario regionale: dott. d Ino BIGIn Ivia pieve di c ampo, 65 – 06087 po nTE S. GIo VAnn I (pG)Tel. 340.0659533 – E-mail: [email protected]

CIMOP – Sede na zIOna l e: VIa CeSa r e PaVeSe, 360 – 00144 r OMa – Tel . 06.500.40.63; Fa x 06.502.21.90

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L’edit or iaLe

Cari colleghi,è una stagione molto complicata quella che sta vivendo la Sanità del nostro

Paese, attraversato da nord a sud da inchieste giudiziarie che, in un inestricabileintreccio di interessi, non risparmiano politici, medici, amministratori, imprendito-ri e tutti coloro che hanno a che fare con il servizio sanitario nazionale.

Le ipotesi di reato più frequenti, di corruzione e di concussione, sono avan-zate nei confronti di amministratori, politici e imprenditori, meno nei confronti di

medici, che il più delle volte sono coin-volti in episodi di cosiddetta “malasa-nità”.

Questa situazione, che trovaquotidianamente, anche a ragione, unaprivilegiata cassa di risonanza nel siste-ma di informazione mediatico, che sbat-te subito il mostro in prima pagina o sulTG della sera, anticipando talvolta itempi della giustizia, in particolare staminando in maniera irrimediabile ilrapporto fiduciario tra il medico ed ilpaziente, distruggendo in tal manierauno dei pilastri dell’arte medica.

Che ben venga quindi il gridodi dolore che dagli Ordini dei Medici sista levando per richiamare la professio-ne alle proprie responsabilità.

Purtroppo né i medici né i cit-tadini sono al centro del sistema sanita-rio del nostro Paese, che è governatodalla politica, che detta le proprie rego-le attraverso un rigido controllo costi-tuito da una fitta ragnatela di ruoli isti-tuzionali, primo fra tutti i DirettoriGenerali delle ASL, nomine quasi esclu-sivamente di espressione politica.

E’ per questo che va rivendica-ta l’autonomia del medico nel serviziosanitario nazionale, troppo spessoimmolata ad esigenze di produttività, dibudget, di “ottimizzazione delle risorsedisponibili”, parole che suonano vuote ostonate quando il medico si trova difronte al malato che soffre e che ti chie-de aiuto.

Gli scandali non hanno rispar-miato nemmeno il settoredell’Ospedalità Privata se è vero che laRegione Abruzzo è alle corde e sta

pagando un caro tributo in termini di occupazione, che la Sanità privata accredita-ta del Lazio tra riconversioni e tagli draconiani ai posti letto rischia di esplodere, ela Puglia, dopo le note vicende della premiata ditta Tarantini & Company , promet-te un secondo round con nuove leccornie giudiziarie.

E le imminenti elezioni amministrative regionali rappresentano una com-plicanza non da poco, considerato il più che ragionevole rischio di strumentalizza-zioni qualora la contesa politica venisse trasferita sul campo di battaglia della

L’autonomia delmedico nel SSNva difesa. Sempre

Fausto Campanozzisegretario nazionale della c imop

Organo ufficiale d’informazionedella Confederazione Italiana Medici

Ospedalità PrivataPeriodico bimestrale

Direttore: Fausto c ampanozzi

Direttore responsabile:Raffaele Antonio Bernardini

Vice direttore:pietro picerni

Redattore capo:l uca putignano

Editore:c onfederazione Italiana medici o spedalità

privata (c .I.m.o .p.) via c . pavese, 360 - RomaRedazione:

via c . pavese, 360 - RomaProgetto grafico, videoimpaginazione e

titolazione:Società Editrice n icholaus

via d ante 277/a 70122 Baritel-fax 080 5275879 [email protected]

Tipografia:mediatipo srl - Via delle margherite 26 - z.I.

70026 modugno - BariRegistrazione Trib. di Roman. 531/2001 del 4/12/2001

In tipografia:28 febbraio 2010 segue a pagina 22

La nostra professione ètroppo spesso immolataad esigenze di produttività, di budget, di “ottimizzazione dellerisorse disponibili”, parole che suonano vuoteo stonate quando il medico si trova di fronteal malato che soffre

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Pr iMo PiaNo

Più che di un patto per la salute, come è stato formalmen-te definito,si dovrebbe parlare di un patto per la sanità,trattandosi di un accordo finanziario e programmatico

tra il governo, le regioni e le province autonome di Trento e di

Bolzano, di durata triennale (2010-2012), in materia di spesa edi impostazioni sanitarie. Ed è un accordo che è stato recepitonella legge finanziaria per il 2010.L’accordo, mentre fissa la determinazione finanziaria del con-

Il patto per la salute e i rapporti pubblico-privato nelservizio sanitario nazionale. La qualità dei servizi e leprestazioni appropriate. Il decentramento e l’applicazio-ne dell’accordo ponte.Ecco l’agenda del 2010 per organizzazioni sindacali,governi (nazionale e regionali) e mondo dell’impresa.

r affaele Bernardini

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corso dello Stato alla spesa sanitaria, ha una impostazione“strategica”, finalizzata a migliorare la qualità dei servizi, l’ap-propriatezza delle prestazioni ed a garantire l’unitarietà delnostro sistema sanitario.

La parte finanziaria indica le risorse stanziate dallo Stato perciascuno degli anni 2010 e 2011, che vengono aggiornateannualmente dalla legge finanziaria. Per il 2010 risultano stan-ziati 104.604 milioni di euro e 106.934 milioni di euro per il

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Secondo uno studiodella Bocconi, la

spesa sanitaria tota-le in Italia ammonta-

va nel 2007 a circa131 miliardi di euro,

di cui il 78,2% a cari-co del SSn e il

restante 21,8% deicittadini. non sonodisponibili informa-

zioni sulla ripartizio-ne di tali spese tra le

strutture sanitariepubbliche rispetto a

quelle private(accreditate e non).

e ’ interessantesegnalare che la

spesa pro-capite perl’assistenza ospeda-liera non e necessa-

riamente correlataalla presenza di

posti letto accredita-ti: la Calabria, ad

esempio, che pre-senta la maggioreincidenza di posti

letto accreditati sultotale disponibili

(36,8%) ha unaspesa pro- capiteinferiore a quellamedia nazionale;

viceversa in l iguria

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Pr iMo PiaNo

2011 con “risorse aggiuntive” pari a 1.600milioni di euro per il 2010 e 1.719 milionidi euro per il 2011.

Non è stato facile raggiungere l’intesa traStato e regioni sul patto per la salutee,comunque, occorrerà rilevare come leregioni, con i loro servizi sanitari, riusci-ranno ad applicarne i principi in terminipragmatici, assicurando “l’equilibrio eco-nomico-finanziario della gestione sanita-ria in condizioni di efficienza ed appro-priatezza”, che il documento formalmen-te richiama. A cominciare dalla “ vexataquaestio” delle liste di attesa, squilibratee differenziate da regione a regione espesso da azienda Usl ad azienda Usl e

che implicano delicate questioni sulrispetto del diritto dei cittadini alla tuteladella salute. E va precisato, al riguardo,che l’ultima rilevazione del ministerodella Salute sull’andamento delle liste diattesa nelle regioni risale al mese didicembre del 2007.

