Notiziario Cimop Maggio 2015

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Anno XII numero 1-2 bimestrale - maggio 2015 www.cimop.it Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma mille modi di dire “sei licenziato!”, col jobs act focus ALTRO CHE INTERVENTI CHIRURGICI, IL GOVERNO CON I SUOI FAMIGERATI “TAGLI LINEARI” AFFONDA NELLA CARNE VIVA DELLA PROFESSIONE MEDICA, ACCANENDOSI SULLA SANITÀ PRIVATA (AL CONTRARIO DI QUANTO ACCADE IN ALTRI PAESI EUROPEI PIÙ EVOLUTI). I RISCHI DI INAPPROPRIATEZZA DELLE CURE VENGONO SCARICATI DIRETTAMENTE SUI MEDICI, ORMAI SENZA CONTRATTO DA OLTRE DUE ANNI. AUMENTANO LE VERTENZE, CRESCE LA MEDICINA DIFENSIVA.

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Notiziario Cimop bimestrale Maggio 2015

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Anno XII numero 1-2 bimestrale - maggio 2015

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mille modi di dire “sei

licenziato!”, col jobs act

focus

ALTRO CHE INTERVENTI CHIRURGICI, IL GOVERNO CON I SUOI FAMIGERATI “TAGLI LINEARI” AFFONDA NELLA CARNE VIVA DELLA PROFESSIONE MEDICA, ACCANENDOSI SULLA SANITÀPRIVATA (AL CONTRARIO DI QUANTO ACCADE IN ALTRI PAESIEUROPEI PIÙ EVOLUTI).

I RISCHI DI INAPPROPRIATEZZA DELLE CURE VENGONOSCARICATI DIRETTAMENTE SUI MEDICI, ORMAISENZA CONTRATTO DA OLTRE DUE ANNI.

AUMENTANO LE VERTENZE, CRESCELA MEDICINA DIFENSIVA.

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L’EsECutivo NaZioNaLE CimoP

PRESIDEnTE onoRARIoDott. BIAnCo SPERAnZAVia S. Maria Assunta, 28-C24022 Alzano Lombardo (Bg)Tel. 06 5004063email: [email protected]

PRESIDEnTE nAZIonALEDott. PIETRo PICERnIVia orzali 31 II trav. 55100 LuCCATel. 347 913184email: [email protected]

SEgRETARIo nAZIonALEDott. FAuSTo CAMPAnoZZIVia Cardinale Mimmi, 15-A

70124 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

V. SEgRETARIo noRD ITALIADott.ssa CARMELA DE RAngoVia Val di Fassa, 20 – 25123 BRESCIAemail: [email protected]. 368 3937798

V. SEgRETARIo CEnTRo ITALIADott. STEFAno nERIVia Cesare Pavese, 360 - RoMAtel. 338 263497500153 RoMAemail: [email protected]

V. SEgRETARIo SuD ITALIADott. gIACoMo CRuDELEVia g. Cucci, 6 Pal. Supino84014 noCERA InFERIoRETEL 3281015682email: [email protected]

SEgRETARIo AMMInISTRATIVoDott. LuCA PuTIgnAnoVia Principe Amedeo, 770121 BARITel. 06 5004063email: [email protected]

SezIOne MarCheSegretario: dott. RoSSELLA FoRTunAVia Traversa Loreto, 1 – 62020 CALDARoLA (MC)Tel. 335 326348 - E-mail: [email protected]

SezIOne lazIOSegretario Regionale: dott. STEFAno nERIVia Cesare Pavese, 360 - 00153 RoMATel. 338/2634975 – E-mail: [email protected]

SezIOne aBruzzOSegretario Regionale: dott. FRAnCESCo FALZAnIVia L. Polacchi 48 – 65132 PESCARATel. 348 3518660 – E-mail: [email protected]

SezIOne MOlISeSegretario Regionale: dott. PAoLo BELLAnTonIoLargo Selvaggi, 7 – 86027 (S.MASSIMo) CAMPoBASSoTel. 3496480156 - E-mail: [email protected]

SezIOne CaMPanIaSegretario Regionale: dott. PIETRo oTToMAnoVia P. giannone, 33/a – 80141 nAPoLITel. 081 294488 – E-mail: [email protected]

SezIOne PuglIaSegretario Regionale: dott. FAuSTo CAMPAnoZZIVia P. Amedeo 7 – 70122 BARIE-mail: [email protected]

SezIOne CalaBrIaCoordinatore pro tempore Dr. MuSoLIno gIuSEPPEVia S. Sebastiano 19 98122 MESSInA (ME)Cell. 347/4689610

SezIOne SICIlIaSegretario Regionale: Dr. MuSoLIno gIuSEPPEVia S. Sebastiano 19 98122 MESSInA (ME)Cell. 347/4689610 – E-mail: [email protected]

SezIOne SardegnaSegretario Protempore: dott. gIuSEPPE PILovia Principessa Maria 56 - 07100 SASSARI tel. 338.6606343

L’oRgaNiZZaZioNE REgioNaLE CimoP Nominativi, indirizzi e numeri telefonici dei Segretari regionali della CIMOP, ai quali i medici interessati possono fare riferimento:

SezIOne PIeMOnTeSegretario Regionale: dott. RICCARDo IuLIAnIc/o ospedale Cottolengo, 9 – 10126 ToRInoTel. 348 5247010 – E-mail: [email protected]

SezIOne lIgurIaCoordinatore pro tempore Dr. VEnTuRo MIChELEVia Cesare Pavese n. 360 - 00144 RoMA (RM)Tel. 06/5004063 - E-mail: [email protected]

SezIOne lOMBardIaSegr. Reg.: dott.CARMELA DE RAngoVia Val di Fassa, 20 – 25123 BRESCIATel. 368 3937798 – E-mail: [email protected]

SezIOne VeneTOSegretario Regionale: dott. AnTonIo MAESTRIVia Martiri di Libertà, 299 - 30030 FAVARo VEnETo (VE)Tel. 06.5004063 – E-mail: [email protected]

SezIOne FrIulI VenezIa gIulIaSegretario Regionale: Dr. PIER gIoVAnnI BIAnChIpresso Reparto Chirurgia - Casa di Cura San giorgioVia gemelli 10 PoRDEnonE - Tel 0434 519410

SezIOne eMIlIa rOMagnaSegretario Regionale: dott. FABIo CAMMIVia Don Conti, 6/429015 CASTEL SAn gIoVAnnI (PC)Tel. 3355620367 – E-mail: [email protected]

SezIOne TOSCanaSegretario Regionale: dott. gIuSEPPE BongIoVAnnIVia San Salvi, 33 – 50126 FIREnZETel. 055.6811900 – E-mail: [email protected]

SezIOne uMBrIaSegretario regionale: dott. DIno BIAgInIvia Pieve di Campo, 65 – 06087 PonTE S. gIoVAnnI (Pg)Tel. 340.0659533 – E-mail: [email protected]

CIMOP – Sede nazIOnale: VIa CeSare PaVeSe, 360 – 00144 rOMa – Tel. 06.500.40.63; Fax 06.502.21.90

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L’EditoRiaLE

Cari colleghi,sapete tutti che il CCNL attualmente ancora in vigore è quello riferito agli anni dal2001 al 2005 e questo significa che la parte normativa è ormai congelata da circaquindici anni.

Nel 2009, quando ormai la crisi globalesi stava diffondendo dagli Stati Unitiverso l’Europa, trovammo con le asso-ciazioni imprenditoriali AIOP, ARIS eFdG, su tavoli separati, un “AccordoPonte” economico che aveva la solafinalità di permettere il recupero dell’in-flazione dal 2005 al 2009. L’accordo,come da linee guida ministeriali dettatedal Ministro del Lavoro MaurizioSacconi, aveva un impianto attuativoche prevedeva un doppio livello di con-trattazione: uno a livello nazionale euno a livello regionale, le cui valenzeeconomiche erano rispettivamente del50 per cento dell’intero incrementosalariale.L’Accordo Ponte fu applicato integral-mente nelle regioni del nord dell’Italia,mentre fu applicato solo per il 50 percento, rinveniente dalla contrattazionenazionale, dalle regioni del suddell’Italia che, essendo sottoposte quasitutte a “commissariamento” o a “pianodi rientro”, avevano operato tagli ancheconsistenti al settore privato accredita-to, non creando condizioni favorevoli auna trattativa che non è mai decollata,motivo per cui ancora oggi esiste questadifferente applicazione economica delCCNL fra nord e centro-sud. A questo poi si è aggiunta la scure della

“spending review” che ha ulteriormente ridotto le risorse economiche regionalidisponibili e la speranza di una definizione della trattativa decentrata. Tutti i tentativi di riapertura dei tavoli contrattuali in questi anni hanno cozzatocontro il muro della crisi, dietro il quale si sono arroccate le associazioni degliimprenditori.Ormai riteniamo non più differibile la questione del rinnovo contrattuale per duemotivi fondamentali: - il primo di carattere economico in quanto non è tollerabile che gli stipendi deimedici delle case di cura, già in partenza penalizzati rispetto a quelli dei colleghipubblici, siano fermi ormai da dieci anni,- il secondo riguarda la parte normativa del contratto, ormai obsoleta, non più ade-guata ai cambiamenti intervenuti nell’organizzazione sanitaria del nostro paese,che avrebbe necessità di vedere contemplate nel dettato contrattuale le esigenzeorganizzative delle diverse tipologie di assistenza, da quella ospedaliera per acuti a

Tutti dobbiamosentirci protagonistidel cambiamento

Fausto CampanozziSegretario nazionale Cimop

Organo ufficiale d’informazionedella Confederazione Italiana Medici

Ospedalità PrivataPeriodico bimestrale

Direttore: Fausto Campanozzi

Direttore responsabile:Roberto Violante

Vice direttore:Pietro Picerni

Redattore capo:Luca Putignano

Editore:Confederazione Italiana Medici ospedalità

Privata (C.I.M.o.P.) via C. Pavese, 360 - RomaRedazione:

via C. Pavese, 360 - RomaProgetto grafico e desk:

Società Editrice nicholausvia Dante 277/a 70122 Bari

tel-fax 080 5275879 [email protected]:

grafisystem snc, via dei gladioli n.6 - Z.I.70026 Modugno - Bari

Registrazione Trib. di Roman. 531/2001 del 4/12/2001

Iscritto al Roc in data 05/11/2013 con numero 23964

In tipografia: 10 maggio 2015 segue a pagina 30

Il nostro contratto ècongelato da 10 anni el’accordo-ponte nonrisulta ancora attuatocompiutamente. Tuttociò è insostenibile

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BENVENUTI IN MACELLERIA

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BENVENUTI IN MACELLERIA

Tagli, tagli, sempre tagli. E cosìcontinua la lenta agonia del S.S.N.Ormai non c’è certezza di nulla e

anche le previsioni contenute nel Pattoper la Salute vengono smentite dalla

Conferenza Stato-Regioni e dal DEF(documento economico finanziario).Alla vigilia dell’ultima riunione dellaconferenza Stato-Regioni, dopo lesmentite dei mesi precedenti di un’ulte-

riore manovra sulla sanità, prende sem-pre più corpo l’ipotesi che venga appro-vata la proposta del Ministero dellaSalute del 15 aprile u.s. che prevede peril 2015 tagli consistenti su beni e servizi,

LE ULTIME TRE FINANANZIARIE DI VARI GOVERNIHANNO FATTO A PEZZI IL SERVIZIO SANITARIOE QUEI PRINCIPI SANCITI DALLA COSTITUZIONESUL LAVORO E SULLA TUTELA DELLA SALUTE.DELLA PROFESSIONALITÀ MEDICA, DEL DIRITTO ALLA CURA E A CURARE, OGGI RESTASOLO UN ORRIBILE SPEZZATINOFausto CampanozziSegretario nazionale Cimop

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Nel Documento Economico e Finanziario il governo elen-ca le principali azioni da mettere in campo nel triennio2015-2018 per migliorare la programmazione e l'assi-stenza sanitaria.