Alcune indicazioni del patto in parola siriferiscono al rapporto pubblico-privatonel servizio sanitario nazionale e si tratta,per la verità, di aspetti significativi, sep-pure genericamente delineati.

Intanto il patto prevede l’impegno delloStato ad adottare, nel corso del 2010,misure atte a garantire un ulteriore finan-

ziamento qualora al personale dipenden-te e convenzionato del Ssn vengano rico-nosciuti, con riferimento al 2010, incre-menti da rinnovo contrattuale superiori aquelli derivanti dal riconoscimento del-l’indennità di vacanza contrattuale, purse bisognerà rilevare quale sarà, in con-creto, l’applicazione di tale impegno.

Il sistema di monitoraggio dei fattori dispesa dei servizi sanitari regionali,previ-sto dal patto, include tra i “settori strate-gici” nei quali operare per qualificare taliservizi “meccanismi di regolazione delmercato e del rapporto pubblico-privato”.E’ questa una indicazione formale cherichiederà valutazioni e corrette interpre-

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Pr iMo PiaNo

LE No v It à E I fo Nd I pREv ISt I NELL’a c c o Rd ol ’11 dicembre del 2009 laConferenza delle r egioni, dopo unatrattativa ad oltranza durata duegiorni e due notti, in cui più volte siè rischiata la rottura, ha raggiuntol'accordo sul riparto del fondo sani-tario nazionale 2010. Molte le diffi-coltà affrontate e superate, a con-clusione di una lunga maratona di36 ore. l ’ammontare complessivoper il 2010 è pari a 106 miliardi dieuro. di cui circa 102 milioni saran-no destinati al finanziamento indi-stinto dei livelli essenziali di assi-stenza; 670 milioni circa sarannodestinati per finanziare: rinnovi con-trattuali, ricetta elettronica, progettotessera sanitaria, ecc.; 1,7 milionicirca a destinazione vincolata e 560milioni per attività non rendicontatedalle a sl. I criteri fissati da governa-tori e concordati, varrebbero ancheper il 2011 e il 2012, ossia per tuttoil triennio in cui si articolerà innuovo Patto della Salute.nel riparto sembra avere menopeso, rispetto al passato, il criteriodella spesa storica mentre assumo-no più consistenza i criteri legatiall’entità della popolazione residen-te e all’età dei cittadini. Pertanto daquesti criteri scaturisce l’effetto peril quale diverse regioni del nordvedrebbero diminuiti i trasferimenti,mentre per alcune regioni meridio-nali sono previste risorse aggiuntiverispetto al 2009 (Campania circa 18milioni in più, Puglia circa 23 milioniin più, Sardegna circa 13 milioni inpiù, Sicilia circa 137 milioni in più)anche se gli amministratori di que-ste regioni giudicano insufficienti gliincrementi.

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L’aCCor do-PoNt e

A seguito del rinnovo contrattuale del2009 a livello della Regione l ombardiasi è determinata la attuazione comple-ta degli accordi contrattuali siglati conAIo p, ARIS e Fo n d AzIo n E d o nGn o c c HI per la parte economica. Gli aumenti contrattuali sono stati cor-risposti nelle istituzioni ARIS e F.d .G.,come da accordo nazionale, a far regi-me da gennaio 2009 sia per il 50 % aluglio e per il restante 50 % a ottobre eper gli arretrati una tantum. per questisi è leggermente dilazionato dacome previsto, ma entro il mese didicembre.per quanto riguarda le istituzioniAIo p è stato necessario firmarein sede regionale tra c Imo pl ombardia e AIo p l ombardiaun ulteriore accordo chesi allega integralmente.In questi ultimi mesi siè determinata unarichiesta di rinnovicontrattuali aziendalianche per normaliz-zare la contrattuali-stica a seguito dellenuove disposizionid e l l ’ A s s e s s o r a t o

della Sanità della Regionel om bardia conseguenti ai fattidella c linica Santa Rita dimilano, con una nuova regola-mentazione delle incentivazioninon più collegabili direttamentealla remunerazione dei d RG.c iò ha determinato una variamodalità di corrispondenza econo-mica del “raggiungimento obbiettivi”da inserire in busta paga.

Alcune rappresentanzeaziendali, a riguardo,

stanno contrattandocon le direzioniamministrative per ilraggiungimento diaccordi che purtenendo presente gli

oneri previdenzialiinerenti, vedonoaumentare ilpeso della bustapaga, per oraancora mode-sto, ma chepotranno averemaggiori effetti

nel futuroprossimo.

umberto Pignatiello - Carmela de r ango

In Lombardia si sta lavorando per unnuovo regime di incentivi, attraverso“il raggiungimento di obiettivi”

Busta paga più pesantema c’è da attendere

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Il 24 aprile 2009 il Consigliod irettivo nazionale CIMOP haapprovato le ipotesi di a ccordoPonte economico siglate con le trea ssociazioni a IOP, a r IS,Fondazione don g nocchi.Si tratta di un rinnovo “straordina-rio” che contempla esclusivamentela parte economica della contratta-zione, rinviando gli aspetti normati-vi al prossimo rinnovo contrattuale.a l momento attuale la Fondazionedon g nocchi ha ratificato integral-mente l’accordo, senza riserve, e losta già applicando. l ’a r IS porterà aratifica l’a ccordo al primoConsiglio direttivo, presumibilmen-te entro il mese di maggio.Il Consiglio direttivo a IOP non ha

ratificato l’accordo nella forma per-ché mancava l’unanimità, delibe-rando però, in maniera anche sin-golare, l’applicazione del 50% degliincrementi contrattuali in tutte leregioni e rinviando alla contratta-zione di secondo livello (a livello

regionale) il restante 50%, con l’im-pegno delle regioni non in sofferen-za a ratificare subito l’accordo al100%, e di trovare accordi di com-patibilità con le regioni che hannodichiarato gravi difficoltà economi-co finanziarie (l azio, Campania,Puglia, Sicilia, Toscana, l iguria eSardegna).Il notiziario Cimop, per il primonumero del 2010 ha pensato dieffettuare una ricognizione sullostato d’attuazione dell’accordoPonte con particolare riguardoverso queste regioni in difficoltàeconomica. Pertanto, il direttivo nazionale hainviato una mail a tutti i respon-sabili regionali, chiedendodi comunicare la disponi-bilità a formulare unanota (anche breve)sullo stato delle cose.Tutto ciò nella speran-za di poter apprezzarelo sforzo del diretti-

vo nazionale Cimop per alimentarel’azione di decentramento del-l’informazione, così come è nelleintenzioni della redazione e delladirezione.