1Invecchiamento della popolazione e sostenibilità fiscalePer l'Italia si prevede un livello della speranza di vita al2060 di 85,5 anni per gli uomini e di 89,7 anni per ledonne. Complessivamente, nel periodo 2015-2060, laspesa legata all'invecchiamento (age related) in rapportoal Pil è stabile e si attesta intorno ad una media del 28 percento del Pil. Tuttavia, negli anni successivi al 2015, laspesa si riduce di un punto percentuale di Pil fino al 2020per poi risalire gradualmente e raggiungere il picco acirca il 28,5 per cento del Pil nel 2043. Dunque, nel 2060,l’aggregato della spesa connessa all’invecchiamento siriduce fino a circa il 27 per cento del Pil

2Proiezione della spesa sanitaria al 2060In una fase iniziale si avrà una riduzione per effetto dellemisure di contenimento della dinamica della spesa, esoprattutto a causa della manovra prevista in Legge diStabilità con effetti a decorrere dall’anno 2015, quando siassesterà al 6,8 per cento rispetto al Pil. La previsione delrapporto fra spesa sanitaria e Pil raggiungerà il punto piùbasso nel 2020 (6,6 per cento), per poi attestarsi intornoal 7,6 per cento tra 2050 e 2060.

3Legge di stabilità 2015Nel Def si ribadisce come, per la sanità, nel periodo 2015-2018 sono stanziati 1,8 miliardi (con un effetto in terminidi indebitamento netto pari a circa 1,4 miliardi nel perio-do) per il finanziamento di interventi di edilizia sanitariapubblica. È previsto un contributo in favore delle regioniper l’erogazione di indennizzi in favore di soggetti dan-neggiati da emotrasfusioni (0,7 miliardi nel periodo 2015-2018) e viene stanziato un apposito fondo per il rimbor-so delle spese sostenute dalle regioni per l’acquisto difarmaci innovativi (0,1 miliardi nel solo anno 2015).

4Patto per la saluteIl 10 luglio 2014 è stata sancita l’Intesa tra Governo eRegioni: il livello del finanziamento del Ssn cui concorre loStato è stato fissato in 112,1 miliardi nel 2015 e 115,4miliardi nel 2016, prevedendo la possibilità di ridetermi-nazione dello stesso in funzione di sopravvenute esigen-ze di finanza pubblica. Non solo aspetti finanziari nelPatto della Salute 2014-2016. Nel testo viene richiamatasia la revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) chedel prontuario farmaceutico. Inoltre, nella riforma deiticket a carico dei cittadini, sono stati intrtodotti nuovicriteri che, a parità di gettito complessivo, tengano contodella condizione economica e della composizione delnucleo familiare.

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poliTica saniTaria, pochE cErTEzzE nEl dEf approvaTo

EppurE il GovErno sa prEvEdErE fino al 2060

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dispo-sitivi medici, farmaceutica,

privato accreditato, riabilitazionee specialistica.Il taglio al Fondo SanitarioNazionale per il 2015 è consistentee ammonta a circa 2 miliardi e 352milioni di euro, ai quali vannoaggiunti i 285 milioni di finanzia-mento per l’edilizia ospedaliera,che non arriveranno.Procedendo con ordine si potreb-be stimare un taglio di circa 652milioni di euro alla voce “beni eservizi” che si raggiungerebbeattraverso la rinegoziazione deicontratti di acquisto, con esclusio-ne di farmaci e dispositivi, a parteregolati.La riduzione della spesa per i“dispositivi medici” potrebbeammontare a circa 845 milioni di

nEro su bianco, lE carTE dEl rinvio ruolo E compiTi dEllaconfErEnza sTaTo-rEGioni

la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,le regioni e le Province autonome di Trento e Bolzanoopera nell’ambito della comunità nazionale per favori-

re la cooperazione tra l’attività dello Stato e quelladelle regioni e le Province autonome, costituendola "sede privilegiata" della negoziazione politicatra le amministrazioni centrali e il sistema delleautonomie regionali.la conferenza Stato-regioni:- è la sede dove il governo acquisisce l’avvisodelle regioni sui più importanti atti amministrati-vi e normativi di interesse regionale;- è persegue l’obiettivo di realizzare la leale col-laborazione tra amministrazioni centrale e regio-nali;- si riunisce in una apposita sessione comunita-ria per la trattazione di tutti gli aspetti dellapolitica comunitaria che sono anche di interes-se regionale e provinciale.

nel riquadro a sinistra, i verbali di convocazio-ne e di rinvio della conferenza Stato-regioni.rinviate anche le due sedute successive,quelle del 23 e del 29 aprile 2015.

la Conferenza Stato-regioni è presiedutadal Sottosegretario di Stato per gli affariregionali, on. gianclaudio Bressa.

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euro, mediante procedure di rinegozia-zione da un canto, e un più attento con-trollo dei prezzi attraverso l’introduzionedell’obbligo di fatturazione elettronica el’attivazione dell’Osservatorio prezzi delMinistero della Salute.Circa 200 milioni di euro è invece ilrisparmio stimato nel settore della “far-maceutica territoriale ed ospedaliera” perla quale viene prevista l’introduzione diun elenco prezzi di riferimento, relativi almassimo rimborso da parte del SSN, difarmaci terapeuticamente assimilabili. Intale ottica l’AIFA dovrebbe provvedereentro il 30 giugno del 2015 a definire lemodalità di individuazione e valutazionedi questi farmaci e i raggruppamenti diessi. Inoltre nell’ambito di ogni raggrup-pamento dovrebbe individuare sotto-gruppi di confezioni, fissare il prezzomassimo di rimborso da parte del SSNcon il prezzo al pubblico più basso.Inoltre circa 35 milioni di euro di rispar-mio dovrebbero rientrare dalla ridefini-zione del prezzo dei medicinali biotecno-logici dopo la scadenza del brevetto.Un altro cospicuo taglio deriva dall’inter-

Ecco cosa prevede nello specifico la bozza d’intesa su due dei piùcospicui capitoli di spesa, il cui totale dei tagli supera il miliardo emezzo di euro.

BENI E SERVIZIPrevista la rinegoziazione dei contratti di acquisto, compresi i con-tratti di concessione di costruzione e gestione, per raggiungereuno sconto medio del 4%. L’ammontare dei contratti rinegoziabiliper il 2014 è stimato di circa 16,3 miliardi e il risparmio associabi-le all’abbattimento del 4% medio dei prezzi unitari di fornitura(esclusi farmaci e dispositivi medici), derivante dall’applicazionedel dl 35/2013 e del dl 66/2014, era stato stimato in un valore paria 652,5 milioni di euro (ma la cifra potrebbe essere più alta conl'inserimento dei contratti di concessione di costruzione e gestio-ne nell'elenco dei contratti da rinegoziare).

DISPOSITIVI MEDICIPer i dispositivi medici si prevede ugualmente la rinegoziazione deicontratti, ma non si indica una percentuale media di sconto. Inogni caso secondo precedenti calcoli dei tecnici di regioni e governo, l’ammontaredel risparmio associabile a tale misura sarà di 845 milioni di euro, quale differenzia-le tra l’attuale valore di spesa e il valore del tetto che resta fissato comunque al 4,4%.Viene poi individuata la previsione di tetti di spesa regionali, fermo restando quellonazionale, da fissare coerentemente con la composizione pubblico privata dell’offer-ta, secondo modalità da definirsi nell’ambito di un tavolo tecnico Stato Regioni.Viene poi previsto che le aziendeproduttrici di dispositivi medicidovranno concorrere, fin dal 2015, inproporzione all’incidenza del propriofatturato sul totale della spesa, alripiano dell’eventuale sfondamentodel tetto programmato in misura del30% dal 2015, del 40 dal 2016 e del50% dal 2017.Sempre in tema di dispositivi medicisi valuta anche il possibile impatto(senza però quantificarlo) che deri-verà dall’obbligatorietà per gli entidella P.A. di fatturazione elettronicain vigore dal 31 marzo 2015. Le fattu-re elettroniche consentiranno di rile-vare il codice di repertorio, la quantità ed il prezzo dei dispositivi medici venduti aglienti del SSN.E proprio per monitorare il flusso della fatturazione dovrebbe diventerà operativopresso il Ministero della Salute l’osservatorio prezzi dei dispositivi medici per il sup-porto ed il monitoraggio delle stazioni appaltanti, con il compito di controllare la coe-renza dei prezzi a base d’asta rispetto ai prezzi di riferimento definiti da ANAC o aiprezzi unitari disponibili nel flusso consumi del Sistema informativo e statistico delSsn.

conTraTTi nElmirino

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vento sui settori dell’assistenza speciali-stica ambulatoriale e della riabilitazione,

dove Governo e Regioni stanno definen-do i criteri di erogabilità delle prestazioniad alto rischio di inappropriatezza e lemisure da adottare per la riduzione delleprestazioni inappropriate. Le prestazioninon erogabili verrebbero poste a totalecarico del paziente.

Anche per i ricoveri di riabilitazioneospedaliera sarebbe prevista l’individua-zione di criteri di appropriatezza che ten-gano conto della correlazione clinica delricovero con la tipologia dell’eventoacuto, del tempo intercorso fra ricovero

ed evento acuto, e della potenzialmenteinappropriata.Per i ricoveri inappropriati scatterebbeuna decurtazione della tariffa del 50%,mentre per quelli appropriati ma oltresoglia il taglio sulla tariffa ammonterebbeal 60%.L’applicazione dei nuovi standard ospe-dalieri e la chiusura delle case di curaaccreditate polispecialistiche con meno di40 posti letto, in ottemperanza alla cosid-detta legge Balduzzi, porterebbe ad untaglio di circa 10 milioni di euro, anche se

Il tema dell’appropriatezza dei ricoveri e delle prestazioni, è uno dei punti cardine dell’intesa. Governo e Regioni sono convinti che sipossa incidere su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici. Sarà un decreto mini-steriale ad individuare, entro 30 giorni dall’intesa, le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropria-ta delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ad alto rischio di inappropriatezza.Al di fuori dei criteri di erogabilità le prestazioni saranno stabilite a totale carico dell’assistito. All’atto della prescrizione, il professio-nista dovrà riportare al lato della prestazione prescritta, l'indicazione della condizione di erogabilità o indicazione prioritaria.Saranno anche attivati controlli ad hoc nel caso risulti che un medico abbia prescritto una prestazione senza osservare le condizioni ele limitazioni fissate in partenza. In sostanza, l'azienda sanitaria locale o l’azienda ospedaliera, dopo aver richiesto al professionistastesso le ragioni della mancata osservanza, ove ritenga insoddisfacente le motivazioni addotte, adotterà i provvedimenti di compe-tenza applicando nei confronti del medico dipendente del Ssn unariduzione del trattamento economico accessorio nel rispetto delleprocedure previste dal contratto nazionale e nei confronti del medi-co convenzionato con il Ssn una riduzione della quota variabilemediante le procedure previste dall’accordo collettivo nazionale diriferimento.Sanzioni anche per il direttore generale di Asl o ospedale che nonabbia applicato le misure penalizzanti ai medici da valutare almomento della verifica dei risultati di gestione.Su questo le Regioni avevano proposto misure più penalizzanti per imedici andando a incidere sul loro patrimonio, ma la proposta nonè stata accolta dal Governo come molte altre proposte regionali.In merito a questi interventi le Regioni saranno poi obbligate a ride-finire i tetti di spesa annui dei soggetti privati accreditati delle pre-stazioni di specialistica ambulatoriale assicurando un abbattimentomedio dell’1% del valore dei contratti in essere.L’ammontare del risparmio per queste misure contro l'inappropria-tezza era stato stato stimato in circa 106 mln di euro, di cui 69 mlndi euro quale effetto derivante dalla riduzione dei consumi nel set-tore privato accreditato e di 37 mln di euro dall’efficentamento delsettore pubblico attraverso la conseguente riduzione dei costi varia-bili.

ricovEri, chi sbaGlia paGa di Tasca sua?lE proposTE dEllE rEGioni

l’ex ministro renato Balduzzi

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non si tiene conto che l’impatto sociale diquesta manovra sui lavoratori sarebbedevastante e comunque porterebbe ad unaggravio di costi per la collettività attra-

verso il sistema degli ammortizzatorisociali.A tal proposito il Presidente dell’AIOPGabriele Pelissero lamenta “come venga

danneggiato un settore produttivo, quellodella sanità privata, costituito da circa500 strutture che dà lavoro a circa40.000 operatori, tutti qualificati, cheassicura nel nostro paese il 25% del volu-me complessivo delle prestazioni effet-tuate dal servizio sanitario nazionale,quota che per alcune specialità sale al 30-40%, e assorbe soltanto il 15% delle risor-se”.“Con questa manovra - continua

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In ossequio all’applicazione dei nuovi standard ospe-dalieri si stima un risparmio di 10 milioni di euro dal-l’azzeramento dei ricoveri in strutture convenzionatecon meno di 40 posti letto (destinate alla chiusura inbase ai nuovi standard fatta eccezione per le clinichemonospecialistiche).altri risparmi sono previsti sulla spesa per il persona-le, a seguito della riduzione di strutture complesse e distrutture semplici conseguente al riordino della reteospedaliera con la conseguente riduzione degli incari-chi di struttura semplice e complessa, a cui (sempresecondo le analisi ministeriali e regionali), sono asso-ciate specifiche voci retributive che a normativa vigen-te confluirebbero nei fondi della contrattazione integra-tiva. le risorse relative al trattamento accessorio libe-rate a seguito delle riorganizzazioni correlate al rispet-to degli standard ospedalieri, non concorrerebberoinoltre all’ammontare complessivo dei fondi destinatiannualmente al trattamento accessorio. l’ammontaredel risparmio si ipotizza in 68 mln di euro, quale effet-to derivante dalla riduzione di 2.069 strutture comples-se ospedaliere (le sole condizionate dal parametro deiposti letto previsto dal regolamento ospedaliero) e di

8.718 strutture semplici (condizionate dal numero distrutture complesse) nelle regioni tenute a ridurre ilnumero di strutture semplici e complesse rispetto allostandard calcolato sulla base dell’applicazione del

regolamento. Si considera anche la riduzione pro-gressiva del numero delle Centralioperative 118, sempre in seguitoalla riorganizzazione della reteospedaliera. Tuttavia, il risparmioderivante da tale riduzione non èstato ancora quantificato.

spariranno duEmila ospEdali, mavoGliono cancEllarE lE piccolE clinichE

gabriele Pelissero, presidente aiop

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Pelissero - 350 milioni di euro verrebbe-ro sottratti al budget della sanità privataprospettando una mazzata su un compar-to che ha dovuto fronteggiare una serie ditagli importanti negli ultimi anni, da cuinon è uscito indenne. Diverse strutture inalcune regioni hanno dovuto annunciarelicenziamenti e aperto tavoli con i sinda-cati, soprattutto le più piccole che intempo di crisi sono le più vulnerabili”.In effetti negli ultimi anni il comparto

sanitario privato ha dovuto fare i conticon una serie di tagli determinati dalleFinanziarie: 70 milioni di euro nel 2012,140 milioni nel 2013 e 280 milioni nel2014.Anche per chi scrive, alla luce delle diffi-coltà ad avviare con le controparti un rin-novo contrattuale che attende da 10 anni,risulta inaccettabile l’accanimento degliultimi anni da parte dei governi sul com-parto privato accreditato, in netta contro-

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nell’ambito della farmaceutica territoriale e ospedalie-ra si prevede l’introduzione dei prezzi di riferimento nelprontuario farmaceutico. In proposito è previsto cheentro il 30 giugno 2015, l’aifa (l’agenzia italiana per ilfarmaco) provveda alla ridefinizione straordinaria delprontuario farmaceutico nazionale prevedendo l’intro-duzione di prezzi di riferimento relativi al rimborsomassimo da parte del SSn di medicinali terapeutica-mente assimilabili.Per farlo l’aifa definirà le modalità di individuazione evalutazione di medicinali terapeuticamente assimilabi-li; individuerà i raggruppamenti di medicinali terapeuti-camente assimilabili; individuare, nell'ambito di ogniraggruppamento, i sottogruppi di confezioni che con-sentono la medesima intensità di trattamento (intesacome numero totale di giornate di terapia di ogni con-fezione), fissando il prezzo massimo di rimborso daparte del SSn in corrispondenza della confezione conil prezzo al pubblico più basso. l’ammontare del rispar-mio si stima in 400 milioni di euro su base annua.In cantiere anche la riforma della disciplina di definizio-ne del prezzo dei medicinali biotecnologici dopo la sca-denza brevettuale. all’aifa viene dato il potere di rine-goziare in ribasso con le aziende farmaceutiche il prez-zo di un medicinale biotecnologico all'indomani dellasua scadenza brevettuale o del certificato di protezionecomplementare, in assenza di una concomitante nego-ziazione del prezzo per un medicinale biosimilare oterapeuticamente assimilabile. l’ammontare del rispar-mio si stima in 35 milioni di euro nel 2015 e 105 milioni

di euro nel 2016.Sempre all’aifa viene concesso il potere di rinegoziarecon le aziende farmaceutiche in riduzione il prezzo diun medicinale soggetto a rimborsabilità condizionatadopo almeno due anni di commercializzazione, quandoi benefici rilevati nell'ambito dei registri di monitorag-gio aIFa siano inferiori rispetto a quelli attesi e certifi-cati. al momento non è stato però quantificato l’am-montare del possibile risparmio di tale misura.

la sTrETTa sui farmaci, uTilE a chi?PoTerI all’aIfa. Ma I rIsParMI non fInIranno neI rInnovI CCnl

luca Pani, direttore generale aifa

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Ecco quello che recita l’articolo 32 della CostituzioneItalia, nel titolo II dedicato ai rapporti etico-sociali:

La Repubblica tutela la salute come fondamentalediritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinatotrattamento sanitario se non per disposizione dilegge. La legge non può in nessun caso violare i limitiimposti dal rispetto della persona umana.

QuEllE parolE dEllanosTracosTiTuzionEdEvono far riflETTErE

REsPoNsabiLità mEdiCa

tendenza con tutti gli altri Paesi europei che si avvalgo sem-pre più degli erogatori privati all’interno del sistema sanita-rio pubblico, con l’obbiettivo di aumentare qualità, ridurre icosti e offrire occupazione.Il risanamento dei conti pubblici non può e non deve passa-re attraverso la violazione del dettato costituzionale che san-cisce il diritto alla salute tagliando le prestazioni ai cittadini,ma attraverso l’eliminazione degli sprechi e delle clientelediffuse che si annidano nella gestione della cosa pubblica.La politica esasperata dei tagli lineari al servizio sanitarioproduce soltanto diseguaglianze sociali, e incrementa ladisoccupazione e la povertà.Andrebbero ricordati, ma soprattutto rivalutati, due principiinalienabili della nostra Costituzione: il diritto alla tuteladella salute dei cittadini e il diritto al lavoro quale fonda-mento della nostra Costituzione. Purtroppo è amaro considerare come un sentimento di ras-segnazione sia prevalso in un ampia fascia di operatori sani-tari, in particolare nelle giovani generazione, e che risultisempre più difficile intraprendere e sostenere battaglie adifesa della universalità del SSN, e quindi del diritto dellepersone a essere curati, ma anche del diritto dei medici acurare.