Nella foto in basso Stefano Neri, nella pagi-na a sinistra Carmela De

Rango e UmbertoPignatiello

L’aCCor do-PoNt e

IL d o ppIo LIv ELLo d ELL’a c c o Rd o po Nt E: a ppELLo a I SEGREt a RIREGIo Na LI: URGENt E UN Ra ppo Rt o SULLo St a t o d I a t t Ua zIo NE

tazioni del suo reale significato.

In materia di accreditamento e di remu-nerazione delle prestazioni sanitarie, ilpatto prevede una intesa tra Stato e regio-ni per una revisione delle norme, nelrispetto degli obiettivi programmati difinanza pubblica, “anche al fine di tenerconto della particolare funzione degliospedali religiosi classificati”. E’ statointanto prorogato al 31 dicembre 2010 iltermine per la conclusione delle procedu-re di accreditamento definitivo delle strut-ture private operanti per conto del servi-zio sanitario nazionale. Nelle more,poi,

della revisione nor-mativa, per assicura-re che l’integrazionetra erogatori pubblicied erogatori privati siaancorata alla prioritariaesigenza di garantire qualità neiprocessi di diagnosi, cura e ria-bilitazione, con una intesta traStato e regioni saranno definitigli indirizzi per l’applicazionedi principi e norme fondamen-tali previsti dalla vigente legi-slazione nazionale e regionalein materia di relazioni con le

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da una parte l‘a ccordoPonte economico 2009-2010 con la sua applica-zione nazionale er egionale, dall’altra lagrave crisi regionale inCampania con grandepericolo per il lavoro deimedici delle case di curasia nell’aspetto normativoche remunerativo; sono iprincipali temi del lavorodegli organi direttivi dellaSezione Campania della CIMOP nell’ultimo triennio2006-2009.Questo il senso della rela-zione che ho presentatoall’a ssemblea r egionaledei soci della Campania anapoli il 18 g ennaio u.s..In essa ho riassunto illavoro dell’esecutivo e delConsiglio direttivo perdare evidenza, anche fisi-ca, a questa segreteria.ho ricordato i sacrifici ditutti, dal Consigliodirettivo alle SegreterieProvinciali, per assisteregli iscritti dalla costituzio-ne delle r .S.M.a .(r appresentanzeSindacali Mediche a ziendali), alla partecipazionefisica e/o con pareri e consigli a vari contenziosiverificatisi in alcune strutture sanitarie della regio-ne. Infine, con orgoglio abbiamo registrato la nomi-

na del nostro vicesegretarioregionale Crudele aVicesegretario nazionale peril Sud. l ’a ssemblea ha vivacementedibattuto su quanto espostoed all’unanimità ha condivi-so la mia relazione giudican-do positivamente l’operatodell’esecutivo e delConsiglio uscenti per esauri-mento del mandato. Semprel’unanimità dei voti ha desi-

gnato il nuovo Consiglio direttivo con la confermadei consiglieri: Crudele g iacomo, diurno umberto,

Ottomano Pietro, PascaleSergio, Sommella Paolo, e lanuova nomina dei consiglie-ri: a renare g ennaro,Campanozzi Fausto, PorzioSalvatore, Stoecklin Fabrizio.Il nuovo esecutivor egionale espresso è com-posto da: Ottomano Pietrosegretario, Crudele g iacomoe Pascale Sergio vicesegre-tari, Stoecklin Fabriziosegretario amministrativo.l ’a ssemblea regionale deisoci della sezione Campanianon poteva non eleggere trai suoi consiglieri il segretario

nazionale F. Campanozzi che, per partecipare ailavori di questa a ssemblea, ha percorso circa 600Km. di strada in un solo pomeriggio e noi tutti glisiamo estremamente grati.

Via all’accordo pontetra crisi e posti a rischio

L’AssembLeA r eg io n ALe in CAmpAn iA

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L’aCCor do-PoNt e

Pietro OttomanoSegretario Cimop Campania

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L’aCCor do-PoNt e

Istituzioni sanitarie private, “favorendo strategie di coinvolgi-mento delle medesime negli obiettivi programmatici, nella par-tecipazione alle politiche di qualità ed appropriatezza e nel con-trollo della spesa”.In materia di assistenza ospedaliera, è stata prevista una dota-

zione-standard di posti-letto accreditati ed effettivamente acarico dei servizi sanitari regionali non inferiore a quattro posti-letto per 1000 abitanti, comprensivi di 0,7 posti-letto per 1000abitanti per riabilitazione e lungodegenza post-acuzie con l’in-dicazione che “i presidi ospedalieri pubblici” dovranno adegua-re “coerentemente” le proprie dotazioni organiche di personale.

E cade la “scure” del patto sulle attività di riabilitazione ospeda-liera effettuate dalle strutture private accreditate e sono previ-ste misure per l’eventuale incremento delle tariffe delle presta-zioni rese in attività libero-professionale intramuraria e per lapartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni sanitarie.Misure che dovranno peraltro essere sottoposte a verifica daparte del “tavolo di verifica” degli adempimenti regionali ed icui esiti dovranno poi essere comunicati alla struttura di moni-toraggio.

Questo patto per la salute, che sarebbe più corretto e raziona-le definire patto per la sanità, appare rilevante, pur se appa-re scritto con una terminologia “tecnico-politichese”, diffi-cile da comprendere e magari valida soltanto per gli “addet-ti ai lavori”. Ma è purtuttavia in vari suoi aspetti una intesa

di principi e buone intenzioni, a parte la determinazione deisoldi che lo Stato verserà alle regioni per la sanità, che dovràessere verificata per rilevare se tali principi si concretizzino inprogetti ed applicazioni concrete a beneficio dei cittadini e dellasocietà e per una effettiva razionalizzazione del sistema sanita-rio del nostro Paese. Essendo poi di chiara evidenza che il pattopasserà sempre sotto l’attento controllo del ministerodell’Economia e delle Finanze, che ne è il vero e proprio “tutor”.

Raffaele Bernardini

Il Segretario nazionale con la suapresenza ha dato a ciascuno di noiun consiglio, un insegnamento unincitamento per continuare a lavo-rare per il sindacato ed a sempremigliorarlo specie quando, comeora, la situazione è veramentegrave. nel proporci alcune consi-derazioni sul 17° Congressonazionale della CIMOP aMontecatini, ci ha detto che l uivede un sindacato in crescita nontanto per il continuo aumento dinuove iscrizioni, ma principalmen-te per la maturità sindacale degliorgani dirigenti e quindi degli

iscritti che li esprimono. l a bravuradi questi dirigenti si valuta sia sugliargomenti dibattuti e sui contenutidei dibattiti, che sul lavoro quotidia-namente, da essi, svolto in periferianelle sezioni regionali e provinciali.Con pazienza il Campanozzi, haprima risposto alla raffica di doman-de poste da tutti e poi governato ilavori dell’a ssemblea implementan-do, così autorevolmente, il nuovoConsiglio direttivo.a Campanozzi un ennesimo granderingraziamento per la partecipazioneed al nuovo Consiglio direttivo edesecutivo r egionali.

Il ministrodell’economiag iulioTremonti, con-siderato ispira-tore e registadel Patto per laSalute

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“La Sanità senza Medicina è unguscio vuoto, la Medicina senzaSanità è una conoscenza inap-

plicabile”. Il prof. Paolo Livrea, presiden-te OMCeO di Bari, il giorno dopo gli “StatiGenerali della Medicina” convocati a Bariil 15 gennaio è un fiume in piena. Tanti itemi, molti quelli scottanti, troppe le

emergenze da affrontare per restituiredignità al pur blasonato curricula dellasanità pugliese. Ottava nella graduatoriadelle regioni italiane per condizioni disalute, prima tra le regioni del Sud, vedea intervalli regolari (a partire dall’opera-zione Speranza degli anni ’90) il suo bla-sone insidiato dalle inchieste della magi-

stratura mobilitata dal comportamentodisinvolto di affaristi e approfittatori chesembrano, almeno a giudicare dai titoli distampa, aver trovato territorio fertile neldecadimento etico di alcuni.Si è registrato, alla luce degli ultimiaccadimenti giudiziari che hannocoinvolto la Puglia di recente, un

r oberto Violante

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L’iNt er vist a

gradiente elevato d’indignazionedella cittadinanza, lo ha rilevato inugual quantità dal suo punto privi-legiato di osservazione della classemedica?Certamente. Un malessere con radiciprofonde, da individuare nella carenza difinanziamenti da destinare alla ricerca.

Un malessere, però, a quanto sem-bra, miscelato ad una buona dose dicinismo…Esattamente, le difficoltà ad operare nelcampo della ricerca, l’esiguità di fondi,hanno generato indifferenza nei confron-ti della funzione pubblica concentrandol’attenzione alla soluzione del proprio

programma di ricerca scientifica, unasituazione comunque inconscia in cui ilconflitto d’interessi si configura. Questodal punto di vista generale, da questo poi,come avviene in tutti i fenomeni sociolo-gici, ci sono le franche devianze, e cioènon più un conflitto d’interessi generatoda azioni economico-finanziarie ma la

Paolo l ivrea, docente universitario e chirurgo, è stato uno dei promotori degliStati g enerali della Medicina, svoltisi a Bari nel mese di gennaio, al termine delquale è stato approvato un documento unitario. In questo documento si fa espli-cito riferimento a tutte le ultime inchieste giudiziarie che hanno coinvolto medi-ci e personalità del mondo della sanità, denunciando il livello di malessere del-l’intera categoria per il ritardo con il quale si procede alle riforme del serviziosanitario regionale.Si parla, inoltre, di conflitto di interessi, di consenso informato, di regolamenta-zione dell’attività intramoenia, di formazione. l ’Ordine chiede al mondo dellapolitica maggiore attenzione e coinvolgimento nei processi decisionali attraver-so l’istituzione di un Consiglio Sanitario regionale con compiti di consulenzatecnico-professionale. I medici chirurghi e gli odontoiatri parlano di r iforma delSistema sanitario e di una rivolta morale, nel rispetto dei principi di universalitàdel diritto alla salute, equità e solidarietà previsti dal Codice deontologico. Imedici non accettano di essere i responsabili del degrado della sanità e chiedo-no al mondo della politica di assumersi le responsabilità per un sistema che nonè più in grado di rispondere a pieno alle esigenze di salute dei cittadini.

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reale devianza comportamentale. Come avete contrastato questo mal-costume?IL nostro ordine si è costituito, con suc-cesso, parte civile contro alcuni medici,responsabili della Farmatruffa, per cuil’esistenza di questo problema non deveessere negata ma deve essere combattuta.Oggi non se ne conosce l’incidenza, non sisa se la devianza comportamentale sia piùdiffusa nella professione medica rispettoad altre professioni ma la delicatezzadella nostra che esercita una ricadutadiretta sulla vita della persona, ci imponedi considerare inammissibile anche unsol caso di devianza comportamentale. Eallora l’indignazione c’è perché rispetto aun numero minimo di medici che hannocommesso delle deviazioni sul piano dellalegalità e anche sul piano deontologico difronte a questo c’è una professione che haretto le disfunzioni della organizzazionesanitaria portando la Puglia all’ottavoposto (con un finanziamento procapitedell’assistito del 20% inferiore a quelledelle regioni che sopravanzano la Pugliain questa graduatoria) in Italia nella gra-duatoria della qualità dell’assistenzasanitaria e del gradimento dei cittadini diquesta assistenza sanitaria. E questo è laprova di quanto individualmente la stra-grande maggioranza dei medici fa tra dif-ficoltà organizzative gigantesche.

E’ in queste difficoltà che si interse-cano i destini di Sanità e Medicina“Sanità e Medicina sono cose diverse macomplementari e devono viaggiare insie-me.In che modo? Con il confronto. Discutiamo, scegliamoinsieme le priorità dando vita ad un con-siglio sanitario regionale pugliese in cui leprofessioni mediche e i collegi delle pro-fessioni sanitarie, superando la funzioneprovinciale degli ordini, si trasformino instrumento federativo organizzativo (giàattuato in una decina di regioni italiane)al lavoro per la riuscita del risultato sulpaziente, grazie allo scambio permanentedi analisi e di proposte omogenee di solu-zioni dei problemi della sanità”.Di qui la definizione di Stati GeneraliQuesto processo avviato nel corso dell’ul-timo anno con il consenso di tutti gli ordi-ni è diventato il tema della riunione digennaio, riunione che ha tracciato unalinea di confine rispetto al passato.Partendo dal tentativo di superamentodelle funzioni provinciali dell’Ordinespingendo a creare una federazioneregionale come strumento organizzativoper la regionalizzazione dei grandi temidella sanità che soprattutto la parte appli-cativa esige.Una forte richiesta di potere e auto-nomia ma si sa che in Sanità è la

politica a far da padrona. La pianificazione della Sanità è da fareinsieme alla Politica, non dopo la Politica.Insieme alla Politica, che deve accettarela buona fede, salvo verifica, della profes-sione che conosce i modi tecnici del suocompito. La politica deve fare opera diequilibrio rendendo compatibili l’applica-zione delle singole professioni senzasostituirle nelle scelte, è questo è il sensodella proposta del consiglio sanitarioregionale.Quindi un dialogo verso l’esterno,verso la sanità, con lo strumentodel consiglio sanitario regionale,ma anche un dialogo all’internodegli ordini per superare gli erroricommessi nella formazione medicae nell’articolazione della professio-ne Settori separati in Sanità che di riflessodiventano separati nella professione. Lecompetenze e la continuità assistenzialeche nascono come regola burocraticaamministrativa ma poi diventano unoschema di comportamento. Questo puònuocere al paziente e creare delle con-traddizioni sulla reale applicazione delcodice deontologico. Invece il grandestrumento che dobbiamo ricordare noncome minimo comun denominatore dellaprofessione ma come massimo denomi-natore della professione è il codice deon-