Fausto CampanozziSegretario nazionale Cimop

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rassEGna sTampa Tra sErio E facETola saTira su carTa E on linE

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L’ALLEANZAFA LA FORZA

Il nostro paese sta subendo da alcuni annigli effetti di una crisi economica devastan-te che sembra non trovare soluzione con

pesanti conseguenze sul nostro modello diwelfare e sul SSN. La situazione di quest’ulti-mo è aggravata dalla scellerata riforma deltitolo V che ha portato a 21 servizi sanitariregionali diversi ed ad uno sperpero di dena-ro pubblico che attraverso i conseguenti pianidi rientro in alcune Regioni ha ulteriormenteaggravato il divario tra le varie realtà regiona-li.A questo si sono affiancati gli effetti della229/99, che ha favorito la lottizzazione politi-ca delle direzione di struttura, marginalizzatoil ruolo clinico di tutti i medici, costretti asubire decisioni in nome di un’aziendalizza-zione modellata sull’industria manifatturierae non sull’erogazione di prestazioni a tuteladella salute dei cittadini.Ogni categoria del lavoro medico ha vistostravolto il suo ruolo, aumentato la burocra-tizzazione, incrementato l’impegno e lo stresslavorativo, visto ridursi la retribuzione ed ilruolo sociale, in alcuni casi anche la perditadel posto di lavoro. Il tutto in un contesto diesplosione delle richieste risarcitorie da partedei pazienti, facilitate da una normativa civile e penale, inade-guata a cogliere la complessità e la peculiarità della professionemedica.Oggi occorre un approccio diverso ai problemi, il vecchio sinda-

calismo, infatti, ha continuato a proporre vecchimodelli di lavoro e difendendo uno stato giuridi-co rivelatosi fallimentare, che hanno aumentatoil disagio e la demotivazione di chi è strutturato enon è stato in grado di dare risposte concrete allenuove generazioni, consentendo l’incremento diun precariato non più sostenibile.L’attacco alla professione medica, in particolare,richiede un intervento non settoriale, ma comu-ne. Alcune organizzazioni sindacali hanno quindideciso di superare anacronistiche divisionidando vita ad ALLEANZA per la PROFESSIONEMEDICA con l’obiettivo di trovare soluzioni aivari problemi della sanità italiana al fine di supe-rare il disagio diffuso fra tutti i medici, la cui gra-vità è tale da mettere a rischio il corretto svolgi-mento della loro attività professionale e la lorostessa serenità. ALLEANZA per la PROFESSIO-NE MEDICA (APM), è un’aggregazione di sinda-cati rappresentanti di tutti i settori del lavoromedico, nella quale ad oggi si sono ritrovateAAROI, ANDI, CIMO, CIMOP, FESMED,FIMMG, FIMP, SBV e SUMAI.Non volendo affrontare passivamente tale situa-zione, APM vuole avanzare proposte concrete eutili per il suo superamento, al fine di prevenirele possibili ricadute negative, sulla qualità delle

cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di vita del medico esui costi aggiunti che indirettamente si vengono a determinarea carico del Servizio Sanitario.Il 2014 nonostante il perdurare della crisi, infatti, è stato un

9 SIGLE SINDACALI SI AGGREGANO PER SALVARE CIÒ CHERESTA DELLA PROFESSIONE MEDICA E DANNO VITA ALL’APM.PRIMO PASSO, ABROGARE IL FAMIGERATO “COMMA 566”

vita siNdaCaLE

riccardo CassiPortavoce Apm

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Calano i redditi di tutti i medici, convenzionati, ospe-dalieri e in libera professione: dopo che l’Istat lo hacertificato per i dipendenti, ora lo conferma l’enpam,l’ente pensionistico, con i suoi dati “prestati” al 4°rapporto dell’associazione degli enti previdenzialiprivati. Cominciamo con i convenzionati. Tra il 2012 eil 2013, i medici assunti perdono un 8,3% pur rima-nendo un reddito tra i più alti (63 mila euro circaannui è la media calcolata pesando tutte le classi dietà). nello stesso arco di tempo, i liberi professioni-sti perdono circa un 1%. Per la dipendenza, Istatqualche giorno fa ha fornito il dato secondo cui ilreddito dei dipendenti delle pubbliche amministrazio-ni tra il 2010 e il 2013 non solo è stato penalizzatodal blocco dei contratti ma si è contratto a sua volta,di 600 euro annui medi da 34.600 a 34.000 euro. e nelcalderone rientrano abbondantemente i medici ospe-dalieri. di impoverimento e appiattimento generaliz-zato parla riccardo Cassi, presidente dei mediciospedalieri Cimo. «Certo – aggiunge Cassi - bisognadistinguere tra il decremento segnalato dall’Istat equello dell’enpam, ente al quale noi medici dipen-denti contribuiamo per il fondo generale quota a eper la quota B dove affluiscono i contributi per l’atti-vità libero professionale intra ed extramoenia. Inrealtà il reddito per noi si è contratto su entrambi ifronti. Sono usciti molti medici, spesso apicali, e leloro posizioni spesso non sono state ricoperte. C’è

da aggiungere che fino a metà degli anni novantamolti di noi hanno potuto godere di una serie di scat-ti di anzianità periodici poi soppressi, che si riverbe-rano sui salari. In misura minore credo concorra l’av-venuta diminuzione, in certi contesti, dei fondi regio-nali da dove arriva parte della retribuzione legata alrisultato». una dinamica analoga - uscita di “anziani”con relativi scatti di anzianità congelati, e rimpiazzosolo parziale – risulterebbe ora a quanto pare essersiverificata tra i medici di famiglia, i pediatri e gli spe-cialisti ambulatoriali. Cassi ricorda poi che nemmenoi redditi libero professionali degli ospedalieri sonostati risparmiati. «dall’entrata in vigore della leggeBalduzzi, sulla professione intramoenia ha gravatoun taglio secco del 5% che è andato a remunerarealtre voci relative alla gestione dell’azienda ed èstato sottratto a noi medici». Complessivamente,«siamo di fronte ad un impoverimento collettivo,confermato dalla pur lieve contrazione degli altri red-diti libero professionali dei medici. Il blocco dei con-tratti ha portato anche un appiattimento della catego-ria. nell’ambito degli incontri avuti con il ministrocome Cimo e come alleanza per la professione (fron-te di cui fa parte pure Fimmg ndr) abbiamo ribaditoche se non si premia il merito, se non si ricostruisceuna dinamica salariale, anche recuperi dell’inflazionesparsi a pioggia non avranno effetti benefici sull’effi-cienza del Ssn e sulla salute dei cittadini».

Giù i rEddiTi dEi mEdici, dai dipEndEnTi ai convEnzionaTi

riccardo Cassi

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pETizionE on linE al GovErno“dEfinirE l’aTTomEdico”

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vita siNdaCaLE

aPM ha individuato un rischio molto grave nel brevetesto del comma 566 inserito nella legge di Stabilità eha indetto una petizione aperta a tutte le associazionirappresentative del mondo medico. Il comma 566 inpoche righe riscrive le norme che regolano le relazioniprofessionali fra i laureati in medicina e chirurgia etutte le professioni sanitarie – si legge nel testo dellapetizione - relazioni disciplinate sino ad oggi dallalegge 42/1999, che riconosceva per tutti i profili profes-sionali lo stesso criterio limite, rappresentato dallecompetenze previste per le professioni mediche.Tale criterio è abbattuto per lasciare posto ad una gri-gia linea di confine, fra gli “atti complessi e specialisti-ci di prevenzione, diagnosi, cura e terapia”, di compe-tenza del medico, distinguendoli da atti semplici tuttida definire e che, secondo aPM, se riguardano dia-gnosi e terapia non possono essere di competenza dialtre professioni.

Per quanto riguarda il riferimento alle responsabilità individuali e di equipe, gli argomenti utilizzati finora perchiarire, si rifanno puntualmente all’esempio di una squadra di calcio, dove tutti i giocatori partecipano ugual-mente alla competizione. “dal nostro punto di vista l’esempio non è calzante – spiega riccardo Cassi portavo-ce di aPM - le equipe sanitarie non sono composte da elementi con la stessa formazione e le stesse compe-tenze, quindi, il termine equipe dovrebbe essere meglio inteso come equipaggio, nell’ambito del quale si rico-noscono il comandante e gli ufficiali e dove ognuno ha dei compiti ben precisi”.

anno importante per la sanità ed imedici che lavorano nel serviziosanitario pubblico. La firma delPatto per la Salute, l'aggiorna-mento dei LEA ed il DM suglistandard ospedalieri che per laprima volta dà rilievo, accanto agliindicatori quantitativi, ad indica-tori qualitativi sull'efficacia dellecure, svolta importante per arri-vare ad una valutazione clinica enon solo gestionale dei professio-nisti, ma coerente con il PNE che I'AGENAS ha implementato. Il percorso è indicato e se esiste la volontà comune, il Patto perla Salute potrà essere attuato, compresa la spinta innovatrice

prevista dall'art. 22 che sta incon-trando ostacoli proprio da parte dichi teme il cambiamento e nonvuole rinunciare a situazioni diprivilegio. ALLEANZA per laPROFESSIONE MEDICA si èincontrata con il MinistroLorenzin, al quale ha illustrato leproprie proposte su accesso, for-mazione, carriera, rapporti con lealtre professioni, offrendo la pro-pria disponibilità a costruire un

progetto comune e condiviso. Nel frattempo è’ esplosa, favorita dall’assenza di interventi nor-mativi che dessero attuazione alla l. 42/99, la questione delle 22

Beatrice lorenzin

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vita siNdaCaLE

professioni sanitarie che rischia di provocare fratture tra chiinvece collabora al raggiungimento degli stessi obiettivi di salu-te, con fughe in avanti quali l’approvazione con la legge di stabi-lità del comma 566, che crea una artificiosa divisione separazio-ne tra attività assistenziale ed attività diagnostica terapeutica,trascurando il fatto che la prevenzione, la diagnosi, la cura e laterapia sono per loro natura attività non riconducibili ad ununico singolo atto e che è in capo al medico la responsabilità ditutte le decisioni relative alla salute del paziente, superandoun'artificiosa. Ed anche su questo APM ha espresso il propriodissenso ed avanzato proposte concrete.

In conclusione, rispetto ad un anno fa, esistono le condizioni peruna rinascita della professione, sono in discussione provvedi-menti che potrebbero rivalutare il medico, consentendo in par-ticolare a quello pubblico condizioni e modalità di lavoro pecu-liari. APM non è un'aggregazione chiusa, ma aperta a tutti coloro checredono nella peculiarità della nostra professione e nei principidel manifesto programmatico presentato il 16 ottobre a Roma.Adesso dipende da tutti noi.

Riccardo CassiPortavoce Apm

Ecco l’appello del segretario nazionale delsindacato Cimop Fausto Campanozzi dal sitowww.cimop.it per firmare la petizione promos-sa da APM contro il comma 566 della legge distabilità:

Carissimi,la posizione espressadal Sottosegretario deFilippo sul dibattito ine-rente l’implementazionedelle competenze infer-mieristiche a dannodella professione medi-ca, corredata di unavignetta pubblicata inquesti giorni daQuotidiano Sanità, oggiil maggior veicolo diinformazione sullaSanità in Italia, testimonia la campagna deni-gratoria in atto contro la professione medica.non è espressione dell’esercizio del diritto disatira, ma una precisa strategia di delegitti-mazione della professione medica a favore di

un’altra figura professionale che vada a sosti-tuirla.la vignetta in questione recita “100 voltemeglio un infermiere attento di un dottoredistratto”.