ambulatorio dipartimentodi degenza

salaoperatoria

dipartimentod’urgenza

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tologico, è il punto di riferimento finale ditutte le specializzazioni e specificità pro-fessionali. Un richiamo perentorio al primatodel codice deontologico nello svol-gimento della professione medicaLa complessità della società moderna enell’ambito di questa della Medicina che èdiventata sempre più complessa, con cre-scita enorme ma anche con enormi diffi-coltà, immutati scenari possono fardimenticare o non vedere alcune cose chenel codice deontologico sono richiamate. Come il conflitto d’interessi ….La medicina ha un forte bisogno di ricer-ca scientifica. Ogni persona con problemiclinici ha un quesito da rivolgere sullafisiopatologia della malattia, sulla terapia“sicura” o sugli effetti collaterali, cheaspettano o che avranno una risposta solodalla ricerca scientifica. Noi conosciamo

molto della medicina ma questo molto èun piccolo quadratino rispetto alla super-ficie immensa che dobbiamo ancoraesplorare. La ricerca scientifica italiana èdi buon livello, con enormi risultatirispetto agli investimenti effettuati, inve-stimenti che rappresentano solo l’1% delprodotto interno lordo, pochissimo serapportati al quattro degli Stati Uniti, seidel Giappone, quattro della Finlandia, tredi Inghilterra, Francia, Germania. L’Italia

è notoriamente il fanalino di coda perinvestimento pubblico e privato (cooperaper il 30%) nella ricerca, questa sofferen-za degli enti di ricerca e delle Università,determina che quando si vuole procederenel lavoro c’è necessità di fondi, che nonpossono che venire da finanziamentiesterni. Fondi significa finanziamentireali, progetti di ricerca, ma anche riunio-ni scientifiche, aggiornamenti, l’industriainterviene per finanziare queste attività,creando un legame che domani potràgenerare dei rischi do conflitto d’interes-se (dal viaggio all’ospitalità..). Questifinanziamenti, quindi, possono determi-nare un indotto privilegiato su alcunemalattie e su alcuni schemi di ricerca, lìdove c’è un mercato applicabile, e di con-tro crea malattie e farmaci “orfani”, afronte di attenzioni di formazione perma-nente su temi che hanno a monte un filtro

r Appo r t o d eLL’Un iVer sit à d i t o r Ver g At A

Luci ed ombre della sanità delle regioni: troppi i ricoveri inappropriatie' stato presentato, recentemente, il rapporto CeIS Sanità2008 frutto dello studio e della ricerca della facoltà di econo-mia dell’università di Tor Vergata. dal rapporto risulta che iltasso di ricovero è pari a 140 ricoveri per 1.000 abitanti resi-denti; tra le r egioni Centro Settentrionali presentano un tassosuperiore rispetto alla media solo la provincia autonoma diBolzano (+15,4%) e il l azio (14,1%). l e r egioni meridionaliinvece, malgrado un'età media inferiore, sono caratterizzateda livelli di ospedalizzazione superiori alla media.l 'unica r egione a presentare un tasso di ricovero significati-vamente minore del livello nazionale è la Basilicata (-16,5%).Seguono statistiche regionali sui c.d. ricoveri "inappropriati"(peggio il Sud, meglio al nord) e la media delle tariffer egionali di degenza. l e r egioni con livelli tariffari più bassisono il Veneto (-11,3%), l'a bruzzo (-11,8), e le Marche (-15,4%).Mostrano tariffe più elevate il Friuli (+33,7%), l'umbria(+27,2%), e la Provincia autonoma di Trento (+21,9%).l 'assistenza ospedaliera nel 2006 è stata erogata tramite1.217 istituti di cura di cui circa il 54% pubblici e la parterestante privati accreditati.Piemonte, (43) l ombardia (73)emilia, (46) l azio, (85) Campania, (69) Calabria, (39) e Sicilia,(61) sono le r egioni in cui è maggiore la presenza di privatoaccreditato.Il l azio con 51 Ospedali a gestionediretta è la r egione con più Ospedali inassoluto seguito dalla Sicilia (48),Campania (39), Calabria e Toscana (32).nel 2006 si sono registrate complessi-vamente 230.814 degenze ordinarie dicui 78,8% negli istituti pubblici e 21,2%in istituti accreditati. 30.751 ricoveri in

day hospital di cui l'89,3% in strutture pubbliche e 10,7% instrutture private per un totale di 263.908 posti letto di cuil'80,2% in istituti pubblici e il 19,8% in istituti accreditati. l ar egione che presenta il tasso di ricovero totale più alto è lal iguria, per la quale si registrano 105,8 ricoveri ogni 1.000 abi-tanti, mentre il minor ricorso al day-hospital si verifica in Friuli(39,1 ricoveri per 1.000 abitanti; nello specifico nell'età inizia-le è pari a 77,2, diminuisce nelle fasce di età adolescenziale(47,2) ed aumenta progressivamente al crescere dell'età sinoa raggiungere il massimo nella fascia 65-74 anni (112,4 ricove-ri ogni mille abitanti).l a degenza media dei ricoveri ordinari è pari a 6,7 giornateper ricovero.I valori più elevati si registrano generalmente nelle r egioniSettentrionali; Valle d'a osta (8.4), Piemonte (8.1) Veneto (7.9).l e r egioni con degenza minore sono invece la Campania, laSicilia e l'a bruzzo che presentano medie inferiori ai 6 giorni didegenza per ricovero.Per quanto riguarda la spesa (valore della produzione), i datidisponibili sono fermi al 2005 il cui valore assoluto è statoottenuto con le tariffe nazionali relative al 1977.Il valore della produzione nazionale per ricoveri ordinari in

acuzie nel 2005 è dunque di poco infe-riore a 27 miliardi di euro; le r egioniche presentano un valore più alto sonola l ombardia (4 miliardi 660 milioni), ill azio (2 miliardi 412 milioni), laCampania (2 miliardi 412 milioni) e laSicilia (2 miliardi 159 milioni) che insie-me sommano il 44,5% del valore dellaproduzione del Paese.

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sulla fattibilità della necessità, non sullanecessità. Tutto questo non risponde aidettami del codice deontologico.Oggi il sistema universitario italia-no è in grande sofferenza, lo è ingenerale e lo è dentro le facoltàmediche. Come curare questa soffe-renza?

Per cambiare è basilare il concetto diindipendenza della Medicina. Non signi-fica Medicina senza regole, ma significache la medicina con le sue capacità diautogoverno, in nome del codice deonto-logico, in nome di regole esplicitate, sia ingrado di essere indipendente, di sceglierele strade giuste, non solo quelle possibili,non solo quelle convenienti e utilitaristi-che.Ritiene allora indispensabile unariflessione sul nostro sistema for-mativo?Anche qui nell’ambito delle capacità diautogoverno (e autoanalisi) i soggetti chesono titolari della formazione devonoavere una visione critica e indipendente.Noi abbiamo un percorso formativo con ilnumero programmato, un obbligo euro-peo. Ma come realizzare il numero pro-

grammato è affidato ai singoli Paesi. Noiabbiamo un numero programmato sba-gliato perché nasce da parametri vecchi,cioè è ricavato dal numero dei posti lettodelle strutture formative. Basta dire que-sto: nel potenziale formativo non vienecalcolata l’attività ambulatoriale che èoggi la base di tutte le malattie croniche,per prevenzione e reale cura a lungo ter-mine, e viene ignorata la consistenzadella Medicina territoriale che è la sor-gente dove le malattie nascono ed è ilcontenitore dove le malattie ritornano. Quindi il numero programmato ècalcolato in base solo ad un pezzodel sistema ospedaliero… E’ questo l’errore. Il Belgio, un piccoloPaese ma avanzato e civile, usa per mette-re insieme il suo fabbisogno di Medicinaun algoritmo in cui ci sono circa ottantaparametri che vanno dall’invecchiamentodella popolazione, al reddito medio, allacomposizione delle famiglie, al numerodelle persone singole, bambini, anziani,gravidanze, parti. Tutto questo è da noiignorato e produciamo un numero che èla media tra la capacità del sistema for-mativo delle strutture universitarie e

quello che la Regione ritiene sia la suacapacità del sistema formativo per gliospedali di supporto. In più posso direche il nostro numero programmato èerrato per difetto perché noi avremo nelgiro di sette-otto anno l’uscita della gran-de infornata degli anni ’70 e avremo deiposti vuoti nella Medicina di famiglia.Non abbiamo dati sulla Medicina ospeda-liera ma è probabile che siano paralleli,per cui avremo un buco e dobbiamoaumentare di almeno il 15-20% all’annoper cinque anni il numero programmato.Imputato anche il test d’accesso alCorso di Laurea…Noi facciamo un esame che non ho temaa definire ridicolo, un esame che nonseleziona, non c’è alcuna correlazione trai risultati di quest’esame e la resa dellostudente all’interno del corso di laurea,con una perdita secca del 28% al sestoanno, per cui un terzo delle persone chehanno avuto accesso non hanno retto alsistema, una perdita inaccettabile se rap-portato al grande sforzo che si compie pertenere in piedi la struttura formativa. Inconclusione dobbiamo cambiare l’esameperché la resa di questa selezione non è

chirurgiagenerale

ostetricia eginecologia

ortopedia etraumatologia

oncologia

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buona, per quantità ma anche per qualità.Infatti selezioniamo in funzione della cul-tura generale, di chimica, fisica e materiebiologiche, partendo dal presupposto chela Medicina sia una scienza biologica,qual è, ma scienza biologica dell’uomo,noi calcoliamo zero, e sottolineo zero, ilpercorso formativo della scuola superio-re, dando un segnale gravissimo di inuti-lità alla scuola superiore.C’è una proposta per correggerequesta stortura?L’Ordine de Medici nazionale ha propo-sto di fare dei corsi formativi paralleliall’ultimo anno di scuola, mettendo adisposizione le risorse umane, per aiutarelungo un intero anno lo studente a com-prendere le proprie attitudini, la propriapreparazione storico-umanistica, essen-ziale per affrontare i grandi temi del dolo-re, dell’invalidità, della debolezza dellapersona, i grandi temi del controllo dellavita e della morte, la filosofia del modo distare al mondo, tutta questa cultura nel-l’esame di ammissione è zero, e allora noiaccettiamo dei bravi matematici, biologi,

con un’infarinatura di cultura superiorema non è questo che serve alla Medicina.Anche il Corso di Laurea andrebberevisionato?Attualmente il corso di Laurea è un gran-de esamificio (circa cento materie) in cuiognuno pensa a se stesso, nessuno siinterfaccia, il concetto di corso integratoche esiste nello statuto non viene seguitoe, cosa gravissima, la deontologia è soloun pezzo di medicina legale al sesto annoe per cinque anni e mezzo gli studenti nonsanno nulla di deontologia. Noi propo-niamo che i medici legali si mettano adisposizione trasversalmente nel corso dilaurea in maniera che ogni gruppo dimaterie abbia la sezione di deontologiatecnicamente legato a quella materia.Quel 70% che oggi si laurea è compostoda bravissimi biologi, tecnicamente all’al-tezza, ma niente affatto da bravi medici.Per non parlare poi della conoscenza delterritorio, in tutto il corso di laurea il con-tatto con il malato è sporadico e casuale,come si fa a formare un medico se non losi mette a confronto con il malato?

Abbiamo creato una medicina disumana.Dobbiamo allargare il nostro sistema for-mativo al territorio, fare il dipartimentodi medicina generale e cooptare questodipartimento per la formazione.Ce n’è anche per gli esami di stato… Oggi sono ridotti a un quiz, che selezionae promuove circa il 99% degli esaminan-di, ma che li facciamo a fare. Dovremmofare gli ultimi sei mesi o forse tutto l’annodi attività pratica, di casi clinici e queicasi clinici devono diventare argomentodi discussione reale agli esami di stato, unesame per capire se l’esaminando è ingrado di capire quella persona e la suamalattia, che ciò che fa un buon medico.Allora la prima cosa che la federazionenazionale chiederà è la riforma dell’esa-me di stato.Aziende ospedaliere universitarie:la delega alle Regioni?

Fatele, se ci riuscite, chiedete i poterisostitutivi. I due ministeri cosa sannodelle interazioni di queste due cose?Sanità e sistema formativo (Università)?Nulla. Perché la parte sanitaria la cura la

r Appo r t o d eLLA Co mmissio n e t eCn iCA d eL min ist er o d eLLA sALUt e

t roppi sbagli in corsia: chiesti danni per 2,4 miliardi di euroun primo rapporto sugli sbagli in ospedale è statorealizzato dalla Commissione tecnica sul rischio clini-co, istituita dal ministero della Salute. Il maggiornumero di errori si commette in sala operatoria (32%),nei reparti di degenza (28%), nel dipartimento d'urgenza (22%) e in ambulatorio (18%). l e quattro spe-cializzazioni più a rischio sono ortopedia e traumato-logia (16,5%), oncologia (13%), ostetricia e ginecolo-gia (10,8%) e chirurgia generale (10,6%).Inoltre le cause pendenti nei confronti dei medici perpresunti errori sono fra le 15 mila e le 12 mila l'anno,anche se si stima che i 2/3 dei sanitari vengano allafine assolti. l a richiesta di risarcimento danni (secon-do i dati a nia, l'associazione che rappresenta leimprese assicuratrici) ammonta a 2,4 miliardi di eurol'anno.