Questo è il messaggio oltraggioso che sivuole far passare,sia con le azionipolitiche di legisla-zione governativa(Comma 566), siacon la disinforma-zione mediatica.Firmare oggi onlinela petizione di aPM(alleanza per laProfessione Medica)in difesa dellanostra professiona-lità e delle nostrecompetenze servirà

domani a difendere i nostri posti di lavoro!Per difendere la nostra professionalità e lenostre competenze serve la collaborazione ditutti!

in aTTo una campaGna dEniGraToria conTroi mEdici, dobbiamo difEndErE la nosTra diGniTà

riccardo Cassi, Fausto Campanozzi e gabriele Pelissero

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iL PaRERE dELL’EsPERto

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E’stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 marzo2015, n. 54, il Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 23,recante disposizioni in materia di contratto di lavoro a

tempo indeterminato a tutele crescenti, entrato in vigore il 7marzo.Ormai noto come “Jobs Act”, il documento programmatico siconcretizza in una riforma del diritto del lavoro, la cui novità piùsignificativa è la creazione, nel nostro ordinamento, del contrat-to a tutele crescenti, la cui peculiarità inerisce principalmente ladisciplina del recesso.Tale contratto trova applicazione relativamente a tutte le assun-zioni a tempo indeterminato effettuate dall’entrata in vigore deldecreto legislativo in commento, ancorchè non sia prevista l’e-spressa menzione della normativa sottesa all’assunzione, nellarelativa lettera. Si ritiene opportuno, in fase di prima applicazione, fornire alcu-ni chiarimenti in relazione a detta nuova figura contrattuale. Uno dei punti più controversi riguarda il nuovo regime sanziona-torio del licenziamento illegittimo e disposizioni generali (artt. 5,

antonella FortunatoAvvocato giuslavorista

TUTTE LE DECLINAZIONI DEL COSIDDETTO “JOBS ACT”, OVVEROIL SEGUITO DI UN FILM GIÀ VISTO CON LA “RIFORMA FORNERO”

elsa Fornero, docente universitaria, ministro del lavoro nel governo Monti

Quanti modi per dire“sei licenziato!”(ma a norma di legge)

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FoCus suL Jobs aCt

7 e 8).La ratio della nuova riforma della disciplina del licenziamento sipone nel solco già avviato e tracciato dalla cosiddetta “RiformaFornero” (Legge n. 92/2012), e milita nel senso della certezza deldiritto e della prevedibilità delle sanzioni. Già con il principio di delega versato nell’art. 1, comma 7, lett. c,della Legge n. 183/2014, il legislatore ha inteso regolare la rifor-ma del Jobs Act sulla scorta dei principi, di seguito indicati: - la tutela risarcitoria dell’indennizzo economico diviene la rego-la generale nell’ipotesi in cui venga dichiarato illegittimo il licen-ziamento comminato, con la conseguenza che le ipotesi di rein-tegrazione rivestono carattere residuale e tassativo;- certezza e predeterminazione della misura dell’indennizzo eco-nomico, parametrato all’anzianità di servizio del lavoratore.

INDENNIZZI.In sede di approvazione definitiva del decreto legislativo in com-mento, è stato già previsto che la retribuzione/parametro da uti-

lizzare per il calcolo della misura delle indennità risarcitorie pre-viste dalla legge è parametrata all’ultima retribuzione di riferi-mento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, eliminan-do, per tal via, qualsivoglia incertezza in relazione al riferimento,che presentava caratteri di genericità, all’ultima retribuzione glo-bale di fatto. L’ulteriore parametro di riferimento è l’anzianità di servizio, cheviene determinata sulla base della durata del rapporto di lavoro,a far tempo dall’assunzione e fino al momento della cessazionedel rapporto di lavoro medesimo.L’art. 8 del D.Lgs. n. 23/2015 disciplina espressamente le moda-lità di computo dell’anzianità di servizio, prevedendo, per le fra-zioni di anno, il riproporzionamento della misura dell’indennità.A tal fine, si prevede che le frazioni uguali o superiori a quindicigiorni si computano come mese intero.L’art. 5 del D.Lgs. n. 23/2015 prevede anche per il contratto atutele crescenti la medesima disciplina della revoca del licenzia-mento contenuta nell’art. 18, comma 10, della Legge n.

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iL PaRERE dELL’EsPERto

300/1970.La facoltà di revoca del licenziamentodeve essere esercitata dal datore di lavoronel termine di 15 giorni dalla comunica-zione al datore di lavoro dell’impugnazio-ne del licenziamento medesimo e che larevoca determina il ripristino del rappor-to di lavoro tra le parti senza soluzione dicontinuità. Conseguentemente, il lavora-tore ha diritto alla retribuzione spettanteper il periodo anteriore alla revoca mentreresta esclusa l’applicazione dei regimisanzionatori previsti per il licenziamentoillegittimo.

LICENZIAMENTO DISCRIMINATORIO.L’art. 2 del Decreto Legislativo n. 23/2015

disciplina le conseguenze sanzionatoriedel licenziamento discriminatorio, nullo oorale, la cui disciplina può essere pressoc-chè assimilata a quella prevista dai primitre commi dell’art. 18 della Legge n.300/1970, sia pur con qualche differenza,che emerge già nella formulazione dellanorma.Per quanto riguarda il licenziamentodiscriminatorio è stato sostituito il riferi-mento all’art. 3 della Legge n. 108/1990con il più diretto riferimento all’art. 15della Legge n. 300/1970 cui la primanorma rinvia. Peraltro, il superamento delrichiamo all’art. 4 della Legge n.604/1966 non altera il contenuto precetti-vo della norma dal momento che le ipote-

si di discriminazione contemplate da que-st’ultima disposizione risultano ricompre-se in quelle previste dall’art. 15 dellaLegge n. 300/1970.In definitiva non si rivengono differenzenel novero delle ipotesi di discriminazionepreviste dal D.Lgs. n. 23/2015. E’ necessa-rio, però, rilevare che per orientamentounivoco tanto della dottrina quanto dellagiurisprudenza dell’Unione Europea, l’e-lencazione normativa delle ipotesi didiscriminazione ha carattere tassativo -anche a ragione del fatto che si tratta diipotesi di nullità - e, pertanto, non èsuscettibile di integrazioni neanche in viaanalogica (cfr. Corte giust. 18 dicembre2014, causa C-354/13, FOA, par. 36).

nella tabella di sinistra, gli effettidel jobs act per quanto riguarda gli

ammortizzatori sociali.a destra, una stima della platea

interessata dalla riforma del merca-to del lavoro in Italia.

Sopra, il tweet con cui il 28 febbraioil premier renzi annuncia il via libe-

ra al jobs act.

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FoCus suL Jobs aCt

LICENZIAMENTO NULLO O ORALE.La norma appena citata fa riferimento – in maniera più sinteti-ca rispetto alle precedenti formulazioni - “agli altri casi di nul-lità espressamente previsti dalla legge”.La nuova formulazione ricomprende sicuramente i casi di nul-lità precedentemente elencati dall’art. 18, comma 1:1. licenziamento in concomitanza di matrimonio in violazionedell’art. 35 del D.Lgs. n. 198/2006;2. licenziamento in occasione della gravidanza in violazione del-l’art. 54 del D.Lgs. n. 151/2001.In tali casi la nullità è, infatti, effettivamente espressamenteprevista dalla normativa citata.L’attenzione dei primi commentatori si è poi concentrata sulmancato richiamo dell’art. 1345 c.c.Tuttavia, si ritiene che l’ipotesi del licenziamento intimato permotivo illecito determinante sia ricompresa tra le ipotesi di nul-lità espressamente previste dalla legge. Infatti, sebbene l’art.1345 c.c. non preveda espressamente la sanzione della nullità,quest’ultima è, invece, espressamente contemplata dal comma2, dell’art. 1418 c.c.E’ ragionevole credere che anche il licenziamento intimato per

motivo illecito determinante, ai sensi dell’art. 1345 c.c., rientrinel novero dei “casi di nullità espressamente previsti dallalegge” con conseguente applicazione della sanzione della reinte-grazione prevista dall’art. 2 del D.Lgs. n. 23/2015.Per univoco orientamento giurisprudenziale si ritiene la sussi-stenza dei requisiti previsti dall’art. 1345 c.c. in ipotesi di licen-ziamento limitate e ben circoscritte, in linea di massima ricon-ducibili al licenziamento cosiddetto ritorsivo o per rappresaglia(cfr. Cass. n. 17087/2011).Il regime sanzionatorio di cui all’art. 2 del D.Lgs. n. 23/2015resta applicabile per il licenziamento intimato in forma orale.Infine, la versione definitiva del D.Lgs. n. 23/2015 include tra leipotesi di licenziamento illegittimo per le quali trova applicazio-ne il regime di cui all’art. 2, il licenziamento viziato da difetto digiustificazione per motivo consistente nella disabilità fisica opsichica del lavoratore ai sensi dell’art. 4, comma 4, e 10,comma 3.Viene così modificato il regime di tutela rispetto all’art. 18 dellaLegge n. 300/1970 che, invece, in tale ipotesi prevede la sanzio-ne della reintegrazione ma con riconoscimento di un’indennitàrisarcitoria non superiore a 12 mensilità.Il D.Lgs. n. 23/2015 non prevede, a differenza dell’art. 18 della

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Legge n. 300/1970, una disciplina specifica per il licenziamentointimato in violazione dell’art. 2110, comma 2, c.c. (cd. licenzia-mento per superamento del periodo di comporto).Detta esclusione, a parere della scrivente, milita nel senso diincludere il licenziamento per superamento del periodo di com-porto nel regime generale, previsto dall’art. 3, comma 1 (chetratteremo tra breve), id est nel regime che prevede l’esclusivaapplicazione della tutela indennitaria.A tale conclusione si perviene, anzitutto, per la mancata previ-sione di una disposizione ad hoc che disciplini il licenziamentoper superamento del periodo di comporto, dal che deriva l’ap-plicazione del “regime sanzionatorio generale” che, come detto,nel contratto a tutele crescenti è il regime indennitario.

Per quale che concerne, poi, le conseguenze sanzionatoriediscendenti dalle ipotesi previste dall’art. 2, si evidenzia chequeste ultime sono identiche a quelle previste dai primi trecommi dell’art. 18 della Legge n. 300/1970, id est, reintegrazio-ne “piena”, che comporta il riconoscimento di un’indennità parialle retribuzioni dovute dal momento del licenziamento a quel-lo dell’effettiva reintegrazione (dedotto l’aliunde perceptum) e ildiritto al versamento dei contributi previdenziali ed assistenzia-li.

LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA.Il primo comma dell’art. 3 disciplina gli effetti sanzionatori“generali” discendenti dal licenziamento ingiustificato: estinzio-

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iL PaRERE dELL’EsPERto

ma conviene più assumere o licenziare?LE PROIEZIONI DELLEORGANIZZAZIONI SINDACALI

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FoCus suL Jobs aCt

ne del rapporto e condanna al pagamento di un’indennità, nonassoggettata a contribuzione previdenziale, pari a 2 mensilitàdell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del tfr, perogni anno di servizio. La misura dell’indennità non può in ognicaso essere inferiore a 4 mensilità, né superare le 24 mensilità.Tale sanzione opera sia con riferimento ai licenziamenti intima-ti per giustificato motivo oggettivo che con quelli intimati pergiustificato motivo soggettivo o giusta causa.Con riferimento al licenziamento intimato per giustificato moti-vo oggettivo, la ratio del D.Lgs. n. 23/2015 è scevra da dubbi: incaso di illegittimità di tale tipologia di licenziamento l’unica

sanzione applicabile è quella dell’indennizzo economico previ-sto dall’art. 3, comma 1. Viene, in tal modo, definitivamente superata la possibilità dellareintegrazione, prevista dall’art. 18 della Legge n. 300/1970 nel-l’ipotesi in cui si “accerti la manifesta insussistenza del fattoposto a base del licenziamento per giustificato motivo oggetti-vo”.Elemento di novità significativo, rispetto alla Riforma Fornero,inerisce la fase della procedura di irrogazione del licenziamen-to. L’art. 3, comma 3, del D.Lgs. n. 23/2015 esclude l’applicazionedella procedura preventiva, introdotta dalla riforma Forneroall’art. 7 della Legge n. 604/1966, per i lavoratori assunti concontratto a tutele crescenti. Come noto, infatti, l’art. 1, comma40, della Legge n. 92/2012 ha introdotto nel nostro ordinamen-to una procedura preventiva tesa a favorire il raggiungimento diun accordo conciliativo tra le parti, per le imprese aventi i requi-siti dimensionali di cui all’art. 18, comma 8, della Legge n.300/1970.La scelta del legislatore di escludere l’applicazione della proce-dura di cui all’art. 7 della Legge n. 604/1966 si giustifica allaluce della nuova disciplina sull’offerta di conciliazione contenu-ta nell’art. 6 del D.Lgs. n. 23/2015, di cui si dirà oltre. Più articolata, invece, la disciplina sanzionatoria in caso dilicenziamento per giustificato motivo soggettivo.Anche in detta ipotesi, la regola generale è quella della tutelarisarcitoria, prevista dall’art. 3, comma 1, pur residuando un’i-potesi di reintegrazione, ancorchè molto più angusta rispetto aquanto previsto dall’art. 18, comma 4, della Legge n. 300/1970.L’art. 3, comma 2, del D.Lgs. n. 23/2015 limita, infatti, l’ipotesiin cui trova applicazione la reintegrazione al caso “in cui siadirettamente dimostrata in giudizio l’insussistenza del fattomateriale contestato al lavoratore, rispetto alla quale restaestranea ogni valutazione circa la sproporzione del licenziamen-to”.La prima novità contenuta nella norma è il venir meno dell’ipo-

l’agenzia Manpowergroup harecentemente lanciato un sondag-gio attraverso il sito dilinCMagazine per verificare lapopolarità in Italia del Jobs act: irisultati (contenuti nella tabella quia sinistra)sono stati illustrati il 9marzo nella puntata di “Fatti eMisfatti” su Tgcom24

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tesi di reintegrazione prevista dall’art. 18, comma 4, della Leggen. 300/1970, ovvero il caso in cui “il fatto rientra tra le condot-te punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previ-sioni dei contratti collettivi ovvero dei codici disciplinari appli-cabili”.Anche alla luce dell’espressa previsione del dato normativoappena commentato, il vizio di proporzionalità del licenziamen-to disciplinare rileva al solo scopo di valutare la legittimità omeno del licenziamento ma non ha effetto alcuno sulla discipli-na sanzionatoria, che consiste, sempre e comunque, nella con-danna al pagamento dell’indennità risarcitoria di cui all’art. 3,comma 1, del D.Lgs. n. 23/2015.Fermo restando il tetto massimo delle 12 mensilità di indennitàrisarcitoria, nell’ipotesi in cui il licenziamento disciplinare èsanzionato con la reintegrazione, il D.Lgs. n. 23/2015 innovaanche sotto detto profilo. In primis, si evidenzia che anche in questo caso la mensilità diriferimento non è più l’ultima retribuzione globale di fatto,bensì l’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trat-tamento di fine rapporto.Vengono poi delimitati i confini dell’aliunde percipiendum che,

insieme all’aliunde perceptum, devono essere dedotti dall’in-dennità risarcitoria spettante al lavoratore. L’art. 3, comma 2,infatti, chiarisce che l’aliunde percipiendum è determinatocon riferimento a quanto il lavoratore “avrebbe potuto perce-pire accettando una congrua offerta di lavoro ai sensi dell’art.4, comma 1, lett. c, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n.

181”. In base alla norma citata, si tratta di una “congrua offertadi lavoro a tempo pieno ed indeterminato o determinato o dilavoro temporaneo nell’ambito dei bacini, distanza dal domici-lio e tempi di trasporto con mezzi pubblici, stabiliti dalleRegioni”.

VIZI FORMALI E PROCEDURALI.Anche la disciplina del licenziamento illegittimo per vizi forma-li e procedurali è innovativa, rispetto al passato. Viene meno la fase ‘preventiva’ della procedura prevista dall’art.7 della Legge n. 604/1966, coerentemente con la previsione dicui all’art. 3, comma 3, del D.Lgs. n. 23/2015 che esclude l’ap-plicazione della procedura preventiva di conciliazione per ilicenziamenti per giustificato motivo oggettivo intimati nei con-fronti di lavoratori per i quali trova applicazione la disciplina delcontratto a tutele crescenti.Le modalità di determinazione dell’indennità risarcitoria dovu-ta al lavoratore in caso di violazione del requisito di motivazio-ne del licenziamento o di mancato rispetto della procedura pre-vista per il licenziamento disciplinare variano, a seconda dellatipologia del licenziamento: viene prevista la risarcibilità di una

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mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolodel tfr per ogni anno di servizio, in misura non inferiore a 2mensilità e non superiore alle 12 mensilità.Licenziamento collettivo.La novità di rilievo riguarda la previsione della tutela indennita-ria in caso di illegittimità di un licenziamento collettivo intima-to nei confronti di un lavoratore con contratto a tutele crescen-

ti. Di contro, scompare, per tali lavoratori, la tutela della reinte-grazione prevista dall’art. 5, comma 3, della Legge n. 223/1991nei casi di violazione dei criteri di scelta dei lavoratori interessa-ti dal licenziamento.In particolare, sia la violazione della procedura di licenziamen-to collettivo che la violazione dei criteri di scelta sono ricompre-se nel regime generale di cui all’art. 3, comma 1, con conseguen-

Sicilia e Calabria sono regioni ingrande difficoltà. non dimentichiamoche in Calabria si è da poco insediatoil nuovo commissario straordinarioper il rientro dal deficit sanitario, ildott. Massimo Scura, e che la Siciliaè sotto la mannaia di piani di rientroe continui tagli che si ripercuotononecessariamente in maniera negativasul comparto. Consideriamo che ledifficoltà economiche delle sanitàregionali si traducono in precarietà;infatti si nota un sempre maggiorricorso a tipologie di contratti di tipolibero professionale e ciò depauperail comparto di professionalità stabili eche rispondono a norme e regolecerte (anche se il nostro CCnl e’sicuramente da rivedere ed adeguarenella parte normativa ed aggiornare inquella economica anche introducen-do sistemi incentivanti variabili…). Il maggior impegno di risorse in que-sti ultimi tempi, sia in Sicilia che inCalabria, da parte della segreteriaregionale, è stato quello di definireaccordi finalizzati alla salvaguardiadel posto di lavoro sia sottoscrivendoaccordi che scongiurassero i licenzia-menti collettivi (contratti di solida-rietà) sia instaurando trattative azien-

dali che le varie rSM hanno portatoavanti con il sostegno dellaSegreteria regionale ed in qualchecaso anche di quella nazionale.esemplificativo al riguardo il caso diVilla aurora di reggio Calabria ove lapresenza all’assemblea di parte del-l’esecutivo nazionale (nelle personedel Segretario nazionale dott. FaustoCampanozzi, del dott. luca Putignanoe del dott Michele Venturo per la CaI-MOP) ha contribuito a dare maggioreforza alle trattative che come coordi-natore regionale insieme alla rSMaziendale abbiamo portato avanti conla proprietà. e’ stato possibile in talmodo realizzare un accordo aziendaleche ha consentito il superamentotemporaneo e la prosecuzione dell’at-tività’ in un momento di oggettivadifficoltà, scongiurando così possibi-li licenziamenti.non più rosea è la situazione in Siciliaove anche le recenti cronache sulla“malasanità” piuttosto che mettere inluce le evidenti carenze organizzativedel territorio (pare inverosimile cheben 3 terapie intensive neonatali inuna città come Catania non sianostate in grado di accogliere per lacontinuità assistenziale un neonato

con problemi nato in una strutturaaccreditata) ha puntato il dito sull’operato dei medici della casa di curae sulle sue dotazione strumentale e siè discusso sull’ opportunità di avereun centro nascita senza la TIn (senzaconsiderare che esistono vari livelli diassistenza e non tutti ovviamentesono di 3o livello). Inoltre il compartoaccusa una certa sofferenza per ladifficoltà che le strutture sanitariehanno nel ricorso a finanziamenti enel rientrare nella disponibilità dellequote finanziarie di loro competenzache spesso vengono bloccate daequitalia con consequenziali ritardinei pagamenti di stipendi e fornitori.

giuseppe MusolinoCoord. protempore Cimop CalabriaSegretario Regionale Cimop Sicilia

Sicilia - Calabria

rEGioni allo sTrEmo TraconTinui TaGli E malasaniTà

giuseppe Musolino

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te diritto del lavoratore ad un’indennità pari due mensilità del-l’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamen-to di fine rapporto per ogni anno di servizio (comunque noninferiore a quattro e non superiore a ventiquattro mensilità).L’unica ipotesi di reintegrazione prevista è quella della mancan-za della forma scritta, ipotesi che determina l’applicazione delregime sanzionatorio di cui all’art. 2.