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daLLe r eGioNi

Il decreto legislativo n. 231 del 2001, in base al quale in caso di reato penale di dirigenti o dipendenti è l’Ente di apparte-nenza a rischiare sanzione pecuniaria nonché misure interdittive che gli impedirebbero di ricevere finanziamenti, preoc-cupa come una minaccia. Al fine di preparare un modello organizzativo e gestionale per le strutture AIOP, i giovanidell’AIOP Sicilia hanno promosso un seminario che ha visto la partecipazione di importanti giuri-sti. Sostanziale inapplicazione del decreto ad oggi ma anche scarsa giurisprudenza in materiasono emerse dagli interventi fino poi alla delineazione dei tratti principali di possibili modelliorganizzativi: istituzione di un organismo di vigilanza, introduzione di un sistema disciplinareidoneo a sanzionare comportamenti illeciti e applicazione di specifiche procedure volte a evitareilleciti nelle aree di rischio reati presupposti. L’importanza del seminario sta nell’aver fatto lucesu un bisogno di legalità e un’attenzione necessari in tale ambito. (da Regionando n. 102)

Il modello a Io p sul decreto 231

Sicilia

Per implementare il modello organizzativo per la gestione della sicurezza del paziente la Regione Veneto ha istituito alriguardo uno specifico programma regionale con tali obiettivi: coordinare i responsabili aziendali per la gestione dellasicurezza del paziente; coordinare i gruppi operativi per l'esame delle linee guida ministeriali; mantenere i rapporti conle società scientifiche interessate; collaborare con l'Agenzia Regionale Socio-Sanitaria per l'implementazione di metodi estrumenti per la gestione del rischio clinico; promuovere gli audit regionali previsti dalla DGR n. 1831/08; collaborarecon l'Agenzia Regionale Socio-Sanitaria per l'implementazione di metodi e strumenti per la gestione del conflittoe del contenzioso e per l'implementazione della gestione dei sinistri; collaborare con l'AgenziaRegionale Socio-Sanitaria alla gestione del flusso informativo sulla sicurezza del paziente. (daRegionando n. 102)

Modello organizzativo per la gestione del paziente

Veneto

Si chiama “mobilità passiva” il fenomeno delle migrazioni dei pazienti, oneroso per le amministrazioni regionali maanche per quei cittadini che lasciano la propria Regione. La soluzione sarebbe nell’ottimizzare il rapporto di collabora-zione tra pubblico e privato. In Toscana i dati relativi al triennio 2006-2008 sono positivi ma si può fare molto meglio.E’ vero che la Toscana con le sue case di cura esercita forte attrazione su pazienti provenienti da fuori ma è anche veroche in ambito ortopedico ad esempio il taglio di budget ha provocato l’emigrazione di 9.881 toscani in altre regioni solonel 2008. Considerare l’ospedalità privata un motore di sviluppo e non alternativo al sistema pubblico è la giusta chiavedi lettura di questi dati per raggiungere l’obiettivo primario della sanità: dare risposta al fabbisogno di cure del propriocittadino. (da Regionando n. 102)

c ollaborazione pubblico-privato per combattere la “mobilità passiva”

Toscana

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dossier

Sanità, la parte normativa la cura il mini-stero dell’Università, ma sulla resa solo leRegioni, se pure, sanno qualcosa. Non c’èuna visione nazionale del problema, c’èuna visione amministrativa locale manon se veramente la nostra nazioneforma in quegli ambiti. L’autonomia uni-versitaria che è la chiave di voltadell’Università, ha bilanci limitati, il pro-totipo dell’autonomia universitaria è pro-prio la Facoltà di Medicina che è inscindi-bilmente legata all’organizzazione sanita-ria tanto è vero che si fa l’azienda, quindise un prototipo di autonomia esiste èquello della Facoltà di Medicina.E da noi come vanno le cose inmateria di autonomia?In Puglia non c’è la convenzione traUniversità e Regione per il Policlinico.

Non c’è. L’ultimo atto applicativo appro-vato regione-Policlinico-Università è del1973, da Preside io ho fatto tre protocollid’intesa con la Regione ma zero protocol-li applicativi con il Policlinico. Oggi noiabbiamo il contenitore della formazione,cioè il Policlinico con i difetti elencatiprima, un contenitore che non ha unanorma, che non definisce la sua missioneprimaria di formazione e di ricerca scien-tifica, ha solo il titolo di azienda ospeda-liera universitaria ma non ha il protocol-lo d’intesa. Il prodotto di questa disfun-zione poi riguarda il territorio nazionale ediventa la europeizzazione del titolo distudio. La sua ricetta.I due ministeri devono avere una struttu-ra che si occupi dell’attuazione delle

cosiddette aziende ospedaliere, per sape-re se quegli ambiti di formazione sonostrutturati, se hanno problemi, perché lasede della formazione è strategica, e lasede della formazione in Puglia, il policli-nico non ha il protocollo d’intesa, lo ho aFoggia e non a Bari. Serve l’istituzionedella consulta nazionale che anche con unsottosegretario ad hoc che guardi ad unspetto dell’autonomia universitaria, quel-lo delle facoltà di medicina articolato conil sistema sanitario nazionale. Dobbiamoprendere atto che questo è un caposaldo edobbiamo capire che se ci sono due mini-steri, questi due ministeri devono chiede-re il parere ma devono soprattutto moni-torare quanto accade e quindi serve unastruttura che monitori le sedi dela forma-zione del medico. Sogni? vedremo.

Il virus letaledel passato che non passa

L’a Na LISI

di Fausto CampanozziSegretario nazionale c imop

Mi ritengo sicuramente soddisfatto della qualitàglobale che la nostra Sanità esprime, e questamia affermazione trova conferma nelle attesta-

zioni e nei consensi che la comunità scientifica interna-zionale ci riserva, cosa di cui noi medici siamo consape-voli e che riscontriamo ogni qualvolta partecipiamo aconvegni scientifici internazionali ed abbiamo la possibi-lità di confrontarci con le esperienze dei colleghi di altripaesi.In particolare sono convinto, in via di principio, dellagiustezza dell’impianto organizzativo della Sanità nel

nostro Paese, che attraverso il ServizioSanitario Nazionale, garantisce il diritto allasalute a tutti i cittadini.

* * *Non è un malato grave ma...Purtroppo sono ancora molte le cose che oggi non funzio-nano, e che rappresentano il retaggio di errate sceltepolitiche e legislative del passato. Prima fra tutte l’intro-duzione del federalismo regionale in Sanità, che consen-tendo alle regioni di disporre autonomamente sulla pro-grammazione e sulla organizzazione in tema di Sanità,

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dossier

anche in considerazione delle risorse disponibili, ha diconsegnato al nostro paese tanti Servizi Sanitari quantesono le regioni. E’ sotto gli occhi di tutti la sperequazioneche si è creata tra i cittadini: offerta di un servizio quali-tativamente migliore nelle cosiddette regioni virtuose,assolutamente insufficiente in quelle meno virtuose.Ma forse il male più grande della Sanità italiana è rap-presentato dall’ingerenza della politica nei sistemi difunzionamento dell’apparato. Basti pensare alle nomine dei Direttori Generali delleASL, quasi sempre di espressione politica, quasi mai verimanager sanitari dotati di autonomia professionale,come dovrebbe essere. Questo è un vero cancro cheandrebbe estirpato.Un altro problema a mio avviso rilevante ai fini dei costidella Sanità nel nostro Paese è rappresentato dalla scar-sa organizzazione della sanità sul territorio, che inevita-bilmente costringe i cittadini a rivolgersi all’assistenzaospedaliera per avere risposte alle proprie richieste disalute. Riequilibrare queste due modalità di assistenzasicuramente gioverebbe ai cittadini, ma anche alle cassedello stato.