OFFERTA DI CONCILIAZIONE.Una ulteriore novità introdotta dal D.Lgs. n. 23/2015 è la nuovaprocedura tesa a favorire il raggiungimento di un accordo diconciliazione in caso di licenziamento di un lavoratore per ilquale trova applicazione la disciplina del contratto a tutele cre-scenti. L’art. 6 prevede espressamente che la procedure dell’offerta diconciliazione non esclude la possibilità per le parti di avvalersidi altre modalità di conciliazione previste dalla legge, pur rima-nendo esclusa, espressamente, l’applicazione della procedurapreventiva per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivodi cui all’art. 7 della Legge n. 604/1966.La nuova procedura dell’offerta di conciliazione non ha nécarattere obbligatorio, né preventivo. Nella ipotesi in cui il datore di lavoro intenda raggiungere unaintesa conciliativa, tale facoltà deve essere esercitata dal datoredi lavoro “entro i termini di impugnazione stragiudiziale dellicenziamento”, ovvero entro 60 giorni dalla ricezione dellacomunicazione del licenziamento (cfr. art. 6, comma 1, Legge n.

604/1966).L’art. 6 prevedeche l’offerta vengaeffettuata in unadelle sedi idonee per effettuare rinunce e transa-zioni ai sensi dell’art. 2113, comma 4, c.c. ovvero presso gli orga-ni di certificazione di cui all’art. 76 del D.Lgs. n. 276/2003,mediante consegna al lavoratore di un assegno circolare.L’importante portata innovativa della norma è rappresentatadalla circostanza che viene prevista – in via stragiudiziale ed infase per così dire preventiva - la corresponsione di un importopredeterminato dalla legge, non soggetto né ad oneri fiscali né acontribuzione previdenziale. Tale importo è pari a una mensilitàdella retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento difine rapporto per ogni anno di servizio, in misura comunquenon inferiore a due e non superiore a diciotto mensilità; si ritie-ne che il limite delle diciotto mensilità costituisca un tetto mas-simo e che l’importo dell’assegno circolare debba essere stretta-mente parametrato all’anzianità di servizio del lavoratore.L’accettazione della somma di cui sopra, da parte del lavoratoreche aderisce all’offerta del datore di lavoro, comporta ex lege l’e-stinzione del rapporto di lavoro e la rinuncia del lavoratoreall’impugnazione del licenziamento, anche – e fors’anchesoprattutto - nell’ipotesi qualora sia già stata spiegata.Tanto non incide sugli effetti propri conseguenti al licenziamen-ti, atteso che l’atto giuridico che determina la cessazione delrapporto di lavoro ha, a tutti gli effetti di legge, natura di licen-

a sinistra la schermata del sitowww.cimop.it che registra migliaiadi contatti giornalieri e che è indi-spensabile strumento di comunica-zione e con-divisionedella vitasindacalesanitaria perl’ospedalitàprivata. a destra,l’ultimacopertina dinotiziarioCimop.

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nella nostra regione la sanità ospedaliera pri-vata accreditata rappresenta il 16,5% deiposti letto ospedalieri, registrando pertantouna presenza pari alla metà rispetto allamedia nazionale;- eroga il 18% delle prestazioni di ricovero;- costa alla regione l’ 11% rispetto alla spesaospedaliera regionale;- assorbe circa il 5,6% di risorse rispettoall’intera spesa sanitaria regionale;- conta su un organico di 8.000 persone trapersonale medico e paramedico.

In Veneto, nel recente passato il settore della sanità ospe-daliera privata ha contribuito in misura notevolissima alrisanamento della finanza pubblica attraverso tagli che laregione ha imposto alle casa di cura per circa 100 milionidi euro, corrispondente ad una riduzione media del 16%sull’attività di ricovero e del 30% su quella ambulatoriale,e che hanno reso necessario per alcune strutture il ricor-so a licenziamenti.

le recenti determinazioni dei budget assegnati per l’anno2015 alle case di cura, da parte della regione Veneto, man-tengono i livelli dei finanziamenti precedentemente taglia-ti, acuendo conseguentemente lo stato di fragilità e soste-nibilità del settore che è tenuto a garantire elevati stan-dard di qualità delle prestazioni, a fronte di investimentisempre più costosi nelle nuove tecnologie che interessa-no il settore.

Sul fronte dei servizi resi ai cittadini la regione Veneto ha

definito nell’ambito sanitario alcuni parametri. Ilsistema sanitario regionale si pone l’obiettivo dierogare assistenza ospedaliera con un parame-tro di 140 ricoveri per mille abitanti ed assisten-za specialistica ambulatoriale con un parametrodi 4 prestazioni medie per abitante.Sulla questione va tenuto presente come il siste-ma sanitario nel 2010 (5 anni fa) fosse paramen-trato su un tasso di ricovero del 160 per milleabitanti, mentre il resoconto sull’assistenzaambulatoriale resa ai cittadini dal libro biancoregionale registrava 5,2 prestazioni in media perabitante.

Tale confronto consente di osservare come il manteni-mento dell’equilibrio finanziario del nostro sistema sanita-rio regionale si sia basato su un taglio delle prestazioni(soprattutto in regime ambulatoriale) erogate. I cittadiniquindi hanno trovato una minore offerta nell’ambito delServizio Sanitario e sono contretti a pagarsi le prestazionidi tasca propria.

In questo quadro la regione Veneto ha dato risalto all’aper-tura notturna degli ospedali. Seppur possa rappresentareun’opportunità in più per i cittadini per avere assistenzaspecialistica (diagnostica) in un orario non lavorativo, c’èda domandarsi quanto sia costata ai cittadini tale offerta(maggiori costi per il personale), tenendo conto che le pre-stazioni ambulatoriali sono state tagliate nel corso degliultimi anni.

antonio MaestriSegretario Regionale Cimop Veneto

Veneto

facilE far QuadrarE i conTi TaGliandoprEsTazioni E facEndo paGarE i ciTTadini

ziamento. L’art. 6, comma 1, peraltro, prevede espressamenteche l’estinzione del rapporto di lavoro avviene fin dalla data dicomunicazione del licenziamento. Dunque il lavoratore avràsenz’altro accesso alle prestazioni di sostegno al reddito per idisoccupati.La rinuncia ex lege di cui si è appena detto riguarda, per espres-sa previsione normativa, solo ed esclusivamente l’impugnazionedel licenziamento. Non si estende, pertanto, ad ulteriori profili

forieri di iniziative giudiziarie, collegate alla cessazione del rap-porto di lavoro (quali, ad esempio, la richiesta di differenzeretributive).Nella ipotesi in cui le parti intendano conciliare l’intera vicendalavorativa, è rimessa alle stesse la possibilità di transigere com-plessivamente le posizioni, nelle sedi competenti.

Antonella Fortunatoavvocato giuslavorista

antonio Maestri

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Le strutture sanitarie della regione Lazio versano in stato dicrisi. Tra queste, i medici della casa di cura “Villa Rosa” diViterbo, riunitisi in una assemblea sindacale il 20 marzo scor-so, hanno denunciato in un comunicato, che viriportiamo di seguito, tutti i disservizi e le difficilicondizioni in cui sono costretti a lavorare. Talicondizioni sono da ricondurre alle iniziative adot-tate dall’Amministrazione della Casa di Cura neiconfronti del personale medico.

Stefano neriSegretario Regionale Cimop Lazio

I Medici di Villa rosa si rivolgono ai familiaridei pazienti, ai colleghi di ogni struttura, alleforze dell’ordine ed alla cittadinanza interaper stigmatizzare ed esprimere il loro ramma-rico e la loro solidarietà verso ogni interessa-to per i disservizi che, loro malgrado, l’attività della Casadi cura fa registrare.I medici di Villa rosa denunciano in particolare le precariecondizioni in cui si trovano quotidianamente a prestare lapropria attività e l’indifferenza mostrata al riguardo dallaProprietàIl continuo mutamento della direzione amministrativadella Casa di Cura, infatti, ha ormai determinato la sostan-ziale evaporazione di un piano di lavoro strutturato e fina-lizzato alla centralità del paziente, frustrando i ripetuti ten-tativi e tutte le proposte da anni formulate dal personalemedico per colmare tale mancanza ed esaltando, all’oppo-sto, i vincoli e le più diverse procedure burocratiche divolta in volta importate ed imposte delle singole ammini-strazioniCon il presente comunicato i medici vogliono portare aconoscenza di tutti gli interessati, attuali e potenziali, isti-tuzionali e non, il loro dissenso all’assoggettamento dellaattività clinica a logiche puramente finanziariocentriche eburocraticocentriche, e rivendicanoil loro diritto-dovere dioperare secondo scienza e coscienza nel rispetto dei prin-cipi deontologici della professione medica.Sembra assurdo ma, a causa della suddetta situazioneorganizzativa, ad esempio, i medici del 2015 non possonoancora utilizzare autonomamente neppure un banale faxper comunicare con gli altri presidi,in quanto ciò è sotto-posto al controllo (e talvolta al vaglio !) dell’amministrazio-ne di turno, con la conseguenza, ad esempio, che ognicomunicazione esterna che necessiti di tale forma, deveinterrompersi al termine dell’orario di ufficio a prescinde-re dall’attività medica alla quale essa avrebbe dovuto for-nire supporto!anche gli incontri con i familiari o i colleghi dei ServiziTerritoriali sono profondamente condizionati dalle mede-sime logiche, e così accade troppo spesso che appunta-

menti fissati con largo anticipo con ifamiliari dei pazienti(appuntamenti laboriosamente concordati nel rispettodegli impegni e delle esigenze lavorative e familiari di que-

sti) vengano disdetti a causa di cambi dei turnidi lavoro imposti dall’amministrazione senzapreavviso, da un giorno all’altro, facendo sì chei medici si trovino costantemente costretti a giu-stificarsi delle proprie assenze improvvise ed arimediare in modo improvvisato e frettoloso.alle difficoltà caratteristiche della professionemedicadi rintracciare, formulare e valutare unprogetto terapeutico, particolarmente nel delica-to campo psichiatrico e riabilitativo,si sonosovrapposte in posizione dominante e prioritariaquelle di riuscire a comunicare e di incontrarsicon colleghi ed utenti nel continuo e frustrante

mutamento delle modalità lavorative e/o nei condiziona-menti operativi imposti dall’amministrazione.Inoltre - ciò che è più grave - il continuo rimaneggiamentodi turni e modalità operative, aggiungendosi ad una caren-za cronica di personale qualificato , impone ai medici dioperare scelte cliniche ispirate all’ estemporaneità, inquanto troppo spesso volte alla gestione di una situazio-ne emergente, spesso in sostituzione di Colleghi rimastiassenti a supplire i quali viene arbitrariamente posto ilMedico presente in altro reparto, peraltro con ripercussio-ni sulla copertura ordinaria di quest’ultimo e sotto laminaccia di incorrere in omissione di soccorso.analogo rammarico e dissenso i medici di Villa rosadevono esprimere per il disservizio causato ai Pazienticon l’apertura di servizi ambulatoriali che poi improvvisa-mente (e talvolta incomprensibilmente) sono stati chiusideterminando o false aspettative di cura o brusche inter-ruzioni alla continuità terapeutica, che è invece, soprattut-to nell’ambito psichiatrico, indispensabile presuppostodell’efficacia delle cure.degno corollario e ad un tempo strumento di tutto ciò èstata l’unilaterale disapplicazione, da parte della clinica,da ben due anni del CCnl del personale medico delle casedi cura (arIS/ aIOP/ CIMOP) e l’applicazione in suo luogo,del tutto arbitraria, di un contratto (uneBa) privo di valo-re nazionale per i dipendenti medici e gravemente penaliz-zante.Conclusivamente i medici di Villa rosa, confidando nel-l’intervento delle istituzioni e delle competenti autoritàauspicabilmente suscitato dalla denuncia della predettasituazione, affidano al presente comunicato la speranzache i disservizi abbiano finalmente termine e che, con ilrecupero della centralità del paziente, siano presto ricon-quistate la dignità e la serenità del loro delicato compito ditutela della salute e della persona.