* * *

L’Ospedalità Privata e il Pubblico.Non vi è alcun dubbio che l’Ospedalità Privata oggimeriti una completa equiparazione con l’OspedalitàPubblica. E’ un diritto che si è meritata sul campo, attra-verso uno processo culturale che le associazioni degli

imprenditori del settore e le parti sociali, congiuntamen-te, ognuno con le proprie prerogative, stanno portandoavanti da alcuni anni.E’ la stessa Legge dello Stato che ne sancisce la paritàattraverso il processo di accreditamento delle strutturesanitarie pubbliche e private, che devono possedere glistessi requisiti di carattere strutturale, tecnologico edorganizzativo. Mi preme sottolineare che tra i requisitiorganizzativi è contemplata anche la dotazione di perso-nale, che per il personale medico vede nell’ospedalitàprivata un eccessivo ricorso al lavoro precario.

* * *

Il finanziamento da parte delle Regioni.In assoluto è vero che il sistema tariffario delle presta-zioni è rimasto fermo da alcuni anni, non tenendo contodei contratti di lavoro del personale che di volta in voltasono stati rinnovati.I lavoratori del settore, medici e non, vivono sistemati-

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camente l’incertezza del rinnovo delCCNL in assenza della coperturafinanziaria. E’ compito della politica, e soprattut-to del nuovo governo, di farsi caricodi questo problema, dettando anchedelle regole affinché i contratti dilavoro siano rinnovati nei tempifisiologici, garantendo il giusto sala-rio ai lavoratori e riducendo il livello

di conflittualità all’interno delleaziende.

* * *

Libera scelta: realtà o utopia?La libertà di scegliere il luogo in cuifarsi curare, ospedale pubblico oprivato accreditato, non è ancorarealtà ma non è nemmeno utopia.La Riforma Sanitaria, che si è arti-

colata attraverso i decreti legislativi502, 517 e 229 e successivi, ha postoil cittadino e la libera scelta delluogo di cura al centro del sistemasanitario, creando il presuppostoper una chiara competizione trapubblico e privato, dalla quale l’u-tenza non poteva che trarre vantag-gi. In realtà le norme regionali e ledeterminazioni dei tetti di spesa con

dossier

so n d Ag g io d i “pAn o r AmA”

“sì, c’è malcostume diffuso”,anche se il 61% degli italianiha sempre fiducia dei medici dal 2005, 8.978 persone denunciate all’autorità giudiziaria: 200 gli arresti;658 milioni di euro di danni per frodi e irregolarità al Servizio sanitarionazionale; circa 800 milioni di euro di redditi non dichiarati e individuatinelle verifiche fiscali; 40 milioni di Iva evasa. Questialcuni dati sulla crisi della sanità in Italia resi noti dagliorgani di stampa fino al 2009.e dall’inizio del 2008 sono 57 gli ospedali coinvolti solonelle inchieste dei carabinieri dei nas. Si va dall’omici-dio colposo per aver inserito una sonda rettale nellavagina anziché nel retto, immettendo solfato di bario ecausando la morte della paziente, a Sassari, fino all’e-spianto non autorizzato di cornee ad a rezzo.Che il caso della clinica milanese Santa r ita sia eclatan-te, ma non isolato, è del resto opinione diffusa. da unsondaggio esclusivo, pubblicato dal settimanale“Panorama”, emerge infatti che il 60 per cento degli ita-liani ritiene che i medici imputati a Milano siano solo “lapunta visibile di un malcostume più diffuso”. Ma, nono-stante questo, il sondaggio indica pure che il 61 percento degli intervistati, per quanto indignato, continua anutrire fiducia nel sistema sanitario.

n ella foto lo striscione esposto sulla clinica Santa Rita di milano al centro di unoscandalo del quale si è occupata la magistratura.

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L’autonomiadel medicova difesa“Sanità”, cosa molto probabile.

In uno scenario così diffi-cile e complicato sapremo noimedici ritrovare la strada mae-stra?

Penso e spero di sì,soprattutto se avremo la forza e lavoglia di batterci per l’autonomiadella professione libera dalle inge-renze e dalle invasioni della politi-ca, se sapremo riappropriarci deivalori autentici della nostra pro-fessione, riaffermando il valoredel Codice Deontologico, antepo-nendo il rapporto medico-pazientealle perverse logiche del mercatodella salute, cercando instancabil-mente quell’indispensabile equili-brio tra spinte produttive e qualitàdelle prestazioni.

Tutto ciò è possibile? Iopenso di sì.

E sono fermamente con-vinto che anche i medici dell’ospe-dalità privata, per quanto attieneal loro campo d’azione, possanofare molto.

Fausto Campanozzi

Editoriale/ da pagina 3

le aziende sanitarie, non hanno mai permesso che questo si realizzasse,indebolendo notevolmente, a mio avviso, l’efficacia della riforma stessa.L’unico rimedio è quello di dare piena attuazione alla Riforma, ponendo inun sistema di integrazione ma anche di competizione pubblico e privato,premiando l’efficienza, la qualità e le capacità organizzative, senza pregiu-dizi di carattere ideologico, nell’esclusivo interesse dei cittadini.

* * *La “malasanità”.Rispetto al passato, più frequentemente, la cro-naca giudiziaria ci pone di fronte a notizie dimalasanità, indistintamente dal Nord al Suddel nostro paese, che coinvolgono in ugualmisura strutture sanitarie pubbliche e private.Molte di questi fatti di cronaca passano comemalasanità sotto i riflettori dei mass media, main realtà poi si dimostra che rappresentanosolo la realizzazione di eventi tragici senzaresponsabilità a carico degli operatori.Molti casi invece sono frutto di vera mala-sanità alla realizzazione della quale con-corrono di volta in volta più fattori, dal-l’errore umano alle carenze struttu-rali ed organizzative, che in unpaese moderno e civile, qualel’Italia vuole e deve essere, nonpossono essere consentiti.In quest’ottica una riflessione parti-colare va fatta sulla formazione univer-sitaria delle professioni sanitarie e sul-l’aggiornamento professionale continuo,che non deve essere solo un onere a cari-co del professionista ma anche un dove-re per il sistema azienda.

nella foto il ministroalla Salute FerruccioFazio.

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in regime di lavoro dipendente

in regime di lavoro libero professionale coordinato e continuativo

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l’amministrazione ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile in favore della c Imo pstessa e nella misura che annualmente sarИ comunicata. Il sottoscritto/a dichiara che la presente delega:

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