Lazio

villa rosa, addio a sciEnza E cosciEnza

Stefano neri

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“anno nuovo vita nuova” cita il detto, invece nulla cambiaper il lavoro dei medici dell’Ospedalità Privata accreditataqui in Campania.l’apertura è stata l’8 gennaio u.s. con la convocazionedell’aiop regionale ad un incontro nel quale ha dichiaratolo “Stato di Crisi”. Con dovizie di particolari e tanti numeri il presidente dott.Crispino ci ha spiegato che l’associazione a causa deicontinui tagli dei pagamenti da parte della regione, spes-so applicati dopo l’erogazione delle prestazioni, e per lasalvaguardia delle aziende, ritiene necessario attuare unpiano di riduzione delle prestazioni annuali per adeguarleal livello dei pagamenti che realmente si ottengono. ha,quindi, intenzione di attuare un piano di riduzione del per-sonale che in tal modo risulterebbe eccedente, ruolo delleOO.SS. convocate solo ed esclusivamente collaborare allagestione di tali tristi momenti. ancora una volta accadeche “quando tutto è compiuto e non resta che licenziare”veniamo chiamati ad un tavolo che ci vede sconfitti primadi sederci, caricandoci solo di grandi responsabilità.In questo primo trimestre le aSl hanno cominciato lachiusura dei nostri punti nascita con meno di 500nati/anno e le case di cura hanno subito attuato procedu-re di licenziamento collettivo art.4 e 24 l.223/91.Infine resta sempre il problema della legge Balduzzi dei60 posti letto che causerà inesorabilmente una ulterioreperdita di posti di lavoro.In questo quadro la politica sindacale regionale si riduceinesorabilmente a cercare di difendersi alla meglio da tantiattacchi. gli organi regionali dal Commisario ad acta dellaSanità al presidente della Commissione Sanità ci ignoranononostante nostre ripetute richieste di incontro. I datori dilavoro prendono loro l’iniziativa di convocarci, ma soloper quanto già detto. la definitiva applicazionedell’accordo Ponte 2009-2010 non riesce mai a stare in unordine del giorno.Come sempre, sembra che nessuno sia colpevole dellasituazione creatasi!! gli organi regionali si trincerano dietro la crisi, il commis-sariamento ed il piano di rientro. gli imprenditori dell’aIOP si trincerano dietro le erratescelte gestionali della regione Campania che continuainesorabilmente a tenere atteggiamenti preferenziali versoil comparto pubblico a discapito di quello Privatoaccreditato, i quali dovrebbe essere uguali in oneri eonori. Si manifesta sempre più evidente la nostra condizione diorfani e di operatori di categoria inferiore che, però, pre-stano ai pazienti la stessa assistenza del settore pubblico.nello svolgimento della nostra giornata di lavoro siamosottoposti all’osservanza di leggi, regolamenti e decreticome e più numerosi che nel pubblico e sempre più minu-

ziosamente controllati. noici impegniamo al nostromeglio, ma ci aspettano soloammortizzatori sociali o ildefinitivo licenziamento.Tutto ciò quanto incide sullaqualità della nostra presta-zione???Se gli organi regionali aves-sero mai pensato a tutte lefamiglie che vivono del lavo-ro nel Settoredell’Ospedalità Privata sia direttamente che indirettamen-te avrebbero potuto e/o dovuto mantenere sempre attivoun tavolo di lavoro con gli imprenditori e con le OO.SS.delle Case di cura dove concordare come gestire la gravecrisi.Per tutti i lavoratori del Settore Ospedaliero Privatoaccreditato ogni sofferenza del bilancio aziendale si tra-duce in ammortizzatori sociali vari se non direttamente nellicenziamento; per i lavoratori del settore pubblico un ridi-mensionamento o chiusura di una struttura produce, almassimo, il cambiamento del luogo di lavoro.noi Organi regionali di questa sezione, nonostante losconforto che pervade personalmente ciascuno, siamoparticolarmente sensibili alla sofferenza di tutti i colleghidel comparto e di conseguenza continuiamo a stare intrincea sia presenziando alle dolorose procedure di attua-zione di ammortizzatori sociali e di licenziamenti colletti-vi sia continuando con pazienza, perseveranza e forza achiedere incontri sia alla controparte politica, gli organiregionali, che alla controparte imprenditoriale, l’aIOP. la nostra recondita speranza poter chiedere ai politici dicreare un percorso preferenziale di ingresso nel pubblicodei colleghi che a causa delle descritte vicende hannosubito un licenziamento.ai datori di lavoro vorremmo chiedere di creare insiemeuna graduatoria dei licenziati da dove attingere obbligato-riamente personale per coprire carenze che dovesseropresentarsi in altre strutture private.riteniamo che queste proposte non sono di difficile attua-zione perché dipendenti solo ed esclusivamente dallavolontà politica delle parti essendo sostanzialmente acosto zero perché prevedono solo mobilità di personalesu posti di lavoro esistenti. Il momento è tanto grave che richiede il massimo impegnodi ciascuno di noi a tutti i livelli, da quello della qualitàdella prestazione a quello squisitamente sindacale a quel-lo di divulgazione e sensibilizzazione.

Pietro OttomanoSegretario Regionale Cimop Campania

Campania

anno nuovo, viTa vEcchia

Pietro Ottomano

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Tutti dobbiamosentirci protagonistidel cambiamento

quella riabilitativa, oltre che a quella socio-sanitaria.Negli ultimi anni per sopperire proprio alle carenzedella parte normativa, ma anche per dare risposteeconomiche ai medici, laddove possibile, con alcunecase di cura del nord del paese abbiamo sottoscrittodei Contratti Integrativi Aziendali (CIA), che talvoltahanno stravolto l’impianto originario del CCNL.Pertanto di recente abbiamo inviato ad AIOP, ARIS eFdG le richieste formali d’incontro per il rinnovo delCCNL e da esse abbiamo ricevuto risposte di disponi-bilità ad avviare una trattativa nonostante le diffi-coltà ancora esistenti.Ipotizziamo i primi incontri nel mese di maggio pros-simo, epoca in cui sono previsti i Congressi di AIOP eARIS per il rinnovo dei Consigli Direttivi.Non sarà una trattativa facile, irta di difficoltà e insi-die, alcune delle quali insite nella stessa CIMOP che, amio avviso, dovrà attuare un salto culturale di nonpoca rilevanza verso un modello contrattuale comple-tamente differente da quello attuale per risponderealle nuove e più articolate esigenze organizzative cheil cambiamento ci impone.Bisognerà inoltre tener conto anche delle modifichenormative intervenute con la recente “riforma dellavoro” varata dal Governo che secondo taluni hamodulato, secondo me scardinato il sistema delle tute-le che era previsto dallo Statuto dei Lavoratori.Un problema di non secondaria importanza che siporrà all’avvio della trattativa e che sono certo nonsarà facile superare, è rappresentato dalla necessitàdi rendere uniforme il trattamento economico su tuttoil territorio nazionale, attesa la mancata applicazionedel cinquanta per cento nelle regioni del centro sud.Inoltre anche i recenti provvedimenti di rivisitazionedel Patto della Salute e delle Regioni che sono dettedisponibili a rinunciare all’incremento del FSN(Fondo Sanitario Nazionale) per il 2015 che ammontaa circa due miliardi di euro, rendono lo scenario con-

Editoriale/ da pagina 3

iN ChiusuRa

e’ necessario che ciascuno degli iscrittiCIMOP possa comunicare alla nostrasegreteria di roma il proprio indirizzo diposta elettronica, in modo da poteraggiornare gli iscritti in merito a tutte leiniziative che CIMOP promuove.l’indirizzo potrà essere comunicato viae-mail all’indirizzo: [email protected] oppure telefonicamente alla segreteria diroma allo: 06 500 40 63.

comunichiamoci!

trattuale ancora più complicato.E’ innegabile che si apra una stagione sindacale dagli svi-luppi incerti, che ci vedrà impegnati prevalentemente nelrinnovo contrattuale ma che chiede anche a voi di essereprotagonisti del cambiamento attraverso il contributo d’i-dee, le iniziative e il sostegno che vorrete darci, contribu-to che anche nel passato più difficile non è mai venutomeno.

Fausto Campanozzi

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C.I.M.O.P.FEDERAZIonE REgIonALE......................................................................................

SCheda dI adeSIOne e delega

Il Dott. .............................................................................................................................................

nato a................................................................................................il ............................................

Indirizzo: Località (c.a.p.)..................................................................................................................

Via ................................................................................................................n. ..............................

operante presso la Casa di Cura ......................................................................................................

sita in .......................................................................con qualifica.....................................................

Specializzazione in............................................................................................................................

in regime di lavoro dipendente

in regime di lavoro libero professionale coordinato e continuativo

ADERISCE ALLA CIMOP E AuToRIZZA

l’amministrazione ad effettuare sulla propria retribuzione una trattenuta mensile in favore della CIMoPstessa e nella misura che annualmente sarà comunicata. Il sottoscritto/a dichiara che la presente delega:

1) ha efficacia dal mese di firma in calce2) ha validità annuale3) si intende tacitamente rinnovata anno per anno4) potrà essere dallo stesso revocata entro il 31 ottobre, affinchè cessi agli effetti a partire dal 1 gen-naio dell’anno successivo, con comunicazione scritta inviata all’amministrazione della casa di cura edalla CIMoP.

In FEDE

..........................................................(firma leggibile)

Data...........................................

Si prega di scrivere a macchina o in stampatello.

tempo pieno

tempo definito

part time a....................................ore

PER adERiRE aLLa CimoP

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Page 32: Notiziario Cimop Maggio 2015

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